Accade all`UE - Confindustria
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Accade all’UE Bollettino d’informazione sulle attività delle Istituzioni Comunitarie n. 189, dall’8 al 19 luglio 2013 EDITORIALE DI NUOVO ALLARME SUI FONDI STRUTTURALI Siamo alle solite: un nuovo rapporto sul tasso di impegno e di utilizzo dei Fondi strutturali europei colloca l’Italia nelle posizioni più basse. Fanno peggio di noi solo Romania e Bulgaria, entrati però nell’UE solo nel 2004 quando l’Italia è invece fra i Paesi fondatori. Ma evidentemente, non basta. L’allarme è di quelli che fanno paura perché da un lato, con le nuove regole in vigore, se non si impegnano le somme a disposizione dell’Italia da qui a fine anno si rischia di perderle - e si parla di miliardi di euro – ma anche perché sulle scorte di basse performances come questa, c’è chi pensa di introdurre nuove clausole di condizionalità degli aiuti che rischierebbero di mettere ancora più a repentaglio la prossima programmazione 2014-2020. Si tratta di un vero allarme nazionale, che come tale va affrontato. Va sottolineato peraltro che essendo l’Italia contributore netto del bilancio comunitario, coi fondi strutturali ci…ripigliamo i soldi nostri. Buttarli via per incompetenza o sciatteria è un delitto e occorre agire rapidamente ad esempio nella direzione indicata dal Vice Presidente Laterza, prima che sia troppo tardi. I TEDESCHI E LA TELA DI PENELOPE Racconta l’Odissea che Penelope per ingannare i suoi sequestratori di giorno filasse e di notte sciogliesse tutti i nodi in modo da prolungare il suo lavoro all’infinito. E’ l’impressione che dà la politica europea delle ultime settimane, alle prese con un protagonismo tedesco sempre più spinto ma anche alquanto schizofrenico che fa si che decisioni di cui si annuncia il buon esito la mattina, siano poi sconfessate o ridimensionate il pomeriggio, sempre secondo il buon volere degli azionisti di maggioranza dell’Unione europea. E’ andata così sulle soglie di emissioni di CO2 per le auto: ad accordo faticosamente raggiunto, la Merkel ci ha ripensato e ha imposto un rinvio “sine die” del provvedimento, perché le misure non soddisfacevano appieno alcune case di produzione tedesche. E’ accaduto col meccanismo di risoluzione della crisi bancaria, sulla cui annunciata “fumata bianca” è già intervenuto un distinguo tedesco che ne impedisce l’adozione definitiva. E’ accaduto nel voto parlamentare sul backloading condizionato dall’ondivaga posizione della CDU. Accade in vari altri dossier quasi a significare che non solo nulla si muove in Europa senza che lo voglia la Germania, ma che quando al suo interno le posizioni non sono pienamente definite si è a rischio di continui “stop and go”. Salvo poi mettersi tutti in riga quando la Cancelliera propone di adottare un quadro europeo di tutela della privacy nella gestione dei dati personali su Internet. (ma non ci poteva pensare direttamente la Commissione?) Eppure mai come in questi momenti ci sarebbe bisogno di coerenza, di decisione e di scelte, che invece stentano a manifestarsi su vari fronti. E questo non è un bene per nessuno. Con questo numero, rallentato il ritmo dei lavori delle istituzioni UE, anche l’Accade all’UE va in vacanza. Ne riprendiamo la pubblicazione il 26 agosto. Gianfranco Dell’Alba 2 ACCADE ALL’UE N. 189 SETTIMANA DAL 15 AL 19 LUGLIO La Settimana Dopo una settimana di intensa attività parlamentare, i deputati lavoreranno nelle rispettive circoscrizioni elettorali o saranno impegnati in missioni nell'ambito delle varie delegazioni bilaterali, e quindi l'attività al PE di Bruxelles sarà sospesa, e lo rimarrà fino al prossimo 26 agosto. Dato che anche l'attività in Commissione europea é ormai rallentata, resta da segnalare per quanto riguarda il Consiglio, dove si riuniranno i Ministri dell'Agricoltura, per affrontare importanti aspetti della PAC, quali la modulazione dei pagamenti diretti e le percentuali di cofinanziamento dello sviluppo rurale, alla luce dell'accordo raggiunto due settimane fa. A livello più "basso" segnalo che si riunirà il gruppo di lavoro "consumatori" del Consiglio, per continuare l'analisi della proposta di regolamento sulla sicurezza dei prodotti. In particolare, per la prima volta verrà affrontato l'articolo che riguarda l'indicazione d'origine obbligatoria. Inoltre, innovando rispetto alla prassi consolidata, la Presidenza lituana ha deciso di invitare alla riunione delle associazioni europee, a cominciare da BusinessEurope, il BEUC (consumatori) e Eurocommerce, per spiegare la loro posizione sulla proposta. Di che temere che l'indicazione d'origine ne uscirà "con le ossa rotte", dato che tutte e tre gli invitati sono contrari. Matteo Carlo Borsani 3 ACCADE ALL’UE N. 189 1. Accade al Parlamento RIUNIONI DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI: PROBELMI ECONOMICI E MONETARI 2. Accade in Consiglio CONSIGLIO AGRICOLTURA 4 ACCADE ALL’UE N. 189 SETTIMANA DALL’8 AL 12 LUGLIO 1. Accade in Parlamento RIUNIONI DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI: AMBIENTE COMMERCIO INTERNAZIONALE GIURIDICA PROBLEMI ECONOMICI E MONETARI OCCUPAZIONE E AFFARI SOCIALI INDUSTRIA, RICERCA ED ENERGIA MERCATO INTERNO E PROTEZIONE DEI CONSUMATORI TURISMO E TRASPORTI SVILUPPO REGIONALE 2. Accade in Consiglio COREPER ECOFIN 3. Accade in Commissione MECCANISMO UNICO DI RISOLUZIONE DELLE CRISI 5 ACCADE ALL’UE N. 189 SETTIMANA DAL 15 AL 19 LUGLIO 1. Accade in Parlamento RIUNIONI DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI: PROBLEMI ECONOMICI E MONETARI RELAZIONI TRANSATLANTICHE: VISITA ANNUALE NEGLI STATI UNITI 15-17 LUGLIO Una delegazione della commissione ECON svolgerà la sua visita annuale a Washington DC tra il 15 e 17 luglio per discutere le risposte alla crisi economica e finanziaria globale e specifiche riforme in materia di regole finanziarie, le misure per rafforzare la ripresa economica e il rafforzamento della governance economica nell’UE. Saranno discussi anche i negoziati in materia di servizi finanziari nell’ambito del Trans-Atlantic Trade and Investment Partnership (TTIP). La delegazione incontrerà membri del Congresso e dell’Amministrazione Obama, e dirigenti del Fondo Monetario Internazionale, della Banca Mondiale, delle agenzie di regolamentazione statunitensi, del settore finanziario e delle ONG. Per maggiori informazioni: Viviana Padelli ([email protected]) [Torna su] 6 ACCADE ALL’UE N. 189 2. Accade in Consiglio CONSIGLIO AGRICOLTURA Nel corso del Consiglio Agricoltura e Pesca di lunedì 15 luglio, il primo presieduto dal Ministro lituano per l'Agricoltura, Vigilijus Jukna, verrà avviato un dibattito circa l'accordo sulla Politica Agricola Comune raggiunto nelle scorse settimane. I Ministri, in particolare, affronteranno alcuni aspetti della PAC, tra cui la modulazione dei pagamenti diretti e le percentuali di confinanziamento dello sviluppo rurale, legati al Quadro Finanziario Pluriennale e, pertanto, non compresi nell'accordo interistituzionale. La Commissione europea, inoltre, presenterà una comunicazione sulle opportunità in materia di pesca per il 2014. La sessione di lavori vedrà poi i Ministri impegnati nel tentativo di raggiungere un accordo sul Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca. Al Consiglio prenderà parte anche il Commissario alla Salute Tonio Borg, che aggiornerà i Ministri circa il piano di controlli coordinato varato dalla Commissione all'indomani della scoperta di presenza di carne di cavallo non etichettata in taluni prodotti alimentari. I rappresentanti degli Stati membri, a propria volta, informeranno il Commissario circa i risultati delle investigazioni compiute al livello nazionale. Per maggiori informazioni: Paolo Patruno ([email protected]) e Matteo Borsani ([email protected]) [Torna su] 7 ACCADE ALL’UE N. 189 SETTIMANA DALL’8 AL 12 LUGLIO 1. Accade in Parlamento RIUNIONI DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI: AMBIENTE VALUTAZIONE DI IMPATTO AMBIENTALE - PROPOSTA DI MODIFICA DELLA DIRETTIVA 2011/92/UE CONCERNENTE LA VALUTAZIONE DELL’IMPATTO AMBIENTALE DI DETERMINATI PROGETTI PUBBLICI E PRIVATI. Lo scorso 11 luglio, la Commissione Ambiente del Parlamento europeo ha approvato con 48 voti a favore e 13 contrari il progetto di relazione dell’On. Zanoni (ALDE, Italia) sulla proposta di modifica della Direttiva 2011/92/UE concernente la valutazione dell’impatto ambientale di determinati progetti pubblici e privati. Sono stati approvati tutti i 13 compromessi e emendamenti consolidati. Il Consolidato 7, riguardante la procedura di “screening”, che il PPE non ha firmato, e’ stato approvato per +43 -25 voti. Di seguito segnaliamo i principali elementi positivi rispetto alla posizione espressa da Confindustria sulla proposta dell’Esecutivo comunitario: Art. 5.2 (Approvazione emendamenti di compromesso 2 e 9). La procedura di definizione del campo di applicazione delle informazioni che dovranno essere riportate nel rapporto ambientale (scoping) non è più vincolante, come proposto dalla Commissione europea, ma su richiesta specifica del committente; Artt.4, 6, 8. La tempistica della procedura VIA è rimasta vincolante e il tempo massimo è stabilito in 90 giorni; Art. 5.3 - Esperti accreditati (Compromesso 8). E’ stata eliminata la previsione di esperti accreditati per l’elaborazione del rapporto ambientale ed e’ stata sostituita con la figura di esperti “qualificati” indipendenti; Art. 3 Applicazione retroattiva della nuova Direttiva. La clausola di retroattività è stata eliminata grazie all’approvazione dell’emendamento 445; Art. 2– One-stop-shop. (Emendamento di compromesso 5 e em. 124). E’ stata confermata e meglio specificata la procedura congiunta per progetti sottoposti a valutazione ambientale a seguito di questa direttiva o di altre normative comunitarie. 8 ACCADE ALL’UE N. 189 Restano invece alcune criticità introdotte dal relatore rispetto alla proposta della Commissione europea in merito al coinvolgimento del pubblico nella fase preliminare della procedura di screening (Art. 4, nuovi Allegati II.A e III), le demolizioni, il monitoraggio e le misure di compensazione (Art 1, 8), gli atti delegati (Artt. 12a, 12b nuovi ) e l’inclusione dell’esplorazione e estrazione dello shale gas nella VIA (emendamento 50 introdotto dal relatore), quest’ultimo adottato a larga maggioranza (+53 -13). Il progetto di relazione sarà votato dalla Sessione plenaria del Parlamento europeo tra settembre e ottobre. BIOCARBURANTI - PROPOSTA DI MODIFICA DELLE DIRETTIVE 98/70/EC SULLA QUALITÀ DEI COMBUSTIBILI E 2009/28/EC SULLE ENERGIE RINNOVABILI (ILUC) Lo scorso 11 luglio, la Commissione Ambiente ha approvato con 43 voti a favore e 26 contrari, il progetto di relazione dell’On. Lepage (ALDE, Francia) sulla proposta di modifica delle Direttive 98/70/EC sulla qualità dei combustibili e 2009/28/EC sulle energie rinnovabili (ILUC). Sono stati approvati 11 compromessi e emendamenti consolidati. La relazione dell’On. Lepage introduce numerose modifiche di natura sostanziale rispetto alla proposta della Commissione europea. Di seguito si segnalano i principali elementi di novità rispetto alla proposta dell’Esecutivo comunitario: Obiettivi e sotto-obiettivi: Limite all’utilizzo dei biocarburanti di prima generazione (Compromesso 1): è stato aumentato a 5.5% il tetto per il quantitativo di biocarburanti di prima generazione e di bioliquidi utilizzabile ai fini del raggiungimento dell’obiettivo del 10% di produzione di energia da fonti rinnovabili nel settore dei trasporti al 2020 (la Commissione europea aveva proposto un tetto del 5%); Obiettivo vincolante minimo per l’utilizzo dei biocarburanti avanzati (Compromesso 1): si introduce un obiettivo del 2% nell’utilizzo di biocarburanti avanzati (alcuni tipi di rifiuti, alghe etc.) nel consumo di energia nel settore dei trasporti al 2020; Obiettivo vincolante minimo per l’elettricità nel settore dei trasporti (Compromesso 5): si introduce un obiettivo minimo del 2% per l’elettricità generata da fonti rinnovabili nel consumo energetico nel settore dei trasporti al 2020. Conteggio multiplo: conteggio multiplo dei biocarburanti avanzati (Compromesso 2): il contributo dei biocarburanti prodotti dalle materie contenute nella lista Parte A e B dell’Allegato IX è considerato pari a due volte il loro contenuto energetico ai fini del raggiungimento dell’obiettivo del 