poesie di Roberto Piumini
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poesie di Roberto Piumini
poesie di Roberto Piumini selezione a cura di Patrizia Ercole Patrizia Ercole © Teatro & Contorni 2006 Roberto Piumini Al bar della foresta 2 A un gatto dissi: «ciao», lui mi rispose: «miao». A un cane dissi: «ciao», lui mi rispose: «bau». A un lupo dissi: «ciao», lui mi rispose: «uau». A un uomo dissi: «ciao», non mi rispose mai. DO era uno che dava tutto quanto, RÈ aveva sulla testa una corona, MI era uno che voleva soltanto, FA era una pigrissima persona, SOL era uno senza compagnia, LA a tutti indicava la via, SI era molto, molto buono, proprio generoso era SI: quando si incontrarono, fecero un suono: e la musica è nata così. I bambini sono fiori da non mettere nel vaso: crescon meglio stando fuori con la luce in pieno naso. Con il sole sulla fronte e i capelli ventilati: i bambini sono fiori da far crescere nei prati. Mescolando del buon tè ho pensato un poco a me: nella tazza saporita c'era tutta la mia vita. Quando ero piccolino ero al latte e zuccherino, ora sono un giovanotto: sono forte, brucio e scotto, quando poi sarò in pensione sarò tiepido, e al limone. Patrizia Ercole © Teatro & Contorni 2006 2 Roberto Piumini Al bar della foresta 3 Così, senza dormire Dopo mangiato non bisogna dormire. Bisogna stare svegli dopo mangiato. Semmai fai come me distenditi un pochino cosi, senza dormire. Perché dopo mangiato non bisogna dormire. Puoi chiudere soltanto un poco gli occhi cosi, senza dormire. Rilassarti un pochino solamente un pochino cosi, senza dormenza dormì, conza serire.. cioè senza dormizzzzz... zzzzzz.... Tonno nel sonno Un tonno nel sonno sognò che un'onda lo gettava in una scatola tonda. Nel sonno il tonno rinchiuso nel buio, perduto, chiese fortissimo aiuto. Un granchio nel sogno muovendo in cerchio le chele tagliò quel chiuso coperchio. Aperta la scatola tonda uscì il tonno dal sogno nuotando nell'onda. Patrizia Ercole © Teatro & Contorni 2006 3 Roberto Piumini Al bar della foresta 4 Una bottiglia Una bottiglia d'acqua minerale si senti male. Disse al dottore (un cavatappi blu): "Ho come un cerchio stretto sulla testa e non ne posso più." Il medico la prese si appoggiò con una mossa lesta la stappò. La bottiglia stappata subito si senti tutta gasata e appoggiata all'orlo dei bicchieri che ascoltavano attenti disse mille parole effervescenti e lunghissime frizzanti risate fin quando si senti tutta vuotata e si rimise dritta un po' orgogliosa. Una lacrima lenta scivolava sull'etichetta rosa. Se nel solaio un giorno un gatto nero Se nel solaio un giorno un gatto nero vede un filo di luce e con la zampa lo acchiappa e lo tira e lo aggroviglia e lo ammassa in confusa matassa speriamo davvero che quel filo di luce si strappi prima che disfi il sole il gatto nero. Patrizia Ercole © Teatro & Contorni 2006 4 Roberto Piumini Al bar della foresta 5 Il treno elastico Per chi vuole partire ma anche un po' restare c'è il treno elastico: il primo vagone giunge a destinazione ma l'ultimo rimane alla stazione. Per chi vuole partire ma anche un po' tornare c'è il treno elastico. Si siede in testa al treno e va lontano e poi se ha nostalgia attraversa i vagoni fino in coda e torna alla partenza piano piano. Se fossi io a fare la città Se fossi io a fare la città la farei tutta a un piano subito sotto il cielo. Metà strade di acqua corrente pietre ed erba l'altra metà. Nei negozi soltanto cibo camicie di lino, spago e aria per biciclette. Le porte le farei leggere che a soffiare si aprono. Ad ogni incrocio musica. Un albero per ogni uomo e un bosco per ogni bambino. Il sindaco lo farei grasso silenzioso e spazzino. Il vescovo lo farei magro e dolce e divertente. Gli angoli li farei tutti