Stima della Capacità di Carico dei flussi turistici nel Parco del

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Stima della Capacità di Carico dei flussi turistici nel Parco del
Dipartimento di Scienze Economiche, Matematiche e Statistiche
Università degli Studi di Foggia
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Stima della Capacità di Carico dei
flussi turistici nel Parco del Gargano.
Pasquale Pazienza e Vincenzo Vecchione
Quaderno n. 19/2006
“Esemplare fuori commercio per il deposito legale agli effetti della legge 15 aprile 2004 n. 106”
Quaderno riprodotto al
Dipartimento di Scienze Economiche, Matematiche e Statistiche
nel mese di dicembre 2006 e
depositato ai sensi di legge
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Stima della Capacità di Carico dei flussi turistici nel Parco del Gargano
Pasquale PAZIENZA e Vincenzo VECCHIONE*
1. – Introduzione.
L’esistenza di una stretta relazione tra il turismo e l’ambiente, inteso nella sua
accezione più ampia comprendente anche gli aspetti sociali ed economici oltre che
quelli naturali, è un fatto ormai compiutamente dimostrato e generalmente ammesso.
Infatti, le peculiari caratteristiche di un luogo, specificamente gli elementi distintivi e
gli assetti dell’ambiente naturale, costituiscono spesso uno dei principali fattori di
attrazione dei flussi turistici in un determinato sito. Come pure i delicati equilibri
dell’ecosistema rappresentano uno dei punti di maggiore vulnerabilità di un territorio,
se il fenomeno turistico non viene adeguatamente controllato e governato. In tal senso,
esiste una vasta letteratura sul tema che individua le diverse tipologie di impatto che il
turismo può generare nelle località di destinazione. In generale, in questi studi si
evidenzia come la pressione dei flussi turistici, oltre che incidere sui processi di
crescita economica e sul livello di ricchezza in termini finanziari, abbia anche
conseguenze sul contesto sociale e ambientale non sempre di segno positivo. Pertanto,
si avverte la necessità di effettuare un’approfondita riflessione sui criteri di gestione
del turismo nel tentativo di individuare nuove modalità di valutazione degli impatti da
esso determinati sul sistema socioeconomico e ambientale maggiormente rispondenti
ai principi e ai criteri che informano i concetti di sviluppo e di turismo sostenibile.
L’elaborazione di nuovi approcci analitici e l’individuazione di modelli
gestionali innovativi del fenomeno turistico è in larga parte facilitata dalla possibilità
di usufruire, attraverso lo svolgimento di un’attività di rilevazione, di una serie di
indicatori già identificati in numerosi lavori di diverse organizzazioni internazionali.
Infatti, adottando queste batterie di indicatori secondo criteri di scientificità e
sistematicità, appare possibile realizzare il monitoraggio di tutti quegli aspetti
caratterizzanti il fenomeno del turismo e la sua industria. In particolare, è da segnalare
come, tra le varie organizzazioni internazionali che si interessano di turismo, la World
Tourism Organization (W.T.O.) ormai già da alcuni anni propone agli enti preposti
alla gestione territoriale delle destinazioni turistiche l’adozione di una griglia di
indicatori con cui procedere alla raccolta di specifiche informazioni, attraverso cui
svolgere un opportuno monitoraggio sulle condizioni sociali, economiche e ambientali
delle destinazioni turistiche. Tra i numerosissimi indicatori proposti, particolare rilievo
assume quello della Capacità di Carico Turistica (CCT) delle destinazioni. Esso
riveste un’importanza cruciale nei processi di controllo e di programmazione turisticoterritoriale, sebbene venga quasi sempre trattato in termini teorici e con un significato
unidimensionale. Sono davvero pochi, infatti, i lavori che propongono dei tentativi di
una sua applicazione in una logica multidimensionale.
In questa prospettiva, quindi, appare opportuno applicare la stessa logica e il
medesimo approccio metodologico anche alle località turistiche insistenti nell’ambito
del Parco Nazionale del Gargano, dove la valorizzazione turistica dell’area deve
coniugarsi con l’esigenza di tutela di un patrimonio ambientale di inestimabile valore.
L’obiettivo principale di questo lavoro è di presentare una metodologia di
computazione multidimensionale dell’indicatore di CCT. Essa si fonda sulla
considerazione che la CCT non può essere intesa come il risultato di un semplice
rapporto tra flussi turistici e superficie territoriale, ma come la sintesi di un sistema di
*
Il lavoro è frutto della riflessione e impostazione comune degli autori. Tuttavia, il paragrafo 1 è stato
particolarmente curato da Vincenzo Vecchione e i paragrafi da 2 a 5 da Pasquale Pazienza.
1
informazioni rappresentativo, nel modo più ampio possibile, della complessità delle
relazioni esistenti tra il sub-sistema del turismo e tutti gli altri sub-sistemi che
direttamente o indirettamente entrano nella sua sfera di azione. Con riferimento ai
comuni di Manfredonia e Vieste, entrambi ricadenti nell’area del Parco Nazionale del
Gargano, si procederà al calcolo empirico di questo indicatore e, conseguentemente, a
valutare gli impatti socioeconomici e ambientali che i flussi turistici generano nei loro
territori.
