sestoeurorapporto - Europamondo
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SESTOEURORAPPORTO SESTOEURORAPPORTO ATTIVITA` DELLA REGIONE EMILIA-ROMAGNA IN ATTUAZIONE DELLE POLITICHE COMUNITARIE 2002 DIREZIONE GENERALE ALLA PRESIDENZA DELLA GIUNTA SERVIZIO POLITICHE EUROPEE E RELAZIONI INTERNAZIONALI sesTOEURORAPPORTO ATTIVITA` DELLA REGIONE EMILIA-ROMAGNA IN ATTUAZIONE DELLE POLITICHE COMUNITARIE (2002) PRESENTATO NELLA SEDUTA DELLA GIUNTA REGIONALE DEL 14 LUGLIO 2003 Il documento è stato elaborato nell’ambito del Gruppo di lavoro “Cabina di regia regionale” con il coordinamento di Michele Migliori e Giuliana Ventura. Hanno contribuito: Rita Accorsi, Rosanna Altizio, Sergio Andreis, Samanta Arsani, Giuseppe Bacchi Reggiani, Lorenza Badiello, Arda Baldi, Michela Baldi, Aldo Bertazzoli, Silvano Bertini, Claudia Canè, Lucia Cannellini, Noelia Carboni, Carla Cavallini, Olga Cavina, Mario Cerè, Giampiero Cilione, M.Lucia Contri, Stefano Corazza, Maria Cristina Cremaschi, Alessandro Criserà, Stefano Dall’Omo, Andrea Dianati, Alessandro Maria Di Stefano, Tiziano Draghetti, Valentina Favero, Stefania Fenati, Francesca Fini, Andrea Furlan, Anita Gaiani, Lodovico Gherardi, Silvia Grassi, Marina Guermandi, Silva Gurioli, Cinzia Ioppi, Carmen Iuvone, Anna Maria Linsalata; Sandra Lotti, Antonietta Laruina, Gabriele Marzano, Enrica Morandi, Rossana Preus, Attilio Rinaldi, Luisa Rossi, Teresa Schipani, Willer Simonati, Simona Spagnoli, Margherita Spinazzola, Claudio Tolomelli, Silvia Tolomelli, Piergiorgio Vasi, Monica Visentin, Patrizia Vitali. Con la collaborazione del Servizio Stampa e Informazione della Giunta regionale, Piera Raimondi Cominesi. SESTOEURORAPPORTO 3 PRESENTAZIONE Questa pubblicazione annuale sulle attività delle nostra regione in attuazione delle politiche comunitarie è giunta oramai alla sesta edizione. È un lavoro importante e imponente e desidero ringraziare i collaboratori che hanno lavorato per realizzarla. È importante, perché ogni azione pubblica deve avere un riscontro da parte di tutti, fa parte della trasparenza con la quale abbiamo sempre lavorato e lavoriamo. È imponente, perché la nostra regione è una delle più attive nell’utilizzare appieno i fondi comunitari e realizzare così una importante ricaduta sul territorio, e ciò significa una complessa articolazione di progetti e azioni. Progetti sempre più a valenza transnazionale che evidenziano la nostra propensione a creare reti con altre realtà, non solo istituzionali, di altri paesi europei. L’augurio è che la nostra presenza continui ad essere leader per molte iniziative e trainante per molte altre regioni, così come è avvenuto fino ad oggi ed anzi il nostro impegno sarà sempre più forte nella tensione ideale ed effettiva di portare il nostro contributo di regione ricca e dotata di forte know how sulla scena europea. Le regioni sono sempre più protagoniste nell’Unione, non solo nella realizzazione di programmi ma anche, e soprattutto, nella applicazione delle politiche e della normativa comunitaria. È comunque un impegno crescente. Oggi stiamo vivendo una stagione dinamica di cambiamenti, sia a livello nazionale che europeo. Dal lato nazionale, il cambiamento costituzionale ha comportato una grande opportunità che ora sta maturando nella legislazione applicativa: quella di un coinvolgimento fattivo delle Regioni nella definizione della posizione nazionale e nel negoziato comunitario. Partecipazione quindi anche alla fase di ideazione delle politiche e normative comunitarie. Al livello comunitario la fase è in grande divenire. Sono oramai sotto i riflettori i due grandi eventi che cambieranno la configurazione della nostra casa europea già nei prossimi mesi: l’allargamento ad est dell’Unione e una nuova Costituzione per gli europei. Il nostro auspicio è in favore di una grande crescita della nostra casa comune, e perché si crei finalmente un’Unione politica che consenta all’Unione di lavorare con meccanismi democratici e di esercitare sul piano internazionale un’influenza determinante nell’affermare con la politica i valori base della nostra unione: pace, stabilità e prosperità. Noi, come parte di questo grande progetto, continueremo a dare il nostro convinto contributo affinché ciò si realizzi. A tutti voi auguro un buon lavoro. VASCO ERRANI Bologna, 14 luglio 2003 SESTOEURORAPPORTO Presentazione del Rapporto 5 3 L’Unione Europea nel 2002: un quadro generale 11 Convenzione per il futuro dell’Europa 15 L’amministrazione regionale nei rapporti con l’Unione Europea 21 Strutture operative 23 Ufficio di collegamento delle istituzioni comunitarie a Bruxelles 24 1. Attuazione e partecipazione della Regione alle politiche comuni 27 La politica agricola Scenario comunitario Scenario regionale Gli interventi comunitari nel settore agricolo e agroindustriale regionale L’applicazione dell’OCM ortofrutta L’applicazione della PAC ai seminativi 29 29 29 30 30 31 La politica ambientale Scenario comunitario Azioni intraprese al livello regionale Gli interventi finanziati in corso di realizzazione Agenda 21 locale INFEA Rete Natura 2000 Protezione e risanamento delle acque Gestione e riduzione dei rifiuti 36 36 36 36 37 37 39 39 41 LIFE - strumento finanziario europeo per l’ambiente Partecipazione della Regione a progetti LIFE 43 43 La politica di ricerca e sviluppo tecnologico Scenario comunitario 48 48 6 SESTOEURORAPPORTO Il sesto programma quadro 48 Partecipazione della Regione a programmi di ricerca 49 La politica dei trasporti Partecipazione della Regione ad azioni comunitarie 52 52 La politica energetica Il Piano energetico regionale 54 54 La società dell’informazione 55 2. Programmi comunitari territoriali ed intersettoriali 57 Schema di Sviluppo dello Spazio Europeo 59 La politica comunitaria di coesione territoriale ed economica 60 Il Piano regionale di sviluppo rurale L’informazione e le attività di valutazione 61 66 Obiettivo 2 Le aree interessate Lo stato di attuazione del Docup Emilia-Romagna 2000-2006 67 67 67 Obiettivo 3 Il Programma Operativo Emilia-Romagna 2000-2006 La programmazione 2002 Lo stato di attuazione del programma operativo regionale Descrizione dello stato di avanzamento 73 73 74 78 80 Il programma Pesca L’attuazione in Emilia-Romagna 84 84 3. I Programmi di Iniziativa Comunitaria (PIC) e le azioni innovative 87 I Programmi di Iniziativa Comunitaria e le Azioni innovative 89 SESTOEURORAPPORTO EQUAL La Regione Emilia-Romagna e l’attuazione di Equal 7 89 90 INTERREG III Sezione A: cooperazione transfrontaliera Sezione B: cooperazione transnazionale – Il programma MEDOCC – Il programma CADSES Sezione C: cooperazione interregionale 98 98 98 99 101 102 LEADER + Attuazione del POR Leader + 2000-2006 in Emilia-Romagna 103 103 Le Azioni Innovative Azioni innovative FESR 107 107 4. Partecipazione della Regione ad altri Programmi d’azione comunitari 109 Programma Cultura 2000 La partecipazione della Regione al programma Cultura 2000 111 112 Programma Gioventù La partecipazione della Regione al programma Gioventù Il Progetto Giovani 113 113 114 Programma Leonardo da Vinci La partecipazione della Regione al programma Leonardo da Vinci 115 115 Programma Raffaello La partecipazione della Regione al programma Raffaello 117 117 Programma Socrate La partecipazione della Regione al programma Socrate 118 119 Programma Stop La partecipazione della Regione al programma Stop 120 120 Programma Urb-AL 121 8 SESTOEURORAPPORTO La partecipazione della Regione al programma Urb-AL 121 Progetti pilota e Linee speciali di bilancio 122 Azioni a favore dell’allargamento La partecipazione della Regione a programmi e azioni di sostegno all’ampliamento Twinning light 124 125 125 5. Partecipazione ad altre iniziative d’ell’Unione Europea 127 Il Centro Risorse Europeo per l’Orientamento 129 I Carrefour Europei d’informazione e animazione rurale 130 L’Ufficio europeo per il suolo 132 6. Altre attività della Regione 133 Iniziative del Consiglio regionale 135 La partecipazione della Regione ad associazioni ed organismi internazionali di carattere interregionale 135 La collaborazione istituzionale con altre Regioni 139 7. Disciplina comunitaria in materia di concorrenza: compatibilità degli aiuti regionali 141 Aiuti di Stato 143 Aiuti a finalità regionale 143 Le azioni regionali Breve quadro riepilogativo delle leggi regionali attuative della normativa comunitaria approvate nel 2002 Le notifiche effettuate dalla Regione Emilia-Romagna nel 2002 Progetto Studio di fattibilità per l’istituzione di un registro unico ed informatizzato degli aiuti concessi in regime de minimis 143 143 145 146 SESTOEURORAPPORTO 9 8. Servizi di informazione europea sul territorio regionale 147 L’informazione europea della Regione Emilia-Romagna 149 Il “Centro Documentazione Europa” della Biblioteca del Consiglio Regionale 151 Servizi informativi dell’Unione Europea presenti in Emilia-Romagna 152 Grafici e tabelle 157 Agenda 2000 - Regione Emilia-Romagna Programmazione interventi strutturali Quadro riassuntivo degli stanziamenti 2000-2006 159 160 Partecipazione della Regione Emilia-Romagna a progetti a cofinanziamento comunitario Elenco e tabelle di sintesi Elenco degli organismi tedeschi, francesi, inglesi e spagnoli partner in progetti comunitari 161 168 Cartine Regione Emilia-Romagna 177 Aree Obiettivo 2 Aree a sostegno transitorio Aree 87.3.c Interreg III B aree CADSES Interreg III B aree MEDOCC Interreg III A aree transfrontaliere Aree SIC e ZPS 179 180 181 182 183 184 185 L’UNIONE EUROPEA NEL 2002: UN QUADRO GENERALE SESTOEURORAPPORTO Due grossi eventi, all’inizio ed alla fine dell’anno, hanno contrassegnato il 2002; eventi che hanno sancito due svolte storiche per l’Unione Europea: il 1° gennaio l’euro è entrato concretamente nella vita quotidiana di circa 300 milioni di cittadini europei, completando in tal senso il processo di unione monetaria che si inserisce fra le tappe più importanti della costruzione europea come lo erano state in precedenza la realizzazione dell’unione doganale nel 1968 e quella del mercato unico del 1992; nel mese di dicembre si sono conclusi i negoziati per l’allargamento più ampio realizzato in un’unica volta nella storia dell’Unione europea. I Vertici europei, organizzati nel primo semestre dalla presidenza spagnola e, successivamente, da quella danese, hanno affrontato e si sono pronunciati su specifici argomenti: Sul piano istituzionale il 2002 ha visto inoltre il succedersi di due avvenimenti importanti per il passato ed il futuro dell’Unione: mentre da un lato è stato dato avvio alle attività della convenzione incaricata di riflettere sul futuro dell’Unione, dall’altro è scaduto, nel mese di luglio, il trattato di Parigi (1952) che istituiva la Comunità europea del carbone e dell’acciaio (CECA) fondamenta originaria della costruzione comunitaria. • il Consiglio europeo di Barcellona (15 e 16 marzo) ha esaminato i progressi compiuti nei primi due anni di attuazione della strategia di Lisbona finalizzata a dare impulso ad un’economia competitiva, dinamica e basata sulla conoscenza ed ha individuato tre grandi settori d’azione: politiche attive verso la piena occupazione, rafforzamento della strategia per l’occupazione, promozione delle competenze e della mobilità nell’Unione Europea; I lavori della convenzione, presieduta da Giscard d’Estaing si sono aperti il 28 febbraio e sono stati contraddistinti dal susseguirsi di varie fasi: la prima, detta “d’ascolto” è stata finalizzata alla raccolta delle informazioni e delle prese di posizione ai vari livelli istitu- • il Vertice di Siviglia del 21 e 22 giugno è stato dedicato principalmente al futuro dell’Unione, in modo particolare alla riforma del Consiglio, allo sviluppo della politica comune di sicurezza e difesa (PESC) ed all’analisi dei negoziati relativi alle nuove adesioni. Inoltre zionali, economici e sociali; la seconda fase “di studio” avviata in settembre e conclusasi nel dicembre 2002, ha consentito la presentazione, al presidium della convenzione, delle relazioni elaborate da vari gruppi di lavoro. La conclusiva fase “di sintesi”, nel 2003, permetterà di trarre le conclusioni attraverso la presentazione di proposte specifiche. il Consiglio ha affrontato le tematiche dell’asilo e dell’immigrazione nel contesto del programma finalizzato a creare uno spazio comune di libertà, sicurezza e giustizia; • il Consiglio europeo straordinario di Bruxelles ha analizzato le conclusioni della Commissione europea sul grado di rispetto dei criteri politici ed economici per i dieci futuri Stati membri e si è espresso per l’adesione di Romania e Bulgaria a partire dal 2007. Si è inoltre pronunciato sul quadro finanziario e di bilancio connesso con l’allargamento per il periodo 2004-2006; • il Vertice di Copenaghen del 12 e 13 dicembre, concludendo un ciclo iniziato nove anni nella stessa capitale, ha formalizzato con dieci paesi candidati, la nuova adesione (Cipro, Estonia, Lettonia, Malta, Polonia, Repubblica ceca, Slovacchia, Slovenia e Ungheria) che diventerà effettiva a partire dal 1° maggio 2004. Per quanto riguarda i molteplici aspetti dell’integrazione comunitaria interna, le politiche e le attività dell’Unione si sono sviluppate principalmente attorno a quattro assi: • la promozione di un’economia fondata sulla conoscenza, la competitività e la crescita sostenibile (processo di Lisbona; 13 • un’azione di riforma del contesto normativo a seguito del processo avviato nel 2001 con la pubblicazione del Libro bianco sulla governance europea; • l’avvio di riforme anche in altri settori d’attività specifici quali la semplificazione delle procedure per il controllo degli aiuti di Stato, la revisione di politiche comunitarie quali la politica comune della pesca (PCP) e la politica agricola comune (PAC), l’approfondimento ulteriore della riflessione sulla futura politica di coesione post 2007; • l’avvio concreto di una serie di programmi o piani d’azione quali il sesto programma quadro di ricerca e sviluppo tecnologico (2002-2006), il sesto programma d’azione per l’ambiente, il nuovo programma d’azione nel settore sanitario, il programma Galileo di radionavigazione satellitare, il nuovo piano “eEurope 2005” relativo alla società dell’informazione. Sul piano delle relazione esterne si segnala la ripresa del partenariato euromediterraneo che ha visto l’adozione, a Valencia, di uno specifico piano d’azione di rilancio ed il potenziamento del processo di stabilizzazione e d’associazione avviato nei Balcani occidentali. Sul piano multilaterale l’Unione ha fornito importanti contributi a due grandi SESTOEURORAPPORTO 14 conferenze internazionali: la Conferenza di Monterrey (Messico) del marzo 2002 sul finanziamento dello sviluppo, il vertice mondiale sullo sviluppo sostenibile a Johannesburg (Sud Africa) del settembre 2002. In termini finanziari l’analisi dei pagamenti effettuati dal bilancio comunitario condotta dalla Corte dei Conti sull’esercizio finanziario 20011, comparata alla rilevazione dell’esercizio preceden- te, segna un aumento dei pagamenti per le spese di politica agricola comune, una diminuzione percentuale dei pagamenti per azioni strutturali, una flessione positiva per quelli relativi alle azioni esterne ed agli aiuti di preadesione. Incidenza % dei pagamenti effettuati dalla Commissione europea nel 2001 5. Spese amministrative 6% 3. Politiche interne 7% 4. Azioni esterne 5% 7. Aiuto di preadesione 2% 6. Riserve 0% 1. Politica agricola comune 52% 2. Azioni strutturali 28% Pagamenti effettuati nel 2001, per rubrica delle prospettive finanziarie Nota: Pagamenti effettuati nel 2001 = pagamenti a fronte di stanziamenti 2001 + pagamenti a fronte di riporti dal 2000.(Mio EUR e %) Confronto pagamenti effettuati nel 2000 e nel 2001 45.000,0 2000 2001 40.000,0 2000 % 2001 % 1. Politica agricola comune 2. Azioni strutturali 3. Politiche interne 4. Azioni esterne 5. Spese amministrative 6. Riserve 7. Aiuto di preadesione 40.505,9 27.590,8 5.360,8 3.841,0 4.643,0 186,3 1.203,4 48,61 33,11 6,43 4,61 5,57 0,22 1,44 41.533,90 22.455,80 5.303,10 4.230,60 4.855,10 207,2 1.401,70 51,93 28,07 6,63 5,29 6,07 0,26 1,75 Totale 83.331,2 100,00 35.000,0 30.000,0 25.000,0 20.000,0 15.000,0 10.000,0 5.000,0 1. Politica agricola comune 2. Azioni strutturali 3. Politiche interne 4. Azioni esterne 5. Spese amministrative 6. Riserve 79.987,4 100000 1 GUCE C295 del 28/11/2002. 7. Aiuto di preadesione CONVENZIONE PER IL FUTURO DELL’EUROPA SESTOEURORAPPORTO L’Unione europea è un progetto in evoluzione. Nei suoi successivi allargamenti e modifiche dei trattati si è assistito ad una inevitabile stratificazione di norme che un poco alla volta si sono in parte sovrapposte. Tale percorso ha mano a mano reso più complessa la “macchina comunitaria” e ciò ha contribuito non poco a creare un distacco, non solo emotivo, dei cittadini dalle Istituzioni europee. L’obiettivo di stabilizzazione del continente europeo perseguito tramite il più ampio allargamento a 25 ha inoltre posto un ulteriore problematica circa il funzionamento dei meccanismi che regolano il funzionamento delle istituzioni comunitarie stesse. Si è quindi arrivati ad una necessaria considerazione prima, e decisione poi di ridurre la mole normativa che rappresenta l’acquis comunitario (circa 80.000 pagine ne compongono il corpus normativo), e di semplificare il funzionamento delle istituzioni comunitarie per consentire una azione efficace delle politiche in un’Europa allargata. Il Consiglio europeo di Nizza nel dicembre 2000, a conclusione della Conferenza intergovernativa, non è riuscito ad operare la forte innovazione che da più parti era auspicata e che tutti in qualche misura ritenevano necessaria. Il nuovo Trattato di Nizza, tra l’altro entrato in vigore da pochi mesi, non scioglie i nodi essenziali del funzionamento delle istituzioni e della semplificazione normativa. Un anno dopo, nel dicembre 2001 a Laeken i capi di stato e di governo sono stati chiamati nuovamente a porsi il quesito di come operare la svolta necessaria, ed è proprio in questo Vertice che si sono poste le basi del dibattito e del lavoro in corso oggi a Brussels. Uno degli output più importanti di questo Vertice è infatti stata la Dichiarazione sul Futuro dell’Europa dove vengono indicati gli obiettivi per il lavoro futuro, individuati in: • la sfida democratica: • all’interno, avvicinare le istituzioni europee ai cittadini e • all’esterno: il confronto dell’Ue con un mondo in rapida mutazione e globalizzato; • le riforme in un’Unione rinnovata: • una migliore ripartizione delle competenze nell’Ue • la semplificazione degli strumenti dell’Unione • più democrazia, trasparenza ed efficacia nell’Unione europea • la via verso una costituzione per i cittadini europei. Lo stallo provocato dal dibattito avvenuto nella Conferenza intergovernativa conclusosi a Nizza con un nulla di fatto – cioè con un nuovo trattato di fatto carente nella necessaria innovazione istituzionale – ha indotto ad individuare un nuovo strumento di dialogo ed un nuovo tavolo negoziale per avviare questo passaggio così difficile ma anche così importante. Su proposta del Presidente della Commissione europea, Romano Prodi, si è infatti deciso di convocare una “Convenzione per l’avvenire dell’Europa” dotandola di una forte investitura politica. Tale spessore politico della Convenzione discende dalla sua ampia composizione, con la presenza dei rappresentanti dei Governi e dei Parlamenti di tutti gli stati, sia membri che entranti, ma non solo. Per la prima volta anche i livelli di governo regionale e l’intera società civile hanno partecipato attivamente all’elaborazione di una riforma istituzionale necessaria a garantire l’efficacia delle Istituzioni comunitarie ed ad un auspicabile approfondimento dell’integrazione europea. Per garantire un ampio dibattito e in generale per coinvolgere l’insieme dei cittadini, è stato istituito ed aperto un forum per le organizzazioni e la società civile, quale rete strutturata di organizzazioni che sono regolarmente informate sui lavori della Convenzione. Tale forum è stato previsto già nel Vertice di Laeken. Un sistema informativo tramite web ha inoltre garantito la tempestiva informazione sui lavori e l’accesso ai documenti elaborati in seno alla Convenzione. 17 In totale i membri effettivi della Convenzione sono 105: il presidente, Valery Giscard d’Estaing; due vicepresidenti, Giuliano Amato e Jean Luc Dehaene; ventotto rappresentanti dei capi di Stato o di Governo dei quindici stati membri e dei tredici paesi candidati; cinquantasei parlamentari nazionali (due per ciascuno stato membro e paese candidato); sedici membri del Parlamento europeo; due rappresentanti della Commissione, Michel Barnier e Antonio Vitorino. Da notare che i membri della Convenzione possono farsi sostituire da altrettanti membri supplenti. La Convenzione conta inoltre tredici osservatori: sei rappresentanti del Comitato delle Regioni, tre rappresentanti delle parti sociali europee, nonché il mediatore europeo. La Convenzione nasce quindi come Organismo politico temporaneo, costituito allo scopo di elaborare la proposta di riforma delle Istituzioni comunitarie. Proposta che costituirà la base negoziale e decisionale della prossima Conferenza intergovernativa, la sola sede giuridicamente atta a decidere sulla modifica dei trattati, e quindi sulla adozione di una eventuale nuova Costituzione per l’Ue. I lavori della Convenzione si sono aperti il 28 febbraio 2002 a Brussels. Inizialmente la loro durata è stata pre- 18 vista di un anno, ma è poi stata prolungata di qualche mese, fino al Vertice di Salonicco del Giugno 2003 e, vista la difficoltà di raggiungere una posizione comune su alcuni aspetti cruciali, è stata prevista una ulteriore sessione in luglio 2003. Per rendere più efficace il lavoro di una Plenaria così numerosa è stata decisa la istituzione di un organo chiamato Presidium con l’obiettivo di stilare proposte da discutere in aula. Il Presidium è composto da dodici persone: il presidente e i due vicepresidenti; i rappresentanti dei governi dei tre Stati membri che esercitano la presidenza dell’Unione durante i lavori della Convenzione (Spagna, Danimarca, Grecia) due rappresentanti dei parlamenti nazionali, due rappresentanti del Parlamento europeo e i due rappresentanti della Commissione; infine un rappresentanti dei paesi candidati è invitato ad assistere alle riunione del Presidium. Il Presidium è assistito nei lavori da un Segretariato che è assicurato dal Segretariato generale del Consiglio. Nel discorso di apertura, il suo Presidente, Valery Giscard d’Estaing, ha presentato il programma diviso in tre fasi. La prima, definita di ascolto, – phase d’écoute – è stata dedicata alla raccolta delle informazioni e delle prese di posizione iniziali. La seconda fase, o SESTOEURORAPPORTO fase di studio, – phase d’étude – è iniziata nel mese di settembre e si è conclusa alla fine dell’anno, ha dato luogo alla presentazione delle relazioni elaborate da dei dieci gruppi di lavoro interni alla Convenzione. La terza fase, di sintesi e di elaborazione della proposta, – phase de proposition – è iniziata all’inizio del 2003 e presenterà un primo output al Vertice di Salonicco del 20 Giugno 2003, a conclusione della presidenza greca dell’Ue. Fase di ascolto Nella prima fase di ascolto il focus della discussione è stato centrato sulla problematica relativa ad una più chiara delimitazione delle competenze. Ciò poiché il sistema attuale di delimitazione delle competenze, frutto di riforme successive dei trattati – che hanno accompagnato l’evoluzione della costruzione comunitaria – cerca di conciliare due esigenze: la necessità di precisione nella delimitazione e quella di una certa flessibilità. L’Unione europea/Comunità europea, ha soltanto competenze di attribuzione, agisce quindi nei limiti delle competenze che le sono conferite e degli obiettivi che le sono assegnate dai trattati. Nel corso del dibattito in seno alla Convenzione, la maggior parte delle cri- tiche mosse contro il sistema attuale di ripartizione delle competenze riguardano non tanto la necessità di cambiare il sistema stesso, quanto piuttosto di ridurne i suoi “eccessi”. Occorre sottolineare che, in virtù del fatto che gran parte delle competenze non legislative spettano agli Stati membri, queste critiche interessano soprattutto le competenze legislative, sia per quanto riguarda la loro delimitazione sia il controllo del suo rispetto. In particolare i membri della Convenzione nel corso di questa fase hanno dibattuto su: • mancanza di chiarezza del sistema • mancanza di precisione di alcune disposizioni del trattato CE – disposizioni “funzionali” (artt. 94, 95 e 308 del TCE) • inosservanza dei principi di sussidiarietà e di proporzionalità • disattesa delle aspettative dei cittadini • controlli insufficienti per garantire il rispetto della delimitazione - controllo politico e controllo giurisdizionale. È stato considerato inopportuno rimettere in discussione le realizzazioni attuali dell’Unione, mentre si è ritenuto auspicabile un rafforzamento dei compiti dell’Unione nel settore della politica estera e della politica di libertà, sicurezza e giustizia. Allo stesso tempo la maggioranza dei partecipanti alla Convenzione si è espressa in favore di una ripartizione dei poteri e delle competenze più semplice, in cui sia possibile individuare facilmente le competenze dei vari livelli, europeo, nazionale e regionale (e locale). Si è insistito sulla necessità di esplicitare nei trattati il principio della competenza di attribuzione, senza elaborare alcun catalogo delle competenze, poiché ciò comporterebbe un irrigidimento delle competenze. Si è ribadita quindi la necessità della flessibilità del sistema di delimitazione delle competenze sottolineando la necessità di meccanismi decisionali basati su principi chiari e democratici, piuttosto di un sistema rigido di ripartizione delle competenze accompagnato dall’istituzione di strumenti efficaci di controllo del rispetto dei principi di ripartizione delle competenze e di sussidiarietà. È stato richiesto inoltre un meccanismo di controllo politico con un forte intervento dei Parlamenti nazionali e un meccanismo di natura giuridica con un rafforzamento della Corte europea di Giustizia. In questo senso è stato proposto un sistema di allerta precoce – early warning system – che consiste nella possibilità concessa ai Parlamenti nazionali di esprimersi sulla conformità o non conformità del testo alla norma della sussidiarietà tramite un documento motivato da inviare ai Presidenti di Commissione, Consiglio e Parlamento europeo. SESTOEURORAPPORTO Per ciò che concerne la suddivisione delle politiche, il dibattito ha condotto ad un accordo sull’estensione del metodo comunitario al terzo pilastro (Giustizia, Affari interni). Si sono registrate, invece, divergenze sulla necessità di estendere l’azione comunitaria al tema della governance economica e della politica sociale. In merito al ruolo delle regioni, si è generalmente convenuto che si debba basare la distinzione delle competenze sui valori della sussidiarietà e delle proporzionalità. Per il controllo della sussidiarietà, è aperta la questione se il sistema di allerta rapida debba consentire alle regioni a potere legislativo di adire direttamente alla Corte di Giustizia. Fase di studio Prima dell’estate 2002, visto l’ampio numero di tematiche da sviluppare e la necessità di trovare una sintesi nelle Sessioni plenarie, la Convenzione si è data una metodologia di lavoro per Gruppi, composti da membri stessi della Convenzione. I gruppi hanno sviluppato ciascuno specifiche tematiche analizzando in sostanza i quesiti fondamentali sui quali è stato costruito il documento finale. Gruppo “Sussidiarietà” Presidente Inigo Méndez de Vigo Nella sua relazione finale il gruppo ha sottolineato che l’applicazione di questo principio ha migliorato la normativa europea, ma che tuttavia, oggi essa è soggetta unicamente al controllo giurisdizionale della corte di Giustizia, che interviene solo dopo l’adozione degli atti legislativi. Il Gruppo ha dichiarato una tensione verso una migliore applicazione della sussidiarietà durante il processo legislativo e che i Parlamenti nazionali possano intervenire efficacemente qualora ritengano che una proposta di testo normativo non rispetti tale principio. Per migliorare l’applicazione e il controllo di questo principio in futuro, il Gruppo ha proposto: • l’obbligo per la Commissione europea di allegare alle sue proposte una “Scheda di sussidiarietà” che consenta, caso per caso, al legislatore una migliore valutazione dell’aderenza al principio; • la creazione di un meccanismo di allarme preventivo che consenta ai Parlamenti nazionali di esprimersi all’inizio della procedura sulla conformità o non conformità delle proposte normative della Commissione europea al principio di sussidiarietà; • l’attribuzione, ai Parlamenti nazionali che hanno attivato il meccanismo di allarme preventivo, del diritto di adire la Corte di Giustizia dopo l’adozione degli atti legislativi per violazione del principio di sussidiarietà • il Comitato delle Regioni potrà adire la Corte di Giustizia per i testi che riguardano settori per i quali è consultato nel contesto delle sue attribuzioni. Gruppo “Carta” Presidente Antonio Vitorino La Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea si rivolge alle istituzioni e agli organi dell’Unione nonché agli Stati membri in sede di applicazione del diritto dell’Unione. Riguardo all’integrazione della Carta nel futuro trattato, il Gruppo ha ritenuto che tale Carta debba essere integrata nel trattato costituzionale, sottolineando che non attribuirà nuove competenze all’Ue. Il Gruppo ha inoltre ritenuto che l’Ue debba aderire alla Convenzione europea dei diritti dell’uomo. Spetterà al Consiglio dei Ministri dell’Ue decidere all’unanimità le modalità e il calendario di tale adesione. Gruppo “Personalità giuridica” Presidente Giuliano Amato Attualmente l’Ue non ha una personalità giuridica esplicita, mentre la Comunità europea, che ne è una componen- 19 te, è un soggetto di diritto internazionale. Ne risulta una confusione in merito al sistema europeo. Nel fare questa constatazione, il Gruppo ha fatto le seguenti raccomandazioni: • l’Unione europea deve disporre in modo esplicito della personalità giuridica; • questa nuova personalità deve sostituire le personalità giuridiche esistenti; • di conseguenza l’Unione europea dovrà avere una unica personalità giuridica. Gruppo “Parlamenti nazionali” Presidente Gisela Stuart Il Gruppo ha sottolineato che i Parlamenti nazionali devono poter assicurare una maggiore vigilanza nei confronti delle politiche europee dei rispettivi governi e sorvegliare il rispetto del principio di sussidiarietà. Il Gruppo ha quindi raccomandato: • il riconoscimento del ruolo di parlamenti nazionali nel trattato costituzionale; • una migliore informazione dei parlamenti nazionali mediante imposizione alla Commissione europea dell’obbligo di trasmettere loro direttamente ogni testo di carattere consultivo o proposta legislativa nonché i programmi legislativi e strategici annuali; 20 • il rafforzamento della cooperazione e degli scambi tra i parlamenti nazionali in relazione al loro ruolo nelle questioni europee; • un maggiore coinvolgimento dei parlamenti nazionali nei grandi orientamenti europei. Gruppo “Competenze complementari”, Presidente Henning Christophersen Il Gruppo ha sottolineato che le “competenze complementari” non sono competenze allo stesso titolo delle competenze esclusive dell’Unione e delle competenze condivise ed ha raccomandato di adottare il termine “misure di sostegno” invece di “competenze complementari” in modo da rendere più chiaro il concetto. Gruppo “Governance economica” Presidente Klaus Hänsch Il Gruppo ha raccomandato innanzitutto che gli obiettivi economici e sociali dell’Unione siano inclusi nel futuro trattato costituzionale. Il Gruppo ha operato una netta distinzione fra politica monetaria e politica economica ed ha riaffermato che la politica monetaria europea è di esclusiva competenza della Comunità, che la esercita tramite SESTOEURORAPPORTO la Banca centrale europea. La politica economica è invece di competenza degli Stati membri. Il Gruppo, a differenza degli altri, non ha raggiunto l’unanimità sulle raccomandazioni finali da presentare in Sessione plenaria, ma ha solo suggerito alcune disposizioni sui temi: indirizzi di massima per le politiche economiche, patto di stabilità e crescita, metodo di coordinamento aperto, fiscalità. Gli ultimi quattro Gruppi che sono stati creati e che hanno presentato la loro relazione alle Sessioni plenarie della convenzione, nell’ambito di questa fase di lavoro, sono: “Difesa”, Presidente Michel Barnier. “Spazio di libertà, sicurezza e giustizia”, Presidente John Bruton. “Relazioni esterne”, Presidente JeanLuc Dehaene. “Semplificazione”, Presidente Giuliano Amato. Un undicesimo Gruppo ha inoltre affrontato i temi dell’Europa sociale. Fase di elaborazione della proposta La terza fase si è aperta all’inizio di quest’anno. Si tratta della fase più importante poiché è chiamata a redigere la proposta che la Convenzione sottoporrà ai lavori della prossima Conferenza intergovernativa. È quindi auspicabile che conduca alla elaborazione di un testo condiviso di Costituzione per la nuova Europa, ma le visioni della futura Europa sono piuttosto distanti fra le varie componenti della Convenzione, rispecchiando una distanza anche dei singoli Stati. Si evidenziano timori di perdita di autonomia e potere, fra Stati grandi e piccoli, fra Paesi forti e quelli economicamente più debole, fra Stati membri ed entranti. Appare chiaro che non esiste ancora una volontà di creare una Unione europea quale Istituzione sovranazionale, ma l’auspicio di chi scrive è che possa comunque essere un lungo e coraggioso passo avanti, e che sia il necessario approfondimento dell’integrazione europea in vista della vicina entrata dei dieci paesi che hanno già firmato i trattati di adesione. L’AMMINISTRAZIONE REGIONALE NEI RAPPORTI CON L’UNIONE EUROPEA SESTOEURORAPPORTO 23 STRUTTURE OPERATIVE La descrizione delle attività dell’Amministrazione regionale di gestione ed attuazione di programmi e progetti sostenuti congiuntamente da finanziamenti regionali e dell’Unione Europea è il principale oggetto del presente rapporto che, in forma sintetica, riporta anche altre azioni sostenute dalla Regione collegate indirettamente a tematiche comunitarie. Nell’ambito dell’Amministrazione non sono previste strutture operative specificamente dedicate a tali programmi, ma la loro attuazione fa riferimento alle Direzioni Generali settoriali competenti. Il Servizio Politiche Europee e Relazioni Internazionali, istituito nel 1995 presso la Direzione Generale alla Presidenza, è incaricato dei rapporti istituzionali con gli Organismi europei e con le strutture nazionali di coordinamento delle politiche comunitarie ed internazionali e all’interno del quale opera funzionalmente l’Ufficio regionale di collegamento di Bruxelles. Gli interventi relativi ai Fondi strutturali per il periodo di programmazione 2000-2006 che rappresentano la parte preponderante sia in termini finanziari che di impegno burocratico ed amministrativo, sono attivati tramite programmi territorializzati ed intersettoriali. In questo caso, singole Direzioni generali (DG) assicurano il coordinamento operativo fra i vari settori coinvolti: – la DG Agricoltura cura la gestione ed il coordinamento del programma per lo sviluppo rurale e del programma Leader plus; – la DG Attività produttive, Commercio, Turismo è competente per la gestione ed il coordinamento del programma per l’obiettivo 2, delle Azioni Innovative FESR e del programma per lo SFOP; – la DG Cultura, Formazione e Lavoro gestisce gli interventi previsti nell’ambito dell’obiettivo 3 e della parte di competenza regionale del programma Equal; – la raccolta dei dati relativi al monitoraggio finanziario dell’attuazione degli interventi dei Fondi strutturali avviene attraverso una postazione centrale di rilevazione presso il Servizio Ragioneria e Credito della DG Risorse finanziarie e strumentali che raccoglie i dati dalle singole postazioni secondarie collocate nelle strutture di gestione dei singoli programmi. Le rilevazioni sono fatte trimestralmente ed inviate al Ministero del Tesoro nell’ambito di una intesa Stato/Regioni; – per quanto riguarda il programma Interreg III, la DG Presidenza, in considerazione del carattere transnazionale ed interregionale, nel corso del 2001 ha curato il coordinamento di un gruppo di lavoro interdirezione per individuare le priorità regionali da sviluppare nell’ambito di tale programma ed il collegamento con il Ministero dei Lavori Pubblici, quale Amministrazione centrale capofila e responsabile dell’attuazione del programma. Altre Direzioni Generali operative sono coinvolte direttamente nella gestione ed attuazione di progetti non finanziati dai Fondi strutturali, ma da altre risorse del bilancio dell’Unione Europea. Questi ultimi fanno riferimento ad un insieme di programmi o azioni che l’Unione Europea attua e gestisce, per la maggior parte in maniera diretta, attraverso bandi ed inviti per la presentazione di progetti. Come si può evincere anche dal rapporto, queste “azioni dirette” si inseriscono nell’ambito di specifici programmi che hanno l’obiettivo di consolidare politiche comuni già avviate (agricoltura, ricerca, trasporti, tutela dell’ambiente), o di creare le basi per l’attivazione di nuove politiche comuni (sociale, cultura, reti transeuropee, turismo ecc.). La crescente sensibilizzazione dell’Amministrazione verso le politiche europee ha portato alcune Direzioni Generali a prevedere, fra il proprio organico, specifiche posizioni organizzative per il collegamento delle attività delle Direzioni con le politiche comunitarie al fine di promuovere progetti e collaborazioni su tematiche di interesse europeo. Nel 1996, con delibera di Giunta n. 447, è stata formalizzata la costituzione della Cabina di regia regionale con l’intento di migliorare l’integrazione delle attività regionali connesse all’attuazione dei programmi comunitari. Il livello politico è identificato nella Giunta regionale coadiuvata da un gruppo tecnico interassessorile coordinato dal Direttore generale alla Presidenza. Sul piano istituzionale, il Presidente della Giunta regionale è membro del Comitato delle Regioni, organismo consultivo dell’Unione Europea istituito nel 1993 a seguito dell’entrata in vigore del Trattato di Maastricht. 24 SESTOEURORAPPORTO del gruppo di lavoro sulla governance in ambito ERRIN), UFFICIO DI COLLEGAMENTO CON LE SEDI DELLE ISTITUZIONI COMUNITARIE A BRUXELLES L’Ufficio della Regione Emilia-Romagna a Bruxelles1 rappresenta l’Amministrazione regionale e il territorio dell’Emilia-Romagna in ambito comunitario. Le principali attività svolte dall’ufficio sono riconducibili a: i) rappresentanza istituzionale e supporto alla rappresentanza politica, ii) informazione su politiche, programmi e funzionamento dell’Unione europea, iii) assistenza tecnica relativamente a missioni a Bruxelles, strategie e progetti regionali, iv) stimolo alla creazione e rafforzamento di partenariati interregionali europei, v) promozione dell’immagine della Regione Emilia-Romagna in ambito comunitario L’Ufficio assicura il raccordo con Istituzioni, organi e agenzie dell’Unione europea e con l’insieme delle regioni d’Europa presenti a Bruxelles (oltre 200 uffici). Contestualmente, l’ufficio si relaziona con le diverse Direzioni generali dell’Amministrazione regionale, con gli enti locali e con i molteplici attori dell’Emilia-Romagna inclusi il mondo associativo, le agenzie regionali, imprese, ONG, università, centri di formazione. Nel corso del 2002, l’Ufficio ha intensificato le proprie attività, sia in ambito istituzionale che tecnico, contribuendo ad accrescere quella rete di collaborazioni e contatti comunitari ed interregionali che fanno dell’Emilia-Romagna una regione all’avanguardia in Europa. L’attività si è concentrata in particolare sulle seguenti politiche comunitarie: Ricerca e Sviluppo tecnologico e Innovazione, Ambiente e Trasporti, Politica regionale e politica di coesione socio-economica; Allargamento; Immigrazione e Asilo; Politiche sociali; Cultura; Sicurezza alimentare. Una attenzione particolare dell’attività è stata rivolta alle tematiche istituzionali, quali la governance europea e la Convenzione europea che sono all’ordine del giorno dell’agenda dell’Ue e che si intrecciano con gli sviluppi radicali intercorsi in Italia con la riforma del titolo V della Costituzione. Ricerca e Sviluppo tecnologico La politica di ricerca rappresenta oggi – in termini di impegno finanziario – la quarta parte del budget comunitario e ha per la prima volta una dimensione regionale. Il VI Programma Quadro 2002-2006 (VI PQ), lanciato ufficialmente nel novembre 2002 e con una capacità finanziaria di 17 mld di euro, è l’attuale strumento finanziario dell’Ue sulla Ricerca. Interviene in numerosi settori d’interesse regionale quali i trasporti, Società dell’Informazione, la sicurezza alimentare, le PMI, la Sanità ed offre nuovi strumenti inediti per la cooperazione tra regioni. In quest’ambito la Regione Emilia-Romagna ha stipulato una convenzione con Aster per la realizzazione di un serie di attività informative-formative e la promozione di eventi sul VI PQ a livello europeo, prevedendo anche la presenza di un esperto R&ST presso l’Ufficio di Bruxelles. L’attività è stata in particolare rivolta a: i) monitorare i negoziati finali relativi alla definizione del VI PQ, partecipando ad iniziative e riunioni sia in ambito comunitario che con altre regioni europee, ii) Partecipare alla ideazione e creazione della rete europea sulla ricerca ERRIN per lo scambio di esperienze e buone pratiche nel settore della ricerca e dell’innovazione (l’Ufficio è leader iii) Creare le condizioni per la costituzione della rete delle cinque “Regioni italiane VI PQ” (assieme a Veneto, Lombardia, Piemonte, Liguria), network volto alla diffusione delle informazioni sulle opportunità offerte dal VI PQ, iv) Organizzazione di iniziative pubbliche, seminari e giornate informative sia a Bruxelles che in ambito regionale, v) Partecipazione ad eventi-seminari presso le istituzioni europee e rappresentanze di regioni europee a Bruxelles. Ambiente L’Ufficio ha curato azioni volte a monitorare l’attuazione della politica ambientale comunitaria e le diverse opportunità di co-finanziamento, assicurare assistenza all’Amministrazione regionale e agli enti locali che ne hanno fatto richiesta e che hanno presentato proposte progettuali in questo ambito. Sostegno e seguito è stato dato ad un progetto sullo sviluppo sostenibile, co-finanziato dalla Commissione europea nell’ambito delle Azioni innovative del FESR. 1 L’ufficio della RER a Bruxelles e stato istituito con la legge regionale n. 12 del 1997 “Istituzione della struttura regionale di collegamento presso le sedi dell’Unione Europea” SESTOEURORAPPORTO Trasporti Il settore dei trasporti è di particolare interesse regionale, soprattutto a seguito della pubblicazione de Libro bianco sui trasporti da parte della Commissione europea. La Regione, in sintonia con il documento comunitario, si è impegnata ad attivare azioni finalizzate al miglioramento della qualità dei trasporti pubblici e garantire forme di mobilità urbana e logistica che rispettino l’ambiente all’interno di un quadro di sviluppo sostenibile. L’azione dell’Ufficio si è finalizzata a: i) sviluppare collaborazioni e partenariati europei volti a diffondere la conoscenza degli interventi strategici regionali in materia di infrastrutture e servizi. ii) organizzare missioni ed incontri a Bruxelles per rappresentanti regionali sui temi dell’intermodalità, della logistica, del trasporto su rotaie, dei trasporti pubblici urbani. Politica di coesione socio economica Nell’ambito del dibattito sulla riforma della politica di coesione post 2006, avviato nel corso del 2002 e che coinvolge i diversi livelli istituzionali comunitari e nazionali, il Commissario alle politiche regionali Michel Barnier ha dichiarato in più occasioni che “ci si attende che la politica regionale sia sempre più direttamente gestita dai governi regionali e locali”. La futura utilizzazione dei fondi strutturali avver- rà secondo regole e criteri rinnovati tenendo conto dei risultati dell’attuale fase di programmazione e del nuovo assetto dell’Unione europea a seguito delle nuove adesioni. Le rappresentanze regionali a Bruxelles sono state coinvolte in numerose occasioni di incontro sulle diverse modalità d’utilizzo dei fondi strutturali e sullo sviluppo del dibattito istituzionale in preparazione della riforma. Allargamento Con l’allargamento molte sfide si presenteranno per le regioni d’Europa ma anche altrettante opportunità. L’esperienza maturata in ambito istituzionale e socio-economico dalla nostra Regione è uno strumento prezioso per facilitare lo sviluppo delle strutture amministrative dei paesi entranti. L’impegno in questo ambito ha riguardato i rapporti con le rappresentanze delle regioni dei paesi candidati già presenti a Bruxelles al fine di far conoscere l’esperienza della Regione EmiliaRomagna nell’utilizzo dei fondi strutturali. Si sono intensificati contatti con Regioni dell’Europa Centro-orientale, in particolare con la Bassa Slesia e la Wielkoposka (Polonia), la provincia di Bucarest e Klush (Romania), con la Regione di Sofia (Bulgaria) e con l’Ungheria. L’Ufficio ha inoltre avviato un’analisi sui sistemi regionali-locali dei paesi candidati attraverso l’elaborazione di specifiche schede-paese. Immigrazione, asilo Questa politica sta assumendo sempre più importanza coinvolgendo in maniera crescente interessi regionali. Si sono avviate perciò specifiche attività di monitoraggio al fine di seguire i processi decisionali e lo sviluppo dei programmi di accompagnamento ed attuazione. Nel corso del 2002 l’Ufficio è stato inoltre coinvolto in azioni della Regione nell’ambito del programma comunitario ARGO e del Fondo europeo per i Rifugiati. Cultura La Regione, gli Enti locali e gli operatori cultuali del territorio regionale sono tra i principali beneficiari europei del programma CULTURA 2000. L’Ufficio ha garantito assistenza tecnica per la preparazione di progetti che sono stati presentati in sede comunitaria, alcuni dei quali sono stati ritenuti progetti d’eccellenza da parte della Commissione europea. Sono stati avviati contatti a livello regionale, in vista del semestre di Presidenza italiano, per la predisposi- 25 zione di specifici eventi di carattere culturale che si terranno a Bruxelles. Agenda istituzionale L’attività si è caratterizzata per un duplice approccio. da un lato, si sono portate a conoscenza delle istituzioni comunitarie le diverse linee d’intervento della Regione Emilia-Romagna sulla governance e sugli sviluppi istituzionali intercorsi a seguito della modifica del Titolo V della Costituzione italiana, dall’altro, si sono monitorati gli sviluppi dell’Agenda europea, relativamente alla Convenzione sul Futuro dell’Europa. Governance La governance europea intende individuare un nuovo sistema di relazioni tra i diversi livelli di governo che preveda anche nuove forme dirette di dialogo tra Regioni e Istituzioni comunitari sulla base dei strumenti prospettati dal Libro Bianco, quali i contratti tripartiti e i meccanismi di consultazione. La Regione Emilia-Romagna ha partecipato al dibattito europeo sulla governance avviato nel 2001, ed è stata capofila di un progetto europeo sul tema. Il progetto, a cui hanno partecipato nove regioni appartenenti a sei diversi Stati membri (paesi federali, paesi regionalizzati, paesi accentrati), aveva l’obiet- 26 tivo di individuare strumenti idonei per la partecipazione regionale alla elaborazione delle politiche comunitarie. Il risultato di tale lavoro ha portato alla firma di una dichiarazione comune trasmessa al Presidente della Commissione europea e all’avvio di collaborazioni politico istituzionali tra Regioni. Convenzione L’Ufficio ha seguito attentamente gli sviluppi dei lavori della Convenzione partecipando alle sessioni plenarie e producendo una Newsletter quindicinale che riporta gli sviluppi dei lavori della Convenzione. Sistema delle Autonomie locali I rapporti con gli enti locali dell’EmiliaRomagna si sono intensificati nel corso del 2002. L’Ufficio ha svolto un’azione di informazione rispondendo a specifiche richieste su politiche e programmi comunitari (510 domande) e organizzando missioni in ambito comunitario per rappresentanti del sistema delle Autonomie locali (21 missioni di rappresentanti di singoli Enti ed una missione organizzata da ANCI e UPI regionale). Un ‘impegno particolare è stato offerto al supporto delle attività avviate dal Comitato promotore di Parma per L’Autorità Alimentare. SESTOEURORAPPORTO Altri attori in ambito regionale Oltre al sistema delle Autonomie locali, l’ufficio di Bruxelles si relaziona anche con altri attori tra cui agenzie regionali, mondo associativo, università, centri di ricerca, ONG e privati. L’Ufficio ha risposto a 1780 richieste per informazioni relative a vari settori: affari istituzionali, ricerca e sviluppo, ambiente, cultura, relazioni esterne, allargamento, Balcani, Giustizia e Affari interni, sanità, trasporti, sviluppo sostenibile, società dell’informazione, politiche sociali, sport, turismo. ATTUAZIONE E PARTECIPAZIONE DELLA REGIONE ALLE POLITICHE COMUNI 1 1. Attuazione e partecipazione della Regione alle politiche comuni SESTOEURORAPPORTO 29 LA POLITICA AGRICOLA Scenario comunitario Comune, le organizzazioni comuni di mercato (OCM) e lo sviluppo rurale, attraverso: Nel corso del 2002 la Commissione europea ha presentato una comunicazione1 sulla revisione intermedia della politica comune. Il documento è stato redatto in conformità degli obiettivi stabiliti e decisi dal Consiglio europeo di Berlino nel 1999 nel quadro di Agenda 2000 e confermati nel Vertice europeo di Goteborg del giugno 2001. – migliore stabilizzazione dei mercati con meccanismi di sostegno diretti più semplici (svincolo degli aiuti dalla produzione subordinandoli al rispetto di norme in materia di ambiente, sicurezza alimentare, benessere degli animali e sicurezza sul lavoro, aumento e modulazione dei pagamenti diretti, istituzione di regimi di audit aziendale); La proposta di revisione porta a compimento il processo di riforma della PAC avviato nel 1992 (nota come Riforma McSharry dall’allora commissario europea all’agricoltura). – rafforzamento del sostegno all’agricoltura e allo sviluppo sostenibile, nonché un potenziamento degli strumenti di sviluppo rurale. La comunicazione della Commissione ha avviato il dibattito nell’ambito delle Istituzioni europee e fra gli Stati membri: su questa si sono già espressi con propri pareri il Parlamento europeo, il Comitato delle Regioni, il Comitato economico e sociale. Scenario regionale2 Le modifiche sono finalizzate a conseguire gli obiettivi di miglioramento della competitività dell’agricoltura europea, di promozione di un’agricoltura sostenibile e orientata al mercato e di rafforzamento dello sviluppo rurale. La proposta interessa i due pilastri su cui è articolata la Politica Agricola L’andamento dell’agricoltura dell’Emilia-Romagna nel corso del 2002 ha visto numerosi cambiamenti non solo riguardo agli andamenti delle produzioni e dell’occupazione, ma anche nelle caratteristiche ed importanza dell’intervento pubblico a livello regionale. La produzione lorda vendibile dell’Emilia-Romagna è risultata nel 2002 pari a 3.667 milioni di euro con un calo del 9,5% rispetto al 2001, che ha riassorbito il forte incremento dell’anno precedente. Il 2002 è stato invece caratterizzato da un forte e diffuso calo dei prezzi agricoli all’origine che hanno interessato in modo particolare patate ed ortaggi, le colture industriali e la frutta, mentre in misura minore i cereali ed il latte. Il particolare andamento climatico negativo, soprattutto nei mesi estivi, ed anche il riallineamento dei dati ai valori definitivi del Censimento dell’agricoltura del 2000, hanno rafforzato il risultato negativo della annata agraria del 2002. L’andamento della produzione agricola regionale evidenzia però alcuni elementi strutturali che vanno accentuandosi nel corso degli ultimi anni. Da un lato, la sempre minore relazione fra gli andamenti quantitativi delle produzioni e le variazioni dei prezzi, che generano forti oscillazioni non solo nel valore complessivo della produzione regionale ma anche in modo più marcato per i singoli comparti e singole produzioni e dall’altro, la riduzione dei prezzi agricoli alla produzione, che ha interessato in modo generalizzato quasi tutti i comparti e produzioni, non trova adeguato riscontro nelle variazioni dei prezzi al consumo, i cui aumenti hanno suscitato numerose attenzioni e polemiche negli ultimi mesi del 2002. anni precedenti. Il numero degli occupati è sceso sotto le 99.000 unità, con una riduzione di circa il 2% rispetto all’anno precedente (–2,7% a livello nazionale). La riduzione dell’occupazione agricola è dovuta per il 2002 esclusivamente ai lavoratori dipendenti, anche se la tendenza prosegue ad una maggiore riduzione dell’occupazione autonoma, che però sembra essersi attenuta nel corso degli ultimi anni. Permane la maggiore incidenza del lavoro temporaneo fra i lavoratori dipendenti e soprattutto fra le donne. L’incidenza dell’occupazione agricola è scesa al 5% dell’occupazione complessiva della regione. L’andamento dell’occupazione agricola nel corso del 2002 ha confermato alcune tendenze di fondo emerse negli 1 Nel corso degli ultimi anni si mantiene però elevata la produttività del lavoro agricolo (in termini di valore aggiunto per occupato), che nell’ultimo triennio disponibile (1998-2000) vede aumentare i livelli di produttività in EmiliaRomagna, che superano del 14% la media nazionale. L’occupazione continua invece a fare registrare risultati positivi nell’industria di trasformazione alimentare, con un aumento superiore al 5% nel 2002. COM (2002) 394 del 10 luglio 2002. Considerazioni tratte dal Rapporto regionale 2002 sul sistema agro-alimentare. 2 30 Nel 2002 sono sostenuti gli scambi commerciali agro-alimentari con l’estero, con un forte aumento delle importazioni (+19%) ed in particolare dei prodotti dell’agricoltura, ma allo stesso tempo sono aumentate le esportazioni di oltre il 18%, soprattutto per il contributo dei prodotti dell’industria alimentare. L’attività legislativa della Regione Emilia-Romagna a favore dell’agricoltura ha visto alcune importanti iniziative volte a migliorare le condizioni dell’offerta e soprattutto le iniziative rivolte ad assicurare qualità per la sicurezza alimentare e più in generale a migliorare i rapporti lungo tutta la catena alimentare dagli agricoltori fino ai consumatori. La Regione ha varato nel dicembre 2002 la legge sulla rintracciabilità dei prodotti alimentari3. L’EmiliaRomagna ha anticipato gli interventi normativi comunitari (reg.(CE) n.178/2002, per cui la rintracciabilità sarà obbligatoria solo nel 2005) e quelli nazionali. La legge privilegia gli interventi di filiera assicurando la rintracciabilità dei prodotti dall’azienda al consumatore. La recente L.R. n.29 del 4 novembre 2002, introduce “Norme per l’orientamento dei consumi e l’educazione alimentare e per la qualificazione dei servizi di ristorazione collettiva”. La legge prevede uno specifico programma trien- SESTOEURORAPPORTO nale che conferma le competenze delle Province per gli interventi di orientamento ai consumi e di educazione alimentare, riservando alla Regione gli interventi di dimensione più ampia e di supporto. Gli interventi comunitari nel settore agricolo e agroindustriale regionale Il 2002, come abbiamo accennato, ha visto notevoli cambiamenti nell’azione regionale che vanno dalla costituzione ed entrata in piena operatività dell’AGREA, come organismo pagatore degli interventi Comunitari, alle novità nella impostazione del bilancio regionale. L’applicazione dell’OCM ortofrutta Il totale delle risorse che sono gestite tramite il bilancio regionale nel 2002 è ammontato complessivamente ad oltre 192,5 milioni di euro con un leggero aumento rispetto al 2001 (+1,5%). Queste risorse comprendono anche i contributi regionali all’attuazione del PRSR. Le nuove risorse messe a disposizione del bilancio regionale ammontano a poco più di 106 milioni di euro nel 2002, con un leggero calo rispetto all’anno precedente. L’utilizzazione dei fondi regionali si mantiene comunque sempre elevata (97%), anche se con maggiori difficoltà per l’utilizzazione dei fondi per la ricerca ed i programmi interregionali sulla qualità. Nell’esercizio finanziario 2002 le Organizzazioni dei Produttori (OP) italiane hanno percepito aiuti pari a 94 milioni di euro per la realizzazione di programmi operativi con un incremento del 26% rispetto al 2001 e di ben il 42% rispetto all’esercizio 2000. La crescita nazionale nell’utilizzo delle risorse comunitarie è risultata molto più elevata rispetto alla media degli altri Paesi, indicata in un aumento del 13% rispetto al 2001. La Regione Emilia-Romagna ha percepito, sempre nell’esercizio finanziario 2002, aiuti comunitari pari a circa 35 milioni di euro, il 38% del totale dei contributi destinati al nostro paese. In regione sono quattordici le OP riconosciute a cui si aggiungono tre AOP (Associazioni di organizzazioni dei produttori), livello superiore di aggregazione rispetto le OP, tutte e tre riconosciute nel corso del 2001. Sono AOP che presentano caratteristiche diversificate; il Gruppo Mediterraneo ha una compagine interregionale formata da APO- FRUIT, da ASSOFRUIT Basilicata e CODMA Marche e da tre Op della regione Sicilia (APAOM, RINASCITA e RINASCIMENTO). FINAF presenta caratteristiche transnazionali in quanto composta da un OP della regione (APOCONERPO) e da una francese (CONSERV-GARD). OROGROUP Italia è invece formata da APOFRUTTADORO e GENERALFRUIT, due OP regionali, che gli hanno delegato la gestione totale del loro programma operativo. Il valore della produzione commercializzata, dichiarata dalle OP per l’anno 2002, ammonta a 1,3 miliardi di euro, in forte aumento rispetto al 2001 (864 milioni di euro), segno di un significativo aumento della produzione aggregata. Per l’anno 2002, la disponibilità finanziaria delle organizzazioni dei produttori per la realizzazione delle attività previste è ammontata a 74,5 milioni di euro, pari ad un aiuto comunitario richiesto di 37,2 milioni di euro. Solitamente tale importo è erogato in misura lievemente inferiore a seguito dei controlli effettuati dalla pubblica amministrazione regionale (tab. 1). 