la corporate governance - Università degli Studi di Parma
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La Corporate Governance delle Banche Europee Carlo Salvatori LA CORPORATE GOVERNANCE DELLE BANCHE E UROPEE Corso di “Banca e Finanza in Europa” La corporate governance nell’industria bancaria europea LEGENDA ADAM: Association des Actionnaires Minoritaires ALM: Assets and Liabilities Management BU: Business Unit BV: Book Value CalPERS: the California Public Employees Retirement CAPM: Capital Asset Pricing Model CaR: Capitale a Rischio CEO: Chief Executive Officer COE: Cost of Equity CONSOB: Commissione Nazionale delle Società quotate e della Borsa CoSO: Committee of Sponsoring Organisations of the Treadway Commission ? E: Capitale eccedente EaR: Earning at Risk ECB: European Central Bank GAAP: General Accepted Accounting Principles IAS: Internal Audit System IASC: International Accounting Standards Committee IOSCO: International Organisation of Securities Commissions Kd : Costo del debito Ke: Costo del capitale LV: loss value OECD: Organization for Economic Cooperation and Development PDG: Président-Directeur Général PV: Perdita di Valore RAPM: Risk Adjusted Performance Measurement RARORAC: Risk Adjusted Return on Risk Adjusted Capital ROE: Return on Equity ROCA: Return On Capital Allocated RORAC: Return on Risk Adjusted Capital SEC: Securities & Exchange Commission SVA: Shareholder Value Added SVAP: Shareholder Value Added Plan SVM: Shareholder Value Management SWOT: Strengths, Weaknesses, Opportunities, Threats TSR: Total Shareholder Return WACC: Weighted Average Cost of Capital 2 La corporate governance nell’industria bancaria europea LA CORPORATE GOVERNANCE 3 La corporate governance nell’industria bancaria europea 1.1. Definizioni di Corporate governance L’etimologia del termine corporate governance ci riporta al Sanscrito, Le radici…. dove troviamo kubara, che significa “timone”; al greco, dove troviamo “kubernàn”, che significa “reggere il timone”; al latino, dove troviamo “gubernare”, che significa condurre una nave. La nave a proposito della quale utilizziamo questi termini è l’impresa. Le imprese sono il driver più importante della crescita economica, poiché incentivano lo sviluppo e la produzione di ricchezza. Dunque, creare le condizioni per agevolarne la crescita è l’obiettivo più Creare le condizioni giuste per far crescere le imprese importante di ogni Paese, indipendentemente dalle caratteristiche del suo modello economico, dalla sua cultura e dalla sua storia.. Questa centralità dell’impresa è sottolineata chiaramente nella prefazione ai Principi di Corporate governance dell’OCSE: “Corporations create jobs, generate tax income, produce a wide array of goods and services at reasonable prices, and increasingly manage our savings and secure our retirement income.” Gli ultimi anni del 20° secolo hanno registrato un impressionante incremento nel potere del capitalismo finanziario. Questo giustifica l’attenzione accordata ai problemi di corporate governance. Si sono posti infatti i problemi della tutela degli investitori; della credibilità del reporting da parte delle imprese; della qualità del controllo da parte del management sulle attività in settori particolarmente La necessità della Corporate governance strategici. Tutte queste considerazioni possono aiutarci a definire che cosa si intenda per corporate governance. Nella tavola che segue abbiamo selezionato una serie di definizioni, tratte da fonti autorevo li: 4 Definizioni di Corporate governance La corporate governance nell’industria bancaria europea Il Codice Cadbury (Regno Unito) “….. the system whereby companies are directed and controlled.” I Principi OCSE “….. involves a set of relationships among a company’s management, its Board, its shareholders and other stakeholders. Corporate governance also provides the structure through which the objectives of the company are set, and the means of attaining those objectives and monitoring performance are determined.” I CalPERS Governance Principles (USA) “…..refers to the relationship among various stakeholders in determining the direction and performance of the corporation. The primary stakeholders are: ?? the shareholders; ?? management (led by the CEO); ?? the Board of Directors.” Il Codice di Best Practice in materia di Corporate governance (Germania) “…...achieves a responsible, value-oriented management and control of companies. Corporate governance Rules promote and reinforce the confidence of current and future shareholders, lenders, employees, business partners and the general public in national and international markets.” Il Rapporto Viénot (Francia) Il Rapporto non fornisce definizioni di Corporate governance. Sottolinea però che la mission di una impresa coincide con l’interesse comune di un Paese, anziché con gli interessi particolari degli azionisti o degli altri stakeholders. Converging Cultures’ s “…..Corporate governance is a modern expression for an issue which companies have faced for decades – that of “accountability”. At its most basic level, it is about how those entrusted with day-to-day management of a company’s affairs are held to account to shareholders and other providers of finance; and whether the organisation has the appropriate corporate structures to underpin accountability. Governance is also about communication, how the company presents itself to the wider world: to shareholders to potential investors; to employees; to regulators; and to other groups with a legitimate interest in its affairs.” Il Codice Preda (Italia) “…Corporate governance is the set of rules by which companies are managed and controlled….. ….the main aim of a good Corporate governance system is creating shareholder value…” 5 La corporate governance nell’industria bancaria europea A determinare lineamenti ed evoluzione del dibattito in tema di Le forze di mercato governance hanno contribuito in modo significativo l’evoluzione dei mercati. In particolare, il cambiamento nelle modalità di finanziamento delle imprese ha accresciuto spessore e ampiezza del mercato dei capitali. Ci si riferisce ad un insieme di fenomeni che includono: ?? un graduale spostamento dai finanziamenti bancari e privati a favore del ricorso al capitale di rischio; ?? le privatizzazioni di aziende precedentemente in mano pubblica; ?? la crescita dei fondi pensioni privati, caratterizzati da un interesse crescente nei confronti del mercato azionario; ?? l’aumento degli investimenti cross-border; ?? una concorrenza crescente tra le borse valori per attirare le compagnie estere; ?? la percezione di una accresciuta importanza del market for corporate control (si pensi all’ondata di fusioni e acquisizioni realizzate a partire dai primi anni Ottanta). 1.2. Le aspettative dei mercati e degli stakeholders Poiché la vita di un’impresa si presenta complessa e legata strettamente all’evoluzione dei mercati, la buona governance può essere definita soltanto con riferimento ai vari stakeholders cui essa si rapporta, e alle loro aspettative. In linea generale, gli stakeholders comprendono: ?? gli azionisti; ?? i creditori; ?? i consumatori; ?? i dipendenti; ?? i fornitori; ?? la comunità locale. Nel caso delle banche, tenendo conto del ruolo particolare che queste giocano a livello di mercato finanziario, anche i supervisors e i 6 Definitione di stakeholder La corporate governance nell’industria bancaria europea Governi devono essere classificati tra gli stakeholders — alla pari dei depositanti — come se si trattasse di una categoria “speciale” di clienti. Gli azionisti valutano la buona governance in termini di capacità di creare valore per loro stessi. Una organizzazione ben governata deve Gli azionisti e la necessità di creare valore quindi essere in grado: - di creare valore; - di generare utili in linea con la previsioni; - di valutare le opportunità di business in termini di ritorni per gli azionisti. I creditori (incluse ovviamente anche le banche) valutano la buona governance in termini di capacità da parte di un’organizzazione di “servire/far fronte” al proprio debito. Buona governance significa cioè capacità di fornire un’informativa accurata, tempestiva e attendibile, I creditori e la necessità di un sistema di reporting accurato e attendibile in modo che la società e i suoi creditori siano in grado di valutare con precisione e regolarità le prospettive di business. Risulta perciò fondamentale per i creditori la disponibilità di un sistema attendibile di reporting e controllo. I clienti, i partner commerciali e le altre controparti con cui un’azienda si rapporta definiscono generalmente la buona governance I clienti e il bisogno di efficienza e qualità sotto il profilo dell’efficienza e della qualità: è ben gestita un’azienda che offre prodotti e servizi di qualità elevata, in modo efficiente e tempestivo. Chi lavora in un’organizzazione valuta la buona governance sotto due punti di vista: 1. la soddisfazione che il lavoro gli garantisce; 2. la propria realizzazione personale. Sono ben gestite le aziende in cui il management procura ai dipendenti tutti gli strumenti che necessitano loro per lavorare bene; in cui esistono canali di informazione circa le strategie generali dell’azienda; in cui esiste equità di trattamento sotto il profilo delle remunerazioni, dei benefit, delle carriere; in cui l’ambiente di lavoro sia immune da discriminazioni. 7 I dipendenti e la neccesità di un trattamento equo La corporate governance nell’industria bancaria europea I Governi vedono la buona governance principalmente in termini di osservanza delle leggi e dei regolamenti, dal pagare le imposte dovute, I governi e il rispetto delle leggi e dei regolamenti allo stabilire entro l’organizzazione meccanismi idonei a prevenire comportamenti criminali e frodi. Non è quindi interesse primario dei Governi controllare la performance finanziaria delle imprese, ma verificare che esse adempiano a tutti gli obblighi legali connessi alla propria residenza. La mission dei regulators dovrebbe compendiare le aspettative di tutti gli altri soggetti indicati in precedenza. Rientra infatti tra le preoccupazioni dei regulators non soltanto la solvibilità di I regulators, i supervisori e la stabilità del sistema finanziario un’impresa, ma anche il suo impatto sul sistema finanziario locale, nazionale o globale; è compito dei regulators sollecitare le imprese allo sviluppo di sistemi adeguati di controllo interno, che consentano di gestire in maniera idonea tutti i rischi. Poiché è possibile che le aspettative dei diversi stakeholders non convergano o siano addirittura in conflitto, la corporate governance dovrebbe dunque rispondere allo scopo di evitare che il top Un riferimento al concetto di corporate governance management si concentri su obiettivi diversi dalla massimizzazione dei benefici per gli stakeholders. Una soluzione possibile è quella che considera gli stakeholders soddisfatti attraverso la massimizzazione del valore dell’impresa, dove la ricerca del valore non coincide automaticamente con la Corporate governance e la creazione di valore per gli azionisti massimizzazione dei profitti per gli azionisti. Naturalmente, gli interessi degli azionisti, in quanto titolari di diritti di proprietà sull’impresa, tendono ad avere maggior peso, anche se il Board non può ignorare che esistono altri titolari di diritti sull’impresa, diversi da quello di proprietà. 1.3. L’evoluzione del dibattito in Europa Il dibattito in materia di governance ha preso avvio negli Stati Uniti nei primi Anni ’80. Gli Stati Uniti hanno una lunga tradizione nell’esercizio della separazione tra la proprietà e il controllo 8 Il dibattito nasce negli Stati Uniti La corporate governance nell’industria bancaria europea dell’impresa. Le società sono infatti frequentemente guidate da managers professionisti che sono stati anche oggetto di forti critiche, a motivo della tendenza ad aumentare il proprio potere o a perseguire i propri interessi. E’ anche presente il pericolo della focalizzazione su una prospettiva di breve termine (short termism). Se infatti la remunerazione dei managers è legata ai risultati di breve periodo, è comprensibile che essi siamo interessati a conseguire profitti immediati, piuttosto che a creare le condizioni per una profittabilità di lungo termine. Per difendersi da questi rischi, gli investitori istituzionali hanno esercitato forti pressioni per accrescere l’accountability del management. Più di recente, l’attenzione negli Stati Uniti si è spostata sui problemi delle frodi; della gestione degli utili; sul ruolo dei membri indipendenti del Consiglio di Amministrazione. In Europa, alla fine degli anni Ottanta, una serie di fallimenti di società ha contribuito ad alimentare il dibattito sulla corporate Le specificità Europee governance. Il management, gli investitori istituzionali, gli auditors e i consulenti finanziari, sostenuti dai Governi nazionali, si sono impegnati nella ricerca di strumenti che prevenissero il ripetersi di queste esperienze. Il dibattito è stato in particolare influenzato da importanti trend socio-economici. In primo luogo, la globalizzazione del mercato dei capitali ha esercitato pressioni crescenti sull’economia europea. Nel mercato dei … liberalizzazione e concorrenza cambi, la presenza di speculatori e investitori internazionali ha ridotto i gradi di libertà per le autorità di politica economica. La Commissione Europea ha pubblicamente dichiarato la propria determinazione ad allargare e accrescere la competitività del