10% (diversamente 9 ACCADE ALL’UE N. 189 da quanto proposto dall’Esecutivo); il contributo dei biocarburanti prodotti dalle materie contenuti nella lista Parte C e’ quadruplo; Fattore ILUC (Indirect Land Use Change): Fattore ILUC e sostenibilità dei biocarburanti: il fattore ILUC, sul calcolo del quale non sono ancora state ottenute conoscenze scientifiche definitive, è incluso ai fini del calcolo delle emissioni dei biocarburanti nel contesto delle Direttive 98/70/EC sulla qualità dei combustibili e 2009/28/EC sulle energie rinnovabili. Nella proposta della Commissione europea, il fattore ILUC aveva solo un valore indicativo nella rendicontazione; Rendicontazione (Compromesso 3): si fissa la data del 2015 per l’obbligo di rendicontazione da parte de fornitori della produzione, dei volumi, delle emissioni di GHG del ciclo di vita per unità di energia e del fattore ILUC stimato; Qualità dei combustibili Traiettoria per la riduzione di emissioni di GHG nei combustibili (Compromesso 4): è introdotta una lista di obiettivi intermedi per la riduzione di GHG del ciclo di vita dei combustibili al 2020, con previsione di strumenti per il raggiungimento di tali obiettivi, inclusi l’utilizzo di tecnologie come la cattura e lo stoccaggio di carbonio e l’acquisto di crediti di CO2 previsti dai meccanismi flessibili (CDM) del Protocollo di Kyoto, ai sensi della Direttiva ETS 2003/87/EC. Criteri di sostenibilità: Sono introdotti specifici criteri di sostenibilità per i biocarburanti di seconda generazione e per piantagioni forestali (Compromessi 8, 9). Il progetto di relazione sarà votato dalla Sessione plenaria del Parlamento europeo tra settembre e ottobre. Per maggiori informazioni: Barbara Mariani ([email protected]) [Torna su] COMMERCIO INTERNAZIONALE PRESENTAZIONE DELLE PRIORITÀ DELLA PRESIDENZA LITUANA IN MATERIA DI POLITICA COMMERCIALE INTERNAZIONALE Mercoledì 10 luglio, la commissione INTA ha ospitato la presentazione delle priorità della Presidenza di turno lituana del Consiglio in materia di politica commerciale internazionale a cura di Linas Linkevičius, ministro lituano degli Affari esteri. Due sono le principali priorità che guideranno l’azione della Presidenza di turno in questo semestre. Primo, l’avanzamento dei negoziati per un ambizioso accordo di libero scambio tra l’Unione europea e gli Stati Uniti (TTIP); secondo, un rilancio della Politica europea di vicinato sul fronte orientale, 10 ACCADE ALL’UE N. 189 con particolare attenzione alla conclusione dell’accordo di libero scambio con l'Ucraina, che idealmente potrebbe avvenire a novembre a Vilnius. Sull’asse meridionale della Politica di vicinato, altre priorità includono l’avanzamento dei negoziati in corso volti a creare una Deep and Comprehensive Free Trade Area (DCFTA) con il Marocco e il lancio di nuovi negoziati con la Tunisia, l’Egitto e la Giordania. Per quanto riguarda gli accordi economici strategici dell’Unione, il ministro lituano ha sottolineato come ritenga essenziale la conclusione degli accordi di libero scambio in atto - o quanto meno una svolta politica - con il Canada e l’India, benché ciò non debba avvenire “a tutti i costi”. La Presidenza lituana auspica anche il raggiungimento di significativi progressi nei negoziati commerciali avviati con il Giappone così come indicato nel rigido mandato negoziale approvato dal Consiglio, mantenendo un parallelismo tra l’eliminazione delle barriere tariffarie europee e le barriere non tariffarie in Giappone. Tra i punti all’ordine del giorno del semestre lituano vi sono anche le relazioni commerciali con la Cina, in particolare per quanto riguarda il possibile avvio di negoziati per un accordo bilaterale sugli investimenti (BIT) che comprenda sia la protezione degli investimenti sia l’accesso al mercato. Sui dossier legislativi, la Presidenza avanzerà alternative utili per raggiungere il consenso tra Parlamento europeo e Consiglio nel proseguo delle discussioni sulla reciprocità nel mercato degli appalti pubblici internazionali. MODERNIZZAZIONE DEGLI STRUMENTI DI DIFESA COMMERCIALE (TDIS) DELL’UE Mercoledì 10 luglio, la commissione INTA ha tenuto un primo scambio di opinioni sulla proposta di Regolamento volta a modernizzare gli strumenti di difesa commerciale dell’UE (anti-dumping e anti-sovvenzione) che, presentata dalla Commissione europea lo scorso 10 aprile, è stata attribuita all’On. Fjellner (PPE, Svezia). Nell’introdurre il dibattito, il relatore ha immediatamente evidenziato come il ritardo nella presentazione della proposta ne renda complicata l’adozione, visto che l’attuale legislatura volge al termine. Al contempo, Fjellner ha sottolineato la volontà di giungere rapidamente ad un compromesso con gli altri eurodeputati, indicando i temi principali sui quali, a suo avviso, sono necessari dei chiarimenti da parte della Commissione europea, ossia: l’obbligo in capo ai produttori europei di collaborare alle indagini avviate ex officio dalla Commissione europea; la durata della c.d. “shipping clause”, attualmente fissata in due settimane; la proposta di non applicare la “lesser duty rule” nei casi di distorsioni nei mercati delle materie prime; la proposta di rimborsare agli importatori i dazi raccolti nel corso della fase di riesame alla scadenza, qualora questo non porti ad un rinnovo delle misure. Infine, per quanto riguarda le bozze di linee guida, anch’esse presentate lo scorso 10 aprile ma formalmente sottratte all’iter legislativo, il relatore ha segnalato come sia necessario considerare l’insieme delle proposte in maniera unitaria, precisando che per quanto riguarda il coinvolgimento del Parlamento europeo nell’approvazione delle linee guida, il servizio giuridico del Parlamento sta redigendo un parere che sarà pronto nelle prossime settimane. La parola è dunque passata ai “relatori ombra” che seguiranno la proposta per conto degli altri gruppi politici: l’On. Cozzolino (S&D, Italia), che si è soffermato sull’opportunità di non limitare la discussione agli aspetti tecnici, ma di prendere in considerazione il contesto politico in cui si situa la proposta di riforma, andandone ad esaminare gli effetti sull’economia europea nel medio-lungo 11 ACCADE ALL’UE N. 189 periodo. L’On. De Sarnez (ALDE, Francia) che ha espresso sostegno ad una modernizzazione dei TDI purché questa sia volta a rafforzarli e a renderne più rapido ed efficace l’utilizzo. Sulla stessa linea l’intervento dell’On. Jadot (Verdi, Francia) il quale, oltre ad invitare la Commissione a fare chiarezza sul processo di adozione delle linee guida, ha proposto di ridurre sensibilmente i tempi di indagine, e di facilitare l’utilizzo degli strumenti per le PMI. Di tutt’altro tenore l’intervendo dell’On. Sturdy (ECR, UK), che ha proposto di rimborsare non solo l’ammontare dei dazi riscossi durante i riesami alla scadenza, ma anche gli interessi. Più critici gli interventi degli Onn. Muscardini (ECR, Italia), Rinaldi (ALDE, Italia) e Berra (PPE, Francia) che hanno sottolineato la necessità di rafforzare gli strumenti di difesa commerciale europei, già molto più equilibrati di quelli di cui dispongono i principali partner commerciali dell’UE. La Commissione europea, nel rispondere alle numerose domande, ha affermato che l’approvazione delle linee guida richiederà diversi mesi, senza tuttavia precisare se intenda coinvolgere il Parlamento europeo nel processo, rendendosi al contempo disponibile ad accorciare da nove a sette mesi la durata delle indagini e a prestare ascolto ai vari stakeholder nel corso del processo legislativo. Il calendario dei lavori parlamentari, piuttosto serrato, prevede che il relatore presenti un primo documento di lavoro per la fine di ottobre, in tempo per l’audizione pubblica fissata per il 7 novembre, a cui farà seguito la presentazione della bozza di relazione e un ulteriore dibattito in commissione INTA il 27-28 novembre, a ridosso della scadenza per presentare emendamenti, fissata per il 29 novembre. Gli emendamenti verranno quindi discussi nel corso della riunione fissata per il 17 dicembre, in vista del voto in commissione INTA che si dovrebbe tenere a gennaio. NEGOZIATI FRA L'UNIONE EUROPEA E LA CINA PER LA CONCLUSIONE DI UN ACCORDO BILATERALE IN MATERIA DI INVESTIMENTI (BIT) Giovedì 11 luglio, la commissione INTA si è riunita per l’esame del progetto di risoluzione sui negoziati fra l'Unione europea e la Cina per la conclusione di un accordo bilaterale in materia di investimenti (BIT), relatore On. Helmut Scholz (GUE, Germania). Il relatore per materia ha aperto l’incontro esaminando l’impatto degli investimenti nelle relazioni commerciali tra l’UE e la Cina. A suo avviso l'accordo sugli investimenti con la Cina (BIT) dovrebbe essere basato sulle migliori pratiche tratte dalle esperienze degli Stati membri comprendendo standard come il principio di non discriminazione (trattamento nazionale e clausola della nazione più favorita), il riferimento al diritto internazionale consuetudinario, il divieto di manifesta arbitrarietà nel processo decisionale nonché la protezione contro l'esproprio diretto prevedendo un’adeguata compensazione che ristori la proprietà dei danni subiti. L’On. Scholz ritiene altresì essenziale includere nell’accordo una clausola vincolante di responsabilità sociale e clausole sociali e ambientali efficaci. Gli eurodeputati intervenuti nel dibattito hanno reiterato il proprio appoggio ad un accordo bilaterale sugli investimenti con la Cina che includa un miglioramento delle clausole di accesso al mercato e preveda una maggior protezione degli 12 ACCADE ALL’UE N. 189 investitori mediante l’inclusione controversie Stato-Stato. di meccanismo di composizione delle A conclusione dell’incontro, la Commissione europea ha manifestato il proprio appoggio in termini generali alla proposta di risoluzione presentata dall’On. Helmut Scholz accogliendo con favore la richiesta di maggior certezza giuridica con particolar riferimento alle clausole di responsabilità sociale d’impresa. A ciò si aggiungerà, inoltre, la previsione di un meccanismo di risoluzione delle controversie Stato-Stato che includa lo sviluppo sostenibile. RISULTATI DEI NEGOZIATI FRA PE E CONSIGLIO SUI REGOLAMENTI “OMNIBUS I E II” L’11 luglio i deputati della commissione INTA hanno approvato i risultati dei negoziati fra PE e Consiglio sui regolamenti c.d. Omnibus I (24 favorevoli, 1 contrario, 1 astenuto) e II (22 favorevoli, 4 astenuti, nessun contrario) che modificano diversi atti di politica commerciale per allinearne le procedure decisionali al quadro giuridico post-Lisbona. Dopo l’estate, i testi verranno sottoposti all’esame della sessione plenaria del Parlamento europeo. ESERCIZIO DEI DIRITTI DELL’UNIONE PER L’APPLICAZIONE E IL RISPETTO DELLE NORME COMMERCIALI INTERNAZIONALI L’11 luglio la commissione INTA ha anche esaminato il progetto di relazione dell’On. Nicolò Rinaldi (ALDE, Italia) sulla proposta di Regolamento relativa all'esercizio dei diritti dell'Unione per l'applicazione e il rispetto delle norme commerciali internazionali. Il relatore ha descritto le principali modifiche che ha inteso apportare alla proposta della Commissione, concentrandosi in particolare su: l’estensione della validità del Regolamento da tre a cinque anni; il rafforzamento del processo di consultazione con gli operatori economici; la previsione che le eventuali contromisure debbano essere “adeguate e proporzionali” e non solamente “sufficienti”; ed infine l’ampliamento del regolamento ai servizi, oltre che ai beni. I relatori ombra intervenuti nel dibattito hanno sostenuto in maniera decisa la linea del relatore, complimentandosi per la collaborazione intercorsa nella fase di redazione del progetto di rapporto che ha fatto sì che tutte le principali istanze dei vari gruppi politici venissero riflesse nel testo. La scadenza per presentare ulteriori emendamenti è fissata al 26 luglio. Per maggiori informazioni: Carlo Pirrone ([email protected]) GIURIDICA [Torna su] Lunedì 8 luglio, nel corso della riunione della Commissione giuridica s’è tenuta una mini-audizione relativa al marchio comunitario cui hanno partecipato i seguenti esperti: il Presidente dell’UAMI, Antonio Campinos, un Rappresentante del Ministero della Giustizia tedesco, Christoph Ernst, il Direttore Generale dell’Ufficio svedese per la registrazione dei brevetti e dei marchi, Susanne Ås Sivborg, il Presidente del Comitato marchi dell’European Brand Association, Dawn Franklin, e il Capo dell’Ufficio legale di L’Oreal, José Montero. 