CAF - Provincia di Piacenza
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Percorso formativo: La presa in carico e la tutela dei minori in difficoltà e delle loro famiglie:aspetti giuridici, integrazione e efficacia degli interventi 2012 Piacenza 20 aprile 2012 Nuovi orientamenti e sperimentazioni nel lavoro sociale e psicologico per la tutela dei Minori e il supporto alla famiglie in difficoltà Intervento: Diventare genitori. Prevenzione precoce e sostegno alla genitorialità attraverso l’Home Visiting di S. Kaneklin, F. Imbimbo - CAF Onlus Milano1 INTRODUZIONE Dalla sua nascita, nel 1979, il CAF è un centro specializzato per l’accoglienza e la cura di bambini vittime di maltrattamento e abuso. Gli operatori lavorano anche con i genitori dei bambini accolti nella comunità, adulti che troppo spesso sono stati a loro volta vittime di maltrattamenti, deprivazioni o ripetute istituzionalizzazioni nella propria infanzia. Il centro inoltre ha sempre lavorato per sviluppare una cultura di rispetto per i diritti dei bambini e attività di prevenzione e formazione con genitori, insegnanti e operatori sociali. Nel 2008, il Comitato Scientifico del CAF ha studiato e messo a punto un nuovo modello di intervento per sostenere e aiutare le mamme e i loro bambini nel periodo della gravidanza e nei primi mesi di vita. Il progetto “Diventare Genitori” ha come primo obiettivo il sostegno a famiglie fragili o isolate e la prevenzione delle cause che possono portare a un mal-adattamento della relazione genitore-bambino. Si propone anche di prevenire l’allontanamento del bambino dalla propria famiglia. Il progetto interviene su famiglie fragili o a rischio fornendo loro un sostegno individualizzato, che tenga conto dei bisogni delle mamme, dei papà e dei bambini, dagli ultimi mesi della gravidanza e per due anni dall’inizio dell’intervento. IL PROGETTO CAF “Diventare Genitori” Nella fase naturale di transizione rappresentata dalla nascita di un bambino, la famiglia affronta un momento critico di cambiamento, ricco di gioia ma anche di stress emotivo. I genitori cercano un nuovo equilibrio e accolgono una nuova “persona”, e questo richiede grandi energie fisiche e psicologiche. Se intervengono altri fattori come isolamento sociale, difficoltà economiche o sociali, migrazione, giovane età di uno o entrambi i genitori, la prematurità grave del bambino o difficoltà come lutti, malattie, perdita del lavoro, il cambiamento può diventare difficile da affrontare e può rischiare di sopraffare i neogenitori. Il benessere psicologico ed emotivo dei genitori, ma soprattutto della mamma, influenza la loro capacità di “vedere” il bambino e di leggerne i segnali, per rispondere in modo adeguato e soddisfarne i bisogni. Quindi, se la mamma è sopraffatta dai problemi familiari o dalla propria sofferenza, se non ha nessuno accanto con cui parlare o che possa sostenerla, può trovare difficile empatizzare con il suo bambino, 1 CAF Onlus – Centro di Aiuto al Bambino Maltrattato e alla Famiglia in Crisi www.cafonlus.org [email protected] 1 Percorso formativo: La presa in carico e la tutela dei minori in difficoltà e delle loro famiglie:aspetti giuridici, integrazione e efficacia degli interventi 2012 leggerne il pianto o i sorrisi, capirne e soddisfarne le richieste per accompagnare le normali fasi della crescita. E’ stata ampiamente dimostrata da studi e ricerche l’importanza determinante del rapporto fra il bambino e la madre ( caregiver principale) nei primi anni di vita per il corretto sviluppo cognitivo, emotivo e sociale del bambino.. In particolare, viene sottolineato (Freud, 1905; Winnicott, 1965; Bowlby, 1969) che il tipo di legame affettivo o, in altri termini, il tipo di attaccamento (sicuro, insicuro-evitante, insicuro-ambivalente, disorientato/disorganizzato, secondo Ainsworth et al., 1978) che si crea tra la madre e suo figlio andrà ad influenzare i successivi legami affettivi che il soggetto instaurerà anche da adulto. Nonostante le sorprendenti capacità di resilienza mostrate da alcuni bambini, precisi comportamenti genitoriali, quali incuria, maltrattamento fisico, abuso psicologico o sessuale possono avere gravissimi esiti sullo sviluppo del bambino, in termini di difficoltà di socializzazione (e nella sfera sessuale in caso di abuso), bassa autostima, senso di inadeguatezza, mancanza di empatia, tutti sentimenti che potrebbero tradursi facilmente in agiti “devianti”, quali abbandono scolastico, disturbi dell’alimentazione, tossicodipendenze, abuso di alcol, delinquenza, fino ai casi più gravi di abuso e maltrattamento agiti