Le Politiche Attive del Lavoro in Europa
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Le Politiche Attive del Lavoro in Europa
Le Politiche Attive del Lavoro in Europa Scheda Paese GERMANIA SOMMARIO SUPPORTO E ORIENTAMENTO PERSONALIZZATI PER CHI CERCA LAVORO DA PARTE DEI SPI .. 3 ALTRE ATTIVITÀ DEI SERVIZI PER L'IMPIEGO .......................................................................... 4 FORMAZIONE E ORIENTAMENTO................................................................................................ 5 SCHEMI DI SUDDIVISIONE DEL LAVORO (JOB SHARING - JOB ROTATION) .............................. 7 INCENTIVI PER L'OCCUPAZIONE ............................................................................................... 7 INCENTIVI PER IL MANTENIMENTO DELL'OCCUPAZIONE .......................................................... 8 POLITICHE D’INSERIMENTO LAVORATIVO DEI DISABILI E DEI SOGGETTI A RISCHIO DI ESCLUSIONE SOCIALE ............................................................................................................. 10 SOSTEGNO ALL'OCCUPAZIONE ................................................................................................ 10 INTERVENTI PER LA CREAZIONE DIRETTA DI OCCUPAZIONE .................................................. 12 INCENTIVI ALL'AUTOIMPIEGO ................................................................................................ 13 Benchmarking sulle Politiche Attive in Europa pag.2 POLITICHE ATTIVE DEL MERCATO DEL LAVORO – LMP (EUROSTAT 1-7) - GERMANIA SUPPORTO E ORIENTAMENTO PERSONALIZZATI PER CHI CERCA LAVORO DA PARTE DEI SPI Tabella – Supporto e orientamento personalizzati per chi cerca lavoro da parte dei SPI. Anno 2009 (v.a. e v %). Spesa in milioni di euro Spesa sul PIL (%) UE27 27.972 0,2 UE15 27.196 0,2 8.872 0,4 PAESI Germania Spesa per ogni persona che vuole lavorare (in euro) 718 Partecipanti Partecipanti ogni 100 persone che vogliono lavorare 5.155.233 13,7 830 4.937.636 16,5 1.530 345.565 6,4 Fonte: Elaborazioni su dati Eurostat Servizi alla clientela I servizi dell’Agenzia Federale del Lavoro (BA) sono offerti ai lavoratori presso gli sportelli locali, dove l’utente può rivolgersi a un referente unico per usufruire di servizi e informazioni inerenti il mondo del lavoro, assieme all’erogazione di trattamenti di disoccupazione. Una volta registrato presso la BA, il lavoratore è seguito dallo stesso operatore in merito a tutti i servizi di supporto e ai diversi bisogni in caso di perdita del lavoro, usufruire dell’indennità di disoccupazione o degli interventi di formazione e orientamento, nonché dei servizi di supporto nella ricerca di un’occupazione. I datori di lavoro possono rivolgersi a un operatore per beneficiare dei servizi di selezione e supporto nell’assunzione del proprio personale aziendale. Servizi informativi Per quanto riguarda l’informazione, i clienti della BA possono avvalersi di due tipologie principali di servizi: servizi online: il portale della borsa del lavoro (Jobbörse), il portale dei corsi di formazione (Kursnet), il portale dei profili professionali (Berufenet); BIZ, un centro mediatico presso le agenzie locali che può essere visitato in modalità selfservice o assistiti da un operatore. Il BIZ è particolarmente utile per i giovani perché mette a disposizione materiali cartacei e audio-visivi a scopo orientativo, con la presentazione di più di 3.000 profili professionali. Benchmarking sulle Politiche Attive in Europa pag.3 Gestione casi individuali Il lavoratore che si rivolge agli sportelli della BA, ha a sua disposizione un referente unico sia per le politiche attive che per quelle passive. Particolare attenzione viene dedicata ai disoccupati di lunga durata, che presso i Jobcenter (sportelli dedicati a questo gruppo target) possono trovare servizi come la consulenza individuale che prevede l’elaborazione di un action plan, l’erogazione di sussidi integrativi (per l’affitto, il riscaldamento o il vestiario). Esiste anche l’offerta di consulenza circa la gestione del debito privato e l’assistenza psicosociale messa a disposizione in collaborazione con i Comuni. Altre attività dei servizi per l'impiego La Cassa di Famiglia, una sezione della BA si occupa dell’erogazione dell’assegno