Inaugurato a Formello il Monumento ai Martire di Fiesole

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Inaugurato a Formello il Monumento ai Martire di Fiesole
Cultura & dintorni
Ricordato il sacrificio dei carabinieri uccisi dai nazisti
Inaugurato a Formello
il Monumento ai Martire di Fiesole
E’ stato inaugurato a Formello (Roma), nell’ambito delle celebrazioni per il Bicentenario dell’Arma dei Carabinieri, il Monumento alla
memoria dei Martiri di Fiesole, i Carabinieri Alberto La Rocca, Vittorio Marandola e Fulvio Sbarretti, che settant’anni fa si consegnarono al nemico
per salvare la vita a degli innocenti.
L’opera, allestita nel Piazzale antistante la Caserma dei Carabinieri che ha cambiato il nome da
Via Formellese Nord km 8,200 in “Largo Martiri
di Fiesole”, raffigura due mani nell’atto di liberarsi
dalla materia, metafora della Liberazione, è stata
ideata dal pittore, scultore e incisore Vinicio Prizia,
curatore e direttore del Centro per l’incisione e la
grafica del Comune di Formello, ed eseguita da
Attilio Lucchini, scultore fiesolano del Laboratorio
di scultura contemporanea “eVento”, ed è stata
realizzata grazie al dono di un “masso” dalla proprietaria delle Cave di Monte Ceceri a Fiesole, Lucrezia Corsini Miari Fulcis, e alla
sponsorizzazione di un’impresa di Formello che
ha sostenuto i costi sia del monumento che della
riqualificazione del piazzale antistante la Caserma.
L’episodio ricordato dal monumento si riferisce ad
un fatto poco noto della lotta di Liberazione recentemente portato all’attenzione del grande pubblico dalla RAI con il film tv “A testa alta” che,
per l’occasione, è stato proiettato nella Sala
Grande di Palazzo Chigi a Formello.
I Carabinieri La Rocca, Marandola e Sbarretti, impegnati contro l’occupazione nazista, durante un
conflitto a fuoco uccisero un soldato tedesco.
Scattò la rappresaglia e i tre, nel frattempo datisi
alla macchia, decisero di consegnarsi per salvare
la vita a dieci civili che sarebbero stati fucilati al
loro posto.
Alla cerimonia, che ha avuto l’adesione del Presidente della Repubblica ed è patrocinata dal Ministero della Difesa, dalla Regione Lazio e dal
Comune di Fiesole (Firenze), sono intervenuti il
Gen. Angelo Maruccia, Comandante della Le-
gione Carabinieri Lazio, il sindaco di Fiesole Anna
Ravoni, il sindaco di Formello Sergio Celestino e
la Banda Comunale “Alberto Bernabei” di Formello.“Abbiamo individuato questo episodio di
concerto con l’Arma lo scorso anno, molto prima
del film, ha sottolineato Sergio Celestino, sindaco
di Formello, la nostra idea era infatti quella di
chiamare a testimonianza dei valori costituzionali
della Resistenza figure in cui ogni italiano possa
riconoscersi. I Carabinieri, in questo senso, sono
un prezioso patrimonio dell’intera nazione, un fattore unificante al di là di ogni distinzione culturale
o politica, e ci è sembrato un bel modo di celebrarne il Bicentenario”. E il sindaco di Fiesole,
Anna Ravoni, ha affermato che ha appreso con
soddisfazione “l’idea nata dal sindaco di Formello
di intitolare una piazza del suo Comune ai tre martiri di Fiesole e di realizzare un monumento con la
pietra serena proveniente proprio dalle nostre cave
di Monte Ceceri. Il sacrificio dei Carabinieri La
Rocca, Marandola e Sbarretti è sempre vivo nel
cuore e nella mente dei fiesolani che provano ancora, a distanza di settant’anni, un grande sentimento di riconoscenza nei confronti di questi tre
giovani”.
Romolo Paradiso
Al Museo Nazionale d’Arte Orientale di Roma
Il peso della leggerezza: sculture in
carta kozo di Nobushige Akiyama
Sabato 4 Ottobre alle ore 12,30 si svolgerà a
Roma in Palazzo Brancaccio, sede del Museo
Nazionale D’Arte Orientale “Giuseppe Tucci”
(Via Merulana, 248), la conferenza stampa di
presentazione della mostra “Il peso della leggerezza: sculture in carta kozo di Nobushige
Akiyama” che sarà aperta al pubblico dal 5 ottobre all’11 gennaio 2015 (orario: martedì, mercoledì e venerdì dalle 9,00 alle 14,00; giovedì,
sabato, domenica e festivi dalle 9,00 alle 19,30.
Biglietto d’ingresso € 6,00; ridotto € 3,00).
Nobushige Akiyama, artista giapponese formatosi alla Art and Design University di Tokyo
che ha completato la sua preparazione artistica
in Italia, ha scelto Roma come sua residenza.