mercato finanziario europeo. Secondo, questo processo di liberalizzazione del mercato dovrebbe riflettersi nella transizione a forme di previdenza privata. La necessità di spostare il peso della previdenza dal settore pubblico a quello privato diviene sempre più urgente. Meno del 25% dei cittadini 9 …schemi pensionistici unfounded La corporate governance nell’industria bancaria europea europei in età lavorativa godono al momento di copertura pensionistica. Al contrario, gli schemi pensionistici di tipo funded coprono soltanto il 7% dei pagamenti complessivi per pensioni. Una situazione preoccupante, quando si consideri che il cambiamento demografico metterà ciascun lavoratore nella condizione di dover provvedere a finanziare un numero crescente di pensionati. E’ verosimile che ciò conduca – ed ecco la terza considerazione — ad una maggior concentrazione di schemi pensionistici privati in Europa ed accresca i flussi di capitali verso il mercato azionario, poiché i gestori mireranno ad assicurare il miglior rendimento possibile ai …la crescita degli investimenti da parte degli investitori istituzionali capitali loro affidati. Pare inevitabile che la rivoluzione nelle gestione della previdenza sia destinata ad esercitare ampie ripercussioni sugli assetti azionari in Europa. Quarto, il numero delle imprese costrette a tener conto delle richieste …le privatizzazioni degli investitori istituzionali è destinato a crescere anche per effetto del fenomeno dilagante delle privatizzazioni. L’esperienza ha dimostrato che se le società non dimostrano trasparenza e accountability prima di proporsi al mercato, ne è influenzato negativamente il prezzo di collocamento, con conseguenza non gradite per l’offerente. Ma anche dopo la privatizzazione è necessario che sia fornita al mercato una informazione societaria puntuale e trasparente, e che sia chiaro l’impegno alla creazione di valore per gli azionisti. Quinto, esiste una crescente tendenza da parte dei fondi inglesi e statunitensi ad accrescere il peso della componente azionaria nei …gli investimenti cross-border propri portafogli. Gli analisti suggeriscono che i gestori americani siano destinati a più che raddoppiare la percentuale di attività sull’estero, dall’8% corrente al 20% circa, per ottenere un corretto bilanciamento tra rischi e rendimenti. Numerosi investitori statunitensi hanno però lamentato difficoltà nel reperire le informazioni relative alle assemblee in alcuni Paesi. Negli Stati Uniti, CalPERS (sigla del California Public Employees Retirement System) ha assunto un ruolo di investitore “attivo”. 10 Il caso di CalPERS La corporate governance nell’industria bancaria europea Laddove ritenga che le performance del manage ment siano da considerare non soddisfacenti, CalPERS dapprima avanza la richiesta di incontri con la direzione, sollecitando modifiche nelle regole di governance. Laddove tali richieste non siano accolte, CalPERS non esita a rivolgersi direttamente al pubblico, mettendo sotto pressione il management – si tratti di imprese statunitensi, inglesi, francesi o tedesche – attraverso la pubblicazione di elenchi di società la cui performance è ritenuta non soddisfacente, anche in confronto ai competitors. Possiamo attenderci che comportamenti di questo tipo divengano sempre più frequenti ? Parallelamente, sono destinate a crescere le operazioni di fusioni ed acquisizioni (M&A - Merger & Acquisition) in Europa, per effetto della creazione del mercato unico e del convergere delle regole di funzionamento del mercato per il corporate control. Sesto, esiste una crescente evidenza in Europa che anche i piccoli azionisti sono pronti a far udire la propria voce. Associazioni di …attivismo degli azionisti … azionisti si sono sviluppate in numerosi Paesi, spesso per affrontare problematiche particolari o per trattare temi connessi all’esercizio del voto per delega. Per evitare manifestazioni di insoddisfazione e pubblicità non gradita, il management deve essere consapevole delle esigenze degli azionisti: di chi sia sul libro dei soci; laddove le azioni siano detenute da un delegato, di chi sia il titolare ultimo dei diritti; e …e le lezioni che ne sono derivate … di chi informi questi ultimi nel caso di voto a distanza. Infine, le Borse Valori hanno giocato un ruolo di assoluta rilevanza nell’assicurare l’accesso ad una informazione trasparente, e nel …il ruolo delle Borse e dei Governi promuovere standard di governance condivisi. Negli Stati Uniti, la Securities & Exchange Commission (SEC) opera come regulator indipendente e stabilisce il contenuto dell’informativa che le imprese sono tenute a diffondere. Nel Regno Unito, il London Stock Exchange esercita un ruolo di minor rilievo per quanto si riferisce all’informativa contabile, ma ha stabilito che le società quotate attestino nel bilancio annuale in che misura si uniformino alle disposizioni del Codice Hampel (Combined Le regole di 11 La corporate governance nell’industria bancaria europea Code of Best Practice on Corporate governance). Altre Borse in Europa hanno iniziato ad imporre standard minimi di Corporate governance tra le condizioni di ammissione al listino. In generale, Germania, Francia, Italia, Spagna e i Paesi Bassi hanno fatto progressi per accrescere l’attrattiva dei propri mercati per gli investitori sia domestici che stranieri. Le differenze storiche e culturali tra Paesi impongono però sfide diverse alla regolamentazione in materia di governance. Anche se non esiste un singolo modello che possa essere imposto a tutti i mercati, cresce comunque il consenso attorno all’idea che gli standard di governance debbano convergere e migliorare, parallelamente all’aumento della concorrenza sul mercato internazionale dei capitali. 1.4 Sviluppi recenti dei mercati e modelli di Corporate governance Come si è detto, gli Stati Uniti e il Regno Unito hanno avviato da tempo lo sviluppo dei propri modelli di corporate governance, mentre soltanto negli ultimi anni il dibattito si è esteso anche ai Paesi europei. Nel 1995, l’International Capitals Market Group ha prodotto un report dal titolo “Who holds the reins?”, che contiene una selezione dei temi di maggior interesse per una serie di mercati. La tavola che segue riporta un estratto di questa ed altre ricerche, aggiornato in modo da tener conto dei cambiamenti più recenti. 12 corporate governance devono convergere per attirare capitali La corporate governance nell’industria bancaria europea LE STRUTTURE DI GOVERNANCE E GLI ISSUE Francia La situazione esistente ? ? Possibilità di scelta tra struttura unitaria (one-tier) e verticale (two-tier) ? ? Presidente esecutivo ? ? Presenza di membri non esecutivi nel CdA, ma non indipendenti ? ? Singoli investimenti più rilevanti che in alter giurisdizioni. ? ? Ruolo consultivo dei dipendenti sotto forma di work council. ? ? Rappresentanza dei dipendenti nel CdA, ma senza diritto di voto. Problemi aperti ? ? La corporate governance è divenuta solo di recente oggetto di dibattito. ? ? Necessità di maggiore democrazia nel governo dell’impresa. ? ? Ruolo e poteri del Président Directeur Général (PDG). ? ? Incroci azionari. ?? Presenza incrociata di amministratori nei Board. Germania La situazione esistente ? ? Tradizione di imprese a controllo familiare. ?? Modello verticale, con presenza di Consiglio di Gestione (Vorstand) e Consiglio di Sorveglianza (Aufsichtsrat). ? ? Relazioni consolidate e di lungo periodo con le banche. ? ? Rappresentanza delle banche nel Consiglio di Sorveglianza. ? ? Accountability nei confronti degli “insiders” piuttosto che verso gli azionisti esterni. ? ? Rappresentanza dei dipendenti nel Consiglio di Sorveglianza. ? ? Enfasi sugli works councils. Problemi aperti ? ? Dimensione del Consiglio di Sorveglianza. ? ? Numero delle riunioni del Consiglio di Gestione e del di Sorveglianza. ? ? Numero di direttori che spettano al Consiglio di Sorveglianza ? ? Focus recente sui temi della supervisione e del controllo. interno.management oversight and internal control. ? ? Cross-border investment and take-over of German companies. 13 La corporate governance nell’industria bancaria europea United Kingdom Stati Uniti La struttura esistente La struttura esistente ? ? Mercati dei capitali molto liquidi. ? ? Struttura unitaria del CdA. ? ? Presenza significativa in Consiglio di amministratori esterni. ? ? Tendenza a separare il ruolo del Presidente da quello dell’Amministratore Delegato. ? ? Amministratore Delegato con ampi poteri in azienda. ? ? Trasparenza sulle retribuzioni degli amministratori. ? ? Crescente diffusione dei Comitati Audit e di Selezione. ? ? Mercati dei capitali molto liquidi. ? ? Cultura della accountability nei confronti degli azionisti esterni. ? ? Struttura unitaria per il CdA, con presenza di membri esecutivi e non. ? ? Tendenza alla separazione dei ruoli del Presidenza e dell’Amministratore Delegato. ? ? Crescente interventismo da parte degli investitori istituzionali. ? ? Scarsa attenzione al problema della rappresentanza dei dipendenti nel Board. Problemi aperti Problemi aperti ? ? Pressione crescente da parte degli investitori istituzionali. ? ? Separazione dei ruoli di Presidente e Amministratore Delegato. ? ? Remunerazioni degli amministratori. ? ? Indipendenza degli amministratori e efficacia di quelli non esecutivi. ? ? Qualità dell’informazione finanziaria. ?? Efficacia del Comitato Audit. ? ? Trasparenza delle remunerazioni e degli incentivi per gli amministratori. ? ? Durata dei contratti degli amministratori. ? ? Ruolo e funzione dei membri non esecutivi. ?? Attenzione recente ai problemi della supervisione sul management e del controllo interno. Paesi Bassi Italia La struttura esistente ? ? Struttura unitaria con ampia presenza di amministratori non esecutivi. ? ? Collegio Sindacale con rappresentanza degli azionisti di minoranza. ? ? Strutture piramidali o gerarchiche. ? ? Concentrazione del controllo e sindacati di blocco. ? ? Scarsa rappresentanza dei dipendenti nei Consigli di Amministrazione. ? ? Rotazione degli auditors. Problemi aperti ? ? Applicazione effettiva del codice di best practice. ? ? Conflitti di interesse tra azionisti di controllo e di minoranza. ? ? Modifica del ruolo “notarile” degli amministratori non esecutivi. ? ? Trasparenza delle remunerazioni e degli incentivi per gli amministratori. ? ? Ruolo dei Comitati. ? ? Audit del bilancio annuale per le grandi imprese non quotate. Riforma della corporate governance delle società a responsabilità limitata. La struttura esistente ? ? Sistema a due livelli: Consiglio di Sorveglianza e Consiglio di gestione. ? ? Accountability dei membri del Consiglio di Sorveglianza e di quello di Gestione ? ? Maggior diffusione dei Comitati per le Nomine e per l’Audit ? ? Difficoltà di determinazione del grado effettivo di indipendenza degli amministratori, a motivo della concentrazione di mandati non esecutivi nelle mani di un gruppo ristretto di persone. Problemi aperti ? ? Affermazione recente della corporate governance come issue. ? ? Assenza in molte società di definizione statutaria della struttura di tipo renano. ? ? In generale, scarsa presenza degli azionisti in assemblea ? ? In caso di take-over ostile, necessità che sia garantito alla società un lasso di tempo adeguato per proteggere i propri interessi. ? ? Necessità di garantire agli investitori la possibilità di esercitare reale influenza sulla società. 14 La corporate governance nell’industria bancaria europea Le tavole sintetizzano somiglianze e differenze nelle strutture di corporate governance in diversi Paesi, legate a differenze storiche e culturali. Molti Paesi anglosassoni ed europei hanno sviluppato i propri codici di best practice, relativamente a principi e meccanismi di governo; questi codici possono prendere la forma di leggi, regolamenti I Paesi che hanno elaborato Codici di of Best Practice in materia di corporate governance ... o raccomandazioni. Le differenze più importanti tra modello Anglo-Sassone (one-tier) e quello Renano (two-tier) con riferimento a funzioni e struttura del Consiglio di Amministrazione sono riassunte nelle tavole che seguono: Il modello Anglosassone Il modello Renano La struttura La struttura ? ? Struttura del Board unitaria. ? ? Particolare attenzione agli shareholders rispetto agli altri stakeholders. ? ? Mercati dei capitali molto liquidi. ? ? Tendenza alla separazione tra ruolo del Presidente e quello dell’Amministratore Delegato. ? ? Crescente diffusione dei Comitati Audit e per le Nomine. ? ? Crescente interventismo da parte degli investitori istituzionali. ? ? Struttura dualistica: Consiglio di Gestione (Vorstand) e di Supervisione (Aufsichtsrat). ? ? Tradizione di imprese a controllo familiare. ? ? Attenzione all’equilibrio tra i diversi stakeholders. ? ? Particolare attenzione ai dipendenti. Problemi aperti ?? Attenzione recente ai temi connessi alla Problemi aperti corporate governance. ? ? Indipendenza degli amministratori ed efficacia dei non esecutivi. ? ? Efficacia del Comitato Audit. ?? Remunerazione degli amministratori. ?? Efficacia degli amministratori indipendenti. ?? Maggior influenza degli investitori sulla società. ?? Investimenti cross-border e take-over delle imprese nazionali. Se è vero che altri importanti Paesi non hanno ancora sviluppato codici di governance, è però possibile individuare affinità significative ... e quelli che non li hanno ancora sviluppati tra alcuni dei Codici esistenti e i meccanismi effettivi di governance prevalenti in altri Paesi. Tali affinità ci consentono, ad esempio, di assimilare i casi dell’Austria e della Svizzera a quello della Germania. Indipendentemente dal modello prescelto, al Consiglio di Amministrazione spetta un ruolo chiave in relazione a due elementi costitutivi fondamentali: la gestione e il controllo. 