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SESTOEURORAPPORTO
SESTOEURORAPPORTO
ATTIVITA` DELLA REGIONE
EMILIA-ROMAGNA
IN ATTUAZIONE
DELLE POLITICHE COMUNITARIE 2002
DIREZIONE GENERALE ALLA PRESIDENZA DELLA GIUNTA
SERVIZIO POLITICHE EUROPEE E RELAZIONI INTERNAZIONALI
sesTOEURORAPPORTO
ATTIVITA` DELLA REGIONE
EMILIA-ROMAGNA
IN ATTUAZIONE
DELLE POLITICHE COMUNITARIE (2002)
PRESENTATO NELLA SEDUTA DELLA GIUNTA REGIONALE
DEL 14 LUGLIO 2003
Il documento è stato elaborato nell’ambito del Gruppo di lavoro “Cabina di regia regionale” con il coordinamento di Michele Migliori e Giuliana Ventura.
Hanno contribuito: Rita Accorsi, Rosanna Altizio, Sergio Andreis, Samanta Arsani, Giuseppe Bacchi Reggiani, Lorenza Badiello, Arda Baldi, Michela Baldi, Aldo Bertazzoli, Silvano Bertini, Claudia Canè,
Lucia Cannellini, Noelia Carboni, Carla Cavallini, Olga Cavina, Mario Cerè, Giampiero Cilione, M.Lucia Contri, Stefano Corazza, Maria Cristina Cremaschi, Alessandro Criserà, Stefano Dall’Omo, Andrea
Dianati, Alessandro Maria Di Stefano, Tiziano Draghetti, Valentina Favero, Stefania Fenati, Francesca Fini, Andrea Furlan, Anita Gaiani, Lodovico Gherardi, Silvia Grassi, Marina Guermandi, Silva Gurioli,
Cinzia Ioppi, Carmen Iuvone, Anna Maria Linsalata; Sandra Lotti, Antonietta Laruina, Gabriele Marzano, Enrica Morandi, Rossana Preus, Attilio Rinaldi, Luisa Rossi, Teresa Schipani, Willer Simonati,
Simona Spagnoli, Margherita Spinazzola, Claudio Tolomelli, Silvia Tolomelli, Piergiorgio Vasi, Monica Visentin, Patrizia Vitali.
Con la collaborazione del Servizio Stampa e Informazione della Giunta regionale, Piera Raimondi Cominesi.
SESTOEURORAPPORTO
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PRESENTAZIONE
Questa pubblicazione annuale sulle attività delle nostra regione in attuazione delle politiche comunitarie è giunta oramai alla sesta
edizione. È un lavoro importante e imponente e desidero ringraziare i collaboratori che hanno lavorato per realizzarla.
È importante, perché ogni azione pubblica deve avere un riscontro da parte di tutti, fa parte della trasparenza con la quale abbiamo
sempre lavorato e lavoriamo. È imponente, perché la nostra regione è una delle più attive nell’utilizzare appieno i fondi comunitari e
realizzare così una importante ricaduta sul territorio, e ciò significa una complessa articolazione di progetti e azioni. Progetti sempre
più a valenza transnazionale che evidenziano la nostra propensione a creare reti con altre realtà, non solo istituzionali, di altri paesi
europei.
L’augurio è che la nostra presenza continui ad essere leader per molte iniziative e trainante per molte altre regioni, così come è avvenuto fino ad oggi ed anzi il nostro impegno sarà sempre più forte nella tensione ideale ed effettiva di portare il nostro contributo di
regione ricca e dotata di forte know how sulla scena europea.
Le regioni sono sempre più protagoniste nell’Unione, non solo nella realizzazione di programmi ma anche, e soprattutto, nella applicazione delle politiche e della normativa comunitaria.
È comunque un impegno crescente. Oggi stiamo vivendo una stagione dinamica di cambiamenti, sia a livello nazionale che europeo.
Dal lato nazionale, il cambiamento costituzionale ha comportato una grande opportunità che ora sta maturando nella legislazione
applicativa: quella di un coinvolgimento fattivo delle Regioni nella definizione della posizione nazionale e nel negoziato comunitario.
Partecipazione quindi anche alla fase di ideazione delle politiche e normative comunitarie.
Al livello comunitario la fase è in grande divenire. Sono oramai sotto i riflettori i due grandi eventi che cambieranno la configurazione della nostra casa europea già nei prossimi mesi: l’allargamento ad est dell’Unione e una nuova Costituzione per gli europei.
Il nostro auspicio è in favore di una grande crescita della nostra casa comune, e perché si crei finalmente un’Unione politica che consenta all’Unione di lavorare con meccanismi democratici e di esercitare sul piano internazionale un’influenza determinante nell’affermare con la politica i valori base della nostra unione: pace, stabilità e prosperità. Noi, come parte di questo grande progetto, continueremo a dare il nostro convinto contributo affinché ciò si realizzi.
A tutti voi auguro un buon lavoro.
VASCO ERRANI
Bologna, 14 luglio 2003
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Presentazione del Rapporto
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L’Unione Europea nel 2002: un quadro generale
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Convenzione per il futuro dell’Europa
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L’amministrazione regionale nei rapporti con l’Unione Europea
21
Strutture operative
23
Ufficio di collegamento delle istituzioni comunitarie a Bruxelles
24
1. Attuazione e partecipazione della Regione alle politiche comuni
27
La politica agricola
Scenario comunitario
Scenario regionale
Gli interventi comunitari nel settore agricolo e agroindustriale regionale
L’applicazione dell’OCM ortofrutta
L’applicazione della PAC ai seminativi
29
29
29
30
30
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La politica ambientale
Scenario comunitario
Azioni intraprese al livello regionale
Gli interventi finanziati in corso di realizzazione
Agenda 21 locale
INFEA
Rete Natura 2000
Protezione e risanamento delle acque
Gestione e riduzione dei rifiuti
36
36
36
36
37
37
39
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41
LIFE - strumento finanziario europeo per l’ambiente
Partecipazione della Regione a progetti LIFE
43
43
La politica di ricerca e sviluppo tecnologico
Scenario comunitario
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48
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Il sesto programma quadro
48
Partecipazione della Regione a programmi di ricerca
49
La politica dei trasporti
Partecipazione della Regione ad azioni comunitarie
52
52
La politica energetica
Il Piano energetico regionale
54
54
La società dell’informazione
55
2. Programmi comunitari territoriali ed intersettoriali
57
Schema di Sviluppo dello Spazio Europeo
59
La politica comunitaria di coesione territoriale ed economica
60
Il Piano regionale di sviluppo rurale
L’informazione e le attività di valutazione
61
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Obiettivo 2
Le aree interessate
Lo stato di attuazione del Docup Emilia-Romagna 2000-2006
67
67
67
Obiettivo 3
Il Programma Operativo Emilia-Romagna 2000-2006
La programmazione 2002
Lo stato di attuazione del programma operativo regionale
Descrizione dello stato di avanzamento
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73
74
78
80
Il programma Pesca
L’attuazione in Emilia-Romagna
84
84
3. I Programmi di Iniziativa Comunitaria (PIC) e le azioni innovative
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I Programmi di Iniziativa Comunitaria e le Azioni innovative
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EQUAL
La Regione Emilia-Romagna e l’attuazione di Equal
7
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INTERREG III
Sezione A: cooperazione transfrontaliera
Sezione B: cooperazione transnazionale
– Il programma MEDOCC
– Il programma CADSES
Sezione C: cooperazione interregionale
98
98
98
99
101
102
LEADER +
Attuazione del POR Leader + 2000-2006 in Emilia-Romagna
103
103
Le Azioni Innovative
Azioni innovative FESR
107
107
4. Partecipazione della Regione ad altri Programmi d’azione comunitari
109
Programma Cultura 2000
La partecipazione della Regione al programma Cultura 2000
111
112
Programma Gioventù
La partecipazione della Regione al programma Gioventù
Il Progetto Giovani
113
113
114
Programma Leonardo da Vinci
La partecipazione della Regione al programma Leonardo da Vinci
115
115
Programma Raffaello
La partecipazione della Regione al programma Raffaello
117
117
Programma Socrate
La partecipazione della Regione al programma Socrate
118
119
Programma Stop
La partecipazione della Regione al programma Stop
120
120
Programma Urb-AL
121
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La partecipazione della Regione al programma Urb-AL
121
Progetti pilota e Linee speciali di bilancio
122
Azioni a favore dell’allargamento
La partecipazione della Regione a programmi e azioni di sostegno all’ampliamento
Twinning light
124
125
125
5. Partecipazione ad altre iniziative d’ell’Unione Europea
127
Il Centro Risorse Europeo per l’Orientamento
129
I Carrefour Europei d’informazione e animazione rurale
130
L’Ufficio europeo per il suolo
132
6. Altre attività della Regione
133
Iniziative del Consiglio regionale
135
La partecipazione della Regione ad associazioni ed organismi internazionali
di carattere interregionale
135
La collaborazione istituzionale con altre Regioni
139
7. Disciplina comunitaria in materia di concorrenza:
compatibilità degli aiuti regionali
141
Aiuti di Stato
143
Aiuti a finalità regionale
143
Le azioni regionali
Breve quadro riepilogativo delle leggi regionali attuative
della normativa comunitaria approvate nel 2002
Le notifiche effettuate dalla Regione Emilia-Romagna nel 2002
Progetto Studio di fattibilità per l’istituzione di un registro unico ed informatizzato
degli aiuti concessi in regime de minimis
143
143
145
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9
8. Servizi di informazione europea sul territorio regionale
147
L’informazione europea della Regione Emilia-Romagna
149
Il “Centro Documentazione Europa” della Biblioteca del Consiglio Regionale
151
Servizi informativi dell’Unione Europea presenti in Emilia-Romagna
152
Grafici e tabelle
157
Agenda 2000 - Regione Emilia-Romagna Programmazione interventi strutturali
Quadro riassuntivo degli stanziamenti 2000-2006
159
160
Partecipazione della Regione Emilia-Romagna a progetti a cofinanziamento comunitario
Elenco e tabelle di sintesi
Elenco degli organismi tedeschi, francesi, inglesi e spagnoli partner in progetti comunitari
161
168
Cartine Regione Emilia-Romagna
177
Aree Obiettivo 2
Aree a sostegno transitorio
Aree 87.3.c
Interreg III B aree CADSES
Interreg III B aree MEDOCC
Interreg III A aree transfrontaliere
Aree SIC e ZPS
179
180
181
182
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184
185
L’UNIONE EUROPEA NEL 2002:
UN QUADRO GENERALE
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Due grossi eventi, all’inizio ed alla fine
dell’anno, hanno contrassegnato il
2002; eventi che hanno sancito due
svolte storiche per l’Unione Europea: il
1° gennaio l’euro è entrato concretamente nella vita quotidiana di circa
300 milioni di cittadini europei, completando in tal senso il processo di
unione monetaria che si inserisce fra le
tappe più importanti della costruzione
europea come lo erano state in precedenza la realizzazione dell’unione
doganale nel 1968 e quella del mercato unico del 1992; nel mese di dicembre si sono conclusi i negoziati per l’allargamento più ampio realizzato in
un’unica volta nella storia dell’Unione
europea.
I Vertici europei, organizzati nel primo
semestre dalla presidenza spagnola e,
successivamente, da quella danese,
hanno affrontato e si sono pronunciati
su specifici argomenti:
Sul piano istituzionale il 2002 ha visto
inoltre il succedersi di due avvenimenti
importanti per il passato ed il futuro
dell’Unione: mentre da un lato è stato
dato avvio alle attività della convenzione incaricata di riflettere sul futuro
dell’Unione, dall’altro è scaduto, nel
mese di luglio, il trattato di Parigi
(1952) che istituiva la Comunità europea del carbone e dell’acciaio (CECA)
fondamenta originaria della costruzione
comunitaria.
• il Consiglio europeo di Barcellona
(15 e 16 marzo) ha esaminato i progressi compiuti nei primi due anni di
attuazione della strategia di Lisbona
finalizzata a dare impulso ad un’economia competitiva, dinamica e basata
sulla conoscenza ed ha individuato tre
grandi settori d’azione: politiche attive
verso la piena occupazione, rafforzamento della strategia per l’occupazione, promozione delle competenze e
della mobilità nell’Unione Europea;
I lavori della convenzione, presieduta
da Giscard d’Estaing si sono aperti il
28 febbraio e sono stati contraddistinti
dal susseguirsi di varie fasi: la prima,
detta “d’ascolto” è stata finalizzata
alla raccolta delle informazioni e delle
prese di posizione ai vari livelli istitu-
• il Vertice di Siviglia del 21 e 22 giugno è stato dedicato principalmente al
futuro dell’Unione, in modo particolare
alla riforma del Consiglio, allo sviluppo
della politica comune di sicurezza e
difesa (PESC) ed all’analisi dei negoziati relativi alle nuove adesioni. Inoltre
zionali, economici e sociali; la seconda
fase “di studio” avviata in settembre e
conclusasi nel dicembre 2002, ha consentito la presentazione, al presidium
della convenzione, delle relazioni elaborate da vari gruppi di lavoro. La conclusiva fase “di sintesi”, nel 2003, permetterà di trarre le conclusioni attraverso la presentazione di proposte specifiche.
il Consiglio ha affrontato le tematiche
dell’asilo e dell’immigrazione nel contesto del programma finalizzato a creare uno spazio comune di libertà, sicurezza e giustizia;
• il Consiglio europeo straordinario di
Bruxelles ha analizzato le conclusioni
della Commissione europea sul grado di
rispetto dei criteri politici ed economici
per i dieci futuri Stati membri e si è
espresso per l’adesione di Romania e
Bulgaria a partire dal 2007. Si è inoltre pronunciato sul quadro finanziario e
di bilancio connesso con l’allargamento
per il periodo 2004-2006;
• il Vertice di Copenaghen del 12 e 13
dicembre, concludendo un ciclo iniziato
nove anni nella stessa capitale, ha formalizzato con dieci paesi candidati, la
nuova adesione (Cipro, Estonia,
Lettonia, Malta, Polonia, Repubblica
ceca, Slovacchia, Slovenia e Ungheria)
che diventerà effettiva a partire dal 1°
maggio 2004.
Per quanto riguarda i molteplici aspetti
dell’integrazione comunitaria interna,
le politiche e le attività dell’Unione si
sono sviluppate principalmente attorno
a quattro assi:
• la promozione di un’economia fondata sulla conoscenza, la competitività e
la crescita sostenibile (processo di
Lisbona;
13
• un’azione di riforma del contesto
normativo a seguito del processo avviato nel 2001 con la pubblicazione del
Libro bianco sulla governance europea;
• l’avvio di riforme anche in altri settori d’attività specifici quali la semplificazione delle procedure per il controllo
degli aiuti di Stato, la revisione di politiche comunitarie quali la politica comune della pesca (PCP) e la politica agricola comune (PAC), l’approfondimento
ulteriore della riflessione sulla futura
politica di coesione post 2007;
• l’avvio concreto di una serie di programmi o piani d’azione quali il sesto
programma quadro di ricerca e sviluppo
tecnologico (2002-2006), il sesto programma d’azione per l’ambiente, il
nuovo programma d’azione nel settore
sanitario, il programma Galileo di radionavigazione satellitare, il nuovo piano
“eEurope 2005” relativo alla società
dell’informazione.
Sul piano delle relazione esterne si
segnala la ripresa del partenariato euromediterraneo che ha visto l’adozione,
a Valencia, di uno specifico piano d’azione di rilancio ed il potenziamento
del processo di stabilizzazione e d’associazione avviato nei Balcani occidentali.
Sul piano multilaterale l’Unione ha fornito importanti contributi a due grandi
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conferenze internazionali: la
Conferenza di Monterrey (Messico) del
marzo 2002 sul finanziamento dello
sviluppo, il vertice mondiale sullo sviluppo sostenibile a Johannesburg (Sud
Africa) del settembre 2002.
In termini finanziari l’analisi dei pagamenti effettuati dal bilancio comunitario condotta dalla Corte dei Conti sull’esercizio finanziario 20011, comparata
alla rilevazione dell’esercizio preceden-
te, segna un aumento dei pagamenti
per le spese di politica agricola comune, una diminuzione percentuale dei
pagamenti per azioni strutturali, una
flessione positiva per quelli relativi alle
azioni esterne ed agli aiuti di preadesione.
Incidenza % dei pagamenti effettuati dalla Commissione europea nel 2001
5. Spese
amministrative
6%
3. Politiche interne
7%
4. Azioni esterne
5%
7. Aiuto di
preadesione
2%
6. Riserve
0%
1. Politica agricola comune
52%
2. Azioni strutturali
28%
Pagamenti effettuati nel 2001, per rubrica delle prospettive finanziarie
Nota: Pagamenti effettuati nel 2001 = pagamenti a fronte di stanziamenti 2001 + pagamenti a fronte di
riporti dal 2000.(Mio EUR e %)
Confronto pagamenti effettuati nel 2000 e nel 2001
45.000,0
2000
2001
40.000,0
2000
%
2001
%
1. Politica agricola comune
2. Azioni strutturali
3. Politiche interne
4. Azioni esterne
5. Spese amministrative
6. Riserve
7. Aiuto di preadesione
40.505,9
27.590,8
5.360,8
3.841,0
4.643,0
186,3
1.203,4
48,61
33,11
6,43
4,61
5,57
0,22
1,44
41.533,90
22.455,80
5.303,10
4.230,60
4.855,10
207,2
1.401,70
51,93
28,07
6,63
5,29
6,07
0,26
1,75
Totale
83.331,2 100,00
35.000,0
30.000,0
25.000,0
20.000,0
15.000,0
10.000,0
5.000,0
1. Politica
agricola
comune
2. Azioni
strutturali
3. Politiche
interne
4. Azioni
esterne
5. Spese
amministrative
6. Riserve
79.987,4 100000
1
GUCE C295 del 28/11/2002.
7. Aiuto di
preadesione
CONVENZIONE PER IL FUTURO
DELL’EUROPA
SESTOEURORAPPORTO
L’Unione europea è un progetto in evoluzione. Nei suoi successivi allargamenti
e modifiche dei trattati si è assistito ad
una inevitabile stratificazione di norme
che un poco alla volta si sono in parte
sovrapposte. Tale percorso ha mano a
mano reso più complessa la “macchina
comunitaria” e ciò ha contribuito non
poco a creare un distacco, non solo
emotivo, dei cittadini dalle Istituzioni
europee. L’obiettivo di stabilizzazione
del continente europeo perseguito tramite il più ampio allargamento a 25 ha
inoltre posto un ulteriore problematica
circa il funzionamento dei meccanismi
che regolano il funzionamento delle istituzioni comunitarie stesse.
Si è quindi arrivati ad una necessaria
considerazione prima, e decisione poi
di ridurre la mole normativa che rappresenta l’acquis comunitario (circa
80.000 pagine ne compongono il corpus normativo), e di semplificare il funzionamento delle istituzioni comunitarie
per consentire una azione efficace delle
politiche in un’Europa allargata.
Il Consiglio europeo di Nizza nel dicembre 2000, a conclusione della Conferenza intergovernativa, non è riuscito
ad operare la forte innovazione che da
più parti era auspicata e che tutti in
qualche misura ritenevano necessaria.
Il nuovo Trattato di Nizza, tra l’altro
entrato in vigore da pochi mesi, non
scioglie i nodi essenziali del funzionamento delle istituzioni e della semplificazione normativa.
Un anno dopo, nel dicembre 2001 a
Laeken i capi di stato e di governo
sono stati chiamati nuovamente a porsi
il quesito di come operare la svolta
necessaria, ed è proprio in questo Vertice che si sono poste le basi del dibattito e del lavoro in corso oggi a
Brussels. Uno degli output più importanti di questo Vertice è infatti stata la
Dichiarazione sul Futuro dell’Europa
dove vengono indicati gli obiettivi per il
lavoro futuro, individuati in:
• la sfida democratica:
• all’interno, avvicinare le istituzioni
europee ai cittadini e
• all’esterno: il confronto dell’Ue con
un mondo in rapida mutazione e globalizzato;
• le riforme in un’Unione rinnovata:
• una migliore ripartizione delle competenze nell’Ue
• la semplificazione degli strumenti
dell’Unione
• più democrazia, trasparenza ed efficacia nell’Unione europea
• la via verso una costituzione per i cittadini europei.
Lo stallo provocato dal dibattito avvenuto nella Conferenza intergovernativa
conclusosi a Nizza con un nulla di fatto
– cioè con un nuovo trattato di fatto
carente nella necessaria innovazione
istituzionale – ha indotto ad individuare un nuovo strumento di dialogo ed un
nuovo tavolo negoziale per avviare
questo passaggio così difficile ma anche così importante. Su proposta del
Presidente della Commissione europea,
Romano Prodi, si è infatti deciso di convocare una “Convenzione per l’avvenire dell’Europa” dotandola di una forte
investitura politica.
Tale spessore politico della Convenzione discende dalla sua ampia composizione, con la presenza dei rappresentanti dei Governi e dei Parlamenti di
tutti gli stati, sia membri che entranti,
ma non solo. Per la prima volta anche
i livelli di governo regionale e l’intera
società civile hanno partecipato attivamente all’elaborazione di una riforma
istituzionale necessaria a garantire l’efficacia delle Istituzioni comunitarie ed
ad un auspicabile approfondimento dell’integrazione europea. Per garantire
un ampio dibattito e in generale per
coinvolgere l’insieme dei cittadini, è
stato istituito ed aperto un forum per
le organizzazioni e la società civile,
quale rete strutturata di organizzazioni
che sono regolarmente informate sui
lavori della Convenzione. Tale forum è
stato previsto già nel Vertice di Laeken. Un sistema informativo tramite
web ha inoltre garantito la tempestiva
informazione sui lavori e l’accesso ai
documenti elaborati in seno alla
Convenzione.
17
In totale i membri effettivi della
Convenzione sono 105: il presidente,
Valery Giscard d’Estaing; due vicepresidenti, Giuliano Amato e Jean Luc
Dehaene; ventotto rappresentanti dei
capi di Stato o di Governo dei quindici
stati membri e dei tredici paesi candidati; cinquantasei parlamentari nazionali (due per ciascuno stato membro e
paese candidato); sedici membri del
Parlamento europeo; due rappresentanti della Commissione, Michel Barnier e
Antonio Vitorino. Da notare che i membri della Convenzione possono farsi sostituire da altrettanti membri supplenti.
La Convenzione conta inoltre tredici
osservatori: sei rappresentanti del
Comitato delle Regioni, tre rappresentanti delle parti sociali europee, nonché
il mediatore europeo.
La Convenzione nasce quindi come
Organismo politico temporaneo, costituito allo scopo di elaborare la proposta
di riforma delle Istituzioni comunitarie.
Proposta che costituirà la base negoziale e decisionale della prossima
Conferenza intergovernativa, la sola
sede giuridicamente atta a decidere
sulla modifica dei trattati, e quindi sulla
adozione di una eventuale nuova
Costituzione per l’Ue.
I lavori della Convenzione si sono aperti il 28 febbraio 2002 a Brussels.
Inizialmente la loro durata è stata pre-
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vista di un anno, ma è poi stata prolungata di qualche mese, fino al Vertice di
Salonicco del Giugno 2003 e, vista la
difficoltà di raggiungere una posizione
comune su alcuni aspetti cruciali, è
stata prevista una ulteriore sessione in
luglio 2003.
Per rendere più efficace il lavoro di una
Plenaria così numerosa è stata decisa
la istituzione di un organo chiamato
Presidium con l’obiettivo di stilare proposte da discutere in aula. Il Presidium
è composto da dodici persone: il presidente e i due vicepresidenti; i rappresentanti dei governi dei tre Stati membri che esercitano la presidenza dell’Unione durante i lavori della Convenzione (Spagna, Danimarca, Grecia) due
rappresentanti dei parlamenti nazionali,
due rappresentanti del Parlamento
europeo e i due rappresentanti della
Commissione; infine un rappresentanti
dei paesi candidati è invitato ad assistere alle riunione del Presidium. Il
Presidium è assistito nei lavori da un
Segretariato che è assicurato dal
Segretariato generale del Consiglio.
Nel discorso di apertura, il suo Presidente, Valery Giscard d’Estaing, ha presentato il programma diviso in tre fasi.
La prima, definita di ascolto, – phase
d’écoute – è stata dedicata alla raccolta delle informazioni e delle prese di
posizione iniziali. La seconda fase, o
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fase di studio, – phase d’étude – è iniziata nel mese di settembre e si è conclusa alla fine dell’anno, ha dato luogo
alla presentazione delle relazioni elaborate da dei dieci gruppi di lavoro interni
alla Convenzione. La terza fase, di sintesi e di elaborazione della proposta, –
phase de proposition – è iniziata all’inizio del 2003 e presenterà un primo
output al Vertice di Salonicco del 20
Giugno 2003, a conclusione della presidenza greca dell’Ue.
Fase di ascolto
Nella prima fase di ascolto il focus della discussione è stato centrato sulla
problematica relativa ad una più chiara
delimitazione delle competenze. Ciò
poiché il sistema attuale di delimitazione delle competenze, frutto di riforme
successive dei trattati – che hanno accompagnato l’evoluzione della costruzione comunitaria – cerca di conciliare
due esigenze: la necessità di precisione
nella delimitazione e quella di una certa flessibilità. L’Unione europea/Comunità europea, ha soltanto competenze
di attribuzione, agisce quindi nei limiti
delle competenze che le sono conferite
e degli obiettivi che le sono assegnate
dai trattati.
Nel corso del dibattito in seno alla
Convenzione, la maggior parte delle cri-
tiche mosse contro il sistema attuale di
ripartizione delle competenze riguardano non tanto la necessità di cambiare il
sistema stesso, quanto piuttosto di
ridurne i suoi “eccessi”.
Occorre sottolineare che, in virtù del
fatto che gran parte delle competenze
non legislative spettano agli Stati membri, queste critiche interessano soprattutto le competenze legislative, sia per
quanto riguarda la loro delimitazione
sia il controllo del suo rispetto.
In particolare i membri della Convenzione nel corso di questa fase hanno
dibattuto su:
• mancanza di chiarezza del sistema
• mancanza di precisione di alcune disposizioni del trattato CE – disposizioni “funzionali” (artt. 94, 95 e 308
del TCE)
• inosservanza dei principi di sussidiarietà e di proporzionalità
• disattesa delle aspettative dei cittadini
• controlli insufficienti per garantire il
rispetto della delimitazione - controllo politico e controllo giurisdizionale.
È stato considerato inopportuno rimettere in discussione le realizzazioni
attuali dell’Unione, mentre si è ritenuto
auspicabile un rafforzamento dei compiti dell’Unione nel settore della politica
estera e della politica di libertà, sicurezza e giustizia. Allo stesso tempo la
maggioranza dei partecipanti alla
Convenzione si è espressa in favore di
una ripartizione dei poteri e delle competenze più semplice, in cui sia possibile individuare facilmente le competenze
dei vari livelli, europeo, nazionale e
regionale (e locale). Si è insistito sulla
necessità di esplicitare nei trattati il
principio della competenza di attribuzione, senza elaborare alcun catalogo
delle competenze, poiché ciò comporterebbe un irrigidimento delle competenze. Si è ribadita quindi la necessità
della flessibilità del sistema di delimitazione delle competenze sottolineando
la necessità di meccanismi decisionali
basati su principi chiari e democratici,
piuttosto di un sistema rigido di ripartizione delle competenze accompagnato
dall’istituzione di strumenti efficaci di
controllo del rispetto dei principi di
ripartizione delle competenze e di sussidiarietà. È stato richiesto inoltre un
meccanismo di controllo politico con un
forte intervento dei Parlamenti nazionali e un meccanismo di natura giuridica
con un rafforzamento della Corte europea di Giustizia.
In questo senso è stato proposto un sistema di allerta precoce – early warning
system – che consiste nella possibilità
concessa ai Parlamenti nazionali di
esprimersi sulla conformità o non conformità del testo alla norma della sussidiarietà tramite un documento motivato da
inviare ai Presidenti di Commissione,
Consiglio e Parlamento europeo.
SESTOEURORAPPORTO
Per ciò che concerne la suddivisione
delle politiche, il dibattito ha condotto
ad un accordo sull’estensione del
metodo comunitario al terzo pilastro
(Giustizia, Affari interni). Si sono registrate, invece, divergenze sulla necessità di estendere l’azione comunitaria
al tema della governance economica e
della politica sociale.
In merito al ruolo delle regioni, si è
generalmente convenuto che si debba
basare la distinzione delle competenze
sui valori della sussidiarietà e delle
proporzionalità. Per il controllo della
sussidiarietà, è aperta la questione se
il sistema di allerta rapida debba consentire alle regioni a potere legislativo
di adire direttamente alla Corte di
Giustizia.
Fase di studio
Prima dell’estate 2002, visto l’ampio
numero di tematiche da sviluppare e la
necessità di trovare una sintesi nelle
Sessioni plenarie, la Convenzione si è
data una metodologia di lavoro per
Gruppi, composti da membri stessi
della Convenzione. I gruppi hanno sviluppato ciascuno specifiche tematiche
analizzando in sostanza i quesiti fondamentali sui quali è stato costruito il
documento finale.
Gruppo “Sussidiarietà”
Presidente Inigo Méndez de Vigo
Nella sua relazione finale il gruppo ha
sottolineato che l’applicazione di questo principio ha migliorato la normativa
europea, ma che tuttavia, oggi essa è
soggetta unicamente al controllo giurisdizionale della corte di Giustizia, che
interviene solo dopo l’adozione degli
atti legislativi. Il Gruppo ha dichiarato
una tensione verso una migliore applicazione della sussidiarietà durante il
processo legislativo e che i Parlamenti
nazionali possano intervenire efficacemente qualora ritengano che una proposta di testo normativo non rispetti
tale principio. Per migliorare l’applicazione e il controllo di questo principio
in futuro, il Gruppo ha proposto:
• l’obbligo per la Commissione europea
di allegare alle sue proposte una
“Scheda di sussidiarietà” che consenta,
caso per caso, al legislatore una migliore
valutazione dell’aderenza al principio;
• la creazione di un meccanismo di
allarme preventivo che consenta ai
Parlamenti nazionali di esprimersi all’inizio della procedura sulla conformità o
non conformità delle proposte normative della Commissione europea al principio di sussidiarietà;
• l’attribuzione, ai Parlamenti nazionali
che hanno attivato il meccanismo di
allarme preventivo, del diritto di adire
la Corte di Giustizia dopo l’adozione
degli atti legislativi per violazione del
principio di sussidiarietà
• il Comitato delle Regioni potrà adire
la Corte di Giustizia per i testi che riguardano settori per i quali è consultato nel contesto delle sue attribuzioni.
Gruppo “Carta”
Presidente Antonio Vitorino
La Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea si rivolge alle istituzioni e agli organi dell’Unione nonché
agli Stati membri in sede di applicazione del diritto dell’Unione. Riguardo all’integrazione della Carta nel futuro
trattato, il Gruppo ha ritenuto che tale
Carta debba essere integrata nel trattato costituzionale, sottolineando che
non attribuirà nuove competenze all’Ue. Il Gruppo ha inoltre ritenuto che
l’Ue debba aderire alla Convenzione
europea dei diritti dell’uomo. Spetterà
al Consiglio dei Ministri dell’Ue decidere all’unanimità le modalità e il calendario di tale adesione.
Gruppo “Personalità giuridica”
Presidente Giuliano Amato
Attualmente l’Ue non ha una personalità giuridica esplicita, mentre la Comunità europea, che ne è una componen-
19
te, è un soggetto di diritto internazionale. Ne risulta una confusione in merito al sistema europeo. Nel fare questa
constatazione, il Gruppo ha fatto le
seguenti raccomandazioni:
• l’Unione europea deve disporre in modo esplicito della personalità giuridica;
• questa nuova personalità deve sostituire le personalità giuridiche esistenti;
• di conseguenza l’Unione europea dovrà avere una unica personalità giuridica.
Gruppo “Parlamenti nazionali”
Presidente Gisela Stuart
Il Gruppo ha sottolineato che i Parlamenti nazionali devono poter assicurare
una maggiore vigilanza nei confronti
delle politiche europee dei rispettivi
governi e sorvegliare il rispetto del principio di sussidiarietà. Il Gruppo ha quindi raccomandato:
• il riconoscimento del ruolo di parlamenti nazionali nel trattato costituzionale;
• una migliore informazione dei parlamenti nazionali mediante imposizione
alla Commissione europea dell’obbligo
di trasmettere loro direttamente ogni
testo di carattere consultivo o proposta
legislativa nonché i programmi legislativi e strategici annuali;
20
• il rafforzamento della cooperazione e
degli scambi tra i parlamenti nazionali
in relazione al loro ruolo nelle questioni
europee;
• un maggiore coinvolgimento dei parlamenti nazionali nei grandi orientamenti europei.
Gruppo “Competenze
complementari”, Presidente
Henning Christophersen
Il Gruppo ha sottolineato che le “competenze complementari” non sono
competenze allo stesso titolo delle
competenze esclusive dell’Unione e
delle competenze condivise ed ha raccomandato di adottare il termine
“misure di sostegno” invece di “competenze complementari” in modo da
rendere più chiaro il concetto.
Gruppo “Governance
economica”
Presidente Klaus Hänsch
Il Gruppo ha raccomandato innanzitutto
che gli obiettivi economici e sociali
dell’Unione siano inclusi nel futuro trattato costituzionale. Il Gruppo ha operato una netta distinzione fra politica
monetaria e politica economica ed ha
riaffermato che la politica monetaria
europea è di esclusiva competenza
della Comunità, che la esercita tramite
SESTOEURORAPPORTO
la Banca centrale europea. La politica
economica è invece di competenza
degli Stati membri.