3 L.R. n.33/2002 “Interventi per lo sviluppo dei sistemi di rintracciabilità nel settore agricolo e alimentare”. SESTOEURORAPPORTO Tabella 1 Valore della produzione commercializzata dalle Organizzazioni dei Produttori (OP) e aiuti richiesti all’Unione europea per attività svolte nel corso del 2002 (euro) Denominazione OP Valore produzione commercializzata Importo preventivo del Fondo di esercizio Importo consuntivo del Fondo di esercizio Importo aiuto comunitario richiesto COPADOR ARP APOCONERPO CORER AFE GRANFRUTTA ZANI ASIPO AINPO CICO OPOEUROPA EUROP FRUIT AGRIBOLOGNA O.P. FERRARA SOLEMILIA MODENA GRUPPO MEDITERRANEO FINAF OROGROUP ITALIA 28.873.699,72 25.978.628,58 386.000.000,00 62.771.895,05 29310130,17 30.081.315,53 29.531.363,41 37.374.641,26 19.386.870,64 16.681.387,90 34.529.324,91 21.309.585,12 13.578.730,73 14.368.665,96 78.875.842,23 393.000.000,00 79.738.708,97 2.429.550,38 1.857.067,96 8.582.906,67 5.060.549,92 2.368.194,58 2.441.879,27 2.421.571,79 3.064.203,85 1.589.723,39 1.367.600,00 2.829.854,96 1.747.385,98 1.099.511,58 1.178.200,00 6.467.819,05 23.608.093,53 6.536.203,58 2.367.630,02 1.856.825,34 8.582.906,67 5.060.549,92 2.368.194,58 2.441.879,27 2.418.080,68 3.040.225,25 1.589.723,39 1.314.497,75 2.829.854,96 1.747.385,98 1.099.511,58 1.178.200,00 6.467.819,05 23.608.093,53 6.536.203,57 1.183.815,01 928.412,67 4.291.453,34 2.530.274,96 1.184.097,29 1.220.939,64 1.209.040,34 1.520.112,63 794.861,70 657.248,88 1.414.927,48 873.692,99 549.755,79 589.100,00 3.233.909,53 11.804.046,77 3.268.101,79 1.301.390.790,18 74.650.316,49 74.507.581,54 37.253.790,81 Totale Fonte: Regione Emilia-Romagna - Assessorato Agricoltura, Ambiente, Sviluppo sostenibile L’analisi delle singole azioni, come evidenziato in tab. 2, ha posto in evidenza come il segmento organizzazione e razionalizzazione della produzione abbia assorbito anche nel 2002 la parte più cospicua delle risorse disponibili (44% anche se leggermente in calo rispetto al 2001), con un aumento della sotto-misura “miglioramento qua- litativo delle produzioni” e ciò appare come una risposta alle rinnovate richieste del mercato in fatto di qualità e salubrità delle produzioni. Risorse finanziarie per oltre 9 milioni di euro sono state spese per la valorizzazione e promozione della produzione, azioni realizzabili attraverso la concentrazione dell’offerta e lo sviluppo della valorizzazione commerciale dei prodotti ortofrutticoli. Le misure relative alla riduzione dei costi di produzione hanno mostrato un incremento significativo rispetto al 2001, con particolare riguardo alle azioni tese al miglioramento dell’utilizzazione della manodopera, all’attuazione di adeguate economie di scala 31 determinate dalla stessa concentrazione della produzione e tutte quelle fasi di razionalizzazione dei mezzi meccanici, tecnici, ed umani. Per le misure ambientali sono stati impegnati oltre 18 milioni di euro, con un aumento del 9,4% circa rispetto all’anno precedente. Anche in quest’ambito l’esigenza è quella di migliorare la qualità delle produzioni e dei processi produttivi, per garantire la salvaguardia degli operatori, dei consumatori e dell’ambiente. Nell’anno 2002 sono stati spesi circa 3 milioni di euro per sostenere i ritiri di mercato dei prodotti citati nell’Allegato II del reg. (CE) 2200/96 e per le integrazioni e compensazioni relative ai prodotti fuori Allegato II. L’applicazione della PAC ai seminativi Secondo i dati provvisori diffusi dall’Agrea4, nel 2002 la politica comunitaria in tema di seminativi ha dato 4 L’Agenzia Regionale per le erogazioni in agricoltura – istituita con legge regionale n. 21/2001 – gestisce le domande ed i pagamenti dei premi comunitari nei settori dei mercati oltre alla gestione dei pagamenti relativi al piano regionale di sviluppo rurale SESTOEURORAPPORTO 32 luogo in regione a 46.819 domande. Anche questo anno ha trovato quindi conferma la tendenza verso una progressiva riduzione del numero di aziende coinvolte, che in termini percentuali sono diminuite del 4% rispetto all’anno passato. Le superfici interessate dalle compensazioni hanno avuto un andamento simile, passando da 419 a 402 mila ettari (–4%). Per quanto concerne le compensazioni, queste hanno manifestato una diminuzione più accentuata, essendo passate da circa 171 milioni di euro a poco meno di 160 milioni di euro5. In termini percentuali, ciò ha corrisposto ad una riduzione del 7%. La dinamica delle compensazioni, nel complesso più penalizzante rispetto alla riduzione delle superfici, è stata il frutto di un’insieme di elementi contraddittori, fra i quali hanno inciso in misura considerevole la minor penalizzazione avutasi per il mais e gli aggiustamenti intervenuti nel piano di regionalizzazione (DM del 10 agosto 2001). La disaggregazione territoriale evidenzia come le superfici oggetto di compensazione siano fortemente concentra- 5 Il dato relativo al 2001 è stato rivisto rispetto a quello pubblicato nel Rapporto dell’anno passato, essendo stata resa nota nel frattempo l’entità definitiva delle penalizzazioni derivanti dal superamento delle superfici di base. Tabella 2 Le azioni previste dai programmi operativi – Rendicontazione 2002 Denominazione Organizzazione dei Produttori (OP) Organizzazione e razionalizzazione della produzione Valorizzazione e promozione della produzione Riduzione e stabilizzazione dei costi Misure ambientali Spese generali COPADOR ARP APOCONERPO CORER AFE GRANFRUTTA ZANI ASIPO AINPO CICO OPOEUROPA EUROP FRUIT AGRIBOLOGNA O.P. FERRARA SOLEMILIA MODENA GRUPPO MEDITERRANEO FINAF OROGROUP ITALIA 1.071.804,51 556.075,79 0,00 2.606.647,27 1.497.462,36 936.164,92 1.294.281,42 1.566.320,90 1.071.322,63 104.466,07 1.9990.95,92 754.838,60 595.717,92 586.200,31 2.754.342,95 13.398.700,16 2.157.121,11 15.500,00 58.685,10 3.369.553,83 362.242,00 142.718,95 652.285,28 18.409,44 296.330,26 79.012,00 1.019.870,00 55.314,86 476.439,91 142.153,10 192.602,38 1.335.481,42 0,00 796.872,86 462.416,24 190.466,99 3.705.768,19 781.740,96 401.270,04 156.211,30 705.109,67 568.520,43 179.991,19 10.483,37 321,336,84 326.899,45 89.634,54 18.534,36 399.688,50 0,00 1.747.075,72 771.485,16 1.015.184,36 0,00 979.247,66 279.379,34 587.080,72 352.866,80 549.441,40 136.310,42 56.608,64 397.510,24 154.972,48 250.173,55 317,037,66 1.265.596,09 10.041.393,37 1.126.232,93 46.424,11 36.413,10 171.658,13 61.756,86 47.363,89 48.289,87 47.413,35 59.612,26 31.794,47 25.770,00 56.597,10 34.235,54 21.832,47 23.480,65 118.785,09 168.000,00 128.400,95 Totale 32.950.862,84 9.013.471,39 10.065.147,79 18.274.520,82 1.127.827,84 Fonte: Regione Emilia-Romagna - Assessorato Agricoltura, Ambiente, Sviluppo sostenibile Integrazione e compensazioni Totale 580.500,00 2.367.630,02 1.856.825,34 8.582.906,67 5.060.549,92 2.368.194,58 2.441.879,27 2.418.080,68 3.040.225,25 1.589.723,39 1.314.497,75 2.829.854,96 1.747.385,98 1.099.511,58 1.178.200,00 6.467.819,05 23.608.093,53 6.536.203,57 3.075.750,86 74.507.581,54 1.335.926,52 286.615,1 61.847,18 91.292,68 103.299,67 40.344,64 593.925,00 SESTOEURORAPPORTO te nelle province di Ferrara e di Bologna, che assieme assommano circa il 43% del totale regionale. Le superfici hanno fatto registrare un andamento abbastanza differenziato nelle diverse province. Infatti, pur essendo stata registrata in quasi tutti i casi una riduzione, questa ha assunto proporzioni assai diverse da provincia a provincia, con variazioni percentuali particolarmente marcate nelle province di Ravenna (–7%) e di Ferrara (–6%). Pressoché invariate sono invece risultate le superfici nella provincia di Piacenza, mentre nelle restanti province la variazione è risultata più o meno in linea con la media regionale (fig. 3.1). Per quanto attiene alle compensazioni, la provincia di Ferrara si dimostra ancora una volta quella più efficace nello sfruttare le opportunità offerte dalla regolamentazione comunitaria. L’ammontare complessivo delle compensazioni dirette in provincia è infatti risultato pari a circa 44,5 milioni di euro, poco meno del 28% del totale regionale (con il 24% delle superfici). Tuttavia, tale risultato è decisamente inferiore a quello fatto registrare nel 2001, quando le compensazioni avevano sfiorato i 50 milioni di euro. Considerando le altre province, quelle che beneficiano in misura maggiore della PAC seminativi sono, così come negli anni passati, quelle di Bologna, di Modena e di Piacenza, a cui vanno, rispettivamente, 29, 20 e 19 milioni di 33 PC PR RE M O BO FE RA 䡵 2002 䡵 2001 FC RN —000 20.00000000 40.00000000 60.00000000 ettari 80.00000 100.000 120.000 Figura 3.1 Ripartizione provinciale delle superfici oggetto di compensazione Fonte: Regione Emilia-Romanga – Assessorato Agricoltura, Ambiente e sviluppo sostenibile. euro. Il confronto con i valori dell’anno precedente evidenzia anzitutto come la riduzione dell’ammontare delle compensazioni si sia manifestata in tutte le province. Tuttavia, tale riduzione è risultata particolarmente accentuata nelle province di Ferrara, di Ravenna e di Forlì-Cesena, dove la contrazione è stata dell’ordine del 10-11%, mentre è stata nettamente inferiore alla media regionale nelle province “emiliane” (fig. 3.2). Così come negli anni passati, anche in occasione della redazione di questo rapporto si è ritenuto opportuno analizzare i dati relativi all’applicazione della Pac seminativi, evidenziando la distribuzione delle compensazioni in relazione alla “dimensione” dei beneficiari. In tal senso, la segmentazione operata dalla Commissione nella sua proposta di “mid term review” (con l’introduzione di un prelievo progressivo e differenziato per le aziende che si collocano in tre fasce, individuate in base al livello di aiuti percepiti e con valori soglia pari a 5.000 ed a 50.000 euro) costituisce un punto di riferimento obbligato. Tuttavia, nell’elaborazione si è voluta SESTOEURORAPPORTO 34 pensazioni nelle rispettive province. Nelle stesse, risulta anche elevata l’incidenza delle compensazioni destinate ai piccoli beneficiari, con incidenze pari al 41-43%. All’opposto, i grandi beneficiari fruiscono di compensazioni particolarmente elevate soprattutto nelle province di Ravenna (28%), di Bologna (18%), di Ferrara (17%) e di Modena (11%), per la presenza di aziende di dimensioni particolarmente ampie, spesso condotte in forma cooperativa (fig. 3.3). PC PR RE M O BO FE RA 䡵 2002 䡵 2001 FC RN —000 10.00000000 20.00000000 30.00000000 000 euro 40.00000 50.000 60.000 Figura 3.2 Ripartizione provinciale delle compensazioni introdurre un’ulteriore soglia, pari a 1.000 euro, che serve in via approssimativa ad identificare ed a quantificare i beneficiari “minimi”, ossia quelli il cui beneficio privato (la compensazione, al netto dei costi sostenuti per attivare la pratica) probabilmente non giustifica appieno i costi che la collettività deve sopportare per attuare l’erogazione della compensazione (attività amministrative, di controllo e simili). Come si vede dai valori riportati nel prospetto, la distribuzione delle com- pensazioni è fortemente diseguale e mentre i grandi beneficiari fruiscono mediamente di compensazioni per poco meno di 107 mila euro, i piccoli beneficiari si limitano a compensazioni che mediamente ammontano a 2.379 euro. I beneficiari “minimi”, pur rappresentando in termini numerici oltre il 40% del numero complessivo di beneficiari, assorbono compensazioni per circa 9,4 milioni di euro. Ne risulta una compensazione media pari solo a 479 euro, che conferma le perplessità circa l’efficacia dell’attuale meccanismo di sostegno del reddito, sotto il profilo della gestione amministrativa. Considerando i valori relativi a ciascuna provincia, si osserva come la distribuzione delle compensazioni fra le differenti categorie di beneficiari sia assai diversificata. I beneficiari “minimi” godono di compensazioni di un certo rilievo soprattutto nelle province di Forlì-Cesena e di Rimini, dove la quota ad essi spettante è pari circa al 25% dell’ammontare complessivo delle com- I dati relativi ai diversi tipi di utilizzazione (tab. 4) evidenziano anche questo anno una forte dinamica degli assetti colturali. I cereali hanno interessato nel 2002 poco meno di 45 mila domande, con una flessione del 2%, inferiore a quella manifestata dal numero complessivo di domande. Al contrario, le superfici interessate sono cresciute di circa 7.500 ettari, superando la soglia dei 350 mila ettari complessivi, mentre l’ammontare delle compensazioni per i cereali è passato da 134 a 142 milioni di euro (+6%). Le dinamiche fatte registrare dalla coltura del mais e da quella degli altri cereali sono state decisamente disformi ed hanno certamente risentito della forte penalizzazione che le compensazioni per il mais avevano subito l’anno passato, a causa del superamento della superficie di base. Le oleaginose, prevalentemente rappresentate dalla soia, appaiono per il SESTOEURORAPPORTO Categoria 100% Soglia (euro) Numero (beneficiari) Compensazioni (000 e) < 1.000 e 1.000-5.000 e 5.000-50.000 e > 50.000 e 19.669 19.481 7.467 202 9.418 46.352 82.555 21.579 46.819 159.904 90% Minimi beneficiari Piccoli beneficiari Medi beneficiari Grandi beneficiari 80% 70% 60% 50% 35 Totale 40% 30% 䡵 Minimi beneficiari (< 1.000 e) 䡵 Medi beneficiari (5.000-50.000 e) 20% 10% 0% PC PR RE MO BO FE RA FC RN 䡵 Piccoli beneficiari (1.000-5.000 e) 䡵 Grandi beneficiari (>-50.000 e) Figura 3.3 Ripartizione delle compensazioni per categoria di beneficiari e per provincia Tabella 4 2001 Beneficiari (n) 2002 ∆ % 2001 Superfici (Ha) 2002 ∆ % Compensazioni (000 e) 2001 2002 ∆ % Totale compensazioni 48.531 46.819 –4 418.868 402.472 –4 171.282 159.904 –7 Cereali di cui: mais di cui: altri cereali 45.770 19.413 38.406 44.677 17.873 38.433 –2 –8 0 642.989 115.457 227.533 350.438 110.056 240.382 2 –5 6 133.969 56.959 77.010 141.723 58.260 83.463 6 2 8 5.748 4.922 950 25 2.645 1.990 746 14 –54 –60 –21 –44 42.891 34.396 8.090 405 18.490 12.506 5.937 47 –57 –64 –27 –88 25.310 20.887 4.211 212 6.264 4.310 1.938 16 –75 –79 –54 –93 797 8 13 60.91 330 7 46.252 1.039 6 14 5.423 303 15 44.275 30 –25 8 –11 –8 114 –4 2.630 22 50 25.363 4.909 14 523.553 3.910 6 197 23.799 4.949 40 532.912 49 –72 292 –6 1 181 2 955 6 20 9.459 1.561 3 — 1.394 2 67 8.873 1.574 7 — 46 –70 241 –6 1 181 Oleaginose di cui: soia di cui: girasole di cui: colza Proteiche Consociate Lino e canapa Set-aside Risone Ceci, vecce, lenticchie Colture senza compensazione secondo anno consecutivo in netta contrazione e probabilmente si può parlare di un vero e proprio abbandono di queste colture da parte dei produttori emiliano-romagnoli. Nel complesso, infatti, il numero di domande è passato da 5.700 circa a 2.600 circa, con una riduzione del 54%. La superficie destinata a tali colture è risultata invece pari a circa 18.500 ettari, in contrazione del 57%. Ancora peggiore è risultato il trend delle compensazioni, che si sono ridotte del 75% circa. Per quanto concerne le singole specie, un andamento un po’ meno disastroso è stato riscontrato per il girasole, i cui tassi di contrazione sono comunque oscillati fra il 21% (numero di beneficiari) ed il 54% (entità delle compensazioni). 36 LA POLITICA AMBIENTALE Scenario comunitario Il riferimento principale dell’azione comunitaria è rappresentato dalla decisione del Parlamento Europeo e del Consiglio “Ambiente 2010: il nostro futuro, la nostra scelta” che istituisce il Sesto programma comunitario di azione in materia di ambiente6 che riprende e conferma i principi e gli obiettivi di sostenibilità del V° programma quadro anche per il VI° programma quadro, affermando che occorre “rafforzare l’integrazione dei requisiti in materia di protezione ambientale con gli altri campi politici” spezzando in tal modo “il nesso esistente tra crescita economica e impatto negativo sull’ambiente”. Il programma fissa gli obiettivi della politica ambientale e le principali priorità ambientali che faranno parte integrante della strategia della Comunità europea per lo sviluppo sostenibile per i prossimi 5-10 anni e illustra in dettaglio le azioni da intraprendere e identifica 4 aree di azioni prioritarie: “Cambiamento climatico”; “Natura e biodiversità: proteggere una risorsa unica”; “Ambiente e salute”; “Uso sostenibile delle risorse naturali e gestione dei rifiuti”. Il Protocollo di Kyoto, adottato nel di- SESTOEURORAPPORTO cembre 1997 dalla Terza Conferenza delle Parti aderenti alla Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, approvato e recepito dallo Stato italiano7, ha fissato dei limiti alle emissioni di gas ad effetto serra prodotte dai paesi industrializzati, stabilendo una serie di scadenze entro le quali gli interventi più urgenti nei settori dei trasporti, energia, agricoltura ed industria, debbono essere affrontati e conclusi. La Comunità europea si è fortemente impegnata su questo obiettivo. Azioni intraprese al livello regionale Negli ultimi anni, in armonia con Agenda 21 e coi programmi dell’Unione Europea la Regione Emilia-Romagna ha cominciato a sperimentare nuove politiche ambientali di tipo preventivo: sistemi di incentivazione per la riduzione della produzione di rifiuti e la raccolta differenziata; protezione delle aree protette; promozione dell’EMAS in imprese pubbliche e private; promozione dell’educazione ambientale e alimentare, ecc. Inoltre si è dotata di nuovi strumenti di monitoraggio e di verifica delle azioni per migliorare la qualità ambientale quali la Relazione sullo stato dell’Ambiente. Il 26 settembre 20018 il Consiglio regionale ha approvato il primo “Piano di azione ambientale per un futuro sostenibile”. Questo nuovo strumento di programmazione integrata e intersettoriale, costruito con il coordinamento della Direzione Generale Ambiente, ha coinvolto tutti i settori regionali le cui scelte incidono sulla qualità ambientale, sociale ed economica, costituisce il piano strategico volto ad orientare le politiche dell’Emilia-Romagna ad una sostenibilità ambientale, economica, sociale e istituzionale. Nel documento sono indicati, oltre agli obiettivi di fondo da raggiungere, i principali problemi ambientali della nostra regione, gli strumenti, le azioni, i settori e gli attori che saranno coinvolti nell’attuazione di programmi. Due sono le direzioni strategiche emergenti: da un lato ridurre la vulnerabilità del sistema ambientale, mettere in sicurezza il territorio, connettere le risorse e i rischi ambientali alle dinamiche antropiche e al sistema socioeconomico, dall’altro promuovere i comportamenti proattivi e responsabili nei confronti dell’ambiente da parte di tutti i cittadini, dei produttori e dei consumatori, mettendo a punto gli strumenti e le azioni integrate per lo sviluppo sostenibile. Le aree tematiche in cui si articola il Piano regionale coincidono volutamente con quelle definite dal VI° Programma quadro comunitario rendendo possibile il raccordo tra i diversi livelli di programmazione. Gli orientamenti ai quali si ispirano le strategie di questo Piano sono basati su un approccio preventivo e sul concetto di condivisione della responsabilità che presuppone una partecipazione molto ampia e attiva di tutti gli attori e soprattutto della collettività. Il Piano assegna una grande importanza allo sviluppo degli strumenti preventivi, informativi, educativi, partecipativi. Gli interventi finanziati in corso di realizzazione In sede di attuazione operativa del piano, nella primavera 2002 è stato approvato e finanziato dalla Giunta regionale il programma degli interventi “pubblici” che saranno realizzati dalle Province e dagli Enti locali. Tra le tipologie di intervento: • disponibilità, tutela e risparmio risorse idriche; 6 Decisione 1600/2002/CE del 22 luglio 2002 – Gazzetta Ufficiale Comunità europee L 242 del 10/09/2002. 7 Il Protocollo di Kyoto, in Italia, è stato ratificato con la legge 1° giugno 2002, n. 120. 8 Delibera Consiglio Regionale n. 250 del 26 settembre 2001. SESTOEURORAPPORTO • qualità dell’aria e riduzione gas climalteranti; • gestione e riduzione rifiuti; • sistemi di gestione ambientale, ecc. Sono 143 i primi progetti cofinanziati nel 2002 alle Province con 76 milioni di Euro. L’area di intervento prevalente in questa prima fase è quella della disponibilità, qualità e risparmio delle risorse idriche. L’investimento complessivo della Regione nel triennio per tutti gli interventi pubblici e privati è pari a 160 milioni di Euro. All’interno del Piano triennale vi sono poi interventi ad esso integrati di educazione ambientale. Relativamente all’educazione ambientale nel 2002 sono stati finanziati progetti di scuole (89) e di Centri di educazione ambientale (36) per oltre 700.000 Euro; i tematismi sviluppati erano gli stessi del Piano triennale ambiente. Relativamente ai processi di Agenda 21 locale e per lo sviluppo degli strumenti di governance allargata, la Regione ha finanziato l’avvio di nuovi processi con un milione di Euro. Il Bando ha consentito l’avvio di nuove 24 Agende 21 presso gli enti locali del territorio regionale. Tra gli strumenti congiuntamente inseriti nei processi A21L l’adozione di sistemi di contabilità ambientale nel bilancio degli enti, procedure di “acquisti verdi”, ecc. Negli ultimi mesi del 2002 è stato definito un Bando per ecoincentivi alle imprese private fondato sugli obiettivi dell’ecoefficienza dei processi produttivi e sulla qualità dei prodotti. Il Bando, approvato dalla Giunta regionale, è attualmente (marzo 2003) all’esame dei competenti organismi dell’Unione Europea. Parallelamente alle iniziative approvate all’interno del “Piano di azione ambientale per un futuro sostenibile”, nel corso del 2002 la Regione e il sistema delle autonomie locali hanno definito e avviato un importante pacchetto di misure volte a promuovere la qualità dell’aria e ad assicurare in particolare il rientro, entro il 2005, nei parametri fissati dalle Direttive UE relativamente alle polveri sottili (pm10). Un protocollo di intesa tra oltre 100 enti locali e la Regione ha consentito di concertare e attuare, a partire dal settembre 2002, misure di contenimento della mobilità privata in due giornate la settimana. Congiuntamente sono stati definiti interventi strutturali sul potenziamento della mobilità su ferro e per i rinnovi dei parchi mezzi con veicoli ecologici. Le misure restrittive adottate hanno consentito, nei giorni di applicazione, una riduzione delle polveri sottili fino al 20%. Agenda 21 locale Nel settembre 2000, a Bologna, si è costituita l’Associazione italiana delle Agende 21 locali alla quale aderiscono, come risulta da una indagine sviluppata a livello nazionale9, circa 550 tra Comuni, Province e Regioni nonché, come soci sostenitori, numerosi enti di ricerca ed associazioni di volontariato. L’’Emilia-Romagna rappresenta una delle realtà di punta a livello nazionale nella promozione di processi di Agenda 21 locale: a fine 2002, oltre alla Regione, sono risultati 63 gli Enti pubblici emiliano-romagnoli (prevalentemente Comuni, ma anche tutte le Province, diverse Comunità Montane e alcuni Enti parco) impegnati a promuovere processi partecipati e strumenti gestionali (azioni formative, rapporti sullo stato dell’ambiente, sperimentazione di attivazione Forum A21 Locali, ecc.) volti a favorire l’integrazione delle politiche settoriali con una politica dello sviluppo sostenibile. Nel campo della promozione di Agenda 21 Locale, a livello regionale, sono stati realizzati: un Coordinamento Regionale Agende 21L, un Osservatorio Regionale Agende 21 Locali con funzioni di monitoraggio che ha già prodotto un primo Report 200210, un sito Web, una newsletter, un cd-rom “A scuola di Agenda 21 Locale”, un video di presen- 37 tazione del Piano Triennale Regionale di Azione Ambientale, un corso di formazione sui temi dell’A21 Locale per referenti di Enti pubblici ed un corso di formazione sulla gestione dell’Agenda 21 rivolta ai Centri di Educazione Ambientale, oltre a due Bandi per l’Agenda 21 a scuola rivolta ai Centri di Educazione Ambientale. INFEA Per promuovere, organizzare e sviluppare l’informazione e l’educazione ambientale l’Emilia-Romagna, si è dotata nel 1996 di un apposito strumento legislativo: la Legge regionale n. 15/96. Attraverso la legge si propone di dare sistematicità e organicità alle esperienze di informazione ed educazione ambientale (INFEA) dentro la scuola e nel territorio, definendo un sistema di regole, strumenti e risorse tramite: 9 “Indagine sullo stato di attuazione dei processi di A21L in Italia, Focus Lab giugno 2002. 10 “I processi di Agenda 21 in EmiliaRomagna – Report 2002” – dicembre 2002 realizzato da Focus Lab per la Regione EmiliaRomagna e scaricabile dal sito ww.regione.emilia-romagna.it/agende21. 38 • promozione e sviluppo di comportamenti positivi nei confronti dell’ambiente; • raccolta e accesso alle informazioni sullo stato dell’ambiente; • promozione del coordinamento di tutti i Centri di Educazione Ambientale che operano sul territorio. SESTOEURORAPPORTO L’investimento di risorse regionali per l’attuazione del Programma triennale INFEA è stato pari a oltre 3 miliardi di Lire, che hanno generato un investimento complessivo di oltre 5 miliardi di Lire. Il primo Programma regionale INFEA 1999/2001 individuava principi e obiettivi, metodologie, strumenti e tipologie di azione volti a promuovere il Sistema regionale dell’educazione ambientale, proponendosi di accrescere e migliorare la collaborazione tra le diverse strutture sul territorio e tra queste e il mondo della scuola, la qualità di progetti e iniziative, la continuità dei servizi offerti. Con il secondo Programma regionale INFEA 2002/2004 approvato dal Consiglio regionale il 9 luglio 200211, si intende sviluppare, anche in attuazione delle “Linee di indirizzo per una nuova programmazione concertata tra lo Stato e le Regioni in materia di Informazione Formazione Educazione Ambientale” (novembre 2000), una politica di educazione ambientale sempre più integrata con le politiche e i programmi regionali per lo sviluppo sostenibile. La sua attuazione ha consentito di raggiungere risultati apprezzabili, con la realizzazione di piani provinciali di coordinamento dell’INFEA per lo sviluppo della rete e delle iniziative e per la programmazione di progetti comuni, di progetti quali ad esempio il Master post laurea in “Esperto di Educazione Ambientale”, le attività messe in campo da Centri di Educazione Ambientale e Scuole (complessivamente, nel triennio sono stati finanziati 162 progetti, di cui 100 realizzati dai Centri di Educazione Ambientale e 62 dalle Scuole). Il nuovo programma si articola in dieci “Aree di intervento”: Sviluppo, qualificazione e coordinamento del Sistema a Rete INFEA (per garantire che la struttura a rete comprenda e connetta con sempre maggiore efficacia la molteplicità degli attori operanti sul territorio, stimolando maggiori sinergie e la diffusione di metodi di programmazione condivisa); Percorso qualità (per sviluppare un percorso di miglioramento continuo dei servizi e delle attività dei Centri di Educazione Ambientale attraverso la definizione, sperimentazione e applicazione di un sistema di “indicatori di qualità” delle strutture e dei progetti); Formazione e ricerca (prevista una nuova edizione 2003/04 del Master in “Esperto di Educazione ambientale” nel quadro di una collaborazione tra la Regione e il Dipartimento di Scienze dell’Educazione dell’Università degli Studi di Bologna, con il coinvolgimento sempre maggiore dei CEA e delle altre Università della Regione); Potenziamento attività Centri Educazione Ambientale (promosso attraverso Bandi annuali finalizzati alla realizzazione di progetti e iniziative correlate ai tematismi e alle problematiche ambientali contenute nel “Piano regionale di azione ambientale 2001/2003” e quindi in collegamento con la promozione di Agenda 21 locale e la sostenibilità ambientale, economica, sociale); Promozione progetti e scuole laboratorio di Educazione Ambientale (alle scuole sarà chiesto di inserire in modo stabile i Laboratori di educazione ambientale nei rispettivi Piani dell’Offerta Formativi e di assumere una accezione di educazione ambientale che preveda lo sviluppo sia di conoscenze che di azioni concrete per l’ambiente. Appositi Bandi saranno finalizzati a valorizzare e premiare la qualità dei progetti e delle metodologie utilizzate, nonché la capacità di creare sinergie e di lavorare in rete); Documentazione, informazione e comu- nicazione (le funzioni di documentazione, informazione e comunicazione ambientale saranno sviluppate al fine di diffondere l’elaborazione e le buone pratiche realizzate in Emilia-Romagna dentro e fuori la scuola. Saranno promossi materiali didattici di qualità per le scuole, implementati strumenti quali il sito web regionale, la rivista Centocieli, creati i Quaderni di documentazione); Laboratori per l’innovazione e la sperimentazione INFEA (saranno stimolati la progettazione e realizzazione di progetti di contenuto particolarmente innovativo, da parte di CEA in collaborazione con le Agenzie scientifiche e formative che supportano la rete regionale); Progetti INFEA interregionali (per sviluppare un lavoro e una comune sperimentazione dal basso tra le Regioni attraverso la realizzazione di specifici progetti); Progetti INFEA comunitari e internazionali (per la promozione di partnership e collaborazioni con altri paesi e regioni europee); Raccordo con altri strumenti di programmazione della Regione EmiliaRomagna (per una sempre maggiore integrazione con altri e paralleli strumenti di programmazione regionale). 11 Delibera Giunta regionale n. 909 del 27 maggio 2002 ratificata dal Consiglio regionale con Delibera 381 del 9 luglio 2002. SESTOEURORAPPORTO Nel 2002 sono inoltre stati portati a termine i progetti pilota “Promozione dello sviluppo sostenibile in Regione Emilia Romagna: interventi integrati per la diffusione dell’EMAS e delle cleaner production” destinati alle piccole e medie imprese ed il progetto speciale “L’EMAS applicato al distretto ceramico di Modena e Reggio Emilia”. I progetti, entrambi in collaborazione con Ervet, hanno portato risultati concreti in termini di organizzazioni registrate (3 Registrate EMAS, 7 certificate ISO, 3 in attesa di verifica EMAS) e di diffusione della conoscenza dei sistemi di gestione (l’agroalimentare, in particolare si è rivelato un settore ricettivo) tanto è vero che la regione Emilia Romagna è la regione con il numero più elevato di registrazioni EMAS ad oggi. Per quello che concerne l’EMAS al distretto Ceramico è in attesa di verifica ispettiva prevista per Maggio 2003 e rappresenta il primo esempio a livello europeo di EMAS applicato ad un distretto industriale. aree di pregio ambientale ai fini della salvaguardia della biodiversità, lo Stato italiano le ha recepite emanando il DPR 357/97, nonché il DM del 3.4.2000 con il quale è stato reso ufficiale l’elenco di tali aree. La Regione Emilia-Romagna, successivamente, ha provveduto all’individuazione delle aree denominate pSIC (Siti di Importanza Comunitaria proposti) e ZPS (Zone di Protezione Speciale) ricomprese nel proprio territorio attraverso appositi provvedimenti (DGR n. 1017/99, n. 2042/00, n. 1242/02 e n. 1333/02). Rete Natura 2000 È proprio attraverso l’approvazione delle ultime due delibere regionali citate che la Regione Emilia-Romagna nel 2002 ha aggiornato l’elenco dei SIC, aumentando di circa 10.000 Ha la superficie complessiva della Rete Natura 2000 in regione, che attualmente ammonta a oltre 212.000 Ha, pari a circa il 10% dell’intero territorio regionale, per un totale di 115 siti (SIC e ZPS) (vedi carta p. 183). In merito all’applicazione delle Direttive comunitarie 79/409/CEE “Uccelli” relativa alla “Conservazione degli uccelli selvatici” e 92/43/CEE “Habitat” relativa alla “Conservazione degli habitat naturali e seminaturali e della flora e della fauna selvatiche”, che imponevano agli Stati membri di individuare Circa la metà di tali siti ricade all’interno di aree protette quali parchi nazionali, regionali o riserve naturali, mentre oltre il 60% di queste aree è situato nei territori collinari e montani, ma ai fini della conservazione della biodiversità riveste una particolare importanza proprio l’insieme delle aree di pianura, ubicate soprattutto nella fascia costiera o lungo i corsi d’acqua. Il titolo stesso della Direttiva Habitat chiarisce che oggetto di tutela non sono solo gli spazi incontaminati, ormai molto ridotti in regione, ma anche i territori gestiti attraverso tradizionali pratiche colturali compatibili con la presenza di specie animali e vegetali selvatiche, in quanto, a volte, sono proprio i modi con cui l’uomo gestisce da decenni certe aree che determinano le condizioni di sopravvivenza ottimali per talune specie, per cui gli spazi seminaturali, soprattutto quelli soggetti ad attività di tipo agro-silvo-pastorale, sono anch’essi oggetto di interesse e di attenzione da parte di questi strumenti normativi in quanto, in definitiva, favoriscono l’aumento della biodiversità di un certo territorio. Ciò spiega il fatto per cui il 25% delle aree pSIC e ZPS regionali sia soggetto ad attività agricola, mentre il 50% sia costituito da boschi ed il restante 25% è da classificare come aree incolte, corsi d’acqua, zone umide, aree periurbane, ecc. Al fine di aggiornare ed approfondire l’attuale livello conoscitivo di tali aree nel 2002 sono stati avviati diversi studi ed indagini che, una volta conclusisi nel 2003, porteranno ad una maggiore conoscenza della reale ubicazione 39 degli habitat all’interno dei siti e delle più idonee forme di gestione dei siti stessi, al fine di contemplare le esigenze di sviluppo di tali aree con quelle di tutela dell’ambiente e di salvaguardia della biodiversità. Protezione e risanamento delle Acque La Commissione Europea ha attivato alla fine del 2001 il processo d’implementazione della Direttiva 2000/60/EC che istituisce un quadro per l’azione comunitaria in materia d’acque. La direttiva, che combina l’utilizzo dei limiti alle emissioni con l’indicazione degli obiettivi di qualità generali per tutti i corpi idrici, superficiali e sotterranei, prevede la definizione di un Piano di gestione per bacino che garantisca il raggiungimento degli obiettivi di qualità per i corpi idrici entro il 22 dicembre 2015. Il fine è di chiarire e sviluppare, ove necessario, informazioni tecniche e scientifiche di supporto, Linee guida, consigli per metodi operativi e altri documenti di supporto che potranno essere sviluppati a tal fine. Le linee guida dovranno essere testate su alcuni bacini sperimentali. Sono stati creati dieci gruppi di lavoro, diretti da un gruppo di coordinamento strategico, per le diverse attività e pro- 40 getti. I gruppi di lavoro sono generalmente coordinati da uno Stato membro o dalla Commissione e i partecipanti provengono dagli stati membri interessati, dai paesi candidati all’accesso, da stakeholders e NGO. I gruppi di lavoro avevano il compito di sviluppare indirizzi per l’analisi delle pressioni e degli impatti, sviluppare indirizzi per la designazione dei corpi idrici fortemente modificati, sviluppare indirizzi sulla classificazione dello stato delle acque interne e l’identificazione delle condizioni di riferimento, sviluppare indirizzi sullo sviluppo di sistemi tipologici e di classificazione delle acque costiere e di transizione, sviluppare indirizzi per realizzare la rete d’intercalibrazione, sviluppare indirizzi sull’analisi economica, sviluppare indirizzi sul monitoraggio, sviluppare indirizzi sugli strumenti per la valutazione e la classificazione delle acque sotterranee, sviluppare indirizzi sulle migliori pratiche sulla pianificazione di bacino, sviluppare un GIS condiviso. Per migliorare la comprensione del processo, stimolare un’efficace partecipazione italiana ai gruppi di lavoro europei; riportare in queste sedi le priorità e le esigenze nazionali e quindi di tutto il sistema Paese in accordo con il coordinamento nazionale delle Regioni per l’ambiente, la Regione EmiliaRomagna, Direzione Ambiente Difesa del suolo e della Costa su invito e con SESTOEURORAPPORTO il patrocinio della Commissione Europea, Direzione Ambiente ha organizzato il 28 Giugno 2002 un Workshop sull’implementazione della Direttiva Quadro Europea sull’acqua sulla situazione italiana nel contesto europeo. L’interesse di questo workshop era in particolare su due questioni. La prima riguarda i modi di partecipazione dell’Italia alle definizioni della strategia d’implementazione dell’Unione Europea. La seconda riguarda i modi della trasposizione in Italia dei contenuti della direttiva. A tale Workshop hanno partecipato funzionari della Direzione Ambiente della Commissione europea e della Direzione Generale Ricerca - Unità “Sviluppo Sostenibile e Qualità dell’Acqua”, del Ministero per l’ambiente dell’Assia (D). Il responsabile della segreteria tecnica della Direzione della tutela acque interne, del Ministero Ambiente e protezione del territorio dell’Assia ha affrontato i processi di trasposizione della Direttiva nel contesto nazionale e il rapporto tra l’attuale normativa nazionale, il Decreto 152, e la Direttiva quadro, in termini anche di necessità d’integrazione e di completamento. Da parte della Regione Emilia-Romagna si è evidenziata una sottovalutazione, per quanto riguarda la collocazione del tema dell’acqua, nella gerarchia delle attenzioni e delle sensibilità istituzionali e la necessità di un ruolo più incisivo delle Regioni nella fase ascendente e discendente d’implementazione e d’attuazione delle direttive In un incontro a Copenaghen, alla fine di novembre 2002, dei Water Directors degli Stati Membri sono state approvate le linee guida per l’analisi delle pressioni e degli impatti, per la designazione dei corpi idrici fortemente modificati, per classificazione dello stato delle acque interne e l’identificazione delle condizioni di riferimento, per lo sviluppo di sistemi tipologici e di classificazione delle acque costiere e di transizione, per la rete d’intercalibrazione, per l’analisi economica, per il monitoraggio, la valutazione e la classificazione delle acque sotterranee, per le migliori pratiche sulla pianificazione di bacino e per lo sviluppo di un GIS. La Commissione europea ha inoltre presentato le proposte per la continuazione del lavoro d’implementazione della Direttiva quadro e la proposta di programma di lavoro 2003/04. Si delineano quindi quattro temi di lavoro cui corrisponderanno quattro gruppi di lavoro: 1) Stato Ecologico; 2) Gestione integrata di Bacino (Integrated River Basin Management) 3) Acque sotterranee e 4) Reporting. Alcuni Stati membri o altri soggetti hanno già segnalato l’interesse a dirigere o collaborare alla direzione di questi nuovi quattro gruppi di lavoro, in particolare la Germania, il Centro di Ricerca Comune d’ISPRA (JRC) e il Regno Unito per il gruppo 1, La Francia e la Spagna per il gruppo 2, l’Austria per il Gruppo 3 e la Commissione per il Gruppo 4. Per quanto riguarda l’attuazione della direttiva Quadro in Regione EmiliaRomagna e le attività connesse che discendono dal decreto 152/99 (in particolare agli articoli Art. 42 e 43) la Regione ha iniziato concretamente il processo di definizione del Piano Regionale di Tutela delle Acque. Il Piano è uno strumento finalizzato a raggiungere, secondo lo schema della Direttiva quadro europea e mediante un approccio integrato di tutela qualiquantitativa, entro il 2016, un’ottima qualità delle acque superficiali, sotterranee e marine (garanzia per il raggiungimento di tutti gli usi funzionali dei corpi idrici, tra cui la balneazione, la vita dei pesci, la molluschicoltura, gli usi ricreativi). La metodologia di lavoro del Piano di tutela prevede un’elaborazione secondo bacini idrografici e la collaborazione delle Province e delle Autorità di Bacino SESTOEURORAPPORTO di riferimento, con il supporto dell’ARPA, secondo lo schema della programmazione partecipata già utilizzato in Agenda 21, con il Piano Triennale di Sviluppo Sostenibile della Regione Emilia Romagna. Nel quadro delle attività di Piano la Regione ha, con delibera di Giunta n. 1420/2002 approvato il primo elenco dei Corpi idrici significativi e rivisto la rete di monitoraggio. La Regione ha approvato inoltre il Programma stralcio, con il concerto delle nove province emiliano romagnole, di cui all’art. 141 della Finanziaria 2000 che da una parte rappresenta il passaggio fondamentale per l’attuazione della direttiva 271/91 sulle acque reflue urbane, e dall’altra rappresenta una misura rilevante ai fini del raggiungimento degli obiettivi di qualità ambientale per le acque previsti dal decreto 152 e dalla direttiva quadro e quindi del Piano di Tutela. Il Programma stralcio è stato peraltro recepito, nel quadro dell’Intesa Istituzionale di Programma tra il Governo e la Giunta della Regione Emilia-Romagna, nell’Accordo di Programma quadro tra il Ministero dell’Economia e delle Finanze, il Ministero dell’Ambiente e della tutela del Territorio, il Ministero delle infrastrutture e dei Trasporti, il Ministero delle politiche agricole e forestali e la Regione Emilia-Romagna siglato il 20 Dicembre 2002, con l’indicazione dei mezzi finanziari di copertura. Nel quadro della definizione del Piano di tutela e dell’attuazione della direttiva quadro s’innesta anche la revisione delle zone vulnerabili ai nitrati d’origine agricola. La determinazione n. 6636 del 6/7/2001 della Direzione Ambiente e difesa del suolo e della costa istituisce il gruppo di lavoro per l’aggiornamento della Carta Regionale della Vulnerabilità, e affida a questo gruppo il compito di specificare gli aspetti metodologici per l’aggiornamento della carta della vulnerabilità e il compito di definire il programma delle attività per realizzare la nuova carta. Il Decreto 152/99 all’allegato 7 designa, infatti, in fase di prima attuazione le zone vulnerabili, che per la Regione Emilia-Romagna sono quelle già individuate con Delibera Consigliare n. 570/97, nonché la zona delle conoidi della provincie di Parma, Reggio Emilia e Modena e l’area a rischio di crisi ambientale del bacino Burana-Po di Volano della Provincia di Ferrara. Tali zone vanno riviste periodicamente nei tempi individuati dal Decreto 152/99. Per quanto riguarda le acque a specifica destinazione, così come sono indicate al Capo 2 del D.L.gsl. 152/99, è continuato il monitoraggio nelle stazioni delle reti dedicate senza che si evi- denziassero problematiche particolari. Ci sono stati cambiamenti solo per le acque dolci che richiedono protezione o miglioramento per essere idonee alla vita dei pesci, tutelate in ottemperanza alla Direttiva 78/659/CEE. Le Amministrazioni Provinciali hanno recepito la delega regionale di cui alla L.R. 3/99 e, con specifici atti, hanno designato le acque dolci idonee alla vita dei pesci ed hanno definito le stazioni di monitoraggio nel territorio di loro competenza. Rispetto alla rete precedente ci sono stati notevoli cambiamenti nel senso che sono stati aggiunti nuovi tratti di fiume di consistente estensione e sono cambiate molte stazioni di monitoraggio Per quanto riguarda la qualità delle acque superficiali destinate alla produzione di acqua potabile, in applicazione alla Direttiva 75/440/CEE, e in ottemperanza al Decreto L.gs. 152/99, Allegato 2 “Acque a specifica destinazione”, questa funzione è l’unica rimasta in capo alla Regione dopo l’emanazione della L.R. 3/99. Allo stato attuale continuano ad essere monitorate tutte le prese acquedottistiche dirette già esistenti; in particolare, attraverso valutazioni congiunte tra l’Assessorato Sanità e Ambiente vengono studiate misure di miglioramento per le acque che sono classificate nelle categorie A3 e sub A3. 41 Gestione e riduzione dei rifiuti Per ottemperare ai disposti delle Direttive Europee e del Decreto Legislativo n.22/97 di recepimento, la Regione ha avviato iniziative per l’adeguamento della pianificazione provinciale in materia di rifiuti con la Legge Regionale 21 aprile 1999 n. 3 “Riforma del sistema regionale e locale”. Inoltre, relativamente agli aspetti formali e di metodo, con Legge Regionale n.20/2000 “Disciplina generale sulla tutela e l’uso del territorio”, sono stati definiti i processi di pianificazione e sono state regolamentate le procedure per la elaborazione, adozione e approvazione degli strumenti di pianificazione, territoriale e urbanistica, articolati per i tre livelli istituzionali (Regione, Province, Comuni). I piani provinciali per la gestione dei rifiuti, PPGR, competono, ai sensi della citata L.R. 3/99, alle amministrazioni provinciali. Con la deliberazione della Giunta Regionale n. 1620 del 31 luglio 2001 “Approvazione dei criteri ed indirizzi regionali per la pianificazione e la gestione dei rifiuti”, sono stati dettagliati gli aspetti riguardanti i contenuti che la pianificazione provinciale di settore deve necessariamente affrontare. In particolare tale atto di indirizzo contiene: 42 1. Le indicazioni strategiche regionali riguardanti: – la riduzione della produzione di rifiuti; – il sistema di recupero e smaltimento dei rifiuti urbani e speciali anche pericolosi; – la raccolta differenziata dei rifiuti urbani; – i criteri per la localizzazione degli impianti di smaltimento e recupero dei rifiuti; – i criteri per la localizzazione degli impianti di gestione dei rifiuti, ad eccezione delle discariche, nelle aree destinate ad insediamenti produttivi; – i flussi prioritari di rifiuti. 2. La definizione dei contenuti e della articolazione del Piano Provinciale di Gestione dei Rifiuti (PPGR) con particolare riferimento a: – Periodo di pianificazione; – Scenari di pianificazione e monitoraggio; – Formati del PPGR; – Controllo di qualità dei dati del Piano; – Valutazione ambientale del Piano. 3. I criteri per l’individuazione delle aree non idonee alla localizzazione degli impianti di smaltimento e di recupero dei rifiuti (la corrispondente individuazione delle aree non idonee è affi- SESTOEURORAPPORTO data, con la citata L.R. 3/99, alla Pianificazione territoriale generale: PTCP – Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale). Con la L.R. 20/2000 si promuove un uso appropriato delle risorse ambientali, naturali, territoriali e culturali; il processo di pianificazione promosso garantisce la ricerca della coerenza tra le caratteristiche e lo stato del territorio e le destinazioni e gli interventi di trasformazione previsti, verificando nel tempo l’adeguatezza e l’efficacia delle scelte operate. Il processo di pianificazione ha previsto sia lo sviluppo di un’attività conoscitiva e valutativa a presupposto delle scelte strategiche operate, sia il coordinamento di un’attività di concertazione con gli Enti territoriali e le altre Amministrazioni preposte alla cura degli interessi pubblici coinvolti, nonché con le associazioni economiche e sociali. La Provincia procedente avvia il procedimento con una prima fase concertativa, convocando una “Conferenza di Pianificazione”, nella quale sottopone la documentazione preliminare al piano per acquisire un contributo conoscitivo e valutativo dai soggetti invitati. La documentazione preliminare, coerentemente con le finalità del processo di pianificazione, trova la espressione for- male e funzionale nei seguenti tre documenti denominati: Quadro Conoscitivo, che provvede alla organica rappresentazione e valutazione dello stato del territorio e dei processi evolutivi che lo caratterizzano e costituisce riferimento necessario per la definizione degli obiettivi e dei contenuti del piano e per la sua valutazione di sostenibilità. 䊳 Documento Preliminare, che contiene un’illustrazione dei contenuti fondamentali che l’Amministrazione procedente intende dare al piano in corso di elaborazione. In particolare esso è inteso come insieme di dati, relazioni e cartografie in cui vanno delineati gli scenari corrispondenti alle scelte effettuate. 䊳 Valutazione Ambientale Strategica (VAS) che contiene una metodologia finalizzata sia a condurre una verifica di conformità del Piano, fin dal momento della sua elaborazione, al sistema di obiettivi da perseguire, sia ad indicare, qualitativamente, le “ricadute ambientali” (o pressioni) che le scelte del Piano hanno sull’ambiente. 䊳 Allo stato attuale, sulla base delle indicazioni contenute nelle sopracitate L.R. 20/2000 e atto di indirizzo n. 1620/2001, tutte le Province hanno avviato il processo di revisione e ade- guamento dei piani provinciali vigenti. In particolare le Province di Piacenza, Reggio Emilia e Ferrara hanno iniziato la procedura di elaborazione dei PPGR con l’avvio della Conferenza di Pianificazione. Tutte le Province sono comunque impegnate a rispettare il termine del 31 dicembre 2003 stabilito dalla predetta direttiva regionale 1620/2001 per adottare i nuovi PPGR. Infine non sembra inutile richiamare l’attenzione su alcune riflessioni in merito alle caratteristiche dei PPGR, per la parte relativa ai rifiuti speciali anche pericolosi. Per i rifiuti urbani la normativa individua un ruolo preminente dell’ente pubblico locale. Esso nel pianificare il sistema complessivo di gestione, sulla base di criteri di efficienza, economicità ed autosufficienza a livello di ambito territoriale ottimale, deve individuare il complesso delle attività, le tipologie e il complesso degli impianti di gestione da realizzare per raggiungere tali obiettivi. Per quanto riguarda i rifiuti speciali anche pericolosi invece, il ruolo del pianificatore pubblico è più circoscritto, ciò anche in ossequio al principio comunitario “ chi inquina paga “ che, contestualizzato al tema dei rifiuti, comporta l’assunzione da parte del produttore/detentore, degli oneri relativi allo smaltimento di tali rifiuti sia dal punto di vista economico che da quello organizzativo. SESTOEURORAPPORTO Ne deriva che il sistema delle imprese complessivamente inteso deve preoccuparsi di promuovere e realizzare un adeguato “sistema” di attività ed impianti di smaltimento e recupero, che, pur muovendosi nell’ambito di regole stabilite dal decisore pubblico, deve operare in un sistema di “mercato”. In questo quadro, al piano di gestione dei rifiuti speciali anche pericolosi, come peraltro previsto dal D.Lgs. n. 22/97, compete allora fondamentalmente l’onere di: – definire il quadro conoscitivo sulla produzione e sullo smaltimento dei rifiuti su base provinciale (la “domanda“ e la “offerta” di smaltimento); – favorire la realizzazione di un sistema di impianti di iniziativa privata e pubblica, che in relazione alla ubicazione dei centri di produzione dei rifiuti favorisca la riduzione della loro movimentazione in ossequio al principio di prossimità, ma che, operando nel mercato, non necessariamente assume le caratteristiche dell’autosufficienza; – individuare le aree non idonee alla localizzazione degli impianti di smaltimento e recupero dei rifiuti, rimandando le valutazioni puntuali sulla compatibilità ambientale della localizzazione di ogni singolo impianto alla fase istruttoria di approvazione del progetto mediante la procedura di Valutazione di Impatto Ambientale. LIFE - strumento finanziario europeo per l’ambiente dell’ambiente nei paesi terzi rivieraschi del Mar Mediterraneo o del Mar Baltico diversi dai paesi dell’Europa centroorientale. LIFE è lo strumento finanziario di supporto all’applicazione, aggiornamento e sviluppo della politica comunitaria nel settore dell’ambiente e della legislazione ambientale. Nel 2000 è iniziata la terza fase (2000-2004)12 di applicazione del programma LIFE che sostiene progetti di interesse comunitario in vari settori, presentati da soggetti di varia natura pubblica e privata ed è suddiviso in tre settori tematici: La partecipazione ai programmi avviene attraverso bandi annuali attivati a livello di Stati membri dalle Amministrazioni competenti (per l’Italia il Ministero all’Ambiente). I progetti devono essere inviati alle autorità nazionali di riferimento che provvedono poi al loro invio alla Commissione europea; in caso di progetti cui partecipano più Stati membri il progetto deve essere trasmesso da quello in cui ha sede l’organismo coordinatore del progetto stesso. Natura, il cui obiettivo specifico è di contribuire all’attuazione della direttiva comunitaria concernente la conservazione degli uccelli selvatici e di quella relativa alla conservazione degli habitat naturali e, in particolare, all’attuazione della rete “Natura 2000”; le proposte di progetto possono coinvolgere solo le aree SIC (Siti di Importanza Comunitaria), Ambiente, che ha l’obiettivo di contribuire allo sviluppo di tecniche e metodi innovativi e allo sviluppo della politica comunitaria dell’ambiente, Paesi terzi che vuole contribuire alla creazione di capacità e strutture amministrative necessarie nel settore dell’ambiente nonché allo sviluppo di politiche e programmi d’azione nel settore Le risorse finanziarie attribuite al programma per l’intero territorio comunitario ammontano complessivamente a 640 milioni di euro di cui il 47% per Life-Natura, 47% per Life-Ambiente, 6% per Life-Paesi terzi. LIFE Ambiente prevede il sostegno finanziario a due tipologie di progetti: progetti di dimostrazione e progetti preparatori. Attraverso i progetti di dimostrazione, l’Unione europea intende stimolare e sperimentare soluzioni innovative di problemi ambientali, valutate anche in termini di fattibilità tecnico economica e di introduzione su larga scala. L’interesse allo sviluppo di tale tipologia di progetti, ha portato la Commissione europea ad elaborare 43 delle Linee guida per i progetti di dimostrazione13 che forniscono indicazioni in riferimento a cinque aree tematiche prioritarie: pianificazione e valorizzazione del territori, gestione delle acque, impatto delle attività economiche, gestione dei rifiuti e politica integrata dei prodotti (strategie integrate per le fasi di produzione, distribuzione, consumo e trattamento al termine del ciclo di vita). Partecipazione della Regione a progetti LIFE Nel 2002 la Regione Emilia-Romagna ha partecipato, attraverso la Direzione Generale Ambiente, Difesa del Suolo e della Costa, a quattro progetti LifeNatura approvati per la tutela di habitat naturali a rischio e precisamente: Azioni di conservazione del lupo in 10 siti SIC di tre Parchi della Regione Emilia-Romagna, Ripristino ecologico e conservazione degli habitat nella Salina del SIC Valli di Comacchio, Conservazione dei chirotteri e loro ambienti di foraggiamento nella RNO di Onferno nel sito SIC omonimo – gestiti 12 Regolamento del Parlamento e del Consiglio (CE) n.1655/2000 in GUCE L 192 del 28/7/2000. 13 GUCE C 308 del 27/10/2000. SESTOEURORAPPORTO 44 unitamente all’Istituto Beni Artistici Culturali e Naturali – e Ripristino di equilibri ecologici per la conservazione di habitat e specie di interesse comunitario. Azioni di conservazione del lupo (Canis lupus) Durata: 36 mesi ottobre 2001-settembre 2004 Costo totale: 933.321 euro Contributo comunitario: 419.994 euro Azioni di conservazione del lupo (Canis lupus) in 10 siti SIC collocati in tre Parchi della Regione EmiliaRomagna è realizzato in collaborazione con i parchi regionali dell’Alto Appennino Reggiano, dell’Alto Appennino Modenese e dell’Alta Val Parma e Cedra. Il progetto prosegue ed estende a due parchi regionali confinanti un’esperienza già avviata nel solo Parco del Gigante con il precedente progetto Life/Natura 1996-1998. L’obiettivo principale è il mantenimento di una popolazione vitale di lupo appenninico nell’intera area di progetto per favorirne la dinamica e la dispersione verso altre zone idonee. Le azioni previste, oltre alla messa a punto di una strategia unitaria di gestione sui tre Parchi, sono: creare un sistema informativo territoriale, sviluppare ipotesi di gestione, verificare sperimentalmente l’efficacia di interventi gestionali, individuare strategie e modalità per una sensibilizzazione volta alla ricerca del consenso delle categorie sociali locali più interessate, coordinare il servizio di vigilanza antibracconaggio. Nel corso del 2002 si è proceduto all’effettuazione del monitoraggio specie e prede con diversi metodi di indagine, alle analisi genetiche dei reperti, all’organizzazione e archiviazione dei dati e alle prime elaborazione dei dati rilevati. Sono stati effettuati incontri per il coordinamento della vigilanza e incontri con le popolazioni locali. Sono stati realizzati recinti di ricovero per il bestiame. E’ stata avviata la formazione per gli amministratori locali e la redazione di pagine web. Ripristino ecologico e conservazione degli habitat nella Salina del SIC Valli di Comacchio Durata: 48 mesi aprile 2001-marzo 2005 Costo totale: 1.597.143 euro Contributo comunitario: 638.857 euro Ripristino ecologico e conservazione degli habitat nella Salina del SIC Valli di Comacchio è realizzato in collaborazione con il Parco regionale del Delta del Po. Il progetto ha l’obiettivo di ripristinare l’equilibrio biologico di un’importante area naturalistica per la nidificazione e lo svernamento di numerose specie di uccelli e per la vegetazione legate alle acque salate che vi è ospitata, che rischia di essere compromesso dall’abbandono della produzione di sale. Sono previsti diversi interventi: per la rimessa in funzione del sistema di governo della circolazione idrica nell’area per mantenerne le diversità e ripristinare, in una sua piccola porzione, una ridotta produzione di sale; eliminazione delle parti di linee elettriche in disuso ed interramento di quelle in uso ed il ripristino dei dossi per aumentare la sicurezza e la superficie disponibile per la nidificazione soprattutto delle colonie di Laridae e Sternidae. E’ previsto inoltre la realizzazione di un Centro Operativo per il monitoraggio ambientale e la divulgazione scientifica e l’apertura dell’area ad una fruizione controllata realizzando un percorso di visita. Nel corso del 2002 si è proceduto al rilievo topografico. Sono stati effettuati studi e ricerche preliminari sulle specie e caratteristiche delle acque, l’analisi architettonica dei manufatti, la redazione studi per il ripristino della salina e la progettazione esecutiva. Sono state inoltre effettuate le gare d’appalto con l’assegnazione dei lavori di restauro ambientale. Conservazione dei chirotteri e loro ambienti di foraggiamento nella Riserva Naturale Orientata di Onferno Durata: 36 mesi ottobre 2001-settembre 2004 Costo totale: 582.500 euro Contributo comunitario: 262.125 euro Conservazione dei chirotteri e loro ambienti di foraggiamento nella Riserva Naturale Orientata di Onferno nel sito SIC omonimo ha l’obiettivo di rinforzare l’azione di tutela e conservazione delle numerose specie di pipistrelli che già popolano le grotte ed i boschi della riserva naturale, situa- SESTOEURORAPPORTO ta nel comune di Gemmano nella Valle del Conca. Le azioni previste comprendono sia l’acquisto di terreni marginali della riserva da mantenere a pascolo, che il miglioramento della vegetazione dei prati e boschi ed il ripristino di pozze che rappresentano gli ambienti utilizzati dai pipistrelli per l’abbeverata e l’alimentazione. Si avvierà, inoltre, una parallela attività di informazione e sensibilizzazione per orientare il pubblico a comportamenti che contribuiscano al mantenimento della presenza di queste specie protette di mammiferi. Nel corso del 2002 sono stati definiti i contratti di acquisizione dei terreni e la messa a punto dei protocolli di gestione dei pascoli. Sono state stipulate le convenzioni di ricerca e monitoraggio, avviati i contratti per la realizzazione di un sistema informativo territoriale, realizzati bat board e interventi su edifici per conservare l’habitat dei chirotteri. Infine è stato dato avvio alla produzione di materiali vegetali per il recupero della biodiversità di prati e boschi. Ripristino di equilibri ecologici per la conservazione di habitat e specie di interesse comunitario Durata: 42 mesi luglio 2002-gennaio 2006 Costo totale: 1.434.821 euro Contributo comunitario: 573.928 euro Ripristino di equilibri ecologici per la conservazione di habitat e specie di interesse comunitario, è un progetto a cui partecipa la Direzione Generale Ambiente, Difesa del Suolo e della Costa ed è realizzato in collaborazione con il Consorzio Parco Regionale Delta del Po, Comune di Argenta, Consorzio della Bonifica Renana e ARPA. Obiettivo del progetto è il ripristino, all’interno del Parco regionale del Delta del Po, nell’area denominata Valle Sante, Valle Campotto, di equilibri ecologici utili per la conservazione, il miglioramento e l’incremento di habitat di interesse comunitario quali la Foresta a galleria di Salix alba e Populus alba, i boschi di quercia, olmo e frassini dei grandi fiumi, le praterie calcicole xerocline subatlantiche e specie di interesse comunitario. Il progetto si prefigge di definire criteri certi di gestione delle attività antropiche al fine di garantire l’efficienza idraulica dei corsi d’acqua, delle casse di espansione e, nel contempo, conservare gli habitat legati a questi ambienti attraverso la formulazione di un Piano di gestione da usare quale strumento per definire e coordinare le azioni e i mezzi necessari per la valorizzazione e la riqualificazione nel tempo che permetta l’aumento delle varietà di habitat e di biodiversità e la definizione di forme di gestione sostenibile. Per quanto riguarda Life/Ambiente, la Regione Emilia-Romagna, attraverso la Direzione Generale Ambiente, Difesa del Suolo e della Costa, nel corso del 2002 ha partecipato a tre progetti: ECONET, CLEAR e TANDEM e, attraverso ARPA Emilia-Romagna, ai progetti VISIT e TORRE. 45 ECONET Durata: 48 mesi settembre 1999-settembre 2003 Costo totale: 4.836.627 euro Contributo comunitario: 2.362.504 euro Attività Regione Emilia-Romagna Risorse proprie: 257.244 euro risorse comunitarie: 84.360 euro 墌 www.lifeeconet.com/it ECONET è un progetto a cui partecipa la Direzione Generale Ambiente, Difesa del Suolo e della Costa, avvalendosi dei dati e delle competenze dell’IBACN. Il progetto ha come capofila la Contea del Cheshire (UK) e come partners: English Nature, Università di Salford, John Moores University di Liverpool, Università di Reading, North West Water Limited, Vale Raoyal Borough Council, Environment Agency e Sustainability North West (UK), Università di Wageningen, Provincia di 46 Gelderland e Istituto Alterra (NL), Università dell’Aquila, Regione Abruzzo, Provincia di Bologna e Provincia di Modena. Obiettivo del progetto è la creazione di una rete ecologica di pianura. Nel corso del 2002 sono stati organizzati seminari e scambio di esperienze e conoscenze con gli altri partners. E’ stato effettuato lo studio dei modelli di gestione dei canali di bonifica, la messa a punto di un piano di gestione di un nodo della rete, l’analisi delle modificazioni storiche del paesaggio in funzione della rete ecologica, l’analisi delle politiche e delle opportunità. Si è proceduto inoltre alla elaborazione, stampa e diffusione di un quaderno sulle reti ecologiche e la traduzione in italiano del sito web del progetto. SESTOEURORAPPORTO City and Local Environmental Accounting Reporting CLEAR Durata: 24 mesi ottobre 2001-settembre 2003 Costo totale: 1.928.664 euro Contributo comunitario: 964.332 euro Attività Regione Emilia-Romagna Risorse proprie: 16.725 euro risorse comunitarie: 16.725 euro “City and Local Environmental Accounting Reporting - CLEAR” è un progetto che ha come capofila il Comune di Ferrara e come partners: i Comuni di Modena, Cavriago, Castelnovo Monti, Reggio Emilia, Ravenna, Salsomaggiore, Bergeggi, Grosseto, Pavia, Rovigo e Varese Ligure, le Province di Bologna, Ferrara, Modena, Reggio Emilia, Napoli e Torino e OCSE. Prevede la realizzazione e l’approvazione di “bilanci verdi” da parte di un campione significativo di comuni e province italiane. L’obiettivo TANDEM azione pilota per la promozione di Emas presso gli enti locali che operano a vasta scala in tandem con Agenda 21 locale del progetto è che i diciotto enti locali che partecipano approvino ciascuno un proprio bilancio ambientale e che venga messo a punto un “Metodo CLEAR” cioè le procedure, i modelli, le migliori pratiche e le batterie di indicatori idonei a produrre una concreta “contabilità ambientale” per un comune o una provincia Nel corso del 2002 sono state effettuati diversi incontri e riunioni per la definizione dei contenuti e la redazione dei bilanci ambientali; entro febbraio 2003 tutti gli enti partecipanti avranno adottato, in parallelo con il bilancio economico-finanziario, anche il loro bilancio “verde”. Il ruolo della Regione Emilia-Romagna è stato quello di assicurare il coordinamento territoriale delle esperienze locali in vista di una possibile estensione del “Metodo CLEAR” alla dimensione regionale e soprattutto quello di suggerire un set di indicatori comuni a tutti gli enti locali in modo tale da uniformare il più possibile i bilanci ambientali e ottenere dati confrontabili almeno tra enti del territorio regionale. Durata: 26 mesi ottobre 2001-settembre 2003 Costo totale: 996.361 euro Contributo comunitario: 498.182 euro 墌 www. provincia.bologna.it/tandem/index.html TANDEM “azione pilota per la promozione di Emas presso gli enti locali che operano a vasta scala in tandem con Agenda 21 locale” è un progetto che ha come capofila la Provincia di Bologna e come partners: i Comuni di Ferrara e Modena, il Dipartimento di Chimica e Chimica Industriale di Genova, le Province di Ancona, Bari, Ferrara, Genova, Modena, Parma e Venezia. Il progetto mira a definire metodologie di lavoro che facilitino la diffusione di EMAS14 tra gli Enti Pubblici che operano su area vasta, individuando e sviluppando le sinergie esistenti con Agenda 21 locale 14 Il nuovo regolamento EMAS permette anche agli Enti Pubblici di ottenere la registrazione. SESTOEURORAPPORTO (Tandem gestionale) e tra Enti che operano su territori sovrapposti, Province e Comuni capoluogo (Tandem Amministrativo). Tamdem cerca, inoltre, di migliorare la comunicazione ambientale da e verso il cittadino e le imprese, stimolando la partecipazione consapevole degli stessi. Nel 2002, dopo la preliminare fase di analisi, sono stati validati alcuni metodi per definire i confini delle entità registrabili e per caratterizzare il Sistema di Gestione Ambientale (SGA). Si è infine attivata la terza fase che ha come obiettivo la validazione di metodi per produrre un’Analisi Ambientale Iniziale e per progettare un SGA in Tandem con le Agende 21 locali. L’attività della Regione Emilia Romagna che non usufruisce di contributi comunitari, è di supporto ai partner del progetto ed in particolare alla Provincia di Bologna e alle Province e Comuni di Ferrara e Modena. Eco-labels for Sustainable Tourism in Europe: demonstrating how Eco-lables can move the European tourism market towards sustainability Durata: 26 mesi gennaio 2001- dicembre 2003 Costo totale: 1.804.918 euro Contributo comunitario: 882.858 euro Attività ARPA Risorse proprie: 40.000 euro risorse comunitarie: 39.400 euro VISIT “Voluntary Initiatives for Sustainability in Tourism” è un progetto a cui la Direzione Generale di ARPA, Sistemi di Gestione Integrati, partecipa come partner. Capofila è il centro olandese ECET European Center for Eco-Agro Tourism (NL), altri partners sono ECOTRANS European network for Sustainabler Tourism Development (D), NFI Internazional Friends of Nature (A), Strattreisen di Hannover (D), EEA Agenzia Europea per l’Ambiente (DK). Visit vuole dimostrare come gli Ecolabel – i marchi di qualità ambientale – possono muovere il mercato del turismo europeo verso la sostenibilità. Tra gli obiettivi la definizione di criteri uniformi per la validazione degli Ecolabel, la promozione e il coordinamento di iniziative che si muovono ancora in maniera spontanea nel settore del turismo ecosostenibile, implementando l’opera di promozione-convinzione dei Tour Operators e delle varie Associazioni. Nell’ambito delle attività del progetto, ARPA è stata coinvolta in particolare nel Working Group Indicators con l’obiettivo principale di individuare una griglia di indicatori in grado di misurare le performances del Turismo, in termini di sostenibilità, focalizzando l’attenzione non sui prodotti e/o servizi, ma sulla destinazione. Nel 2002 la griglia di indicatori individuata è stata sottoposta ad una testing phase con l’obiettivo di verificarne la compatibilità con le caratteristiche richieste per l’applicabilità a destinazioni pilota scelte in ambito europeo: la destinazione individuata in Emilia Romagna per condurre questa fase di sperimentazione, l’area costiera ravennate del Parco Delta del Po, è rappresentativa di una realtà socio-economica e am- 47 bientale già matura orientata verso la cultura della sostenibilità. L’area di studio comprende località balneari con una significativa presenza turistica, possiede siti di interesse naturalistico15 e siti di interesse culturale16 a ridosso di una importante area industriale e di un’area portuale fra le più grandi in Italia. Lo studio è stato svolto in collaborazione con il Comune di Ravenna e i risultati sono stati presentati nell’ambito del Workshop “Sustainable Tourism Destination” organizzato a Ravenna (26-28 settembre 2002) a cui hanno partecipato, oltre ai partner europei e ai rappresentanti delle Ecolabels aderenti al Progetto, rappresentanze degli Amministratori locali e dei Tour Operators. 