EVIDENZE ATTI ILLEGALI Genova 17 settembre

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EVIDENZE ATTI ILLEGALI Genova 17 settembre
Questo documento contiene le evidenze concrete dei fatti gravissimi (violenza, rapimento e tortura
psicologica) accaduti il 17 settembre 2012 dentro gli edifici dell'Università Di Genova e prolungati
dentro dell'Ospedale Duchesa di Galliera di Genova, con l'obiettivo preciso di annientare me perché
dico e metto in evidenzia che il Rettore Giacomo Deferrari è esattamente un ladro dei soldi del
mangiare dei miei figli e perché conseguentemente chiedo che lo stesso restituisca il danaro
affinché io possa dare da mangiare ai miei figli. Nello specifico queste evidenze sono:
1) il documento scritto di quanto è stato detto durante il primo incontro di quella mattina, in cui
erano presenti il bugiardo Egidio Boitano e la dottoressa Piras (quest'ultima per il momento
ha deciso di non pronunciarsi in alcun modo) insieme a due poliziotti disobbedienti. Dove
mi sono stati imputati falsamente quattro reati che non stavo commettendo.
2) il documento scritto di quanto è stato detto durante il seguente incontro la stessa mattina,
sempre all'interno degli edifici universitari. Questa volta hanno parlato il dottore psichiatra
prostituito Raffaele Costa (nel documento viene evidenziato il perché non si può che
chiamare, detto dottore, prostituito), gli stessi poliziotti disobbedienti del primo incontro, ed
un vigile urbano donna, non identificatasi.
3) il documento scritto di quanto è stato detto lo stesso giorno all'Ospedale Duchesa di Galliera
dove mi avevano portato con violenza e con la forza contro la mia volontà a seguito del
ordine che aveva dato il dottore prostituito Raffaele Costa. Hanno parlato il dottore
Giuseppe Prestia, una dottoressa che non si è mai identificata, i poliziotti disobbedienti
presenti al primo ed al secondo incontro, e due nuovi uomini vigili urbani , non
identificatosi.
Nella prima parte si legge un riassunto, ma subito dopo si possono leggere le parole precise di
quanto è stato detto.
Tutti i corsivi sono le mie note.
1. Questo è ciò che è accaduto il 17 settembre 2012
Il 17 settembre al mattino quando sono venuto al edificio degli universitari di via Bensa 1 a
chiedere un incontro con il rettore Giacomo Deferrari, e che mi facesse pagare il danaro che si è
tenuto dal mio salario, danaro che serve per il mangiare dei miei figli,
in poco tempo sono arrivati due poliziotti i quali,
mentendo apertamente e senza dare a conoscere i loro nome,
mi imputarono quattro reati che è impossibile che io abbia commesso.
Loro sapevano che mentivano, ma avevano bisogno di dire che c'erano dei reati da me commessi.
Perché avevano bisogno di dire questo nonostante fosse un completo delirio?
Per potere, subito dopo la menzogna, dire che loro vedevano che io avevo commesso reati, ma non
“in quanto cattiva persona”, ma
perché “sono mentalmente malato”, come si vedrà più avanti.
La loro evidenza del fatto che io sia un “malato di mente” è
che non voglio andare ad un patronato ne ad un avvocato,
anche se ad un certo punto, in modo fugace, uno dei poliziotti è arrivato a dire che
mi vedeva “agitato”,
e l'ha detto in un momento dove io ero particolarmente sereno
Ma dal momento che loro dichiarano che io sono “malato di mente” non importa più quello che io
dica.
Chiamano dunque ad un medico complice,
chi senza indugio chiede:
ha commesso qualche reato il signor Alejandro Abasolo?
I poliziotti rispondono “sì”.
Quindi il medico dice che il motivo è che sono “malato di mente”, che non sono un uomo cattivo,
ma anche se non è certo, sicuramente ho “agitazione psicomotoria”.
Di conseguenza
“Per il bene di Alejandro Abasolo”, dice il medico,
“è conveniente che lo guardi uno psichiatra. Non c'è bisogno che sia io stesso; che lo guardi
un'altro psichiatra, così abbiamo “due opinioni”,
ma prima ordino ai poliziotti che lo portino via con la forza”.
In questo modo hanno presso due piccioni con una fava: mi hanno tirato fuori da dove non
vogliono che io stia
e mi hanno etichettato come malato psichiatrico, per annullare quel che dico cioè:
che Giacomo Deferrari è un ladro, che commette una frode per tenersi il 30 percento dei salari del
personale con contratto a tempo indeterminato.
Io chiederò (lo faccio ora perchè farò copie di questa lettera per farla conoscere ai principali della
Liguria) che si indaghi se il potentissimo proprietario di “Temporary” fa la stessa frode che fa
insieme a Giacomo Deferrari, in altri luoghi, e si tiene il 30 percento o la percentuale che possa
essere, anche in altre luoghi e altre città
2. Il sommarissimo processo e tortura psicologica
a un padre di familia caduto nelle mani
di un medico prostituito
Qui c'è la relazione di questa tortura psicologica eseguita nella città di Genova, negli uffici degli
universitari di via Bensa 1, con seguito nell'Ospedale Duchesa di Galliera, illustre benefattore
genovese il cui nome hanno macchiato nello stesso modo di quello di una prostituta, perché infatti
questa tortura psicologica che mi hanno inflitto è stata portata a termine in nome della
prostituzione, della psichiatria hanno fatto una psichiatria prostituita e si sono avvalsi per questo di
poliziotti caduti nella menzogna,
per combattere contro, ed eliminare, la decenza e la legalità, promuovendo, come lo fa il rettore
dell'Università, Giacomo Deferrari, la degenerazione di Genova.
E' evidente che la responsabilità del medico prostituito è maggiore, molto maggiore,
di quella dei poliziotti e dei vigili,
perché colui che ha usato del suo titolo di medico per imprigionarmi,
colui che ha usato il suo titolo di medico con fini odiosi,
(l'abbandono dei miei figli è un fine odioso),
colui che si è avvalso della menzogna pronunciata da uno dei poliziotti,
e di un inesistente esame clinico,
questo è stato il medico prostituito Raffaele Costa,
vergogna della classe medica genovese
Tortura a Alejandro Abasolo
(da ora in poi chiamato “Il papá di Sebastiano e León Gabriel” ) a carico principalmente del
medico psichiatrico Raffaele Costa (Da ora in poi chiamato “Raffaele Costa, medico prostituito,
torturatore”: )
Tutti i corsivi sono le mie note.
01,09
Poliziotto disobbediente DUE: - Alejandro, è arrivato il medico così puoi parlare un attimino con
lui, e valuta un attimino anche lui il da farsi.
Il papá di Sebastiano e León Gabriel: va bene, non c'è problema.
(Si tenga conto che la mia risposta è una risposta di fiducia, perché io so che non avevo motivi per
non avere fiducia di un medico. Semplicemente -- credevo-- l'evidenza palmare del fatto che io non
stessi facendo niente di male, bensì tutto il bene,
aveva messo i poliziotti in una situazione senza possibilità di azione per loro stessi, infatti non era
possibile sostenere l'invenzione di una serie di reati che io non stavo commettendo,
quindi il medico, dopo avere constatato la mia buona salute, avrebbe permesso ai poliziotti di
tornare in caserma senza fare cose peggiori di quelle che avevano già fatto.
e io avrei potuto continuare con il mio angosciante clamore davanti al rettore, Giacomo Deferrari,
chi è un autentico ladro degli indifesi.
Poliziotto disobbediente DUE: allora noi, ti dico, stiamo cercando di venirti incontro in tutti i
modi. Quindi ti dico, sei un bravo ragazzo, e secondo me l'ultima cosa di cui hai bisogno è di avere
ulteriori problemi in questo momento. Cerca però di farti aiutare. Se no, noi non possiamo farti
quello che stiamo facendo. Capisci?
Non mi sembra giusto, tra virgolette, per la persona che sei te, denunciarti.
Il papá di Sebastiano e León Gabriel: ma non abbiate paura.
(infatti a questo punto io sapevo che le minacce dei due poliziotti, la loro invocazione di presunti
reati che io potessi stare commettendo, erano completamente false.
Questo poliziotto insiste nella denuncia perché non sa più cosa dire.
E' evidente che la sua preparazione educativa, come la mia, è molto modesta,
e sicuramente inferiore alla preparazione dei laureati universitari,
come i medici psichiatri --presto si capirà quel che dico-- per non parlare del rettore, uno dei più
alti magistrati della città, un giudice del bene e del male, uomo illustrissimo che ha pubblicato più
di 200 lavori scientifici di primo ordine, citato in tutto il mondo,
una eminenza, e ladro dei propri impiegati.
Poliziotto disobbediente DUE: non è questione di paura, è questione di valutare la situazione.
Ciò che deve valutare e se io sto commettendo o meno un reato, e se non sto commettendo un
reato,
i poliziotti dovrebbero tornare alla loro caserma.
Ma questi due non sono con me per custodire la polizia, l' ordine pubblico e la sicurezza della
città,
ma per violentarle e contribuire alla distruzione della mia famiglia
Non ho paura. Io no ho paura. A me dispiace perché a me sembra che tu sei una persona che non
merita... Capisci?
Raffaele Costa, medico prostituito, torturatore:
Buon giorno sono il dottor Costa sono uno psichiatra. Ci hanno chiesto di intervenire. Cosa
succede?
Il papá di Sebastiano e León Gabriel:
Chi vi ha chiesto di intervenire?
(non si capisce bene, ma non risponde alla domanda)
Qui comincia la vera follia incarnata nelle parole, nella azione di questo pericoloso figlio di un
Costa, famiglia abbassata all'indegnità del peggiore crimine: la tortura di un inocente indifeso.
Io ho chiesto con chiarezza, in italiano,
chi ha chiesto di intervenire,
e il medico, il cui primo obbligo in quanto medico è quello di assistere,
(infatti ufficialmente lui è arrivato per assistere me, per servirmi nella mia salute)
la prima cosa che fa è dichiarare nulla la mia parola,
in modo che io capisca subito che sono nelle sue mani.
Lui può parlare io no.
Lui continuerà a parlare per accusarmi e per condannarmi,
mai per assistere me,
non per indagare su quello che dico riguardo alla mia salute mentale.
Questo uomo sapeva che sono un padre di famiglia, ma nella sua degenerazione morale, non ha
considerato --tra poco si vedrà molto chiaramente-- ne ai miei figli ne a me degni di essere
protetti.
Questo medico rinnegato, ex medico che ruba il proprio salario, che ha prostituito la sua azione
professionale (e può essere che ciò che mi potesse accadere lo abbia divertito)
ha creduto meglio per lui stesso dire che io soffro di agitazione psicomotoria,
grave alterazione della condotta con precisi precedenti e precisa evoluzione
(che tutti i medici che si sentano chiamati nella loro decenza a esaminare le mie affermazioni,
potranno velocemente essere portati alla verità)
La agitazione psicomotoria è testimoniata solo come il risultato della ingestione di medicamenti
anti psicotici.
Si considera teoricamente possibile per altre cause,
ma nella pratica la si conosce come prodotto di neurolettici
e questa è la base clinica sulla quale si appoggiano i psichiatri per trattarla
La agitazione psicomotoria, chiamata anche acatisia in alcuni paesi,
solo si considera una emergenza nei cosiddetti casi severi, quando il paziente non può smettere di
muoversi costantemente,
in particolare non può smettere di muovere le gambe,
può anche succedere che non possa smettere di muovere le mani, o il collo, in movimenti similari
a quelli del mal di parkinson
I sintomi atipici di acatisia rapportati -di rara occasione- sono del tutto evidenti, come
allucinazioni esacerbate, masturbazione pubblica ed altri simili.
In modo che l'azione del medico di emergenze, si giustifica soltanto in casi severi.
Un impreciso sospetto di acatisia che riposi nella soggettività del medico e non nei fenomeni
oggettivamente osservabili,
certamente non giustifica legalmente, ne clinicamente, la privazione della libertà di un padre di
famiglia senza precedenti medici, che parla e decide coerentemente,
e che previamente e per scritto ha manifestato che questa sua condotta, ripetuta pubblicamente
già per la terza volta nello spazio di diversi mesi
si fonda nella propria credenza cristiana,
condotta che è chiaramente pacifica ed edificante, anche per i non credenti,
infatti si fonda nel chiamare al pentimento, nel offrire il perdono,
tale e quale è registrato per scritto con precedenza a questo episodio criminale eseguito da
Raffaele Costa.
Anche quando le manifestazioni somatiche non coincidono con i sintomi di acatisia
ma il medico insiste nel non scartare la possibilità di acatisa,
deve acquisire informazione verbale
(presto si vedrà a cosa Raffaele Costa chiama acquisire informazione verbale) ,
anche in questo caso, bisogna tenere conto che la acatisia,
senza i suoi sintomi tipici si produce raramente attraverso il sintomo contrario, la acinesia,
ovvero l'impossibilità del paziente di muoversi, la perdita del potere del proprio movimento.
Io mi sono potuto muovere durante tutto il tempo normalmente,
eccetto quando i poliziotti mi hanno trascinato con violenza.
Come suggerisce questo brevissimo riassunto, basato sulle osservazioni di psichiatri registrate
nella principale letteratura medica internazionale degli ultimi 20 anni
(è disponibile per chiunque fosse interessato),
la agitazione psicomotoria si manifesta nei pazienti già molto deteriorati per l'effetto dei
medicamenti.
Io sono anni che, diciamo così, non prendo neanche aspirine.
Sono un uomo di buona salute e la mia buona salute è pubblica e notoria.
Raffaele Costa, medico prostituito, torturatore:
noi valutiamo la situazione.
Il papá di Sebastiano e León Gabriel:
ho capito. Io sono qui, perché sono venuto a chiedere per i soldi dei miei figli; ho lavorato qui per
un anno e mezzo.
Non mi sono stati pagati i soldi per i miei figli. Gli devo portare a casa questi soldi.
Ed ero qua per chiedere questi soldi, su al piano di sopra dove ho lavorato.
Raffaele Costa, medico prostituito, torturatore:
(parlando in tono di rimprovero) Questa è una cosa abbastanza lineare, no? Lei viene, chiede e se
ne va.
(chiedere il danaro guadagnato lavorando per il pane dei miei figli è secondo la scienza medica
abbastanza lineare? Questo disgraziato quando sente “figli” risponde con “lineare”.
I figli non esistono per lui, e lui non ha voglia di impegnare il proprio tempo in ciò che lui forse
considera “circonlocuzioni”.
Quello che io so è di avere detto che ero li a chiedere per il pane dei miei figli,
e nella sua risposta i miei figli erano spariti.
Il papá di Sebastiano e León Gabriel:
No, me ne vado nel momento in cui mi...(pagano)
Raffaele Costa, medico prostituito, torturatore:
Cosa ha creato secondo lei una situazione di tensione? Insomma non si vede tutti i giorni la
polizia...
Il papá di Sebastiano e León Gabriel:
Ha ragione. Beh, perché non mi vuole pagare il magnifico Rettore Giacomo Deferrari.
Raffaele Costa, medico prostituito, torturatore:
Beh, si rivolgerà ad un avvocato, farà tutto quanto normalmente si fa in questi casi.
Al patronato.. ecco quello che mi chiedo è quale cosa non le ha consentito di seguire le normali
prassi.
Ora io dico, lo psichiatra non stava cercando di capire se io soffro di acatisa (perché lui “già
sapeva”)
infatti qui si vede con tutta chiarezza in quale modo il “medico che è venuto ad assistermi”
si somma all'atto delle pressioni degli inviati del rettore ladro, come il bugiardo Egidio Boitano
e gli altri,
in poche parole: è meglio che io “capisca” che devo andare al patronato, ad un avvocato, e che
non chieda apertamente, avendo fede in Dio.
Io ho fede in Dio, che è vivo e sa ciò che facciamo e ciò che non facciamo.
Raffaele Costa non perse un solo secondo per cominciare la sua tortura psicologica.
Per favore tenga conto che quando il cattivo poliziotto mi indico che arrivava il medico, io ho
risposto “sì, non c'è problema”
perché io ho fiducia nei medici.
Quando avrò bisogno andrò dal medico, ma non da un medico rinnegato, un torturatore, uno
scellerato come Raffaele Costa,
che travestito da medico è certamente una prostituta, e non mi riferisco alle “lavoratrici
sessuali”, come qualcuno chiama le povere prostitute della strada,
ma a lui stesso: una pietra nella strada delle famiglie,
uno che ha smesso di sperare, per trasformarsi in un pericolo
per chiunque voglia parlare ad alta voce sul rettore Giacomo Deferrari,
sotto ogni luce ladro degli indifesi
uno capace di giurare un pagamento di 13 e al suo posto compiere uno di 10.
Dico che Raffaele Costa non ha aspettato neanche un momento per cominciare la sua tortura
e dico “tortura”perché io avevo fiducia nel medico che stava arrivando,
e con un solo schiaffo cominciavo a capire che il “medico” non era medico,
ma un altro volontario, ancora più pericoloso,
nella già lunga lista di volontari disposti a lasciare morire i miei figli, Sebastiano Abasolo
genovese di sette anni e Leon Gabriel Abasolo, genovese di tre anni.
Infatti tutti loro, dal rettore Giacomo Deferrari, ladro principale e rinnegato della verità,
e dopo Egidio Boitano, e le due donne che accompagnavano il menzognero Boitano,
piu i poliziotti disobbedienti, ed ora Il Traditore per antonomasia.
Come e vero che non c'è tradimento più abietto che il tradimento di un medico,
il tradimento di uno che ha giurato di venire a curare,
tutti loro gridano a coro:
“Patronato o avvocato, i figli non c'entrano!!”
(Vedere la mia lettera del 11 settembre 2012 al rettore Giacomo Deferrari per scoprire che
questa non è una mia invenzione)
A me sembra che sia chiaro a chiunque legga
che io mi sono sentito pugnalato alle coste in quello stesso momento per questo medico
prostituito,
e che sentivo nel fondo della mia anima la sevizia alla quale questo medico e gli altri complici si
lanciarono svergognatamente,
godendo dell'impunità garantita dal potente medico Giacomo Deferrari.
e consentita fino a oggi stesso dalla intera città di Genova e dalla Liguria.
Io spero in Dio, che faccia parlare gli altri medici (quelli veri) riguardo Raffaele Costa.
Non chiedo una seconda opinione, ne terza, perché non c'è stata una prima opinione,
bensì una sinistra parodia, una menzogna alla luce del sole,
violenza e rapimento.
Ora tutto è alla vista di chi voglia vedere
Non chiedo una inchiesta parlamentaria.
Chiedo che i grandi di Genova, che sono quelli che ci guidano a noi piccoli, parlino.
Il papá di Sebastiano e León Gabriel:
Questa, secondo me, è una normale prassi. Quella di: lavorare e poi chiedere del proprio salario.
Queste sono le mie parole.
Sono le parole di un insano di mente?
Voglio dire, sono queste le parole di un paziente con agitazione psicomotoria,
uno che manifesta acatisia perché l'hanno medicato frivolamente con neurolettici
al punto di perdere il controllo dei propri movimenti?
Non è normale chiedere di essere pagato con il danaro che ho guadagnato lavorando?
Se il mio patrone è onesto non ha bisogno di un giudice che lo condanni perché io venga pagato.
Paga lui stesso, liberamente,
e se è un ladro ma io ho fiducia in Dio,
è anormale, è indecente, è sospettoso, è agitazione psicomotoria
che io dica a voce alta di ridarmi ciò che ha rubato ai miei figli?
Se il rettore è innocente, che il rettore mi denunci per calunnia,
come ad un certo punto aveva insinuato.
E se non è innocente che mi ridia ciò che mi ha tolto dalle mie tasche, quello che serve per il
mangiare dei miei figli.
La mia prassi è una prassi normale, entro le norme di pacifica convivenzia
ma la superiorità giuridica, divenuta bestiale, di Raffaele Costa al servizio di Giacomo Deferrari
stava per essere eseguita
Raffaele Costa, medico prostituito, torturatore:
Come?
Il papá di Sebastiano e León Gabriel:
Chiedere del proprio salario. Che mi spetta per il mangiare dei miei figli.
Raffaele Costa, medico prostituito, torturatore:
É difficile di inquadrare la modalità. Questo non ho ben capito.. ma presumo che se sono
intervenute tante forse, sia avvenuto qualcosa che esce un po'. No?
Qui si manifesta nella carne lo spirito di Raffaele Costa,
la parola del male incarnata nello psichiatra prostituito.