13 ACCADE ALL’UE N. 189 Gli esperti hanno unanimemente sostenuto che il sistema vigente opera in maniera soddisfacente ma che è necessario introdurre alcune modifiche che permettano una migliore convivenza dei sistemi nazionali con quello europeo. Molti interventi si sono soffermati sulle norme in materia di impedimenti alla registrazione e di diritti conferiti dal marchio d’impresa e sulla questione dell’eccedenze di bilancio dell’UAMI. Rispetto alle eccedenze, la maggioranza degli esperti s’è detta contraria allo stanziamento delle stesse a favore del bilancio generale dell’Unione europea e hanno sottolineato che tali quote devono essere utilizzate unicamente ai fini della tutela della proprietà intellettuale e dei marchi. Per maggiori informazioni: Matteo Borsani ([email protected]) [Torna su] PROBLEMI ECONOMICI E MONETARI Tra l’8 e il 9 luglio si è riunita a Bruxelles la Commissione Problemi economici e monetari del Parlamento europeo. Tra i diversi punti interessanti in agenda, vi sono state il dialogo monetario con Mario Draghi in qualità di Presidente della Banca centrale europea, il dialogo economico con Rimantas Šadžius, Ministro delle Finanze della Lituania in qualità di Presidente di turno del Consiglio ECOFIN, e un’audizione del Ministro delle Finanze della Slovenia Uroš Čufer, per discutere lo stato dell’economia slovena e i rischi di spillover sulla stabilità finanziaria dell’Unione europea. La riunione si è aperta l’8 luglio 2013 con il “dialogo monetario” tra il presidente della BCE e del CERS (Comitato europeo per il rischio sistemico), Mario Draghi, e la commissione ECON del Parlamento europeo. In una breve introduzione, il Presidente ha illustrato le condizioni economiche degli ultimi dodici mesi, sottolineando la maggiore stabilità delle condizioni finanziarie dell’Eurozona rispetto a luglio 2012, nonostante restino ancora alcuni nodi irrisolti: in primo luogo la frammentazione finanziaria, che crea forti difficoltà per le PMI nell’accedere al credito, e la questione dell’Unione bancaria, su cui sono stati fatti passi importanti, ma per la quale rimangono da definire gli ultimi dettagli. Tra le cause di questa maggiore stabilità economica Mario Draghi ha individuato sia le riforme e le politiche attuate dagli Stati europei sia le azioni di politica monetaria della Bce. Draghi ha quindi trattato tre punti in maniera approfondita: l’evoluzione della situazione economica e monetaria; la frammentazione finanziaria e il finanziamento delle PMI; la concretizzazione dei provvedimenti sull’Unione bancaria. Circa l’evoluzione della situazione economica e monetaria, il presidente ha ricordato l’abbassamento del tasso di rifinanziamento dello 0,25% a 0,5% da parte del Consiglio direttivo della Bce nel maggio 2013 e gli effetti positivi che questa misura ha avuto, oltre alla promessa di puntare sulla stabilità dei prezzi e 14 ACCADE ALL’UE N. 189 a condizioni di mercato monetario stabili “per tutto il periodo necessario”, presa a luglio 2013. Mentre sulla frammentazione finanziaria il Presidente ha ricordato come non ci sia ripresa senza un sistema bancario solido, sul tema specifico del finanziamento alle PMI egli ha sottolineato come vi sia un doppio problema da considerare riguardo allo spread: quello che sussiste tra paese e paese e quello che invece esiste tra piccole e grandi imprese. Nel primo caso la Bce ha cercato di ridurre i costi di finanziamento bancario, mentre nel secondo le soluzioni proposte, oltre ad un intervento della Banca europea degli investimenti (BEI), consistono in una fornitura di garanzie e fideiussioni e nel potenziamento del credito per le PMI. Infine, con riferimento all’Unione bancaria, Draghi ha ribadito un triplice impegno: la solidità del sistema, la gestione del sistema bancario secondo regole comuni, l’integrazione di un quadro di risoluzione che impedisca che avvengano gli errori del passato. Sulle questioni ancora in corso, Draghi ha ricordato la stretta collaborazione con le autorità nazionali per la creazione del Single Supervisory Mechanism (SSM), il meccanismo di supervisione delle banche, per la quale saranno necessari nei prossimi mesi: una mappatura del settore bancario della zona euro; lo scioglimento di alcuni nodi giuridici; la preparazione di un quadro di rendicontazione dei dati di supervisione armonizzato; un manuale di supervisione; la programmazione e l’attuazione di una valutazione dei bilanci. C’è stato poi tempo per le domande degli eurodeputati: in primo luogo, è stata fatta notare dall’On. Werner Langen (PPE, Germania) e da altri membri del PPE la persistente difficoltà nell’accesso al credito per le PMI, oltre alle differenze nazionali nei tassi di interesse dei prestiti bancari. Draghi ha risposto che le banche, pur avendo in alcuni casi disponibilità di capitale, continuano a non prestare alle PMI perché è troppo alto il rischio del prestito (e, conseguentemente, il capitale da accontare a fronte di tale attività), mentre l’acquisto di titoli di stato è meno rischioso. La soluzione è continuare con la politica di tassi bassi, senza però obbligare le banche a prestare denaro alle PMI. In uno studio citato dal presidente della Bce, le due difficoltà principali espresse dai piccoli imprenditori europei sono la mancanza di clienti e di accesso al credito, in un settore che occupa oltre il 75% della popolazione europea. La BEI, la Commissione europea e la BCE potrebbero quindi agire insieme per elaborare una strategia comune, ricorrendo anche alle cartolarizzazioni, ha sostenuto Draghi. Sull’Unione bancaria, alla domanda su cosa succede nel momento in cui si arena la direttiva sulle garanzie di deposito a causa delle resistenze al Consiglio e si arriva a parlare solo di risoluzione e vigilanza, Draghi ha risposto che l’accordo raggiunto è un fatto positivo e che il ruolo che potrà svolgere il PE in questo senso è fondamentale. Rispondendo all’On. Wolf Klinz (ALDE, Germania) che chiedeva informazioni sulla sua posizione riguardo alla mutualizzazione del debito, Draghi ha risposto che mutualizzare significa emettere debito e poi doverlo finanziare e che quindi tutti gli Stati devono innanzitutto essere convinti di dover rispettare la stessa disciplina e le stesse regole. Soltanto alla fine di questo processo si potrà parlare di messa in comune del debito. 15 ACCADE ALL’UE N. 189 L’On. Philippe Lamberts (Verdi, Belgio) si è soffermato sulla decisione dell’Eurogruppo di limitare i fondi a disposizione dell'ESM per la ricapitalizzazione diretta delle banche a 60 miliardi in prospettiva dell'asset quality review che sarà condotta a breve dalla BCE prima di assumere la vigilanza del settore bancario. Il presidente Draghi, incalzato circa la congruità di tale tetto, ha chiarito che, qualora l'asset quality review dovesse evidenziare problemi relativi ai bilanci delle banche, in questa fase la ricapitalizzazione potrà avvenire esclusivamente mobilitando risorse nazionali o sottoscrivendo un programma di aumento del debito con l'ESM (la ricapitalizzazione "indiretta" delle banche da parte dell'ESM tramite lo Stato membro di appartenenza, infatti, è già consentita dal trattato istitutivo del fondo). La ricapitalizzazione diretta delle banche da parte dell'ESM potrà essere utilizzata solo una volta che la BCE avrà effettivamente assunto il ruolo di supervisore, e quindi non prima del settembre 2014. L’On. Sampo Terho (EFD, Finlandia) ha chiesto il parere di Draghi sulle diverse strategie di gestione del prestito bancario utilizzate in USA e UE. Questi ha risposto che la differenza tra UE e USA è principalmente istituzionale, oltre che di mandato, tra le banche centrali. Negli USA la Fed interviene sui mercati attraverso i titoli di Stato, mentre in Europa oltre l’80% dell’intervento avviene attraverso le banche. Non si può però garantire che le banche concedano prestiti, ha polemicamente ammesso Draghi. Alla domanda dell’eurodeputata del PPE Danuta Maria Hübner (Polonia) sull’attivismo monetario, Draghi ha ricordato l’incertezza sul mercato finanziario dell’Eurozona, oltre alle due LTRO e all’OMT che hanno ridotto di molto il rischio per l’Eurozona. Per quanto riguarda il terzo LTRO prospettato in una recente cerimonia a Gerusalemme, Draghi non ha voluto soffermarsi sulla questione. Rispondendo poi all’On. Olle Schmidt (ALDE, Svezia) sulla futura decisione della Corte di Karlsruhe sulla legittimità del programma OMT di acquisto dei titoli di Stato con scadenza massima a 3 anni sul mercato secondario, Draghi ha detto che si tratta di un back stop efficace e pronto ad essere attivato, ma le condizioni devono sussistere. Inoltre, ha ricordato che la BCE è soggetta alla giurisdizione della Corte di Giustizia, ed è stata chiamata da Karlsruhe come esperto, non come imputato. Successivamente all’intervento di Mario Draghi, il Ministro Šadžius ha presentato succintamente il programma della presidenza lituana ed elogiato il lavoro svolto dalla Presidenza uscente irlandese, rallegrandosi di poter continuare diversi triloghi già nel mese di luglio. L’obiettivo di rilanciare la crescita, assicurando opportunità di lavoro ai giovani e credito alle imprese, soprattutto alle PMI, è stato ribadito con forza. Šadžius ha sottolineato i grandi risultati dell’ingresso della Croazia nell’UE e della Lettonia nella zona euro, ribadendo che il suo paese intende adottare la moneta unica nel 2015. Egli vede nell’espansione dell’euro e dell’UE un segnale di fiducia importante, che deve essere tenuto in considerazione nelle discussioni, spesso fortemente tecniche, su stabilità finanziaria e sostenibilità dei conti pubblici. La priorità della presidenza lituana è sicuramente l’Unione bancaria: il trilogo su risanamento e risoluzione delle crisi delle banche, dopo il compromesso raggiunto il 27 giugno in sede ECOFIN, è pronto a partire immediatamente. Il Ministro ha poi sottolineato l’importanza della completa implementazione delle regole di governance economica e la necessità di sviluppare un semestre europeo più efficace e trasparente. Inoltre, Šadžius ha segnalato l’intenzione di lavorare con l’obiettivo di estendere la zona 16 ACCADE ALL’UE N. 189 euro a tutti e 28 gli Stati membri. Grande importanza viene assegnata anche all’ottenimento di progressi relativamente ai principali dossier finanziari, in particolare relativamente al “pacchetto Mifid”, alla Market Access Regulation e al Regolamento sui Central Securities Depositories. Al tempo stesso, è cruciale continuare il lavoro su Omnibus II per via delle sue implicazioni per le assicurazioni. Sulla tassazione il ministro Šadžius chiede il sostegno politico del Parlamento per sconfiggere evasione e frode fiscale, anche alla luce della mancanza di unanimità in sede di Consiglio. Infine, il Ministro ha ribadito l’importanza di raggiungere al più presto un accordo definitivo e completo sul quadro finanziario pluriennale per assicurare il finanziamento di una lunga serie di programmi europei. Nel dibattito, il presidente della commissione ECON, l’On. Sharon Bowles (ALDE, Regno Unito) ha ribadito che il Parlamento esprime da anni un forte sostegno ai lavori in materia di tassa su risparmi, scambio di informazioni, IVA e base imponibile consolidata comune per l’imposta sulle imprese (CCCTB). L’On. Jean Paul Gauzès (PPE, Francia) si è chiesto come la Presidenza lituana intenda sbloccare i numerosi dossier, e il Ministro Šadžius ha riconosciuto la difficoltà di affrontare le differenze tra Consiglio e Parlamento e tra gli stessi Stati membri. In quest’ambito, l’obiettivo della presidenza lituana è quello di concentrarsi sulle priorità e di coordinarsi più efficacemente con ECON. L’On. Antolín Sánchez Presedo (S&D, Spagna) ha poi parlato di credito per i mutui, sul quale l’accordo tra Parlamento e Consiglio è quasi concluso, mentre l’On. Olle Schmidt (ALDE, Svezia) si è chiesto se le raccomandazioni-paese siano effettivamente implementate. Le difficoltà nel misurare in maniera quantitativa l’implementazione sono state riconosciute dal ministro, anche alla luce dell’importanza del principio di sussidiarietà, che vede comunque nei governi nazionali i responsabili ultimi dell’implementazione delle riforme strutturali e della politica