De Vries campione con record
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De Vries campione con record
>n.14 settembre 2014 De Vries campione con record l l l l l l De Vries lo schiacciatutto I rivali: Leclerc fa faville L’intervista ad Afa Heikkinen Tra le Clio Nogues vede la corona L’intervista a Simone Iacone Alla scoperta della Renault RS01 De Vries lo sc 2 L’olandese del programma Junior McLaren ha conquistato il titolo 2014 con tre gare di anticipo segnando anche il record di vittorie. Che nella tappa finale di Jerez potrà essere ulteriormente migliorato chiacciatutto 3 H Ha dominato la stagione ed ha vinto in modo più che meritato. Al Mugello, con tre gare di anticipo, Nyck de Vries si è laureato nuovo campione della Formula Renault 2.0 ALPS. E lo ha fatto alla sua maniera ovvero restando davanti dall'inizio alla fine in entrambe le gare come spesso accaduto quest'anno. L'olandese è arrivato al Mugello dopo un'estate passata a ripensare a quelle gare monzesi che non sono andate come era nelle previsioni. Non solo. Nei test svolti dalla categoria una settimana prima della gara in Toscana, proprio il suo avversario più temibile in classifica, Charles Leclerc, aveva ottenuto i migliori tempi confermando la sua ottima crescita nonché uno stato di forma eccellente. Una forma che il francese ha esibito anche nelle prove libere dove ha ribadito il suo gradimento al circuito del Mugello. Ma questa era appunto solo la vigilia. Quando il cronometro ha cominciato a contare per davvero, le cose 4 sono cambiate. Qualcosa è scattato nella mente e così l'olandese della Koiranen Grand Prix ha fatto valere tutto il suo grande potenziale. Si è seduto in pit-lane ad osservare l'avversario impegnato nel turno di qualifica differente dal suo, isolandosi però dal mondo grazie ad un lettore Mp3 e a delle cuffie efficaci. Mentalmente ha ripassato ogni curva del tracciato toscano cercando di interpretarlo nel modo migliore. Dall'esterno è apparso concentrato e motivato mentre sul viso gli si disegnava un'espressione determinata. Un ritmo impossibile Quando è toccato a lui, è salito in macchina, ha affrontato uno dei circuiti più impegnativi del mondo e lo ha domato, facendo segnare un tempo inavvicinabile per tutti. Un crono che ha cominciato a mettere qualche tarlo nella testa degli avversari e rafforzare nella sua la convinzione che qualcosa di bello stava per prendere corpo. Quando fa così, de Vries diventa imprendibile e la gara ha confermato queste sensazioni. Per assicurarsi il titolo la soluzione era una sola e molto semplice: vincere la gara. In questo modo non avrebbe dovuto curarsi della posizione di Leclerc perchè la matematica avrebbe tolto a tutti la possibilità di raggiungerlo. Lo scatto dalla pole è stato buono. Sul rettifilo che porta alla prima staccata ha mantenuto la traiettoria interna e, alla San Donato, si è difeso affrontando così da leader la prima virata. I primi giri, pur con un buon ritmo, non sembravano essere in linea con il potenziale che ci si aspettava. Leclerc dietro non mollava e a tratti dava persino la sensazione di averne di più e poter attaccare. Ma in realtà il passo di de Vries era solo figlio di una scelta tecnica. Al sesto passaggio, quando la macchina ha raggiunto la sua efficacia, il baby McLaren ha abbassato di colpo i suoi tempi lasciando il francese a mezzo secondo. Da quel momento è iniziata una cavalcata fatta di giri veloci che lo ha portato fino alla bandiera a scacchi con ampio margine sugli avversari. Bandiera che lo ha salutato come il campione 2014. Quel tweet della McLaren La festa nel team finlandese è iniziata subito. Baci e abbracci che sapevano tanto di liberazione. Quando il piccolo olandese è tornato ai box la festa è continuata, senza esagerazioni. “Sono felice è normale – quest'anno sapevo che sarebbe stato l'anno nel quale avrei dovuto vincere. Un po' di pressione c'era, ma tutto è girato davvero per il verso giusto e così ora ho conquistato il mio primo titolo La classifica di campionato in