Tutti possiamo leggere quello che ha detto. Essendo venuto teoricamente a curarmi,
sta parlando con me per dirmi che la “modalità” con la quale io devo chiedere il danaro dei miei
figli,
così come io l'ho appena detto,
è “difficile di inquadrare”, che “sia avvenuto qualcosa che esce un po”.
Chi ha chiesto a Raffaele Costa di avere un dibattito con me sulla modalità in cui io chiedo
davanti al rettore affinché restituisca ciò che ha rubato?
Se Raffaele Costa fosse un medico, non si metterebbe a discutere con me,
che sono un padre di famiglia nell'atto di compiere il mio obbligo verso i miei figli,
vale a dire nell'atto di custodire il nome dei miei figli, dato che sono minorenni.
Ma siccome è un medico prostituito, è venuto a portarmi via da quel posto, e lo farà mentendo,
e con la bugia di uno dei poliziotti.
Con due bugie, avvalendosi del suo alto titolo, prolungherà la sua tortura su di me
che lui stesso può garantire, in modo che il rettore Giacomo Deferrari sappia che mi hanno
davvero annientato:
attraverso tortura psicologica, mascherata da “accertamento”.
Questa è la formula che questo disgraziato usa per dare gloria a Giacomo Deferrari.
Il papá di Sebastiano e León Gabriel:
Probabilmente perché il magnifico rettore sta facendo qualcosa che non deve fare,
e quindi per quello viene fuori tutto ciò. Non è normale.
Non è chiaro quel che dico, ovvero che il rettore è un ladro? Quale scienza medica obbliga a
Raffaele Costa farmi tacere la verità?
Raffaele Costa, medico prostituito, torturatore:
Quindi lei non riesce a uscire da questo pensiero circolare.
Il papá di Sebastiano e León Gabriel:
Quale pensiero circolare?
Raffaele Costa, medico prostituito, torturatore:
Quello di non accettare..
Il papá di Sebastiano e León Gabriel:
Di non essere pagato!
Raffaele Costa, medico prostituito, torturatore:
No! Le opportunità di fare le sue ragioni. Mi sembra di capire che lei vede un unica cosa,
un unico modo per fare le sue ragioni. Non ce ne sono altri, insomma.
A Raffaele Costa li sembra di capire, e li sembra di capire cosa? Che io vedo un unico modo di
fare le mie ragioni.
Cosa c'entra tutto questo con la psichiatria? La psichiatria ha sul suo carico di ampliare i modi di
“fare le mie ragioni”?
E si tenga conto del fatto che per Raffaele Costa è un fatto acquisito,
che io sto cercando di fare le mie ragioni,
anziché difendere il nome che ho dato ai miei figli,
perché io non posso sapere, non l'ho saputo mai, se il rettore si inclinerà verso la verità e ridarà
ciò che ha rubato, il danaro per il pane dei miei figli.
Chiedo del danaro per il pane dei miei figli perché è nel furto commesso dove si esclude la mia
famiglia, si cancella da Genova il nostro nome.
Per quale motivo Raffaele Costa parla, come medico,
e lo fa nell'atto di agire come medico,
riguardo fatti che la scienza psichiatrica non gli ha insegnato?
Infatti parla di cose che non competono alla psichiatria. Quale è il motivo?
Il motivo è che lui li non è venuto a fare il medico,
ma è venuto a fare il complice del rettore ladro,
cercando infatti di inventare qualcosa che si assomigli (nella sua nebulosa comprensione) ad una
parodia di diagnosi che giustifichi ciò che aveva già deciso prima di arrivare.
Il papá di Sebastiano e León Gabriel:
Io vedo e capisco quello che a lei sembra,
ma se posso parlare di quello che io penso di me,
io vedo come effettivamente unica soluzione che avvenga il pagamento. Punto.
Non è questo un mio intervento sereno, sensato, rispettoso?
Raffaele Costa, medico prostituito, torturatore:
Sì, sì, sì. Non vede dei modi diciamo legali ecco per affrontare la cosa.
E' chiaro o non è chiaro che Raffaele Costa non è venuto a fare il medico per aiutare alcun
paziente bisognoso di aiuto,
ma come complice del rettore ladro, come complice di Giacomo Deferrari?
E' chiaro o non è chiaro che Raffaele Costa, presunto psichiatra, ripete alla lettera ciò che il
menzognero Egidio Boitano, Maria Testai, Fausta Ardito, e tutti i poliziotti delle diverse volanti
stanno ripetendo in modo pressante ovvero che vada ad un patronato, ad un avocato, o dove
voglia io ma che per nessun motivo chieda dentro dell'edificio degli universitari che il ladro
Giacomo Deferrari si faccia carico liberamente delle sue proprie azioni e mi risponda senza
mentire?
Non è legale quel che faccio? E allora che mi denuncino!
Il papá di Sebastiano e León Gabriel:
Non me ne capisco e non conosco
Vale a dire non capisco, ne pretendo farlo, sulle cosiddette cose avvocatesche.
Raffaele Costa, medico prostituito, torturatore:
Non ha provato neanche.
Il papá di Sebastiano e León Gabriel: Non mi pare comunque di mia... nel senso rischiare in questo modo non mi porta.. cioè, l'avvocato
parlerò con l'avvocato. Ma io ho bisogno che mi paghi ora. E' un caso urgente. Un caso di urgenza.
Mi deve pagare oggi.
(non si capisce quel che dicono)
Sono un anno e mezzo.
Poliziotto disobbediente Uno:
Già a luglio che...
Il papá di Sebastiano e León Gabriel:
Si, si, ma infatti doveva farlo prima, grazie al cielo siamo ancora qui vivi, io i miei figli e mia
moglie.
Ma è urgentissimo che avvenga questo pagamento perché sono i soldi che servono per mangiare per
la mia famiglia. E' un caso urgente.
Considerando anche la mia situazione economica, considerando anche tutto.
(parla Raffaele Costa, ma non si capisce)
01,13,50
Raffaele Costa, medico prostituito, torturatore:
Ha avuto anche un momento di agitazione mi sembra di capire.
Già la stessa mattina uno dei poliziotti aveva cominciato a parlare di “agitazione”, ma poi non
parlò più perché ovviamente, io non ero agitato ma oppresso e minacciato,
ed a quell'uomo mancavano risorse retoriche per sostenere nel dialogo la parola “agitazione”,
ma in questo momento io ero torturato psicologicamente da questo Raffaele Costa, uomo
traditore.
E nonostante neanche ora fossi agitato, mentendo, Raffaele Costa menziona “un momento di
agitazione”.
Ma la agitazione psicomotoria non è di un momento, bensì di un episodio che si protrae, e si
protrae in modo manifesto, in modo che dal primo momento nessuno avrebbe parlato d'altro che
di agitazione. Come quando uno picchia alla testa ed ha una ferita, il medico non si mette a
conversare per quale motivo l'uomo ferito fosse venuto, ma si concentra sulla ferita, che è alla
vista di tutti.
Se ci fosse stato agitazione, e ancora peggio, agitazione psicomotoria, ne i poliziotti ne Raffaele
Costa avrebbero manifestato alcuna circonlocuzione, ne esitazione, perché la malattia stessa
avrebbe fornito tutte le chiare evidenze, indiscusse evidenze, per potere obbligare loro ad inviarmi
con urgenza ad un ospedale.
Eppure, tutte le volte che io mi sono presentato all'edificio degli universitari per ricevere il danaro
dei miei figli che il rettore mi ha rubato attraverso di una ingegnosa frode (ma sempre latrocinio
contro un padre di famiglia indifeso)
tutte le volte è venuto qualcuno a “consigliarmi” di andare da un patronato, un avvocato,
ma sopra tutte le cose, che me ne andassi di li (nonostante non ci fosse un motivo legale o morale
che consigliasi di farmi sparire).
Quando Raffaele Costa ora dice che a lui “li sembra”; non che “è sicuro”, ma che “li sembra”, e
sempre riguardo ad un momento, non ad uno stato prolungato,
in quello stesso momento io stesso non sono consapevole del fatto che si tratta di una manovra di
Raffaele Costa in modo da inventare “giustificatamente” la bugia della “agitazione
psicomotoria”,
vero e totale delirio da parte di Raffaele Costa. Vedete la mia risposta, se davvero è quella di
qualcuno che in quel momento si sente agitato:
Se Dio mi avesse fatto rispondere: “sì, mi sento piuttosto agitato per tutto questo”, tutti ora ci
rendiamo conto che il torturatore avrebbe ricevuto finalmente dalla mia propria bocca la tanto
bramata “giustificazione”. Ma io ho risposto in questo modo:
Il papá di Sebastiano e León Gabriel: Io il momento di agitazione, che i signore che rispetto (segnalando i poliziotti)
l ho avuto nel momento in cui i signori mi hanno presso fisicamente
(vale a dire un ora prima, durante supponiamo un minuto, mentre ero trascinato con la forza, e non
era altra agitazione che quella di chiunque si trovi nella circostanza violenta)
Mi hanno... comunque han fatto il loro lavoro, no ho niente da dire.
Tale è la mia riverenza e rispetto per la polizia, per il senso della legge, capiamoci, che anche
davanti alle circostanze mi ripugnava, come anche oggi mi risulta difficile, mettere in questione
agli stessi poliziotti, che sì avevano usato la violenza in modo illegale, e spiego il perché:
in quel momento credevo che i poliziotti avessero agito in modo illegale, non per loro iniziativa
ma per un ordine diretto dal loro diretto superiore a cui sono giustamente subordinati,
quindi se ora commettevano un delitto, questo delitto era da imputare al loro diretto superiore.
Questo è qualcosa che dovrà necessariamente chiarirsi.
Inoltre sempre quando parlo con un poliziotto tengo conto che nel loro fare quotidiano con i
peggiori di noi,
coloro che davvero ricorrono alla violenza,
sono esposti a cadere nella demoralizzazione ad ogni passo,
soprattutto perché in loro è una esperienza permanente.
In questo senso, è una chiara ingiustizia da parte nostra abbandonarli a loro stessi.
L'isolamento delle forze dell'ordine produce cattivi frutti, come possiamo vedere.
Raffaele Costa, medico prostituito, torturatore:
Per allontanarla.
Il papá di Sebastiano e León Gabriel:
Sì, in modo fisico. Questo mi spaventa, quindi sono spaventato.
Raffaele Costa, medico prostituito, torturatore:
Non si è preoccupato di una situazione del genere.
Il papá di Sebastiano e León Gabriel:
Preoccupato in che senso?
Raffaele Costa, medico prostituito, torturatore:
Se io fosse in una situazione dove interviene la polizia per il mio comportamento
Il papá di Sebastiano e León Gabriel:
Mi spavento.
Raffaele Costa, medico prostituito, torturatore:
C'è un certo allarme sociale per quello che io sto facendo.
E se c'è un allarme sociale (e dovrebbe esserci!) il primo ad essere allarmato sono io.
Quel che fatto e quel che fa il rettore con la mia famiglia, il suo degrado come uomo,
il suo degrado come rettore,
il suo degrado come medico,
il suo degrado come padre di famiglia,
il suo degrado come italiano,
avendo la carica altissima che gli è stata concessa,
è qualcosa di allarmante che dispiace molto, ma molto,
perché in questo modo non si costruisce una città dall'oggi al domani,
ma così si abbandonano i figli.
Ma è pronto Raffaele Costa ad ascoltare queste parole?
Io so che non é pronto ad ascoltare queste parole:
Per il momento (secondo la mia propria e disgraziata esperienza con Raffaele Costa) solo é
pronto a tradire mentire e torturare
Il papá di Sebastiano e León Gabriel:
No no. Per quello che faccio io, no: Per quello che fa il magnifico rettore Giacomo Deferrari.
Perché se no, se annulliamo una parte del discorso è certo che sembra fuori dal normale.
Infatti Raffaele Costa è lì per annullare la parte dei miei figli.
Non è venuto con nessuna altra intenzione. E' venuto a commettere un delitto, e l'ha commesso.
Può qualcuno che sia sotto un severo attacco di acatisia discernere sul momento (come difatti io
dimostro discernimento)?
Raffaele Costa cerca di annullare ai miei figli
attraverso l'annullamento di ogni menzione al delitto commesso da parte del rettore Giacomo
Deferrari,
ed io li segnalo che il crimine commesso da parte del rettore è un motivo essenziale della mia
presenzia lì.
Raffaele Costa solo vede un “allarme sociale”, che non può neanche esistere nella sua testa
perché io non ho generato alcun allarme sociale.
Lui dice “allarme sociale” perché suona ominoso, con la stessa trascuratezza con la quale ha
parlato finora, e continuerà in questo modo.
01,14,40
Raffaele Costa, medico prostituito, torturatore:
É fuori dal normale.
Ciò che è fuori dalla norma è mentire. Non esiste nessuna norma che ammetta la menzogna, e
quello che io faccio non è fuori da nessuna norma morale ne legale.
Che io urli allo scandalo non è anormale.
Ciò che è anormale è lo scandalo, il furto del rettore che ora, con la partecipazione dei poliziotti
disobbedienti, si è trasformata in un furto a mano armata, se mi si consente questa figura riferita
alla indegna partecipazioni dei poliziotti.
Il papá di Sebastiano e León Gabriel: è fuori dal normale a partire di quello che fa il magnifico
rettore Giacomo Deferrari che non paga ad un padre di famiglia come me.
Non è che io passavo di qua perché ho qualche “pensiero circolare” e sono venuto qua a chiedere i
miei soldi.
Ma a partire da una anomalia gravissima, gravissima, di peso molto grave, con delle conseguenze
molto gravi, è successo quel che succede.
E succedono queste anomalia.
C'è la polizia, insomma, che a me certamente spaventa.
Raffaele Costa, medico prostituito, torturatore:
Non le sembra strano che abbiano chiamato uno psichiatra?
Non hanno chiamato uno “psichiatra” perché, appunto, Raffaele Costa non lo è.
Hanno chiamato ad un complice di un crimine, che è quello che fa Raffaele Costa: partecipare col
cuore ad un crimine contro i miei due figli, Sebastiano Abasolo, genovese, di sette anni, e Leon
Gabriel, genovese di tre anni.
Nessun psichiatra nel suo sano giudizio avrebbe inventato, come in effetti ha inventato Raffaele
Costa, che io stessi manifestando una agitazione psicomotoria, acatisia.
Il papá di Sebastiano e León Gabriel:
Io non conosco le modalità. Immagino che chi chiama uno psichiatra chi chiama la polizia poi sa
dare delle ragioni.
Siccome non l'ho chiamata io.
Secondo me non c'era bisogno di uno psichiatra. Io certamente parlo con lei perché non vedo quale
può essere il problema di parlare con Lei.
Raffaele Costa, medico prostituito, torturatore:
Potrebbe essere che dobbiamo andare al pronto soccorso.
Il papá di Sebastiano e León Gabriel:
Beh se lei ritiene che bisogna fare questo ed ha l'autorità per farlo.
Raffaele Costa, medico prostituito, torturatore:
Ho l'autorità e la responsabilità.
(Dunque dovrà rendere conto di ciò che ha fatto. Nota del papa di Sebastiano e Leon Gabriel)
1.16.00
Il papá di Sebastiano e León Gabriel:
La responsabilità e l'autorità, cosa le posso dire?
Raffaele Costa, medico prostituito, torturatore:
(guardando ai poliziotti) Per voi ha commesso qualche reato?
Se io soffrivo di agitazione psicomotoria, dovrei essere ricoverato a causa della agitazione
psicomotoria e non a causa di alcun reato.
Raffaele Costa sapeva perfettamente che lui avrebbe invocato falsamente l'agitazione
psicomotoria, ma chiede se io ho commesso alcun reato per incrementare la sua torturante
pressione su di me. No le conviene che io mantenga la calma. Lui vuole una mia crisi, e lavora per
ottenerla con la procedura di cui ha dimestichezza: le allusioni minaccianti.
Poliziotto disobbediente DUE:Stiamo valutando. Siamo al limite (non si capisce ) Ha offeso il Magnifico Rettore.
E' questo non lo è, un atto di tortura psicologica?
Qualcuno dubita ancora del fatto che si stesse cercando di spaventarmi con l'obiettivo di farmi
perdere il controllo di me stesso?
Cosa che loro cercavano disperatamente di provocare in me per avere un segno che
“giustificassi” la tortura e il rapimento che avevano già deciso di compiere.
Qui questo poliziotto, che in fondo non è più che un povero disgraziato,
vittima della sua propria mancanza di fede,
mi manda alla morte con la più assoluta irresponsabilità.
Se io muoio nel ospedale, non è un problema suo, (è quello che il poliziotto crede),
perché per questo poliziotto la legge non è importante.
Lui non crede nella legge,
crede solo in ciò che ha davanti agli occhi, come il rettore, ad esempio.
Allora mente su di me per restare sicuro che il rettore lo guarderà con simpatia.
Se il rettore è un ladro, lui non vuole saperlo.
Ma se io dico che il rettore è un ladro, immediatamente il rettore è innocente,
ed io sto “offendendo al rettore”,
perché un rettore se viene accusato di essere un ladro, è un offeso, un calunniato.
Qui abbiamo (dice questo poliziotto che non obbedisce alla legge perché lui non conosce la
legge) un delitto di calunnia.
Non è possibile, dice questo poliziotto, che l'offensore sia il rettore, che il rettore sia un ladro,
perché lui crede di sapere che tutti i rettori sono innocenti.
Questo poliziotto ha detto che io ho offeso a Giacomo Deferrari non in un momento casuale, ma
nel preciso istante in cui lo psichiatra (il quale aveva manifestato la sua intenzione di
acchiapparmi) le chiede che mi imputi qualcosa.
E' necessario notare che il medico traditore che fino ad ora tutto quello che aveva potuto dire su
di me era, mentendo, che li ero sembrato agitato durante un momento,
e questo è tutto il fondamento “medico” di tutto quello che ha detto finora,
perché il resto è aperta complicità con il medico Giacomo Deferrari,
in quel momento, il poliziotto senza avere dato il suo proprio nome mente davanti alla mia faccia,
perché si sente sicuro che nessuno gli farà pagare per quello che ha appena detto,
sicuro che ne Sebastiano di sette anni, ne Leon Gabriel di tre, possono contro di lui,
e sicuro che io non cercherò di vendicarmi, perché anche questo poliziotto amico del male si rende
conto che io non cercherò vendetta.
Solo Dio chiederà conto di quel che fa, ma questo poliziotto non credendo in Dio che è la verità,
che è vivo e che sa molto bene quello che sta facendo, lui che non crede in niente di tutto ciò, per
quale ragione dovrebbe preoccuparsi?
Dunque mente con tutta tranquillità, e dice che io ho offeso a Giacomo Deferrari, perché dichiaro
che Giacomo Deferrai è un ladro, come effettivamente lo è.
Infatti lo stesso Giacomo Deferrari mi ha scritto una lettera che io ho letto a casa mia, dove
mentendo dice che sono stato pagato correttamente.
Questo poliziotto se viene chiesto di mentire, mente. E se la menzogna rappresenta una tortura per
la sua vittima, non si preoccupa.
Lui si sente al riparo e questo gli basta.
Questo stesso poliziotto, che ora finge esitazione e menziona un delitto di calunnie, la stessa
mattina mi aveva imputato altri quattro reati, come ho già detto più su, e si vedrà nel dettaglio più
sotto.
Raffaele Costa, medico prostituito, torturatore:
(con tono scandalizzato) Ha fatto delle offese?!!
Ci rendiamo conto che Raffaele Costa è un vero scellerato?
Non era venuto come medico a vedere se avevo bisogno di aiuto?
Chi ha il coraggio di chiamare aiuto medico il chiedere al poliziotto che lui sa che mentirà, se io
ho commesso alcun reato?
Chi ha il coraggio di chiamare “aiuto medico”
il fingere scandalo dicendo che io “ho fatto delle offese”?
E' stato un miracolo di Dio che io sotto questa indegna, bestiale, degenerata pressione, tortura
psicologica a carico del poliziotto disobbediente “DUE”
e del prostituito dottore Raffaele Costa, io non sia caduto in alcun vero gesto di abbandono che
permettessi loro di continuare con una “prova” che “obbligava a loro a rinchiudermi” (cosa che
hanno poi fatto)
Invece, senza perdere la calma o detto:
Il papá di Sebastiano e León Gabriel:
- Mah, io ho detto che il..
Raffaele Costa, medico prostituito, torturatore:
(interrompendo)
No! Ha fatto una offesa, non mi deve spiegare!
Se un pubblico ufficiale mi dice che ha fatto delle offese..
lei non mi deve spiegare cosa ha detto, cosa non ha detto
che non è quello il punto.