famigliare. La richiesta può essere fatta anche elettronicamente tramite il sito web dell’Agenzia. Amministrazione degli strumenti di politica attiva Gli strumenti di politica attiva sono gestiti dalla BA, in particolare la promozione di misure di formazione integrativa e di riqualificazione professionale. Gli operatori dell’Agenzia offrono ai disoccupati una consulenza individuale con lo scopo del reinserimento nel mercato del lavoro. Anche i lavoratori occupati in cerca di un’opportunità migliore possono rivolgersi alla BA, per esempio inserendo il loro CV sul portale del mercato del lavoro e/o rispondendo alle vacancy pubblicate sullo stesso portale. Esistono poi diversi incentivi che possono essere erogati dalla BA ai datori di lavoro o ai lavoratori, in particolar modo per favorire l’occupazione di persone con bassa qualificazione professionale, portatori di handicap o lavoratori anziani. Amministrazione degli strumenti di supporto alle politiche attive Per la formazione professionale di giovani senza titolo di studio, giovani disabili o svantaggiati sono a disposizione una serie di strumenti e sussidi erogati dalla BA, fra cui le Misure preparative alla formazione professionale (BvB), gli Aiuti formativi (abH) che prevedono l’affiancamento dei giovani con lezioni di supporto e il sussidio per la formazione (BAB) per giovani apprendisti fuori domicilio. Benchmarking sulle Politiche Attive in Europa pag.4 MISURE FORMAZIONE E ORIENTAMENTO Tabella – Formazione e orientamento. Anno 2009 (v.a. e v %). PAESI UE27 UE15 Germania Spesa in milioni di euro Spesa sul PIL (%) 25.831 25.514 8.239 0,2 0,2 0,3 Spesa per ogni persona che vuole lavorare (in euro) 684 804 1.421 Partecipanti Partecipanti ogni 100 persone che vogliono lavorare 3.543.202 3.457.869 802.953 9,4 11,5 14,8 Fonte: Elaborazioni su dati Eurostat Formazione presso enti accreditati L’Agenzia Federale del Lavoro non gestisce le misure di formazione direttamente ma eroga i cosiddetti voucher per la formazione (Bildungsgutschein). I lavoratori disoccupati o a rischio di perdere il posto di lavoro possono fare richiesta di un voucher di formazione presso lo sportello locale della BA. Il voucher viene erogato per: favorire il reinserimento del lavoratore disoccupato nel mondo del lavoro; evitare lo stato di disoccupazione; agevolare il conseguimento di un titolo di formazione professionale. I titolari dei voucher hanno la possibilità di scegliere in autonomia il tipo di qualificazione e l’istituto. Va sottolineato però che non esiste un diritto legale al voucher. Di solito viene erogato dopo l’intervista con l’operatore responsabile dell’Agenzia del Lavoro (o dell’ARGE nel caso dei disoccupati di lunga durata), durante la quale si valuta le probabilità di successo della qualificazione, ai fini di una reintegrazione nel mercato del lavoro. Nel voucher sono riportati l’obiettivo della formazione, i contenuti principali della qualificazione e la durata massima. In passato il processo di accreditamento degli Enti formativi era di competenza della BA. Attualmente invece, le nuove disposizioni prevedono che l’accreditamento venga effettuato da parte un ente competente esterno, l’Agenzia Tedesca di Certificazione (Deutsche Akkreditierungsstelle). Questo nuovo ente, attivo dal 1° Aprile 2012 stabilirà e valuterà la qualità dell’offerta di formazione e degli insegnanti secondo nuovi criteri, tra cui il successo della reintegrazione nel mercato del lavoro dopo la misura di formazione. La BA non svolge un ruolo di accreditamento delle imprese e delle scuole di formazione professionale, compito rispettivamente affidato alle Camere di Commercio, dell’Industria e dell’Artigianato e alle Regioni. Formazione continua Con il portale Kursnet, la BA mette a disposizione dei cittadini la più grande piattaforma del Paese nell’ambito della formazione continua. Mediamente sono pubblicati circa 500.000 corsi di formazione, di cui più della metà sovvenzionati tramite il voucher di formazione. Benchmarking sulle Politiche Attive in Europa pag.5 Dal 2012, Kursnet ha incrementato in particolare la sua offerta di corsi di studi universitari (attualmente sono pubblicati quasi 19.000 corsi). Formazione in alternanza L’unica tipologia di formazione in alternanza