15 Zone Ramsar -D.P.R. 448/76- Habitat tutelati dalle Dir.92/43/CEE e Dir.79/409/CEE. 16 UNESCO. SESTOEURORAPPORTO 48 cambio di contributi di questi paesi al bilancio dell’Unione Europea. T.O.R.R.E. Turismo Organizzato Recupero Rurale Ecologico Durata: 36 mesi ottobre 2001- ottobre 2004 Costo totale: 582.752,00 euro Contributo comunitario: 265.629,00 euro 墌 www.lifetorre-faenza.it/ T.O.R.R.E. “Turismo Organizzato Recupero Rurale Ecologico” è un progetto a cui partecipa, come partner, la Sezione provinciale dell’ARPA di Ravenna. Capofila è il Comune di Faenza e gli altri partners sono Provincia di Ravenna, Agrisystem, Ascom, Caviro, CTF, Confcooperative unione provinciale di Ravenna, Dipartimento di Biologia sezione Botanica dell’Università di Bologna, Enea centro ricerche Faenza e Terre Naldi. Obiettivo del progetto è l’educazione del cittadino-turista alla salvaguardia e alla corretta gestione dell’ambiente, coniugandole con uno sviluppo sostenibile. TORRE accoglierà flussi sostenibili di turisti in un com- prensorio organizzato in modo tale da consentire l’equilibrio con l’habitat naturale locale e nel quale le produzioni agricole sono realizzate nel rispetto delle antiche tradizioni rurali e dei disciplinari comunitari di lotta integrata e biologica. E’ previsto un intervento di recupero e rinaturalizzazione di una ex cava (Cava Salita) e riqualificazione del Parco di Oriolo dei Fichi, situato sulle prime colline di Faenza. Nel corso del 2002 Arpa ha partecipato alle attività legate alla riqualificazione della ex cava, in particolare il monitoraggio ambientale attraverso indicatori fisico-chimici e biologici: in collaborazione con Enea, il campionamento dei pozzi e di corsi d’acqua del bacino imbrifero di Oriolo e, in collaborazione con l’Università, il campionamento di insetti e polline. LA POLITICA DI RICERCA E SVILUPPO TECNOLOGICO Scenario comunitario L’azione comunitaria nel campo della ricerca e sviluppo tecnologico (R&ST) trova fondamento negli articoli 163173 del Trattato sull’Unione Europea ed è uno degli strumenti a cui la Comunità affida l’obiettivo di favorire lo sviluppo della competitività internazionale dell’industria europea, rafforzandone le basi scientifiche e tecnologiche. Il Consiglio europeo straordinario di Lisbona del 23-24 marzo 2000 ha riconosciuto la politica di ricerca e sviluppo tecnologico e la creazione di un suo spazio europeo come una delle grandi priorità per rendere più competitiva l’Unione europea e creare maggiore occupazione in una “società della conoscenza” che si impone sempre più su scala mondiale. La ricerca comunitaria apporta un sostegno importante all’ampliamento dell’Unione Europea grazie all’associazione degli undici paesi candidati all’adesione, i cui ricercatori possono partecipare alle stesse condizioni di ammissibilità e finanziamento delle equipes comunitarie, in L’articolo 7 della decisione di approvazione del Quinto Programma quadro di R&ST dell’Unione Europea 1998-2002 impone inoltre il rispetto dei principi etici fondamentali e, pertanto, la ricerca comunitaria rientra nei principali settori di competenza del Gruppo europeo di etica delle scienze e delle nuove tecnologie (EGE), istituito nel 1998 sotto l’egida del Presidente della Commissione, e finalizzato a valutare l’ impatto, sulla vita dei cittadini, delle biotecnologie e delle altre nuove tecnologie, come quelle dell’informazione. Il Sesto Programma Quadro Il sesto programma quadro, adottato dal Parlamento europeo e dal Consiglio il 27 giugno 2002, definisce il quadro pluriennale delle azioni di ricerca, sviluppo tecnologico e dimostrazione sostenute finanziariamente dall’Unione Europea. Con una dotazione finanziaria complessiva di 16,27 miliardi di euro per il periodo 2002-2006, il programma si pone l’obiettivo di contribuire alla realizzazione dello spazio europeo della ricerca attraverso una integrazione delle capacità di ricerca in Europa. Le azioni del programma verranno sviluppate attraverso l’introduzione di stru- SESTOEURORAPPORTO menti ad effetti integratori, quali le reti di eccellenza o la partecipazione dell’UE a programmi nazionali e un’azione di concentrazione dell’utilizzo delle risorse su alcuni settori prioritari dove l’azione della Comunità può apportare un valore aggiunto(es. genomica, tecnologie per la società dell’informazione, sicurezza alimentare). Oltre all’integrazione dei paesi di nuova adesione, il programma è aperto alla cooperazione internazionale. Nel corso del mese di settembre 2002 sono stati adottati cinque programmi specifici con una dotazione globale di 17,5 miliardi di euro destinati in particolare alla strutturazione, integrazione e rafforzamento dello spazio europeo della ricerca ed al sostegno delle azioni dirette dal Centro Comune di Ricerca. Il PQ è divenuto operativo nel dicembre 2002 con l’approvazione da un lato, del reg. (CE) n.2321/2002 relativo alle regole di partecipazione delle imprese, dei centri di ricerca e delle università e, d’altra parte, con la pubblicazione dei primi inviti17 a presentare proposte di progetti. Il 17 dicembre 2002 sono stati pubblicati i primi bandi per fornire sostegno finanziario ad attività di ricerca nell’ambito dei Programmi specifici “Integrare e rafforzare lo Spazio europeo della ricerca” e “Strutturare lo Spazio europeo della ricerca”. Nell’ambito del primo programma la maggior parte delle risorse sono destinate a sostenere progetti riguardanti le sette priorità tematiche di ricerca (Scienze della vita, genomica e biotecnologie per la salute; Tecnologie per la società dell’informazione; Nanotecnologie e nanoscienze, materiali multifunzionali basati sulla conoscenza, nuovi processi e prodotti di produzione; Aeronautica e spazio; Qualità e sicurezza alimentare; Sviluppo sostenibile, cambiamento globale ed ecosistemi; Cittadini e governance nella società della conoscenza). Si prevede, inoltre, di sostenere attività di ricerca a supporto delle politiche comunitarie, nonché specifiche attività indirizzate alle piccole e medie imprese e misure a favore della cooperazione internazionale nel campo della ricerca. Per quanto riguarda il secondo Programma, i bandi prevedono il sostegno ad azioni a favore delle risorse umane e della mobilità, nonché a progetti riguardanti le infrastrutture di ricerca e il dialogo scienza/società. Partecipazione della Regione a programmi di ricerca 49 ricerca ed in generale la rete di ricerca e del trasferimento tecnologico in vista dei bandi del sesto programma quadro”18, sensibilizzare ed informare i settori della Regione interessati e quindi raccogliere le loro priorità nel campo della ricerca, favorire i collegamenti tra RER e le competenze disponibili nel territorio, favorire partnership europee ed aumentare la visibilità del saper fare del sistema emiliano romagnolo. Nell’ambito dell’Azione “Energia, Ambiente e Sviluppo sostenibile” del Quinto Programma Quadro di Ricerca e Sviluppo Tecnologico dell’Unione Europea, la Direzione Generale Ambiente, Difesa del Suolo e della Costa ha partecipato al progetto CoastView, mentre il Servizio Meteorologico Regionale di Arpa Emilia-Romagna ha proseguito, nel corso del 2002, le attività dei progetti DEMETER e MUSIC, ed ha iniziato le attività dei progetti CARPE DIEM, STARDEX e FUMAPEX; del progetto CARPE DIEM, ARPA-SMR funge da coordinatore. COASTVIEW Durata: 36 mesi aprile 2002-marzo 2005 Costo totale: 2.670.279,00 euro Contributo comunitario: 2.017.150,00 euro Attività Regione Emilia-Romagna Risorse proprie: 36.983,00 euro risorse comunitarie: 18.017,00 euro COASTVIEW è uno specifico progetto di ricerca all’interno dell’azione Ecosistemi marini sostenibili – monitoraggio e gestione di fenomeni costieri, coordinato dall’Università di Plymouth (UK). La partecipazione della Regione Emilia-Romagna si svolge in stretta collaborazione con le Università di 17 La Regione Emilia-Romagna ha siglato una convenzione con ASTER per “supportare e preparare l’ente regionale, il sistema delle Università e dei centri di Informazioni sui bandi e sulla relativa documentazione sono reperibili all’indirizzo http://fp6.cordis.lu/fp6/calls.cfm 18 Delibera di Giunta 28 dicembre 2001, n. 3025. 50 Bologna e Ferrara. Altri partners sono Environment agency of England and Wales (UK), Kobenhauns Universitet (DK, gli olandesi Stiching waterloopkunding laboratorium, Ministry of transport public works and water management, Università di Utrecht, gli spagnoli International centre for coastal resources research, Autoridad Portuaria di Santander, Universidad de Cantabria. Obiettivi del progetto sono quelli di sviluppare indicatori di stato costiero per descrivere lo stato dinamico delle coste, sviluppando e verificando metodi di controllo basati su immagini e tecniche di analisi associate per stimare ed interpretare questi indicatori, pertanto il progetto comporta lo sviluppo di nuovi sistemi video, teorie e software per la raccolta dati e la valutazione degli indicatori. La sperimentazione viene effettuata in quattro diverse situazioni ambientali con ben definite problematiche di gestione tipiche delle coste europee. Per la nostra regione il sito individuato è il Lido di Dante dove sarà posizionato un sistema di controllo video in grado di monitorare una fascia di costa protetta da difese rigide sommerse parallele alla linea di riva e contemporaneamente un tratto di costa non protetto. SESTOEURORAPPORTO DEMETER Development of a European Multi-model Ensemble system for seasonal to interannual prediction Durata: 48 mesi gennaio 2000-dicembre 2003 DEMETER prevede lo sviluppo di un insieme unico di modelli meteorologici europei per previsioni stagionali ed infrannuali comuni e riceve un finanziamento di 131.948 euro. Il progetto ha l’obiettivo di produrre un mezzo previsionale innovativo che possa essere utilizzato in modelli quantitativi per la stima delle produzioni agrarie in Europa e la diffusione delle malattie endemiche in Africa. Partners del progetto, oltre all’Istituto Nazionale Geofisico del CNR e il Land Management Unit from the Institute for Environment and Sustainability con sede ad Ispra, sono i centri inglesi European Centre for Medium-Range Weather Forecasting (ECMWF), Meteorological Office (METO) e MALSAT Research Group, Liverpool School of Tropical Medicine, i francesi Météo-France (CNRM), Laboratoire d’Océnographie Dynamique et de Climatologie (LODYC) e European Centre for Research and Advanced Training in Scientific Computation (CERFACS), il Max-Planck Institute fur Meteorology (MPI) di Amburgo (D), lo spagnolo Instituto Nacional de Meteorología (INM) e il Danish Meteorological Institute (DK). Il progetto si propone, tra l’altro, di verificare l’utilità pratica di previsioni stagionali realizzate con il metodo dell’ensemble di modelli. Questo metodo prevede di fornire all’utente finale distribuzioni di previsioni numeriche emesse facendo simulazioni con un ensemble di modelli matematici. Il contributo di ARPA-SMR al progetto consiste nel verificare l’utilità delle previsioni stagionali in campo agrometeorologico: lavorando prevalentemente per mezzo di modelli di simulazione (della fenologia, del bilancio idrico, ecc.) alimentati con dati osservati, si tratta quindi di studiare come alimentare i modelli con i dati previsti, in particolare con dati previsti da ensemble di modelli, e successivamente di misurare l’attendibilità e la pratica utilità delle informazioni così ottenute. Nel corso del 2002 sono state effettivamente sviluppate le funzioni necessarie per l’applicazione delle previsioni stagionali all’interno dei SW utilizzati per l’assistenza agrometeorologica in agricoltura, con particolare riferimento alla previsione delle rese agricole. MUSIC Multi_Sensor precipitation measurements Integration, Calibration and flood forecasting Durata: 36 mesi febbraio 2001-gennaio 2004 MUSIC ha come obiettivo lo sviluppo di tecniche innovative per il miglioramento delle misure di precipitazione ottenute dalla combinazione di telepluviometri, radar e satelliti meteorologici, da utilizzare in un sistema prototipo per la previsione delle alluvioni. ARPA-SMR partecipa in qualità di partner, sotto il coordinamento dell’Università di Bologna, assieme a UNEW University of Newcastle upon Tyne (UK), GEMA Gematronik GmbH elektronische Anlagen (D), IMGW Institute of Meteorology and Water Management (PL), AVS/UNIRAS aps (DK), FMA Fondazione per la Meteorologia Applicata, l’Istituto di Scienze dell’Atmosfera e del Clima del CNR e ET&P Srl-Environmental Technologies and Products (I) Le attività di ARPA-SMR consistono nella verifica la funzionalità degli strumenti sviluppati all’interno del progetto, nell’analisi ed interpretazione dei dati di telepluviometri e di radar, e nel- SESTOEURORAPPORTO l’analisi dei risultati del prototipo di previsione delle alluvioni applicato a casi reali sul Fiume Reno. Il finanziamento comunitario ad ARPA-SMR per il progetto MUSIC, relativo all’intero triennio, è pari a 113.278 euro. CARPE DIEM Critical Assessment of available Radar Precipitation Estimation techniques and Development of Innovative approaches for Innovative Environment Management Durata: 36 mesi gennaio 2002-dicembre 2004 CARPE DIEM ha come obiettivo il miglioramento delle attuali previsioni idrologiche attraverso la valutazione critica delle attuali tecniche di stime delle precipitazioni, ricavate da osservazioni radar, e delle previsioni numeriche di precipitazioni. Ha un costo complessivo di 2.501.444 euro, di cui 1.659.745 euro sono a carico della Unione Europea. ARPA-SMR riceverà un finanziamento complessivo di 224.460 euro. ARPA-SMR ha coordinato la stesura del progetto; attualmente coordina le attività di ricerca e sviluppo e gestisce i rapporti con la Commissione europea. Partners del progetto sono: PROGEA S.r.l., l’istituto di ricerca tedesco Deutsches Zentrum fuer Luft und Raumfahrt, il servizio Meteo-idrologico Svedese, il servizio meteorologico Finlandese, il dipartimento di Astronomia e meteorologia dell’Università di Barcellona (S), l’Istituto di Scienze dell’atmosfera e del Clima del CNR e il Centro CWRR dell’università nazionale Irlandese. ARPA-SMR contribuisce al progetto attraverso la fornitura dei dati dei sistemi radar che gestisce, sviluppando inoltre un sistema di assimilazione dati. Nel 2003 è previsto un ulteriore contributo per l’effettuazione di esperimenti Multi Model/Multi Analysis Ensemble, in collaborazione col Servizio Meteorologico Svedese. STARDEX Statistical and Regional Dynamical downscaling of Extremes for European Regions Durata: 40 mesi febbraio 2002-giugno 2005 STARDEX ha l’obiettivo di delineare degli scenari di cambiamento climatico per quanto riguarda l’occorrenza di eventi meteorologici estremi che hanno un grande impatto sulla vita e sulle attività umane. ARPA-SMR partecipa in qualità di partner, sotto il coordinamento dell’Università di East Anglia (UK), assieme a King’s College London, Fundación para la Investigación del Clima (E), University of Bern e Eidgenossische Technische Hochschule (CH), Centre National de la Recherche Scientifique (F), Atmospheric Dynamics Group della Facoltà di Fisica dell’ Università di Bologna, Danish Meteorological Institute (DK), Fachhochschule Stuttgart – Hochschule fur Tecnik e Institutu fuer Wasserbau (D) Imoversotu pf Thessaòpolo (EL). In tale progetto ARPA-SMR svolge la 51 sua attività accentrata sullo studio dei cambiamenti climatici degli estremi meteorologici a scala locale (EmiliaRomagna, Nord Italia) mediante uso dei prodotti dei Modelli di Circolazione Generale dell’Atmosfera e dei modelli regionali, opportunamente regionalizzati alla scala locale; in particolare, ARPA – SMR concentra l’attenzione sui cambiamenti nell’occorrenza di precipitazioni intense che possono dar luogo a fenomeni di tipo alluvionale. Il finanziamento comunitario ad ARPA-SMR per la durata del progetto, è pari a 163.200 euro. 52 FUMAPEX integrated system for Forecasting Urban Meteorology, Air Pollution and Population Exposure Durata: 36 mesi gennaio 2002-dicembre 2004 FUMAPEX ha come finalità di assicurare che i requisiti stabiliti dalle direttive comunitarie sulla qualità dell’aria vengano raggiunti nei tempi più brevi possibile, permettendo la previsione e la prevenzione dei peggiori casi di inquinamento atmosferico nelle aree urbane di maggiori dimensioni. ARPA-SMR partecipa in qualità di partner assieme a ARPA Piemonte, Danish Meteorological Institute (DK), German Weather service DWD, Hamburg University MIHU (D), Centro de Estudios Ambientales del Mediterrano (E), Ecole centrale de Nantes, INSA CNRS Universite – Insa de Rouen CORIA (F), Finnish meteorological Institute, Finnish National Public Health Institute KTL (FIN), ARIANET Consulting, Norwegian Meteorological Institute DNMI, Norwegian Institute for air research NILU, University of SESTOEURORAPPORTO Hertfordshire (UK), Environment Institute- Joint research center JRC EI e Swiss Federal Institute of Technology EPFL/ETH (CH). ARPA SMR focalizza la propria attività principalmente sulla implementazione e la dimostrazione di un sistema integrato per la valutazione e gestione della qualità dell’aria e partecipa anche alla attività di verifica di diversi sistemi di previsione meteorologica operativa per le aree urbane, ponendo particolare attenzione all’incidenza, agli effetti e all’esposizione della popolazione. Il finanziamento comunitario ad ARPASMR per la durata del progetto, è pari a 73.530 EURO. LA POLITICA DEI TRASPORTI Partecipazione della Regione ad azioni comunitarie Nel 2000 la Commissione europea ha promosso, nell’ambito del Quinto Programma Quadro di Ricerca e Sviluppo, l’iniziativa “CIVITAS Cleaner and better transport in cities”, riguardante il trasporto urbano e volta ad incoraggiare le città nello sviluppo di strategie nuove e complete per un trasporto urbano sostenibile, basato su misure, tecnologie ed infrastrutture innovative. Il 9 ottobre 2002 la Commissione Europea ha inaugurato a Bruxelles il CIVITAS FORUM, organizzato con lo scopo di diffondere la conoscenza delle misure attuate in 19 città pilota ed ha confermato che ci sarà una seconda edizione di CIVITAS19 nell’ambito del 6° Programma Quadro. Il FORUM si terrà con frequenza annuale dal 2003 al 2005 e gli incontri verranno organizzati in sessioni plenarie e in gruppi di lavoro più ristretti in città CIVITAS ogni volta diverse. Verranno affrontati i seguenti argomenti: • Come le città possono contribuire al conseguimento degli obiettivi fissati nel protocollo di Kyoto; • Come influire sul comportamento dei cittadini; • Quale può essere la funzione delle autorità locali rispetto ai vari modi di trasporto. La Regione Emilia-Romagna, così come i comuni di Ravenna e Modena, ha partecipato al CIVITAS FORUM e intende partecipare a CIVITAS II portando sul piano del confronto una serie di buone pratiche già avviate o in fase di completamento per la riorganizzazione della mobilità e la qualificazione dell’accesso ai servizi di interesse pubblico. Detta azione si colloca nell’ambito delle iniziative programmata dalla Regione sia con l’Accordo di Programma sulla qualità dell’aria tra Regione, Province e Comuni20 per la gestione dell’emergenza conseguente agli elevati livelli di inquinamento atmosferico, sia con l’Accordo di Programma quadro in materia di ambiente, mobilità sostenibile ed energia sottoscritto21 tra il ministero dell’Ambiente e della tutela del Territorio e il Presidente della Regione Emilia-Romagna. 19 CIVITAS II. Accordo sottoscritto il 15 luglio 2002. 21 In data 18 ottobre 2002. 20 SESTOEURORAPPORTO Oltre all’adesione al CIVITAS FORUM, la Regione Emilia-Romagna ha inoltre organizzato un seminario a Bruxelles il 4 dicembre 2002, presentando le proprie iniziative. I principali temi trattati hanno avuto come riferimento: – realizzazione, insieme alle Province e ai Comuni del suo territorio, di interventi precisi in materia di mobilità urbana sostenibile, in accordo con le indicazioni del Libro Bianco sulla politica europea dei trasporti e del Libro Verde sull’approvvigionamento energetico – avvio dell’iniziativa “sistemi di medie città” per favorire interventi adeguati alle specifiche realtà – proposta alle altre Regioni e città europee di partecipare insieme alle iniziative della Commissione Europea su questi temi e di dialogare con gli organi competenti della Commissione. Nel corso dell’iniziativa la Regione Emilia-Romagna, ha avviato una partnership tra le città di Modena, Ravenna, Clermont Ferrand e Aberdeen, con lo scopo di partecipare attivamente a CIVITAS II. Nel corso del 2002, alla Direzione Generale Programmazione territoriale e Sistemi di mobilità e all’Agenzia regionale Trasporti, sono stati approvati sei progetti, nell’ambito dei programmi di cooperazione transnazionale (Interreg III B)22 che prevedono complessiva- mente quasi 4,6 milioni di euro di finanziamenti, per sviluppare sistemi di trasporto delle merci meno inquinanti, più efficienti e competitivi. Questi fondi serviranno anche per allargare la rete informatica che collega i porti e gli interporti del “corridoio Adriatico” all’Austria e alla Grecia e per incentivare il trasporto via mare e su ferrovia. La Regione Emilia-Romagna è capofila di due progetti - City Ports e Gildanet e partecipa come partner agli altri quattro. Le città emiliano-romagnole maggiormente interessate sono Ravenna, Parma, Modena e Piacenza. City Ports (budget complessivo di 4 milioni e 774 mila euro, di cui 973 mila per l’Emilia-Romagna) riguarda altre 12 regioni italiane, Austria, Grecia e Slovenia. A Parma prevede un software per la gestione in ambito urbano del traffico merci e a Ravenna un piano di trasporto con veicoli ecologici, mentre Rimini entra a far parte della rete City Ports. Con Gildanet, la rete informatica tra i porti e gli interporti dell’area Adriatica sarà collegata a capitanerie, dogane marittime, spedizioneri, ma anche alle reti di Austria e Grecia. Il progetto prevede un finanziamento di 4 milioni e 363 mila euro dei quali 975 mila in Emilia-Romagna, interessa direttamente il Porto di Ravenna insieme all’Interporto di Bologna. Imonode/Fresh Log (4 milioni 891 mila euro di budget complessivo di cui 1,590 milioni di euro in EmiliaRomagna), riguarda l’area dell’Adriatico centrale e prevede la realizzazione di un sistema di trasporti intermodale per i prodotti agroalimentari deperibili con una rete integrata di piattaforme logistiche. Un prototipo di piattaforma è appunto previsto a Ravenna per organizzare i flussi (sia fisici che informatici) dei prodotti in entrata e in uscita lungo l’asse Sud-Est del Mediterraneo e l’Europa CentroOrientale. Obiettivi: la riduzione dell’impatto ambientale, con la riduzione di quote significative di traffico da gomma a ferro; il miglioramento dell’efficienza e la diminuzione dei costi. I partner sono, oltre all’Emilia-Romagna: Veneto, Friuli Venezia-Giulia e Puglia, il Porto di Ravenna, le Camere di Commercio di Ravenna, Forlì-Cesena e Taranto, Austria, Slovenia, Germania, Ungheria e Croazia. Nel progetto Merope Piacenza e Modena entrano a far parte insieme a Ravenna, Rimini e Parma di un network di oltre 30 città distribuite in tutta l’area del Mediterraneo, in grado di scambiarsi informazioni ed esperienze sul problema del traffico merci nelle città. Su un totale di 2 milioni 702 53 mila euro di finanziamenti, per l’EmiliaRomagna ne sono previsti 403 mila. Merope è il naturale completamento di City Ports e coinvolge i Comuni di Modena e Piacenza, le Regioni Toscana, Liguria, Umbria, Lazio, Piemonte, Campania, oltre che partners di Francia, Spagna e Marocco. Il progetto I-LOG punta allo sviluppo della logistica e del trasporto intermodale a sostegno delle piccole e medie imprese. L’Emilia-Romagna, che interviene con progetti pilota su un distretto industriale del territorio regionale (con 221 mila euro su 4 milioni 280 mila) è partner insieme alla Regione Veneto, Marche (capofila) e a partners di Grecia, Slovenia, Germania e Ungheria. Il progetto Sestante, come Gildanet, prevede la realizzazione di una rete telematica e informatica per collegare porti e interporti, dogane, capitanerie, spedizionieri, lungo il versante occidentale. L’Emilia-Romagna è interessata insieme ad altre regioni italiane ed a partners spagnoli (402 mila euro su uno stanziamento complessivo di 2 milioni e 425 mila euro). 22 Vedi anche la sezione 3 dedicata ai programmi di iniziativa comunitaria (PIC) e le azioni innovative ed in particolar modo la parte relativa al Programma Interreg III B. 54 LA POLITICA ENERGETICA Nel Trattato sull’Unione Europea non vi è un riferimento specifico alla Politica Energetica e le azioni comunitarie nel settore dell’energia sono sviluppate nell’ambito di diverse politiche. Il Piano energetico regionale La riforma dell’articolo 117 della Costituzione riconosce “la produzione, il trasporto e la distribuzione nazionale dell’energia” tra le materie di legislazione concorrente tra Stato e Regioni. Allo Stato tocca dunque dettare i principi generali, mentre spetta alle Regioni la programmazione sul territorio e la competenza sulle autorizzazioni per la realizzazione di nuovi impianti. La legge 55/2002 non ha fissato alcun principio nazionale di politica energetica ed ha mantenuto invece le competenze di autorizzazione in capo al Ministero, con procedure semplificate ma con il rischio di esautorare competenze di Regioni ed Enti locali in materia di programmazione territoriale e di controllo ambientale. Con l’ accordo tra Governo, Regioni, Province, Comuni e Comunità montane per l’esercizio dei compiti e delle funzioni di rispettiva SESTOEURORAPPORTO competenza in materia di produzione di energia elettrica, siglato in sede di Conferenza Unificata il 5 settembre 2002 e poi con un disegno di legge per l’energia23, il Governo ha riconosciuto le competenze delle Regioni anche in tema di nuove autorizzazioni. La Giunta regionale ha approvato, nel dicembre 200224, una proposta di legge “Disciplina della programmazione energetica territoriale ed altre disposizioni in materia d’energia” per dare attuazione piena alla riforma costituzionale. Per la prima volta in Italia, nel testo del progetto di legge regionale viene formalmente indicato come finalità il rispetto degli obiettivi indicati dal protocollo di Kyoto25. Obiettivo della Regione è armonizzare le esigenze di sviluppo con quelle generali di interesse pubblico, garantendo uno sviluppo sostenibile e responsabile delle compatibilità ambientali del “Sistema energetico regionale”, da ricercarsi attraverso il risparmio energetico, l’uso razionale dell’energia, la valorizzazione delle fonti rinnovabili. Per quel che riguarda gli strumenti, la legge regionale istituisce un “Piano energetico”26, al quale viene collegato anche un apposito Fondo per finanziare veri e propri piani di risparmio energetico, di sviluppo di fonti rinnovabili e di ricerca per l’innovazione. La legge prevede anche che vi siano delle competenze e delle iniziative delle Province per la promozione del risparmio energetico e dell’uso razionale dell’energia nei processi produttivi, la valorizzazione delle fonti rinnovabili, l’ordinato sviluppo di impianti e reti provinciali. Ai Comuni, infine, viene attribuito l’impegno di attuare Piani e progetti per la riqualificazione energetica dei sistemi urbani negli insediamenti esistenti e soprattutto in quelli nuovi. L’obiettivo principale del Piano è qualificare il sistema elettrico ed energetico regionale e raggiungere l’autosufficienza elettrica della regione entro il 2010 con una strategia “a misura d’ambiente” e, per attuare Kyoto, fissa l’obiettivo per far scendere del 6% le emissioni in Emilia-Romagna rispetto alla quota del 1990. Il Piano prevede azioni su tre livelli diversi: – portare a conclusione il processo di conversione di tutte le vecchie centrali ad olio combustibile (altamente inquinanti e poco efficienti) in impianti a metano e a ciclo combinato da realizzare con le migliori tecnologie secondo quanto indicato dalle direttive europee per l’attuazione di Kyoto; – aumento della produzione elettrica con fonti rinnovabili (idroelettrico, eolico, fotovoltaico, biomasse) e della cogenerazione. Si prevede così di moltiplicare per sette il totale della produzione realizzata con impianti eolici e fotovoltaici e di dieci volte al dotazione attuale di pannelli solari; – regolazione delle eventuali proposte di insediamento di nuove centrali con tre livelli d’accertamento della compatibilità ambientale La delibera per l’autorizzazione di nuove centrali attiva una procedura regionale in base alla quale fornire al Ministero, in questa fase transitoria, il proprio parere in merito alle autorizzazioni per la costruzione di nuovi impianti per la produzione di energia elettrica. Come previsto dalla legislazione nazionale, la domanda dovrà, in prima battuta, superare l’esame della Valutazione d’impatto ambientale (VIA), poi viene aggiunto l’obbligo secondo cui l’impianto dovrà essere compatibile con quanto determinato dai “Programmi provinciali per il risanamento e la tutela dell’aria” 23 Disegno di legge “Riforma e riordino del settore energetico” approvato dal Consiglio dei Ministri il 14 settembre 2002. 24 Delibera della Giunta regionale 2678 del 23 dicembre 2002. 25 Il Protocollo di Kyoto, in Italia, è stato ratificato con la legge 1° giugno 2002, n. 120. 26 Delibera della Giunta regionale 2679 del 23 dicembre 2002. SESTOEURORAPPORTO Le proposte presentate e giudicate compatibili secondo tali esami, saranno poi valutate in modo comparativo in base all’uso delle migliori tecnologie per il controllo degli impatti ambientali e per efficienza degli impianti anche in termini di cogenerazione di calore e quindi di risparmio energetico. Verrà valutata anche la più alta offerta di energia prodotta con fonti rinnovabili che la delibera regionale richiede di collegare alla proposta di impianto. Infine, nel quadro di questo esame comparativo condotto con gli Enti locali interessati, la Regione riterrà comunque utilizzabile solo il numero di impianti che rientrano nei limiti del fabbisogno di energia elettrica di potenza connessa allo scenario di compatibilità fissato dal protocollo di Kyoto. In questa fase transitoria questi criteri orienteranno la posizione che la Regione assumerà per le domande già presentate al Ministero (attualmente 4). A regime, una volta approvata la legge regionale in base alla quale le autorizzazioni saranno competenza esclusiva di Regione ed Enti locali, determineranno direttamente la concessione o meno del nulla osta. LA SOCIETÀ DELL’INFORMAZIONE A livello comunitario, nel corso dell’anno, si è data piena attuazione al piano “eEurope2002”27 e per rispondere alle nuove sfide poste dall’affermarsi sempre più evidente della eEconomia, è stato adottato un nuovo piano d’azione “eEurope 2005”28 che si concentra su un numero limitato di settori come i servizi pubblici in linea, la sicurezza delle reti, la generalizzazione di Internet ad alto flusso e su alcune tematiche: eGovernment, eHealth, eLearning. A queste tematiche la Regione EmiliaRomagna pone grande attenzione e si candida a fare da laboratorio per l’Europa: nel corso del 2002, una delle attività principali del settore sistemi informativi e telematica è stato infatti la redazione del Piano Telematico Regionale29 che ha inteso definire con gli enti locali le strategie regionali nei settori di e-government e società dell’informazione: nel fare questo grande attenzione è stata data alla prospettiva europea di queste attività; infatti la filosofia del Piano si rifà alle linee guida di eEurope 2005. L’obiettivo del Piano è duplice: da una parte trasformare l’Emilia-Romagna in un territorio digitale, con un’infrastrut- 55 tura telematica in grado di raggiungere ogni Comune e fornire servizi ai cittadini ed alle imprese. Il secondo obiettivo è favorire, grazie a questo volano pubblico, la crescita del mercato dei servizi telematici, aumentando così la competitività dei territori e del sistema delle PMI. Dotato complessivamente, per il quadriennio 2002-2005, di risorse per circa 120 milioni di euro, il piano è articolato in 30 progetti di durata almeno triennale e rappresenta uno degli interventi strategici del programma di legislatura della Regione. 27 Informazioni complementari sono disponibili sul server Europa http://europa.eu.int/informationsociety/index_it.htm 28 Doc. COM(2002) 263. 29 Il documento “Piano Telematico Regionale – Programma operativo 2002” è stato adottato dalla Giunta regionale nel giugno 2002; il Piano per lo sviluppo telematico dell’EmiliaRomagna è stato definito con delibera di Giunta n. 157 dell’8 febbraio 2000 mentre la delibera di Giunta n. 219 del 16 febbraio 2000 ha indicato i criteri e le procedure di concessione dei contributi per la promozione e il sostegno ai programmi di sviluppo telematico delle Amministrazioni locali. PROGRAMMI COMUNITARI TERRITORIALI E INTERSETTORIALI 2 2. I programmi comunitari territoriali e intersettoriali SESTOEURORAPPORTO SCHEMA DI SVILUPPO DELLO SPAZIO EUROPEO Lo Schema di Sviluppo dello Spazio Europeo (SSSE), approvato dal Consiglio informale dei ministri responsabili dell’assetto del territorio nel maggio 1999 a Potsdam, è attualmente il più completo documento di programmazione territoriale che indica una strategia di sviluppo territoriale per l’insieme dei Paesi dell’Unione Europea (UE), sulla cui base gli Stati membri selezionano e condividono i principali obiettivi per concorrere alla costruzione di uno sviluppo sostenibile del territorio dell’UE. Lo SSSE è stato elaborato a partire dal 1993 e periodicamente aggiornato dal Comitato per lo Sviluppo Spaziale (CSD), composto da rappresentanze tecniche indicate dai Ministri responsabili dell’assetto territoriale dei paesi UE. Il documento è il risultato di un processo di consultazione, revisione ed affinamento nel quale sono chiamati tutti i livelli di amministrazione pubblica europei, a partire dalla Commissione UE. Lo SSSE si propone di perseguire congiuntamente le finalità politiche della coesione economica e sociale, della salvaguardia delle risorse naturali e del patrimonio culturale e di una competitività più equilibrata dello spazio europeo. La Regione Emilia-Romagna ha avuto un ruolo rilevante nella definizione della posizione Italiana sullo SSSE ed è stata legittimata a questo ruolo dalla Conferenza Stato Regioni che l’ha identificata come Regione capofila su questo argomento. Le politiche definite dallo SSSE non sono impositive nei confronti degli Stati europei, ma orientative, rimanendo di competenza nazionale il governo dell’assetto del territorio. Nel caso dell’Italia le attività di pianificazione territoriale e urbana sono affidate al livello locale (Comuni e Province) e dal 1976 le Regioni hanno competenza legislativa in materia di tutela e uso del territorio. La Regione Emilia-Romagna, con la recente Legge Regionale n. 20/2000 “Disciplina generale sulla tutela e l’uso del territorio”, definisce, in forte sintonia con i principi dello SSSE e con le più innovative esperienze in atto in Europa, i livelli, gli strumenti, i contenuti e le procedure di formazione della pianificazione territoriale e urbana, volta a tutelare il territorio e a regolarne l’uso e i processi di trasformazione. Nell’ottobre 1999, nel meeting informale dei Ministri responsabili della pianificazione territoriale dell’UE di Tampere, è stato definito un programma per lo sviluppo dello SSSE per gli anni 2000-2005, consistente in 12 azioni suddivise in tre blocchi: 䊱 Promuovere una dimensione territoriale nelle politiche comunitarie e nazionali: 1. assumere gli orientamenti politici dell’SSSE nelle linee guida ai programmi dei Fondi Strutturali; 2. orientare il programma comunitario INTERREG III di cooperazione transfrontaliera, transnazionale e transregionale alla realizzazione di progetti dimostrativi dello SSSE; 3. assumere gli orientamenti politici dello SSSE nella pianificazione territoriale di ogni singola nazione e ad ogni livello di pianificazione; 4. considerare l’impatto nelle varie realtà territoriali dell’UE fra le politiche settoriali comunitarie e gli obiettivi dello SSSE; 5. assumere la “valutazione di impatto territoriale” (TIA) nella implementazione regionale delle politiche di sviluppo; 6. attribuire un ruolo rilevante allo sviluppo urbano sostenibile nelle politiche regionali e comunitarie; 䊱 Migliorare la conoscenza, la ricerca e l’informazione sulle strategie di sviluppo territoriale indicate dallo SSSE : 7. costruire la rete europea di monitoraggio e ricerca sulla pianificazione e sviluppo territoriale attraverso l’implementazione di ESPON, in italiano 59 ORATE (Osservatorio in Rete sull’Assetto del Territorio Europeo); 8. produrre libri per la scuola secondaria sulla integrazione europea e sulla nuova geografia d’Europa che riflettano le indicazioni dello SSSE; 9. istituire il premio “Regioni Future d’Europa” con lo scopo di alimentare una gara fra autorità statali, regionali e locali, organizzazioni non governative, nell’applicazione dello SSSE, per uno sviluppo territoriale sostenibile a vantaggio delle giovani generazioni; 10. guidare strategie integrate di pianificazione delle regioni costiere; 䊱 Prepararsi all’allargamento territoriale dell’Unione Europea: 11. realizzare una rete Pan-Europea di sviluppo territoriale; 12. considerare nelle politiche di sviluppo territoriale l’impatto sugli Stati membri e su quelli non membri derivante dall’allargamento dell’Unione Europea. Pur non essendo lo SSSE un documento della Commissione europea (in quanto non competente in materia), la stessa Commissione ha accolto nella predisposizione delle direttive per l’utilizzo dei Fondi Strutturali 2000-2006 i suggerimenti del CSD di implementare i nuovi regolamenti con le tematiche contenute nello SSSE e soprattutto ha identificato il 60 Programma di Iniziativa comunitaria Interreg III come strumento di applicazione ed approfondimento dello SSSE. Nel giugno del 2001 è terminata la fase di definizione del Programma ESPON 2006, che nell’ottobre dello stesso anno è stato presentato ufficialmente alla Commissione. Nel 2001 è stato istituito presso DICOTER (Dipartimento per il Coordinamento Territoriale del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti) il Comitato Nazionale di Sviluppo Spaziale (CNSS). In esso sono rappresentate tutte le Regioni e le Amministrazioni centrali maggiormente coinvolte nel governo del territorio e costituisce la sede per il dibattito sui temi che riguardano le politiche territoriali e urbane, sia nazionali che con riferimento allo SSSE e ad ESPON. L’Emilia-Romagna ha parte attiva all’interno del CNSS in quanto Regione coordinatrice della segreteria tecnica del comitato nazionale e componente, in rappresentanza delle Regioni, della delegazione italiana in sede di CSD (l’Italia è rappresentata dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti in coordinamento con il Ministero delle Politiche Comunitarie e dalla Regione Emilia-Romagna). SESTOEURORAPPORTO Nel 2002 sono stati assegnati i primi bandi del programma ESPON nei quali, pur non essendo stata coinvolta direttamente alla fase di studio, l’Emilia-Romagna ha partecipato al primo seminario esplicativo dei risultati ottenuti (Lussemburgo novembre 2002) traendone indicazioni utili per la propria pianificazione territoriale attualmente in fase di revisione. LA POLITICA COMUNITARIA DI COESIONE TERRITORIALE ED ECONOMICA Sul piano comunitario nel corso del 2002 le attività sono state indirizzate al consolidamento dell’operatività delle varie azioni promosse da Agenda 2000 per il periodo 2000-2006 (tutti i programmi interessati sono stati approvati entro la fine del 2001). Accanto ai programmi previsti nell’ambito degli obiettivi 1,2,3 sostenuti dai Fondi strutturali si sono avviati i programmi delle iniziative comunitarie Interreg III, Equal, Leader plus e Urban oltre che la progettazione selezionata e sostenuta direttamente dalla Commissione europea nell’ambito delle Azioni innovatrici. La Commissione europea si è impegnata inoltre ad adottare disposizioni che possano permettere una più efficace gestione finanziaria dei fondi in un’ottica di semplificazione tenendo conto che, secondo un’opinione diffusa, le varie modifiche apportate al sistema di erogazione dei fondi nel quadro di Agenda 2000 avrebbero contribuito in scarsa misura a semplificare i meccanismi di gestione. coesione comunitaria 2007-2013”2 frutto di un confronto fra Stato, Regioni, Enti Locali e parti economiche e sociali. Si segnala inoltre la pubblicazione da parte della Commissione europea di una relazione3 sulle azioni comunitarie a favore delle regioni frontaliere in particolare quelle confinanti con i paesi di nuova adesione. Nel 2002 è inoltre proseguito il dibattito lanciato l’anno precedente relativamente al futuro della politica di coesione dopo il 2006. In particolare, la Commissione ha presentato nel gennaio 2002, la Prima relazione intermedia sulla coesione1. Il documento ha aggiornato l’analisi della coesione economica e sociale includendo anche un’analisi delle disparità nella futura Unione a 25 e ha fatto il punto sulle prospettive del prossimo periodo di programmazione (calendario di attuazione, aspetti finanziari, priorità di interventi). Il dibattito in sede comunitaria ha alimentato e sollecitato prese di posizione ai livelli nazionali da parte dei singoli governi compreso quello italiano che ha adottato nel dicembre 2002 il “Secondo memorandum italiano sulla riforma della politica regionale di 1 COM (2002) 46. Il memorandum è disponibile sul sito del Ministero Economia e Finanze http// www.dps.tesoro.it/documentazione/docs/ all/memorandum_2002.pdf. 3 COM (2002) 660. 2 SESTOEURORAPPORTO IL PIANO REGIONALE DI SVILUPPO RURALE Anche nel 2002, terzo anno di attuazione del Piano regionale di sviluppo rurale, la velocità di spesa della Regione Emilia-Romagna è stata elevata: l’attribuzione di 4 milioni di Euro supplementari, a titolo di anticipazione sulle annualità successive, ha permesso di accorciare i tempi di erogazione dei fondi alle aziende beneficiarie. I finanziamenti erogati nel corso del 2002 ammontano a circa 127,95 milioni di Euro in termini di spesa pubblica di cui 55 milioni di Euro di risorse comunitarie e hanno riguardato oltre 16 mila domande. Rispetto alla quota di finanziamento assegnata dall’Unione europea all’Emilia-Romagna per l’intera durata del piano, nei primi tre anni si sono spese quote maggiori del previsto. Le differenza saranno recuperate nella restante parte del periodo. Le misure che evidenziano la maggiore velocità di spesa sono quelle relative all’insediamento dei giovani agricoltori (46% dell’intero periodo), investimenti aziendali (38%) e indennità compensative (46%). Il piano ha già utilizzato il 42% (totali 165,84 milioni di euro), dell’intera somma di fonte europea assegnata all’Emilia-Romagna per le sette annualità. 61 Dal 16 ottobre 2001, ai pagamenti delle domande ammesse provvede l’Agrea, agenzia regionale per le erogazioni in agricoltura, istituita con la legge regionale n. 21 del 2001. strumento fondamentale per garantire efficienza e trasparenza a tutto il percorso amministrativo (dalla presentazione delle domande ai controlli finali sui beneficiari degli aiuti). La scelta regionale di dotarsi di un proprio organismo pagatore ha dato fin dall’inizio risultati positivi permettendo di erogare, entro i termini stabiliti, i contributi relativi all’intera quota disponibile. Di seguito si riporta un’analisi sullo stato di attuazione delle misure del PRSR per il periodo 2002. Oltre alla struttura che si occupa delle contabilizzazioni e pagamenti, in convenzione con tutti gli enti competenti dell’attuazione delle Misure (Regione, Province e Comunità montane), Agrea ha definito il manuale delle procedure, 250.000 spesa pubblica totale periodo spesa pubblica 2000-2002 150.000 100.000 2080/92 2078/92 2079/92 Totale Altre azioni Totale Asse 3 2.t 2.i 2.h 2.f 2.e 1.g 1.c 0 1.b 50.000 1.a Migliaia di Euro 200.000 62 SESTOEURORAPPORTO Anno 2002 Totale 2000-2002 Misure spesa pubblica partecipazione UE spesa pubblica partecipazione UE Investimenti nelle aziende agricole Insediamento giovani Formazione Miglioramento delle condizioni di trasformazione e commercializzazione Zone svantaggiate e zone soggette a vincoli ambientali Misure agroambientali Imboschimento superfici agricole Altre misure forestali Tutela dell’ambiente in relazione all’agricoltura, alla selvicoltura… Commercializzazione prodotti agricoli qualità Rinn. e svil. villaggi e prot. cons. del patr. rurale Diversificazione delle attività agricole Gestione risorse idriche Svil. migl. infrastrutture rurali Valutazione — Reg. (CEE) 2078/92 — Reg. (CEE) 2079/92 — Reg. (CEE) 2080/92 Misure precedenti al 1992 Misure transitorie (art. 4 $2 del reg. (CE) 2603/99) Liquidazioni contabili e altro Totale spese contabilizzate Anticipazione del 12,5% 30.445.952 11.246.957 421.379 3.795.300 2.020.822 20.717.866 — — — 799.832 1.513.079 2.929.834 1.270.552 3.003.458 62.012 46.217.276 204.887 2.974.723 85.631 648.130 –397.794 127.959.889 12.183.849 5.623.479 210.690 1.423.238 1.010.411 10.358.933 — — — 299.937 680.885 1.098.688 571.748 1.351.556 31.008 23.141.079 102.443 1.487.359 21.408 162.032 –211.890 59.546.853 58.221.726 35.947.127 1.681.741 4.266.729 8.938.157 41.936.285 317.143 160.357 11.071 905.547 1.614.686 3.021.084 1.366.266 3.203.994 62.016 171.459.493 548.545 17.458.602 453.482 2.885.347 –497.810 353.961.856 6.758.571 24.102.077 18.311.157 872.299 1.894.666 4.550.328 22.551.589 317.143 160.357 11.071 415.651 782.493 1.189.938 667.462 1.552.092 31.008 85.622.767 274.539 8.731.841 115.120 766.897 –311.657 172.598.839 6.758.571 Totale liquidato effettivo 127.959.899 59.546.853 347.203.014 165.840.267 Totale Piano (P) 120.820.000 54.000.000 339.230.000 158.360.000 Misura 1.a Investimenti nelle aziende agricole Nel corso del 2002 il numero di domande ammesse a contributo da Province e Comunità Montane è stato complessivamente di 615, per un importo di oltre 32.44 milioni di Euro in termini di spesa pubblica. Le tipologie di interventi ammessi a contributo sono rappresentate per il 62% da macchine ed attrezzature e per un complessivo 25% da interventi edili e miglioramenti fondiari. Il forte peso degli interventi in dotazione, già evidenziato nel corso del 2001, che per i meccanismi di contribuzione previsti dal PRSR assorbono una maggiore quantità di risorse comunitarie rispetto agli interventi strutturali, ha determina- SESTOEURORAPPORTO to l’innalzamento del contributo medio stimato a inizio programmazione di circa 2,5 punti percentuali, portando di fatto ad una riduzione della spesa pubblica disponibile per la misura, che è passata, a dotazione Feoga costante, da 169,65 a 151,54 milioni di Euro (–18 Meuro). La distribuzione degli interventi appro- Attrezzature ed equipaggiamenti 62% Piantagioni agricole 4% Miglioramenti fondiari 12% Ediliza 13% Impianti per la produzione e la vendita di prodotti aziendali 6% Altri 3% Distribuzione percentuale del numero degli investimenti ammessi per tipologia di intervento. 45,0% 40% 40,0% 42% 䡵 % aziende 35,0% 䡵 % investimenti ammessi 30,0% 25,0% 20,0% 23% 21% 18% 16% 15,0% 10,0% 13% 11% 10% 6% 5,0% 0% Meno di 10 ha Da 10 a 20 ha Da 20 a 50 ha Da 50 a 100 ha Oltre100 ha Misura 1A - Distribuzione percentuale del numero di domande e degli importi di investimenti ammessi per classi di SAU – anno 2002 vati per dimensione di aziende e per settori produttivi non rileva variazioni sostanziali rispetto alla situazione 2001. La distribuzione del numero delle domande ammesse per classi di SAU evidenzia come il 69% delle aziende interessate hanno dimensioni superiori ai 20 ettari, con una punta significativa del 40% nella fascia da 20 a 50 ha.. L’analisi della distribuzione in termini finanziari degli importi ammessi vede il 73% a favore delle aziende superiori a 20 ettari con una conferma del peso della delle aziende della classe centrale e un aumento del peso delle classi superiori, oltre i 50 ha, con il 31 % delle risorse complessive rispetto al 19 del numero delle aziende. Se si considera il numero di aziende interessate per Ordinamento Tecnico Economico (OTE) si osserva che circa il 46% ha interessato aziende con ordinamento produttivo di tipo zootecnico a fronte di un 34 % delle aziende con produzioni vegetali prevalenti. Gli investimenti si sono concentrati prevalentemente su tre settori produttivi: bovini da latte (oltre 35% delle dei contributi ammessi); frutticoltura (13%); e dei seminativi13%). Le domande finanziate nel corso della terza annualità di piano sono state 63 980 per un totale di oltre 30,66 milioni di Euro (di cui 12,3 milioni di Euro in quota Feoga). Il totale delle domande ammesse a finanziamento entro il 2002 ammonta a oltre 99,34 pari al 65% delle risorse totali disponibili; di queste solo il 58 % è stato erogato alle aziende beneficiarie, il restante verrà posto in liquidazione nei prossimi esercizi finanziari. Misura 1.b Insediamento dei giovani agricoltori Il 2002 ha visto in grosso impegno finanziario, con la erogazione di circa 11,3 milioni di Euro per un totale di 707 premi erogati. Rimangono da erogare una parte degli impegni assunti entro il 2001 e tutti quelli successivi. Nei primi tre anni di attuazione sono stati già spesi 35.95 milioni di Euro, pari al 45% del totale delle risorse disponibili. Ciò è stato possibile, grazie alla anticipazione di risorse di cui la Regione Emilia-Romagna ha potuto usufruire ed alla volontà di destinare tali fonti interamente alla velocizzare la spesa destinata ai i giovani imprenditori, con l’obiettivo di accorciare i tempi che intercorrono fra insediamento del giovane ed effettiva riscossione del contributo. 64 SESTOEURORAPPORTO Domande ed importi ammessi anno 2002 (Euro) Nel corso del 2002 sono state ammesse a finanziamento 1.479 domande per un importo complessivo, in termini di spesa pubblica, di oltre 24 milioni di Euro. Misura 1.g Miglioramento delle condizioni di trasformazione e commercializzazione dei prodotti agricoli Nel complesso nel triennio sono stati assunti impegni per un totale di 64,43 milioni di Euro, pari all’85% delle risorse disponibili per l’intero periodo. Nel 2002 sono stati ammessi a finanziamento 73 progetti su 240 progetti risultati ammissibili, per un importo complessivo di investimento pari a 121,5 milioni di Euro e ad una spesa pubblica di 45.1 milioni di Euro. Carni Latte e prodotti lattiero-caseari Uova e pollame Cereali Vini e alcole Ortofrutticoli Patate Piante da fibra Totale I settori di intervento maggiormente rappresentati, per importo totale dei progetti ammessi, sono il vitivinicolo (19%), l’ortofrutticolo (27%), la carne (20%) e il lattiero-caseario (20%). superficie foraggiere, per un totale di 2,23 milioni di Euro di spesa pubblica, di cui 2.milioni di Euro sono stati effettivamente erogati nel corso del 2002. Misura 1.c Formazione Nel corso dell’anno formativo 20012002 sono stati attivati interventi di formazione professionale tradizionale e individuale. La formazione individuale, che consente agli agricoltori di scegliere dal catalogo delle attività formative il tipo di corso che intende seguire, è stata avviata in prevalenza dall’autunno 2002. Dal 2002 la formazione tradizionale è stata completamente delegata alle Province. Nel corso del 2002 sono state realizzate attività formative per un totale di 1.393.200 Euro, di cui 1.044.610 per la formazione professionale agricola e 348.600 per la formazione individuale. Misura 2.e Indennità compensativa Al terzo anno di attuazione della misura 2.e, sono state confermate le impostazioni operative definite con i precedenti bandi, ma le risorse finanziarie a disposizione sono state inferiori. In presenza di una sostanziale conferma del numero di domande presentate, si è reso necessario ridurre l’entità del contributo ad ettaro di superficie foraggiera da 80 euro a 60 euro. Tale decisione ha consentito di accogliere tutte le domande presentate. Le domande ammesse sono state 1.553 e hanno interessato circa 49.845 ettari di Settore produttivo Misura 2.f Misure agroambientali ed Ex 2078/92 La misura è al secondo anno di impegno. Nel 2002 non sono stati aperti nuovi bandi e sono state presentate solamente domande di conferma o di aggiornamento dell’impegno in corso. Unica eccezione per la azione 11 settore zootecnico. In seguito alla modifica della Decisione europea di ammettere le razza bovina Romagnola e la razza equina Tiro Pesante Rapido, precedentemente escluse, sono stati riaperti i termini per Investimenti ammessi (in Euro) N. progetti 24.832.346 24.088.135 4.541.212 8.344.464 23.129.154 32.234.330 1.627.635 2.729.303 121.526.578 14 21 2 7 13 14 1 1 73 Investimento medio (Euro/progetto) 1.773.739 1.147.054 2.270.606 1.192.066 1.779.166 2.302.452 1.627.635 2.729.303 la presentazione delle domande per l’anno 2001-2002 per tutte le razze indicate nel Piano di Sviluppo Rurale. Sono stati sottoscritti 358 impegni per un totale oltre 6000 UBA e un impegno finanziario annuale di 1,4 milioni di Euro. Le domande di conferma hanno interessato una superficie complessiva di 72.000 ettari a cui corrisponde una spesa ammessa di 20,62 milioni di euro; per l’azione 11 (settore zootecnico) le domande sono state 512 per circa 8.250 UBA e una spesa pari a 1,514 milioni di Euro. La spesa complessivamente annessa nel 2002 (comprensiva degli importi dovuti per le nuove domande) è pari a 22,1 milioni di Euro. La suddivisione per azione risulta dalla tabella seguente: SESTOEURORAPPORTO Superficie (ettari) - UBA (.000 Euro) Spesa ammessa Produzione integrata 499 + colture intercalari 12 + incremento materia organica 47 + inerbimento permanente colture frutto 74 Produzione biologica 1.123 + colture intercalari 8 + incremento materia organica 31 + inerbimento permanente colture frutto 101 Riequilibrio ambientale allevamento bovino 15 Pianificazione ambientale aziendale 3 Regime sodivo e praticoltura estensiva 750 Ripristino e/o conservazione spazi naturali 683 Ritiro ventennale dei seminativi 76 Salvaguardia della diversità genetica Settore vegetale 54 Salvaguardia della diversità genetica Settore zootecnico 512 32.600 408 1.458 626 26.460 104 309 728 727 5.394 1.987 962 6.227 123 598 383 7.060 42 208 566 172 26 1.270 3.314 558 24 24 Totale 3.988 71.787 Ha Interventi in Selvicoltura (misure 2h e 2i) Azione Nel corso del 2002 sono state attuate anche le misure relative al settore forestale, Misura 2h - Imboschimento superfici agricole e Misura 2i - Altre misure forestali. Per la misura 2h è stato emanato l’unico bando previsto dalla presente programmazione, con una dotazione finanziaria di circa 3,59 Milioni di Euro. Complessivamente sono state presentate circa 300 domande, di cui 114 sono state considerate ammesse a contributo nel corso del 2002, per un importo N. impegni ASSE 3 Sviluppo locale integrato Nel corso del 2002, a seguito di una riallocazione delle risorse non impegnate ne corso del 2001, si sono conclusi gli impegni relativi al primo bando, con l’approvazione di 62 domande per un importo complessivo di 5,46 milioni di Euro. 65 Le domande complessivamente approvate risultano essere 642 per un importo di 44,97 milioni di Euro in termini di spesa pubblica. La distribuzione del contributo ammesso fra le differenti misure è riportata nella Figura 3. Sono inoltre iniziati i primi pagamenti che hanno interessato un totale di 262 25.000.000 20.000.000 15.000.000 1.514 10.000.000 22.085 5.000.000 pari a 2, 6 milioni di Euro, di cui 1,75 relativi a spese di impianto e il restante per la copertura delle spese di manutenzione e per il mancato reddito della prima annualità. Relativamente alla Misura 2i, che prevedono interventi di forestazione su terreni non agricoli, sono stati attivati i bandi per tutte le azioni di iniziativa pubblica. Sono state ammesse a contributo complessivamente 41 domande per un importo tale di 3,8 milioni di Euro. — 8.255 UBA Per entrambe le misure i primi pagamenti sono previsti con l’esercizio finanziario 2003. Misura 3.m Misura 3.a Misura 3.p Misura 3.q Misura 3.r Figura 3 Sviluppo locale integrato – contributo pubblico ammesso per misura – totale 2001 e 2002 (valori in Euro) Pagamenti erogati per le misure dell’Asse 3 – Sviluppo locale integrato Anno 2002 Misure 3.m 3.o 3.p 3.q 3.r N. beneficiari Spesa pubblica Commercializzazione prodotti agricoli di qualità Rinnovamento miglioramento villaggi tutela patrim. Diversificazione attività settore agricolo Gestione risorse idriche in agricoltura Sviluppo e miglioramento infrastrutture rurali Totale di cui FEOGA 32 31 108 6 85 799.832 1.513.079 2.929.834 1.270.552 3.021.867 299.937 680.885 1.098.688 571.748 1.359.840 262 9.535.163 4.011.098 SESTOEURORAPPORTO 66 domande per un importo complessivo di oltre 9,5 milioni di Euro. Altri interventi Sono proseguiti i pagamenti degli impegni assunti nel precedente periodo di programmazione relativi alle altre ex misure di accompagnamento reg. (CEE) 2080/92 per l’Imboschimento dei terreni agricoli e reg. (CEE) 2079/92 relativo al Prepensionamento in agricoltura), reg. (CEE) 2078/92 Programmi agroambientali e quelli riepilogati sotto la voce Misure in corso, che comprendono interventi in favore delle Associazioni dei produttori (reg. (CEE) 952/97 e reg. (CEE) 386/92). Per tali interventi nel corso dell’esercizio finanziario 2002 sono stati erogati complessivamente 50,1 di milioni di euro, di cui il 92% relativi all’ex Reg. (CEE) 2078/92. Per quest’ultimo regolamento, i cui impegni quinquennali si concluderanno con l’annualità 2003, sono stati erogati 43,17 milioni di Euro di spesa pubblica. L’informazione e le attività di valutazione Le attività di consultazione e di informazione condotte durante la programmazione del piano sono proseguite anche durante la sua applicazione. Sono state coinvolte in particolare le organizzazioni professionali agricole, Pagamenti relativi altri interventi anno 2002 Misure Misure di accompagnamento vecchio regime - Reg.(CEE) 2078/92 - Reg.(CEE) 2079/92 - Reg.(CEE) 2080/92 Misure in corso ex- art. 4 del reg.