Certamente, il punto (per Raffaele Costa) è trovare qualunque cosa per firmare un permesso di
azione violenta contro di me, e togliermi dall'edificio degli universitari dove io ero a chiedere che
un ladro, Giacomo Deferrari, mi ridia il danaro che ha rubato, danaro che serve per il mangiare
dei miei due figli minorenni, e per pagare il tetto dove io che sono il loro papà, li possa curare.
Se un poliziotto, che è un ufficiale di governo unto per portare un arma con se,
dice che io ho offeso a qualcuno, quello che io dico non conta più niente (secondo Raffaele Costa)
Secondo Raffaele Costa io, padre di famiglia, un cane o un gatto, abbiamo lo stesso stato
“giuridico”.
Se il poliziotto mente, Raffaele Costa dirà che non si è basato su quella bugia per prendere la
decisione, ma sulla famosa agitazione psicomotoria.
Nel frattempo, io dico che così come la bugia del poliziotto, costituisce un reato di falsa accusa,
come anche la manipolazione immediatamente ulteriore che continua a fare Raffaele Costa,
medico prostituito,
entrambi costituiscono parte integrante necessaria della tortura psicologica che mi stavano
infliggendo con l'obiettivo di sconvolgere la mia integrità psichica.
Il papá di Sebastiano e León Gabriel:
E quindi cosa mi sta dicendo lei a me in questo momento?
Raffaele Costa, medico prostituito, torturatore:
Sto dicendo che per quello che percepisco io, è in una condizione Sua di particolare disaggio,
che la sta portando, più o meno consapevolmente, ad avere delle conseguenze sul piano giuridico
E questo cosa ha a che fare con la agitazione psicomotoria?
Oltre al fatto che è completamente falso. Del tutto confuso.
Disaggio che porta conseguenze giuridiche?
IN QUALE SCUOLA DI MEDICINA SI RAPPORTANO OSSERVAZIONI DI QUESTO TENORE?
Questo vedo, no? Un possibile sviluppo della situazione.
Loro sono preoccupati (indica al poliziotto disobbediente DUE ),
io collaboro abitualmente con le forze dell'ordine, e se sono preoccupati, di solito, a ragion veduta.
E' del tutto evidente che con il testo di un personaggio di Totò si può torturare un padre di
famiglia, come in effetti in questo caso a me stesso.
Supponendo che fossi vero che io soffro un disagio (a parte il fatto che disagio non è in se un
sintomo psichiatrico), e che questo disagio mi portassi conseguenze giuridiche,
In cosa riguarda tutto questo alla scienza psichiatrica, in cosa riguarda tutto questo alla
medicina?
Io sono sano, anche se molto dispiaciuto.
Nello specifico mi sento dispiaciuto perché il rettore Giacomo Deferrari ha, con una procedura
ingegnosa e fraudolenta, rubato durante più di un anno e mezzo il danaro, molto danaro destinato
a pagare il tetto familiare e il cibo per i miei figli.
Se esterno il mio clamore in maniera moralmente e legalmente corretta,
ne gli ufficiali di polizia,
ne i medici hanno l'obbligo di obiettarlo,
come invece non solo hanno fatto i due cattivi poliziotti ed il traditore medico Raffaele Costa,
ma contro la legge mi hanno torturato,
mi hanno privato illegittimamente della libertà,
e mi hanno rinchiuso nel reparto psichiatrico dell'Ospedale Duchesa di Galliera,
il cui nome hanno così ridotto a quello di una volgare prostituta.
Ma a Raffaele Costa, medico psichiatra regolarmente laureato e con più di trent'anni di funzione
medica -solo Dio sa di quale scuola di medicinadire che a lui gli sembro irritato e che ci sono delle conseguenze giuridiche in ballo
-che Giacomo Deferrari mi ridia il danaro che mi ha rubato sarebbe una conseguenza giuridica,
perché se così facesse, sarebbe un atto di iure, come io non cerco di risolvere de facto ne questa
ne nessun altra questione.dire questo, che sembro irritato, o a disagio,
avrà a Raffaele Costa, procurato la sensazione di tenere nelle sue mani una scusa plausibile per
rinchiudermi nel reparto psichiatrico.
E' talmente così, che il poliziotto che abbandonò la difesa della legge per intraprendere la lotta
contro la legge,
lo stesso che mentendo ha detto che io ho offeso il rettore,
si è sentito forse contento di ciò che lui avrà creduto retorica medica di Raffaele Costa, e così
questo poliziotto ormai per le forze dell'ordine perso, ha detto, udite:
Poliziotto disobbediente DUE: Siamo preoccupati per te. Che questa cosa possa darti ulteriormente... (non dice più niente)
Ulteriormente cosa? Non c'è bisogno nemmeno di completare quel che dice:
1) particolare disaggio... 2) conseguenze giuridiche... 3) che possa darti ulteriormente...
Dicono letteralmente qualunque cosa, perché io ho detto che non è con loro con chi devo parlare
sul fondo della questione,
che è un furto commesso,
e la mia esclusione dagli impieghi pubblici,
bensì con chi ha prodotto questi due mali contro la mia famiglia, il rettore Giacomo Deferrari,
ladro e fraudolento.
Questa mia posizione, che è una posizione fondata ragionevolmente,
portò a tanti malviventi a confondermi con qualcuno che non sono,
in modo che si sono sentiti liberi di manifestarsi per quel che sono,
che è quello che viene fuori ascoltando le conversazioni svolte non nella Siberia sovietica, ma
dentro gli uffici degli universitari di Genova,
e dentro l'Ospedale Duchesa di Galliera il cui illustre nome hanno ridotto a quello di una
prostituta.
Raffaele Costa, medico prostituito, torturatore:
Allora mi viene un po l'idea che a tutela Sua, anche Sua protezione,
Per dire questo, ovvero per dire “tutela sua, tutela mia su di lei”
dovrebbe essere chiaro e distinto che io non sono in condizioni di mantenere un dialogo coerente,
ne di prendere le mie proprie decisioni.
Ma invece io prendo le mie proprie decisioni e governo i miei figli e porto una vita di ordine e
speranza, anche nel mezzo della non-speranza fomentata da episodi come questi.
Ecco qui la Genova che Stalin non è riuscito ad avere nella sua vita,
ma che è facile da vedere come a Genova gli si rende onori a Stalin
dalla bocca di un medico traditore della medicina, ma fedele agli ideali perversi di Stalin,
i cui metodi conosce ed applica con diligenza.
Qui ci sono le parole di Raffaele Costa, medico prostituito
al servizio di un ladro, Giacomo Deferrari, infatti è chiaro che Raffaele Costa solo sta facendo ciò
che gli si è chiesto di fare: che mi faccia portare via di li e che mi confezioni un falso precedente
medico
che mi “tolga autorità” ogni volta che io dico che il rettore Giacomo Deferrari è un ladro.
Ciò che ne Giacomo Deferrari ne Raffaele Costa possono evitare
è l'esistenza precedente a tutto questo: il capitolato di obbedienza obbligatoria
pronunciato dallo stesso rettore Giacomo Deferrari,
che dice che ad un C1, che sono io, pagano sotto giuramento 13 euro l'ora,
anche se dopo mi hanno pagato 10, tenendosi i 3 euro.
E neanche Giacomo Deferrari e Raffaele Costa possono evitare
che lo stesso Giacomo Deferrari mi abbia scritto una lettera individuale a casa mia per dirmi ,
mentendo, che mi avevano pagato correttamente,
e che lo diceva dopo due, non una, ma due verifiche.
Qui ora continua a parlare questo criminale che usa i ragionevoli poteri che ogni medico ha per
potere chiedere una vera (VERA!) emergenza di un trattamento sanitario obbligatorio
usa questi ragionevoli poteri in modo degenerato e noi tutti possiamo vederlo. Udite Raffaele
Costa:
a tutela sua veramente sia necessario fermarsi un attimo e valutare un po le cose,
non in un cortile così, ma in una situazione idonea
per quella che è la Sua attuale situazione di un profondo disaggio emotivo
Di quale profondo disaggio emotivo parla? Io sono indignato e dispiaciuto. Questo è tutto. Il
modo moralmente e legalmente corretto in cui lo esprimo e affare mio, non della medicina.
Raffaele Costa vuole strapparmi con la forza dall'edificio degli universitari dove io sono,
per quale motivo?
Perché chiedo che il rettore faccia come Zaccheo davanti a Gesù, che riconosca il male fatto e
ridia il danaro che è danaro dei miei figli: Sebastiano, genovese di sette anni, e Leon Gabriel,
genovese di tre anni.
Già prima, una parte di quello che mi doveva Giacomo Deferrari ha fatto che mi fosse stata
ridata,
dopo una mia identica espressione nello stesso edificio degli universitari,
con le stesse urla,
accettando la mia espressione, come infatti è veramente accettabile,
anche se ora lo psichiatra Raffaele Costa, che semplicemente è un delinquente,
decide per conto del Diavolo non soltanto che non è accettabile,
bensì, condannando se stesso, Raffaele Costa produce, attraverso l'uso degenerato della sacra
unzione dei medici, il mio ricovero psichiatrico.
Di tutto questo Raffaele Costa deve rendere spiegazioni.
E' quello che vedo, non ho nessun problema a dirlo.
È una Sua condizione di grande disaggio quello che sta accadendo.
Ed anche di qualche difficoltà a percepire un po i limiti di ciò che si può e non si può fare.
Raffaele Costa, improvvisato professore di morale, mi sgrida perché non accetto la bugia che
invia i miei figli alla fame ed alla morte.
Lui sì che sa i limiti di ciò che si può e non si può fare!
Ad esempio, si può rapire illegalmente con una falsa diagnosi ad un padre di famiglia sano che
chiede giustizia in modo cristiano,
che è esattamente quello che lui sta per fare ora.
Probabilmente in altre condizioni è perfettamente in grado di sapere che no può insultare al mondo.
Io non insulto nessuno, e men che meno al mondo. Gesù viene a salvare non a condannare.
Chi insulta al padre e al figlio è Giacomo Deferrari, ladro degli indifesi,
come indifesi sono io stesso ed i miei figli, Sebastiano, genovese di sette anni e Leon Gabriel,
genovese di tre anni.
E Raffaele Costa sì insulta, insulta alla medicina, alla legge, alla famiglia, ai miei figli, ed a me,
usando con falsità, consapevolmente, premeditatamente, la sacra unzione dei medici non per
curare ma per inviarmi alla morte perché dico la verità,
come è alla vista di tutti che io dico la verità,
che non offendo nessuno, ma che sto rispondendo ad una gravissima offesa del medico Giacomo
Deferrari, rettore dell'università di Genova.
ed è qui la mia risposta in quel momento:
Il papá di Sebastiano e León Gabriel: Che non posso insultare? Lei sta dicendo, sta dichiarando che io ho insultato qualcuno.
Raffaele Costa, medico prostituito, torturatore:
No no, io mi riferisco ad una dichiarazione di un pubblico ufficiale.
Una dichiarazione menzognera del poliziotto disobbediente DUE, che Raffaele Costa prende come
verità della medicina, perché Raffaele Costa agisce davanti a me come inviato dei medici,
e come verità della medicina, lui dichiara come verità stabilita che
“probabilmente in altre condizioni lei è nelle condizioni di sapere che non può insultare al
mondo”
E si tenga conto che il poliziotto disobbediente DUE non ha detto che io ho insultato al mondo,
bensì al “Magnifico Rettore”,
l'aggiunta che io insulto al mondo appartiene,
e non provvisoriamente, alla bocca dalla quale è uscita,
la bocca del dottore prostituito, del medico prostituito, dello psichiatra Raffaele Costa.
01.18.17
Il papá di Sebastiano e León Gabriel:
Io non nego niente. Io ho detto che il magnifico rettore è un ladro perché E' un ladro.
Raffaele Costa, medico prostituito, torturatore:
questo non si può fare!
Allora se lei non è in grado di comprendere in questo momento che è una cosa che non si può fare,
io sono preoccupato.
Perchè immagino che in mille altre situazioni lei sia in grado di valutare...
Il papá di Sebastiano e León Gabriel:
Cioè, non si può chiamare ladro un ladro?
Raffaele Costa, medico prostituito, torturatore:
Assolutamente no!
Il papá di Sebastiano e León Gabriel:
A un ladro non lo si può chiamare ladro?
Raffaele Costa, medico prostituito, torturatore:
NO! Mi conferma che qualunque cosa...
Il papá di Sebastiano e León Gabriel:
Ne prendo atto di quello che Lei dice.
Questa parte del dialogo rimarrà per sempre negli anali della psichiatria genovese,
negli anali della medicina genovese,
Perché da qui nasce la determinazione stalinista di Raffaele Costa di mandarmi alla morte,
valendosi della medicina psichiatrica alla sua volontà, come grottesca maschera dionisiaca, e non
secondo il giuramento ipocratico dei medici
E questa parte del dialogo del dottore Raffaele Costa con me, padre di famiglia cristiano,deve
essere ricordata in modo da ristabilire l'onore nel quale deve essere mantenuto l'illustre nome
della Duchesa Di Galliera, generosa benefattrice dei poveri di questa città, signora per bene, che
mai avrebbe sognato che nel suo ospedale avrebbero torturato ad un padre di famiglia onesto e
indifeso, per rendere omaggio ad un vile ladro, il rettore Giacomo Deferrari, vergogna della città
di Genova.
Raffaele Costa, medico prostituito, torturatore:
Lei non ha il concetto di calunnia mi scusi.
Raffaele Costa inventa di sana pianta il significato del reato di calunnia per così poi potere
imputarmelo.
Codice Penale Art. 368 Calunnia
Chiunque, con denunzia, querela, richiesta o istanza, anche se anonima o sotto falso nome, diretta
all’Autorita’ giudiziaria o ad altra Autorita’ che a quella abbia obbligo di riferirne, incolpa di un
reato taluno che egli sa innocente, ovvero simula a carico di lui le tracce di un reato, e’ punito con
la reclusione da due a sei anni. La pena e’ aumentata se s’incolpa taluno di un reato pel quale la
legge stabilisce la pena della reclusione superiore nel massimo a dieci anni, o un’altra pena piu’
grave. La reclusione e’ da quattro a dodici anni, se dal fatto deriva una condanna alla reclusione
superiore a cinque anni; e’ da sei a venti anni, se dal fatto deriva una condanna all’ergastolo.
Il papá di Sebastiano e León Gabriel: Calunnia è quando uno chiama ladro..(ad un ladro)
Raffaele Costa, medico prostituito, torturatore:
(interrompendo) Non è vero!
Non si può dire! Anche se è vero. Mi segue?
Non è vero ma è vero. Non si “può” dire, ANCHE SE E' VERO.
Cosa ha appena dichiarato nel nome della medicina, a me padre di famiglia cristiano con una
formazione modesta, dato che solo possiedo il diploma di maturità,
questo veterano medico psichiatra, di formazione universitaria,
assistente a numerosi congressi internazionali di psichiatria (?),
Mi ha appena detto che non si “può” dire la verità, anche se è verità.
Raffaele Costa tradisce se stesso e dice che quello che io dico “è vero”.
Non dice “anche se fosse vero”, bensì “anche se è vero”
Un medico veterano come Raffaele Costa, esperto nell'uso della parola,
conosce la differenza tra i tempi dei verbi molto meglio di me, grazie alla sua esigente formazione
universitaria, e dovuto alla sua enorme esperienza di diverse decade
Se ha detto “è” non ha detto “fosse”.
Lui non stava parlando agli amici del bar dello sport, ma parlava (si suppone) per giudicare se io
sono capace di intendere e volere,
capace di dialogare coerentemente,
capace di adottare responsabilmente il mio proprio percorso cristiano di azione,
come infatti è vero che io mi dichiaro cristiano
e Raffaele Costa aveva letto le mie precedenti lettere al rettore,
le quali sono documenti e la cui conoscenza hanno permesso a lui di potere dire, “è vero” e non
“fosse vero”,
parlava con me come uno che dispone del potere della vita e della morte,
anche se è soltanto autorizzato a disporre del potere di aiutare alla vita.
Ma Raffaele Costa disprezza la verità,
ed è così che ha disposto di inviarmi alla morte,
e se io sono uscito vivo dall'ospedale, pazienza, lui ha fatto del suo peggio.
E forse si può ancora fare peggio di quello che Raffaele Costa ha fatto contro i miei figli, contro la
mia famiglia, contro di me?
Sì, si può fare peggio.
Ed è ciò che nel suo silenzio di morte fa il rettore Giacomo Deferrai,
ladro, ed ora che l'ho sperimentato, posso dire che è anche un uomo molto pericoloso,
perché senza dare la faccia lui stesso, appaiono nuvoli di bugiardi che piovono bugie su di me,
minacce su di me, e questa azione di morte scatenata da Raffaele Costa su di me,
affinché i miei figli ed io moriamo
a causa del fatto che io dico la verità.
Il papá di Sebastiano e León Gabriel: Sì. E' quello che Lei dice.
01,19,01
(non si capisce ndr)
Raffaele Costa, medico prostituito, torturatore:
Se lei non è in grado …..-da persona colta immagino... lei cosa fa, ha studiato?
Il papá di Sebastiano e León Gabriel:
No. sono una persona semplicissima non particolarmente colta.
Raffaele Costa, medico prostituito, torturatore: Cosa ha fatto, terza media?
Il papá di Sebastiano e León Gabriel:
Ho fatto il diploma.
Raffaele Costa, medico prostituito, torturatore:
Il diploma, ecco. Allora, però
è in grado di capire la differenza tra calunnia e diffamazione e tutte queste cose qua, no?
Lei sa comunque che in un contesto del genere,
probabilmente è una cosa che può avere delle conseguenze.
Però leggo una sua difficoltà da questo punto di vista. Una sua fatica.
Ad un primo ascolto, sembrerebbe che Raffaele Costa stessi farneticando.
Perché ha appena detto due cose:
che io dico la verità, e che la verità non si può dire
Se io dico la verità, “che non si può dire”, da dove potrebbe venir fuori la necessità di parlare di
calunnia e diffamazione?
E aggiungo: dal punto di vista medico, o più strettamente, dal punto di vista psichiatrico, la
calunnia e la diffamazione sono quadri clinici?
No, non lo sono, certamente.
Raffaele Costa, e per questo io dico che sembra farneticare, parla di calunnia e diffamazione
pensando che con due parole che suonano così ominose, sicuramente riuscirà ad intimidirmi,
ed io eventualmente finirò per non opporre resistenza al suo progetto di “ricoverarmi”,
che, è chiaro, era già stato scritto.
Se lui riusciva a “ricoverarmi” col mio consenso, il piatto era servito.
Davvero le mie precedenti esitazioni lo autorizzavano a fantasticare che una manovra del genere
fosse possibile,
ma Dio, che si occupa dei meno educati come me, non ha permesso che io diventassi complice del
suo proposito di togliermi finalmente di mezzo,
e in questo modo, togliere di mezzo miei figli.
Perché in fondo la questione della frode e delle bugie accumulate da Giacomo Deferrari (visto
che, non dobbiamo ingannarci: Raffaele Costa era lì al servizio delle bugie del rettore Giacomo
Deferrari, non perché avesse il suo proprio indipendente progetto riguardo alla mia morte)
in fondo la questione c'è l'azione fraudolenta contro la mia integrità famigliare, che è sacra e deve
essere custodita.
L'urlo delle collaboratrici del rettore, con l'assenso del menzognero di fiducia, Egidio Boitano,
sono sempre un urlo contro l'integrità della famiglia:
“i figli non c'entrano”!
Invece non c'è verità se non si comincia dal figlio.
Colui che non riconosce al figlio, non riconosce al padre.
Il rettore si riconosce al proprietario di “Temporary”,
e occulta con molta cura il nome del proprietario di Temporary,
e la ragione per cui deve occultare il nome del proprietario di “temporary” è semplice: è un suo
complice, e lui è dalla parte dei suoi complici non delle vittime,
e le vittime sono i miei due figli piccoli, Sebastiano, genovese di sette anni, e Leon Gabriel,
genovese di tre anni, i quali entrambi devono essere protetti, non espulsi, come in effetti i miei figli
sono stati espulsi dalla mensa genovese,
e ancora oggi il rettore non ha fatto che venga pagato all' INPS le somme derivate dai 13 euro la
ora. Promessi a me sotto giuramento.