regolamentata per legge riguarda le misure di qualificazione integrativa per i lavoratori all’interno di azienda in difficoltà che hanno fatto ricorso fra il 2009 e il 2011 alla cosiddetta settimana corta, un regime di orario lavorativo ridotto per motivi congiunturali. In questo caso, lo Stato oltre ad erogare gli ammortizzatori sociali, rimborsa all’azienda anche i contributi sociali versati agli enti previdenziali. Supporto specifico per l'apprendistato L’Agenzia Federale del Lavoro riveste un ruolo importante nell’incontro fra domanda e offerta nel mercato dell’apprendistato. Anche per questo settore la BA mette a disposizione una piattaforma virtuale: trattandosi di contratti di lavoro, le opportunità di apprendistato vacanti nell’ambito del sistema duale sono ospitati sul portale Jobbörse, la borsa del lavoro online. Attualmente (Aprile 2012), sono pubblicati più di 227.000 posti di apprendistato. Gli operatori dell’Agenzia del Lavoro assistono i giovani inoltre attraverso colloqui personali nella ricerca di un posto di apprendistato, e si attivano in particolar modo nel caso in cui vi sia interruzione del contratto di apprendistato prima della scadenza prevista. È infatti compito della BA collocare il giovane presso un nuovo posto di apprendistato il più rapidamente possibile. Sul fronte dei servizi alle imprese, su richiesta delle stesse, gli operatori della BA effettuano anche una preselezione di candidati idonei per un posto di apprendistato. Oltre al supporto della BA e delle Camere competenti, è di grande rilevanza il ruolo svolto dall’Istituto Federale della Formazione BIBB, centro di competenza per la ricerca e lo sviluppo nel campo della formazione professionale creato nel 1970. I suoi compiti principali riguardano la definizione delle esigenze future nel campo della formazione, il monitoraggio dell’evoluzione del mercato del lavoro e della qualità della formazione corrente, l’elaborazione di studi comparati con i sistemi formativi in altri paesi, la definizione di criteri di qualità per la formazione dei formatori. Fra i Ministeri competenti, il BIBB, e le parti sociali esiste un confronto costante per determinare i fabbisogni formativi futuri. Soprattutto per quanto riguarda i nuovi profili professionali, l’Istituto Federale della Formazione, che si pone come ente consulente sia dei Ministeri competenti (BMWI/Economia, BMBF/Istruzione e Ricerca) che delle parti sociali, raccoglie le istanze datoriali e sindacali prima di proporre al Ministero dell’Economia gli aggiornamenti dei profili professionali esistenti. Questo lavoro di monitoraggio e costante aggiornamento della formazione professionale e dei suoi standard rende il sistema duale tedesco uno dei più competitivi al mondo. Benchmarking sulle Politiche Attive in Europa pag.6 SCHEMI DI SUDDIVISIONE DEL LAVORO (JOB SHARING - JOB ROTATION) Tabella – Schemi di suddivisione del lavoro (Job sharing - Job rotation). Anno 2009 (v.a. e v %). PAESI UE27 UE15 Germania Spesa in millioni di euro Spesa sul PIL (%) 235 234 2 0,0 0,0 0,0 Spesa per ogni persona che vuole lavorare (in euro) 6 7 0 Partecipanti Partecipanti ogni 100 persone che vogliono lavorare 117.998 117.890 165 0,3 0,4 0,0 Fonte: Elaborazioni su dati Eurostat Job rotation Non si tratta di una tipologia di lavoro diffusa in Germania. Job sharing Il Job sharing è ancora una tipologia di lavoro poco diffusa in Germania, presente soprattutto nella Pubblica Amministrazione che nell’industria privata. Tuttavia, esistono alcuni progetti pilota in alcune grandi aziende tedesche che favoriscono questo modello di lavoro nell’ambito di una strategia improntata alla conciliazione tra tempi di lavoro e di vita, anche a livello manageriale. Fra questi si trovano la Commerzbank, SAP e Lufthansa (Fonte: Focus online, 4 Gennaio 2012). Anche la politica ha cominciato ad occuparsi del tema dell’orario di lavoro flessibile, incluso la modalità del job-sharing all’interno di una strategia tesa a promuovere la conciliazione. Il Ministero Federale per la Famiglia, gli Anziani, le Donne ed i Giovani (BMFSFJ) ha inaugurato nel 2008 una campagna di sensibilizzazione con il titolo Erfolgsfaktor Familie (La famiglia, fattore di successo) con l’obiettivo di promuovere una cultura aziendale che favorisce