2. – Le ragioni del turismo sostenibile.
Il turismo, specie se si considerano le modalità con cui esso si manifesta a
livello di massa e se si analizza come le attività a esso collegate si organizzano e si
sviluppano, non rappresenta certamente una forma di produzione economica a basso
impatto ambientale. E’ per questa ragione che oggi si guarda al turismo come a uno
dei segmenti produttivi che più di altri deve confrontarsi con il problema della
sostenibilità ambientale e che, pertanto, stimola fortemente a individuare e perseguire
forme di sviluppo sostenibile già su scala locale. Tuttavia, esiste un’enorme difficoltà
nel conciliare le esigenze dello sviluppo sostenibile con quelle che sono invece le
necessità dell’esercizio delle attività del turismo (Lanza e Al., 2005).
Com’è noto, la definizione di sviluppo sostenibile elaborata dalla
Commissione Brundtland stabilisce un principio di base in virtù del quale si ritiene
che la generazione attuale debba soddisfare le proprie esigenze senza compromettere
quelle delle generazioni future (WCED1, 1987). Tuttavia, come è stato
opportunamente evidenziato da qualche autore, l’implementazione dell’idea di
sviluppo sostenibile nel comparto del turismo potrebbe produrre effetti drammatici
(MacGregor, 1992). Infatti, l’idea conservazionista espressa nel rapporto della WCED
non sembra ben raccordarsi con le esigenze del settore turistico, poiché quest’ultimo si
basa sull’uso diretto del territorio e delle risorse naturali in esso esistenti. Ci si
potrebbe quindi interrogare su quali comportamenti e strategie adottare in campo
turistico affinché il principio di equità intergenerazionale, invocato nel rapporto della
Commissione Brundtland, possa essere rispettato.
Proprio come una naturale conseguenza della vasta attenzione riscossa dal
lavoro di quest’ultima Commissione, l’esigenza di ripensare alle strategie gestionali
delle attività turistiche è stata particolarmente avvertita a partire dagli inizi degli anni
Novanta. Nel marzo del 1990 ebbe luogo quello che oggi viene generalmente
identificato come il primo tentativo internazionale di inglobare il concetto di sviluppo
sostenibile in quello di turismo sostenibile. La “Globe ‘90 Conference” organizzata in
Canada si concluse con un rapporto intitolato “An Action Strategy for Sustainable
Tourism Development”, che propose sette principi per intraprendere un percorso di
turismo sostenibile2. Questo rapporto rappresenta l’unico documento chiarificatore
degli aspetti contenuti nel concetto di turismo sostenibile. Invero, in quegli anni
furono numerosi i tentativi di produrre delle soddisfacenti definizioni di turismo
sostenibile, con il risultato che esse rimanevano sempre e comunque molto distanti dal
1
World Commission on Environmental and Development.
Questi principi si riferiscono ai seguenti punti: a) limitare su scala globale e locale l’impatto prodotto
dalle attività umane sugli ecosistemi, rispettando le loro capacità di carico; b) conservare lo stock di
risorse naturali presenti nell’area; c) minimizzare lo sfruttamento delle risorse non rinnovabili; d)
promuovere uno sviluppo economico di lungo termine, che incrementi i benefici ricavabili da un dato
stock di risorse; e) realizzare un’equa distribuzione dei benefici e dei costi derivanti dalla gestione delle
risorse naturali; f) realizzare una effettiva partecipazione delle comunità locali e dei gruppi di interesse
nelle decisioni che li riguardano in modo diretto; g) promuovere quei valori che risultano di
incoraggiamento per altri nel perseguimento dello sviluppo sostenibile.
2
2
senso indicato nella definizione di sviluppo sostenibile della WCED. La tabella
sottostante riporta alcune delle più accettate definizioni di turismo sostenibile che si
sono avute dal 1990 in poi.
Tab. 1 – Le principali definizioni di turismo sostenibile riscontrabili in letteratura3.
1990
1991
1991
1992
1992
1993
1994
1995
“Nel caso dell’industria turistica, il concetto di sviluppo sostenibile ha un significato ben
preciso: sviluppare la consistenza e la qualità dei prodotti turistici senza causare effetti
negativi sugli ambienti fisico e umano, che rappresentano la ragion d’essere dell’industria
turistica stessa” (Cronin, 1990).
“Il turismo sostenibile può essere inteso come il soddisfacimento delle esigenze espresse
dall’attuale generazione di turisti, frequentante una determinata destinazione, senza
compromettere le opportunità delle future generazioni di turisti di soddisfare quelle
medesime esigenze […] e ciò è possibile perseguendo una gestione di tutte le risorse in
modo tale da poter soddisfare pienamente le esigenze socio-economiche e ascetiche,
conservando le integrità culturali, la biodiversità e i processi ecologici essenziali” (Inskeep,
1991).
“Turismo sostenibile significa cercare una modalità relazionale più proficua e armoniosa
tra i turisti, le comunità ospitanti e le aree di destinazione. In tal modo risulterebbe
possibile perseguire il non selvaggio sfruttamento delle risorse naturali, dei turisti e delle
popolazioni viventi nelle aree di destinazione” (English Tourism Board, 1991).