monoposto”. Un trionfo onorato anche da un tweet della McLaren che ha reso onore al suo campioncino e con il quale si incontrerà a breve per decidere il futuro. “Adesso però parlarne è davvero prematuro – ha proseguito il campione 2014 – c'è da pensare a vincere l'Eurocup”. Per far si che questo anno diventi davvero speciale e marchiato a fuoco. È suo il record vittorie Ma al Mugello l'impresa non si è limitata solamente alla vittoria del titolo. Nyck ha voluto mettere un'ulteriore firma sulla serie della Fast Lane Promotion, andando a conquistare l'ottava vittoria stagionale. Un 'impresa mai riuscita a nessuno visto che Antonio Fuoco si è fermato a sei mentre Daniil Kvyat ne ha vinte sette. Seguendo il solito copione che lo vuole leader “flag to flag” come dicono gli inglesi, il pilota della Koiranen Grand Prix ha mantenuto la promessa ed ha portato a casa l'ottavo sigillo stagionale. Sul podio, ha festeggiato il giusto, perchè la sua mente era già proiettata al futuro. Sabato sera, dopo la conquista del titolo, il team ha aperto una bottiglia di vodka, il suo unico lusso è stato quello di bagnarsi appena le labbra. La sua unica trasgressione. Chi lo segue da vicino dice che non si sforza di essere così. Lo è davvero. E' molto esigente con sé stesso e pretende sempre di migliorarsi. Un tratto che lo porta ad essere sempre molto serio e, all'apparenza, un po' freddo con l'interlocutore. Ragiona e si comporta da professionista. Ma queste sono solo sensazioni. Le distrazioni sui circuiti per ora non sono ammesse. Nyck de Vries ha ben chiaro in testa quello che vuole fare e cioè arrivare al vertice di questo sport. Il primo passo lo ha fatto. 1 – Nyck de Vries 2 – Charles Leclerc 3 – Matevos Isaakyan 4 – George Russell 5 – Simon Gachet 6 – Alessio Rovera 7 – Dario Capitanio 8 – Luke Chudleigh 9 – Pietro Fittipaldi 10 – Akash Nandy 11 – Ben Barnicoat 12 – Sebastien Morris 13 – Alex Bosak 14 – Hugo De Sadeleer 15 – Stefan Riener 16 – Andrew Tang 17 – Denis Korneev 18 – Philo Paz Patric Armand 19 – Martin Kodric 20 – Marek Boeckmann 21 – Semen Evstigneev 22 – Matteo Gonfiantini 23 – Dennis Anoschin 24 – James Allen 250 166 147 101 68 65 54 36 35 33 32 31 30 27 25 24 24 23 18 8 6 5 2 2 5 Leclerc fa faville Il monegasco, al debutto nel mondo delle monoposto, anche al Mugello ha lasciato il segno cogliendo due importanti secondi posti che gli permettono di guardare con fiducia alla prossima tappa di Jerez, dove punterà, Isaakyan permettendo, al ruolo di vice campione 2014 Si dice che chi arriva secondo sia il primo dei perdenti. Tecnicamente è così, ma occorre considerare i contesti in cui si sono sviluppate le cose. Ci risulta davvero difficile ritenere un perdente Charles Leclerc. Il francese è infatti un debuttante assoluto. Lo scorso anno correva ancora nei kart mentre questa stagione ha affrontato il suo primo campionato in monoposto. Per giunta, lo ha fatto in una delle serie più difficili e competitive del panorama internazionale. E' cresciuto molto il ragazzo della Fortec e, dopo le due vittorie di Monza, sono arrivati i due secondi posti del Mugello. Forse il francese si aspettava di più, ma portare a casa due podi su un circuito difficile come quello toscano significa avere le giuste capacità. Sul podio era deluso ed ha accusato una mancanza di velocità della monoposto. Un peccato perché il potenziale per lottare sembrava esserci. Se continuerà così comunque è lecito pensare che potrà togliersi altre meritate soddisfazioni. I due secondi posti del Mugello hanno confermato il suo ruolo di sfidante e il più serio candidato alla piazza d'onore nella classifica generale. Le doti di Fittipaldi Jr La prima gara del Mugello ha poi messo in evidenza la “wild card” Bruno Bonifacio, capace di portare la Tatuus della Prema ad un ottimo terzo posto. Molto bene anche Pietro Fittipaldi che, al suo terzo tentativo nell'ALPS, ha mostrato di aver assimilato la serie mettendo in mostra delle belle doti. Quinto posto per George Russell davanti a Matevos Isakyaan autore di una sbavatura che gli ha fatto perdere alcune posizioni. Non è andata bene alla pattuglia tricolore. Dario Capitanio è stato il migliore ed ha chiuso quindicesimo mentre Alessio Rovera è arrivato ventesimo dopo i problemi tecnici della vigilia. 