15 Il ruolo fondamentale della corporate governance La corporate governance nell’industria bancaria europea Come abbiamo visto in precedenza, esistono fondamentalmente due Due modelli modelli di Board: quello anglosassone e quello renano. La tavola che segue classifica i diversi Paesi in base al modello adottato. Si noterà che si è inclusa una terza classe, in cui hanno trovato collocazione tutti quei Paesi dove è prevista la possibilità di scelta tra i due modelli. Strutture del Consiglio di Amministrazione Struttura unitaria Struttura “Mista” Struttura dualistica (one-tier) (one-tier e two-tier) (two-tier) Danimarca Grecia Irlanda Italia Lussemburgo Spagna Svezia Svizzera Regno Unito Belgio Finlandia Francia Paesi Bassi Portogallo Austria Germania Fonte: Commissione Europea e PricewaterhouseCoopers research Nel modello anglosassone, le funzioni di controllo sono concentrate in un solo organismo (one-tier board). Il modello risponde alle esigenze di Il modello anglosassone una struttura attenta ai cambiamenti del mercato, agile nel decision making e orientata alla creazione di valore per gli azionisti. Esecutivo: Membro del CdA che — su base individuale — partecipa alle gestione day by day della società. STRUTTURA UNITARIA Societa’ BOARD AMMINISTRATORI ESECUTIVI + + AMMINISTRATORI NON ESECUTIVI Fonte: PricewaterhouseCoopers 16 REVISORI ESTERNI Non esecutivo: Indipendente: membro del CdA che non gode di un ruolo o di particolare coinvolgimento nella gestione dell’azienda. - Non indipendente La corporate governance nell’industria bancaria europea Il modello renano (two-tier) prevede una suddivisione tra le funzioni di Il modello Renano supervisione e di controllo. Risponde ad una concezione dell’azienda come istituzione di carattere sociale su cui vari soggetti sono titolari di diritti; in questa situazione, la struttura di tipo renano riesce a meglio distinguere tra le funzioni di gestione e di controllo, con il Consiglio di Gestione a rappresentare gli interessi degli azionisti e quello di Supervisione a rappresentare invece i diritti degli altri stakeholders. STRUTTURA DUALISTICA Esecutivo: Membro del CdA che CONSIGLIO DI — su base individuale SUPERVISIONE — AMMINISTRATORI NON ESECUTIVI partecipa gestione day by day della società. + alla EXTERNAL AUDITOR + EXECUTIVE BOARD EXECUTIVE DIRECTORS Fonte: PricewaterhouseCoopers La legislazione Comunitaria non ha finora preso posizione e favore di alcuno dei due modelli: gli aspetti legali sono trattati infatti come di minore importanza rispetto ad una corretta applicazione di buoni principi di governance. Nel caso italiano, la questione se il modello anglosassone sia da considerare superiore a quello renano è stata lungamente dibattuta. La discussione è in realtà ancora aperta, e gli orientamenti correnti paiono favorire l’ipotesi che debba essere lasciata libertà di scelta tra i due modelli. In pratica, il modello italiano non si allinea strettamente né al quello anglosassone, né a quello renano. Fino ad ora la legislazione italiana ha richiesto la nomina da parte dell’Assemblea degli azionisti di un Consiglio di Amministrazione; 17 Il modello Italiano... La corporate governance nell’industria bancaria europea quest’ultimo seleziona tra i propri membri un Comitato Esecutivo o dei Amministratori Delegati. SOCIETA’ BOARD AMMINISTRATORI ESECUTIVI + AMMINISTRATORI NON ESECUTIVI + + COLLEGIO SINDACALE + REVISORI ESTERNI COMITATO ESECUTIVO AMMINISTRATORI ESECUTIVI Fonte: PricewaterhouseCoopers Un organo peculiare alla legislazione italiana è il Collegio Sindacale, il cui ruolo è stato profondamente modificato dal Testo Unico della ...e il ruolo del Collegio Sindacale Finanza, approvato nel 1998 (Decreto Draghi). Il Collegio Sindacale vigila: ?? sull’osservanza ?? sul della legge e dell’atto costitutivo; Ruolo e responsabilità del Collegio Sindacale rispetto dei principi di corretta amministrazione; ?? sull’adeguatezza della struttura organizzativa della società per gli aspetti di competenza, del sistema di controllo interno e del sistema amministrativo-contabile; ?? sull’adeguatezza delle disposizioni impartite alle società controllate. I suoi membri assistono alle riunioni del Consiglio di Amministrazione e del Comitato Esecutivo; possono prendere parte alle riunioni del Comitato Audit. Inoltre, il Collegio Sindacale è periodicamente informato dagli amministratori in merito all’attività svolta e sulle operazioni di maggior rilievo economico, finanziario e patrimoniale effettuate dalla società e dalle controllate; scambia con la società di revisione dati e informazioni 18 Informazione La corporate governance nell’industria bancaria europea rilevanti per l’espletamento dei rispettivi compiti. Nell’ambito dei propri poteri, il Collegio può convocare in particolari circostanze l’Assemblea dei Soci, il Consiglio di Amministrazione o il Comitato Esecutivo. Comunica inoltre senza indugio alla C.O.N.S.O.B. le irregolarità riscontrate nell’attività di vigilanza; riferisce inoltre al tribunale nel caso sorgano fondati sospetti di gravi irregolarità nell’adempimento dei doveri degli Amministratori (nel caso delle banche, il Collegio Sindacale riporta anche alla Banca d’Italia). 19 Poteri La corporate governance nell’industria bancaria europea LA CORPORATE GOVERNANCE NELL’INDUSTRIA BANCARIA 20 La Corporate governance nell’industria bancaria europea 2.1 La corporate governance e la banca La globalizzazione dei mercati finanziari ha sollecitato la ricerca di soluzioni che aiutassero a mitigare gli effetti negativi delle crisi economiche più recenti. In occasione sia della crisi delle casse di risparmio americane che delle crisi economiche giapponese ed asiatica degli ultimi anni Novanta, il sistema bancario ha subito conseguenze pesanti. Da più parti si è suggerito che gli effetti delle crisi sarebbero Globalizzazione e volatilità dei mercati e necessità per le banche di una Corporate governance moderna risultati meno severi se i sistemi di governance e di reporting delle banche fossero stati più robusti. L’importanza della corporate governance per i sistemi bancari è stata sottolineata con chiarezza dal Comitato di Basilea. Alla fine del 1999, il Comitato ha diffuso un documento che sollecitava l’adozione da parte delle banche di strutture “moderne” di corporate governance. ………la supervisione dei sistemi bancari non può funzionare efficacemente in assenza di adeguati sistemi di corporate governance ………………. La moderna corporate governance deve tener conto dei cambiamenti radicali cui l’industria bancaria deve far fronte. Dal punto di vista dell’industria bancaria, secondo la visione del Comitato di Basilea, il concetto di corporate governance fa riferimento al modo in cui le attività e i business di ciascuna istituzione sono condotti e governati dai rispettivi Consigli di Amministrazione e dal senior management, influenzando il modo in cui la banca: ?definisce ?conduce ?prende i propri obiettivi; le gestione ordinaria delle attività; in considerazione gli interessi degli stakeholders; ?conforma i propri comportamenti ed attività conformi all’aspettativa che le banche operino in modo affidabile e sicuro, e in ottemperanza alle 21 Il Comitato di Basilea e la corporate governance del sistema bancario La Corporate governance nell’industria bancaria europea leggi e ai regolamenti; ?protegge gli interessi dei depositanti. In passato la corporate governance non ha mai rappresentato una problematica di particolare rilievo per le banche in quanto queste sono Evoluzione delle strutture proprietarie sempre state caratterizzati da un elevato grado di proprietà pubblica. In conseguenza di ciò, la creazione di profitti e la distribuzione di dividendi agli azionisti non hanno mai rappresentato un obiettivo proritario. Le banche hanno quindi/inoltre tradizionalmente operato in una situazione di scarsa competizione. I supervisors (uno degli stakeholder Stabilità o efficienza ? tipici delle banche) hanno tributato attenzione più al problema della stabilità del sistema bancario che alla sua efficienza. Le banche sono cresciute attraverso l’autofinanziamento (via interna), piuttosto che per via di strategie aggressive di acquisizioni successive (via esterna). Nella maggioranza dei Paesi, i depositanti non hanno mai manifestato interesse Via “interna” e via “esterna” di sviluppo ad esercitare pressioni per il conseguimento di risultati economici ed incrementi di efficienza o verso tematiche come la responsabilità degli amministratori; i loro interessi sono infatti stati tradizionalmente salvaguardati attraverso la predisposizione di iniziative di emergenza nei casi di insolvenza della banca o – alternativamente – attraverso schemi simili a quello del fondo interbancario di tutela dei depositi. Lo scenario è però cambiato. L’aumento del grado di concorrenza, anche a seguito della liberalizzazione dei mercati dei servizi finanziari, e la Competitività ed efficienza privatizzazione di un gran numero di intermediari sono stati uno dei veicoli per accrescere il grado di efficienza del mercato. Nuovi prodotti e network hanno portato a take-over e alleanze crossborder. Le banche tradizionali sono state sostituite da gruppi di Nuovi prodotti, nuove alleanze bancassurance, che offrono un ventaglio più ampio di prodotti e servizi finanziari, incluse le assicurazioni, i fondi pensione e piani di investimento collettivo. Infine, nuove sfide sono venute dall’introduzione del telephone banking, di internet banking, dall’utilizzo di centri servizi condivisi per la gestione delle transazioni. A seguito di questi elementi è divenuto necessario anche per le banche 22 Corporate La Corporate governance nell’industria bancaria europea puntare ad obiettivi di creazione di valore. Questo perché il modello di creazione del valore non solo è in grado di coagulare gli interessi dei diversi stakeholder attorno ad un obiettivo comune, ma è anche un governance e creazione di valore per gli azionisti elemento importante nell’evoluzione di modelli e meccanismi di corporate governance. In aggiunta ai trend già richiamati, i sistemi bancari presentano alcune peculiarità strettamente legate al ruolo che la banca esercita all’interno Peculiarità e restrizioni nel sistema bancario del sistema economico e alle speciali restrizioni regolamentazioni cui la stessa è soggetta. Le particolarità cui si fa riferimento includono: 1. La difficoltà di distinguere il momento di determinazione delle politiche di investimento rispetto alla fase di scelta di una struttura adeguata dei finanziamenti. Poiché le banche operano in via esclusiva nel settore finanziario, assets (cioè gli investimenti) e liabilities (ovvero la Elevata correlazione tra politiche di investimento e struttura finanziaria struttura dei finanziamenti) finiscono per dipendere dalle stesse variabili finanziarie. 2. La complessità insita nell’individuare correttamente cosa si debba intendere per “debito”. Esistono infatti alcuni tipi di passività — Definizione di debito tipicamente, i depositi — che vengono detenuti dalla banca per conto della clientela e che non devono essere inclusi nella definizione di debito. Nel caso delle banche, il concetto di debito si riferisce pertanto esclusivamente alle passività di medio/lungo termine. 3. La rilevanza del rischio. Il rischio non rappresenta di per sé un Rischio elemento negativo da eliminare o minimizzare; al contrario, costituisce una delle fonti principali di profitto per la banca. Ciò implica che i rischi debbano essere adeguatamente quantificati, al fine di ottenere una stima corretta del valore prodotto. 4. Le restrizioni associate ai rating. Considerati la sensitività e i rischi Rating ad essa associati, gran parte dell’attività bancaria può essere portata avanti solo da istituzioni che presentano un credit standing elevato. I rating rappresentano dunque un parametro di riferimento irrinunciabile per operare in un gran numero di mercati. 5. La coesistenza tra operazioni effettuate in conto proprio e per conto di terzi rappresenta una fonte potenziale di conflitto di interesse. 23 Operazioni per conto proprio e in conto di terzi La Corporate governance nell’industria bancaria europea 6. Il costo dei vincoli rego lamentari, considerando che: ? ? il rispetto dei requisiti minimi di capitale può non essere coerente con Costo dei vincoli normativi la struttura dei rischi assunti; ? ? i metodi di definizione e misurazione del livello di esposizione ai rischi di credito, di mercato e ai rischi operativi possono risultare differenti; ? ? potrebbero emergere costi incrementali per l’adeguamento delle infrastrutture interne. Con riferimento a questo problema, l’analisi del ruolo dei supervisor in Europa evidenzia la presenza di obblighi di reporting in tutti i Paesi, fatta eccezione per la Svezia. 