Eduardo Souto de Moura

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Eduardo Souto de Moura
GENOVA PALAZZO DUCALE FONDAZIONE PER LA CULTURA
FONDAZIONE ORDINE DEGLI ARCHITETTI DI GENOVA
LEZIONI DI ARCHITETTURA:
TRE MAESTRI A PALAZZO DUCALE
EDUARDO SOUTO de MOURA
PALAZZO DUCALE, SALONE DEL MAGGIOR CONSIGLIO
22 SETTEMBRE 2015, ore 17,45
A cura di Benedetto Besio, con Clelia Tuscano e Nicola Canessa
Il 22 Settembre si conclude il ciclo Lezioni di architettura: tre maestri A Palazzo Ducale, proposto da
Genova Palazzo Ducale Fondazione per la Cultura e dalla Fondazione Ordine degli Architetti di Genova
alla ricerca dei fondamenti dell’architettura contemporanea.
Nel mondo globale dove, per l’architettura, prevale la spasmodica ricerca di identità mediatica, dove il
gigantismo sovrasta l’individuo e le piccole comunità, dove la tecnologia diviene spesso uno spettacolo
insostenibile, tre architetti di diversa provenienza, Spagna, Giappone, Portogallo, figure di grande
importanza nel panorama internazionale, sono stati invitati ad indicare differenti approcci al progetto, per
ritrovare la dimensione poetica dell’architettura, lo studio dello spazio come luogo delle relazioni umane,
l’attenzione al contesto e alla storia, l’interesse alle piccole dimensioni e l’uso dei materiali per le loro
qualità tecniche ed espressive.
Dopo le affollatissime lezioni del catalano Albert de Pineda e del giapponese Kengo Kuma, sarà la
volta del portoghese Eduardo Souto de Moura che illustrerà il suo lavoro il 22 settembre nel Salone del
Maggior Consiglio di Palazzo Ducale, alle ore 17,45.
EDUARDO SOUTO DE MOURA
Nato nel 1952 a Porto, dove si laurea in architettura nel 1980. Dal 1974 al 1979 lavora presso lo studio di
Álvaro Siza, e nel 1980 apre un proprio studio che opera inizialmente in Portogallo e poi con crescente
successo internazionale.
Ha realizzato numerosi edifici tra i quali si ricordano oltre alle molte case private, il mercato e lo stadio a Braga, la
Casa das Artes, la Casa del Cinema Manuel de Oliveira, la Metropolitana, la torre a uffici su Boavista, il recupero
di avenida dos Alliados a Porto; ha portato a termine recuperi di grandi edifici storici quali La Pousada nel
Convento di Santa Maria do Bouro ad Amares, il Convento das Bernardas a Tavira, il Museo dei Trasporti e delle
Comunicazioni nell’Alfandega e il Centro portoghese di Fotografia nella Cadeia da Relacao a Porto.
È visiting professor alle università di Belleville Parigi, Harvard, Dublino, Zurigo e Losanna.
Tiene seminari nelle più importanti facoltà del mondo e i suoi lavori sono stati esposti in Portogallo,
Francia, Italia e Stati Uniti.
Nel 2011 gli è stato assegnato il Pritzker Price, il più importante premio per l’architettura.
A metà degli anni ‘80 compare sulla scena internazionale l’architettura portoghese: la cosiddetta “scuola
di Porto” unisce tre generazioni, Fernando Tavora, Alvaro Siza ed Eduardo Souto de Moura.
Caso unico nella storia del Pritzker Price, a pochi anni di distanza, nel 1992 e nel 2011, Alvaro Siza e
Eduardo Souto de Moura, due architetti della stessa città, Porto, vengono insigniti del premio per
l’architettura più prestigioso al mondo.
I loro progetti sono caratterizzati da segni spesso minimi, con disegni però dettagliatissimi, alla costante
ricerca di un dialogo tra tradizione e innovazione.
“Nella loro apparente semplicità gli edifici di Souto de Moura hanno forti legami con il paesaggio, il sito, e
la più ampia conoscenza della storia dell’architettura.
Souto de Moura è un architetto affascinato dalla bellezza ed autenticità dei materiali; la sua conoscenza
della costruzione è sempre visibile nei suoi progetti: ha una capacità vecchia di millenni nell’usare la
pietra ed è allo stesso tempo in grado di trarre ispirazione dai raffinati ed essenziali dettagli di Mies van
der Rohe.
L’architettura di Souto de Moura non è ovvia, frivola o pittoresca; è invece seria e intelligente; il suo
lavoro richiede un rapporto intenso, non uno sguardo fugace: come la poesia comunica emozioni a chi
ha il tempo di ascoltare.
Caratteri apparentemente configgenti - forza e delicatezza, energia e sottigliezza, pubblica autorità e
senso di intimità – trovano nei suoi edifici una composizione rara.”
(Dalla motivazione della giuria per l’assegnazione del Pritzker Price 2011).
“Ho una sensazione: che l’architettura vada verso la materialità e che la virtualità non possa durare”
“Il progetto deve essere “adeguato” alla circostanza, al luogo, alla disponibilità di materiali e capacità
costruttive; deve saper “esistere bene” senza furbizie espressive estranee alla costruzione; in questo
lavoro faticoso possono scoccare le scintille, involontarie, della poesia.
Come dice Siza l’architetto crea le condizioni perché la poesia possa nascere: non interessa l’architettura
finita in sé, ma il processo che consente e genera libertà e interpretazione.”
“L’architettura anonima è un tema che mi interessa molto, come l’architettura industriale, perché sono
architetture prive di un messaggio diretto, capaci di atmosfere bellissime, personaggi che non parlano ma
fanno capire tutto, senza autore e senza intenzionalità; si esprimono ma non per imposizione di un
architetto.”
Museo Paula Rego, Cascais
Case private
Centro d’arte, Braganca
Recupero Convento das Bernardas, Tavira
Torre Burgo a Boavista, Porto
Complesso multifunzionale a Santa Coloma de Gramenet (Barcelona)
Stadio di Braga