“Per essere sostenibile l’industria turistica dovrebbe considerare gli effetti economici di
lungo termine come strettamente collegati alle risorse naturali e alle esigenze delle
generazioni di turisti attuali e futuri” (Curry e Morvaridi, 1992).
“Il turismo sostenibile dipende dai seguenti punti: a) soddisfacimento, nel breve e nel
lungo termine, dell’esigenza di miglioramento dello standard di vita delle comunità
ospitanti; b) soddisfacimento degli aumenti nella domanda turistica; c) salvaguardare gli
assetti ambientali per assicurare il perseguimento dei due punti precedenti” (Cater e
Goodall, 1992).
“Il turismo sostenibile è un approccio positivo, volto alla riduzione delle tensioni prodotte
dalla complessa interazione esistente tra l’industria turistica, i turisti, le comunità ospitanti
e l’ambiente naturale” (Bramwell e Lane, 1993).
“Il concetto di sostenibilità è centrale rispetto alla rivalutazione del ruolo giocato dal
turismo nelle società. Esso richiede una visione di lungo termine nella gestione di attività
economiche, asserisce l’imperativo della crescita economica sostenuta e garantisce che il
consumo turistico non comprometta la capacità delle comunità ospitanti di soddisfare le
esigenze di future generazioni di turisti” (Archer e Cooper, 1994).
“Il turismo […] dipende da un dato stock di risorse naturali e da attributi socio-culturali
[…] per realizzare lo sviluppo sostenibile è necessario che queste risorse siano gestite in
modo da permettere il soddisfacimento degli interessi economici dell’industria e delle
esigenze dei turisti conservando le integrità culturali, preservando e migliorando la
biodiversità e conservando i sistemi di supporto alla vita” (Hunter, 1995).
Da questa loro breve analisi può notarsi come più che definizioni esse
rappresentino una sorta di contenitori di principi, di indicazioni di politica, di
suggerimenti gestionali finalizzati a perseguire ulteriori livelli di sviluppo turistico
senza dimenticare la necessità di contenere il più possibile l’impatto ambientale che ad
esso inevitabilmente si accompagna. In queste definizioni vengono sicuramente
richiamati i principali aspetti considerati nella definizione di sviluppo sostenibile della
Commissione Brundtland (equità intra e intergenerazionale, efficienza, impatto sulle
società e sugli ambienti naturali dell’attività turistica), ma risulta comunque evidente il
persistere e la dominanza di un paradigma turismo-centrico, che resta concettualmente
ancora distante dalla nozione di sviluppo sostenibile della Commissione. E’ per questa
ragione che, al di là delle definizioni che possono analizzarsi, si ritiene generalmente
valido il contenuto delle indicazioni dettate nell’ambito della conferenza canadese
“Global ‘90”, in cui si giunse finanche all’individuazione di possibili strumenti e
metodi attraverso cui misurare la sostenibilità del turismo. L’indicatore di Capacità di
Carico Turistica (CCT) delle località di destinazione rappresenta sicuramente uno
3
Le definizioni di turismo sostenibile qui richiamate sono riportate in France (1997).
3
degli strumenti più adeguati e ad esso si dedica una particolare attenzione nelle pagine
seguenti.
3. – Il concetto e la misurazione della CCT.
Il concetto di capacità di carico fu inizialmente sviluppato e applicato
nell’ambito delle scienze naturali. In questo contesto, esso indica il livello massimo di
popolazione di una data specie animale che un habitat naturale può sostenere e, in altri
termini, rappresenta un limite fisico o il punto di saturazione di un sistema abitativo
naturale il cui raggiungimento determina delle condizioni di forte instabilità, tali da
compromettere gli equilibri basilari su cui il sistema stesso si fonda, portandolo al
collasso in modo più o meno repentino. L’interesse più specifico ad applicare il
concetto di capacità di carico all’esercizio delle attività umane iniziò negli anni
Settanta a seguito di una generale presa di coscienza ambientale. Da allora, il concetto
è stato oggetto di numerose revisioni e modifiche. La letteratura evidenzia
chiaramente come l’applicazione del concetto di capacità di carico, con riferimento
alla popolazione umana, implichi notevoli complicazioni dettate dalla necessità di
considerare non solo il livello di popolazione, ma anche quello delle sue attività e, in
particolare, di quelle economiche. Per questo motivo, un’eventuale applicazione
empirica di questo indicatore richiede necessariamente delle assunzioni
esemplificative (Atkinson et Al., 1997). Si può agevolmente dedurre come il suo
significato non sia unidirezionale, ma vari di volta in volta a seconda della situazione
o dell’obiettivo che si intende perseguire.
