Colectomia - Azienda ospedaliera Perugia

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Colectomia - Azienda ospedaliera Perugia
Dir. Gen. e Sede Amm.va: c/o “Villa Capitini” – Via Martiri 28 Marzo, 35- 06129 PERUGIA
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S.C. Chirurgia Generale e Oncologica
Direttore: Prof. Giuseppe Noya
Informazioni per il paziente sull’intervento
chirurgico di colectomia
Gentile signore, gentile signora,
il suo medico, dott. ..........................................................., nel contesto delle cure a Lei rivolte, Le ha
proposto di sottoporsi ad intervento di colectomia parziale.
Il presente modulo ha lo scopo di informarla sulle caratteristiche dell’intervento a cui verrà
sottoposto. La preghiamo pertanto di leggerlo attentamente e di chiedere qualsiasi spiegazione,
informazione o ulteriori dettagli che desidera sapere ai medici che la stanno curando.
Perché mi devo sottoporre a colectomia totale o parziale?
Le è stato diagnosticato: ....................................................................... a livello del grosso intestino
Indicazioni: tenuto conto della natura e dello stadio della patologia da cui è affetto, il trattamento
indicato nel suo caso è l’intervento chirurgico di colectomia...............................................................
In cosa consiste?
Tecniche/modalità di esecuzione: l’intervento chirurgico di colectomia consiste nell’asportazione
di un tratto più o meno lungo del grosso intestino. A seconda della sede e della patologia la
demolizione riguarderà il colon destro (Emicolectomia destra), il colon traverso (trasversectomia),
il colon sinistro (emicolectomia sinistra), in rari casi la particolare situazione patologica può
obbligare all’asportazione di tutto il colon, del sigma e del retto (colectomia totale).
Questi interventi possono essere eseguiti sin dall’inizio mediante un’incisione addominale
(laparotomia) o prevedere, in casi selezionati, una o più fasi laparoscopiche al fine di minimizzare
il trauma chirurgico legato alla laparotomia. La laparoscopia prevede l’introduzione in addome del
paziente, per mezzo di una piccola incisione cutanea, di uno strumento chiamato laparoscopio, che
è un tubo rigido sottile dotato di due canali ottici: uno che porta la luce all'interno e l'altro che
trasmette all'esterno l’immagine degli organi addominali; lo strumento dispone di una lente
all’estremità distale che ingrandisce l’immagine. Questa catena di strumenti permette al chirurgo di
vedere l’interno dell’addome ed operare sugli organi per mezzo di strumenti da presa e da taglio,
inseriti nell’addome attraverso altre piccole incisioni chirurgiche, in numero e sedi opportune per
l’intervento.).
La continuità digestiva viene solitamente ristabilita al momento dell’intervento con una giuntura
(anastomosi) tra i monconi intestinali residui, ma in casi particolari può essere necessario rinviare
l’anastomosi ad un successivo intervento praticando temporaneamente una deviazione a pieno
canale delle feci (intervento di Hartmann) o proteggere temporaneamente l’anastomosi con una
derivazione laterale delle feci (ileo-o colo-stomia) che verrà di regola chiusa dopo breve tempo con
un secondo intervento chirurgico, peraltro di minore impegno per il paziente.
La chirurgia, benché eseguita con tecnica rigorosa, non può considerarsi esente da rischi e può
essere necessario, durante l’intervento, modificare la tattica chirurgica in rapporto alla valutazione
intraoperatoria o per la presenza di altre patologie misconosciute o ancora per impedimenti di
carattere tecnico.
Il decorso post-operatorio: in assenza di complicanze (minori o maggiori) è di circa 8 giorni.
Innovatività della procedura: l’intervento di colectomia è una procedura consolidata nella pratica
clinica
Le principali complicanze di questi interventi sono:
Generiche (comuni a tutti gli interventi chirurgici maggiori):
- embolia polmonare;
- danni a carico di cuore, polmoni, reni fegato, cervello; possono verificarsi, soprattutto in soggetti
particolarmente anziani e/o con importanti malattie d’organo (coronaropatie, insufficienza renale o
epatica o respiratoria) o sistemiche (diabete, dismetabolismi, defedamento), così come in corso o
dopo qualunque manovra anestesiologica, chirurgica, farmacologia.
Specifiche (legate alla sede e alla tecnica chirurgica):
- sanguinamento intra o post-operatorio, di solito entro le prime 48 ore, che può richiedere la
trasfusione di sangue o il controllo chirurgico mediante un secondo intervento;
- complicazioni a livello dell’anastomosi, con suo cedimento totale o parziale che si verifica, di
solito ad alcuni giorni di distanza dall’intervento. Questa evenienza può avere come conseguenza
una fistola enterica trattabile con terapia medica o , nei casi più gravi, una peritonite con necessità
di reintervento ed eventuale confezione di ileostomia o colostomia. E’ altresì possibile la comparsa
tardiva di stenosi dell’anastomosi (restringimento cicatriziale a livello della sutura dell’intestino)
che nella maggior parte dei casi è risolvibile con dilatazioni endoscopiche. Il rischio di
complicanze anastomotiche è maggiore se l’intervento venga condotto in condizioni d’urgenza.
- lesioni della milza (soprattutto in caso di emicolectomia sinistra) che può richiedere una
splenectomia; tale procedura può comportare, nel post-operatorio, un incremento delle piastrine,
con rischio di trombosi e, nei soggetti giovani, disturbi dell’immunità ed infezioni.