7. L’influenza esercitata sul processo decisionale da alcune categorie di stakeholder, come: ? ? i supervisors (organi di supervisione come le banche centrali, etc.), il cui interesse principale si identifica con la stabilità del sistema bancario e Stakeholders speciali: Gli organi di supervisione finanziario e/o il controllo degli aggregati monetari, dei tassi di interesse e dei tassi di cambio; ? ? i clienti che, oltre ad essere interessati al rapporto qualità/prezzo dei Caratteristiche specifiche dei clienti servizi offerti dalle banche, concentrano la propria attenzione sulla solidità del sistema e — dunque — sulla minimizzazione dei rischi di default (si pensi ai depositanti ….). E’ comprens ibile che, rispetto ad altre, queste due categorie di stakeholder possano esercitare una influenza più significativa sulle scelte del management. In particolare, si possono identificare una serie di differenze tra gli interessi e le attitudini degli organi di supervisione, dei clienti e degli azionisti, con riferimento a: ?la propensione al rischio: supervisors e clienti sono tipicamente avversi al rischio, mentre gli azionisti possono essere indotti a preferire rapporti più elevati rischio/rendimento; ?i parametri utilizzati in sede di monitoraggio della performance d’impresa: solvibilità e ottemperanza alle leggi e ai regolamenti nel caso dei supervisors; immagine di solidità nel caso dei clienti; ritorno sul capitale investito nel caso degli azionisti. Non a caso, il Comitato di 24 Divergenza tra gli interessi dei supervisor, dei clienti, degli azionisti La Corporate governance nell’industria bancaria europea Basilea e la Banca Centrale Europea dedicano attenzione crescente ai concetti di solvibilità e capacità di misurare e gestire i rischi connessi all’attività bancaria; un tema che rappresenta un fattore chiave di successo per banking business; ?l’orientamento al breve piuttosto che al medio/lungo termine, che sta alla base della distinzione tra partecipazioni azionarie strategiche oppure assunte in un’ottica di trading. Ancora una volta, l’approccio orientato alla creazione di valore rappresenta la “stella polare” della riflessione in materia di corporate governance nell’industria bancaria. Come già anticipato, gli azionisti rappresentano una categoria particolare di stakeholder (perché hanno La logica di creazione del valore si adatta agli interessi dei diversi stakeholder deciso assumere dei rischi convertendo in azioni una parte della propria ricchezza finanziaria). Il Board deve pertanto assumersi pienamente le responsabilità connesse alla gestione, alla protezione e alla crescita dell’investimento degli azionisti. Per raggiungere questo obiettivo, il Board deve concentrarsi su Il C.d.A. deve concentrarsi sulla creazione di valore obiettivi di creazione del valore; spostare il focus sulla creazione di valore nel lungo periodo significa gestire l’impresa con un forte orientamento all’efficacia e all’efficienza. Il risultato è una quantità più elevata di profitti, da distribuire agli azionisti, ma anche agli altri stakeholder. 2.2 I diritti degli azionisti Un buon framework di corporate governance dovrebbe prevedere strumenti di protezione dei diritti degli azionisti, che ne assicurino Diritti fondamentali degli azionisti l’equità di trattamento. E’ da notare che l’esistenza di mercati competitivi per i prodotti, il lavoro e il corporate control di per sé rappresentano meccanismi importanti per stimolare nel management comportamenti corretti e — dunque — per proteggere i diritti degli azionisti. Meccanismi che dovrebbero funzionare da deterrente all’assunzione da parte del management di comportamenti di tipo expense-preference; dovrebbero cioè evitare che il top management l’arredamento, preferisca etc. aumentare piuttosto che le spese rivolgersi 25 per ad i dipendenti, obiettivi di L’efficienza dei mercati dei prodotti, del lavoro e del corporate controlcome strumento di difesa dei diritti degli azionisti La Corporate governance nell’industria bancaria europea massimizzazione del valore per gli azionisti. Si tratta di un concetto particolarmente importante per l’industria bancaria, ove una serie di fattori di carattere legale e strutturale ha tradizionalmente ostacolato un funzionamento corretto ed efficiente dei mercati dei prodotti, del lavoro e del corporate control (esistenza di posizioni di oligopolio, di schemi di assicurazione dei depositi, etc.). About authorisation of banks’ shareholdings in other banks and ceiling on shareholdings in banks by non-bank or nonfinancial companies, in the analysis on rules issued by supervisors in Europe it appears that: ??authorisation is not requested only in Luxembourg and Spain; ??ceiling on shareholdings is requested in Ireland, Italy, Norway, Sweden and The Netherlands. Source: PricewaterhouseCoopers Prendendo a riferimento questi concetti, appare chiaro che agli azionisti, in particolare nel caso dell’industria bancaria, dovrebbe essere garantito il L’accountability nei confronti degli azionisti ... diritto di salvaguardare i propri interessi, nel caso in cui ritengano che il management non stia agendo nell’interesse di tutti. Una considerazione semplice ma fondamentale è che l’accountability deve basarsi sulla capacità di definire obiettivi e di utilizzarli come parametro di riferimento per la misurazione delle performance d’impresa. Definire un chiaro insieme di obiettivi per gli amministratori e per i managers è dunque il primo passaggio in direzione dell’accountability. Collegare obiettivi e remunerazione è il secondo passaggio. Esprimere tali obiettivi in termini ... implica definire obiettivi e remunerazioni in una logica di creazione di valore per l’azionista ... di creazione di valore nel lungo periodo rappresenta il modo più opportuno per allineare le funzioni di utilità degli amministratori, del management e degli azionisti. …sviluppando metodologie adeguate L’Assemblea costituisce la sede più appropriata per l’esercizio dei diritti Le Assemblee... degli azionisti attraverso il voto. In particolare, le sono riservati alcuni obiettivi importanti: 26 La Corporate governance nell’industria bancaria europea ?l’approvazione dei bilanci; ?le decisioni in merito alla distribuzione dei profitti; ?la nomina dei membri del Consiglio di Amministrazione e del Collegio Sindacale; ?le modifiche dello Statuto e dell’Atto costitutivo. Il voto può essere esercitato anche per delega. Un caso particolare è da Voto per delega riferire alle banche che operano come asset manager. La banca può infatti trovarsi nella situazione di rivestire simultaneamente il ruolo di azionista, di detentore di deleghe per conto dei clienti e di creditore. In linea generale, i mercati preferiscono contesti in cui operano meccanismi di tipo one share - one vote. Meccanismi di voto multiplo hanno infatti generalmente l’effetto di rendere i mercati meno trasparenti. La tavola che segue fornisce un elenco di paesi la cui legislazione consente l’utilizzo di questi meccanismi. VOTING RIGHTS IN E.U. AND OTHER MAJOR EUROPEAN COUNTRIES States Austria Belgium Denmark Finland France Germany Greece Ireland Italy Luxembourg Netherlands Portugal Spain Sweden Switzerland United Kingdom Multiple Voting rights Reduced Voting rights No No Yes Yes Yes (double) No No No No (*) No Yes No No Yes Yes Yes Maximum Number of Voting rights (“Ceiling”) No Yes No Yes Yes Yes No Yes No No No No No Yes No Yes No Yes Yes Yes Yes Yes No No Yes Yes Yes Yes Yes Yes No Yes Source: EU Commission and PricewaterhouseCoopers research (*) However Golden Shares exist for some privatised companies Analizzando la tabella, si nota che nei Paesi scandinavi l’utilizzo del voto multiplo è una prassi diffusa. Anche nel Regno Unito, si registra la 27 Preferenza per l’espressione del voto del tipo “one share – one vote” La Corporate governance nell’industria bancaria europea presenza di azioni a voto multiplo, diritti di veto e “golden shares”; si tratta tuttavia di casi sporadici. In Francia, le clausole statutarie possono contemplare limitazioni al numero di voti per azione. Si costituisce in tal modo uno schermo di protezione nei confronti dei take-over, per evitare fenomeni di dissoluzione o annacquamento del potere della coalizione. In Italia Regolamentazion e dei take-over rules e limitazioni ai diritti degli azionisti clausole di questo tipo sono state introdotte nella normativa che regola la privatizzazione delle banche. In ogni caso, laddove i diritti degli azionisti risultino violati, dovrebbe Risarcimento per essere garantita alle parti lese la possibilità di adire alle vie legali, in vie legali modo da ottenere per tempo idoneo risarcimento. Nel caso italiano, il sistema risulta particolarmente lento e oneroso, con pesanti barriere all’avvio di azioni legali. Nei Paesi ove il ricorso alle vie legali appare più semplice, il problema è — all’opposto — quello di evitare azioni prive di reale fondamento, che possano rivelarsi onerose per la società e lesive per gli altri azionisti. 2.3 Il ruolo dei supervisors e la tutela degli stakeholder Le ultime crisi finanziarie e i casi di fallimenti bancari hanno spostato l’attenzione sul ruolo giocato dai supervisor nella gestione del sistema bancario. Nell’ottobre del 1999, il Comitato di Basilea ha diffuso “The core principles methodology” (n. 61), un documento che affronta il tema della mission dei supervisor. In primo luogo, il Comitato identifica alcune condizioni considerate preliminari ad una soddisfacente operatività del sistema bancario: ?definizione di politiche macroeconomiche ben fondate e sostenibili; ?sistema infrastrutturale adeguatamente sviluppato; ?efficace disciplina di mercato; ?esistenza di adeguate procedure per la risoluzione di eventuali problemi del sistema bancario; ?definizione di meccanismi idonei a fornire un livello adeguato di protezione ai rischi sistemici. 28 Condizioni di solidità e efficienza per i sistemi bancari La Corporate governance nell’industria bancaria europea In secondo luogo, il documento sottolinea che la capacità da parte dei supervisor di definire ed imporre requisiti minimi di qualificazione, comportamento e capacità operativa da parte delle banche, del I supervisor come stakeholder a protezione di altri stakeholder management e dei funzionari costituisce uno degli elementi chiave della corporate governance del sistema bancario. Il rapporto sottolinea infine l’importanza dei supervisors dal punto di vista del monitoraggio del sistema e della tutela degli interessi degli stakeholder. In tale ruolo diviene altresì necessario osservare come la funzione dei supervisor nella gestione del sistema bancario debba accompagnarsi ad un elevato grado di indipendenza dal potere politico. Un ulteriore punto fa riferimento all’evoluzione dell’attività di supervisione per effetto della globalizzazione dell’industria dei servizi finanziari, della caduta delle barriere ad una operatività diversificata sia geograficamente che per linee di prodotto o di business. L’affermarsi di Globalizzazione, multibusiness e necessità di coordinamento tra regulators questi trend sollecita un effettivo coordinamento dell’attività di supervisione a livello mondiale. Nell’ultimo decennio si è registrata una convergenza tra le posizioni degli analisti finanziari e dei supervisor, in tema di modelli di controllo interno, metodologie di controllo dei rischi, principi contabili, reporting. ? The “Generally Accepted Risk Principles” (GARP) is a clear example in this respect. GARP is a Code of Best Practices which resumes with 89 Best Practices principles, starting from “Role of the Board” and ending with “System characteristics, issued with a convergence of opinion by Regulators (i.e. Bank of England, Security Exchange Commission, etc…) and leaders of the Financial Services business community (i.e. JP Morgan, BZW, etc...). The “Generally Accepted Risk Principles Document” identifies a set of management principles whose fundamental messages are: ?the Board of Directors is in charge of the management and control of risk; ?the Board of Directors and the Management must identify all the risks managed by the Institute and assure that the government system covers all risks adequately; ?the support and control functions necessarily have to be an integral part of the global framework of risk management; ?risk management objectives and policies have to be the drivers of the global business strategy. Esiste comunque una situazione di convergenza, a livello internazionale e su scala europea, verso l’utilizzo di modelli interni di controllo dei rischi (anche da parte dei supervisors); una convergenza che giustifica gli 29 Il GARP Disponibilità dei supervisor ad accettare modelli interni di risk management La Corporate governance nell’industria bancaria europea ingenti sforzi finanziari sostenuti da un gran numero di intermediari per creare strutture, processi, sistemi e — non ultimi — skills in tema di risk management, capital allocation e shareholder value. L’implementazione di queste strutture rappresenta — e continuerà a rappresentare in misura crescente — un fattore critico di successo per l’ottimizzazione dei processi di allocazione del capitale; per accrescere la solidità delle strutture operative; per assicurare la creazione di valore per gli azionisti. 