Articolo estratto dalla rivista di acquariofilia "hydra"

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Articolo estratto dalla rivista di acquariofilia "hydra"
9000 litri, 10 anni
storia e stagioni di una vasca di barriera
testo e foto di Massimo Morpurgo
in collaborazione con il Museo di
Scienze Naturali di Bolzano.
Via Bottai, 1 - Bolzano
Orario di apertura: dal martedì
alla domenica ore dalle 10:00
alle 18.00. Lunedì chiuso.
www.museonatura.it
Massimo Morpurgo, biologo,
collaboratore del Museo di
Scienze Naturali di Bolzano e di
Aquaprad, gestisce con successo
da 10 anni una fantastica vasca
di barriera esposta a Bolzano al
Museo di Scienze Naturali.
Per festeggiare il compleanno di
questo ecosistema, abbiamo invitato Massimo a raccontarne le
stagioni e la storia.
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Il Museo di Scienze Naturali dell’Alto
Adige è situato nel centro storico di
Bolzano in uno splendido edificio
del 1500. L’esposizione permanente
del Museo è dedicata alla geologia e
agli ambienti naturali dell’Alto
Adige. Al primo piano, nella sala
delle Dolomiti si trovano due acquari marini: una grande vasca di barriera corallina e una vasca più piccola con nautili.
Qualcuno forse si domanderà:
“Perché una barriera corallina in Alto
Adige?”
Nel Triassico (circa 230–220 milioni
di anni fa), dove ora sorgono le
Dolomiti (come ad esempio il Sasso
Lungo e il Sasso Piatto), era presente
un mare tropicale poco profondo,
nelle cui acque alghe, spugne e
coralli formarono delle “barriere
coralline”. Dai resti calcarei di questi
organismi nei milioni di anni si sono
originate le Dolomiti. Per dare al
visitatore un’idea viva dell’aspetto
che poteva avere il mare tropicale
triassico è stato allestito l’acquario
di barriera corallina.
L’impianto
Nel febbraio-marzo del 1997 la ditta
“Royal Exclusiv Aquarien und
Anlagenbau” di Klaus Jansen
(Colonia, Germania) ha realizzato
l’acquario di barriera corallina
secondo il metodo berlinese. La
vasca espositiva ha un volume lordo
di 5700 litri (dimensioni 320 x 150 x
120 cm) ed è costruita in legno multistrato, rinforzato con una cornice
d’acciaio, rivestito internamente con
lastre di PVC. L’interno dell’acquario
è visibile attraverso un grande vetro
frontale di 40 mm di spessore e uno
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più piccolo laterale. L’acquario è collocato su un robusto supporto in
acciaio. Il peso dell’acquario tra
vasca, materiale d’arredamento ed
acqua è di circa 7 tonnellate. Il
sistema di filtraggio e di trattamento dell’acqua è ubicato in un locale
nel sotterraneo del Museo.
L’acqua dalla vasca espositiva al
primo piano arriva per caduta nel
sotterraneo, attraverso delle tubatu re in PVC, in una vasca di raccolta di
4800 litri (250 x 160 x 120 cm) dove
sono presenti 400 Kg di rocce vive
illuminate. La pompa principale
(30.000 litri/h) manda l’acqua dalla
vasca di raccolta in parte allo schiumatoio alto 3 metri e di circa 800
Il Museo di Scienze Naturali
dell’Alto Adige è situato nel
centro storico di Bolzano in
uno splendido edificio del
1500 a 5 minuti a piedi
dalla stazione ferroviaria.
Foto archivio del Museo.
A lato. Vista laterale dell’acquario di barriera corallina
del Museo di Scienze
Naturali di Bolzano. I numerosi pesci vengono abbondantemente alimentati fino a
dieci volte al giorno.
Nella doppia pagina successiva. Vista centrale dell’acquario di barriera corallina
del Museo di Scienze
Naturali di Bolzano. Le colonie di molti coralli hanno
raggiunto dimensioni naturali come in mare.
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litri di volume, in parte al refrigeratore ed, eventualmente a seconda
delle necessità, al filtro a carbone
attivo. La maggior parte dell’acqua
viene invece pompata nella vasca
espositiva superando un dislivello di
quasi 10 m tra la pompa principale e
la superficie dell’acqua dell’acquario.
A partire dal 2000 alla vasca di raccolta sono state collegate gradualmente quattro vasche curatoriali.
