Eneide libro 2 - istituto san giuseppe del caburlotto
Transcript
Eneide libro 2 - istituto san giuseppe del caburlotto
Eneide Libro II A cura di D. Belfiori, 4 LSc La distruzione di Troia Nel libro II dell’Eneide viene narrata la presa di Troia da parte degli Achei grazie al genio di Ulisse e all'inganno del cavallo di legno. Viene usato come espediente il racconto dell’eroe, al quale, giunto a Cartagine, viene chiesto di narrare le sue gesta nelle ultime ore di Troia e il suo lungo errare. I Greci, stanchi di ben dieci anni di assedio, decidono di espugnare Troia con l’inganno, costruendo il famoso cavallo di legno. Il cavallo viene lasciato in bella mostra sulla spiaggia, mentre la flotta greca si imbarca e si nasconde sull'isola di Tènedo. I Troiani sono indecisi sul da farsi C'è chi: Non si fida dei Greci, e intuisce che il cavallo non è un’offerta agli dèi ma solo un tranello ordito dagli Achei per espugnare Troia. Tra questi vi era Capi. E chi: Insiste nel condurre il cavallo dentro le mura, anche perché gli Achei se ne erano andati e l’opera sembrava essere più un’offerta agli dèi che un inganno. Timete era uno di questi. Il popolo è spaccato a metà, ma due fatti sconvolgono le cose. L’intervento di Laocoonte, sacerdote di Nettuno, che ammonisce i Troiani di distruggere il cavallo. Così dicendo, vibra un’asta contro la pancia del cavallo. Con questo gesto i Troiani sono quasi decisi a seguire la sua proposta. L’arrivo di un gruppo di pastori che portano con sé un prigioniero greco, Sinone, che dice di essere sfuggito ai suoi compatrioti che volevano immolarlo per garantirsi un viaggio di ritorno favorevole. Il discorso di Sinone commuove Priamo, re di Troia, che si decide a far entrare il cavallo dentro le mura Nell'episodio è possibile notare la presenza della pietas virgiliana A convincere i Troiani della buona fede degli Achei ci pensa la stessa Pallade, che invia due serpenti che divorano i figli di Laoconte per poi strangolare anche lui. Durante la notte Sinone, che si rivela essere una spia dei Greci, fa uscire i soldati dall'interno del cavallo, e costoro spalancano le porte della città per permettere al resto dell’esercito greco di entrare a Troia A questo punto fa la sua comparsa Enea. Destato da un’apparizione in sogno di Ettore, che gli intima tra l’altro di fuggire dalla città portando con sé i Penati, si rende conto della situazione e si butta nella mischia perché “è dolce morire in battaglia” Le statuette degli dei Penati È curioso notare che gli Achei utilizzano tattiche di combattimento romane, come la formazione a testuggine. Per la religione romana, i Penati erano gli spiriti protettori di una città o di una casa. In loro onore in genere si compievano dei sacrifici. Enea si dirige quindi nella reggia, dove ammutolito assiste alla barbara uccisione di Polite, figlio di Priamo, ad opera di Pirro. Dopo di che Pirro sgozza anche Priamo, che aveva tentato invano di difendersi. Tra le rovine del palazzo scorge Elena, causa della disgrazia che sta vivendo. Enea vuole ucciderla, ma viene fermato dalla madre Venere, che lo avvisa invece del pericolo che stanno correndo i suoi familiari e gli intima di precipitarsi a salvarli. Venere Ecco di nuovo la pietas: Enea risparmia Elena e accetta i consigli della madre-dea. Enea raggiunge la sua famiglia per portarli in salvo. Il padre Anchise non vuole abbandonare la patria, ma due segni divini lo convincono. 1) 2) L’apparizione di un lume sul capo di Ascanio Una stella che cadendo da sinistra illumina tutto il cielo. Allora Enea con la sua famiglia fugge da Troia, ma giunto fuori dalla città, si accorge che Creusa, sua moglie, non è più dietro di lui Enea, disperato, torna indietro e la cerca in lungo e in largo, finché non gli appare il suo spirito, che gli annuncia di non esser caduta in mani nemiche ma di esser stata assunta in cielo per volere divino Enea, Anchise ed il piccolo Ascanio si allontanano dalla città in fiamme Ruiz Juan, Enea e Anchise in fuga da Troia in fiamme