Il Gruppo, a differenza degli altri, non
ha raggiunto l’unanimità sulle raccomandazioni finali da presentare in
Sessione plenaria, ma ha solo suggerito alcune disposizioni sui temi: indirizzi
di massima per le politiche economiche, patto di stabilità e crescita, metodo di coordinamento aperto, fiscalità.
Gli ultimi quattro Gruppi che sono stati
creati e che hanno presentato la loro
relazione alle Sessioni plenarie della
convenzione, nell’ambito di questa fase
di lavoro, sono:
“Difesa”, Presidente Michel Barnier.
“Spazio di libertà, sicurezza e giustizia”, Presidente John Bruton.
“Relazioni esterne”, Presidente JeanLuc Dehaene.
“Semplificazione”, Presidente Giuliano
Amato.
Un undicesimo Gruppo ha inoltre
affrontato i temi dell’Europa sociale.
Fase di elaborazione
della proposta
La terza fase si è aperta all’inizio di
quest’anno. Si tratta della fase più
importante poiché è chiamata a redigere la proposta che la Convenzione sottoporrà ai lavori della prossima Conferenza intergovernativa. È quindi auspicabile che conduca alla elaborazione di
un testo condiviso di Costituzione per
la nuova Europa, ma le visioni della
futura Europa sono piuttosto distanti fra
le varie componenti della Convenzione,
rispecchiando una distanza anche dei
singoli Stati. Si evidenziano timori di
perdita di autonomia e potere, fra Stati
grandi e piccoli, fra Paesi forti e quelli
economicamente più debole, fra Stati
membri ed entranti. Appare chiaro che
non esiste ancora una volontà di creare
una Unione europea quale Istituzione
sovranazionale, ma l’auspicio di chi
scrive è che possa comunque essere un
lungo e coraggioso passo avanti, e che
sia il necessario approfondimento dell’integrazione europea in vista della
vicina entrata dei dieci paesi che hanno
già firmato i trattati di adesione.
L’AMMINISTRAZIONE REGIONALE
NEI RAPPORTI CON L’UNIONE EUROPEA
SESTOEURORAPPORTO
23
STRUTTURE
OPERATIVE
La descrizione delle attività
dell’Amministrazione regionale di
gestione ed attuazione di programmi e
progetti sostenuti congiuntamente da
finanziamenti regionali e dell’Unione
Europea è il principale oggetto del presente rapporto che, in forma sintetica,
riporta anche altre azioni sostenute
dalla Regione collegate indirettamente
a tematiche comunitarie.
Nell’ambito dell’Amministrazione non
sono previste strutture operative specificamente dedicate a tali programmi, ma
la loro attuazione fa riferimento alle
Direzioni Generali settoriali competenti.
Il Servizio Politiche Europee e Relazioni
Internazionali, istituito nel 1995 presso
la Direzione Generale alla Presidenza,
è incaricato dei rapporti istituzionali
con gli Organismi europei e con le
strutture nazionali di coordinamento
delle politiche comunitarie ed internazionali e all’interno del quale opera
funzionalmente l’Ufficio regionale di
collegamento di Bruxelles.
Gli interventi relativi ai Fondi strutturali
per il periodo di programmazione
2000-2006 che rappresentano la parte
preponderante sia in termini finanziari
che di impegno burocratico ed amministrativo, sono attivati tramite programmi territorializzati ed intersettoriali. In
questo caso, singole Direzioni generali
(DG) assicurano il coordinamento operativo fra i vari settori coinvolti:
– la DG Agricoltura cura la gestione ed
il coordinamento del programma per lo
sviluppo rurale e del programma Leader
plus;
– la DG Attività produttive, Commercio,
Turismo è competente per la gestione
ed il coordinamento del programma per
l’obiettivo 2, delle Azioni Innovative
FESR e del programma per lo SFOP;
– la DG Cultura, Formazione e Lavoro
gestisce gli interventi previsti nell’ambito dell’obiettivo 3 e della parte di competenza regionale del programma
Equal;
– la raccolta dei dati relativi al monitoraggio finanziario dell’attuazione degli
interventi dei Fondi strutturali avviene
attraverso una postazione centrale di
rilevazione presso il Servizio Ragioneria
e Credito della DG Risorse finanziarie e
strumentali che raccoglie i dati dalle
singole postazioni secondarie collocate
nelle strutture di gestione dei singoli
programmi. Le rilevazioni sono fatte trimestralmente ed inviate al Ministero
del Tesoro nell’ambito di una intesa
Stato/Regioni;
– per quanto riguarda il programma
Interreg III, la DG Presidenza, in considerazione del carattere transnazionale
ed interregionale, nel corso del 2001
ha curato il coordinamento di un gruppo di lavoro interdirezione per individuare le priorità regionali da sviluppare
nell’ambito di tale programma ed il collegamento con il Ministero dei Lavori
Pubblici, quale Amministrazione centrale capofila e responsabile dell’attuazione del programma.
Altre Direzioni Generali operative sono
coinvolte direttamente nella gestione
ed attuazione di progetti non finanziati
dai Fondi strutturali, ma da altre risorse
del bilancio dell’Unione Europea. Questi
ultimi fanno riferimento ad un insieme
di programmi o azioni che l’Unione
Europea attua e gestisce, per la maggior parte in maniera diretta, attraverso
bandi ed inviti per la presentazione di
progetti. Come si può evincere anche
dal rapporto, queste “azioni dirette” si
inseriscono nell’ambito di specifici programmi che hanno l’obiettivo di consolidare politiche comuni già avviate
(agricoltura, ricerca, trasporti, tutela
dell’ambiente), o di creare le basi per
l’attivazione di nuove politiche comuni
(sociale, cultura, reti transeuropee, turismo ecc.).
La crescente sensibilizzazione
dell’Amministrazione verso le politiche
europee ha portato alcune Direzioni
Generali a prevedere, fra il proprio
organico, specifiche posizioni organizzative per il collegamento delle attività
delle Direzioni con le politiche comunitarie al fine di promuovere progetti e
collaborazioni su tematiche di interesse
europeo.
Nel 1996, con delibera di Giunta n.
447, è stata formalizzata la costituzione della Cabina di regia regionale con
l’intento di migliorare l’integrazione
delle attività regionali connesse all’attuazione dei programmi comunitari. Il
livello politico è identificato nella
Giunta regionale coadiuvata da un
gruppo tecnico interassessorile coordinato dal Direttore generale alla
Presidenza.
Sul piano istituzionale, il Presidente
della Giunta regionale è membro del
Comitato delle Regioni, organismo consultivo dell’Unione Europea istituito nel
1993 a seguito dell’entrata in vigore
del Trattato di Maastricht.
24
SESTOEURORAPPORTO
del gruppo di lavoro sulla governance
in ambito ERRIN),
UFFICIO DI
COLLEGAMENTO
CON LE SEDI
DELLE
ISTITUZIONI
COMUNITARIE A
BRUXELLES
L’Ufficio della Regione Emilia-Romagna
a Bruxelles1 rappresenta l’Amministrazione regionale e il territorio dell’Emilia-Romagna in ambito comunitario. Le
principali attività svolte dall’ufficio sono
riconducibili a:
i) rappresentanza istituzionale e supporto alla rappresentanza politica,
ii) informazione su politiche, programmi e funzionamento dell’Unione europea,
iii) assistenza tecnica relativamente a
missioni a Bruxelles, strategie e progetti regionali,
iv) stimolo alla creazione e rafforzamento di partenariati interregionali
europei,
v) promozione dell’immagine della
Regione Emilia-Romagna in ambito
comunitario
L’Ufficio assicura il raccordo con
Istituzioni, organi e agenzie
dell’Unione europea e con l’insieme
delle regioni d’Europa presenti a
Bruxelles (oltre 200 uffici).
Contestualmente, l’ufficio si relaziona
con le diverse Direzioni generali
dell’Amministrazione regionale, con gli
enti locali e con i molteplici attori
dell’Emilia-Romagna inclusi il mondo
associativo, le agenzie regionali, imprese, ONG, università, centri di formazione.
Nel corso del 2002, l’Ufficio ha intensificato le proprie attività, sia in ambito
istituzionale che tecnico, contribuendo
ad accrescere quella rete di collaborazioni e contatti comunitari ed interregionali che fanno dell’Emilia-Romagna
una regione all’avanguardia in Europa.
L’attività si è concentrata in particolare
sulle seguenti politiche comunitarie:
Ricerca e Sviluppo tecnologico e
Innovazione, Ambiente e Trasporti,
Politica regionale e politica di coesione
socio-economica; Allargamento;
Immigrazione e Asilo; Politiche sociali;
Cultura; Sicurezza alimentare.
Una attenzione particolare dell’attività
è stata rivolta alle tematiche istituzionali, quali la governance europea e la
Convenzione europea che sono all’ordine del giorno dell’agenda dell’Ue e che
si intrecciano con gli sviluppi radicali
intercorsi in Italia con la riforma del
titolo V della Costituzione.
Ricerca e Sviluppo tecnologico
La politica di ricerca rappresenta oggi –
in termini di impegno finanziario – la
quarta parte del budget comunitario e
ha per la prima volta una dimensione
regionale. Il VI Programma Quadro
2002-2006 (VI PQ), lanciato ufficialmente nel novembre 2002 e con una
capacità finanziaria di 17 mld di euro,
è l’attuale strumento finanziario
dell’Ue sulla Ricerca. Interviene in
numerosi settori d’interesse regionale
quali i trasporti, Società dell’Informazione, la sicurezza alimentare, le PMI,
la Sanità ed offre nuovi strumenti inediti per la cooperazione tra regioni. In
quest’ambito la Regione Emilia-Romagna ha stipulato una convenzione con
Aster per la realizzazione di un serie di
attività informative-formative e la promozione di eventi sul VI PQ a livello
europeo, prevedendo anche la presenza di un esperto R&ST presso l’Ufficio
di Bruxelles.
L’attività è stata in particolare rivolta a:
i) monitorare i negoziati finali relativi
alla definizione del VI PQ, partecipando
ad iniziative e riunioni sia in ambito comunitario che con altre regioni europee,
ii) Partecipare alla ideazione e creazione della rete europea sulla ricerca
ERRIN per lo scambio di esperienze e
buone pratiche nel settore della ricerca
e dell’innovazione (l’Ufficio è leader
iii) Creare le condizioni per la costituzione della rete delle cinque “Regioni
italiane VI PQ” (assieme a Veneto,
Lombardia, Piemonte, Liguria), network
volto alla diffusione delle informazioni
sulle opportunità offerte dal VI PQ,
iv) Organizzazione di iniziative pubbliche, seminari e giornate informative sia
a Bruxelles che in ambito regionale,
v) Partecipazione ad eventi-seminari
presso le istituzioni europee e rappresentanze di regioni europee a
Bruxelles.
Ambiente
L’Ufficio ha curato azioni volte a monitorare l’attuazione della politica
ambientale comunitaria e le diverse
opportunità di co-finanziamento, assicurare assistenza all’Amministrazione
regionale e agli enti locali che ne
hanno fatto richiesta e che hanno presentato proposte progettuali in questo
ambito. Sostegno e seguito è stato
dato ad un progetto sullo sviluppo
sostenibile, co-finanziato dalla
Commissione europea nell’ambito delle
Azioni innovative del FESR.
1
L’ufficio della RER a Bruxelles e stato istituito con la legge regionale n. 12 del 1997
“Istituzione della struttura regionale di collegamento presso le sedi dell’Unione Europea”
SESTOEURORAPPORTO
Trasporti
Il settore dei trasporti è di particolare
interesse regionale, soprattutto a seguito della pubblicazione de Libro bianco
sui trasporti da parte della Commissione europea. La Regione, in sintonia
con il documento comunitario, si è
impegnata ad attivare azioni finalizzate
al miglioramento della qualità dei trasporti pubblici e garantire forme di
mobilità urbana e logistica che rispettino l’ambiente all’interno di un quadro
di sviluppo sostenibile. L’azione
dell’Ufficio si è finalizzata a:
i) sviluppare collaborazioni e partenariati europei volti a diffondere la conoscenza degli interventi strategici regionali in
materia di infrastrutture e servizi.
ii) organizzare missioni ed incontri a
Bruxelles per rappresentanti regionali
sui temi dell’intermodalità, della logistica, del trasporto su rotaie, dei trasporti
pubblici urbani.
Politica di coesione socio economica
Nell’ambito del dibattito sulla riforma
della politica di coesione post 2006,
avviato nel corso del 2002 e che coinvolge i diversi livelli istituzionali comunitari e nazionali, il Commissario alle
politiche regionali Michel Barnier ha
dichiarato in più occasioni che “ci si
attende che la politica regionale sia
sempre più direttamente gestita dai
governi regionali e locali”. La futura
utilizzazione dei fondi strutturali avver-
rà secondo regole e criteri rinnovati
tenendo conto dei risultati dell’attuale
fase di programmazione e del nuovo
assetto dell’Unione europea a seguito
delle nuove adesioni.
Le rappresentanze regionali a Bruxelles
sono state coinvolte in numerose occasioni di incontro sulle diverse modalità
d’utilizzo dei fondi strutturali e sullo
sviluppo del dibattito istituzionale in
preparazione della riforma.
Allargamento
Con l’allargamento molte sfide si presenteranno per le regioni d’Europa ma
anche altrettante opportunità.
L’esperienza maturata in ambito istituzionale e socio-economico dalla nostra
Regione è uno strumento prezioso per
facilitare lo sviluppo delle strutture
amministrative dei paesi entranti.
L’impegno in questo ambito ha riguardato i rapporti con le rappresentanze
delle regioni dei paesi candidati già
presenti a Bruxelles al fine di far conoscere l’esperienza della Regione EmiliaRomagna nell’utilizzo dei fondi strutturali.
Si sono intensificati contatti con Regioni dell’Europa Centro-orientale, in particolare con la Bassa Slesia e la
Wielkoposka (Polonia), la provincia di
Bucarest e Klush (Romania), con la
Regione di Sofia (Bulgaria) e con
l’Ungheria. L’Ufficio ha inoltre avviato
un’analisi sui sistemi regionali-locali dei
paesi candidati attraverso l’elaborazione di specifiche schede-paese.
Immigrazione, asilo
Questa politica sta assumendo sempre
più importanza coinvolgendo in maniera crescente interessi regionali. Si sono
avviate perciò specifiche attività di
monitoraggio al fine di seguire i processi decisionali e lo sviluppo dei programmi di accompagnamento ed attuazione.
Nel corso del 2002 l’Ufficio è stato
inoltre coinvolto in azioni della Regione
nell’ambito del programma comunitario
ARGO e del Fondo europeo per i
Rifugiati.
Cultura
La Regione, gli Enti locali e gli operatori cultuali del territorio regionale sono
tra i principali beneficiari europei del
programma CULTURA 2000. L’Ufficio
ha garantito assistenza tecnica per la
preparazione di progetti che sono stati
presentati in sede comunitaria, alcuni
dei quali sono stati ritenuti progetti
d’eccellenza da parte della Commissione europea.
Sono stati avviati contatti a livello
regionale, in vista del semestre di
Presidenza italiano, per la predisposi-
25
zione di specifici eventi di carattere culturale che si terranno a Bruxelles.
Agenda istituzionale
L’attività si è caratterizzata per un
duplice approccio. da un lato, si sono
portate a conoscenza delle istituzioni
comunitarie le diverse linee d’intervento della Regione Emilia-Romagna sulla
governance e sugli sviluppi istituzionali
intercorsi a seguito della modifica del
Titolo V della Costituzione italiana, dall’altro, si sono monitorati gli sviluppi
dell’Agenda europea, relativamente alla
Convenzione sul Futuro dell’Europa.
Governance
La governance europea intende individuare un nuovo sistema di relazioni tra
i diversi livelli di governo che preveda
anche nuove forme dirette di dialogo
tra Regioni e Istituzioni comunitari sulla
base dei strumenti prospettati dal Libro
Bianco, quali i contratti tripartiti e i
meccanismi di consultazione. La
Regione Emilia-Romagna ha partecipato
al dibattito europeo sulla governance
avviato nel 2001, ed è stata capofila
di un progetto europeo sul tema. Il progetto, a cui hanno partecipato nove
regioni appartenenti a sei diversi Stati
membri (paesi federali, paesi regionalizzati, paesi accentrati), aveva l’obiet-
26
tivo di individuare strumenti idonei per
la partecipazione regionale alla elaborazione delle politiche comunitarie. Il
risultato di tale lavoro ha portato alla
firma di una dichiarazione comune trasmessa al Presidente della
Commissione europea e all’avvio di collaborazioni politico istituzionali tra
Regioni.
Convenzione
L’Ufficio ha seguito attentamente gli
sviluppi dei lavori della Convenzione
partecipando alle sessioni plenarie e
producendo una Newsletter quindicinale
che riporta gli sviluppi dei lavori della
Convenzione.
Sistema delle Autonomie locali
I rapporti con gli enti locali dell’EmiliaRomagna si sono intensificati nel corso
del 2002. L’Ufficio ha svolto un’azione
di informazione rispondendo a specifiche richieste su politiche e programmi
comunitari (510 domande) e organizzando missioni in ambito comunitario
per rappresentanti del sistema delle
Autonomie locali (21 missioni di rappresentanti di singoli Enti ed una missione
organizzata da ANCI e UPI regionale).
Un ‘impegno particolare è stato offerto
al supporto delle attività avviate dal
Comitato promotore di Parma per
L’Autorità Alimentare.
SESTOEURORAPPORTO
Altri attori in ambito regionale
Oltre al sistema delle Autonomie locali,
l’ufficio di Bruxelles si relaziona anche
con altri attori tra cui agenzie regionali,
mondo associativo, università, centri di
ricerca, ONG e privati. L’Ufficio ha
risposto a 1780 richieste per informazioni relative a vari settori: affari istituzionali, ricerca e sviluppo, ambiente,
cultura, relazioni esterne, allargamento, Balcani, Giustizia e Affari interni,
sanità, trasporti, sviluppo sostenibile,
società dell’informazione, politiche
sociali, sport, turismo.
ATTUAZIONE E PARTECIPAZIONE
DELLA REGIONE ALLE POLITICHE COMUNI
1
1. Attuazione e partecipazione
della Regione
alle politiche comuni
SESTOEURORAPPORTO
29
LA POLITICA
AGRICOLA
Scenario comunitario
Comune, le organizzazioni comuni di
mercato (OCM) e lo sviluppo rurale,
attraverso:
Nel corso del 2002 la Commissione
europea ha presentato una comunicazione1 sulla revisione intermedia della
politica comune. Il documento è stato
redatto in conformità degli obiettivi stabiliti e decisi dal Consiglio europeo di
Berlino nel 1999 nel quadro di Agenda
2000 e confermati nel Vertice europeo
di Goteborg del giugno 2001.
– migliore stabilizzazione dei mercati
con meccanismi di sostegno diretti più
semplici (svincolo degli aiuti dalla produzione subordinandoli al rispetto di
norme in materia di ambiente, sicurezza alimentare, benessere degli animali
e sicurezza sul lavoro, aumento e
modulazione dei pagamenti diretti, istituzione di regimi di audit aziendale);
La proposta di revisione porta a compimento il processo di riforma della PAC
avviato nel 1992 (nota come Riforma
McSharry dall’allora commissario europea all’agricoltura).
– rafforzamento del sostegno all’agricoltura e allo sviluppo sostenibile, nonché un potenziamento degli strumenti
di sviluppo rurale.
La comunicazione della Commissione
ha avviato il dibattito nell’ambito delle
Istituzioni europee e fra gli Stati membri: su questa si sono già espressi con
propri pareri il Parlamento europeo, il
Comitato delle Regioni, il Comitato economico e sociale.
Scenario regionale2
Le modifiche sono finalizzate a conseguire gli obiettivi di miglioramento
della competitività dell’agricoltura europea, di promozione di un’agricoltura
sostenibile e orientata al mercato e di
rafforzamento dello sviluppo rurale.
La proposta interessa i due pilastri su
cui è articolata la Politica Agricola
L’andamento dell’agricoltura dell’Emilia-Romagna nel corso del 2002 ha
visto numerosi cambiamenti non solo
riguardo agli andamenti delle produzioni e dell’occupazione, ma anche nelle
caratteristiche ed importanza dell’intervento pubblico a livello regionale.
La produzione lorda vendibile
dell’Emilia-Romagna è risultata nel
2002 pari a 3.667 milioni di euro con
un calo del 9,5% rispetto al 2001, che
ha riassorbito il forte incremento dell’anno precedente.
Il 2002 è stato invece caratterizzato
da un forte e diffuso calo dei prezzi
agricoli all’origine che hanno interessato in modo particolare patate ed ortaggi, le colture industriali e la frutta,
mentre in misura minore i cereali ed il
latte. Il particolare andamento climatico negativo, soprattutto nei mesi estivi,
ed anche il riallineamento dei dati ai
valori definitivi del Censimento dell’agricoltura del 2000, hanno rafforzato il
risultato negativo della annata agraria
del 2002. L’andamento della produzione agricola regionale evidenzia però
alcuni elementi strutturali che vanno
accentuandosi nel corso degli ultimi
anni. Da un lato, la sempre minore
relazione fra gli andamenti quantitativi
delle produzioni e le variazioni dei
prezzi, che generano forti oscillazioni
non solo nel valore complessivo della
produzione regionale ma anche in
modo più marcato per i singoli comparti e singole produzioni e dall’altro, la
riduzione dei prezzi agricoli alla produzione, che ha interessato in modo
generalizzato quasi tutti i comparti e
produzioni, non trova adeguato riscontro nelle variazioni dei prezzi al consumo, i cui aumenti hanno suscitato
numerose attenzioni e polemiche negli
ultimi mesi del 2002.
anni precedenti. Il numero degli occupati è sceso sotto le 99.000 unità, con
una riduzione di circa il 2% rispetto
all’anno precedente (–2,7% a livello
nazionale). La riduzione dell’occupazione agricola è dovuta per il 2002 esclusivamente ai lavoratori dipendenti,
anche se la tendenza prosegue ad una
maggiore riduzione dell’occupazione
autonoma, che però sembra essersi
attenuta nel corso degli ultimi anni.
Permane la maggiore incidenza del
lavoro temporaneo fra i lavoratori
dipendenti e soprattutto fra le donne.
L’incidenza dell’occupazione agricola è
scesa al 5% dell’occupazione complessiva della regione.
L’andamento dell’occupazione agricola
nel corso del 2002 ha confermato alcune tendenze di fondo emerse negli
1
Nel corso degli ultimi anni si mantiene
però elevata la produttività del lavoro
agricolo (in termini di valore aggiunto
per occupato), che nell’ultimo triennio
disponibile (1998-2000) vede aumentare i livelli di produttività in EmiliaRomagna, che superano del 14% la
media nazionale.
L’occupazione continua invece a fare
registrare risultati positivi nell’industria
di trasformazione alimentare, con un
aumento superiore al 5% nel 2002.
COM (2002) 394 del 10 luglio 2002.
Considerazioni tratte dal Rapporto regionale
2002 sul sistema agro-alimentare.
2
30
Nel 2002 sono sostenuti gli scambi
commerciali agro-alimentari con l’estero,
con un forte aumento delle importazioni
(+19%) ed in particolare dei prodotti
dell’agricoltura, ma allo stesso tempo
sono aumentate le esportazioni di oltre
il 18%, soprattutto per il contributo dei
prodotti dell’industria alimentare.
L’attività legislativa della Regione
Emilia-Romagna a favore dell’agricoltura ha visto alcune importanti iniziative
volte a migliorare le condizioni dell’offerta e soprattutto le iniziative rivolte
ad assicurare qualità per la sicurezza
alimentare e più in generale a migliorare i rapporti lungo tutta la catena alimentare dagli agricoltori fino ai consumatori. La Regione ha varato nel
dicembre 2002 la legge sulla rintracciabilità dei prodotti alimentari3. L’EmiliaRomagna ha anticipato gli interventi
normativi comunitari (reg.(CE)
n.178/2002, per cui la rintracciabilità
sarà obbligatoria solo nel 2005) e
quelli nazionali. La legge privilegia gli
interventi di filiera assicurando la rintracciabilità dei prodotti dall’azienda al
consumatore.
La recente L.R. n.29 del 4 novembre
2002, introduce “Norme per l’orientamento dei consumi e l’educazione alimentare e per la qualificazione dei servizi di ristorazione collettiva”. La legge
prevede uno specifico programma trien-
SESTOEURORAPPORTO
nale che conferma le competenze delle
Province per gli interventi di orientamento ai consumi e di educazione alimentare, riservando alla Regione gli
interventi di dimensione più ampia e di
supporto.
Gli interventi comunitari
nel settore agricolo
e agroindustriale
regionale
Il 2002, come abbiamo accennato, ha
visto notevoli cambiamenti nell’azione
regionale che vanno dalla costituzione
ed entrata in piena operatività dell’AGREA, come organismo pagatore degli
interventi Comunitari, alle novità nella
impostazione del bilancio regionale.
L’applicazione
dell’OCM ortofrutta
Il totale delle risorse che sono gestite
tramite il bilancio regionale nel 2002 è
ammontato complessivamente ad oltre
192,5 milioni di euro con un leggero
aumento rispetto al 2001 (+1,5%).
Queste risorse comprendono anche i
contributi regionali all’attuazione del
PRSR. Le nuove risorse messe a disposizione del bilancio regionale ammontano a poco più di 106 milioni di euro
nel 2002, con un leggero calo rispetto
all’anno precedente. L’utilizzazione dei
fondi regionali si mantiene comunque
sempre elevata (97%), anche se con
maggiori difficoltà per l’utilizzazione
dei fondi per la ricerca ed i programmi
interregionali sulla qualità.
Nell’esercizio finanziario 2002 le
Organizzazioni dei Produttori (OP) italiane hanno percepito aiuti pari a 94
milioni di euro per la realizzazione di
programmi operativi con un incremento
del 26% rispetto al 2001 e di ben il
42% rispetto all’esercizio 2000. La crescita nazionale nell’utilizzo delle risorse
comunitarie è risultata molto più elevata rispetto alla media degli altri Paesi,
indicata in un aumento del 13% rispetto al 2001. La Regione Emilia-Romagna ha percepito, sempre nell’esercizio
finanziario 2002, aiuti comunitari pari
a circa 35 milioni di euro, il 38% del
totale dei contributi destinati al nostro
paese.
In regione sono quattordici le OP riconosciute a cui si aggiungono tre AOP
(Associazioni di organizzazioni dei produttori), livello superiore di aggregazione rispetto le OP, tutte e tre riconosciute nel corso del 2001. Sono AOP che
presentano caratteristiche diversificate;
il Gruppo Mediterraneo ha una compagine interregionale formata da APO-
FRUIT, da ASSOFRUIT Basilicata e
CODMA Marche e da tre Op della regione Sicilia (APAOM, RINASCITA e RINASCIMENTO).
FINAF presenta caratteristiche transnazionali in quanto composta da un OP
della regione (APOCONERPO) e da una
francese (CONSERV-GARD).
OROGROUP Italia è invece formata da
APOFRUTTADORO e GENERALFRUIT, due
OP regionali, che gli hanno delegato la
gestione totale del loro programma
operativo.
Il valore della produzione commercializzata, dichiarata dalle OP per l’anno
2002, ammonta a 1,3 miliardi di euro,
in forte aumento rispetto al 2001
(864 milioni di euro), segno di un
significativo aumento della produzione
aggregata.
Per l’anno 2002, la disponibilità finanziaria delle organizzazioni dei produttori per la realizzazione delle attività previste è ammontata a 74,5 milioni di
euro, pari ad un aiuto comunitario
richiesto di 37,2 milioni di euro.
Solitamente tale importo è erogato in
misura lievemente inferiore a seguito
dei controlli effettuati dalla pubblica
amministrazione regionale (tab. 1).
3
L.R. n.33/2002 “Interventi per lo sviluppo
dei sistemi di rintracciabilità nel settore agricolo e alimentare”.
SESTOEURORAPPORTO
Tabella 1
Valore della produzione commercializzata dalle Organizzazioni dei Produttori (OP) e aiuti richiesti all’Unione europea per
attività svolte nel corso del 2002 (euro)
Denominazione OP
Valore produzione
commercializzata
Importo preventivo del
Fondo di esercizio
Importo consuntivo del
Fondo di esercizio
Importo aiuto
comunitario richiesto
COPADOR
ARP
APOCONERPO
CORER
AFE
GRANFRUTTA ZANI
ASIPO
AINPO
CICO
OPOEUROPA
EUROP FRUIT
AGRIBOLOGNA
O.P. FERRARA
SOLEMILIA MODENA
GRUPPO MEDITERRANEO
FINAF
OROGROUP ITALIA
28.873.699,72
25.978.628,58
386.000.000,00
62.771.895,05
29310130,17
30.081.315,53
29.531.363,41
37.374.641,26
19.386.870,64
16.681.387,90
34.529.324,91
21.309.585,12
13.578.730,73
14.368.665,96
78.875.842,23
393.000.000,00
79.738.708,97
2.429.550,38
1.857.067,96
8.582.906,67
5.060.549,92
2.368.194,58
2.441.879,27
2.421.571,79
3.064.203,85
1.589.723,39
1.367.600,00
2.829.854,96
1.747.385,98
1.099.511,58
1.178.200,00
6.467.819,05
23.608.093,53
6.536.203,58
2.367.630,02
1.856.825,34
8.582.906,67
5.060.549,92
2.368.194,58
2.441.879,27
2.418.080,68
3.040.225,25
1.589.723,39
1.314.497,75
2.829.854,96
1.747.385,98
1.099.511,58
1.178.200,00
6.467.819,05
23.608.093,53
6.536.203,57
1.183.815,01
928.412,67
4.291.453,34
2.530.274,96
1.184.097,29
1.220.939,64
1.209.040,34
1.520.112,63
794.861,70
657.248,88
1.414.927,48
873.692,99
549.755,79
589.100,00
3.233.909,53
11.804.046,77
3.268.101,79
1.301.390.790,18
74.650.316,49
74.507.581,54
37.253.790,81
Totale
Fonte: Regione Emilia-Romagna - Assessorato Agricoltura, Ambiente, Sviluppo sostenibile
L’analisi delle singole azioni, come evidenziato in tab. 2, ha posto in evidenza come il segmento organizzazione e
razionalizzazione della produzione
abbia assorbito anche nel 2002 la
parte più cospicua delle risorse disponibili (44% anche se leggermente in calo
rispetto al 2001), con un aumento
della sotto-misura “miglioramento qua-
litativo delle produzioni” e ciò appare
come una risposta alle rinnovate richieste del mercato in fatto di qualità e
salubrità delle produzioni.
Risorse finanziarie per oltre 9 milioni di
euro sono state spese per la valorizzazione e promozione della produzione,
azioni realizzabili attraverso la concentrazione dell’offerta e lo sviluppo della
valorizzazione commerciale dei prodotti
ortofrutticoli.
Le misure relative alla riduzione dei
costi di produzione hanno mostrato un
incremento significativo rispetto al
2001, con particolare riguardo alle
azioni tese al miglioramento dell’utilizzazione della manodopera, all’attuazione di adeguate economie di scala
31
determinate dalla stessa concentrazione della produzione e tutte quelle fasi
di razionalizzazione dei mezzi meccanici, tecnici, ed umani.
Per le misure ambientali sono stati
impegnati oltre 18 milioni di euro, con
un aumento del 9,4% circa rispetto
all’anno precedente. Anche in quest’ambito l’esigenza è quella di migliorare la qualità delle produzioni e dei
processi produttivi, per garantire la salvaguardia degli operatori, dei consumatori e dell’ambiente.
Nell’anno 2002 sono stati spesi circa 3
milioni di euro per sostenere i ritiri di
mercato dei prodotti citati nell’Allegato
II del reg. (CE) 2200/96 e per le integrazioni e compensazioni relative ai
prodotti fuori Allegato II.
L’applicazione della PAC
ai seminativi
Secondo i dati provvisori diffusi
dall’Agrea4, nel 2002 la politica comunitaria in tema di seminativi ha dato
4
L’Agenzia Regionale per le erogazioni in
agricoltura – istituita con legge regionale n.
21/2001 – gestisce le domande ed i pagamenti dei premi comunitari nei settori dei
mercati oltre alla gestione dei pagamenti relativi al piano regionale di sviluppo rurale
SESTOEURORAPPORTO
32
luogo in regione a 46.819 domande.
Anche questo anno ha trovato quindi
conferma la tendenza verso una progressiva riduzione del numero di aziende coinvolte, che in termini percentuali
sono diminuite del 4% rispetto all’anno
passato. Le superfici interessate dalle
compensazioni hanno avuto un andamento simile, passando da 419 a 402
mila ettari (–4%). Per quanto concerne le compensazioni, queste hanno
manifestato una diminuzione più accentuata, essendo passate da circa 171
milioni di euro a poco meno di 160
milioni di euro5. In termini percentuali,
ciò ha corrisposto ad una riduzione del
7%. La dinamica delle compensazioni,
nel complesso più penalizzante rispetto
alla riduzione delle superfici, è stata il
frutto di un’insieme di elementi contraddittori, fra i quali hanno inciso in
misura considerevole la minor penalizzazione avutasi per il mais e gli aggiustamenti intervenuti nel piano di regionalizzazione (DM del 10 agosto
2001).
La disaggregazione territoriale evidenzia come le superfici oggetto di compensazione siano fortemente concentra-
5
Il dato relativo al 2001 è stato rivisto
rispetto a quello pubblicato nel Rapporto dell’anno passato, essendo stata resa nota nel
frattempo l’entità definitiva delle penalizzazioni derivanti dal superamento delle superfici
di base.