6 Il riscatto di Isaakyan La seconda gara ha avuto un andamento molto lineare. De Vries e Leclerc hanno fotocopiato i risultati del giorno prima mentre Matevos Isakyaan si è riscattato conquistando quel podio che era già nelle sue corde nella prima frazione. Bruno Bonifacio gli è arrivato in scia portando così a termine un buon allenamento in vista dell'Eurocup. La stessa cosa vale per il compagno Dennis Olsen ha portato a casa un bel quinto posto. Sesto Egor Orudzhev e settimo George Russell che sembra aver perso lo slancio di inizio stagione. La Formula Renault ALPS si trasferisce ora in Spagna. Sul circuito di Jerez de la Frontera c'è in programma l'ultimo appuntamento di una stagione che ha confermato ancora una volta l'alto livello della serie. Non è un caso che i grandi team, attraverso i loro programmi giovani ci mandino i loro migliori talenti. De Vries è legato alla McLaren, ma i suoi predecessori non erano da meno. Antonio Fuoco è della Ferrari e Daniil Kvyat, già in F.1 con la Toro Rosso, della Red Bull. Questo vorrà pur dire qualcosa. Leclerc, Isaakyan e de Vries George Russell Pietro Fittipaldi 7 Intervista ad Afa Heikkinen Il Koiranen GP ha conquistato il titolo con de Vries come già era accaduto nel 2012 con Kvyat. Impegnato su più fronti, il team diretto da Heikkinen ha una solida certezza: rimanere nella serie promossa dalla Fast Lane Promotion “Continueremo nel mondo ALPS 8 S” 9 C Nyck de Vries ha vinto il titolo 2014 della Formula Renault 2.0 ALPS grazie a otto vittorie e ad una velocità che nessuno ha potuto contrastare. Il titolo se lo è meritato in toto, ma almeno metà del merito va alla squadra, la Koiranen GP, che ha saputo mettergli a disposizione un mezzo tecnico quasi sempre impeccabile. Dopo aver portato al successo Daniil Kvyat ed essersi ripetuta quest'anno con de Vries, la formazione finlandese è diventata ancora di più uno dei punti di riferimento della categoria. Impegnata dallo scorso anno anche in GP3, la squadra dei fratelli Koiranen ha affidato al socio Afa Heikkinen la gestione “della parte Renault”. Un compito che il manager sta portando avanti con successo. Koiranen infatti, oggi è un team che ha molti ramificazioni, oltre alla Formula Renault 2.0 e alla GP3 dall'anno prossimo organizzerà la F.4 in Finlandia, Estonia e Russia. Ha collegamenti con la Petrobras per lanciare giovani talenti brasiliani e con la Cina per 10 tentare di scovare il primo vero talento del Paese dei dragoni. Insomma, una sorta di holding che al Mugello ha festeggiato ha centrato un altro obiettivo, ma che in questa stagione vuole ancora far parlare di di sé Prima di tutto complimenti. Missione compiuta? “Grazie. Beh, sicuramente uno degli obiettivi stagionali era vincere questo titolo. Sapevamo che Nyck poteva capitalizzare l'esperienza ed eravamo ottimisti, ma non era certo una cosa scontata. Siamo felici perché abbiamo lavorato moltissimo per raggiungere questo risultato”. Dal nostro punto di vista talvolta è sembrato fin troppo facile per Nyck vincere le gare… “Può darsi, ma ovviamente come tutti sanno non è mai facile. E poi anche noi abbiamo avuto i nostri momenti difficili. A Monza ad esempio, fra noi e il pilota probabilmente non si è mai creato il giusto feeling e siamo andati male. In ogni stagione ci sono delle gare buone altre che invece vanno male. Fortunatamente per noi sono state di più quelle dove la relazione fra squadra, pilota e macchina ha funzionato perfettamente”. C'era un po' di pressione alla vigilia della stagione? In molti avevano pronosticato la vostra vittoria… “Si naturalmente. Nyck era un pilota di esperienza con un passato pesante sui kart ed inserito nel McLaren Junior Program. Le aspettative erano ovviamente molto alte. Da questo punto di vista devo dire che la