Complessivamente nell’acquario d’esposizione, vasca di raccolta, schiu matoio e acquari collegati circolano
circa 9.000 litri d’acqua salata. Nella
colonna d’acqua dello schiumatoio è
presente un flusso ascensionale di
piccole bolle d’aria (2 metri cubi
all’ora) prodotto per “effetto
Venturi” da una pompa con girante
a spazzola. L’acqua viene filtrata con
2 kg di carbone attivo solo ogni 2-3
mesi per 48 ore. Da un anno è stata
eliminata la filtrazione meccanica.
Ciononostante l’acqua è limpida, i
coralli crescono molto bene e i
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nutrienti sono bassi: nitrati < 1 mg/l
(test Tropic Marin) e fosfati = 0,05
mg/l (test Merk 1.14445.0001).
Invece sono aumentati moltissimo
gli organismi filtratori come ad
esempio i vermi Policheti (spirografi). Oltre alla pompa principale da
30.000 l/h posta nel sotterraneo,
l’acquario è dotato di un sistema
interno di movimento dell’acqua
composto da 4 pompe (tunze
stream) da 4.000-12.000 l/h ciascu na e da una pompa esterna da
20.000 l/h posizionata sotto l’acquario. L’illuminazione dell’acquario è
costituita da 3 lampade HQI da 1000
W Osram T Day light da 6.000 Kelvin
e 18 tubi al neon blu Osram L da 58
W/67. Le lampade HQI sono in funzione per 8 ore e mezza al giorno
mentre i tubi al neon per 12.
L’accensione e lo spegnimento delle
lampade avvengono gradualmente
tramite 5 timers per ricreare l’effetto
alba – tramonto. Il calore prodotto
dalle pompe di movimento e dalle
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lampade è tale da riscaldare l’acqua
dell’acquario anche nei mesi inver nali. Nei mesi più caldi è indispensabile raffreddare l’acqua con un refrigeratore. La temperatura media del l’acqua è di 26°-28°C. Per ridurre le
ore di funzionamento del refrigera -
Il controllo delle specie
infestanti e il mantenimen to di un equilibrio tra le
varie specie di invertebrati
sessili sono fondamentali
nella gestione di un acquario di barriera corallina di
grandi dimensioni. A volte
anche specie molto apprez zate come Xenia umbellata
e Entacmea quadricolor
possono diventare pericolosamente infestanti.
In alto foto di Benno
Baumgarten marzo 1997:
l’acquario è rivestito internamente con una speciale
schiuma poliuretanica atossica di colore grigio-bruno con
cui sono state celate le tubature interne e le pompe ad
immersione.
Al centro foto di Laura
Tagnin maggio 1997: l’arredamento interno è costituito
da circa 1000 Kg di pietre
calcaree cementate con la
schiuma poliuretanica.
In basso a sinistra: nel sotterraneo del Museo vasca di
raccolta con 3000 litri d’acqua e 400 Kg di rocce vive
illuminate.
In basso a destra: nel sotterraneo del Museo schiumatoio
di 3 metri d’altezza. Nella
colonna d’acqua dello schiumatoio è presente un flusso
ascensionale di piccole bolle
d’aria (2 metri cubi all’ora)
prodotto per “effetto
Venturi” da una pompa con
girante a spazzola.
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tore nel 2000 sono stati montati
due ventilatori sopra la superficie
dell’acqua dell’acquario. La ventilazione forzata determina un forte
aumento dell’evaporazione (circa 50
litri d’acqua al giorno) con conseguente raffreddamento dell’acqua.
L’acqua del rubinetto viene trattata
con un impianto ad osmosi inversa,
che lavora a 13 bar di pressione, in
grado di riempire in un giorno il serbatoio da 1.500 litri. In un secondo
serbatoio delle stesse dimensioni
con l’acqua d’osmosi viene preparata l’acqua salata per i cambi parziali.
In un bidone da 50 litri, posto sopra
la vasca di raccolta, con l’acqua d’osmosi viene prodotta giornalmente
la soluzione satura di idrossido di
calcio Ca(OH) 2 che viene aggiunta
goccia a goccia all’acqua dell’acqua rio. La salinità dell’acqua è in media
34,5‰.