Tabella 2
Le azioni previste dai programmi operativi – Rendicontazione 2002
Denominazione
Organizzazione
dei Produttori (OP)
Organizzazione e
razionalizzazione
della produzione
Valorizzazione e
promozione
della produzione
Riduzione e
stabilizzazione
dei costi
Misure
ambientali
Spese
generali
COPADOR
ARP
APOCONERPO
CORER
AFE
GRANFRUTTA ZANI
ASIPO
AINPO
CICO
OPOEUROPA
EUROP FRUIT
AGRIBOLOGNA
O.P. FERRARA
SOLEMILIA MODENA
GRUPPO MEDITERRANEO
FINAF
OROGROUP ITALIA
1.071.804,51
556.075,79
0,00
2.606.647,27
1.497.462,36
936.164,92
1.294.281,42
1.566.320,90
1.071.322,63
104.466,07
1.9990.95,92
754.838,60
595.717,92
586.200,31
2.754.342,95
13.398.700,16
2.157.121,11
15.500,00
58.685,10
3.369.553,83
362.242,00
142.718,95
652.285,28
18.409,44
296.330,26
79.012,00
1.019.870,00
55.314,86
476.439,91
142.153,10
192.602,38
1.335.481,42
0,00
796.872,86
462.416,24
190.466,99
3.705.768,19
781.740,96
401.270,04
156.211,30
705.109,67
568.520,43
179.991,19
10.483,37
321,336,84
326.899,45
89.634,54
18.534,36
399.688,50
0,00
1.747.075,72
771.485,16
1.015.184,36
0,00
979.247,66
279.379,34
587.080,72
352.866,80
549.441,40
136.310,42
56.608,64
397.510,24
154.972,48
250.173,55
317,037,66
1.265.596,09
10.041.393,37
1.126.232,93
46.424,11
36.413,10
171.658,13
61.756,86
47.363,89
48.289,87
47.413,35
59.612,26
31.794,47
25.770,00
56.597,10
34.235,54
21.832,47
23.480,65
118.785,09
168.000,00
128.400,95
Totale
32.950.862,84
9.013.471,39
10.065.147,79
18.274.520,82
1.127.827,84
Fonte: Regione Emilia-Romagna - Assessorato Agricoltura, Ambiente, Sviluppo sostenibile
Integrazione e
compensazioni
Totale
580.500,00
2.367.630,02
1.856.825,34
8.582.906,67
5.060.549,92
2.368.194,58
2.441.879,27
2.418.080,68
3.040.225,25
1.589.723,39
1.314.497,75
2.829.854,96
1.747.385,98
1.099.511,58
1.178.200,00
6.467.819,05
23.608.093,53
6.536.203,57
3.075.750,86
74.507.581,54
1.335.926,52
286.615,1
61.847,18
91.292,68
103.299,67
40.344,64
593.925,00
SESTOEURORAPPORTO
te nelle province di Ferrara e di Bologna, che assieme assommano circa il
43% del totale regionale. Le superfici
hanno fatto registrare un andamento
abbastanza differenziato nelle diverse
province. Infatti, pur essendo stata registrata in quasi tutti i casi una riduzione, questa ha assunto proporzioni assai
diverse da provincia a provincia, con
variazioni percentuali particolarmente
marcate nelle province di Ravenna
(–7%) e di Ferrara (–6%). Pressoché
invariate sono invece risultate le superfici nella provincia di Piacenza, mentre
nelle restanti province la variazione è
risultata più o meno in linea con la
media regionale (fig. 3.1).
Per quanto attiene alle compensazioni,
la provincia di Ferrara si dimostra ancora una volta quella più efficace nello
sfruttare le opportunità offerte dalla
regolamentazione comunitaria.
L’ammontare complessivo delle compensazioni dirette in provincia è infatti
risultato pari a circa 44,5 milioni di
euro, poco meno del 28% del totale
regionale (con il 24% delle superfici).
Tuttavia, tale risultato è decisamente
inferiore a quello fatto registrare nel
2001, quando le compensazioni avevano sfiorato i 50 milioni di euro.
Considerando le altre province, quelle
che beneficiano in misura maggiore
della PAC seminativi sono, così come
negli anni passati, quelle di Bologna, di
Modena e di Piacenza, a cui vanno,
rispettivamente, 29, 20 e 19 milioni di
33
PC
PR
RE
M
O
BO
FE
RA
䡵 2002
䡵 2001
FC
RN
—000
20.00000000
40.00000000
60.00000000
ettari
80.00000
100.000
120.000
Figura 3.1
Ripartizione provinciale delle superfici oggetto di compensazione
Fonte: Regione Emilia-Romanga – Assessorato Agricoltura, Ambiente e sviluppo sostenibile.
euro. Il confronto con i valori dell’anno
precedente evidenzia anzitutto come la
riduzione dell’ammontare delle compensazioni si sia manifestata in tutte le
province. Tuttavia, tale riduzione è
risultata particolarmente accentuata
nelle province di Ferrara, di Ravenna e
di Forlì-Cesena, dove la contrazione è
stata dell’ordine del 10-11%, mentre è
stata nettamente inferiore alla media
regionale nelle province “emiliane”
(fig. 3.2).
Così come negli anni passati, anche in
occasione della redazione di questo
rapporto si è ritenuto opportuno analizzare i dati relativi all’applicazione della
Pac seminativi, evidenziando la distribuzione delle compensazioni in relazione alla “dimensione” dei beneficiari. In
tal senso, la segmentazione operata
dalla Commissione nella sua proposta
di “mid term review” (con l’introduzione di un prelievo progressivo e differenziato per le aziende che si collocano in
tre fasce, individuate in base al livello
di aiuti percepiti e con valori soglia pari
a 5.000 ed a 50.000 euro) costituisce
un punto di riferimento obbligato.
Tuttavia, nell’elaborazione si è voluta
SESTOEURORAPPORTO
34
pensazioni nelle rispettive province.
Nelle stesse, risulta anche elevata l’incidenza delle compensazioni destinate
ai piccoli beneficiari, con incidenze pari
al 41-43%. All’opposto, i grandi beneficiari fruiscono di compensazioni particolarmente elevate soprattutto nelle province di Ravenna (28%), di Bologna
(18%), di Ferrara (17%) e di Modena
(11%), per la presenza di aziende di
dimensioni particolarmente ampie,
spesso condotte in forma cooperativa
(fig. 3.3).
PC
PR
RE
M
O
BO
FE
RA
䡵 2002
䡵 2001
FC
RN
—000
10.00000000
20.00000000
30.00000000
000 euro
40.00000
50.000
60.000
Figura 3.2
Ripartizione provinciale delle compensazioni
introdurre un’ulteriore soglia, pari a
1.000 euro, che serve in via approssimativa ad identificare ed a quantificare
i beneficiari “minimi”, ossia quelli il cui
beneficio privato (la compensazione, al
netto dei costi sostenuti per attivare la
pratica) probabilmente non giustifica
appieno i costi che la collettività deve
sopportare per attuare l’erogazione
della compensazione (attività amministrative, di controllo e simili).
Come si vede dai valori riportati nel
prospetto, la distribuzione delle com-
pensazioni è fortemente diseguale e
mentre i grandi beneficiari fruiscono
mediamente di compensazioni per poco
meno di 107 mila euro, i piccoli beneficiari si limitano a compensazioni che
mediamente ammontano a 2.379
euro. I beneficiari “minimi”, pur rappresentando in termini numerici oltre il
40% del numero complessivo di beneficiari, assorbono compensazioni per
circa 9,4 milioni di euro. Ne risulta una
compensazione media pari solo a 479
euro, che conferma le perplessità circa
l’efficacia dell’attuale meccanismo di
sostegno del reddito, sotto il profilo
della gestione amministrativa.
Considerando i valori relativi a ciascuna
provincia, si osserva come la distribuzione delle compensazioni fra le differenti categorie di beneficiari sia assai
diversificata. I beneficiari “minimi”
godono di compensazioni di un certo
rilievo soprattutto nelle province di
Forlì-Cesena e di Rimini, dove la quota
ad essi spettante è pari circa al 25%
dell’ammontare complessivo delle com-
I dati relativi ai diversi tipi di utilizzazione (tab. 4) evidenziano anche questo anno una forte dinamica degli
assetti colturali. I cereali hanno interessato nel 2002 poco meno di 45 mila
domande, con una flessione del 2%,
inferiore a quella manifestata dal
numero complessivo di domande. Al
contrario, le superfici interessate sono
cresciute di circa 7.500 ettari, superando la soglia dei 350 mila ettari complessivi, mentre l’ammontare delle
compensazioni per i cereali è passato
da 134 a 142 milioni di euro (+6%).
Le dinamiche fatte registrare dalla coltura del mais e da quella degli altri
cereali sono state decisamente disformi
ed hanno certamente risentito della
forte penalizzazione che le compensazioni per il mais avevano subito l’anno
passato, a causa del superamento della
superficie di base.
Le oleaginose, prevalentemente rappresentate dalla soia, appaiono per il
SESTOEURORAPPORTO
Categoria
100%
Soglia
(euro)
Numero
(beneficiari)
Compensazioni
(000 e)
< 1.000 e
1.000-5.000 e
5.000-50.000 e
> 50.000 e
19.669
19.481
7.467
202
9.418
46.352
82.555
21.579
46.819
159.904
90%
Minimi beneficiari
Piccoli beneficiari
Medi beneficiari
Grandi beneficiari
80%
70%
60%
50%
35
Totale
40%
30%
䡵 Minimi beneficiari (< 1.000 e)
䡵 Medi beneficiari (5.000-50.000 e)
20%
10%
0%
PC
PR
RE
MO
BO
FE
RA
FC
RN
䡵 Piccoli beneficiari (1.000-5.000 e)
䡵 Grandi beneficiari (>-50.000 e)
Figura 3.3
Ripartizione delle compensazioni per categoria di beneficiari e per provincia
Tabella 4
2001
Beneficiari (n)
2002 ∆ %
2001
Superfici (Ha)
2002 ∆ %
Compensazioni (000 e)
2001
2002 ∆ %
Totale compensazioni
48.531
46.819
–4
418.868
402.472
–4
171.282
159.904
–7
Cereali
di cui: mais
di cui: altri cereali
45.770
19.413
38.406
44.677
17.873
38.433
–2
–8
0
642.989
115.457
227.533
350.438
110.056
240.382
2
–5
6
133.969
56.959
77.010
141.723
58.260
83.463
6
2
8
5.748
4.922
950
25
2.645
1.990
746
14
–54
–60
–21
–44
42.891
34.396
8.090
405
18.490
12.506
5.937
47
–57
–64
–27
–88
25.310
20.887
4.211
212
6.264
4.310
1.938
16
–75
–79
–54
–93
797
8
13
60.91
330
7
46.252
1.039
6
14
5.423
303
15
44.275
30
–25
8
–11
–8
114
–4
2.630
22
50
25.363
4.909
14
523.553
3.910
6
197
23.799
4.949
40
532.912
49
–72
292
–6
1
181
2
955
6
20
9.459
1.561
3
—
1.394
2
67
8.873
1.574
7
—
46
–70
241
–6
1
181
Oleaginose
di cui: soia
di cui: girasole
di cui: colza
Proteiche
Consociate
Lino e canapa
Set-aside
Risone
Ceci, vecce, lenticchie
Colture senza compensazione
secondo anno consecutivo in netta contrazione e probabilmente si può parlare
di un vero e proprio abbandono di queste colture da parte dei produttori emiliano-romagnoli. Nel complesso, infatti,
il numero di domande è passato da
5.700 circa a 2.600 circa, con una
riduzione del 54%. La superficie destinata a tali colture è risultata invece
pari a circa 18.500 ettari, in contrazione del 57%. Ancora peggiore è risultato il trend delle compensazioni, che si
sono ridotte del 75% circa. Per quanto
concerne le singole specie, un andamento un po’ meno disastroso è stato
riscontrato per il girasole, i cui tassi di
contrazione sono comunque oscillati fra
il 21% (numero di beneficiari) ed il
54% (entità delle compensazioni).
36
LA POLITICA
AMBIENTALE
Scenario comunitario
Il riferimento principale dell’azione
comunitaria è rappresentato dalla decisione del Parlamento Europeo e del
Consiglio “Ambiente 2010: il nostro
futuro, la nostra scelta” che istituisce il
Sesto programma comunitario di azione in materia di ambiente6 che riprende e conferma i principi e gli obiettivi
di sostenibilità del V° programma quadro anche per il VI° programma quadro, affermando che occorre “rafforzare l’integrazione dei requisiti in materia
di protezione ambientale con gli altri
campi politici” spezzando in tal modo
“il nesso esistente tra crescita economica e impatto negativo sull’ambiente”.
Il programma fissa gli obiettivi della
politica ambientale e le principali priorità ambientali che faranno parte integrante della strategia della Comunità
europea per lo sviluppo sostenibile per i
prossimi 5-10 anni e illustra in dettaglio le azioni da intraprendere e identifica 4 aree di azioni prioritarie: “Cambiamento climatico”; “Natura e biodiversità: proteggere una risorsa unica”;
“Ambiente e salute”; “Uso sostenibile
delle risorse naturali e gestione dei
rifiuti”.
Il Protocollo di Kyoto, adottato nel di-
SESTOEURORAPPORTO
cembre 1997 dalla Terza Conferenza
delle Parti aderenti alla Convenzione
quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, approvato e recepito
dallo Stato italiano7, ha fissato dei limiti alle emissioni di gas ad effetto
serra prodotte dai paesi industrializzati, stabilendo una serie di scadenze
entro le quali gli interventi più urgenti
nei settori dei trasporti, energia, agricoltura ed industria, debbono essere
affrontati e conclusi. La Comunità europea si è fortemente impegnata su questo obiettivo.
Azioni intraprese
al livello regionale
Negli ultimi anni, in armonia con
Agenda 21 e coi programmi dell’Unione Europea la Regione Emilia-Romagna
ha cominciato a sperimentare nuove
politiche ambientali di tipo preventivo:
sistemi di incentivazione per la riduzione della produzione di rifiuti e la raccolta differenziata; protezione delle aree
protette; promozione dell’EMAS in
imprese pubbliche e private; promozione dell’educazione ambientale e alimentare, ecc. Inoltre si è dotata di
nuovi strumenti di monitoraggio e di
verifica delle azioni per migliorare la
qualità ambientale quali la Relazione
sullo stato dell’Ambiente.
Il 26 settembre 20018 il Consiglio
regionale ha approvato il primo “Piano
di azione ambientale per un futuro
sostenibile”. Questo nuovo strumento
di programmazione integrata e intersettoriale, costruito con il coordinamento
della Direzione Generale Ambiente, ha
coinvolto tutti i settori regionali le cui
scelte incidono sulla qualità ambientale, sociale ed economica, costituisce il
piano strategico volto ad orientare le
politiche dell’Emilia-Romagna ad una
sostenibilità ambientale, economica,
sociale e istituzionale. Nel documento
sono indicati, oltre agli obiettivi di
fondo da raggiungere, i principali problemi ambientali della nostra regione,
gli strumenti, le azioni, i settori e gli
attori che saranno coinvolti nell’attuazione di programmi. Due sono le direzioni strategiche emergenti: da un lato
ridurre la vulnerabilità del sistema
ambientale, mettere in sicurezza il territorio, connettere le risorse e i rischi
ambientali alle dinamiche antropiche e
al sistema socioeconomico, dall’altro
promuovere i comportamenti proattivi e
responsabili nei confronti dell’ambiente
da parte di tutti i cittadini, dei produttori e dei consumatori, mettendo a punto
gli strumenti e le azioni integrate per
lo sviluppo sostenibile.
Le aree tematiche in cui si articola il
Piano regionale coincidono volutamente
con quelle definite dal VI° Programma
quadro comunitario rendendo possibile
il raccordo tra i diversi livelli di programmazione. Gli orientamenti ai quali
si ispirano le strategie di questo Piano
sono basati su un approccio preventivo
e sul concetto di condivisione della
responsabilità che presuppone una partecipazione molto ampia e attiva di
tutti gli attori e soprattutto della collettività. Il Piano assegna una grande
importanza allo sviluppo degli strumenti preventivi, informativi, educativi, partecipativi.
Gli interventi finanziati
in corso di realizzazione
In sede di attuazione operativa del
piano, nella primavera 2002 è stato
approvato e finanziato dalla Giunta
regionale il programma degli interventi
“pubblici” che saranno realizzati dalle
Province e dagli Enti locali.
Tra le tipologie di intervento:
• disponibilità, tutela e risparmio risorse idriche;
6
Decisione 1600/2002/CE del 22 luglio
2002 – Gazzetta Ufficiale Comunità europee
L 242 del 10/09/2002.
7
Il Protocollo di Kyoto, in Italia, è stato ratificato con la legge 1° giugno 2002, n. 120.
8
Delibera Consiglio Regionale n. 250 del 26
settembre 2001.
SESTOEURORAPPORTO
• qualità dell’aria e riduzione gas climalteranti;
• gestione e riduzione rifiuti;
• sistemi di gestione ambientale, ecc.
Sono 143 i primi progetti cofinanziati
nel 2002 alle Province con 76 milioni
di Euro.
L’area di intervento prevalente in questa prima fase è quella della disponibilità, qualità e risparmio delle risorse idriche. L’investimento complessivo della
Regione nel triennio per tutti gli interventi pubblici e privati è pari a 160
milioni di Euro.
All’interno del Piano triennale vi sono
poi interventi ad esso integrati di educazione ambientale. Relativamente
all’educazione ambientale nel 2002
sono stati finanziati progetti di scuole
(89) e di Centri di educazione ambientale (36) per oltre 700.000 Euro; i
tematismi sviluppati erano gli stessi del
Piano triennale ambiente.
Relativamente ai processi di Agenda
21 locale e per lo sviluppo degli strumenti di governance allargata, la
Regione ha finanziato l’avvio di nuovi
processi con un milione di Euro. Il
Bando ha consentito l’avvio di nuove
24 Agende 21 presso gli enti locali del
territorio regionale. Tra gli strumenti
congiuntamente inseriti nei processi
A21L l’adozione di sistemi di contabilità ambientale nel bilancio degli enti,
procedure di “acquisti verdi”, ecc.
Negli ultimi mesi del 2002 è stato
definito un Bando per ecoincentivi
alle imprese private fondato sugli
obiettivi dell’ecoefficienza dei processi
produttivi e sulla qualità dei prodotti. Il
Bando, approvato dalla Giunta regionale, è attualmente (marzo 2003) all’esame dei competenti organismi dell’Unione Europea.
Parallelamente alle iniziative approvate
all’interno del “Piano di azione
ambientale per un futuro sostenibile”,
nel corso del 2002 la Regione e il
sistema delle autonomie locali hanno
definito e avviato un importante pacchetto di misure volte a promuovere la
qualità dell’aria e ad assicurare in particolare il rientro, entro il 2005, nei
parametri fissati dalle Direttive UE relativamente alle polveri sottili (pm10).
Un protocollo di intesa tra oltre 100
enti locali e la Regione ha consentito di
concertare e attuare, a partire dal settembre 2002, misure di contenimento
della mobilità privata in due giornate la
settimana. Congiuntamente sono stati
definiti interventi strutturali sul potenziamento della mobilità su ferro e per i
rinnovi dei parchi mezzi con veicoli ecologici. Le misure restrittive adottate
hanno consentito, nei giorni di applicazione, una riduzione delle polveri sottili
fino al 20%.
Agenda 21 locale
Nel settembre 2000, a Bologna, si è
costituita l’Associazione italiana delle
Agende 21 locali alla quale aderiscono, come risulta da una indagine sviluppata a livello nazionale9, circa 550
tra Comuni, Province e Regioni nonché,
come soci sostenitori, numerosi enti di
ricerca ed associazioni di volontariato.
L’’Emilia-Romagna rappresenta una
delle realtà di punta a livello nazionale
nella promozione di processi di Agenda
21 locale: a fine 2002, oltre alla
Regione, sono risultati 63 gli Enti pubblici emiliano-romagnoli (prevalentemente Comuni, ma anche tutte le Province, diverse Comunità Montane e
alcuni Enti parco) impegnati a promuovere processi partecipati e strumenti
gestionali (azioni formative, rapporti
sullo stato dell’ambiente, sperimentazione di attivazione Forum A21 Locali,
ecc.) volti a favorire l’integrazione
delle politiche settoriali con una politica
dello sviluppo sostenibile.
Nel campo della promozione di Agenda
21 Locale, a livello regionale, sono
stati realizzati: un Coordinamento
Regionale Agende 21L, un Osservatorio
Regionale Agende 21 Locali con funzioni di monitoraggio che ha già prodotto
un primo Report 200210, un sito Web,
una newsletter, un cd-rom “A scuola di
Agenda 21 Locale”, un video di presen-
37
tazione del Piano Triennale Regionale
di Azione Ambientale, un corso di formazione sui temi dell’A21 Locale per
referenti di Enti pubblici ed un corso di
formazione sulla gestione dell’Agenda
21 rivolta ai Centri di Educazione
Ambientale, oltre a due Bandi per
l’Agenda 21 a scuola rivolta ai Centri
di Educazione Ambientale.
INFEA
Per promuovere, organizzare e sviluppare l’informazione e l’educazione
ambientale l’Emilia-Romagna, si è
dotata nel 1996 di un apposito strumento legislativo: la Legge regionale n.
15/96. Attraverso la legge si propone
di dare sistematicità e organicità alle
esperienze di informazione ed educazione ambientale (INFEA) dentro la
scuola e nel territorio, definendo un
sistema di regole, strumenti e risorse
tramite:
9
“Indagine sullo stato di attuazione dei processi di A21L in Italia, Focus Lab giugno
2002.
10
“I processi di Agenda 21 in EmiliaRomagna – Report 2002” – dicembre 2002
realizzato da Focus Lab per la Regione EmiliaRomagna e scaricabile dal sito
ww.regione.emilia-romagna.it/agende21.
38
• promozione e sviluppo di comportamenti positivi nei confronti dell’ambiente;
• raccolta e accesso alle informazioni
sullo stato dell’ambiente;
• promozione del coordinamento di
tutti i Centri di Educazione
Ambientale che operano sul territorio.
SESTOEURORAPPORTO
L’investimento di risorse regionali per
l’attuazione del Programma triennale
INFEA è stato pari a oltre 3 miliardi di
Lire, che hanno generato un investimento complessivo di oltre 5 miliardi di
Lire.
Il primo Programma regionale INFEA
1999/2001 individuava principi e
obiettivi, metodologie, strumenti e tipologie di azione volti a promuovere il
Sistema regionale dell’educazione
ambientale, proponendosi di accrescere
e migliorare la collaborazione tra le
diverse strutture sul territorio e tra queste e il mondo della scuola, la qualità
di progetti e iniziative, la continuità dei
servizi offerti.
Con il secondo Programma regionale
INFEA 2002/2004 approvato dal
Consiglio regionale il 9 luglio 200211,
si intende sviluppare, anche in attuazione delle “Linee di indirizzo per una
nuova programmazione concertata tra
lo Stato e le Regioni in materia di
Informazione Formazione Educazione
Ambientale” (novembre 2000), una
politica di educazione ambientale sempre più integrata con le politiche e i
programmi regionali per lo sviluppo
sostenibile.
La sua attuazione ha consentito di raggiungere risultati apprezzabili, con la
realizzazione di piani provinciali di
coordinamento dell’INFEA per lo sviluppo della rete e delle iniziative e per la
programmazione di progetti comuni, di
progetti quali ad esempio il Master
post laurea in “Esperto di Educazione
Ambientale”, le attività messe in
campo da Centri di Educazione Ambientale e Scuole (complessivamente, nel
triennio sono stati finanziati 162 progetti, di cui 100 realizzati dai Centri di
Educazione Ambientale e 62 dalle
Scuole).
Il nuovo programma si articola in dieci
“Aree di intervento”: Sviluppo, qualificazione e coordinamento del Sistema a
Rete INFEA (per garantire che la struttura a rete comprenda e connetta con
sempre maggiore efficacia la molteplicità degli attori operanti sul territorio, stimolando maggiori sinergie e la diffusione di metodi di programmazione condivisa); Percorso qualità (per sviluppare
un percorso di miglioramento continuo
dei servizi e delle attività dei Centri di
Educazione Ambientale attraverso la
definizione, sperimentazione e applicazione di un sistema di “indicatori di
qualità” delle strutture e dei progetti);
Formazione e ricerca (prevista una
nuova edizione 2003/04 del Master
in “Esperto di Educazione ambientale”
nel quadro di una collaborazione tra la
Regione e il Dipartimento di Scienze
dell’Educazione dell’Università degli
Studi di Bologna, con il coinvolgimento
sempre maggiore dei CEA e delle altre
Università della Regione);
Potenziamento attività Centri
Educazione Ambientale (promosso
attraverso Bandi annuali finalizzati alla
realizzazione di progetti e iniziative
correlate ai tematismi e alle problematiche ambientali contenute nel “Piano
regionale di azione ambientale
2001/2003” e quindi in collegamento
con la promozione di Agenda 21 locale
e la sostenibilità ambientale, economica, sociale); Promozione progetti e
scuole laboratorio di Educazione
Ambientale (alle scuole sarà chiesto di
inserire in modo stabile i Laboratori di
educazione ambientale nei rispettivi
Piani dell’Offerta Formativi e di assumere una accezione di educazione
ambientale che preveda lo sviluppo sia
di conoscenze che di azioni concrete
per l’ambiente. Appositi Bandi saranno
finalizzati a valorizzare e premiare la
qualità dei progetti e delle metodologie
utilizzate, nonché la capacità di creare
sinergie e di lavorare in rete);
Documentazione, informazione e comu-
nicazione (le funzioni di documentazione, informazione e comunicazione
ambientale saranno sviluppate al fine
di diffondere l’elaborazione e le buone
pratiche realizzate in Emilia-Romagna
dentro e fuori la scuola. Saranno promossi materiali didattici di qualità per
le scuole, implementati strumenti quali
il sito web regionale, la rivista
Centocieli, creati i Quaderni di documentazione); Laboratori per l’innovazione e la sperimentazione INFEA
(saranno stimolati la progettazione e
realizzazione di progetti di contenuto
particolarmente innovativo, da parte di
CEA in collaborazione con le Agenzie
scientifiche e formative che supportano
la rete regionale); Progetti INFEA interregionali (per sviluppare un lavoro e
una comune sperimentazione dal basso
tra le Regioni attraverso la realizzazione di specifici progetti); Progetti INFEA
comunitari e internazionali (per la promozione di partnership e collaborazioni
con altri paesi e regioni europee);
Raccordo con altri strumenti di programmazione della Regione EmiliaRomagna (per una sempre maggiore
integrazione con altri e paralleli strumenti di programmazione regionale).
11
Delibera Giunta regionale n. 909 del 27
maggio 2002 ratificata dal Consiglio regionale con Delibera 381 del 9 luglio 2002.
SESTOEURORAPPORTO
Nel 2002 sono inoltre stati portati a
termine i progetti pilota “Promozione
dello sviluppo sostenibile in Regione
Emilia Romagna: interventi integrati
per la diffusione dell’EMAS e delle cleaner production” destinati alle piccole e
medie imprese ed il progetto speciale
“L’EMAS applicato al distretto ceramico
di Modena e Reggio Emilia”.
I progetti, entrambi in collaborazione
con Ervet, hanno portato risultati concreti in termini di organizzazioni registrate (3 Registrate EMAS, 7 certificate
ISO, 3 in attesa di verifica EMAS) e di
diffusione della conoscenza dei sistemi
di gestione (l’agroalimentare, in particolare si è rivelato un settore ricettivo)
tanto è vero che la regione Emilia
Romagna è la regione con il numero
più elevato di registrazioni EMAS ad
oggi. Per quello che concerne l’EMAS
al distretto Ceramico è in attesa di verifica ispettiva prevista per Maggio 2003
e rappresenta il primo esempio a livello
europeo di EMAS applicato ad un
distretto industriale.
aree di pregio ambientale ai fini della
salvaguardia della biodiversità, lo Stato
italiano le ha recepite emanando il DPR
357/97, nonché il DM del 3.4.2000
con il quale è stato reso ufficiale l’elenco di tali aree.
La Regione Emilia-Romagna, successivamente, ha provveduto all’individuazione delle aree denominate pSIC (Siti
di Importanza Comunitaria proposti) e
ZPS (Zone di Protezione Speciale)
ricomprese nel proprio territorio attraverso appositi provvedimenti (DGR n.
1017/99, n. 2042/00, n. 1242/02
e n. 1333/02).
Rete Natura 2000
È proprio attraverso l’approvazione
delle ultime due delibere regionali citate che la Regione Emilia-Romagna nel
2002 ha aggiornato l’elenco dei SIC,
aumentando di circa 10.000 Ha la
superficie complessiva della Rete
Natura 2000 in regione, che attualmente ammonta a oltre 212.000 Ha,
pari a circa il 10% dell’intero territorio
regionale, per un totale di 115 siti
(SIC e ZPS) (vedi carta p. 183).
In merito all’applicazione delle Direttive
comunitarie 79/409/CEE “Uccelli”
relativa alla “Conservazione degli uccelli selvatici” e 92/43/CEE “Habitat”
relativa alla “Conservazione degli habitat naturali e seminaturali e della flora
e della fauna selvatiche”, che imponevano agli Stati membri di individuare
Circa la metà di tali siti ricade all’interno di aree protette quali parchi nazionali, regionali o riserve naturali, mentre
oltre il 60% di queste aree è situato
nei territori collinari e montani, ma ai
fini della conservazione della biodiversità riveste una particolare importanza
proprio l’insieme delle aree di pianura,
ubicate soprattutto nella fascia costiera
o lungo i corsi d’acqua.
Il titolo stesso della Direttiva Habitat
chiarisce che oggetto di tutela non
sono solo gli spazi incontaminati,
ormai molto ridotti in regione, ma
anche i territori gestiti attraverso tradizionali pratiche colturali compatibili con
la presenza di specie animali e vegetali
selvatiche, in quanto, a volte, sono proprio i modi con cui l’uomo gestisce da
decenni certe aree che determinano le
condizioni di sopravvivenza ottimali per
talune specie, per cui gli spazi seminaturali, soprattutto quelli soggetti ad
attività di tipo agro-silvo-pastorale,
sono anch’essi oggetto di interesse e di
attenzione da parte di questi strumenti
normativi in quanto, in definitiva, favoriscono l’aumento della biodiversità di
un certo territorio.
Ciò spiega il fatto per cui il 25% delle
aree pSIC e ZPS regionali sia soggetto
ad attività agricola, mentre il 50% sia
costituito da boschi ed il restante 25%
è da classificare come aree incolte,
corsi d’acqua, zone umide, aree periurbane, ecc.
Al fine di aggiornare ed approfondire
l’attuale livello conoscitivo di tali aree
nel 2002 sono stati avviati diversi
studi ed indagini che, una volta conclusisi nel 2003, porteranno ad una maggiore conoscenza della reale ubicazione
39
degli habitat all’interno dei siti e delle
più idonee forme di gestione dei siti
stessi, al fine di contemplare le esigenze di sviluppo di tali aree con quelle di
tutela dell’ambiente e di salvaguardia
della biodiversità.
Protezione e risanamento
delle Acque
La Commissione Europea ha attivato
alla fine del 2001 il processo d’implementazione della Direttiva
2000/60/EC che istituisce un quadro
per l’azione comunitaria in materia
d’acque. La direttiva, che combina l’utilizzo dei limiti alle emissioni con l’indicazione degli obiettivi di qualità generali per tutti i corpi idrici, superficiali e
sotterranei, prevede la definizione di
un Piano di gestione per bacino che
garantisca il raggiungimento degli
obiettivi di qualità per i corpi idrici
entro il 22 dicembre 2015. Il fine è di
chiarire e sviluppare, ove necessario,
informazioni tecniche e scientifiche di
supporto, Linee guida, consigli per
metodi operativi e altri documenti di
supporto che potranno essere sviluppati
a tal fine. Le linee guida dovranno
essere testate su alcuni bacini sperimentali.
Sono stati creati dieci gruppi di lavoro,
diretti da un gruppo di coordinamento
strategico, per le diverse attività e pro-
40
getti. I gruppi di lavoro sono generalmente coordinati da uno Stato membro
o dalla Commissione e i partecipanti
provengono dagli stati membri interessati, dai paesi candidati all’accesso, da
stakeholders e NGO. I gruppi di lavoro
avevano il compito di sviluppare indirizzi per l’analisi delle pressioni e degli
impatti, sviluppare indirizzi per la designazione dei corpi idrici fortemente
modificati, sviluppare indirizzi sulla classificazione dello stato delle acque interne e l’identificazione delle condizioni di
riferimento, sviluppare indirizzi sullo sviluppo di sistemi tipologici e di classificazione delle acque costiere e di transizione, sviluppare indirizzi per realizzare la
rete d’intercalibrazione, sviluppare indirizzi sull’analisi economica, sviluppare
indirizzi sul monitoraggio, sviluppare
indirizzi sugli strumenti per la valutazione e la classificazione delle acque sotterranee, sviluppare indirizzi sulle
migliori pratiche sulla pianificazione di
bacino, sviluppare un GIS condiviso.
Per migliorare la comprensione del processo, stimolare un’efficace partecipazione italiana ai gruppi di lavoro europei; riportare in queste sedi le priorità e
le esigenze nazionali e quindi di tutto il
sistema Paese in accordo con il coordinamento nazionale delle Regioni per
l’ambiente, la Regione EmiliaRomagna, Direzione Ambiente Difesa
del suolo e della Costa su invito e con
SESTOEURORAPPORTO
il patrocinio della Commissione
Europea, Direzione Ambiente ha organizzato il 28 Giugno 2002 un
Workshop sull’implementazione della
Direttiva Quadro Europea sull’acqua
sulla situazione italiana nel contesto
europeo.