Negli anni ha sviluppato un grande amore per
la carta fatta a mano tipica del suo Paese, ed in
particolare la carta kozo, ottenuta dalla corteccia del gelso con una complessa lavorazione.
Questa carta, utilizzata nelle forme più varie ed
in abbinamento con il legno, la resina, il bronzo
e il marmo, è diventata la materia della sua
scultura.
L’ampia selezione dei suoi lavori, circa 30, alcuni dei quali site specific, esposta nelle sale
del Museo Nazionale d’Arte Orientale ‘G.
Tucci’, oltre a un evidente valore estetico, ha
anche un valore culturologico, permettendo al
pubblico italiano di conoscere l’affascinante
mondo della carta washi, la tradizionale carta
artigianale giapponese. Nel corso della mostra
l’artista darà vita ad alcune dimostrazioni durante le quali il pubblico potrà assistere dal vivo
alla manifattura della carta, e a dei wokshop, i
cui partecipanti stessi fabbricheranno il proprio
foglio di carta.
Il Soprintendente del Museo, Francesco di Gennaro, e la storica dell’arte curatrice delle collezioni d’arte dell’Estremo Oriente, Maria Luisa
Giorgi hanno accolto con interesse la proposta
espositiva di Akiyama: la mostra si integra, infatti, in una serie di eventi organizzati negli ultimi anni dal Museo, che hanno avuto per
oggetto la produzione di artisti contemporanei
provenienti da Cina, Corea e Giappone, nonché
di artisti italiani che si ispirano all'Oriente.
La personale del maestro Akiyama presso il
Museo Nazionale d’Arte Orientale ‘G. Tucci’
ha ottenuto il patrocinio del Ministero dei beni
e delle attività culturali e del turismo, dell’Ambasciata del Giappone in Italia e il sostegno
della Japan Foundation, che ha riconosciuto nei
lavori dell’artista eloquenti strumenti di diffusione della conoscenza dell’arte e della cultura
giapponese in Italia. La mostra è a cura di Stefania Severi, che da anni segue l’artista avendolo inserito nella mostra “Il dono del gelso”
(Istituto Giapponese di Cultura - Roma 2006),
e di Maria Luisa Giorgi, che ha coordinato l’organizzazione dell’evento. Il catalogo (edizioni
Booklab), in tre lingue e riccamente illustrato,
è corredato da brevi saggi della professoressa
Stefania Severi, del critico d’arte Emanuele Rinaldo Meschini e del regista teatrale Massimiliano Milesi.
Alberto Esposito
mercoledì 1 ottobre 2014
laVoce
Omaggio all’artista per i 60 anni di professione
Annamaria Strumendo:
la seduzione della materia
Nell’ambito degli incontri culturali che ogni ultimo mercoledì del mese la Sezione di Roma
Capitale “2° Cengio” dell’Associazione Nazionale Granatieri di Sardegna, si è svolto a Roma,
nella Sala Conferenze di Via Sforza, 8, un incontro con l’artista Annamaria Strumendo (scultrice, pittrice e grafica) per festeggiarne i 60 anni
di attività artistica.
Nel corso dell’incontro, moderato dal Gen. Nicola Canarile, Presidente onorario della Sezione,
Annamaria Strumendo ha illustrato le opere che
per l’occasione erano in esposizione nella Sala
(tra le quali la pala d’altare “La Pietà”, dedicata
ai Granatieri Caduti, realizzata nel 1992 per la
Caserma “Albanese Ruffo” di Roma, il dipinto
“Le amiche”, acrilico su tela, la scultura in finto
bronzo “I musici”) e attraverso la proiezione
delle immagini di alcune sue opere (bassorilievi
in terracotta, dipinti ad acrilico, disegni), alcune
delle quali presenti in collezioni pubbliche, rappresentative delle sue ricerche condotte nei territori
della
figurazione
e
realizzate
armonizzando la libertà del gesto con la seduzione della materia utilizzata per definire raffigurazioni permeate da una raffinatissima
atmosfera che sembra smentire la staticità delle
figure.
Tutta la sua opera, strutturata su un impianto che
si muove verso l’essenzialità del segno e del colore, appare come un diario intimo col quale
esprime una particolare forza indagatrice attraverso una grafia capace di svelare la realtà più
profonda dei temi che nella sua carriera artistica
ha portato all’attenzione dei suoi “lettori”.: il lavoro minorile, l’infanzia, le carceri, la donna.