rotondi cosi la gente verrebbe poco a poco e dopo se ne andrebbe lentamente. Il punto Un punto sposò un punto: dei due punti che nacquero uno sposò una virgola: divenne punto e virgola. L'altro era più curioso interrogativo ed anche più imperioso esclamativo; fini che perse tutto alla canasta: divenne punto e basta. Patrizia Ercole © Teatro & Contorni 2006 5 Roberto Piumini Al bar della foresta 6 Le parole adatte Quando fa caldo caldo molto caldo se mi parlate per favore usate solo parole con molte effe e vi fffresche e vvventose. Parlatemi con soffi, con affetto, parlatemi davvero, siate affabili, parlatemi di tuffi, stoffe, staffe, avventure, avvocati con i baffi e quando finirete le parole per favore ditemi solo ffff e vvvv, ma tanto, fin quando viene sera e cala il sole. Quattro materie di scuola Che cos'è la geografia? La geografia è dove stanno gli amici, le strade per le bici, i posti felici. Che cos'è la storia? La storia sono i giochi di ieri, i ricordi leggeri lasciati sui sentieri. Che cos'è la grammatica? La grammatica è fare filastrocche, far festa con le bocche senza sentirsi sciocchi. Che cos'è l'aritmetica? L'aritmetica siamo io più te più tutti i belli insieme ai brutti, le radici più le foglie più i frutti. Patrizia Ercole © Teatro & Contorni 2006 6 Roberto Piumini Al bar della foresta 7 Un giorno che il tempo passava Un giorno che il tempo passava lo volli fermare. Gli chiesi: "Mi scusi, sa l'ora?" Ma lui stava zitto, e picchiava leggero il piede per terra. "Ma che ora è? - gli chiesi non me lo può dire?" Taceva, batteva le ciglia in silenzio. Allora non chiesi più niente e lui se ne andò. Io non sapevo l'ora ma un po' di tempo era passato ancora. Nel silenzio, signori e signore Nel silenzio, signori e signore, ci sono molti suoni, molto rumore. C'è sss di vento, c'è iii di violino, c'è lll di rubinetto, c'è eee di sega, c'è nnn di nave, zzz di zanzara, iii di fischi ooo di stupore. Nel silenzio, come vedete, c'è molto suono, signori e signore, c'è molto rumore. Al bar della foresta Un leone beone chiese da bere ad una tigre pigra. "Vuoi bere birra o brodo?" chiese la tigre pigra. "Birra", disse il leone. "La birra, la vuoi bere in caraffa o bicchiere?" chiese la tigre pigra. "Voglio berla in caraffa" le rispose il leone. "Non tè la posso dare disse la tigre pigra l'ha presa la giraffa." Disse allora il leone: "Sai, mi è venuta fame" e si mangiò la tigre in un boccone. Patrizia Ercole © Teatro & Contorni 2006 7 Roberto Piumini Al bar della foresta 8 Incontro al mare Da una fontana cade una goccia. Un'altra da una roccia lontana. Una goccia va a passo lento l'altra corre veloce hanno un appuntamento alla foce. La foce è dove il fiume va nel mare là le due gocce si vogliono incontrare. Goccia di roccia goccia di fontana staranno insieme una settimana. Per fare la poesia Per fare la poesia si prende una p come pialla, pasta, pietra; poi si prende una o come oro,ombra,orizzonte; poi si prende una e come erba, edera, esilio; poi si prende una s come sole, sale, silenzio; poi si prende una i come io, isola, Icaro; poi si prende una a come acqua, arancia, ala, poi si mettono insieme senza odio, senza noia, senza fretta,senza rabbia, senza malinconia, e si fa la poesia. Il pompiere ragioniere C'era un pompiere un po' ragioniere: se gridavano: "Là c'è un fuoco!" lui ci pensava sopra ancora un poco, se gridavano: "C'è un incendio!" lui aspettava prima lo stipendio, se gridavano: "Aiuto, brucio!" lui stava immobile come Confucio. Un giorno si sedette su un braciere e cominciò a bruciargli un po' il sedere. Lui disse: "Fra un'oretta pioverà, e questo fuoco, dietro, spegnerà." Infatti dopo un'ora venne il vento portò gran nuvole e acqua e tuoni: ma ormai il pompiere era tutto spento