L’interesse di questo workshop era in
particolare su due questioni. La prima
riguarda i modi di partecipazione
dell’Italia alle definizioni della strategia
d’implementazione dell’Unione
Europea. La seconda riguarda i modi
della trasposizione in Italia dei contenuti della direttiva. A tale Workshop
hanno partecipato funzionari della
Direzione Ambiente della Commissione
europea e della Direzione Generale
Ricerca - Unità “Sviluppo Sostenibile e
Qualità dell’Acqua”, del Ministero per
l’ambiente dell’Assia (D). Il responsabile della segreteria tecnica della
Direzione della tutela acque interne,
del Ministero Ambiente e protezione
del territorio dell’Assia ha affrontato i
processi di trasposizione della Direttiva
nel contesto nazionale e il rapporto tra
l’attuale normativa nazionale, il
Decreto 152, e la Direttiva quadro, in
termini anche di necessità d’integrazione e di completamento.
Da parte della Regione Emilia-Romagna
si è evidenziata una sottovalutazione,
per quanto riguarda la collocazione del
tema dell’acqua, nella gerarchia delle
attenzioni e delle sensibilità istituzionali e la necessità di un ruolo più incisivo
delle Regioni nella fase ascendente e
discendente d’implementazione e d’attuazione delle direttive
In un incontro a Copenaghen, alla fine
di novembre 2002, dei Water Directors
degli Stati Membri sono state approvate le linee guida per l’analisi delle pressioni e degli impatti, per la designazione dei corpi idrici fortemente modificati, per classificazione dello stato delle
acque interne e l’identificazione delle
condizioni di riferimento, per lo sviluppo di sistemi tipologici e di classificazione delle acque costiere e di transizione, per la rete d’intercalibrazione,
per l’analisi economica, per il monitoraggio, la valutazione e la classificazione delle acque sotterranee, per le
migliori pratiche sulla pianificazione di
bacino e per lo sviluppo di un GIS.
La Commissione europea ha inoltre presentato le proposte per la continuazione del lavoro d’implementazione della
Direttiva quadro e la proposta di programma di lavoro 2003/04.
Si delineano quindi quattro temi di
lavoro cui corrisponderanno quattro
gruppi di lavoro:
1) Stato Ecologico;
2) Gestione integrata di Bacino
(Integrated River Basin Management)
3) Acque sotterranee e
4) Reporting.
Alcuni Stati membri o altri soggetti
hanno già segnalato l’interesse a dirigere o collaborare alla direzione di questi nuovi quattro gruppi di lavoro, in
particolare la Germania, il Centro di
Ricerca Comune d’ISPRA (JRC) e il
Regno Unito per il gruppo 1, La Francia
e la Spagna per il gruppo 2, l’Austria
per il Gruppo 3 e la Commissione per il
Gruppo 4.
Per quanto riguarda l’attuazione della
direttiva Quadro in Regione EmiliaRomagna e le attività connesse che
discendono dal decreto 152/99 (in
particolare agli articoli Art. 42 e 43) la
Regione ha iniziato concretamente il
processo di definizione del Piano
Regionale di Tutela delle Acque. Il
Piano è uno strumento finalizzato a
raggiungere, secondo lo schema della
Direttiva quadro europea e mediante
un approccio integrato di tutela qualiquantitativa, entro il 2016, un’ottima
qualità delle acque superficiali, sotterranee e marine (garanzia per il raggiungimento di tutti gli usi funzionali dei
corpi idrici, tra cui la balneazione, la
vita dei pesci, la molluschicoltura, gli
usi ricreativi).
La metodologia di lavoro del Piano di
tutela prevede un’elaborazione secondo
bacini idrografici e la collaborazione
delle Province e delle Autorità di Bacino
SESTOEURORAPPORTO
di riferimento, con il supporto
dell’ARPA, secondo lo schema della programmazione partecipata già utilizzato
in Agenda 21, con il Piano Triennale di
Sviluppo Sostenibile della Regione
Emilia Romagna.
Nel quadro delle attività di Piano la
Regione ha, con delibera di Giunta n.
1420/2002 approvato il primo elenco
dei Corpi idrici significativi e rivisto la
rete di monitoraggio.
La Regione ha approvato inoltre il
Programma stralcio, con il concerto
delle nove province emiliano romagnole, di cui all’art. 141 della Finanziaria
2000 che da una parte rappresenta il
passaggio fondamentale per l’attuazione della direttiva 271/91 sulle acque
reflue urbane, e dall’altra rappresenta
una misura rilevante ai fini del raggiungimento degli obiettivi di qualità
ambientale per le acque previsti dal
decreto 152 e dalla direttiva quadro e
quindi del Piano di Tutela.
Il Programma stralcio è stato peraltro
recepito, nel quadro dell’Intesa
Istituzionale di Programma tra il
Governo e la Giunta della Regione
Emilia-Romagna, nell’Accordo di
Programma quadro tra il Ministero
dell’Economia e delle Finanze, il
Ministero dell’Ambiente e della tutela
del Territorio, il Ministero delle infrastrutture e dei Trasporti, il Ministero
delle politiche agricole e forestali e la
Regione Emilia-Romagna siglato il 20
Dicembre 2002, con l’indicazione dei
mezzi finanziari di copertura.
Nel quadro della definizione del Piano
di tutela e dell’attuazione della direttiva quadro s’innesta anche la revisione
delle zone vulnerabili ai nitrati d’origine agricola. La determinazione n.
6636 del 6/7/2001 della Direzione
Ambiente e difesa del suolo e della
costa istituisce il gruppo di lavoro per
l’aggiornamento della Carta Regionale
della Vulnerabilità, e affida a questo
gruppo il compito di specificare gli
aspetti metodologici per l’aggiornamento della carta della vulnerabilità e il
compito di definire il programma delle
attività per realizzare la nuova carta. Il
Decreto 152/99 all’allegato 7 designa, infatti, in fase di prima attuazione
le zone vulnerabili, che per la Regione
Emilia-Romagna sono quelle già individuate con Delibera Consigliare n.
570/97, nonché la zona delle conoidi
della provincie di Parma, Reggio Emilia
e Modena e l’area a rischio di crisi
ambientale del bacino Burana-Po di
Volano della Provincia di Ferrara. Tali
zone vanno riviste periodicamente nei
tempi individuati dal Decreto 152/99.
Per quanto riguarda le acque a specifica destinazione, così come sono indicate al Capo 2 del D.L.gsl. 152/99, è
continuato il monitoraggio nelle stazioni delle reti dedicate senza che si evi-
denziassero problematiche particolari.
Ci sono stati cambiamenti solo per le
acque dolci che richiedono protezione o
miglioramento per essere idonee alla
vita dei pesci, tutelate in ottemperanza
alla Direttiva 78/659/CEE. Le
Amministrazioni Provinciali hanno recepito la delega regionale di cui alla L.R.
3/99 e, con specifici atti, hanno designato le acque dolci idonee alla vita
dei pesci ed hanno definito le stazioni
di monitoraggio nel territorio di loro
competenza. Rispetto alla rete precedente ci sono stati notevoli cambiamenti nel senso che sono stati aggiunti
nuovi tratti di fiume di consistente
estensione e sono cambiate molte stazioni di monitoraggio
Per quanto riguarda la qualità delle acque superficiali destinate alla produzione di acqua potabile, in applicazione alla Direttiva 75/440/CEE, e in ottemperanza al Decreto L.gs. 152/99,
Allegato 2 “Acque a specifica destinazione”, questa funzione è l’unica rimasta in capo alla Regione dopo l’emanazione della L.R. 3/99. Allo stato attuale continuano ad essere monitorate
tutte le prese acquedottistiche dirette
già esistenti; in particolare, attraverso
valutazioni congiunte tra l’Assessorato
Sanità e Ambiente vengono studiate
misure di miglioramento per le acque
che sono classificate nelle categorie A3
e sub A3.
41
Gestione e riduzione dei rifiuti
Per ottemperare ai disposti delle
Direttive Europee e del Decreto
Legislativo n.22/97 di recepimento, la
Regione ha avviato iniziative per l’adeguamento della pianificazione provinciale in materia di rifiuti con la Legge
Regionale 21 aprile 1999 n. 3
“Riforma del sistema regionale e locale”. Inoltre, relativamente agli aspetti
formali e di metodo, con Legge
Regionale n.20/2000 “Disciplina
generale sulla tutela e l’uso del territorio”, sono stati definiti i processi di pianificazione e sono state regolamentate
le procedure per la elaborazione, adozione e approvazione degli strumenti di
pianificazione, territoriale e urbanistica,
articolati per i tre livelli istituzionali
(Regione, Province, Comuni). I piani
provinciali per la gestione dei rifiuti,
PPGR, competono, ai sensi della citata
L.R. 3/99, alle amministrazioni provinciali.
Con la deliberazione della Giunta
Regionale n. 1620 del 31 luglio 2001
“Approvazione dei criteri ed indirizzi
regionali per la pianificazione e la
gestione dei rifiuti”, sono stati dettagliati gli aspetti riguardanti i contenuti
che la pianificazione provinciale di settore deve necessariamente affrontare.
In particolare tale atto di indirizzo contiene:
42
1. Le indicazioni strategiche regionali
riguardanti:
– la riduzione della produzione di
rifiuti;
– il sistema di recupero e smaltimento
dei rifiuti urbani e speciali anche
pericolosi;
– la raccolta differenziata dei rifiuti
urbani;
– i criteri per la localizzazione degli
impianti di smaltimento e recupero
dei rifiuti;
– i criteri per la localizzazione degli
impianti di gestione dei rifiuti, ad
eccezione delle discariche, nelle aree
destinate ad insediamenti produttivi;
– i flussi prioritari di rifiuti.
2. La definizione dei contenuti e della
articolazione del Piano Provinciale di
Gestione dei Rifiuti (PPGR) con particolare riferimento a:
– Periodo di pianificazione;
– Scenari di pianificazione e monitoraggio;
– Formati del PPGR;
– Controllo di qualità dei dati del
Piano;
– Valutazione ambientale del Piano.
3. I criteri per l’individuazione delle
aree non idonee alla localizzazione
degli impianti di smaltimento e di recupero dei rifiuti (la corrispondente individuazione delle aree non idonee è affi-
SESTOEURORAPPORTO
data, con la citata L.R. 3/99, alla
Pianificazione territoriale generale:
PTCP – Piano Territoriale di
Coordinamento Provinciale).
Con la L.R. 20/2000 si promuove un
uso appropriato delle risorse ambientali, naturali, territoriali e culturali; il processo di pianificazione promosso garantisce la ricerca della coerenza tra le
caratteristiche e lo stato del territorio e
le destinazioni e gli interventi di trasformazione previsti, verificando nel
tempo l’adeguatezza e l’efficacia delle
scelte operate.
Il processo di pianificazione ha previsto
sia lo sviluppo di un’attività conoscitiva
e valutativa a presupposto delle scelte
strategiche operate, sia il coordinamento di un’attività di concertazione con
gli Enti territoriali e le altre Amministrazioni preposte alla cura degli interessi pubblici coinvolti, nonché con le
associazioni economiche e sociali.
La Provincia procedente avvia il procedimento con una prima fase concertativa, convocando una “Conferenza di
Pianificazione”, nella quale sottopone
la documentazione preliminare al piano
per acquisire un contributo conoscitivo
e valutativo dai soggetti invitati.
La documentazione preliminare, coerentemente con le finalità del processo di
pianificazione, trova la espressione for-
male e funzionale nei seguenti tre
documenti denominati:
Quadro Conoscitivo, che provvede
alla organica rappresentazione e valutazione dello stato del territorio e dei
processi evolutivi che lo caratterizzano
e costituisce riferimento necessario per
la definizione degli obiettivi e dei contenuti del piano e per la sua valutazione di sostenibilità.
䊳
Documento Preliminare, che contiene un’illustrazione dei contenuti fondamentali che l’Amministrazione procedente intende dare al piano in corso di
elaborazione. In particolare esso è inteso come insieme di dati, relazioni e
cartografie in cui vanno delineati gli
scenari corrispondenti alle scelte effettuate.
䊳
Valutazione Ambientale Strategica (VAS) che contiene una metodologia finalizzata sia a condurre una verifica di conformità del Piano, fin dal
momento della sua elaborazione, al
sistema di obiettivi da perseguire, sia
ad indicare, qualitativamente, le “ricadute ambientali” (o pressioni) che le
scelte del Piano hanno sull’ambiente.
䊳
Allo stato attuale, sulla base delle indicazioni contenute nelle sopracitate L.R.
20/2000 e atto di indirizzo n.
1620/2001, tutte le Province hanno
avviato il processo di revisione e ade-
guamento dei piani provinciali vigenti.
In particolare le Province di Piacenza,
Reggio Emilia e Ferrara hanno iniziato
la procedura di elaborazione dei PPGR
con l’avvio della Conferenza di Pianificazione.
Tutte le Province sono comunque impegnate a rispettare il termine del 31
dicembre 2003 stabilito dalla predetta
direttiva regionale 1620/2001 per
adottare i nuovi PPGR.
Infine non sembra inutile richiamare
l’attenzione su alcune riflessioni in
merito alle caratteristiche dei PPGR, per
la parte relativa ai rifiuti speciali anche
pericolosi.
Per i rifiuti urbani la normativa individua
un ruolo preminente dell’ente pubblico
locale. Esso nel pianificare il sistema
complessivo di gestione, sulla base di
criteri di efficienza, economicità ed
autosufficienza a livello di ambito territoriale ottimale, deve individuare il complesso delle attività, le tipologie e il
complesso degli impianti di gestione da
realizzare per raggiungere tali obiettivi.
Per quanto riguarda i rifiuti speciali anche pericolosi invece, il ruolo del pianificatore pubblico è più circoscritto, ciò
anche in ossequio al principio comunitario “ chi inquina paga “ che, contestualizzato al tema dei rifiuti, comporta l’assunzione da parte del produttore/detentore, degli oneri relativi allo smaltimento di tali rifiuti sia dal punto di vista
economico che da quello organizzativo.
SESTOEURORAPPORTO
Ne deriva che il sistema delle imprese
complessivamente inteso deve preoccuparsi di promuovere e realizzare un adeguato “sistema” di attività ed impianti
di smaltimento e recupero, che, pur
muovendosi nell’ambito di regole stabilite dal decisore pubblico, deve operare in
un sistema di “mercato”.
In questo quadro, al piano di gestione
dei rifiuti speciali anche pericolosi, come peraltro previsto dal D.Lgs. n.
22/97, compete allora fondamentalmente l’onere di:
– definire il quadro conoscitivo sulla
produzione e sullo smaltimento dei
rifiuti su base provinciale (la “domanda“ e la “offerta” di smaltimento);
– favorire la realizzazione di un sistema di impianti di iniziativa privata e
pubblica, che in relazione alla ubicazione dei centri di produzione dei
rifiuti favorisca la riduzione della loro
movimentazione in ossequio al principio di prossimità, ma che, operando nel mercato, non necessariamente assume le caratteristiche dell’autosufficienza;
– individuare le aree non idonee alla
localizzazione degli impianti di smaltimento e recupero dei rifiuti, rimandando le valutazioni puntuali sulla
compatibilità ambientale della localizzazione di ogni singolo impianto
alla fase istruttoria di approvazione
del progetto mediante la procedura
di Valutazione di Impatto
Ambientale.
LIFE - strumento
finanziario europeo
per l’ambiente
dell’ambiente nei paesi terzi rivieraschi
del Mar Mediterraneo o del Mar Baltico
diversi dai paesi dell’Europa centroorientale.
LIFE è lo strumento finanziario di supporto all’applicazione, aggiornamento e
sviluppo della politica comunitaria nel
settore dell’ambiente e della legislazione ambientale. Nel 2000 è iniziata la
terza fase (2000-2004)12 di applicazione del programma LIFE che sostiene
progetti di interesse comunitario in vari
settori, presentati da soggetti di varia
natura pubblica e privata ed è suddiviso
in tre settori tematici:
La partecipazione ai programmi avviene attraverso bandi annuali attivati a
livello di Stati membri dalle Amministrazioni competenti (per l’Italia il Ministero all’Ambiente). I progetti devono
essere inviati alle autorità nazionali di
riferimento che provvedono poi al loro
invio alla Commissione europea; in caso di progetti cui partecipano più Stati
membri il progetto deve essere trasmesso da quello in cui ha sede l’organismo coordinatore del progetto stesso.
Natura, il cui obiettivo specifico è di
contribuire all’attuazione della direttiva
comunitaria concernente la conservazione degli uccelli selvatici e di quella relativa alla conservazione degli habitat
naturali e, in particolare, all’attuazione
della rete “Natura 2000”; le proposte
di progetto possono coinvolgere solo le
aree SIC (Siti di Importanza
Comunitaria),
Ambiente, che ha l’obiettivo di contribuire allo sviluppo di tecniche e metodi
innovativi e allo sviluppo della politica
comunitaria dell’ambiente,
Paesi terzi che vuole contribuire alla
creazione di capacità e strutture amministrative necessarie nel settore dell’ambiente nonché allo sviluppo di politiche e programmi d’azione nel settore
Le risorse finanziarie attribuite al programma per l’intero territorio comunitario ammontano complessivamente a
640 milioni di euro di cui il 47% per
Life-Natura, 47% per Life-Ambiente, 6%
per Life-Paesi terzi.
LIFE Ambiente prevede il sostegno
finanziario a due tipologie di progetti:
progetti di dimostrazione e progetti preparatori. Attraverso i progetti di dimostrazione, l’Unione europea intende stimolare e sperimentare soluzioni innovative di problemi ambientali, valutate
anche in termini di fattibilità tecnico
economica e di introduzione su larga
scala. L’interesse allo sviluppo di tale
tipologia di progetti, ha portato la
Commissione europea ad elaborare
43
delle Linee guida per i progetti di
dimostrazione13 che forniscono indicazioni in riferimento a cinque aree tematiche prioritarie: pianificazione e valorizzazione del territori, gestione delle
acque, impatto delle attività economiche, gestione dei rifiuti e politica integrata dei prodotti (strategie integrate
per le fasi di produzione, distribuzione,
consumo e trattamento al termine del
ciclo di vita).
Partecipazione della Regione
a progetti LIFE
Nel 2002 la Regione Emilia-Romagna
ha partecipato, attraverso la Direzione
Generale Ambiente, Difesa del Suolo e
della Costa, a quattro progetti LifeNatura approvati per la tutela di habitat naturali a rischio e precisamente:
Azioni di conservazione del lupo in 10
siti SIC di tre Parchi della Regione
Emilia-Romagna, Ripristino ecologico e
conservazione degli habitat nella Salina
del SIC Valli di Comacchio,
Conservazione dei chirotteri e loro
ambienti di foraggiamento nella RNO di
Onferno nel sito SIC omonimo – gestiti
12
Regolamento del Parlamento e del Consiglio (CE) n.1655/2000 in GUCE L 192 del
28/7/2000.
13
GUCE C 308 del 27/10/2000.
SESTOEURORAPPORTO
44
unitamente all’Istituto Beni Artistici
Culturali e Naturali – e Ripristino di
equilibri ecologici per la conservazione
di habitat e specie di interesse comunitario.
Azioni di
conservazione
del lupo
(Canis lupus)
Durata: 36 mesi
ottobre 2001-settembre 2004
Costo totale: 933.321 euro
Contributo comunitario: 419.994 euro
Azioni di conservazione del lupo
(Canis lupus) in 10 siti SIC collocati in
tre Parchi della Regione EmiliaRomagna è realizzato in collaborazione
con i parchi regionali dell’Alto
Appennino Reggiano, dell’Alto
Appennino Modenese e dell’Alta Val
Parma e Cedra. Il progetto prosegue ed
estende a due parchi regionali confinanti un’esperienza già avviata nel
solo Parco del Gigante con il precedente progetto Life/Natura 1996-1998.
L’obiettivo principale è il mantenimento
di una popolazione vitale di lupo
appenninico nell’intera area di progetto
per favorirne la dinamica e la dispersione verso altre zone idonee. Le azioni
previste, oltre alla messa a punto di
una strategia unitaria di gestione sui
tre Parchi, sono: creare un sistema
informativo territoriale, sviluppare ipotesi di gestione, verificare sperimentalmente l’efficacia di interventi gestionali, individuare strategie e modalità per
una sensibilizzazione volta alla ricerca
del consenso delle categorie sociali
locali più interessate, coordinare il servizio di vigilanza antibracconaggio. Nel
corso del 2002 si è proceduto all’effettuazione del monitoraggio specie e
prede con diversi metodi di indagine,
alle analisi genetiche dei reperti, all’organizzazione e archiviazione dei dati e
alle prime elaborazione dei dati rilevati. Sono stati effettuati incontri per il
coordinamento della vigilanza e incontri
con le popolazioni locali. Sono stati
realizzati recinti di ricovero per il
bestiame. E’ stata avviata la formazione per gli amministratori locali e la
redazione di pagine web.
Ripristino ecologico
e conservazione
degli habitat
nella Salina del SIC
Valli di Comacchio
Durata: 48 mesi
aprile 2001-marzo 2005
Costo totale: 1.597.143 euro
Contributo comunitario: 638.857 euro
Ripristino ecologico e conservazione
degli habitat nella Salina del SIC
Valli di Comacchio è realizzato in collaborazione con il Parco regionale del
Delta del Po. Il progetto ha l’obiettivo
di ripristinare l’equilibrio biologico di
un’importante area naturalistica per la
nidificazione e lo svernamento di
numerose specie di uccelli e per la
vegetazione legate alle acque salate
che vi è ospitata, che rischia di essere
compromesso dall’abbandono della produzione di sale. Sono previsti diversi
interventi: per la rimessa in funzione
del sistema di governo della circolazione idrica nell’area per mantenerne le
diversità e ripristinare, in una sua piccola porzione, una ridotta produzione di
sale; eliminazione delle parti di linee
elettriche in disuso ed interramento di
quelle in uso ed il ripristino dei dossi
per aumentare la sicurezza e la superficie disponibile per la nidificazione
soprattutto delle colonie di Laridae e
Sternidae. E’ previsto inoltre la realizzazione di un Centro Operativo per il
monitoraggio ambientale e la divulgazione scientifica e l’apertura dell’area
ad una fruizione controllata realizzando
un percorso di visita. Nel corso del
2002 si è proceduto al rilievo topografico. Sono stati effettuati studi e ricerche preliminari sulle specie e caratteristiche delle acque, l’analisi architettonica dei manufatti, la redazione studi per
il ripristino della salina e la progettazione esecutiva. Sono state inoltre effettuate le gare d’appalto con l’assegnazione dei lavori di restauro ambientale.
Conservazione dei
chirotteri e loro
ambienti di
foraggiamento
nella Riserva
Naturale Orientata
di Onferno
Durata: 36 mesi
ottobre 2001-settembre 2004
Costo totale: 582.500 euro
Contributo comunitario: 262.125 euro
Conservazione dei chirotteri e loro
ambienti di foraggiamento nella
Riserva Naturale Orientata di
Onferno nel sito SIC omonimo ha l’obiettivo di rinforzare l’azione di tutela
e conservazione delle numerose specie
di pipistrelli che già popolano le grotte
ed i boschi della riserva naturale, situa-
SESTOEURORAPPORTO
ta nel comune di Gemmano nella Valle
del Conca. Le azioni previste comprendono sia l’acquisto di terreni marginali
della riserva da mantenere a pascolo,
che il miglioramento della vegetazione
dei prati e boschi ed il ripristino di
pozze che rappresentano gli ambienti
utilizzati dai pipistrelli per l’abbeverata
e l’alimentazione. Si avvierà, inoltre,
una parallela attività di informazione e
sensibilizzazione per orientare il pubblico a comportamenti che contribuiscano
al mantenimento della presenza di queste specie protette di mammiferi. Nel
corso del 2002 sono stati definiti i contratti di acquisizione dei terreni e la
messa a punto dei protocolli di gestione dei pascoli. Sono state stipulate le
convenzioni di ricerca e monitoraggio,
avviati i contratti per la realizzazione di
un sistema informativo territoriale, realizzati bat board e interventi su edifici
per conservare l’habitat dei chirotteri.
Infine è stato dato avvio alla produzione di materiali vegetali per il recupero
della biodiversità di prati e boschi.
Ripristino
di equilibri
ecologici per la
conservazione
di habitat
e specie di
interesse comunitario
Durata: 42 mesi
luglio 2002-gennaio 2006
Costo totale: 1.434.821 euro
Contributo comunitario: 573.928 euro
Ripristino di equilibri ecologici per la
conservazione di habitat e specie di
interesse comunitario, è un progetto a
cui partecipa la Direzione Generale
Ambiente, Difesa del Suolo e della
Costa ed è realizzato in collaborazione
con il Consorzio Parco Regionale Delta
del Po, Comune di Argenta, Consorzio
della Bonifica Renana e ARPA. Obiettivo
del progetto è il ripristino, all’interno
del Parco regionale del Delta del Po,
nell’area denominata Valle Sante, Valle
Campotto, di equilibri ecologici utili per
la conservazione, il miglioramento e
l’incremento di habitat di interesse
comunitario quali la Foresta a galleria
di Salix alba e Populus alba, i boschi di
quercia, olmo e frassini dei grandi
fiumi, le praterie calcicole xerocline
subatlantiche e specie di interesse
comunitario. Il progetto si prefigge di
definire criteri certi di gestione delle
attività antropiche al fine di garantire
l’efficienza idraulica dei corsi d’acqua,
delle casse di espansione e, nel contempo, conservare gli habitat legati a
questi ambienti attraverso la formulazione di un Piano di gestione da usare
quale strumento per definire e coordinare le azioni e i mezzi necessari per
la valorizzazione e la riqualificazione
nel tempo che permetta l’aumento
delle varietà di habitat e di biodiversità
e la definizione di forme di gestione
sostenibile.
Per quanto riguarda Life/Ambiente, la
Regione Emilia-Romagna, attraverso la
Direzione Generale Ambiente, Difesa
del Suolo e della Costa, nel corso del
2002 ha partecipato a tre progetti:
ECONET, CLEAR e TANDEM e, attraverso
ARPA Emilia-Romagna, ai progetti VISIT
e TORRE.
45
ECONET
Durata: 48 mesi
settembre 1999-settembre 2003
Costo totale: 4.836.627 euro
Contributo comunitario: 2.362.504 euro
Attività
Regione
Emilia-Romagna
Risorse proprie: 257.244 euro
risorse comunitarie: 84.360 euro
墌 www.lifeeconet.com/it
ECONET è un progetto a cui partecipa
la Direzione Generale Ambiente, Difesa
del Suolo e della Costa, avvalendosi
dei dati e delle competenze dell’IBACN.
Il progetto ha come capofila la Contea
del Cheshire (UK) e come partners:
English Nature, Università di Salford,
John Moores University di Liverpool,
Università di Reading, North West
Water Limited, Vale Raoyal Borough
Council, Environment Agency e
Sustainability North West (UK),
Università di Wageningen, Provincia di
46
Gelderland e Istituto Alterra (NL),
Università dell’Aquila, Regione
Abruzzo, Provincia di Bologna e
Provincia di Modena. Obiettivo del progetto è la creazione di una rete ecologica di pianura. Nel corso del 2002
sono stati organizzati seminari e scambio di esperienze e conoscenze con gli
altri partners. E’ stato effettuato lo studio dei modelli di gestione dei canali di
bonifica, la messa a punto di un piano
di gestione di un nodo della rete, l’analisi delle modificazioni storiche del paesaggio in funzione della rete ecologica,
l’analisi delle politiche e delle opportunità. Si è proceduto inoltre alla elaborazione, stampa e diffusione di un quaderno sulle reti ecologiche e la traduzione in italiano del sito web del progetto.
SESTOEURORAPPORTO
City and Local
Environmental
Accounting
Reporting
CLEAR
Durata: 24 mesi
ottobre 2001-settembre 2003
Costo totale: 1.928.664 euro
Contributo comunitario: 964.332 euro
Attività
Regione
Emilia-Romagna
Risorse proprie: 16.725 euro
risorse comunitarie: 16.725 euro
“City and Local Environmental
Accounting Reporting - CLEAR” è un
progetto che ha come capofila il
Comune di Ferrara e come partners: i
Comuni di Modena, Cavriago,
Castelnovo Monti, Reggio Emilia,
Ravenna, Salsomaggiore, Bergeggi,
Grosseto, Pavia, Rovigo e Varese
Ligure, le Province di Bologna, Ferrara,
Modena, Reggio Emilia, Napoli e Torino
e OCSE. Prevede la realizzazione e
l’approvazione di “bilanci verdi” da
parte di un campione significativo di
comuni e province italiane. L’obiettivo
TANDEM
azione pilota
per la promozione
di Emas presso
gli enti locali
che operano
a vasta scala
in tandem con
Agenda 21 locale
del progetto è che i diciotto enti locali
che partecipano approvino ciascuno un
proprio bilancio ambientale e che
venga messo a punto un “Metodo
CLEAR” cioè le procedure, i modelli, le
migliori pratiche e le batterie di indicatori idonei a produrre una concreta
“contabilità ambientale” per un comune o una provincia
Nel corso del 2002 sono state effettuati diversi incontri e riunioni per la definizione dei contenuti e la redazione dei
bilanci ambientali; entro febbraio 2003
tutti gli enti partecipanti avranno adottato, in parallelo con il bilancio economico-finanziario, anche il loro bilancio
“verde”.
Il ruolo della Regione Emilia-Romagna
è stato quello di assicurare il coordinamento territoriale delle esperienze locali in vista di una possibile estensione
del “Metodo CLEAR” alla dimensione
regionale e soprattutto quello di suggerire un set di indicatori comuni a tutti
gli enti locali in modo tale da uniformare il più possibile i bilanci ambientali e
ottenere dati confrontabili almeno tra
enti del territorio regionale.
Durata: 26 mesi
ottobre 2001-settembre 2003
Costo totale: 996.361 euro
Contributo comunitario: 498.182 euro
墌 www.
provincia.bologna.it/tandem/index.html
TANDEM “azione pilota per la promozione di Emas presso gli enti locali che
operano a vasta scala in tandem con
Agenda 21 locale” è un progetto che
ha come capofila la Provincia di
Bologna e come partners: i Comuni di
Ferrara e Modena, il Dipartimento di
Chimica e Chimica Industriale di
Genova, le Province di Ancona, Bari,
Ferrara, Genova, Modena, Parma e
Venezia. Il progetto mira a definire
metodologie di lavoro che facilitino la
diffusione di EMAS14 tra gli Enti
Pubblici che operano su area vasta,
individuando e sviluppando le sinergie
esistenti con Agenda 21 locale
14
Il nuovo regolamento EMAS permette
anche agli Enti Pubblici di ottenere la registrazione.
SESTOEURORAPPORTO
(Tandem gestionale) e tra Enti che operano su territori sovrapposti, Province e
Comuni capoluogo (Tandem
Amministrativo). Tamdem cerca, inoltre, di migliorare la comunicazione
ambientale da e verso il cittadino e le
imprese, stimolando la partecipazione
consapevole degli stessi.
Nel 2002, dopo la preliminare fase di
analisi, sono stati validati alcuni metodi
per definire i confini delle entità registrabili e per caratterizzare il Sistema
di Gestione Ambientale (SGA). Si è infine attivata la terza fase che ha come
obiettivo la validazione di metodi per
produrre un’Analisi Ambientale Iniziale
e per progettare un SGA in Tandem con
le Agende 21 locali.
L’attività della Regione Emilia Romagna
che non usufruisce di contributi comunitari, è di supporto ai partner del progetto ed in particolare alla Provincia di
Bologna e alle Province e Comuni di
Ferrara e Modena.
Eco-labels for
Sustainable
Tourism
in Europe:
demonstrating
how Eco-lables
can move the
European tourism market
towards sustainability
Durata: 26 mesi
gennaio 2001- dicembre 2003
Costo totale: 1.804.918 euro
Contributo comunitario: 882.858 euro
Attività ARPA
Risorse proprie: 40.000 euro
risorse comunitarie: 39.400 euro
VISIT “Voluntary Initiatives for
Sustainability in Tourism” è un progetto a cui la Direzione Generale di
ARPA, Sistemi di Gestione Integrati,
partecipa come partner. Capofila è il
centro olandese ECET European Center
for Eco-Agro Tourism (NL), altri partners
sono ECOTRANS European network for
Sustainabler Tourism Development (D),
NFI Internazional Friends of Nature
(A), Strattreisen di Hannover (D), EEA
Agenzia Europea per l’Ambiente (DK).
Visit vuole dimostrare come gli Ecolabel
– i marchi di qualità ambientale – possono muovere il mercato del turismo
europeo verso la sostenibilità. Tra gli
obiettivi la definizione di criteri uniformi per la validazione degli Ecolabel, la
promozione e il coordinamento di iniziative che si muovono ancora in
maniera spontanea nel settore del turismo ecosostenibile, implementando l’opera di promozione-convinzione dei
Tour Operators e delle varie Associazioni. Nell’ambito delle attività del progetto, ARPA è stata coinvolta in particolare nel Working Group Indicators con
l’obiettivo principale di individuare una
griglia di indicatori in grado di misurare
le performances del Turismo, in termini
di sostenibilità, focalizzando l’attenzione non sui prodotti e/o servizi, ma
sulla destinazione.
Nel 2002 la griglia di indicatori individuata è stata sottoposta ad una testing
phase con l’obiettivo di verificarne la
compatibilità con le caratteristiche richieste per l’applicabilità a destinazioni
pilota scelte in ambito europeo: la destinazione individuata in Emilia Romagna per condurre questa fase di sperimentazione, l’area costiera ravennate
del Parco Delta del Po, è rappresentativa
di una realtà socio-economica e am-
47
bientale già matura orientata verso la
cultura della sostenibilità. L’area di studio comprende località balneari con una
significativa presenza turistica, possiede
siti di interesse naturalistico15 e siti di
interesse culturale16 a ridosso di una
importante area industriale e di un’area
portuale fra le più grandi in Italia.