Anche nel campo degli studi sul turismo, il concetto di capacità di carico è
stato interpretato in vari modi, dando luogo a una lunga serie di definizioni che hanno
indotto ad applicazioni spesso errate e a risultati equivoci. Ciononostante, le
raccomandazioni derivanti dalle istituzioni internazionali e dalla World Tourism
Organisation (WTO) hanno sempre sostenuto l’importanza di implementare, a livello
di destinazioni turistiche, dei criteri che permettano di individuare una misura della
CCT locale. Essa può, infatti, rappresentare un’indicazione chiave per programmare in
modo efficiente la gestione delle infrastrutture e, più in generale, delle risorse locali a
servizio del comparto turistico, oltre che della popolazione locale. Una delle prime
definizioni di CCT si riferisce al numero massimo di visitatori ospitabili in un’area,
superando il quale è possibile verificare dei mutamenti irreversibili dell’ambiente
fisico locale in grado di ingenerare nel visitatore stesso una considerevole diminuzione
del livello di soddisfazione. A tal proposito, alcuni autori pongono in evidenza
l’effettiva difficoltà di determinare il numero di visitatori dal momento che ciascun
sub-sistema – quello dell’ambiente fisico, quello economico e quello sociale – a
servizio dell’attività turistica è caratterizzato da differenti e separate capacità di carico
(Mathieson e Wall, 1982; Seidl e Tisdell, 1999). Per questo, gran parte della recente
letteratura lamenta la difficoltà di individuare modelli di analisi empirica in grado di
sintetizzare le complessità che caratterizzano le destinazioni turistiche e attraverso i
quali si possa procedere ad applicare il concetto di CCT.
Il problema è per molti aspetti superabile ricorrendo a una modellistica capace
di individuare un numero ottimale – più che un numero massimo – di visitatori
ospitabili in una destinazione turistica calcolato sulla base di una serie di vincoli
rappresentativi di ciascuna singola risorsa a servizio del settore turistico locale, dei
loro parametri fisici di capacità di carico, dalle modalità d’uso e/o di gestione, ovvero
dalle aspettative e preferenze degli utilizzatori (Lindberg, McCool e Stankey, 1997;
Boyd e Butler, 1996). In altri termini, la giustificazione a questo approccio applicativo
della CCT risiede nel fatto che l’individuazione di un limite numerico massimo di
visitatori ospitabili in un’area rappresenta un’informazione poco significativa, a meno
4
che il numero non venga calcolato considerando l’intero contesto degli obiettivi
gestionali delle risorse. Un suggerimento applicativo molto interessante in questa
direzione giunge da un lavoro di Canestrelli e Costa (1991) che, riferendosi alla ben
nota definizione di capacità di carico di Fisher e Krutilla, sottolineano come a essa
debba attribuirsi un significato derivante dagli assetti organizzativi dell’ambiente
locale giungendo a considerare finanche quello ecologico, oltre che economico. In
questo contesto, il problema di individuare una misura di capacità di carico si traduce
nel calcolo di un flusso finanziario generabile dal numero massimo di turisti
potenzialmente ospitabili in una località di destinazione, individuato sulla base di un
insieme di limiti o vincoli rappresentati dalla limitata capacità di contenimento delle
infrastrutture a servizio dell’area. Il criterio dettato da Fisher e Krutilla è dunque utile
per determinare il livello di uso ottimale delle risorse presenti nella località di
destinazione, che è in definitiva il risultato di un problema di massimizzazione
rappresentabile in termini formali come segue:
max π(q) = B(q) – C(q)
(1)
C(q) = Cd (q) + Ck (q) + Cm (q)
(2)
dove π rappresenta la somma dei benefici netti generati dall’esercizio dell’attività; B è
l’ammontare dei benefici lordi; q è il livello d’uso della risorsa turistica; C è
l’ammontare dei costi generati dall’attività. Più in particolare, quest’ultima voce si
sostanzia in varie figure di costo riconducibili a: Cd, l’ammontare dei costi ecologicoambientali derivanti dall’esercizio dell’attività; Cm,l’ammontare delle spese correnti;
Ck, l’ammontare delle spese in conto capitale (per esempio quelle derivanti da costi di
deprezzamento della risorsa).
La soluzione al problema così impostato viene individuata differenziando
rispetto a q la funzione obiettivo e uguagliando a zero il risultato ottenuto. Come
rappresentato nella figura 1, il livello ottimale d’uso della risorsa q* sarà individuato
in corrispondenza del punto (Y), in cui la funzione dei benefici marginali (BM) e
quella dei costi marginali (CM) si intersecano, ovvero nel punto in cui i benefici sono
massimi mentre i costi sono minimi.
Fig. 1 – Uso ottimale di una risorsa turistica
Costi,
benefici
BM
CM
Y
Livello di attività
0
q*
5
qπ
q
max
Avendo formalizzato la questione in questi termini, il problema di individuare
una soglia ottimale della capacità di carico può tranquillamente essere interpretato
come un’applicazione di programmazione matematica lineare, la cui determinazione è
oggetto del prossimo paragrafo.
4. – Un’ipotesi metodologica di calcolo della CCT.
In considerazione della premessa teorica appena svolta, si può ora procedere a
concentrare l’attenzione sull’individuazione di un metodo che consenta di applicare
empiricamente il concetto teorico della CCT, finalizzandolo all’individuazione
effettiva di una quantità di soglia, superando la quale il sistema non è in grado di
assicurare efficientemente ulteriori margini di capacità ricettiva. Come è stato già
anticipato, ciò è fatto impostando un problema di programmazione matematica lineare,
per il quale – a causa della limitatissima disponibilità di informazioni esistente su base
locale – si considerano solamente alcuni aspetti, che vengono qui di seguito descritti.
