Domingo gran Postino

Transcript

Domingo gran Postino
Domingo gran Postino
Parigi – Fra la prima assoluta e quella francese , Catan è scomparso all’improvviso, a soli 62 anni: le attuali
recite allo Chatelet gli sono dedicate e si svolgono in un’atmosfera un po’ particolare. “De mortuis nihil nisi
bonum, certo. Però questo “Postino” esemplifica al meglio il peggio del dilemma in cui si dibattono troppi
musicisti contemporanei….
di Alberto Mattioli
Placido Domingo gran “Postino” dedicato a Troisi
Il tenore nella parte di Neruda giganteggia e gigioneggia in scena
Parigi – Inversione dei rapporti di forza: all’inizio del Novecento, era il cinema a rifare il melodramma;
all’inizio del Duemila, arriva l’opera tratta dal film. Come “Il postino” del messicano d’America Daniel Catan,
debuttò a Los Angeles l’anno scorso, poi a Vienna e adesso a Parigi, ispirata al film di Michael Radford ( a sua
volta tratto da un romanzo di Antonio Skarmeta) che per noi italiani resta soprattutto l’ultimo film di Massimo
Troisi.
Fra la prima assoluta e quella francese , Catan è scomparso all’improvviso, a soli 62 anni:
le attuali recite allo Chatelet gli sono dedicate e si svolgono in un’atmosfera un po’
particolare.
“De mortuis nihil nisi bonum, certo. Però questo “Postino” esemplifica al meglio il peggio del dilemma in cui
si dibattono troppi musicisti contemporanei. Perché è legittimo e forse anche giusto teorizzare che non si
può continuare a comporre musica che il pubblico non riesce a capire, però o si ha un linguaggio davvero
personale o si finisce per riscrivere musica già scritta. E allora, puntualmente, una descrizione “à la Sebussy”
del mare risulta fatalmente meno riuscita de “La mer “vera””, e a una romanza pucciniana con il climax
sull’acuto e i violini che raddoppiano la voce resta preferibile un Puccini di prima mano.
Dopo questo, “Il postino” in teatro funziona abbastanza bene, con qualche lungaggine ma un finale assai
riuscito; l’invenzione melodica di Catan è intermittente ma l’orchestrazione sempre raffinata ( e sprecata per
la modesta Orchestre Symphonique de Navarre che suona a Parigi, peraltro ben diretta da Jean Yves
Ossonce).
L’attenzione inutile dirlo, è tutta per Placido Domingo, che ovviamente fa la parte di
Pablo Neruda che nel film era di Philippe Noiret. A 70 anni ufficiali ( quanti siano quelli
veri è il mistero di Fatima dell’opera), Domingo canta a lungo, balla il tango, giganteggia
e gigioneggia e, insomma, ci crede. La voce, pur accorciata e rinsecchita, è
incredibilmente erma e non “sballa” per nulla, il che, dopo mezzo secolo di carriera,
costituisce il trionfo dell’arte sulla natura. Per fortuna che per i soloni della sociologia
italiana e i loro attuali patetici replicanti Domingo era uno che non sapeva cantare…
E’ bravissimo anche il giovin tenore Charles Castronovo appunto il postino Mario
Ruoppolo, che ricorda un po’ Troisi nel fisico nodoso e molto il Domingo degli inizi nella
voce. Sua moglie è Amanda Squitieri, carina ma meno bombastica della Cucinota ( e con
qualche problema a controllare un registro acuto che va per conto suo); quella di Neruda,
Matilde, è Cristina Gallardo- Domas, che resta in topless mentre Placidone suo,
marpionissimo, la spoglia Cantandole La prima aria d’amore.
Spettacolo semplice, pratico, didascalico ma non rinunciatario di Ron Daniels: per
un’opera nuova, giusto così. L’Italia degli Anni Cinquanta è evocata con gusto da qualche
poster cinematografico del nostro favore neorealismo. Alla fine, applausi per tutti e
l’attesa apoteosi per il Plassy evergreen.
di Alberto Mattioli
Corrispondente da Parigi La Stampa
(26.06.2011)
Articoli correlati: Intervista a Placido Domingo – Carmen Arena Domingo
Bluarte è su https://www.facebook.com/bluarte.rivista e su Twitter: @Bluarte1 - Sito
internet: www.bluarte.it