Lo studio è stato svolto in collaborazione
con il Comune di Ravenna e i risultati
sono stati presentati nell’ambito del
Workshop “Sustainable Tourism Destination” organizzato a Ravenna (26-28 settembre 2002) a cui hanno partecipato,
oltre ai partner europei e ai rappresentanti delle Ecolabels aderenti al Progetto,
rappresentanze degli Amministratori locali e dei Tour Operators.
15
Zone Ramsar -D.P.R. 448/76- Habitat
tutelati dalle Dir.92/43/CEE e
Dir.79/409/CEE.
16
UNESCO.
SESTOEURORAPPORTO
48
cambio di contributi di questi paesi al
bilancio dell’Unione Europea.
T.O.R.R.E.
Turismo
Organizzato
Recupero
Rurale
Ecologico
Durata: 36 mesi
ottobre 2001- ottobre 2004
Costo totale: 582.752,00 euro
Contributo comunitario:
265.629,00 euro
墌 www.lifetorre-faenza.it/
T.O.R.R.E. “Turismo Organizzato
Recupero Rurale Ecologico” è un progetto a cui partecipa, come partner, la
Sezione provinciale dell’ARPA di
Ravenna. Capofila è il Comune di
Faenza e gli altri partners sono
Provincia di Ravenna, Agrisystem,
Ascom, Caviro, CTF, Confcooperative
unione provinciale di Ravenna,
Dipartimento di Biologia sezione
Botanica dell’Università di Bologna,
Enea centro ricerche Faenza e Terre
Naldi. Obiettivo del progetto è l’educazione del cittadino-turista alla salvaguardia e alla corretta gestione dell’ambiente, coniugandole con uno sviluppo sostenibile. TORRE accoglierà
flussi sostenibili di turisti in un com-
prensorio organizzato in modo tale da
consentire l’equilibrio con l’habitat
naturale locale e nel quale le produzioni agricole sono realizzate nel rispetto
delle antiche tradizioni rurali e dei disciplinari comunitari di lotta integrata e
biologica. E’ previsto un intervento di
recupero e rinaturalizzazione di una ex
cava (Cava Salita) e riqualificazione
del Parco di Oriolo dei Fichi, situato
sulle prime colline di Faenza.
Nel corso del 2002 Arpa ha partecipato
alle attività legate alla riqualificazione
della ex cava, in particolare il monitoraggio ambientale attraverso indicatori
fisico-chimici e biologici: in collaborazione con Enea, il campionamento dei
pozzi e di corsi d’acqua del bacino
imbrifero di Oriolo e, in collaborazione
con l’Università, il campionamento di
insetti e polline.
LA POLITICA
DI RICERCA
E SVILUPPO
TECNOLOGICO
Scenario comunitario
L’azione comunitaria nel campo della
ricerca e sviluppo tecnologico (R&ST)
trova fondamento negli articoli 163173 del Trattato sull’Unione Europea
ed è uno degli strumenti a cui la
Comunità affida l’obiettivo di favorire
lo sviluppo della competitività internazionale dell’industria europea, rafforzandone le basi scientifiche e tecnologiche. Il Consiglio europeo straordinario
di Lisbona del 23-24 marzo 2000 ha
riconosciuto la politica di ricerca e sviluppo tecnologico e la creazione di un
suo spazio europeo come una delle
grandi priorità per rendere più competitiva l’Unione europea e creare maggiore occupazione in una “società della
conoscenza” che si impone sempre più
su scala mondiale. La ricerca comunitaria apporta un sostegno importante
all’ampliamento dell’Unione Europea
grazie all’associazione degli undici
paesi candidati all’adesione, i cui ricercatori possono partecipare alle stesse
condizioni di ammissibilità e finanziamento delle equipes comunitarie, in
L’articolo 7 della decisione di approvazione del Quinto Programma quadro di
R&ST dell’Unione Europea 1998-2002
impone inoltre il rispetto dei principi
etici fondamentali e, pertanto, la ricerca comunitaria rientra nei principali settori di competenza del Gruppo europeo
di etica delle scienze e delle nuove tecnologie (EGE), istituito nel 1998 sotto
l’egida del Presidente della
Commissione, e finalizzato a valutare l’
impatto, sulla vita dei cittadini, delle
biotecnologie e delle altre nuove tecnologie, come quelle dell’informazione.
Il Sesto
Programma Quadro
Il sesto programma quadro, adottato
dal Parlamento europeo e dal Consiglio
il 27 giugno 2002, definisce il quadro
pluriennale delle azioni di ricerca, sviluppo tecnologico e dimostrazione
sostenute finanziariamente dall’Unione
Europea.
Con una dotazione finanziaria complessiva di 16,27 miliardi di euro per il
periodo 2002-2006, il programma si
pone l’obiettivo di contribuire alla realizzazione dello spazio europeo della
ricerca attraverso una integrazione
delle capacità di ricerca in Europa. Le
azioni del programma verranno sviluppate attraverso l’introduzione di stru-
SESTOEURORAPPORTO
menti ad effetti integratori, quali le reti
di eccellenza o la partecipazione
dell’UE a programmi nazionali e un’azione di concentrazione dell’utilizzo
delle risorse su alcuni settori prioritari
dove l’azione della Comunità può
apportare un valore aggiunto(es. genomica, tecnologie per la società dell’informazione, sicurezza alimentare).
Oltre all’integrazione dei paesi di
nuova adesione, il programma è aperto
alla cooperazione internazionale.
Nel corso del mese di settembre 2002
sono stati adottati cinque programmi
specifici con una dotazione globale di
17,5 miliardi di euro destinati in particolare alla strutturazione, integrazione
e rafforzamento dello spazio europeo
della ricerca ed al sostegno delle azioni
dirette dal Centro Comune di Ricerca.
Il PQ è divenuto operativo nel dicembre
2002 con l’approvazione da un lato,
del reg. (CE) n.2321/2002 relativo
alle regole di partecipazione delle
imprese, dei centri di ricerca e delle
università e, d’altra parte, con la pubblicazione dei primi inviti17 a presentare proposte di progetti. Il 17 dicembre
2002 sono stati pubblicati i primi bandi
per fornire sostegno finanziario ad attività di ricerca nell’ambito dei
Programmi specifici “Integrare e rafforzare lo Spazio europeo della ricerca” e
“Strutturare lo Spazio europeo della
ricerca”. Nell’ambito del primo programma la maggior parte delle risorse
sono destinate a sostenere progetti
riguardanti le sette priorità tematiche di
ricerca (Scienze della vita, genomica e
biotecnologie per la salute; Tecnologie
per la società dell’informazione;
Nanotecnologie e nanoscienze, materiali multifunzionali basati sulla conoscenza, nuovi processi e prodotti di produzione; Aeronautica e spazio; Qualità
e sicurezza alimentare; Sviluppo sostenibile, cambiamento globale ed ecosistemi; Cittadini e governance nella
società della conoscenza). Si prevede,
inoltre, di sostenere attività di ricerca a
supporto delle politiche comunitarie,
nonché specifiche attività indirizzate
alle piccole e medie imprese e misure a
favore della cooperazione internazionale nel campo della ricerca. Per quanto
riguarda il secondo Programma, i bandi
prevedono il sostegno ad azioni a favore delle risorse umane e della mobilità,
nonché a progetti riguardanti le infrastrutture di ricerca e il dialogo scienza/società.
Partecipazione
della Regione
a programmi di ricerca
49
ricerca ed in generale la rete di ricerca
e del trasferimento tecnologico in vista
dei bandi del sesto programma quadro”18, sensibilizzare ed informare i
settori della Regione interessati e quindi raccogliere le loro priorità nel campo
della ricerca, favorire i collegamenti tra
RER e le competenze disponibili nel territorio, favorire partnership europee ed
aumentare la visibilità del saper fare
del sistema emiliano romagnolo.
Nell’ambito dell’Azione “Energia,
Ambiente e Sviluppo sostenibile” del
Quinto Programma Quadro di
Ricerca e Sviluppo Tecnologico
dell’Unione Europea, la Direzione
Generale Ambiente, Difesa del Suolo e
della Costa ha partecipato al progetto
CoastView, mentre il Servizio Meteorologico Regionale di Arpa Emilia-Romagna ha proseguito, nel corso del 2002,
le attività dei progetti DEMETER e
MUSIC, ed ha iniziato le attività dei
progetti CARPE DIEM, STARDEX e
FUMAPEX; del progetto CARPE DIEM,
ARPA-SMR funge da coordinatore.
COASTVIEW
Durata: 36 mesi
aprile 2002-marzo 2005
Costo totale: 2.670.279,00 euro
Contributo comunitario:
2.017.150,00 euro
Attività
Regione
Emilia-Romagna
Risorse proprie: 36.983,00 euro
risorse comunitarie: 18.017,00 euro
COASTVIEW è uno specifico progetto di
ricerca all’interno dell’azione
Ecosistemi marini sostenibili – monitoraggio e gestione di fenomeni costieri,
coordinato dall’Università di Plymouth
(UK). La partecipazione della Regione
Emilia-Romagna si svolge in stretta collaborazione con le Università di
17
La Regione Emilia-Romagna ha siglato
una convenzione con ASTER per “supportare e preparare l’ente regionale, il
sistema delle Università e dei centri di
Informazioni sui bandi e sulla relativa
documentazione sono reperibili all’indirizzo
http://fp6.cordis.lu/fp6/calls.cfm
18
Delibera di Giunta 28 dicembre 2001, n.
3025.
50
Bologna e Ferrara. Altri partners sono
Environment agency of England and
Wales (UK), Kobenhauns Universitet
(DK, gli olandesi Stiching waterloopkunding laboratorium, Ministry of transport public works and water management, Università di Utrecht, gli spagnoli
International centre for coastal resources research, Autoridad Portuaria di
Santander, Universidad de Cantabria.
Obiettivi del progetto sono quelli di sviluppare indicatori di stato costiero per
descrivere lo stato dinamico delle
coste, sviluppando e verificando metodi
di controllo basati su immagini e tecniche di analisi associate per stimare ed
interpretare questi indicatori, pertanto il
progetto comporta lo sviluppo di nuovi
sistemi video, teorie e software per la
raccolta dati e la valutazione degli indicatori. La sperimentazione viene effettuata in quattro diverse situazioni
ambientali con ben definite problematiche di gestione tipiche delle coste europee. Per la nostra regione il sito individuato è il Lido di Dante dove sarà posizionato un sistema di controllo video in
grado di monitorare una fascia di costa
protetta da difese rigide sommerse
parallele alla linea di riva e contemporaneamente un tratto di costa non protetto.
SESTOEURORAPPORTO
DEMETER
Development
of a European
Multi-model
Ensemble
system for
seasonal to interannual prediction
Durata: 48 mesi
gennaio 2000-dicembre 2003
DEMETER prevede lo sviluppo di un insieme unico di modelli meteorologici europei per previsioni stagionali ed infrannuali comuni e riceve un finanziamento
di 131.948 euro. Il progetto ha l’obiettivo di produrre un mezzo previsionale
innovativo che possa essere utilizzato in
modelli quantitativi per la stima delle
produzioni agrarie in Europa e la diffusione delle malattie endemiche in Africa.
Partners del progetto, oltre all’Istituto
Nazionale Geofisico del CNR e il Land
Management Unit from the Institute for
Environment and Sustainability con sede ad Ispra, sono i centri inglesi European Centre for Medium-Range Weather
Forecasting (ECMWF), Meteorological
Office (METO) e MALSAT Research
Group, Liverpool School of Tropical
Medicine, i francesi Météo-France
(CNRM), Laboratoire d’Océnographie
Dynamique et de Climatologie (LODYC)
e European Centre for Research and
Advanced Training in Scientific
Computation (CERFACS), il Max-Planck
Institute fur Meteorology (MPI) di
Amburgo (D), lo spagnolo Instituto
Nacional de Meteorología (INM) e il
Danish Meteorological Institute (DK).
Il progetto si propone, tra l’altro, di
verificare l’utilità pratica di previsioni
stagionali realizzate con il metodo dell’ensemble di modelli. Questo metodo
prevede di fornire all’utente finale distribuzioni di previsioni numeriche emesse facendo simulazioni con un ensemble di modelli matematici.
Il contributo di ARPA-SMR al progetto
consiste nel verificare l’utilità delle previsioni stagionali in campo agrometeorologico: lavorando prevalentemente
per mezzo di modelli di simulazione
(della fenologia, del bilancio idrico,
ecc.) alimentati con dati osservati, si
tratta quindi di studiare come alimentare i modelli con i dati previsti, in particolare con dati previsti da ensemble di
modelli, e successivamente di misurare
l’attendibilità e la pratica utilità delle
informazioni così ottenute.
Nel corso del 2002 sono state effettivamente sviluppate le funzioni necessarie per l’applicazione delle previsioni
stagionali all’interno dei SW utilizzati
per l’assistenza agrometeorologica in
agricoltura, con particolare riferimento
alla previsione delle rese agricole.
MUSIC
Multi_Sensor
precipitation
measurements
Integration,
Calibration and
flood forecasting
Durata: 36 mesi
febbraio 2001-gennaio 2004
MUSIC ha come obiettivo lo sviluppo di
tecniche innovative per il miglioramento delle misure di precipitazione ottenute dalla combinazione di telepluviometri, radar e satelliti meteorologici, da
utilizzare in un sistema prototipo per la
previsione delle alluvioni.
ARPA-SMR partecipa in qualità di partner, sotto il coordinamento
dell’Università di Bologna, assieme a
UNEW University of Newcastle upon
Tyne (UK), GEMA Gematronik GmbH
elektronische Anlagen (D), IMGW
Institute of Meteorology and Water
Management (PL), AVS/UNIRAS aps
(DK), FMA Fondazione per la
Meteorologia Applicata, l’Istituto di
Scienze dell’Atmosfera e del Clima del
CNR e ET&P Srl-Environmental
Technologies and Products (I)
Le attività di ARPA-SMR consistono
nella verifica la funzionalità degli strumenti sviluppati all’interno del progetto, nell’analisi ed interpretazione dei
dati di telepluviometri e di radar, e nel-
SESTOEURORAPPORTO
l’analisi dei risultati del prototipo di
previsione delle alluvioni applicato a
casi reali sul Fiume Reno. Il finanziamento comunitario ad ARPA-SMR per il
progetto MUSIC, relativo all’intero
triennio, è pari a 113.278 euro.
CARPE DIEM
Critical
Assessment
of available
Radar
Precipitation Estimation
techniques and Development of
Innovative approaches for Innovative
Environment Management
Durata: 36 mesi
gennaio 2002-dicembre 2004
CARPE DIEM ha come obiettivo il
miglioramento delle attuali previsioni
idrologiche attraverso la valutazione critica delle attuali tecniche di stime delle
precipitazioni, ricavate da osservazioni
radar, e delle previsioni numeriche di
precipitazioni. Ha un costo complessivo
di 2.501.444 euro, di cui 1.659.745
euro sono a carico della Unione
Europea. ARPA-SMR riceverà un finanziamento complessivo di 224.460
euro.
ARPA-SMR ha coordinato la stesura del
progetto; attualmente coordina le attività di ricerca e sviluppo e gestisce i rapporti con la Commissione europea.
Partners del progetto sono: PROGEA
S.r.l., l’istituto di ricerca tedesco
Deutsches Zentrum fuer Luft und
Raumfahrt, il servizio Meteo-idrologico
Svedese, il servizio meteorologico
Finlandese, il dipartimento di
Astronomia e meteorologia
dell’Università di Barcellona (S),
l’Istituto di Scienze dell’atmosfera e
del Clima del CNR e il Centro CWRR
dell’università nazionale Irlandese.
ARPA-SMR contribuisce al progetto
attraverso la fornitura dei dati dei sistemi radar che gestisce, sviluppando inoltre un sistema di assimilazione dati.
Nel 2003 è previsto un ulteriore contributo per l’effettuazione di esperimenti
Multi Model/Multi Analysis Ensemble,
in collaborazione col Servizio
Meteorologico Svedese.
STARDEX
Statistical and
Regional
Dynamical
downscaling
of Extremes
for European Regions
Durata: 40 mesi
febbraio 2002-giugno 2005
STARDEX ha l’obiettivo di delineare
degli scenari di cambiamento climatico
per quanto riguarda l’occorrenza di
eventi meteorologici estremi che hanno
un grande impatto sulla vita e sulle
attività umane.
ARPA-SMR partecipa in qualità di partner, sotto il coordinamento
dell’Università di East Anglia (UK),
assieme a King’s College London,
Fundación para la Investigación del
Clima (E), University of Bern e
Eidgenossische Technische Hochschule
(CH), Centre National de la Recherche
Scientifique (F), Atmospheric Dynamics
Group della Facoltà di Fisica dell’
Università di Bologna, Danish
Meteorological Institute (DK),
Fachhochschule Stuttgart – Hochschule
fur Tecnik e Institutu fuer Wasserbau
(D) Imoversotu pf Thessaòpolo (EL).
In tale progetto ARPA-SMR svolge la
51
sua attività accentrata sullo studio dei
cambiamenti climatici degli estremi
meteorologici a scala locale (EmiliaRomagna, Nord Italia) mediante uso
dei prodotti dei Modelli di Circolazione
Generale dell’Atmosfera e dei modelli
regionali, opportunamente regionalizzati alla scala locale; in particolare, ARPA
– SMR concentra l’attenzione sui cambiamenti nell’occorrenza di precipitazioni intense che possono dar luogo a
fenomeni di tipo alluvionale. Il finanziamento comunitario ad ARPA-SMR per la
durata del progetto, è pari a 163.200
euro.
52
FUMAPEX
integrated
system for
Forecasting
Urban
Meteorology,
Air Pollution and Population Exposure
Durata: 36 mesi
gennaio 2002-dicembre 2004
FUMAPEX ha come finalità di assicurare che i requisiti stabiliti dalle direttive
comunitarie sulla qualità dell’aria vengano raggiunti nei tempi più brevi possibile, permettendo la previsione e la
prevenzione dei peggiori casi di inquinamento atmosferico nelle aree urbane
di maggiori dimensioni.
ARPA-SMR partecipa in qualità di partner assieme a ARPA Piemonte, Danish
Meteorological Institute (DK), German
Weather service DWD, Hamburg
University MIHU (D), Centro de
Estudios Ambientales del Mediterrano
(E), Ecole centrale de Nantes, INSA
CNRS Universite – Insa de Rouen
CORIA (F), Finnish meteorological
Institute, Finnish National Public Health
Institute KTL (FIN), ARIANET
Consulting, Norwegian Meteorological
Institute DNMI, Norwegian Institute for
air research NILU, University of
SESTOEURORAPPORTO
Hertfordshire (UK), Environment
Institute- Joint research center JRC EI e
Swiss Federal Institute of Technology
EPFL/ETH (CH).
ARPA SMR focalizza la propria attività
principalmente sulla implementazione e
la dimostrazione di un sistema integrato per la valutazione e gestione della
qualità dell’aria e partecipa anche alla
attività di verifica di diversi sistemi di
previsione meteorologica operativa per
le aree urbane, ponendo particolare
attenzione all’incidenza, agli effetti e
all’esposizione della popolazione. Il
finanziamento comunitario ad ARPASMR per la durata del progetto, è pari
a 73.530 EURO.
LA POLITICA
DEI TRASPORTI
Partecipazione
della Regione
ad azioni comunitarie
Nel 2000 la Commissione europea ha
promosso, nell’ambito del Quinto Programma Quadro di Ricerca e Sviluppo,
l’iniziativa “CIVITAS Cleaner and better
transport in cities”, riguardante il trasporto urbano e volta ad incoraggiare
le città nello sviluppo di strategie
nuove e complete per un trasporto
urbano sostenibile, basato su misure,
tecnologie ed infrastrutture innovative.
Il 9 ottobre 2002 la Commissione
Europea ha inaugurato a Bruxelles il
CIVITAS FORUM, organizzato con lo
scopo di diffondere la conoscenza delle
misure attuate in 19 città pilota ed ha
confermato che ci sarà una seconda
edizione di CIVITAS19 nell’ambito del
6° Programma Quadro. Il FORUM si
terrà con frequenza annuale dal 2003
al 2005 e gli incontri verranno organizzati in sessioni plenarie e in gruppi di
lavoro più ristretti in città CIVITAS ogni
volta diverse. Verranno affrontati i
seguenti argomenti:
• Come le città possono contribuire al
conseguimento degli obiettivi fissati
nel protocollo di Kyoto;
• Come influire sul comportamento dei
cittadini;
• Quale può essere la funzione delle
autorità locali rispetto ai vari modi di
trasporto.
La Regione Emilia-Romagna, così come
i comuni di Ravenna e Modena, ha partecipato al CIVITAS FORUM e intende
partecipare a CIVITAS II portando sul
piano del confronto una serie di buone
pratiche già avviate o in fase di completamento per la riorganizzazione
della mobilità e la qualificazione dell’accesso ai servizi di interesse pubblico. Detta azione si colloca nell’ambito
delle iniziative programmata dalla
Regione sia con l’Accordo di
Programma sulla qualità dell’aria tra
Regione, Province e Comuni20 per la
gestione dell’emergenza conseguente
agli elevati livelli di inquinamento
atmosferico, sia con l’Accordo di
Programma quadro in materia di
ambiente, mobilità sostenibile ed energia sottoscritto21 tra il ministero
dell’Ambiente e della tutela del
Territorio e il Presidente della Regione
Emilia-Romagna.
19
CIVITAS II.
Accordo sottoscritto il 15 luglio 2002.
21
In data 18 ottobre 2002.
20
SESTOEURORAPPORTO
Oltre all’adesione al CIVITAS FORUM,
la Regione Emilia-Romagna ha inoltre
organizzato un seminario a Bruxelles il
4 dicembre 2002, presentando le proprie iniziative. I principali temi trattati
hanno avuto come riferimento:
– realizzazione, insieme alle Province
e ai Comuni del suo territorio, di
interventi precisi in materia di mobilità urbana sostenibile, in accordo con
le indicazioni del Libro Bianco sulla
politica europea dei trasporti e del
Libro Verde sull’approvvigionamento
energetico
– avvio dell’iniziativa “sistemi di
medie città” per favorire interventi
adeguati alle specifiche realtà
– proposta alle altre Regioni e città
europee di partecipare insieme alle
iniziative della Commissione Europea
su questi temi e di dialogare con gli
organi competenti della
Commissione.
Nel corso dell’iniziativa la Regione
Emilia-Romagna, ha avviato una partnership tra le città di Modena,
Ravenna, Clermont Ferrand e
Aberdeen, con lo scopo di partecipare
attivamente a CIVITAS II.
Nel corso del 2002, alla Direzione
Generale Programmazione territoriale e
Sistemi di mobilità e all’Agenzia regionale Trasporti, sono stati approvati sei
progetti, nell’ambito dei programmi di
cooperazione transnazionale (Interreg
III B)22 che prevedono complessiva-
mente quasi 4,6 milioni di euro di
finanziamenti, per sviluppare sistemi di
trasporto delle merci meno inquinanti,
più efficienti e competitivi. Questi fondi
serviranno anche per allargare la rete
informatica che collega i porti e gli
interporti del “corridoio Adriatico”
all’Austria e alla Grecia e per incentivare il trasporto via mare e su ferrovia.
La Regione Emilia-Romagna è capofila
di due progetti - City Ports e Gildanet e partecipa come partner agli altri quattro. Le città emiliano-romagnole maggiormente interessate sono Ravenna,
Parma, Modena e Piacenza.
City Ports (budget complessivo di 4
milioni e 774 mila euro, di cui 973
mila per l’Emilia-Romagna) riguarda
altre 12 regioni italiane, Austria, Grecia
e Slovenia. A Parma prevede un software per la gestione in ambito urbano
del traffico merci e a Ravenna un piano
di trasporto con veicoli ecologici, mentre Rimini entra a far parte della rete
City Ports.
Con Gildanet, la rete informatica tra i
porti e gli interporti dell’area Adriatica
sarà collegata a capitanerie, dogane
marittime, spedizioneri, ma anche alle
reti di Austria e Grecia. Il progetto prevede un finanziamento di 4 milioni e
363 mila euro dei quali 975 mila in
Emilia-Romagna, interessa direttamente
il Porto di Ravenna insieme
all’Interporto di Bologna.
Imonode/Fresh Log (4 milioni 891
mila euro di budget complessivo di cui
1,590 milioni di euro in EmiliaRomagna), riguarda l’area
dell’Adriatico centrale e prevede la realizzazione di un sistema di trasporti
intermodale per i prodotti agroalimentari deperibili con una rete integrata di
piattaforme logistiche. Un prototipo di
piattaforma è appunto previsto a
Ravenna per organizzare i flussi (sia
fisici che informatici) dei prodotti in
entrata e in uscita lungo l’asse Sud-Est
del Mediterraneo e l’Europa CentroOrientale. Obiettivi: la riduzione dell’impatto ambientale, con la riduzione
di quote significative di traffico da
gomma a ferro; il miglioramento dell’efficienza e la diminuzione dei costi. I
partner sono, oltre all’Emilia-Romagna:
Veneto, Friuli Venezia-Giulia e Puglia, il
Porto di Ravenna, le Camere di
Commercio di Ravenna, Forlì-Cesena e
Taranto, Austria, Slovenia, Germania,
Ungheria e Croazia.
Nel progetto Merope Piacenza e
Modena entrano a far parte insieme a
Ravenna, Rimini e Parma di un network di oltre 30 città distribuite in
tutta l’area del Mediterraneo, in grado
di scambiarsi informazioni ed esperienze sul problema del traffico merci nelle
città. Su un totale di 2 milioni 702
53
mila euro di finanziamenti, per l’EmiliaRomagna ne sono previsti 403 mila.
Merope è il naturale completamento di
City Ports e coinvolge i Comuni di Modena e Piacenza, le Regioni Toscana,
Liguria, Umbria, Lazio, Piemonte, Campania, oltre che partners di Francia,
Spagna e Marocco.
Il progetto I-LOG punta allo sviluppo
della logistica e del trasporto intermodale a sostegno delle piccole e medie
imprese. L’Emilia-Romagna, che interviene con progetti pilota su un distretto
industriale del territorio regionale (con
221 mila euro su 4 milioni 280 mila)
è partner insieme alla Regione Veneto,
Marche (capofila) e a partners di
Grecia, Slovenia, Germania e Ungheria.
Il progetto Sestante, come Gildanet,
prevede la realizzazione di una rete
telematica e informatica per collegare
porti e interporti, dogane, capitanerie,
spedizionieri, lungo il versante occidentale. L’Emilia-Romagna è interessata
insieme ad altre regioni italiane ed a
partners spagnoli (402 mila euro su
uno stanziamento complessivo di 2
milioni e 425 mila euro).
22
Vedi anche la sezione 3 dedicata ai programmi di iniziativa comunitaria (PIC) e le
azioni innovative ed in particolar modo la
parte relativa al Programma Interreg III B.
54
LA POLITICA
ENERGETICA
Nel Trattato sull’Unione Europea non vi
è un riferimento specifico alla Politica
Energetica e le azioni comunitarie nel
settore dell’energia sono sviluppate nell’ambito di diverse politiche.
Il Piano energetico
regionale
La riforma dell’articolo 117 della
Costituzione riconosce “la produzione,
il trasporto e la distribuzione nazionale
dell’energia” tra le materie di legislazione concorrente tra Stato e Regioni.
Allo Stato tocca dunque dettare i principi generali, mentre spetta alle Regioni
la programmazione sul territorio e la
competenza sulle autorizzazioni per la
realizzazione di nuovi impianti.
La legge 55/2002 non ha fissato
alcun principio nazionale di politica
energetica ed ha mantenuto invece le
competenze di autorizzazione in capo
al Ministero, con procedure semplificate
ma con il rischio di esautorare competenze di Regioni ed Enti locali in materia di programmazione territoriale e di
controllo ambientale. Con l’ accordo tra
Governo, Regioni, Province, Comuni e
Comunità montane per l’esercizio dei
compiti e delle funzioni di rispettiva
SESTOEURORAPPORTO
competenza in materia di produzione
di energia elettrica, siglato in sede di
Conferenza Unificata il 5 settembre
2002 e poi con un disegno di legge
per l’energia23, il Governo ha riconosciuto le competenze delle Regioni
anche in tema di nuove autorizzazioni.
La Giunta regionale ha approvato, nel
dicembre 200224, una proposta di
legge “Disciplina della programmazione
energetica territoriale ed altre disposizioni in materia d’energia” per dare
attuazione piena alla riforma costituzionale. Per la prima volta in Italia, nel
testo del progetto di legge regionale
viene formalmente indicato come finalità il rispetto degli obiettivi indicati dal
protocollo di Kyoto25. Obiettivo della
Regione è armonizzare le esigenze di
sviluppo con quelle generali di interesse
pubblico, garantendo uno sviluppo
sostenibile e responsabile delle compatibilità ambientali del “Sistema energetico regionale”, da ricercarsi attraverso
il risparmio energetico, l’uso razionale
dell’energia, la valorizzazione delle
fonti rinnovabili.
Per quel che riguarda gli strumenti, la
legge regionale istituisce un “Piano
energetico”26, al quale viene collegato
anche un apposito Fondo per finanziare
veri e propri piani di risparmio energetico, di sviluppo di fonti rinnovabili e di
ricerca per l’innovazione.
La legge prevede anche che vi siano
delle competenze e delle iniziative
delle Province per la promozione del
risparmio energetico e dell’uso razionale dell’energia nei processi produttivi,
la valorizzazione delle fonti rinnovabili,
l’ordinato sviluppo di impianti e reti
provinciali. Ai Comuni, infine, viene
attribuito l’impegno di attuare Piani e
progetti per la riqualificazione energetica dei sistemi urbani negli insediamenti
esistenti e soprattutto in quelli nuovi.
L’obiettivo principale del Piano è qualificare il sistema elettrico ed energetico
regionale e raggiungere l’autosufficienza elettrica della regione entro il 2010
con una strategia “a misura d’ambiente” e, per attuare Kyoto, fissa l’obiettivo per far scendere del 6% le emissioni
in Emilia-Romagna rispetto alla quota
del 1990. Il Piano prevede azioni su
tre livelli diversi:
– portare a conclusione il processo di
conversione di tutte le vecchie centrali ad olio combustibile (altamente
inquinanti e poco efficienti) in
impianti a metano e a ciclo combinato da realizzare con le migliori tecnologie secondo quanto indicato dalle
direttive europee per l’attuazione di
Kyoto;
– aumento della produzione elettrica
con fonti rinnovabili (idroelettrico,
eolico, fotovoltaico, biomasse) e
della cogenerazione. Si prevede così
di moltiplicare per sette il totale
della produzione realizzata con
impianti eolici e fotovoltaici e di
dieci volte al dotazione attuale di
pannelli solari;
– regolazione delle eventuali proposte
di insediamento di nuove centrali
con tre livelli d’accertamento della
compatibilità ambientale
La delibera per l’autorizzazione di
nuove centrali attiva una procedura
regionale in base alla quale fornire al
Ministero, in questa fase transitoria, il
proprio parere in merito alle autorizzazioni per la costruzione di nuovi
impianti per la produzione di energia
elettrica. Come previsto dalla legislazione nazionale, la domanda dovrà, in
prima battuta, superare l’esame della
Valutazione d’impatto ambientale
(VIA), poi viene aggiunto l’obbligo
secondo cui l’impianto dovrà essere
compatibile con quanto determinato dai
“Programmi provinciali per il risanamento e la tutela dell’aria”
23
Disegno di legge “Riforma e riordino del
settore energetico” approvato dal Consiglio
dei Ministri il 14 settembre 2002.
24
Delibera della Giunta regionale 2678 del
23 dicembre 2002.
25
Il Protocollo di Kyoto, in Italia, è stato ratificato con la legge 1° giugno 2002, n. 120.
26
Delibera della Giunta regionale 2679 del
23 dicembre 2002.
SESTOEURORAPPORTO
Le proposte presentate e giudicate
compatibili secondo tali esami, saranno
poi valutate in modo comparativo in
base all’uso delle migliori tecnologie
per il controllo degli impatti ambientali
e per efficienza degli impianti anche in
termini di cogenerazione di calore e
quindi di risparmio energetico. Verrà
valutata anche la più alta offerta di
energia prodotta con fonti rinnovabili
che la delibera regionale richiede di collegare alla proposta di impianto. Infine,
nel quadro di questo esame comparativo condotto con gli Enti locali interessati, la Regione riterrà comunque utilizzabile solo il numero di impianti che rientrano nei limiti del fabbisogno di energia elettrica di potenza connessa allo
scenario di compatibilità fissato dal protocollo di Kyoto. In questa fase transitoria questi criteri orienteranno la posizione che la Regione assumerà per le
domande già presentate al Ministero
(attualmente 4). A regime, una volta
approvata la legge regionale in base
alla quale le autorizzazioni saranno
competenza esclusiva di Regione ed
Enti locali, determineranno direttamente la concessione o meno del nulla
osta.
LA SOCIETÀ
DELL’INFORMAZIONE
A livello comunitario, nel corso dell’anno, si è data piena attuazione al piano
“eEurope2002”27 e per rispondere alle
nuove sfide poste dall’affermarsi sempre più evidente della eEconomia, è
stato adottato un nuovo piano d’azione
“eEurope 2005”28 che si concentra su
un numero limitato di settori come i
servizi pubblici in linea, la sicurezza
delle reti, la generalizzazione di
Internet ad alto flusso e su alcune
tematiche: eGovernment, eHealth,
eLearning.
A queste tematiche la Regione EmiliaRomagna pone grande attenzione e si
candida a fare da laboratorio per
l’Europa: nel corso del 2002, una delle
attività principali del settore sistemi
informativi e telematica è stato infatti
la redazione del Piano Telematico
Regionale29 che ha inteso definire con
gli enti locali le strategie regionali nei
settori di e-government e società dell’informazione: nel fare questo grande
attenzione è stata data alla prospettiva
europea di queste attività; infatti la
filosofia del Piano si rifà alle linee
guida di eEurope 2005.