Tra le opere illustrate, il dipinto “Salto del Granatiere” (acrilico su tela cm. 70x70, realizzato
per commemorare il centenario dell’inizio della
Prima Guerra Mondiale, che “illustra” l’eroismo
del 1° Reggimento Granatieri che il 3 giugno
1916 respinse sul Monte Cengio (m. 1.351), sull’altipiano di Asiago, dopo quattro giorni di
scontri, gli attacchi austriaci. Rimasti senza munizioni, i Granatieri, comandati dal Capitano Fe-
“Figure”, bassorilievo in terracotta h. cm. 60
derico Marozzo Della Rocca, ingaggiarono un
furioso corpo a corpo con i loro assalitori lanciandosi, in un volo suicida, nel vuoto trascinando, ognuno di loro, due nemici ai quali si
erano avvinghiati. Da allora il baratro del Monte
Cengio, strapiombante sulla Val d’Astico, ha
preso il nome di “Salto del Granatiere” e il 2°
Battaglione Granatieri assunse la denominazione di “Cengio”.
L’opera di Annamaria Strumendo ricorda il glorioso evento attraverso una figurazione attenta
alla rappresentazione fedele del luogo per descrivere, con stile nitido e asciutto, frutto di
grande sapienza artistica, la “scena” di uno dei
tanti e poco noti episodi di eroismo compiuti dai
fanti italiani durante la Grande Guerra.
Al termine dell’incontro, al quale sono intervenuti l’Avvocato Arsenio Rossoni, Vice Presidente della Sezione “2° Cengio”, il Gen. Mario
Davide e il Gen. Saverio Cascone, è stato donato
all’artista un foulard con lo stemma araldico dei
Granatieri di Sardegna, corpo di fanteria dell’Esercito Italiano discendente dall’antico Reggimento delle Guardie creato dal Duca Carlo
Emanuele II di Savoia nel 1659.
Vittorio Esposito
A Roma al Complesso dei Dioscuri al Quirinale
Cinzia Cotellessa: Mutazioni
Dal prossimo 4 ottobre il Complesso Monumentale dei Dioscuri al Quirinale (inaugurazione alle ore 19, Via Piacenza, 1 a
Roma) ospiterà la mostra antologica dedicata all’artista abruzzese Cinzia Cotellessa (è nata a
Pescara nel 1962) dal titolo “Mutazioni. Percorsi di vita con
l’Arte”, in programma nella
splendida cornice di Via Piacenza 1 fino al 12 ottobre prossimo (dal lunedì al sabato con
orario 10.00-13.00 e 14.30-19.00
e ingresso libero). L’esposizione,
promossa dall’Associazione Brutium e patrocinata dal
Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo e dal
Dall’alto, “La balia velata”,
1998, tecnica mista cm. 35x50
e “La femme avec le chapeaux”,
1996, tecnica mista cm. 23x33
Consiglio Regionale del Lazio,
rende omaggio a un’artista (pittrice, scenografa, costumista e disegnatrice di gioielli) dotata di
una prorompente forza creativa e
di un talento multiforme. A venti
anni di distanza dall’esposizione
allestita nel 1994, l’artista affida
a “Mutazioni” il compito di segnare una profonda linea di demarcazione tra passato e futuro e
raccontare - attraverso un’ampia
raccolta di oltre 150 lavori realizzate in sanguigna, caffè, olio,
tempera, acquerello e tecniche
miste - il cammino da lei compiuto dal 1994 ad oggi. Dai “Ribbons” a “Pet passion”, passando
per “Che palle, ovverosia le palle
rotte!”, “Donne che hanno tempo
e voglia di amare”, “Angeli e
non…AAA Cercasi angelo custode”, la “Sedia Antropomorfa”
e “I Guerrieri della Luce”, tutte
le principali tematiche affrontate
dalla pittrice sono illustrate in un
prezioso percorso a ritroso, suddiviso in sei diverse aree, “che come spiega lei stessa - si chiude
in un cerchio perfetto come il nastro di Mohebius e inizia proprio
a partire dai pezzi realizzati più
di recente”. La sua è una pittura
estremamente raffinata, impreziosita da innumerevoli elementi
culturali, da insiti messaggi poetici e da molteplici simbologie
che prendono spunto da discipline diverse: le scienze filosofiche, quando la perfezione della
forma sferica delle palline da
golf fa riferimento a quella degli
ermafroditi di platoniana memoria, la storia delle religioni,
quando a essere ritratti sono gli
Angeli, la numerologia, quando
la teoria del quadrato magico fa
capolino nei ritratti dedicati ai
Guerrieri della Luce.
All’inaugurazione interverranno
Gemma Gesualdi, Presidente del
Brutium, Rosario Sprovieri, Direttore Responsabile del Complesso
Monumentale
dei
Dioscuri al Quirinale, Marina Piranomonte, Direttore Archeologo Coordinatore della Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologi di Roma, il critico e direttore di Ages, Mara Ferloni, e
il giornalista Antonello Dose.
La mostra resta aperta fino al 12
ottobre prossimo con orario dal
lunedì al sabato dalle 10.00 alle
13.00 e dalle 14.30 alle 18.00.
Francesca Gianna