gente tende a sottostimare questo aspetto che, invece, conta molto. A volte è proprio quello che fa fallire delle imprese, altre volte le esalta. Occorre saperlo gestire. Ce l'abbiamo fatta”. Come valuti il 2014 del team Koiranen? “Penso di potermi dire felice delle performances espresse dalla squadra. Ovviamente dobbiamo distinguere perché avevamo un pilota di esperienza e altri che invece erano al debutto. Il livello generale però, mi ha soddisfatto perché è stato molto buono. Lo scorso anno questo campionato è stato faticoso per noi per tutta una serie di motivi. Molta gente ha indicato nel debutto in GP3 la colpa delle prestazioni sotto tono. Questo può essere stato vero, ma solo in piccola parte. Direi che era più un problema legato alle persone. Ci siamo compattati, abbiamo rivisto delle cose ed oggi sono molto orgoglioso del lavoro fatto. Siamo tornati ai livelli che sapevamo esprimere”. Avete visto passare diversi piloti ormai, che giudizio ci può dare di Nyck? “Per quanto riguarda Nyck, devo dire che è una persona speciale. Un bravo ragazzo con cui è stato bello lavorare in questi due anni. Il nostro rapporto si è evoluto con il tempo e siamo così riusciti a raggiungere i traguardi prefissati. Sicuramente un ottimo pilota con delle caratteristiche uniche che lo hanno portato a diventare campione. Non è possibile paragonarlo ad altri. Ognuno ha le sue caratteristiche e le sue individualità”. La Koiranen e' una realtà ormai consolidata nel mondo delle corse. Quali sono i vostri progetti? “Oltre alle corse che sono nel nostro DNA e nelle quali continueremo, stiamo esplorando altre possibilità. Organizzeremo la F.4 in Estonia, Finlandia e Russia. Ci sarà un dipartimento appositamente creato che non intaccherà quello dedicato alle corse. Esploriamo insomma altre possibilità che ci permettano di crescere e divenire una struttura più globale”. Resterete comunque nell'ALPS? “Certo, così come nell'Eurocup. Il mondo Renault è quello da dove veniamo, dove ci siamo consolidati e non lo abbandoniamo. Quello che facciamo al di fuori è proprio per creare nuove opportunità per la Formula Renault 2.0 che resta al centro dei nostri interessi. L'ALPS inoltre è un campionato ad alto livello, con un bel calendario e che richiede molta programmazione. Qui abbiamo avuto parecchi successi e continueremo a restarci”. Qual è il prossimo obiettivo sportivo della squadra? “Provare a vincere il titolo dell'Eurocup 2014 con de Vries. I nostri sforzi sono tutti concentrati li per ora”. 11 12 Una pista mondiale Roberto Merhi, che aveva debuttato nel motorsport partecipando alla F.Renault Italia del 2007, racconta le caratteristiche della pista di Jerez che ospiterà la tappa finale della serie ALPS. E proprio sul tracciato andaluso il ragazzo di Castellon si giocherà il titolo della World Series Renault 3.5 contro Sainz È E’ il pilota del momento Roberto Merhi. La sua travolgente stagione in World Series Renault 3.5 lo ha portato al secondo posto nel campionato ad una manciata di punti da quello che sembrava essere il leader indiscusso, Carlos Sainz. Merhi non è più un ragazzino, nel GP d’Italia di Monza ha anche debuttato in F.1 partecipando con la CaterhamRenault al primo turno di prove libere del venerdì. Ma lo spagnolo i primi passi in monoposto li ha mossi nella F.Renault Italia nel lontano 2007 quando a 16 anni si piazzò quarto al debutto con la Tatuus del Jenzer Motorsport. Ha poi vinto l’europeo F.3 nel 2011, successo che gli ha spalancato le porte del DTM come pilota ufficiale Mercedes per le stagioni 2012 e 2013. I pochi risultati conseguiti, lo hanno però estromesso dal programma della Casa di Stoccarda e Merhi si è dovuto rifare una carriera. E tornando alla guida delle monoposto, nella Renault 3.5, il suo potenziale è tornato a essere di prima qualità. Chi, dunque, se non il 23enne Merhi poteva presentare il circuito di Jerez che il prossimo 5 ottobre ospiterà la tappa finale della F.Renault ALPS? “Curiosamente a Jerez ho girato soltanto quest’anno, nei test