fiscale. L’On. Jean-Paul Besset (Verdi, Francia), invece, ha ribadito la rilevanza politica delle differenze che rallentano numerosi dossier importanti (FTT, fondo di redenzione del debito), chiedendo al Ministro se ritiene che il governo tedesco sia il principale responsabile dell’impasse legislativa. Quest’ultimo riconosce le diversità degli interessi in gioco, e ritiene che la sua presidenza debba svolgere un ruolo di mediatore diretto con i Ministri delle Finanze dell’UE e con gli stessi parlamentari dell’ECON. L’On. Jürgen Klute (GUENGL, Germania) ha poi parlato della direttiva payment account, rallegrandosi della sua presenza nell’agenda di lavoro della presidenza lituana, mentre l’On. Marianne Thyssen (PPE, Belgio) ha posto l’enfasi sul meccanismo di supervisione unico, per il quale il ministro Šadžius ha auspicato un voto quanto più rapidamente possibile da parte del Parlamento, e sul meccanismo di risoluzione unico, riguardo al quale il Ministro ha sottolineato che la coerenza della proposta della Commissione con gli attuali Trattati è stata ribadita dal Commissario Michel Barnier. La giornata del 9 luglio è invece ospitato l’audizione del Ministro delle Finanze sloveno Uroš Čufer, nel formato cd. “dialogo economico”. Durante lo scambio di vedute, il Ministro si è soffermato su tre punti: l’attuale situazione economica in Slovenia, i tre pilastri di attività per il governo in carica ed infine le priorità di breve termine. La Slovenia, ha ricordato Čufer, è reduce da 5 anni di crescita debole a causa della crisi economica. Il debito è al 55% del Pil, e pur essendo al di sotto della media nell’UE rimane su valori da monitorare, anche perché in costante aumento. Vi sono inoltre squilibri nel settore privato e numerose 17 ACCADE ALL’UE N. 189 aziende sono altamente indebitate. Questo si riflette sui bilanci delle banche, con le quali il governo sloveno intende confrontarsi il prima possibile. Tra le misure citate dal Ministro come decisive e utili per il paese, vi sono la riforma delle pensioni, del mercato del lavoro, e il processo di consolidamento dei conti. La strategia elaborata poggia su tre pilastri. Innanzitutto, il cambiamento del processo decisionale, in particolare modificando la Costituzione e le soglie per i referendum, che sono stati la causa per il blocco di molte iniziative governative negli ultimi anni. In secondo luogo, la modifica del sistema di voto e una riforma strutturata della corporate governance. Infine, misure di breve termine che devono essere focalizzate su crescita sostenibile nel lungo termine e consolidamento del bilancio. Ciò che può favorire la realizzazione di questi obiettivi sono un sistema giuridico efficace, l’efficienza del settore pubblico, la riduzione dell’intervento del settore pubblico ed infine i miglioramenti nei settori della sanità e dell’energia. Per quanto riguarda il debito, è stata creata con i funzionari della Banca di Slovenia e con le istituzioni internazionali una bad bank in cui trasferire i titoli tossici. Per quanto riguarda le privatizzazioni, è già stata trovata una lista (approvata dal Parlamento) di quindici aziende da privatizzare. Le domande dei deputati hanno riguardato principalmente la situazione finanziaria slovena e la questione delle banche. L’On. Jean-Paul Gauzès (PPE, Francia) ha chiesto informazioni sulla ristrutturazione delle banche, ottenendo risposta sulla necessità di sistemarne la situazione finanziaria il prima possibile. Si aspetta adesso il via libera della DG Concorrenza, che deve dare l’autorizzazione per valutare se il trasferimento degli asset, così come nella ricapitalizzazione della banca, siano compatibili con le norme UE sugli aiuti di Stato. Alla domanda dell’On. Wolf Klinz (ALDE, Germania) sulle strategie di privatizzazione, il ministro ha risposto che non si può privatizzare senza riferimenti precisi ed in maniera indiscriminata. Come dimostrano anche le esperienze degli altri paesi europei, è necessario mantenere le industrie strategiche che operano nel pubblico, se si ritrova un interesse comune nel mantenimento del profilo statale. Per maggiori informazioni: Viviana Padelli ([email protected]) [Torna su] OCCUPAZIONE E AFFARI SOCIALI Il 9 luglio si è riunita la Commissione parlamentare per l’Occupazione e gli Affari sociali. La commissione ha proceduto a uno scambio di opinioni con le parti sociali europee BusinessEurope, ETUC, UEAPME e CEEP sul Quadro d’Azione contro la disoccupazione giovanile, approvato l’11 giugno e accolto con favore da tutti gli oratori intervenuti durante l’incontro. Ad oggi il tasso di disoccupazione giovanile si attesta attorno al 24.4% nell’area euro e al 23.5% nell’area EU27. Per questo motivo, Maxime Cerutti 18 ACCADE ALL’UE N. 189 (BusinessEurope) ha affermato che è necessaria un’azione immediata per aiutare i giovani nella ricerca di un impiego. Secondo Patrick Itschert (ETUC), il testo approvato dalle parti sociali è ben equilibrato e si propone di migliorare la qualità degli stage e dei percorsi di apprendistato, in modo che costituiscano un punto di partenza per i giovani e non una fonte di abuso. A tal fine occorre che la “Garanzia per i giovani” sia attuata rispettando alcune condizioni ed evitando che dia luogo solo a brevi stage. I sindacati si sono detti preoccupati per il problema del “brain drain”, che priva gli Stati membri, e in particolare la periferia, del loro capitale sociale, del quale altri Stati potranno disporre come mano d’opera a buon mercato. La fuga dei cervelli è dovuta essenzialmente al taglio della spesa pubblica operato dalla maggior parte dei Governi europei, il quale è a sua volta conseguenza diretta delle politiche di austerità. A differenza della libera circolazione delle persone a cui fanno riferimento i trattati di Roma, che deve essere ulteriormente rafforzata all’interno dell’UE, questa emigrazione dei giovani è una forma di mobilità forzata che deve essere risolta. Liliane Volozonskis (UEAPME) ha commentato le 80 raccomandazioni di breve e lungo periodo contenute nel Quadro d’Azione, che affronta alcune questioni essenziali: la capacità di indirizzare i giovani verso quei settori nei quali è più richiesta la manodopera (attraverso open days e partenariati), la necessità di affrontare i limiti che ostacolano l’assunzione dei giovani e la diffusione, all’interno dell’Unione europea, dello spirito imprenditoriale e di una maggiore flessibilità. Gli Stati membri dovrebbero adottare modelli di formazione duale, che prevedano un periodo di apprendimento in piccole e medie imprese. Inoltre, è importanti concentrarsi non solo sui programmi di mobilità indirizzati agli studenti, ma anche e soprattutto a quelli rivolti ai giovani lavoratori. Andreas Persson (CEEP) ha sottolineato l’importanza di investire nell’educazione e nell’insegnamento, favorendo i percorsi di formazione professionale in alternanza scuola/lavoro. Il 9 luglio in commissione parlamentare EMPL si è svolta anche un’audizione pubblica sulla dimensione sociale dell’Unione Economica e Monetaria, che ha affrontato la possibile istituzione di un sistema europeo di indennità di disoccupazione. Hanno partecipato all’incontro quattro esperti: Georg Fischer (DG EMPL, Commissione europea), Thomas Philippon (New York University), Ferdinand Fichtner (DIW) e l’economista Manuel Caldeira Cabral. A partire dal Blue print della Commissione europea dello scorso novembre “Un piano per un’Unione economica e monetaria autentica e approfondita - Avvio del dibattito europeo” gli ospiti hanno commentato l’attuale situazione, caratterizzata da una forte interconnessione tra le diverse economie europee, non accompagnata da appropriati meccanismi di condivisione del rischio. Le economie degli Stati membri sono esposte agli stessi cicli congiunturali, tuttavia le fluttuazioni non sono allineate e mancano degli stabilizzatori automatici comuni per i periodi di recessione. 19 ACCADE ALL’UE N. 189 Gli esperti e la commissione hanno quindi discusso le tappe verso la piena capacità fiscale e la completa unione politica, economica e monetaria. Particolare attenzione è stata dedicata alla possibile introduzione di un fondo di disoccupazione assicurativo a livello europeo. Infine, la commissione EMPL ha avuto un momento di confronto con il Ministro lituano per il Lavoro e la Sicurezza sociale, Algimanta Pabedinskiene. Per maggiori informazioni: Gaia Della Rocca ([email protected]) [Torna su] INDUSTRIA, RICERCA ED ENERGIA Lo scorso 9 luglio è stato approvato dalla commissione industria, ricerca ed energia (ITRE) la proposta di risoluzione dal titolo “Imprenditorialità 2020: rilanciare lo spirito imprenditoriale in Europa” con 49 voti a favore, 2 contrari e nessun astenuto, relatore l’On. Paul Rübig (PPE, Austria). Sempre in commissione ITRE è stato esaminato il progetto di relazione dell’On. Butikofer (Verdi, Germania), “Reindustrializzare l'Europa per promuovere la competitività e la sostenibilità”. Il relatore ha iniziato il dibattito sottolineando come sia necessario, per uscire dalla crisi, aspirare, in linea con quanto dice la Commissione europea nella sua Comunicazione pubblicata nell’ottobre 2012, a una politica industriale europea. Il potenziamento dell’industria è un obiettivo che deve essere portato avanti da tutti, ha continuato Butikofer, e ciò deve essere fatto attraverso un approccio orizzontale, che definisca le condizioni quadro e individui i settori sui quali concentrarsi per arrivare ad una politica industriale comune ed efficace. Condividendo il punto di vista della Commissione il relatore ha rilevato come all’Unione serva un’industria europea sostenibile che punti sull’innovazione e sul potenziamento delle tecnologie. Inoltre, il relatore ha sottolineato l’importanza, nel contesto industriale, dell’accesso al credito delle PMI e come questo debba essere migliorato e reso maggiormente attendibile e sicuro. È intervenuto poi l’On. Proust (PPE, Francia) il quale ha sottolineato come sia necessario creare misure concrete, semplici e innovatrici in modo da delineare una politica industriale che risolva i problemi dell’industria e proponga soluzioni concrete ai cittadini europei. I paesi europei devono allearsi per avere un’unica politica industriale ed essere in grado di parlare con una sola voce per rilanciare l’industrializzazione dell’Europa e per rispondere con maggior competitività alle economia dei paesi emergenti. La maggior parte dei MEP intervenuti ha convenuto con quest’ultima analisi, sottolineando, inoltre, come sia necessario mettere al centro della futura politica industriale l’innovazione, finalizzata a rendere le imprese europee, ed in particolare le PMI, maggiormente competitive sul mercato globale. 