di lui restavano solo i bottoni. Patrizia Ercole © Teatro & Contorni 2006 8 Roberto Piumini Al bar della foresta 9 Un sogno di gallina Una gallina fece un sogno. Ma com'è fatto un sogno di gallina? È bianco, tondo, rigido, non proprio tondo, tondo, ma allungato. Appena l'ebbe fatto glielo presero. Volevano lessarlo farlo fritto seppellirlo in un mucchio di farina, lo volevano sbattere, affettare, quel sogno di gallina. Ma chi l'aveva preso inciampò: il sogno cadde e infranto si spappolò disteso sulla soglia della cucina. Ah, com'è fragile, un sogno di gallina! Occhi grandi Occorrono occhi grandi per la linea del mare. Occorrono occhi grandi per le stelle del cielo. Occorrono occhi grandi per guardare un amore. Parla il re Parla il re. La regina lo guarda in faccia. Aspetta che lui taccia. Parla il re. La regina lo guarda in viso. Aspetta un suo sorriso. Parla il re. La regina gli dice: «Taci, quando mi dai i tuoi baci?» Patrizia Ercole © Teatro & Contorni 2006 9 Roberto Piumini Al bar della foresta 10 L'inventore dei bottoni «Signore inventore dei bottoni, se tu sapessi cos'hai combinato con la tua invenzione, a noi bambini, se tu immaginassi che tormento, che spreco di fatica, tempo e fiato, che nervosismo, che disperazione, che voglia di gridare e fare un pianto, se tu sapessi questo, inventore, ne avresti fatta un'altra di invenzione: magari un bottone tuffatore che guizza nel suo buco sveltamente, oppure un robot abbottonatore: insomma, inventore dei bottoni, perché non hai donato a noi bambini un'invenzione un po' più intelligente?» I gemelli Picchialesso Conoscete i due gemelli Picchialesso? Stanno sempre tutto il giorno a litigare, farsi brutte smorfie e saltarsi addosso, non la smettono un minuto di lottare. E pensare che son proprio tutti uguali, stesso naso, stessa bocca, stessi occhi, la statura ed i capelli, tali e quali, sono uguali anche le anche e i ginocchi. Perché mai, se uno all'altro è cosi uguale, stanno sempre a litigare i Picchialesso? Il sospetto è che, facendo all'altro male, uno voglia litigare con se stesso. Budino, non tremare Budino, non tremare, non sono il terremoto. Budino, non tremare, non sono il maremoto. Budino, non tremare, sono solo un bambino che ti vuole mangiare. Patrizia Ercole © Teatro & Contorni 2006 10 Roberto Piumini Al bar della foresta 11 C'era un gatto Cavaliere C'era un gatto Cavaliere che portava una farfalla, la portava per piacere a una gatta rossa e gialla. C'era un gatto innamorato che cantava tutta notte: la sua gatta ha conquistato ma si è preso delle botte. C'era un gatto Cavaliere, un campione d'eleganza: ora lo si può vedere dentro quell'autoambulanza. Skiaciato picione peké non volato un meto più in là? Skiaciato spenato distuto picione peké non volato un meto più in là? Skiaciato spezato scanato specato spopato picione peké non volato un meto più in là? Skiaciato titato ubato sbanato tuto oto moto picione peké non volato un meto più in là? Il sogno di Re Giannone Re Giannone pisolava sul suo trono alto e robusto. Pisolava e si sognava di poter essere giusto. Re Giannone pisolava sul suo trono stagionato. Pisolava e si sognava di poter essere amato. Re Giannone pisolava sul suo gran trono di legno. Pisolava e si sognava che felice fosse il regno. Patrizia Ercole © Teatro & Contorni 2006 11 Roberto Piumini Al bar della foresta 12 Giro giro tondo Giro giro tondo, tondo come il mondo, la luna qualche volta, la palla quando salta, il tondo del mio occhio la ruota sotto il cocchio, il giro della chiave, l'oblò sopra la nave, la perla sotto il mare, l'anello dell'amore, il sole luminoso, il pozzo silenzioso, il volo del rapace, la guerra non è pace, la pace non è guerra, e tutti giù per terra! Tito non l'ha assaggiata Tito non l'ha