Renault 3.5 pre campionato. Praticamente era l’unico tracciato spagnolo che non conoscevo, è strano me ne rendo conto, ma è proprio così. La pista andalusa l’ho trovata interessante, di media difficoltà, non particolarmente probante dal punto di vista fisico. Ci sono alcune curve molto accattivanti e in particolare la 5 è piuttosto difficile, molto veloce, ed è importante tenere la linea giusta. Il tempo lo si fa generalmente al mattino perché le temperature sono spesso elevate in Andalusia e nel pomeriggio l’asfalto è più caldo. Le strutture del circuito sono di ottima qualità e non per niente da anni vi si svolge la Moto GP mentre una volta c’era anche la F.1, che ora vi torna solo per i test pre campionato. Ma è comunque significativo che Jerez sia considerata dai team del mondiale. Sono contento che l’ALPS vi disputi la sua prima tappa della storia, sono sicuro che gli organizzatori e i piloti rimarranno soddisfatti e spero che vi tornino anche nel 2015. Per quel che mi riguarda, Jerez rappresenterà un momento decisivo della carriera perché probabilmente sarà su questo circuito che si deciderà il titolo della Renault 3.5 fra me e Sainz”. 13 Nogues vede la corona Le due gare del Mugello hanno avvicinato ancora di più il pilota spagnolo della Rangoni Corse alla conquista del campionato. Si giocherà tutto nella tappa finale di Vallelunga 14 C Deciderà Vallelunga, ma forse il Mugello ha già detto tutto quello che c'era da dire sulla stagione 2014 della Clio Cup Italia. Sul tracciato toscano infatti, l'equilibrio in classifica che regnava fra Oscar Nogues e Simone Iacone si è rotto. Lo spagnolo in forza alla Rangoni Corse, grazie alle due vittorie e al contemporaneo stop dei suoi avversari, ha prodotto uno strappo che gli permetterà di affrontare le ultime due gare con un vantaggio di 47 punti. Un'enormità visto che in palio ce ne sono “solamente“ 54. Questo gli consentirà di arrivare sul circuito capitolino in tutta tranquillità. Gli basterà restare lontano dai guai e finire a punti. Cosa che quest'anno gli è riuscita con una certa continuità. Il suo avversario, Simone Iacone, dovrà per forza di cose vincere, sperando nel contempo che Nogues non vada a punti. Un'impresa titanica, ma chi se la sente di scommettere che sia già finita? In pochi, probabilmente. Perché la Clio Cup in passato ha già fatto vedere come nessuna situazione può dirsi certa fino a che non cala la bandiera a scacchi. La serie organizzata dalla Fast Lane Promotion infatti, è un concentrato di competizione, di gare tirate e in dubbio fino alla fine. I protagonisti non si risparmiano mai e i duelli non si contano. Difficile che un pilota porti a termine una gara lineare. Ogni posizione, ogni punto deve essere conquistato dopo una lotta spesso furibonda. Viene facile quindi capire come Oscar Nogues, pur essendo nella migliore delle posizioni possibile, non possa rilassarsi e pensare di andare a Vallelunga per fare una passeggiata. Lo spagnolo di Rangoni però, è sicuramente il pilota più in forma. Vince in Europa ed in Italia mostrando un passo spesso irraggiungibile per gli altri. Lo ha fatto vedere anche al Mugello dove solamente una vecchia volpe come Massimiliano Pedalà è riuscito a metterlo in difficoltà. 15 Pedalà stellare al Mugello Il pilota della Composit, presente come wild card e trasparente ai fini del punteggio, ha saputo mettersi in evidenza fin dalle prove. Con un giro superbo ha infatti strappato a Oscar la pole position quando lo spagnolo era ormai convinto di averla in tasca. In gara uno poi ha tenuto la leadership per tre giri prima di lasciarla alla Clio della Rangoni. Anche in questo caso Massimiliano non ha mollato e a pochi giri dalla fine è tornato al comando. Da quel momento ha iniziato una strenua difesa su Nogues che metteva il muso in ogni piccolo varco. Ha resistito fino alla ultima curva, ma poi nulla ha potuto contro una manovra spettacolare di Oscar. Lo spagnolo si è affiancato alla staccata della Bucine. I due hanno percorso appaiati la curva in discesa