20 ACCADE ALL’UE N. 189 È intervenuto, poi, l’On. Prodi (S&D, Italia) che ha rilevato come sia necessaria una politica industriale improntata sul ritorno alla manifattura. Secondo l’On. Prodi sarà molto importante, per rivalutare l’industria e rimetterla al centro dell’agenda europea, mantenere la cultura manifatturiera europea. La futura politica industriale europea, secondo Prodi, dovrà, inoltre, spostare la fiscalità dal lavoro ai consumi e porsi come obiettivo centrale quello dell’efficienza. Infine, è stato fissato a venerdì 19 luglio il termine per presentare emendamenti. La commissione ha quindi ricevuto la visita dei ministri lituani Sinkevicius, Gustas, Pavalkis e Neverovic e sarà ospite a Vilnius la prossima settimana. Rimantas Sinkevicius, Ministro dei trasporti e delle telecomunicazioni, ha ricordato che la Presidenza lituana sarà l’ultima a collaborare con l’attuale Parlamento e l’attuale Collegio dei commissari. Sarà dunque prioritario il lavoro sulle reti di comunicazione transeuropee, la Direttiva sulla sicurezza delle reti dell’informazione e la proposta di Regolamento per la riduzione dei costi per la banda larga. Il Ministro Sinkevicius ha inoltre promosso l’evento ICT 2013 che avrà luogo a Vilnius a novembre. Evaldas Gustas, Ministro dell’Economia, ha affermato l’importanza della collaborazione interistituzionale per la definizione di una politica industriale integrata e competitiva basata sull’innovazione. Nel suo intervento ha indicato come priorità l’accesso alle materie prime e alle fonti energetiche a prezzi competitivi, la definizione di un ambiente normativo favorevole alla crescita e all’occupazione, la promozione dei cluster e delle reti d’impresa e l’incoraggiamento della domanda di beni e servizi innovativi. Il tema degli appalti pubblici per l’innovazione sarà oggetto di un consiglio informale a Vilnius il 23 luglio. Altri appuntamenti importanti saranno il Consiglio Competitività di settembre e dicembre e il Consiglio europeo di febbraio 2014. Infine, il Ministro Gustas ha sottolineato il valore delle PMI come forza trainante dell’economia e ricordato la celebrazione del quinto anniversario dello Small Business Act che ha affermato il principio think small first. Dainius Pavalkis, Ministro dell’Educazione e della Scienza, ha affrontato il programma Horizon 2020 e il suo budget, il rapporto tra mobilità e fuga dei cervelli e le politiche di promozione dello spirito imprenditoriale. Jarolslav Neverovic, Ministro dell’Energia, ha sottolineato l’importanza di completare il mercato interno dell’energia, avanzare nella discussione sulla Direttiva sui biocarburanti e definire un quadro di riferimento su energia e clima. La commissione ITRE ha inoltre approvato, con 51 voti a favore, la questione orale sul completamento della European Research Area, posta dalla Presidente Sartori. Per maggiori informazioni: Gaia Della Rocca ([email protected]) [Torna su] 21 ACCADE ALL’UE N. 189 SFRUTTARE IL POTENZIALE DEL CLOUD COMPUTING IN EUROPA Lunedì 8 luglio, la commissione parlamentare per l’Industria, la Ricerca e l’Energia (ITRE) si è riunita per l’esame del progetto di relazione dell’On. Pilar del Castillo Vera (PPE, Spagna) sulla comunicazione della Commissione europea “Sfruttare il potenziale del cloud computing in Europa”. La relatrice ha presentato le forti potenzialità del cloud computing come strumento di crescita, occupazione e competitività globale dell'Unione europea. Tuttavia, data la natura commerciale dei sistemi di cloud, la relatrice ritiene che alcuni aspetti della strategia della Commissione non siano stati trattati in modo esaustivo. Tra tutti, rimangono prioritari alcuni temi come: Le questioni tecnologiche legate allo sviluppo del cloud computing; La gestione e la scalabilità dei sistemi cloud; La flessibilità per lo sviluppo del cloud nel settore dell'informatica per non ostacolare l'innovazione di fronte ai problemi legati alla normalizzazione, alla riservatezza dei dati e alla sicurezza. Su questi ultimi aspetti, la relatrice ha auspicato l’approvazione, in tempi brevi, del nuovo quadro normativo europeo sulla protezione dei dati, anche alla luce dell'urgente necessità di adattare il regime in vigore previsto dalla Direttiva sulla privacy del 1995 alla società digitale. Inoltre, per assicurare la diffusione dei servizi cloud, per la relatrice è importante che il quadro sulla protezione dei dati istituisca una chiara delimitazione dei ruoli e delle responsabilità degli incaricati del trattamento dei dati. In questo contesto, il gruppo PPE ha accolto con favore anche la recente proposta di direttiva sulla sicurezza delle reti e dell'informazione. Il cloud computing, infatti, agli occhi del consumatore, rischia di aggiungere un'ulteriore dimensione di incertezza nella percezione della sicurezza e della protezione dei dati a causa della propria natura fondata sull'esternalizzazione. In quest’ottica, la relatrice ha individuato cinque settori d’azione complementari rispetto alle tre aree identificate nella Comunicazione della Commissione europea: Promozione delle competenze informatiche e di iniziative d'istruzione digitale nello sviluppo del cloud computing al fine di far fronte alla crescente disoccupazione in Europa; Sicurezza del cloud computing e parità di trattamento nello sviluppo di un mercato unico digitale anche attraverso il sostegno all'Agenzia europea per la sicurezza delle reti e dell'informazione (ENISA) nell'attivazione della piattaforma di informazioni d'interesse pubblico di cui alla direttiva sul servizio universale; 22 ACCADE ALL’UE N. 189 Promozione di una leadership comune del settore pubblico tramite il partenariato europeo per il cloud computing, prevedendo sia un elevato livello di coordinamento sia la piena digitalizzazione delle pubbliche amministrazioni; Una portabilità completa e semplice mediante un elevato grado d’interoperabilità di base tra servizi di cloud. In tal senso, la relatrice ha annunciato la pubblicazione, entro il 4 settembre, di una serie di standard europei sul cloud; Aumento della trasparenza nei servizi di cloud per il progresso del mercato unico digitale. Gli eurodeputati intervenuti al dibattito hanno accolto con ampio favore il progetto di relazione presentato. Le maggiori perplessità, tuttavia, si riferiscono all’impatto sociale del cloud computing e alla necessità di maggiori garanzie circa la sicurezza nel trattamento dei dati di fronte a tentativi esterni di manipolazione e spionaggio. Gli eurodeputati hanno mostrato interesse anche rispetto al legame tra cloud computing e diritti di autore, con particolare riferimento ai c.d. copying levy, ossia l’equo compenso per la copia privata imposto ai produttori e agli importatori di prodotti elettronici finalizzati alla riproduzione o alla registrazione di contenuti digitali come indennizzo sull'utilizzo delle opere protette da diritto d'autore. Il rappresentante della Commissione europea ha preso atto innanzitutto dei timori espressi sulle problematiche connesse al diritto d’autore e allo sviluppo del cloud computing. Tuttavia ha mostrato un certo scetticismo nel considerare un adeguato sviluppo infrastrutturale dei servizi cloud come unico strumento utile a limitare il rischio di accesso indebito ai dati personali da parte di strutture intergovernative. Il termine per la presentazione degli emendamenti è fissato per il 4 settembre, il voto in commissione ITRE è previsto per il 14 ottobre e il voto in seduta plenaria nel mese di novembre. Per maggiori informazioni: Cinzia Guido ([email protected]) [Torna su] UN’EUROPA LIBERA DAL ROAMING NEL 2015 Martedì 9 luglio, la commissione ITRE ha approvato, all’unanimità, la proposta di risoluzione “L’Agenda digitale europea – Guidare la crescita digitale dell’Europa – Un’Europa libera dal roaming nel 2015” del relatore Jens Rohde (ALDE, Danimarca). Tutti i partiti della commissione ITRE hanno appoggiato la risoluzione non legislativa che chiede la fine della “tassa di roaming” all'interno dei paesi UE entro il 2015. Secondo gli eurodeputati i margini di profitto sbilanciati sul roaming, non solo creano costi eccessivi per gli utenti, ma ostacolano anche la crescita e la prosperità dell’UE. A loro avviso, essi rappresentano uno dei motivi per cui non esiste ancora un mercato unico delle telecomunicazioni. L'Organismo dei regolatori europei delle comunicazioni elettroniche calcola che, in media, 23 ACCADE ALL’UE N. 189 l'industria e gli utenti privati pagano il doppio di quanto gli operatori paghino sul mercato all'ingrosso per le chiamate in roaming. Per il relatore Jens Rohde, «questo voto unanime per un'Europa libera dal roaming entro il 2015 è un forte segnale di sostegno alle iniziative della commissaria all’Agenda digitale Neelie Kroes per garantire il pieno funzionamento del mercato delle telecomunicazioni». India e Stati Uniti hanno già abolito le tariffe roaming e – secondo Rohde - è giunto il momento che l’UE faccia altrettanto. Il Gruppo S&D ha accolto con favore il risultato del il voto in quanto rafforza il processo di creazione di un mercato europeo veramente unico per le comunicazioni mobili. Secondo l’eurodeputato del gruppo S&D e autore della risoluzione Francesco De Angelis «l'istituzione di una rete di comunicazione paneuropea senza costi di roaming rappresenta una vittoria per i consumatori europei». Il portavoce del gruppo S&D per la questione “roaming” Robert Goebbels ha, invece, dichiarato che «nel negoziare il regolamento sul roaming, poco più di un anno fa, nessun altro gruppo politico, né il Consiglio né la Commissione, si sarebbe detto pronto a sostenere l’obiettivo di creare un mercato della telefonia mobile europeo senza costi di roaming, all’infuori del Gruppo S&D». La risoluzione sarà adesso votata dalla plenaria del Parlamento nella sessione del 9-12 settembre, mentre la Commissione presenterà una proposta legislativa in autunno. La questione sarà anche trattata al Vertice UE di ottobre dedicato ai temi dell’Agenda digitale. Per maggiori informazioni: Cinzia Guido ([email protected]) [Torna su] SVILUPPO DELLE RETI TRANSEUROPEE DI TELECOMUNICAZIONI Il 9 luglio, la commissione ITRE ha approvato il progetto di relazione del relatore On. Evžen Tošenovský (ECR, Repubblica Ceca) sulle linee guida per lo sviluppo delle reti transeuropee di telecomunicazioni, per la quale la Commissione ha recentemente adottato una proposta modificata. Il progetto di relazione emendato è stato approvato con 43 voti favorevoli e 6 astenuti. La risoluzione parlamentare che accompagna il documento è stata approvata con 44 voti a favore 6 astenuti. È stato quindi votato il mandato per il trilogo con 50 voti a favore e 1 astenuto. Per maggiori informazioni: Cinzia Guido ([email protected]) [Torna su] QUADRO NORMATIVO PER LE COMUNICAZIONI ELETTRONICHE Nel pomeriggio del 9 luglio, la commissione ITRE ha ospitato l’esame del progetto di relazione del relatore Catherine Trautmann (S&D, Francia) sull'attuazione del quadro normativo per le comunicazioni elettroniche. 24 ACCADE ALL’UE N. 189 Nel presentare il progetto di relazione, l’On. Trautmann ha innanzitutto constatato come, a distanza di sei anni dalla proposta della Commissione, il mercato europeo delle comunicazioni elettroniche risulti ancora incompleto. Benché la relatrice ritenga essenziale la creazione di un mercato unificato, richiede altresì la revisione articolata del pacchetto legislativo armonizzato per le reti e i servizi di comunicazione elettronica accompagnata da una valutazione d’impatto sulle ripercussioni socio-economiche ex-post derivanti dalla sua applicazione. Trattandosi di una “direttiva quadro”, la relatrice rileva, inoltre, una certa riluttanza degli Stati membri nell’avviare la sua trasposizione mediante l’adozione di misure nazionali sull’accesso alle comunicazioni elettroniche. Vista la persistente frammentazione normativa tra gli Stati dell’Unione, l’On. Trautmann ha manifestato un certo scetticismo verso la volontà della commissaria per l’Agenda digitale Neelie Kroes di lanciare un pacchetto completo e definitivo di proposte legislative per creare un mercato interno per le comunicazioni elettroniche entro Pasqua 2014. Dal canto suo la relatrice si sarebbe aspettata ulteriori misure per utilizzare meglio gli strumenti del quadro normativo già a disposizione, piuttosto che una nuova iniziativa, la cui adozione da parte dei colegislatori, prima della fine della legislatura, sembra alquanto impossibile. Gli eurodeputati intervenuti al dibattito si sono detti soddisfatti del lavoro fin qui svolto dalla relatrice con particolare riferimento alle preoccupazioni derivanti dalla non realizzazione del mercato unico delle comunicazioni elettroniche derivante dalla persistente frammentazione legislativa tra gli Stati dell’Unione, ancora troppo preponderante in alcuni settori come lo spettro. Al termine dell’incontro l’Onorevole Trautmann ha ricordato che il termine per la presentazione degli emendamenti è stato fissato per giovedì 11 luglio. Per maggiori informazioni: Cinzia Guido ([email protected]) [Torna su] SCAMBIO DI OPINIONI CON IL COMMISSARIO EUROPEO PER L’AGENDA DIGITALE, NEELIE KROES Martedì 9 luglio si è tenuto, in commissione ITRE, uno scambio di opinioni con il commissario europeo per l’Agenda Digitale Neelie Kroes, sulle prossime iniziative legislative: “Assicurare la connettività per l’economia digitale”. Se l’evoluzione dell’economia digitale a livello globale è ormai un dato evidente basti pensare che l’America, il Giappone e la Corea possono contare sull’88% degli abbonamenti 4G mentre l’Europa ne possiede il 6% - l’Unione europea, secondo la Kroes, deve ancora adeguarsi al progresso del mondo digitale mediante un mercato unico delle telecomunicazioni dotato di un efficiente sistema ICT. Il problema primario per l’Europa – ha continuato la Kroes – è rappresentato dalla frammentazione normativa da cui si generano ingenti oneri aggiuntivi per le imprese europee. 