L’obiettivo del Piano è duplice: da una
parte trasformare l’Emilia-Romagna in
un territorio digitale, con un’infrastrut-
55
tura telematica in grado di raggiungere
ogni Comune e fornire servizi ai cittadini ed alle imprese. Il secondo obiettivo
è favorire, grazie a questo volano pubblico, la crescita del mercato dei servizi
telematici, aumentando così la competitività dei territori e del sistema delle
PMI.
Dotato complessivamente, per il quadriennio 2002-2005, di risorse per
circa 120 milioni di euro, il piano è
articolato in 30 progetti di durata almeno triennale e rappresenta uno degli
interventi strategici del programma di
legislatura della Regione.
27
Informazioni complementari sono disponibili sul server Europa
http://europa.eu.int/informationsociety/index_it.htm
28
Doc. COM(2002) 263.
29
Il documento “Piano Telematico Regionale
– Programma operativo 2002” è stato adottato dalla Giunta regionale nel giugno 2002;
il Piano per lo sviluppo telematico dell’EmiliaRomagna è stato definito con delibera di
Giunta n. 157 dell’8 febbraio 2000 mentre
la delibera di Giunta n. 219 del 16 febbraio
2000 ha indicato i criteri e le procedure di
concessione dei contributi per la promozione
e il sostegno ai programmi di sviluppo telematico delle Amministrazioni locali.
PROGRAMMI COMUNITARI
TERRITORIALI E INTERSETTORIALI
2
2. I programmi comunitari
territoriali e intersettoriali
SESTOEURORAPPORTO
SCHEMA DI
SVILUPPO DELLO
SPAZIO EUROPEO
Lo Schema di Sviluppo dello Spazio
Europeo (SSSE), approvato dal
Consiglio informale dei ministri responsabili dell’assetto del territorio nel maggio 1999 a Potsdam, è attualmente il
più completo documento di programmazione territoriale che indica una strategia di sviluppo territoriale per l’insieme
dei Paesi dell’Unione Europea (UE),
sulla cui base gli Stati membri selezionano e condividono i principali obiettivi
per concorrere alla costruzione di uno
sviluppo sostenibile del territorio
dell’UE.
Lo SSSE è stato elaborato a partire dal
1993 e periodicamente aggiornato dal
Comitato per lo Sviluppo Spaziale
(CSD), composto da rappresentanze
tecniche indicate dai Ministri responsabili dell’assetto territoriale dei paesi
UE. Il documento è il risultato di un
processo di consultazione, revisione ed
affinamento nel quale sono chiamati
tutti i livelli di amministrazione pubblica europei, a partire dalla Commissione
UE. Lo SSSE si propone di perseguire
congiuntamente le finalità politiche
della coesione economica e sociale,
della salvaguardia delle risorse naturali
e del patrimonio culturale e di una
competitività più equilibrata dello spazio europeo.
La Regione Emilia-Romagna ha avuto
un ruolo rilevante nella definizione
della posizione Italiana sullo SSSE ed è
stata legittimata a questo ruolo dalla
Conferenza Stato Regioni che l’ha identificata come Regione capofila su questo argomento.
Le politiche definite dallo SSSE non
sono impositive nei confronti degli Stati
europei, ma orientative, rimanendo di
competenza nazionale il governo dell’assetto del territorio. Nel caso
dell’Italia le attività di pianificazione
territoriale e urbana sono affidate al
livello locale (Comuni e Province) e dal
1976 le Regioni hanno competenza
legislativa in materia di tutela e uso del
territorio. La Regione Emilia-Romagna,
con la recente Legge Regionale n.
20/2000 “Disciplina generale sulla
tutela e l’uso del territorio”, definisce,
in forte sintonia con i principi dello
SSSE e con le più innovative esperienze in atto in Europa, i livelli, gli strumenti, i contenuti e le procedure di formazione della pianificazione territoriale
e urbana, volta a tutelare il territorio e
a regolarne l’uso e i processi di trasformazione.
Nell’ottobre 1999, nel meeting informale dei Ministri responsabili della pianificazione territoriale dell’UE di
Tampere, è stato definito un programma per lo sviluppo dello SSSE per gli
anni 2000-2005, consistente in 12
azioni suddivise in tre blocchi:
䊱 Promuovere una dimensione territoriale nelle politiche comunitarie e
nazionali:
1. assumere gli orientamenti politici
dell’SSSE nelle linee guida ai programmi dei Fondi Strutturali;
2. orientare il programma comunitario
INTERREG III di cooperazione transfrontaliera, transnazionale e transregionale
alla realizzazione di progetti dimostrativi dello SSSE;
3. assumere gli orientamenti politici
dello SSSE nella pianificazione territoriale di ogni singola nazione e ad ogni
livello di pianificazione;
4. considerare l’impatto nelle varie
realtà territoriali dell’UE fra le politiche
settoriali comunitarie e gli obiettivi
dello SSSE;
5. assumere la “valutazione di impatto
territoriale” (TIA) nella implementazione regionale delle politiche di sviluppo;
6. attribuire un ruolo rilevante allo sviluppo urbano sostenibile nelle politiche
regionali e comunitarie;
䊱 Migliorare la conoscenza, la ricerca
e l’informazione sulle strategie di sviluppo territoriale indicate dallo SSSE :
7. costruire la rete europea di monitoraggio e ricerca sulla pianificazione e
sviluppo territoriale attraverso l’implementazione di ESPON, in italiano
59
ORATE (Osservatorio in Rete
sull’Assetto del Territorio Europeo);
8. produrre libri per la scuola secondaria sulla integrazione europea e sulla
nuova geografia d’Europa che riflettano
le indicazioni dello SSSE;
9. istituire il premio “Regioni Future
d’Europa” con lo scopo di alimentare
una gara fra autorità statali, regionali e
locali, organizzazioni non governative,
nell’applicazione dello SSSE, per uno
sviluppo territoriale sostenibile a vantaggio delle giovani generazioni;
10. guidare strategie integrate di pianificazione delle regioni costiere;
䊱 Prepararsi all’allargamento territoriale dell’Unione Europea:
11. realizzare una rete Pan-Europea di
sviluppo territoriale;
12. considerare nelle politiche di sviluppo territoriale l’impatto sugli Stati
membri e su quelli non membri derivante dall’allargamento dell’Unione
Europea.
Pur non essendo lo SSSE un documento della Commissione europea (in
quanto non competente in materia),
la stessa Commissione ha accolto
nella predisposizione delle direttive
per l’utilizzo dei Fondi Strutturali
2000-2006 i suggerimenti del CSD di
implementare i nuovi regolamenti con
le tematiche contenute nello SSSE e
soprattutto ha identificato il
60
Programma di Iniziativa comunitaria
Interreg III come strumento di applicazione ed approfondimento dello SSSE.
Nel giugno del 2001 è terminata la
fase di definizione del Programma
ESPON 2006, che nell’ottobre dello
stesso anno è stato presentato ufficialmente alla Commissione.
Nel 2001 è stato istituito presso
DICOTER (Dipartimento per il
Coordinamento Territoriale del
Ministero delle Infrastrutture e dei
Trasporti) il Comitato Nazionale di
Sviluppo Spaziale (CNSS). In esso
sono rappresentate tutte le Regioni e
le Amministrazioni centrali maggiormente coinvolte nel governo del territorio e costituisce la sede per il dibattito sui temi che riguardano le politiche territoriali e urbane, sia nazionali
che con riferimento allo SSSE e ad
ESPON.
L’Emilia-Romagna ha parte attiva
all’interno del CNSS in quanto
Regione coordinatrice della segreteria
tecnica del comitato nazionale e componente, in rappresentanza delle
Regioni, della delegazione italiana in
sede di CSD (l’Italia è rappresentata
dal Ministero delle Infrastrutture e dei
Trasporti in coordinamento con il
Ministero delle Politiche Comunitarie e
dalla Regione Emilia-Romagna).
SESTOEURORAPPORTO
Nel 2002 sono stati assegnati i primi
bandi del programma ESPON nei
quali, pur non essendo stata coinvolta
direttamente alla fase di studio,
l’Emilia-Romagna ha partecipato al
primo seminario esplicativo dei risultati ottenuti (Lussemburgo novembre
2002) traendone indicazioni utili per
la propria pianificazione territoriale
attualmente in fase di revisione.
LA POLITICA
COMUNITARIA
DI COESIONE
TERRITORIALE
ED ECONOMICA
Sul piano comunitario nel corso del
2002 le attività sono state indirizzate
al consolidamento dell’operatività
delle varie azioni promosse da Agenda
2000 per il periodo 2000-2006 (tutti
i programmi interessati sono stati
approvati entro la fine del 2001).
Accanto ai programmi previsti nell’ambito degli obiettivi 1,2,3 sostenuti dai
Fondi strutturali si sono avviati i programmi delle iniziative comunitarie
Interreg III, Equal, Leader plus e
Urban oltre che la progettazione selezionata e sostenuta direttamente dalla
Commissione europea nell’ambito
delle Azioni innovatrici.
La Commissione europea si è impegnata inoltre ad adottare disposizioni
che possano permettere una più efficace gestione finanziaria dei fondi in
un’ottica di semplificazione tenendo
conto che, secondo un’opinione diffusa, le varie modifiche apportate al
sistema di erogazione dei fondi nel
quadro di Agenda 2000 avrebbero
contribuito in scarsa misura a semplificare i meccanismi di gestione.
coesione comunitaria 2007-2013”2
frutto di un confronto fra Stato,
Regioni, Enti Locali e parti economiche
e sociali.
Si segnala inoltre la pubblicazione da
parte della Commissione europea di
una relazione3 sulle azioni comunitarie a favore delle regioni frontaliere in
particolare quelle confinanti con i
paesi di nuova adesione.
Nel 2002 è inoltre proseguito il dibattito lanciato l’anno precedente relativamente al futuro della politica di
coesione dopo il 2006. In particolare,
la Commissione ha presentato nel
gennaio 2002, la Prima relazione
intermedia sulla coesione1. Il documento ha aggiornato l’analisi della
coesione economica e sociale includendo anche un’analisi delle disparità
nella futura Unione a 25 e ha fatto il
punto sulle prospettive del prossimo
periodo di programmazione (calendario di attuazione, aspetti finanziari,
priorità di interventi).
Il dibattito in sede comunitaria ha alimentato e sollecitato prese di posizione ai livelli nazionali da parte dei singoli governi compreso quello italiano
che ha adottato nel dicembre 2002 il
“Secondo memorandum italiano sulla
riforma della politica regionale di
1
COM (2002) 46.
Il memorandum è disponibile sul sito del
Ministero Economia e Finanze http//
www.dps.tesoro.it/documentazione/docs/
all/memorandum_2002.pdf.
3
COM (2002) 660.
2
SESTOEURORAPPORTO
IL PIANO
REGIONALE DI
SVILUPPO RURALE
Anche nel 2002, terzo anno di attuazione del Piano regionale di sviluppo
rurale, la velocità di spesa della
Regione Emilia-Romagna è stata elevata: l’attribuzione di 4 milioni di
Euro supplementari, a titolo di anticipazione sulle annualità successive, ha
permesso di accorciare i tempi di erogazione dei fondi alle aziende beneficiarie.
I finanziamenti erogati nel corso del
2002 ammontano a circa 127,95 milioni di Euro in termini di spesa pubblica di cui 55 milioni di Euro di risorse
comunitarie e hanno riguardato oltre
16 mila domande.
Rispetto alla quota di finanziamento
assegnata dall’Unione europea
all’Emilia-Romagna per l’intera durata
del piano, nei primi tre anni si sono
spese quote maggiori del previsto. Le
differenza saranno recuperate nella
restante parte del periodo. Le misure
che evidenziano la maggiore velocità
di spesa sono quelle relative all’insediamento dei giovani agricoltori (46%
dell’intero periodo), investimenti
aziendali (38%) e indennità compensative (46%).
Il piano ha già utilizzato il 42% (totali
165,84 milioni di euro), dell’intera
somma di fonte europea assegnata
all’Emilia-Romagna per le sette annualità.
61
Dal 16 ottobre 2001, ai pagamenti
delle domande ammesse provvede
l’Agrea, agenzia regionale per le erogazioni in agricoltura, istituita con la
legge regionale n. 21 del 2001.
strumento fondamentale per garantire
efficienza e trasparenza a tutto il percorso amministrativo (dalla presentazione delle domande ai controlli finali
sui beneficiari degli aiuti).
La scelta regionale di dotarsi di un
proprio organismo pagatore ha dato
fin dall’inizio risultati positivi permettendo di erogare, entro i termini stabiliti, i contributi relativi all’intera quota
disponibile.
Di seguito si riporta un’analisi sullo
stato di attuazione delle misure del
PRSR per il periodo 2002.
Oltre alla struttura che si occupa delle
contabilizzazioni e pagamenti, in convenzione con tutti gli enti competenti
dell’attuazione delle Misure (Regione,
Province e Comunità montane), Agrea
ha definito il manuale delle procedure,
250.000
spesa pubblica totale periodo
spesa pubblica 2000-2002
150.000
100.000
2080/92
2078/92
2079/92
Totale
Altre azioni
Totale Asse 3
2.t
2.i
2.h
2.f
2.e
1.g
1.c
0
1.b
50.000
1.a
Migliaia di Euro
200.000
62
SESTOEURORAPPORTO
Anno 2002
Totale 2000-2002
Misure
spesa pubblica
partecipazione UE
spesa pubblica
partecipazione UE
Investimenti nelle aziende agricole
Insediamento giovani
Formazione
Miglioramento delle condizioni di trasformazione e commercializzazione
Zone svantaggiate e zone soggette a vincoli ambientali
Misure agroambientali
Imboschimento superfici agricole
Altre misure forestali
Tutela dell’ambiente in relazione all’agricoltura, alla selvicoltura…
Commercializzazione prodotti agricoli qualità
Rinn. e svil. villaggi e prot. cons. del patr. rurale
Diversificazione delle attività agricole
Gestione risorse idriche
Svil. migl. infrastrutture rurali
Valutazione
— Reg. (CEE) 2078/92
— Reg. (CEE) 2079/92
— Reg. (CEE) 2080/92
Misure precedenti al 1992
Misure transitorie (art. 4 $2 del reg. (CE) 2603/99)
Liquidazioni contabili e altro
Totale spese contabilizzate
Anticipazione del 12,5%
30.445.952
11.246.957
421.379
3.795.300
2.020.822
20.717.866
—
—
—
799.832
1.513.079
2.929.834
1.270.552
3.003.458
62.012
46.217.276
204.887
2.974.723
85.631
648.130
–397.794
127.959.889
12.183.849
5.623.479
210.690
1.423.238
1.010.411
10.358.933
—
—
—
299.937
680.885
1.098.688
571.748
1.351.556
31.008
23.141.079
102.443
1.487.359
21.408
162.032
–211.890
59.546.853
58.221.726
35.947.127
1.681.741
4.266.729
8.938.157
41.936.285
317.143
160.357
11.071
905.547
1.614.686
3.021.084
1.366.266
3.203.994
62.016
171.459.493
548.545
17.458.602
453.482
2.885.347
–497.810
353.961.856
6.758.571
24.102.077
18.311.157
872.299
1.894.666
4.550.328
22.551.589
317.143
160.357
11.071
415.651
782.493
1.189.938
667.462
1.552.092
31.008
85.622.767
274.539
8.731.841
115.120
766.897
–311.657
172.598.839
6.758.571
Totale liquidato effettivo
127.959.899
59.546.853
347.203.014
165.840.267
Totale Piano (P)
120.820.000
54.000.000
339.230.000
158.360.000
Misura 1.a
Investimenti
nelle aziende agricole
Nel corso del 2002 il numero di
domande ammesse a contributo da
Province e Comunità Montane è stato
complessivamente di 615, per un
importo di oltre 32.44 milioni di Euro
in termini di spesa pubblica.
Le tipologie di interventi ammessi a
contributo sono rappresentate per il
62% da macchine ed attrezzature e
per un complessivo 25% da interventi
edili e miglioramenti fondiari. Il forte
peso degli interventi in dotazione, già
evidenziato nel corso del 2001, che
per i meccanismi di contribuzione previsti dal PRSR assorbono una maggiore
quantità di risorse comunitarie rispetto
agli interventi strutturali, ha determina-
SESTOEURORAPPORTO
to l’innalzamento del contributo medio
stimato a inizio programmazione di
circa 2,5 punti percentuali, portando di
fatto ad una riduzione della spesa pubblica disponibile per la misura, che è
passata, a dotazione Feoga costante,
da 169,65 a 151,54 milioni di Euro
(–18 Meuro).
La distribuzione degli interventi appro-
Attrezzature ed equipaggiamenti
62%
Piantagioni
agricole
4%
Miglioramenti fondiari
12%
Ediliza
13%
Impianti per la produzione
e la vendita di prodotti
aziendali
6%
Altri
3%
Distribuzione percentuale del numero degli investimenti ammessi per tipologia
di intervento.
45,0%
40%
40,0%
42%
䡵 % aziende
35,0%
䡵 % investimenti ammessi
30,0%
25,0%
20,0%
23%
21%
18%
16%
15,0%
10,0%
13%
11%
10%
6%
5,0%
0%
Meno di 10 ha
Da 10 a 20 ha
Da 20 a 50 ha
Da 50 a 100 ha
Oltre100 ha
Misura 1A - Distribuzione percentuale del numero di domande e degli importi di
investimenti ammessi per classi di SAU – anno 2002
vati per dimensione di aziende e per
settori produttivi non rileva variazioni
sostanziali rispetto alla situazione
2001.
La distribuzione del numero delle
domande ammesse per classi di SAU
evidenzia come il 69% delle aziende
interessate hanno dimensioni superiori
ai 20 ettari, con una punta significativa
del 40% nella fascia da 20 a 50 ha..
L’analisi della distribuzione in termini
finanziari degli importi ammessi vede il
73% a favore delle aziende superiori a
20 ettari con una conferma del peso
della delle aziende della classe centrale
e un aumento del peso delle classi
superiori, oltre i 50 ha, con il 31 %
delle risorse complessive rispetto al 19
del numero delle aziende.
Se si considera il numero di aziende
interessate per Ordinamento Tecnico
Economico (OTE) si osserva che circa il
46% ha interessato aziende con ordinamento produttivo di tipo zootecnico a
fronte di un 34 % delle aziende con
produzioni vegetali prevalenti.
Gli investimenti si sono concentrati prevalentemente su tre settori produttivi:
bovini da latte (oltre 35% delle dei
contributi ammessi); frutticoltura
(13%); e dei seminativi13%).
Le domande finanziate nel corso della
terza annualità di piano sono state
63
980 per un totale di oltre 30,66 milioni di Euro (di cui 12,3 milioni di Euro
in quota Feoga).
Il totale delle domande ammesse a
finanziamento entro il 2002 ammonta
a oltre 99,34 pari al 65% delle risorse
totali disponibili; di queste solo il 58 %
è stato erogato alle aziende beneficiarie, il restante verrà posto in liquidazione nei prossimi esercizi finanziari.
Misura 1.b
Insediamento dei giovani
agricoltori
Il 2002 ha visto in grosso impegno
finanziario, con la erogazione di circa
11,3 milioni di Euro per un totale di
707 premi erogati. Rimangono da erogare una parte degli impegni assunti
entro il 2001 e tutti quelli successivi.
Nei primi tre anni di attuazione sono
stati già spesi 35.95 milioni di Euro,
pari al 45% del totale delle risorse disponibili.
Ciò è stato possibile, grazie alla anticipazione di risorse di cui la Regione
Emilia-Romagna ha potuto usufruire ed
alla volontà di destinare tali fonti interamente alla velocizzare la spesa destinata ai i giovani imprenditori, con l’obiettivo di accorciare i tempi che intercorrono fra insediamento del giovane
ed effettiva riscossione del contributo.
64
SESTOEURORAPPORTO
Domande ed importi ammessi anno 2002 (Euro)
Nel corso del 2002 sono state ammesse a finanziamento 1.479 domande
per un importo complessivo, in termini
di spesa pubblica, di oltre 24 milioni di
Euro.
Misura 1.g
Miglioramento delle condizioni
di trasformazione e
commercializzazione dei
prodotti agricoli
Nel complesso nel triennio sono stati
assunti impegni per un totale di 64,43
milioni di Euro, pari all’85% delle risorse disponibili per l’intero periodo.
Nel 2002 sono stati ammessi a finanziamento 73 progetti su 240 progetti
risultati ammissibili, per un importo
complessivo di investimento pari a
121,5 milioni di Euro e ad una spesa
pubblica di 45.1 milioni di Euro.
Carni
Latte e prodotti lattiero-caseari
Uova e pollame
Cereali
Vini e alcole
Ortofrutticoli
Patate
Piante da fibra
Totale
I settori di intervento maggiormente
rappresentati, per importo totale dei
progetti ammessi, sono il vitivinicolo
(19%), l’ortofrutticolo (27%), la carne
(20%) e il lattiero-caseario (20%).
superficie foraggiere, per un totale di
2,23 milioni di Euro di spesa pubblica,
di cui 2.milioni di Euro sono stati effettivamente erogati nel corso del 2002.
Misura 1.c
Formazione
Nel corso dell’anno formativo 20012002 sono stati attivati interventi di
formazione professionale tradizionale e
individuale. La formazione individuale,
che consente agli agricoltori di scegliere
dal catalogo delle attività formative il
tipo di corso che intende seguire, è
stata avviata in prevalenza dall’autunno 2002.
Dal 2002 la formazione tradizionale è
stata completamente delegata alle
Province.
Nel corso del 2002 sono state realizzate attività formative per un totale di
1.393.200 Euro, di cui 1.044.610 per
la formazione professionale agricola e
348.600 per la formazione individuale.
Misura 2.e
Indennità compensativa
Al terzo anno di attuazione della misura 2.e, sono state confermate le impostazioni operative definite con i precedenti bandi, ma le risorse finanziarie a
disposizione sono state inferiori. In presenza di una sostanziale conferma del
numero di domande presentate, si è
reso necessario ridurre l’entità del contributo ad ettaro di superficie foraggiera
da 80 euro a 60 euro. Tale decisione
ha consentito di accogliere tutte le
domande presentate. Le domande
ammesse sono state 1.553 e hanno
interessato circa 49.845 ettari di
Settore produttivo
Misura 2.f
Misure agroambientali
ed Ex 2078/92
La misura è al secondo anno di impegno. Nel 2002 non sono stati aperti
nuovi bandi e sono state presentate
solamente domande di conferma o di
aggiornamento dell’impegno in corso.
Unica eccezione per la azione 11 settore zootecnico.
In seguito alla modifica della Decisione
europea di ammettere le razza bovina
Romagnola e la razza equina Tiro
Pesante Rapido, precedentemente
escluse, sono stati riaperti i termini per
Investimenti
ammessi
(in Euro)
N.
progetti
24.832.346
24.088.135
4.541.212
8.344.464
23.129.154
32.234.330
1.627.635
2.729.303
121.526.578
14
21
2
7
13
14
1
1
73
Investimento
medio
(Euro/progetto)
1.773.739
1.147.054
2.270.606
1.192.066
1.779.166
2.302.452
1.627.635
2.729.303
la presentazione delle domande per
l’anno 2001-2002 per tutte le razze
indicate nel Piano di Sviluppo Rurale.
Sono stati sottoscritti 358 impegni per
un totale oltre 6000 UBA e un impegno finanziario annuale di 1,4 milioni
di Euro.
Le domande di conferma hanno interessato una superficie complessiva di
72.000 ettari a cui corrisponde una
spesa ammessa di 20,62 milioni di
euro; per l’azione 11 (settore zootecnico) le domande sono state 512 per
circa 8.250 UBA e una spesa pari a
1,514 milioni di Euro. La spesa complessivamente annessa nel 2002 (comprensiva degli importi dovuti per le
nuove domande) è pari a 22,1 milioni
di Euro.
La suddivisione per azione risulta dalla
tabella seguente:
SESTOEURORAPPORTO
Superficie
(ettari) - UBA
(.000 Euro)
Spesa
ammessa
Produzione integrata
499
+ colture intercalari
12
+ incremento materia organica
47
+ inerbimento permanente colture frutto 74
Produzione biologica
1.123
+ colture intercalari
8
+ incremento materia organica
31
+ inerbimento permanente colture frutto 101
Riequilibrio ambientale allevamento bovino 15
Pianificazione ambientale aziendale
3
Regime sodivo e praticoltura estensiva
750
Ripristino e/o conservazione spazi naturali 683
Ritiro ventennale dei seminativi
76
Salvaguardia della diversità genetica
Settore vegetale
54
Salvaguardia della diversità genetica
Settore zootecnico
512
32.600
408
1.458
626
26.460
104
309
728
727
5.394
1.987
962
6.227
123
598
383
7.060
42
208
566
172
26
1.270
3.314
558
24
24
Totale
3.988
71.787 Ha
Interventi in Selvicoltura
(misure 2h e 2i)
Azione
Nel corso del 2002 sono state attuate
anche le misure relative al settore forestale, Misura 2h - Imboschimento
superfici agricole e Misura 2i - Altre
misure forestali.
Per la misura 2h è stato emanato l’unico bando previsto dalla presente programmazione, con una dotazione finanziaria di circa 3,59 Milioni di Euro.
Complessivamente sono state presentate circa 300 domande, di cui 114 sono
state considerate ammesse a contributo
nel corso del 2002, per un importo
N.
impegni
ASSE 3
Sviluppo locale integrato
Nel corso del 2002, a seguito di una
riallocazione delle risorse non impegnate
ne corso del 2001, si sono conclusi gli
impegni relativi al primo bando, con l’approvazione di 62 domande per un importo complessivo di 5,46 milioni di Euro.
65
Le domande complessivamente approvate risultano essere 642 per un importo di 44,97 milioni di Euro in termini
di spesa pubblica. La distribuzione del
contributo ammesso fra le differenti
misure è riportata nella Figura 3.
Sono inoltre iniziati i primi pagamenti
che hanno interessato un totale di 262
25.000.000
20.000.000
15.000.000
1.514
10.000.000
22.085
5.000.000
pari a 2, 6 milioni di Euro, di cui 1,75
relativi a spese di impianto e il restante
per la copertura delle spese di manutenzione e per il mancato reddito della
prima annualità.
Relativamente alla Misura 2i, che prevedono interventi di forestazione su terreni
non agricoli, sono stati attivati i bandi
per tutte le azioni di iniziativa pubblica.
Sono state ammesse a contributo complessivamente 41 domande per un
importo tale di 3,8 milioni di Euro.
—
8.255 UBA
Per entrambe le misure i primi pagamenti sono previsti con l’esercizio
finanziario 2003.
Misura 3.m
Misura 3.a
Misura 3.p
Misura 3.q
Misura 3.r
Figura 3 Sviluppo locale integrato – contributo pubblico ammesso per misura –
totale 2001 e 2002 (valori in Euro)
Pagamenti erogati per le misure dell’Asse 3 – Sviluppo locale integrato Anno
2002
Misure
3.m
3.o
3.p
3.q
3.r
N. beneficiari Spesa pubblica
Commercializzazione prodotti agricoli di qualità
Rinnovamento miglioramento villaggi tutela patrim.
Diversificazione attività settore agricolo
Gestione risorse idriche in agricoltura
Sviluppo e miglioramento infrastrutture rurali
Totale
di cui FEOGA
32
31
108
6
85
799.832
1.513.079
2.929.834
1.270.552
3.021.867
299.937
680.885
1.098.688
571.748
1.359.840
262
9.535.163
4.011.098
SESTOEURORAPPORTO
66
domande per un importo complessivo
di oltre 9,5 milioni di Euro.
Altri interventi
Sono proseguiti i pagamenti degli
impegni assunti nel precedente periodo di programmazione relativi alle
altre ex misure di accompagnamento
reg. (CEE) 2080/92 per
l’Imboschimento dei terreni agricoli e
reg. (CEE) 2079/92 relativo al
Prepensionamento in agricoltura), reg.
(CEE) 2078/92 Programmi agroambientali e quelli riepilogati sotto la
voce Misure in corso, che comprendono interventi in favore delle
Associazioni dei produttori (reg. (CEE)
952/97 e reg. (CEE) 386/92). Per
tali interventi nel corso dell’esercizio
finanziario 2002 sono stati erogati
complessivamente 50,1 di milioni di
euro, di cui il 92% relativi all’ex Reg.
(CEE) 2078/92.
Per quest’ultimo regolamento, i cui
impegni quinquennali si concluderanno
con l’annualità 2003, sono stati erogati 43,17 milioni di Euro di spesa
pubblica.
L’informazione e le
attività di valutazione
Le attività di consultazione e di informazione condotte durante la programmazione del piano sono proseguite
anche durante la sua applicazione.
Sono state coinvolte in particolare le
organizzazioni professionali agricole,
Pagamenti relativi altri interventi anno 2002
Misure
Misure di accompagnamento
vecchio regime
- Reg.(CEE) 2078/92
- Reg.(CEE) 2079/92
- Reg.(CEE) 2080/92
Misure in corso
ex- art. 4 del reg.(CE) 2603/99
Misure precedenti al 1992
Totale
N.
domande
Ha
136.879
43
1.057
6
10.109
Spesa
pubblica
46.217.276 23.141.079
204.887
102.443
2.974.723 1.487.359
648.130
95.631
136.879
di cui
FEOGA
162.032
21.408
50.140.647 24.914.321
le centrali cooperative, i sindacati dei
lavoratori, oltre, naturalmente, alle
Province e Comunità montane che
hanno la competenza dell’attuazione
del piano.
Nei confronti degli utenti e dei cittadini interessati, si è tenuto aggiornato il
sito internet www.regione.emilia-romagna.it/agricoltura/psrs/prsr.htm dove
sono disponibili: il testo del piano, le
disposizioni applicative delle singole
misure, i moduli per le domande, alcuni software utili per la compilazione, i
documenti tecnici di supporto (es.
disciplinari di produzione integrata),
l’indicazione e i recapiti dei referenti
di misura di livello regionale e provinciale, le domande/risposte più frequenti, gli avvisi di scadenza dei
bandi.
La normativa europea impone per i
piani regionali di sviluppo rurale un
valutatore esterno indipendente, che
fornisca alla Commissione rapporti e
relazioni sull’attuazione del piano, sull’andamento della spesa, grado di raggiungimento degli obiettivi programmati.
L’Emilia-Romagna, con apposito appalto-concorso, ha affidato la valutazione
intermedia al raggruppamento d’imprese Agriconsulting Spa - Ervet. Per
la valutazione intermedia sono previsti
due rapporti: uno entro il 2003, che
prenderà in esame in particolare i
primi risultati e l’analisi delle procedure di attuazione; un aggiornamento
nel 2005, che esporrà sia i risultati
che i primi impatti prodotti dall’attuazione del PRSR sul sistema agricolo
regionale.
SESTOEURORAPPORTO
67
OBIETTIVO 2
Il Documento Unico di Programmazione
(DocUP) 2000-2006 relativo all’Obiettivo 2 della Regione Emilia-Romagna è
stato approvato dalla Commissione
Europea4 con un costo complessivo di
240 milioni di euro per l’intero periodo
2000-2006 e si articola in tre assi di
intervento: sostegno alle imprese, programmazione negoziata per lo sviluppo
locale, assistenza tecnica.
Le aree interessate
Le zone dell’Emilia-Romagna Obiettivo
2 per il periodo 2000-2006 interessano 130 comuni, pari al 38% del totale
dei comuni ed una popolazione di
387.651 persone (corrispondente al
9,8% della popolazione complessiva
regionale). Rispetto al precedente
periodo di programmazione dei Fondi
Strutturali, 84 comuni – pari a
284.429 abitanti – già in passato
hanno beneficiato degli interventi previsti dagli Obiettivi 2 o 5b, mentre 46
comuni – per complessivi 103.222
abitanti – rappresentano nuovi territori.
L’area della regione Emilia-Romagna
inclusa nella programmazione dell’Obiettivo 2 per il periodo 2000-2006
corrisponde alle zone più decentrate
rispetto alla via Emilia, ovvero l’asse
lungo il quale si è sviluppato il robusto
sistema produttivo a cui viene generalmente associata l’immagine della
regione. In sintesi le aree Obiettivo 2
ed a sostegno transitorio della regione
Emilia-Romagna per il periodo di programmazione 2000-2006 si articolano
in quattro sub-aree:
1. la sub area orientale
2. la sub area appenninica
3. l’area appenninica a sostegno transitorio
4. l’area della pianura centrale a sostegno transitorio
Per ognuna di queste sub aree, nel
DocUP vengono approfondite e dettagliate le caratteristiche del territorio, la situazione demografica, del mercato del lavoro e del sistema produttivo. Per motivi di
omogeneità e sintesi, l’area appenninica
a sostegno transitorio è trattata insieme
alla sub area appenninica, per cui si fa di
seguito riferimento a tre subaree.
Lo stato di attuazione del
DocUP Emilia-Romagna
Obiettivo 2 2000-2006
L’anno 2002, considerati i tempi di
approvazione del DocUP e del
Complemento di Programmazione5, si
configura di fatto come il primo anno
di piena attuazione. Sono state avviate
tutte le misure programmate dal DocUP
con la sola eccezione della misura 1.5
ed inoltre è stato anche concluso tutto
il percorso amministrativo di regolamentazione dei rapporti con le provincie per quanto attiene le misure delegate. Meno importanti risultano i risultati
ovviamente raggiunti in termini di
4
Decisione C (2001) 2797 del
14.11.2001.
5
Il Complemento di programmazione è
stato approvato nella riunione del Comitato
di sorveglianza del 8.02.2002.
