CINEMA AL CASTELLO 2013 OK

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CINEMA AL CASTELLO 2013 OK
Moonrise kingdom
Una fuga d’amore
Cena tra amici
di Wes Anderson
con Bruce Willis, Edward Norton, Bill Murray,
Frances McDormand, Harvey Keitel, Tilda Swinton,
Jason Schwartzman, Bob Balaban
U.S.A., 2012
di Alexandre de La Patellière e Matthieu Delaporte
con Patrick Bruel, Valérie Benguigui, Françoise Fabian,
Charles Berling, Guillaume De Tonquedec, Judith El Zein
FRANCIA-BELGIO, 2012
Estate 1965. Su un’isola del New England vive la dodicenne
Suzy, preadolescente incompresa dai genitori. Sulla stessa
isola si trova in campeggio scout il coetaneo Sam, orfano
affidato a una famiglia che lo considera troppo ‘difficile’ per
continuare ad occuparsene. I due si sono conosciuti casualmente, si sono innamorati e hanno deciso di fuggire insieme
seguendo un antico sentiero tracciato dai nativi nei boschi.
Gli adulti, ivi compreso lo sceriffo Sharp, si mettono alla loro
ricerca anche perché è in arrivo una devastante tempesta.
È indispensabile prestare attenzione all’ouverture di Moonrise Kingdom e non abbandonare la sala prima della fine dei
titoli di coda per comprendere il senso profondo del film di Anderson che, altrimenti, rischia di essere letto superficialmente
come un’ulteriore esibizione di genialità narrativa infarcita
di gag e di trovate visive senza però che si vada oltre. Non è
così. Chi era bambino nella prima metà degli Anni Sessanta
ha molto probabilmente nella propria raccolta di vinili la suite didattica “Young Person’s
Guide to the Orchestra” di
Benjamin Britten in cui si presentavano i diversi strumenti
che compongono l’orchestra
basandosi su un tema di Purcell in cui l’ensemble si riuniva per eseguire una fuga.
Una fuga è esattamente ciò
che mettono in atto Suzy e
Sam. Una fuga che serve
apparentemente a scomporre ma in realtà ha come
meta la ricomposizione dei
frammenti di due vite che
rischiano la dissoluzione.
Vincent è un quarantenne agente immobiliare di successo
che sta per diventare padre per la prima volta. Una sera
è invitato a cena a
casa della sorella Elizabeth e del cognato
Pierre, lei insegnante
e lui docente universitario. Lì incontra
anche un vecchio
amico d’infanzia,
Claude, musicista
classico che suona in
un’orchestra. Mentre
aspetta che lo raggiunga la moglie Anna, perennemente in
ritardo, Vincent è ovviamente la star della serata e gli altri
partecipanti alla cena iniziano a bombardarlo di domande
sulla sua prossima paternità. Ma quando gli chiedono che
nome ha scelto per il nascituro, il ragionamento col quale
Vincent risponde scatena una discussione, che all’inizio
cerca di essere garbata e convenzionale, ma che col passare
del tempo da l’avvio a una serie di situazioni imbarazzanti e
tragicomiche, a equivoci e rivelazioni inaspettate anche sul
passato dei convenuti, che di certo non dimenticheranno una
cena del genere.
CITTÀ DI SONDRIO
SONDRIO È…
ESTATE
CINEMA AL
CASTELLO
film all’aperto
a Castello Masegra
Luglio
2013
ore 21.30
PROGRAMMA
Martedì 9 luglio
È stato il figlio
di Daniele Ciprì
ITALIA, 2012
Martedì 16 luglio
Ernest & Célestine
di Stéphane Aubier, Vincent Patar
e Benjamin Renner
FRANCIA, 2012
Martedì 23 luglio
Moonrise kingdom
Una fuga d’amore
di Wes Anderson
U.S.A., 2012
Martedì 30 luglio
Cena tra amici
di Alexandre de La Patellière
e Matthieu Delaporte
FRANCIA-BELGIO, 2012
INGRESSO LIBERO
In caso di maltempo le proiezioni si terranno
in aree coperte del castello
L’utilizzo del Castello Masegra per questa iniziativa è
stato reso possibile grazie anche al progetto Distretti
Culturali, ideato, finanziato e promosso dalla Fondazione
Cariplo per promuovere la valorizzazione del patrimonio
culturale in una logica di sviluppo del territorio.