Dal 2004 è in funzione un reattore
al calcio di 100 litri di volume funzionante con anidride carbonica e
caricato con ghiaia corallina. L’uso
combinato di reattore al calcio e
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soluzione satura di idrossido di calcio permette di evitare brusche
oscillazioni del pH (che varia tra 7,9
e 8,3) e di mantenere una buona
durezza carbonatica (7-10°dKH) e la
concentrazione di calcio di 400-440
mg/l. Fino al 1999 venivano aggiunti
all’acqua stronzio, sotto forma di
cloruro di stronzio (SrCl 2) in soluzione al 5%, e iodio sotto forma di
ioduro di potassio (KI) in soluzione
al 1% (FOSSÅ & NILSEN, 2001; DEL BEEK & SPRUNG, 1996). Nel 1999 si
è verificata una proliferazione mas siccia di alghe mucillaginose marroni come quelle descritte da KÜCK &
al. (1999) nell’acquario di Bochum
probabilmente a causa dell’accumulo di iodio nell’acqua. Sospesa la
somministrazione di iodio nell’arco
di sei mesi le alghe sono gradualmente scomparse. La soluzione di
cloruro di stronzio non è più stata
aggiunta, poiché la ghiaia corallina
del reattore al calcio contiene stronzio che viene sciolto in acqua insieme al calcio. Il cambio parziale d’acqua del 5% alla settimana permette
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di reintegrare gli oligoelementi che
quindi non vengono aggiunti. Nel
2005 accanto all’acquario di barriera
corallina è stato allestito un nuovo
acquario espositivo di circa 1.000
litri con Nautilus pomplius. Ogni
settimana viene cambiato circa il
30-50% dell’acqua ai nautili utiliz zando acqua dell’acquario di barriera
corallina, al quale viene poi aggiunta
nuova acqua salata.
Allestimento
L’acquario è rivestito internamente
con una speciale schiuma poliuretanica atossica di colore grigio-bruno
con cui sono state celate le tubature
interne in PVC e le pompe ad
immersione. L’arredamento interno è
costituito da circa 1000 Kg di pietre
calcaree cementate con la schiuma
poliuretanica, che una volta ricoperta dalle alghe è indistinguibile dalle
rocce dell’arredamento. Nel giugno
del 1997 l’acquario è stato riempito
con acqua di mare del Mediterraneo
che è stata gentilmente fornita
dall’Acquario di Genova e trasporta-
ta con un’autobotte. Nel novembre
del 1997 sono stati introdotti circa
100 kg di rocce vive. A partire da
marzo 1998 sono stati immessi in
acquario diversi organismi alghivori:
Gasteropodi, Blennidi e pesci chirurgo per contrastare la crescita di
alghe verdi. Quindi si è iniziato a
popolare gradualmente l’acquario
con invertebrati sessili robusti:
Sarcophyton, Sinularia, Zoanthus e
Protopalythoa. Date le dimensioni
della vasca per collocare gli organismi sessili si deve lavorare dall’alto
con una pinza e uno “specchio”,
ossia una bacinella con il fondo in
plexiglas, che permette di vedere
Nella pagina accanto: Da
diversi anni Tridacna derasa e
T. squamosa emettono regolarmente ogni due o tre mesi
i gameti in acqua. Per fortuna date le dimensioni dell’acquario questo “inquinamento” non provoca grandi
effetti negativi.
A destra in questa pagina: in
alto giovane colonia di
Acropora sp. In futuro si prevede di ridurre la percentuale
degli Alcionacei e di aumentare quella dei Madreporari a
polipo piccolo aggiungendo
piccole talee riprodotte artificialmente da fissare con
resina epossidica direttamente sulle rocce della decorazione. Al centro: una colonia
di Montipora sp. incrostante
portata da Düsseldorf nel
1998 oggi ricopre una superficie di oltre 1 metro quadro!
In basso: due mangiatoie
automatiche somministrano
ai pesci mangime secco granulare e in fiocchi fino a
otto volte al giorno. L’anello
in superficie impedisce al
mangime galleggiante di
finire nelle griglie
di tracimazione.
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Massimo Morpurgo
Bolzano, Italia
37 anni, abita a Bolzano: idrobiolo go e acquariofilo dall’età di undici
anni, si è appassionato al mondo
acquatico con una vasca da 100 litri
con pesci tropicali d’acqua dolce.
Negli anni si è poi dedicato a vari
tipi di acquari: marino mediterra neo, d’acqua dolce nostrano ed infi ne di barriera corallina. Da dieci
anni si occupa professionalmente di
acquariofilia lavorando come curatore al Museo di Scienze Naturali
dell’Alto Adige a Bolzano, dove, tra
le altre attività, segue un acquario
di barriera corallina di 9000 litri. Ha
curato la realizzazione degli acquari
del Centro Visite del Parco
Nazionale dello Stelvio “aquaprad”
a Prato allo Stelvio (80 km da
Bolzano). In tutto 200.000 litri d’ac qua dedicati esclusivamente alle
specie d’acqua dolce nostrane. È
autore di decine di articoli pubbli cati su riviste italiane ed estere,
molti dei quali scritti con Francesco
Guarnieri. È subacqueo di venten nale esperienza. Come esperto di
progettazione e conduzione di
grosse vasche è consulente per
diversi importanti progetti italiani.