Calunnia e diffamazione è -peggio di calunnia e diffamazioneinviare con la forza e contro la legge ad un uomo sano che dice la verità
come se fosse malato, applicando consapevolmente la violenza fornita da due poliziotti in piena
disobbedienza,
contro la legge, senza motivo, per produrre danni ed eventualmente morte,
calunnia e diffamazione è -peggiore di calunnia e diffamazione- inviare un uomo sano, che sono io
Alejandro Abasolo,
a ricevere un trattamento sanitario obbligatorio in un reparto di psichiatria, torturandolo
selvaggiamente attraverso l'uso di procedure psicologiche,
agitando davanti a me la minaccia formulata con una procedura che retoricamente appare
farneticante,
ma che un qualunque semiologo accetterà come una vera minaccia mal occultata,
di fare cadere su di me accuse riguardo a qualcosa che io non ho mai commesso
nello specifico, di calunniare al rettore dato che io dico a voce alta che è un ladro,
presento oggi all' esame dei principali universitari, come effettivamente sono i membri del senato
accademico, le evidenze incontrastabili del fatto che quanto io dico riguardo al rettore Giacomo
Deferrari è la schietta verità.
Su questa base con serenità ho risposto, al criminale Raffaele Costa, in questo modo:
Il papá di Sebastiano e León Gabriel:
Io non concordo, ma se Lei vuole dire quello che vuol dire,
come ha detto prima, ha l'autorità...
Raffaele Costa, medico prostituito, torturatore:
Io dico che a tutela sua, vista la situazione. E' bene comunque fare un controllo.
Questa è la mia posizione. Io intervengo in una situazione (non si capisce).
Io non la conosco, non so se è seguito da qualche psichiatra non so nulla di lei. No?
(non ha neanche chiesto. Non era importante, o peggio, non voleva ricevere buone notizie,
riguardo me, che potessero complicare il suo piano)
In sostanza. Quindi in questi casi il mio ruolo è quello di fornirle la maggiore protezione possibile,
no?
In una situazione che rischia per mille ragioni di diventare ancora più grave,
nel momento in cui non si tenga in conto il Suo disaggio emotivo,
e si ritenga che Lei sta agendo in modo responsabile.
Il papá di Sebastiano e León Gabriel:
Io agisco in modo responsabile.
Devo firmare qualcosa?
Raffaele Costa, medico prostituito, torturatore: Allora se ne assuma le conseguenze.
E' questo un medico che tratta con un malato di acatisia? No.
ne io soffro agitazione psicomotoria
ne Raffaele Costa è un medico
per questo li si scapa “ne asuma le conseguenze” e vada al manicomio.
Il papá di Sebastiano e León Gabriel:
Assolutamente, assolutamente. Ci mancherebbe altro.
Raffaele Costa, medico prostituito, torturatore:
Però è mio dovere in una situazione del genere
Quale situazione, di quale genere? Se non specifica non sta dicendo niente.
avere una sorta di principio di precauzione
Precauzione riguardo a cosa esattamente? Neanche qui sta dicendo niente. Arriverà il momento in
cui questo delinquente sarà interrogato?
perché comunque secondo me è importante che lei faccia un controllo.
Dal punto di vista, anche sanitario
Sanitario? Quale aspetto della sanità pubblica potrebbe vedersi condizionato dalla mia condotta
esemplare?
Con queste parole toglie la libertà ad un padre di famiglia sano.
Il papá di Sebastiano e León Gabriel: Se questo è il Suo dovere ed ha l'autorità per farlo..
Raffaele Costa, medico prostituito, torturatore:
Assolutamente sì
Ma questa autorità non è illimitata.
Bisogna rendere conto.
Per cominciare ci sono tutte le mie domande, e le mie affermazioni, e le evidenze che sto
cominciando a presentare.
Il papá di Sebastiano e León Gabriel: Io ritengo che questo non sia necessario, dalla mia posizione.
(Raffaele Costa no risponde e si rivolge ai poliziotti e parla di procedure 01.21.10)
(passa del tempo in cui parla coi poliziotti)
01,22,25
Il papá di Sebastiano e León Gabriel:
Posso fare una telefonata?
Poliziotto disobbediente DUE:
Chi devi chiamare?
Il papá di Sebastiano e León Gabriel:
Mia moglie.
Poliziotto disobbediente DUE:Si certo. Tu non sei in nessun stato di fermo ne niente
Ma se sono stato portato fin lì coattivamente!!
e durante tutto il tempo in cui speravano il medico prostituito, i poliziotti disobbedienti
si erano messi in un punto tra me e la porta perché non potesse uscire!!
Senza parlare del fatto che la autorizzazione me la ha dato
soltanto dopo avermi chiesto con chi parlerò.
è solo che c'è un dottore che dice che è meglio che fai una visita,
magari ti raggiunge tua moglie in ospedale... (non si capisce)
(parlo con mia moglie)
Poliziotto disobbediente DUE:
Al Galliera vai, eh?
01,26,00
attenzione, non si capisce bene perché Raffaele Costa parla a voce bassa.
Ma più o meno dal minuto 1.26 al 1.27 e qualcosa, parlano di come definire la situazione, mi pare
che tra il 01,26,50 e il 01,27,00 Raffaele Costa dica ad uno dei poliziotti che la situazione non
corrisponde alla descrizione che fa il poliziotto e lo invita a correggersi)
01.27.25
Raffaele Costa, medico prostituito, torturatore: Ascolti, ma lei sente una qualche pressione esterna o interna per comportarsi così?
(questo me lo chiede dopo che ha sentito la mia telefonata a mia moglie in cui chiedevo di parlare
con mio padre)
Il papá di Sebastiano e León Gabriel:
É una domanda un po ambigua quella che lei mi sta facendo.
Raffaele Costa, medico prostituito, torturatore:
Forse volutamente per capire.. per lasciarle la libertà di dirmi quello che le viene in mente.
Il papá di Sebastiano e León Gabriel:
Io sento, molto forte, l'anomalia che il magnifico rettore di questa università non paghi ad un
dipendente padre di due figli,
che ha bisogno di quei soldi per dare da mangiare ai propri figli,
questo lo sento come un peso forte, sì.
Raffaele Costa, medico prostituito, torturatore:
Non elaborabile quindi con gli strumenti abituali, con quelli legali.
qui è evidente come a Raffaele Costa, psichiatra prostituito, non interessasi sapere se ho una
pressione o meno,
quanto arrivare a ripetere quello che aveva già detto,
infatti non c'è connessione logica tra quello che io dico -ovvero parlo della pressione che sentoe quello che lui risponde -il metodo per risolvere una situazione la cui legalità lui stabilisce per
conto de la medicina universale: patronato o avvocato)
Ci sarà un avvocato a dirle che quello che io ho fatto e stato sempre legale?
Comunque Raffaele Costa sapeva già prima di arrivare che quello che io faccio è sempre
perfettamente legale
Ora lo vedremmo perché sarà lui stesso a dirlo.
Il papá di Sebastiano e León Gabriel: Io gli strumenti “abituali” a me non... non è un discorso
che mi appartiene
Io vacillo in quel momento per timore a cadere in una falsa polemica, come mi avevano già fatto
cadere Egidio Boitano e le due signore il 23 luglio 2012 all'interno degli edifici universitari.
Raffaele Costa, medico prostituito, torturatore: Quale scusi?
Il papá di Sebastiano e León Gabriel:
“Strumenti abituali” io non so..
Raffaele Costa, médico prostituito, torturatore:
Ma si sarà qualche volta confrontato con qualche problema che.. richiede di una valutazione non
solo con strumenti suoi ma con qualche professionista, qualcuno che sapesse.. oppure no.
Il papá di Sebastiano e León Gabriel:
No. Io parlo con persone amiche che lavorano nella legge, ed hanno che a fare con la legge.. questo
sì. Ma non come consulenza.
Raffaele Costa, medico prostituito, torturatore:
Ma riceve qualche pressione di tipo famigliare
(ecco dove voleva arrivare già prima con le “pressioni interne o esterne” subito dopo avere
sentito la telefonata in cui chiedevo di parlare con mio padre)
Per andare in questa direzione.. qualcuno l'ha in qualche modo.. no dico obbligata ma...
Il papá di Sebastiano e León Gabriel:
Io la pressione che ho, è quella di assicurare gli alimenti ai miei figli.
(non si capisce)
01.29.29
Raffaele Costa, medico prostituito, torturatore:
Cosa pensa sua moglie del fatto che lei sia venuto qua rischiando... denunce,
Denunce per quali reati? Sta mentendo. Hanno minacciato di imputarmi cinque reati, tutti con
falsità.
rischiando la resistenza cosa ne pensano i suoi? Sono d'accordo?
La resistenza a ridare ciò che è stato rubato esiste al di la se io vengo o meno a reclamare. Io
vengo a chiedere affinché la resistenza del rettore sia deposta da lui stesso.
Il papá di Sebastiano e León Gabriel: mia moglie è molto dispiaciuta per il fatto che il rettore non voglia pagarmi.
Raffaele Costa, medico prostituito, torturatore:
Quindi non è preoccupata
le ho appena detto che è molto dispiaciuta e mi dice che non è preoccupata?!!
Il Cardinale Angelo Bagnasco ha detto che le dispiace molto la corruttela ecc nelle regioni,
sicuramente anche in Liguria, dato che il prefetto Musolino dice che a Genova più che problemi di
sicurezza pubblica, ci sono problemi di ordine pubblico, quindi di illegalità.
Secondo l'udito di Raffaele Costa, il Cardinale Bagnasco quindi non è preoccupato per la
corruttela!!
Il papá di Sebastiano e León Gabriel:
Sì, sì. Siamo tutti preoccupati
(Raffaele Costa si mette a parlare con i poliziotti a voce bassa)
01,31,57
Raffaele Costa, medico prostituito, torturatore:
Ecco mi chiedevo se non erano preoccupati i suoi famigliari.
Il papá di Sebastiano e León Gabriel:
Lo siamo tutti. Io per primo sono preoccupato.
Raffaele Costa, medico prostituito, torturatore:
Ho la sensazione che lei sia un po solo e deva fare un po tutto da solo.
Il papá di Sebastiano e León Gabriel:
Mah, no. Non sono solo.
Raffaele Costa, medico prostituito, torturatore:
E come! Anche qui e solo ci sono sei o sette forze dell'ordine, medici e addetti che si stanno
occupando di lei, ma nessuno.. come dire
Il papá di Sebastiano e León Gabriel:
Perché sono nel palazzo del magnifico rettore.
Raffaele Costa, medico prostituito, torturatore:
E quindi?
Il papá di Sebastiano e León Gabriel:
É più forte il magnifico rettore a casa... probabilmente a casa mia...
Raffaele Costa, medico prostituito, torturatore:
No no, potremmo essere tutti a casa sua, mi scusi.
Il papá di Sebastiano e León Gabriel:
No.
Raffaele Costa, medico prostituito, torturatore:
Eh sì. E' così. Io potrei fare un intervento a casa sua.
Il papá di Sebastiano e León Gabriel:
Io ho dei dubbi... un intervento, sí ma non sarei solo, è quello che sto dicendo.. non ci sarebbe tutte
queste persone..
Raffaele Costa, medico prostituito, torturatore:
(interrompendo) Ma persone chi sarebbero, mi scusi.
Il papá di Sebastiano e León Gabriel:
Mi faccia finire. Tutte queste persone che non capiscono la mia situazione.
(non si capisce)
Raffaele Costa, medico prostituito, torturatore:
I signori hanno capito benissimo.
Poliziotto disobbediente DUE:
(non si capisce) ...un patronato gratuito.. lei però dice che non vuole andarci.
Raffaele Costa, medico prostituito, torturatore:
Questo è probabilmente che preoccupa.
Cosa vuole dire? Chi si preoccupa? Sempre la stessa tecnica di parlare a metà. Non è certamente
medicina, è pressione psicologica, corrosione dell'anima.
Poliziotto disobbediente DUE:
Noi la capiamo...
(no si capisce)
Raffaele Costa, medico prostituito, torturatore:
Dice che ha lavorato e deve essere pagato quindi, per carità, siamo d'accordo però....
01.33.35
Il papá di Sebastiano e León Gabriel:
Io penso che, da il punto di vista legale e dal punto morale, quello che io faccio sia impeccabile.
Raffaele Costa, medico prostituito, torturatore: mi scusi?
Il papá di Sebastiano e León Gabriel: impeccabile.
Raffaele Costa, medico prostituito, torturatore:
E' questo il problema, forse. E' questo il problema.
(interviene un poliziotto, no si capisce.. parla comunque del fatto di andare per vie tipo patronato,
ecc.)
Raffaele Costa, medico prostituito, torturatore:
E non avrebbe tutto sulle sue spalle, perché ho un po la sensazione che lei si stia prendendo su di se
la decisione di cosa fare.
E questo sia obiettivamente impegnativo.
E la porti a comportarsi in modo che possono avere delle conseguenze.
Si vede chiaramente o no, come di nuovo parla a metà? “che preoccupa”, “che può avere delle
conseguenze”, ma sempre scegliendo parole di invocazione ominosa, minaccianti.
È uno stato di fatto che lei sia una persona tranquilla e pacata.. Ecco è questo
che mi sembra uno dei nodi, no?
Che deva fare tutto da solo.
Può uno psichiatra essere psicotico? Perché bisogna essere uno psicotico per poter affermare
“È uno stato di fatto che lei sia una persona tranquilla e pacata”,
cosa totalmente vera, mentre contemporaneamente scrive
“soffre di un attacco di agitazione psicomotoria, quindi sono obbligato a decretare il suo
trasloco ad un ospedale contro la sua volontà, per il bene della sua salute, e anche per ragioni
sanitarie, sanitarie”!
Se Raffaele Costa non è uno psicotico, allora è un medico prostituito, un delinquente, il mio
principale torturatore il giorno 17 settembre 2012.
Io non ho conoscenze mediche per poter dire se è un completo psicotico e non le si può imputare
perché è incapace di intendere quello che sta facendo.
Di modo che provvisoriamente mi limito alle evidenze che sono presenti a disposizione dei
responsabili della città, visto che questa mia lettera non è una lettera privata, e molte autorità
possono leggerla, se lo vogliono, e farla circolare con prudenza se a loro sembra giusto.
Forse nella sua bassezza morale questo ex medico -dico “ex medico” perché non si deve
permettere che commetta un altro crimine, addirittura peggioreforse questo ex medico ormai non importa altro che continuare a ricevere il suo salario di 85.000
euro l'anno, un salario alto.
Certamente l'ultimo problema è il suo salario. La questione principale è che non continui a fare
danni.
Il papá di Sebastiano e León Gabriel:
Io come le dico, non faccio da solo, non sono da solo.
Raffaele Costa, medico prostituito, torturatore:
Beh, allora mi dica chi è che la consiglia...
ecco dove voleva arrivare con la pressione esterna
Il papá di Sebastiano e León Gabriel:
Ma perché dovrei dire a lei?
Raffaele Costa, medico prostituito, torturatore:
No, non me lo dica. Pero certamente in questo momento siamo tutti un po preoccupati per il suo
agire in modo non del tutto razionale.
Io “non sono del tutto razionale” perché:
1) non vado, come vuole Egido Boitano, il poliziotto che mi ha mentito in faccia dicendo che
avevo offeso al magnifico rettore, e tutti gli altri implicati, non vado ad un patronato, o non vado
da un avvocato.
2)Ma perché chiedo ad alta voce che Giacomo Deferrari ripari liberamente il male commesso,
dato che io non voglio, come è il mio dovere cristiano, che un giudice lo condanni. Io chiedo che
Giacomo Deferrari, per il suo bene, per il bene dei miei figli, per il bene delle famiglie genovesi e
degli universitari genovesi, si penta del male commesso, e che mi paghi il danaro che serve per il
mangiare dei miei figli.
Ovviamente, lo stesso che mi giudica “non del tutto razionale”,
necessariamente crede di se stesso che lui, Raffaele Costa, sì è “completamente
razionale”.
Eppure qui appaiono soltanto prove della sua follia,
perché la sua irrazionalità e la sua incongruenza ricoprono un atto criminale.
E' Raffaele Costa nella mia presenza chi mi dice che è alla vista di tutti come io mi
comporto serenamente in mezzo alla tormenta,
ed è lui stesso chi scrive che io soffro “agitazione psicomotoria”, e fa che mi portino con
la forza al manicomio.
Il papá di Sebastiano e León Gabriel:
Beh, il medico è lei, giusto? Quindi è lei che deve valutare, gli altri magari possono aiutarla.
Raffaele Costa, medico prostituito, torturatore:
Ci mancherebbe io mi auguro che le forze dell'ordine siano in grado di valutarla
se no l'avrebbero denunciato e basta.
(non si capisce)
Una valutazione della mia condotta, che e moralmente e legalmente perfetta,
non può che essere una valutazione positiva.
I poliziotti non mi hanno denunciato perché io non ho commesso alcun reato
Non potevano offrire evidenze oggettive della attuazione di nessuno dei cinque reati che
hanno menzionato soltanto per intimidirmi.
Dunque hanno chiamato allo psichiatra, solo perché qualcuno, forse lo stesso Costa, aveva
detto loro che si sarebbe parlato di agitazione psicomotoria.
Nell'incontro della stessa mattina, così come è registrato (vedere il finale di questo stesso
documento) il poliziotto disobbediente Uno, oltre a dire illegalmente molte cose, abusando
della sua posizione di poliziotto, menziona fugacemente la “agitazione” in un momento in cui
ero particolarmente sereno, perciò la mia risposta gli risultava disarmante e non ha
proseguito in quel senso, ma a me aveva lasciato una evidenzia molto ben registrata nella mia
memoria, che è pertinente menzionare qui.
La affermazione di Costa, ovvero che i poliziotti erano davanti ad un delinquente i cui motivi
per delinquere avevano origine psichiatrico, e per questo avevano chiamato uno psichiatra, è
l'invenzione infondata, effettuata illegalmente, sulla quale Raffaele Costa aggiunge le sue
proprie invenzioni riguardo alla giustizia, la legge, gli insulti al mondo, e la normale prassi,
così conclude portando dalla sua biblioteca la favola della acatisia, la agitazione psicomotoria
che mai è esistita.
Tutti loro sono delinquenti organizzati, ma male organizzati, e si vede da lontano.
Il papá di Sebastiano e León Gabriel:
Io chiedo a lei...
(arrivano due vigili urbani, una donna ed un uomo)
vigile mai identificatoCosa è successo?
Raffaele Costa, medico prostituito, torturatore:
Che questo signore si è rivolto ripetutamente (non si capisce)
mi sembra una persona tranquilla (parla a i vigili) molto grata di comunicare
ma c'è questo problema (non si capisce) nei confronti delle persone
Di cosa parla? Io dico che Giacomo Deferrari è un ladro, non dico niente riguardo a “delle
persone”.
che lei esprime in modo molto vivace se non in qualche momento,
“molto vivace” non è agitazione psicomotoria,
e ad ogni modo Raffaele Costa non mi ha mai visto esprimermi in maniera molto vivace.
Qualcun altro gliel'ha detto.
Lui non ha visto nient'altro che un uomo sano e tranquillo, che sono io.
non dico violento
ma c'è stato anche resistenza di pubblico ufficiale
Qua mente apertamente , perché nessuno può dire senza mentire che io abbia fatto resistenza
attiva alla azione dei due poliziotti disobbedienti,
quando senza causa giustificata applicarono violenza contro di me e mi allontanarono in questo
modo da dove chiedevo i soldi per i miei figli
E dopo di chiarire ancora una volta,
aggiungo anche che ad ogni modo la resistenza ad un pubblico ufficiale non è un quadro clinico
che obblighi al medico, per proteggere l'imputato, a condurlo con la forza ad un reparto
psichiatrico con richiesta di trattamento sanitario obbligatorio.
Se ha un quadro clinico che invochi il quadro clinico chiaramente. Ma non ha niente, dunque è
sufficiente con mentire disordinatamente.
Raffaele Costa dice qualunque cosa che più o meno possa suonare negativa,
ormai ha perso ogni pudore,
e i poliziotti e i vigili presenti consentono con complicità.
Vedremo, quando arriverà il momento, cosa potranno dire riguardo alla loro indegna condotta.
Il papá di Sebastiano e León Gabriel:
Questo io lo nego.
Raffaele Costa, medico prostituito, torturatore:
Io ho un pubblico ufficiale che mi riferisce in tal senso.
Quindi da questo punto di vista io. Io non solo io.
(Fino a quel momento uno dei poliziotti aveva detto a Raffaele Costa che avevo offeso al magnifico
rettore,
ma non che avessi fatto resistenza attiva alla sua azione illegale e violenta contro di me.)
Il papá di Sebastiano e León Gabriel: riferisce
Raffaele Costa, medico prostituito, torturatore:
Di quello che mi viene riferito.