la famiglia trasformando una cultura produttiva presenziale in una cultura produttiva incentrata sul risultato. Uno dei risultati concreti di questa iniziativa è una Carta di intenti elaborata nel 2011 con le più importanti associazioni datoriali che impegna il mondo produttivo di trovare dei modelli di lavoro compatibili con la famiglia. Tuttavia, non esistono ancora strumenti di politica attiva che incentivino il job-sharing, se non tentativi da parte delle singole aziende nell’offrire modelli di lavoro flessibile. INCENTIVI PER L'OCCUPAZIONE Tabella – Incentivi per l’occupazione. Anno 2009 (v.a. e v %) Spesa in milioni di euro Spesa sul PIL (%) UE27 15.525 0,1 UE15 14.778 0,1 2.514 0,1 PAESI Germania Spesa per ogni persona che vuole lavorare (in euro) 411 Partecipanti Partecipanti ogni 100 persone che vogliono lavorare 4.335.014 11,5 465 4.091.192 13,6 434 259.743 4,8 Fonte: Elaborazioni su dati Eurostat Benchmarking sulle Politiche Attive in Europa pag.7 Incentivi per la stabilizzazione In genere, gli incentivi per la stabilizzazione esistono soltanto per alcuni gruppi target difficilmente collocabili nel mercato del lavoro, come i lavoratori anziani o i disabili. Non esistono per esempio incentivi per i giovani apprendisti, né è prevista dalla legge la stabilizzazione obbligatoria al termine dell’apprendistato. Il datore di lavoro ha la facoltà di decidere se e quanti giovani vuole impiegare una volta concluso il ciclo di apprendistato. Esistono però alcuni accordi sindacali di categoria che hanno stabilito regole vincolanti per il proprio settore (ad esempio nei settori metallurgia ed elettronica). A tempo indeterminato La politica del lavoro in Germania non prevede incentivi che mirino alla stipula di contratti a tempo indeterminato. Forse perché il fenomeno dei contratti precari riguarda innanzitutto la forza lavoro giovanile. Secondo i dati dell’Ente Federale di Statistica, nel 2010 i contratti a tempo determinato per il gruppo fra i 20 e i 25 anni arrivavano quasi al 50%, per poi scendere rapidamente con l’aumento dell’età: 23% per i giovani fra i 25 e 30 anni, 13,1% per i lavoratori fra 30 e 35 anni. Sopra questa soglia il fenomeno dei contratti a tempo determinato è trascurabile. A tempo determinato I lavoratori anziani (over 50) possono fare richiesta di un voucher di reinserimento, a condizione che abbiano acquisito il diritto all’indennità di disoccupazione per più di 12 mesi. Se risultano disoccupati da almeno un anno hanno un diritto legale al voucher. Questo voucher impegna la BA all’erogazione di un sussidio al nuovo datore di lavoro che impiega il lavoratore come dipendente per almeno 15 ore settimanali e per una durata minima del contratto di lavoro di un anno. L’erogazione dell’incentivo ha durata di un anno. Il suo valore si attesta fra il 30 e il 50% dello stipendio contrattato. Per evitare l’abuso di questo aiuto, il sussidio non può essere richiesto se il lavoratore ha precedentemente lavorato per la stessa azienda negli ultimi due anni per almeno tre mesi consecutivi. INCENTIVI PER IL MANTENIMENTO DELL'OCCUPAZIONE Il cosiddetto KUG (Kurzarbeitergeld) è un ammortizzatore sociale finalizzato al mantenimento dell’occupazione mediante la riduzione temporanea dell’orario di lavoro al fine di evitare in tutto o in parte la riduzione o la dichiarazione di esubero di personale. Ci sono due casi nei quali un’impresa può richiedere questo sussidio: per motivi congiunturali; per motivi stagionali (tra dicembre e marzo). Mentre i problemi congiunturali possono colpire imprese in tutti i settori industriali, il KUG stagionale è concesso a imprese edilizie, di giardinaggio e paesaggistiche le quali si trovano in difficoltà a causa del maltempo invernale. I moduli per fare richiesta per entrambi i tipi di KUG possono essere scaricati dai datori di lavoro dal sito della BA, insieme a una serie di opuscoli che spiegano le premesse e la procedura della Benchmarking sulle Politiche Attive in Europa pag.8 richiesta. In seguito alla crisi economica del 2008, il ministero del Welfare ha messo a disposizione mezzi straordinari per il KUG congiunturale, mentre la BA ha semplificato la procedura di richiesta e si è impegnata a esaminare le richieste nel minor tempo possibile. Oltre