È stato il figlio
Ernest & Célestine
di Daniele Ciprì
con Toni Servillo, Giselda Volodi, Giuseppe Vitale,
Alfredo Castro, Aurora Quattrocchi, Mauro Spitaleri,
Alessia Zammitti, Fabrizio Falco,
Benedetto Raneli
ITALIA, 2012
di Stéphane Aubier, Vincent Patar
e Benjamin Renner
FRANCIA, 2012
Busu è un vecchio signore
a cui piace raccontare
storie. Seduto nell’ufficio
postale della sua città
intrattiene gli avventori,
qualcuno appassionato,
troppi distratti. Più di tutti
ama riferire l’avventura e
la sventura della famiglia
Ciraulo, colpita al cuore da un
lutto. Nicola, il capofamiglia,
recupera ferrame dalle navi
in disarmo in compagnia
del vecchio padre e del figlio. Dentro una casa modesta lo
aspettano ogni sera la madre, la moglie e l’adorata Serenella
che un proiettile vagante, esploso durante un regolamento
di conti, uccide tragicamente. Inconsolabile, Nicola ritrova
improvvisamente senso e speranza inseguendo la possibilità
di un risarcimento, legittimo riconoscimento dello Stato alle
vittime della mafia. Tra debiti e ingorghi burocratici, i Ciraulo
provano a immaginare quale desiderio potrebbe appagare la
loro ‘fame’ atavica. Liquidati finalmente decidono intorno al
tavolo di investire il capitale ormai ridotto in un’automobile,
la più bella che si sia mai vista in città. Ma quella Mercedes,
‘presidenziale’, luccicante e benedetta con acqua santa e
segno della croce, finirà per diventare il simbolo della
tracotanza e di una violazione che gli ‘dei’ non mancheranno
di punire. È stato il figlio è una storia che ne racconta un’altra,
scandita dal susseguirsi dei numeri luminosi di un ufficio
postale, dove un sordomuto ‘coi pugni in tasca’ ascolta un
uomo svolgere il suo dramma dentro periferie desolate, cieli
incupiti, soli spenti, deserti di solitudine. Frammenti sparsi
che riferiscono di una dissoluzione sociale, esistenziale ma
soprattutto antropologica, che spappola l’identità, liberando
il lato selvaggio e disintegrando la figura umana.
Nel mondo degli orsi è impossibile fare amicizia con un
topolino. La diffidenza è ai massimi livelli. Peraltro nel mondo
sotterraneo dei topi l’orso rappresenta il peggiore dei pericoli
che si possano incontrare. Inoltre il futuro dei più piccoli è
già segnato. Dovranno tutti accedere alla professione più
necessaria: il dentista. La giovane Célestine, un’orfana con il
desiderio di diventare pittrice, sfugge al mondo opprimente
dei topi e incontra l’orso Ernest, clown e musicista.
All’origine di questo delizioso film di animazione, ci sono i
libri disegnati da Gabrielle Vincent e tradotti in molti paesi
del mondo. Nate all’inizio degli anni Ottanta le avventure
dell’orso Ernest e della topolina Célestine conservano il
talento di pittrice e narratrice a partire dal quotidiano della loro
creatrice. A questa già più che efficace modalità di narrazione
si aggiunge il talento di uno dei più famosi scrittori francesi,
Daniel Pennac. La sua sceneggiatura è rispettosa della
fonte originale e, al contempo, memore di quando leggeva
all’allora sua figlia piccola le storie della Vincent divenendo
per lei il buon orso artista. Non è facile trovare un’animazione
così raffinata e al contempo
capace di parlare al cuore
e alla razionalità di adulti e
bambini. Perché il discorso sul
pregiudizio passa attraverso
una storia di amicizia che il
mondo ritiene impossibile
conservando un ancoraggio
alla realtà (una su tutte la
scena del tribunale) ma
trasfigurandolo attraverso
quella poesia del tratto e dello
sguardo che troppo spesso
rischiamo di dimenticare
travolti come siamo da
immagini senz’anima.