Il papá di Sebastiano e León Gabriel:
Che io ho l'obbligo di negare.
Raffaele Costa, medico prostituito, torturatore:
Lui non riesce in questo momento a rappresentarsi delle strategie alternative
Di cosa parla? Io non ho bisogno di strategia, ne di strategie, perché non sto facendo la guerra,
ma parlo in pace. Parlo duramente, ma parlo in pace, e parlo sapendo quello che dico, parlo in
buona salute, in difesa dei miei figli piccoli.
se non quella di continuare a presentarsi qua.
La quale non è una strategia.
Mi presento negli edifici degli universitari perché è dove io ho lavorato, senza tattiche e senza
strategie, senza patronato e senza avvocato, mi presento come padre di famiglia, come
universitario e come amico degli universitari.
pieno di vergogna e dispiacere a causa di ciò che succede alla vista di tutti.
Ho fiducia in Dio, e so che è Lui colui che può, non io.
Raffaele Costa vuole vedere in me un uomo di guerra, ma non ci riesce, perciò mente:
eh... ha insultato il Rettore,
Io dico che il rettore è un ladro del danaro del mangiare dei miei figli,
e questo non è un insulto a Giacomo Deferrari,
bensì una descrizione dell'insulto ai miei figli, alla mia famiglia,
insulto formulato da Giacomo Deferrari nella sua azione fraudolenta.
Io non insulto al rettore, bensì difendo la necessaria dignità, non soltanto di questo rettore, ma di
tutti i rettori.
Io chiedo che si penta e restituisca quello che ha rubato.
Io edifico, non distruggo, e perché edifico e non distruggo non voglio che Giacomo Deferrari
venga condannato da un giudice.
insomma ci sono stati dei momenti di grande tensione.
Ovvio che c'è una grande tensione. Ci mancherebbe altro. Ma questo non è un motivo perché si
presenti alcun psichiatra prostituito e criminale a lottare per il mantenimento della menzogna e il
crimine, che è quello che stanno facendo il corrotto rettore e il corrotto psichiatra.
(non si capisce)
01.36,31
Raffaele Costa, medico prostituito, torturatore:
Allora questa condizione di grande difficoltà a percepire gli eventi, mi preoccupa,
Quale evento io non percepisco? Quello di essere torturato? Questo è un delirio completo!
infatti gli ho consigliato, a questo punto lo obbligo anche eventualmente.
Cioè, la cosa migliore è che lei venga volontariamente.
Percepire gli eventi io li percepisco perfettamente, ed anche percepivo che sorta di criminale
avevo davanti a me, e il crimine che stava per portare a termine.
Il papá di Sebastiano e León Gabriel:
Volontariamente non lo farò.
Raffaele Costa, medico prostituito, torturatore: Allora io lo obbligo a venire ad un controllo (non si capisce) un contesto obiettivamente non idoneo
come questo ma potere valutare meglio.. (non si capisce)
Poliziotto disobbediente DUE:
Io prima ti ho parlato, no? Ora dammi retta.
Senza fare sceneggiate che non portano da nessuna parte e comunque sia hai visto che alla fin fine
purtroppo quando c'è una autorità che ti dice una cosa, ti tocca.
Allora, ora andiamo, saliamo in ambulanza, te ne vai al galliera, tua moglie ti raggiunge la, e la
chiudiamo così.
Poi avrai modo con tua moglie magari ti viene a trovare così (non si capisce) strade idonee, magari
con un po di tranquillità e calma, capisci?
Questo poliziotto certamente era presente e ascoltava nel momento in cui il suo collega (l'altro
poliziotto disobbediente) diceva a voce alta con la complicità sua che io avevo insultato il rettore (
e quando lo stesso poliziotto mentiva dicendo che io avevo commesso altri quattro reati
a) (Art 392 y 393 Codice Penale) esercizio arbitrario delle proprie ragioni ;
b) (Art. 337) resistencia attiva a púbblico ufficiale;
c)(Art. 660) molestie;
d) (Art. 340) Interruzione di un ufficio o servizio pubblico
(vedere alla fine di questo documento maggiori dettagli al riguardo)
Raffaele Costa, medico prostituito, torturatore: Tenga conto che si diventa un trattamento obbligatorio vero e proprio,
poi viene valutato altre (non si capisce) sociali.. si innescano tutta una serie di cose...
probabilmente le rendono poi difficile la vita... una cosa che diventa poi gigantesca.
Dunque mi sta ricattando affinché io vada “volontariamente”. In quale modo? Come sempre,
dicendo cose a metà, rigorosamente minaccianti.
a) si innescano tutta una serie di cose... (“non ti dico quali, però...”)
b) probabilmente le rendono poi difficile la vita... (e se mi rendono difficile la vita, per quale
motivo vuole lui portarmi all'ospedale, visto che il suo obbligo è quello di proteggermi, e non di
condurmi laddove mi renderanno difficile la vita? Ad ogni modo questa è una espressione a metà
come la precedente e come quasi tutte le altre, eccetto quella in cui ha dichiarato che non si può
chiamare ladro ad un ladro.
una cosa che diventa poi gigantesca (sempre detto a metà: questo uomo mi sta torturando
sistematicamente. Ha un metodo molto preciso, e lo applica. Minacce a metà, insistenza
sul fatto che chi ho davanti mi può danneggiare, non si sa esattamente come, ma o mi
lascio fare quel che vogliono o la cosa sarà peggiore, questo è il messaggio)
Poliziotto disobbediente DUE:
Quando siamo di fronte ad una brava persona, una persona onesta, solo magari in un momento di
difficoltà.
(non aveva detto che avevo insultato al rettore e che mi avevo resistito alla autorità?
Non sono queste due condotte disoneste?
Questo uomo non dovrebbe avere a che fare con il pubblico, non ha formazione morale, e molto
meno intellettuale
Se la sua capacità si riduce alla sua abilità nella lotta fisica o nell'uso delle armi, è comunque
insufficiente per potere agire come poliziotto,
perché sia quando mente che quando cerca di dire la verità si comporta confusamente,
e il mantenimento dell'ordine necessità di un pensiero chiaro, morale e fermo,
non soltanto della capacità di azione coattiva.
Il papá di Sebastiano e León Gabriel:
Lei faceva molte domande prima perché non le tornano le cose.
Io le faccio una domanda a lei. Perchè i signori, come dice Lei, hanno chiamato lei e non hanno
fatto denuncia?
Raffaele Costa, medico prostituito, torturatore: perché credono che lei non stia bene.
Poliziotto disobbediente DUE:
penso che non sia giusto denunciarla.
Se io avesse offeso il rettore non deve fare la denuncia un poliziotto,
ma il rettore.
Se io avesse offeso il rettore, il quale non ho offeso bensì lui offende la legge,
ad ogni modo l'unico con abilitazione legale per reagire sarebbe il rettore stesso,
perché è un uomo già cresciuto e sa difendersi da solo,
senza i poliziotti che sono chiamati dai complici del rettore.
Se non c'è alcuna denuncia del rettore per calunnie contro di me, perché i poliziotti devono venire
a fingere di lavare l'onore di Giacomo Deferrari chiedendo un mio ricovero psichiatrico?
L'onorabilità di Giacomo Deferrari non esiste ormai,
e non sarà inviandomi con la forza in un ospedale ne assassinandomi che lui la riprenderà.
L'onore non tornerà senza la confessione, senza il pentimento e la riparazione.
Questa è la legge di Dio, non la mia.
Il perdono da parte mia io l'ho già offerto, se farà come Zaccheo.
E se io mi fossi resistito con violenza alla coazione dei poliziotti, loro sono obbligati per legge a
denunciare il fatto, perché si tratterebbe di una azione violenta per impedire il libero corso della
giustizia.
Il codice penale menziona: Chiunque usa violenza o minaccia per opporsi ad un pubblico
ufficiale.
Non si chiede ai poliziotti che diano la loro opinione sul fatto che io sia un buon od un cattivo
uomo,
si chiede che denuncino a chi si oppone con violenza a l'azione giusta di un ufficiale di polizia.
Ma non mi denunciano perché non c'è reato. Non ho pronunciato minacce ne ho usato violenza.
Questo è vero.
Si tratta allora di una parodia sinistra per cercare di farmi acconsentire il ricovero psichiatrico
(sotto ogni luce illegale, perché non ha alcun fondamento medico)
Ai sensi dell’art. 337 c.p. “Chiunque usa violenza o minaccia per opporsi ad un pubblico ufficiale o ad un
incaricato di pubblico servizio, mentre compie un atto di ufficio o di servizio, o a coloro che, richiesti, gli
prestano assistenza, è punito con la reclusione da sei mesi a cinque anni”.
Secondo quanto disposto dal secondo comma dell’art. 599 c.p. “Non è punibile chi ha commesso uno dei
fatti preveduti dagli articoli 594 e 595 nello stato d’ira determinato da un fatto ingiusto altrui, e subito dopo
di esso”.
Ai sensi dell’art. 4 del D.Lgs. 14 settembre 1944, n. 288 “Non si applicano le disposizioni degli artt. 336,
337, 338, 339, 341, 342, 343 c.p. quando il pubblico ufficiale o l’incaricato di pubblico servizio ovvero il
pubblico impiegato abbia dato causa al fatto preveduto negli stessi articoli, eccedendo con atti arbitrari i
limiti delle sue attribuzioni”.
(non si capisce)
Il papá di Sebastiano e León Gabriel:
Lei (a Raffaele Costa) sostiene che io non sia in grado di parlare in questo momento per me stesso,
e dire: disaggio sì, ma che non ho bisogno di fare tutti questi controlli obbligatori.
(si potrebbe chiedere una evidenza più chiara del fatto che io parlo sensatamente nel momento in
cui devo parlare?
Si tenga conto che non essendo io medico, senza che ci sia una dichiarazione in questo senso,
io interpreto correttamente il senso della implicita falsità che si sta tessendo con mezze parole,
ma il figlio di Stalin non si preoccupa di ciò che io dico, perché pensa coprire tutto con menzogne,
menzogne che sono ora alla luce del sole in questo testo, con l'appoggio incontrastabile di
documentazione di base,
e si tenga conto che questo malvagio, quello che sta facendo è togliere la libertà ad un padre di
famiglia,
il padre di Sebastiano Abasolo, genovese di sette anni, non di diciassette, ma di sette!!
e di Leon Gabriel Abasolo, di tre anni, tre!)
Raffaele Costa, medico prostituito, torturatore:
Io questo non lo so.
Il papá di Sebastiano e León Gabriel:
Io lo sto dicendo. Lo sto dichiarando. Sto dicendo che io credo che non sia necessario.
Raffaele Costa, medico prostituito, torturatore:
Che cosa?
Il papá di Sebastiano e León Gabriel:
Fare tutti questi controlli obbligatori e portarmi.
quindi lei (al medico prostituito, torturatore)
non tiene conto di quello che io dico.
Lo dico o non lo dico? Mi sta ascoltando o fa finta di non sentire?
Se si vuole difendere, Raffaele Costa dovrebbe indicare quali di tutte le parole che io dico, gli
hanno indicato o suggerito a lui che io non sto bene di testa. Sono tutte registrate qui)
Raffaele Costa, medico prostituito, torturatore:
Io credo che lei in questo momento non sia in grado, in modo completo e efficace
di proteggere alcuni aspetti della sua vita, del suo stato mentale.
Scusi l'ho detto male, (geniale! Lo dice ma non lo dice!!) però insomma, ho la sensazione che il
suo stato mentale non le permetta di agire in modo, come dire, utile, in modo ordinato.
Utile?? Ordinato? Descriva il disordine allora!
Disordine è la frode eseguita impunemente dal rettore Giacomo Deferrari.
Disordine è la montagna di menzogne sulle quali cammina Raffaele Costa.
L'ha già detto il prefetto Antonio Musolino: Genova più che insicurezza pubblica ha un problema
di ordine pubblico.
Ciò che fanno questi poliziotti, ciò che fa questo medico prostituito, Raffaele Costa, ciò che fa il
Rettore Giacomo Deferrari, ladro del danaro per il mangiare dei miei figli. Questo è disordine
pubblico.)
Il papá di Sebastiano e León Gabriel: utile, probabilmente no. Ma non penso che sia inerente.
Ordinato: secondo l'ordine morale, assolutamente. Io agisco secondo un ordine morale impeccabile.
Non è sufficientemente risposta sul momento, senza assessori, alla menzogna che espone come
verità un medico prostituito, un medico delinquente, un nemico della giustizia,
un nemico della legge, della legge italiana (chiaramente non parlo della legge di Stalin)?
(non si capisce bene, ma Raffaele Costa fa un discorso sulla distinzione tra giustizia e legge)
Raffaele Costa, medico prostituito, torturatore: la giustizia è un concetto suo, la legge è un
concetto collettivo...
Hanno chiamato uno psichiatra ed hanno mandato un avvocato? E' questo il motivo per il quale
Raffaele Costa non si comporta come un medico normale?
Prima dice che se quello che io faccio è “inutile” deve intervenire lui e togliermi la libertà,
inviandomi ad un manicomio, perché se quello che io faccio è “inutile” il pazzo sono io (che pare
non abbia senso pratico)
e non lui, che mi invia ad un trattamento sanitario obbligatorio; e ancora manca spiegare quale è
l'aspetto sanitario che Raffaele Costa si è sentito in obbligo di proteggere attraverso il mio invio
al reparto psichiatrico del Ospedale Duchesa Di Galliera,
protettrice dei poveri il cui nome lo stesso Raffaele Costa, ed altri, ha messo e si conserva oggi nel
luogo delle prostitute, offendendo la sua venerabile memoria.
Ora Raffaele Costa mentre fa l'avvocato vuole istruirmi,
e mi spiega che ogni volta che gli avvocati hanno pronunciato la parola “Giustizia” durante il
corso della storia fino ad oggi,
lo devono a me, padrone del concetto di giustizia, secondo quanto sono venuto a sapere da questo
medico prostituito.
Io non credo minimamente ciò che questo delinquente travestito da medico dice.
Se una volta è stato medico, quel medico si è perso per sempre.
Raffaele Costa è un uomo malato.
Io credo che solo Dio potrà guarire Raffaele Costa,
come ha guarito l'indemoniato di Gerasa permettendo ai demoni di entrare nei porci.
E Raffaele Costa, che in modo conciso, con poche parole ci può illustrare riguardo al suo stato
mentale, alla sua azione medica, alla sua azione legale, alla sua azione morale, al suo concetto di
famiglia, al suo amore inesistente verso i genovesi,
lui stesso aggiunge che la Giustizia è un concetto mio, ma che la legge è “collettiva”.
Arriverà il momento in cui Raffaele Costa ci spiegherà ai genovesi, e se non ai genovesi, agli
italiani almeno,
su come lui stava applicando passo dopo passo la legge,
mi riferisco alla legge che regola l'azione dei medici.
Perché io dico, un altra volta, che la legge italiana che regola l'azione dei medici è stata
dimenticata da Raffaele Costa,
il quale senza essere un vero medico, necessariamente attua una parodia della medicina,
dato che né la legge italiana né le regole della medicina sono nel suo cuore, sono state
dimenticate.
Poliziotto disobbediente DUE:Se non avessimo pensato che tu eri una cattiva persona e che stessi facendo questo per cattiveria o
per prepotenza ti avremmo presso portato e denunciato.
Io penso che tu sia una brava persona e che non deva essere denunciato. E' per questo che io chiedo
l'ausilio di un medico. Intendiamoci.
Qui c'è la confessione del poliziotto disobbediente, ovvero lui stesso dichiara di non fare quel che
deve, cioè denunciarmi, se è vero quel che dice, quindi che io mi sono resistito violentemente alla
azione, al corso della giustizia,
mentre invece lui per conto suo e del suo complice decidono inviarmi verso un altro percorso,
quello di consegnarmi agli psichiatri, senza sapere se io resisterò alla follia che questo stesso
poliziotto mi sta sottomettendo,
e che peggiorerà insieme ai pazzi nel Galliera, in complicità, perché è complicità,
con Raffaele Costa e in complicità con gli altri complici del rettore
i quali gli hanno chiesto di “difendere l'onore del rettore”
siccome io metto in evidenza
che il presente rettore Giacomo Deferrari l'onore l'ha perso.
Il papá di Sebastiano e León Gabriel:
Ma il medico poi cosa..
01.40.20
Poliziotto disobbediente DUE:
Il medico dice...
Il papá di Sebastiano e León Gabriel:
Cosa poi dice. Perché se dice cose che a me danneggiano.
Comunque io credo che mi potrebbe danneggiare.
Qui io ero troppo prudente, troppo prudentissimo, sottomesso ad una infernale pressione
psicologica, tortura psicologica.
Ma comunque dico chiaramente che distinguo il danno che mi stanno infliggendo
Raffaele Costa, medico prostituito, torturatore: Io le sto dicendo di andare a fare un controllo in ospedale..
Il papá di Sebastiano e León Gabriel:
Che poi potrebbe anche..
Raffaele Costa, medico prostituito, torturatore: -
Vabbè certo! Tutto potrebbe anche, anche se andiamo in questura.
Questo è il medico che protegge e tranquillizza al suo paziente? Eloquentissima minaccia,
che il poliziotto disobbediente Due omette e non commenta, nonostante la mia domanda in quel
senso.
Il papá di Sebastiano e León Gabriel:
Vabbe io posso scegliere quale delle due opzioni?
Raffaele Costa, medico prostituito, torturatore: Non può!
Poliziotto disobbediente DUE:
Tu non puoi scegliere di essere denunciato piuttosto di essere...
Certamente non io. Questo poliziotto disobbediente della legge può scegliere,
infatti ha già scelto, come ha detto lui stesso. E' preferibile la tortura psicologica, le mezze parole
minaccianti.
Il papá di Sebastiano e León Gabriel:
Se non si può fare la denuncia, non si deve fare. Però non devo andare..
Raffaele Costa, medico prostituito, torturatore:
Mi spiego meglio: in questo momento se i signori dicessero lo vogliamo denunciare,
e lo vogliamo portare in questura, io direi sotto la mia responsabilità: no!
Deve andare in ospedale. E i colleghi devono (non si capisce).
Viene prima la sua salute rispetto al arbitrio della polizia.
Viene prima l'attacco alla mia salute effettuato da Raffaele Costa e dai poliziotti disobbedienti.
Dunque quando io metto a Rafaelle Costa in secondo termino rispetto al rettore Giacomo
Deferrari, nelle responsabilità criminali -infatti il rettore in quanto rettore è responsabile della
degenerazione collettiva che fiorisce sotto il suo mandato- e dico che Raffaele Costa è un medico
prostituito, dico bene.
Non insulto a Raffaele Costa, ma Raffaele Costa disonora ai medici di Genova, disonora agli
universitari di Genova, disonora la città.
Ma la città di Genova, i grandi di Genova, testimonieranno la sua onorabilità davanti a questa
vergogna umana?
Io testimonio l'onorabilità dei miei figli, Sebastiano Abasolo, genovese di sette anni, e Leon
Gabriel, genovese di tre, perché ho fede in Dio onnipotente.
E' chiaro ed evidentissimo da questo momento che Raffaele Costa, se è capace di intendere e
volere, a messo su di se la responsabilità del mio sequestro, per occuparsi di distruggere la mia
salute fin dove si possa, per mezzo di metodi psicologici.
Il papá di Sebastiano e León Gabriel:
Se lei può rispondere di queste sue affermazioni.
Raffaele Costa, medico prostituito, torturatore: Certo che rispondo! È il mio lavoro!
Dunque dovrà rispondere
Il papá di Sebastiano e León Gabriel:
Ma io continuo a dire che io non penso che...
Raffaele Costa, medico prostituito, torturatore:
Lei non è d'accordo.
Poliziotto disobbediente DUE:
Ora andiamoci in ambulanza facciamoci sto giro al galliera è finisce li. Andiamo in ambulanza, dai.
Il papá di Sebastiano e León Gabriel:
Non mi è così chiaro cosa comporta in questo momento.
Raffaele Costa, medico prostituito, torturatore:
Se viene volontariamente è un ricovero volontario.
Il papá di Sebastiano e León Gabriel: Ma io non voglio.
Raffaele Costa, medico prostituito, torturatore:
Se lei si oppone può danneggiare la sua posizione.
Cosa si può chiedere di più crudele?
La tortura fisica danneggia il corpo, ma la tortura psicologica attacca il nostro spirito, ciò che noi
siamo, e le sue impronte sono impronte su quello che noi siamo. Dunque così stanno le cose?
Se mi oppongo possono danneggiare la mia posizione?
Raffaele Costa spiegherà anche questa frase,
pronunciata in quanto presunto medico davanti ad un padre di famiglia.
