saggio breve Giorgia Campanile
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saggio breve Giorgia Campanile
Muravera, 11 ottobre 2014 Campanile Giorgia 5^A Saggio breve: ambito socio-economico. “Adolescente: maestro di sè stesso” Le persone adulte tendono generalmente a criticarla, non comprenderla, trovare in essa determinati aspetti negativi spesso dimenticandosi di averla vissuta anche loro; è quell’età ricca di spensieratezza, vitalità, divertimento e svago, l’adolescenza. L’adolescente vive le esperienze a modo proprio, con poca consapevolezza e responsabilità che nell’età adulta sono indispensabili; egli sottovaluta questi aspetti imposti dai genitori (o dagli adulti in generale) non perché sia inevitabilmente “cattivo” o testardo, ma perché si sente in grado di poter fare di testa sua, di potersi imporre dei limiti a proprio piacimento e in base alla propria volontà, di trasgredire, di poter guardare il mondo con occhi diversi e non trovarci gli aspetti negativi che l’adulto sottolinea continuamente. Il ragazzo non vede nulla di sbagliato in tutto ciò, poiché è consapevole del fatto che sta vivendo l’età più bella ed emozionante in assoluto, nella quale può essere sé stesso e può farlo spontaneamente, senza avere il timore di subire pregiudizi per il proprio modo di essere, di fare, per la situazione famigliare ecc. Perché considerarlo un aspetto negativo? Perché puntare il dito contro un adolescente che altro non fa che divertirsi con i propri coetanei? È forse sbagliato crescere a volte trasgredendo piuttosto che seguire le orme dei genitori e “fingere di imparare”? Quando il ragazzo cresce, non può passare da un estremo all’altro, ovvero dall’essere un bambino ingenuo a diventare un adulto per bene; come si può pretendere che ciò accada se il ragazzo non ha la possibilità di capire quali sono i propri errori? Si impara dalle esperienze, dagli errori compiuti. È perciò importante e necessario percorrere la fase adolescenziale con un poco di ribellione e trasgressione. L’adolescenza oltre ad essere l’età più affascinante offre anche la possibilità di capire, di maturare, di imparare, ma sempre grazie a sé stessi e non alle imposizioni degli adulti, che spesso per ribellione non vengono rispettate. Sì, l’adolescente è maestro di vita di sé stesso. Tuttavia, essendo l’adolescenza l’età migliore, risulta per molti ragazzi complicato passare all’età successiva rinunciando a gran parte del divertimento e caricandosi di responsabilità. Il concetto di “crescita” come integrazione nel mondo adulto non è sempre ben accettato dagli adolescenti che, come scrive lo psichiatra Vittorino Andreoli in “Giovani”, tentano spesso e quasi inutilmente di posticiparlo: <<L’adolescenza ha perso la sua durata biologica; sempre più spesso arrivano in terapia trentenni afflitti dai problemi tipici dell’adolescenza. Evidentemente, il passaggio all’età adulta è diventato più difficile, per qualcuno quasi impossibile, e si cerca di posticipare il momento in cui l’inevitabile deve accadere>>. Fino ad un certo punto, nemmeno ciò è sbagliato; ognuno vive l’adolescenza a modo proprio e come meglio crede, che sia essa breve o ‘’longeva’’. Ognuno dovrebbe avere la possibilità di scegliere, sempre entro i limiti, la durata della propria adolescenza/crescita. Concludendo la riflessione, gli adulti dovrebbero essere fieri dei propri figli che riescono a percorrere a gonfie vele la fase adolescenziale; significherebbe che hanno vissuto, hanno testato, hanno sperimentato e hanno imparato. Non associamo l’adolescenza all’immaturità e al pericolo, proviamo a guardare oltre; la vita va vissuta fornendo ad ogni fase la giusta importanza. Dopotutto, quale adulto non pagherebbe per tornare indietro e rivivere gli anni migliori? <<Guardiamoli da vicino questi adolescenti, e invece di preoccuparci, impariamo qualcosa da loro>>, ha scritto Umberto Galimberti. Destinazione editoriale: fascicolo di documentazione e approfondimento a cura della classe 5^A dell’Istituto tecnico commerciale ‘’L. Einaudi’’ di Muravera.