In primo luogo, si considerano alcune infrastrutture ritenute indispensabili per
soddisfare le necessità di base di una località di destinazione turistica e dei suoi
visitatori. Esse sono: 1) le strutture alberghiere ed extralberghiere, che costituiscono
l’offerta turistica, ovvero la disponibilità di posti letto; 2) le discariche per lo
smaltimento dei rifiuti solidi urbani e di impianti di depurazione per il trattamento
delle acque reflue generate dalla presenza dei turisti, oltre che dalla popolazione
locale; 3) i posti di parcheggio per auto e bus. In secondo luogo, si considerano
solamente due tipi di turisti/visitatori: 1) quelli che richiedono servizi al settore
alberghiero (individuati con l’abbreviazione HT, che sta per Hotel Tourists); 2) quelli
che richiedono servizi al settore extralberghiero, ovvero ai villaggi turistici e aree
camping (individuati con l’abbreviazione NHT, che sta per Non Hotel Tourists). Da
quanto esposto, la funzione obiettivo del problema di programmazione lineare può
essere espressa nei seguenti termini:
max HT, NHT
π = (pHT – cHT)HT + (pNHT – cNHT)NHT
(3)
dove π rappresenta i benefici privati netti derivanti dal comparto turistico considerato
nel suo insieme; pHT e pNHT definiscono rispettivamente i prezzi medi di pernottamento
per turista nel settore alberghiero e in quello extralberghiero; cHT e cNHT rappresentano
rispettivamente i costi medi giornalieri sostenuti per offrire il servizio a un turista nel
settore alberghiero e in quello extralberghiero. Infine, HT e NHT sono le variabili da
determinare con la soluzione del problema, ovvero il numero di turisti ospitabili
rispettivamente nel settore alberghiero e in quello extralberghiero. La soluzione del
problema è quindi assoggettata alla serie di vincoli già menzionata, che può essere
così schematizzata:
•
•
•
•
•
HB = totale dei posti letto disponibili nel settore alberghiero;
NHB = totale dei posti letto disponibili nel settore extralberghiero;
GD = capacità di smaltimento dei RSU (in kg/giorno);
SD = capacità di depurazione delle acque reflue (in mc/giorno);
PP = totale delle piazzole di parcheggio auto e bus.
Sulla base delle considerazioni fin qui svolte, si può procedere alla calibratura
del modello di calcolo della CCT in relazione a due tra le più importanti realtà
comunali del Parco Nazionale del Gargano oggetto di studio: Manfredonia e Vieste.
La scelta di questi due comuni si giustifica in virtù del fatto che, oltre a essere tra le
6
destinazioni turistiche più rappresentative dell’area garganica, per esse si dispone –
grazie a delle analisi svolte in precedenza – di adeguate informazioni sulla consistenza
delle infrastrutture a servizio del comparto turistico. Infatti, nel condurre l’analisi si è
incontrata una notevole difficoltà nel recuperare informazioni più aggiornate e
necessarie allo svolgimento di un lavoro riguardante anche le altre località turistiche
del Parco. Pertanto, il calcolo della misura di CCT per ciascuno dei due comuni
considerati si è basato su delle prove di calibratura del modello già svolte in passato, i
cui risultati – seppur fondati su dati al 2000 – non risultano particolarmente remoti da
inficiare la significatività dell’analisi.
Per entrambi i comuni considerati, dunque, le medie dei prezzi per posto letto
nei due settori oggetto dell’analisi (alberghiero ed extralberghiero) sono state calcolate
in base alle informazioni ottenute dall’APT di Foggia. Nel caso di Manfredonia esse
risultano pari a 72.000 e a 14.000 lire4 rispettivamente per il settore alberghiero e per
quello extralberghiero. Nel caso di Vieste, invece, questi parametri sono risultati
rispettivamente pari a 98.000 e a 35.000 lire. Le informazioni sui costi sostenuti per
l’organizzazione dei servizi di ospitalità per ogni singolo turista e in ciascuno dei due
settori considerati sono state desunte da un campione casuale di interviste svolte con
alcuni imprenditori locali del settore e confermate attraverso un’ulteriore intervista
con un rappresentante della UniopTurismo, che rappresenta una delle principali
associazioni di operatori turistici presenti nell’area garganica. Per quanto attiene alla
realtà di Manfredonia, questi parametri sono stati individuati nella misura di 40.000
lire per il settore alberghiero e di 10.000 lire per quello extralberghiero. Per Vieste,
invece, risultano 50.000 lire per il settore alberghiero e 10.000 per quello
extralberghiero.
Relativamente all’offerta disponibile nel settore alberghiero, le statistiche
fornite dall’APT di Foggia riferiscono l’esistenza di 992 posti letto nel Comune di
Manfredonia e di 3.980 posti letto nel Comune di Vieste. Tale dato è riferibile
unicamente a quei turisti che richiedono servizi alberghieri. Pertanto, nel formulare il
primo vincolo, a essi si attribuisce un coefficiente pari a 1, mente il valore 0 è
assegnato alla categoria dei turisti extralberghieri che effettivamente non fa alcun uso
delle infrastrutture alberghiere.