Tutti vogliamo sapere cosa ha voluto dirmi Raffaele Costa, avvertendo da ora che è stato in me un
ulteriore pugnalata traditrice, l'atto di un depravato.
01.41.35
Poliziotto disobbediente DUE:
La mettiamo noi in ambulanza, come prima, per capirci, Alejandro, guarda me.
Vigilessa:
Io le consiglio per la mia esperienza di venire (non si capisce ndr)e basta finisce li.
Raffaele Costa, medico prostituito, torturatore:
C'è anche una seconda opinione, voglio dire...
Quale seconda opinione, se non c'è stata una prima?
C'è stata invece una pre-determinazione messa in scena,
ma non c'è stata una indagine clinica,
e di conseguenza neanche una opinione medica.
Vigilessa:
Avrà nelle sede opportune poi di far valere tutti i suoi diritti (non si capisce ) comunque le cose che
dice perché noi non la conosciamo. Ed io le consiglio veramente di non farsi... di venire lei
spontaneamente.. si finisce nel nulla, in una bolla di sapone. Vero dottore?
Di questa vigilessa io non dico niente ma sicuramente il sindaco ha qui materiale per la sua
propria riflessione anche, e spero io, la sua azione correttiva.
Raffaele Costa, médico prostituito, torturatore:
Certo!
Vigilessa:
Per la sua vita in generale, perché poi si innesca un meccanismo veramente perverso.
E' già innescato, e io devo ringraziare per il chiarimento, perché nè Raffaele Costa nè i poliziotti
disobbedienti sono arrivati a dirlo con così tanta chiarezza
Lo dice la vigilessa davanti ai poliziotti e davanti al medico prostituito, che l'ha ascoltato, ma non
l'ha corretto per ragioni evidenti:
costituiva una tortura ulteriore per farmi cambiare la mia dichiarazione.
Tutto sta in quel che io dico serenamente, con grande dispiacere, ma in pace e con senso delle mie
responsabilità, come padre di famiglia cattolico romano, ovvero dico che il rettore Giacomo
Deferrari è un ladro del danaro dei miei figli.
I menzogneri universitari, i poliziotti disobbedienti, la vigilessa, e sopratutto il medico prostituito
Raffaele Costa,
ciò che cercano è quello di, in prima istanza, allontanarmi dall'edificio dove sto reclamando per i
miei figli,
e in seconda istanza, ma così importante quanto la prima,
che io accetti di essere trattato come un malato di mente,
perché in questo modo ciò che io dico, la mia parola, svanirà,
e le mie segnalazioni, le quali sono tutte vere, potranno essere messe di lato come le parole di un
pazzo.
Questo si faceva nella Russia di Stalin, e si fa oggi a Genova
Poliziotto disobbediente DUE:
Ma poi scusa alejandro, non hai già chiamato tua moglie e le hai detto di venire al Galliera?
Il papá di Sebastiano e León Gabriel: Lo chiamata, ma poi..
Poliziotto disobbediente DUE:
Cosa ti ha detto lei quando le hai detto che andavi all'ospedale? Non ti ha detto che viene?
Il papá di Sebastiano e León Gabriel:
No, perché non le ho detto io di venire.
Poliziotto disobbediente DUE:
Vabbè, dai, andiamo!
Il papá di Sebastiano e León Gabriel:
No.
Vigilessa:
Perché non ci sono alternative in questo momento, non so come dire..
Poliziotto disobbediente DUE:
Noi abbiamo un ordine di questo dottore che dice che devi andare in ospedale.
Il papá di Sebastiano e León Gabriel:
Posso vedere l'ordine? O qualcosa?
Raffaele Costa, médico prostituito, torturatore:
É un ordine vocale! È un ordine vocale!
Il papá di Sebastiano e León Gabriel:
Ma non c'è un documento scritto?
Raffaele Costa, médico prostituito, torturatore:
Assolutamente
Poliziotto disobbediente DUE:
Le verrà rilasciato all'ospedale.
Il papá di Sebastiano e León Gabriel: No. Ora.
Poliziotto disobbediente Uno:
In ospedale!
Il papá di Sebastiano e León Gabriel:
Ora
Poliziotto disobbediente DUE:
Ora cosa facciamo?
Il papá di Sebastiano e León Gabriel:
Cosa posso io sapere che...
Poliziotto disobbediente DUE:
C'è la polizia c'è un medico ci sono i vigili...
Vigilessa:
É un suo diritto glielo confermo per la mia esperienza
Il papá di Sebastiano e León Gabriel:
Ma io, abbia pazienza, ma io a lei purtroppo poi non la vedo più,
non so neanche dove finisce, mi assicura quello che vuole ma. Se mi firma un documento col suo
nome e cognome è un'altra cosa.
Raffaele Costa, medico prostituito, torturatore:
Quando entra in ospedale le verrà firmato il motivo.
Il papá di Sebastiano e León Gabriel:
Prima di uscire io voglio. Per essere più tranquillo.
Poliziotto disobbediente DUE:
Tu devi stare tranquillo sulla fiducia (fiducia!!!?)
come noi ci dobbiamo fidare che tu sei una brava persona
Se io mi sono opposto violentemente al corso della Giustizia, se essendo ingiusto nelle parole ho
offeso al rettore, che sorta di brava persona posso essere?
Perché se non ci fidiamo allora si può pensare che tu sei una cattiva persona
e tutta questa messa in scena sareste da denunciare ora.
Ora noi ti accompagniamo.
Vigilessa:
(non si capisce) ci sembra una brava persona lei.
Che avrà i suoi motivi per essere esasperata per la situazione
Il papá di Sebastiano e León Gabriel:
Se mi fatte vedere un documento che mi obbliga ad andare.
(chiama mio padre al telefono e parlo con lui. Mi danno il documento che leggo a voce alta:
“al giudice del tribunale di Genova oggetto proposta di.... cosa c'è scritto qua mi può leggere? - al
Poliziotto disobbediente DUE:, (che risponde):
...agitazione psicomotoria... Agitazione psicomotoria... Ma è tua moglie, Alejandro?
Agitazione psicomotoria
La agitazione psicomotoria è testimoniata soltanto come il risultato dell'ingestione di medicinali
antipsicotici. Si considera teoricamente possibile per altre cause, ma nella pratica la si conosce
come prodotto di neurolettici, e questa è la base clinica sulla quale si appoggiano gli psichiatri
per poterla trattare.
La agitazione psicomotoria, chiamata anche come Acatisia, in alcuni paesi,
è considerata una emergenza soltanto nei casi chiamati severi, quando il paziente non può
smettere di muoversi costantemente,
in particolare non può smettere di muovere le gambe,
anche se può succedere che non possa smettere di muovere le mani, o il collo, in movimenti
similari a quelli che si evidenziano nel male di Parkinson.
I sintomi atipici della acatisia documentati sono tutti evidentissimi, come le allucinazioni
esacerbate, la masturbazione pubblica ed altri similari.
Perciò l'azione del medico di emergenze si giustifica soltanto nei casi severi.
Un impreciso sospetto di acatisia che risieda nella soggettività del medico e non nei fenomeni
oggettivamente osservabili,
certamente non giustifica legalmente, ne clinicamente, la privazione della libertà di un padre di
famiglia senza precedenti medici, che parla e decide coerentemente,
e che previamente e per scritto ha manifestato che questa sua condotta, ripetuta pubblicamente
già per la terza volta nello spazio di diversi mesi
si fonda nella sua fede cristiana, condotta che è visibilmente pacifica e edificante inclusive per i
non credenti, come si fonda nel chiamare al pentimento ed offrire il perdono, tale come è
registrato per scritto con precedenza a questo episodio criminale eseguito da Raffaele Costa.
Quando le manifestazioni somatiche non coincidono con i sintomi di acatasia ma il medico insiste
nel non scartare la possibilità di acatisia,
deve acquisire informazione verbale specifica, la quale Raffaele Costa non ha chiesto
Nello stesso modo bisogna tenere conto del fatto che
la acatisia senza i suoi sintomi tipici si manifesta raramente e sempre attraverso del sintomo
contrario, la acinesia,
che è l'impossibilità del paziente di muoversi, la perdita del potere di movimento proprio.
Il papá di Sebastiano e León Gabriel: É mio padre.
Poliziotto disobbediente DUE:
É in italia?
Il papá di Sebastiano e León Gabriel:
É in Inghilterra.
(finisce la conversazione o1.47.02)
Poliziotto disobbediente DUE:
Andiamo?
Il papá di Sebastiano e León Gabriel:
No.
Poliziotto disobbediente DUE:
Dai, andiamo.
Il papá di Sebastiano e León Gabriel:
No
Poliziotto disobbediente DUE:
Perché no?
Il papá di Sebastiano e León Gabriel:
Mi rifiuto.
Poliziotto disobbediente DUE:
Allora ti portiamo noi. Andiamo. Tuo padre ti ha consigliato male, scusa se te lo dico.
Il papá di Sebastiano e León Gabriel:
Mio padre è mio padre.
Poliziotto disobbediente DUE:
Ma non conosce la legge italiana.
Poliziotto disobbediente Uno:
Andiamo!
(mi portano via usando la loro forza e con la mia resistenza non attiva, resistenza passiva)
Il papá di Sebastiano e León Gabriel:
Siete dei comunisti! Siete peggio della Russia! Mi stanno portando via! Giacomo Deferrari è un
ladro! Mi chiamo Alejandro Abasolo!
Lo dico gridando, a voce alta,
e ora più di un mese dopo, con tutta serenità e con piena coscienza dei miei atti e dei miei
obblighi, lo ripeto
Nell' Ospedale Duchesa di Galliera poi ci saranno altri due vigili ulteriori (quindi 4 in totale)
e il dottore Giuseppe Prestia mi dirà che, se lui vuole, mi fa stare un mese in ospedale
e che non hanno paura di nessuno.
Qualcuno dei ragazzi -volontari dell'ambulanza- ha fatto sapere
che in teoria dovevo andare all'ospedale San Martino.
Il dottore Giuseppe Prestia in un primo momento ha detto
di portarmi al San Martino ma dopo ha deciso che dovevo rimanere li, “così lui -riferendosi a se
stesso- dormiva tranquillo”
Ora io chiedo, è questa la testimonianza di una azione clinica eseguita da un medico la cui prima
vera preoccupazione è quelle del benessere del paziente?
O in realtà non è altro che la testimonianza di una azione brutale, crudele, odiosa, ingiusta,
anticristiana, antimedica, antisociale, delittuosa e complice del fraudolento operare Suo, Giacomo
Deferrari, per la vera vergogna degli universitari genovesi, per la vergogna del Sindaco della città
Marco Doria, per l' incremento dell'incertezza sul futuro della città, crescentemente e
coscientemente della atmosfera di corruzione e collusione che questa mia lettera ritratta con
maggiore dettaglio.
Ora chi potrebbe mai immaginare che il cammino verso la giustizia per i miei figli potrebbe
passare attraverso l'assistenza di solo Dio sa quale patronato?
Ora chi può immaginare che il cammino verso la giustizia per i miei figli passi per una
controversia “con l'Università”?
Qui “l'Università” è lo schermo inerte scelto per coprire una azione delittuosa individuabile
dettagliatamente in Lei, Giacomo Deferrari.
Cosa faranno gli universitari innocenti in questo crimine per ottenere che non si continui a
chiamarli, come li chiama in primo luogo lo stesso rettore Giacomo Deferrari, un bocciodromo?
Anzi,peggio di un bocciodromo, infatti
la tortura psicologica eseguita su di me dal dottore Raffaele Costa è qualcosa di peggio
dell'ambiente di un club di bocce.
Lei, rettore Giacomo Deferrari, conosce perfettamente che è stato Stalin chi ha cominciato ad
usare sistematicamente agli psichiatri per mascherare di azione medica la sua oppressione
criminale sui popoli slavi,
ed è perfettamente al corrente che a Genova il dottore Raffaele Costa è pagato 85000 euro l'anno
per occuparsi di questo lavoro sporco, quando un padre di famiglia che reclama non è “persuaso”
con le buone.
Questo è il risultato.
Ma anche se mi torturano, mi picchiano, o mi inventano un delitto che non ho commesso per
schiacciarmi definitivamente, io dico che non è nelle mie mani risolvere questa questione.
Io devo rispondere a Dio, e perché a Dio devo rispondere, devo rispondere ai miei figli. Il mio
clamore è per Dio e per i miei figli, in nome di nostro Signore Gesù Cristo, Salvatore del Mondo
Torno a dirLe, Giacomo Deferrari: faccia Lei come Zaccheo, de io risponderò col perdono.
I fatti accaduti nell'Ospedale Duchesa di Galliera
Questa è la mia relazione delle conversazioni che sono state fatte insieme a me o davanti a me
quando mi avevano portato con violenza e contro la mia volontà nel reparto psichiatria
dell'Ospedale Duchesa di Galliera, il cui nome hanno sporcato
Ci sono il dottore Giuseppe Prestia e una signora mai identificatasi:
Dottore Giuseppe Prestia:
Buongiorno, si chiama?
Il papá di Sebastiano e León Gabriel:
Alejandro Abasolo
Dottore Giuseppe Prestia:
Si accomodi si sieda. Cosa è successo che l'hanno portata qua?
Il papá di Sebastiano e León Gabriel:
Guardi, io voglio che sapiate entrambi che sono qui contro la mia volontà e che vorrei andare via.
Quindi, c'è qualche autorizzazione.
Avete una autorizzazione a fermarmi?
Dottore Giuseppe Prestia:
E si, ci sono, la polizia, c'è una proposta di trattamento sanitario obbligatorio, quindi cercavo di
capire come mai è lei qua.
In quanto medico, il primo obbligo del dottore Prestia è senza dubbio preoccuparsi del benessere
del paziente. Il paziente le sta dicendo che è stato portato contro la sua volontà, e che vuole
andarsene, e lo dice con un tono moderato in buon italiano.
Il dottore Prestia è informato, sa che esiste una “diagnosi” di AGITAZIONE PSICOMOTORIA,
quindi è cosciente della violentissima discrepanza tra quello che lo stesso dottore Prestia sta
vedendo e ascoltando
e la diagnosi ricevuta, la quale presuppone che il paziente (quindi io) dovrebbe comportarsi in
questo modo:
In inglese
“A movement disorder characterized by a feeling of inner restlessness and a compelling need to be in
constant motion, as well as by actions such as rocking while standing or sitting, lifting the feet as if
marching on the spot, and crossing and uncrossing the legs while sitting. People with akathisia are unable
to sit or keep still, complain of restlessness, fidget, rock from foot to foot, and pace”.
In Spagnolo:
“La agitación psicomotriz es un síndrome que se caracteriza por una alteración del comportamiento motor.
Esta alteración consiste en un aumento desproporcionado y desorganizado de la motricidad, acompañado
de una activación vegetativa como sudoración profusa, taquicardia, midriasis, ansiedad severa, pánico y
otros intensos estados emocionales”.
Il papá di Sebastiano e León Gabriel:
Come agite, come ufficiale di polizia o come psichiatra? Non capisco.
Dottore Giuseppe Prestia:
Agisco come psichiatra.
Il papá di Sebastiano e León Gabriel:
Ma come psichiatra mi può fermare?
Dottore Giuseppe Prestia:
Certo!
Ma come medico, anche come medico psichiatra, l'obbligo del dottore Prestia
non è quello di farmi sentire il suo potere sul mio corpo,
ma alleviare le inquietudini che io possa manifestare.
Il papá di Sebastiano e León Gabriel:
Io sono qui contro la mia volontà, sono stato portato con la forza, voglio andare via.
Voglio che tenga presente la mia volontà.
Sono un padre di famiglia, ho i miei due bambini che mi aspettano a casa.
E' questo quello che ho da dichiarare.
Vediamo: se io dico che sono un padre di famiglia e che ho due figli piccoli che mi stanno
aspettando a casa, l'obbligo di chiunque mi ascolti è mettere in primo piano i miei figli,
a meno che si creda che io sto mentendo
Io dico di essere stato portato violentemente,
e dico che i miei due figli mi stanno aspettando fuori dall'ospedale,
e parlo con serenità.
Il dottore Prestia sa che Raffaele Costa dice di me che io soffro agitazione psicomotoria,
e mentre parla con me, in quanto psichiatra con esperienza,
il dottore Prestia sa che io non soffro di agitazione psicomotoria
Dottore Giuseppe Prestia:
Si, ma io volevo sapere perché l'hanno portata. Non sono venuto io a cercarla, eh!
Se c'è qualcosa che ora è chiaro è che il dottore Prestia non sente il timore del medico che sta
attento alle parole che usa per parlare ad un uomo malato, psicologicamente vulnerabile, come
sarebbe il caso di un paziente con agitazione psicomotoria.
Prestia, come un qualunque uomo maleducato,
mette davanti al padre di famiglia che sono io, e dei tanti o pochi figli che possa io avere,
mette davanti la sensibilità con la quale lui stesso si aspetta di essere trattato:
sapendo che e davanti a un uomo sano,
gli esige più diplomazia, anche se lui stesso, il dottore, non ne ha,
e infastidito mi dice: “senta, io non sono venuto a cercarla, quindi meno storie, chiaro!”
Il papá di Sebastiano e León Gabriel:
Neanch'io sono venuto a cercare lei, signore.
Dottore Giuseppe Prestia:
Va bene,
e allora se dice così io faccio una convalida e lei rimane un mese qua ricoverato.
E la studieremo. Non posso mandarla via se lei non mi dice perché è qua, cosa è successo ecc.
Nel momento in cui il dottore Prestia mi minacciava in questo modo,
io mi rendevo conto che con queste sue parole il dottore Prestia stava dichiarando che io ero
mentalmente sano, come lo sono sempre stato.
A me, uomo sano, ma suo prigioniero, il dottore Prestia mi faceva sapere che lui poteva usare il
suo titolo di medico (titolo che autorizza i medici a imprigionare un uomo ma nel caso in cui
questo sia completamente fuori di se, completamente alienato, incapace di qualunque controllo
sulla sua stessa condotta) contro di me e la mia famiglia
Ma il dottore Prestia sa che io sono sano e che capisco perfettamente quello che mi sta dicendo,
e che sulla base di questa mia comprensione,
posso scegliere tra sottomettermi ai suo dettame o rimanere imprigionato per un mese.
Non mi stavano aspettando i miei figli a casa?
Bene, il dottor Prestia, sapendo questo,
mi avverte che può imprigionarmi per un mese, UN MESE.
Un mese per “sapere” se quello che io ho, come dice Raffaele Costa, è agitazione psicomotoria.
Se così tanto mi preoccupano i miei figli, è meglio che faccia quello che mi sta dicendo,
è quello che implicitamente dice il dottore Prestia
quando dice che mi pugnalerà un ricovero nelle spalle.
Prestia parla a un uomo sano che hanno messo nelle sue mani,
e lui ormai sa bene -come infatti dirà presto davanti a mea seguito di un mandato da parte del rettore dell'Università,
Giacomo Deferrari, un medico molto più potente dello stesso dottore Prestia,
ma a Prestia importa salire nella gerarchia lucrativa, non l'importa di me nè dei miei figli.
Il papá di Sebastiano e León Gabriel:
Se lei mi fa stare qua un mese poi saprà rispondere, a chi dovrà rispondere e di quello che ha deciso.
Dottore Giuseppe Prestia: non abbiamo paura noi, perché rispondiamo sia al sindaco che al
giudice tutelare.
Il dottore Prestia dice che “loro” non hanno paura, perché rispondono al sindaco,
(il quale non è medico ne sa di medicina)
e che rispondono al giudice (il quale non è medico ne sa di medicina).
Se un esperto di computer dice al Sindaco che il suo computer ha un virus, anche se non è vero, ed
in questo modo si sprecano migliaia di euro,
di chi sarà la responsabilità?
Il dottore Prestia mi fa sapere che ha copertura legale
per abusare del suo titolo di medico.
Cosa si farà del dottore Prestia per avere minacciato,
complicandosi in una manovra delittuosa,
di rinchiudermi un mese con alienati di mente?
Perché io avesse chiara la prospettiva,
sono stato in effetti rinchiuso insieme ad un uomo evidentemente alienato,
fortissimamente medicato e in uno stato tale che la sua immagine
rimarrà impressa nella mia memoria fino all'ultimo giorno che io possa respirare:
uno spettacolo di orrore e di morte,
della vita scomposta e seviziata,
con droghe su droghe, l'anticamera dell'inferno.
E' questa la retorica medica del dottore Giuseppe Prestia?
Il papá di Sebastiano e León Gabriel:
L'ultima cosa che voglio mettere a lei è paura. Sia chiaro.