assaggiata, la marmellata. Tito non l'ha mangiata, Tito non l'ha ingoiata la marmellata. Tito l'ha divorata, l'ha sbafata, sbranata. Tito l'ha trangugiata, la marmellata. Io ho una nonna di lana Io ho una nonna di lana, si chiama nonna Lena. È una nonna di panna, è una nonna piena. È una nonna di nanna, è una nonna buona. Si chiama nonna Lena la mia nonna di lana. Siede un uovo sopra un muro Siede un uovo sopra un muro con la sciarpa e le scarpette, dentro l'uovo c'è un pensiero, dentro l'uovo c'è un affetto. A che pensa, sopra il muro, per chi prova molto affetto, l'uovo pieno di pensiero con la sciarpa e le scarpette? Patrizia Ercole © Teatro & Contorni 2006 12 Roberto Piumini Al bar della foresta 13 La nave va nel vento La nave va nel vento, nel vento con le vele, in lieve movimento, veleggia dove vuole. E una nave-nuvola che vuole solo andare, è una nave-favola che vola sopra il mare. Al geniale Genovese Al geniale Genovese, dopo lunghe lunghe attese, la Regina generosa diede tre navi leggere, e con vele senza pieghe da un Porto lui salpò. Con la sua gente fedele, dopo gelide nottate, dopo molte e vaghe beghe, poche paghe, molte piaghe, dopo lunghe e lunghe leghe, il geniale Genovese in America arrivò. Un ciuco di Francia Un ciuco di Francia, Cianciccia Ricciò, per fame di pancia un'arancia comprò. Ma mentre ciucciava l'arancia gocciosa un micio sbirciava con cruccio la cosa. Il ciuco Cianciccia vedendo quel micio, decise alla spiccia un bel sacrificio. Cianciccia di Francia con slancio lanciò al micio l'arancia: e il micio ciucciò. Patrizia Ercole © Teatro & Contorni 2006 13 Roberto Piumini Al bar della foresta 14 Cinque vecchi Cinesi Cinque vecchi Cinesi, simpatici amici, chi con cimici al naso, chi con pulciosi mici, con chiacchiere e inchini decisero, felici, di andare in Cocincina, per simpatici giochi, sopra una sola bici. Partirono in cinque, arrivarono in pochi: e anzi, c'è chi dice che uno ci arrivò: il vecchio Ci Chi Ciò. QUANDO RIDE UN BAMBINO Quando ride un bambino sia biondo che bruno la terra prende un punto. Quando ride un bambino sia bianco che nero il mare prende un punto. Quando ride un bambino sia bimbo che bimba il cielo prende un punto. Quando ride un bambino il mondo prende un punto e forse anche di più. POICHE’ TENTAR NON NUOCE Non aspettare che ci sia il sereno o cada una tiepida pioggia o l’orchestra dei fiori incominci a suonare o i già muti pesci tacciano ancora di più. Fa’ che ti basti che cominci il giorno e che sia fatto chiaro come pagina bianca voltata dopo la nera. Allora tieni la faccia più alta che si può e tenta poiché tentar non nuoce. Patrizia Ercole © Teatro & Contorni 2006 14 Roberto Piumini Al bar della foresta 15 NEL MUCCHIO DI PAROLE Nel mucchio di parole scegli le sette sole: quella di te di un altro delle bestie del mare del bosco della luce e ricordare. Nel mucchio di parole scegli le sette forti: quella che sei che siamo dell’essere del dare del silenzio del fuoco e ricordare. Nel mucchio di parole scegli le sette grandi: quelle di qui d’altrove del parlare del fare del pane dell’amore e ricordare. Qualche notizia sulla vita di Roberto Piumini Roberto Piumini nasce a Edolo, in Valcamonica, il 14 marzo 1947, da genitori tosco-emiliani. A undici anni si trasferisce a Varese. Finite le scuole medie, frequenta per un anno e mezzo l’istituto tecnico industriale, poi l’istituto magistrale. Scrive molte poesie. Si laurea in Pedagogia all’Università Cattolica di Milano. Frequenta la Scuola Superiore di Comunicazioni Sociali. Insegna presso scuole medie e superiori della provincia di Varese. Si sposa. Conduce laboratori di espressione corporea e dinamica espressiva con insegnanti e gruppi giovanili. Fa esperienze con gruppi teatrali. Lavora come attore