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La LIDU –Lega Italiana dei Diritti dell’Uomo propone la seguente risoluzione:
La Federazione Internazionale delle Leghe dei Diritti dell’Uomo (FIDH), riunita
al suo 39° Congresso a Johannesburg, Sud Africa.
CONSIDERATO
Che la violenta spirale terroristica internazionale in corso, culminata negli attacchi
degli ultimi mesi che hanno esatto un alto prezzo in termini di vite umane,suscita,
nella mentalità collettiva, risposte emotive strumentalizzabili da chi, in circostanze
date, mira ad instaurare regimi autoritari, autocratici, dispotici di varia natura.
Che tra queste reazioni emotive, per lo spirito di vendetta presente spesso nella
psicologia collettiva ed individuale, insorge anche talora la domanda di ripristino
della pena di morte pur dove già abolita.
Chei recenti avvenimenti che hanno avuto luogo in Turchia, specialmente il tentato
colpo di stato dello scorso 15 luglio, hanno, in particolare, suscitato una violenta
reazione da parte delle autorità, fino a portare queste ultime ad affermare che il
governo non si opporrà in alcun modo a che il Parlamento si pronunci in favore della
reintroduzione della pena capitale, precedentemente abolita, qualora ciò dovesse
rispecchiare la volontà popolare;
RITENUTO
Che la pena capitale, oltre ogni altra considerazione, non serve a frenare la volontà
per chi è spinto a porre in gioco la vita da ideologie terroristiche, ma è strumento
utilissimo, come la tortura, a chi voglia instaurare o mantenere regimi dispotici,
personali o di partito;
TENUTO CONTO
Che, comunque, detta moratoria non ferma chi è intenzionato a promuoverne la
reintroduzione in ordinamenti dai quali la pena di morte è stata espunta, per usarla
come strumento d’una svolta autoritaria o totalitaria;
Che la reintroduzione della pena capitale in Turchia sarebbe incompatibile con gli
obblighi internazionali da essa assunti, in particolare in virtu’ dei Protocolli
Addizionali n. 6 e n. 13 alla Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti
dell’uomo e delle libertà fondamentali, del Secondo Protocollo Opzionale relativo al
Patto Internazionale sui diritti civili e politici, nonché della Dichiarazione Universale
dei Diritti dell’Uomo delle Nazioni Unite; il ripristino della pena capitale sarebbe
inoltre incompatibile con l’appartenenza all’Unione Europea e rappresenterebbe un
ostacolo insormontabile alla continuazione del processo di adesione.
DECIDE
Di continuare a farsi attiva promotrice, insieme ai suoi membri, della campagna
condotta dalla Coalizione mondiale contro la pena di morte tra gli Stati aderenti alle
Nazioni Unite, e in particolare a mobilitarsi il prossimo 10 ottobre, in occasione della
Giornata Mondiale contro la Pena di Morte che avrà per tema l’applicazione della
pena di morte per reati di terrorismo;
ESORTA
la Turchia ad assicurare che ogni risposta alla minaccia terroristica sia ispirata ai
principi di rispetto dello Stato di diritto e dei diritti umani che si é impegnata a
rispettare e promuovere in sede internazionale; esorta in particolare le autorità turche
ad astenersi dal ripristinare la pena capitale, la cui reintroduzione sarebbe in chiara
violazione degli obblighi internazionali assunti dalla Turchia;
tutti gli Stati che mantengono la pena capitale, specie quelli nei quali si registra
tuttora un elevato numero di esecuzioni, ad impegnarsi ad abolire prontamente la
stessa e a non servirsi della lotta al terrorismo come pretesto al fine di estenderne il
campo d’applicazione, laddove il concetto stesso di terrorismo resta di difficile
definizione dal punto di vista del diritto penale e si presta pertanto ad ogni sorta di
strumentalizzazione; tale scelta sarebbe pertanto coerente e rispecchierebbe la
tendenza generale verso l’abolizione della pena capitale nel mondo, come dimostra
l’adozione a grande maggioranza, nel dicembre 2014, della risoluzione AGNU
A/RES/69/186 per una moratoria sull’applicazione della pena di morte come
strumento per arrivare all’abolizione universale.