(CE) 2603/99 Misure precedenti al 1992 Totale N. domande Ha 136.879 43 1.057 6 10.109 Spesa pubblica 46.217.276 23.141.079 204.887 102.443 2.974.723 1.487.359 648.130 95.631 136.879 di cui FEOGA 162.032 21.408 50.140.647 24.914.321 le centrali cooperative, i sindacati dei lavoratori, oltre, naturalmente, alle Province e Comunità montane che hanno la competenza dell’attuazione del piano. Nei confronti degli utenti e dei cittadini interessati, si è tenuto aggiornato il sito internet www.regione.emilia-romagna.it/agricoltura/psrs/prsr.htm dove sono disponibili: il testo del piano, le disposizioni applicative delle singole misure, i moduli per le domande, alcuni software utili per la compilazione, i documenti tecnici di supporto (es. disciplinari di produzione integrata), l’indicazione e i recapiti dei referenti di misura di livello regionale e provinciale, le domande/risposte più frequenti, gli avvisi di scadenza dei bandi. La normativa europea impone per i piani regionali di sviluppo rurale un valutatore esterno indipendente, che fornisca alla Commissione rapporti e relazioni sull’attuazione del piano, sull’andamento della spesa, grado di raggiungimento degli obiettivi programmati. L’Emilia-Romagna, con apposito appalto-concorso, ha affidato la valutazione intermedia al raggruppamento d’imprese Agriconsulting Spa - Ervet. Per la valutazione intermedia sono previsti due rapporti: uno entro il 2003, che prenderà in esame in particolare i primi risultati e l’analisi delle procedure di attuazione; un aggiornamento nel 2005, che esporrà sia i risultati che i primi impatti prodotti dall’attuazione del PRSR sul sistema agricolo regionale. SESTOEURORAPPORTO 67 OBIETTIVO 2 Il Documento Unico di Programmazione (DocUP) 2000-2006 relativo all’Obiettivo 2 della Regione Emilia-Romagna è stato approvato dalla Commissione Europea4 con un costo complessivo di 240 milioni di euro per l’intero periodo 2000-2006 e si articola in tre assi di intervento: sostegno alle imprese, programmazione negoziata per lo sviluppo locale, assistenza tecnica. Le aree interessate Le zone dell’Emilia-Romagna Obiettivo 2 per il periodo 2000-2006 interessano 130 comuni, pari al 38% del totale dei comuni ed una popolazione di 387.651 persone (corrispondente al 9,8% della popolazione complessiva regionale). Rispetto al precedente periodo di programmazione dei Fondi Strutturali, 84 comuni – pari a 284.429 abitanti – già in passato hanno beneficiato degli interventi previsti dagli Obiettivi 2 o 5b, mentre 46 comuni – per complessivi 103.222 abitanti – rappresentano nuovi territori. L’area della regione Emilia-Romagna inclusa nella programmazione dell’Obiettivo 2 per il periodo 2000-2006 corrisponde alle zone più decentrate rispetto alla via Emilia, ovvero l’asse lungo il quale si è sviluppato il robusto sistema produttivo a cui viene generalmente associata l’immagine della regione. In sintesi le aree Obiettivo 2 ed a sostegno transitorio della regione Emilia-Romagna per il periodo di programmazione 2000-2006 si articolano in quattro sub-aree: 1. la sub area orientale 2. la sub area appenninica 3. l’area appenninica a sostegno transitorio 4. l’area della pianura centrale a sostegno transitorio Per ognuna di queste sub aree, nel DocUP vengono approfondite e dettagliate le caratteristiche del territorio, la situazione demografica, del mercato del lavoro e del sistema produttivo. Per motivi di omogeneità e sintesi, l’area appenninica a sostegno transitorio è trattata insieme alla sub area appenninica, per cui si fa di seguito riferimento a tre subaree. Lo stato di attuazione del DocUP Emilia-Romagna Obiettivo 2 2000-2006 L’anno 2002, considerati i tempi di approvazione del DocUP e del Complemento di Programmazione5, si configura di fatto come il primo anno di piena attuazione. Sono state avviate tutte le misure programmate dal DocUP con la sola eccezione della misura 1.5 ed inoltre è stato anche concluso tutto il percorso amministrativo di regolamentazione dei rapporti con le provincie per quanto attiene le misure delegate. Meno importanti risultano i risultati ovviamente raggiunti in termini di 4 Decisione C (2001) 2797 del 14.11.2001. 5 Il Complemento di programmazione è stato approvato nella riunione del Comitato di sorveglianza del 8.02.2002. DocUP Obiettivo 2 Regione Emilia Romagna Piano finanziario 2000-2006 (in milioni di Euro) cofinanziamento nazionale Stato Regione costo totale totale pubblico FESR totale 1 2 3 Totale 105,342 139,301 7,722 252,364 105,342 132,336 7,722 245,399 52,671 66,168 3,861 122,700 52,671 66,168 3,861 122,699 36,87 46,317 2,703 85,890 Aree ob. 2 Sostegno transitorio 240,004 12,360 233,371 12,028 116,686 6,014 116,686 6,014 83,68 4,210 Asse Locali Quote private 15,801 13,895 1,158 30,854 0 5,955 0 5,955 0 6,965 0 6,965 29,331 1,520 5,671 0,284 6,633 0,332 68 SESTOEURORAPPORTO ziati utilizzando anche risorse dell’anno 2003. spesa. I pagamenti effettuati hanno infatti riguardato esclusivamente l’Asse 3 ed in particolare le azioni di informazione e di pubblicità. D’altra parte questo risultato era prevedibile considerata la peculiarità dell’organizzazione e delle modalità di gestione previste. Solo a seguito dell’adozione del Complemento di Programmazione del DocUP Obiettivo 2 2000/2006 da parte del Comitato di Sorveglianza avvenuta nella seduta dell’8 febbraio 2002, e del ricevimento all’inizio del mese di settembre 2002 della nota della Commissione con la quale veniva constatata la coerenza del Complemento con il DocUP e la completezza in merito a quanto previsto dall’art.18, paragrafo 3 del regolamento 1260/99, si è dato avvio alle procedure finalizzate alla realizzazione di quanto previsto dalle misure. Di seguito vengono sintetizzati i principali passaggi che hanno caratterizzato l’attuazione delle singole misure. Misura 1.1 “Sviluppo delle attività produttive” Per quanto concerne la Misura 1.1, gestita dal Ministero delle Attività Produttive, la Giunta Regionale ha provveduto ad approvare lo schema della Convenzione con il suddetto Ministero per il cofinanziamento dei bandi del settore industria (come definito nella Legge 488/92). Questo consentirà di attivare i trasferimenti necessari al cofinanziamento in tempo utile al fine di rispettare l’obiettivo di realizzazione fisica indicato nei criteri per la premialità. Misura 1.2 “Innovazione e qualificazione imprenditoriale della piccola impresa” Il primo bando, relativamente alle risorse delle annualità 2001-2002, è stato aperto il 10 giugno 2002 e si è chiuso il 9 settembre successivo. Le domande pervenute, sono state 1317 e di queste 1188 sono state considerate ammissibili. Con le risorse disponibili (2001-2002) per il primo bando è stato possibile finanziare solamente le prime 120 domande ammesse in graduatoria. L’ammontare dei contributi concessi è quindi stato pari a circa 6,3 milioni di Euro a fronte di una domanda di contributi pari a circa 44 milioni di Euro. Considerato che il bando stesso prevedeva le ulteriori scadenze per la presentazione delle domande per gli anni successivi e tenuto conto dell’ingente flusso di domande ammesse non finanziate, il bando è stato chiuso anticipatamente al 2 gennaio anziché al 28 febbraio 2003. In questo modo parte dei progetti ammessi ma non finanziati della graduatoria attuale saranno finan- Dall’analisi dei dati suddivisi per area obiettivo 2 ed a sostegno transitorio emerge che la percentuale di contribuzione sugli investimenti è stata pari circa al 30 % nei territori Obiettivo 2 ed al 21% nei territori a Sostegno Transitorio. Appare quindi evidente come il divario tra domanda di contributi e disponibilità sia proporzionalmente maggiore nel caso delle aree in uscita rispetto a quelle obiettivo 2. Misura 1.3 “Riqualificazione e sviluppo delle imprese turistiche e commerciali” La misura 1.3 è costituita dall’azione A finalizzata alla qualificazione e sostegno delle imprese del turismo e dall’azione Misura 1.2 bando 2002: Totale per Provincia Piacenza Parma Reggio Emilia Modena Bologna Ferrara Ravenna Rimini Forlì Cesena Totale Regione Domande pervenute Domande ammesse Contributi concedibili Domande finanziate Investimenti Domande finanziate Contributi concessi 39 139 208 228 93 311 121 17 161 28 137 198 205 88 279 87 15 151 1.046.768 5.483.518 8.336.158 7.762.670 2.759.099 8.690.382 3.853.065 703.822 5.268.423 14 15 12 15 14 25 10 5 10 1.210.540 1.719.286 2.617.252 3.535.203 1.548.086 6.355.262 2.010.839 780.883 2.334.990 446.696 659.880 747.750 812.342 549.093 1.609.300 627.259 277.060 638.416 120 22.112.341 6.367.796 1.317 1.188 43.903.906 SESTOEURORAPPORTO 69 B finalizzata alla valorizzazione delle attività commerciali in zone sfavorite. Essendo la misura interamente delegata alle provincie, ognuna di esse ha avuto la facoltà di definire l’ammontare di risorse da ripartire tra le due azioni. Dalla ripartizione delle risorse per provincia si può osservare come tutte le province abbiano incentivato maggiormente le imprese turistiche ad esclusione di Rimini, che ha ripartito equamente le risorse disponibili e la provincia di Bologna che ha assegnato una leggera prevalenza di risorse alle imprese commerciali. Complessivamente a livello regionale, il 65% delle risorse finanziarie è stato assegnato alle imprese turistiche. Azione A - Qualificazione e sostegno delle imprese del turismo. Il primo bando, relativamente alle risorse delle annualità 2001-2002, è stato Misura 1.3: Ripartizione risorse tra azione A e azione B Bologna Ferrara Forlì Cesena Modena Piacenza Parma Ravenna Reggio Emilia Rimini Totale azione A Azione B 47% 60% 61% 76% 64% 62% 75% 80% 50% 65% 53% 40% 39% 24% 36% 38% 25% 20% 50% 35% aperto il 10 giugno 2002 e si è chiuso il 25 luglio. Anche questa azione risulta contraddistinta da un elevato numero di domande presentate rispetto alle risorse disponibili: a fronte di 392 domande è possibile finanziarne solo 77 e anche in questo caso è stato deciso di utilizzare su queste prime graduatorie le risorse 2003. Azione B - valorizzazione delle attività commerciali in zone sfavorite. Il primo bando, relativamente alle risorse delle annualità 2001-2002, è stato aperto il 10 giugno 2002 e si è chiuso il 9 settembre successivo. Anche per questa azione il numero delle domande pervenute è stato molto rilevante tanto che è stato possibile finanziare con le risorse disponibili solo il 23% delle domande ammesse. Considerato che il bando stesso prevedeva le ulteriori scadenze per la presentazione delle domande per gli anni successivi e tenuto conto dell’ingente flusso di domande ammesse non finanziate, il bando è stato chiuso anticipatamente al 2 gennaio anziché al 28 febbraio 2003. In questo modo parte dei progetti ammessi ma non finanziati della graduatoria attuale, saranno finanziati anche utilizzando le risorse dell’anno 2003. Le domande complessivamente pervenute sono state 759 di cui 617 considerate ammissibili. Le risorse disponibili hanno consentito di finanziare solamen- te 142 domande tra quelle collocate nella graduatoria e di concedere contributi per oltre 2 milioni di euro per sostenere oltre 7,5 milioni di investimenti. Misura 1.3: azione A – totale domande per provincia Domande pervenute Domande ammesse Domande finanziate Contributi concessi Bologna Ferrara Forlì Cesena Modena Piacenza Parma Ravenna Reggio Emilia Rimini 18 160 22 44 33 31 43 38 3 12 141 22 41 28 26 41 35 3 3 24 7 10 4 9 8 10 2 264.992 919.960 379.607 669.364 299.412 393.620 476.102 560.206 137.631 Totale Regione 392 349 77 4.100.895 Misura 1.3: azione B – totale domande per provincia Domande pervenute Domande ammesse Domande finanziate Investimento domande finanziate Contributi concessi Bologna Ferrara Forlì Cesena Modena Piacenza Parma Ravenna Reggio E. Rimini 57 299 56 73 32 111 48 78 5 57 288 52 71 27 95 46 67 3 8 59 9 20 3 20 6 14 3 961.071 2.111.011 816.574 699.791 485.239 798.668 599.942 492.259 723.426 294.264 613.307 242.699 207.509 171.273 239.611 158.708 135.907 137.632 Totale Regione 759 617 142 7.687.981 2.200.909 SESTOEURORAPPORTO 70 anche utilizzando le risorse dell’anno 2003. Misura 1.4 “Azione A sostegno di progetti professionali” non sarebbe stato possibile finanziare tutte le 260 domande ammesse. Il primo bando, relativamente alle risorse delle annualità 2001-2002, è stato aperto il 10 giugno 2002 e si è chiuso il 9 settembre successivo. È stato pertanto ritenuto opportuno utilizzare parte delle risorse 2003 al fine di finanziare tutte le domande selezionate. Anche questa azione ha avuto una buona richiesta con 297 domande, tanto che con le risorse 2001-2002 Misura 1.4 - “Azione B sostegno di nuove microimprese” Il primo bando, relativamente alle risor- Misura 1.4: azione A – Obiettivo 2 Sostegno transitorio Totale Domande pervenute Domande ammesse Spese domande finanziate Contributo concesso 291 219 41 260 3.086.005 558.849 3.644.854 1.851.603 159.272 2.010.875 se delle annualità 2001-2002, è stato aperto il 10 giugno 2002 e si è chiuso il 9 settembre successivo. Anche questa azione ha avuto una rilevante richiesta, tanto che è stato possibile finanziare solamente circa il 27% delle domande ritenute ammesse. Considerato che il bando stesso prevedeva le ulteriori scadenze per la presentazione delle domande per gli anni successivi e tenuto conto dell’ingente flusso di domande ammesse non finanziate, il bando è stato chiuso anticipatamente al 2 gennaio anziché al 28 febbraio 2003. In questo modo parte dei progetti ammessi ma non finanziati della graduatoria attuale, saranno finanziati Misura 1.4 azione B – totale domande per provincia Province Piacenza Parma Reggio Emilia Modena Bologna Ferrara Ravenna Rimini Forlì Cesena REGIONE Domande pervenute Domande ammesse Contributi concedibili Domande finanziate Investimenti Domande finanziate Contributi concessi 13 7 20 32 17 92 24 17 34 12 18 12 29 17 80 23 15 33 516.367 555.937 7.789.877 881.103 730.502 2.713.096 587.997 703.822 1.173.114 5 7 11 9 6 9 8 5 5 469.849 486.896 578.009 701.929 856.806 1.711.120 490.107 780.883 772.193 167.468 240.045 260.084 300.116 214.119 603.331 235.161 277.060 247.606 239 15.651.816 65 6.847.793 2.544.990 256 Le domande complessivamente pervenute sono state 256 di cui 239 considerate ammissibili. Le risorse disponibili hanno consentito di finanziare solamente 65 domande tra quelle collocate nella graduatoria e di concedere contributi per 2 milioni e mezzo di Euro per sostenere circa 7 milioni di investimenti. Una prima considerazione interessante, anche se a livello regionale, è che le microimprese hanno presentato progetti di investimento per una media di oltre 105.000 euro. Con le risorse disponibili nell’anno 2003 sarà possibile finanziare circa altre 40 domande presenti in graduatoria. Misura 1.4 “Azione C sostegno alle imprese sociali” Il primo bando, relativamente alle risorse delle annualità 2001-2002, è stato aperto il 10 giugno 2002 e si è chiuso il 9 settembre successivo. Le domande presentate complessivamente sono state 36 e quelle valutate ammissibili sono risultate 17, per un importo di contributo inferiore alla disponibilità delle risorse. Considerato che il bando conteneva anche l’indicazione per la scadenza per la presentazione delle domande per l’anno 2003 e cioè la fine di febbraio 2003, si è ritenuto opportuno prorogare i termini di presentazione al 30 apri- SESTOEURORAPPORTO le al fine di consentire al maggior numero di soggetti di inoltrare eventuali domande. Misura 1.6 “Sviluppo di progetti di innovazione e ricerca” Il primo bando, è stato aperto il 10 giugno 2002 e si è chiuso il 9 settembre successivo. Esso era relativo alle risorse delle annualità 2001-2003, in sintonia con quanto stabilito dal Complemento e cioè che sarebbero stati emanati almeno due bandi per l’intero periodo di programmazione. Le domande presentate sono state 9 e quelle valutate ammissibili sono risultate 7 (4 dell’area obiettivo 2 e 3 dell’area a sostegno transitorio). La situazione dell’utilizzo delle risorse è molto diversificata tra i progetti afferenti l’area obiettivo 2 e quelli dell’a- rea a sostegno transitorio. Infatti, mentre i 4 progetti dell’obiettivo 2 non sono stati sufficienti ad utilizzare tutte le risorse disponibili per il primo triennio, i tre progetti ammessi dell’area in uscita superano abbondantemente le disponibilità finanziarie. Per questi ultimi è stato possibile finanziare solo 2 dei progetti ammessi. Asse 2 L’Asse 2 “Programmazione negoziata per lo sviluppo locale” costituisce l’elemento di forte caratterizzazione del programma sia come allocazione di risorse (oltre il 50%) che come modalità di attuazione. Punto di partenza per Misura 1.4: azione C Domande pervenute Domande ammesse Domande finanziate Spese domande finanziate Contributo concesso Ferrara Ravenna Bologna Parma Forlì Cesena Modena Piacenza Rimini Reggio Emilia 12 10 5 2 1 2 1 0 3 6 7 3 1 0 0 0 0 0 6 7 3 1 0 0 0 0 0 295.504 671.564 68.816 19.288 0 0 0 0 0 177.303 272.461 41.290 11.573 0 0 0 0 0 Totale Regione 36 17 17 1.055.173 502.626 71 l’attuazione delle misure è stata l’approvazione, da parte delle Conferenze provinciali di programma, dei Programmi di Sviluppo Locale (PSL) definiti a scala provinciale, predisposti dai soggetti attuatori sulla base di criteri di indirizzo stabiliti dall’Autorità responsabile. Successivamente e sulla base di quanto definito nei PSL, le Provincie hanno avviato la fase di concertazione con gli attori locali finalizzata prioritariamente alla individuazione delle proposte progettuali da candidare alle singole Conferenze di Programma provinciali. Tali proposte progettuali, redatte adottando un format predisposto dall’Autorità di gestione, sono state sottoposte ad una verifica di ammissibilità, di coerenza rispetto alle strategie del PSL e di fattibilità. Al fine di consentire alle Provincie di avere una dimensione finanziaria delle risorse potenzialmente disponibili, sono stati definiti – al livello regionale - criteri di distribuzione preventiva delle risorse, basati su elementi territoriali e demografici, attraverso i quali sono state definite quote teoriche provinciali. Nel periodo da maggio ad ottobre 2002 le Conferenze di Programma, svolte al livello provinciale, hanno proceduto all’approvazione di un primo pacchetto di progetti prioritari ammessi a finanziamento nel primo triennio e a progetti di riserva ai quali attingere nel caso si rendessero disponibili risorse finanziarie derivanti dalla mancata realizzazione di progetti prioritari o da eventuali economie. I progetti approvati consentono l’assorbimento di circa il 48% delle risorse complessive attribuite all’Asse 2 per l’intero periodo 2000-2006 e mediamente presentano una contribuzione finanziaria da parte del beneficiario Misura 1.6 Domande presentate Domande ammesse Domande finanziate Spese domande finanziate Contributi concessi Ferrara Piacenza Ravenna Modena Reggio Emilia 3 1 2 1 2 2 1 1 1 2 2 1 1 1 1 1.043.651 156.000 251.680 335.568 501.800 521.826 78.000 125.840 104.005 250.900 Totale Regione 9 7 6 2.288.699 1.080.571 SESTOEURORAPPORTO 72 Asse 3 finale del 40%. Complessivamente sono stati approvati 454 progetti prioritari, di cui 94 nell’area della pianura orientale, 333 nell’appennino e 27 nell’area a sostegno transitorio. Gli investimenti attivati ammontano ad oltre 111 milioni di euro, di cui quasi 100 nell’area obiettivo 2. Di seguito sono riportati, per ciascuna misura, alcuni dati relativi ai progetti selezionati in sede di Conferenze di Programma, suddivisi per aree obiettivo 2 ed aree a sostegno transitorio A conclusione del processo di selezione dei progetti, si è provveduto alla sottoscrizione delle convenzioni tra le singole amministrazioni provinciali, in qualità di soggetti attuatori, e la Regione Emilia-Romagna. Tali convenzioni definiscono le modalità di gestione delle Misure dell’Asse 2 e regolano i rapporti procedurali e finanziari tra i due soggetti. Sulla base di questi elementi normativi, ciascuna amministrazione provinciale sta procedendo alla predisposizione di convenzioni da sottoscrivere con i singoli soggetti beneficiari dei progetti approvati dalle Conferenze di Programma, finalizzate a regolare i rapporti tra i due soggetti nella realizzazione degli interventi. Numero progetti Investimento complessivo Contributo Misura 2.1 Rafforzamento competitivo dell’area orientale Ferrara Ravenna TOTALE 75 19 94 31.708.278,70 9.033.759,35 40.742.038,05 21.481.842,11 4.494.476,72 25.976.318,83 Misura 2.2 Valorizzazione della risorsa montagna Area Obiettivo 2 Reggio Emilia Ravenna Piacenza Parma Modena Forlì-Cesena Bologna Rimini TOTALE 64 12 33 44 63 39 63 15 333 6.299.021,04 3.378.017,63 6.663.783,74 12.036.577,65 9.493.147,45 9.098.394,09 9.483.846,18 2.583.052,74 59.035.840,52 3.722.708,74 1.772.625,24 4.733.363,45 8.040.730,81 5.059.435,32 6.131.895,76 4.878.324,47 1.303.921,41 35.643.005,20 2 1 1 2 3 9 645.571,12 440.000,00 619.748,00 178.177,63 259.450,00 2.142.946,75 258.228,45 86.232,00 309.874,00 124.724,34 144.928,00 923.986,79 Area sostegno transitorio Reggio Emilia Parma Modena Forlì-Cesena Bologna TOTALE Misura 2.3 Qualificazione avanzata del sistema produttivo dell’area a sostegno transitorio della pianura Reggio Emilia Modena TOTALE 9 9 18 6.220.922,50 3.014.171,75 9.235.094,25 2.488.368,99 1.764.810,80 4.253.179,79 Nell’ambito Asse 3 “Assistenza tecnica”, si sono realizzate ed avviate le diverse tipologie di attività previste. Particolare attenzione è stata dedicata all’attività di informazione e comunicazione connessa sia all’approvazione del DocUP e del Complemento di programmazione, ma soprattutto alla fase di emanazione dei bandi e di svolgimento delle conferenze di programma provinciali. Si è dato inoltre avvio alla predisposizione di un sistema informativo di gestione e controllo del DocUP . Tale sistema consentirà di raccogliere le informazioni necessarie alle attività di gestione, di monitoraggio, di certificazione e di controllo della spesa. E’ stato inoltre affidato l’incarico di valutatore indipendente nel dicembre scorso alla società CLES S.r.l., individuata a seguito di una procedura di appaltoconcorso. È stata infine avviata l’attività di coordinamento e di supporto ai soggetti attuatori. In questa ottica è stata definita una convenzione all’interno della quale vengono indicate le attività da realizzarsi da parte delle provincie nell’ambito della misura e le modalità di erogazione delle risorse. SESTOEURORAPPORTO 73 OBIETTIVO 3 L’obiettivo 3 è volto a favorire l’adeguamento e l’ammodernamento delle politiche e dei sistemi di istruzione, formazione e occupazione. Il cofinanziamento comunitario è assicurato dal Fondo Sociale Europeo. Per raggiungere queste finalità, la Commissione europea ha approvato6 il “Quadro Comunitario di Sostegno (QCS) per gli interventi strutturali comunitari previsti dall’obiettivo n. 3 in Italia” in cui sono definite strategie, priorità e relativi obiettivi specifici nonché la partecipazione dei fondi strutturali e delle altre risorse finanziarie. Per l’intero periodo il costo totale previsto è di 8.720 milioni di euro, di cui 3.887 a carico del Fondo sociale europeo. Per l’attuazione del QCS sono pre- visti sei assi prioritari, quattordici Programmi Operativi Regionali (POR) e un Programma Operativo Nazionale (PON) “Azioni di sistema”. Il cofinanziamento pubblico nazionale è pari all’80% per i POR e al 100% per il PON. I sei assi prioritari, al cui interno sono stati individuati uno o più obiettivi specifici, sono: nell’intero arco della vita; Asse A - Sviluppo e promozione di politiche attive del mercato del lavoro; Asse F - Accompagnamento del QCS e dei Programmi Operativi. Asse B - Integrazione nel mercato del lavoro delle persone più esposte al rischio di esclusione sociale; Asse C - Promozione e miglioramento della formazione professionale, dell’istruzione e dell’orientamento, nell’ambito di una politica di apprendimento Asse D - Promozione di una forza lavoro competente, qualificata ed adattabile, sostegno all’imprenditorialità, sviluppo del potenziale umano nel settore della ricerca e dello sviluppo tecnologico; Asse E - Sostegno alle pari opportunità per le donne sul mercato del lavoro; Romagna Obiettivo 3 per un costo complessivo previsto, per l’intero periodo 2000-2006, di 1.246 milioni di euro, di cui 556,6 – pari al 45% del costo totale – a carico del Fondo sociale europeo. Il POR Emilia-Romagna Obiettivo 3 concretizza e traduce in azioni attuate sul territorio, le indicazioni e le politiche espresse nel QCS e nel Complemento di Programmazione. I sei assi prioritari previsti nel QCS, sono articolati in 15 Misure. Il Programma Operativo Emilia-Romagna 2000-2006 6 Nell’ambito del QCS, la Commissione europea ha approvato7 il POR Emilia- Decisione C1120 del 18 luglio 2000. Con decisione (CE) n. 2066 del 21 settembre 2000. 7 POR Obiettivo 3 Regione Emilia Romagna Piano finanziario 2000-2006 (in milioni di Euro) Asse A B C D E F Totale di cui risorse ob. 2 cofinanziamento nazionale Stato Regione costo totale totale pubblico FSE totale Quote private 456,228 104,761 324,244 196,317 127,646 37,122 1.246,318 456,228 104,761 324,244 186,969 127,646 37,122 1.236,970 205,303 47,142 145,910 84,136 57,441 16,705 556,637 250,925 57,619 178,334 102,833 70,205 20,417 680,333 200,740 46,095 142,667 82,266 56,165 16,334 544,266 50,185 11,524 35,667 20,567 14,041 4,083 136,068 — — — 9,348 — — 9,348 127,487 126,531 56,939 69,592 55,674 13,918 0,956 74 Autorità di gestione e Autorità di pagamento per il POR è la Direzione Generale “Cultura Formazione e Lavoro” che, per velocizzare i tempi dei pagamenti ha attivato un “Sistema esternalizzato di Tesoreria” per i pagamenti relativi alle attività approvate8 che prevede, tramite gli Istituti di credito che gestiscono le Tesorerie di Regione e Province, il ricorso al “pagamento in conto sospeso” di una somma iniziale del 10% erogata ai soggetti gestori a titolo di anticipo ad avvio significativo delle attivita’ e sulla base delle spese maturate; i successivi acconti sulla base delle spese effettivamente sostenute dagli stessi sono erogati fino alla concorrenza massima del 95% del finanziamento concesso. Le “Direttive regionali stralcio per l’avvio della nuova programmazione 20002006”9, oltre a fissare regole minime comuni all’insieme del sistema regionale per dare attuazione alle norme contenute nei regolamenti comunitari e nei documenti programmatori regionali per l’utilizzo del Fondo sociale europeo, ripartiscono le risorse tra le Province e fissano obiettivi annui di efficienza della spesa che, se non raggiunti, danno luogo ad una decurtazione di risorse sulla successiva annualità e l’assegnazione delle suddette risorse agli enti di programmazione (Province e Regione) più efficienti. Per poter acce- SESTOEURORAPPORTO dere ai finanziamenti è necessario che l’Ente e la propria sede operativa siano accreditate: a dicembre 2002 erano accreditate 236 sedi relative a 172 enti. Una verifica allo stato di attuazione del POR in occasione delle riunioni del Comitato di Sorveglianza10 indica che i risultati raggiunti mettono la Regione già al riparo dai meccanismi di disimpegno automatico di risorse comunitarie ed anzi potranno permettere di concorrere all’assegnazione di ulteriori risorse FSE. Altro dato significativo evidenziato è che l’80% di coloro che frequentano i corsi di formazione cofinanziati dal FSE, trova lavoro entro sei mesi dal termine del corso stesso e, tra questi, il 70% trova un’occupazione pertinente alla formazione ricevuta. La programmazione 2002 Nel corso del 2002 le attività approvate dalla Regione e dalle Amministrazioni provinciali sono state 2.926 per un totale di quasi oltre 176 milioni di euro. Diversi i bandi usciti nel 2002: un primo bando regionale, con una disponibilità finanziaria complessiva di 30.900.000 euro, ricomprendeva il sostegno al lavoro atipico, l’alta forma- zione, il reinserimento lavorativo dei disoccupati, la lotta alla dispersione scolastica, la conciliazione tra vita e lavoro. In particolare, la parte più consistente delle risorse – 18 milioni di euro – era destinata alla formazione superiore, compresa l’alta formazione nell’ambito dello spettacolo, la formazione permanente dei lavoratori, la prevenzione della dispersione scolastica e il miglioramento del sistema regionale della formazione professionale. Le risorse destinate al sostegno della partecipazione femminile al mercato del lavoro erano 5 milioni e 200 mila euro, e particolare riguardo era posto al sostegno alla carriera delle lavoratrici dipendenti, alla conciliazione tra vita e lavoro, al rafforzamento delle misure a sostegno dell’imprenditorialità e del lavoro autonomo. Alle politiche attive per combattere e prevenire la disoccupazione erano destinati 3 milioni e 500 mila euro: in particolare i progetti dovevano riguardare attività per migliorare l’incontro tra domanda e offerta di lavoro, con una specifica attenzione al sostegno dei lavori atipici e alla qualità del lavoro e all’organizzazione dei nuovi centri per l’impiego. Alle attività rivolte alle persone a rischio di esclusione sociale, come immigrati e disabili, ex tossicodipendenti erano riservati 2 milioni e 100 mila euro. Altri 2 milioni e 100 mila euro erano destinati a progetti sulla formazione continua dei lavoratori già occupati, con priorità alle piccole e medie imprese, per aumentarne la competenza. Altri bandi regionali, con una disponibilità complessiva di più di 5 milioni di euro, prevedevano la presentazione di progetti per i tirocini sud/nord, che puntano a promuovere progetti formativi di aziende emiliano-romagnole rivolti a giovani diplomati o laureati del sud. Questi tirocini - resi possibili da un Decreto del Ministero del Lavoro e dalla convenzione tra Regione Emilia-Romagna, e le Regioni Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia, consentiranno a 813 ragazzi e ragazze di entrare – a partire dal mese di novembre 2002 – nelle aziende della nostra regione per apprendere 8 Deliberazione della Giunta regionale n. 615 del 1° marzo 2000 e determinazione del Direttore Generale alla Formazione Professionale e Lavoro n. 8125 del 29 agosto 2000 “Modalita’ di liquidazione/erogazione dei contributi - Direttive stralcio per l’avvio della nuova programmazione 2000/2006”. 9 Deliberazione della Giunta regionale n. 539 del 1° marzo 2000. 10 Tenutisi a Bologna l’11 gennaio 2002 e il 27 giugno 2002. SESTOEURORAPPORTO 75 nuove competenze e trasferirle, dopo i sei mesi del tirocinio, al sud. Nel 2002 sono stati finanziati anche 141 progetti relativi alla ristrutturazione e sviluppo degli Enti di formazione11 attraverso azioni di miglioramento finanziario, strutturale, gestionale, organizzativo e strumentale, per un costo complessivo di 9,5 milioni di euro. Entrando più dettagliatamente nel merito dei progetti approvati dalla Regione Emilia-Romagna, nella Misura A1 – Organizzazione dei nuovi servizi per l’impiego – sono state finanziate numerose attività a sostegno dei lavoratori atipici: dall’implementazione di linee di servizio “pubbliche” finalizzate a rafforzarne la presenza sul mercato del lavoro (anche attraverso l’aggiorna- mento e la gestione di un sito web a loro dedicato), alla messa a sistema dei prodotti, dei servizi e delle attività realizzati nell’ambito delle sperimentazioni e delle iniziative sul lavoro atipico e sulla mobilità geografica. Si è inoltre provveduto alla realizzazione di servizi per il supporto al reinserimento di lavoratori temporaneamente disoccupati e all’attuazione di linee di intervento a favore di donne occupate e disoccupate, finalizzate anche a garantire la conciliazione tra vita e lavoro. Misura A2 – Inserimento e reinserimento nel mercato del lavoro di giovani e adulti nella logica dell’approccio preventivo – sono state finanziate azioni riguardanti in particolare l’ambito dell’apprendistato: oltre alla progettazione e sperimentazione di un sistema informatizzato di rilevazione della presenza dei partecipanti alle attività formative, alla produzione di materiale per la formazione a distanza (FAD), e alla realizzazione di percorsi formativi della figura del tutor, sono state sovvenzionate attività di sviluppo e di monitoraggio del modello formativo apprendisti, di costituzione di un catalogo Unità Formative Capitabilizzabili (UFC) sui contenuti professionalizzanti e di aggiornamento della Guida metodologica. Altri finanziamenti sono stati assegnati per: la mobilità transnazionale nei percorsi formativi integrati con il sistema Obiettivo 3 - POR Emilia Romagna 2000-2006 Attività approvate nel 2002 (in milioni di Euro) Totale attività Province e Regione Asse A B C D E F Numero attività approvate Costo totale Contributo pubblico 820 21 723 968 203 1 56,819 12,539 58,420 33,286 15,605 0,144 2.926 176,812 Totale attività Regione di cui FSE Numero attività approvate Costo totale Contributo pubblico di cui FSE 56,058 12,300 54,795 26,538 15,308 0,144 25,226 5,535 24,658 11,942 6,889 0,065 83 40 218 176 58 1 12,473 3,302 39,898 11,474 7,790 0,144 12,473 3,283 36,558 9,824 7n748 0,144 5,613 1,477 16,451 4,421 3,487 0;065 165,142 74,314 576 75,085 70,031 31,514 scolastico superiore, il sostegno allo sviluppo locale e l’outplacement e il reinserimento lavorativo dei disoccupati non di lunga durata e dei lavoratori in CIG straordinaria e ordinaria. Misura A3 – Inserimento e reinserimento nel mercato del lavoro di uomini e donne fuori dal mercato del lavoro da più di sei o dodici mesi – tra le azioni finanziate, finalizzate all’outplacement e al reinserimento lavorativo dei disoccupati non di lunga durata e dei lavoratori in CIG straordinaria e ordinaria, una in particolare ha riguardato i lavoratori della Breda Menarini di Bologna. Misura B1 – Inserimento lavorativo e reinserimento di gruppi svantaggiati – parte delle risorse sono state assegnate ad interventi volti allo sviluppo del sistema di servizi e di azioni di supporto all’inserimento lavorativo degli immigrati; è stata inoltre finanziata un’azione per il sostegno all’inserimento di lavoratori extracomunitari nei ruoli infermieristici nel territorio regionale. Ulteriori stanziamenti sono stati erogati a favore di percorsi di reinserimento sociale per soggetti detenuti o che usufruiscono di misure alternative, percorsi 11 Totale Il bando, per queste tipologie di azioni scadeva a dicembre 2001. 76 SESTOEURORAPPORTO di transizione al lavoro per le persone transessuali e particolari categorie svantaggiate (handicap fisici medio-gravi e gravi, tossicodipendenti in fase di recupero, ecc.) attraverso interventi integrati, di formazione e work experiences a sostegno dell’offerta che opera su bacini di utenza di livello nazionale o sovra-regionale. Sono state infine approvate attività di formazione di formatori e operatori per l’inclusione sociale e di dirigenti e datori di lavoro in favore della lotta alla discriminazione nelle organizzazioni. di formazione e operatori provinciali sulla progettazione di interventi formativi volti alla valorizzazione della differenza di genere e alle pari opportunità. • Formazione di formatori esperti nell’informatizzazione delle aziende agricole. • Adeguamento del software applicativo per la presentazione dei progetti installato presso gli Enti di formazione accreditati per consentire la sperimentazione della firma digitale. Misura C1 – Adeguamento del sistema della Formazione Professionale e del Sistema dell’Istruzione – sono state finanziate, per quanto riguarda la formazione, le seguenti tipologie di intervento: • Monitoraggio e valutazione delle esperienze di FAD realizzate in Emilia-Romagna; aggiornamento dei materiali e adattamento dei titoli agli standard internazionali di comunicazione e produzione. • Azioni per lo sviluppo degli enti di formazione accreditati: informatizzazione dei processi, miglioramento dell’organizzazione e dei sistemi amministrativi, ecc. • Monitoraggio e valutazione delle esperienze di accesso individuale alla formazione al lavoro e sul lavoro. • Formazione per progettisti degli enti Per quanto riguarda invece il Sistema dell’Istruzione sono state sovvenzionate azioni di: • Sviluppo, manutenzione tecnica e attività redazionale del sito regionale Scuola ER. • Realizzazione di servizi informativi on-line sull’istruzione. • Elaborazione di un intervento di monitoraggio a supporto della specifica funzione messa in capo alla Conferenza permanente per l’istruzione e la formazione all’art. 2 dell’Accordo interistituzionale. • Analisi ed elaborazione di un sistema di istruzione professionale regionale. Misura C2 – Dispersione scolastica – è stata approvata un’azione di prevenzione del fenomeno attraverso le figure del tutor e del mentor. Un altro interessante progetto ha riguardato la sperimentazione di una metodologia di intervento, rivolta ai giovani ospedalizzati per recuperare il percorso formativo e/o scolastico interrotto, da diffondere sul territorio regionale. Misura C3 – Formazione superiore – sono stati finanziati i percorsi formativi per le figure professionali nazionali (IFTS progetti formativi di Istruzione e Formazione Tecnica Superiore) riferite ai seguenti settori economici: agricoltura, edilizia, ICT, industria e artigianato, trasporti, turismo. Sono stati inoltre approvati progetti di attività formativa nell’ambito dello spettacolo dal vivo ed è stata finanziata un’azione di affidamento del servizio di erogazione e gestione dei voucher per l’accesso individuale alle attività di alta formazione previste nel catalogo regionale dell’offerta formativa. Misura C4 – Formazione permanente – tra i progetti approvati troviamo il rafforzamento delle politiche di sicurezza attraverso azioni di sensibilizzazione, comunicazione e formazione nei seguenti ambiti: sicurezza stradale, sicurezza nei luoghi di lavoro, sicurezza dai rischi idraulico, idrogeologico, sismico e di erosione costiera, sicurezza fitosanitaria. Altre azioni rilevanti hanno riguardato: l’educazione alimentare attraverso attività di formazione di insegnanti e formatori nel suddetto settore; attività di formazione integrata per operatori della scuola, della f.p. dell’associazionismo, degli Enti locali in merito alla progettazione e realizzazione di percorsi di formazione permanente. Oltre ad un’azione di sistema a favore dei Centri Territoriali permanenti per l’istruzione e la formazione in età adulta, è stata finanziata anche la formazione di figure professionali (animatori estivi e animatori socio-educativi in oratorio) di contrasto ai fenomeni di devianza giovanile anche tramite la valorizzazione del tempo libero. Misura D1 – Sviluppo della formazione continua, della flessibilità del mercato del lavoro e della competitività delle imprese, con priorità alle PMI –, con l’obiettivo di salvaguardare la posizione lavorativa ed aumentare il tasso di attività dei lavoratori adulti all’interno dell’impresa, è stato approvato il progetto di aggiornamento e manutenzione delle competenze dei lavoratori di età superiore a 45 anni. Altri finanziamenti sono stati assegnati per la realizzazione di un percorso di affiancamento e di formazione volto al trasferimento delle competenze e del sapere dai lavoratori esperti ai neo-assunti. Ulteriori risorse sono state impegnate in interventi formativi e di sistema per l’innovazione e lo sviluppo delle imprese, rivolti in particolare alle categorie di SESTOEURORAPPORTO 77 utenza non ammissibili al finanziamento della Legge 236/93. Misura D2 – Adeguamento delle competenze della Pubblica Amministrazione – gli interventi approvati hanno riguardato l’Innovazione nella pubblica Amministrazione regionale e locale e sono stati finalizzati al miglioramento dei rapporti col cittadino, del management, della comunicazione e delle tecnologie, al miglioramento del clima organizzativo e allo sviluppo delle condizioni di contesto che favoriscono il cambiamento. Tutto ciò anche in rapporto al nuovo ruolo delle Regioni e delle Autonomie locali. Misura E1 – Promozione della partecipazione femminile al mercato del lavoro – sono stati finanziati numerosi e innovativi progetti: • Azione di sostegno alla carriera delle lavoratrici dipendenti e diffusione di un approccio di genere nella gestione del personale. • Percorsi integrati di inserimento lavorativo per donne adulte, donne uscite da comunità di accoglienza, ecc.; progetti integrati (formazione, inserimento lavorativo, e aiuti alla persona) per donne adulte e/o anche immigrate e di minoranze etniche nell’ambito del lavoro dipendente e atipico. • Work experiences di orientamento e di inserimento lavorativo. • Promozione e rafforzamento dell’imprenditoria femminile e del lavoro autonomo. • Costruzione di un sistema di valutazione d’impatto delle politiche istituzionali nell’ottica delle pari opportunità e analisi di genere delle banche dati e delle fonti statistiche. • Analisi dei differenziali retributivi tra donne e uomini nell’industria e nel terziario al fine di individuare le situazioni di criticità e di proporre ambiti di intervento. • Azione di sostegno alla conciliazione tra vita professionale e vita familiare con riferimento anche all’applicazione della Legge 53/00 sui congedi parentali e formativi. • Realizzazione di una animazione di pari opportunità e supporto alle azioni positive nell’Ente Regione finalizzata allo sviluppo di strategie di mainstreaming. • Azione di sostegno alla presenza femminile in cicli di studi di alta specializzazione nel campo di intervento dell’Organizzazione delle Nazioni Unite. • Azione di supporto allo sviluppo dell’offerta nel campo dei servizi di cura attraverso interventi di sostegno e qualificazione del lavoro di cura domiciliare. Per quanto riguarda l’attuazione di parte delle misure B1 – Inserimento lavorativo e reinserimento di gruppi svantaggiati – e C3 – Formazione superiore – si è proceduto, dopo un ban- do di gara per candidature, ad affidare la gestione di Sovvenzioni Globali rispettivamente al Consorzio NoiCon e al Consorzio interuniversitario Symposium. In particolare il Consorzio NoiCon12 ha a disposizione 2,5 milioni di euro per finanziare progetti aventi l’obiettivo di creare condizioni per favorire l’inserimento nel mondo del lavoro delle persone svantaggiate attraverso tre possibili azioni: miglioramento di servizi innovativi e integrati da parte di soggetti non profit, creazione d’impresa e autoimpiego, misure di accompagnamento che favoriscano l’utilizzo dei servizi da parte dei soggetti svantaggiati. Nel dicembre 2002 sono stati approvati 42 progetti su 69 presentati. Il Consorzio interuniversitario Symposium13, invece, ha a disposizione 10 milioni di euro per gli anni accademici 2001/2002 e 2002/2003. Nel settembre 2002 sono stati approvati 78 progetti sui 100 pervenuti, di cui 66 master di primo e secondo livello e 12 corsi integrati ai master, per un costo di circa 8 milioni di euro. Il 2002, inoltre, ha visto il secondo anno di gestione della Sovvenzione Globale affidata al Consorzio SPINNER (Servizi per la Promozione dell’INNovazione e della Ricerca)14 e relativa alle misure D3 – Sviluppo e consolidamento dell’imprenditorialità con priorità ai nuovi bacini d’impiego e D4 – Miglioramento delle risorse umane nel settore della ricerca e sviluppo tecnologico. Attraverso i sette Spinner Point, localizzati presso le sedi universitarie emiliano-romagnole e presso gli Enti di Ricerca del CNR e dell’ENEA, il Consorzio nel 2002 ha fornito assistenza orientamento a 447 persone per la redazione dei Piani di Intervento Personalizzato (PIP) per la creazione d’impresa, sono stati avviati 248 PIP, di cui 79 conclusi al 31 dicembre 2002 e sono stati attivati 12 Il consorzio NoiCon è costituito dalla Fondazione Alma Mater dell’Università di Bologna, dalla Fondazione Carisbo di Bologna, dalla Fondazione Cesar e dalla Cooperativa Oltremare. www.noicon.it 13 Il consorzio Symposium è costituito dalle Università di Bologna, Ferrara, ModenaReggio Emilia, Parma e dalla Fondazione Alma Mater. www.consorzio.symposium.it 14 Il consorzio SPINNER è costituito da Aster (Agenzia per lo Sviluppo Tecnologico dell’Emilia-Romagna), Fondazione Alma Mater (Fondazione dell’Università degli Studi di Bologna) e Sviluppo Italia (Agenzia governativa nazionale per lo sviluppo economico ed imprenditoriale) www.spinner.it 78 190 piani di trasferimento tecnologico in collaborazione con università-centri di ricerca ed enti-imprese (in particolare PMI). Inoltre sono stati erogati 107 premi di laurea. Per le iniziative di emersione e regolarizzazione delle forze lavoro e contestualmente favorire lo start-up di attività di lavoro autonomo, è stato attivato, con un protocollo di intesa con il Comune di Carpi, lo Spinner Point Emersione per sviluppare strumenti conoscitivi e di intervento sul territorio. Le attività sono destinate in particolare ai titolari di impresa e addetti di nazionalità cinese operanti nel comparto della confezione di capi di abbigliamento e alle addette nel comparto dei servizi di cura e assistenza alla persona. Per l’azione di supporto al ricambio generazionale, la sperimentazione è stata compiuta su base provinciale per i percorsi formativi per consulenti ed orientatori e su base regionale per la formazione formatori. Nel corso del 2002 le amministrazioni provinciali hanno erogato aiuti all’occupazione, previsti dagli articoli 8 e 9 della L.R. 25 novembre 1996 n.45 “Misure di politica regionale del lavoro”, a favore delle fasce deboli, dei disoccupati di lunga durata e dei lavoratori iscritti alle liste di mobilità, per com- SESTOEURORAPPORTO plessivi 1.237.524,53 euro. Il suddetto regime di aiuti, già notificato nel precedente periodo di programmazione 1997/99, è stato nuovamente autorizzato dalla Commissione per tutta la durata del Programma Operativo Ob.3 FSE - periodo 2000/200615. Per quanto riguarda i progetti di elevata valenza innovativa a carattere interregionale e orientati a sostenere e promuovere la sperimentazione e la diffusione di processi di razionalizzazione, riconversione e modernizzazione, a cui è riservato almeno il 3% dei fondi disponibili dei POR delle Regioni centro nord, sono otto i protocolli d’intesa sottoscritti dalla nostra regione per la realizzazione di azioni interregionali e precisamente: progetto “Sistema informativo della formazione professionale” con le Regioni Lazio, Toscana e Provincia Autonoma di Bolzano, tre progetti con la Regione Lombardia relativi a “Organizzazione dei nuovi servizi per l’impiego”, “Alta formazione in ambito artistico nell’area dello spettacolo” e “Trasferibilità delle informazioni, interoperabilità e l’integrazione dei sistemi, la mobilità geografica e l’integrazione dei lavoratori migranti”, con la Provincia Autonoma di Trento “Attivazione di un progetto di cooperazione in materia di informatizzazione dei processi di gestione delle azioni a cofinanziamento del Fondo Sociale Europeo” e, insieme alla Provincia Autonoma di Bolzano “Cooperazione in materia di informatizzazione dei processi di gestione delle azioni a cofinanziamento del Fondo Sociale Europeo”. Infine “Azioni di accompagnamento e supporto alla mobilità geografica sud/nord” sottoscritto unitamente alle Regioni Basilicata, Calabria, Campania, Friuli Venezia-Giulia, Lombardia, Piemonte, Puglia, Sardegna, Sicilia, Toscana, Umbria, Veneto e Provincia Autonoma di Bolzano. Lo stato di attuazione del programma operativo regionale16 Al 31 dicembre 2002 il POR EmiliaRomagna presenta un livello complessivo di impegni pari al 47,8% delle risorse totali programmate e del 111,3% rispetto al piano finanziario relativo al 2000-2002. Ad integrazione delle risorse del piano finanziario del POR sono inoltre state impegnate risorse regionali pari a 18 milioni di euro, in particolare sulle misure B1, D1 ed E1. Analizzando la diversa composizione dei dati di impegno, emerge che il livello di attuazione non è uniforme tra i diversi Assi e Misure che compongono il programma, sebbene tutti siano entrati in una fase a regime. In partico- lare, gli Assi D ed E si collocano su valori molto superiori alla media, intorno al 120-122% della programmazione 2000-2002, mentre l’asse A è quello con l’ammontare maggiore di risorse impegnate (quasi 201 milioni di euro). Una rilevante capacità di impegno (112,2%, superiore alla media del programma) si registra inoltre per l’Asse B, confermando l’attenzione e la capacità di intervento del sistema regionale a favore delle categorie svantaggiate. A livello di misure ne vanno segnalate molte con impegni superiori agli stanziamenti del periodo 2000-2002, in particolare la C4 (153%) e la D1 (136,1%). È rilevante poi sottolineare, che rispetto a quanto rilevato nel Rapporto di esecuzione 2001, gli impegni totali aumentano di circa 200 milioni di euro, e nel corso del 2002 l’aumento si è concentrato per circa il 35% nell’Asse A, ed in particolare nella misura A2, i cui impegni sono aumentati di circa 50 milioni di euro. La misu- 15 L’esito positivo dell’esame comunitario sulla L.R.n.45/96 è stato pubblicato sul Bollettino Ufficiale della Regione EmiliaRomagna n.151 del 27 ottobre 2000. 16 Fonte: dati elaborati nell’ambito dell’assistenza tecnica per l’attuazione del POR Emilia-Romagna (Maurizio De Fulgentis, Stefania Palmieri – società T&D). SESTOEURORAPPORTO ra C1 poi, più che raddoppia gli impegni, passando da 20 a 45 milioni di euro. In termini assoluti, nel 2002 le spese sono passate da 139 a 318 milioni di euro, comprensive di 4,1 milioni di euro di risorse regionali. Rispetto al 2000-2002 si registra poi un significativo grado di uniformità tra gli assi del programma, le cui spese oscillano tra il 55% e il 66% degli stanziamenti. In termini di misure si registra un andamento differenziato che consente di evidenziare quanto segue: – Le misure A2, B1, C4, D1, E1 ed F2 presentano un livello di spesa superiore alla media del POR, con una percentuale particolarmente elevata per la misura D1 (76%); – I livelli di spesa più bassi si registrano per alcune misure dove sono previste azioni di sistema (A1 e C1). In particolare, nel caso della misura C1, va ricordata l’accelerazione degli impegni registrata nel 2002, che non si è ancora trasformata in una analoga progressione delle spese, sebbene queste siano triplicate rispetto al livello rilevato al 31 dicembre 2001 (passando da 5,5 a 17,9 milioni di euro). A dicembre 2002 gli impegni assunti sulle misure A1 e A2 sono pari al 90,1% di quelli totali dell’Asse A ed i pagamenti l’88,2%, confermando così la capacità regionale di rispondenza ad un adempimento fissato in sede di POR, relativo all’obbligo di destinare all’approccio preventivo (misure A1 e A2) almeno l’84,505% delle risorse stanziate nell’Asse A. 79 Relativamente poi, all’obiettivo di non incorrere nel disimpegno automatico delle risorse comunitarie – previsto dal Tabella 1 Impegni, trasferimenti e spese al 31 dicembre 2002 Assi e misure Programmazione 2000-2006 Programmazione 2000-2002 Impegni Totale trasferimenti (A) (B) (C) (D) Totale pagamenti Benef. Finale (E) ASSE A 3.A.1. 3.A.2. 3.A.3. 456.228.391 72.814.051 312.721.751 70.692.589 191.115.311 41.833.009 119.668.985 29.613.317 201.152.828,47 32.451.919,42 148.733.017,85 19.967.891,20 122.346.569,65 16.653.551,76 91.683.686,81 14.009.331,07 108.724.692,42 15.863.209,95 80.075.063,30 12.786.419,17 ASSE B 104.761.862 44.997.711 50.487.835,23 31.112.148,07 27.973.160,84 ASSE C 3.C.1. 3.C.2. 3.C.3. 3.C.4. 324.243.620 80.217.871 37.968.928 184.364.923 21.691.898 144.115.984 35.654.294 16.875.982 81.944.349 9.641.359 159.278.612,69 44.795.250,53 16.834.633,16 82.897.614,57 14.751.114,43 89.737.070,07 20.658.167,08 10.480.249,66 51.796.899,60 6.801.753,74 79.720.766,99 17.905.579,91 9.241.197,76 46.637.852,09 5.936.137,23 ASSE D 3.D.1 3.D.2. 3.D.3. 3.D.4. 196.317.616 127.999.086 18.974.098 37.958.011 11.386.421 84.323.084 54.978.651 8.149.826 16.303.869 4.890.738 102.783.485,63 74.832.106,55 8.729.883,21 14.573.383,77 4.648.112,10 61.584.097,43 45.496.754,21 5.178.981,45 7.674.553,00 3.233.809,07 55.637.629,91 41.811.203,03 4.668.602,65 6.338.826,37 2.768.997,86 ASSE E 127.646.222 54.827.087 65.808.057,82 40.295.120,26 36.215.053,53 ASSE F 3.F.1. 3.F.2. 37.121.607 24.591.931 12.529.676 15.944.611 10.562.818 5.381.791 16.490.892,73 9.237.966,81 7.252.925,92 10.246.358,43 6.755.850,55 3.490.507,88 9.455.389,24 6.004.237,95 3.451.151,28 1.246.319.318 535.323.788 596.001.712,57 355.321.364,21 317.726.692,93 TOTALE OB. 3 SESTOEURORAPPORTO 80 Descrizione dello stato di avanzamento Regolamento 1260/99, già le spese registrate al 31 dicembre 2002 (318 milioni di euro) sono superiori alla spesa da certificare alla fine del 2003, pari a circa 265 milioni di euro (corrispondenti alle prime due annualità del POR al netto dell’acconto del 7%). Tabella 2 Stato di attuazione finanziaria al 31 dicembre 2002 Assi e misure su programmazione 2000-2006 su programmazione 2000-2002 (C/A) (E/A) (C/B) (D/B) (E/B) (E/C) ASSE A 3.A.1. 3.A.2. 3.A.3. 44.1% 44,6% 47,6% 28,2% 23,8% 21,8% 25,6% 18,1% 105,3% 77,6% 124,3% 67,4% 64,0% 39,8% 76,6% 47,3% 56,9% 37,9% 66,9% 43,2% 54,1% 48,9% 53,8% 64,0% ASSE B 48,2% 26,7% 112,2% 69,1% 62,2% 55,4% ASSE C 3.C.1. 3.C.2. 3.C.3. 3.C.4. 49,1% 55,8% 44,3% 45.0% 68.0% 24,6% 22,3% 24,3% 25,3% 27,4% 110,5% 125,6% 99,8% 101,2% 153,0% 62,3% 57,9% 62,1% 63,2% 70,5% 55,3% 50,2% 54,8% 56,9% 61,9% 50,1% 40,0% 54,9% 56,3% 40,2% ASSE D 3.D.1 3.D.2. 3.D.3. 3.D.4. 52.4% 58.4% 46.0% 38.4% 40.8% 28,3% 32,7% 24,6% 16,8% 24,3% 121,9% 136,1% 107,1% 89,4% 95,0% 73,0% 82,8% 63,5% 47,1% 66,1% 66,0% 76,0% 57,3% 39,2% 56,6% 54,1% 55,9% 53,5% 43,8% 59,6% ASSE E 51.6% 28,4% 120,0% 73,5% 66,1% 55,0% ASSE F 3.F.1. 3.F.2. 44.4% 37,6% 57,9% 25,5% 24,4% 27,5% 103,4% 87,5% 134,8% 64,3% 64,0% 64,9% 59,3% 56,8% 64,1% 57,3% 65,0% 47,6% TOTALE OB. 3 47,8% 25,5% 111,3% 66,4% 59,4% 53,3% I principali dati fisici e finanziari di attuazione del POR a dicembre 2002 mostrano come il numero di attività presentate (nell’ambito di progetti semplici e complessi), a valere sui bandi regionali e provinciali, sia risultato pari a 19.086, per un costo totale che si è attestato a circa 1,4 miliardi di euro. Rispetto ai dati rilevati al 31 dicembre 2001 i progetti presentati sono aumentati di circa il 50% e il loro costo totale del 33%. A fronte di tali ammontari, la Regione e le Province hanno approvato attività per un numero complessivo pari a 9.930 (+53% rispetto al dato al 31 dicembre 2001), a cui corrisponde un costo totale pari a 659 milioni di euro (rispetto ai 431 milioni di euro al 31 dicembre 2001). In entrambi i casi (numero di attività e risorse finanziarie), i valori dei progetti approvati risultano circa pari alla metà delle candidature provenienti dal sistema dell’offerta regionale, confermando, sia una forte incidenza delle attività di selezione e valutazione delle candidature progettuali, sia l’esistenza di una significativa capacità progettuale di rispondere alle innovazioni intervenute nella nuova programmazione FSE. Entrando nello specifico, il grado di selettività nell’approvazione dei proget- SESTOEURORAPPORTO ti (escludendo l’Asse F), si presenta particolarmente elevato nell’Asse E, dove i progetti e i costi approvati sono rispettivamente pari al 41% e al 35% di quelli presentati. A livello di misura (a parte la E1) va rilevata la selettività elevata – in termini di progetti approvati rispetto ai presentati – riguardante 81 le misure C3 (35%) e la D1 (45%). L’analisi per Asse evidenzia come i progetti presentati sull’Asse D costitui- scano il 39% (7.375 unità) del numero totale delle azioni, a cui corrisponde un peso, in termini di risorse finan- Tabella 3 Stato di avanzamento procedurale al 31 dicembre 2002 Progetti presentati Progetti approvati Programmazione 2000-2002 (importi in Euro) nr. attività Costo totale (importi in Euro) nr. attività Costo totale (importi in Euro) di cui risorse pubbliche (importi in Euro) ASSE A 3.A.1. 3.A.2. 3.A.3. 191.115.311,00 41.833.009,00 119.668.985,00 29.613.317,00 4.056 738 2.745 573 348.936.261,01 57.851.758,41 251.030.154,45 40.054.348,16 2.814 552 1.875 387 222.024.621,71 33.160.282,60 166.838.914,30 22.025.424,81 218.332.543,73 33.146.090,89 165.580.531,80 21.605.921,04 ASSE B 44.997.711,00 1.312 111.017.579,85 763 55.536.692,83 52.503.752,77 ASSE C 3.C.1. 3.C.2. 3.C.3. 3.C.4. 144.115.984,00 35.654.294,00 16.875.982,00 81.944.349,00 9.641.359,00 4.301 645 859 1.920 877 425.193.642,22 109.328.531,11 30.012.643,66 242.617.435,24 42.235.032,21 2.128 361 657 666 444 169.672.245,03 44.851.292,91 17.693.295,15 91.617.142,56 15.510.514,41 162.909.035,95 44.740.645,08 17.307.600,64 85.719.987,50 15.140.892,73 ASSE D 3.D.1 3.D.2. 3.D.3. 3.D.4. 84.323.084,00 54.978.651,00 8.149.826,00 16.303.869,00 4.890.738,00 7.375 6.356 737 279 3 317.371.385,36 250.122.616,07 36.567.355,46 25.891.563,75 4.789.850,08 3.384 2.832 389 161 2 128.475.373,03 97.325.957,24 11.060.806,85 15.440.496,84 4.648.112,10 105.875.325,75 77.102.916,41 9.108.234,60 15.016.062,64 4.648.112,10 ASSE E 54.827.087,00 1.989 198.375.737,65 822 68.496.791,67 67.152.105,34 ASSE F 3.F.1. 3.F.2. 15.944.611,00 10.562.818,00 5.381.793,00 53 9 44 19.626.587,32 9.209.561,69 10.417.025,63 19 9 10 16.462.487,61 9.209.561,69 7.252.925,92 16.462.487,61 9.209.561,69 7.252.925,92 TOTALE OB. 3 535.323.788,00 19.086 1.420.521.193,41 9.930 658.668.211,88 623.235.251,15 82 ziarie, pari al 22%. All’interno dell’Asse D poi, il peso più significativo è rivestito dalla misura D1, con 6.356 progetti presentati. Dopo l’Asse D, gli Assi C e A sono quelli che presentano il numero di SESTOEURORAPPORTO azioni (ed il relativo costo totale) più elevato, rispettivamente con 4.301 azioni il primo (per un costo totale pari a 425 milioni di euro), dovuto soprattutto al peso della misura C3, e 4.056 azioni il secondo (per un costo totale pari a 348 milioni di euro), da ricondurre all’elevata numerosità progettuale registrata per la misura A2. Risultano comunque significativi, anche in rapporto alle risorse disponibili, i risultati raggiunti dagli Assi E (1.989 azioni per un costo totale pari a 198 milioni di euro) e B (1.312 azioni per un costo totale pari a 111 milioni di euro). In base ai dati disponibili, è inoltre possibile effettuare un aggiornamento del confronto tra gli allievi previsti nei progetti approvati e le stime effettua- Tabella 4 Destinatari approvati, ad avvio attività, al termine (al 31 dicembre 2002) Destinatari finanziabili 2000-2006 Destinatari finanziabili 2000-2002 Destinatari approvati ASSE A Misura A1 Misura A2 Misura A3 134.929 4.729 107.035 23.165 57.827 2.027 45.872 9.928 ASSE B Misura B1 43.963 ASSE C Misura C1 Misura C2 Misura C3 Misura C4 Assi e misure Destinatari ad avvio attività Destinatari al termine M F Totale M F Totale 96.353 745 90.904 4.714 39.924 97 37.929 1.898 41.058 198 38.205 2.655 80.982 295 76.134 4.553 23.944 20 22.480 1.444 26.092 64 23.952 2.076 50.036 84 46.432 3.520 18.841 12.217 6.534 5.083 11.617 4.573 3.487 8.060 86.471 4.668 48.357 27.284 6.142 37.059 2.009 20.724 11.693 2.632 116.257 2.305 72.453 10.282 31.217 50.377 942 33.862 5.761 9.812 48.220 718 30.308 5.575 11.619 98.597 1.660 64.170 11.336 21.431 35.555 859 23.949 3.961 6.786 35.801 592 22.045 4.053 9.111 71.356 1.451 45.994 8.014 15.897 ASSE D Misura D1 Misura D2 Misura D3 Misura D4 41.384 28.830 5.118 5.919 1.517 17.736 12.356 2.193 2.537 650 121.490 102.921 15.900 2.669 58.850 51.418 5.998 1.434 41.892 32.656 7.824 1.412 100.742 84.074 13.822 2.846 45.690 39.616 4.813 1.261 31.669 24.487 5.965 1.217 77.359 64.103 10.778 2.478 ASSE E Misura E1 39.822 39.822 17.067 17.067 12.408 12.408 229 229 12.315 12.315 12.544 12.544 170 170 8.464 8.464 8.634 8.634 TOTALE OB. 3 346.659 148.530 358.725 155.914 148.568 304.482 109.932 105.513 215.445 SESTOEURORAPPORTO te in sede di valutazione ex ante del Complemento di programmazione relative ai destinatari attesi. Tale indice fornisce una prima indicazione in merito alla capacità di attivare i risultati attesi dalla realizzazione del programma. Si riesce cioè a valutare l’effettiva partecipazione e soddisfazione (mediante il monitoraggio delle presenze degli allievi fino a fine corso) dei partecipanti alle iniziative approvate e finanziate. In base ai dati raccolti, a dicembre 2002 il numero di destinatari approvati è risultato pari a 358.725 (rispetto ai 237.623 al 31.12.2001), dunque già superiori a quelli complessivamente previsti per l’intero periodo di programmazione 2000-2006 (pari a 346.569). La buona performance del POR è rafforzata inoltre dalla quota di destinatari approvati risultati iscritti agli interventi finanziati (destinatari ad avvio attività) a dicembre 2002 (304.482), che raggiungono circa l’85% di quanto approvato. I destinatari rilevati al termine delle attività sono a loro volta pari a 215.445, pari al 62% di quanto previsto per l’intero periodo 2000-2006 e al 60% dell’approvato. È desumibile poi, anche la quota delle donne sui destinatari totali, intorno al 49% sia in fase di avvio attività che al termine, confermando le quote prece- 83 dentemente rilevate. La componente femminile dei destinatari assume un rilievo particolare nelle misure dell’asse A, nella C4 e nella D2. Obiettivo 3 - POR Emilia Romagna 2000-2006 situazione al 31 dicembre 2001 (in milioni di Euro) Asse A B C D E F Totale Assegnazioni 2000-2006 Assegnazioni 2000-2002 A B 456,228 104,762 324,244 196,318 127,646 37,122 192,148 43,965 144,116 84,323 54,827 15,945 1.246,320 535,324 Totale approvato 2000-2002 Contributo approvato 2000-2002 C Pagamenti effettuati 222,025 53,537 169,672 128,475 68,497 16,462 218,333 52,504 162,909 105,875 67,152 16,462 658,668 623,235 450 400 350 300 250 200 150 100 50 0 Asse B Asse C Asse D Asse E C/A C/B D/C 106,987 27,631 78,743 55,092 35,815 9,393 42,1 42,0 44,4 43,0 43,0 43,0 47,9 50,1 50,2 53,9 52,6 44,3 113,6 119,4 113,0 125,6 122,5 103,2 490 526 483 520 533 571 313,661 43,0 50,0 116,4 503 D 250 Asse A B/A Asse F 䡵 Assegnazioni 2000-2006 䡵 Assegnazioni 2000-2002 䡵 Totale approvato 2000-2002 SESTOEURORAPPORTO 84 commercializzazione IL PROGRAMMA PESCA Con il Regolamento (CE) 1260/1999 del 21 giugno 1999, lo SFOP (Strumento Finanziario di Orientamento per la Pesca) entra a far parte a tutti gli effetti della politica strutturale dell’Unione europea ed il successivo Regolamento (CE) 2792/1999 del 17 dicembre 1999 che definisce modalità e condizioni delle azioni strutturali nel settore della pesca, prevede che per le Regioni al di fuori dell’obiettivo 1, le azioni intraprese con il contributo finanziario dello SFOP sono oggetto di un documento unico di programmazione in ogni Stato membro interessato, ferme restando le specificità regionali. Il Docup dello Stato Italia, approvato con decisione C 2001/45 del 23 gennaio 2001, è un programma multiregionale redatto in accordo fra il Ministero delle Politiche Agricole e Forestali e le Regioni fuori obiettivo 1 e definisce, oltre alle competenze rimaste al Ministero e quelle delegate alle amministrazioni regionali, il peso di ogni singolo Asse e Misura. Il Docup Italia prevede, per il periodo 2000-2006, interventi per complessivi 221,6 milioni di euro di cui 99,6 milioni di euro di contributo comunitario, per ristrutturare e modernizzare il settore pesca e renderlo più competitivo sul mercato internazionale e promuovere lo sviluppo delle zone costiere o interne che dipendono prevalentemente dalle risorse ittiche. Sono previsti cinque diversi assi suddivisi in misure per le quali sono stati definiti obiettivi e priorità. L’attuazione in Emilia-Romagna Il Complemento di programmazione Emilia-Romagna relativo alle misure del Docup delegate alla competenza regionale è stato approvato contestualmente ai bandi di gara17 nel luglio 2001. Il programma, predisposto dopo una fase di consultazione con le categorie professionali e con gli enti locali, prevede il sostegno a iniziative per la promozione della protezione delle risorse acquatiche e lo sviluppo dell’acquacoltura nelle acque interne, costiere e marine, il miglioramento delle attrezzature dei porti di pesca, la qualificazione delle attività della piccola pesca costiera, la promozione, commercializzazione e trasformazione dei prodotti ittici, con particolare riguardo alla qualità del prodotto. Sono inoltre previste iniziative per aprire il settore ad ogni opportunità collegata allo sfruttamento sostenibile delle risorse ittiche. Le Misure delegate alla competenza regionale sono: 佡 asse n. 3 protezione e sviluppo delle risorse acquatiche, acquacoltura attrezzature dei porti di pesca, trasformazione e DocUP Pesca Regione Emilia-Romagna Piano finanziario 2000-2006 (in migliaia di euro) Asse costo totale totale pubblico SFOP cofinanziamento nazionale totale Stato Regione quote private 1 2 3 4 5 — — — — — — — — — — — — — — 18.612,86 9.844,16 3.805,01 6.039,15 4.227,41 1.811,74 8.768,70 2.342,52 2.342,52 1.171,25 1.171,27 819,88 351,39 — 261,48 261,48 130,74 130,74 91,52 39,22 — Totale 21.216,87 12.448,16 5.107,00 7.341,16 5.138,81 2.202,35 8.768,70 misura 3.1- Protezione e sviluppo delle risorse acquatiche misura 3.2 - Acquacoltura misura 3.3 - Attrezzatura dei porti di pesca misura 3.4 - Trasformazione e commercializzazione misura 3.5 - Pesca nelle acque interne 佡 asse n. 4 altre misure misura 4.1 - Piccola pesca costiera misura 4.3 - Promozione misura 4.4 - Azioni realizzate dagli operatori del settore misura 4.6 - Misure innovanti 佡 asse n. 5 assistenza tecnica misura 5.1 - Assistenza tecnica Nel corso del 2002 si sono concluse le operazioni di individuazione e selezione ed approvazione dei progetti di investimenti pubblici a favore di aziende, consorzi e attività del settore ittico da parte della Regione in attuazione del complemento della programmazione SFOP 2000-2006. 