e parte del rettifilo principale dove Nogues è riuscito a spuntarla per 21 millesimi. Un niente che dimostra quanto sia tirate e spettacolari le corse della Clio Cup. E' stato proprio in questa prima frazione che il pilota di Rangoni ha cominciato a costruirsi il vantaggio. Tra le sorprese Gryazin sul podio Sia Simone Iacone sia Ivan Pulic, gli unici rimasti a contendergli il titolo, sono infatti incappati in una giornata storta. In preda a problemi tecnici, non sono mai riusciti ad essere efficaci terminando così nelle retrovie. Chi invece sul podio ha goduto è stato Nikolay Gryazin. Il russo della Composit ha portato a termine una bella gara a ridosso dei primi. Gli è mancato lo spunto per inserirsi nella lotta, ma nulla toglie alla bella prestazione. La stessa portata a termine da Massimo Ferraro, quarto, e Lorenzo Pegoraro quinto. Gara due ha ribadito la superiorità di Nogues che, ha compiuto una bella impresa. Partito ottavo per via della griglia invertita, ha cominciato una rimonta che in poche tornate lo ha portato al comando. Il tutto mentre Simone Iacone ha fatto segnare una battuta di arresto a causa di una uscita di pista nel momento meno opportuno. Anche a Ivan Pulic non è andata bene. A causa di un sottosterzo cronico non è andato più in la del nono posto e così la matematica lo ha condannato. A brillare è stato ancora una volta Gryazin che ha chiuso con una piazza d'onore un fine settimana davvero buono. Pedalà ancora una volta ha fatto vedere di che pasta è fatto rimontando dal settimo al terzo posto. Quarto un ottimo Michele Puccetti autore di una bella gara e quinto Massimo Ferraro. Stava per compiere la miglior prova stagionale Lorenzo Pegoraro con la Clio dell'Oregon. Purtroppo un errore nel finale lo ha fatto retrocedere. Tutti a Vallelunga dunque. In programma c'è il gran finale di una serie che ha appassionato e che ancora una volta garantirà un grande spettacolo. 16 Melatini e Puccetti La classifica di campionato Pedalà e Nogues in lotta Il via di gara 1 1 – Oscar Nogues 2 – Simone Iacone 3 – Ivan Pulic 4 – Michele Puccetti 5 – Massimo Ferraro 6 – Simone Melatini 7 – Lorenzo Nicoli 189 146 109 101 100 98 89 Pedalà, Nogues e Gryazin sul podio 8 – Lorenzo Pegoraro 9 – Daniele Pasquali 10 – Luciano Gioia 11 – Massimiliano Danetti 12 – Zeliko Cumurzic 13 – Enrico Bettera 14 – Cristian Ricciarini 15 – Marco Cassarà 40 35 29 21 19 16 16 10 17 Iacone: “Mai Il pilota della Essecorse, tornato alle competizioni dopo due anni di sosta, sta contendendo il titolo finale allo spagnolo Nogues. Anche se le possibilità sono minime, combatterà fino all’ultimo metro C Come finirà la stagione della Clio Cup Italia lo dirà solo l'ultimo appuntamento di Vallelunga. Per il momento, Simone Iacone sa soltanto che lotterà fino all'ultimo metro di questo campionato e che, nonostante l'impresa appaia disperata, farà tutto quanto è un suo possesso per provare a ribaltare la situazione. Comunque vada, questa stagione va inserita nella cartella delle soddisfazioni se si considera che il pilota della Essecorse era fermo dalla fine del 2011 e che il ritorno alle corse spesso porta con sé delle difficoltà. Iacone tutto questo non sembra averlo sentito. Fin dalla prima gara infatti ha subito messo in chiaro le sue intenzioni diventando poi uno dei protagonisti assoluti del campionato 2014 della Clio Cup Italia 18 che lo ha visto contrapposto ad Oscar Nogues. Dopo una pausa di due anni sei tornato a correre. Come è nata e come si è sviluppata questa possibilità? “L'ultima stagione completa l'ho corsa nel 2011 con la Gt Cup e poi per due anni non ho praticamente fatto nulla. La mia ultima apparizione è stata con la Superstars a Pergusa nel 2012 e per una gara GT a Monza a fine stagione, ma di fatto ero fermo. Poi, attraverso degli amici si è creata l'opportunità di correre con la Essecorse nella Clio Cup e l'ho colta al volo con passione”. Una macchina decisamente diversa rispetto a quanto eri abituato… “Si, una macchina piccola a trazione anteriore. Una sfida