Sempre in base alle informazioni ottenute dall’APT di Foggia, il settore
extralberghiero rende disponibili nel territorio di Manfredonia 2.166 posti letto e
41.343 in quello di Vieste. Contrariamente a quanto argomentato per il comparto
alberghiero e al fine di formulare il secondo vincolo al nostro problema di
massimizzazione, si assegna il coefficiente di pieno utilizzo 1 ai turisti extralberghieri
e 0 a quelli alberghieri (Pazienza, 2001).
Relativamente alla capacità di contenimento della discarica per lo smaltimento
dei rifiuti solidi urbani che – una volta soddisfatte le esigenze delle comunità locali –
può essere messa a disposizione delle attività turistico-ricettive (alberghiere ed
extralberghiere) le stime individuano una misura di 5.297 kg/giorno per il Comune di
Manfredonia e una di 9.717 kg/giorno per quello di Vieste (Pazienza, 2001). Inoltre,
per la costruzione dei vincoli al problema di massimizzazione, e in modo simile a
quanto proposto in altri studi, si assume che un turista alberghiero produca una
quantità di rifiuti solidi pari a 2 kg/giorno, mentre un turista extralberghiero ne
produce 1,5 kg/giorno (Canestrelli e Costa, 1991).
Per quanto riguarda l’attività di depurazione delle acque reflue, le stime svolte
fanno rilevare come la capacità di carico residuale degli impianti, ovvero quella
destinabile per altri scopi – come per esempio lo svolgimento delle attività turisticoricettive dopo aver soddisfatto le esigenze delle comunità locali – risulti nulla per
4
Si precisa che questi prezzi si riferiscono al 2000 (prima dell’entrata in vigore dell’euro) e sono da
considerare come prezzi medi effettivamente praticati.
7
Manfredonia e pari a 2.059 mc/giorno nel caso di Vieste. Per la formulazione dei
vincoli, mentre si chiarisce che questo aspetto non è stato tenuto in conto nella
calibratura del modello per Manfredonia, al fine di ottenere comunque una soluzione,
si assume che un turista alberghiero e uno extralberghiero facciano registrare dei
consumi idrici rispettivamente pari a 0,4 mc/giorno e 0,2 mc/giorno (Pazienza, 2001).
Infine, per quanto attiene alle aree di parcheggio per auto e bus, le
informazioni ottenute dagli uffici tecnici dei due comuni oggetto della nostra indagine
riferiscono una disponibilità di 410 piazzole di sosta nel comune di Manfredonia e di
1.820 in quello di Vieste. Al fine di formulare le funzioni di vincolo, si assume che per
detta risorsa possano essere considerati plausibili dei livelli di uso pari al 20% per i
turisti alberghieri e all’80% per quelli extralberghieri. Tale riflessione scaturisce dal
fatto che sovente nelle aree comunali considerate le strutture ricettive di tipo
extralberghiero sono ubicate a una certa distanza dal centro urbano e ciò impone ai
fruitori dei loro servizi un ricorso all’uso di mezzi per il trasporto privato sicuramente
più frequente.
Premesso ciò, è possibile procedere alla calibratura del modello di CCT,
ovvero alla sua formulazione empirica definitiva, sia per il comune di Manfredonia,
sia per quello di Vieste. Le tabelle 2 e 3 ne mostrano i contenuti formali. Le soluzioni
dei problemi così calibrati sono invece riportate nelle tabelle 4 e 5.
Per quanto attiene al Comune di Manfredonia, si rammenta che
nell’impostazione del problema è stato tralasciato il vincolo rappresentato dalla
capacità di carico dell’impianto di trattamento delle acque reflue5.
In base a quanto considerato, i risultati ottenuti evidenziano come il numero di
turisti giornalmente ospitabile sia all’incirca di 992 unità nel settore alberghiero
(corrispondente alla sua offerta totale) e di 160 in quello extralberghiero (contro
un’offerta totale di 2.166 posti letto). Inoltre, si evidenzia come il settore turistico di
Manfredonia sia in grado di generare giornalmente un profitto pari a circa 32 milioni
di vecchie lire. Va pure osservato che la profittabilità del settore potrebbe essere
incrementata aumentando il numero dei posti letto nel settore alberghiero e la quantità
dei posti di parcheggio per auto e bus, ovvero incrementando la dimensione di quelle
infrastrutture in corrispondenza delle quali i valori del prezzo duale risultano positivi,
evidenziando una condizione di scarsità.
Tab. 2 – Calibratura del modello per la determinazione della CCT nel comune di Manfredonia
Funzione obiettivo
Max Z = (72.0 – 40.0) HT + (14.0 – 10.0) NHT
Soggetta a:
1.
2.
3.
4.
5.
HB
NHB
GD
SD
PP
1.0 HT ≤ 992
1.0 NHT ≤ 2166
2.0 HT + 1.5 NHT ≤ 5297
---0.3 HT + 0.7 NHT ≤ 410
5
Ciò si è reso necessario per giungere comunque a una soluzione del problema. Invero, se si fosse
considerato questo vincolo, il risultato sarebbe stato nullo e non avrebbe consentito di individuare alcun
livello di CCT.
8
Tab. 3 – Calibratura del modello per la determinazione della CCT nel comune di Vieste
Objective function
Max Z = (98.0 – 50.0) HT + (35.0 – 10.0) NHT
Subject to:
1.
2.
3.
4.