17 Con delibera della Giunta Regionale del 31 luglio 2002 n. 1675. SESTOEURORAPPORTO Nella fase di candidatura attivata nell’estate 2001 e conclusa nel gennaio 2002, sono stati presentati 83 progetti da parte di aziende, consorzi ed enti di produzione e gestione dei servizi connessi alla pesca; 57 progetti sono stati ammessi al contributo comunitario. Il sostegno pubblico pari a circa 10,1 milioni di euro sarà erogato su sei misure afferenti al programma pluriennale per la parte di gestione diretta a carico della Regione Emilia-Romagna ed attiverà fondi privati per altri 10,9 milioni di euro per un totale di 21,1 milioni di nuovi investimenti nel comparto che daranno un forte incentivo all’economia dell’area tra Bologna e Rimini. Tra i progetti approvati, 27 sono legati all’acquacoltura, 8 relativi ad attrezzature e porti di pesca, 10 per la trasformazione e commercializzazione, 3 finalizzati alla piccola pesca costiera, 4 per azioni di promozione e 5 relativi ad azioni innovanti nel settore. Restano ancora da mettere a bando ed assegnare, nel corso del 2003, altri 2 milioni di euro di finanziamenti pubblici. Ripartizione per misur e comparto dei fondi SFOP per la pesca in Emilia-Romagna Misura Comparto 3.2 Acquacoltura dolce Acquacoltura salmastra Lagunicoltura Attrezzature e porti di pesca Trasformazione e commercializzazione Piccola pesca costiera Promozione Misure innovanti 3.3 3.4 4.1 4.3 4.6 Totale ripartizione N. progetti Province 9 4 6 8 10 3 4 5 FE, MO, BO FE, RA FE, RA, FC FE, RN, FC, RA FE, RA, RN RN, FE, FC FE, RN BO, RA, FO, CS, FE 57 — Fonte: Assessorato Attività Produttive Regione Emilia-Romagna Investimento pubblico Investimento privato Totale investimento 1.124.407 1.603.963 740.387 2.988.025 2.221.075 222.213 469.336 296.619 1.686.611 2.405.944 1.110.581 172.888 3.391.609 — 1.496.858 — 2.811.018 4.009.907 1.850.968 3.160.913 5.612.648 222.213 1.966.194 296.619 10.134.619 10.967.000 21.010.965 85 I PROGRAMMI DI INIZIATIVA COMUNITARIA (PIC) E LE AZIONI INNOVATIVE 3 SESTOEURORAPPORTO I PROGRAMMI DI INIZIATIVA COMUNITARIA E LE AZIONI INNOVATIVE Gli orientamenti della Commissione europea per le Iniziative comunitarie (PIC) per il periodo di programmazione 2000-2006, attribuiscono un valore strategico ed innovativo ai nuovi programmi, esaltandone il valore aggiunto e la complementarietà con i programmi cofinanziati dai fondi strutturali a titolo dei diversi obiettivi. In particolare, tutti i programmi d’iniziativa comunitaria prevedono la diffusione del Know How, la costruzione di reti di cooperazione che consentano di favorire l’inserimento delle dinamiche del territorio nella competizione globale. Il rafforzamento del principio della programmazione “bottom-up” consente alle Regioni un pieno e completo ruolo di programmazione, di integrazione e coordinamento con tutti gli strumenti di programmazione regionale, al fine di garantire la massima efficacia all’azione dei PIC. Inoltre, viene ribadita specialmente per INTERREG la necessità di perseguire il raccordo con gli strumenti di cooperazione esterna dell’Unione Europea utilizzando le opportunità offerte dai programmi PHARE, ISPA, TACIS; MEDA, CARDS od eventualmente altri program- mi comunitari con valenza di politica esterna. EQUAL Il Programma di Iniziativa Comunitaria EQUAL si inserisce nella strategia europea per l’Occupazione con l’obiettivo di innovare gli approcci e le politiche finalizzate a contrastare il fenomeno della discriminazione e della disuguaglianza nel mercato del lavoro, attraverso progetti sperimentali su base transnazionale. Gli Assi dell’Iniziativa coincidono con i cosiddetti “pilastri” attraverso i quali si articola la strategia europea per l’occupazione: • Occupabilità • Imprenditorialità • Adattabilità • Pari Opportunità • Azione destinate ai richiedenti asilo1. Nel quadro delle indicazioni fornite dalla Commissione, il Piano Nazionale Equal2 definisce la strategia italiana a partire dalla individuazione di tre direttrici generali di intervento: “Integrazione stabile tra politiche del lavoro e politiche sociali”; “Sviluppo di una società dell’informazione non dis- criminatoria”; “Sviluppo locale, sviluppo sociale e sviluppo occupazionale”. Esse forniscono il quadro di riferimento trasversale ai temi scelti su cui EQUAL dovrà dare un contributo innovativo in termini di strumenti, metodologie, dispositivi e prodotti in grado di incidere sulle politiche locali, nazionali ed europee3. I soggetti attuatori di Equal sono partnership strategiche, definite “partnership di sviluppo” (PS), appositamente costituite da una pluralità di organismi, con competenze ed esperienze diversificate, per elaborare e realizzare azioni integrate nell’ambito degli Assi dell’iniziativa. Le PS sono strutturate formalmente ed i soggetti che le compongono (partnerariato locale) agiscono in un’ottica di cooperazione attiva sin dalle fasi iniziali della progettazione, prestando una particolare attenzione alla definizione congiunta di obiettivi comuni, ruoli e responsabilità. Le PS possono essere create su base settoriale a livello nazionale (Partnership di Sviluppo Settoriali), i cui progetti sono gestiti direttamente dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, e su base geografica, (Partnership di Sviluppo Geografiche) i cui progetti 89 sono gestiti dalle Regioni poiché basati sulla collaborazione di soggetti interessati in un determinato territorio. Un elemento prioritario di Equal è dato dalla dimensione transnazionale che rappresenta un valore aggiunto in quanto contribuisce ad identificare le strategie più efficaci per la soluzione delle problematiche rilevate nei diversi contesti territoriali. Le partnership di sviluppo che attuano i progetti Equal, dopo aver sottoscritto gli accordi di cooperazione transnazionali con uno o più organismi interessati appartenenti ad altri Stati, si impegnano a collaborare per realizzare attività congiunte, scambio di know-how, perseguire obiettivi comuni e ottenere con la cooperazione un reale valore aggiunto. Nell’ambito del periodo di programmazione 2000/2006, Equal è attuato, in Italia, con due Avvisi di gara nazionali: 1 Per quanto riguarda l’Italia , tale asse è di esclusiva competenza del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali. 2 Documento unico di programmazione approvato dalla Commissione con decisione C(2001) 43 del 26 marzo 2001. 3 墌 www.equalitalia.it in tale sito si trova tutta la documentazione relativa alla normativa europea ed ai documenti emanati dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali per l’attuazione del Programma Equal. SESTOEURORAPPORTO 90 il primo, uscito nel maggio 2001, prevedeva la presentazione della candidature entro agosto 2001; il secondo, sarà pubblicato negli ultimi mesi del 2003 o primi mesi del 2004. La Regione Emilia-Romagna e l’attuazione di Equal Rispetto alle scelte operate a livello nazionale, ogni Regione ha indicato proprie specifiche priorità, legate ai temi emergenti nel proprio territorio rispetto alla discriminazione sul mercato del lavoro e alle necessità di sviluppo locale4. La Regione Emilia-Romagna, a seguito del primo Avviso ministeriale ha selezionato i progetti delle PS geografiche di propria competenza ed ha ammesso al finanziamento5 diciannove progetti aventi un costo complessivo pari a 26.285.171,00 euro così ripartiti: Asse 1 Asse 2 Asse 3 Asse 4 n. progetti Costo totale 6 4 7 2 7.974.160,00 7.383.465,00 7.974.160,00 2.953.386,00 ASSE 1.1 Facilitazione incrocio tra domanda ed offerta per persone in situazione di svantaggio attraverso l’attivazione di servizi per l’accompagnamento/ inserimento ed attraverso la formazione di figure professionali specifiche in grado di permetterne l’inserimento nel mondo del lavoro A kisté ki braval an u lambsko drom Durata: 36 mesi Costo totale: 1.109.951,70 euro Contributo comunitario: 554.975,89 euro www.akiste.org “A kisté ki braval an u lambsko drom” (il titolo, in lingua Rom, significa “A cavallo del vento verso il lungo cammino”), rivolto ai territori di Bologna, Parma e Piacenza, è destinato ai giovani Sinti e Rom ed è realizzato in collaborazione con numerosi partners, tra cui gli assessorati ai servizi sociali, al diritto allo studio e alla formazione professionale del Comune di Piacenza, l’Ausl di Piacenza, l’assessorato alle politiche sociali del Comune di Casalecchio, il coordinamento dei servizi sociali per immigrati, profughi e nomadi del Comune di Bologna, l’associazione Thèm Romanò e il Dipartimento di Scienze dell’educazio- A Lungo. Strategie di territorio per l’accompagnamento al lavoro ne dell’Università di Bologna. Soggetto referente è IAL Emilia Romagna. Il progetto ha l’obiettivo di affrontare e cercare di dare soluzione al problema della discriminazione partendo dalla bassa scolarità e della mancanza di qualificazione professionale dei giovani nomadi. La formazione partirà dall’alfabetizzazione di base e proseguirà individuando, assieme ai giovani nomadi, i loro fabbisogni, con lo scopo di elaborare percorsi “ad hoc” rispetto agli inserimenti professionali. Partners transnazionali sono due organismi francesi: CREUFOP Centro Regionale Universitario di Formazione Permanente di Perpignant e l’Associazione per la formazione e l’educazione permanente di Tivoli (Bordeaux) Durata: 30 mesi Costo totale: 1.253.856,98 euro Contributo comunitario: 626.928.50 euro “A Lungo. Strategie di territorio per l’accompagnamento al lavoro” è rivolto al territorio della provincia di Reggio e destinato in particolare agli utenti dei servizi mentali, dei Sert, a disabili ed immigrati, e più in generale a tutte quelle persone che stentano a mantenere il lavoro ed è realizzato in collaborazione con Provincia e l’Ausl di Reggio, il Consorzio di solidarietà sociale “Oscar Romero”, il Consorzio solidarietà sociale Quarantacinque e il Consorzio per i Servizi Sociali (RE). Soggetto referente è il Centro Solidarietà di Reggio Emilia. 4 Le linee prioritarie della Regione EmiliaRomagna sono state approvate con deliberazione della Giunta Regionale n. 13 del 09/01/2001. 5 www.regione.emilia-romagna.it/fr_formazione.htm sito della regione in cui si possono trovare documenti e comunicati stampa relativi all’attuazione di Equal in EmiliaRomagna. SESTOEURORAPPORTO Il progetto ha l’obiettivo di sostenere l’integrazione lavorativa di soggetti “deboli”, rimuovere gli ostacoli di accesso al mercato del lavoro colmando i deficit di socializzazione delle persone coinvolte dall’intervento e offrendo loro orientamento, formazione e servizi per l’incentivazione al lavoro, grazie anche alla creazione di “nuclei territoriali” formati da una rete di enti pubblici e volontariato e imprese. Il progetto si distingue, in particolare, per un intervento di supporto alle aziende che assumeranno le persone svantaggiate. Partners transnazionali sono: Stockport MBC e Bury MCB (UK), AYTO di Zamora (E). Portici Durata: 30 mesi Costo totale: 1.813.950,65 euro Contributo comunitario: 906.975,33 euro 墌 www.equalportici.it “Portici”, rivolto al territorio bolognese è destinato a disoccupati immigrati e disabili, a senzatetto ed ex detenuti, a tossicodipendenti ed ex-tossicodipendenti ed è realizzato in collaborazione con Provincia, Comune, Legacoop di Bologna, Confcooperative di Bologna e Confcooperative Brescia (Regione Lombardia). Soggetto referente è EFESO. Obiettivo del progetto è sperimentare un sistema integrato di servizi articolato con punti di accoglienza, presa in carico e accompagnamento dell’utente per realizzare il percorso più adeguato all’inserimento lavorativo. Il progetto è caratterizzato dalla personalizzazione, realizzata tramite tutor: gli utenti dell’attività saranno accompagnati da “tutor”, appunto, che li aiuteranno lungo il percorso formativo e lavorati- vo; sono previste anche misure di sostegno, tipo borse di studio. L’intervento prevede inoltre la formazione degli operatori coinvolti nel processo di accompagnamento e la facilitazione di forme di collaborazione tra enti capace di generare effetti occupazionali. Partners transnazionali sono EMBA Empowerment in Baronbbackarna – Orebro (S) e ARGOS consorzio dei comuni di Burjassot e Paterna nella Comunidad Valenciana (E). 91 E.B.F Equal per il Basso Ferrarese Durata: 24 mesi Costo totale: 1.012.330,14 euro Contributo comunitario: 506.165,07 euro 墌 www.cfp.fe.it 墌 www.equalarbores.com “E.B.F. Equal per il Basso Ferrarese” è destinato a donne e uomini disoccupati e precari, appartenenti a minoranze etniche, disabili ed altre discriminazioni ed è realizzato in collaborazione con il Comune di Codigoro, l’Azienda Usl di Ferrara, il Polo scolastico di Codigoro e di Comacchio, Ecipar, il Centro Città del Ragazzo di Ferrara, l’Ecipar di Ferrara e l’Associazione Apeiron di Pompei. Soggetto referente è il Consorzio Provinciale Formazione di Ferrara. Il progetto ha l’obiettivo di contrastare le difficoltà di accesso al mercato del lavoro da parte della popolazione – sia giovane che adulta – che si manifesta in fenomeni di bassa scolarità, di abbandono scolastico, di difficoltà di occupazione, di disoccupazione di lungo periodo, di disagio giovanile e di povertà culturale e sociale. Ogni percorso di formazione è flessibile SESTOEURORAPPORTO 92 e modellato ad hoc sui bisogni dell’utente e sarà strutturato con metodi e forme che possano vincere l’atteggiamento di scarsa motivazione che generalmente affligge i beneficiari di questo progetto. A seguire questo percorso sarà un team multidisciplinare. Partners transnazionali sono: Consorcio Palencia Social (E) e SEIES Sociedade de Estudos e Intervencao em Enganharia Social CRL – Setubal (P). AMICA Durata: 36 mesi Costo totale: 1.194.626,04 euro Contributo comunitario: 597.313,02 euro “AMICA: accoglienza della manodopera immigrata nel comparto agroindustriale” si rivolge a disoccupati immigrati ed è realizzato in collaborazione con numerosi partners, tra cui i Comuni e la Provincia di Forlì-Cesena, la Federazione Lavoratori dell’Agroindustria di Cesena e di Forlì, la Cgil di Cesena e di Forlì, la Legacoop di Forlì-Cesena, la Uil di Cesena, l’Unione interprovinciale degli agricoltori di Forlì-Cesena e Rimini, la Cia, la Coldiretti di Forlì-Cesena, la FAI Cisl, Cooperativa Ponte, Cooperativa Sesamo, Efeso, Ecap, Enfap, Techne, Irecoop, new Agriform, Cooperativa Spazi Mediani, Camera di Commercio Forlì Cesena. Soggetto referente è Centuria scarl. Il progetto ha l’obiettivo di combattere fenomeni di lavoro nero, disagio abitativo e difficoltà di integrazione sociale e culturale. Si propone anche di favorire – attraverso formazione tecnica, linguistica, civica e culturale – la crescita professionale dei lavoratori, promuovendo anche – con mediatori culturali – l’interculturalità all’interno delle aziende del comparto agroindustriale. Partners transnazionali sono: FAFSEA Fond national d’Assurance Formation des Salaries des Exploitation ed enterprise Agricoles – sede di Pantin e Comitè d’Expansion Economique de Maine-et-Loire – sede di Angeres (F). tre per le donne si parla per lo più di lavori di cura a tempo pieno, spesso presso il domicilio delle persone non autosufficienti. INSEREG Durata: 31 mesi Costo totale: 1.589.444,24 euro Contributo comunitario: 794.722,12 “INSEREG” è rivolto ad un’utenza in disagio sociale e a rischio di discriminazione, in particolare ad immigrati nell’ambito del territorio Parmense, ed è realizzato in collaborazione con il Consorzio solidarietà sociale di Parma, la Cassa edile delle maestranze edili della provincia di Parma, l’Ausl, il Forum solidarietà centro di servizi per il volontariato, i Comuni di Parma, Fidenza, Langhirano, Borgo Val di Taro, Ente Scuola Edile di Parma, Quasco di Bologna e il Consorzio Forma Futuro di Parma. Soggetto referente è la Provincia di Parma. Il progetto ha l’obiettivo di qualificare professionalmente in particolare gli immigrati, per dare loro opportunità di inserimento stabile e regolare nel mondo del lavoro, facendoli uscire dal lavoro sommerso ed irregolare. In particolare, per quanto riguarda gli uomini, il settore su cui è necessario intervenire è quello dell’edilizia; men- Partner transnazionale è l’associazione portoghese para o Desenvolvimento Social e Comunitario de Santarem. ASSE 2.2 Sostegno alla creazione di nuove imprese cooperative riferite, in particolare, al settore sociale con interventi finalizzati anche a percorsi di riorganizzazione MicroCIP Creazione, sviluppo e consolidamento della imprenditoria sociale Durata: 24 mesi Costo totale: 2.456.464,17 euro contributo comunitario: 1.228.232,09 www.aeca.it “MicroCIP – Creazione, sviluppo e consolidamento della imprenditoria sociale” è rivolto in particolare a disoccupati, occupati, disabili, migranti e SESTOEURORAPPORTO minoranze etniche ed è realizzato in collaborazione con i Comuni di Pecorara, Voghiera e Conselice, Efeso, Legacoop ER e F.M. Gallo e G.Calzati editori. Soggetto referente è AECA. Obiettivo del progetto è il rafforzamento dell’economia sociale e il miglioramento della qualità dei posti di lavoro attraverso la valorizzazione ed il miglioramento dei servizi dei contesti territoriali di riferimento, con privilegio delle zone obiettivo 2 e limitrofe. Mettere in pratica soluzioni articolate che risolvano problematiche quali la debole cultura imprenditoriale, il turn over, la debolezza strutturale, il legame esclusivo con un settore o un territorio. Partners transnazionali sono: Istitut fur Datenverarbeitung und Betriebsirtscaft GmbH di Rostock (D) e Ekonimiska foreningen Medvind i Glimakra (S). Modello innovativo di imprenditorialità sociale: diverse imprese per diverse abilità Durata: 36 mesi Costo totale: 1.706.050,28 euro Contributo comunitario: 853.025,14 euro formative, occupazionali, culturali e sociali. di Milano, Comuni di Piacenza, Castel San Giovanni e Fiorenzuola d’Arda. Partners transnazionali sono: il Comune di Augsburg (D), l’Istituto Piaget di Oporto (P), l’Associazione C.e.e.i. e AVAFE di Valencia e Consocio As Marinas di La Coruna (E). Soggetto referente è Progress Company s.c.a.r.l. 墌 www.equalrimini.it “Modello innovativo di imprenditorialità sociale”, ha come area di riferimento l’intera provincia di Rimini, è destinato a disoccupati, disabili, migranti e minoranze etniche ed è realizzato in collaborazione con Camera di Commercio, Ausl, Legacoop, Confcooperative di Rimini, il Dipartimento di Scienze dell’Educazione dell’Università di Bologna, Facoltà di Economia dell’Università di Bologna sede di Rimini, CEIS, Enaip di Rimini ed i Comuni del territorio riminese. Soggetto referente è la Provincia di Rimini. L’attività - che prevede formazione e inserimento lavorativo di soggetti a rischio - si propone di sviluppare il settore delle imprese sociali costituendo un polo locale per il terzo settore attraverso la ideazione di un nuovo modello che scaturisce dallo studio/ricerca, dalla sperimentazione diretta di azioni 93 Nuove frontiere per l’imprenditorialità sociale Durata: 36 mesi Costo totale: 1.731.684,28 euro Contributo comunitario: 865.842,14 euro “Nuove frontiere per l’imprenditorialità sociale” ha come area di riferimento la provincia di Piacenza, è destinato a disoccupati, occupati, disabili, migranti e minoranze etniche ed è realizzato in collaborazione con Amministrazione provinciale, Legacoop, Confcooperative, Consorzio Servizi integrati, Consorzio Sol-co, Ce.svi.p., SVEP Centro di servizio per il volontariato, associazione di solidarietà “La Ricerca” di Piacenza, Cermet di Bologna, sede di Piacenza dell’Università Cattolica del Sacro Cuore Obiettivo del progetto è la creazione di occupazione aggiuntiva e la qualificazione dell’occupazione esistente attraverso la produzione e organizzazione di servizi innovativi di pubblica utilità. Viene utilizzata l’impresa sociale come strumento polifunzionale per l’abbattimento degli ostacoli all’accesso e permanenza nel mercato del lavoro locale. Partners transnazionali sono: East Midlands Development Agency (UK), MEF Maison de l’Emploi et de la Formation di Cherbough, ANFIPAR Associazion Normande de Formation et Information des Paisans et de Rurax (F) e FOREM organismo misto pubblico/privato belga. SESTOEURORAPPORTO 94 Agenzia di negoziazione sociale Durata: 24 mesi Costo totale: 1.489.266,25 euro Contributo comunitario: 744.633,13 euro “Agenzia di negoziazione sociale” ha come area di riferimento le province di Bologna, Modena e Ravenna, è destinato a occupati, migranti e minoranze etniche, tossicodipendenti, detenuti, ed è realizzato in collaborazione con Istituto Minguzzi di Bologna, Consorzio per i servizi sociali di Ravenna, Russi, Cervia e AUSL, Servizio tossicodipendenze di Faenza, Confcooperative e Legacoop di Bologna, Consorzio Sic e Consorzio Cides, Facoltà di Scienze della Formazione dell’Università di Bologna. Soggetto referente è Ageform scarl. Obiettivo del progetto è la costituzione di una Agenzia di negoziazione sociale di supporto alle reti locali, sia pubbliche che private, che si occupano di interventi sociali avanzati per quanto concerne la fenomenologia (minori a rischio in area penale, disagio psichiatrico…) la metodologia dell’intervento (lavoro di comunità, lavoro su strada e riduzione del danno, ecc.) e gli attori sociali coinvolti (enti locali, AUSL, associazioni di promozione sociale). Partner transnazionale è REAPN Rede Europeia Anti-Probeza di Oporto (P). ASSE 3.1 Sostegno alla mobilità geografica, agevolando il trasferimento in Emilia-Romagna di lavoratori provenienti dal sud Berenice tività autonoma attraverso la creazione di uno sportello che fornisce servizi e consulenze. Creare una rete di mentori per promuovere la trasmissione di esperienze professionali alle donne che li aiutino a raggiungere uno status professionale adeguato. Inoltre, obiettivo del progetto è aggiornare le competenze delle donne con un’offerta formativa più ampia. Partner transnazionale è la Junta de Castilla-Leon (E). Durata: 29 mesi Costo totale: 790.179,06 euro Contributo comunitario: 395.089,53 euro “Berenice” ha come area di riferimento il territorio della Provincia di Ravenna ed è rivolto a donne che all’interno delle imprese svolgono ruoli gestionali. È realizzato in collaborazione con Provincia, Camera di Commercio, Ascom, Api, Cna, Confartigianato, Unione provinciale agricoltori, Federazione Coltivatori Diretti, Confederazione Italiana Agricoltura, confcooperative, Legacoop e Confesercenti di Ravenna. Soggetto referente è il Consorzio Provinciale per la Formazione Professionale di Ravenna. Il progetto intende combattere le difficoltà per chi vuole intraprendere un’at- Advance – imprese – lavoro – società: anticipare il futuro per pianificare lo sviluppo Durata: 24 mesi Costo totale: 1.251.448,99 euro Contributo comunitario: 625.724,50 euro www.forpin.it “Advance – imprese – lavoro – società: anticipare il futuro per pianificare lo sviluppo” è rivolto a disoccupati e lavoratori ed è realizzato in collaborazione con Cisita di Parma, Assoform di Rimini, CIS di Reggio Emilia, Federazione delle industrie emiliano-romagnole-Confindustria e Orione organismo Bilaterale Emilia-Romagna. Soggetto referente è il Consorzio For.P.IN di Piacenza. Il progetto si propone di agire sul concetto di adattabilità dei sistemi locali per prevenire discriminazioni e esclusioni di lavoratori e imprese a causa del declino demografico del sistema PMI dell’Emilia-Romagna. Obiettivo del progetto è promuovere lo sviluppo locale sostenendo le capacità di innovazione dei diversi sistemi di riferimento. Il progetto si propone di creare opportunità anche per chi, pur essendo in età avanzata, intende mantenere ed accrescere i propri saperi e le proprie competenze. Gli strumenti individuati sono la formazione e l’aggiornamento, ma anche la creazione di un supporto di information technology interattivo con i destinatari dell’intervento. Partners transnazionali sono LAG FW NRW Dioezesan Caritasverband fur das Erzbistum di Colonia (D), Centro di ricerca CARIF-OREF di Nantes (F) e Karlof Consulting di Stoccolma (S). SESTOEURORAPPORTO Rete per lo sviluppo delle competenze individuali per una occupazione qualificata Durata: 30 mesi Costo totale: 1.862.953,52 euro Contributo comunitario: 931.476,76 euro 墌 www.equalroc.it “Rete per lo sviluppo delle competenze individuali per una occupazione qualificata”, rivolto al territorio della provincia di Modena, è destinato ai lavoratori non qualificati, atipici e con competenze a rischio di obsolescenza (ex tossicodipendenti, disabili, immigrati dal sud Italia e dal sud del mondo) ed è realizzato in collaborazione con il Consorzio di solidarietà sociale di Modena, lo Ial dell’EmiliaRomagna, il Ceis di Modena, l’Ecipar di Modena, il Cerform di Sassuolo, l’ Ifoa e l’ Ecap Emilia-Romagna. Soggetto referente è Modena Formazione. L’intervento prenderà il via dall’individuazione delle persone svantaggiate e dall’analisi dei fabbisogni del locale mercato del lavoro, per arrivare all’elaborazione di percorsi di formazione individualizzati per la qualificazione del singolo lavoratore. Inoltre verranno individuati modelli di servizi per favorire l’adattabilità dei lavoratori al mercato del lavoro e per scongiurare rischi di esclusione. Partners transnazionali sono: Equal Ostbayern che comprende i Distretti di Cham Regen Freyung-Grafenau e Passau e quattro centri di formazione per adulti (D) e Niederoesterreich an der offenen Grenze (A). collaborazione con Cofimp, Profingest, Enfap Emilia-Romagna, Centro di accoglienza La Rupe e Irsea Genova. Soggetto referente è la Fondazione Aldini Valeriani. Obiettivo del progetto giungere alla definizione trasparente dei saperi legati all’I.C.T. information, comunication, tecnology, per il riconoscimento dei crediti formativi e la certificazione delle competenze acquisite nel mercato del lavoro. Partners transnazionali sono Il Centro Europeo de Empresas e Innovacion de Navarra (E) e Enterprise & Personnel, associazione di imprese francese. Me.t.ri.ca Durata: 24 mesi Costo totale: 1.621.139,50 euro Contributo comunitario: 810.569,75 euro 墌 www.equal-metrica.net 95 Promuovere le risorse umane per Rete per lo sviluppo delle competenze individuali per una occupazione qualificata Durata: 24 mesi Costo totale: 1.862.953,52 euro Contributo comunitario: 931.476,76 euro 墌 www.promoterra.com “Promuovere le risorse umane per valorizzare la Val Samoggia” è destinato ai lavoratori del territorio di riferimento ed è realizzato in collaborazione con la Comunità Montana Valle del Samoggia e la Facoltà di Agraria del Dipartimento di Economia e ingegneria agrarie dell’Università di Bologna. Soggetto referente è l’Associazione Seneca. “Metrica”, rivolto al territorio delle province di Bologna, Ferrara e Ravenna, è destinato ai lavoratori atipici, a rischio di professionalità bloccata impegnati nella produzione o nell’uso di ICT, a giovani con contratto di apprendistato e formazione lavoro ed è realizzato in Obiettivo del progetto è quello di combattere il rischio di emarginazione dei lavoratori rurali a causa del processo di secondarizzazione del settore, sia attraverso la loro qualificazione che sostenendo lo sviluppo di nuovi settori del mercato. 96 Partner transnazionale è Mancomunidad de Municipios de la Sierra de Cadiz (E). Adattabilità dell’impresa e dei lavoratori nell’innovazione e nella flessibilità Durata: 24 mesi Costo totale: 787.361,10 euro Contributo comunitario: 393.680,55 euro www.equal.fe.it “Adattabilità dell’impresa e dei lavoratori nell’innovazione e nella flessibilità”, rivolto ai lavoratori (in particolare a donne, giovani con basso o insufficiente livello di qualificazione, lavoratori con più di 45 anni di età a rischio di espulsione dal mdl) del territorio della provincia di Ferrara e destinato alle piccole e medie imprese, di cui si vuole contrastare la marginalizzazione economica. È realizzato in collaborazione con la Fondazione Istituto per il Lavoro di Bologna, l’Unione Industriali di Ferrara, Sipro, Delta 2000, Consorzio Ferrara ricerche. SESTOEURORAPPORTO Soggetto referente è il Consorzio Ferrara Innovazione scarl. Soggetto referente è Galgano International. Obiettivo del progetto è rendere possibile, attraverso strumenti ed azioni sul campo, l’adattabilità delle imprese e dei lavoratori alle sfide originate dall’innovazione e dalla crescente esigenza di flessibilità. Obiettivo del progetto è promuovere e consolidare la formazione permanente e le prassi integratrici a sostegno di coloro che, nel sistema turistico, soffrono di disuguaglianze di trattamento in base alle proprie conoscenze e competenze professionali inadeguate e che rischiano l’espulsione dal mercato del lavoro. Partners transnazionali sono: Kenniscentrum EVC di Utrech (NL), Boldu Limited di Birmingham (UK) e Istituto para a Inovacao na Formacao di Lisbona (P). Istante: Innovare il sistema turismo e adattare le nuove tecnologie Durata: 24 mesi Costo totale: 886.392,44 euro Contributo comunitario: 443.196,24 euro “Istante: Innovare il sistema turismo e adattare le nuove tecnologie”, rivolto al territorio della provincia di Bologna, è destinato a occupati ed è realizzato in collaborazione con il Comune di Bologna – settore Economia e relazioni internazionali , Bologna Turismo srl, Bologna Fiere, Ascom, CGIL, Asshotel Confesercenti, Legacoop, CNA e Confcooperative di Bologna. Partners transnazionali sono: Junta de Castilla-Leon (E), ERGON Center for vocational training di Atene (GR), Istitut Regional Iniziative ed Developpement (F) e Associacao de Desenvolvimento e iniciativas Locais do Concelho de Ansiao (P). ASSE 4.2 Interventi per favorire il ripristino di percorsi di carriera per donne adulte che hanno dovuto interrompere il lavoro per attività di cura familiare Donne e Lavoro: percorsi di carriera e armonizzazione con la vita familiare Durata: 30 mesi Costo totale: 1.406.374,30 euro Contributo comunitario: 703.187,15 euro www.percorsodonna.it “Donne e Lavoro: percorsi di carriera e armonizzazione con la vita familiare” ha come area di riferimento il territorio delle Province di Ferrara, Rimini, Forlì-Cesena e Modena ed è realizzato in collaborazione con gli assessorati Pari Opportunità del Comune di Ferrara e delle Province di Ferrara, Modena e Rimini, Artemis Training and Consulting Network di Forlì, il Centro di Documentazione Donna di Modena, CGIL, Legacoop ed Università di Ferrara – dipartimento Scienze Giuridiche. Soggetto referente è Talete soc. coop a r.l. Gli obiettivi del progetto consistono in un riconoscimento dei percorsi di carriera tramite una maggiore flessibilità degli orari di lavoro e una maggiore attenzione ai percorsi di formazione, aggiornamento e orientamento. Il tema è quello legato ad un bacino SESTOEURORAPPORTO territoriale dove, a fronte di un elevato livello di occupazione femminile rispetto alla media nazionale, le donne “lavorano di più” tra cura della famiglia e lavoro retribuito; questo si traduce in una discriminazione in quegli ambienti lavorativi dove la carriera è fondata sulla presenza e dove le “soste” per la cura familiare sono penalizzanti. Partner transnazionale è un organismo pubblico spagnolo: il centro servizi per l’impiego della Deputation de Guadalajara della Comunidad de Madrid. Portico – Pari Opportunità – tecnologie, informazione comunicazione per l’occupazione Durata: 24 mesi Costo totale: 1.547.011,71 euro Contributo comunitario: 773.505,86 euro 墌 www.porticodonne.it “Portico – Pari Opportunità – tecnologie, informazione/comunicazione per l’occupazione”, ha come area di riferimento il territorio delle Province di Bologna, Rimini, ForlìCesena e Ravenna ed è rivolto in par- 97 ticolare a donne giovani e adulte tra i 25 e i 50 anni, occupate e disoccupate, italiane e immigrate, disabili. è realizzato in collaborazione con Comitato Impresa Donna ER, Amitié, Consorzio Visioner, Enaip ER, Facoltà di Economia e Discipline della comunicazione dell’Università di Bologna. I suddetti progetti sono tutti strutturati in due azioni: Soggetto referente è Associazione Orlando. Azione 2 realizzazione del progetto comprendente attività di ricerca, formazione, ecc. L’attività si propone di ridurre le disuguaglianze nell’accesso al mondo del lavoro garantendo pari opportunità nell’accesso alle nuove tecnologie. In particolare, tra gli strumenti individuati per il raggiungimento dell’obiettivo, si prevede la realizzazione di un centro di risorse multimediale permanente come luogo di aggregazione di donne. Questi centri – che dovranno essere realizzati nelle province di Bologna, Forlì/Cesena, Ravenna e Rimini – faranno anche attività di formazione sulle nuove professioni e forniranno sostegno per il lavoro autonomo e l’avvio di impresa. Azione 1 dedicata alla costituzione del partenariato transnazionale – parte iniziale ed indispensabile di ogni progetto per ottenere la definitiva approvazione; L’Azione 2 è stata attivata nel secondo semestre dell’anno 2002 ed ha una durata variabile da 24 a 36 mesi Paesi Bassi Grecia Svezia 7% Austria 7% 2% 2% nel rispetto di quanto indicato in sede di progettazione da ciascun soggetto gestore. Per quanto riguarda la transnazionalità, da un’analisi fatta sui partners risulta che i paesi maggiormente coinvolti sono: Spagna (11 partners), Francia (8 partners), Portogallo (6 partners) e Germania (4 partners). Si nota, inoltre, come le collaborazioni con organismi spagnoli e francesi raggiungano quasi il 50% di quelle attivate. Belgio 2% Italia 5% Francia 20% Germania 10% Partners transnazionali sono: Junta de Andalucia (E) e Provincia del Niederosterreich (A). Portogallo 15% Spagna 28% Gran Bretagna 7% Nazioni coinvolte nella transnazionalità SESTOEURORAPPORTO 98 INTERREG III Gli orientamenti relativi a Interreg III6 hanno come obiettivo il rafforzamento della coesione economica e sociale nell’Unione europea e lo sviluppo equilibrato del territorio comunitario attraverso la promozione di tre forme di cooperazione: A. transfrontaliera7 per zone situate lungo i confini interni ed esterni dell’U.E. B. transnazionale8 per raggruppamenti predefiniti di regioni e Stati membri C. interregionale9 per collaborazioni fra regioni dell’intero territorio comunitario A completamento delle tre sezioni specifiche è stato avviato il programma ORATE (ESPON) avente come obiettivo la creazione di un osservatorio in rete sull’assetto del territorio europeo, finanziato mediante la linea di bilancio “reti” di cui al punto 53 degli orientamenti. Alle quote comunitarie sono aggiunte equivalenti quote nazionali e, laddove previsto, altri finanziamenti pubblici e privati. L’iniziativa è attuata attraverso specifici programmi approvati dalla Commissione europea e proposti e realizzati congiuntamente dagli Stati membri attraverso strutture comuni di cooperazione. Sezione A: cooperazione transfrontaliera La Regione Emilia-Romagna è coinvolta, per la prima volta, nelle azioni di cooperazione transfrontaliera ed in particolare nel Programma Transfrontaliero Adriatico che prevede anche il coinvolgimento delle provincie adriatiche emiliano-romagnole di Ferrara, Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini. P.O. III A Transfrontaliero adriatico Tutela e valorizzazione ambientale, culturale ed infrastrutturale del territorio transfrontaliero Asse 1 1.1 Tutela, conservazione e valorizzazione del patrimonio naturale ed ambientale del territorio e miglioramento dell’efficienza energetica; 1.2 Sviluppo e potenziamento delle infrastrutture e delle reti transfrontaliere dei trasporti e delle telecomunicazioni; 1.3 Sviluppo e potenziamento delle infrastrutture turistiche e culturali.; Integrazione economica dei sistemi produttivi transfrontalieri Asse 2 Per l’attuazione dell’iniziativa, la Commissione europea ha assegnato all’Italia risorse FESR (fondo europeo di sviluppo regionale) ripartite secondo il seguente schema: 2.1 Miglioramento della competitività e della cooperazione delle imprese 2.2 Cooperazione transfrontaliera ee libero scambio nei settori primario, pesca inclusa, e secondario 2.3 Cooperazione transfrontaliera nel settore del turismo e della cultura. Asse 3 3.1 Qualificazione delle risorse umane, aggiornamento professionale e iniziative innovative sulla promozione sociale e sul mercato del lavoro; 3.2 Rafforzamento istituzionale e della cooperazione nella comunicazione e nella ricerca e tra istituzioni per armonizzare i sistemi; 3.3 lotta alla criminalità e il miglioramento della sicurezza. Sezione A 245,6 Mio di euro (60%) Asse 4 4.1 Implementare attività di assistenza tecnica alle strutture comuni. 4.2 Realizzare le attività di informazione e pubblicità, monitoraggio e valutazione. Sezione B 144,8 Mio di euro (34%) Sezione C 25,6 Mio di euro (6%) Azioni di rafforzamento della cooperazione Assistenza tecnica all’attuazione del programma operativo Le Regioni Adriatiche Italiane che partecipano al programma, Friuli VeneziaGiulia, Veneto, Emilia-Romagna, Marche, Abruzzo, Molise e Puglia, hanno costituito, a livello tecnico, un tavolo di lavoro permanente (Gruppo di Lavoro Interregionale) insieme a rappresentanti del Ministero degli Affari Esteri, del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, dal Ministero delle Attività Produttive e dal Ministero dell’Economia e delle Finanze. Le sette regioni adriatiche italiane hanno elaborato e presentato una proposta congiunta di Programma Operativo Transfrontaliero Adriatico ed hanno individuato la Regione Abruzzo quale Autorità di Gestione per l’attuazione del Programma. 6 Orientamenti della Commissione europea del 28 aprile 2000 (GUCE C 143 del 23.5. 2000). 7 La Comunicazione della Commissione europea 2001/C239/03 del 25/8/2001, recante la modifica agli orientamenti dell’iniziativa comunitaria prevede, per la prima volta, l’ammissibilità alla sezione A) Interreg III di zone NUTS III dell’Emilia-Romagna. Tali zone corrispondono alle Province Ferrara, Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini. 8 Per la Regione le aree di cooperazione fanno riferimento ai raggruppamenti di aree ammissibili CADSES e MEDOCC. 9 La Comunicazione della Commissione europea C 141/2001 del 27 maggio 2001, reca le modalità di attuazione per la cooperazione interregionale e, tra l’altro, inserisce la Regione Emilia-Romagna nell’area Est. SESTOEURORAPPORTO Il Programma Operativo INTERREG IIIA Italia-Paesi Adriatici Orientali (denominato Transfrontaliero Adriatico) approvato dalla Commissione europea10 è strutturato in quattro Assi d’intervento prioritari e undici misure di attuazione; il piano finanziario prevede per il periodo 2002-2006 un costo totale di 101.016.000 euro. Le aree ammissibili sono le Province di Trieste, Gorizia, Udine, Venezia, Bari, Brindisi, Lecce, Rovigo, Ferrara, ForlìCesena, Rimini, Ravenna, Pesaro, Ancona, Macerata, Ascoli Piceno, Teramo, Pescara, Chieti, Campobasso, Foggia; è inoltre utilizzata la deroga territoriale per le aree delle Province di Padova, L’Aquila, Isernia, mentre i Paesi Terzi interessati alla cooperazione transfrontaliera adriatica sono: Croazia, BosniaErzegovina, Albania, SerbiaMontenegro. Il gruppo di lavoro interregionale ha messo a punto la proposta di Complemento di Programmazione che è stato sottoposto all’approvazione del Comitato di Sorveglianza nel corso del mese di aprile 2003. Il programma entrerà in operatività nel corso del secondo semestre 2003. Da parte della Regione Emilia-romagna, nel corso del 2002 si sono attivate le azioni di partenariato locale in particolare con le quattro province interessate al nuovo programma operativo. Sezione B Cooperazione transnazionale Per l’Italia la responsabilità dell’attuazione dei Programmi di cooperazione transnazionale è del Ministero delle Infrastrutture che riveste anche il ruolo di Autorità di Gestione a livello transnazionale. La Regione Emilia-Romagna è inserita negli spazi di cooperazione relativi alle aree CADSES (Central Adriatic Danubian South-Eastern European Space) e MEDOC (Mediterraneo Occidentale) e proprio per consentire la partecipazione ai settori regionali interessati ha provveduto ad adottare specifici orientamenti regionali operativi11 e previsto risorse regionali12 per sostenere, se necessario, la partecipazione a progetti selezionati ed approvati. Nell’agosto 2002 è stato inoltre costituito un gruppo di lavoro interdirezioni, coordinato dal Servizio Politiche europee e Relazioni internazionali che, in considerazione delle caratteristiche intersettoriali dei programmi e delle procedure innovative legate alla gestione dei progetti, cura il coordinamento della partecipazione della Regione ai progetti selezionati e assicura la presenza della Regione nell’ambito delle strutture comuni di cooperazione previste dai diversi programmi. Per la promozione dell’iniziativa Interreg al livello regionale, il 20 mag- gio 2002 si è tenuta a Bologna una giornata informativa in vista della scadenza dei bandi previsti per i programmi di cooperazione transnazionale Cadses e Medoc. Organizzata e promossa dalla Regione Emilia-Romagna, in collaborazione con il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, l’iniziativa ha visto un’ampia partecipazione di istituzioni, organizzazioni e soggetti potenzialmente interessati alla presentazione dei progetti. Il programma MEDOCC Il Programma Operativo approvato dalla Commissione europea13 prevede la realizzazione di studi, ricerche e azioni pilota sulla situazione dell’area del Mediterraneo Occidentale in materia di sviluppo territoriale sostenibile, con l’obiettivo più generale di contribuire alla messa in opera dello Schema di sviluppo Spaziale Europeo. Gli Stati che prendono parte al programma sono cinque: Francia, Italia, Spagna, Portogallo e Gibilterra. Il programma è articolato in cinque assi tematici con specifiche misure di attuazione e prevede un costo totale, per il periodo 2000-2006, di 194.340.135 euro. Nel corso del 2002 sono stati attivati due bandi transnazionali con una disponibilità finanziaria pari alle intere prime due annualità e al 50% delle risorse 99 previste per il 2003. Nel dicembre 2002 sono stati formalmente approvati i progetti. Su 164 proposte presentate, sono stati approvati complessivamente 45 progetti, di cui 25 hanno come capofila un organismo italiano. Dieci progetti prevedono il coinvolgimento della Regione Emilia-Romagna in qualità di partner e due progetti di altri enti territoriali emiliano-romagnoli. L’importo complessivo dei progetti regionali approvati è di circa 2 milioni di euro. Di seguito tabella in cui si riporta: misura di riferimento, titolo, obiettivi e capofila dei progetti con partecipazione della Regione Emilia-Romagna. 10 Decisione della Commissione del 24/12/2002 C(2002) 4627. 11 Delibera di Giunta regionale n. 708 del 6 maggio 2002. 12 Legge regionale n. 19 del 1 agosto 2002 di assestamento del bilancio di previsione. 13 Decisione CE C(2001) 4069 del 27/12/2001. 100 SESTOEURORAPPORTO 4.3 Hydroptimet Asse 1 Bacino del Mediterraneo 1.1 strutturazione del bacino mediterraneo per la valorizzazione e il rafforzamento dei legami culturali economici e sociali tra le due sponde Asse 2 Strategie di sviluppo territoriale e sistemi urbani 2.1 Sviluppo territoriale e urbano: sviluppo della cooperazione, delle sinergie, azioni pilota Asse 3 Asse 4 Asse 5 Sistemi di trasporto e società dell’informazione 3.1 Migliorare l’accesso ai territori; 3.2 Promozione dei trasporti intermodali e conversione verso modelli di trasporto più rispettosi dell’ambiente; 3.3 Trasporti marittimi e fluviali; 3.4 Tecnologie di comunicazione ed informazione per lo sviluppo del territorio. Ambiente, valorizzazione del patrimonio e sviluppo 4.1 Protezione e valorizzazione del patrimonio naturale e culturale, gestione della biodiversità, dei territori e del paesaggio; 4.2 Promozione del turismo sostenibile; 4.3 Protezione dell’ambiente, prevenzione e gestione dei rischi naturali; 4.4 Gestione delle risorse idriche e lotta contro la siccità e la desertificazione. Assistenza tecnica 5.1 Attività di gestione, messa in atto, monitoraggio e controllo; 5.2 Attività di accompagnamento alla messa in atto del programma: animazione, informazione, valutazione e pubblicità. la logistica negli spazi urbani e metropolitani. Il progetto appoggiandosi su un partenariato locale vuole mettere in pratica una serie di sperimentazioni in differenti contesti urbani. Capofila: Regione Toscana 3.4 Sestante Obiettivo del progetto è identificare ed analizzare i flussi informativi e documentari che intervengono nella catena logistica intermodale del trasporto merci allo scopo di migliorare l’applicazione delle nuove tecnologie (TIC) nel sistema di trasporti intermodali (portuali, interportuali, aereoportuali) Capofila: Regione Toscana 4.1 Castrum 1.1 Euromedsys Obiettivo del progetto è di favorire la crescita economica e lo sviluppo della competitività dei sistemi economici locali del mediterraneo attraverso la valorizzazione della qualità e dell’eccellenza Capofila: Regione Toscana 1.1 MAEM Obiettivo del progetto è predisporre un master dedicato agli affari euromediterranei per preparare professionisti in grado di operare nel Mediterraneo in organizzazioni pubbliche, imprese e università. Capofila: Regione Toscana 2.1 Enplan Obiettivo principale è la cooperazione transnazionale tra regioni italiane e spagnole per la realizzazione di una metodologia comune e condivisa per introdurre la valutazione strategica ambientale dei piani e dei programmi a livello regionale, secondo la direttiva 2001/42/CE, concernente la valutazione ambientale di alcuni piani e programmi con effetto sull’ambiente Capofila: Regione Lombardia 3.4 Merope Obiettivo del progetto è quello di studiare e sviluppare modelli di valutazione e strumenti telematici per la gestione della mobilità e Il progetto intende valorizzare i territori e le città minori dell’arco mediterraneo caratterizzate dalla presenza di castelli, di torri di avvistamento, di cinte murarie, promuovendo l’utilizzo di alcuni di questi edifici come punti esemplari di attività espositive, di animazione, di documentazione, all’interno di un sistema turistico culturale Capofila: Regione Piemonte 4.1 Rever med Obiettivo è l’identificazione e la ricerca di una rete di percorsi ciclabili fruibili in sicurezza da proporre per forme di turismo a basso impatto Capofila: Regione Andalucia Uno degli obiettivi del progetto è quello di migliorare il dialogo tra i diversi livelli della amministrazione pubblica coinvolti nei processi di monitoraggio, prevenzione e previsione dei rischi naturali provocati dai fenomeni atmosferici intensi. Il progetto favorisce lo sviluppo, la messa a punto e l’applicazione delle tecnologie più avanzate per la previsione idro-metereologica e l’utilizzo ottimale dei dati e degli strumenti, e assicura una miglior complementarietà delle competenze tra i diversi attori implicati e tra i diversi Stati membri. Capofila: Regione Piemonte 4.4 Desert net Obiettivo del progetto è individuare lo stato attuale delle conoscenze scientifiche sulle cause e gli effetti dei processi di desertificazione nelle regioni Mediterraneo-Europee e sulle misure per la sua riduzione e confrontare le metodologie e le procedure utilizzate per la realizzazione dei programmi nazionali per la lotta contro la desertificazione Capofila: Università di Sassari 4.4 Sedemed Obiettivo del progetto è sviluppare un sistema integrato per sorvegliare e prevedere processi di desertificazione di siccità e di desertificazione e stabilendone dei metodi per una risposta di riduzione. Capofila: Regione Sicilia SESTOEURORAPPORTO 101 Il programma CADSES Il Programma Operativo approvato dalla Commissione europea14 si propone di soddisfare le esigenze di superamento degli squilibri regionali e promuovere lo sviluppo socio-economico dei Paesi membri dell’U.E. e degli Stati membri dell’Europa centrale, adriatica, danubiana e sud-orientale in vista dell’allargamento dell’Unione. Gli Stati membri che prendono parte al programma sono quattro: Germania, Austria, Grecia, Italia. Il programma è articolato in cinque assi tematici con specifiche misure di attuazione e prevede un costo totale, per il periodo 20002006, di 237.485.375 euro. Il programma prevede l’operatività di strutture comuni di cooperazione: l’Autorità di gestione e pagamento è svolta da DiCoTer (Ministero Infrastrutture italiano) mentre il Segretariato tecnico congiunto ha sede ed opera a Dresda (D). Ad essi si aggiungono il Comitato congiunto di pilotaggio ed il Comitato di Sorveglianza. Nel corso del mese di luglio 2002 è stato attivato il primo bando transnazionale. Su 88 proposte presentate, sono stati approvati complessivamente 32 progetti (2 progetti selezionati sono attualmente in fase di approvazione definitiva), di cui 13 hanno come capofila un organismo italiano. Undici progetti coinvolgono la Regione Emilia-Romagna, quattro in qualità di Asse 1 Promozione di approcci per lo sviluppo territoriale e azioni di coesione sociale ed economica 1.1 supporto a strategie congiunte di programmazione ed azioni di implementazione; 1.2 pianificazione dello sviluppo urbano, promozione e cooperazione fra reti urbane; 1.3 pianificazione dello sviluppo rurale; 1.4 impatto territoriale legato all’immigrazione Asse 2 Sistemi di trasporto efficienti e sostenibili – accesso alla società dell’informazione 2.1 sviluppo di distemi di trasporto efficaci per uno sviluppo sostenibile; 2.2 miglioramento dell’accesso alla conoscenza e alla società dell’informazione. Asse 3 Promozione e gestione del paesaggio e del patrimonio naturale e culturale 3.1 Tutela e valorizzazione del patrimonio culturale; 3.2 Tutela e valorizzazione del patrimonio naturale; 3.3 Tutela e valorizzazione del paesaggio. Asse 4 Asse 5 Tutela dell’ambiente, gestione delle risorse e prevenzione del rischio 4.1 Tutela dell’ambiente, gestione delle risorse e prevenzione del rischio; 4.2 Promozione della gestione del rischio e prevenzione delle calamità; 4.3 Promozione della gestione integrata delle risorse idriche e prevezione delle inondazioni. Assistenza tecnica 5.1 Assistenza tecnica per la gestione, l’implementazione, il monitoraggio e il controllo; 5.2 Assistenza tecnica per altre spese. capofila e sette come partner, e un altro progetto è a titolarità di un altro ente emiliano-romagnolo. L’importo complessivo dei progetti regionali approvati è di oltre 5 milioni di euro. Di seguito tabella in cui si riporta: misura di riferimento, titolo, obiettivi e capofila dei progetti con partecipazione della Regione Emilia-Romagna. 14 Decisione CE C(2001) 4013 del 27/12/2001. ADRI.FISH – Promotion of a sustainable FISHery in Northern ADRIatic Sea Il progetto nasce dalla necessità di trovare una soluzione a problemi cui il settore della pesca marittima del nord Adriatico deve far fronte. La strategia del progetto ADRI.FISH. è basata sul rilancio della promozione, qualificazione e diversificazione dell’industria ittica nei due litorali, per dare la possibilità alle imprese locali di svilupparsi e di essere competitive sugli altri mercati. Capofila: Regione Veneto 1.1 RDA CEDA-NET – Regional Development Agencies Network in the Central European, Danubian and Adriatic Area RDA-net CEDA è una rete di agenzie regionali di sviluppo (RDAs) che si prefigge di sviluppare servizi e strumenti per promuovere e migliorare le capacità di cooperazione dei partner anche nell’ottica dell’adesione all’UE di nuovi paesi membri. Capofila: Regione Abruzzo InCluD – INdustrial CLUster Development in CADSES area Il progetto si propone di analizzare ed estendere il modello dei distretti industriali ad alcune regioni selezionate non facenti parte dell’UE, identificando aree specifiche territoriali per la loro vicinanza, il loro grado di sviluppo, le loro caratteristiche socioeconomiche e istituzionali. InClud verificherà e suggerirà possibili forme di cooperazione tra istituzioni (enti istituzionali) e cooperazioni guidate tra aziende delle regioni partecipanti e aziende del territorio prescelto (cooperazione economica) Capofila: Regione Lombardia 1.4 ITER – Itinerari termali Scopo del progetto è sviluppare strumenti metodologici e tecnici per identificare e proteggere l’eredità culturale conosciuta e potenziale di stazioni termali storiche. Capofila: Regione Emilia-Romagna IBACN 102 WEST – Women East Smuggling Trafficking La finalità generale è di indagare e conoscere il fenomeno della tratta e del commercio a scopo di sfruttamento sessuale (a partire dai Paesi di origine e partenza nell’Europa dell’Est, per ricostruire le strade seguite ed analizzare l’impatto di questa realtà nei Paesi colpiti da questo tipo di commercio). Capofila: Regione Emilia-Romagna – DG Sanità e Politiche sociali 2.1 CITYPORTS L’obiettivo principale del progetto è creare una rete informativa sulle soluzioni logistiche urbane tra 26 partecipanti. La proposta è finalizzata a sviluppare e trasferire una metodologia per l’analisi, la selezione, la fattibilità, l’implementazione e la valutazione delle soluzioni logistiche urbane ottimizzate ed integrate (impatto economico, sociale ed ambientale). Capofila: Regione Emilia-Romagna – DG Progr.ne e Sistemi mobilità I-LOG – Industrial Logistics and intermodal transport for SMEs’ development I-Log promuove l’uso strategico di sistemi di logistica e trasporto e intende rappresentare un punto di contatto tra le necessità economiche delle PMI, quali le riduzioni di costi, SESTOEURORAPPORTO il perfezionamento del servizio ai clienti, lo sviluppo di economie di scala, e necessità ambientali e sociali, quali il miglioramento della qualità della vita e la riduzione dell’inquinamento. Capofila: Regione Marche IMONODE – Efficient Integration of Cargo Transport Modes & Nodes in CADSES area Il progetto IMONODE mira allo studio di opzioni, proposte di soluzioni e concrete azioni per favorire un maggior utilizzo e un accesso agli assi (corridoi) di trasporto n. V e X per il trasporto merci con priorità al sistema ferroviario. L’enfasi è posta al sistema di trasporto ferroviario. Capofila: Hellenic Institute of Transport 2.2 GILDANET – Global Integrated transport Logistics DAta NETwork Obiettivo del progetto è l’implementazione ed il consolidamento del sistema GILDA (sviluppato nell’ambito del programma Interreg IIC) come supporto informatico all’ampia accessibilità per lo scambio di informazioni e documenti tra le autorità e gli operatori del trasporto intermodale Capofila: Regione Emilia-Romagna – DG Progr.ne e Sistemi mobilità 3.2 L.O.T.O – Landscape Opportunities for Territorial Organisation Il progetto intende fornire gli strumenti che governano lo sviluppo del paesaggio attraverso la conoscenza delle sue dinamiche di trasformazione ed al fine di indirizzare gli strumenti di pianificazione/progettazione territoriale in un modo complementare. Capofila: Regione Lombardia HYDROADRIA – Hydrology in the Adriatic Area L’obiettivo principale del progetto è l’implementazione di un sistema di monitoraggio delle acque di superficie e sotterranee per l’area adriatica. Il sistema permetterà di raccogliere informazioni per l’individuazione e l’allertamento anticipato di eventi climatici estremi come la siccità. Capofila: Regione Puglia Sezione C: cooperazione interregionale Interreg IIIC15 promuove la cooperazione tra regioni non contigue attraverso scambi di esperienze, il trasferimento di best practices e la creazioni di reti. Per l’attuazione sono stati individuati quattro “Spazi di cooperazione” con relativi programmi e strutture comuni di attuazione e gestione. L’Italia è parte di due spazi di cooperazione: Europa meridionale ed Europa orientale, ai quali devono fare riferimento i capofila italiani anche se, in qualità di partner, è possibile partecipare a progetti ricadenti in qualsiasi spazio di cooperazione inclusi quindi anche Europa nordoccidentale ed Europa nord-orientale. L’Emilia-Romagna, unitamente alle regioni Trentino-Alto Adige, FriuliVenezia Giulia, Veneto, Marche, Abruzzo, Molise e Puglia è ricompresa nello Spazio Interreg III C Est (Europa orientale) la cui Autorità di Gestione ha sede presso la municipalità di Vienna. Il Programma “Interreg III C –Zona est” in cui rientra la Regione EmiliaRomagna, è stato approvato dalla Commissione europea16 e prevede un costo complessivo per l’intero periodo 2000-2006 di 44.300.000 euro. L’Iniziativa Interreg IIIC prevede tre tipologie di operazioni: Operazioni quadro regionali finalizzate allo scambio di esperienze tra un insieme di Regioni che consenta ai partner di costituire procedure di scambio e apprendimento a lungo termine. Sono preparate da un gruppo di Autorità regionali o Enti regionali equivalenti di un insieme di regioni appartenenti ad almeno tre Paesi di cui almeno due Stati membri. La partecipazione 15 Comunicazione della Commissione Europea agli Stati membri del 15 maggio. GUCE serie C n. 141. 