su altri minori, una volta diventati adulti. Il progetto sperimentale del CAF “Diventare Genitori”, prendendo spunto da studi ed esperienze simili messe a punto in altre parti del mondo (Stati Uniti, Gran Bretagna, Olanda…) e in altre parti d’Italia, permette di lavorare con famiglie italiane e straniere fragili o a rischio, fornendo un supporto da parte di operatrici mamma-bambino (e mediatrici linguistico-culturali se necessario) appositamente formate, fino dagli ultimi mesi della gravidanza. OBIETTIVI dell’Intervento Il progetto ha l’obiettivo di aiutare la madre a stabilire una buona relazione con il proprio bambino; di aumentare la sensibilità e la responsività materna, che potranno essere la base per un attaccamento sicuro; di sostenere i genitori rispetto al senso di autoefficacia e di implementare le risorse protettive e le competenze genitoriali; di rafforzare o creare le reti familiari, amicali e sociali per prevenire l’isolamento sociale; di favorire l’accesso ai servizi e alle risorse del territorio. BENEFICIARI dell’Intervento Fra il 2008 e il 2011 sono state accolte 53 famiglie. Ad oggi il 37% delle famiglie segnalate dalla Rete dei Servizi sul territorio di Milano (146 segnalazioni) è stato accolto (53 nuclei familiari), il 25% è stato seguito 2 anni (n°36 nuclei familiari), 9% (5 nuclei familiari) seguiti 1 anno. Il progetto a dicembre 2011 sta seguendo/ha seguito 36 famiglie per 2 anni di cui 10 italiane, 22 straniere e 4 coppie miste italiane/straniere. Il 49% è stato accolto in gravidanza e nel 53% dei casi le mamme erano in attesa del primo figlio. Gli utenti accolti sono nuclei familiari composti da mamma, papà e bambino considerati a rischio di disagio sociale e/o psicologico e che presentano uno o più dei seguenti fattori di rischio: Isolamento Immigrazione/trauma migratorio Difficoltà socio-economiche Minor età di uno o entrambi i genitori Grave conflitto familiare Monogenitorialità Casi riferiti di violenze o abusi Prematurità del bambino 2 83 % 68 % 62 % 36 % 45 % 23 % 10 % 2% Percorso formativo: La presa in carico e la tutela dei minori in difficoltà e delle loro famiglie:aspetti giuridici, integrazione e efficacia degli interventi 2012 Tra i fattori di rischio, queste madri evidenziano anche senso di inadeguatezza e bassa autostima (62%), precedenti episodi di malessere psichico (53%), forti stati di ansia/rabbia (47%). METODOLOGIA dell’Intervento Le operatrici Mamma-Bambino sono professioniste appositamente formate all’approccio del modello CAF; sono donne per facilitare lo stabilirsi di una relazione con la mamma basata su empatia, fiducia, in una situazione in cui emergono sentimenti legati alla maternità. Le operatrici hanno una formazione pedagogica o psicologica, con competenze specifiche sul lavoro con i genitori o con i bambini molto piccoli. Le operatrici visitano le mamme per due anni: una volta la settimana durante la gravidanza, due volte la settimana quando nasce il bambino; durante gli ultimi mesi del progetto, le visite tornano a una frequenza settimanale per sostenere la separazione e l’avvio all’autonomia. Inoltre, una mediatrice linguistico culturale può accompagnare l’operatrice a casa delle famiglie straniere. Questa nuova e delicata relazione– home visitor, mediatrice, madre, bambino – nella casa della madre, così lontana del suo paese, consente un importante lavoro di supporto, consapevolezza, crescita. Le operatrici e le mediatrici si incontrano ogni settimana per l’équipe psicopedagogica e una volta al mese per la supervisione clinica. RISULTATI L’Università Bicocca2 partecipa al Progetto monitorando e valutando i casi seguiti con l’obiettivo di verificare l’efficacia dell’intervento e della metodologia di Home Visiting sviluppata dal CAF. Il percorso di valutazione si sviluppa attraverso test attuati in diversi momenti dell’intervento alle mamme e ai bimbi seguiti dal Progetto. La ricerca è in corso, in questi documenti sono contenuti dati preliminari di follow up che si riferiscono a 29 coppie mamma-bambino in fase di accoglienza (accolte 2008/2009/2010) il percorso di valutazione per ogni famiglia dura 2 anni: i primi risultati si riferiscono ai dati di follow-up del primo gruppo di mamme dimesse fra gennaio 2010 e dicembre 2011 Oggetto del monitoraggio e della valutazione da parte della ricerca di Bicocca sono due distinte aree di attenzione: 1. Approfondimento e specificazione dei profili di rischio del caso in esame, identificati in fase di accoglienza (tipo di attaccamento materno, tipologia di disagio psicologico portato dalle madri, sostegno sociale