25 ACCADE ALL’UE N. 189 In quest’ottica, la Commissione europea intende presentare, nel mese di settembre, un nuovo pacchetto legislativo per facilitare l’interconnessione europea sulla base del quadro normativo esistente. Il pacchetto s’incentrerà su tre azioni prioritarie: Semplificare la comunicazione transfrontaliera mediante un’armonizzazione normativa che riduca progressivamente la burocrazia amministrativa e gli oneri per le imprese. In tal modo, gli operatori saranno facilitati nell’operare in Europa anche attraverso l’istituzione di sistema di autorizzazione unico con supervisione dello Stato membro d’origine. Assicurare agli operatori parametri fissi di accesso alle reti – come i prodotti bitstream - e servizi di interconnessione di alta qualità. In questo scenario, risulta peraltro fondamentale la definizione di condizioni più congrue per lo spettro wireless. Garantire ai cittadini diritti equi e la neutralità della rete in tutta l’Unione. In un mercato unico delle telecomunicazioni europeo, la Commissione europea intende includere il divieto ad aumenti tariffari ingiustificati o artificiali sul roaming garantendo altresì che i prezzi per le chiamate nel mercato interno siano concorrenziali. Fondamentale risulta anche la portabilità dei dati, su cui Neelie Kroes ha sottolineato l’eccellente lavoro condotto nel progetto di relazione dell’On. Jens Rohde (ALDE, Danimarca), relatore per la proposta legislativa “Un’Europa senza roaming 2015”. Tuttavia, ha ricordato che solo mediante la creazione di un mercato unico è possibile abbassare i prezzi di roaming. In questo scenario, s’inseriscono anche i problemi legati alla frammentazione legislativa europea sullo spettro, vista la non obbligatorietà di attribuzione delle frequenze in alcuni Stati membri tale da incrinare la possibilità di competere per le imprese europee e da creare costi aggiuntivi per i consumatori. Se da un lato, per la Kroes, il sistema europeo delle telecomunicazioni è una pietra miliare per il settore ICT tale da poter difendere un mercato competitivo, dall’altro anche le imprese, siano esse di grandi o piccole dimensioni, chiedono una connettività che le trasformi. La commissaria ha poi sottolineato l’importanza di un approccio pragmatico nella modernizzazione delle comunicazioni elettroniche al fine di adeguare in modo immediato la normativa esistente. In tal senso, Neelie Kroes ritiene che una ristrutturazione complessa della legislazione si dilaterebbe in un arco temporale troppo esteso comportando la perdita di opportunità. Concludendo l’intervento, la Commissaria ha presentato gli elementi combinati della strategia europea in materia: prezzi equi, offerta di servizi qualitativamente alti per le imprese, eliminazione progressiva delle tariffe di roaming e net neutrality. Gli eurodeputati intervenuti al dibattito hanno manifestato quasi un unanime scetticismo nei confronti del nuovo quadro normativo che sarà presentato a settembre dalla Commissione europea sul mercato unico delle telecomunicazioni, ritenendolo poco fattibile in termini procedurali e temporali. 26 ACCADE ALL’UE N. 189 Altri quesiti sono stati avanzati con riferimento agli strumenti previsti all’interno del pacchetto normativo per la banda larga ultraveloce, l’accesso alle reti transeuropee dello spettro e alla strategia da seguire nel prossimo futuro dopo lo scandalo datagate. Nel rispondere ai quesiti sollevati dagli eurodeputati, la commissaria per l’Agenda digitale ha ribadito l’urgenza, per l’Europa, di colmare il divario nel mercato delle telecomunicazioni promuovendo una banda larga ad alta velocità ed eliminando le barriere esistenti nell’accesso al mercato. Il nuovo quadro normativo si comporrà di vari elementi come l’accessibilità al mercato interno, la contrazione dei costi, lo spettro e la banda larga, il passaporto europeo, l’apertura di internet e il roaming. La Commissione europea intende inoltre promuovere una banda larga di 700 mega herzt, considerando anche lo sviluppo delle comunicazioni senza fili. Per quanto riguarda la sicurezza informatica, la Kroes prevede l’inclusione nella proposta legislativa del rafforzamento della piattaforma NTS per il monitoraggio delle reti degli incidenti informatici. Per maggiori informazioni: Cinzia Guido ([email protected]) [Torna su] MERCATO INTERNO E PROTEZIONE DEI CONSUMATORI PRIMO SCAMBIO DI OPINIONI SUL PACCHETTO IN MATERIA DI SICUREZZA DEI PRODOTTI Lunedì 8 luglio, nel corso della riunione della Commissione per il Mercato Interno, l’on. Christel Schaldemose (S&D, Danimarca) e l’on. Sirpa Pietikäinen (PPE, Finlandia) hanno presentato i loro progetti di relazione nell’ambito del pacchetto legislativo sulla sicurezza dei prodotti di consumo e la vigilanza del mercato. L’on. Schaldemose, rapporteur per il regolamento in materia di sicurezza dei prodotti (2013/0049(COD), ha fatto presente che il proprio progetto di relazione introdurrà quattro temi di natura trasversale: La necessaria complementarietà tra il futuro regolamento e le normative settoriali, con l’obiettivo di istituire una rete di sicurezza per i prodotti (c.d. safety-net); L’introduzione del principio di precauzione; L’allineamento tra il regolamento adottando e la decisione 768/2008/CE relativa ad un quadro comune per la commercializzazione dei prodotti, soprattutto con riguardo alle definizioni in essa contenute; L’introduzione del concetto di “sicurezza in fase di progettazione”. Il progetto di relazione della deputata danese prevede inoltre alcuni temi di natura specifica, ossia: 27 ACCADE ALL’UE N. 189 Una maggiore protezione dei consumatori vulnerabili, in particolare dei bambini; L’introduzione del marchio CE+, attraverso il quale si certificherà che il prodotto è stato testato da un organismo terzo, accreditato ed indipendente; La semplificazione delle sanzioni amministrative, le quali dovranno avere efficacia deterrente Inoltre, l’On. Schaldemose si dichiara favorevole all’introduzione del marchio d’origine in quanto strumento per ottenere una maggiore protezione dei consumatori. Rispetto al marchio d’origine, la deputata danese s’è dichiarata aperta al compromesso e ha dichiarato di voler introdurre una norma che non comporti oneri amministrativi per le imprese europee. L’On. Pietikäinen, rapporteur per il regolamento in materia di vigilanza del mercato dei prodotti, s’è dichiarata piuttosto soddisfatta dalla proposta della Commissione, ma ha provveduto ad indicare alcuni punti rispetto ai quali ella ritiene indispensabile intervenire, ossia: L’introduzione di una definizione più ampia di “rischio”: infatti, il rischio può derivare sia dalla scarsa sicurezza di un prodotto che da un uso improprio dello stesso; Il miglioramento del sistema delle sanzioni amministrative per la violazione delle norme contenute nel regolamento e del criterio di commisurazione delle stesse; L’aumento della consapevolezza dei consumatori, affinché sappiano quali sono i loro diritti e quali gli standard di sicurezza dei prodotti; Il rafforzamento della collaborazione tra il foro di vigilanza del mercato e le autorità nazionali. Per maggiori informazioni: Matteo Borsani ([email protected]) [Torna su] WORKSHOP SUL PACCHETTO IN MATERIA DI SICUREZZA DEI PRODOTTI Sempre in ambito di sicurezza dei prodotti di consumo e vigilanza del mercato, giovedì 11 luglio ha avuto luogo un workshop organizzato dal Policy Department A cui hanno partecipato l'On. Schaldemose, l'On. Raffaele Baldassarre (shadow rapporteur del PPE per la proposta in materia di sicurezza dei prodotti) e alcuni esperti. Il dibattito è stato moderato dal Presidente della Commissione IMCO, l'On. Harbour (ECR, Regno Unito). Si indicano qui di seguito i punti salienti affrontati nel corso del dibattito-presentazione: 28 ACCADE ALL’UE N. 189 Indicazione d'origine: due esperti, Rahbek (independent consultant danese) e Maniet (ricercatrice dell'Università del Quebec) si sono chiaramente detti contrari all'introduzione dell'indicazione d'origine sui prodotti (eccessivi oneri amministrativi e scarsa efficacia sul piano della tutela dei consumatori). Il Direttore della Commissione per la sicurezza dei prodotti per i consumatori degli Stati Uniti (CPSC), Richard O’ Brien, ha invece presentato il sistema attualmente vigente negli USA, facendo presente che esso contempla l'indicazione d'origine. CE marking: il Vice direttore dell'Autorità nazionale francese per la vigilanza, Thonier, ha sostenuto che il marchio CE non apporta alcun valore aggiunto sul piano della tutela dei consumatori, fatte salve alcune ipotesi particolari. L'On. Schaldemose ha dichiarato che i casi-limite non costituiscono una ragione sufficiente per mantenere il CE marking. Obbligo dell'art. 4 di immettere nel mercato unico prodotti sicuri: la Maniet ha dichiarato che l'articolo 4 permette di combinare perfettamente la normativa generale dell'adottando regolamento con le normative settoriali. L'esperta ha inoltre aggiunto che si dovrebbe rendere più esplicito il bisogno di integrare le due normative attraverso una modifica anche dell'art. 2 par. 4 (si veda, ad esempio, l'emendamento 37 del progetto di relazione dell'On. Schaldemose). La Maniet ha inoltre citato uno studio della Commissione del 2012 in cui si attesta che il 90% delle imprese europee già applica congiuntamente l'attuale direttiva in materia di sicurezza dei prodotti (2001/95/EC) e le normative settoriali. Tracciabilità: secondo l'esperto danese l’introduzione dell'obbligo della tracciabilità lungo tutta la catena di fornitura potrebbe avere effetti negativi sul piano della concorrenza. Egli ha sostenuto che molti operatori economici, in particolare importatori, potrebbero essere riluttanti ad indicare il fornitore di un determinato prodotto: infatti, mantenendo segreti i loro fornitori gli importatori si assicurano un vantaggio competitivo. Sicurezza già in fase di progettazione: l'esperto danese ha sottolineato la necessità di bilanciare la normativa, tenendo in conto anche l'uso improprio di un prodotto da parte dei consumatori ovvero i rischi non neutralizzabili (es. i rischi intrinseci al prodotto). Per maggiori informazioni: Matteo Borsani ([email protected]) [Torna su] UN MERCATO INTEGRATO DELLA CONSEGNA DEI PACCHI PER LA CRESCITA DEL COMMERCIO ELETTRONICO NELL’UE Il 9 luglio, la commissione per il Mercato interno e la Protezione dei consumatori (IMCO) si è riunita per uno scambio di opinioni, guidato dal relatore Pablo Arias 29 ACCADE ALL’UE N. 189 Echeverría (PPE, Spagna), sul libro verde della Commissione europea “Un mercato integrato della consegna dei pacchi per la crescita del commercio elettronico nell’UE”, lanciato nel novembre 2012. Il relatore, nel suo intervento introduttivo, ha sottolineato come l’accelerazione dello sviluppo dei servizi online e, in particolare, del commercio elettronico in Europa sia fondamentale per un’economia più solida e competitiva e rappresenti un pilastro nel completamento di un mercato unico digitale. Punto particolarmente importante per la strategia UE sull’e-commerce è l’affidabilità delle consegne delle merci acquistate online, anche da un paese all’altro, poiché rappresenta l’ultimo tassello della catena per lo sviluppo e il rilancio del commercio elettronico. Secondo il relatore, i due problemi principali che non consentono un adeguato sviluppo dell’e-commerce sono: 1. la scarsa fiducia dei consumatori nella consegna effettiva dei prodotto comprati online e 2. il sistema di consegna delle merci transfrontaliero non favorevole alle PMI, dal momento che, spesso, i costi per gli invii transfrontalieri rendono le consegne non redditizie per le imprese. Nella sua relazione, l’On. Echeverría ha indicato pertanto alcune aree prioritarie su cui continuare ad agire per facilitare l’offerta transfrontaliera di prodotti e servizi online e per assicurare servizi di consegna accessibili, a basso prezzo e di alta qualità. 1. Per potenziare la fiducia dei consumatori europei, secondo il relatore, serve: Informazione dettagliata sullo stato della consegna; Flessibilità nei tipi di consegna; Rapidità nella consegna; Efficacia della consegna; Prezzi accessibili per i consumatori; Disponibilità nei servizi di consegna in tutta l’UE, anche in zone remote e rurali. 