Dottore Giuseppe Prestia:
Io voglio sapere perché l'hanno portata qua.
Presto si vedrà come il dottore Prestia veramente credeva sapere perché
io ero stato portato con violenza lì,
chiaramente non per cause mediche.
Ma lui insiste nel farsi complice del rettore,
forse perché le sembra che io non possa difendermi,
mentre il rettore chiaramente può difendersi,
dunque per il dottore Prestia non è gravissimo dimenticare il suo giuramento medico,
come invece lo sarebbe rischiare ad un commentario avverso da parte di alcun potente.
Così sono nelle sue mani gli alienati, e se arriva un uomo sano,
come nel mio caso
una sevizia non è cosa grave, è quello che sembra credere il dottore Prestia.
Il papá di Sebastiano e León Gabriel:
Beh allora non mi dica... io sto dicendo questo.
Non mi riguarda a me quello che lei fa.
Diciamo, se lei agisce secondo la sua professione.
”Signora mai identificatasi”:
Però il dottore le ha fatto una domanda molto semplice. Come mai è qua? Come mai l'hanno portata
qua.
Anche questa signora, la quale non sono riuscito a capire se fosse una dottoressa,
anche se ha avuto la falsa prudenza di occultare il proprio nome,
darà a conoscere la sua mancanza di giudizio molto presto.
Il papá di Sebastiano e León Gabriel:
Rispondo per gentilezza. In realtà non so neanch'io perché sono qui, perché a me sembra uno
scandalo e abbastanza fuori dal mondo quello che sta succedendo, con tutti questi poliziotti.
Io le spiego cosa è successo, non perché.
I perché solo Dio conosce, non io. Perché il rettore ruba e mente?
E' il suo spirito, che solo Dio conosce, chi porta il suo cuore alla perdizione.
Io mi trovavo all'Università di Genova negli uffici amministrativi dove ho lavorato per più di un
anno e mezzo a chiedere i soldi che mi devono, per i miei figli.
Evidentemente l'unico modo di farmi andare via...
prima hanno chiamato la polizia minacciandomi di arrestarmi... ma poi, evidentemente non c'è un
reato.
Ora stanno usando, questo sistema sovietico, di portarmi via in ambulanza, e farmi vedere da un
medico.
Dottore Giuseppe Prestia:
un medico l'ha già vista ed ha fatto una proposta di trattamento sanitario obbligatorio.
Sì, ed era già alla luce del sole che era una proposta medicamente ingiustificata
Il papá di Sebastiano e León Gabriel:
Io lo sentivo parlare.
Ha detto molte cose, sulle quali non solo non sono d'accordo, ma non le confermo.
Ad esempio ha parlato di resistenza a pubblico ufficiale, cosa che io non ho fatto.
Perché non ho minacciato ne agito in modo fisico.
Dottore Giuseppe Prestia:
se si fosse comportato correttamente non sarebbe intervenuta la polizia, questa mattina.
Il papá di Sebastiano e León Gabriel:
É quello che io credo. Dovrebbe funzionare così.
Ma io mi sono comportato correttamente.
Dottore Giuseppe Prestia:
Qua sembra di no invece.
L'azione indebita mascherata da azione giusta è ciò che fa apparire me in un luogo che non mi
appartiene.
Oltre a che, sembri quel che sembri, c'è qualcosa a questo punto che non si può mettere in
discussione:
cioè che io non soffro di agitazione psicomotoria.
L'obbligo del dottore Prestia non era quello di prestarsi alla tortura psicologica,
a la minaccia di continuare la prigionia che già da molto era effettivo,
il quale in quello stesso momento era sotto la sua propria responsabilità.
Il dottore Prestia, in questo dialogo, non stava indagando ad un uomo sotto agitazione
psicomotoria,
quello che stava facendo era farmi vedere che il mio modo di difendere il nome dei miei figli, per
maggior gloria di Dio, a lui sembrava scorretto,
ma non scorretto in termini di salute corretta,
ma in termini di “convenienza”, se lo volevo capire una volta per tutte.
Il dottore Prestia si è manifestato, davanti a me, come un uomo moralmente debole.
Il papá di Sebastiano e León Gabriel:
E' vero, sembra di no. Ed è scandaloso. Ha ragione, le do ragione, sembra di no.
Sembra che io mi comporti in modo sbagliato
Sembra, se vogliamo far finta di niente e stare al gioco del criminale dottore Raffaele Costa. Ma
Prestia ora può vedere l'incongruenza enorme che c'è tra quello che dice Costa e quello che lui
vede.
”Signora mai identificatasi”: (non si capisce)... che lei è stato un po insistente?
Qui è sposto il vero pensiero di questa signora, pensiero che non è della medicina psichiatrica,
siccome è vero che a qualcuno che soffre di agitazione psicomotoria
non gli si sottolinea il fatto che sia stato insistente,
perché non capirebbe di cosa gli stiano parlando.
Si rimprovera gentilmente una possibile troppa insistenza a qualcuno che è in grado di dialogare
da pari a pari,
a qualcuno che si sa che è sano,
non a qualcuno cui fortemente si sospetta che sia sotto agitazione psicomotoria.
Perché se ci fosse il sospetto di agitazione psicomotoria,
per potere giustificare la prigionia, il sospetto dovrebbe essere necessariamente forte,
dovrebbe essere fondato su chiari segni clinici
i quali sono sempre stati completamente assenti in qualunque mio comportamento,
che è quello di un uomo sano, come infatti la verità è che io sono un uomo sano.
Io non so se questa signora, il cui nome permane nell'ombra, è o non è una dottoressa.
Quello che lei mi ha detto invece manifesta che era un'altra complice
di tutto il movimento sorto dalla volontà del rettore Giacomo Deferrari, medico potentissimo a
Genova,
così potente da essere stato nominato rettore dell'Università,
da dove vengono fuori i sindaci ed altri dei principali dirigenti della città e di Italia,
e così potente da mentirmi in faccia e non temere alcuna conseguenza del suo vergognosissimo
latrocinio.
Il papá di Sebastiano e León Gabriel:
Senz'altro sono stato insistente per i soldi dei miei figli, per il mangiare dei miei figli.
E' urgente, è urgente. Devono mangiare.
”signora mai identificatasi”: (non si capisce)
Il papá di Sebastiano e León Gabriel:
Assolutamente. Perché le mie entrate economiche vengono dal lavoro che io faccio.
Dottore Giuseppe Prestia:
Che lavoro fa?
Il papá di Sebastiano e León Gabriel:
In questo momento siccome non lavoro più all'università,
faccio le pulizie nelle case, nelle famiglie che mi possono aiutare.
Mi devo arrangiare in questo modo. Però siccome devono mangiare i miei figli...
Dottore Giuseppe Prestia: Ma lei pensa che ce l'abbiano un po con lei, questi dell'università?
Il papá di Sebastiano e León Gabriel:
No, no. “questi dell'università” per me non sono nessuno.
E' il magnifico rettore Giacomo Deferrari col quale io ho comunicato.
(suona il telefono parlo con mio padre)
2.17.30
Dottore Giuseppe Prestia:
(che chiede alla signora mai identificatasi): Cosa ci mettiamo qua, mettiamo che è stato
accompagnato dalle forze dell'ordine... (dopo un po dice)... ma lo mandiamo senza convalida.
2.18.50
Dottore Giuseppe Prestia:
dice al telefono: “sono Prestia chi sei? Ciao Bucca (si tratta del dirigente medico psichiatra
Maurizio Bucca ). Sono Prestia, senti ciao.
Ti mando li in pronto soccorso, non so se lo vedrai tu o il tuo collega, un signore Abasolo Alejandro
che mi è stato portato qua dal dottor Costa con proposta di TSO.
Io non faccio la convalida perché (non si capisce).. valutare con più attentamente se fare convalida.
Te lo mando con la proposta, perché abita da voi ad Albaro in via Battisti, da competenza.. e poi lo
valutate.
E' arrivato qua con la polizia, i vigili e.. poi c'è da studiarsi un attimino
è uno che è andato a rompere le palle li in via Bensa alle sedi della facoltà, perché vuole dei soldi,
ma perché in realtà (non si capisce).
Però va valutato un po meglio. Io la convalida ancora non mi sento di farla.
Poi valutate voi se fare la convalida o altro. Arriva con i vigili e con la polizia.
Ok Bucca Ciao grazie.
Ora la questione è stata chiarita, sulla base delle dichiarazioni dello stesso dottore Prestia e della
signora che lo accompagnava nell'interrogatorio che mi hanno fatto:
1) Io sono andato all'edificio degli universitari come qualcuno “un po insistente”, volendo
dire “molto insistente”;
2) Sono andato all'edificio degli universitari a “rompere le palle”
perché “voglio dei soldi”,
vale a dire, non c'è qui, secondo quanto rapportano tra di loro i medici,
una agitazione psicomotoria, ma “una rottura di palle”,
qualcosa che non riguarda la psichiatria, come infatti è evidente che io godo di buona
salute fisica e mentale.
Se ci fosse stata una agitazione psicomotoria, non avrebbero parlato con me, nè tra di
loro, nel modo in cui l'hanno fatto,
Addirittura sapendo che la mia salute era buona più tardi sono arrivati i beffardi (dottori e
vigili scherzavano tra di loro) a godere della mia posizione indifesa,
infatti ero imprigionato
e il dottore Prestia mi aveva detto con tutta chiarezza che se lui voleva mi lasciava in
prigione per tutto un mese intero.
Dottore Giuseppe Prestia:
(rivolto ai vigili) va a San Martino, per competenza.
02.21.02.
Dottore Giuseppe Prestia:
(al telefono)sono Prestia mi passa il caposala? No, no, è urgente! Sono Prestia, allora ho bisogno di
un infermiere che deve andare al San Martino con la polizia.. e come facciamo? Ma neanche un
infermiere che...? aspetta un attimo... lo facciamo andare senza infermiere..
2.25.16
Poliziotto disobbediente DUE:
Alejandro, ci fai vedere un attimino il borsellino?
Il papá di Sebastiano e León Gabriel:
Si come no. Mi guardate tutto quello che volete.
Poliziotto disobbediente DUE: fai vedere tu se vuoi.
Il papá di Sebastiano e León Gabriel:
Chiedetemi voi, sì sì, potete guardare. Per carità
Poliziotto disobbediente DUE:
Non hai nulla che uno si può fare male?
Il papá di Sebastiano e León Gabriel:
No. Se vuoi apri (facendo vedere una cartellina ndr)
Poliziotto disobbediente DUE:
Qui hai qualche foglio?
Il papá di Sebastiano e León Gabriel:
Si, ho un po di tutto, fogli, anche lettere comunque se volete guardare anche qui.
Poliziotto disobbediente DUE:
No, va bene.
02.26.12
Vigile urbano mai identificatosi, “A”
(al dottore Prestia), quindi lei a questo punto non fa una convalida o meno; lo manda direttamente
al sanitario del San Martino. Allega tutta la documentazione che le ha lasciato il dottor Costa?
Dottore Giuseppe Prestia:
Si, devo fare tutta la mia relazione adesso.
Vigile urbano mai identificatosi
ok
Dottore Giuseppe Prestia:
Mi aspettate che devo fare la relazione?
Vigile urbano mai identificatosi
(parlando a me): É già stato ricoverato, Alessandro, per questo motivo qua, diciamo?
Il papá di Sebastiano e León Gabriel:
No
Vigile urbano mai identificatosi:
Ha avvisato i suoi famigliari?
Dottore Giuseppe Prestia:
(parlando a me): Lei ha la residenza ad Albaro?
Il papá di Sebastiano e León Gabriel:
Sì. Posso sapere il suo nome?
Dottore Giuseppe Prestia:
Si allora io la mando... Prestia... io la mando a San Martino. Non le faccio la convalida del
trattamento sanitario obbligatorio, deciderà San Martino cosa fare di lei.
2.27.15
Il papá di Sebastiano e León Gabriel:
Mi manda contro la mia volontà.
Dottore Giuseppe Prestia:
Poi là decideranno.
Il papá di Sebastiano e León Gabriel:
Si, ma mi manda contro la mia volontà.
Vigile urbano mai identificatosi:
Perché lei vuole stare qua?
Il papá di Sebastiano e León Gabriel:
No, io voglio andare a casa, dove mi aspettano i miei figli: mio figlio piccolo di 3 anni e mio figlio
più grande di 7 anni.
Che mi stanno aspettando.
Voglio andare a casa.
Vigile urbano mai identificatosi:
É il dottor Costa che ha disposto di farla accompagnare qua
Dottore Giuseppe Prestia:
Il dottor Costa, non sono io.
E' inutile che scriva il mio nome.
Vigile urbano mai identificatosi:Siccome lei abita ad Albaro bisogna andare a San Martino.
Il papá di Sebastiano e León Gabriel:
Si, ma contro la mia volontà.
Vigile urbano mai identificatosi:
Certo. Il dottor Costa le ha chiesto se lei spontaneamente accettava di recarsi presso il dottore.
Il papá di Sebastiano e León Gabriel:
e io non ho accettato.
Vigile urbano mai identificatosi:
ai fini giuridici sarebbe meglio che lei accettassi volontariamente,
così non rimane niente di scritto.
Il papá di Sebastiano e León Gabriel:
No, no. Al contrario.
Io voglio che si faccia tutto alla luce del sole.
Vigile urbano mai identificatosi:
però non è tanto bello che uno poi catalogato.
Il papá di Sebastiano e León Gabriel:
Guardi, non è bello che non porti il mangiare dei miei figli,
questo è veramente brutto.
Del resto io non intendo discutere.
Vigile urbano mai identificatosi:-
Senta: noi ora dobbiamo andare al San Martino.
Il papá di Sebastiano e León Gabriel:
Mi portate contro la mia volontà. E con la forza.
Che sia chiaro, mi portate con la forza, contro la mia volontà.
Vigile urbano mai identificatosi:
Le dobbiamo mettere le manette?
Il papá di Sebastiano e León Gabriel:
Se dovette, le mettete.
Poliziotto disobbediente DUE:Ma no, dipende dal tuo comportamento.
Il papá di Sebastiano e León Gabriel:
io vengo perché mi sento sotto minaccia fisica da parte vostra.
Se no sentissi questa minaccia io non mi muoverei. Cioè, andrei a casa.
Vigile urbano mai identificatosi: sì, è chiaro...
Poliziotto disobbediente DUE:
ma adesso la polizia non c'entra niente eh.
Questo uomo che ora dice con grande disinvoltura
che la polizia non c'entra niente con quello che mi stanno facendo con tanta crudeltà, ciò che
fanno ai miei figli,
è lo stesso uomo che prima ha detto a Raffaele Costa che io avevo “offeso al rettore”.
Parole che Raffaele Costa immediatamente a presso per buone, disprezzando senza indugi la mia
dichiarazione immediata: io dico che il rettore è un ladro, perché E' un ladro.
Lo dico senza offesa, infatti è vero che un tentativo di intimidirmi attraverso uno sposto per
presunta calunnia è stato ritirato dalla polizia perché il poliziotto coinvolto (il sovraintendente
Andrea Deldio) non ha voluto andare avanti con l'intimidazione.
Non sono io chi offende, anche se c'è una offesa. Chi offende Dio e i miei Figli è il rettore
Giacomo Deferrari,
e se io tacessi sarei il suo complice, oltre alla sua vittima.
Il papá di Sebastiano e León Gabriel:
Sto dicendo che mi sento sotto minaccia fisica perché fatte il vostro dovere
non che mi state minacciando individualmente.
Poliziotto disobbediente DUE:Ti posso dire una cosa? Se ora tu vai a San Martino, che dice va bene io ora voglio andare a farmi
una visita, volontariamente, così. Vai a San Martino ci sarà lo psichiatra ti dirà, guardi, sta
benissimo o piuttosto no, è un brutto periodo. Bom, segui una certa terapia, basta finito e te ne vai a
casa. E cosa succede, se noi per l'ennesima volta, dobbiamo prenderti portarti contro la tua volontà,
diventa un TSO. Che è un trattamento sanitario obbligatorio, cosa vuol dire: che anche per i tuoi
figli ne rimane traccia.
Questo poliziotto disobbediente sa benissimo che agisce contro la legge, come infatti è contro la
legge dire che “offendo al rettore”, senza evidenze, e come è vero che io prima di urlare ho
inviato a decine di alti ufficiali universitari e alti ufficiali di governo le evidenze delle quali io
sono in possesso per comprendere che il rettore Giacomo Deferrari è un ladro del danaro dei miei
figli, e che mi deve pagare ciò che ha sottratto con la frode durante un anno e mezzo.
L'insistenza di questo poliziotto disobbediente perché io consenta,
a lui conviene, perché automaticamente lui rimarrebbe libero della colpa di avere mentito e di
avere usato la forza senza fondamento alcuno.
Per me era chiara la classe di demoralizzazione di cui il rettore Giacomo Deferrari necessita per
potere continuare la sua carriera verso il disastro morale.
Dottore Giuseppe Prestia:
Visto che fa questa resistenza ecc. ed io voglio dormire tranquillo, lo ricovero da me.
Poi decido se fare una convalida o no.
Così evitiamo casini, macchine
Vigile urbano mai identificatosi:
Va bene dottore
(passa del tempo i vigili e i poliziotti si mettono a parlare)
02.40.31
Vigile urbano mai identificatosi:
(scherzando con una signora mai identificatasi per l'enormità di forze dell'ordine impiegate) volete
un finanziere anche.. una guardia forestale..?
“signora mai identificatasi” quanti corpi ci sono! (in risposta alla battuta del vigile)
Vigile urbano mai identificatosi: tra un po arriva il prete.. il cardinale (con tono scherzoso
rivolgendosi ai suoi colleghi)
3. Primo episodio durante la mattina con i poliziotti disobedienti
Questa è la mia relazione della conversazione mantenuta con due poliziotti nell'edificio degli
universitari di via Bensa 1. Nel mio primo tentativo mattinale di farmi ricevere dal rettore, o
almeno di farmi pagare il danaro per che mangino i miei figli, danaro rubato sotto la diretta
responsabilità dello stesso rettore Giacomo Deferrari, come infatti è vero che è stato lo stesso
rettore Giacomo Deferrari chi mi ha scritto individualmente a casa mia (mentendomi) per farmi
credere che mi avevano pagato correttamente, quando la verità è che ancora qualcuno, lo stesso
rettore o un suo complice, si è tenuto almeno tremila euro che servono per pagare gli alimenti e il
nostro tetto famigliare.
Parla un poliziotto non identificato per nome, presente il 17 settembre 2012 all'università, da ora
in poi chiamato “poliziotto disobbediente Uno”
51,26
“poliziotto disobbediente Uno”
Gli avevamo detto se si ricorda di rivolgersi ad un CAAF o comunque sia in una sede legale non
qua. Si ricorda?
Parlo io, Alejandro Abasolo, da ora in poi chiamato “Il papá di Sebastiano e León Gabriel”Il papá di Sebastiano e León Gabriel:
Io mi ricordo di tutto quello che mi avete detto
“poliziotto disobbediente Uno”
(non si capisce, Nota del papá di Sebastiano e León Gabriel) ...qui non è la sede per risolvere il
problema. La sede per risolvere il problema è, o un CAAF (non si capisce) la sede anche a livello
legale in maniera tale da eventualmente far valere le sue ragioni. O in alternativa direttamente da un
suo legale di fiducia.
Il papá di Sebastiano e León Gabriel:
io rimango nella mia posizione che è quella che finchè non mi pagano non me ne vado.
“poliziotto disobbediente Uno”Si lo so però, io le avevo anche detto, se si ricorda che, qui dentro non può bloccare tutto.
Il papá di Sebastiano e León Gabriel:
No, no, io non blocco. Nel momento in cui mi pagano io me ne vado.
“poliziotto disobbediente Uno”
Si, però per essere pagato, deve rivolgersi ad un legale o ad un CAAF, altrimenti noi...
Il papá di Sebastiano e León Gabriel:
Mi scusi, per essere pagato io devo lavorare: ho lavorato, mi devono pagare.
“poliziotto disobbediente Uno”
Dato che questi signori qua, dicono non è vero. Il dovuto glielo abbiamo già dato.... diventa una
cosa che Lei mi dice una cosa, loro mi dicono un'altra. Allora noi non possiamo sapere..
Il papá di Sebastiano e León Gabriel:
Ma io dico che, chi dice quello -io non so quello che dicono questi signori- ma chi dice quello, che
io sono stato pagato, dice una bugia, quindi è un bugiardo.
