qui - Campus Etoile Academy
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XFOOD ECONOMY IL MERCATO DELLA FORMAZIONE CHIEDE UNA NUOVA VISIONE IMPRENDITORIALE di Rossano Boscolo Chef e rettore del Campus Etoile Academy Fino agli anni Ottanta era la Francia a dettare le regole. Era lì che si recavano i più grandi chef per aggiornarsi e recepire le innovazioni Italia non è più un Paese che vuole improvvisare. In qualsiasi settore, formazione e specializzazione sono i passaggi obbligati per essere competitivi sul palcoscenico internazionale. Non fa eccezione il food che sta riscoprendo il coraggio di trainare e puntare dritto alla dimensione del benessere, dello star bene, motivo per cui il cibo si lega indissolubilmente a un inedito know-how. Fino agli anni Ottanta era la Francia a dettare le regole. Era lì che si recavano i più grandi chef per aggiornarsi e recepire le innovazioni. Quando nel lontano 1982 l’Etoile diede il via ai primi corsi per professionisti tutt’intorno c’era il buio più totale. Esistevano gli istituti alberghieri, nient’altro. Oggi le cose sono fortunatamente cambiate, il gap è stato colmato e l’Italia è pronta a giocare la sua partita sul campo dell’eccellenza della formazione di chef e pasticceri. Ma manca ancora qualcosa. Esistono tante scuole ma non ha ancora attecchito un modello d’ispirazione internazionale, quello dei grandi campus americani per intenderci. Questo può essere il L’ punto di svolta e di rottura con il passato, il trampolino di lancio per agganciarsi alle opportunità provenienti dall’estero. Il Campus Etoile Academy di Tuscania ha fatto sua questa scommessa ed è oggi un polo didattico in cui i ragazzi vivono un’esperienza a tutto tondo. L’Italia ha l’asso nella manica, ha materie prime di qualità, una tradizione gastronomica tra le più antiche, una dieta mediterranea invidiata da tutto il mondo. Trasmettere passione per il cibo e coltivare nuovi talenti della gastronomia è per noi un fatto connaturato, ce l’ abbiamo nel Dna. Ecco perché attorno alle scuole di cucina deve svilupparsi un’offerta qualitativa che abbia uno spessore scientifico. Se da un lato stiamo facendo grandi passi in avanti per conquistare la leadership sul piano internazionale, dall’altra abbiamo bisogno che i nostri giovani chef “fuggano” all’estero per crescere, fare esperienza e continuare a portare avanti la bandiera della gastronomia Made in Italy. Troppo spesso, invece, riscontro una sorta di immobilismo, vuoi per i limiti linguistici (l’inglese è una grave carenza per molti ragazzi), vuoi per un innato attaccamento, tutto italiano, alle proprie radici. Chi, come me, opera in questo business da una vita sa bene che il mercato della formazione culinaria ha bisogno di una profonda innovazione. Nella cucina del futuro troverà posto uno chef colto, preparatissimo sul piano L’Italia ha l’asso nella manica, ha materie prime di qualità, una tradizione gastronomica tra le più antiche, una dieta mediterranea invidiata da tutto il mondo teorico ma vicino alla terra e ai i suoi prodotti e, soprattutto, sarà capace di confrontarsi con una concezione salutistica del cibo. Il cibo non è una tendenza ma una necessità. Tutti abbiamo bisogno di stare bene a tavola. Bisogna quindi riportare al centro il piacere sano del mangiare. Un dato su tutti deve farci riflettere: tra vent’anni la percentuale di vegetariani nel mondo crescerà del 20%, ciò significa che l’attenzione verso le materie prime e la loro lavorazione è altissima. In quest’ottica nei prossimi mesi il Campus Etoile Academy inaugurerà un nuovo corso incentrato sulla cucina salutistica, vegetariana e vegana. Per cogliere le sfide della food economy abbiamo bisogno di guardare le cose in prospettiva e di ripulire la lente dalla distorsione mediatica. Il successo dei talent show televisivi dedicati alla cucina è un fatto di costume indubbiamente interessante. Hanno avuto il merito di aver mosso il grande pubblico ma formare chef e pasticceri è ben altro mestiere. È bene ricordarlo proprio in un momento in cui la sovraesposizione mediatica di alcuni colleghi chef rischia di far precipitare l’Alta Cucina in un limbo fittizio, in una messa in scena in stile “Porta a Porta”: si solleva un gran polverone ma spenta la telecamera tutto torna come prima. Lontano dai riflettori, il mercato dell’alta formazione culinaria chiede scelte imprenditoriali coraggiose e lungimiranti, chiede di andare avanti nonostante la totale assenza di fondi pubblici in questo settore. Aprire nel 2010 l’Academy a Tuscania ha comportato un investimento di 4 milioni di euro. Nel 2016 investiremo 1 milione di euro in tecnologia e cultura, un segnale forte che testimonia l’importanza di non rinunciare al cambiamento e all’innovazione. 22 23