- occlusioni intestinali legate a torsioni o ad aderenze di anse intestinali. In alcuni casi può essere
necessario un reintervento chirurgico.
- infezioni della ferita di varia gravità, che possono portare dopo guarigione a laparoceli e cicatrici
antiestetiche.
- disturbi della sfera uro-genitale, particolarmente dopo chirurgia sul colon sinistro e sul retto, che
si manifestano con ritenzione urinaria e/o nell’uomo ad eiaculazione retrograda e/o a disturbi
dell’erezione.
- modificazione dell’alvo in senso diarroico (aumento del numero di scariche), è inevitabile in caso
di colectomia totale. Tale condizione può essere migliorata, anche se non completamente risolta, da
opportune misure dietetiche e/o farmacologiche.
Le ileo o colostomie possono essere gravate da complicanze quali il distacco dalla parete
addominale, la sofferenza ischemica, l’erniazione, l’infezione della parete addominale o della cute
circostante, e la stenosi dell’0rifizio. Tutti questi eventi possono avvenire in forma lieve e non
essere motivo di preoccupazione, ma possono anche richiedere a loro volta un trattamento
chirurgico.
Complicanze specifiche legate alla laparoscopia sono:
- lesioni dei grossi vasi o di visceri, al momento dell’introduzione degli strumenti;
- diffusione del gas nel tessuto sottocutaneo o in torace ( enfisema sottocutaneo o mediastinico)
- embolia polmonare gassosa, causata dal massivo ingresso di gas nei grossi vasi.
L’eventuale conversione dell’intervento nella via laparotomia tradizionale non è una vera
complicanza, ma una modifica della tecnica chirurgica a cui si ricorre qualora s’incontrino
condizioni tali da non consentire la prosecuzione della tecnica laparoscopica con sufficiente
margine di sicurezza.
Efficienza ed idoneità della struttura: nella nostra struttura tale intervento viene eseguito di
routine da personale altamente esperto e qualificato e la nostra struttura è provvista di
apparecchiature idonee a fronteggiare le comuni situazioni di rischio
Cosa comporta?
Come prepararsi all’intervento: sarà necessario mantenere un regime di digiuno anche per i
liquidi dalla mezzanotte del giorno che precede l’intervento chirurgico.
La mattina dell’intervento sarà necessario provvedere ad una accurata igiene personale
preferibilmente tramite doccia.
Prescrizioni post-intervento: sarà necessario:
- un’adeguata igiene personale, tramite il lavaggio delle mani, il lavaggio dei genitali e della
regione perianale.
- mantenere la pulizia della biancheria intima e delle lenzuola
- non manipolare il cerotto applicato sulla ferita, nel caso cui si stacchi deve eseguire una nuova
medicazione o dal medico curante o presso il nostro ambulatorio
- astenersi da sforzi fisici i primi 7-8 giorni o almeno sino alla rimozione dei punti di sutura
- attenersi ad una dieta come da schema allegato alla lettera di dimissione almeno per i primi
quindici giorni dall’intervento.
E’ necessario contattare il medico al più presto nei casi in cui:
• la zona circostante la ferita è arrossata, gonfia o dolente o secerne secrezioni (possibile
infezione ferita)
• compare febbre (superiore a 38°C) non imputabile ad altre cause (possibile infezione
generalizzata);
• compare rossore, prurito e gonfiore nella zona di contatto del cerotto (possibile allergia alla
colla del cerotto)
• compare variazione dell’alvo sia in senso diarroico che stitico.
Nel raro caso in cui si dovesse avere un sanguinamento dalla ferita occorre contattare il medico e /o
recarsi presso la struttura ospedaliera che ha eseguito l’intervento.)
Al momento della dimissione verranno date dal medico della Struttura indicazioni sulle eventuali
(ulteriori) norme comportamentali da seguire.
Avvertire il medico o recarsi al pronto soccorso qualora si verifichi una delle complicanze indicate
o qualsiasi variazione imprevista del suo stato di salute.
Follow-up: dopo una settimana dalla dimissione è prevista una visita di controllo con
medicazione. Verrà comunicata la data della visita oncologica ed i successivi controlli da eseguire
presso la nostra struttura.
Esistono alternative terapeutiche?
Alternative terapeutiche: in generale le alternative all'intervento chirurgico dipendono
strettamente dalla natura e dall’estensione della malattia.
Nel suo caso, le possibili alternative sono rappresentate da..................................................................
...............................................................................................................................................................
...............................................................................................................................................................
Rischi se rifiuto o ritardo il trattamento: in caso di rifiuto e ritardo nella effettuazione
dell’intervento chirurgico, si può verificare un peggioramento e/o progressione locale della malattia
(con possibili complicanze occlusive, perforative, sanguinamenti e/o invasione degli organi vicini,
che potrebbero richiedere interventi chirurgici in urgenza con notevole aumento del rischio
operatorio anche quoad vitam), a distanza, con possibile insorgenza di metastasi agli organi vicini
come: fegato, polmoni, ossa, cervello etc.
Il
sottoscritto/a......................................................nato/a
a............................il
...................,
dettagliatamente informato/a dal Dott. .......................................... di essere affetto/a
da............................ e di necessitare di essere sottoposto/a a .........................................., dichiara di
aver ricevuto il presente modulo informativo, che si impegna a leggere attentamente prima di
fornire il consenso al trattamento.
Firma e timbro del medico
che ha informato il paziente
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Perugia............................
Firma del paziente
o del rappresentante legale
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