2.4. Il ruolo del Consiglio di Amministrazione Il Consiglio di Amministrazione riveste un ruolo fondamentale nella struttura di governance dell’impresa. Il Consiglio gestisce l’azienda per Ruolo chiave del Consiglio di Amministrazione conto degli azionisti e si configura come un meccanismo di decisione collettiva con riferimento alla strategia e alla leadership dell’impresa; alla protezione degli interessi degli azionisti; all’orientamento del management verso obiettivi di massimizzazione del valore per gli azionisti. Il Consiglio di Amministrazione ha la responsabilità ultima per l’operatività e la solidità finanziaria della banca; deve essere in grado di Responsabilità del CdA ricevere in tempo utile tutte le informazioni che gli necessitano per valutare la performance del management. In base ai principi del Comitato di Basilea, il Consiglio di Amministrazione rafforza la corporate governance di una banca nel caso in cui: ?comprenda con chiarezza la propria funzione di supervisione e i propri “doveri di lealtà” nei confronti della banca e dei suoi azionisti; ?eserciti una funzione di checks and balances in ordine alla gestione day- to-day della banca; ?si senta autorizzato a mettere in discussione l’operato del management e a proprio agio nel richiedere spiegazioni lineari e comprensibili; ?solleciti l’adozione di comportamenti affidabili, anche mutuati da altri contesti; ?fornisca ?non ?eviti pareri disinteressati; si impegni a di la delle proprie possibilità e competenze; i conflitti di interesse nelle proprie attività ed impegni con — o nei 30 Funzione di “checks and balances” interna ed esterna La Corporate governance nell’industria bancaria europea confronti di — altre organizzazioni; ?incontri regolarmente il senior management e la funzione di internal audit per definire ed approvare le linee di politica aziendale; creare canali Caratteristiche degli amministratori idonei di comunicazione; monitorare il raggiungimento degli obiettivi aziendali; ?si astenga dall’assumere decisioni laddove non sia in grado di emettere giudizi obiettivi; ?non prenda parte alla gestione ordinaria della banca. In riferimento alle funzioni descritte in precedenza, un documento di Basilea (“Enhancing Corporate governance for Banking Organisations”) fa emergere alcune problematiche: ?la capacità da parte del Board di assumere decisioni non deve essere Problemi aperti e modelli di creazione del valore compromessa dall’eventuale presenza in seno allo steso di “fazioni” che agiscano nel proprio esclusivo interesse; ?un secondo problema si riferisce alla questione se la mission del Board debba intendersi limitata alla supervisione dell’operato del management (nel qual caso le decisioni a carattere operativo dovrebbero essere delegate al senior management) ovvero se i membri del Consiglio debbano essere più direttamente coinvolti nell’attività; La presenza entro il Board di amministratori indipendenti può essere d’aiuto nell’assicurare al processo decisionale equilibrio ed indipendenza Rilevanza dell’indipendenza di giudizio di giudizio (garantisce tra l’altro la presenza in Consiglio di competenze professionali e tecniche esterne molto specifiche). Agli amministratori indipendenti dovrebbe essere garantita possibilità di accesso a tutte le informazioni rilevanti, perché la loro esperienza ed expertise aggiunga valore al decision-making strategico dell’azienda. In riferimento alla nomina di amministratori indipendenti, vale il principio che è la qualità, più che la quantità, l’elemento determinante. Quasi tutti i codici di corporate governance stilati su base volontaria sottolineano la necessità che gli amministratori non esecutivi siano indipendenti. Le definizioni di indipendenza possono però variare. Nel codice di autoregolamentazione italiano, l’indipendenza è descritta come: 31 Indipendenza degli amministratori non esecutivi La Corporate governance nell’industria bancaria europea ?assenza di rapporti economici che influenzino l’autonomia di giudizio con la società, le sue controllate, gli amministratori esecutivi, con l’azionista o i gruppi di azionisti che controllano la società; ?assenza di partecipazioni azionarie (dirette e indirette) tali da permetter loro di esercitare il controllo della società (ovvero assenza di partecipazione ai patti parasociali per il controllo della stessa). La questione relativa alla separazione dei ruoli all’interno del Board è stata oggetto di dibattito in numerosi Paesi. Principalmente in discussione è il ruolo dell’Amministratore Delegato e se esso debba coprire anche la Ruolo del Presidente e dell’Amministrato re Delegato funzione di Presidente del Consiglio di amministrazione. Suscita consensi crescenti la posizione secondo cui i due ruoli debbano essere tenuti distinti: il Presidente (cui competono funzioni di leader e moderatore del Consiglio) e l’Amministratore Delegato o Direttore Generale (cui spetta la responsabilità per le questioni di carattere operativo). Nel Regno Unito la necessità che le due funzioni siano distinte è particolarmente sentita: molto spesso il Presidente del C.d.A. è un … nel Regno Unito amministratore non esecutivo. In Francia alla figura del Président-Directeur-Général (P.D.G.) sono … in Francia attribuiti poteri molto ampi e una sfera di influenza più ampia di quella garantita all’Amministratore Delegato sia negli USA che nel Regno Unito (ad es. il PDG ha il diritto di rappresentare la società in via esclusiva; è lui generalmente da indicare il proprio successore). Al riguardo il Comitato di Basilea (si veda “Enhancing Corporate governance for Banking Organisations”) sottolinea l’importanza di introdurre comitati specializzati del Board, per accrescere l’efficacia delle strutture di corporate governance: ?il Comitato di Risk Management; ?il Comitato Audit; ?il Comitato per le Remunerazioni; ?il Comitato per le Nomine. Il Comitato Audit riveste particolare importanza, e la sua presenza sta diventando caratteristica comune di molte società europee. Tip icamente, tutti i comitati sono composti da amministratori indipendenti. In fase 32 Raccomandazioni del Comitato di Basilea per la costituzione dei Comitati Cresce la rilevanza del Comitato Audit La Corporate governance nell’industria bancaria europea iniziale, le funzioni del Comitato Audit erano limitate entro una ambito molto ristretto di revisione dei bilanci annuali e supervisione delle relazioni con gli auditors interni ed esterni. Attualmente invece la sue funzioni si vanno estendendo a comprendere nuove responsabilità. Il Comitato di Basilea, ad esempio, assegna al Comitato Audit le seguenti responsabilità: “...providing oversight of the bank’s internal and external auditors, approving their appointment and dismissal, reviewing and approving audit scope and frequency, receiving their reports and ensuring that management is taking appropriate corrective actions in a timely manner to address control weaknesses, non-compliance with policies, laws and regulations, and other problems identified by auditors. The independence of this committee can be enhanced when it is comprised of external Board members that have banking or financial expertise…” Altre responsabilità dei Comitati previste dal Comitato di Basilea Altri Comitati: … comprendono: ?? ?? ?? Risk management committee: providing oversight of the senior management’s activities in managing credit, market, liquidity, operational, legal and other risks of the bank. (This role should include receiving from senior management periodic information on risk exposures and risk management activities). …Risk Management … Compensation committee: providing oversight of remuneration of senior management and other key personnel and ensuring that compensation is consistent with the bank’s culture, objectives, strategy and control environment. …Remunerazioni … Nominations committee: providing important assessment of Board effectiveness and directing the process of renewing and replacing Board members. …Nomine ... 2.5 Il Risk management e i controlli interni Le modificazioni recenti del sistema bancario europeo e nello scenario operativo hanno evidenziato la necessità per le banche di mettere a punto sistemi sofisticati di controllo e risk management. Anche su questi temi il Comitato di Basilea costituisce un fondamentale punto di riferimento. La raccomandazioni del Comitato si concentrano sui 33 Il Comitato di Basilea La Corporate governance nell’industria bancaria europea sistemi operativi e di controllo, piuttosto che sulla struttura societaria. Alla base vi è il riconoscimento che l’industria bancaria è altamente regolata ed esercita importanti funzioni socio-economiche, promuovendo lo sviluppo economico e tutelando il risparmio. Lo studio più influente in materia di sistemi di controllo interno è però il Il CoSO Report… Rapporto del Committee of Sponsoring Organisations della Treadway Commission (CoSO Report), pubblicato nel 1992. Il CoSO Report identifica sette connotati distintivi di un sistema di controlli: ?? integrità e valori etici; ?? impegno alla competenza; ?? filosofia di management e stile; ?? struttura organizzativa; ?? attribuzione di autorità e di responsabilità; ?? politiche e prassi di gestione delle risorse umane; ?? Consigli di Amministrazione e Comitati. L’enfasi posta dal CoSO Report sulla cultura dei controlli definita dal senior management si riflette in misura crescente nella visione dei supervisor in materia di corporate governance e sottolinea l’importanza di integrità e trasparenza come elementi chiave di governance e dei controlli interni. In una visione della supervisione di tipo top down e concentrata sul rischio (risk-focused), l’enfasi cade sulle modalità utilizzate dalla banca per identificare i principali rischi connessi alla sua operatività e i sistemi e processi interni che la stessa ha messo a punto per gestire e controllare questi rischi. Il CoSO Report fornisce inoltre uno schema di riferimento importante per valutare la buona governance da parte del senior management di una banca. In ogni caso, anche il CoSO Report definisce i controlli interni in termini di aspettative degli attori richiamati in precedenza: i clienti (efficacia ed efficienza), i dipendenti (cultura dei controlli interni), gli azionisti e i creditori (reportistica finanziaria), le pubbliche autorità (ottemperanza alle leggi e ai regolamenti). 34 …attenzione a come la banca identifica e gestisce i rischi La Corporate governance nell’industria bancaria europea I regulator e i supervisor del sistema bancario aggiungono un obiettivo più ampio ai processi di controllo interno, quello relativo ad una Solidità e sicurezza operativa operatività solida e sicura. In questo modo, dal punto di vista dei supervisor, i sistemi di controllo interno dovrebbero essere strutturati non solo per assicurare il raggiungimento degli obiettivi aziendali — come quello di una profittabilità allineata alle attese degli azionisti — ma anche obiettivi prudenziali di sicurezza e solidità operativa. In aggiunta al CoSO Report, molti documenti e prese di posizione recenti hanno sottolineato l’importanza della “buona governance”. Ci si riferisce per esempio agli statements in materia di best practice emessi dal Comitato di Basilea, dalla International Organisation of Securities Commissions (IOSCO), dal Gruppo dei Trenta e da una serie di supervisor bancari nazionali. Nel suo Internal Control Framework, l’Istituto Monetario Europeo (IME), ora Banca Centrale Europea (BCE) — citando ed adottando Pronunciamenti di IME-BCE l’approccio del CoSO Report — definisce le strutture di controllo interno delle banche come composte da cinque elementi tra loro interrelati, elementi che si richiamano nella tavola che segue. I pronunciamenti dell’IME (BCE) mettono in evidenza che le funzioni societarie maggiormente coinvolte nel sistema dei controlli sono: ? ? l’Auditing Interno; ? ? il Controllo di Gestione; ? ? il Risk Management. In termini generali, la mission dell’Internal Audit coincide con la gestione complessiva del sistema dei controlli interni, attraverso una valutazione su base continuativa della sua funzionalità che prenda in esame sia la società che — laddove necessario — il gruppo. Le Best Practice mettono in evidenza il fatto che l’Internal Audit — per definizione una unità indipendente — deve riportare al Consiglio di Amministrazione, o ad un Comitato Audit, all’Amministratore Delegato. 