16 Decisione del 24 luglio 2002. SESTOEURORAPPORTO è aperta anche a partner privati. Singoli progetti di cooperazione che riguardano lo scambio di esperienze sulla metodologia e l’attività basata sul progetto e quindi il trasferimento fra regioni dei risultati di un progetto per un determinato settore. Sono coinvolti partner di almeno tre Paesi di cui almeno due Stati membri. Reti funzionali a collegare più regioni dell’Unione europea e di Paesi terzi sullo sviluppo e sulle modalità di attuazione di progetti. Ogni rete dovrà essere costituita con partner di almeno cinque Paesi, di cui almeno tre Stati membri. Per tutte e tre le tipologie di azione le tematiche affrontate riprendono: a) best practise di partners coinvolti in attività finanziate nell’ambito degli obiettivi 1 e 2; b) la cooperazione fra autorità pubbliche coinvolte nei programmi Interreg; c) la cooperazione tra città o zone urbane coinvolte nello sviluppo urbano (Urban); d) la cooperazione tra regioni partecipanti a uno o più temi del Programma Azioni innovatrici; e) altri temi di cooperazione marittima e costiera, assetto del territorio, cooperazione su temi insulari e ultraperiferici; ricerca di soluzioni a catastrofi, bassa densità demografica, situazione delle zone montane ecc.. Nel corso del 2002 la Regione Emilia- Romagna ha attivato una serie di iniziative tese ad individuare le idee progettuali, la costituzione dei partenariati necessari alla predisposizione dei progetti da candidare nell’ambito di tale strumento. In particolare, in collaborazione con il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e l’Autorità di Gestione Interreg III C zona Est, ha promosso, il 28 novembre 2002, una giornata informativa dedicata a tale programma ed in vista della scadenza del primo bando per la presentazione delle proposte progettuali. LEADER+ LEADER+ ha l’obiettivo di accompagnare lo sviluppo delle zone rurali d’Europa attraverso azioni volte a ridare vitalità a questi territori e si aggiunge agli altri interventi comunitari rivolti alle aree rurali con la finalità di completarli stimolando il mantenimento e la creazione di nuove attività, la valorizzazione delle risorse ambientali e culturali, contrastando l’invecchiamento, l’esodo della popolazione, il calo dell’occupazione e gli altri fenomeni di tipo socioeconomico che sono all’origine di difficoltà e crisi del territorio rurale. Questi obiettivi LEADER+ intende raggiungerli attraverso l’integrazione tra le tante opportunità presenti nel mondo rurale e nella sua economia: non solo agricoltura, ma artigianato, turismo, socializzazione, valorizzazione dell’ambiente. I principi di fondo su cui si basa l’Iniziativa sono quelli di un approccio dal basso dove la definizione delle esigenze di sviluppo proviene direttamente dagli operatori locali attraverso progetti ed iniziative di carattere innovativo e dimostrativo. I beneficiari di questi interventi saranno Gruppi di Azione Locale (GAL), un insieme di partner, per almeno il 50% di natura privata, rappresentativi del mondo imprenditoriale e creditizio, delle pubbliche amministrazioni (Comuni, Comunità Montane, ecc.), nonché del tessuto sociale e culturale locale. In questo modo ciascun GAL può rappresentare le esigenze del proprio territorio e, partendo da queste, costruire una strategia, da tradurre in un Piano d’azione locale, in grado di tenere vive le energie utili allo sviluppo. LEADER+ non ha limitazioni territoriali particolari se non quella di dover essere applicata ad aree rurali. Secondo la Commissione europea il criterio fondamentale di ruralità è individuato dalle caratteristiche insediative del territorio e, pertanto, ritiene ammissibili zone con una popolazione compresa tra 10.000 e 100.000 abitanti e con densità media non superiore ai 120 abi- 103 tanti/km2. L’Unione europea si prefigge di raggiungere una maggior concentrazione delle risorse finanziarie dando rilievo a strategie di sviluppo rurale a carattere innovativo e introducendo tematiche prioritarie su cui imperniare i Piani di sviluppo locale, i cosiddetti “Temi catalizzatori”: • impiego delle tecnologie dell’informazione nelle zone rurali, • miglioramento della qualità di vita nelle zone rurali, • valorizzazione dei prodotti locali • valorizzazione del patrimonio naturale e culturale Questi devono essere sviluppati nell’ambito di una strategia imperniata anche sulle pari opportunità e sul ruolo dei giovani nelle zone rurali. LEADER+ incentiva anche la cooperazione tra territori, infatti è prevista la possibilità di cofinanziare progetti di sviluppo rurale elaborati congiuntamente tra gruppi LEADER appartenenti allo stesso Stato membro oppure a più Stati membri. Attuazione del Programma Operativo Regionale Leader+ 2000-2006 in Emilia-Romagna Le attività relative all’Iniziativa Comunitaria Leader+ svolte durante il 104 SESTOEURORAPPORTO le di 11.311 km2 (pari al 79% di quella eleggibile). La popolazione ammonta a circa 500.000 abitanti (55% di quella eleggibile). Numero di comuni Territori interessati 1. Appennino Bolognese 2. Antico Frignano e Appennino Reggiano 3. Appennino Parmense e Piacentino 4. Altra Romagna 5. Delta del Po – Pianura Orientale Totale generale 2002 sono state focalizzate sulla definizione delle procedure di selezione dei GAL e la predisposizione del Complemento di programmazione. Tale scelta nasce dalla volontà di dare piena attuazione al metodo partecipativo LEADER, definendo, quindi, i contenuti del Complemento di programmazione partendo dalle effettive scelte definite a livello locale, ovvero dai contenuti dei PAL (Piani d’azione Locale) selezionati. La selezione dei PAL è stata effettuata partendo dai criteri definiti con deliberazione della Giunta regionale 28 dicembre 2001 n. 3095 relativa all’approvazione dell’avviso pubblico e della definizione degli schemi metodologici per la strutturazione dei PAL. Le candidature presentate sono state sette e, a seguito delle procedure di selezione, sono stati selezionati cinque PAL relativi ai territori indicati in tabella. Totali di cui parzialmente delimitati Popolazione Superficie 27 31 57 33 19 4 3 17 5 8 99.904 98.894 99.916 99.290 99.284 1.591 2.104 3.704 2.240 1.672 167 37 497.258 11.311 In termini complessivi saranno interessati 167 comuni, di cui 37 parzialmen- te delimitati (pari all’82% di quelli eleggibili), con una superficie territoria- Dei territori interessati, quattro sono stati interessati dai precedenti interventi LEADER I e II, mentre uno – Appennino Bolognese – si riferisce a nuove aree. Dai dati sopra riportati si evince che i diversi territori selezionati sono omogenei dal punto di vista della popolazione interessata, mentre per quanto riguarda l’estensione della superficie territoriale, si osserva che il territorio dell’Appennino Parmense e Piacentino SESTOEURORAPPORTO 105 incide per il 33 % sul totale della superficie interessata. Il Piano Operativo Regionale (POR) ed i PAL indicano e perseguono i diversi temi catalizzatori indicati dalle linee direttrici comunitarie per l’iniziativa, ma, in considerazione delle specificità di carattere socio economico presenti dei territori interessati, le diversità e le propensioni del partenariato locale emerse durante l’attivazione del Programma, i PAL selezionati, hanno indicato prioritariamente uno dei seguenti temi: – Valorizzazione dei prodotti locali, in particolare agevolando mediante un’azione collettiva l’accesso ai mercati per le piccole strutture produttive; – Valorizzazione delle risorse naturali e culturali, compresa la valorizzazione dei siti di interesse comunitario NATURA 2000. Il complemento di programmazione impostato nel 2002 ed approvato nei primi mesi del 2003, riprende e sviluppa con maggiore dettaglio i contenuti del Programma Operativo Regionale, in particolare indicando per ogni Sezione le Misure, le Azioni, le tipologie di intervento ammissibili, le procedure di selezione dei progetti, i beneficiati ammissibili, nonché gli indicatori necessari al sistema di monitoraggio e valutazione. Partendo delle scelte effettuate con il Programma operativo Regionale, che destina l’84% dei 28,7 milioni di Euro totali alla Sezione 1 – “Sostegno a strategie pilota di sviluppo rurale a carattere territoriale e integrato, fonda- te su un approccio ascendente e sul partenariato orizzontale”, il piano finanziario viene dettagliato a livello di singola misura. Da tale dettaglio emerge che ben il 35% delle risorse complessive sono destinate alla realizzazione delle sette Azioni della Misura 1.2 “Valorizzazione del patrimonio culturale e naturale…” Sintesi del contenuto del Complemento di programmazione Sezioni Misure SEZIONE 1 Sostegno a strategie pilota di sviluppo rurale a carattere territoriale e integrato, fondate su un approccio ascendente e sul partenariato orizzontale Misura 1.1 Supporto tecnico al PAL Azioni Azione 1.1.1 Azione 1.1.2 Azione 1.1.3 Misura 1.2 Azione 1.2.1 Valorizzazione del patrimonio Azione 1.2.2 culturale e naturale e della Azione 1.2.3 vitalità del territorio rurale Azione 1.2.4 Azione 1.2.5 Misura 1.3 Innovazione e qualificazione del sistema produttivo locale SEZIONE 2 Sostegno a forme di Cooperazione Interterritoriale e Transnazionale Sezione Assistenza tecnica Misura 1.4 Azioni di miglioramento della capacità organizzativa delle comunità locali Misura 2.1 Cooperazione Assistenza tecnica Azione 1.2.6 Azione 1.2.7 Azione 1.3.1 Azione 1.3.2 Azione 1.3.3 Azione 1.3.4 Azione 1.3.5 Azione 1.3.6 Azione 1.4.1 Azione 1.4.2 Azione 1.4.3 Azione 1.4.4 Azione 2.1.1 Azione 2.1.2 Progettazione Attuazione Animazione Promozione territoriale Tutela ambientale Fruizione integrata delle risorse locali Qualificazione del patrimonio culturale e ambientale Sviluppo di formule organizzative a carattere collettivo Comunicazione Formazione Azioni integrate intrasettoriali ed intersettoriali Commercializzazione Qualificazione dell’offerta Sviluppo di formule organizzative a carattere collettivo Comunicazione Formazione Marketing territoriale Servizi alla popolazione Comunicazione Formazione Cooperazione interterritoriale Cooperazione transnazionale SESTOEURORAPPORTO 106 POR e del Complemento di Programmazione. Sezione Misura Costo totale Pubblico Privato Totale UE Totale 28.676.000 21.226.000 Sezione 1 24.526.000 17.926.000 Misura 1.1 Supporto tecnico al PAL 5.243.131 5.243.131 Misura 1.2 Valorizzazione del patrimonio culturale e 10.837.118 7.552.118 Misura 1.3 Innovazione e qualificazione del sistema produttivo locale 6.623.645 3.623.645 Misura 1.4 Azioni di miglioramento della capacità 1.822.106 1.507.106 Sezione 2 3.350.000 2.500.000 Misura 2.1 3.350.000 2.500.000 Assistenza Tecnica 800.000 800.000 Misura AT 1 800.000 800.000 9.780.000 8.230.000 7.450.000 6.600.000 2.407.172 0 3.467.250 3.285.000 1.663.650 3.000.000 691.927 1.150.000 1.150.000 400.000 400.000 315.000 850.000 850.000 0 0 in coerenza la scelta dei temi catalizzatori effettuata dei diversi GAL. Misura 1.4 – Azioni di miglioramento della capacità organizzativa 7% Oltre alla definizione dettagliata delle misure e delle azioni programmate, il Misura 2.1 Cooperazione 12% Misura AT 1 4% Misura 1.3 Innovazione e qualificazione del sistema produttivo locale 17% Distribuzione delle risorse finanziarie totali per misura Misura 1.1 Supporto tecnico al PAL 25% Misura 1.2 – Valorizzazione del patrimonio culturale e naturale… 35% Complemento di programmazione stabilisce le procedure attuative, con particolare riferimento a: • le responsabilità gestionali (Autorità di Gestione, Autorità di pagamento, Autorità ambientale, nonché dei referenti per le attività di comunicazione e per il monitoraggio e la valutazione); • compiti dei GAL; • le procedure di controllo per i tre livelli individuati dal POR; • l’impianto di monitoraggio e valutazione. La struttura organizzativa per la gestione del Programma LEADER+ è stata completata con l’istituzione del Comitato di sorveglianza, ai sensi dell’35 del Reg. (CE) a1260/99, e del Comitato LEADER+. Il comitato di Sorveglianza, composto anche da rappresentati delle Commissione Europea e del Ministero delle Politiche Agricole e Forestali (MIPAF), ha le seguenti finzioni: • sorveglia l’attuazione del programma per mezzo delle informazioni derivanti dalle attività di monitoraggio, valutazione e controllo; • approva il Complemento di programmazione; • approva le Relazioni annuali di esecuzione; • approva le eventuali modifiche del Il comitato LEADER+ prevede la partecipazione la partecipazione di tutti i soggetti coinvolti nella gestione del Programma e dei rappresentanti delle strutture di gestione degli interventi relativi all’Ob. 3 e Ob.2 ed ha le seguenti funzioni: • sorveglia l’attuazione dei singoli PAL per mezzo delle informazioni derivanti dalle attività di monitoraggio, valutazione e controllo; • approva le eventuali modifiche dei singoli PAL che non interessano la partecipazione dei Fondi; • propone eventuali riallocazioni di risorse tra le Sezioni del Programma e tra i GAL; • promuove il perseguimento della complementarità tra il POR Leader + e gli altri Programmi in atto sui territori interessati dall’iniziativa. Il Comitato di sorveglianza si è insediato nella riunione del 25 ottobre 2002, ed in quella sede è stata presentata la prima stesura del Complemento di programmazione. Concluso nel 2002 il processo di programmazione e di selezione dei PAL, il Programma LEADER+ si avvia con il 2003 nella fase di attuazione e gestione degli interventi previsti nei singoli PAL. SESTOEURORAPPORTO 107 AZIONI INNOVATIVE La riforma dei Fondi strutturali 20002006 prevede che possono essere finanziate azioni innovative17 da parte dei singoli fondi: azioni innovative del FSE (art. 6 del Reg.(CE) 1784/99); azioni innovative nel settore della pesca (art. 17 del Reg.(CE) 1263/99); azioni innovative del FESR (art. 4 del Reg.(CE) 1783/99). Azioni innovative FESR Gli orientamenti per l’attuazione delle azioni sono stati adottati dalla Commissione europea nel gennaio 2001. Le azioni innovative finanziate dal FESR sono destinate a creare un laboratorio per la sperimentazione in materia di sviluppo regionale in Europa, sulla base di azioni realmente innovative che saranno attuate in ciascuna regione da un partenariato composto dal settore pubblico e privato. Lo stanziamento totale disponibile per l’intero periodo è pari a circa 400 milioni di euro. La Regione Emilia-Romagna ha presentato il proprio Programma Regionale di Azioni Innovative del FESR nel maggio del 2001 ed è stata tra le prime regioni italiane a riceverne l’approvazione già a dicembre del 2001. Il programma biennale “Salute, scienze della vita e innovazione tecnologica regionale” ha un costo totale di 10.329.138 euro, di cui 2.582.284 di contributo comunitario a coprire il 50% dell’intera spesa pubblica prevista pari a 5.164.569 euro: Il programma intende promuovere la competitività delle imprese regionali che realizzano prodotti, servizi e tecnologie per il sistema sanitario, rafforzandone i legami con gli ambienti della ricerca e dell’innovazione attraverso una serie di interventi volti a valorizzare e potenziare il partenariato pubblicoprivato, creare un clima favorevole per l’innovazione tecnologica, sostenere le attività legate alla promozione della società dell’informazione nell’ambito dei servizi e delle attività legate alla salute, promuovere la circolazione dell’informazione e supportare la creazione di reti. Azioni innovative FESR - Regione Emilia-Romagna piano finanziario indicativo Titolo azione Contributo UE Cofinanziamento pubblico Quota privta Totale 77.469 77.469 0 154.938 Mappatura regionale del sistema della salute e della scienza della vita Sostegno allo sviluppo imprenditoriale e all’innovazione tecnologica Sostegno allo sviluppo della ricerca applicata e del trasferimento tecnologico Information Society e servizi innovativi Interscambio con altre regioni Assistenza tecnica 387.343 387.343 0 774.686 1.291.142 645.571 51.646 129.114 1.291.142 645.571 51.646 129.114 3.873.427 1.291.142 0 0 6.445.711 2.582.284 103.292 258.228 Totale generale 2.582.285 2.582.285 5.164.569 10.329.139 Nel corso del 2002 è stato ricevuto l’acconto del 40% da parte della Commissione e il cofinanziamento nazionale a valere, come per l’obiettivo 2, sul Fondo di rotazione di cui alla legge 183/87. Nel corso dell’anno, con la legge di variazione di bilancio, è stato anche istituito il capitolo di cofinanziamento regionale. A novembre sono stati emanati congiuntamente i primi due bandi, pubblicati sul Bollettino Ufficiale regionale del 2 dicembre: – il bando relativo all’azione 1.2 “Sostegno alla ricerca applicata e al trasferimento tecnologico nel settore della salute” – il bando relativo all’azione 2.2 “Società dell’informazione e servizi sanitari innovativi”. Entrambi i bandi avevano scadenza il 31 gennaio 2003. Sono giunte complessivamente 35 domande, 13 sulla misura 1.2 e 22 sulla misura 2.2. Il gruppo di valutazione dei progetti è interdirezionale e coinvolge anche la Direzione Generale Organizzazione, 17 Art. 22 Reg. (CE) 1260/1999 del Consiglio del 21 giugno 1999. 108 Servizi Informativi e Telematica, e la Direzione Generale Sanità e Politiche Sociali. Il Programma verrà gestito con il supporto di ASTER. A fine dicembre 2002, inoltre, è stato approvato il programma ERIK, presentato dalla Regione Emilia-Romagna insieme alla Regione Toscana in co-leadership e da altre 11 regioni europee: Lombardia, Nieder Osterreich (S), Wallonie (B), Basse Normandie e Lorraine (F), Bremen (D), Thessaly (EL), Alentejo (P), Aragon e Murcia (E), West Midlands (UK). SESTOEURORAPPORTO Il programma che si realizzerà nel 2003 e nel 2004, prevede due Conferenze europee, quattro Workshop tematici, cinque Study tours, una Newsletter ed un sito web18. La Regione Emilia-Romagna si avvarrà del supporto di ASTER19. Si tratta della seconda tipologia di programmi realizzabili nell’ambito dell’art.22 del Regolamento 1260, consistente in programmi volti alla costruzione di reti tra le regioni europee che realizzano Programmi di Azioni Innovative, al fine di raccogliere buone pratiche, scambiare esperienze, sviluppare approcci condivisi e diffondere informazioni. La rete ERIK è una delle tre reti finanziate in questo ambito dalla DG REGIO e riguarda una delle tre macrotematiche di sviluppo, quella delle politiche regionali rivolte all’innovazione e alla conoscenza. Il programma assume una notevole rilevanza anche in vista della futura programmazione dei fondi strutturali dopo il 2006. 18 www.eriknetwork.net Per ulteriori informazioni contattare [email protected] 19 PARTECIPAZIONE DELLA REGIONE AD ALTRI PROGRAMMI D’AZIONE COMUNITARI 4 SESTOEURORAPPORTO La partecipazione ai programmi europei avviene generalmente con tre modalità e con responsabilità diverse secondo il tipo di impegno scelto: è prevista la figura del capofila, del partecipante o dell’associato. Il capofila presenta formalmente il progetto e, in caso di approvazione, stipula il contratto con la Commissione assumendo, quindi, anche la responsabilità finanziaria del progetto. Collabora, insieme ai partecipanti, alla ideazione e realizzazione del progetto, riceve i pagamenti e si occupa di distribuire le risorse ricevute agli altri partner. Il partecipante collabora sia nella fase di preparazione che di realizzazione del progetto complessivo mettendo a disposizione anche proprie risorse finanziarie. L’associato solitamente si occupa della realizzazione di una parte del progetto e non ha l’obbligo di impegnare proprie risorse finanziarie. Per quanto riguarda la partecipazione, essa avviene, generalmente, attraverso la risposta a bandi e inviti periodici predisposti dalla Commissione europea attraverso le proprie Direzioni Generali e pubblicati sulla Gazzetta ufficiale delle Comunità europee, serie C. Questi bandi si riferiscono a uno specifico programma d’azione adottato con decisione del Consiglio e definiscono l’ambito di intervento, le azioni finanziabili, i beneficiari, l’entità del contributo, le modalità e le procedure di accesso, la scadenza ed il formulario per la presentazione dei progetti. PROGRAMMA “CULTURA 2000” Il programma Cultura 20001 vuole contribuire alla creazione, conoscenza e diffusione della cultura dei popoli europei, attraverso la cooperazione tra organismi ed operatori culturali e le istituzioni culturali degli Stati membri e la mobilità degli operatori della cultura. Il programma sostiene il ruolo della cultura come fattore economico e come fattore di integrazione sociale e di cittadinanza e prevede tre tipi di azioni: • azioni specifiche, innovative e/o sperimentali che coinvolgono operatori di almeno tre Stati membri e, normalmente, hanno una durata annuale, ma possono essere prorogate di due anni; • azioni integrate all’interno di accordi pluriennali di cooperazione culturale per la costituzione di reti tematiche europee; i progetti debbono coinvolgere almeno cinque Stati, per un periodo massimo di tre anni; • eventi culturali speciali con una risonanza europea e/o internazionale come, per esempio la Capitale europea della cultura e il mese culturale europeo. Le azioni, inoltre, possono essere: verticali relative quindi ad un solo settore culturale: musica, arti dello spettacolo, arti plastiche e visive, architettura, let- teratura, libro e lettura – compresa la traduzione –, patrimonio culturale (beni mobili e immobili) e altre forme di espressione artistica quali prodotti multimediali, fotografia, cultura per l’infanzia e arte di strada oppure orizzontali cioè azioni integrate che associano più settori. Il programma “Cultura 2000” è aperto alla partecipazione dei paesi dello Spazio economico europeo, alla partecipazione di Cipro e dei paesi associati dell’Europa centrale e orientale e con altri paesi terzi che abbiano concluso accordi di associazione o di cooperazione contenti clausole culturali. Ha una durata quinquennale (1° gennaio 2000 - 31 dicembre 2004) e una dotazione finanziaria complessiva di 167 milioni di euro. Ogni anno viene pubblicato un invito a presentare proposte e il budget annuale è ripartito per un massimo del 45% per le azioni innovative, un minimo del 35% per le azioni integrate e un 10% per le manifestazioni culturali speciali, inoltre indicativamente il 10% della dotazione finanziaria è rivolta alle azioni orizzontali. Il sostegno comunitario non può superare il 60% del costo previsto. Il bando del 20012 recava una disponibilità finanziaria di 31 milioni di euro e individuava come settore prioritario le “arti visive” moderne e contemporanee 111 e altre quali pittura, scultura, video art, cyber art fotografia, textile design, graphic art, arti decorative ed artigianato d’arte. Nel corso del 2002 è uscito il bando per il 2003 relativi alle azioni 1 e 23 in cui sarà data la priorità alle “arti dello spettacolo” (teatro, danza, musica, opera, lirica, teatro di strada e circo) e successivamente per l’azione 3 che prevede il sostegno a progetti di cooperazione relativi ad uno o più settori di attività culturale, finalizzati ad evidenziare la presenza europea a San Pietroburgo e gli stretti legami culturali, passati e presenti, fra Russia ed Unione europea. I progetti devono collocarsi nel contesto delle celebrazioni per il trecentenario della città, devono avere una durata massima di un anno, e devono essere attuati nel 2003 nella città di San Pietroburgo. 1 Istituito con Decisione 508/2000/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 14 febbraio 2000. 2 GUCE C 230 del 15 agosto 2001. SESTOEURORAPPORTO 112 La partecipazione della Regione al programma Cultura 2000 Nell’ambito del programma, la Regione Emilia-Romagna partecipa a tre progetti: “Oltre il giardino”, “Les chemins de la mémoire” e “E.C.A.”. Oltre il giardino Durata: 12 mesi ottobre 2001-settembre 2002 Costo totale: 291.200 euro Contributo comunitario: 126.000 euro Oltre il giardino ha coinvolto l’Assessorato regionale alla Cultura e la Direzione Generale Attività produttive, Commercio e Turismo. Capofila è la Regione Emilia-Romagna, partners sono la Facoltà di Arte e Disegno dell’Università di Lappiland di Rovaniemi (FIN) e l’Accademia di Arte Figurativa di Monaco di Baviera (D); partecipano inoltre, come associati, l’Accademia di Belle Arti di Bologna e l’Istituto Superiore Industrie Artistiche/Industrial Design di Firenze. Nel febbraio 2002 si è svolto il seminario di lancio del progetto e, nel mese di luglio, a Rimini, è stata inaugurata la mostra a carattere internazionale denominata “Paradiso perduto” e la “Galleria a Cielo aperto” con le opere degli studenti partecipanti ai due workshops internazionali “Arti Visive” a Rimini ed “Ecodesign” a Riccione nel quale sono stati realizzati gli elementi di arredo urbano, allestiti nella mostra lungo le vie del centro cittadino. Sono stati realizzati catologhi multimediali plurilingue relativi ai due workshop. Il progetto ha teso a favorire un’opportunità di scambio di esperienze e culture tra giovani artisti, art-designer affermati ed emergenti e a contribuire alla sensibilizzazione di enti pubblici, operatori del settore turistico, residenti e turisti verso nuove forme di gestione e valorizzazione del territorio sempre più proiettate verso un equilibrio tra turismo, cultura e salvaguardia dell’ambiente Les chemins de la mémoire Durata: 12 mesi ottobre 2001-settembre 2002 Costo totale: 300.000 euro Contributo comunitario: 150.000 euro Progetto IBACN Costo totale: 45.000 euro Contributo comunitario: 22.500 euro 墌 www.lescheminsdelamemoire.net “Les chemins de la mémoire” L’IBACN ha partecipato come partner al progetto che aveva come capofila il Mémorial de Caen (F) e, fra gli altri partners, Museoa de la Paz di Gernika (E), D-Day Museum di Portsmouth (UK), CEGES di Bruxelles (B) e Haus der Geschichte di Bonn (D). Obiettivo del progetto era costruire un sito web sui luoghi della memoria dei sei partners relativi alla Prima e Seconda Guerra mondiale in Europa e alla Guerra civile spagnola. L’individuazione dei Luoghi di memoria in Italia, è avvenuta tramite una Commissione nazionale di storici, appositamente costituita. Per ogni luogo di memoria è stata realizzata una scheda storica ed una scheda turistica con l’indicazione delle località da visitare e un corredo di immagini fotografiche in bianco nero e a colori. Tutto il sito è tradotto in cinque lingue (francese, tedesco, inglese, spagnolo e italiano). E.C.A. Este Court Archives Durata: 12 mesi novembre 2001-ottobre 2002 Costo totale: 293.369 euro Contributo comunitario: 146.146 euro 墌 http://eca.cineca.it E.C.A. Este Court Archives ha visto come capofila l’Amministrazione provinciale di Ferrara, mentre l’Istituto Beni Culturali della Regione Emilia-Romagna e l’Hermitage di San Pietroburgo (RU) partecipavano in qualità di partner associati. Tra i partner del progetto figurano Gemaldegalerie (D), Museo del Louvre (F) e Narodni Galerie (CZ) che ospitano nelle rispettive collezioni opere di provenienza ferrarese, e che SESTOEURORAPPORTO sono affiancati dal Cineca, responsabile per gli aspetti informatici. Obiettivo del progetto è la creazione di una banca dati, attraverso una schedatura e una documentazione iconografica, sul collezionismo estense e la costruzione di un sito web. PROGRAMMA GIOVENTÙ Il programma Gioventù è uno specifico programma di cooperazione nel settore della politica della gioventù ed ha l’obiettivo di promuovere un contributo attivo dei giovani alla costruzione europea, sviluppare la comprensione interculturale, rafforzare i valori fondamentali come il rispetto dei diritti umani e la lotta contro il razzismo e la xenofobia, sviluppare il senso della solidarietà, incoraggiare l’imprenditorialità, lo spirito di iniziativa e la creatività, stimolare il riconoscimento dell’istruzione non formale, rafforzare la cooperazione di tutti coloro che sono attivi nel campo della gioventù. La Commissione Europea ha lanciato nel 1989 le prime azioni prioritarie per il sostegno di progetti giovanili di educazione informale. Dopo l’avvio nel 1992 di Gioventù per l’Europa, che ha permesso il co-finanziamento di scambi giovanili internazionali ed attività di formazione nel settore dell’educa- zione interculturale, il 1996 ha visto l’inizio della fase pilota del Servizio Volontario Europeo, un programma interamente dedicato ad organizzazioni di volontariato socialmente utile e senza fini di lucro ed a giovani volontari interessati a trascorrere da un minimo di sei ad un massimo di dodici mesi in servizio di volontariato in un paese diverso dal proprio. Nel 2000 l’Unione Europea ha approvato Gioventù uno specifico programma per l’educazione informale dei giovani dell’Unione e di quelli dei paesi terzi con i quali esistono rapporti di cooperazione. Accanto a Leonardo -formazione professionale, ed a Socrate-educazione formale, Gioventù4 riunisce ed amplia i singoli programmi e linee di finanziamento destinate a progetti per l’educazione informale dei giovani dai 15 ai 25 anni di età. Approvato per il periodo gennaio 2000-dicembre 20065 ha una dotazione finanziaria complessiva di 520 milioni di euro è attuato attraverso 5 distinte azioni: – scambi Gioventù per l’Europa; – Servizio volontario europeo; – Iniziative per i giovani, di gruppo e capitale futuro; – Azioni congiunte con i programmi Socrate e Leonardo da Vinci; – Misure di accompagnamento che prevedono formazione e cooperazione degli attori della politica della gioventù, informazione per i giovani e studi sulla gioventù, informazione e visibilità delle azioni e misure di sostegno (in cui rientrano i contributi per le Agenzie nazionali e l’assistenza tecnica e supporto operativo). Il programma è aperto, oltre che ai paesi candidati all’adesione, a Norvegia, Islanda e Liechtenstein6 e, a determinate condizioni, anche con paesi terzi dell’area mediterranea, dell’Europa sud-orientale, della Comunità degli Stati Indipendenti e dell’America Latina. La partecipazione della Regione al programma Gioventù Nell’ambito del programma la Regione ha partecipato al progetto “Pace a quattro voci” e ad una serie di iniziative finanziate attraverso il Progetto Giovani gestito dalla Direzione generale Sanità e Politiche sociali. Pace a quattro voci è un progetto promosso dal Coordinamento delle Associazioni per la Scuola di Pace di Monte Sole e dalla Regione EmiliaRomagna (Direzione Generale alla Presidenza della Giunta); partners sono: Israel/Palestine Centre for Research and Information di 113 Gerusalemme, The Ghetto Fighters House-Centre for Humanistic Education D.N. Western Galilee (IL) e KurveWustrow-Bildungs Und Begegnungsstätte für Gewaltfreie Aktion E.V. (D). Il progetto, che ha avuto un costo complessivo di 72.000 euro, è stato cofinanziato anche dai programmi Leonardo e Socrates. Dall’11 al 21 agosto 2002, presso la Scuola di Pace di San Martino di Monte Sole (BO), si è svolto il seminario per i giovani dei quattro paesi coinvolti e che ha visto la partecipazione di 10 ragazzi per ogni delegazione accompagnati da due educatori. Obiettivo del progetto era quello di favorire l’incontro, il dialogo e lo scambio di esperienze, conoscenze tra giovani provenienti da culture diverse e costruire le premesse per un dialogo duraturo, anche in condizioni di grave difficoltà e di violenza determinate da una situazione di guerra. Momenti centrali dell’esperienza sono state le giornate dedicate alla riflessione sui diritti umani e quella dedicata alla visita al luogo e alla 4 www.gioventu.it. Istituito con decisione 1031/2000/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio del 13 aprile 2000. 6 Paesi AELS-SEE. 5 114 riflessione sul tema storia-memoria-risoluzione nonviolenta dei conflitti. Il Progetto Giovani La Giunta Regionale, attraverso il proprio Progetto Giovani, ha proseguito il lavoro attivato alla fine del 2000 per aumentare la partecipazione degli enti locali e delle organizzazioni giovanili della regione ai microfinanziamenti disponibili attraverso Gioventù. È continuata l’attività di consulenza per enti locali ed organizzazioni di tutte le province per illustrare nei dettagli le progettualità finanziabili attraverso le cinque azioni del programma: Azione 1. Scambi internazionali; Azione 2. Servizio Volontario Europeo; Azione 3. Iniziative giovani/Progetti di gruppi giovanili spontanei; Azione 4. Progetti congiunti con Leonardo e Socrate; Azione 5. Formazione ed attività di SESTOEURORAPPORTO sostegno agli scambi giovanili ed alle attività di volontariato internazionale. Il Libro bianco sulle politiche giovanili, pubblicato dalla Commissione europea nel novembre 2001 con il titolo Un nuovo impulso per la gioventù europea7, ha rappresentato il principale filo conduttore per la dimensione internazionale delle politiche giovanili regionali nel 2002 e numerose sono state le occasioni di approfondimento organizzate dagli enti locali e dall’associazionismo giovanile regionale per rivedere le attività portate avanti proprio alla luce del Libro bianco della Commissione. Nel primo anniversario della pubblicazione del Libro bianco è stata organizzata a Bologna, il 25 novembre 2002, la seconda Conferenza regionale per le politiche giovanili8, a cui hanno partecipato circa trecento esponenti di organizzazioni giovanili ed enti locali regionali, oltre al Presidente del Forum Europeo della Gioventù ed al responsabile nel Gabinetto del Presidente Prodi del settore gioventù e cultura. Oltre ai finanziamenti attivati tramite Gioventù, nel 2002, si sono attivati anche i primi progetti organizzati da enti locali con altri due programmi giovanili europei: Gioventù Euromed9 che favorisce la cooperazione in campo giovanile fra i paesi membri dell’Unione europea e quelli della riva sud del Mediterraneo che hanno sottoscritto il Partenariato Euro-mediterraneo, e quello di Cooperazione giovanile del Consiglio d’Europa.10 tivi disponibili dei finanziamenti attivati per l’Emilia-Romagna per il 2002 con Gioventù sono: Il totale dei finanziamenti ottenuti per il 2002 in Emilia-Romagna è quindi di 980.729,24 euro, contro i 825.068,92 euro per l’anno precedente. Anche per il 2002 per completare il quadro delle risorse attivate sui programmi giovanili europei sono da menzionare le sei strutture Eurodesk – a Modigliana (FC), Ferrara, Parma, Ravenna, Reggio Emilia e Riccione – specializzate nel fornire informazioni sui programmi comunitari. Gioventù resta però la principale fonte di co-finanziamento per i programmi giovanili europei organizzati da enti dell’Emilia-Romagna. Con l’eccezione dell’Azione 4, i cui primi finanziamenti sono previsti per il 2003, i dati riassun- Azione 1 Scambi giovanili internazionali Azione 2 Servizio volontario europeo Azione 3 Iniziative giovani Azione 5 Formazione e sostegno alle Azioni 1 e 2 Enti locali ONG Gruppi giovanili 50.561,66 321.624,27 75.750,00 444.470,86 — — 59.907,45 18.100,00 10.315,00 Totale 372.18593 520.220,86 59.907,45 28.415,00 7 http://europa.eu.int/comm/education/ youth/whitepaper/download/whitepaper_it. pdf 8 www.emiliaromagnasociale.it/ giovani/index.htm 9 http://europa.eu.int/comm/education /youth/priorities/euromed.html 10 www.coe.int/T/E/Cultural_Co-operation/Youth/ SESTOEURORAPPORTO PROGRAMMA LEONARDO DA VINCI Il programma Leonardo da Vinci si propone, attraverso la cooperazione transnazionale, di sviluppare la qualità, l’innovazione e la dimensione europea nei sistemi e nelle prassi di formazione professionale. Si inserisce, quindi, tra le politiche dell’occupazione al fine di rafforzare l’occupabilità, l’adattabilità, lo spirito imprenditoriale e di promuovere le pari opportunità. Il programma infatti si prefigge i seguenti obiettivi: – rafforzare capacità e competenze delle persone, soprattutto dei giovani, che seguono una prima formazione professionale, in particolare attraverso la formazione in alternanza e l’apprendistato; – migliorare la qualità della formazione professionale permanente e dell’acquisizione di capacità e competenze su tutto l’arco della vita attiva; – promuovere e potenziare il contributo della formazione professionale al processo di innovazione al fine di migliorare la competitività e lo spirito imprenditoriale; attraverso le seguenti misure transnazionali: a) sostegno alla mobilità sia dei partecipanti alla formazione che dei formatori; b) progetti pilota basati su partenariati intesi allo sviluppo dell’innovazione e della qualità della formazione, incluse le azioni volte all’uso delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione (TIC); c) promozione delle competenze linguistiche e della comprensione delle diverse culture; d) sostegno alle reti di cooperazione transnazionali per lo scambio di esperienze e buone prassi; e) sviluppo e aggiornamento del materiale di riferimento; f) azioni congiunte con altri programmi ed azioni comunitarie per la promozione di un’Europa della conoscenza, in particolare quelli in materia di istruzione e gioventù; g) misure di accompagnamento tra le quali rientra anche la rete transnazionale dei Centri risorse nazionali per l’orientamento professionale. Il programma Leonardo da Vinci è aperto alla partecipazione dei paesi dello Spazio economico europeo, dei paesi PECO, di Cipro, di Malta e della Turchia. Ha una durata settennale (1° gennaio 2000-31 dicembre 2006)11 e una dotazione finanziaria complessiva di 1150 milioni di euro. In Italia il programma Leonardo da Vinci è coordinato dal Ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale e dal Ministero della Pubblica Istruzione, che si avvalgono dell’assistenza tecnica dell’ISFOL presso il quale è istituita l’Agenzia Nazionale. Ad integrazione del bando comunitario, i Ministeri coordinatori del Programma, pubblicano un invito nazionale in cui sono specificate le priorità di particolare interesse per i Ministeri stessi. Sono previste tre diverse procedure di selezione: la procedura A che si applica solo alle azioni di mobilità, è totalmente decentrata a favore degli Stati membri a cui la Commissione europea attribuisce una sovvenzione globale gestita attraverso le Agenzie Nazionali. In questo caso le proposte sono presentate all’Agenzia che, sulla base di un capitolato d’oneri stabilito a livello comunitario, effettua la valutazione e redige una lista dei programmi selezionati trasmettendola per informazione alla Commissione e alle altre Agenzie Nazionali. La procedura B che si applica ai progetti pilota (escluse le azioni tematiche), competenze linguistiche e reti transnazionali, prevede una presentazione preliminare all’Agenzia Nazionale ed i progetti da essa selezionati vengono proposti definitivamente sia all’Agenzia che alla Commissione Europea. A segui- 115 to di consultazioni Commissione/Stato membro e con il parere del Comitato Leonardo, viene definita la lista delle proposte approvate e all’assegnazione della dotazione finanziaria necessaria ad ogni Stato per la realizzazione dei progetti. La procedura C che si applica alle azioni tematiche, materiale di riferimento ed azioni congiunte, è invece totalmente accentrata a livello comunitario e prevede una presentazione preliminare alla Commissione europea e per conoscenza all’Agenzia Nazionale, ed i progetti selezionati vengono proposti definitivamente alla Commissione che, dopo il parere del Comitato Leonardo, definisce la lista delle proposte approvate. La partecipazione della Regione al programma Leonardo da Vinci Nel corso del 2002, la Regione EmiliaRomagna ha partecipato ai progetti OPUS, DREAM JOB e INTRA TOOLS. 11 Istituita con decisione 1999/382/CE del 26 aprile 1999. SESTOEURORAPPORTO 116 OPUS Opportunities of Proficiencies for University Students Durata: 24 mesi ottobre 2001-settembre 2002 Costo totale: 177.100 euro Contributo comunitario: 94.500 euro OPUS (Opportunities of Proficiencies for University Students) ha coinvolto Agenzia Emilia-Romagna Lavoro. Capofila è la Regione Emilia-Romagna mentre la Fondazione Alma Mater è l’organismo di coordinamento, altri partners sono l’Agenzia Regionale per il Diritto allo Studio Universitario e SIN.FORM di Bologna, la Fondazione ADEIT di Valencia (E), IFRADE (Institut de Formation ed de Recherche pour les Acteurs du Developpement et de l’Entreprise) di Angers (F) e OLC International Ltd. Educational Consultants worldwide di Londra (UK). Il progetto ha voluto creare opportunità di mobilità a livello europeo per studenti universitari, con l’obiettivo di arricchire il curriculum vitae dei partecipanti di competenze professionali e linguistiche acquisite con esperienze formative “in situazione” ovvero in aziende e/o imprese straniere. fatte in impresa mediante la realizzazione di tirocini, al fine di sostenere la transizione nel modo del lavoro. I partecipanti individuati dopo una selezione ed idonea preparazione linguistica, hanno potuto partecipare ai tirocini organizzati dai partners stranieri. Sono stati attuati 30 tirocini transnazionali in Francia e Spagna, che hanno coinvolto prevalentemente laureandi in materie umanistiche. Al termine del tirocinio, della durata di tre mesi, a ogni partecipante è stata rilasciata la “Dichiarazione di Competenze” e “Europass-formazione” che attesta il percorso formativo europeo. DREAM JOB Development Relationship in European Apprenticeship Methodologies to Join Organizational Best pratices Durata: 36 mesi dicembre 2001-dicembre 2004 Costo totale: 359.812 euro Contributo comunitario: 179.906 euro “DREAM JOB, rete transnazionale sull’apprendistato” è un progetto a cui partecipa, come partner, la Agenzia Emilia-Romagna Lavoro. Capofila è EBER – Ente Bilaterale Emilia-Romagna Altri partners sono: IAL EmiliaRomagna, Ecap Emilia-Romagna, ENFAP Emilia-Romagna, ECIPAR Soc. Cons. a R.L., Form.Art; Scienter, Università degli Studi di Bologna Dipartimento di Scienze dell’Educazione, Institut Supèrieur de Techologie di Toulouse (F), FIMPsychologie, Universitat ErlangenNurnberg di Erlangen (D), The People’s College Nottingham (UK), Instituto Municipal de Formazion y Empleo di Granada (E) ed IFPME di Bruxelles (B). Il progetto si propone di migliorare la qualità del sistema di formazione professionale continua, favorendo l’acquisizione ed il confronto di strumenti, lo sviluppo di competenze professionali da parte di operatori del sistema regionale, attraverso la costruzione di reti transnazionali di collaborazione sul tema dell’apprendistato inteso come prima fase di un percorso di long life learning, con obiettivo finale di costruzione di un portale. Nel corso del 2002 sono state avviate le procedure per strumentazione tecnica per la costruzione della rete ed è stata creata l’architettura del portale. Per quanto riguarda la diffusione interna dei risultati raggiunti sono state convocate riunioni ad hoc, da parte di alcuni partners, per disseminare al proprio interno i primi risultati raggiunti dal progetto. SESTOEURORAPPORTO IN.TRA TOOLS Individual TRAining Tools Durata: 24 mesi Gennaio 2002-dicembre 2003 Costo totale: 286.419 euro Contributo comunitario: 214.815 euro IN.TRA TOOLS (Individual TRAining Tools) è un progetto che coinvolge, come partner, la Direzione Generale Cultura, Formazione e Lavoro. Capofila è la Regione Toscana che ha delegato Siderfor per il coordinamento del progetto. Altri partners sono le Regioni Liguria e Piemonte, Confindustria, Cisl, Cgil e Uil nazionali, I.P.S.I.A. Orlando di Livorno, Zukunftsbau GMBH di Berlino (D), FLC Fundacion Laboral de la Construccion di Sevilla (E) e CNAM Conservatoire National des Arts et Métiers di Nantes (F). Il progetto intende favorire lo sviluppo di un sistema di Formazione Flessibile Individualizzata che comprenda situazioni d’apprendimento (sia formali come l’istruzione, la formazione strutturata, e l’apprendistato sia informali come la pratica professionale) sufficientemente flessibili da potersi integrare in un processo di professionalizzazione individualizzato basato su di un sistema di competenze accessibili e capitalizzabili lungo tutto l’arco della vita lavorativa. Beneficiari del progetto sono i giovani soggetti all’obbligo formativo con particolare attenzione alle categorie che presentano condizioni di svantaggio. Nel corso del 2002 sono state definite le linee generali di un modello di formazione flessibile in grado di garantire percorsi formativi personalizzati e organizzato come sistema integrato di istruzione e formazione. Nel corso di due giornate seminariali svoltesi il 12 e 13 aprile 2002 e in successivi incontri singoli presso ogni struttura partner sono state esaminate le esperienze maturate dalle singole organizzazioni e quindi definita una griglia di analisi comparativa. 117 PROGRAMMA La partecipazione della RAFFAELLO Regione al programma Raffaello12, ora confluito nel programma “Cultura 2000”, era volto a promuovere la cooperazione nel settore dei beni culturali con l’obiettivo di conservare e valorizzare il patrimonio culturale europeo rafforzando l’accesso del pubblico ai beni culturali. Il programma, nel periodo 1997-2000, prevedeva tre azioni: Azione I – Conservazione, salvaguardia e valorizzazione dei beni culturali mediante la cooperazione europea. Creazione di reti di cooperazione finalizzate allo studio, alla salvaguardia ed alla valorizzazione di beni culturali; Azione II – Cooperazione per lo scambio di esperienze e sviluppo di tecniche applicate al settore dei beni culturali, incentivando la cooperazione transnazionale tra istituzioni attraverso lo scambio di conoscenze e sviluppo delle migliori pratiche; Azione III – Accesso, partecipazione e sensibilizzazione del pubblico ai beni culturali. 12 Istituito con decisione 2228/97/CE del 13 ottobre 1997. Raffaello TERPSYCHORE Durata: 36 mesi maggio 1999-maggio 2002 Costo totale: 248.527 euro Contributo comunitario: 116.807 euro Progetto IBACN Costo totale: 107.538,63 euro Contributo comunitario: 47.538,63 墌 www.ibc.regione.emilia-romagna.it La Regione Emilia-Romagna, tramite l’IBACN ha partecipato, come partner, al progetto TERPSYCHORE. Capofila è TanzfilmInstitut di Brema (D), altri partners sono: Vlaams Institut di Bruxelles (B) e l’associazione “Napolidanza” di Napoli, mentre ETI, “Riccione Teatro” e “Teatro Municipale Valli” di Reggio Emilia partecipano come partner associati unitamente a Polski Osrodek 118 Miedzynardowega Instytutu Teatralnega di Varsavia (PL), Magyar Tancmuveszek Szovetsege di Budapest (HU), Carina Ari Stiftelsen di Stoccolma (S) e VideoPlace di Londra (UK). Obiettivo del progetto è avviare e coordinare la realizzazione di una rete di archivi di video sulla danza e la salvaguardia della loro memoria storica. Si è inteso creare e rafforzare una coscienza per la dimensione europea della storia della danza come fondamentale fattore culturale e artistico. Punti salienti del progetto sono il lavoro di ricostruzione e di restauro dei film e dei video europei a rischio e il loro trasferimento su sistemi video di alta qualità o la loro digitalizzazione; l’elaborazione di nuove forme di rappresentazione del materiale per gli esperti e per il pubblico; l’armonizzazione e la generazione di banche dati. L’IBACN partecipa al progetto coordinando, in particolare, le attività relative a questo ultimo punto. Nel corso del 2002 è stato realizzato un OPAC (Open Access Catolog) in quattro lingue (francese, inglese, italiano e tedesco), è stata effettuata l’analisi e l’importazione dei dati catalografici prodotti dagli altri partners nel database comune ed è stata costituita la banca dati sulle videoteche teatrali presenti nei paesi partners, I risultati del progetto sono stati presentati nel corso dell’evento finale tenutosi a Napoli. SESTOEURORAPPORTO PROGRAMMA SOCRATE Il programma Socrate13 è un programma di cooperazione nel campo dell’istruzione ed ha l’obiettivo di rafforzare la dimensione europea dell’istruzione di qualità a tutti i livelli promuovendo l’apprendimento lungo tutto l’arco della vita, basato sulla formazione e sull’istruzione sia formale che informale e sostenendo lo sviluppo delle conoscenze, attitudini e competenze atte a favorire la cittadinanza attiva e l’ingresso nel mondo del lavoro. Questi obiettivi sono realizzati tramite diverse azioni: Azione 1 insegnamento scolastico (Comenius), Azione 2 insegnamento superiore (Erasmus), Azione 3 educazione degli adulti e altri percorsi educativi (Grundtvig), Azione 4 insegnamento e apprendimento delle lingue (Lingua), Azione 5 insegnamento aperto e a distanza; tecnologie dell’informazione e della comunicazione nel settore dell’istruzione (Minerva), Azione 6 osservazione e innovazione, Azione 7 azioni congiunte con altri programmi ed azioni comunitarie per la promozione di un’Europa della conoscenza, in particolare Leonardo e Gioventù, Azione 8 misure di accompagnamento. Il programma Socrate è aperto alla partecipazione dei paesi AELS-SEE14 nel contesto dell’accordo sullo Spazio economico europeo, dell’Europa centrale ed orientale associati, di Cipro, di Malta e della Turchia; con esso la Comunità interviene in tutti i livelli dell’insegnamento scolastico, comprese le scuole materne ed elementari, sviluppando lo scambio di informazioni, stimolando scambi tra istituti di istruzione e la mobilità di studenti ed insegnanti, incoraggiando l’insegnamento aperto e a distanza, promuovendo un migliore riconoscimento dei diplomi e dei periodi di studio. Ha una durata settennale (1° gennaio 2000-31 dicembre 2006) e una dotazione finanziaria complessiva di 1.850 milioni di euro di cui almeno il 27% è riservato a Comenius, il 51% a Erasmus e il 7% a Grundtvig. Sono previste due diverse procedure di selezione: le Azioni decentrate, in cui rientrano i partenariati scolastici, le attività di mobilità nell’ambito di partenariati di formazione per il personale docente scolastico, visite e scambi nell’ambito dell’educazione degli adulti, visite di studio Arion, mobilità degli studenti e dei docenti universitari, prevedono la presentazione all’Agenzia nazionale Socrate. Gli Stati membri, a cui sono stati assegnati i fondi comunitari per queste azioni, con l’assistenza dell’Agenzia, seleziona i progetti ed assegna un aiuto finanziario secondo gli orientamenti generali definiti dalla Commissione. Per le Azioni centralizzate che comprendono le attività di cooperazione multilaterali, Lingua, Minerva, nuove iniziative, cooperazione interuniversitaria, reti tematiche Erasmus, reti per l’educazione degli adulti, osservazione e misure di accompagnamento, è prevista una presentazione preliminare alla Commissione che provvede a trasmetterne copia all’Agenzia nazionale che esprime un parere in merito. La Commissione valuta le proposte di progetto ricevute e dopo il parere del Comitato Leonardo, stabilisce la lista dei progetti approvati con la relativa assegnazione finanziaria. 13 Istituito con decisione 95/819/CE e con decisione n. 253/2000/CE del 24 gennaio 2000 è stata attivata la seconda fase del programma per il periodo 2000-2006. 14 Islanda, Liechtenstein e Norvegia. SESTOEURORAPPORTO La partecipazione della Regione al programma Socrate Nell’ambito di Socrate, la Regione Emilia Romagna partecipa ai progetti “Circoli Europa”, “IRENE” e “Euroedult”. Circoli Europa è un progetto che coinvolge la Direzione Generale Cultura, Formazione e Lavoro. Iniziato nel 1995, in collaborazione con le Regioni di Pays de la Loire (capofila del progetto – F), Schleswig-Holstein (D), Repubblica d’Irlanda, Irlanda del Nord, Lago Balaton (HU) Skane (S) e Oresund (DK). L’obiettivo del progetto è la sensibilizzazione dei giovani alla realtà comunitaria ed all’integrazione delle culture europee attraverso il coinvolgimento degli Istituti secondari superiori in progetti ed attività di natura transnazionale. È stato realizzato un sito web, la cui gestione è affidata da settembre 2002 all’I.T.I. “Aldini Valeriani di Bologna, predisposto per agevolare le scuole nella ricerca di partner europei e nella collaborazione fra questi e che registra l’adesione di più di 330 scuole di cui 70 della nostra Regione. Come risulta- 墌 www.cercleseurope.org to delle collaborazioni transnazionali attivate negli ultimi anni per stimolare le relazioni tra gli studenti e i docenti dell’Emilia-Romagna e quelli delle regioni partners, è in via di realizzazione il progetto “Modulo Europa” finalizzato alla predisposizione di un percorso formativo rivolto ai docenti delle scuole coinvolte. La nostra regione parteciperà, inoltre, con ragazzi e docenti delle scuole secondarie superiori di tutto il territorio regionale, al Festival dei Licei e al concorso “Europe XXV”, iniziative organizzate dalla Regione Pays de Loire. 119 IRENE Durata: 36 mesi ottobre 2002settembre 2005 IRENE è un progetto che coinvolge la Direzione Generale Cultura, Formazione e Lavoro e l’Istituto regionale di ricerca educativa (IRRE-ER) Approvato nella linea di finanziamento Comenius, si svolge in collaborazione con: Land Hessen (capofila del progetto – D), le regioni Wielkopolska (PL) e Suomi/Helsinki (FIN). Gli obiettivi del progetto sono principalmente quelli di risvegliare nei giovani l’interesse nei confronti dell’Europa, del processo dell’integrazione europea e sviluppare in essi il senso dell’identità regionale, nazionale ed europea. Si propone pertanto di migliorare la formazione dei professori e del personale scolastico su queste tematiche, realizzando moduli formativi sull’analisi dei processi di formazione politica, dello sviluppo dell’identità e dei processi di apprendimento interculturale. Sarà realizzato un sito web con service online, prodotte brochures e una mostra itinerante attraverso la quale dare visibilità al processo di cooperazione transnazionale e stimolare l’ampliamento e la diffusione dei risultati del progetto. EUROEDULT Durata: 24 mesi ottobre 2001-ottobre 2003 Costo totale: 167.700 euro Contributo comunitario: 125.775 euro Progetto IBACN Costo totale: 16.000 euro Contributo comunitario: 8.000 euro L’Istituto per i Beni Artistici, Culturali e Naturali dell’Emilia-Romagna (IBACN) partecipa come partner al progetto EUROEDULT. Capofila è Bayerische Volkhochschulverband (D); altri partners sono: Ecole du Louvre (F), European Museum Forum (UK) e University di Pécs (HU). Si tratta della seconda fase del progetto Euroedult; nella prima fase è stato definito il profilo professionale e il percorso formativo del “mediatore culturale. Compito di questa figura è di stabilire un legame tra musei e settore della formazione continua, progettando iniziative didattiche e formative innovative, rivolte ad un pubblico di adulti e 120 utilizzando a pieno le risorse didatticoeducative degli istituti dove si conserva il patrimonio culturale. Il progetto intende costruire un sistema di riconoscimento di crediti formativi a livello europeo che permetta la qualificazione dei professionisti del settore e garantisca la loro mobilità in ambito comunitario. In questa seconda fase vengono progettate e sperimentate unità didattiche, in particolare nel 2002 a Bologna si è svolto il corso di inglese applicato ai musei e alla didattica museale. SESTOEURORAPPORTO PROGRAMMA STOP Il Programma Stop si propone di promuovere e potenziare la cooperazione tra i vari responsabili in materia di lotta contro la tratta degli esseri umani e lo sfruttamento sessuale dei bambini. Obiettivo generale è quello di contribuire a creare un elevato livello di sicurezza dei cittadini prevenendo e combattendo la tratta degli esseri umani e tutte le forme di sfruttamento sessuale dei bambini, compresa la pornografia infantile e le violenze ad essa legata, nonché fornire assistenza alle vittime. Sono previste diverse azioni: • formazione, scambi e tirocini, studi e ricerche, riunioni e seminari, divulgazione dei risultati conseguiti nell’ambito del programma; • azioni specifiche organizzate da Stati membri che presentano un interesse particolare con riferimento alle priorità del programma o alla cooperazione con i paesi candidati all’adesione; • misure complementari, organizzate da Stati membri, quali seminari, riunioni di esperti o altre azioni volte alla divulgazione delle informazioni acquisite nell’ambito del programma. Il programma Stop II15 ha una durata biennale (2001-2002) e una dotazione finanziaria complessiva di 4 milioni di euro. Per ogni anno di attuazione, la Commissione elabora un programma di lavoro annuale che definisce obiettivi specifici, priorità tematiche e relative condizioni di partecipazione nonché la scadenza per la presentazione dei progetti16. Per essere ammessi al finanziamento i progetti devono prevedere la partecipazione di almeno tre Stati membri o di due Stati membri ed un paese candidato all’adesione. La partecipazione della Regione al programma Stop Nell’ambito della prima fase del programma Stop (1996-2000), la Direzione Generale Sanità e Politiche Sociali ha partecipato al progetto Osservatorio sull’applicazione dell’art. 18 del D.lgs 26/7/1998, n. 286 nel contesto delle norme di contrasto della criminalità contro i migranti Durata: 12 mesi novembre 2000-novembre 2001 Costo totale: 206.250 euro Contributo comunitario: 165.000 euro “Osservatorio sull’applicazione dell’art.18 del D.lgs 26/7/1998, n. 286 nel contesto delle norme di contrasto della criminalità contro i migranti”. Capofila è la Regione Emilia-Romagna, altri partners sono l’associazione On the Road di Martinsicuro, la Facoltà di Giurisprudenza di Bologna, i Dipartimenti di Scienze Giuridiche e Scienze Sociali dell’Università di Torino, l’Università degli Studi di Francoforte (D) e di Barcellona (E). La realizzazione del progetto ha consentito l’attivazione di un Osservatorio sull’applicazione dell’art.18 del Decreto legislativo 286/98. Oltre all’ 15 Decisione 2001/514/GAI del Consiglio, del 28 giugno 2001. 16 Per il programma per il 2001 vedi GUCE C199 del 14 luglio 2001 SESTOEURORAPPORTO analisi comparativa a livello degli ordinamenti giuridici nei paesi partner partecipanti al progetto, sono stati raccolti ed analizzati i dati sui permessi accordati, non accordati, revocati, da parte delle Questure, sul contenzioso giudiziario inerenti ai permessi, sui procedimenti penali collegati e dei loro esiti, sulle relazioni e i rapporti di cui agli art.25 e 26 del regolamento di attuazione del T.U. L’insieme degli elementi raccolti e delle ricerche sui contesti locali sono contenuti in un rapporto, unitamente a relazioni di approfondimento sulle situazioni regionali scelte a campione, presentato nel corso del convegno internazionale conclusivo tenutosi a Bologna il 23 e 24 maggio 2002, con il patrocinio sia della Commissione europea che del Ministero Pari Opportunità. PROGRAMMA URB-AL Il Programma Urb-AL è un programma di cooperazione decentrata adottato dalla Commissione europea nel dicembre 1995 che prevede la creazione di reti fra città, regioni e collettività locali e territoriali dell’Unione Europea e dell’America Latina su temi di interesse comune con l’obiettivo di sviluppare un’associazione diretta e duratura fra gli associati locali attraverso l’incontro, lo scambio ed il trasferimento di conoscenze ed esperienze. Con Urb-AL sono previsti tre tipi di attività: incontri biennali, reti tematiche e progetti comuni. Gli incontri biennali, a cui partecipano i rappresentanti istituzionali delle città europee e dell’America Latina, hanno carattere politico e tecnico, sono volti a favorire gli scambi di esperienze, a definire priorità comuni ed identificare meccanismi di azioni relativi alle tematiche prescelte e terminano con una Dichiarazione d’azione sottoscritta dai partecipanti allo scopo di assicurarne il successo. Il primo incontro, sulla Riabilitazione urbana, si è svolto a Lisbona il 12 e 13 giugno 1998, il secondo, tenutosi a Rio de Janeiro dal 17 a 19 settembre 2001, ha avuto come tema L’integrazione sociale nella città. La prima fase del programma ha portato alla costituzione di otto reti tematiche (Città e droga, Conservazione ambienti storici urbani, Democrazia nelle città, Città quale promotore di sviluppo economico, Politiche sociali urbane, Ambiente urbano, Gestione e controllo dell’urbanizzazione, Controllo mobilità urbana) che costituiscono quadri di cooperazione permanenti all’interno delle quali vengono decise iniziative volte a sviluppare relazioni di partenariato durature e la realizzazione di progetti di interesse comune. Ogni rete tematica, di durata triennale, è coordinata da un’autorità locale selezionata tramite un invito a presentare proposte pubblicato sulla GUCE. All’interno di ogni rete, sempre sulla base di inviti a presentare proposte, vengono realizzati progetti comuni. Per la seconda fase Urb-AL II, valido per il quinquennio 2001-2005, sono previste sei nuove reti tematiche (Finanziamenti locali e bilancio partecipativo, Lotta contro la povertà in ambiente urbano, Edilizia urbana, Promozione della presenza femminile nelle istanze decisionali locali, Città e società dell’informazione, Sicurezza degli abitanti delle città) per il cui coordinamento è già uscito il bando17 che mette a disposizione 3 milioni di euro. 121 La partecipazione della Regione al programma Urb-AL Nell’ambito della prima fase di Urb-AL, la Direzione Generale Sanità e Politiche Sociali ha partecipato alla rete “Città e droga” (coordinata dal comune di Santiago del Cile) e alla rete 5 “Politiche sociali urbane” (coordinata dal comune di Montevideo). Per quanto concerne la rete 5 la Regione EmiliaRomagna ha coordinato il progetto Media-Mente. 