alla documentazione messa a disposizione online, gli operatori della BA sono a disposizione delle imprese per una consulenza più approfondita sull’argomento. Con il secondo pacchetto di stimolo nel 2009 è stato prorogata la durata dell’erogazione: da 6 a 18 mesi, in casi eccezionali fino a 24 mesi. Nello stesso pacchetto di misure straordinarie è stato introdotto un aiuto ulteriore: alle imprese che utilizzano il periodo di orario di lavoro ridotto per un’attività di formazione vengono rimborsati i contributi sociali per i lavoratori coinvolti, mentre senza la formazione il rimborso corrisponde soltanto alla metà dei contributi. Nonostante la ripresa nel 2010, sia la proroga della durata che il rimborso dei contributi sociali sono rimasti in vigore fino alla fine del 2011. La BA stima che le misure straordinarie abbiano reso possibile il mantenimento di 300 mila – 400 mila posti di lavoro fra il 2009 e il 2010. Ancora nel 2011 è stato erogato un totale di 659 milioni di euro per il KUG. L’agenzia Federale del Lavoro eroga dal 2006 un sussidio denominato WeGebAU. Si tratta di un sussidio a favore del reintegro grazie a misure di formazione e qualificazione aggiuntive per lavoratori scarsamente qualificati e/o anziani. Partendo dalla considerazione che le opportunità e le criticità nel mercato del lavoro dipendono in modo decisivo dalla qualificazione professionale e che i lavoratori scarsamente qualificati o anziani rappresentano il gruppo più a rischio di disoccupazione, la BA ha voluto mettere in campo un’iniziativa focalizzata su questo gruppo target, anche perché la quota di partecipazione i questo target a misure di formazione integrativa è risultata piuttosto bassa in passato. Il sussidio rappresenta il finanziamento iniziale per misure di formazione integrativa soprattutto nelle PMI. Il sussidio può essere erogato su richiesta per i lavoratori che per la durata della misura formativa sono esentati dal lavoro percependo tuttavia il loro salario. La BA finanzia i costi per la formazione. In certe condizioni è prevista inoltre la possibilità per il datore di lavoro di ricevere un sussidio per lo stipendio del lavoratore che partecipa alle misure di formazione. Nel 2010 l’Istituto di Ricerca sul mercato del lavoro e le professioni legato alla BA, ha analizzato in dettaglio l’efficacia del programma. I ricercatori hanno accertato che a 4 anni dall’introduzione della misura il 50% delle imprese sono a conoscenza della possibilità di un co-finanziamento di misure di formazione da parte della BA. Soltanto il 35% delle imprese è a conoscenza dell’intero pacchetto di misure. In particolare nelle PMI, gruppo target primario, il programma è poco conosciuto. Il sussidio è richiesto soprattutto dalle medie e grandi imprese. Secondo lo IAB soprattutto le imprese che impiegano lavoratori con livelli di qualifica molto vari vedono nel WeGeBAU un valido strumento di politica di risorse umane. Il IAB ha calcolato che nel 2008 62.000 lavoratori sono stati sovvenzionati nell’ambito del WeGeBAU, fra cui circa 10.400 lavoratori anziani, e nel 2009 più di 101.000, fra cui circa 11.100 lavoratori anziani. L’85% delle aziende che hanno sfruttato il programma si dichiarano soddisfatti dai risultati. Anche grazie a questa valutazione positiva, la BA ha messo a disposizione per il programma altri 250 milioni di euro per il 2011. Benchmarking sulle Politiche Attive in Europa pag.9 Politiche d’inserimento lavorativo dei disabili e dei soggetti a rischio di esclusione sociale Tabella – Politiche d’inserimento lavorativo dei disabili e dei soggetti a rischio di esclusione sociale. Anno 2009 (v.a. e v %). PAESI UE27 UE15 Germania Spesa in milioni di euro Spesa sul PIL (%) 9.321 8.540 864 0,1 0,1 0,0 Spesa per ogni persona che vuole lavorare (in euro) 248 271 149 Partecipanti Partecipanti ogni 100 persone che vogliono lavorare 1.229.982 597.122 43.459 3,3 2,0 0,8 Fonte: Elaborazioni su dati Eurostat SOSTEGNO ALL'OCCUPAZIONE Per i disabili esiste dal 2008 uno strumento di formazione e stabilizzazione chiamato impiego assistito (Unterstützte Beschäftigung). Con questa modalità, un disabile ottiene una qualificazione all’interno di un’impresa nella quale il formatore aziendale viene affiancato da un formatore esterno