Potete scrivere a Massimo utilizzando l’indirizzo [email protected]
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sotto acqua come con la maschera
subacquea. Oltre a utilizzare organismi acquistati e catturati in natura
si è cercato, nei limiti del possibile,
di procurare invertebrati riprodotti
in cattività. Nel giungo del 1998
sono arrivati i primi Madreporari tra
cui Pocillopora e Montipora riprodotti nel magnifico acquario corallino di 20.000 litri del Löbbecke
Museum Aquazoo di Düsseldorf in
Germania. Successivamente sono
stati introdotti alcuni Alcionacei
provenienti dagli acquari corallini
della Haus der Natur di Salisburgo in
Austria. Negli ultimi anni sono stati
scambiati invertebrati sessili anche
con l’Acquario di Genova e
l’Acquario del Parco Le Navi di
Cattolica.
Fino all’anno 2000 gli invertebrati,
con alti e bassi, sono cresciuti poco,
superando però fasi di crescita massiccia di alghe varie, ma nel complesso l’ecosistema non è “decollato”. Forse per la quantità esigua di
rocce vive e degli stessi coralli. Tra il
2000 e il 2001 si sono verificati un
modesto inquinamento da metalli
(giranti delle pompe ad immersione
arrugginite, pezzetti di fili elettrici
in rame) e un inquinamento da
vapori di solventi di colle, che
hanno ulteriormente rallentato lo
sviluppo dell’ecosistema. A partire
inverno 2006
dal 2002 con l’aggiunta di altri 100
kg di rocce vive e abbondanti cambi
d’acqua l’ecosistema ha iniziato a
svilupparsi, sempre con alti e bassi.
In questo periodo varie specie di
Halimeda e Caulerpa sono cresciute
tantissimo. Dal 2004 con la messa
in funzione del nuovo impianto ad
osmosi inversa, del nuovo reattore
al calcio di 100 litri di volume, l’aggiunta di altri 200 kg di rocce vive
(donate da privati al Museo) e l’aumento della biomassa degli invertebrati sessili l’ecosistema finalmente
è “decollato.”
Comunità biologica attuale
Circa il 40% degli invertebrati sessili
è costituito da Alcionacei (generi
Cladiella, Lobophytum, Nephthea,
Sarcophyton, Sinularia e Xenia), il
20% Madreporari a polipo piccolo
(generi Acropora, Montipora,
Pavona e Pocillopora), il 10%
Madreporari a polipo grande (generi
Euphyllia, Favia, Favites, Fungia,
Galaxea, Lobophyllia, Platygyra) e il
restante 30% è composto da altri
“coralli duri” come Heliopora coerulea e il corallo di fuoco Millepora
sp., Corallimorfari, Stoloniferi, anemoni di mare (Entacmea quadricolor e Stichodactyla haddoni) e tridacne (Tridacna crocea, T. derasa, T.
squamosa).
Nella pagina accanto: nel sotterraneo del Museo una delle
vasche curatoriali collegate
all’acquario espositivo. I pesci
nuovi non vengono tenuti in
quarantena, ma ospitati in
una di queste vasche per abituarli ai mangimi somministrati in vasca espositiva.
In questa pagina in alto:
gruppo di “coralli duri”:
Madreporari a polipo piccolo
(Acropora, Montipora e
Pocillopora), il corallo di fuoco
Millepora sp. e il corallo blu
Heliopora coerulea.
Al centro: vermi Platelminti
parassiti su Galaxea sp. Dopo
la loro asportazione con una
pinzetta il corallo ha rigenerato i tessuti danneggiati.
In basso a sinistra: Coppia di
Amphiprion percula su
Entacmea quadricolor rosse.
Ambedue le specie oggi si
possono riprodurre in acquario. In basso a destra: Aiptasia
cf. diaphana è un anemone di
mare infestante da tenere
sempre sotto controllo.