17 GUCE C 12 del 16 gennaio 2002, la scadenza per il ricevimento delle domande è il 15 giugno 2002. SESTOEURORAPPORTO 122 Media-Mente Durata: 15 mesi aprile 2001-luglio 2002 Costo totale: 196.741 euro Contributo comunitario: 98.371 euro “Media-Mente” ha visto la partecipazione, come partner, delle città di Rotterdam (NL) e Montevideo (UY), delle Prefetture di Rio de Janeiro (BR) e Buenos Aires (AR). Il progetto sulla Mediazione Sociale si proponeva di effettuare un’analisi sistematica ed organica dei bisogni locali esistenti, mediante una ricerca-azione da effettuare in ciascuna città partecipante, con il fine di definire una prima mappa dei conflitti sociali e di promuovere il confronto sulle azioni relative al progetto e lo scambio delle modalità d’azione innovative e sperimentate di intervento sociale mediante incontri seminariali fra le città partecipanti Nell’aprile 2002 si è tenuto a Rio de Janeiro il secondo seminario di confronto sui dati raccolti attraverso la ricercaazione e si è concluso, a Bologna, il corso di formazione per Mediatori sociali. La formazione a distanza ha consentito la partecipazione al corso degli operatori delle altre città coinvolte. Il progetto si è concluso con la rea- lizzazione dell’ultimo seminario tenutosi a Bologna l’11 e 12 luglio 2002 nel quale sono stati presentati tutti i dati e la ricerca definitiva, pubblicata nei primi mesi del 2003. PROGETTI PILOTA E LINEE SPECIALI DI BILANCIO Oltre ai programmi comunitari, le diverse Direzioni Generali della Commissione europea utilizzano linee finanziarie specifiche del bilancio comunitario per sostenere attività pilota in settori considerati prioritari. Tra le linee di bilancio più significative si segnalano quelle gestite dalla DG “Occupazione e Affari Sociali” per il sostegno a progetti relativi all’assistenza agli anziani, alla promozione delle pari opportunità per i disabili, alla lotta contro il razzismo e la xenofobia, ad azioni a favore degli immigrati, della famiglia e dell’infanzia. Miglioramento della qualità delle relazioni lavorative nell’ambito delle imprese di lavoro temporaneo nei Paesi dell’Europa del Sud Durata: 12 mesi ottobre 2001-settembre 2002 Costo totale: 79.934 euro Contributo comunitario: 52.488 euro Relazioni industriali e dialogo sociale “Miglioramento della qualità delle relazioni lavorative nell’ambito delle imprese di lavoro temporaneo nei Paesi dell’Europa del Sud” ha coinvolto l’Agenzia Emilia-Romagna Lavoro. Capofila è la Regione della Catalogna (E) e partners sono la Fondazione Istituto per il Lavoro, l’agenzia olandese START e il Ministero del lavoro tedesco. Promotori sono le organizzazioni di interesse delle agenzie di lavoro interinale e organizzazioni sindacali dei due Paesi, CC.OO e UGT per la Spagna, Confinterim, Ailt, Cgil-Nidil, Cisl-Alai e Uil-Cpo per l’Italia. Il progetto si è proposto di favorire la promozione del dialogo sociale fra le agenzie di lavoro interinale, le organizzazioni sindacali che si occupano della rappresentanza di lavoratori atipici e le amministrazioni pubbliche a livello regionale. Obiettivo ultimo del progetto era quello di definire proposte innovative per il miglioramento del dialogo sociale anche attraverso una ridefinizione degli strumenti attivi per la formazione dei lavoratori interinali. È stata svolta un’analisi sulle condizioni di regolazione sociale del lavoro temporaneo nei due contesti regionali. A Bologna, nel dicembre 2002 si è tenuto il convegno finale sui risultati delle ricerche condotte. SESTOEURORAPPORTO Ingegneria finanziaria per lo sviluppo locale: nuove opportunità i governi locali e regionali Durata: 12 mesi gennaio 2002-dicembre 2003 Costo totale: 827.420 euro Contributo comunitario: 620.564 euro “Ingegneria finanziaria per lo sviluppo locale: nuove opportunità per i governi locali e regionali” a cui partecipa la Direzione Generale Sanità e Politiche Sociali, vede come capofila la Fondazione Choros di Padova. Altri partners sono New Economic Foundation, Agence Alter (B), Eficea (F) ed Ever&Jung (D). Il progetto si propone di affrontare il bisogno di accesso a fondi di investimento finanziario europei attraverso l’aumento della consapevolezza nell’ambito dell’amministrazione regionale, locale e nel mondo della cooperazione sociale dei nuovi strumenti finanziari (es. fondi per il prestito, fondi di garanzia, venture capita a carattere sociale). Obiettivo del progetto è la formulazione di soluzioni creative basate sull’utilizzo efficiente del capitale. Nel corso del 2002 sono state organizzate a Bologna, tre giornate formative alle quali hanno partecipato referenti di amministrazioni provinciali e locali della regione emilia-romagna e dirigenti del mondo dell’economia sociale. Nell’ambito della linea B3-4105 del bilancio 2001 “Azioni preparatorie intese a combattere e prevenire l’emarginazione sociale“, la Direzione Generale Sanità e Politiche Sociali è partner dei progetti “Marginalia: tra le righe … fuori dai margini. Letture e risposte multidimensionali all’emarginazione” e “Partnership vs. Esclusion” e, unitamente alla Direzione Generale Cultura, Formazione e Lavoro, del progetto “Immigrated Women Health Access (IWHA)”. Marginalia: tra le righe … fuori dai margini. Letture e risposte multidimensionali all’emarginazione Durata: 18 mesi dicembre 2001- maggio 2003 Costo totale: 153.000 euro Contributo comunitario: 122.400 euro “Marginalia: tra le righe … fuori dai margini. Letture e risposte multidimensionali all’emarginazione” è un progetto che vede come capofila l’Associazione On the Road di Martinsicuro, altri partners sono Regione Marche, Provincia di Teramo, Comune di Perugia, Università di Ancona, Coordinamento Nazionale Comunità di Accoglienza (CNCA), Accompagnement Lieux d’accueil Carrefour éducatif & social (ALC) di Nice (F), Gabinet d’Estudis Socials (GES) diBarcelona (E), Rede Europeia Anti-Pobreza (REAPN) di Porto (P), Università di Antwerp (B), Aegean University – Department of Educational Sciences di Rhodes (EL). Obiettivo del progetto è quello di affrontare a livello europeo, in un’ottica integrata, la dimensione multidimensionale di un’ampia area di emarginazione solitamente affrontata per cate- 123 gorie, caratterizzata invece dall’intersezione e dalla sovrapposizione di diversi fenomeni (prostituzione, immigrazione, clandestinità, tratta) che riguardano diverse fasce di persone socialmente escluse o a rischio di esclusione, al fine di migliorare l’orientamento e l’efficacia delle politiche di inserimento sociale. Dopo il primo incontro transnazionale tenutosi a Bologna nella primavera 2002, si è costituito il gruppo di ricerca e sono state definite le griglie comuni per la rilevazione di dati e bibliografie concernenti i settori di ricerca. SESTOEURORAPPORTO 124 Partnership vs. Esclusion Durata: 18 mesi dicembre 2001- maggio 2003 Costo totale: 179.846,51 euro Contributo comunitario: 143.562,51 euro “Partnership vs. Esclusion” vede come capofila il Centro di Solidarietà di Reggio Emilia, altri partners sono: Ministero degli affari sociali dell’Assia e Hessiche Landesstelle gegen die Suchtgefahren HLS (D), London Borough of Greenwich e Greenwich Cooperative Development Agency (UK), Servizio della Salute di Murcia e Fundacion Diagrama (E). Obiettivo del progetto è lo scambio di buone prassi di partnership tra autorità regionali e No Profit nella elaborazione, programmazione, realizzazione e valutazione delle politiche regionali di lotta contro l’esclusione sociale. Dopo la costituzione, nei vari paesi, dei gruppi locali composto da rappresentanti di organizzazioni No Profit, saranno realizzati tre seminari transnazionali, uno per Paese, in cui verranno presentati al pubblico locale le migliori prassi di ogni Paese partecipante. Immigrated Women Health Access (IWHA) Durata: 18 mesi dicembre 2001- maggio 2003 Costo totale: 180.245,29 euro Contributo comunitario: 141.395 euro 墌 www.comune. forli.fo.it/centro donna “Immigrated Women Health Access (IWHA)” è un progetto che vede il coinvolgimento anche della Direzione Generale Cultura, Formazione e Lavoro ed ha come capofila il Comune di Forlì, altri partners sono: Comuni di Imola e Ravenna, Associazione “Trama di terre” di Imola, l’Università di Bologna, Sociologist European Programmes Sector (EL), City Council of Berlin (D) e Malaga (E). Obiettivo del progetto è favorire l’integrazione sociale delle persone considerate più vulnerabili all’interno della società, con particolare riferimento alle donne emigrate in Italia nell’accesso ai servizi sanitari. Obiettivi specifici sono quelli di creare un gruppo di studio territoriale per il monitoraggio permanente dei fenomeni, l’individuazione di buone prassi, rilevazione e studio di pratiche innovative, proposte di ade- guamento delle politiche locali attraverso il confronto con le altre realtà europee e, inoltre, un forum virtuale transnazionale che attui riflessioni sulle politiche di riconoscimento culturale e sull’analisi dell’impatto di politiche d’integrazione sociale delle donne migranti e delle loro famiglie, tenendo conto del rischio di riprodurre emarginazione e discriminazione. Nel corso del 2002 si è dato avvio al progetto costituendo il gruppo di ricerca, si è organizzato il primo incontro transnazionale ed è stato avviato il Forum. AZIONI IN FAVORE DELL’ ALLARGAMENTO L’obiettivo del futuro allargamento dell’Unione Europea ad altri Stati dell’Europa centrale ed orientale ha portato la Commissione europea ad elaborare una strategia di preadesione sulla base delle conclusioni del Consiglio europeo di Lussemburgo del dicembre 1997. Ciò comporta un sostegno al potenziamento della capacità istituzionale e amministrativa dei paesi candidati al fine di applicare l’”acquis” comunitario nonché il rispetto delle norme comunitarie da parte delle loro imprese. I progressi ottenuti dai paesi candidati nel recepimento dell’acquis sono descritti in relazioni periodiche presentate al Consiglio. A supporto di tale strategia, la Commissione ha messo a punto specifici strumenti finanziari, rafforzato strumenti già esistenti, aperto programmi comunitari ai paesi candidati. Nell’ambito del programma PHARE, al fine di rafforzare le capacità istituzionali, è previsto come strumento principale il gemellaggio amministrativo “twinning” quale innovativo strumento di cooperazione e di accompagnamento all’adesione e che si concretizza essenzialmente nell’invio di funzionari ed esperti degli Stati membri, per periodi da uno a massimo tre anni, come consiglieri di pre-adesione presso le amministrazioni o gli enti dei Paesi candidati. SESTOEURORAPPORTO Partecipazione della Regione a programmi e azioni di sostegno all’ampliamento La Regione Emilia-Romagna si è posta fra i suoi obiettivi la partecipazione ad azioni di sostegno mettendo a disposizione il proprio know how maturato nella gestione di programmi comunitari; d’altra parte considera queste azioni un’opportunità per attivare forme di cooperazione non solo sul piano istituzionale ed amministrativo. Nell’ambito del programma Phare 2000 ed a seguito di un bando per l’attuazione in Ungheria di un progetto di gemellaggio amministrativo (twinning) finalizzato al miglioramento delle capacità di utilizzo dei fondi strutturali da parte delle regioni ungheresi, la Regione partecipa al progetto, approvato dalla Commissione europea il 31 luglio 2001, che ha come capofila il Dipartimento per le Politiche di sviluppo e coesione del Ministero Tesoro e Bilancio. Il progetto ha un costo complessivo di circa 4 milioni di euro, finanziati completamente dal programma Phare e vede la partecipazione di altre tre Regioni italiane (Friuli -Venezia Giulia, Piemonte, Basilicata) e delle loro Agenzie (Ervet spa per l’Emilia-Romagna) oltre al Land tedesco del Branderburgo. Il progetto che ha una durata di venti- due mesi (settembre 2001-giugno 2003) prevede attività di assistenza alle autorità magiare, nazionali e regionali, e loro strutture operative, nel trasferimento di know how ed assistenza all’implementazione di programmi e procedure di utilizzo dei fondi strutturali comunitari. Le attività di assistenza sono organizzate e coordinate in loco da consiglieri pre-adesione (PAA), specifiche figure professionali esterne alle Amministrazioni pubbliche coinvolte. Il lavoro dei PAA è sostenuto ed accompagnato da attività di esperti dipendenti della Pubblica Amministrazione (civil servant) o delle agenzie di sviluppo (non civil servant) che saranno impiegati per specifici compiti in missioni di breve durata, dai cinque ai dieci giorni, in Ungheria. Il programma è strutturato in quattro componenti: programmazione per lo sviluppo regionale, implementazione dei programmi operativi regionali e attivazione di strumenti di monitoraggio, capacity building, sviluppo e realizzazione di un piano formativo. L’Emilia-Romagna, attraverso Ervet, ha il coordinamento della parte relativa alla programmazione per lo sviluppo regionale. Nel corso del 2002 sono state svolte, come previsto nel piano di lavoro, quasi il 50% delle missioni dei collaboratori regionali in qualità di esperti nell’ambito della programmazione e gestione dei fondi strutturali. Durante specifiche missioni dieci esperti regionali hanno tenuto incontri tecnici e seminari sull’attuazione al livello regionale di programmi comunitari (programma operativo obiettivo 2, iniziativa Leader II), sulla programmazione regionale e sullo sviluppo locale. I seminari, volti in varie località del Paese, hanno coinvolto diversi rappresentanti delle Amministrazioni centrali e locali con particolare riguardo al personale delle Agenzie di sviluppo regionali, Enti in fase di strutturazione che rappresentano il futuro assetto tecnico-istituzionale del processo di regionalizzazione in corso. Gli incontri sono stati inoltre occasione per possibili sviluppi di azioni di cooperazione transnazionale. I twinning light Come i gemellaggi tradizionali, i twinning light hanno lo scopo di preparare i Paesi candidati all’applicazione dell’acquis comunitario in vista dell’adesione; consistono in pacchetti di servizi offerti da uno Stato membro, che generalmente includono una o più missioni di breve o media durata di funzionari o esperti delle amministrazioni degli Stati membri. Il pacchetto può includere altri servizi, come la valutazione di testi normativi, seminari, visite, interpreta- 125 zioni e traduzioni. Prendendo atto degli orientamenti del programma Phare varati dalla Commissione Europea nel 2001, che prevedevano questa nuova forma di gemellaggi amministrativi, twinning light aventi le seguenti caratteristiche: limite finanziario di 150.000 Euro per progetto; limite di durata di 6 mesi, in casi eccezionali prolungabili fino ad 8 mesi; selezione rimessa ai Paesi candidati sulla base di offerte scritte; la Regione Emilia-Romagna ha iniziato nel 2002 una prima fase sperimentale di ricerca e selezione dei progetti twinning light dei Paesi candidati: Bulgaria, Cipro, Estonia, Lettonia, Lituania, Malta, Polonia, Repubblica Ceca, Romania, Slovacchia, Turchia e Ungheria. Nel corso del 2003 è prevista la realizzazione di una apposita sezione all’interno del sito Europafacile/Spazioeuropa PARTECIPAZIONE DELLA REGIONE AD ALTRE INIZIATIVE DELL’UNIONE EUROPEA 5 SESTOEURORAPPORTO IL CENTRO RISORSE EUROPEO PER L’ORIENTAMENTO Dal 1993 la Regione Emilia-Romagna coordina il Centro Risorse Nazionale per l’Orientamento-Area Formazione e Lavoro. Il Centro Risorse è stato istituito e promosso dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali – Ufficio Centrale per l’Orientamento e la Formazione Professionale dei Lavoratori ed è riferimento nazionale della Rete Europea EUROGUIDANCE. La gestione è affidata ad Aster – Divisione Autonoma Risorse per l’Orientamento e il Lavoro. La Rete EUROGUIDANCE, nata per volontà della Commissione Europea – DG Educazione e Cultura nei primi anni ‘90, ha l’obiettivo di contribuire al diffondersi del concetto di “cittadinanza europea” attraverso il supporto della mobilità per motivi di studio e lavoro. La rete europea compare tra le misure di accompagnamento del Programma Leonardo da Vinci II. Un’altra iniziativa che coinvolge la Rete EUROGUIDANCE è quella legata a Ploteus, il nuovo portale Internet della Commissione Europea DG Istruzione e Cultura sulle opportunità di apprendimento nello spazio europeo, studiato specificamente per fornire informazioni dettagliate su istruzione e formazione nei trenta Paesi SEE e nei Paesi in pre-adesione. L’attività di implementazione del Portale europeo è assicurata dalla Rete EUROGUIDANCE che si occupa della raccolta e dell’inserimento delle informazioni su opportunità di studio e di formazione nei rispettivi Paesi nonché dell’elaborazione di contenuti disponibili nelle varie Sezioni di cui è composto Ploteus, in particolare dei contenuti relativi ai sistemi di istruzione e formazione nazionali e al riconoscimento dei titoli di studio e delle qualifiche professionali. Dal 1995 il Centro Risorse coordina la Rete di Diffusione Nazionale, composta da servizi di informazione e orientamento presenti in ogni Regione d’Italia. Per i referenti della Rete, il Centro Risorse organizza incontri periodici di confronto e comunicazione di buone pratiche, diffusione di materiali informativi sulla mobilità europea e seminari formativi per approfondire temi specifici. I due ambiti di intervento del Centro Risorse, ritenuti strategici per la promozione della dimensione europea dell’orientamento sono: 1. La diffusione e lo scambio di informazioni sui sistemi dell’orientamento, della formazione e del mercato del lavoro dei paesi dell’Unione Europea. In quest’ambito e col supporto del Ministero del Lavoro, il Centro Risorse ha realizzato diversi prodotti informativi quali: • “Informazioni per l’Europa”, realizzato in formato cartaceo e informatizzato, raccoglie schede tematiche su studio, lavoro e stage; • “Vivere l’Europa”, guide informative (in formato cartaceo ed informatizzato) su 15 paesi europei rivolte a coloro che intendono soggiornare all’estero per motivi di studio o lavoro. Il prodotto nel corso dell’anno 2002 è stato aggiornato; • “Giotto”, banca dati informatizzata sulle opportunità di formazione superiore nell’ambito del ‘made in Italy”. Nel corso del 2002 Giotto è stata aggiornata e ampliata nei contenuti a settori quali: arti figurative, artigianato artistico, conservazione dei beni ambientali e culturali, design, formazione linguistica, moda, musica, prodotto tipico, restauro artistico, ristorativo-alberghiero, spettacolo, turismo; • “Lavoro Stagionale in Europa” collana di sei opuscoli, editi nell’autunno 2002, pensati per quanti aspirano a brevi esperienze di lavoro in Europa. I paesi europei trattati sono quelli che risultano di maggior interesse tra i giovani: Francia, Germania, Gran Bretagna, Irlanda, Italia, Spagna. L’Italia è disponibile anche nella versione francese e inglese. I settori descritti nei sei opuscoli sono: agricolo, alberghiero-ristorativo, che comprende lavo- 129 rare nei parchi di divertimento, parchi naturali, centri di vacanza educativi, villaggi turistici; • “Mobilità in Europa. Un’esperienza di stage in azienda” collana composta da tre guide realizzate per tre destinatari diversi: Giovani in Europa. Stage in azienda (guida per i giovani); Stage in Europa. Guida per gli operatori; Stage in Europa. Guida per le aziende. La collana è uscita nella primavera 2003 e intende sensibilizzare e informare giovani, operatori e aziende a realizzare esperienze di stage in una dimensione europea. I temi che caratterizzano le tre guide sono: l’orientamento all’Europa e a un progetto di mobilità, l’informazione relativa ai 5 paesi più richiesti dagli utenti (Francia, Germania, Gran Bretagna, Irlanda, Spagna), le dinamiche interculturali. Tutti i prodotti sono consultabili e scaricabili gratuitamente dal sito www.centrorisorse.org; 2. Il confronto sulle metodologie e la disseminazione di buone pratiche di orientamento attraverso l’avvio di sperimentazioni, la partecipazione a partenariati transnazionale, l’organizzazione di seminari ad hoc. In elenco, alcune tematiche affrontate: • L’orientamento per adulti • L’orientamento lungo tutto l’arco 130 della vita • Le nuove tecnologie applicate all’orientamento • L’orientamento all’Europa • Le reti transnazionali e la diffusione di buone prassi • La descrizione delle professioni SESTOEURORAPPORTO I CARREFOUR EUROPEI D’INFORMAZIONE E ANIMAZIONE RURALE Dal 1988 la Commissione europea ha istituito, su tutto il territorio dell’Unione, dei Centri di Informazione e Animazione delle aree rurali chiamati Carrefour Europei. Questi uffici, distribuiti secondo una logica territoriale (almeno uno per Regione) formano una vera e propria Rete europea, supportata e coordinata dalla Commissione europea, Direzione Generale Stampa e Comunicazione. La Rete dei Carrefours Europei conta oggi centotrentacinque uffici in tutta l’Unione Europea, di cui venti in Italia. Nella Regione Emilia-Romagna operano il Carrefour Emilia, con sede a Reggio Emilia, e il Carrefour Romagna, con sede a Ravenna. La legge regionale 26 aprile 1993 n. 22, modificata dalla L.R. 12 novembre 1996 n. 41, riconosce un contributo annuale ai due sportelli sulla base di un programma di attività teso a definire i servizi di informazione e animazione legati alle esigenze del territorio. Attività principale del Carrefour Emilia è lo sportello pubblico a disposizione di utenti, intesi come singoli cit- tadini, ma anche imprese, associazioni, cooperative, enti pubblici, scuole, mondo del volontariato e della ricerca, professionisti, centri di formazione, associazioni di categoria, agricoltori, studenti e insegnanti, che possono accedere ai locali del centro per cercare informazioni sulle principali tematiche di pertinenza dell’Unione Europea. A disposizione del pubblico è il centro di documentazione allestito presso la sede del Carrefour Emilia, ove è possibile reperire tutta la normativa comunitaria dal 1957 ad oggi, nonché opuscoli informativi, riviste, periodici, monografie pubblicate dalle Istituzioni comunitarie. L’attività informativa è completata dalla pubblicazione e diffusione del quindicinale Carrefour Emilia Notizie, dalla collaborazione con la rivista Agricoltura (rubrica “Informazioni dall’Unione Europea”) dell’Assessorato regionale Agricoltura nonché dall’aggiornamento delle pagine del sito Internet del Carrefour Emilia1. Oltre all’informazione, il Carrefour Emilia offre servizi di consulenza e assistenza tecnica in risposta ai bisogni specifici del singolo utente e, in alcuni casi, convenzioni mirate per la prestazione di servizi continuativi. Vengono abitualmente svolte attività di assistenza nell’individuazione di finanziamenti comunitari, consulenza nella presentazione di progetti europei, ricerca di partners per iniziative comuni, organizzazione e realizzazione di seminari, mostre, viaggi di studio e lavoro, nonché moduli formativi per varie tipologie d’utenti. Nel corso del 2002, l’attività del Laboratorio Europa, struttura unica in Europa dedicata al mondo della scuola, attuata in collaborazione con Comune e Centro Servizi Amministrativi (ex Provveditorato agli Studi di Reggio Emilia), ha promosso e diffuso fra alunni e studenti (oltre 2.950 nell’anno scolastico 2001/2002) lo spirito di comune appartenenza all’Unione Europea. Il Carrefour Emilia partecipa alla Rete europea Eurodesk, network cofinanziato dalla Commissione europea specializzato nei programmi dell’Unione europea e del Consiglio d’Europa dedicati ai giovani e agli operatori del settore giovanile. Nel 2002 si è inoltre consolidata l’attività del Punto Europa Appennino Bolognese, antenna del Carrefour Emilia. La sede è a Pianoro, all’interno degli uffici della Comunità Montana Cinque Valli Bolognesi ed è punto di riferimento per le aree rurali dell’appennino bolognese. 1 http://carrefouremilia.crpa.it SESTOEURORAPPORTO L’attività di informazione del Carrefour Europeo Emilia nel corso del 2002 si è caratterizzato attraverso i seguenti dati, relativi al servizio di sportello pubblico: circa 2.400 visitatori al centro, oltre 8.000 richieste telefoniche e quasi 400 richieste scritte Il centro distribuisce quindicinalmente news a oltre un migliaio di utenti e una volta al mese a 71.000, oltre ai vari altri contributi alla stampa, specializzata e non, alla radio e alla TV non quantificabili in termini di pubblico raggiunto. Il sito internet del Carrefour Europeo Emilia è stato visitato da 21.056 utenti nel corso del 2002. Sono stati organizzati 11 seminari cui hanno partecipato oltre 850 persone, 149 giornate informative per un totale di quasi 3.000 partecipanti. Il Carrefour Europeo Emilia ha partecipato a 3 manifestazioni fieristiche che hanno accolto in totale 125.000 visitatori. Altri 265 utenti sono stati coinvolti in attività sempre a carattere informativo, in particolare attraverso l’organizzazione, più volte l’anno, di viaggi di studio e di lavoro nell’UE e l’ospitalità di delegazioni da altri paesi UE e candidati. Infine il lavoro di networking a livello locale, regionale, nazionale ed europeo, comprende anche l’attività, svolta dal Carrefour Europeo Emilia in qualità di coordinatore nazionale per l’Italia, della Rete dei Carrefours Europei d’informazione e animazione rurale. Il Carrefour Europeo Romagna opera dal 1989 sul territorio regionale a favore dei cittadini siano essi privati o soggetti socio-economici quali imprese, cooperative, associazioni, enti pubblici, scuole, centri di formazione, associazioni di categoria, agricoltori, studenti e insegnanti. Presso la sede del Carrefour Romagna è disponibile un centro di documentazione ove è possibile reperire sia la normativa comunitaria dal 1957 sia materiale documentario – opuscoli informativi, riviste, periodici, monografie pubblicate dalle Istituzioni comunitarie. Parte consistente dell’attività è rappresentata dall’informazione che si esplica sia in risposta a quesiti diretti degli utenti sia attraverso produzione e la diffusione di informazioni. Queste trovano il loro spazio nella newsletter quindicinale del Carrefour Romagna dal titolo “Europa e Dintorni” e nella collaborazione con la rivista regionale Agricoltura (rubrica “I fatti – Europa”) che ha una tiratura di oltre 70 mila copie ed è distribuita su tutto il territorio. “Europa e Dintorni” viene inviato ad una mailing list di circa 400 utenti ed è scaricabile direttamente dal sito internet2 del Carrefour Romagna che, nel corso del 2002, ha registrato circa 70 mila accessi. Una seconda parte fondamentale del- l’attività del Carrefour comprende la cosiddetta “animazione” ossia l’insieme di servizi di consulenza e assistenza tecnica erogati per esigenze concrete. Si tratta principalmente di ricerca finanziamenti comunitari per progetti specifici, di assistenza tecnica per la partecipazione e la progettazione delle proposte, ricerche partners in Italia e all’estero, di progettazione e organizzazione di giornate informative, seminari e convegni specifici e di visite di studio in collaborazione con la rete europea dei Carrefours. Il Carrefour Romagna collabora inoltre con la propria struttura ospite e i centri di formazione del territorio per la progettazione di attività formative nonché moduli formativi per varie tipologie d’utenti. Il Carrefour ha in atto una convenzione con la Comunità Montana dell’Appennino Forlivese per l’operatività dell’Antenna Europa di Civitella di Romagna del Carrefour Romagna; inaugurata nel 2002 ha come obiettivo quello di rispondere con maggiore efficacia alle esigenze del zone rurali dell’Appennino; nel corso del 2002 sono state realizzate diverse attività seminariali su temi di interesse specifico per il territorio. La terza parte rilevante delle attività del Carrefour Romagna, rappresentata dalla cosiddetta attività di rete, si espli- 131 ca attraverso la partecipazione alle reti ufficiali dell’Unione Europea – rete nazionali ed Europei Carrefours – Eurosportelli (EIC) – Team Europe, e con i soggetti istituzionali di riferimento, principalmente la Commissione Europea e le sue Rappresentanze in Italia. Nel corso del 2002, il Carrefour Romagna ha organizzato venti iniziative fra seminari e convegni sul territorio, sia in modo autonomo che in collaborazione con altri soggetti fra cui l’antenna Europa di Civitella di Romagna, il Carrefour Europeo Emilia, l’Eurosportello EIC IT 369, la Regione EmiliaRomagna e altre amministrazioni pubbliche locali. Fra i principali temi di approfondimento affrontati, l’allargamento dell’Unione Europea, le politiche e le risorse per lo sviluppo dei territori rurali, le politiche e i programmi a favore dei giovani. Il Carrefour Romagna ha inoltre partecipato a tre manifestazioni fieristiche ed ha organizzato visite di studio all’estero oltre che visite di delegazioni istituzionali presso le istituzioni comunitarie. 2 http://www.carrefour-romagna.it 132 UFFICIO EUROPEO PER IL SUOLO L’Ufficio Europeo per il Suolo (ESB) è un servizio creato nel 1996 presso l’Istituto delle Applicazioni Spaziali, unità Agricoltura e Sistemi Informativi Regionali, di Ispra (VA) nell’ambito delle attività del Centro Comune di Ricerca. L’ESB svolge un’azione di coordinamento per la creazione di sistemi informativi riguardanti il suolo, verso l’integrazione europea nel campo della gestione del territorio e dello spazio rurale e opera su richiesta degli Stati membri dell’Unione Europea e dei servizi della Commissione interessati. Il coordinamento con le varie iniziative nell’ambito della Commissione riguar- SESTOEURORAPPORTO danti il suolo viene assicurato da un gruppo di lavoro inter-servizio che riunisce le principali Direzioni Generali coinvolte: DG Agricoltura, DG Ambiente, DG Ricerca, DG Relazioni Esterne, DG Politiche Regionali, DG JRC (Centro Comune di Ricerca), ecc. La Regione, attraverso il Servizio Geologico, Sismico e dei Suoli, ha attivato alcune iniziative in collaborazione con l’ESB: • ha stipulato, all’inizio del 1997, una convenzione triennale con l’ESB, nell’ambito del progetto “Carta pedologica in aree a rischio ambientale”, finanziato dal programma Sistema Informativo Nazionale Ambientale, con lo scopo di raggiungere una migliore armonizzazione, fra Regioni attive nel settore, dei dati sui suoli e delle relative banche dati e dei criteri per valutare le proprietà dei suoli che influenzano la vulnerabilità delle acque. Parte dei risultati del progetto sono resi disponibili nel sito http://www.regione.emilia-romagna.it/sigeografici /testi/car_suoli/doc_suol.htm; • ha collaborato all’organizzazione del primo convegno del Comitato Scientifico dell’ESB (Bologna, 3-5 dicembre 1997); • ha stipulato, nell’autunno del 1999, una convenzione triennale con l’ESB per la “Prima approssimazione della base dati georeferenziata dei suoli d’Italia in scala 1:250.000”, al fine di favorire l’integrazione dei progetti “Realizzazione della carta pedologica nazionale” (Programma Interregionale “Agricoltura e qualità) e “Carta ecopedologica d’Italia” (convenzione ESB Ministero dell’Ambiente). Un risultato importante della convenzione, realizzato nello scorso 2001, è stata la porzione di Carta ecopedologica relativa al territorio della pianura padano-veneta in collaborazione con le regioni Friuli-Venezia-Giulia e Veneto. Importante in quanto ha visto la partecipazione attiva degli esperti del suolo di queste unità amministrative nell’attività di correlazione relativamente ai suoli e ai loro modelli di distribuzione geografica, con particolare attenzione ai territori confinanti. ALTRE ATTIVITÀ DELLA REGIONE 6 SESTOEURORAPPORTO INIZIATIVE DEL CONSIGLIO REGIONALE Avvicinare e coinvolgere i cittadini nei profondi cambiamenti che l’Unione europea sta vivendo in questi mesi è uno degli aspetti su cui le istituzioni europee hanno insistito maggiormente. Allo scopo di promuovere una riflessione fra i rappresentanti dei diversi livelli istituzionali e la società civile regionale è nato il Forum Regionale Europa 2004, su iniziativa del Presidente della Giunta regionale, del Sindaco di Bologna, del Presidente della Provincia di Bologna e dei Presidenti dei Consigli regionale, comunale e provinciale. Il Forum è composto dai rappresentanti degli enti locali della regione Emilia Romagna, i quali si riuniscono periodicamente per discutere e fare il punto sull’avvenire dell’Europa, dando particolare rilievo alla Convenzione europea e all’ormai imminente ampliamento dell’Unione a 10 nuovi Stati. Costituito nella primavera del 2002 il Forum ha predisposto un piano di lavoro che si è sviluppato attraverso un’azione tesa a creare un clima di attenzione su tematiche importantissime ma che non sono abbastanza sentite ed un’azione tesa a coinvolgere settori specifici della società emiliano romagnola per informare ma anche per ascoltare e chiedere il loro contributo. Un’attenzione particolare è stata dedicata ai giovani sia con azioni divulgative sia individuando percorsi differenziati di approfondimento che hanno utilizzato anche strumenti non tradizionali. Il Percorso didattico “Io mi chiamo Europa” ed il concorso “Comunica l’Europa” hanno testimoniato con il successo ottenuto all’interno delle scuole superiori della nostra regione la necessità di proseguire sulla strada della formazione ma anche del coinvolgimento creativo dei ragazzi sul terreno della costruzione del sentimento di identità europea. Il Forum ha sede presso il Centro Documentazione Europa del Consiglio regionale che, oltre a mettere a disposizione la sede ed il proprio personale per le attività del Forum, fornisce periodicamente informazioni e documenti relativamente allo sviluppo delle attività svolte dalla Convenzione europea, oltre che notizie di interesse per sostenere l’attività dei componenti del Forum e per informare i cittadini emiliano romagnoli. Il Forum ha inoltre attivato un Sito Internet attraverso il quale è possibile ottenere informazioni sull’attività che si svolge in regione su queste tematiche, documentazione utile e l’accesso alla newsletter elettronica curata dal Centro Documentazione Europa “forum newsER”. Fra le iniziative attivate nell’ambito del Forum: • “Il futuro dell’Europa e la scuola” (10 settembre 2002) corso di formazione sulle tematiche europee, rivolto al personale docente degli istituti scolastici regionali. Il corso, aperto a tutti, è stato specificamente indirizzato agli insegnati, quindi ai formatori, in quanto soggetti privilegiati a diffondere la conoscenza e l’importanza dell’Unione europea presso le nuove generazioni; • il Seminario di perfezionamento per dirigenti e funzionari di Regione ed Enti locali (27 novembre 2002) dedicato al processo di Allargamento, il meccanismo della riponderazione delle competenze, la nuova Costituzione europea, l’estensione del principio di sussidiarietà dall’ordinamento comunitario fino alle realtà locali. 135 LA PARTECIPAZIONE AD ASSOCIAZIONI ED ORGANISMI DI CARATTERE INTERREGIONALE La Regione Emilia-Romagna aderisce formalmente a: • “Conferenza delle Regioni periferiche marittime d’Europa (CRPM)” che si pone come portavoce delle Regioni marittime nei confronti degli Stati e della Commissione europea nella definizione e gestione di politiche relative all’assetto del territorio, alla cooperazione interregionale, allo sviluppo sostenibile al fine di affermare e valorizzare la dimensione marittima dell’ Europa. Sono organi della CRPM l’Assemblea generale, l’Ufficio politico. L’Assemblea generale è composta dai Presidenti delle Regioni ed è convocata una volta all’anno. I lavori della Conferenza fanno riferimento a 5 Commissioni geografiche – Arco Atlantico, Mediterraneo, Mare del Nord, Baltico e Isole – ed ogni commissione geografica è dotata di un segretariato esecutivo. La Commissione Intermediterranea, alla quale aderisce la Regione Emilia-Roma 136 SESTOEURORAPPORTO gna1, si pone come obiettivo politico di affermare l’importanza economica, sociale e strategica del Bacino mediterraneo, con particolare attenzione alle altre rive, valorizzando il ruolo che le Regioni possono svolgere per la sicurezza, la pace e lo sviluppo tramite l’istituzione di strumenti di cooperazione interregionale e attraverso una rete di scambi e progetti comuni. L’organigramma della Commissione Intermediterranea prevede 6 gruppi di lavoro: agricoltura e ambiente, sviluppo rurale, pesca; coesione e assetto del territorio; cooperazione esterna; acqua e lotta contro la desertificazione; politica sociale, turismo; società dell’ informazione, ricerca e sviluppo, cultura. e comunitarie in materia di sicurezza urbana. Per ulteriori informazioni consultare il sito internet http://www.crpm.org Guidata dai principi di partecipazione democratica, ruolo centrale delle città e sviluppo delle politiche integrate di sicurezza, l’iniziativa del Forum Italiano per la sicurezza urbana ha portato nel 2002 alla realizzazione di alcune iniziative pubbliche di particolare rilievo, contenutistico e politico: • Forum Europeo Per La Sicurezza Urbana (FESU), al quale la Regione Emilia-Romagna aderisce dal 1996 e di cui è costituita una sezione italiana denominata Forum italiano per la sicurezza urbana (FISU). Si tratta di un ente non governativo che si propone come luogo di dialogo, di riflessione e di cooperazione sulle politiche e pratiche di sicurezza urbana e che, attraverso la messa in opera di programmi di collaborazione tra le città, ha contribuito a stimolare ed orientare le politiche locali nazionali L’attività del Forum Italiano per la sicurezza urbana nel 2002 si è concentrata nel portare avanti il proprio ruolo di interlocutore nazionale sui temi della sicurezza urbana, attraverso il complesso della sua attività e attraverso alcune significative iniziative pubbliche. Anche il 2002 segnala la forte tendenza alla crescita dell’associazione, in particolare in termini numerici: nel corso di un anno, infatti, il Forum italiano per la sicurezza urbana vede un passaggio da circa cinquanta a più di settanta amministrazioni iscritte, tra città, province e regioni. – Nel mese luglio a Napoli un incontro (il primo a livello nazionale) tra mondo delle amministrazioni e mondo della ricerca, dal titolo “Università, ricerca, amministrazioni locali e regioni – migliorare la sicurezza delle città”, ha visto la partecipazione di molti esponenti della ricerca accademica e non; – Nel mese di ottobre si è svolto a Ferrara il primo di una serie di incontri bilaterali tra forum nazionali, in particolare l’iniziativa ha interessato il Forum italiano e il Forum francese per la sicurezza urbana, direttamente coinvolti per l’organizzazione di un momento di scambio e di approfondimento su una tematica di particolare interesse e delicatezza come quella del rapporto tra giovani, devianza e violenza, tra bisogni di sicurezza e bisogni di libertà. Oltre alla partecipazione di amministrazioni italiane e francesi, sono stati coinvolti studiosi ed esperti del tema di livello internazionale. – Nel mese di dicembre a Torino un’iniziativa, di livello nazionale, sul tema del ruolo delle province nella gestione della sicurezza urbana, particolarmente significativa perché ha allargato per la prima volta le tematiche classiche del Forum italiano per la sicurezza urbana alla dimensione provinciale, attraverso il coinvolgimento diretto dell’UPI. Attività collaterali, ma di fondamentale supporto all’iniziativa complessiva dell’associazione sono poi la realizzazione di un autonomo sito web e la progettazione di una banca dati dei progetti realizzati dalle amministrazioni iscritte al Forum italiano per la sicurezza urbana, ad oggi in via di attuazione. Il ruolo di vero e proprio interlocutore politico a livello nazionale è stato infine riconfermato nel corso del 2002, attraverso la presentazione da parte di ANCI e Conferenza dei Presidenti delle Regioni di una proposta di legge nazionale sulla sicurezza, che nasce dall’elaborazione teorico-politica del Forum italiano per la sicurezza urbana e che vede infatti, nel testo finale, il suo riconoscimento. Ruolo nazionale che si rispecchia nell’attività del Forum Europeo per la sicurezza urbana, che si sta impegnando, con incontri e manifestazioni, per raggiungere lo stesso obiettivo in seno alla politica dell’Unione Europea. Per informazioni consultare il sito internet http:\fisu.it oppure rivolgersi a: Servizio promozione e sviluppo delle politiche per la sicurezza e della Polizia locale, Regione Emilia Romagna, tel. 051/283072 051/283067, fax. 051/283087, e-mail: [email protected] • Metrex, Rete delle Regioni e Aree Metropolitane Europee, è stata costituita a Glascow nel 1996 nel corso della Conferenza delle Regioni metropolitane e, allo stato attuale, associa 40 regioni e aree metropolitane. La Regione 1 L.R. 26 luglio 1997, n. 25. SESTOEURORAPPORTO Emilia-Romagna vi ha aderito nel 19972 e partecipa attivamente alle attività e agli incontri periodici. Gli obiettivi principali della rete sono lo scambio di know-how sui temi della pianificazione territoriale a livello metropolitano e il contributo della dimensione metropolitana alla programmazione europea. Questi obiettivi vengono perseguiti agevolando lo scambio di informazioni scientifiche, di competenze e di esperienze nella pianificazione e nello sviluppo del territorio a livello metropolitano regionale in Europa, organizzando incontri periodici volti ad approfondire specifiche tematiche della pianificazione territoriale di interesse comune e partecipando a programmi europei. Il 15 marzo 2002 si è tenuto un incontro a Schiphol (NL) convocato per presentare e discutere i progetti InterMetrex e PolyMetrex, da candidare a finanziamento sul Programma Interreg IIIC, e per raccogliere le adesioni da parte dei partner interessati. Il progetto InterMetrex ha l’obiettivo di contribuire alla realizzazione dello Schema di Sviluppo dello Spazio Europeo attraverso la diffusione di efficaci pratiche di programmazione territoriale a livello metropolitano. Esso costituisce la prosecuzione di un progetto (Practice Benchmark 2001) finanziato e già terminato, finalizzato a valutare l’efficacia della pianificazione territoriale alla luce delle competenze e delle procedure delle Autorità metropolitane dell’Europa allargata. Più specificatamente il progetto mira ad elaborare un nuovo manuale europeo delle pratiche in materia di programmazione metropolitana territoriale e la sua adozione ed attuazione in tutte le regioni e aree metropolitane europee. Il progetto PolyMetrex mira ad esplorare e promuovere efficaci rapporti policentrici tra le aree metropolitane europee. La Regione Emilia-Romagna partecipa ad entrambi i progetti ed in particolare, nell’ambito di InterMetrex, organizzerà nel 2004, in collaborazione con la Provincia di Bologna, un Workshop europeo sul tema della valutazione dell’efficacia delle politiche territoriali. Il progetto InterMetrex è stato approvato e ammesso a finanziamento. Dal 15 al 18 maggio 2002 la Regione ha partecipato alla III Conferenza Biennale di Metrex che si è tenuta a Salonicco sul tema “Il volto sociale della sostenibilità”. Tenendo anche conto della prospettiva dell’allargamento dell’Unione Europea, la Conferenza ha approfondito i temi della sostenibilità sociale dello sviluppo delle metropoli, sui seguenti versanti: – La qualità della vita quale obiettivo chiave delle politiche urbane e territoriali; – Gli squilibri nei processi di sviluppo economico delle diverse aree europee e i relativi effetti sui flussi migratori; – La riqualificazione dei tessuti urbani finalizzato al miglioramento delle condizioni sociali e abitative; – Le condizioni della sostenibilità ambientale dello sviluppo metropolitano; – La lotta all’esclusione sociale e le politiche per il miglioramento dell’accesso all’istruzione ed ai servizi. Dal 23 al 26 ottobre 2002 la Regione ha partecipato al XIII Meeting di Metrex che si è tenuto a Genova sul tema della “Governance metropolitana” e nel corso del quale sono state analizzate le esperienze condotte dalle Province di Genova e di Torino, dalla Verband Region Stuttgart, dalla Greater London Authority, dalla South Coast Metropole e dalla Regione EmiliaRomagna. • “Tele Regions Network”, Associazione europea di interesse economico. Dal 19983 la Regione EmiliaRomagna è socio dell’Associazione nata allo scopo di favorire la cooperazione delle Regioni a livello europeo per lo sviluppo delle tecnologie dell’informazione, con conseguente aumento di competitività e creazione di nuovi posti di lavoro. A Tele Regions Network (TRN) hanno aderito Regioni e Pro- 137 vincie di Belgio, Svezia, Finlandia, Regno Unito, Germania, Francia, Spagna, Italia: dopo l’Emilia-Romagna, prima Regione italiana ad aderire, sono entrate la Regione Puglia, la Regione Veneto, la Provincia di Macerata. L’attività di TRN è risultata una preziosa fonte di scambio di informazioni e di esperienze, che sono state utilizzate in occasione di incontri pubblici di carattere culturale e scientifico e nella presentazione di progetti transnazionali da presentare alla Commissione europea. Vengono inoltre discusse le modalità di sviluppo di sistemi informativi e reti telematiche a livello regionale, i rapporti tra domanda e offerta nella pianificazione dei sistemi, i tipi di servizi distribuiti per via telematica a cittadini e imprese. Tramite la rete TRN la Regione Emilia-Romagna ha partecipato ad un Intereg IIIC con una proposta di progetto, SME 2006, finalizzato a fornire alle piccole e medie imprese le conoscenze e gli strumenti ICT utili per affrontare le sfide del mercato in una Europa allargata. 2 L.R. 26 luglio 1997, n. 25. Delibera del Consiglio regionale n. 907 del 26 maggio 1998. 3 138 Per ulteriori informazioni consultare il sito internet: http://www.teleregionsnetwork.org • “Comunità di lavoro AlpeAdria”, Associazione che ha lo scopo di promuovere e coordinare azioni e programmi di interesse dei suoi membri, in particolare nell’ambito di competenze riconducibili alle materie di competenza delle Regioni. La Regione Emilia-Romagna vi ha aderito nel 1997 (L.R. 26 luglio 1997 n. 25), dall’aprile 1999 la Direzione Generale Programmazione Territoriale e Sistemi di Mobilità partecipa ai gruppi di lavoro “Assetto del Territorio” e “Catalogo dei dati / GIS” della I Commissione – Assetto del territorio e tutela dell’ambiente. In particolare il gruppo di lavoro “Assetto del territorio” ha stabilito di finalizzare la propria attività per il periodo 2002/2006 all’organizzazione di workshop annuali, tematici, a carattere istituzionale, tra i dirigenti responsabili regionali del settore pianificazione territoriale regionale. Nel giugno 2002, organizzato dalla Regione Veneto si è svolto il primo workshop avente come tema “Strumenti di piano territoriale – verso soluzioni più efficaci” e nel quale la Regione EmiliaRomagna ha portato alla discussione ed al confronto internazionale, alcune tematiche rilevanti per la propria pianificazione territoriale. La sintesi del SESTOEURORAPPORTO workshop è contenuta nel documento “Il caso della pianificazione spaziale: nuovi obiettivi, ruoli, stili e strumenti” e riporta temi successivamente approfonditi nella revisione del piano territoriale regionale attualmente in corso. Per ulteriori informazioni consultare il sito internet: http://www.alpeadria.org • Assemblea delle Regioni d’Europa (ARE) creata nel 1985 raggruppa 300 Regioni appartenenti a 25 nazioni europee per un totale di 400 milioni di cittadini. La sua sede è a Strasburgo. L’ARE persegue l’obiettivo di promuovere il regionalismo in tutti i paesi d’Europa e di essere portavoce politico organizzato nei confronti delle Istituzioni dell’Unione Europea e di altri organismi istituzionali europei. Sono organi dell’ARE: l’Assemblea generale, l’Ufficio politico e il Presidium. L’Assemblea generale è composta dai presidenti delle Regioni ed è convocata almeno una volta all’anno. I lavori dell’ARE fanno riferimento a quattro commissioni: Affari istituzionali; Coesione sociale, servizi sociali, sanità pubblica; Politica regionale, pianificazione territoriale, infrastrutture, ambiente, turismo; Cultura, educazione e formazione, giovani, media e informazione tecnologica, sport. La Regione Emilia-Romagna vi ha aderito nel 19884 e dal 2002 fa parte dell’Ufficio politico. Per informazioni consultare il sito internet http://www.are-regions-europe.org • ERIS@ (European Regional Information Society Association) Associazione europea per la società dell’informazione regionale, con sede in Bruxelles, è nata per favorire lo scambio di esperienze, lo sviluppo e la condivisione di buone pratiche e la collaborazione nello sviluppo d’applicazioni e servizi telematici fra Regioni e nella divulgazione delle migliori pratiche nel campo dello sviluppo regionale della società dell’informazione. La Regione Emilia-Romagna vi ha aderito nel 20025. ERIS@ ha permesso di individuare un cospicuo numero di regioni che – come noi - stanno iniziando ad affrontare il tema del benchmark della società della informazione, la definizione di indicatori adeguati a misurare lo sviluppo della società dell’informazione a livello regionale: con queste regioni si sta collaborando per rendere possibile una comparazione che permetta di valutare le politiche locali, il loro impatto e la loro efficacia, coinvolgendo anche gli uffici preposti della Commissione europea. Inoltre, per maggiormente comunicare le iniziative della Regione EmiliaRomagna a livello transnazionale sono stati pubblicati alcuni articoli sulla rivista mensile della associazione, ciò ha permesso di stringere contatti più intensi con alcune regioni. • Euro*Idees (Iniziative locali di Sviluppo Economico, di Occupazione e di Solidarietà) costituitasi il 4 febbraio 1999 a Bruxelles, riunisce enti locali, cooperative, associazioni, appartenenti a otto Paesi dell’Unione Europea (Belgio, Francia, Regno Unito, Grecia, Italia, Portogallo, Spagna, Svezia) è una rete in via di definizione e di crescita che vuole far lavorare in sinergia questi soggetti sui principi e sulle misure favorevoli allo sviluppo territoriale e alla diffusione dei risultati presso le istituzioni nazionali e comunitarie, contribuendo ad indirizzare le scelte politiche della Commissione europea in senso regionalista. La Regione EmiliaRomagna vi ha aderito nel 20026. 4 L.R. 3 maggio 1988 n. 14. Deliberazione della Giunta Regionale n. 58 del 28 gennaio 2002 di proposta al Consiglio regionale adottata dallo stesso con atto n. 341 del 26 marzo 2002. 6 Deliberazione della Giunta Regionale n.198 del 18 febbraio 2002 di proposta al Consiglio regionale adottata dallo stesso con atto n. 342 del 26 marzo 2002. 5 SESTOEURORAPPORTO LA COLLABORAZIONE ISTITUZIONALE CON ALTRE REGIONI Nel corso di questi ultimi anni la Regione Emilia-Romagna ha consolidato, sul piano istituzionale, rapporti con altre Regioni europee. Questo tipo di collaborazione si inserisce in un quadro di impegno crescente delle Regioni per sostenere il processo di integrazione europea e le azioni avviate dall’Unione Europea, contribuendo ad avviare ed alimentare la rete di rapporti tra analoghe realtà europee, nonché potenziare gli scambi ed i partenariati interregionali. Con l’adozione della legge regionale 27 giugno 1997, n. 18 “Iniziative per la promozione dell’integrazione europea e la collaborazione tra i popoli di tutti i continenti” ed il successivo regolamento 4 dicembre 2001, n. 457 la Regione Emilia-Romagna ha inteso valorizzare le numerose attività svolte da enti locali dell’Emilia-Romagna in ambito europeo ed internazionale, promuovendo e sostenendo la realizzazione di nuovi gemellaggi e lo sviluppo di rapporti di gemellaggio già esistenti. Accanto ad una attività di collegamento sul piano istituzionale, la Regione ha stipulato protocolli di collaborazione finalizzati allo scambio di esperienze e conoscenze e alla realizzazione di iniziative congiunte con Pays de la Loire e Land Hessen. Nel 2002 particolare attenzione è stata posta alla collaborazione con il Land Hessen e l’impegno comune per rafforzare i rapporti ha coinvolto i settori della cultura, ricerca, tecnologia, economia, commercio, industria, artigianato, ambiente, educazione e servizi sociali. L’Emilia-Romagna e il Land Hessen, nell’ambito delle loro possibilità e competenze, si sono impegnate a favorire scambi e contatti diretti tra Comuni, Organizzazioni economiche, Istituzioni ed Imprese. In questi campi si sta inoltre verificando la possibilità di estendere la collaborazione, d’ intesa con il Land Hessen, con la Regione francese dell’ Aquitaine e quella polacca di Wielko Polska. In ambito internazionale invece la Regione ha proseguito la collaborazione, prevista nell’ambito dei protocolli attivi, con la Prefettura di Elbasan in Albania, ampliando e rafforzando anche le relazioni e le azioni in atto nella Prefettura di Scutari, con il Cantone di Mostar in Bosnia Erzegovina, in Brasile con lo Stato di San Paolo e negli Stati Uniti con la Contea di Cook (Illinois). Le collaborazioni con realtà del Sud del mondo e del Sud-est europeo sono realizzate nell’ambito della legge regiona- 139 le n. 18 del 19908 che disciplina gli interventi che la Regione realizza, in armonia con la politica di cooperazione governativa, a favore delle popolazioni dei Paesi in via di sviluppo e per la promozione di programmi di educazione ai temi dello sviluppo e di informazione sul territorio regionale. Strettamente connesse a tali interventi sono le iniziative di solidarietà internazionale realizzate ai sensi della legge regionale n. 5 del 19969 che consente di affrontare le problematiche connesse a situazioni di emergenza e di ricostruzione postbellica. Sono state realizzate azioni di cooperazione e solidarietà internazionale per un totale di oltre 3,6 milioni di euro, in collaborazione con organizzazioni non governative, associazioni di volontariato, enti locali dei rispettivi territori, in Albania, Kossovo, BosniaErzegovina, Serbia, Bielorussia, Palestina, Algeria, Saharawi, Etiopia, Eritrea, Mozambico, Cuba, Chiapas, Brasile, minori bielorussi e curdi. che individua come partner delle proprie attività di cooperazione Enti Locali, ONG, Onlus, organizzazioni di volontariato, cooperative sociali, associazioni di promozione sociale. Tale legge prevede inoltre la complementarietà tra azioni di cooperazione ed interventi di sensibilizzazione ed informazione sul territorio regionale, con particolare attenzione ai temi della pace e dei diritti umani. Nel corso del 2002, la Regione ha inoltre approvato una nuova normativa che armonizza la legislazione esistente in materia di cooperazione internazionale e solidarietà: la legge Regionale n. 12 del 24 giugno 2002 “Interventi per la cooperazione con i Paesi in via di Sviluppo ed i paesi in via di transizione, la solidarietà internazionale e la promozione di un a cultura di pace” 7 Sono proseguite e si sono implementate le iniziative a favore delle comunità emiliano romagnole all’estero, spesso in collaborazione con le autorità nazionali e/o locali del paese ospitante, in particolare in Argentina, (anche a seguito delle grave crisi che ha colpito quel paese), Brasile, Canada. Regolamento relativo all’attuazione dell’art. 6, comma 2, della legge regionale 18/97. 8 Legge regionale 9 marzo 1990, n. 18 “Partecipazione della Regione EmiliaRomagna ai programmi statali di cooperazione con i Paesi in via di sviluppo”. 9 Legge regionale 2 aprile 1996, n. 5 “Interventi a favore di popolazioni colpite da calamità, conflitti armati, situazione di denutrizione e carenze igienico-sanitarie”. DISCIPLINA COMUNITARIA IN MATERIA DI CONCORRENZA: COMPATIBILITÀ DEGLI AIUTI REGIONALI 7 SESTOEURORAPPORTO 143 AIUTI DI STATO L’articolo 87, paragrafo 1, del Trattato dell’Unione Europea stabilisce che “salvo deroghe contemplate dal Trattato sono incompatibili con il mercato comune, nella misura in cui incidano sugli scambi tra Stati membri, gli aiuti concessi dagli Stati, ovvero mediante risorse statali, sotto qualsiasi forma che, favorendo talune imprese o talune produzioni, falsino o minaccino di falsare la concorrenza”. Ogni aiuto di Stato, nazionale e/o regionale, che risponda ai criteri sopra indicati è, in linea di principio, incompatibile con il mercato comune. Tuttavia i paragrafi 2 e 3 dello stesso articolo 87 specificano le ipotesi in cui, in deroga al principio generale, gli aiuti di Stato possono essere considerati ammissibili. Al riguardo sono individuabili tre principali categorie di deroghe, per le quali occorre ottenere l’esito positivo dell’esame di compatibilità: aiuti a finalità regionale, norme orizzontali, norme settoriali. Aiuti a finalità regionale Gli aiuti che rientrano in questa tipologia ed oggetto di deroga da parte della Commissione europea, hanno come obiettivo lo sviluppo di regioni sfavorite e si distinguono dalle altre categorie di aiuti pubblici perché: – destinati a favorire lo sviluppo di regioni ove il tenore di vita sia anormalmente basso, oppure si abbia una grave forma di sottoccupazione (art. 87.3.a) o – destinati ad agevolare lo sviluppo di talune attività o di talune regioni economiche, sempre che non alterino le condizioni degli scambi in misura contraria al comune interesse (art. 87.3.c). Con lettera del 13 marzo 20001, la Commissione ha approvato la Carta degli aiuti a finalità regionale per il periodo 2000-2006 che prevede, per l’Italia, di attuare la deroga 87.3.a alle regioni meridionali italiane (Calabria, Puglia, Campania, Basilicata, Sardegna; Sicilia) e di attuare la deroga 87.3.c ad una parte di territori delle regioni del centro-nord. Per la regione Emilia-Romagna le aree oggetto di deroga ai sensi dell’art.87.3.c fanno riferimento ai seguenti Comuni: tutto il territorio comunale di: Formignana (FE); Migliarino (FE), Migliaro (FE), Ostellato (FE), Tresigallo (FE); parte del territorio comunale di: Comacchio (FE), Copparo (FE), Ferrara, Ro (FE), Ravenna. Tutte le aree emiliano-romagnole individuate sono anche aree eligibili ai sensi dell’obiettivo 2 dei Fondi strutturali. Ai fini di migliorare la trasparenza sugli aiuti di stato la Commissione europea ha adottato inoltre due specifiche iniziative: ⽧ un registro degli aiuti di Stato accessibile su Internet http://europa.eu.int/comm/competition/state_aid/register/ ⽧ la pubblicazione di un quadro di valutazione degli aiuti Stato2 anch’esso accessibile su internet http://europa.eu.int/comm/competition/state_ai d /scoreboard/index_fr.html Nel 2001 sono usciti tre regolamenti di esenzione dall’obbligo di notifica per quanto riguarda gli aiuti destinati alla formazione, de minimis e quelli a favore delle piccole e medie imprese (PMI).3 Fra i provvedimenti specifici adottati nel 2002 si segnalano: 䊳 il Reg.(CE) n. 2204/2202 del 12 dicembre 2002 relativa all’applicazione degli artt. 87 e 88 del Trattato CE agli aiuti di Stato a favore dell’occupazione; 䊳 gli orientamenti comunitari per gli aiuti di Stato per i test TSE (encefalopatie spongiformi), i capi morti e i rifiuti dei macelli (GUCE C 321 del 24 dicembre 2002); 䊳 la comunicazione della Commissione al Consiglio [COM (2002) 555 del 16 dicembre 2002] relativa alla “Relazione sui progressi in materia di riduzione e riorientamento degli aiuti di Stato; 䊳 la comunicazione della Commissione relativa alla “Disciplina multisettoriale degli aiuti regionali destinati ai grandi progetti d’investimento” (GUCE C 70 del 19 marzo 2002). Le azioni regionali Breve quadro riepilogativo delle leggi regionali approvate nel 2001 attuative della normativa comunitaria Di seguito sono riportate le iniziative legislative adottate nel corso del 2001 che integrano la normativa regionale con la normativa europea. 1 Pubblicata in GUCE C175 del 24.6.2000. COM(2001) 412. 3 Reg. (CE) rispettivamente 68/2001, 69/2001 e 70/2001. 