incaricato dall’Agenzia Federale del Lavoro, con competenze specifiche che vengono incontro alle esigenze della persona disabile. Come per il normale percorso di apprendistato, anche il lavoratore disabile segue inoltre delle lezioni teoriche in un ente formativo accreditato. Prima di iniziare il percorso formativo e lavorativo, reparti specializzati della BA (REHA-Teams) offrono assistenza e consulenza ai giovani disabili. Attraverso la valutazione del servizio psicologico e sanitario interno sono in grado di definire le professioni che un disabile può esercitare facilitando così il suo collocamento. Il percorso formativo dei disabili è finanziato dalla BA. Sono coperti i costi della qualificazione, e il disabile riceve un sostegno economico. Entrambi i sussidi vengono erogati per la durata di 24 mesi, con la possibilità di prolungamento per altri 12. Le misure di formazione all’interno dell’impiego assistito mirano a stabilizzare il disabile all’interno dell’azienda formatrice. Il programma prevede 3 fasi: orientamento: valutazione delle competenze e ricerca del posto di apprendimento idoneo, periodo di prova; qualificazione: formazione assistita all’interno dell’impresa; stabilizzazione: inserimento guidato nella quotidianità dell’impresa con l’obiettivo di una trasformazione del contratto di apprendistato in contratto di lavoro. La formazione pratica nell’azienda è affiancata da misure di formazione di tipo teorico presso un ente esterno accreditato. Per i giovani svantaggiati, invece di erogare incentivi per la stabilizzazione, si è puntato al sostegno economico di misure di formazione per migliorare l’occupabilità a lungo termine. Esistono sono due tipologie di sussidi: il primo riguarda la preparazione all’apprendistato, la cosiddetta qualificazione iniziale (EQ), e fa parte del Patto per la Formazione, un accordo stipulato per la prima volta nel 2004 fra il Governo (in stretta collaborazione con le Regioni) e le associazioni dell’industria dopo che per diversi anni l’offerta di posti di apprendistato si era successivamente ridotta e aveva inciso negativamente sull’occupazione giovanile. Obiettivo dichiarato del patto era ed è dare una prospettiva alle nuove generazioni e aiutare allo stesso tempo le imprese a trovare anche in futuro specialisti altamente qualificati necessari per rimanere competitivi internazionalmente. Benchmarking sulle Politiche Attive in Europa pag.10 Il patto era inizialmente limitato alla durata di 3 anni. Le associazioni del mondo imprenditoriale si sono impegnate a offrire ogni anno 30 mila nuovi contratti di apprendistato e 25.000 posti per le qualificazioni iniziali. Grazie al successo dell’iniziativa, che è riuscita a rovesciare il trend negativo del mercato della formazione professionale, il patto è stato rinnovato nel 2007 per altri tre anni fino al 2010 coinvolgendo nuovi partner come l’Unione Federale delle Libere Professioni (BFB). Il Ministero dell’Economia ha tratto di nuovo un bilancio positivo alla fine di questo periodo perché le attività delle Camere e delle associazioni industriali hanno portato a 70.300 nuovi posti di apprendistato coinvolgendo 42.800 nuove imprese per la prima volta nella formazione duale, mentre le aziende hanno messo a disposizione 29.010 posti per la qualificazione iniziale (EQ). Le imprese che offrono posti per l’EQ possono fare richiesta di un rimborso parziale del costo della misura di formazione fino a 216 euro al mese più un forfait per i contributi sociali. La qualificazione iniziale ha carattere di stage della durata fra 6 e 12 mesi, con la particolarità di piena copertura previdenziale. La misura si rivolge ai giovani svantaggiati fino all’età di 25 anni. Solo in casi eccezionali è permesso il ricorso a questa tipologia di formazione preparativa per le persone più grandi. Al giovane stagista spetta un certificato delle competenze acquisite alla fine del periodo di qualificazione. Il certificato è emesso dalla Camera competente su richiesta del datore di lavoro. Il certificato può servire anche ad accorciare la durata dell’apprendistato successivo. L’altro sussidio riguarda direttamente l’apprendistato ed è stato introdotto nel 2008 con l’obiettivo di creare nel corso di tre anni 100.000 posti di apprendistato aggiuntivi