DocUP Obiettivo 2 Regione Emilia Romagna
Piano finanziario 2000-2006 (in milioni di Euro)
cofinanziamento nazionale
Stato
Regione
costo
totale
totale
pubblico
FESR
totale
1
2
3
Totale
105,342
139,301
7,722
252,364
105,342
132,336
7,722
245,399
52,671
66,168
3,861
122,700
52,671
66,168
3,861
122,699
36,87
46,317
2,703
85,890
Aree ob. 2
Sostegno transitorio
240,004
12,360
233,371
12,028
116,686
6,014
116,686
6,014
83,68
4,210
Asse
Locali
Quote
private
15,801
13,895
1,158
30,854
0
5,955
0
5,955
0
6,965
0
6,965
29,331
1,520
5,671
0,284
6,633
0,332
68
SESTOEURORAPPORTO
ziati utilizzando anche risorse dell’anno
2003.
spesa. I pagamenti effettuati hanno
infatti riguardato esclusivamente l’Asse
3 ed in particolare le azioni di informazione e di pubblicità. D’altra parte questo risultato era prevedibile considerata
la peculiarità dell’organizzazione e
delle modalità di gestione previste.
Solo a seguito dell’adozione del
Complemento di Programmazione del
DocUP Obiettivo 2 2000/2006 da
parte del Comitato di Sorveglianza
avvenuta nella seduta dell’8 febbraio
2002, e del ricevimento all’inizio del
mese di settembre 2002 della nota
della Commissione con la quale veniva
constatata la coerenza del
Complemento con il DocUP e la completezza in merito a quanto previsto
dall’art.18, paragrafo 3 del regolamento 1260/99, si è dato avvio alle procedure finalizzate alla realizzazione di
quanto previsto dalle misure.
Di seguito vengono sintetizzati i principali passaggi che hanno caratterizzato
l’attuazione delle singole misure.
Misura 1.1 “Sviluppo delle attività
produttive”
Per quanto concerne la Misura 1.1, gestita dal Ministero delle Attività Produttive, la Giunta Regionale ha provveduto
ad approvare lo schema della Convenzione con il suddetto Ministero per il
cofinanziamento dei bandi del settore
industria (come definito nella Legge
488/92). Questo consentirà di attivare i trasferimenti necessari al cofinanziamento in tempo utile al fine di rispettare l’obiettivo di realizzazione fisica indicato nei criteri per la premialità.
Misura 1.2 “Innovazione e qualificazione imprenditoriale della piccola
impresa”
Il primo bando, relativamente alle risorse delle annualità 2001-2002, è stato
aperto il 10 giugno 2002 e si è chiuso
il 9 settembre successivo.
Le domande pervenute, sono state
1317 e di queste 1188 sono state
considerate ammissibili.
Con le risorse disponibili (2001-2002)
per il primo bando è stato possibile
finanziare solamente le prime 120
domande ammesse in graduatoria.
L’ammontare dei contributi concessi è
quindi stato pari a circa 6,3 milioni di
Euro a fronte di una domanda di contributi pari a circa 44 milioni di Euro.
Considerato che il bando stesso prevedeva le ulteriori scadenze per la presentazione delle domande per gli anni
successivi e tenuto conto dell’ingente
flusso di domande ammesse non finanziate, il bando è stato chiuso anticipatamente al 2 gennaio anziché al 28
febbraio 2003. In questo modo parte
dei progetti ammessi ma non finanziati
della graduatoria attuale saranno finan-
Dall’analisi dei dati suddivisi per area
obiettivo 2 ed a sostegno transitorio
emerge che la percentuale di contribuzione sugli investimenti è stata pari
circa al 30 % nei territori Obiettivo 2
ed al 21% nei territori a Sostegno
Transitorio. Appare quindi evidente
come il divario tra domanda di contributi e disponibilità sia proporzionalmente maggiore nel caso delle aree in uscita rispetto a quelle obiettivo 2.
Misura 1.3 “Riqualificazione e sviluppo delle imprese turistiche e commerciali”
La misura 1.3 è costituita dall’azione A
finalizzata alla qualificazione e sostegno
delle imprese del turismo e dall’azione
Misura 1.2 bando 2002: Totale per Provincia
Piacenza
Parma
Reggio Emilia
Modena
Bologna
Ferrara
Ravenna
Rimini
Forlì Cesena
Totale Regione
Domande
pervenute
Domande
ammesse
Contributi
concedibili
Domande
finanziate
Investimenti
Domande
finanziate
Contributi
concessi
39
139
208
228
93
311
121
17
161
28
137
198
205
88
279
87
15
151
1.046.768
5.483.518
8.336.158
7.762.670
2.759.099
8.690.382
3.853.065
703.822
5.268.423
14
15
12
15
14
25
10
5
10
1.210.540
1.719.286
2.617.252
3.535.203
1.548.086
6.355.262
2.010.839
780.883
2.334.990
446.696
659.880
747.750
812.342
549.093
1.609.300
627.259
277.060
638.416
120 22.112.341
6.367.796
1.317
1.188 43.903.906
SESTOEURORAPPORTO
69
B finalizzata alla valorizzazione delle
attività commerciali in zone sfavorite.
Essendo la misura interamente delegata alle provincie, ognuna di esse ha
avuto la facoltà di definire l’ammontare
di risorse da ripartire tra le due azioni.
Dalla ripartizione delle risorse per provincia si può osservare come tutte le province abbiano incentivato maggiormente
le imprese turistiche ad esclusione di Rimini, che ha ripartito equamente le risorse disponibili e la provincia di Bologna
che ha assegnato una leggera prevalenza di risorse alle imprese commerciali.
Complessivamente a livello regionale, il
65% delle risorse finanziarie è stato
assegnato alle imprese turistiche.
Azione A - Qualificazione e sostegno
delle imprese del turismo.
Il primo bando, relativamente alle risorse delle annualità 2001-2002, è stato
Misura 1.3: Ripartizione risorse tra
azione A e azione B
Bologna
Ferrara
Forlì Cesena
Modena
Piacenza
Parma
Ravenna
Reggio Emilia
Rimini
Totale
azione A
Azione B
47%
60%
61%
76%
64%
62%
75%
80%
50%
65%
53%
40%
39%
24%
36%
38%
25%
20%
50%
35%
aperto il 10 giugno 2002 e si è chiuso
il 25 luglio. Anche questa azione risulta
contraddistinta da un elevato numero
di domande presentate rispetto alle
risorse disponibili: a fronte di 392
domande è possibile finanziarne solo
77 e anche in questo caso è stato deciso di utilizzare su queste prime graduatorie le risorse 2003.
Azione B - valorizzazione delle attività commerciali in zone sfavorite.
Il primo bando, relativamente alle risorse delle annualità 2001-2002, è stato
aperto il 10 giugno 2002 e si è chiuso
il 9 settembre successivo. Anche per
questa azione il numero delle domande
pervenute è stato molto rilevante tanto
che è stato possibile finanziare con le
risorse disponibili solo il 23% delle
domande ammesse.
Considerato che il bando stesso prevedeva le ulteriori scadenze per la presentazione delle domande per gli anni
successivi e tenuto conto dell’ingente
flusso di domande ammesse non finanziate, il bando è stato chiuso anticipatamente al 2 gennaio anziché al 28
febbraio 2003.
In questo modo parte dei progetti
ammessi ma non finanziati della graduatoria attuale, saranno finanziati
anche utilizzando le risorse dell’anno
2003.
Le domande complessivamente pervenute sono state 759 di cui 617 considerate ammissibili. Le risorse disponibili
hanno consentito di finanziare solamen-
te 142 domande tra quelle collocate
nella graduatoria e di concedere contributi per oltre 2 milioni di euro per sostenere oltre 7,5 milioni di investimenti.
Misura 1.3: azione A – totale domande per provincia
Domande
pervenute
Domande
ammesse
Domande
finanziate
Contributi
concessi
Bologna
Ferrara
Forlì Cesena
Modena
Piacenza
Parma
Ravenna
Reggio Emilia
Rimini
18
160
22
44
33
31
43
38
3
12
141
22
41
28
26
41
35
3
3
24
7
10
4
9
8
10
2
264.992
919.960
379.607
669.364
299.412
393.620
476.102
560.206
137.631
Totale Regione
392
349
77
4.100.895
Misura 1.3: azione B – totale domande per provincia
Domande
pervenute
Domande
ammesse
Domande
finanziate
Investimento
domande
finanziate
Contributi
concessi
Bologna
Ferrara
Forlì Cesena
Modena
Piacenza
Parma
Ravenna
Reggio E.
Rimini
57
299
56
73
32
111
48
78
5
57
288
52
71
27
95
46
67
3
8
59
9
20
3
20
6
14
3
961.071
2.111.011
816.574
699.791
485.239
798.668
599.942
492.259
723.426
294.264
613.307
242.699
207.509
171.273
239.611
158.708
135.907
137.632
Totale Regione
759
617
142
7.687.981
2.200.909
SESTOEURORAPPORTO
70
anche utilizzando le risorse dell’anno
2003.
Misura 1.4 “Azione A sostegno di
progetti professionali”
non sarebbe stato possibile finanziare
tutte le 260 domande ammesse.
Il primo bando, relativamente alle risorse delle annualità 2001-2002, è stato
aperto il 10 giugno 2002 e si è chiuso
il 9 settembre successivo.
È stato pertanto ritenuto opportuno utilizzare parte delle risorse 2003 al fine di
finanziare tutte le domande selezionate.
Anche questa azione ha avuto una
buona richiesta con 297 domande,
tanto che con le risorse 2001-2002
Misura 1.4 - “Azione B sostegno
di nuove microimprese”
Il primo bando, relativamente alle risor-
Misura 1.4: azione A –
Obiettivo 2
Sostegno transitorio
Totale
Domande
pervenute
Domande
ammesse
Spese
domande
finanziate
Contributo
concesso
291
219
41
260
3.086.005
558.849
3.644.854
1.851.603
159.272
2.010.875
se delle annualità 2001-2002, è stato
aperto il 10 giugno 2002 e si è chiuso
il 9 settembre successivo. Anche questa
azione ha avuto una rilevante richiesta,
tanto che è stato possibile finanziare
solamente circa il 27% delle domande
ritenute ammesse.
Considerato che il bando stesso prevedeva le ulteriori scadenze per la presentazione delle domande per gli anni
successivi e tenuto conto dell’ingente
flusso di domande ammesse non finanziate, il bando è stato chiuso anticipatamente al 2 gennaio anziché al 28
febbraio 2003.
In questo modo parte dei progetti
ammessi ma non finanziati della graduatoria attuale, saranno finanziati
Misura 1.4 azione B – totale domande per provincia
Province
Piacenza
Parma
Reggio Emilia
Modena
Bologna
Ferrara
Ravenna
Rimini
Forlì Cesena
REGIONE
Domande
pervenute
Domande
ammesse
Contributi
concedibili
Domande
finanziate
Investimenti
Domande
finanziate
Contributi
concessi
13
7
20
32
17
92
24
17
34
12
18
12
29
17
80
23
15
33
516.367
555.937
7.789.877
881.103
730.502
2.713.096
587.997
703.822
1.173.114
5
7
11
9
6
9
8
5
5
469.849
486.896
578.009
701.929
856.806
1.711.120
490.107
780.883
772.193
167.468
240.045
260.084
300.116
214.119
603.331
235.161
277.060
247.606
239 15.651.816
65
6.847.793
2.544.990
256
Le domande complessivamente pervenute sono state 256 di cui 239 considerate ammissibili. Le risorse disponibili
hanno consentito di finanziare solamente 65 domande tra quelle collocate
nella graduatoria e di concedere contributi per 2 milioni e mezzo di Euro per
sostenere circa 7 milioni di investimenti. Una prima considerazione interessante, anche se a livello regionale, è
che le microimprese hanno presentato
progetti di investimento per una media
di oltre 105.000 euro.
Con le risorse disponibili nell’anno 2003
sarà possibile finanziare circa altre 40
domande presenti in graduatoria.
Misura 1.4 “Azione C sostegno
alle imprese sociali”
Il primo bando, relativamente alle risorse delle annualità 2001-2002, è stato
aperto il 10 giugno 2002 e si è chiuso
il 9 settembre successivo. Le domande
presentate complessivamente sono
state 36 e quelle valutate ammissibili
sono risultate 17, per un importo di
contributo inferiore alla disponibilità
delle risorse.
Considerato che il bando conteneva
anche l’indicazione per la scadenza per
la presentazione delle domande per
l’anno 2003 e cioè la fine di febbraio
2003, si è ritenuto opportuno prorogare i termini di presentazione al 30 apri-
SESTOEURORAPPORTO
le al fine di consentire al maggior
numero di soggetti di inoltrare eventuali domande.
Misura 1.6 “Sviluppo di progetti
di innovazione e ricerca”
Il primo bando, è stato aperto il 10
giugno 2002 e si è chiuso il 9 settembre successivo. Esso era relativo alle
risorse delle annualità 2001-2003, in
sintonia con quanto stabilito dal
Complemento e cioè che sarebbero
stati emanati almeno due bandi per
l’intero periodo di programmazione. Le
domande presentate sono state 9 e
quelle valutate ammissibili sono risultate 7 (4 dell’area obiettivo 2 e 3 dell’area a sostegno transitorio).
La situazione dell’utilizzo delle risorse
è molto diversificata tra i progetti afferenti l’area obiettivo 2 e quelli dell’a-
rea a sostegno transitorio.
Infatti, mentre i 4 progetti dell’obiettivo 2 non sono stati sufficienti ad utilizzare tutte le risorse disponibili per il
primo triennio, i tre progetti ammessi
dell’area in uscita superano abbondantemente le disponibilità finanziarie. Per
questi ultimi è stato possibile finanziare
solo 2 dei progetti ammessi.
Asse 2
L’Asse 2 “Programmazione negoziata
per lo sviluppo locale” costituisce l’elemento di forte caratterizzazione del
programma sia come allocazione di
risorse (oltre il 50%) che come modalità di attuazione. Punto di partenza per
Misura 1.4: azione C
Domande
pervenute
Domande
ammesse
Domande
finanziate
Spese
domande
finanziate
Contributo
concesso
Ferrara
Ravenna
Bologna
Parma
Forlì Cesena
Modena
Piacenza
Rimini
Reggio Emilia
12
10
5
2
1
2
1
0
3
6
7
3
1
0
0
0
0
0
6
7
3
1
0
0
0
0
0
295.504
671.564
68.816
19.288
0
0
0
0
0
177.303
272.461
41.290
11.573
0
0
0
0
0
Totale Regione
36
17
17
1.055.173
502.626
71
l’attuazione delle misure è stata l’approvazione, da parte delle Conferenze
provinciali di programma, dei Programmi di Sviluppo Locale (PSL) definiti a
scala provinciale, predisposti dai soggetti attuatori sulla base di criteri di
indirizzo stabiliti dall’Autorità responsabile. Successivamente e sulla base di
quanto definito nei PSL, le Provincie
hanno avviato la fase di concertazione
con gli attori locali finalizzata prioritariamente alla individuazione delle proposte progettuali da candidare alle singole Conferenze di Programma provinciali. Tali proposte progettuali, redatte
adottando un format predisposto
dall’Autorità di gestione, sono state
sottoposte ad una verifica di ammissibilità, di coerenza rispetto alle strategie
del PSL e di fattibilità. Al fine di consentire alle Provincie di avere una
dimensione finanziaria delle risorse
potenzialmente disponibili, sono stati
definiti – al livello regionale - criteri di
distribuzione preventiva delle risorse,
basati su elementi territoriali e demografici, attraverso i quali sono state
definite quote teoriche provinciali.
Nel periodo da maggio ad ottobre
2002 le Conferenze di Programma,
svolte al livello provinciale, hanno proceduto all’approvazione di un primo
pacchetto di progetti prioritari ammessi
a finanziamento nel primo triennio e a
progetti di riserva ai quali attingere nel
caso si rendessero disponibili risorse
finanziarie derivanti dalla mancata realizzazione di progetti prioritari o da
eventuali economie.
I progetti approvati consentono l’assorbimento di circa il 48% delle risorse
complessive attribuite all’Asse 2 per
l’intero periodo 2000-2006 e mediamente presentano una contribuzione
finanziaria da parte del beneficiario
Misura 1.6
Domande
presentate
Domande
ammesse
Domande
finanziate
Spese
domande
finanziate
Contributi
concessi
Ferrara
Piacenza
Ravenna
Modena
Reggio Emilia
3
1
2
1
2
2
1
1
1
2
2
1
1
1
1
1.043.651
156.000
251.680
335.568
501.800
521.826
78.000
125.840
104.005
250.900
Totale Regione
9
7
6
2.288.699
1.080.571
SESTOEURORAPPORTO
72
Asse 3
finale del 40%. Complessivamente
sono stati approvati 454 progetti prioritari, di cui 94 nell’area della pianura
orientale, 333 nell’appennino e 27
nell’area a sostegno transitorio. Gli
investimenti attivati ammontano ad
oltre 111 milioni di euro, di cui quasi
100 nell’area obiettivo 2.
Di seguito sono riportati, per ciascuna
misura, alcuni dati relativi ai progetti
selezionati in sede di Conferenze di
Programma, suddivisi per aree obiettivo
2 ed aree a sostegno transitorio
A conclusione del processo di selezione
dei progetti, si è provveduto alla sottoscrizione delle convenzioni tra le singole amministrazioni provinciali, in qualità
di soggetti attuatori, e la Regione Emilia-Romagna. Tali convenzioni definiscono le modalità di gestione delle Misure
dell’Asse 2 e regolano i rapporti procedurali e finanziari tra i due soggetti.
Sulla base di questi elementi normativi,
ciascuna amministrazione provinciale
sta procedendo alla predisposizione di
convenzioni da sottoscrivere con i singoli soggetti beneficiari dei progetti
approvati dalle Conferenze di
Programma, finalizzate a regolare i
rapporti tra i due soggetti nella realizzazione degli interventi.
Numero
progetti
Investimento
complessivo
Contributo
Misura 2.1
Rafforzamento competitivo dell’area orientale
Ferrara
Ravenna
TOTALE
75
19
94
31.708.278,70
9.033.759,35
40.742.038,05
21.481.842,11
4.494.476,72
25.976.318,83
Misura 2.2
Valorizzazione della risorsa montagna
Area Obiettivo 2
Reggio Emilia
Ravenna
Piacenza
Parma
Modena
Forlì-Cesena
Bologna
Rimini
TOTALE
64
12
33
44
63
39
63
15
333
6.299.021,04
3.378.017,63
6.663.783,74
12.036.577,65
9.493.147,45
9.098.394,09
9.483.846,18
2.583.052,74
59.035.840,52
3.722.708,74
1.772.625,24
4.733.363,45
8.040.730,81
5.059.435,32
6.131.895,76
4.878.324,47
1.303.921,41
35.643.005,20
2
1
1
2
3
9
645.571,12
440.000,00
619.748,00
178.177,63
259.450,00
2.142.946,75
258.228,45
86.232,00
309.874,00
124.724,34
144.928,00
923.986,79
Area sostegno transitorio
Reggio Emilia
Parma
Modena
Forlì-Cesena
Bologna
TOTALE
Misura 2.3
Qualificazione avanzata del sistema produttivo
dell’area a sostegno transitorio della pianura
Reggio Emilia
Modena
TOTALE
9
9
18
6.220.922,50
3.014.171,75
9.235.094,25
2.488.368,99
1.764.810,80
4.253.179,79
Nell’ambito Asse 3 “Assistenza tecnica”, si sono realizzate ed avviate le
diverse tipologie di attività previste.
Particolare attenzione è stata dedicata
all’attività di informazione e comunicazione connessa sia all’approvazione del
DocUP e del Complemento di programmazione, ma soprattutto alla fase di
emanazione dei bandi e di svolgimento
delle conferenze di programma provinciali.
Si è dato inoltre avvio alla predisposizione di un sistema informativo di
gestione e controllo del DocUP . Tale
sistema consentirà di raccogliere le
informazioni necessarie alle attività di
gestione, di monitoraggio, di certificazione e di controllo della spesa. E’
stato inoltre affidato l’incarico di valutatore indipendente nel dicembre scorso
alla società CLES S.r.l., individuata a
seguito di una procedura di appaltoconcorso.
È stata infine avviata l’attività di coordinamento e di supporto ai soggetti
attuatori. In questa ottica è stata definita una convenzione all’interno della
quale vengono indicate le attività da
realizzarsi da parte delle provincie nell’ambito della misura e le modalità di
erogazione delle risorse.
SESTOEURORAPPORTO
73
OBIETTIVO 3
L’obiettivo 3 è volto a favorire l’adeguamento e l’ammodernamento delle
politiche e dei sistemi di istruzione, formazione e occupazione. Il cofinanziamento comunitario è assicurato dal
Fondo Sociale Europeo.
Per raggiungere queste finalità, la
Commissione europea ha approvato6 il
“Quadro Comunitario di Sostegno
(QCS) per gli interventi strutturali
comunitari previsti dall’obiettivo n. 3 in
Italia” in cui sono definite strategie,
priorità e relativi obiettivi specifici nonché la partecipazione dei fondi strutturali e delle altre risorse finanziarie. Per
l’intero periodo il costo totale previsto
è di 8.720 milioni di euro, di cui
3.887 a carico del Fondo sociale europeo. Per l’attuazione del QCS sono pre-
visti sei assi prioritari, quattordici
Programmi Operativi Regionali
(POR) e un Programma Operativo
Nazionale (PON) “Azioni di sistema”.
Il cofinanziamento pubblico nazionale è
pari all’80% per i POR e al 100% per il
PON. I sei assi prioritari, al cui interno
sono stati individuati uno o più obiettivi
specifici, sono:
nell’intero arco della vita;
Asse A - Sviluppo e promozione di politiche attive del mercato del lavoro;
Asse F - Accompagnamento del QCS e
dei Programmi Operativi.
Asse B - Integrazione nel mercato del
lavoro delle persone più esposte al
rischio di esclusione sociale;
Asse C - Promozione e miglioramento
della formazione professionale, dell’istruzione e dell’orientamento, nell’ambito di una politica di apprendimento
Asse D - Promozione di una forza lavoro
competente, qualificata ed adattabile,
sostegno all’imprenditorialità, sviluppo
del potenziale umano nel settore della
ricerca e dello sviluppo tecnologico;
Asse E - Sostegno alle pari opportunità
per le donne sul mercato del lavoro;
Romagna Obiettivo 3 per un costo complessivo previsto, per l’intero periodo
2000-2006, di 1.246 milioni di euro,
di cui 556,6 – pari al 45% del costo
totale – a carico del Fondo sociale
europeo.
Il POR Emilia-Romagna Obiettivo 3 concretizza e traduce in azioni attuate sul
territorio, le indicazioni e le politiche
espresse nel QCS e nel Complemento
di Programmazione. I sei assi prioritari
previsti nel QCS, sono articolati in 15
Misure.
Il Programma Operativo
Emilia-Romagna
2000-2006
6
Nell’ambito del QCS, la Commissione
europea ha approvato7 il POR Emilia-
Decisione C1120 del 18 luglio 2000.
Con decisione (CE) n. 2066 del 21 settembre 2000.
7
POR Obiettivo 3 Regione Emilia Romagna
Piano finanziario 2000-2006 (in milioni di Euro)
Asse
A
B
C
D
E
F
Totale
di cui risorse ob. 2
cofinanziamento nazionale
Stato
Regione
costo
totale
totale
pubblico
FSE
totale
Quote
private
456,228
104,761
324,244
196,317
127,646
37,122
1.246,318
456,228
104,761
324,244
186,969
127,646
37,122
1.236,970
205,303
47,142
145,910
84,136
57,441
16,705
556,637
250,925
57,619
178,334
102,833
70,205
20,417
680,333
200,740
46,095
142,667
82,266
56,165
16,334
544,266
50,185
11,524
35,667
20,567
14,041
4,083
136,068
—
—
—
9,348
—
—
9,348
127,487
126,531
56,939
69,592
55,674
13,918
0,956
74
Autorità di gestione e Autorità di pagamento per il POR è la Direzione
Generale “Cultura Formazione e
Lavoro” che, per velocizzare i tempi
dei pagamenti ha attivato un “Sistema
esternalizzato di Tesoreria” per i pagamenti relativi alle attività approvate8
che prevede, tramite gli Istituti di credito che gestiscono le Tesorerie di Regione e Province, il ricorso al “pagamento
in conto sospeso” di una somma iniziale del 10% erogata ai soggetti gestori
a titolo di anticipo ad avvio significativo
delle attivita’ e sulla base delle spese
maturate; i successivi acconti sulla base
delle spese effettivamente sostenute
dagli stessi sono erogati fino alla concorrenza massima del 95% del finanziamento concesso.
Le “Direttive regionali stralcio per l’avvio della nuova programmazione 20002006”9, oltre a fissare regole minime
comuni all’insieme del sistema regionale per dare attuazione alle norme contenute nei regolamenti comunitari e nei
documenti programmatori regionali per
l’utilizzo del Fondo sociale europeo,
ripartiscono le risorse tra le Province e
fissano obiettivi annui di efficienza
della spesa che, se non raggiunti,
danno luogo ad una decurtazione di
risorse sulla successiva annualità e l’assegnazione delle suddette risorse agli
enti di programmazione (Province e
Regione) più efficienti. Per poter acce-
SESTOEURORAPPORTO
dere ai finanziamenti è necessario che
l’Ente e la propria sede operativa siano
accreditate: a dicembre 2002 erano
accreditate 236 sedi relative a 172
enti.
Una verifica allo stato di attuazione del
POR in occasione delle riunioni del
Comitato di Sorveglianza10 indica che i
risultati raggiunti mettono la Regione
già al riparo dai meccanismi di disimpegno automatico di risorse comunitarie
ed anzi potranno permettere di concorrere all’assegnazione di ulteriori risorse
FSE. Altro dato significativo evidenziato
è che l’80% di coloro che frequentano i
corsi di formazione cofinanziati dal
FSE, trova lavoro entro sei mesi dal termine del corso stesso e, tra questi, il
70% trova un’occupazione pertinente
alla formazione ricevuta.
La programmazione 2002
Nel corso del 2002 le attività approvate dalla Regione e dalle Amministrazioni provinciali sono state 2.926 per un
totale di quasi oltre 176 milioni di
euro.
Diversi i bandi usciti nel 2002: un
primo bando regionale, con una disponibilità finanziaria complessiva di
30.900.000 euro, ricomprendeva il
sostegno al lavoro atipico, l’alta forma-
zione, il reinserimento lavorativo dei
disoccupati, la lotta alla dispersione
scolastica, la conciliazione tra vita e
lavoro. In particolare, la parte più consistente delle risorse – 18 milioni di
euro – era destinata alla formazione
superiore, compresa l’alta formazione
nell’ambito dello spettacolo, la formazione permanente dei lavoratori, la prevenzione della dispersione scolastica e
il miglioramento del sistema regionale
della formazione professionale. Le
risorse destinate al sostegno della partecipazione femminile al mercato del
lavoro erano 5 milioni e 200 mila
euro, e particolare riguardo era posto al
sostegno alla carriera delle lavoratrici
dipendenti, alla conciliazione tra vita e
lavoro, al rafforzamento delle misure a
sostegno dell’imprenditorialità e del
lavoro autonomo.
Alle politiche attive per combattere e
prevenire la disoccupazione erano destinati 3 milioni e 500 mila euro: in particolare i progetti dovevano riguardare
attività per migliorare l’incontro tra
domanda e offerta di lavoro, con una
specifica attenzione al sostegno dei
lavori atipici e alla qualità del lavoro e
all’organizzazione dei nuovi centri per
l’impiego.
Alle attività rivolte alle persone a rischio di esclusione sociale, come immigrati e disabili, ex tossicodipendenti
erano riservati 2 milioni e 100 mila
euro. Altri 2 milioni e 100 mila euro
erano destinati a progetti sulla formazione continua dei lavoratori già occupati, con priorità alle piccole e medie
imprese, per aumentarne la competenza.
Altri bandi regionali, con una disponibilità complessiva di più di 5 milioni di
euro, prevedevano la presentazione di
progetti per i tirocini sud/nord, che
puntano a promuovere progetti formativi di aziende emiliano-romagnole rivolti
a giovani diplomati o laureati del sud.
Questi tirocini - resi possibili da un
Decreto del Ministero del Lavoro e dalla
convenzione tra Regione Emilia-Romagna, e le Regioni Basilicata, Calabria,
Campania, Molise, Puglia, Sardegna e
Sicilia, consentiranno a 813 ragazzi e
ragazze di entrare – a partire dal mese
di novembre 2002 – nelle aziende
della nostra regione per apprendere
8
Deliberazione della Giunta regionale n.
615 del 1° marzo 2000 e determinazione
del Direttore Generale alla Formazione
Professionale e Lavoro n. 8125 del 29
agosto 2000 “Modalita’ di liquidazione/erogazione dei contributi - Direttive
stralcio per l’avvio della nuova programmazione 2000/2006”.
9
Deliberazione della Giunta regionale n.
539 del 1° marzo 2000.
10
Tenutisi a Bologna l’11 gennaio 2002 e
il 27 giugno 2002.
SESTOEURORAPPORTO
75
nuove competenze e trasferirle, dopo i
sei mesi del tirocinio, al sud.
Nel 2002 sono stati finanziati anche
141 progetti relativi alla ristrutturazione e sviluppo degli Enti di formazione11 attraverso azioni di miglioramento
finanziario, strutturale, gestionale,
organizzativo e strumentale, per un
costo complessivo di 9,5 milioni di
euro.
Entrando più dettagliatamente nel merito dei progetti approvati dalla Regione
Emilia-Romagna, nella Misura A1 –
Organizzazione dei nuovi servizi per
l’impiego – sono state finanziate numerose attività a sostegno dei lavoratori atipici: dall’implementazione di linee
di servizio “pubbliche” finalizzate a
rafforzarne la presenza sul mercato del
lavoro (anche attraverso l’aggiorna-
mento e la gestione di un sito web a
loro dedicato), alla messa a sistema
dei prodotti, dei servizi e delle attività
realizzati nell’ambito delle sperimentazioni e delle iniziative sul lavoro atipico
e sulla mobilità geografica.
Si è inoltre provveduto alla realizzazione di servizi per il supporto al reinserimento di lavoratori temporaneamente
disoccupati e all’attuazione di linee di
intervento a favore di donne occupate
e disoccupate, finalizzate anche a
garantire la conciliazione tra vita e
lavoro.
Misura A2 – Inserimento e reinserimento nel mercato del lavoro di giovani e
adulti nella logica dell’approccio preventivo – sono state finanziate azioni
riguardanti in particolare l’ambito dell’apprendistato: oltre alla progettazione
e sperimentazione di un sistema informatizzato di rilevazione della presenza
dei partecipanti alle attività formative,
alla produzione di materiale per la formazione a distanza (FAD), e alla realizzazione di percorsi formativi della figura
del tutor, sono state sovvenzionate attività di sviluppo e di monitoraggio del
modello formativo apprendisti, di costituzione di un catalogo Unità Formative
Capitabilizzabili (UFC) sui contenuti professionalizzanti e di aggiornamento
della Guida metodologica.
Altri finanziamenti sono stati assegnati
per: la mobilità transnazionale nei percorsi formativi integrati con il sistema
Obiettivo 3 - POR Emilia Romagna 2000-2006
Attività approvate nel 2002 (in milioni di Euro)
Totale attività Province e Regione
Asse
A
B
C
D
E
F
Numero
attività
approvate
Costo
totale
Contributo
pubblico
820
21
723
968
203
1
56,819
12,539
58,420
33,286
15,605
0,144
2.926
176,812
Totale attività Regione
di cui FSE
Numero
attività
approvate
Costo
totale
Contributo
pubblico
di cui FSE
56,058
12,300
54,795
26,538
15,308
0,144
25,226
5,535
24,658
11,942
6,889
0,065
83
40
218
176
58
1
12,473
3,302
39,898
11,474
7,790
0,144
12,473
3,283
36,558
9,824
7n748
0,144
5,613
1,477
16,451
4,421
3,487
0;065
165,142
74,314
576
75,085
70,031
31,514
scolastico superiore, il sostegno allo sviluppo locale e l’outplacement e il reinserimento lavorativo dei disoccupati
non di lunga durata e dei lavoratori in
CIG straordinaria e ordinaria.
Misura A3 – Inserimento e reinserimento nel mercato del lavoro di uomini
e donne fuori dal mercato del lavoro da
più di sei o dodici mesi – tra le azioni
finanziate, finalizzate all’outplacement
e al reinserimento lavorativo dei disoccupati non di lunga durata e dei lavoratori in CIG straordinaria e ordinaria, una
in particolare ha riguardato i lavoratori
della Breda Menarini di Bologna.
Misura B1 – Inserimento lavorativo e
reinserimento di gruppi svantaggiati –
parte delle risorse sono state assegnate
ad interventi volti allo sviluppo del
sistema di servizi e di azioni di supporto all’inserimento lavorativo degli immigrati; è stata inoltre finanziata un’azione per il sostegno all’inserimento di
lavoratori extracomunitari nei ruoli
infermieristici nel territorio regionale.
Ulteriori stanziamenti sono stati erogati
a favore di percorsi di reinserimento
sociale per soggetti detenuti o che usufruiscono di misure alternative, percorsi
11
Totale
Il bando, per queste tipologie di azioni
scadeva a dicembre 2001.
76
SESTOEURORAPPORTO
di transizione al lavoro per le persone
transessuali e particolari categorie svantaggiate (handicap fisici medio-gravi e
gravi, tossicodipendenti in fase di recupero, ecc.) attraverso interventi integrati, di formazione e work experiences a
sostegno dell’offerta che opera su bacini di utenza di livello nazionale o
sovra-regionale.