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Attualmente sono presenti 20 specie
di pesci per un totale di 60 esemplari: Acanthurus leucosternon, A.
sohal, Acreichthys tomentosus,
Amphiprion clarki, A. melanopus, A.
percula, Chromis viridis, Gomphosus
varius, Naso lituratus,
Paracanthurus hepatus,
Pseudanthias pleurotaenia, P. squamipinnis, Pseudocheilinus hexataenia, Pterapogon kauderni, Salarias
fasciatus, Siganus vulpinus,
Synchiropus splendidus, S. stellatus,
Zebrasoma flavescens, Z. xanthurum. I pesci vengono abbondante mente alimentati: ogni giorno mangiano circa 80 g di crostacei surgelati (Artemia, Mysis, Krill) e mangime
secco granulare e in fiocchi (somministrato fino a otto volte al giorno
da due mangiatoie automatiche).
Viene somministrato anche cibo fresco come ad esempio Caulerpa coltivata nelle vasche del sotterraneo.
Sono inoltre presenti numerosissimi
altri invertebrati appartenenti a sva riati gruppi tassonomici: Poriferi,
Vermi Policheti, Molluschi, Crostacei,
Echinodermi ed altri ancora. Sul
fondo le “foglie” morte di Halimeda
hanno formato uno strato di sabbia
di 1-2 cm di spessore.
Riproduzioni in acquario
Molte specie di Alcionacei e di
Madreporari si sono riprodotte
spontaneamente per via asessuata o
sono state riprodotte artificialmente.
Una colonia di Montipora sp. incrostante proveniente dal Löbbecke
Museum Aquazoo di Düsseldorf è
cresciuta continuamente negli anni
e ora ricopre una superficie di oltre
1 metro quadro! Molte talee di questa colonia vivono adesso in altri
acquari pubblici e di privati.
Particolarmente rapida è stata la
riproduzione di Xenia umbellata,
tanto da diventare una specie infestante. Le colonie di questa specie
crescono anche sulle conchiglie delle
tridacne. Alcune sono cresciute così
tanto da ridurre l’apertura del mantello di due Tridacna crocea che
sono deperite gradualmente fino a
morire. Le anemoni di mare Aiptasia
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In alto: Filtro a carbone
attivo. L’acqua viene filtrata
con 2 kg di carbone attivo
ogni 2-3 mesi per 48 ore. Al
centro: Acqua d’uscita dal
reattore al calcio da 100 litri
di volume, che permette di
mantenere la durezza carbonatica a 7-10°dKH e la concentrazione di calcio a 400440 mg/l. In basso:
L’autobotte parcheggiata
dietro al Museo che scarica
l’acqua di mare del
Mediterraneo gentilmente
fornita dall’Acquario di
Genova. Foto di Laura
Tagnin giugno 1997
Per la gestione di un acquario espositivo, così come di un acquario
domestico, può essere molto utile
tenere un “diario”. Ossia annotare
regolarmente al computer o su un
quaderno i valori chimico-fisici dell’acqua, manutenzioni, eventuali
guasti e imprevisti, migliorie tecniche, l’introduzione di nuovi organismi e le loro dimensioni, osservazioni biologiche, eventuali riproduzioni
e documentare le varie fasi dell’acquario con molte fotografie. Tutte
queste informazioni permettono
individuare più facilmente le cause
di eventuali problemi e di condurre
meglio l’acquario.
In questa pagina dall’alto.
la vasca nel 1998; nel 1999; nel
2000; nel 2002; nel 2005; nell’ottobre del 2006.
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cf. diaphana e Anemonia cf. manjano sono infestanti e molto pericolose in grandi acquari di barriera
corallina, dove è molto difficile
ridurle manualmente (HEBBINGHAUS, 2004). Con l’introduzione
del pesce Monacantide Acreichthys
tomentosus, che se ne nutre, sono
state quasi eliminate dalla vasca
espositiva.
Si è verificato anche un caso di
riproduzione sessuata di
Madreporari. Nella primavera del
2002 è stato scoperto su una roccia
presente in acquario da più di quattro anni un antocaule di Heliofungia
actiniformis. Per antocaule si intende il polipo sessile, peduncolato, che
si sviluppa dalla larva planula una
volta che questa si è insediata su un
substrato. L’antocaule scoperto è
nato quasi sicuramente per riprodu zione sessuale in acquario e questo
è un evento raro riportato solo singolarmente in letteratura (HEBBINGHAUS, 2001). Successivamente il
polipo discoidale si è staccato dal
peduncolo fissato al substrato e ha
continuato a crescere libero sul
fondo. Sull’antocaule si sono formati
successivamente (con una sorta di
strobilazione) altri due polipi disco idali che si sono poi staccati.