per giovani senza diploma scolastico o poco qualificati che per questa ragione non avevano trovato un posto di apprendistato. Le aziende che mettono a disposizione un nuovo posto di apprendistato per questo gruppo di persone possono ricevere un bonus per la formazione che va dai 4 mila ai 6 mila euro secondo il livello salariale regionale previsto per gli apprendisti. L’erogazione avviene in due momenti: 50% alla conclusione del periodo di prova, l’altra metà nel momento in cui il giovane viene registrato per l’esame finale di diploma. Per questo programma, la BA aveva messo a disposizione inizialmente 450 milioni di €. Contrariamente alla qualificazione iniziale, il successo dell’iniziativa è stato modesto e le risorse messe a disposizione sono rimaste in gran parte inutilizzate. Riabilitazione lavorativa Per i disabili che nonostante una misura di formazione assistita non possono essere inseriti nel mercato del lavoro primario, sono stati creati i cosiddetti Laboratori per i Disabili (WfbM: Werkstatt für behinderte Menschen). Questo tipo di strutture permettono alle persone disabili di usufruire di una formazione professionale adeguata e di svolgere un’attività lavorativa nei limiti delle loro possibilità. I compiti del laboratorio sono stabiliti per legge, così come i criteri che un datore di lavoro deve soddisfare per essere riconosciuto come WfbM. Fra questi sono da valutare le dimensioni dell’azienda, le ore lavorative impiegate, i compensi concessi ai disabili nonché il personale qualificato per gestire i lavoratori con gravi disabilità, la gestione finanziaria del laboratorio e la formazione e riqualificazione offerta ai disabili. Il riconoscimento di un’impresa come WfbM è competenza della BA. Ogni laboratorio riconosciuto deve creare un comitato formato da tre persone: un rappresentante dell’agenzia del lavoro, un rappresentante del laboratorio e un rappresentante dell'ente sociale locale competente per l'assistenza al disabile. Il WfbM contribuisce all'integrazione dei disabili nel mondo del lavoro e offre la possibilità di mantenere, sviluppare, aumentare o riguadagnare la Benchmarking sulle Politiche Attive in Europa pag.11 propria capacità lavorativa. Il WfbM facilita l’integrazione di disabili idonei nel mercato del lavoro primario e detiene quindi un ruolo non trascurabile nel processo di riabilitazione. Per quanto riguarda invece la riabilitazione medico-sanitaria per i lavoratori che hanno perso la capacità lavorativa a causa di un infortunio di lavoro, di malattia fisica o psichica, entra in azione come ente erogatore, l’ente previdenziale Deutsche Rentenversicherung Bund. L’ente previdenziale finanzia misure di riabilitazione per lavoratori i malati, disabili o infortunati, sulla base della priorità del reinserimento nel mercato del lavoro, nella consapevolezza che l’investimento nelle misure di riabilitazione porta ad un costo più basso a medio termine per la comunità e ad un potenziale beneficio in forma di tasse e contributi per ogni lavoratore che dopo la riabilitazione può riprendere o iniziare un’attività lavorativa. Le misure di riabilitazione si svolgono presso le strutture sanitarie certificate e possono avvenire in due modalità: in ricovero o con assistenza ambulatoriale. Per poter richiedere l’erogazione del sussidio, un cittadino deve soddisfare uno dei seguenti requisiti: periodo contributivo precedente di 15 anni; 6 mesi di attività lavorativa (con versamento dei relativi contributi) negli ultimi 2 anni; percepimento di una pensione per invalidità parziale; periodo contributivo precedente di 5 anni in caso di capacità lavorativa limitata; diritto alla pensione di reversibilità a causa della capacità lavorativa limitata. Per i lavoratori giovani che hanno iniziato a lavorare entro due anni dalla fine della loro formazione può in certe condizioni bastare il versamento di un unico contributo mensile. Escluse dalle erogazioni statali per la riabilitazione sono invece le persone che percepiscono una pensione di vecchiaia o altri sussidi fino al raggiungimento dell’età pensionabile, le persone che possono ricevere prestazioni da un altro gestore presso il quale sono assicurati e i funzionari della Pubblica Amministrazione (Beamte) perché fanno parte di un