5.
HB
NHB
GD
SD
PP
1.0 HT ≤ 3980
1.0 NHT ≤ 41343
2.0 HT + 1.5 NHT ≤ 9717
0.4 HT + 0.2 NHT ≤ 2059
0.4 HT + 0.8 NHT ≤ 1820
Tab. 4 – Determinazione della CCT per Manfredonia
Objective Function Value
32386.29
Variable
HT
NHT
Row
Reduced Cost
992.0000
160.5714
0.000000
0.000000
slack or surplus
HB
NHB
GD
PP
Dual Prices
0.000000
2005.429
3072.143
0.000000
30.28572
0.000000
0.000000
5.714286
Tab. 5 – Determinazione della CCT per Vieste
Objective Function Value
198165.0
Variable
HT
NHT
Row
Reduced Cost
3980.000
285.0000
0.000000
0.000000
slack or surplus
HB
NHB
GD
SD
PP
Dual Prices
0.000000
41058.00
1329.500
410.0000
0.000000
35.50000
0.000000
0.000000
0.000000
31.25000
9
Relativamente al Comune di Vieste, si osserva come il numero massimo di
turisti giornalmente ospitabile sia all’incirca di 3.980 unità nel settore alberghiero (che
anche in questo caso risulta esattamente uguale all’offerta totale di posti letto) e di 285
nel settore extralberghiero (contro un’offerta totale di 41.343 posti letto). Su tali basi,
il settore turistico locale nel suo complesso può generare giornalmente profitti pari a
circa 198 milioni di vecchie lire. Inoltre, anche in questo caso come per Manfredonia,
è possibile osservare due vincoli stringenti rappresentati dal numero dei posti letto
esistenti nel settore alberghiero e dalla disponibilità di aree di parcheggio.
5. – Evidenze empiriche e considerazioni conclusive.
L’analisi fin qui svolta ha permesso di identificare dei valori di soglia di CCT
per ciascuno dei due comuni garganici considerati, distinguendo tra il comparto
alberghiero e quello extralberghiero. Un più compiuto e puntuale esame della
sostenibilità dei flussi turistici nel corso dell’anno avrebbe richiesto di incrociare i
valori di CCT calcolati per ciascun comparto con i rispettivi flussi medi giornalieri e
mensili di turisti. Non disponendo, però, di dati così disaggregati, si è stati costretti a
sommare i valori di CCT individuati in ciascun settore per recuperare almeno una
proxy complessiva. Comunque, al fine di avere una approssimativa idea della
sostenibilità dei flussi turistici nel corso del periodo considerato, si è provveduto a
incrociare il dato ottenuto con la media giornaliera della distribuzione mensile sia
delle presenze turistiche ufficiali (PTU) sia di quelle effettive (PTE) già quantificate in
altra parte di questo lavoro. La descrizione, riferita agli anni 2003 e 2004, ha
consentito di osservare – seppure con una certa approssimazione – se, quando e di
quanto la CCT di ciascuno dei due comuni è superata.
Prima di procedere, è opportuno ricordare che in base ai risultati ottenuti, la
CCT per il Comune di Manfredonia è stata calcolata in misura pari a 1.152
turisti/viaggiatori giornalmente ospitabili. Questa grandezza, se si considerano i dati
sulle PTU relative al 2003, appare leggermente superata nel periodo estivo. In
particolare, si osserva (fig. 2) un picco che sovrasta di poco la linea della CCT (fissata
a 1.152 turisti/visitatori) in corrispondenza del mese di agosto, allorquando si
individua una presenza media giornaliera di 1.293 turisti/visitatori. Tale situazione, in
realtà, risulterebbe molto più critica se si fosse tenuto conto del vincolo rappresentato
dalla capacità dell’impianto di depurazione delle acque reflue, che nella calibratura del
modello di calcolo della CCT per Manfredonia non è stato forzatamente considerato.
Infatti, se si fosse tenuto conto della depurazione (appena sufficiente a soddisfare le
esigenze della popolazione locale), si sarebbe dovuto constatare la totale assenza di
CCT in questo comune. Altrettanto critica appare la situazione se invece di
considerare le PTU, si dovesse considerare il dato relativo alle PTE calcolate per
l’anno 2003 (fig. 3). In questo caso, infatti, la CCT risulta superata non solo nei mesi
di luglio e agosto, ma pure in quelli di giugno e settembre in corrispondenza dei quali
il superamento della CCT appare in tutta la sua evidenza.
10
Fig. 2 – CCT e presenze turistiche ufficiali (PTU) nel Comune di Manfredonia - 2003
1293
1400
1152
1000
855
800
434
52
38
Dic.
Ott.
Apr.
Mar.
Feb.
82
132
0
Gen.
267
363
166
Set.
106
Ago.
44
Lug.
200
Giu.
400
Nov.
600
Mag.
n. di turisti
1200
CCT giornaliera (max n. di turisti)
n. di turisti giornalmente presenti (media giornaliera delle PTU p/mese)
Fig. 3 – CCT e presenze turistiche effettive (PTE) nel Comune di Manfredonia - 2003
32315
35000
25000
20000
19693
15000
10000
106 166
132
434
267
363
Set.
Ago.
Lug.
Giu.