Da diversi anni le tridacne, soprattutto Tridacna derasa e T. squamosa
emettono regolarmente ogni due o
tre mesi i gameti in acqua. Per fortuna date le dimensioni dell’acqua rio questo “inquinamento” non provoca grandi effetti negativi.
Diverse specie di pesci corallini
depongono regolarmente le uova
nell’acquario del Museo: le tre specie di Amphiprion e Chromis viridis.
Una coppia di Amphiprion melanopus, che vive in acquario dal settembre 1998, ha deposto fino ad oggi
più di 140 volte le uova accanto
all’anemone simbionte
Stichodactyla haddoni. Purtroppo,
allo stato attuale, si è riusciti ad
allevare solo gli avannotti di
Pterapogon kauderni.
L’acquario di barriera corallina del
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Alcune specie di pesci
attualmente presenti nell’acquario del Museo di
Scienze Naturali di
Bolzano.
Nella pagina accanto.
in alto:
Acanthurus leucosternon;
al centro:
Acanthurus sohal;
in basso: Chomis viridis.
In questa pagina.
In alto: Pseudocheilinus
hexataenia;
Al centro: maschio di
Pseudanthias pleurotaenia;
In basso: Salarias fasciatus.
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In questa pagina. In alto,
una bella immagine del
gruppo delle tridacne. Al
centro e in basso, due
immagini dell’espulsione
dei gameti, evento che è
stato possibile osservare
in diverse occasioni nella
vasca.
Nella pagina accanto.
In alto, riproduzione asessuata per gemmazione di
un corallo a favo (Favites
sp.). La gemma costituita
da un singolo polipo si
distacca lentamente dalla
colonia madre e successivamente cade nelle vicinanze formando una
nuova colonia.
Al centro, alimentazione
di pesci chirurgo con
Caulerpa prolifera che
viene coltivata nelle
vasche del sotterraneo.
In basso. Monacantide
Acreichthys tomentosus si
nutre degli anemoni di
mare infestanti Anemonia
cf. manjano e Aiptasia cf.
diaphana che sono particolarmente pericolosi in
grandi acquari di barriera
corallina, dove è molto
difficile eliminarli
manualmente.
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Museo di Scienze Naturali di Bolzano
è stato allestito per presentare in
maniera viva la genesi delle Dolomiti.
Negli anni è diventato l’attrazione
dell’esposizione permanente del
Museo. L’interesse didattico suscitato
dall’acquario è aumentato negli anni.
Sempre più classi scolastiche vengono appositamente al Museo per
effettuare lezioni davanti all’acquario
di barriera corallina sulla sistematica
zoologica, sulle simbiosi, sui tipi di
riproduzione e sull’etologia dei pesci.
In futuro si prevede di ridurre la percentuale degli Alcionacei e di
aumentare quella dei Madreporari a
polipo piccolo aggiungendo piccole
talee riprodotte artificialmente da
fissare con resina epossidica diretta mente sulle rocce della decorazione.
Questo per conferire all’acquario un
aspetto più naturale e per rendere
più stabile la costruzione della nostra
barriera corallina.
Letteratura
DELBEEK J.C. & SPRUNG J., 1996-1998:
Das Riffaquarium. Band 1-2, Dähne
Verlag, Ettlingen.
FOSSÅ S. A. & NILSEN A. J., 1995-2001:
Korallenriff-Aquarium. Band 1-6. Birgit
Schmettkamp Verlag, Bornheim.
HEBBINGHAUS R., 2001: Allevamento e
riproduzione sessuale di Heliofungia
actiniformis. aquarium N. 1, Primaris, .
HEBBINGHAUS R., 2004: Le Aiptasie e i
loro eredi. aquarium N. 12, Primaris, .
HOCHSTETTER W., 1997: 10 Jahre
Korallenriffanlage des Löbbecke
Museum + Aquazoos – Entwicklung
und Erfahrungen. 4. Internationales
Meerwasser-Symposium, Bochum.
KÜCK H., SLABIK R. & STIRNBERG E.,
1999: Das erste Jahr des großen
Korallenriffbeckens (170.000 l) im
Tierpark + Fossilium Bochum. 5.
Internationales MeerwasserSymposium, Bochum.
KNOP D., 2001: Riffaquarien:
Aquarienporträts aus aller Welt. Dähne
Verlag, Ettlingen.
ROVERO A., 2005: ABC dell’acquario
marino di barriera. Quaderni di hydra –
Sesto Continente Editore, Faenza.
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