35 piuttosto che L’Internal Audit La Corporate governance nell’industria bancaria europea L’Internal Audit ha dunque l’obiettivo di valutare l’ambiente complessivo dei controlli, incluso il monitoraggio delle attività di risk management; di evidenziare i miglioramenti possibili nelle politiche di gestione dei rischi, nelle tecniche di misurazione, nelle operazioni societarie e nella correzione di evenuali situazioni problematiche. L’attività dell’Internal Audit – ove applicata ad un Gruppo – consiste nel coordinamento di obiettivi e responsabilità delle diverse unità di controllo, nell’acquisire l’accesso a tutte le informazioni rilevanti, nel definire un collegamento formale con le unità di controllo di primo e di secondo livello. TABLE: THE ELEMENTS OF INTERNAL CONTROL ACCORDING TO EMI-ECB A. Management Oversight and Control Culture. Senior management should: ?? have responsibility for implementing strategic policies approved by the Board, setting appropriate internal control policies and monitoring the effectiveness of the internal control system; and ?? with the Board, be responsible for promoting high ethical and integrity standards and for establishing a culture that emphasises and demonstrates the importance of internal controls. B. Risk Assessment. Senior management should: ?? be assessing the full range of external and internal risks that could adversely impact a bank, including credit risk, country and transfer risk, market risk, interest rate risk, liquidity risk, operational risk, legal risk and reputational risk; and ?? be continually evaluating the bank’s strategies and objectives to address any new or previously uncontrolled risks. C. Control Activities. Senior management should; ?? set up an appropriate control structure to ensure effective internal controls at every business level, including top level reviews, appropriate activity controls for different Business Units, physical controls, periodic checking for compliance with exposure limits, a system of approvals and authorisations, and a system of verification and reconciliation; and ?? ensure that there is appropriate segregation of duties and avoidance of conflicting responsibilities. D. Information and Communication. Senior management should: ?? ensure that there are adequate and comprehensive internal financial, operational and compliance data and external market data relevant to decision-marking; ?? establish effective channels of communication to ensure that all staff are fully aware of policies and procedures affecting their duties and responsibilities; ?? ensure that appropriate information systems are in place that cover all activities and that they are secure and periodically tested. E. Monitoring. Senior management should: ?? continually monitor the overall effectiveness of the bank’s internal controls and monitor key risks in daily operations; ?? ensure that there is a well-trained and competent internal audit function, which reports directly to the Board or its Audit Committee, and which conducts an effective and comprehensive audit of the internal control system; ?? establish a system to track identified internal control weaknesses and the actions taken to rectify them. 36 La Corporate governance nell’industria bancaria europea La mission del Controllo di gestione consiste nello studio, realizzazione ed applicazione di metodologie adeguate a conseguire Il Controllo di Gestione tutte le informazioni rilevanti per il controllo delle entrate e delle uscite delle banca. Queste metodologie devono essere strutturate e coerenti con l’organizzazione e le attività della banca. Spetta al Controllo di Gestione la responsabilità della definizione di corrette metodologie di costing e di pricing e l’attribuzione di tali costi alle diverse unità, con un approccio sia forward-looking in sede di pianificazione che backwardlooking quando si tratti di effettuare la gap analysis dei dati finali. Il Controllo di Gestione fornisce un supporto essenziale alle attività sia dell’Internal Auditing che del Risk Management, con cui instaura una cooperazione particolarmente stretta, specialmente in sede di calcolo degli indicatori di performance aggiustati per il rischio. Un elemento chiave di un efficiente sistema di controllo interno è Il Risk rappresentato dall’identificazione e analisi del rischio. Il rischio può Management essere definito come “ ... tutto ciò che può ostacolare (in varie forme e con diverse modalità) il raggiungimento degli obiettivi aziendali ...” 1 . Ne deriva che le principali funzioni dell’unità di Risk Management possono essere identificati come segue: ?l’identificazione dei rischi: è necessario identificare i rischi che influenzano tutte le attività della banca; ?la valutazione dei rischi: i rischi debbono essere classificati per tipo (di credito, di mercato, operativi, etc.) e ne deve essere valutato l’impatto sulle attività e la strategia dell’impresa; ?il controllo dei rischi: è necessario pervenire alle definizione di sistemi di controllo dei rischi e di metodologie di analisi coerenti con la natura e l’impatto dei rischi stessi. L’IME – BCE raccomanda che ciascuna banca crei una unità di Risk Raccomandazioni Management che copra tutti i segmenti operativi e che riporti al senior di IME-BCE management e al Consiglio di Amministrazione circa l’esposizione al rischio dell’istituto; è necessario inoltre predisporre format di monitoraggio sistematico di tutte le tipologie di rischio che possano 1 Italian Bankers’ Association, Internal control systems and evolution in Internal Auditing, April 1999. 37 La Corporate governance nell’industria bancaria europea significativamente influenzare gli obiettivi della banca. E’ da sottolineare che in numerosi Paesi i supervisor stanno iniziando ad accettare modelli interni di controllo dei rischi. Ciò rende la costituzione di Unità di Risk Management (o nel caso della maggiori banche, di I supervisor accettano i modelli interni di controllo dei rischi Unità di Capital Allocation o Shareholder Value, di cui si dirà più avanti) un elemento di crescente importanza nel risk management, capital allocation e pianificazione strategica. L’utilizzo di un modello interno di risk management può divenire una fonte di vantaggio competitivo. Infatti, il modello può a tutti gli effetti ridurre il costo di vincoli normativi ricordati in precedenza, limitando il capitale utilizzato per soddisfarli o accrescendo le opportunità di crescita attraverso un calcolo adeguato del fabbisogno di capitale. In quanto parte della valutazione delle strutture di governance di una La gestione del banca, l’interesse dei supervisor si concentrerà anche sull’adeguatezza sistema del sistema informativo (Management Information Systems, MIS) che informativo... fornisce al Consiglio, all’Audit o ad altri comitati l’insieme delle informazioni necessarie a portare avanti il loro lavoro di supervisione e controllo. Sotto questo profilo, i sistemi di risk management e controllo interno dovrebbero provvedere al senior management e al Consiglio un flusso informativo regolare circa l’esposizione al rischio; l’adeguatezza e la corrispondenza alle politiche di assunzione del rischio, le procedure, il rispetto dei limiti; la performance della società espressa in termini di rendimento aggiustato per il rischio. Per essere utili, le informazioni fornite dal sistema informativo interno devono generalmente incorporare cinque elementi di base: ?Tempismo – le informazioni devono poter essere raccolte velocemente; ?Accuratezza – devono essere istituite adeguate forme di controllo sulle modalità di elaborazione delle informazioni; ?Solidità – il processo di raccolta e elaborazione dei dati deve essere coerente e solido; ?Completezza – deve essere fornita una informazione sufficiente, senza che si creino sovraccarichi di dati; infine 38 …cinque elementi chiave La Corporate governance nell’industria bancaria europea ?Rilevanza – il set informativo deve essere definito in modo idoneo a supportare le esigenze degli utenti. Considerata la velocità di evoluzione dei mercati finanziari, è essenziale poter disporre di tutte le informazioni idonee a supportare il processo decisionale, in modo tempestivo. In loro assenza, l’esercizio di una efficace azione di controllo diviene impossibile. 2.6 L’informativa finanziaria Per funzionare in modo efficiente, i mercati devono avere accesso ad una informativa societaria attendibile e di qualità elevata. Benché la qualità del reporting sia in via di miglioramento, permane un Necessità di una informativa finanziaria di elevata qualità differenziale tra l’informativa effettivamente disponibile e le aspettative del mercato. Tradiziona lmente, l’attività di reporting prevede la pubblicazione di documenti a cadenza periodica (annuale, semestrale o trimestrale) contenenti informazioni storiche e corredate dalla comunicazione al Modelli tradizionali e innovativi di reporting mercato di notizie circa gli eventi di maggior interesse per la gestione (ad esempio, acquisizioni o cessioni). Cresce tuttavia la richiesta da parte dei mercati di metodi più sofisticati di valutazione dell’impresa, centrati sul concetto di creazione di valore per gli azionisti in una prospettiva di lungo termine. Questi sistemi innovativi di reporting e valutazione presuppongono la disponibilità di maggiori informazioni circa la strategia dell’impresa e le sue prospettive e — dunque — di più informazioni di carattere non finanziario. Nel recente dibattito in materia di trasparenza e disponibilità di informazione societaria, si tiene ampiamente in considerazione il fatto che gli investitori (attuali e potenziali) delle società quotate debbano essere tenuti al corrente di tutte le informazioni price sensitive, ovvero di tutti gli eventi e le transazioni relative alla società che possano in qualche modo influenzare il prezzo delle azioni. Portata alle estreme conseguenze, questa considerazione potrebbe implicare che gli investitori abbiano lo stesso livello di conoscenze dei membri del Board. 39 Conflitti tra gli interessi degli investitori e quelli del Board La Corporate governance nell’industria bancaria europea Potrebbe allora paradossalmente emergere un conflitto tra la legittima aspirazione degli investitori ad avere accesso a tutte le informazioni disponibili e l’esigenza da parte della società (che deve essere parimenti salvaguardata) di perseguire i propri obiettivi strategici, evitando che Necessità di un commento alle cifre una eccessiva trasparenza possa comprometterne la realizzazione. Il management può utilizzare la “vetrina” offerta dal bilancio annuale per rendere conto dei dati e delle performance della società. E’ da notare che il gap esistente tra la visione che il management ha del valore dell’impresa e la visione che dello stesso ha il mercato può essere parzialmente spiegato guardando al gap informativo e di comprensione derivante da una attività di reporting non perfettamente adeguata. Il Comitato di Basilea (Enhancing Bank Transparency – Settembre 1998) raccomanda che le seguenti categorie di informazioni siano Trasparenza delle informazioni incluse nell’informativa periodicamente diffusa dalle banche: ?la ?la performance finanziaria; posizione finanziaria (ivi inclusi il capitale, la solvibilità e la liquidità); ?le strategie e le procedure di risk management; ?l’esposizione ai diversi tipi di rischio (di credito, di mercato, di liquidità, operativi, legali e altri tipi di rischio); ?le politiche contabili; ?le informazioni di base in materia di business, management e corporate governance. Uno dei punti principali è costituito dalle misure di performance. Si tratta delle più comuni; in generale, investitori e analisti si affidano a tre misure: l’utile economico, il rendimento sul capitale aggiustato per il rischio e le performance per segmento di business. La caratteristica che tutte queste misure condividono è quella di fornite una misurazione bottom-line delle performance superiore a quella dei semplici risultati contabili. L’utile economico include il costo del capitale, non necessariamente aggiustato per il rischio. Misure di redditività del capitale aggiustato per il rischio consentono di valutare se la profittabilità possa ritenersi adeguata, dato il livello di rischio 40 Misurazione della performance La Corporate governance nell’industria bancaria europea sopportato. La performance per segmento di business segnala quale sia l’effettiva capacità delle diverse arre d’affari di produrre utili; un’informazione che assume importanza crescente nella misura in cui cresca la propensione da parte delle banche a diversificare le proprie aree d’affari. Nella misura in cui queste esigenze di maggiore informazione siano soddisfatte, l’attenzione dei mercati tenderà gradualmente a spostarsi da un’ottica di breve verso prospettive di più lungo periodo. La misurazione delle performance solleva questioni legate alla solidità Principi contabili dei principi contabili che vengono utilizzati nei diversi Paesi per la predisposizione dell’informativa finanziaria, mentre vanno crescendo la sensibilità verso l’utilizzo di standard comuni e la diffusione di schemi riconosciuti internazionalmente. In anni recenti, l’ International Accounting Standards Committee (IASC) ha lavorato intensamente nella direzione di migliorare qualità e la completezza dei propri standards. Rimangono però alcune incongruenze. Si tenga infatti presente che la Incongruenze Commissione Europea ha pubblicato una direttiva sui principi contabili che devono essere adottati nella predisposizione dei bilanci bancari, ma l’esperienza insegna che alcune delle opzioni che la direttiva lascia aperte generano differenze, e portano alla pubblicazione di informazioni contraddittorie. La funzione degli auditor esterni dovrebbe consistere in una analisi dell’accuratezza e dell’attendibilità dell’informazione contenuta nei Informativa e ruolo degli auditor esterni bilanci, in linea con un framework riconosciuto di standard contabili (si tratti di GAAP o di IAS). La relazione dei revisori esterni deve contenere una indicazione esplicita di quale set di principi contabili o di auditing sia stato utilizzato. L’indipendenza del processo di revisione è rafforzata dalla presenza di in Comitato Audit – composto da amministratori indipendenti – che fa da ponte tra revisori e management. E’ altresì importante che il Comitato Audit preveda la diffusione sia di annunci preliminari che di interim statements. 41 Segnalazioni preliminari e interim results La Corporate governance nell’industria bancaria europea In definitiva, come risultato di una più accurata supervisione da parte del Comitato Audit, l’intero processo di diffusione dell’informativa finanziaria appare rafforzato e cresce il grado di protezione accordato agli interessi degli investitori. 