Mag.
Apr.
Mar.
Feb.
Gen.
82
52
1152
38
Dic.
44
0
Nov.
5000
Ott.
n. di turisti
30000
CCT giornaliera (max n. di turisti)
n. di turisti giornalmente presenti (media giornaliera delle PTE p/mese)
Una situazione non difforme è evidenziata dai dati relativi alle PTU e alle PTE per
l’anno 2004. Le figure 4 e 5 che seguono ne rendono una chiara e immediata
descrizione.
1609
1152
420
79
75
Dic.
Ott.
Set.
Ago.
Lug.
171
Nov.
340
Giu.
86
Mag.
52
175
Apr.
31
124
Mar.
843
Feb.
1800
1600
1400
1200
1000
800
600
400
200
0
Gen.
n. di turisti
Fig. 4 – CCT e presenze turistiche ufficiali (PTU) nel Comune di Manfredonia - 2004
CCT giornaliera (max n. di turisti)
n. di turisti giornalmente presenti (media giornaliera delle PTU p/mese)
11
Fig. 5 – CCT e presenze turistiche effettive (PTE) nel Comune di Manfredonia - 2004
35000
29092
n. di turisti
30000
25000
20000
15566
15000
10000
5000
31
52
86
124
7930
6331
175
171
79
1152
75
Dic.
Nov.
Ott.
Set.
Ago.
Lug.
Giu.
Mag.
Apr.
Mar.
Feb.
Gen.
0
CCT giornaliera (max n. di turisti)
n. di turisti giornalmente presenti (media giornaliera delle PTE p/mese)
Concentrando l’attenzione sulla situazione relativa al Comune di Vieste, si
ricorda che il calcolo della sua soglia di CCT ha prodotto un risultato pari a circa
4.265 turisti/visitatori giornalmente ospitabili. Rispetto alla situazione di Manfredonia,
il Comune di Vieste pur presentando una CCT ben più ampia si trova a sopportare un
flusso turistico di gran lunga più consistente, che determina una situazione molto più
critica. Infatti, già se si considerano solamente i dati sulle PTU al 2003, si osserva
come la soglia di CCT resta superata per tutto il periodo estivo, ovvero nei mesi di
giugno, luglio, agosto, e settembre, nei quali la presenza media giornaliera risulta
rispettivamente di 10.414, 17.646, 23.198 e 5.365 turisti/visitatori rispetto ai 4.265
tollerabili.
Una situazione pressoché analoga si riscontra se si considera il dato della PTE
osservato nello stesso anno. Invero, il trend resta molto simile, sebbene l’entità del
dato medio giornaliero aumenti in modo consistente facendo contare nei mesi di
giugno, luglio, agosto e settembre rispettivamente un numero di 10.178, 25.311,
38.009, 7.704 turisti/visitatoti.
Fig. 6 – CCT e presenze turistiche ufficiali (PTU) nel Comune di Vieste - 2003
23198
17646
20000
15000
10414
5365
5000
24
Nov.
Ott.
Sett.
Ago.
507
Lug.
Giu.
1854
606
Mag.
46
Apr.
9
Mar.
14
Feb.
0
4265
11
Dic.
10000
Gen.
n. di touristi
25000
CCT giornaliera (max n. di turisti)
n. di turisti giornalmente presenti (media giornaliera delle PTU p/mese)
12
38009
25311
10178
4265
11
Dic.
Nov.
Ott.
Sett.
Ago.
Lug.
606
24
507
Giu.
Feb.
7704
1854
Mag.
46
9
Apr.
14
Mar.
40000
35000
30000
25000
20000
15000
10000
5000
0
Gen.
n. di touristi
Fig. 7 – CCT e presenze turistiche effettive (PTE) nel Comune di Vieste - 2003
CCT giornaliera (max n. di turisti)
n. di turisti giornalmente presenti (media giornaliera delle PTE p/mese)
I dati sulle presenze turistiche ufficiali (PTU) ed effettive (PTE) relativi al
2004 permetterebbero di svolgere analoghe considerazioni a quelle appena affrontate.
Esse sono implicitamente accolte nelle rappresentazioni contenute nei grafici di
seguito riportati.
Fig. 8 – CCT e presenze turistiche ufficiali (PTU) nel Comune di Vieste - 2004
23787
18683
20000
15000
9021
4790
5000
2356
31
Nov.
Ott.
Sett.
Ago.
Lug.
397
Giu.
524
Mag.
Mar.
Gen.
32
11
Apr.
13
0
4265
7
Dic.
10000
Feb.
n. di touristi
25000
CCT giornaliera (max n. di turisti)
n. di turisti giornalmente presenti (media giornaliera delle PTU p/mese)
36550
22063
4265
2356
Nov.
Ott.
Sett.
Lug.
Ago.
397 31
Giu.
Mag.
32
Apr.
11
Mar.
13
524
9134
7
Dic.
9640
Feb.
40000
35000
30000
25000
20000
15000
10000
5000
0
Gen.
n. di touristi
Fig. 9 – CCT e presenze turistiche effettive (PTE) nel Comune di Vieste - 2004
CCT giornaliera (max n. di turisti)
n. di turisti giornalmente presenti (media giornaliera delle PTE p/mese)
13
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