per tre anni presso il Centro Teatrale Bresciano. Gli nasce il figlio Michele. Lavora come pedagogista presso la Provincia di Milano. Fa esperienza di burattinaio. Nel 1978 esce il primo libro: “Il giovane che entrava nel palazzo.” Ne seguono altri, in progressione geometrica, con molti Editori: filastrocche, poesie, poemi, fiabe, racconti, romanzi, testi teatrali. Scrive testi di canzoni per piccoli e grandi, musicate da Giovanni Caviezel. Si separa. Incontra lettori e adulti in scuole, Patrizia Ercole © Teatro & Contorni 2006 15 Roberto Piumini Al bar della foresta 16 biblioteche e librerie. Collabora con Caviezel in spettacoli, incontri e libri musicali. Scrive testi di poesia su materiali di ricerca ed esperienza di bambini, ragazzi e adulti di varie località italiane. Legge proprie storie e poesie in libri con audiocassetta. Scrive testi per opere musicali di Sergio Liberovici, Andrea Basevi Gambarana, Pavle Merkù, Dimitri Nicolau, Mario Ruffini e altri musicisti. Insieme a Bianca Pitzorno e altri autori progetta il programma televisivo “Albero Azzurro”, per cui scrive testi per dieci anni. Progetta e conduce con Caviezel le trasmissioni radiofoniche “Radicchio” e “Il mattino di zucchero”. Nel 1990 inizia a pubblicare prosa e poesia per adulti. Traduce i sonetti di Shakespeare per Bompiani e poemi di Browning per Interlinea. Scrive soggetti per film e cartoni animati. Fa spettacoli di lettura e recitazione con musicisti e attori, per bambini e per adulti. Risiede in parte a Milano, in parte presso Buonconvento (Siena). Ho fatto l’attore per tre anni della mia vita. Perché gli attori parlano. Ma spesso non dicono parole loro, ripetono le parole di altri. Il teatro è stato il mio modo per arrivare alla scrittura... Le mie poesie sono cose che io pronuncio, forse è questo che piace ai ragazzi. Sono discorsi per la voce. Le mie poesie sono fatte per essere lette. Dalla brava maestra e dal bravo maestro che non hanno paura della loro voce e le leggono alla classe. Poi i bambini si divertono a ripeterle da sole perché fanno rumori strani. A volte le classi che incontro mi chiedono se scrivo più volentieri in poesia o in prosa. «Non fatemi scegliere!», rispondo. «Voi a chi volete più bene? Al papà o alla mamma?» Poi aggiungo: «Se però mi minacciate di morte con una pistola perché io risponda o questa o quella, allora vi dico che io sono originariamente un poeta che scrive anche in prosa». Da un punto di vista quantitativo scrivo molto più in prosa che in poesia perché rimane abbastanza vero che con la poesia non si mangia tantissimo. Anche se, grazie al cielo, nell’editoria per ragazzi la poesia ha un indice di fruibilità più elevato che nell’editoria per adulti. Ho scritto Mattia e il nonno, una piccola storia emblematica che racconta della passeggiata di un bambino con un nonno che sta morendo. Per ragioni editoriali il libro è uscito prima in Inghilterra che in Italia. Dall’Inghilterra e dalla Germania, dove poi è stato tradotto, mi sono arrivati plichi di articoli di discussioni pedagogiche e linguistiche su Mattia e il nonno. In Italia il libro ha avuto un paio di recensioni su riviste specializzate. In Italia sulla letteratura per ragazzi c’è una scarsa risonanza culturale e una scarsa preparazione. Fino a poco tempo fa nelle università non c’erano neppure cattedre di letteratura per l’infanzia... Io “non mi freno” scrivendo libri per bambini e per ragazzi, semplicemente scelgo codici diversi…” (Dichiarazioni tratte da una intervista di Giuseppe Caliceti del 10/7/1997 a “Le voci della poesia”) http://www.robertopiumini.it 328 2719683 [email protected] Dott.ssa Patrizia Ercole http://teatroecontorni.freeweb.org http://patrizia.blog.terra.com.br/ Patrizia Ercole © Teatro & Contorni 2006 16