stimolante anche perché la squadra era tutta nuova. Ho sposato subito questo progetto dove c'era tutto da costruire e crescere assieme. Una cosa decisamente accattivante”. Le cose però, si sono messe bene, perché ad Imola è subito arrivata la vittoria… “Sia io sia la squadra abbiamo subito trovato la quadra giusta e i risultati sono arrivati in fretta. Una cosa che non mi aspettavo. Anzi ad essere sincero non mi ero fatto nessuna idea su come avrebbe potuto andare. Sono partito tranquillo e assieme ai ragazzi del team abbiamo intrapreso questa esperienza con molto i dire mai” entusiasmo. Una cosa fondamentale in tutte le imprese. Ovvio avevamo già delle idee sull'assetto. Da li siamo partiti e poi le abbiamo sviluppate. In questo modo siamo arrivati ad ottenere un buon assetto e prestazioni di rilievo”. Come è stato guidare questa macchina così diversa? Da fuori è sembrato che il tempo non sia passato visto che hai ritrovato i meccanismi del pilota abbastanza in fretta… “Fortunatamente sono istruttore presso la scuola di Siegfried Stohr. Questo significa passare da sessanta a ottanta giornate all'anno in pista. Non ho corso, ma in realtà questa attività mi ha permesso di migliorami molto sul controllo della vettura e sulla dinamica del veicolo. Ho capito anche tante altre cose che prima facevo di istinto ed ora sono più veloce di prima. Come si può vedere quindi la pausa non mi ha penalizzato più di tanto”. Dopo Imola la stagione ha preso la piega giusta visto che sei diventato uno dei due attori principali del campionato. “Dopo la gara in Italia è arrivata quella in Austria dove in qualifica abbiamo fatto segnare il secondo tempo. Poi, il sabato sera c'è stata una verifica e nel rimontare la macchina abbiamo commesso un errore di inesperienza. In gara non sono quindi riuscito ad andare più in la del quinto posto. Poi, però, siamo riusciti a vincere la seconda gara anche se abbiamo capito che rispetto alla concorrenza ci mancava qualcosa in termini di assetto”. Quindi è arrivato il fine settimana di Adria… “La svolta. Abbiamo rivoluzionato la macchina ed abbiamo trovato l'assetto giusto. E' stata anche la gara che ha segnato l'inizio della rivalità con Nogues. Un confronto molto acceso che non ho mai visto in nessuna categoria. Questa esasperazione ha poi condizionato gara due, visto che siamo arrivati al contatto. Il clima si è così un po' guastato e siamo andati a Monza con questi stati d'animo. Quella brianzola è una pista strana che si presta a molti risultati anche se non si ha una macchina buona. Molti piloti nell'ultimo giro hanno tagliato la chicane e chi ha pagato sono stato io che all'ultimo giro ero primo e di colpo mi sono ritrovato dietro. Pazienza…”. Dopo il Mugello, l'idea della vittoria in campionato è forse più lontana. Ma perché non provarci? “Parto sempre per vincere le gare, poi è chiaro che più ne vinci più ti avvicini alla conquista del campionato. Io resto tranquillo. La mia carriera non cambierà, ma è chiaro che a fine anno avere un titolo in bacheca fa molto piacere. Sarà molto difficile, ma noi ce la mettiamo tutta. Questa squadra è fantastica. E' fatta di ragazzi eccezionali e sarebbe bello portargli un trofeo alla fine dell'anno. Ad oggi sembra realmente molto difficile, ma mai dire mai”. 19 Oregon pronta Canevisio, team manager della squadra italiana che negli ultimi anni ha vinto il Megane Trophy europeo, è pronto per lanciarsi nella nuova avventura della Casa francese col nuovo accattivante prototipo 20 a al debutto 21 N Nelle scorse settimane, Renault Sport ha presentato la nuova arma con la quale darà vita alla nuovo campionato a ruote coperte inserito nel contenitore della World Series. Non appena svelata, la Renault RS01, ha subito attirato l'attenzione degli addetti ai lavori. Non solo per via delle sue linee assolutamente accattivanti, ma anche e soprattutto per il concentrato di tecnologia che ne ha fatto una delle macchine più appetitose in vista del 2014. Team e piloti stanno guardando con molto interesse al