42 La Corporate governance nell’industria bancaria europea STAKEHOLDERS E SHAREHOLDERS VALUE NELL’INDUSTRIA BANCARIA 43 La Corporate governance nell’industria bancaria europea CAPITOLO 3 STAKEHOLDERS E SHAREHOLDERS VALUE NELL’INDUSTRIA BANCARIA 3.1. Stakeholder and e Shareholder Value Management La vera sfida delle aziende, bancarie e non, risiede nella loro capacità di creare valore per i propri azionisti, superandone le aspettative e accrescendo il valore di mercato delle proprie azioni. Modelli di corporate governance dovrebbero quindi essere realizzati in modo da facilitare questa mission. Tale creazione di valore economico permette Corporate governance come mezzo per raggiungere la mission della creazione del valore inoltre di soddisfare, qualora la distribuzione del valore creato avvenga attraverso un’efficiente ed efficace gestione dell’impresa oltre che tenendo in considerazione le esigenze delle altre parti in causa, anche le aspettative degli altri stakeholder. Risulta a questo punto fondamentale l’introduzione di un modello di gestione shareholder value oriented. Tale modello richiede lo sviluppo di processi che influiscono su tutti gli aspetti della banca (vedi slide), per cui deve essere sponsorizzato e supportato dai vertici aziendali. Fondamentali risultano quindi i meccanismi di corporate governance e la capacità di coagulare gli interessi dei diversi stakeholder attorno all’obiettivo della creazione di valore. “BEST PRACTICE” OF CORPORATE GOVERNANCE IN THE BANKING INDUSTRY: FOCUS STRATEGIC RISK MANAGEMENT NEED FOR A BEST PRACTICE OF GOVERNANCE STRUCTURE • Role of the Board, • Corporate Governance Unit AND SHAREHOLDER VALUE MODEL “BEST PRACTICE” OF CORPORATE GOVERNANCE TO MAXIMISE SHAREHOLDER VALUE 44 Relazione tra processi di creazione del valore, corporate governance e stakeholder La Corporate governance nell’industria bancaria europea Il commitment e l’impegno del top management, pur essendo essenziali, non sono tuttavia sufficienti e deve quindi essere attivato un team di cambiamento, tipicamente guidato da una corporate La Corporate governance (o shareholder value) unit governance/shareholder value unit che includa i rappresentanti di tutti i business più importanti, al fine di favorire la creazione di condivisione del progetto e consenso all’approccio da parte di tutta l’organizzazione. Un’ulteriore sfida del processo di trasformazione è la motivazione: infondere nel personale la volontà di assumere decisioni e iniziative a sostegno della filosofia del valore. Questo obiettivo si realizza soprattutto mediante il collegamento del sistema delle retribuzioni agli indicatori di performance di tipo S.V.A. (Shareholder Value Added) privilegiando la sostenibilità nel tempo del valore economico creato. Perseguire gli obiettivi in un’ottica di Shareholder Value Management significa adottare una strategia di medio-lungo termine che permetta di Il concetto di creazione di valore ridurre gli investimenti a minor valore aggiunto e di sviluppare le attività potenzialmente più redditizie allocando il capitale in base all’ottimizzazione del relativo profilo di rischio/rendimento. L’applicazione concreta richiede, naturalmente, di individuare quali sono le business unit che creano effettivamente valore e quali distruggono invece valore. A tal fine un istituto di credito deve : - identificare le business unit costitutive il Gruppo e riclassificare all’interno di queste business unit le “dimensioni” di analisi principali (ad esempio: segmenti di clientela, forme tecniche di prodotto, canali, aree geografiche ecc.); ? ? identificare, classificare, misurare, controllare, e soprattutto “prezzare” le diverse categorie di rischio che, in modo più o meno volontario vengono assunte; ? ? identificare e quantificare il rendimento atteso in termini di tasso soglia di remunerazione del capitale quale obiettivo minimo da raggiungere, in funzione della rischiosità della business unit, società o altro elemento di analisi, per il management della società; ? ? quantificare, ex-ante ed ex-post, l’assorbimento di capitale di ogni 45 Individuazione delle business unit che creano valore La Corporate governance nell’industria bancaria europea singola unità/divisione e, conseguentemente, rapportando a tale assorbimento l’utile stimato o effettivamente conseguito, ottenere una misura del grado di remunerazione del capitale da interpretarsi come profilo di rischio/rendimento; ? ? allocare/riallocare il capitale alle diverse business unit della banca seguendo un criterio di massimizzazione della redditività corretta per il rischio, rispettando i vincoli imposti dal Patrimonio di Vigilanza e dalla possibilità di saturazione della frontiera di sviluppo del business di ciascuna business unit. Tale processo può essere: ?? top-down: l’Alta Direzione assegna direttamente gli obiettivi di redditività e il capitale da allocare. In questo caso le perfomance dovranno essere valutate sul capitale assorbito effettivamente. Le business unit infatti, non svolgendo alcun ruolo nel processo di decisione della quantità di capitale assegnata, non potranno essere penalizzate per il capitale in eccesso ricevuto; ?? bottom-up: è il caso in cui esiste un sistema di massima delega alle singole business unit al punto da permettere l’esistenza di un mercato interno per l’allocazione del capitale. Le business unit negoziano il capitale che verrà loro allocato sulla base delle proiezioni di capital budgeting coerenti con lo sviluppo delle loro attività e gli obiettivi di redditività: esisterà quindi un prezzo interno di trasferimento stabilito in base alla legge della domanda e dell’offerta applicata al mercato interno del capitale. In questo caso le performance dovranno essere valutate sul capitale richiesto (allocato) dalle singole business unit. ?? negoziale : è la soluzione intermedia alle due precedenti. La determinazione degli obiettivi di redditività e di capitale allocato avviene tra l’alta direzione e le singole Business Unit; ? ? valutare le performance rischio/rendimento al fine di misurare la creazione o distruzione del valore (Shareholder Value Added) delle singole business unit e a livello globale. 46 La Corporate governance nell’industria bancaria europea Assume particolare rilievo il fatto che l’evoluzione del profilo di rischio nel corso degli anni ha portato i più avanzati operatori dei mercati Gli indicatori RAPM finanziari internazionali ad usare indicatori di performance aziendale sempre più sofisticati e raffinati. Questa evoluzione è stata stimolata dalla crescente attenzione delle banche e delle istituzioni finanziarie in genere alla congiunta considerazione dei risultati ottenuti e del rischio sopportato. Si è passati così da una semplice misurazione delle performance (magari basata sul ROE - Return On Equity) alla cosiddetta Risk Adjusted Performance Measurement (RAPM). Una misura di performance risk-adjusted altro non è che una misura in grado di considerare congiuntamente e confrontare il risultato economico prodotto da una singola transazione (o da una combinazione di transazioni) con il rischio ad esse connesso. E’ ovvia la differenza con misurazioni quantitative della redditività più semplici, come il ROE, che rappresentano esclusivamente degli indicatori contabili. A questi punto occorre domandarsi come può essere misurato il valore creato o distrutto dalle singole business unit (e a livello globale) Lo Shareholder Value Added (SVA) facendo ricorso alla metodologia SVA (Shareholder Value Added) ? Tale metodologia prevede che le performance ottenute dalle business unit siano confrontate con un parametro di riferimento (Hurdle Rate, tipicamente rappresentato dal Cost Of Equity – COE - o dal Weighted Average Cost of Capital - WACC) rappresentativo del livello minimo di remunerazione del capitale allocato. Lo Shareholder Value Added (SVA) di ogni business unit, calcolata expost per ogni periodo, è quindi la differenza tra il valore dell’indicatore RAPM e l’Hurdle Rate moltiplicato per il capitale allocato: SVA = (Indicatore RAPM – Hurdle Rate) ? Capitale Lo SVA complessivo a livello di società sarà calcolato, mutati i parametri di riferimento, in maniera analoga. Il passaggio conclusivo è rappresentato dalla definizione di un processo 47 Riallocazione del La Corporate governance nell’industria bancaria europea organizzativo per la sistematica riallocazione del capitale a rischio fra le varie business unit. La riallocazione del capitale (anche con cadenza infrannuale) è necessaria soprattutto per raggiungere tre obiettivi: 1. garantire flessibilità di azione alla banca al mutare delle opportunità e dei rischi del mercato; 2. migliorare i risultati economici garantendo maggiori “opportunità” a chi dimostra di saperlo fare fruttare meglio; 3. fornire un ulteriore strumento di motivazione dei responsabili delle diverse unità, agganciando la possibilità di ottenere incrementi del valore a rischio assegnato (quindi dei volumi d’attività) ai risultati ottenuti dall’unità. Nell’analisi delle problematiche connesse alla riallocazione del capitale si può distinguere a seconda che essa avvenga ex-ante o ex-post. - la riallocazione ex-ante è finalizzata ad anticipare i camb iamenti di mercato o a giustificare scelte strategiche di business definite dal management; - la riallocazione ex-post avviene in occasione della rilevazione e della valutazione delle performance effettivamente realizzate dalle singole business unit. Tuttavia la riallocazione del capitale sulla base dei risultati passati non può essere possibile né in eguale misura né con la medesima periodicità per tutte le differenti aree di business. Gli elementi discriminanti, sotto questo profilo, sono rappresentati soprattutto dai tempi di misurazione delle performance, dal grado di oggettività della loro misurazione e dai tempi necessari per il riadeguamento della posizione. 48 capitale La Corporate governance nell’industria bancaria europea CAPITOLO 4 RIEPILOGO E CONCLUSIONE Lo scopo di questo paper è stato di discutere di corporate governance nel sistema bancario europeo. I motivi per farlo: la globalizzazione in atto nell’industria dei servizi finanziari; la rottura delle barriere non solo geografiche, ma anche tra prodotti e servizi; l’affermarsi del nuovo paradigma dell’E-banking (e, più in generale, degli E-financial services); più in generale l’onda di cambiamento da tempo in atto nel sistema bancario. Si tratta di un cambiamento che è il risultato di diversi fattori: le crisi internazionali e del welfare state; le privatizzazioni; il consolidamento del settore dei servizi finanziari; la graduale eliminazione delle barriere regolamentari; l’ondata di fusioni e acquisizioni cross-border che negli anni più recenti ha interessato l’Europa; un accresciuto ruolo della finanza per la business community. Questo scenario in continua evoluzione crea per gli operatori nuove opportunità e minacce — legate tra l’altro all’ingresso di nuovi competitors non necessariamente soggetti alle stesse “regole del gioco”. I cambiamenti, i rischi e le opport unità del nuovo scenario contribuiscono a spostare con decisione l’attenzione sul tema della Corporate governance. Un’espressione che sempre più spesso tende ad identificarsi sia con il controllo di carattere “esterno” esercitato da Governi, regulators e azionisti sui meccanismi di funzionamento dell’impresa; sia con i tentativi interni di guidare le aziende verso obiettivi di creazione del valore per gli azionisti in una prospettiva di lungo periodo. Nel sistema finanziario, va gradualmente crescendo il ricorso al capitale privato. Ne deriva un’accresciuta rilevanza del mercato dei capitali obbligazionari e azionari e — di riflesso — degli stessi azionisti, siano essi investitori privati o istituzionali. E’ necessario allora che siano rafforzati gli interventi diretti migliorare il governo delle nostre aziende, bilanciando le aspettative degli stakeholders con gli interessi di un particolare sottogruppo di questi — gli shareholders — a tutti gli effetti titolari dei diritti di proprietà. E’ allora innanzitutto necessario interrogarsi se esista un “level playing field” che consenta di prevenire (o almeno di gestire) gli arbitraggi fiscali, normativi e di regolamentazione. L’attenzione deve essere concentrata anche sui problemi della governance interna che ha l’obiettivo di condurre le aziende su un sentiero, sostenibile nel lungo periodo, di creazione di valore per gli azionisti. Con riferimento ai problemi dalla governance esterna, emerge un processo di convergenza tra i maggiori regulators internazionali. 