scheda libro
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L’autunno, qui, è magico e immenso Golan Haji Titolo originale: al-Kharîf hunâ sâhir wa kabîr Traduzione dall’arabo: Patrizia Zanelli Introduzione: Costanza Ferrini Prima edizione: 21 settembre 2013 Foliazione: XXXIV-94, b/n Parole chiave: Kurdistan, Siria 10 «Golan Haji non segue la storia, gli sta davanti, ne fissa i terribili spasmi ma non subisce il dato bruto della storia ed anticipa e forse prevede le mosse. Golan Haji, con la poesia duttile della coscienza che articola, muove, prospetta non seguendo i fatti ma anticipandone figure, crea spettri nuovi, figurazioni, allegorie che anticipano loro i fatti che verranno.» ¬ Giacomo Trinci il Sirente Altriarabi pp. 128, b/n Euro 10,00 Editrice il Sirente www.sirente.it Golan Haji è nato ad Āmūdā, una cittadina curda nel nord della Siria, e ha studiato medicina all’Università di Damasco. È patologo di professione, ma ha una presenza letteraria importante che include diverse raccolte di poesie: la prima Nādà fī’l-zulumāt (Chiamò nelle tenebre, 2004) ha ottenuto il premio “Muhammad al-Maghūt”; la seconda Thammata man yaraka wahshan (C’è qualcuno che ti vede come un mostro) è apparsa nel 2008 in occasione dell’evento internazionale “Damasco città della cultura”; la terza Baytī al-bārid al-ba’īd (La mia casa fredda e lontana) è stata pubblicata a Beirut nel 2012 dalla casa editrice Dār al-Ğamal; la quarta Adulterers, è stata pubblicata a Copenhaghen dalla casa editrice Forlaget Korridor, 2011. Golan Haji, poeta curdo siriano, attraverso le sue poesie riesce con analogie, similitudini, ellissi prodigiose e urticanti paradossi a descrivere la guerra, la bellezza, il sangue e l’amore. Della guerra le punte delle lance che trasformano il corpo della terra in contundente. Della bellezza lo sguardo di bambino che lievita nella poesia di luoghi magici e il desiderio nascosto dietro la spalla e sotto le ciglia. Dell’orrore, violenze e paure, gli effetti collaterali, l’abbandono e il sudario di silenzio che tutto ricopre. Della condizione dell’esilio l’alternanza di domande, disperazione e ironia nello sguardo della storia. Questi alcuni temi che compongono la prima raccolta italiana delle poesie di Golan Haji, scritte negli ultimi due anni, proposte al lettore italiano con il testo arabo originale a fronte. Il poeta, nato nella cittadina curda di Amouda nel nord-est della Siria, che in filigrana abita queste pagine, scrive in arabo. Il fatto che le sue poesie siano pubblicate tra Damasco, Beirut, Doha, Londra, Parigi, Copenaghen e Chicago, dimostra la vastità che l’interesse dei suoi versi riscuote.