nuovo campionato. Fra loro non poteva mancare l'Oregon Team da sempre protagonista dei monomarca Renault che ha marchiato in maniera indelebile grazie ai tanti titoli conquistati nell'Eurocup Mégane Tophy. La squadra condotta da Jerry Canevisio e Giorgio Testa si è già fatta avanti e sarà al via del nuovo trofeo. Canevisio, quale è stata la reazione dell'Oregon non appena vista la nuova vettura? “E' decisamente molto bella. Ci aspettavamo un lavoro di qualità, ma in questo caso si è andati oltre le aspettative. E' più di quello che immaginavamo, ma crediamo anche sia la giusta evoluzione del progetto Mégane 22 che ormai aveva dieci anni”. L'Oregon Team comprerà la nuova RS01? “L'Oregon ha già deciso che sarà al via del nuovo campionato e ha già dato la caparra per l'acquisto di due vetture. Questo perché sappiamo che la partenza di un campionato nuovo e con macchine al debutto, ha bisogno di un periodo di rodaggio. Tutto deve essere capito, compreso e metabolizzato. Per farlo al meglio è bene avere un numero limitato di macchine sul quale concentrarsi. Anche se il progetto di partenza è sano, potrebbe insorgere anche qualche problema meccanico come è normale quindi meglio non disperdere gli sforzi”. Come sono state le reazioni dell'ambiente? Sembra che l'interesse suscitato sia stato veramente molto. Vi risulta? “Si assolutamente. In molti hanno chiesto informazioni e vogliono capire se ci sia la possibilità di partecipare. Insomma, tutti i classici abboccamenti di quando nasce una nuova categoria, ma in questo caso devo dire che siamo stati contattati da diverse persone veramente intenzionate e correre”. Si parla di piloti professionisti e amatoriali, con due classifiche specifiche? “Per come la vedo io non lo considero un campionato adatto a degli amatori. Lo vedo più adatto a dei ragazzi che arrivano dalle formule. Piloti che magari non hanno più il budget per continuare o che hanno abbandonato il sogno della Formula 1 e hanno deciso di fare i professionisti in altri ambiti”. Siete stati contattati da piloti? Vi state muovendo in questo senso? “Si stiamo cominciando a mettere insieme un programma di test per far capire ai formulisti cosa significa guidare una “silhouette”. Li faremo con le Mégane che abbiamo in officina delle quali abbiamo tutti i riferimenti ed un quadro completo per potere valutare le capacità di un pilota. Sia tecnicamente sia dal punto di vista velocistico”. La vettura ha già girato. L'avete vista in azione? “Si, abbiamo seguito lo shake down a Franciacorta e abbiamo capito che la macchina è nata sana. Del resto Renault si è affidata a Dallara, per me il migliore costruttore di scocche in carbonio del mondo, e quindi si può capire subito da che livello si parte. Il motore Nissan non ha un'elettronica esasperata e questo aiuterà le squadre a non impazzire. Ho visto una gestione di macchina complessa, ma decisamente abbordabile come deve essere in un monomarca. Su questa macchina il pilota sale, accelera e va. Il pedale o la leva della frizione non vanno più usati. Il cambio inoltre, mi è sembrato molto veloce e capace di assecondare il tutto. Insomma bella da ogni punto di vista”. Cosa si aspetta l'Oregon dal nuovo campionato. Un più alto livello di competizione? “Non mi aspetto nulla. Spero, e lo sottolineo, che arrivino nel paddock squadre e piloti che alzino il livello della competizione. Così diventerà più dura, ma perdere, eventualmente, avrà tutto un altro significato. Chiaro che poi noi ce la metteremo tutta per proseguire la striscia vincente degli ultimi anni”. 23 DOMENICO PORFIRI Responsabile Organizzazione E-mail [email protected] BARBARA PETRIVELLI Coordinatrice E-mail [email protected] SABRINA ODUWOLE Segreteria Organizzativa E-mail [email protected] Fast Lane Promotion è presente su Twitter @flp_renault Ufficio Stampa: Dario Lucchese (Garage Group) E-mail [email protected] Emanuele Fasano (Garage Group) E-mail [email protected] A cura di: Dario Sala - Realizzazione grafica: Inpagina Srl - Bologna - Foto: Actualfoto