2. Per rendere, invece, il sistema di consegna transfrontaliero delle merci più favorevole alle PMI, il relatore chiede: Maggiore trasparenza degli operatori nel calcolo di prezzi e un’ampia offerta di servizi; Sorveglianza concorrenza; delle Autorità competenti rispetto alle regole della Standardizzazione delle procedure a livello europeo (a tal proposito, il relatore auspica che la Commissione obblighi gli operatori ad applicare le 30 ACCADE ALL’UE N. 189 regole relative alla normalizzazione e standardizzazione previste già dalla “direttiva servizi postali” del 2008); Creazione di piattaforme per lo scambio di informazioni e proposte migliorative rispetto alle soluzioni esistenti. Per maggiori informazioni: Cinzia Guido ([email protected]) [Torna su] STRATEGIA DELLA COMMISSIONE EUROPEA SULLA SICUREZZA INFORMATICA Il 9 luglio, la commissione IMCO ha approvato, con 33 voti a favore, 1 astenuto e un contrario, il progetto di proposta di risoluzione dei due correlatori Malcolm Harbour (ECR, Regno Unito) e Andreas Schwab (PPE, Germania) sulla strategia della Commissione europea sulla sicurezza informatica (cyber security). Per maggiori informazioni: Cinzia Guido ([email protected]) [Torna su] TURISMO E TRASPORTI Martedì 9 luglio la commissione parlamentare per i Trasporti e il Turismo (TRAN) ha avuto un confronto con la Commissione europea sul tema dell’allineamento della rete TEN con gli attuali corridoi ferroviari di trasporto. Lo scopo dell’allineamento è garantire una gestione uniforme del progetto complessivo, collegamenti più efficienti e una reale multimodalità dei trasporti. Le priorità del programma di lavoro annuale saranno la promozione delle tecnologie di trasporto pulito e l’integrazione di finanziamenti privati e finanziamenti pubblici per la realizzazione dei prossimi corridoi. La Commissione europea ha inoltre illustrato i risultati della valutazione delle proposte presentate per il periodo 2012/2013. È pervenuto alla Commissione un numero di progetti cinque volte superiori alle possibilità di finanziamento dettate dal budget di 1.3 miliardi. Sono state quindi selezionate le proposte a maggior valore aggiunto e di più immediata realizzazione, tali da essere concluse entro il 2015. PRIORITÀ DELLA PRESIDENZA DI TURNO LITUANA PER IL SETTORE TRASPORTI Il 9 luglio, nel corso della riunione della commissione Trasporti e Turismo (TRAN) del Parlamento europeo, la Presidenza di turno lituana ha illustrato i calendari degli eventi, i metodi di lavoro e le priorità del semestre per il settore. Il Consiglio Trasporti: si terrà il 10 ottobre a Lussemburgo ed il 5 dicembre a Bruxelles. Il Consiglio Informale: si terrà il 16 settembre a Vilnius e sarà dedicato nella al trasporto aereo (Cielo Unico Europeo II plus) e al trasporto stradale. I Gruppi di lavoro al Consiglio: le riunioni si terranno secondo le seguenti modalità: 31 ACCADE ALL’UE N. 189 lunedì: aviazione; martedì: trasporto terrestre (ferroviario e stradale); mercoledì: Galileo; giovedì: marittimo; venerdì: orizzontali. Per quanto riguarda le priorità, si segnalano, in particolare: per il trasporto ferroviario IV Pacchetto ferroviario: la Presidenza lituana cercherà di raggiungere un orientamento generale sulla proposta di direttiva sulla sicurezza ferroviaria al Consiglio trasporti di Lussemburgo del 10 ottobre; mentre avrà come obiettivo almeno il progress report (o addirittura un orientamento generale) sul nuovo regolamento dell’Agenzia Ferroviaria Europea (ERA) per il trasporto stradale “Pacchetto revisioni stradali” (3 proposte: la proposta di direttiva che modifica la direttiva 1999/37/CE relativa ai documenti di immatricolazione dei veicoli; il regolamento relativo ai controlli tecnici su strada dei veicoli commerciali circolanti nell'Unione e che abroga la direttiva 2000/30/CE; l’allegato alla proposta di regolamento sul controllo tecnico dei veicoli a motore e dei loro rimorchi e che abroga la direttiva 2009/40/CE): la Presidenza vorrebbe raggiungere un accordo con il Parlamento europeo entro dicembre 2013 per il trasporto aereo Istituzione del Cielo Unico Europeo (Cielo Unico II plus): la Presidenza intende avviarne i lavori in sede tecnica solo successivamente al Consiglio informale del 16 settembre; in tale occasione i Ministri saranno chiamati ad un scambio di vedute sulla proposta. In occasione del Consiglio di dicembre la Presidenza presenterà una relazione sullo stato dei lavori “Pacchetto aeroporti” (3 proposte: il Regolamento sulle emissioni acustiche, il Regolamento per l’assegnazione delle bande orarie ed il Regolamento in materia di servizi di assistenza a terra): la Presidenza lituana valuterà se avviare il negoziato con il Parlamento solo sulla prima proposta per il trasporto marittimo Quadro normativo per l’accesso al mercato dei servizi portuali e la trasparenza finanziaria dei porti: la Presidenza intende avviarne i lavori 32 ACCADE ALL’UE N. 189 solo dopo la sessione consiliare di ottobre, per presentare una relazione sullo stato dei lavori al Consiglio del 5 dicembre “Finanziamento pluriennale per l’attività antiinquinamento dell’EMSA”: la Presidenza ha già avviato i lavori sulla proposta di Regolamento, con l’obiettivo di conseguire un orientamento generale in occasione del primo Consiglio, per poi avviare e concludere entro l’anno il negoziato con il Parlamento europeo Revisione della Direttiva 96/98 sull’equipaggiamento marittimo: la Presidenza avvierà il negoziato non appena il Parlamento (relatore Dominique Riquet, Francia, PPE) avrà votato gli emendamenti in Commissione TRAN per le questioni orizzontali Negoziato sul pacchetto per la realizzazione di un'infrastruttura per i combustibili alternativi (una Direttiva e due Comunicazioni): i lavori in sede tecnica saranno avviati già a luglio, con l’obiettivo del conseguimento di un orientamento generale in occasione del Consiglio di dicembre Regolamento “Connecting Europe Facility” (CEF): la Presidenza lituana intende conseguire (presumibilmente in ottobre) un accordo di prima lettura con il Parlamento europeo, una volta definite le disposizioni relative al settore energia e telecomunicazioni TEN-T: la Presidenza intende attribuire particolare enfasi ad un’iniziativa sull’allargamento delle reti TEN ad Est, nell’ambito del Partenariato Orientale, che si svolgerà a Lussemburgo il 9 ottobre a ridosso del Consiglio trasporti Galileo: la Presidenza intende proseguire i lavori in sede tecnica sul regolamento che modifica il regolamento (UE) n. 912/2010 che istituisce l'Agenzia del GNSS europeo con l’obiettivo di un orientamento generale in occasione del Consiglio di ottobre Per maggiori informazioni: Maria Cristina Scarfia ([email protected]) [Torna su] SVILUPPO REGIONALE DISPOSIZIONI COMUNI SUI FONDI EUROPEI Il 10 luglio, la commissione per lo Sviluppo regionale (REGI) ha adottato, con 41 voti favorevoli, 3 contrari e 0 astensioni, il progetto di relazione sulle “Disposizioni comuni sui Fondi europei e abrogazione del regolamento (CE) n. 1083/2006” dei correlatori Constanze Angela Krehl (S&D, Germania) e Lambert van Nistelrooij (PPE, Paesi Bassi). La relazione riflette l'esito dei negoziati tra la Commissione europea, il Parlamento europeo e gli Stati membri sui cambiamenti previsti nella gestione 33 ACCADE ALL’UE N. 189 dei programmi di politica regionale per ricavarne il massimo impatto. Il nuovo approccio concentra la maggior parte degli investimenti dell'UE in settori chiave per la crescita e l'occupazione, esige obiettivi predefiniti per poter misurare i risultati e stabilisce nuove condizioni per il finanziamento. Gli elementi chiave della riforma, confermati dal voto di oggi, possono essere così sintetizzati: Gli investimenti saranno concentrati in settori chiave per la crescita e l'occupazione, come indicato nella strategia Europa 2020, attraverso una serie di norme comuni che si applicano a tutti i cinque Fondi strutturali europei (Fondo europeo di sviluppo regionale, Fondo sociale europeo, Fondo di coesione, il Fondo europeo per lo sviluppo rurale e Fondo europeo per la pesca); La maggior parte del bilancio deve essere concentrato su poche priorità strettamente legate alla strategia di crescita UE 2020. In particolare: - Tra il 50% e l'80% del bilancio FESR si concentra sulle misure per sostenere l'innovazione e la R&S, l'agenda digitale, la competitività delle piccole e medie imprese e la transizione verso un'economia a basse emissioni di carbonio. - Su un'economia a basse emissioni vi è un ulteriore obbligo di destinare almeno tra il 12% e il 20% per l'efficienza energetica e le energie rinnovabili. Stati membri e regioni devono inoltre stabilire obiettivi chiari e quantificabili sull'impatto degli investimenti e misurare i progressi compiuti. Sono previste misure per ridurre la burocrazia e semplificare l'utilizzo dei fondi comunitari: norme più comuni tra tutti i fondi, più mirate, minor numero di richieste di segnalazione e maggior utilizzo della tecnologia digitale ("e-coesione"). La commissione REGI ha quindi sostenuto il mandato alla squadra negoziale del Parlamento, che dovrà continuare a negoziare con il Consiglio una serie di aspetti altamente politici e tecnici quali la riserva di efficacia e la condizionalità macroeconomica. Aver chiuso con successo la maggior parte dei capitoli – secondo il relatore van Nistelrooij - dimostra la volontà del Parlamento di accelerare i negoziati per giungere al più presto a un accordo definitivo. I co-relatori hanno sottolineato i risultati positivi raggiunti dalla squadra negoziale del Parlamento che, a loro avviso, ha migliorato i progetti di testi legislativi su una serie di questioni. Il relatore van Nistelrooij ha infine ringraziato i colleghi per l’eccellente collaborazione su un tema tanto complesso e ha auspicato il raggiungimento di un accordo in prima lettura. 34 ACCADE ALL’UE N. 189 In occasione di una conferenza stampa tenutasi dopo il voto in commissione REGI, il commissario europeo per la Politica regionale Johannes Hahn ha ricordato che all'ultimo Consiglio europeo, l'UE ha invitato gli Stati membri ad accelerare l'utilizzo dei fondi strutturali e degli investimenti europei per la crescita e l'occupazione. Il voto della commissione REGI – a suo avviso – fornisce loro tutti gli strumenti necessari per agire. Gli investimenti dell’UE – ha ribadito Hahn – si concentreranno nei settori chiave per lo sviluppo economico: sostegno alle PMI, ricerca e innovazione, agenda digitale e low carbon economy, come stabilito dalla strategia Europa 2020. Per quanto riguarda lo stato dei negoziati, ricordiamo che è stato raggiunto un accordo sulla maggior parte dei capitoli, a partire dai requisiti per la programmazione, fino ad arrivare alla concentrazione tematica, al contenuto del quadro strategico comune, alle norme specifiche di ciascun Fondo che determinano il campo di applicazione e le priorità di investimento per ciascun comparto. Sono stati inoltre concordati alcuni capitoli relativi all'attuazione dei fondi, come ad esempio i sistemi di gestione e di controllo, regole di ammissibilità e requisiti per il monitoraggio e la valutazione. Progressi concreti nei negoziati sono stati compiuti anche sui restanti capitoli, quali quelli della condizionalità ex ante e degli strumenti finanziari. Le altre questioni finanziarie che rientrano nell'accordo sul quadro finanziario pluriennale, comprese le disposizioni relative all’iniziativa per l'occupazione giovanile e alle modalità di gestione finanziaria devono ancora essere integrate nel pacchetto. Le posizioni del Parlamento europeo e degli Stati membri divergono ancora su due importanti punti, che rimangono quindi in sospeso, relativi alla condizionalità macroeconomica e alle modalità di attuazione della riserva di efficacia. Infatti, mentre il Consiglio, in linea di principio, sostiene la condizionalità macroeconomica, il Parlamento europeo è contrario. Per quel che riguarda la riserva di performance, il cui obiettivo è di garantire e premiare i migliori nella realizzazione dei programmi, la proposta della Commissione per la dimensione della riserva è stata del 5% della dotazione totale; il Consiglio ha proposto di aumentarla al 7%, mentre il Parlamento non è convinto della necessità di una riserva di efficacia. Ricordiamo, infine, che dopo l'accordo politico tra il Parlamento europeo, la presidenza del Consiglio e la Commissione europea sul quadro finanziario pluriennale 2014-20, del 27 giugno 2013, il budget destinato alla politica di coesione 2014-20 sarà di 325.1 