altro regime previdenziale. INTERVENTI PER LA CREAZIONE DIRETTA DI OCCUPAZIONE Tabella – Interventi per la creazione diretta di occupazione. Anno 2009 (v.a. e v %). PAESI UE27 Spesa in milioni di euro Spesa sul PIL (%) 7.867 0,1 Spesa per ogni persona che vuole lavorare (in euro) 209 Partecipanti Partecipanti ogni 100 persone che vogliono lavorare 912.859 2,4 UE15 7.389 0,1 233 794.372 2,6 Germania 1.416 0,1 244 295.533 5,4 Fonte: Elaborazioni su dati Eurostat In seguito all’ultimo aggiornamento delle leggi sociali sul lavoro del Dicembre 2011, dal 1° Aprile 2012 lo Stato non sovvenziona più delle misure di creazione diretta di lavoro. In passato, le misure di creazione di occupazione, le cosiddette Arbeitsbeschaffungsmaßnahmen (ABM), sono state uno strumento piuttosto diffuso di contrasto alla disoccupazione. Si trattava di attività lavorative a tempo determinato (di durata tra 6 e 12 mesi) di bassa qualifica professionale. Dopo la riunificazione, le ABM sono state utilizzate soprattutto nelle regioni strutturalmente deboli della Germania Est per dare una prospettiva a un maggior numero di lavoratori Benchmarking sulle Politiche Attive in Europa pag.12 disoccupati. Nel 1995, quasi 206.000 lavoratori nell’Est erano attivi all’interno di una misura di creazione di lavoro, contro i circa 70.000 nell’Ovest del paese. Le ABM hanno successivamente perso sempre di più la loro attrattività, cosa in parte dovuta al fatto che dal 2004 non davano più diritto all’assegno di disoccupazione e in parte perché hanno contribuito a creare un settore a basso salario senza accelerare il reinserimento nel mercato del lavoro primario, anzi la decisione di cessare la sovvenzione di questa tipologia di misure è stata motivata dalla scarsa efficacia certificata da diversi studi sull’argomento. Esiste invece tuttavia un altro strumento chiamato Occasione di Lavoro (Arbeitsgelegenheit /AGH), più noto come 1-Euro-Job, che viene impiegato per i disoccupati di lunga durata. L’AGH è diffusa nei settori dell’educazione e ricerca, dell’arte e cultura, della protezione ambientale e del mantenimento di monumenti storici, sanità e assistenza agli anziani. Questo strumento è una misura discrezionale: non esiste infatti un diritto all’occasione di lavoro da parte del disoccupato. La valutazione circa l’utilità e la sufficienza di risorse per l’erogazione è nella responsabilità del singolo operatore dei Jobcenter che assistono di disoccupati di lunga durata. Il lavoratore impegnato in un’occasione di lavoro riceve oltre al sussidio minimo un rimborso di 1 Euro l’ora e mantiene la copertura nella sanità pubblica. L’assicurazione contro l’infortunio deve essere stipulata dal gestore dell’occasione di lavoro. INCENTIVI ALL'AUTOIMPIEGO Tabella – Incentivi all'autoimpiego. Anno 2009 (v.a. e v %) Spesa in milioni di euro Spesa sul PIL (%) UE27 4.390 0,0 Spesa per ogni persona che vuole lavorare (in euro) 116 UE15 4.052 0,0 128 Germania 1.637 0,1 282 PAESI Partecipanti Partecipanti ogni 100 persone che vogliono lavorare 765.898 2,0 720.757 2,4 147.363 2,7 Fonte: Elaborazioni su dati Eurostat La BA facilita la creazione di un’impresa o dell’autoimpiego erogando un sussidio che può essere richiesto da un lavoratore registrato come disoccupato e avente ancora diritto all’indennità di disoccupazione. È necessario dimostrare il possesso dei requisiti e delle competenze professionali necessari per l’attività scelta. Il progetto deve essere presentato a un ente abilitato, per esempio le Camere di commercio e industria, le Camere artigianali, le associazioni del settore o le banche, e valutata per la sua sostenibilità. In caso di approvazione, il sussidio viene erogato nel modo seguente: per nove mesi, il lavoratore riceve una cifra corrispondente all’indennità di disoccupazione più altri 300 euro. Poi, per altri 6 mesi può ricevere 300 euro mensili per assicurare il minimo sociale a condizione che sia in grado di dimostrare un’intensa attività imprenditoriale come attività principale. Esistono inoltre incentivi a livello regionale e comunale destinati alla creazione di nuove imprese. Di solito si tratta di agevolazioni per l’affitto degli spazi commerciali necessari per avviare un’attività. Benchmarking sulle Politiche Attive in Europa pag.13