49 L’industria dei servizi finanziari è cambiata radicalmente ... ... e i cambiamenti sollecitano l’evoluzione della Corporate governance Governance “interna” e “esterna” Importanza degli azionisti tra gli stakeholder La necessità di creare un vero “level playing field” La produzione normativa dei La Corporate governance nell’industria bancaria europea Anche il modello di supervisione del sistema bancario Anglosassone e quelli prevalenti in gran parte dell’Europa Continentale vanno gradualmente avvicinandosi. Rimangono però molte aree grigie nelle relazioni — per esempio — tra i regulators e supervisors delle banche e delle società quotate, mentre non risultano ancora chiare le competenze in materia di disciplina dei nuovi entranti nel mercato dei servizi finanziari , in particolare gli e-competitors. Una ulteriore questione di importanza cruciale è quella connessa all’opport unità di sviluppare o meno una SEC (Security Exchange Commission) europea. E’ facile rendersi conto di come il mercato europeo sia stato profondamente trasformato dalla recente ondata di consolidamenti cross-border. E sono numerosi i trend che premono per una accelerazione in questo senso: l’esistenza di sovracapacità produttiva e la conseguente concorrenza sui canali distributivi; la rottura delle barriere intra-industry; la dinamica dei costi tecnologici; lo spostamento della domanda da parte delle famiglie dai prodotti ai servizi; lo sviluppo del mercato degli E-financial services. Tutti questi fenomeni — catalizzati dall’avvio dell’Unione Monetaria — hanno forzato le maggiori banche, dopo un’ondata di fusioni e acquisizioni su scala locale e nazionale, ad uscire dai confini nazionali, alla ricerca di nuovi partners. Questi eventi si stanno verificando in una situazione in cui, mentre la politica monetaria è gestita a livello integrato da un singola entità — la Banca Centrale Europea — persistono differenze significative tra la gestione delle politiche fiscali; in materia di diritto delle società; nella regolamentazione dei mercati. Si ritiene che creare un “level playing field” significhi aver a che fare con un set di regole chiare e trasparenti, emesse da regulators cui siano conferite competenze chiare e circoscritte. Una possibilità potrebbe essere la creazione di una autorità unica — riconosciuta a livello mondiale — finalizzata a regolare in modo standardizzato le attività di commercial e investment banking, di brokeraggio, di assicurazione e — in generale — tutti i servizi finanziari. Un ulteriore argomento di discussione è rappresentato dalla convergenza dei modelli di governance interna ed esterna, con una accresciuta accettazione da parte dei regulators dei modelli interni di misurazione e controllo dei rischi. Sotto questo punto di vista, il nuovo accordo di Basilea sui modelli interni di valutazione del rischio di credito costituisce un importante passo in avanti. La convergenza tra modelli interni ed esterni — una volta definita in modo omogeneo — costituirà la base per la creazione di un “level playing field” comune; per questa ragione è importante che le banche sviluppino tutte le strutture, i processi, le metodologie e i sistemi necessari a sfruttare questo vantaggio competitivo. Lo sfruttamento di queste metodologie condurrà allo sviluppo di più elevate capacità di gestione del rischio; ad un miglioramento nell’allocazione del capitale; ad una maggior accountability nei confronti degli azionisti; ad una più elevata capacità di misurare e remunerare le performance del management. In breve, risulterà 50 diversi regulators va convergendo Una SEC europea? E’ necessario un “level playing field” mondiale Crescente accettazione dei modelli interni La Corporate governance nell’industria bancaria europea accresciuta la capacità da parte delle imprese di creare valore per gli azionisti in una prospettiva di lungo periodo. Al momento, questo processo è sotto-ottimizzato, causa l’esistenza di vincoli normativi e restrizioni al funzionamento di un mercato per il corporate control; vincoli che — in effetti — ostacolano una gestione ottimale del processo di creazione di valore per gli azionisti e — in ultima analisi — impongono costi a carico di questi ultimi. Naturalmente, esiste una interazione tra governance esterna (ovvero legata alla presenza di enti regolatori) e governance interna (struttura e funzionamento del Board, ruolo dei Comitati, struttura organizzativa, management, etc.). In effetti, l’obiettivo fondamentale della governance esterna è quello della stabilità del sistema, mentre quello della governance interna è rappresentato dalla massimizzazione del valore per l’azionista (unito alla ricerca del miglior possibile trade-off con gli interessi degli altri stakeholder). Il documento si è focalizzato in particolare sui problemi di governance interna dell’industria bancaria, ed ha esaminato con particolare attenzione i differenti modelli di struttura e funzionamento del Board; composizione e ruolo dei Comitati; misurazione delle performance in un’ottica di creazione di valore per gli azionisti nel lungo periodo. E’ interessante anche riflettere sulla necessità di creare uno stretto legame tra metodi di misurazione delle performance e obiettivi e remunerazione dei managers, in modo tale da legare aspettative degli azionisti e comportamento dell’alta direzione. L’individuazione di una comune funzione obiettivo — così come la creazione di un efficiente mercato del corporate control — contribuisce a mitigare i problemi che tradizionalmente caratterizzano le società in cui esiste una separazione netta tra proprietà e controllo. Uno degli elementi di maggiore importanza in materia di corporate governance è rappresentato dalla definizione della struttura, delle regole di funzionamento, del ruolo e delle responsabilità del Consiglio di Amministrazione, dei Comitati (laddove presenti) o delle management units (l’Unità di Corporate governance o di Shareholder Value). In sintesi, esistono due modelli diversi per i Consigli di Amministrazione: il modello anglosassone (one-tier) e quello renano (two-tier). Nello schema anglosassone, le funzioni di gestione e controllo risultano concentrate in una singola unità; l’obiettivo è quello di disporre di una struttura in grado di rispondere prontamente ai cambiamenti del mercato, agile nei processi decisionali e orientata alla creazione di valore per gli azionisti. Lo schema renano è caratterizzato invece dalla separazione tra le funzioni di gestione e di controllo. Riflette in altre parole l’idea che l’azienda sia una istituzione sociale con differenti stakeholders; l’Executive Board meglio rappresenta allora i diritti degli azionisti, il Supervisory Board quelli degli altri stakeholders. La legislazione italiana consente di identificare una sorta di “terza via”; praticamente, nel caso italiano l’adozione di un modello di tipo 51 La funzioni di utilità di azionisti e Regulators non coincidono Focus sulla governance “interna” Obiettivi definiti in termini di SVM possono ridurre le divergenze tra proprietà e management Strutture del CdA: one-tier, two-tier, e… ... il caso italiano La Corporate governance nell’industria bancaria europea one-tier è affiancata dalla nomina da parte dell’Assemblea del Collegio Sindacale, cui spettano funzioni di controllo. Anche se — almeno sotto alcuni aspetti — le funzioni del Collegio Sindacale non differiscono da quelle attribuite all’Audit Committee nel modello anglosassone, il grado di indipendenza del Collegio Sindacale è sicuramente più ampio. I suoi membri sono eletti direttamente dall’Assemblea degli azionisti, a differenza della società di revisione che — essendo selezionata dal Consiglio di Amministrazione — può esserne in qualche modo influenzata. La terza via italiana può rappresentare probabilmente un sistema per bilanciare l’agilità del processo decisionale con l’efficacia di un sistema di tipo “checks and balances” garantendo al Board, laddove il Collegio Sindacale rappresenti le istanze degli altri stakeholders, la possibilità di concentrarsi sugli obiettivi di creazione di valore per gli azionisti. Parlando di corporate governance per le banche, è poi necessario ricordare che gli azionisti rappresentano una categoria molto particolare di stakeholder, avendo deciso di convertire in azioni una parte della propria ricchezza finanziaria; un investimento che incorpora per sua natura un certo grado di rischio. Il Consiglio di Amministrazione deve sentire la responsabilità di gestire, proteggere e accrescere il valore di questo investimento. A questo scopo, il Consiglio deve concentrarsi sull’obiettivo di creazione del valore per gli azionisti; deve cioè impegnarsi a gestire l’impresa con un forte impegno alla ricerca dell’efficienza e dell’efficacia. Il risultato di questo impegno è un monte più elevato di profitti, da distribuire agli azionisti e agli altri stakeholders. Si tratta di un concetto particolarmente importante, considerando che nell’industria bancaria una serie di elementi di natura legale e strutturale hanno tradizionalmente il corretto funzionamento dei mercati dei prodotti finali, del lavoro e del corporate control (l’esistenza di posizioni oligopolistiche in alcuni paesi, di schemi di assicurazione dei depositi, vantaggi competitivi garantiti alle banche locali, ...). La definizione di un chiaro insieme di obiettivi per l’alta direzione e il management è quindi un primo passo verso l’accountability; il collegare questi obiettivi alle remunerazioni è il secondo passaggio. Esprimere questi obiettivi in termini creazione di valore per gli azionisti (SVA) in una prospettiva di lungo periodo è la strada migliore per allineare le funzioni di utilità dell’alta direzione, dei managers e degli azionisti. Infatti, il Board gestisce l’azienda per conto degli azionisti e dovrebbe essere uno strumento di decisione collettiva con riferimento a leadership e strategie. Il Board costituisce anche uno strumento per la protezione degli azionisti e garantire che la gestione si allinei agli obiettivi di massimizzazione del valore. Una delle tematiche più dibattute in materia di governance interna si riferisce alla distribuzione di ruoli e responsabilità all’interno del Consiglio di Amministrazione. Focus della discussione è il ruolo dell’Amministratore Delegato, in particolare se debba o meno 52 Indipendentemente dal modello organizzativo, il CdA deve mirare alle creazione di valore per gli azionisti ... Definire gli obiettivi in ottica SVA allinea gli interessi degli azionisti, del Board e del top managementt Separazione tra le responsabilità del CEO e del La Corporate governance nell’industria bancaria europea assumere la carica di Presidente del Consiglio di Amministrazione. Esiste un consenso crescente attorno all’idea che sia necessario mantenere distinti i due ruoli, lasciando al Presidente incarichi di leader e moderatore del Consiglio, al CEO responsabilità di carattere gestionale, e raggiungendo in tal modo una situazione di equilibrio e controllo. Un secondo problema è relativo all’adozione o meno dei Comitati, al fine di migliorare i meccanismi di governance interna. Il Comitato di Basilea sottolinea l’importanza di istituire comitati, al fine di migliorare l’efficacia delle strutture di governance: ?? il comitato di Risk Management; ?? il Comitato Audit; ?? il Comitato per le Remunerazioni; ?? il Comitato per le Nomine. Non devono però essere dimenticati i costi e i ritardi nei processi decisionali che potrebbero essere indotti dall’adozione di tali organismi. Pure critica è la decisione se creare o meno unità indipendenti di controllo e Risk Management. Le Best Practices a livello internazionale puntano nella direzione di espandere il ruolo assegnato all’unità di Risk Management, trasformandola in una unità di Shareholder Value Management. Scopo di questa unità sarebbe quello di individuare un nesso tra gli obiettivi di creazione di valore in una prospettiva di lungo periodo e quell’insieme di metodologie e processi che collegano risk management e capital allocation alle mission tradizionali del controllo di gestione e della pianificazione strategica. Questa unità deve essere in grado di confrontare le performance sul capitale assorbito e allocato contro un tasso rappresentativo dei rischi del gruppo, della società, della business unit, etc. Questa misura di performance deve essere collegata agli obiettivi e ai compensi del Board, del top management e del management in generale, creando così una comune funzione di utilità con gli azionisti. In conclusione, si può ben pesare alla corporate governance come ad un concetto collegato strettamente a quello di accountability, laddove enfasi particolare è posta su alcune caratteristiche: 1. Il top management deve godere di indipendenza nella gestione dell’impresa, nell’ambito della propria mission e dei propri obiettivi (che identifichiamo con la massimizzazione del valore per gli azionisti); deve essere inoltre chiara la sua responsabilità nei confronti del Board in relazione al raggiungimento dei target. 2. Il Consiglio di Amministrazione e — nel caso italiano — il Collegio Sindacale hanno la responsabilità di monitorare: ? ? la massimizzazione del valore per gli azionisti nel lungo periodo; ? ? il rispetto delle leggi, dei regolamenti e dei codici interni di condotta; ? ? l’equa distribuzione tra gli stakeholders del valore prodotto, dando priorità agli azionisti. 3. Deve essere chiara la responsabilità del Consiglio di 53 Persidente del CdA Punti di forza e debolezza dei Comitati Il passaggio da Risk Management Unit a Shareholder Value Management Unit Metriche SVM, definizione degli obiettivi e allineamento delle remunerazioni i modi più efficaci di migliorare la corporate governance La Corporate governance nell’industria bancaria europea Amministrazione nei confronti dell’Assemblea degli azionisti. 4. Al Consiglio deve essere assegnata la responsabilità di approvare le politiche di creazione di valore per gli azionisti; deve inotre facilitare la realizzazione degli investimenti diretti a creare strutture di supporti, processi e sistemi che garantiscano il raggiungimento degli obiettivi di creazione di valore nel lungo periodo. 5. I governi, le istituzioni sovranazionali e i regulators devono percepire la responsabilità di armonizzare la governance dell’ambiente in cui le imprese sono chiamate ad operare, con l’obeittivo di creare un vero level playing field, e di minimizzare i costi legati all’osservanza delle disposizioni regolamentari. La presente dispensa rappresenta la sintesi di un più ampio lavoro di Carlo Salvatori, in collaborazione con PriceWaterhouseCoopers, tradottosi in una relazione tenuta da Carlo Salvatori in qualità di Amministratore Delegato di Banca Intesa S.p.a. La presente dispensa è stata curata da Massimo Regalli ed è indirizzata agli studenti del Corso di “Banca e Finanza in Europa”, tenuto da. Carlo Salvatori nell’ambito del Corso di Laurea in Scienze Politiche dell’Università degli Studi di Parma. 54