miliardi. Il voto in Plenaria è previsto per il mese di ottobre. L'adozione definitiva del nuovo quadro legislativo è previsto per l'autunno 2013. Per maggiori informazioni: Cinzia Guido ([email protected]) [Torna su] 35 ACCADE ALL’UE N. 189 SCAMBIO DI OPINIONI CON RIMANTAS ŠADŽIUS, MINISTRO DELLE FINANZE LITUANO Nel pomeriggio del 10 luglio, in commissione REGI si è tenuto uno scambio di opinioni con Rimantas Šadžius, Ministro delle Finanze lituano, per discutere le priorità della Presidenza lituana del Consiglio dell'Unione europea per il secondo semestre del 2013. La Presidenza ha annunciato le seguenti priorità nel campo della politica di coesione, delle strategie macro-regionali e della disoccupazione giovanile: Politica di coesione La Presidenza proseguirà i negoziati con il Parlamento europeo sui regolamenti per il periodo 2014-2020, con l'obiettivo di adottare la nuova normativa entro la fine del 2013. Una riunione informale dei ministri responsabili della politica di coesione è prevista per il mese di novembre. La Presidenza lituana lavorerà anche sulla proposta della Commissione relativa alla modifica del regolamento generale per il periodo 2007-2013, al fine di fornire alcune misure di supporto per i paesi europei in difficoltà a causa della crisi economico-finanziaria. Strategie macroregionali La Presidenza proporrà l'adozione delle conclusioni del Consiglio sul valore aggiunto delle strategie macroregionali e continuerà il dibattito in merito alle ulteriori misure da adottare per l'effettiva attuazione delle strategie macroregionali. Particolare attenzione sarà rivolta al coordinamento e alla sinergia tra le diverse politiche dell'UE, con l’obiettivo di favorire la crescita delle economie regionali e di dare ulteriore impulso per il rilancio della competitività del mercato interno dell'UE. La Presidenza ospiterà inoltre, nei giorni 11-12 novembre 2013, il 4° Forum annuale della strategia per il Mar Baltico, dedicato alla tutela dell'ambiente. La disoccupazione giovanile La Presidenza si concentrerà sull'attuazione della “garanzia per i giovani” e si impegna ad avviare discussioni con le parti sociali con riferimento all'Alleanza europea per l’apprendistato. A tal riguardo, la Presidenza auspica l'adozione di una dichiarazione del Consiglio. Un altro punto all'ordine del giorno della Presidenza sarà il miglioramento della cooperazione dei servizi pubblici per l'impiego. Per maggiori informazioni: Cinzia Guido ([email protected]) [Torna su] 36 ACCADE ALL’UE N. 189 2. Accade in Consiglio COREPER Il 10 luglio i Rappresentanti Permanenti degli Stati membri (COREPER) hanno approvato il compromesso raggiunto da Consiglio e Parlamento europeo nei negoziati sul Meccanismo per Collegare l’Europa (Connecting Europe Facility, CEF), il futuro strumento di finanziamento per le reti transeuropee nei settori dei trasporti, dell'energia e delle telecomunicazioni. Il progetto di regolamento determina le condizioni, i metodi e le procedure per il finanziamento dei progetti TEN. L'obiettivo generale del CEF è quello di contribuire alla realizzazione di reti interconnesse eco-sostenibili e ad alta prestazione, favorendo la crescita economica e la coesione sociale e territoriale all'interno dell'Unione europea. I dati di bilancio definitivi devono ancora essere determinati alla luce dei risultati dei negoziati sul prossimo quadro finanziario pluriennale (QFP) per gli anni 2014-2020. Tuttavia, è probabile che corrispondano a quelli stabiliti dal Consiglio europeo di febbraio: un bilancio complessivo CEF di 29 299 miliardi di euro, di cui 23 174 miliardi assegnati al settore dei trasporti, 5 126 miliardi di euro al settore dell'energia e 1 miliardo di euro al settore delle telecomunicazioni. Per poter beneficiare di un contributo del Meccanismo per Collegare l’Europa, i progetti devono essere in linea con i requisiti stabiliti nel regolamento CEF e nelle linee guida di settore. Le linee guida per il settore energetico sono già state adottate e pubblicate nella Gazzetta ufficiale dell'Unione europea (Regolamento 347/2013). Il Consiglio e il Parlamento hanno inoltre raggiunto un accordo sulle linee guida per il settore dei trasporti. Le linee guida per il settore delle telecomunicazioni, invece, devono ancora essere discusse con la Commissione europea e il Parlamento. Ulteriori investimenti privati e pubblici possono poi essere raccolti attraverso l'utilizzo di strumenti finanziari innovativi, come i project bond. In sede di negoziato è stato stabilito che il contributo del CEF a tali strumenti finanziari non può superare il 10% del bilancio complessivo e che l'iniziativa project bond verrà avviata progressivamente tra il 2014 e il 2015 e pienamente implementata a seguito di una valutazione dei risultati della prima fase. Per quanto riguarda il settore dei trasporti, la possibilità di co-finanziamento sarà estesa al nuovo sistema di gestione del traffico aereo SESAR e ai progetti di miglioramento dell’accesso alle infrastrutture per i disabili. Inoltre, l’elenco dei progetti ammissibili comprenderà anche la realizzazione dei nodi della rete centrale, gli studi per i progetti transfrontalieri prioritari, le azioni per colmare i collegamenti mancanti e l’implementazione dello European Rail Traffic Management System (ERTMS). Il testo concordato prevede anche l'allineamento della rete centrale con gli attuali corridoi ferroviari di trasporto merci. Per quanto riguarda il settore energetico, l'assistenza finanziaria dell'Unione europea verrà fornita in via prioritaria sotto forma di strumenti finanziari, in modo da rafforzare l'effetto moltiplicatore dell’aiuto. Gli obiettivi saranno la fine 37 ACCADE ALL’UE N. 189 dell'isolamento energetico, la risoluzione del problema dei colli di bottiglia e il completamento del mercato interno dell'energia. In materia di telecomunicazioni, le conclusioni sono state adattate alla luce della proposta per le linee guida 10201/13, adottata dalla Commissione a fine di maggio. Una forte enfasi è stata posta sulle sinergie tra i tre settori, per esempio prevedendo che la Commissione lancerà almeno un invito multisettoriale alla presentazione di proposte. Il testo concordato deve ancora essere formalmente approvato dal Parlamento, il cui voto in plenaria è previsto per l'autunno, e a seguire dal Consiglio. Per maggiori informazioni: Maria Cristina Scarfia ([email protected]) [Torna su] ECOFIN Il 9 luglio si sono riuniti i ministri delle finanze dei 28 Stati membri (ECOFIN). Nel corso della riunione sono state adottate formalmente le raccomandazioni specifiche per paese, che concludono il sistema di monitoraggio delle politiche economiche noto come Semestre europeo. I ministri hanno anche approvato i testi che implementano due Regolamenti sulla disciplina fiscale negli Stati membri dell’eurozona (il two-pack), in vigore dal 30 maggio, in base ai quali i governi nazionali dovranno inviare alla Commissione entro il 15 ottobre le bozze delle leggi finanziarie. Nella riunione, la prima sotto presidenza lituana, il ministro Šadžius ha confermato che essa assegnerà un ruolo prioritario alla lotta contro l’evasione e la frode fiscale durante nel corso del semestre appena iniziato. Vilnius intende stabilire un sistema paneuropeo per uno scambio automatico di informazioni tra le amministrazioni fiscali dell’UE, con l’obiettivo di raggiungere un accordo politico sulla revisione della direttiva UE sulla tassazione dei risparmi al Consiglio ECOFIN del 15 ottobre, e un accordo sulla revisione della direttiva sulla cooperazione amministrativa in materia fiscale il 15 novembre. Le difficoltà maggiori, in tal senso, saranno causate dal Lussemburgo, che non intende muoversi più rapidamente degli altri attori globali sul tema della segretezza dei depositi. Inoltre, la Lituania cercherà di far proseguire i lavori su Tassa sulle Transazioni Finanziarie, riforma del sistema IVA e CCCTB. Per maggiori informazioni: Viviana Padelli ([email protected]) [Torna su] 38 ACCADE ALL’UE N. 189 3. Accade in Commissione MECCANISMO UNICO DI RISOLUZIONE DELLE CRISI Il 10 luglio 2013 la Commissione ha proposto un Meccanismo unico di risoluzione delle crisi finalizzato a completare il meccanismo di vigilanza unico (IP/12/953), che sarà operativo alla fine del 2014, e in base al quale la Banca centrale europea (BCE) eserciterà una vigilanza diretta sulle banche nella zona euro e negli altri Stati membri che decidono di aderire all’Unione bancaria. Nel caso in cui, malgrado tale Meccanismo di vigilanza unico e i requisiti prudenziali rafforzati (cfr. MEMO/13/272), una banca soggetta allo stesso dovesse trovarsi in gravi difficoltà, il Meccanismo unico di risoluzione delle crisi permetterebbe di gestire la sua risoluzione in modo efficiente, riducendo al minimo i costi per i contribuenti e l’economia reale. La vigilanza e la risoluzione delle crisi nel settore bancario, secondo la Commissione, devono essere allineate ed esercitate allo stesso livello centrale per ridurre l’incertezza ed evitare l'assalto agli sportelli e il contagio ad altre parti della zona euro. Il Meccanismo unico di risoluzione delle crisi proposto applicherebbe le norme sostanziali sul risanamento e sulla risoluzione delle crisi delle banche (cfr. IP/12/570), la cui adozione è prevista a breve, all'interno dell'Unione bancaria (attualmente in fase di negoziato tra Consiglio e Parlamento europeo). Nella proposta della Commissione, gioca un ruolo determinante il Comitato unico di risoluzione delle crisi composto da rappresentanti della BCE, della Commissione europea e delle autorità nazionali pertinenti, incaricato di preparare la risoluzione della crisi della banca e supervisionare la sua applicazione da parte delle autorità nazionali. Spetta invece alla Commissione prendere la decisione di avviare la risoluzione della crisi e la definizione del quadro di risoluzione, in modo da garantire la coerenza con il mercato unico e con le norme UE in materia di aiuti di Stato e tutelando al tempo stesso l'indipendenza e la responsabilità dell’intero Meccanismo. Al Consiglio europeo del 27 e 28 giugno, i leader dell’Unione europea si sono prefissi di raggiungere un accordo sul Meccanismo entro la fine del 2013 perché possa essere adottato entro la fine dell'attuale legislatura del Parlamento europeo, che scade nel 2014. Questo consentirebbe di applicarlo da gennaio 2015, insieme alla direttiva relativa al risanamento e alla risoluzione delle crisi nel settore bancario. Fino all'entrata in vigore delle norme proposte, le crisi bancarie continueranno ad essere gestite sulla base dei regimi nazionali. Questi regimi, tuttavia, sono destinati a convergere progressivamente verso i principi concordati in materia di risoluzione delle crisi, vale a dire l’addebitamento delle perdite bancarie ad azionisti e creditori anziché ai contribuenti. Questo obiettivo sarà raggiunto, da un lato, attraverso gli orientamenti riveduti sugli aiuti di Stato alle banche, anch'essi adottati oggi (cfr. IP/13/672), e, dall’altro, grazie alla possibilità di una ricapitalizzazione diretta delle banche da parte del Meccanismo europeo di stabilità. Entrambi subordinano il sostegno statale proveniente dalle risorse nazionali e dal Meccanismo europeo di stabilità a un’adeguata “condivisione degli oneri” con gli investitori privati di una banca. 39 ACCADE ALL’UE N. 189 Lo stesso giorno, la Commissione ha pubblicato gli orientamenti riveduti provvisori sugli aiuti di Stato alle banche nel contesto della crisi. I cambiamenti sono finalizzati a migliorare il processo di ristrutturazione e assicurare condizioni di concorrenza eque tra le banche situate nei vari paesi. In particolare, sarà richiesto alle banche di definire un piano efficace per la ristrutturazione o risoluzione prima che esse possano ricevere ricapitalizzazioni con denaro pubblico o misure di protezione degli asset. Inoltre, i proprietari e creditori junior della banca dovranno contribuire alla ricapitalizzazione prima che la banca chieda il sostegno dello Stato. Per maggiori informazioni: Viviana Padelli ([email protected]) [Torna su] Informiamo i lettori che il numero attuale dell’ACCADE all’UE è l’ultimo prima della chiusura estiva, il prossimo appuntamento è fissato al prossimo 26 agosto. Buone Vacanze! Buone A cura di Matteo Borsani e Giuliana Pennisi 40 ACCADE ALL’UE N. 189