“poliziotto disobbediente Uno”Quindi lei cosa deve fare: lei deve dimostrare che chi mi dice che gli ha pagato dice una bugia. La
sede giusta per dimostrare che questi signori non l'hanno pagata è una sede legale. Quindi, un
avocato, un caaf che spesso lo fanno gratuitamente...
Il papá di Sebastiano e León Gabriel:
Io ho già mandato una lettera al prefetto dove ho spiegato anche che non mi rivolgerò ne
all'avvocato ne al patronato quindi, questa è la mia posizione.
“poliziotto disobbediente Uno”
Lo so, però io ribadisco se si ricorda precedentemente ero venuto io. Le avevo anche spiegato che
lei materialmente non può dire io mi siedo qua, blocco tutto..
Il papá di Sebastiano e León Gabriel:
No, no. Ma io non ho mai detto una cosa del genere, ho detto che non me ne vado finché non mi
pagano.
“poliziotto disobbediente Uno”
Allora le spiego lei non può dire che finché non le pagano lei non se ne va.
Il papá di Sebastiano e León Gabriel:
Però è quello che dico. Se qualcuno vuole prendere dei provvedimenti per quello che dico che è:
finché non mi pagano io non me ne vado, perché sono i soldi dei miei figli.
“poliziotto disobbediente Uno”
Ma io le dico questo, intendiamoci, io non sono qua a dirle, c'ha ragione lei c'ha ragione..
l'università.
Quale “università”?
Io dico chiaramente che è il rettore Giacomo Deferrari
il ladro in prima persona,
non “l'Università”,
la quale non è un uomo come noi.
Perché non è mio compito e le dico non è la sede da farlo ora.
Glielo spiegato un'altra volta (non si capisce).
Lei si ostina a non volere andare in sede legale.
Se lei si ostina a fare questo non risolverà mai più.. ma non è venendo ogni mese qua..
Il papá di Sebastiano e León Gabriel:
Ma io non pretendo di risolvere il problema, mi scusi, insieme a Lei. Io ho solo detto: lo risolverà
chi lo deve risolvere. Io ho solo detto che – è sempre uguale- finché non mi pagano non me ne vado.
54,23
“poliziotto disobbediente Uno”-benissimo, io invece le sto dicendo che.. glielo ripeto l'ultima
volta.
Che per risolvere il problema deve rivolgersi o a un CAAF gratuitamente o ad un avvocato.
Che quello che lei sostiene cioè che: finché non mi danno i soldi io non mi alzo, non è una cosa
fattibile... tanto mi da un documento che (non si capisce)
Questo uomo parla di quello che non conosce come se sapessi qualcosa. Io cerco di non discutere
per no aggrovigliarmi con qualcuno che compie una funzione estranea alla questione principale, e
che ovviamente non conosce la situazione. Ma Lei sa, Giacomo Deferrari, che con la stessa
procedura di presentarmi nel posto dove ho lavorato per più di un anno e mezzo, con quella stessa
procedura mi hanno poi pagato i primi 2500 euro. E' la procedura più semplice, più civilizzata, la
più onesta, come infatti è vero che io appello al senso di giustizia e alla vergogna di tutti gli
universitari, giustificandolo a causa del Suo scandaloso procedere.
Il papá di Sebastiano e León Gabriel:
Certamente
“poliziotto disobbediente Uno”Lei è sposato?
Il papá di Sebastiano e León Gabriel:
Sono sposato ho due figli.
“poliziotto disobbediente Uno”Ma mi spieghi una cosa, lei.. la sua famiglia sa che ogni volta fa queste...
Il papá di Sebastiano e León Gabriel:
Ma, abbia pazienza, io... mi ascolti, lei mi è molto simpatico e lo rispetto.
“poliziotto disobbediente Uno”Ma anche lei ci mancherebbe.
Il papá di Sebastiano e León Gabriel:
Ma non mi sembra il caso di parlare di questa cosa, non mi sembra inerente.
“poliziotto disobbediente Uno”No, veramente non è inerente che lei venga qua e non si alzi finchè non interviene la polizia perchè
è già il secondo intervento che facciamo.
Il papá di Sebastiano e León Gabriel:
(non si capisce ma in sintesi dico che non sono io la causa per la quale interviene la polizia)
Il papá di Sebastiano e León Gabriel:
Io immagino che chi la chiama avrà le ragioni, saprà spiegare
“poliziotto disobbediente Uno”Infatti me l'hanno spiegato. Mi hanno spiegato che è un ufficio pubblico e che non riescono a
lavorare perché lei non se ne va.
Se è vero che “non possono lavorare” perché io sono li, devono fare una denuncia penale, e
descrivere quale violenza io sto eseguendo contro gli universitari. Ovviamente è una grandissima
bugia. Non si può immaginare clamore più pacifico del mio. La scomodità che sveglia il mio
clamore sorge dal fatto che dico la verità, e che Lei, Giacomo Deferrari, sembra determinato a
non pagare il danaro dei miei figli, possibilmente per timore a che si scateni un episodio collettivo
si, come forse sia vero che i danneggiati da Lei attraverso la stessa procedura fraudolenta non sia
solo io, ma una gran numero di impiegati a tempo determinato.
Il papá di Sebastiano e León Gabriel:
Io non interferisco tra chi la chiama e lei.
“poliziotto disobbediente Uno” (Nota del papá di Sebastiano e León Gabriel : non si capisce ma
dice qualcosa del tipo “qui, non risolve niente”)
(non si capisce)
Il papá di Sebastiano e León Gabriel:
Ho detto, rispettandola e dicendo che mi è simpatico: non intendo chiederle consigli su come
risolvere questa questione.
56,10
“poliziotto disobbediente Uno”Giustamente lei non mi chiede consigli allora io a questo punto consigli non gliene do. Io le dico
che: ora, o si allontana gentilmente da solo -e non è un consiglio- o si allontana perchè la portiamo
fuori noi. Così risolviamo prima. Perché lei
Il papá di Sebastiano e León Gabriel:
Se lei ha l'ordine di portarmi..
“poliziotto disobbediente Uno”Io non do ordini a nessuno.
56, 28
In che senso non da ordini? Mi ha dato a me degli ordini, altrimenti, se non erano ordini, erano
minacce.
Il papá di Sebastiano e León Gabriel:
No, no. Se lei ha l'ordine dal suo superiore. Lei sta lavorando, giusto?
“poliziotto disobbediente Uno”- No, no...presso che un privato (Nota del papá di Sebastiano e
León Gabriel : non si capisce bene) quindi non si preoccupi.
Il papá di Sebastiano e León Gabriel:
- non sta lavorando?
“poliziotto disobbediente Uno”- non si preoccupi.. dato che lei mi dice che non accetta consigli,
che non le interessano i consigli, che non gli sembra il caso ...(non si capisce ) consigli..
Il papá di Sebastiano e León Gabriel: non è lei un pubblico ufficiale, mi scusi?
“poliziotto disobbediente Uno”- esatto e questo qua è un pubblico servizio.
Il papá di Sebastiano e León Gabriel: appunto e quindi il suo superiore..
“poliziotto disobbediente Uno”E lei sa, e lei stando qua cosa sta facendo? Cosa ha studiato lei all'università? Spero non legge,
perché altrimenti.. altrimenti..
Il papá di Sebastiano e León Gabriel:
Cosa fa, mi prende in giro?
“poliziotto disobbediente Uno”No, non la prendo in giro le sto dicendo che qua lei non può stare a oltranza..
Il papá di Sebastiano e León Gabriel:
La ho ascoltato mi ha detto che ci sono due opzioni vero?
Io la prima, quella non la faccio..
“poliziotto disobbediente Uno”
Allora facciamo una cosa: ha bisogno di una ambulanza, sta poco bene? Mi spieghi, perchè io non
capisco come sta.
Il papá di Sebastiano e León Gabriel:
In questo momento io sto normale.
“poliziotto disobbediente Uno”
Perché io non capisco se lei è in uno stato di nervosismo, magari di agitazione, non lo so, perché
non la conosco.. se lei mi dice io non mi allontano perché sto.. io le chiamo un ambulanza.
Si tenga conto che in questo incontro della mattina, questo poliziotto disobbediente ha appena
segnalato ciò che faranno lui e Raffaele Costa più tardi.
Evidentemente questa manovra era già stata premeditata,
perché anche se difatti il poliziotto disobbediente non ha formazione sufficiente per
diagnosticarmi, aveva già previsto, e l'ha appena menzionato,
la risorsa di ricorrere alla “agitazione psicomotoria” la quale è stata poi invocata falsamente
Il papá di Sebastiano e León Gabriel:
No, no. Non ho bisogno di una ambulanza, o di andare in ospedale.
“poliziotto disobbediente Uno”Benissimo lei è sanissimo, sta bene. Allora mi dispiace ma la devo accompagnare fuori io.
Il papá di Sebastiano e León Gabriel:
Ha un ordine per fare questo?
“poliziotto disobbediente Uno”
(Nota del papá di Sebastiano e León Gabriel : fa
finte di niente, non dice niente)
Il papá di Sebastiano e León Gabriel:
Ma fuori? Potrei vedere un ordine?
“poliziotto disobbediente Uno”No.
Il papá di Sebastiano e León Gabriel:
E quindi...
“poliziotto disobbediente Uno”
L'accompagno fuori da questo ufficio.
Il papá di Sebastiano e León Gabriel:
ma io non ho bisogno che lei mi accompagni.
“poliziotto disobbediente Uno”Allora vada.
Il papá di Sebastiano e León Gabriel:
No, io non vado via.
“poliziotto disobbediente Uno”Il problema è che lei continua a non accettare consiglio ma finché lei farà questo non risolverà mai
il problema.. quando invece lei magari avendo ragione con un avvocato farà quel che deve fare..
finalmente farà le sue ragioni.
Finché staremmo qua, si troverà tra virgolette dalla parte del torto, perché interrompe, ovvio che
interrompe perché.. cioè... non va bene così. Mi capisce?
Di cosa sta parlando questo uomo?! Io sono dalla parte della verità e non si deve dire niente di
diverso tra virgolette. Tra l'altro non presenta nemmeno alcuna evidenzia del fatto che io stia
interrompendo qualcosa, infatti non interrompo alcunché.
Lui dice che è ovvio soltanto perché non vuole capire che quello che io faccio è corretto.
Ma perché non lo vuole capire? Perché gli hanno già detto che deve impedire che io continui a
chiedere, ciò che è dovuto ai miei figli, nel modo più pacifico che si possa concepire.
A lui poco importa il fatto che io dica la verità e che lo faccia pacificamente e correttamente. A lui
importa fare una bella figura davanti al rettore, anche sapendo che è ingiusto, anzi un delinquente
nello specifico un fraudolento.
E se per fare bella figura deve mentire, minacciarmi, imputarmi reati che non ho commesso,
chiamare un dottore complice che cercherà di rinchiudermi in psichiatria, e chissà quali altre cose
peggiori, a lui non importa.
O forse si importa ma lui stesso ha perso ogni speranza di giustizia, nonostante davanti a noi
uomini e davanti a Dio è stato chiamato a difendere la giustizia.
Poi lei mi dice che non accetta consigli. Continui a non accettarle, ma continuerà tra un mese e ci
rivedremo qua. Io e lei, io che le dico o se ne va da solo o chiamo un ambulanza o se ne va da solo
fuori. Capisce?
Il papá di Sebastiano e León Gabriel:
Io non..
“poliziotto disobbediente Uno”Senta io le dico la verità. Io non vado nemmeno a pregare in chiesa,
quindi si figuri se qui a pregare lei.
Il papá di Sebastiano e León Gabriel:
No, no, ma io non voglio che mi preghi, per carità. Lei faccia il suo lavoro, faccia il suo lavoro.
( non
si capisce)
“poliziotto disobbediente Uno”Perché non va da un avvocato, mi spieghi.
Il papá di Sebastiano e León Gabriel:
perché io non devo andare da un avvocato, devo tornare a casa coi soldi per i miei figli.
Non è chiaro? Non è legale? Non è cosa buona? E' chiaro, è legale, de è cosa buona, ma
l'ingiustizia incarnata qui da questo cattivo poliziotto, non cerca la verità, ma occultare la verità.
“poliziotto disobbediente Uno”Io la capisco umanamente, però le sto parlando su un piano che lei non può fare questa cosa ogni
due mesi.
(non
si capisce)
Il papá di Sebastiano e León Gabriel:
Se sto commettendo un reato, mi potete arrestare.
“poliziotto disobbediente DUE”
lo stesso delle minacce “Andiamo a Marassi”, del “attento che poi trovi quello un po più strano”
e ti ritrovi a Marassi, e lo stesso che ha detto al ospedale Duchesa di Galliera: “la polizia non
c'entra niente ora”
Reati ne sta commettendo tre.
Interruzione di pubblico servizio,
Art. 340 Interruzione di un ufficio o servizio pubblico o di un servizio di pubblica necessita’
Chiunque, fuori dei casi preveduti da particolari disposizioni di legge, cagiona una interruzione o turba la
regolarità di un ufficio o servizio pubblico o di un servizio di pubblica necessita’, e’ punito con la
reclusione fino a un anno. I capi, o promotori od organizzatori sono puniti con la reclusione da uno a
cinque anni.
Senza dubbio nessuno può dire che io provochi alcuna interruzione, ne che turbo la regolarità di niente.
Sono qui che aspetto di essere pagato, come tanti altri che vanno a prendersi il salario e che aspettano, o
che aspettano per pagare.
Per potere parlare di interruzione deve esserci stata una tale interruzione come risultato di una precisa
azione mia diretta a produrre quella stessa interruzione. E' questo non è successo. Ciò che dice il poliziotto
disobbediente è una invenzione sua, e non è l'unica ne la prima, ne sarà l'ultima.
resistenza a pubblico ufficiale...
Ai sensi dell’art. 337 c.p. “Chiunque usa violenza o minaccia per opporsi ad un pubblico ufficiale o ad un
incaricato di pubblico servizio, mentre compie un atto di ufficio o di servizio, o a coloro che, richiesti, gli
prestano assistenza, è punito con la reclusione da sei mesi a cinque anni”.
Secondo quanto disposto dal secondo comma dell’art. 599 c.p. “Non è punibile chi ha commesso uno dei
fatti preveduti dagli articoli 594 e 595 nello stato d’ira determinato da un fatto ingiusto altrui, e subito
dopo di esso”.
Ai sensi dell’art. 4 del D.Lgs. 14 settembre 1944, n. 288 “Non si applicano le disposizioni degli artt. 336,
337, 338, 339, 341, 342, 343 c.p. quando il pubblico ufficiale o l’incaricato di pubblico servizio ovvero il
pubblico impiegato abbia dato causa al fatto preveduto negli stessi articoli, eccedendo con atti arbitrari i
limiti delle sue attribuzioni”.
Questa invenzione è ancora più grave, perchè il poliziotto disobediente sa perfettamente che io non ho
usato ne violenza ne minaccia, anche se legalmente avrei potuto seconto quanto dice l'art 4 del D.lgs 14
settembre 1944, n 288. Ma non l'ho fatto e non lo farò per motivi religiosi.
adesso gliene trovo un terzo..
Il papá di Sebastiano e León Gabriel:
No, no, ma io non mi resisto, se mi arrestate io me ne vado.
“poliziotto disobbediente Uno”No, no.
“poliziotto disobbediente DUE”Lei dicendo che non va via, sta impedendo un nostro dovere d'ufficio, che è quella di allontanarla, e
molestie, eccolo qua, sono tre reati. Se fa resistenza fisica andiamo direttamente a marassi. Ok, sono
stato chiaro?
Non esiste un dovere di ufficio di nessun poliziotto di allontanare ad un padre di famiglia che si
presenta nello stesso edificio dove ha lavorato per ricevere il danaro che gli si deve come risultato
della frode commessa dal rettore. Che al rettore non piaccia che io chieda il danaro del mangiare
dei miei figli non è motivo né causa legale per impedire che io manifesti il mio proprio obbligo.
Inoltre, questo poliziotto disobbediente inventa che io reco molestie.
I motivi per i quali io mi presento in questo edificio non sono, nessuno di loro, biasimevoli, ma al
contrario, lodevoli. Non esiste un possibile reato di molestie. Stanno cercando di trovare i peli
nell'uovo, ma non trovandoli mentono, manipolando l'esistenza di reati che esistono ma che sono
assolutamente del tutto inapplicabili alla mia situazione.
Articolo 660. Molestia o disturbo alle persone.
Chiunque, in luogo pubblico o aperto al pubblico, ovvero col mezzo del telefono, per petulanza o per altro
biasimevole motivo, reca a taluno molestia o disturbo è punito con l’arresto fino a sei mesi o con
l’ammenda fino a lire un milione.
Il papá di Sebastiano e León Gabriel:
Chiarissimo, se mi arrestate...
“poliziotto disobbediente Uno”-
Quindi le spiego cosa succede: io la alzo, se lei si alza mi fa un piacere, se lei non si alza io la alzo
coattivamente, la tiro su e la porto giu.
Il papá di Sebastiano e León Gabriel:
Lei mi porta...
“poliziotto disobbediente Uno”Si,fisicamente, coattivamente. Le dico per l'ultima volta si alzi e vada. Se no, io la alzo.
Il papá di Sebastiano e León Gabriel:
E lo fa fisicamente.
“poliziotto disobbediente Uno”Sì, fisicamente.
Il papá di Sebastiano e León Gabriel:
posso sapere i vostri nomi, le vostre credenziali?
“poliziotto disobbediente Uno”si poi dopo.
Il papá di Sebastiano e León Gabriel:
E prima?
“poliziotto disobbediente Uno”Prima no?
Il papá di Sebastiano e León Gabriel:
Ah no?
“poliziotto disobbediente Uno”volante Principe Comissariato Pre. Poi chiederà in Questura chi era.
Ora si alza da solo o la alzo io.
Il papá di Sebastiano e León Gabriel:
Mi sta minacciando?
“poliziotto disobbediente Uno”
Le sto dicendo che l'autorità le sta dando un ordine, va bene, che è abbandonare questo ufficio
Il papá di Sebastiano e León Gabriel:
Quindi c'è un ordine?
“poliziotto disobbediente Uno”è un ordine mio.
Il papá di Sebastiano e León Gabriel:
Sto cercando di capire. Lei ha l'autorità?
“poliziotto disobbediente Uno”Io ho l'autorità. Io ho l'autorità
Il papá di Sebastiano e León Gabriel:
Quindi avete l'autorità e l'ordine di mandarmi via anche se io dico che non posso andare via.
“poliziotto disobbediente Uno”
Esatto. Perché non può andare via, per problemi di salute?
“poliziotto disobbediente Uno”
No, perchè ho l'obbligo di farmi dare i miei soldi.
“poliziotto disobbediente DUE”(non si capisce) ... il suo obbligo è di rivolgersi ad un legale perché altrimenti sta facendo un
esercizio arbitrario delle proprie ragioni, ed è un altro reato e siamo a quattro. Mi dica lei dove
dobbiamo arrivare?
Le condotte di esercizio arbitrario delle proprie ragioni sono disciplinate da due distinte fattispecie di
reato, che si differenziano perché la condotta materiale violenta o minacciosa è rispettivamente indirizzata
sulle cose (articolo 392 codice penale) o sulle persone (articolo 393 codice penale).
Si tratta di delitti contro l’amministrazione della giustizia diretti a far sì che le controversie tra i privati
siano devolute all'autorità giudiziaria e non invece risolte mediante l'esercizio di una azione violenta da
parte di uno degli antagonisti.
L'articolo 392 codice penale punisce chiunque, al fine di esercitare un preteso diritto, potendo ricorrere al
giudice, si fa ragione da sé medesimo, mediante violenza sulle cose.
La pena prevista è la multa fino a 516 euro.
In nessun caso io ho eseguito alcun tipo di violenza contro niente, ne persone ne cose, di modo che il
quarto reato che mi inventa il poliziotto disobediente è anche questo, come tutti gli altri che ha menzionato,
una invenzione senza alcun fondamento.
Dunque, torno a confermare che non abbandonerò i miei figli.
E chiedo nuovamente, che Giacomo Deferrari disdica la sua temeraria affermazione riguardo al
fatto che io non lavorerò per il governo italiano,
e che faccia che mi si paghi la somma sottratta attraverso una operazione fraudolenta, equivalente al
trenta per cento del mio salario per più di un anno e mezzo, danaro che serve per pagare gli alimenti
e il tetto che devo continuare a dare ai miei figli piccoli, Sebastiano Abasolo, genovese di sette anni,
e Leon Gabriel Abasolo , genovese di tre anni.
Alejandro Abasolo padre di Sebastiano e di Leon Gabriel