percepito dalla madre) 2. Valutazione dell’efficacia dell’intervento in fase di accompagnamento (monitoraggio dello sviluppo psicomotorio del bambino, tipo di attaccamento sviluppato dal bambino, stile dell’interazione mamma-bambino, valutazione della percezione dell’aiuto ricevuto) 1. Approfondimento e specificazione dei profili di rischio in fase di accoglienza Le madri presentano un'alta percentuale di modelli di attaccamento insicuro popolazione normale. rispetto alla Dipartimento di Psicologia, Università degli Studi Milano Bicocca – Prof. Cristina Riva Crugnola e Dott.ssa Simona Gazzotti 2 3 Percorso formativo: La presa in carico e la tutela dei minori in difficoltà e delle loro famiglie:aspetti giuridici, integrazione e efficacia degli interventi 2012 Sono frequentemente presenti indici di disagio psicopatologico nelle madri sono scarsi i punteggi medi rispetto al sostegno sociale percepito Le valutazioni dello sviluppo psicomotorio del bambino indicano carenze rispetto agli stimoli cognitivi e linguistici offerti dall’ambiente familiare, con particolare riferimento allo scambio socioemotivo e quindi l’opportunità di monitorarne l’evoluzione rispetto all’ambito familiare. Gli stili interattivi di madri e bambini presentano una condizione prevalente di rischio su entrambi i versanti, delineandosi un’inadeguata sensibilità materna e una scarsa responsività infantile (su 26 coppie solo 3 casi evidenziano un profilo adeguato) Un’analisi del livello di rischio delle famiglie accolte dal progetto (Ammanitie colleghi 2002) evidenzia che il campione in esame si colloca in un quadro di “elevato rischio psicosociale” (parametro Ammaniti: pari a 3 fattori di rischio associati). Le famiglie accolte e seguite dal progetto hanno un numero medio di fattori di rischio associati pari a 6,9 in fase di accoglienza. Nel corso dell’intervento, la rilevazione dei fattori di rischio indica un abbattimento di tale valore a 4,6 a 12 mesi di intervento e a 2,1 in fase di dimissione. L’intervento monitora anche i fattori protettivi delle famiglie seguite. Tali famiglie evidenziano un numero medio di fattori protettivi pari a 5,4 e a 12 mesi aumentano fino a 6,9. A 24 mesi le famiglie salgono ad un numero medio di 9,3 fattori di protezione a famiglia. 2. Valutazione dell’efficacia dell’intervento in fase di accompagnamento Dati preliminari follow-up diadi mamma bambino (dimissioni 2010 e 2011) Relativamente alle scale Bayley (che valutano lo sviluppo psicomotorio del bambino) si è verificato un miglioramento nei punteggi di alcune scale, in particolare di quelle relative allo sviluppo cognitivo e socio emotivo. I dati evidenziano un incremento dei punteggi medi relativi al supporto sociale percepito: l’intervento ha sostenuto le mamme nella costruzione di una rete sociale, familiare e amicale I questionari compilati dalle madri per valutare la percezione dell’aiuto ricevuto dalle operatrici al compimento del primo anno di vita dei loro bambini indicano una percezione positiva medio alta della relazione con l’operatore e soprattutto per quanto riguarda la sottoscala della “cura” che considera l’atteggiamento empatico, non giudicante, di comprensione, interesse e ascolto mostrato dalle operatrici. Questo risultato migliora ulteriormente in fase di dimissioni (test compilato nuovamente dopo 24 mesi di intervento. i dati di follow-up relativi agli stili diadici madre−bambino che evidenziano tra la prima e l’ultima osservazione un incremento della scala di sensibilità materna e della cooperazione infantile. Si delineano delle configurazioni madre-bambino adeguate in tutti i casi, anche se caratterizzate parzialmente da aspetti di controllo nella mamma e di passività nel bambino (CARE-INDEX, dato significativo) I casi in dimissione evidenziano tendenzialmente una flessione degli indici di disagio psicopatologico rilevato nelle mamme in fase di accoglienza (tutte le aree indagate). Grazie al contributo e alla partecipazione di: 4 Percorso formativo: La presa in carico e la tutela dei minori in difficoltà e delle loro famiglie:aspetti giuridici, integrazione e efficacia degli interventi 2012 RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI PROGETTO “Diventare Genitori” CAF Onlus 2007 Relativamente al Progetto “Diventare Genitori”, è stato appena pubblicato: P. Bastianoni, A. Taurino e F. Zullo (a cura di), “Genitorialità Complesse. Interventi di rete a sostegno dei sistemi familiari in crisi” UNICOPLI marzo 2011, cap. 9 I. Finzi, S. Kaneklin, F. Imbimbo, Diventare Genitori. 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