2 144 SESTOEURORAPPORTO Legge regionale 24 giugno 2002, n. 12 “Interventi regionali per la cooperazione con i paesi in via di sviluppo e i paesi in via di transizione, la solidarietà internazionale e la promozione di una cultura di pace” Nel quadro delle strategie più idonee di lotta alla povertà già da tempo è stata riconosciuta, in ambito internazionale, la rilevanza dell’azione di cooperazione allo sviluppo attuata in forma di parternariato fra i soggetti omologhi delle amministrazioni locali e della società civile organizzata dei paesi del nord e del sud del mondo che è comunemente denominata cooperazione decentrata. Mentre l’Unione Europea ha da tempo assunto questa modalità di cooperazione tra i propri principi di intervento, il quadro normativo nazionale (Legge n. 49 del 1987) ha presentato lacune soprattutto sul piano applicativo. La Regione Emilia Romagna si è da tempo impegnata nel settore della cooperazione allo sviluppo e della solidarietà internazionale con uno sforzo finanziario che ha portato al raddoppio delle risorse destinate alla solidarietà internazionale; negli ultimi anni si sono avuti 44 interventi di cooperazione allo sviluppo in 11 diversi paesi e 53 interventi di emergenze e ricostruzione in 19 paesi. La legge in questione è, dunque, il frutto dell’esperienza maturata dalla Regione Emilia Romagna nel settore degli interventi di cooperazione allo sviluppo, di solidarietà internazionale e per la diffusione di una cultura di pace nonché del lavoro elaborato nell’ambito della Conferenza regionale sulla cooperazione allo sviluppo, organizzata dalla Giunta regionale il 19/20 marzo 2001. Nel rispetto del quadro normativo nazionale e comunitario si prevedono quattro aree di intervento regionale : la cooperazione allo sviluppo, gli interventi umanitari di emergenza, gli interventi per la diffusione di una cultura di pace e la valorizzazione delle scuole di pace, il supporto formativo ed informativo ai soggetti delle cooperazione decentrata. Legge regionale 12 luglio 2002 n. 15 “Disciplina dell’esercizio delle deroghe previste dalla direttiva 79/409/CEE. Modifiche alla L.R. 15 febbraio 1994, n. 8 “ Disposizioni per la protezione della fauna selvatica e per l’esercizio dell’attività venatoria” Il problema dei danni provocati da svariate specie di fauna selvatica alle produzioni agricole riveste in Emilia Romagna una forte rilevanza. L’esperienza acquisita ha dimostrato che i normali metodi ecologici di dissuasione messi in atto dagli agricoltori non sono sufficienti a controllare le presenza di tali selvatici: prova ne sia la puntuale richiesta ogni anno alle Province di contributi per l’indennizzo di tali tipi di danni, richieste che hanno comportato o continuano a comportare l’esborso da parte della Regione di somme in percentuali assai elevate rispetto alla liquidazione dei danni complessivamente arrecati dalle specie di fauna selvatica. La direttiva 79/409/CEE, art. 9, consente di prelevare esemplari di specie non cacciabili, sempre che non vi siano altre soluzioni soddisfacenti, a determinate condizioni, per finalità diverse, tra le quali anche la prevenzione di gravi danni alle colture. Tale prelievo è consentito nei confronti di quelle specie risaputamente dannose per l’agricoltura (storni e passeri) ai cacciatori iscritti agli ATC della regione Emilia Romagna, ciascuno negli ambiti di iscrizione o che esercitino la caccia in azienda faunistico-venatoria . La legge stabilisce controlli puntuali e la possibilità di sospendere il prelievo qualora siano accertate gravi diminuzioni della consistenza numerica della specie. Legge regionale 20 settembre 2002, n. 22 “Integrazione della L.R. 12 luglio 2002, n. 15 “ Disciplina dell’esercizio delle deroghe previste dalla direttiva 79/409/CEE. Modifiche alla L.R. 15 febbraio 1994, n. 8 “ Disposizioni per la protezione della fauna selvatica e per l’esercizio dell’attività venatoria” Con la legge regionale in esame è stata apportata un’integrazione alla L.R. n. 15 del 2002 con riferimento ad alcuni profili tecnici(i richiami della fauna) necessari al perseguimento delle finalità della disciplina. Legge regionale 9 dicembre 2002, n. 33 “Interventi per lo sviluppo dei sistemi di rintracciabilità nel settore agricolo ed alimentare. Modifiche alla legge regionale 8 settembre 1997, n. 33 ( interventi per lo sviluppo dei sistemi di qualità nel settore agroalimentare) La Commissione europea, con la pubblicazione del Libro bianco sulla sicurezza alimentare, ha posto l’accento sulla necessità di avvicinare il mondo della produ- SESTOEURORAPPORTO zione alimentare e quello dei consumatori, attraverso l’applicazione dei sistemi di garanzia, di comunicazione, di osservazione, di vigilanza connessi alle tecniche produttive ed alla conoscenza del prodotto alimentare. Crescente e concreto è l’interesse da parte della produzione alimentare italiana, specie di quella emiliano-romagnola, per il principio della rintracciabilità che consente di fornire informazioni puntuali sulla storia di un determinato prodotto. La rintracciabilità è, infatti, una innovazione di natura tecnico-organizzativa, una tecnica di raccolta e di gestione di dati per produrre informazioni; il flusso del prodotto è accompagnato dal flusso delle informazioni sul prodotto stesso. La norma ISO 8402 la definisce come “ la capacità di ritrovare la storia, l’utilizzazione e la localizzazione di una entità a mezzo di identificazioni registrate”. La Regione ha inteso creare, con la legge in questione una opportunità per tutte le imprese in questo importante settore oggetto di sperimentazione, agevolando, attraverso la concessione di contributi, la realizzazione di progetti di rintracciabilità di filiera certificati da enti terzi. In questo contesto il ruolo del soggetto pubblico e di quelli privati appaiono ben distinti. Sono infatti compito e diritto delle imprese la scelta del modello di rintracciabilità, del modo con cui renderlo operante e la definizione degli strumenti da utilizzare; all’Amministrazione pubblica spetta il compito di accompagnare con aiuti finanziari il sistema imprenditoriale. Con la legge in questione sono stati perseguiti i seguenti scopi: accompagnare le strategie d’impresa che mirano ad implementare le tecniche della rintracciabilità; diffondere la “cultura della rintracciabilità” fra gli operatori economici e nella società; svolgere una funzione di supporto nella costruzione dei percorsi e delle regole della rintracciabilità. Legge regionale 23 dicembre 2002, n. 40 “Incentivi per lo sviluppo e la qualificazione dell’offerta turistica regionale. Abrogazione della legge regionale 11 gennaio 1993, n. 3 (Disciplina dell’offerta turistica della Regione EmiliaRomagna. Programmazione e finanziamento degli interventi. Abrogazione della L.R. 8 luglio 1984, n. 38)” Con la legge in questione si è inteso riordinare la normativa sull’incentivazione dell’offerta turistica anche alla luce della normativa europea in tema di aiuti alle imprese. In ottemperanza al nuovo articolo 118 della Costituzione e in linea con il consolidata orientamento di delega alle Province della gestione dei contributi, si è provveduto alla attribuzione alle Province delle funzioni di gestione 145 degli incentivi al turismo nel rispetto dei principi di sussidiarietà, differenziazione ed adeguatezza. Nella redazione del testo della legge sono stati inseriti tutti i riferimenti che permettono di usufruire dei “regimi di esenzione” alla notifica dei regimi di aiuto della Commissione Europea attualmente in vigore, in particolare quelli stabiliti dai regolamenti n. 62/2001 (regime “de minimis”) e n. 70/2001 (aiuti alle piccole e medie imprese). Il Regolamento (CE) n. 70/2001 prevede infatti l’esenzione dalla notifica della legge se si rispettano le indicazioni ivi prescritte e se viene formalizzata la volontà di applicarlo poiché tale tipologia di aiuto è ritenuta non lesiva della concorrenza ai sensi dell’art. 87 paragrafo 1 del trattato CE. Anche l’applicazione del Regolamento (CE) n. 69/2001 è in “regime di esenzione” dalla notifica della Commissione Europea. Il regime “de minimis” infatti non è considerato “aiuto di Stato” ai sensi dell’art. 87 paragrafo 1 del trattato CE. La definizione di piccola e media impresa è mutuata da quella europea; attualmente i parametri per la definizione di PMI sono individuati nella raccomandazione 96/280/CE del 3 aprile 1996 in corso di modifica. Per quanto riguarda il limite massimo del contributo concedibile alle imprese, si è preso in considerazione il livello massimo individuato nella normativa europea già citata, riservando ai criteri applicativi l’individuazione di ulteriori limitazioni che tengano conto delle risorse annualmente disponibili nonché della situazione contingente. Le notifiche effettuate dalla Regione Emilia-Romagna nel 2002 La legge regionale 6 settembre 1993, n. 32 “Norme per la disciplina del procedimento amministrativo e del diritto di accesso” disciplina in modo puntuale, all’articolo 28, la comunicazione all’autorità comunitaria ed utilizza la cosiddetta “clausola di sospensione dell’efficacia” prevedendo che l’efficacia delle misure di aiuto sia subordinata alla pubblicazione sul Bollettino ufficiale regionale della decisione favorevole della Commissione. Operativamente la notifica formale è effettuata a cura del Servizio Politiche Europee e Relazioni Internazionali della Presidenza della Giunta su segnalazione della Direzione Generale competente del provvedimento oggetto di notifica. Nel corso del 2002 sono stati inol- 146 trati tre provvedimenti elencati nella tabella unitamente alla data di notifica, il numero di codice comunitario e l’esito dell’esame di compatibilità. Nel corso del 2002, la Direzione generale della Presidenza e la Direzione Affari Istituzionali e Legislativi hanno prestato la loro collaborazione ad una importante ricerca condotta dal Dipartimento di Scienze giuridiche dell’Università degli Studi di Trieste per conto della Regione Friuli Venezia Giulia. SESTOEURORAPPORTO La ricerca ha avuto ad oggetto la ricostruzione delle normative e delle prassi regionali esistenti in materia di aiuti di stato, consentendo di porre in luce problematiche comuni, analogie organizzative e regolative e peculiarità delle amministrazioni regionali di fronte agli obblighi imposti dal Trattato e dal diritto comunitario derivato. Anche l’Emilia-Romagna si è sottoposta all’indagine condotta dai ricercatori universitari, illustrando la propria situazione normativa, il procedimento di notifi- ca seguito, gli effetti conseguiti ed i progetti sin qui avviati in relazione alla problematica degli aiuti. I risultati della ricerca sono stati presentati nell’ambito del convegno “Esercizio delle competenze normative regionali e disciplina comunitaria degli aiuti pubblici alle imprese” tenutosi a Trieste il 28 febbraio 2003, nel corso del quale un rappresentante della Regione (DG affari istituzionali e Legislativi) ha tenuto una specifica relazione. Titolo del provvedimento codice comun. data di notifica esito Partecipazione della Regione Emilia-Romagna nella società: Terme di Salsomaggiore SpA (L.R. 4 maggio 1999, n. 8) Incentivazione uso fertilizzazione organica ai fini della tutela della qualità del suolo (L.R. 7 aprile 2000, n. 25) Legge 405/99, art. 2 bis – criteri e modalità presentazione domanda ai commercianti di prodotti ittici freschi Adriatico, ai mercati ittici, attività manifatturiere e di servizio sett. Indennizzo parziale cop. Perdite causate Arresto temporaneo attività pesca (4/6-31/8/99) disposizioni straordinarie urgenti settore pesca (deliberazione 1248/2001) Programma regionale attuativo per la concessione dei contributi a favore dei Centri di Assistenza Tecnica – art. 16, comma 1, Legge 266/97 (deliberazione n. 1427/2001) Interventi per lo sviluppo dei sistemi di rintracciabilità nel settore agricolo ed alimentare (L.R. 9 dicembre 2002, n. 33) N 211/2000 12/04/2000 esame in corso N 302/2000 11/05/2000 N 13/02/2002 positivo BURER n. 29 del 19/02/2002 non è ancora stato attribuito il codice comunitario N 140/2002 27/02/2002 esame in corso N 227/2002 27/03/2002 positivo BURER n. 13 del 29/01/2003 Progetto Studio di fattibilità per l’istituzione di un registro unico ed informatizzato degli aiuti concessi in regime de minimis Nel 2002 è stato attivato un progetto, per la realizzazione di uno studio di fattibilità per l’istituzione di un registro regionale unico ed informatizzato relativo agli aiuti in regime de minimis concessi dall’Amministrazione regionale a singole imprese, nell’ambito dell’attuazione di provvedimenti regionali, nazionali e programmi comunitari. Attraverso una scheda predisposta per la raccolta dati sono stati censiti 23 regimi di aiuti in de minimis, suddivisi per tipologia, e la cui analisi ha messo in luce diversi punti di criticità. Il progetto, coordinato dalla Direzione Generale alla Presidenza della Giunta (Servizio Politiche europee e Relazioni internazionali) ha coinvolto tutte le Direzioni generali della Giunta ad esclusione della Sanità e Politiche sociali, ed è terminato con una proposta di gestione informatizzata del procedimento di erogazione degli aiuti in regime de minimis. SERVIZI DI INFORMAZIONE EUROPEA SUL TERRITORIO REGIONALE 8 SESTOEURORAPPORTO L’INFORMAZIONE EUROPEA DELLA REGIONE EMILIA-ROMAGNA I regolamenti comunitari prevedono l’obbligo di attivare azioni informative e pubblicitarie1 sugli interventi dei Fondi strutturali, pertanto i diversi Programmi regionali hanno un proprio piano di comunicazione ed appositi siti web. In particolare, il Docup Obiettivo 2 ha uno specifico sito2 realizzato con la finalità di fornire informazioni, servizi reali e di semplificare l’accesso alle opportunità offerte. Il sito viene continuamente e puntualmente aggiornato, anche con il contributo dei referenti del gruppo di comunicazione, coordinato dalla Regione e con la partecipazione di tutte le Province. Gli accessi al sito hanno registrato una media di oltre 200 sessioni di consultazione al giorno. Le sezioni del sito rispecchiano la diversificazione tra interventi dell’Asse 1 e dell’Asse 2, traducendo questa distinzione in termini immediatamente comprensibili all’utenza: I finanziamenti alle imprese ovvero Asse 1, Sviluppo del territorio ovvero Asse 2. Relativamente all’Asse 1 il sito rende possibile la consultazione dei bandi, della modulistica, delle graduatorie, del materiale per la rendicontazione, in maniera da seguire tutto l’iter procedi- mentale del bando, nei momenti più significativi per l’utenza. Consente inoltre di accedere ai documenti di programmazione dell’Asse 2, Progetti di Sviluppo Locale (PSL) e ai progetti avviati, distinti per Provincia. Oltre a ciò ogni Provincia dispone di una home page personalizzata, nella quale sono pubblicate notizie, agenda degli appuntamenti, i riferimenti per richiedere informazioni, la documentazione di rilievo. di formazione professionale, corsi di formazione professionale, profili professionali, concorsi pubblici in regione. Vi sono, inoltre, sezioni specifiche dedicate al Fondo Sociale Europeo e all’iniziativa comunitaria Equal. Da novembre 2002, è attivo un numero verde (800955-157) che risponde anche ai quesi- Il Piano regionale di sviluppo rurale e l’iniziativa comunitaria Leader+ trovano loro specifici spazi all’interno del sito curato dall’assessorato Agricoltura, Ambiente e Sviluppo sostenibile3. ti dei cittadini sulle opportunità formative e di istruzione presenti sul territorio regionale. Per la formazione professionale e il Fondo Sociale Europeo, è nato il portale www.form-azione.it, costituito da oltre trecento pagine web, tutte realizzate senza barriere, ovvero accessibili anche ai disabili. Il percorso di navigazione proposto è quello delle opportunità di istruzione e formazione offerte alle varie categorie: giovani, imprenditori, donne, laureati, lavoratori atipici, disabili. All’interno del portale, tra l’altro, vi è la banca dati Orienter contenente nove archivi, costantemente aggiornati, composti da oltre quattromila schede tra scuole superiori, corsi scolastici, università, corsi universitari, enti Spazio Europa4, è il portale della Regione Emilia-Romagna, che rende visibile tutto ciò che parla di Europa nella amministrazione regionale e cosa è l’Europa: non solo i finanziamenti comunitari, ma la informazione sulla politica comunitaria in primo luogo, con news quotidiane, a cura delle redazioni di Bologna, Bruxelles e Roma dell’agenzia giornalistica Ansa. L’agenda dà conto di tutti gli appuntamenti, in Emilia-Romagna e in Europa, legati alle tematiche europee e di stretto interesse per il territorio regionale. La sezione In 149 primo piano presenta servizi speciali su temi attuali o di particolare interesse. L’Europa in Emilia-Romagna è una rubrica completa di tutti i punti informativi, gli enti locali e le realtà istituzionali che si occupano di UE, suddivisi sia per categoria che per localizzazione geografica. InfoAgenda2000, è la pagina predisposta dal Servizio Politiche europee e Relazioni internazionali per orientare le informazioni su come si stanno attuando i diversi programmi previsti da Agenda 2000. Nella sezione dedicata alla normativa, oltre i regolamenti comunitari di riferimento è inserita la carta degli aiuti a finalità regionale, cioè le aree regionali in cui lo Stato o la Re- 1 Art. 46 del regolamento (CE) n. 1260/1999 del Consiglio del 21 giugno 1999 “disposizioni generali sui Fondi strutturali” e successivo regolamento (CE) n. 1159/2000 della Commissione del 30 maggio 2000 “azioni informative e pubblicitarie sugli interventi dei Fondi strutturali”. 2 http://www.ermesimprese.it/obiettivo2/ 3 http://www.regione.emiliaromagna.it/fr_agricoltura.htm 4 www.spazioeuropa.it 150 gione possono concedere aiuti ai sensi dell’art. 87.3.c del Trattato dell’Unione Europea. Alla voce generali è riportato il “quadro di riferimento regionale per la programmazione coordinata degli interventi strutturali dell’Unione Europea 2000-2006”, seguono poi le sezioni dedicate ai vari programmi ed azioni (piano regionale di sviluppo rurale, obiettivo 2, obiettivo 3, Docup Pesca, Leader +, Interreg, Equal, Azioni innovative FSE e Azioni innovative FESR) nelle quali sono indicati gli atti regionali e/o nazionali di programmazione ed i link ai siti creati dalle singole direzioni regionali competenti per la loro gestione ed attuazione. SESTOEURORAPPORTO dimensione europea dell’EmiliaRomagna, informare sulle politiche e le attività ed ospitare di volta in volta interventi e opinioni. Stampata in diecimila copie, è rivolta a rappresentanti delle istituzioni europee, politici, amministratori dell’Emilia-Romagna, imprenditori, funzionari pubblici e operatori dell’informazione. La Regione Emilia-Romagna ha inoltre avviato una collaborazione con ERVET – Politiche per le imprese SpA, con l’obiettivo di strutturare specifiche attività di informazione ed assistenza ai diversi settori dell’Amministrazione. Nell’ambito di tale attività sono realizzati: Nel settembre 2002 è stata presentata la rivista bimestrale d’informazione “Europei” per conoscere meglio la Europafacile5 – Sito Internet sulle politiche e finanziamenti dell’Unione Europea consente di ottenere informazioni sulle politiche e i programmi dell’Unione Europea attraverso sistemi di ricerca guidati o in base a parole chiave. Il sito, accessibile attraverso una registrazione gratuita, da settembre 2000 ad oggi ha registrato oltre 256.000 contatti. Esso propone: News: notizie aggiornate quotidianamente relative a politiche, programmi, bandi comunitari e ai più importanti eventi organizzati a livello nazionale o comunitario; Programmi dell’UE: presentazione dei programmi dell’UE consultabili attraverso sistemi di interrogazione multipli quali: il nome/acronimo di un programma, parole chiave, destinatari oppure tramite una ricerca libera; Politiche UE: i riferimenti per ricostruire l’iter legislativo degli atti comunitari; Agenda bandi: il calendario dei bandi comunitari con schede descrittive sintetiche con la disponibilità di accesso ai documenti necessari per la presentazione di un progetto; Agenda eventi: il calendario delle manifestazioni internazionali più importanti; Progetti: illustrazione di alcuni progetti di successo finanziati dall’Unione Europea; Data base partner: la banca dati contente profili di potenziali partner per futuri progetti europei; Archivio documenti: la biblioteca elettronica su documenti istituzionali dell’Unione Europea, tematiche particolarmente importanti e documenti necessari alla presentazione di progetti in risposta a bandi comunitari; “Eurolettera” on line: la newsletter mensile on-line sulle tematiche europee; Contatti: i riferimenti (indirizzo, E-mail e numeri di telefono e fax) dei referen- ti comunitari e/o nazionali di ogni programma; U.E. on line: i link dei più importanti siti, nazionali ed europei, per il reperimento delle informazioni legate alle politiche e ai programmi dell’Unione Europea; Glossario: la raccolta degli acronimi più utilizzati all’interno dei programmi e delle politiche comunitarie, finalizzato a facilitare la lettura e la comprensione di tutte le altre sezioni. Sito Cooperazione internazionale. Il Sito, inaugurato il 21 novembre 2001, costituisce una sezione di Europafacile, ma possiede sistemi di ricerca autonomi consentendo di recuperare informazioni sulle opportunità di finanziamento comunitarie relative all’internazionalizzazione. Il sito è articolato in diverse sezioni che permettono di comprendere cosa sia la cooperazione internazionale e come si possa partecipare ai programmi in atto. È possibile visualizzare le aree geografiche, con i relativi paesi, con le quali l’Unione Europea ha programmi di cooperazione, le opportunità di finanziamento con le principali modalità di accesso, oltre alle strutture comunitarie di riferimento. Infine è possibile scaricare la “Guida ai programmi di cooperazione internazionale della Commissione 5 http://www.europafacile.net SESTOEURORAPPORTO europea” e “Tecniche progettuali adottate dalla Commissione europea in merito agli interventi di cooperazione internazionale”, pubblicazioni realizzate da Ervet per conto della Regione Emilia-Romagna. Infomail - Strumento informativo personalizzato per l’aggiornamento costante sullo stato di elaborazione e attuazione delle politiche dell’Unione europea. Il servizio viene erogato settimanalmente tramite posta elettronica ai vari settori dell’Amministrazione. Grazie ad un collegamento tra parolechiave consente di inviare informazioni mirate, relative a documenti ufficiali pubblicati sulla Gazzetta delle Comunità europee, documenti preparatori, calendari di eventi (convegni, seminari, incontri, fiere, etc.). La rivista Europei, i siti InfoAgenda2000, Europafacile e la pubblicazione Eurorapporto, sono consultabili anche su Spazio Europa. Dal gennaio 2002, inoltre, la Regione Emilia-Romagna ha attivato una convenzione con ASTER per fornire supporto informativo all’Amministrazione regionale nelle attività relative all’approfondimento della conoscenza della politica comune di ricerca e sviluppo attuata dall’Unione europea con particolare riguardo allo strumento del Sesto programma quadro di Ricerca e Sviluppo Tecnologico e per favorire collegamenti e collaborazioni fra Regione, Università e Centri di ricerca per sviluppare strategie e progetti comuni. Dal dicembre 2001, è attivo un protocollo d’intesa tra la Regione EmiliaRomagna ed ANCI ed UPI EmiliaRomagna con l’obiettivo di avviare una attività di informazione e formazione, espressamente rivolta agli enti locali, sulle politiche e sull’attività dell’Unione europea. Nel 2002 è stata realizzata una ricerca sugli “uffici Europa” delle diverse amministrazioni locali che ha coinvolto cinque province, dodici comuni e una comunità montana. Per rispondere al bisogno di informazione, conoscenza delle politiche e degli strumenti comunitari e per facilitare la partecipazione delle autonomie locali alla politica di ricerca e sviluppo dell’Unione europea, è stata inoltre estesa agli enti locali la convenzione in atto tra Regione ed Aster relativa al Sesto programma di ricerca e sviluppo tecnologico. IL “CENTRO DOCUMENTAZIONE EUROPA” DELLA BIBLIOTECA DEL CONSIGLIO REGIONALE Dal 1999 è aperto al pubblico il Centro Documentazione Europa della Biblioteca del Consiglio Regionale Emilia-Romagna. Questo Centro è nato per rispondere alle nuove esigenze di documentazione e di informazione sulle tematiche relative all’Unione Europea da parte dei Consiglieri regionali, dei collaboratori regionali e dei frequentatori della Biblioteca ma anche per offrire un punto di riferimento al cittadino che sempre più spesso si rivolge all’istituzione regionale per problematiche che richiedono una specifica professionalità nella ricerca di documentazione di fonte Europea. Il Centro Documentazione Europa, aperto al pubblico il lunedì dalle 14 alle 16 , e dal martedì al venerdì dalle ore 9,30 alle 13 e dalle 14 alle 16, offre i seguenti servizi: • Servizio di Quick reference sull’informazione ufficiale dell’Unione Europea; • Servizio di diffusione e conoscenza dell’attività e delle iniziative 151 dell’Unione Europea attraverso la consultazione di Gazzette Ufficiali della Comunità europea, Documenti preparatori, Relazioni del Parlamento Europeo, oltre 100 periodici ed oltre 150 monografie su varie materie; • Messa a disposizione di 2 postazioni Internet a libero accesso con posta elettronica; • Servizio di ricerca sulle banche dati (CD-Rom, Banche Dati on line e Internet) autonomamente o guidati dall’assistenza di personale qualificato; • Servizio di ricerca sulle Banche Dati su richiesta per ricerche di particolare complessità; • Disponibilità di materiale divulgativo dell’Unione Europea in distribuzione gratuita. • Attività di segnalazione di provvedimenti di particolare interesse presso un indirizzario mirato e realizzazione di Dossier di documentazione di interesse comunitario. Il Centro dispone di una pagina Web presso il sito del Consiglio Regionale dell’Emilia Romagna attraverso la quale è possibile utilizzare vari strumenti di ricerca messi a disposizione dell’utenza remota, consultare i Dossier di approfondimento e richiedere via e-mail agli operatori del Centro Documentazione Europa informazioni e documentazione in linea. 152 Nel corso del 2002 il Centro ha allargato la propria attività nel settore delle pubblicazioni. • È nato “Monitor Europa”, una newsletter elettronica quindicinale che offre un approfondito monitoraggio sulle principali attività delle istituzioni comunitarie. Al suo interno trovano spazio anche segnalazioni su attività svolte su iniziativa ed in collaborazione col Centro Documentazione Europa. • Si è proseguito con la pubblicazione de “I Diari dell’Europa” un periodico sulle principali politiche dell’Unione europea, che raccoglie al suo interno una cospicua rassegna dei principali documenti prodotti dalle istituzioni dell’UE. Dal 2002 questa pubblicazione è accessibile anche in rete in formato elettronico. • Ha visto la luce la newsletter periodica in formato elettronico “forum newsER” allo scopo di seguire attentamente i lavori della Convenzione europea e quelli del Forum regionale Europa 2004. Nel corso del 2003 il Centro Documentazione Europa intende intensificare la propria attività sulle questioni relative alla tutela dei diritti umani, dando il proprio contributo all’interno del progetto “Pace e diritti umani” del Consiglio regionale dell’Emilia Romagna. SESTOEURORAPPORTO Ai servizi del Centro si può accedere: • Visitando il Centro: Il Centro Documentazione Europa – Biblioteca del Consiglio regionale dell’Emilia-Romagna – si trova in Viale Aldo Moro, 36/3 - 40127 Bologna • Telefonando al numero telefonico: 051. 6395122 - Fax 051. 6395123 • Tramite INTERNET consultando la pagina Web del CDE raggiungibile attraverso la URL http://consiglio.regione.emilia-romagna.it/fr_ser_obie_er.htm • Inviando un messaggio al seguente indirizzo E-mail: [email protected] Commissione europea sull’informazione e la comunicazione6 ha l’intento di stabilire una strategia comune nel settore dell’informazione ottimizzando e migliorando il coordinamento degli uffici di informazione esistenti e individuando l’informazione quale strumento strategico per stimolare la partecipazione politica attiva dei cittadini alla vita comunitaria. Attualmente è in corso il dibattito e le riflessioni sia da parte dei Centri di informazione europei, della Rappresentanza della Commissione europea e della Commissione stessa, sulla natura e sul numero dei centri di informazione dell’Unione Europea. Il ruolo dei centri di informazione è comunque essenziale, in quanto rappresentano gli strumenti privilegiati della politica di informazione dell’Unione Europea. SERVIZI INFORMATIVI DELL’UNIONE IPE: Info Point Europa EUROPEA Gli IPE sono coordinati dalla DG Stampa PRESENTI IN e Comunicazione al fine di permettere EMILIA-ROMAGNA al grande pubblico l’accesso alle inforSul territorio regionale sono numerosi i punti di informazione attivati nell’ambito di specifiche azioni e/o programmi europei o su iniziativa diretta di alcune Direzioni Generali della Commissione europea. La Comunicazione della mazioni comunitarie. Gli Info Points Europa offrono una consultazione delle pubblicazioni della Comunità europea e mettono a disposizione del pubblico opuscoli e note informative. Tra le attività si segnala l’organizzazione di conferenze e seminari, iniziative di formazio- ne ed orientamento, promozione di avvenimenti e manifestazioni, collaborazioni con il mondo della scuola. Bologna Piazza Maggiore, 6 - 40125 Bologna Tel. 051 203592 - fax 051 232381 e-mail: [email protected] http://www.comune.bologna.it/Infopoi nt_Eu Modena Piazza Grande, 17 - 41100 Modena Tel. 059 206602 - fax 059 206596 e-mail: [email protected] http://www.comune.modena.it/ipeuropa/ Dall’Info Point Europa di Modena dipendono diversi “Punto Europa” che forniscono un servizio di informazione comunitaria destinato a tutti i cittadini. Punto Europa di Carpi c/o Quicittà Via Berengario, 2 – 41012 Carpi (MO) Tel. 059 649357 - fax 059 649340 e-mail: [email protected] Punto Europa di Rimini c/o Palazzo comunale P.zza Cavour, 27 - 47027 Rimini Tel. 0541 704156 - fax 0541 704157 e-mail: [email protected] 6 COM (2001) 354 del 27 giugno 2001 “Un nuovo quadro di cooperazione per le attività di politica dell’informazione e della comunicazione nell’Unione europea”. SESTOEURORAPPORTO Punto Europa di Finale Emilia c/o Informacittà Piazza Verdi, 1/c – 41043 Finale (MO) Tel. 0535 788333 - fax 0535 788130 e-mail: [email protected] Punto Europa di Maranello c/o Comune Piazza Libertà, 33 – 41053 Maranello (MO) Tel. 0536 240010 - fax 0536 948144 e-mail: [email protected] Punto Europa di Vignola c/o Informagiovani Via Selmi 5 – 41058 Vignola (MO) Tel. 059 764365 e-mail: [email protected] Punto Europa di Cento c/o URP Comune Corso Guercino, 41 – 44042 Cento (FE) tel. 800375515 - fax 051 6843309 e-mail: [email protected] http://www.comune.cento.fe.it/puntoeuropa/ taria verso le collettività rurali ed è coordinata dalla DG Stampa e Comunicazione. I membri della rete raccolgono e diffondono informazioni sull’Unione europea trattando in particolare temi legati allo sviluppo rurale, all’agricoltura e alla protezione dell’ambiente. Ravenna Carrefour Europeo Romagna Via M. Monti, 32 - 48100 Ravenna Tel. 0544 450345 - fax 0544 451788 e-mail: [email protected] http://www.carrefour-romagna.it Reggio Emilia Carrefour Europeo Emilia Via Bolognesi, 2 - 42100 Reggio Emilia Tel. 0522 278019 - fax 0522 518956 e-mail: [email protected] http://carrefouremilia.crpa.it Il Carrefour Europeo Emilia ha aperto, nel marzo 2002, una sede decentrata presso la Comunità Montana Cinque Valli Bolognesi: Carrefours europei di informazione e animazione rurale Punto Europa Appennino Bolognese Viale Risorgimento, 1 - 40065 Pianoro (BO) Tel. 051 6527742 e-mail: [email protected] La rete dei Carrefours europei favorisce la diffusione dell’informazione comuni- Il Carrefour Europeo Romagna ha aperto, nel febbraio 2002, una sede decentrata presso la Comunità Montana dell’ Appennino Forlivese: Antenna Europa Appennino Forlivese c/o Castello di Civitella di Romagna (FC) Tel. 0543 983168 – fax 0543 984182 e-mail: [email protected] CDE: Centri di documentazione europea La rete dei Cde, coordinata dalla DG Stampa e Comunicazione, è stata creata con lo scopo di aiutare coloro che si interessano al processo di integrazione europea ad accedere alle pubblicazioni della Comunità. Si tratta di biblioteche e centri di documentazione, solitamente insediati presso le Università, che raccolgono, catalogano e permettono la consultazione al pubblico delle pubblicazioni dell’Ufficio delle pubblicazioni ufficiali dell’Unione Europea. Bologna Università di Bologna Istituto giuridico “A. Cicu” Via Zamboni, 27-29 - 40126 Bologna Tel. 051 2099627 - fax 051 2099624 e-mail: [email protected] http://www.jus.unibo.it/cde 153 Ferrara Università di Ferrara Dipartimento di Economia Istituzioni Territorio Corso Ercole I d’Este, 44 - 44100 Ferrara Tel. 0532 291960 - fax 0532 202102 e-mail: [email protected] http://cde.economia.unife.it Modena Università di Modena Centro documentazione e ricerche sulle CE Via Università, 4 - 41100 Modena Tel. 059 2056633 - fax 059 230443 e-mail: [email protected] http://www.giurisprudenza.unimo.it/bi blioteca/europe.htm Parma Collegio europeo di Parma Borgo Lalatta, 14 – 43100 Parma Tel. 0521 207525 - fax 0521 207554 e-mail: [email protected] Esistono poi centri attivati nell’ambito di specifiche azioni o non rivolti al grande pubblico ma con una missione più specifica, come: BIC: Business Innovation Centres I BIC denominati anche CEII (Centri 154 europei di impresa e innovazione) forniscono assistenza multifunzionale e continua alle PMI per stimolare lo sviluppo industriale, a livello locale e regionale. Lo scopo principale è di creare nuove imprese o di sviluppare imprese già esistenti che siano innovative in tutti i settori dell’industria e dei servizi connessi. Bic Emilia Romagna Unita Via Carlo Seganti, 103 - 47100 Forlì Tel. 0543 473563 - fax 0543 473564 e-mail: [email protected] BRE: Bureau de Rapprochement des Entreprises Coordinati dalla DG Imprese, favoriscono la cooperazione transnazionale tra le PMI attraverso la messa in rete delle loro offerte e domande di cooperazione che possono essere principalmente di tre tipi: commerciale, finanziario e tecnico/produttivo. Svolgono anche un ruolo di supporto durante la fase di negoziazione dell’accordo alla cooperazione. Forlì/Cesena Cise - Centro per l’innovazione e lo sviluppo - Azienda speciale CCIAA Corso della Repubblica, 5 - 47100 Forlì Tel. 0543 38211 - fax 0543 38219 SESTOEURORAPPORTO e-mail: [email protected] http://www.ciseonweb.it/index.jsp Modena Eda Program Via Papazzoni, 122 - 41023 Cavezzo (MO) Tel. 0535 58242 - fax 0535 46201 e-mail: [email protected] Piacenza Asip - Camera di Commercio di Piacenza Ufficio commercio estero Piazza Cavalli, 35 - 29100 Piacenza Tel. 0523 386240 - fax 0523 334367 e-mail: [email protected] membro associato a EIC IT 355 di Bologna è Comitato Impresa Donna Via Aldo Moro, 22 - 40127 Bologna Tel. 051 6099473 - fax 051 6099474 e-mail: [email protected] http://www.cid.comitatoimpresadonna.net/ Ravenna Eurosportello EIC IT 369 Azienda speciale SIDI Camera di Commercio Viale L.C. Farini, 14 - 48100 Ravenna Tel. 0544 481443 - fax 0544 218731 e-mail: [email protected] http://www.ra.camcom.it/index.php?N=9 EICs: Euro Info Centres Relay dell’EIC IT 369 di Ravenna sono: Gli Euro Info Centres, o Eurosportelli, costituiscono una rete creata dalla Commissione europea con l’obiettivo di fornire informazione ed assistenza alla piccole e medie imprese: informano, assistono e consigliano le aziende su tutte le materie comunitarie e di interesse per le imprese. Modena Promec Promozione Modena economica Azienda speciale CCIAA Via Ganaceto, 134 – 41100 Modena Tel. 059 208270 fax 059 218750 e-mail: [email protected] http://www.mo.camcom.it/promec Bologna Euro Info Centre IT 355 c/o Associazione industriali Via San Domenico, 4 - 40124 Bologna Tel. 051 529648 - fax 051 2913448 e-mail: [email protected] http://www.assibo.it/assibo/circolar.ns f/siteweb/5.4 Reggio Emilia S.IN.IM. Servizi per l’internazionalizzazione delle imprese - Azienda speciale CCIAA Piazza della Vittoria, 1 - 42100 Reggio Emilia Tel. 0522 796244 - fax 0522 796300 e-mail: [email protected] http://www.sinim.it/ Ferrara CCIAA Via Darsena, 79 – 44100 Ferrara Tel. 0532 783711 - fax 0532 783718 e-mail: [email protected] http://www.fe.camcom.it Parma CCIAA Via Verdi, 2/A – 43100 Parma Tel. 0521 210241 - fax 0521 233507 Rimini CCIAA Via Sigismondo, 28 – 47027 Rimini Tel. 0541 363733 - fax 0541 363747 EURES: EURopean Public Employment Services Gli Eures - Servizi europei per l’occupazione - sono stati creati al fine di favorire la mobilità dei lavoratori tranfrontaliera all’interno delle nazioni dello spazio economico europeo attraverso la cooperazione tra servizi pubblici di collocamento. L’anima del servizio è composta da una rete di 450 consulenti per l’occupazione chiamati Euroconsiglieri. In Italia la rete degli euroconsiglieri è coordinata dal Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali che esercita un ruolo di collegamento e di interfaccia con la Commissione europea. Attualmente in Emilia-Romagna operano due euroconsigliere presso l’Amministrazione provin- SESTOEURORAPPORTO ciale di Bologna e nove assistenti eures presso le altre amministrazioni provinciali. Provincia di Bologna - Servizio Lavoro Via del Borgo di S. Pietro 90/g - 40126 Bologna Tel. 051 218976 - 051 218940; Fax: 051 218593 e-mail: [email protected] EURODESK I punti di informazione decentrata Eurodesk costituiscono una rete internazionale di informazione sui programmi europei rivolti ai giovani. Offrono servizi gratuiti di documentazione e orientamento sui programmi e le opportunità dell’Unione Europea e del Consiglio d’Europa. Svolgono attività in cooperazione con l’Agenzia Nazionale Gioventù e su mandato della Commissione Europea. Ferrara Comune di Ferrara via de Pisis, 49 – 44100 FERRARA tel. 0532/210408 - 211108; fax. 0532/202488 e-mail: [email protected] Reggio Emilia Carrefour Emilia Via Bolognesi 2 - 42100 REGGIO EMILIA Tel. 0522 278019; fax 0522 518956 e-mail: [email protected] Forlì Cooperativa UNISER Via Bruni 38 - 47100 FORLI’ Tel. 0543 370012; Fax 0543 458784 Forlì/Cesena Coop. Kara Bobowski - Informagiovani comunale Piazza Mazzini 7 - 47015 MODIGLIANA Tel. 0546 949196 – 940542; Fax 0546 940259 e-mail: [email protected] Parma Consorzio IN&CO - Informagiovani comunale Via Melloni 1/B - 43100 PARMA Tel. 0521 218749; Fax 0521 234735 e-mail: [email protected] Ravenna Coop. Libra - Informagiovani comunale Via Guido da Polenta 4 - 48100 RAVENNA Tel. 0544 36494 – 482456; Fax 0544 39422 e-mail: [email protected] Rimini Coop. Tana Libera Tutti - Informagiovani comunale Via Bergamo 2 - 47838 RICCIONE Tel. 0541 644920 - 0541 645262 e-mail: [email protected] Modena Comune - Ass.to Cultura, P.I. Piazza della Repubblica 19 - 1033 CON- CORDIA sulla SECCHIA Tel. 0535 412934; Fax 0535 412912 IRC: Innovation Relay Centre La rete degli Innovation Relay Centres (Centri di collegamento per l’innovazione) è formata da organizzazioni selezionate dalla Commissione europea, attive nel settore della diffusione di conoscenze e del trasferimento tecnologico alle imprese. I membri della rete sono incaricati della diffusione di informazioni sui programmi di ricerca e dell’organizzazione di incontri e di seminari mirati al trasferimento di tecnologie innovative. IRENE c/o ENEA Via don Fiammelli, 2 - 40129 Bologna Tel 051 6098197-6098127; fax 051 6098084 e-mail: [email protected] http://www.irc-irene.org/ L’area di competenza di IRENE è il NordEst dell’Italia e comprende, oltre all’ Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Trentino Alto-Adige, Veneto e Marche. 155 OPET: Organizzazioni per la Promozione delle Tecnologie Energetiche La rete degli OPET è stata creata dalla Commissione Europea per contribuire alla diffusione delle tecnologie energetiche innovative nell’Unione Europea, negli Stati Associati e nei Paesi dell’Europa Centro-Orientale. OPET SEED c/o ASTER Via Gobetti, 101 - 40129 Bologna Tel 051 6398099- fax 051 6398131 e-mail: [email protected] http://www.aster.it/opet/ Agenzia SAVE Lo scopo delle Agenzie per l’energia e l’ambiente, create nell’ambito del programma SAVE, è di fornire servizi informativi ad enti pubblici, imprese e cittadini nei settori della razionalizzazione e del miglioramento dell’efficienza nell’uso delle risorse energetiche, del risparmio energetico, del ricorso alle fonti energetiche rinnovabili e, più in generale, per la promozione dell’energia pulita. 156 Agenzia per l’energia e lo sviluppo sostenibile Via Razzaboni, 80 - 41100 Modena Tel. 059 407112 - fax 059 407118 e-mail: [email protected] Agenzia APRE L’Agenzia per la Promozione della Ricerca Europea, costituita con il patrocinio del Ministero dell’Università e della Ricerca Scientifica e Tecnologica, svolge in stretto contatto con la Commissione Europea attività di informazione, formazione ed assistenza al fine di promuovere la partecipazione dei soggetti regionali ai programmi europei di ricerca, sviluppo ed innovazione tecnologica. Lo sportello Apre dell’Emilia-Romagna ha sede presso l’ENEA di Bologna e l’attività è svolta in collaborazione con l’Innovation Relay Centre Irene, coordinato dalla stessa Divisione Diffusione SESTOEURORAPPORTO dell’Innovazione e Trasferimento Tecnologico dell’ ENEA. Sportello APRE Emilia-Romagna c/o ENEA - Via Don Fiammelli, 2 40129 BO Tel. 051 6098245 - fax 051 6098084 e-mail: [email protected] http://spring.bologna.enea.it/apre-er/ Esistono, inoltre, una serie di servizi diretti dell’Unione Europea rivolti ai cittadini: europa.eu.int sito internet nato nel 1995 su iniziativa della Commissione, che contiene oltre un milione e mezzo di documenti e 60 banche dati, ognuna delle quali può contenere diverse centinaia di documenti. Europe Direct (00 800 67 89 10 11) servizio telefonico gratuito, aiuta i cittadini a conoscere ed esercitare i propri diritti e individuare tutte le opportunità offerte dall’UE, ad esempio i vari programmi comunitari che possono contribuire alla realizzazione dei progetti. Dall’aprile 2000, è stato costituito un call centre Europe Direct in grado di rispondere al telefono in 11 lingue ed è disponibile attraverso un numero gratuito, per posta elettronica, lettera o fax. Eurojus fornisce consulenza e assistenza gratuita in merito a problemi giuridici derivanti dall’interpretazione o dall’applicazione di diritto comunitario. I consulenti legali sono accessibili attraverso le Rappresentanze: in Italia il Consulente Euro-Jus è presente presso gli uffici di Roma il venerdì e le richieste possono essere fatte per telefono o per iscritto (posta o telefax). Europe by Satellite (EBS) è il nuovo strumento televisivo delle istituzioni dell’UE, diffonde nuovi notiziari quattro volte al giorno a orari fissi (20% delle trasmissioni) mentre il 40% di tutte le tramissioni è dedicata ad una informazione completa dal vivo delle attività delle istituzione, il resto del tempo è occupato da documentari concernenti questioni di attualità (15%) e da programmi preparati da canali partner. Eurobarometro (EB) fornisce regolari istantanee dell’opinione pubblica che vengono utilizzate per preparare e valutare le azioni di informazione necessarie per il pubblico. Rassegne stampa e Dispacci di agenzia. Ulteriori informazioni possono essere reperite consultando la pubblicazione: “L’Europa in Italia - Guida pratica all’Unione Europea” ed. D’Anselmi/Hoepli in collaborazione con Parlamento Europeo (Ufficio per l’Italia) e Commissione europea (Rappresentanza in Italia). GRAFICI E TABELLE SESTOEURORAPPORTO 159 Agenda 2000 – Regione Emilia-Romagna Programmazione interventi strutturali 2000-2006 (in milioni di Euro) obiettivo 2 phasing-out ob. 2 obiettivo 3 sviluppo rurale docup pesca azioni innovative Totale Leader plus Equal * Interreg ** Totale Totale generale totale complessivo FESR 240,004 12,36 1.246,319 1.264,890 21,217 10,329 2.795,119 116,686 6,014 FSE FEOGA-or FEOGA-G SFOP cofinanziamento nazionale private 5,107 116,686 6,014 680,334 460,620 7,341 2,582 1.273,577 6,632 0,332 9,348 417,570 8,769 5,165 447,816 7,450 455,266 556,637 386,700 5,107 2,582 125,282 556,637 0 386,700 28,678 52,570 7,377 88,625 9,780 3,730 3,730 26,285 9,780 0,000 0,000 11,448 26,285 3,647 41,380 2.833,744 129,012 582,922 9,780 386,700 5,107 1.314,957 26,285 * l'iniziativa è attuata tramite un programma nazionale, la cifra riportata è indicativa per la nostra Regione ** Progetti approvati al primo e secondo bando – anno 2002 – programmi Cadses e MEDOC SFOP 0,5% FESR 11,6% FEOGA-G 34,7% FSE 52,3% Incidenza singoli fondi sul totale generale FEOGA-or 0,9% 7,450 SESTOEURORAPPORTO 160 Agenda 2000 - Regione Emilia-Romagna Programmazione interventi strutturali 2000-2006 (in milioni di Euro) obiettivo 2 phasing-out ob. 2 obiettivo 3 sviluppo rurale docup pesca azioni innovative FESR Totale Obiettivo totale costo pubblico 240,004 12,360 1.246,319 1.264,890 21,217 10,329 2.795,119 233,372 12,028 1.236,971 847,320 12,448 5,164 2.347,303 116,686 6,014 556,637 386,700 5,107 2,582 1.073,726 116,686 6,014 680,334 460,620 7,341 2,582 1.273,577 81,680 4,210 544,267 384,820 5,139 1,807 1.021,923 35,006 1,804 136,067 75,800 2,202 0,775 251,654 6,632 0,332 9,348 417,570 8,769 5,165 447,816 28,678 52,570 7,377 88,625 21,228 52,570 7,377 81,175 9,780 26,285 3,730 39,795 11,448 26,285 3,647 41,380 6,848 20,285 3,483 30,616 4,600 6,000 0,164 10,764 7,450 2.883,744 2.428,478 1.113,521 1.314,957 1.052,839 262,418 455,266 Leader plus Equal * Interreg ** Totale Totale generale Finanziamento pubblico cofinanziamento nazionale totale U.E. totale Stato Regione * la cifra riportata è relativa ai progetti di partnership geografiche approvate sul primo bando ** progetti approvati al primo e secondo bando – anno 2002 – programmi Cadses e Medoc privati 16% Stato 36% Altro 46% UE 39% Regione 9% quote private 7,450 SESTOEURORAPPORTO 161 Partecipazione della Regione Emilia-Romagna a progetti di cofinanziamento comunitario – Anno 2002 Elenco progetti (esclusi i progetti relativi alle Iniziative Comunitarie Interreg, Equal e Leader plus) Progetto Programma Settore Ruolo partner Stati UE Carpediem Chemins de la memoire Circolieuropa Clear Coastview Conservazione chirotteri Conservazione habitat Demeter Dreamjob ECA Econet Euroedult Fumapex Ingegneria Intratools Irene Iwha Life/lupo Marginalia Mediamente Miglior. relaz. Sud Europa Music Oltregiardino Opus Osservatorio art. 18 Pace a 4 voci Partnership Ripristino Valli Comacchio Stardex Tandem Terpsychore Torre Visit 5 Programma Quadro R&ST Cultura 2000 Socrate Life Ambiente 5 Programma Quadro R&ST Life Natura Life Natura 5 Programma Quadro R&ST Leonardo Cultura 2000 Life Ambiente Socrate 5 Programma Quadro R&ST Rel. Ind.li e dialogo sociale Leonardo Socrate Linea bil. B3-4105 Life Natura Linea bil. B3-4105 Urb-AL Rel. Ind.li e dialogo sociale 5 Programma Quadro R&ST Cultura 2000 Leonardo Stop Gioventù Linea bil. B3-4105 Life Natura 5 Programma Quadro R&ST Life Ambiente Raffaello Life Ambiente Life Ambiente Ricerca Cultura/turismo Scuola Ambiente Ambiente Ambiente Ambiente Ricerca Fp/lavoro Cultura Ambiente Fp/Cultura Ambiente Pol. Sociali Fp/lavoro Scuola/cultura Pol. Sociali Ambiente Pol. Sociali Pol. Sociali Fp/lavoro Ricerca Cultura/turismo Fp/lavoro Pol. Sociali Cultura Pol. Sociali Ambiente Ambiente Ambiente Cultura Ambiente Ambiente Capofila Partner Partner Associato associato Capofila Capofila Patner Partner Partner Partner Partner Partner Partner Partner Partner Partner Capofila Partner Capofila Partner Partner Capofila Capofila Capofila Partner Partner Capofila Partner Associato Partner Partner Partner D, E, FIN, IRL, S B, D, E, F, UK DK, F, IRL, S, UK Partner regioni italiane Camp., Lig., Lomb., Piem., Tosc., .Ven DK, E, NL, UK D, DK, E, F, UK B, D, E, F, UK D, F NL, UK D, F, UK CH, D, DK, E, F, FIN, N, UK B, D, F D, E, F D, FIN D, E, EL B, E, EL, F, P NL D, E, NL D, DK, PL, UK D, FIN E, F, UK D, E D D, E, UK Abruzzo Veneto Liguria, Piemonte, Toscana Abruzzo, Marche, Umbria Toscana Piemonte CH, D, DK, E, EL, F, N, S, UK B, D, S, UK A, D, DK, NL Liguria, Marche, Puglia, Veneto Campania SESTOEURORAPPORTO 162 Partecipazione della Regione Emilia-Romagna a progetti a cofinanziamento comunitario esclusi i fondi strutturali – anno 2002 Ruoli e Settori interessati Capofila 28% Associato 9% 100% 80% 60% 40% Associato Partner Capofila Partner 63% Politiche sociali 19% FP/lavoro 16% Altro 38% Ambiente 34% Ricerca 9% Scuola/Cultura /Turismo 22% Ricerca Pol. Sociali FP/lavoro Scuola/cultura 0% Ambiente 20% SESTOEURORAPPORTO 163 Partecipazione della Regione Emilia-Romagna a progetti a cofinanziamento comunitario esclusi i fondi strutturali – anno 2002 Stati membri UE coinvolti 25 20 15 10 5 Stati extra UE coinvolti 3,5 3 2,5 2 1,5 1 0,5 Argentina B rasile Uruguay Palestina Israele Norvegia Polonia Svizzera Rep. Ceca Russia 0 Svezia Spagna Regno Unito Portogallo Olanda Lussemburgo Irlanda Grecia Germania Finlandia Francia Danimarca Belgio Austria 0 SESTOEURORAPPORTO 164 Partecipazione della Regione Emilia-Romagna a progetti INTERREG III B – Anno 2002 Elenco progetti Progetto Programma Settore Ruolo partner Stati UE Adri.fish Castrum Cityports Desertnet Enplan Euromedsys Gildanet Hydroadria Hydroptimet Ilog Imonode InCluD Iter Loto Maem Merope RDA ceda bet Revermed Sedemed Sestante West Cadses Medoc Cadses Medoc Medoc Medoc Cadses Cadses Medoc Cadses Cadses Cadses Cadses Cadses Medoc Medoc Cadses Medoc Medoc Medoc Cadses Pesca Cultura Trasporti Risorse idriche Ambiente Cooperaz. economica Trasporti Risorse idriche Prevenzione rischi Trasporti Trasporti Cooperaz. economica Cultura Tutela territorio Cultura Trasporti Cooperaz. economica Ambiente/turismo Risorse idriche Trasporti Politiche sociali Partner Partner Capofila Partner Partner Partner Capofila Partner Partner Partner Partner Partner Capofila Partner Partner Partner Partner Partner Partner Partner Capofila E, P A, EL E E E, F A, EL A, D, EL E, F A, D, EL A, EL A A, EL D E, F E, F A, D, EL E, F, P E, P E D Partner regioni italiane Friuli V.G., Veneto Cal, Laz. Lig. Piem. Tosc. Umbria Abr, FVG, Lomb, Marc, Pugl, Um Bas, Cal, Camp, Lig, Sard, Sic, Tosc Lig, Lomb, Piem. Tosc, VDA Cal, Campania, Sardegna, Toscana Lombardia, March, Puglia Bas, Cal, Lig, Piem, Sardegna, Toscana Abruzzo, Marche, Umbria, Veneto Friuli V.G., Puglia, Veneto Abruzzo, Marche, FVG, Lombardia Friuli V.G., Veneto Lombardia, Marche, Umbria, Veneto Camp, Laz, Lomb, Sard, Tosc, Umb Calabria, Liguria, Toscana, Umbria Abruzzo, Lomb, Molise, Umbria Lazio, Liguria, Lomb, Piemonte, S Bas, Calabria, Piem, Sardegna, S Calabria, Campania, Liguria, Toscana Abr, FVG, Lomb, Marc, Umb, Prov. TN SESTOEURORAPPORTO Partecipazione della Regione Emilia-Romagna al programma d’iniziativa comunitario Interreg III B Cadses e Medoc – anno 2002 Ruoli e Settori interessati (nelle colonne è indicato il numero dei progetti riferito al singolo programma ed al ruolo) 1 3 4 2 2 1 1 2 3 8 Coop. economica 2 Trasporti Cultura 1 1 Am biente, tutela territorio, prevenzione rischi amb. 4 Politiche sociali 2 5 Cadses Medoc Partner Capofila 165 SESTOEURORAPPORTO 166 Partecipazione della Regione Emilia-Romagna a progetti a cofinanziamento comunitario esclusi i fondi strutturali – anno 2002 Ruoli e Settori interessati Interreg III Programma Medoc Interreg III Programma Casdes Portogallo 3% Germania 28% Francia 28% Spagna 55% Austria 33% Grecia 39% Interreg III Programma Casdes Polonia 3% Croazia 13% Austria 15% Albania 3% Romania 10% Grecia 17% Bulgaria 3% Ungheria 10% Slovenia 13% Germania 13% SESTOEURORAPPORTO 167 Partecipazione della Regione Emilia-Romagna a progetti a cofinanziamento comunitario – anno 2002 Partnership con altre regioni italiane Incidenza percentuale Lombardia 5% Veneto 14% Toscana 13% Liguria 14% Puglia 5% Abruzzo 10% Umbria 5% Marche 10% Piemonte 14% Campania 10% 12 10 8 6 4 Altri programmi Interreg III B Prov. TN Veneto VDA Umria Toscana Sicilia Sardegna Puglia Piemonte Molise Marche Lombardia Liguria Lazio Friuli V.G. Campania Calabria Basilicata 0 Abruzzo 2 168 SESTOEURORAPPORTO Partecipazione della Regione Emilia-Romagna a progetti a cofinanziamento comunitario – anno 2002 Partnership con Germania ed incidenza percentuale Schleswig-Holstein 3% Baden Wurttenberg 3% Sachsen 3% Bayern 17% Organismi nazionali 20% Berlin 10% Nordrhein Westfalen 7% Niedersachsen 7% Brandenburg 7% Hessen 13% Hamburg 7% Bremen 3% SESTOEURORAPPORTO Partecipazione della Regione Emilia-Romagna a progetti con cofinanziamento comunitario – Anno 2002 Elenco partner tedeschi Partner Regione Akademie der Bilden Kunste di Munchen Bayerische Volkshochschulverand Case Pankov eV, Public Centre of Consultation of Refugee City of Berlin Deutsches Tanzfilm Instsitut di Brema Deutsches Zentrum für Luft und Raumfahrt Ecotrans (European network for Sustainable Tourism development) Ever & Jung Fachhochschule Stuttgart - Hochschule für Technik Fraunhofer Gesellschaft E.V. (ATL) - Nurnerg Gemaldegalerie Dresede Gematronick GmH elektronische Anlagen German Weather service Haus der Geschichte di Bonn Institut für Wasserbau KOK-Germany Kurve-Wustrow-Bildungs und Begegnungsstatte für gewaltfreie Aktion E.V. Land Hessen Markland GmbH Max-Plank Institut für Meteorology Ministero degli Affari Sociali dell’Assia Ministero del lavoro Schleswig-Holstein Strattreisen di Hannover Technical University di Munchen Università di Potsdam Università di Francoforte Università di Hamburg MIHU Università di Erlangen-Nurnberg FIM-Psychologie di Erlangen Zukunftsbau GmbH di Berlino Bayern Bayern Berlin Bremen organismi nazionali organismi nazionali organismi nazionali Baden Wurttemberg Bayern Sachsen Nordrhein Westfalen organismi nazionali Hessen organismi nazionali Brandenburg Niedersachsen Hessen Berlin Hessen Hessen organismi nazionali Schleswig-Holstein Niedersachsen Bayern Brandenburg Hessen Hamburg Bayern Berlin 169 170 SESTOEURORAPPORTO Partecipazione della Regione Emilia-Romagna a progetti a cofinanziamento comunitario – anno 2002 Partnership con Spagna ed incidenza percentuale Region de Murcia 5% Pais Vasco 3% Andalucia 22% Organismi nazionali 18% Aragon 3% Cantabria 5% Islas Baleares 8% Comunidad Valenciana 17% Cataluna 19% SESTOEURORAPPORTO 171 Partecipazione della Regione Emilia-Romagna a progetti con cofinanziamento comunitario – Anno 2002 Elenco partner spagnoli Partner AICIA Asociacion de la Investigacion y la cooperacion industrial de Andalucia Autoridad Portuaria de Santander Autorità Portuale di Valencia Centro de Estudios Ambientales del Mediterraneo CEAM City Council of malaga - Unit of social welfare- City of Malaga Conseil Comarcal de la Terra Alta CC.OO Confederacion sindacal de Comisiones Obreras Dipartimento di astronomia e meteorologia dell’Università di Barcellona Diputacion Alicante Diputacion de Aragon Diputacion de Cordoa Diputacion de Girona Diputacion de Jaén Diputacion de Sevilla FLC Fondacion Laoral de la Construccion de Sevilla Fondazione ADEIT di Valencia Fondacion Diagramma Fondacion de los Ferrocarriles espanoles Fondacion para la Investigacion del Clima Generalitat Valenciana Regione Andalucia Cantabria Comunidad Valenciana Comunidad Valenciana Andalucia Cataluna organismi nazionali Cataluna Comunidad Valenciana Aragon Andalucia Cataluna Andalucia Andalucia Andalucia Comunidad Valenciana organismi nazionali organismi nazionali organismi nazionali Comunidad Valenciana Partner Regione GES Gabinet d’Estude socialis di Barcellona Instituto Municipal de formacion y empleo di Granjada Instituto Nacional de Meteorologia International Centre for Coastal Resources Research Mancomunidad de Beturia Muse de La paz di Gernika Regione Catalogna Regione Valenciana Regione Andalusia Regione delle Isole Baleari Regione Murcia Servizi Ferroviari di Majorca Servizio della Salute di Murcia Turismo de Catalogna UGT Union General de Trabayadores Università de Cantabria Universidad di Barcellona Universidad Politecnica della Catalogna Universidad delle Isole Baleari Universidad Politecnica di Valencia Cataluna Andalucia organismi nazionali organismi nazionali Andalucia Pais Vasco Cataluna Comunidad Valenciana Andalucia Islas Baleares Region de Murcia Islas Baleares Region de Murcia Cataluna organismi nazionali Cantabria Cataluna Cataluna Islas Baleares Comunidad Valenciana 172 SESTOEURORAPPORTO Partecipazione della Regione Emilia-Romagna a progetti a cofinanziamento comunitario – anno 2002 Partnership con Francia ed incidenza percentuale Basse Normandie 4% Rhône - Alpes 12% Haute Normandie 4% Ile de France 8% Provence - Alpes Côte d’Azur 12% Languedoc Roussillon 8% Midi-Pyrènées 4% Pays de la Loire 16% Organismi nazionali 32% SESTOEURORAPPORTO Partecipazione della Regione Emilia-Romagna a progetti con cofinanziamento comunitario – Anno 2002 Elenco partner francesi Partner Regione Accompagnement Lieux d’accueil Carrefour educatif & social ALC di Nizza Armines LG12P Languedoc Roussillon Association developpement veloroutes e voies vertes AF3V Centre National de la Recherche Scientificuqe CNRS CNAM (Conservation National des Arts et Mètiers) di Nantes CNRS Université - Insa de Rouen CORIA Cons. Reg. Provence - Alpes - Côte d’Azur Consiglio generale dell’Héurault Echange, Financement, Information pour la Creation d’Entreprises et d’Activités EFICEA - Paris Ecole centrale di Nantes Ecoule de Louvre European Centre for Research and Advanced Training in Scientific Computation CERFACS IFRADE(Instiut de Formation et de Recherche pour les acteurs du Developpement et de l’Entreprise) d’Angers Institut Supérieur de Technologie di Toulouse Istituto Politecnico di Grenoble Laboratoire d’Océanographie Dynamique et de Climatologie LODYC - Paris Memorial di Caen Météo-France CNRM Ministero dell’Ecologia e Sviluppo sostenibile Ministero dello Sport Museo del Louvre Regione Pays de la Loire Regione Rhône-Alpes Università Joseph Fourier - SIRET UJF Provence - Alpes - Côte d’Azur Languedoc Roussillon organismi nazionali organismi nazionali Pays de la Loire Haute Normandie Provence - Alpes - Côte d’Azur Languedoc Roussillon organismi nazionali Pays de la Loyre Ile de France organismi nazionali Pays de la Loire Midi-Pyrènées Rhône-Alpes organismi nazionali Basse Normandie organismi nazionali organismi nazionali organismi nazionali Ile de France Pays de la Loire Rhône-Alpes Rhône-Alpes 173 174 SESTOEURORAPPORTO Partecipazione della Regione Emilia-Romagna a progetti a cofinanziamento comunitario – anno 2002 Partnership con Gran Bretagna ed incidenza percentuale South East 11% East Anglia 11% East Midlands 4% London 18% Organismi nazionali 28% North West 24% North East 4% SESTOEURORAPPORTO Partecipazione della Regione Emilia-Romagna a progetti con cofinanziamento comunitario – Anno 2002 Elenco partner inglesi Partner Regione Chesire County Council D-DAY Museum di Portsmouth Dipartimento di Ingegneria dei sistemi elettronici dell’Università di Essex English nature Environment Agency Environment Agency of England and Wales European Centre for Medium-Range Weather Forecasting European Museum Forum Greenwich Co-Operative Development Agency John Moores University di Liverpool King’s College London London Borough of Grenwich MALSAT Research Group, Liverpool School of Tropical Medicine Meteorological Office METEO New Economic Foundation North West Water Limited OLC International Ltd Educational Consultatnt Worldwide London People’s College Nottingham Sociologist European Programmes Sector - Nean Ionia - Magnesias Sustainability North West Università di East Anglia Università di Hertfordshire Università di Newcastle upon Tyne Università di Reading Università di Stanford Università di Plymouth - European Research Office Vale Royal Borough Council Video Palace of London North West South East East Anglia organismi nazionali organismi nazionali organismi nazionali organismi nazionali organismi nazionali London North West London London North West organismi nazionali organismi nazionali North West London East Midlands organismi nazionali North West East Anglia East Anglia North East South East North West South East North West London 175 CARTINE REGIONE EMILIA-ROMAGNA SESTOEURORAPPORTO 179 Cartina n. 1 – Regione Emilia-Romagna aree Obiettivo 2: Aree non comprese in ob2 Aree ob2 zona appenninica Aree ob2 zona orientale Sub-area appenninica: Provincia di Piacenza: Bettola, Bobbio, Cerignale, Coli, Corte Brugantella, Farini, Ferriere, Morfasso, Ottone, Vernasca, Zerba, Caminata, Gropparello (parte), Pecorara, Piozzano, Travo (parte). Provincia di Parma: Albareto, Bardi, Bedonia, Berceto, Bore, Borgo Val di Taro, Calestano, Compiano, Corniglio, Monchio delle Corti, Neviano degli Arduini, Palanzano, Pellegrino Parmense, Terenzo, Tizzano Val Parma, Tornolo, Valmozzola, Varsi, Varano de’ Melegari (parte). Provincia di Reggio Emilia: Busana, Carpineti, Castlnovo ne’ Monti (parte), Collagna, Ligonchio, Ramiseto, Toano, Vetto, Villa Monozzo, Baiso (parte), Canossa (parte), Casina (parte), Viano (parte). Provincia di Modena: Fanano, Fiumalbo, Frassinoro, Lama Mocogno, Montecreto, Montefiorino, Montese, Palagano, Pavullo nel Frignano (parte), Pievepelago, Polinago, Riolunato, Zocca, Sestola. Provincia di Bologna: Borgo Tossignano, Camugnano, Castel d’Aiano, Castel del Rio, Castel di Casio, Castiglione dei Pepoli, Fontanelice, Granaglione, Lizzano in Belvedere, San Benedetto Val di Sambro, Porretta Terme (parte). Provincia di Ravenna: Casola Valsenio, Brisighella (parte), Castel Bolognese (parte), Faenza (parte), Riolo Terme (parte), Solarolo (parte). Provincia di Forlì/Cesena: Bagno di Romagna, Galeata, Mercato Saraceno, Portico e San Benedetto, Premilcuore, Rocca San Casciano, Roncofreddo, Sarsina, Sogliano al Rubicone, Tredozio, Verghereto, Civitella di Romagna, Dovadola, Meldola (parte), Modigliana, (parte), Predappio (parte). Provincia di Rimini: Torriana, Mondaino, Montegridolfo, Saludecio. Sub-area orientale Provincia di Ferrara: Berra, Codigoro, Comacchio (parte), Lagosanto, Mesola, Ostellato, Goro, Copparo (parte), Ferrara (parte), Ro, Argenta (parte), Bondeno (parte), Formignana, Jolanda di Savoia, Masi Torello (parte), Massa Fiscaglia, Migliarino, Migliaro, Portomaggiore (parte), Tresigallo, Voghiera (parte). Provincia di Ravenna: Alfonsine (parte), Bagnacavallo (parte), Cervia (parte), Conselice (parte), Cotignola (parte), Fusignano (parte), Lugo (parte), Massa Lombarda (parte), Ravenna (parte), Russi (parte). SESTOEURORAPPORTO 180 Cartina n. 2 – Regione Emilia-Romagna aree a sostegno transitorio: area appenninica e pianura centrale Aree a sostegno transitorio Aree non comprese nel sostegno transitorio Aree in phasing out - Pianura centrale Aree in phasing out - Appennino Provincia di Reggio Emilia: Campagnola Emilia, Correggio (parte), Fabbrico, Reggio nell’Emilia (parte), Rio Saliceto, Rolo, San Martino in Rio. Provincia di Modena: Carpi (parte), Cavezzo, Novi di Modena. Provincia di Parma. Solignano. Provincia di Reggio Emilia: Castelnuovo ne’ Monti (parte). Provincia di Modena: Pavullo nel Frignano (parte). Provincia di Bologna: Monghidoro. Provincia di Forlì/Cesena: Santa Sofia. SESTOEURORAPPORTO 181 Cartina n. 3 – Regione Emilia-Romagna aree 87.3.c Aree 87.3.c Altre aree Formignana (FE); Migliarino (FE), Migliaro (FE), Ostellato (FE), Tresigallo (FE); tutto il territorio comunale Comacchio (FE), Copparo (FE), Ferrara, Ro (FE), Ravenna. parte del territorio comunale 182 SESTOEURORAPPORTO Cartina n. 4 – Interreg III B: aree CADSES Regioni UE Zone extra UE SESTOEURORAPPORTO 183 Cartina n. 5 – Interreg III B: aree MEDOCC Regioni UE Zone extra UE 184 SESTOEURORAPPORTO Cartina n. 6 – Interreg III A: aree transfrontaliere elegibili SESTOEURORAPPORTO 185 Cartina n. 7 – Aree SIC (Siti di Importanza Comunitaria) e ZPS (Zone di Protezione Speciale) emiliano-romagnole 186 SESTOEURORAPPORTO Elenco aree SIC (Siti di Importanza Comunitaria) e ZPS (Zone di Protezione Speciale) dell’Emilia-Romagna Codice Nome SIC ZPS PROV IT4010018 IT4010002 IT4010003 IT4010004 IT4010005 IT4010006 IT4010007 IT4010008 IT4010011 IT4010012 IT4010013 IT4010016 IT4010017 IT4020001 IT4020002 IT4020003 IT4020004 IT4020005 IT4020006 IT4020007 IT4020008 IT4020009 IT4020010 IT4020011 IT4020012 IT4020013 IT4020014 IT4020015 IT4030001 IT4030002 Fiume Po da Rio Boriacco a Bosco Ospizio Monte Menegosa, Monte Lama, Groppo di Gora Monte Nero, Monte Maggiorasca, La Ciapa Liscia Monte Capra, Monte Tre Abati, Monte Armelio, Sant’Agostino, Lavo di Averaldi Pietra Parcellara, Sassi Neri Meandri di San Salvatore Roccia Cinque Dita Castell’Arquato, Lugagnano Val d’Arda Fiume Trebbia da Perino a Bobbio Val Boreca, Monte Lesima Monte Dego, Monte Veri, Monte delle Tane Basso Trebbia Conoide del Nure e Bosco di Fornace Vecchia Boschi di Carega Fiume Taro da Fornovo di Taro al ponte della ferrovia MI-Bo Torrente Stirone Alta Valle del torrente Parma, Val Cedra Groppi Rossi Monte Prinzera Monte Penna, Monte Trevine, Groppo, Groppetto Monte Ragola, Lago Moò, Lago Bino Fontanili di Viarolo Monte Gottero Groppo di Gorro Monte Barigazza, Pizzo d’Oca Belforte, Corchia, alta val Manubiola Monte Cappuccio, Monte Sant’Antonio Monte Fuso Monte Acuto, Alpe di Succiso Monte Ventasso X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X — — — — — — — — — — X — — — — — — — — — — — — — — — — X X PC PC-PR PC-PR PC PC PC PC-PR PC PC PC PC PC PC PR PR PR-PC PR PR PR PR PR-PC PR PR PR PR PR PR PR RE RE SESTOEURORAPPORTO 187 Codice Nome SIC ZPS PROV IT4030003 IT4030004 IT4030005 IT4030006 IT4030007 IT4030008 IT4030009 IT4030010 IT4030011 IT4030012 IT4030013 IT4030014 IT4030015 IT4030016 IT4030017 IT4030018 IT4040001 IT4040002 IT4040003 IT4040004 IT4040005 IT4040006 IT4040007 IT4040009 IT4040010 IT4040011 IT4040012 IT4040013 IT4050001 IT4050002 IT4050003 Monte La Nuda, Cima Belfiore, Passo del Cerreto Val d’Ozola, Monte Cusna Abetina Reale, Alta val Dolo Monte Prado Fontanili di Corte Valle Re Pietra di Bismantova Gessi Triassici Monte Duro Casse di espansione del Secchia Crostolina di Guastalla Fiume Enza da La Mora a Compiano Rupe di Campotrera, Rossena Valli di Novellara Sazn Valentino, Rio della Rocca Cà del Vento, Cà del Lupo, Gessi di Borzano Media Val Tresinaro, Val Dorgola Monte Cimone, Libro Aperto, Lago di Pratignano Monte Rondinaio, Monte Giovo Sassi di Roccamalatina Sassoguidano, Gaiato Alpesigola, Sasso Tignoso Poggio Bianco, Dragone Salse di Nirano, Varana Manzolino Torrazzuolo Cassa di espansione del fiume Panaro Colombarone Faeto, Varana, torrente Fossa Gessi Bolognesi, Calanchi dell’Abbadessa Corno alle Scale Monte Sole X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X — — X — X — — — X — — — X X — — — — — X — — — — — X — RE RE RE-MO RE RE RE RE RE RE-MO RE RE-PR RE RE RE RE RE MO MO MO MO MO MO MO MO-BO MO MO MO MO BO BO BO 188 SESTOEURORAPPORTO Codice Nome SIC ZPS PROV IT4050004 IT4050017 IT4050006 IT4050021 IT4050011 IT4050012 IT4050013 IT4050014 IT4050015 IT4050016 IT4050018 IT4050019 IT4050020 IT4060001 IT4060002 IT4060003 IT4060004 IT4060005 IT4060006 IT4060007 IT4060009 IT4060010 IT4060012 IT4060013 IT4070001 IT4070002 IT4070003 IT4070004 IT4070005 IT4070006 IT4070007 Bosco della Frattona Valli di Medicina e Molinella Valle Benni Valli di Bentivoglio, S. Piuetro in Casale e Malalbergo Media valle del Sillaro Contrafforte pliocenico Monte Vigese Monte Radicchio, Rupe di Calvenzano La Martina, Monte Gurlano Abbazia di Monteveglio Golena S. Vitale e golena del Lippo La Bora Laghi di Suviana e Brasimon Valli di Argenta Valli di Comacchio Vene di Bellocchio, Sacca di Bellocchio, Foce del fiume Reno, Pineta Bellocchio Valle Bertuzzi, Valle Porticino-Canneviè Sacca di Goro, Po di Goro, Valle Dindona, Foce del Po di Volano Bosco della Mesola, Bosco di Panfilia, Bosco di Santa Giustina Bosco di Volano Bosco di Sant’Agostino o Panfilia Dune di Massenzatica Dune di San Giuseppe Po da golena Bianca a Isola Bianca Punte di Albarete, Valle Mandriole Bardello Pineta di San Vitale, Bassa del Pirottolo Pialasse della Baiona, Risega e Pontazzo Pineta di Casalborsetti, Pineta Staggioni, Duna ci Porto Corsini Pialassa dei Piomboni, Pineta di Punta Marina Salina di Cervia X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X — X X X — — X — — — — — — — X X X X X X — X X X X X X X — — X BO BO BO BO BO BO BO BO BO BO BO BO BO FE-BO-RA FE-RA FE-RA FE FE FE FE FE-BO FE FE FE RA RA RA RA RA RA RA SESTOEURORAPPORTO 189 Codice Nome SIC ZPS PROV IT4070008 IT4070009 IT4070010 IT4070011 IT4070013 IT4070016 IT4070017 IT4070018 IT4080001 IT4080002 IT4080003 IT4080004 IT4080005 IT4080006 IT4080007 IT4080008 IT4080009 IT4080010 IT4080011 IT4090001 IT4090002 IT4060008 IT4060011 Pineta di Cervia Ortazzo, Ortazzino, foce del torrente Bevano Pineta di Classe Vena del Gesso Romagnola Canali ripristini ambientali di Alfonsine Alta valle del torrente Sintria Alto Senio Villa romana di Russi Foresta di Campigna, Foresta La Lama, Monte Falco Acquacheta Monte Gemelli, Monte Guffone Bosco di Scardavilla, Ravaldino Monte Zuccherodante Meandri del fiume Ronco Pietramora, Cerparano, Rio Cozzi Balze di Verghereto, Monte Fumaiolo, Ripa della Moia Selva di Ladino, Fiume Montone, Terra del Sole Careste presso Sarsina Rami del Bidente, Monte Marino Onferno Torriana, Montebello, Fiume Marecchia Bonifica del Mezzano Garzaia Zuccherificio di Codigoro X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X — — — X X X X — — — X — X — — — — — — — — — — X X RA RA RA RA-BO RA RA RA-BO RA FC FC FC FC FC FC FC-RA FC FC FC FC RN RN FE FE