Sono state infine approvate attività di
formazione di formatori e operatori per
l’inclusione sociale e di dirigenti e datori di lavoro in favore della lotta alla discriminazione nelle organizzazioni.
di formazione e operatori provinciali
sulla progettazione di interventi formativi volti alla valorizzazione della
differenza di genere e alle pari
opportunità.
• Formazione di formatori esperti nell’informatizzazione delle aziende
agricole.
• Adeguamento del software applicativo per la presentazione dei progetti
installato presso gli Enti di formazione accreditati per consentire la sperimentazione della firma digitale.
Misura C1 – Adeguamento del sistema
della Formazione Professionale e del
Sistema dell’Istruzione – sono state
finanziate, per quanto riguarda la formazione, le seguenti tipologie di intervento:
• Monitoraggio e valutazione delle
esperienze di FAD realizzate in
Emilia-Romagna; aggiornamento dei
materiali e adattamento dei titoli agli
standard internazionali di comunicazione e produzione.
• Azioni per lo sviluppo degli enti di
formazione accreditati: informatizzazione dei processi, miglioramento
dell’organizzazione e dei sistemi
amministrativi, ecc.
• Monitoraggio e valutazione delle
esperienze di accesso individuale alla
formazione al lavoro e sul lavoro.
• Formazione per progettisti degli enti
Per quanto riguarda invece il Sistema
dell’Istruzione sono state sovvenzionate azioni di:
• Sviluppo, manutenzione tecnica e
attività redazionale del sito regionale
Scuola ER.
• Realizzazione di servizi informativi
on-line sull’istruzione.
• Elaborazione di un intervento di
monitoraggio a supporto della specifica funzione messa in capo alla
Conferenza permanente per l’istruzione e la formazione all’art. 2
dell’Accordo interistituzionale.
• Analisi ed elaborazione di un sistema
di istruzione professionale regionale.
Misura C2 – Dispersione scolastica – è
stata approvata un’azione di prevenzione del fenomeno attraverso le figure
del tutor e del mentor.
Un altro interessante progetto ha
riguardato la sperimentazione di una
metodologia di intervento, rivolta ai
giovani ospedalizzati per recuperare il
percorso formativo e/o scolastico interrotto, da diffondere sul territorio regionale.
Misura C3 – Formazione superiore –
sono stati finanziati i percorsi formativi
per le figure professionali nazionali
(IFTS progetti formativi di Istruzione e
Formazione Tecnica Superiore) riferite
ai seguenti settori economici: agricoltura, edilizia, ICT, industria e artigianato,
trasporti, turismo. Sono stati inoltre
approvati progetti di attività formativa
nell’ambito dello spettacolo dal vivo ed
è stata finanziata un’azione di affidamento del servizio di erogazione e
gestione dei voucher per l’accesso individuale alle attività di alta formazione
previste nel catalogo regionale dell’offerta formativa.
Misura C4 – Formazione permanente
– tra i progetti approvati troviamo il
rafforzamento delle politiche di sicurezza attraverso azioni di sensibilizzazione, comunicazione e formazione nei
seguenti ambiti: sicurezza stradale,
sicurezza nei luoghi di lavoro, sicurezza
dai rischi idraulico, idrogeologico, sismico e di erosione costiera, sicurezza fitosanitaria.
Altre azioni rilevanti hanno riguardato:
l’educazione alimentare attraverso attività di formazione di insegnanti e formatori nel suddetto settore; attività di
formazione integrata per operatori
della scuola, della f.p. dell’associazionismo, degli Enti locali in merito alla progettazione e realizzazione di percorsi
di formazione permanente.
Oltre ad un’azione di sistema a favore
dei Centri Territoriali permanenti per l’istruzione e la formazione in età adulta,
è stata finanziata anche la formazione
di figure professionali (animatori estivi
e animatori socio-educativi in oratorio)
di contrasto ai fenomeni di devianza
giovanile anche tramite la valorizzazione del tempo libero.
Misura D1 – Sviluppo della formazione
continua, della flessibilità del mercato
del lavoro e della competitività delle
imprese, con priorità alle PMI –, con
l’obiettivo di salvaguardare la posizione
lavorativa ed aumentare il tasso di attività dei lavoratori adulti all’interno dell’impresa, è stato approvato il progetto
di aggiornamento e manutenzione
delle competenze dei lavoratori di età
superiore a 45 anni. Altri finanziamenti
sono stati assegnati per la realizzazione di un percorso di affiancamento e di
formazione volto al trasferimento delle
competenze e del sapere dai lavoratori
esperti ai neo-assunti.
Ulteriori risorse sono state impegnate
in interventi formativi e di sistema per
l’innovazione e lo sviluppo delle imprese, rivolti in particolare alle categorie di
SESTOEURORAPPORTO
77
utenza non ammissibili al finanziamento della Legge 236/93.
Misura D2 – Adeguamento delle competenze della Pubblica Amministrazione
– gli interventi approvati hanno riguardato l’Innovazione nella pubblica Amministrazione regionale e locale e sono
stati finalizzati al miglioramento dei
rapporti col cittadino, del management,
della comunicazione e delle tecnologie,
al miglioramento del clima organizzativo e allo sviluppo delle condizioni di
contesto che favoriscono il cambiamento. Tutto ciò anche in rapporto al nuovo
ruolo delle Regioni e delle Autonomie
locali.
Misura E1 – Promozione della partecipazione femminile al mercato del lavoro – sono stati finanziati numerosi e
innovativi progetti:
• Azione di sostegno alla carriera delle
lavoratrici dipendenti e diffusione di
un approccio di genere nella gestione
del personale.
• Percorsi integrati di inserimento lavorativo per donne adulte, donne uscite
da comunità di accoglienza, ecc.; progetti integrati (formazione, inserimento lavorativo, e aiuti alla persona) per
donne adulte e/o anche immigrate e
di minoranze etniche nell’ambito del
lavoro dipendente e atipico.
• Work experiences di orientamento e
di inserimento lavorativo.
• Promozione e rafforzamento dell’imprenditoria femminile e del lavoro
autonomo.
• Costruzione di un sistema di valutazione d’impatto delle politiche istituzionali nell’ottica delle pari opportunità e analisi di genere delle banche
dati e delle fonti statistiche.
• Analisi dei differenziali retributivi tra
donne e uomini nell’industria e nel
terziario al fine di individuare le
situazioni di criticità e di proporre
ambiti di intervento.
• Azione di sostegno alla conciliazione
tra vita professionale e vita familiare
con riferimento anche all’applicazione della Legge 53/00 sui congedi
parentali e formativi.
• Realizzazione di una animazione di
pari opportunità e supporto alle azioni positive nell’Ente Regione finalizzata allo sviluppo di strategie di
mainstreaming.
• Azione di sostegno alla presenza
femminile in cicli di studi di alta specializzazione nel campo di intervento
dell’Organizzazione delle Nazioni
Unite.
• Azione di supporto allo sviluppo dell’offerta nel campo dei servizi di cura
attraverso interventi di sostegno e
qualificazione del lavoro di cura
domiciliare.
Per quanto riguarda l’attuazione di
parte delle misure B1 – Inserimento
lavorativo e reinserimento di gruppi
svantaggiati – e C3 – Formazione superiore – si è proceduto, dopo un ban-
do di gara per candidature, ad affidare
la gestione di Sovvenzioni Globali rispettivamente al Consorzio NoiCon e al
Consorzio interuniversitario Symposium.
In particolare il Consorzio NoiCon12 ha
a disposizione 2,5 milioni di euro per
finanziare progetti aventi l’obiettivo di
creare condizioni per favorire l’inserimento nel mondo del lavoro delle persone svantaggiate attraverso tre possibili azioni: miglioramento di servizi
innovativi e integrati da parte di soggetti non profit, creazione d’impresa e
autoimpiego, misure di accompagnamento che favoriscano l’utilizzo dei servizi da parte dei soggetti svantaggiati.
Nel dicembre 2002 sono stati approvati 42 progetti su 69 presentati.
Il Consorzio interuniversitario Symposium13, invece, ha a disposizione 10
milioni di euro per gli anni accademici
2001/2002 e 2002/2003. Nel settembre 2002 sono stati approvati 78
progetti sui 100 pervenuti, di cui 66
master di primo e secondo livello e 12
corsi integrati ai master, per un costo
di circa 8 milioni di euro.
Il 2002, inoltre, ha visto il secondo
anno di gestione della Sovvenzione
Globale affidata al Consorzio SPINNER
(Servizi per la Promozione dell’INNovazione e della Ricerca)14 e
relativa alle misure D3 – Sviluppo e
consolidamento dell’imprenditorialità
con priorità ai nuovi bacini d’impiego e
D4 – Miglioramento delle risorse
umane nel settore della ricerca e sviluppo tecnologico. Attraverso i sette
Spinner Point, localizzati presso le sedi
universitarie emiliano-romagnole e presso gli Enti di Ricerca del CNR e
dell’ENEA, il Consorzio nel 2002 ha
fornito assistenza orientamento a 447
persone per la redazione dei Piani di
Intervento Personalizzato (PIP) per la
creazione d’impresa, sono stati avviati
248 PIP, di cui 79 conclusi al 31
dicembre 2002 e sono stati attivati
12
Il consorzio NoiCon è costituito dalla
Fondazione Alma Mater dell’Università di
Bologna, dalla Fondazione Carisbo di
Bologna, dalla Fondazione Cesar e dalla
Cooperativa Oltremare.
www.noicon.it
13
Il consorzio Symposium è costituito dalle
Università di Bologna, Ferrara, ModenaReggio Emilia, Parma e dalla Fondazione
Alma Mater.
www.consorzio.symposium.it
14
Il consorzio SPINNER è costituito da
Aster (Agenzia per lo Sviluppo Tecnologico
dell’Emilia-Romagna), Fondazione Alma
Mater (Fondazione dell’Università degli
Studi di Bologna) e Sviluppo Italia (Agenzia
governativa nazionale per lo sviluppo economico ed imprenditoriale)
www.spinner.it
78
190 piani di trasferimento tecnologico
in collaborazione con università-centri
di ricerca ed enti-imprese (in particolare
PMI). Inoltre sono stati erogati 107
premi di laurea.
Per le iniziative di emersione e regolarizzazione delle forze lavoro e contestualmente favorire lo start-up di attività di lavoro autonomo, è stato attivato,
con un protocollo di intesa con il
Comune di Carpi, lo Spinner Point
Emersione per sviluppare strumenti
conoscitivi e di intervento sul territorio.
Le attività sono destinate in particolare
ai titolari di impresa e addetti di nazionalità cinese operanti nel comparto
della confezione di capi di abbigliamento e alle addette nel comparto dei servizi di cura e assistenza alla persona.
Per l’azione di supporto al ricambio
generazionale, la sperimentazione è
stata compiuta su base provinciale per i
percorsi formativi per consulenti ed
orientatori e su base regionale per la
formazione formatori.
Nel corso del 2002 le amministrazioni
provinciali hanno erogato aiuti all’occupazione, previsti dagli articoli 8 e 9
della L.R. 25 novembre 1996 n.45
“Misure di politica regionale del lavoro”, a favore delle fasce deboli, dei disoccupati di lunga durata e dei lavoratori iscritti alle liste di mobilità, per com-
SESTOEURORAPPORTO
plessivi 1.237.524,53 euro. Il suddetto regime di aiuti, già notificato nel
precedente periodo di programmazione
1997/99, è stato nuovamente autorizzato dalla Commissione per tutta la
durata del Programma Operativo Ob.3 FSE - periodo 2000/200615.
Per quanto riguarda i progetti di elevata valenza innovativa a carattere interregionale e orientati a sostenere e promuovere la sperimentazione e la diffusione di processi di razionalizzazione,
riconversione e modernizzazione, a cui
è riservato almeno il 3% dei fondi disponibili dei POR delle Regioni centro
nord, sono otto i protocolli d’intesa sottoscritti dalla nostra regione per la realizzazione di azioni interregionali e precisamente: progetto “Sistema informativo della formazione professionale”
con le Regioni Lazio, Toscana e Provincia Autonoma di Bolzano, tre progetti con la Regione Lombardia relativi a
“Organizzazione dei nuovi servizi per
l’impiego”, “Alta formazione in ambito
artistico nell’area dello spettacolo” e
“Trasferibilità delle informazioni, interoperabilità e l’integrazione dei sistemi,
la mobilità geografica e l’integrazione
dei lavoratori migranti”, con la Provincia Autonoma di Trento “Attivazione di
un progetto di cooperazione in materia
di informatizzazione dei processi di
gestione delle azioni a cofinanziamento
del Fondo Sociale Europeo” e, insieme
alla Provincia Autonoma di Bolzano
“Cooperazione in materia di informatizzazione dei processi di gestione delle
azioni a cofinanziamento del Fondo
Sociale Europeo”. Infine “Azioni di
accompagnamento e supporto alla
mobilità geografica sud/nord” sottoscritto unitamente alle Regioni
Basilicata, Calabria, Campania, Friuli
Venezia-Giulia, Lombardia, Piemonte,
Puglia, Sardegna, Sicilia, Toscana,
Umbria, Veneto e Provincia Autonoma
di Bolzano.
Lo stato di attuazione
del programma operativo
regionale16
Al 31 dicembre 2002 il POR EmiliaRomagna presenta un livello complessivo di impegni pari al 47,8% delle risorse totali programmate e del 111,3%
rispetto al piano finanziario relativo al
2000-2002. Ad integrazione delle
risorse del piano finanziario del POR
sono inoltre state impegnate risorse
regionali pari a 18 milioni di euro, in
particolare sulle misure B1, D1 ed E1.
Analizzando la diversa composizione
dei dati di impegno, emerge che il livello di attuazione non è uniforme tra i
diversi Assi e Misure che compongono
il programma, sebbene tutti siano
entrati in una fase a regime. In partico-
lare, gli Assi D ed E si collocano su
valori molto superiori alla media, intorno al 120-122% della programmazione
2000-2002, mentre l’asse A è quello
con l’ammontare maggiore di risorse
impegnate (quasi 201 milioni di euro).
Una rilevante capacità di impegno
(112,2%, superiore alla media del programma) si registra inoltre per l’Asse
B, confermando l’attenzione e la capacità di intervento del sistema regionale
a favore delle categorie svantaggiate.
A livello di misure ne vanno segnalate
molte con impegni superiori agli stanziamenti del periodo 2000-2002, in
particolare la C4 (153%) e la D1
(136,1%).
È rilevante poi sottolineare, che rispetto
a quanto rilevato nel Rapporto di esecuzione 2001, gli impegni totali
aumentano di circa 200 milioni di
euro, e nel corso del 2002 l’aumento
si è concentrato per circa il 35%
nell’Asse A, ed in particolare nella
misura A2, i cui impegni sono aumentati di circa 50 milioni di euro. La misu-
15
L’esito positivo dell’esame comunitario
sulla L.R.n.45/96 è stato pubblicato sul
Bollettino Ufficiale della Regione EmiliaRomagna n.151 del 27 ottobre 2000.
16
Fonte: dati elaborati nell’ambito dell’assistenza tecnica per l’attuazione del POR
Emilia-Romagna (Maurizio De Fulgentis,
Stefania Palmieri – società T&D).
SESTOEURORAPPORTO
ra C1 poi, più che raddoppia gli impegni, passando da 20 a 45 milioni di
euro.
In termini assoluti, nel 2002 le spese
sono passate da 139 a 318 milioni di
euro, comprensive di 4,1 milioni di
euro di risorse regionali.
Rispetto al 2000-2002 si registra poi
un significativo grado di uniformità tra
gli assi del programma, le cui spese
oscillano tra il 55% e il 66% degli stanziamenti. In termini di misure si registra un andamento differenziato che
consente di evidenziare quanto segue:
– Le misure A2, B1, C4, D1, E1 ed F2
presentano un livello di spesa superiore alla media del POR, con una
percentuale particolarmente elevata
per la misura D1 (76%);
– I livelli di spesa più bassi si registrano per alcune misure dove sono previste azioni di sistema (A1 e C1). In
particolare, nel caso della misura C1,
va ricordata l’accelerazione degli
impegni registrata nel 2002, che
non si è ancora trasformata in una
analoga progressione delle spese,
sebbene queste siano triplicate
rispetto al livello rilevato al 31
dicembre 2001 (passando da 5,5 a
17,9 milioni di euro).
A dicembre 2002 gli impegni assunti
sulle misure A1 e A2 sono pari al
90,1% di quelli totali dell’Asse A ed i
pagamenti l’88,2%, confermando così
la capacità regionale di rispondenza ad
un adempimento fissato in sede di
POR, relativo all’obbligo di destinare
all’approccio preventivo (misure A1 e
A2) almeno l’84,505% delle risorse
stanziate nell’Asse A.
79
Relativamente poi, all’obiettivo di non
incorrere nel disimpegno automatico
delle risorse comunitarie – previsto dal
Tabella 1
Impegni, trasferimenti e spese al 31 dicembre 2002
Assi e misure
Programmazione
2000-2006
Programmazione
2000-2002
Impegni
Totale
trasferimenti
(A)
(B)
(C)
(D)
Totale
pagamenti
Benef. Finale
(E)
ASSE A
3.A.1.
3.A.2.
3.A.3.
456.228.391
72.814.051
312.721.751
70.692.589
191.115.311
41.833.009
119.668.985
29.613.317
201.152.828,47
32.451.919,42
148.733.017,85
19.967.891,20
122.346.569,65
16.653.551,76
91.683.686,81
14.009.331,07
108.724.692,42
15.863.209,95
80.075.063,30
12.786.419,17
ASSE B
104.761.862
44.997.711
50.487.835,23
31.112.148,07
27.973.160,84
ASSE C
3.C.1.
3.C.2.
3.C.3.
3.C.4.
324.243.620
80.217.871
37.968.928
184.364.923
21.691.898
144.115.984
35.654.294
16.875.982
81.944.349
9.641.359
159.278.612,69
44.795.250,53
16.834.633,16
82.897.614,57
14.751.114,43
89.737.070,07
20.658.167,08
10.480.249,66
51.796.899,60
6.801.753,74
79.720.766,99
17.905.579,91
9.241.197,76
46.637.852,09
5.936.137,23
ASSE D
3.D.1
3.D.2.
3.D.3.
3.D.4.
196.317.616
127.999.086
18.974.098
37.958.011
11.386.421
84.323.084
54.978.651
8.149.826
16.303.869
4.890.738
102.783.485,63
74.832.106,55
8.729.883,21
14.573.383,77
4.648.112,10
61.584.097,43
45.496.754,21
5.178.981,45
7.674.553,00
3.233.809,07
55.637.629,91
41.811.203,03
4.668.602,65
6.338.826,37
2.768.997,86
ASSE E
127.646.222
54.827.087
65.808.057,82
40.295.120,26
36.215.053,53
ASSE F
3.F.1.
3.F.2.
37.121.607
24.591.931
12.529.676
15.944.611
10.562.818
5.381.791
16.490.892,73
9.237.966,81
7.252.925,92
10.246.358,43
6.755.850,55
3.490.507,88
9.455.389,24
6.004.237,95
3.451.151,28
1.246.319.318
535.323.788
596.001.712,57
355.321.364,21
317.726.692,93
TOTALE OB. 3
SESTOEURORAPPORTO
80
Descrizione dello stato
di avanzamento
Regolamento 1260/99, già le spese
registrate al 31 dicembre 2002 (318
milioni di euro) sono superiori alla
spesa da certificare alla fine del 2003,
pari a circa 265 milioni di euro (corrispondenti alle prime due annualità del
POR al netto dell’acconto del 7%).
Tabella 2
Stato di attuazione finanziaria al 31 dicembre 2002
Assi e misure
su programmazione
2000-2006
su programmazione 2000-2002
(C/A)
(E/A)
(C/B)
(D/B)
(E/B)
(E/C)
ASSE A
3.A.1.
3.A.2.
3.A.3.
44.1%
44,6%
47,6%
28,2%
23,8%
21,8%
25,6%
18,1%
105,3%
77,6%
124,3%
67,4%
64,0%
39,8%
76,6%
47,3%
56,9%
37,9%
66,9%
43,2%
54,1%
48,9%
53,8%
64,0%
ASSE B
48,2%
26,7%
112,2%
69,1%
62,2%
55,4%
ASSE C
3.C.1.
3.C.2.
3.C.3.
3.C.4.
49,1%
55,8%
44,3%
45.0%
68.0%
24,6%
22,3%
24,3%
25,3%
27,4%
110,5%
125,6%
99,8%
101,2%
153,0%
62,3%
57,9%
62,1%
63,2%
70,5%
55,3%
50,2%
54,8%
56,9%
61,9%
50,1%
40,0%
54,9%
56,3%
40,2%
ASSE D
3.D.1
3.D.2.
3.D.3.
3.D.4.
52.4%
58.4%
46.0%
38.4%
40.8%
28,3%
32,7%
24,6%
16,8%
24,3%
121,9%
136,1%
107,1%
89,4%
95,0%
73,0%
82,8%
63,5%
47,1%
66,1%
66,0%
76,0%
57,3%
39,2%
56,6%
54,1%
55,9%
53,5%
43,8%
59,6%
ASSE E
51.6%
28,4%
120,0%
73,5%
66,1%
55,0%
ASSE F
3.F.1.
3.F.2.
44.4%
37,6%
57,9%
25,5%
24,4%
27,5%
103,4%
87,5%
134,8%
64,3%
64,0%
64,9%
59,3%
56,8%
64,1%
57,3%
65,0%
47,6%
TOTALE OB. 3
47,8%
25,5%
111,3%
66,4%
59,4%
53,3%
I principali dati fisici e finanziari di
attuazione del POR a dicembre 2002
mostrano come il numero di attività
presentate (nell’ambito di progetti
semplici e complessi), a valere sui
bandi regionali e provinciali, sia risultato pari a 19.086, per un costo totale
che si è attestato a circa 1,4 miliardi di
euro. Rispetto ai dati rilevati al 31
dicembre 2001 i progetti presentati
sono aumentati di circa il 50% e il loro
costo totale del 33%.
A fronte di tali ammontari, la Regione
e le Province hanno approvato attività
per un numero complessivo pari a
9.930 (+53% rispetto al dato al 31
dicembre 2001), a cui corrisponde un
costo totale pari a 659 milioni di euro
(rispetto ai 431 milioni di euro al 31
dicembre 2001).
In entrambi i casi (numero di attività e
risorse finanziarie), i valori dei progetti
approvati risultano circa pari alla metà
delle candidature provenienti dal sistema dell’offerta regionale, confermando, sia una forte incidenza delle attività di selezione e valutazione delle candidature progettuali, sia l’esistenza di
una significativa capacità progettuale di
rispondere alle innovazioni intervenute
nella nuova programmazione FSE.
Entrando nello specifico, il grado di
selettività nell’approvazione dei proget-
SESTOEURORAPPORTO
ti (escludendo l’Asse F), si presenta
particolarmente elevato nell’Asse E,
dove i progetti e i costi approvati sono
rispettivamente pari al 41% e al 35%
di quelli presentati. A livello di misura
(a parte la E1) va rilevata la selettività
elevata – in termini di progetti approvati rispetto ai presentati – riguardante
81
le misure C3 (35%) e la D1 (45%).
L’analisi per Asse evidenzia come i
progetti presentati sull’Asse D costitui-
scano il 39% (7.375 unità) del numero totale delle azioni, a cui corrisponde un peso, in termini di risorse finan-
Tabella 3
Stato di avanzamento procedurale al 31 dicembre 2002
Progetti presentati
Progetti approvati
Programmazione
2000-2002
(importi in Euro)
nr.
attività
Costo
totale
(importi in Euro)
nr.
attività
Costo
totale
(importi in Euro)
di cui
risorse pubbliche
(importi in Euro)
ASSE A
3.A.1.
3.A.2.
3.A.3.
191.115.311,00
41.833.009,00
119.668.985,00
29.613.317,00
4.056
738
2.745
573
348.936.261,01
57.851.758,41
251.030.154,45
40.054.348,16
2.814
552
1.875
387
222.024.621,71
33.160.282,60
166.838.914,30
22.025.424,81
218.332.543,73
33.146.090,89
165.580.531,80
21.605.921,04
ASSE B
44.997.711,00
1.312
111.017.579,85
763
55.536.692,83
52.503.752,77
ASSE C
3.C.1.
3.C.2.
3.C.3.
3.C.4.
144.115.984,00
35.654.294,00
16.875.982,00
81.944.349,00
9.641.359,00
4.301
645
859
1.920
877
425.193.642,22
109.328.531,11
30.012.643,66
242.617.435,24
42.235.032,21
2.128
361
657
666
444
169.672.245,03
44.851.292,91
17.693.295,15
91.617.142,56
15.510.514,41
162.909.035,95
44.740.645,08
17.307.600,64
85.719.987,50
15.140.892,73
ASSE D
3.D.1
3.D.2.
3.D.3.
3.D.4.
84.323.084,00
54.978.651,00
8.149.826,00
16.303.869,00
4.890.738,00
7.375
6.356
737
279
3
317.371.385,36
250.122.616,07
36.567.355,46
25.891.563,75
4.789.850,08
3.384
2.832
389
161
2
128.475.373,03
97.325.957,24
11.060.806,85
15.440.496,84
4.648.112,10
105.875.325,75
77.102.916,41
9.108.234,60
15.016.062,64
4.648.112,10
ASSE E
54.827.087,00
1.989
198.375.737,65
822
68.496.791,67
67.152.105,34
ASSE F
3.F.1.
3.F.2.
15.944.611,00
10.562.818,00
5.381.793,00
53
9
44
19.626.587,32
9.209.561,69
10.417.025,63
19
9
10
16.462.487,61
9.209.561,69
7.252.925,92
16.462.487,61
9.209.561,69
7.252.925,92
TOTALE OB. 3
535.323.788,00
19.086
1.420.521.193,41
9.930
658.668.211,88
623.235.251,15
82
ziarie, pari al 22%. All’interno
dell’Asse D poi, il peso più significativo è rivestito dalla misura D1, con
6.356 progetti presentati.
Dopo l’Asse D, gli Assi C e A sono
quelli che presentano il numero di
SESTOEURORAPPORTO
azioni (ed il relativo costo totale) più
elevato, rispettivamente con 4.301
azioni il primo (per un costo totale
pari a 425 milioni di euro), dovuto
soprattutto al peso della misura C3, e
4.056 azioni il secondo (per un costo
totale pari a 348 milioni di euro), da
ricondurre all’elevata numerosità progettuale registrata per la misura A2.
Risultano comunque significativi,
anche in rapporto alle risorse disponibili, i risultati raggiunti dagli Assi E
(1.989 azioni per un costo totale pari
a 198 milioni di euro) e B (1.312
azioni per un costo totale pari a 111
milioni di euro).
In base ai dati disponibili, è inoltre
possibile effettuare un aggiornamento
del confronto tra gli allievi previsti nei
progetti approvati e le stime effettua-
Tabella 4
Destinatari approvati, ad avvio attività, al termine (al 31 dicembre 2002)
Destinatari
finanziabili
2000-2006
Destinatari
finanziabili
2000-2002
Destinatari
approvati
ASSE A
Misura A1
Misura A2
Misura A3
134.929
4.729
107.035
23.165
57.827
2.027
45.872
9.928
ASSE B
Misura B1
43.963
ASSE C
Misura C1
Misura C2
Misura C3
Misura C4
Assi e misure
Destinatari ad avvio attività
Destinatari al termine
M
F
Totale
M
F
Totale
96.353
745
90.904
4.714
39.924
97
37.929
1.898
41.058
198
38.205
2.655
80.982
295
76.134
4.553
23.944
20
22.480
1.444
26.092
64
23.952
2.076
50.036
84
46.432
3.520
18.841
12.217
6.534
5.083
11.617
4.573
3.487
8.060
86.471
4.668
48.357
27.284
6.142
37.059
2.009
20.724
11.693
2.632
116.257
2.305
72.453
10.282
31.217
50.377
942
33.862
5.761
9.812
48.220
718
30.308
5.575
11.619
98.597
1.660
64.170
11.336
21.431
35.555
859
23.949
3.961
6.786
35.801
592
22.045
4.053
9.111
71.356
1.451
45.994
8.014
15.897
ASSE D
Misura D1
Misura D2
Misura D3
Misura D4
41.384
28.830
5.118
5.919
1.517
17.736
12.356
2.193
2.537
650
121.490
102.921
15.900
2.669
58.850
51.418
5.998
1.434
41.892
32.656
7.824
1.412
100.742
84.074
13.822
2.846
45.690
39.616
4.813
1.261
31.669
24.487
5.965
1.217
77.359
64.103
10.778
2.478
ASSE E
Misura E1
39.822
39.822
17.067
17.067
12.408
12.408
229
229
12.315
12.315
12.544
12.544
170
170
8.464
8.464
8.634
8.634
TOTALE OB. 3
346.659
148.530
358.725
155.914
148.568
304.482
109.932
105.513
215.445
SESTOEURORAPPORTO
te in sede di valutazione ex ante del
Complemento di programmazione relative ai destinatari attesi. Tale indice
fornisce una prima indicazione in merito alla capacità di attivare i risultati
attesi dalla realizzazione del programma. Si riesce cioè a valutare l’effettiva partecipazione e soddisfazione
(mediante il monitoraggio delle presenze degli allievi fino a fine corso)
dei partecipanti alle iniziative approvate e finanziate.
In base ai dati raccolti, a dicembre
2002 il numero di destinatari approvati è risultato pari a 358.725
(rispetto ai 237.623 al
31.12.2001), dunque già superiori a
quelli complessivamente previsti per
l’intero periodo di programmazione
2000-2006 (pari a 346.569).
La buona performance del POR è rafforzata inoltre dalla quota di destinatari approvati risultati iscritti agli interventi finanziati (destinatari ad avvio
attività) a dicembre 2002
(304.482), che raggiungono circa
l’85% di quanto approvato. I destinatari rilevati al termine delle attività
sono a loro volta pari a 215.445, pari
al 62% di quanto previsto per l’intero
periodo 2000-2006 e al 60% dell’approvato.
È desumibile poi, anche la quota delle
donne sui destinatari totali, intorno al
49% sia in fase di avvio attività che al
termine, confermando le quote prece-
83
dentemente rilevate. La componente
femminile dei destinatari assume un
rilievo particolare nelle misure dell’asse A, nella C4 e nella D2.
Obiettivo 3 - POR Emilia Romagna 2000-2006
situazione al 31 dicembre 2001 (in milioni di Euro)
Asse
A
B
C
D
E
F
Totale
Assegnazioni
2000-2006
Assegnazioni
2000-2002
A
B
456,228
104,762
324,244
196,318
127,646
37,122
192,148
43,965
144,116
84,323
54,827
15,945
1.246,320
535,324
Totale
approvato
2000-2002
Contributo
approvato
2000-2002
C
Pagamenti
effettuati
222,025
53,537
169,672
128,475
68,497
16,462
218,333
52,504
162,909
105,875
67,152
16,462
658,668
623,235
450
400
350
300
250
200
150
100
50
0
Asse B
Asse C
Asse D
Asse E
C/A
C/B
D/C
106,987
27,631
78,743
55,092
35,815
9,393
42,1
42,0
44,4
43,0
43,0
43,0
47,9
50,1
50,2
53,9
52,6
44,3
113,6
119,4
113,0
125,6
122,5
103,2
490
526
483
520
533
571
313,661
43,0
50,0
116,4
503
D
250
Asse A
B/A
Asse F
䡵 Assegnazioni 2000-2006 䡵 Assegnazioni 2000-2002 䡵 Totale approvato 2000-2002
SESTOEURORAPPORTO
84
commercializzazione
IL PROGRAMMA
PESCA
Con il Regolamento (CE) 1260/1999
del 21 giugno 1999, lo SFOP (Strumento Finanziario di Orientamento per
la Pesca) entra a far parte a tutti gli
effetti della politica strutturale dell’Unione europea ed il successivo Regolamento (CE) 2792/1999 del 17
dicembre 1999 che definisce modalità
e condizioni delle azioni strutturali nel
settore della pesca, prevede che per le
Regioni al di fuori dell’obiettivo 1, le
azioni intraprese con il contributo finanziario dello SFOP sono oggetto di un
documento unico di programmazione in
ogni Stato membro interessato, ferme
restando le specificità regionali. Il
Docup dello Stato Italia, approvato con
decisione C 2001/45 del 23 gennaio
2001, è un programma multiregionale
redatto in accordo fra il Ministero delle
Politiche Agricole e Forestali e le Regioni fuori obiettivo 1 e definisce, oltre
alle competenze rimaste al Ministero e
quelle delegate alle amministrazioni
regionali, il peso di ogni singolo Asse e
Misura.
Il Docup Italia prevede, per il periodo
2000-2006, interventi per complessivi
221,6 milioni di euro di cui 99,6 milioni di euro di contributo comunitario, per
ristrutturare e modernizzare il settore
pesca e renderlo più competitivo sul
mercato internazionale e promuovere
lo sviluppo delle zone costiere o interne che dipendono prevalentemente
dalle risorse ittiche. Sono previsti cinque diversi assi suddivisi in misure per
le quali sono stati definiti obiettivi e
priorità.
L’attuazione
in Emilia-Romagna
Il Complemento di programmazione
Emilia-Romagna relativo alle misure del
Docup delegate alla competenza regionale è stato approvato contestualmente
ai bandi di gara17 nel luglio 2001. Il
programma, predisposto dopo una fase
di consultazione con le categorie professionali e con gli enti locali, prevede
il sostegno a iniziative per la promozione della protezione delle risorse acquatiche e lo sviluppo dell’acquacoltura
nelle acque interne, costiere e marine,
il miglioramento delle attrezzature dei
porti di pesca, la qualificazione delle
attività della piccola pesca costiera, la
promozione, commercializzazione e
trasformazione dei prodotti ittici, con
particolare riguardo alla qualità del prodotto. Sono inoltre previste iniziative
per aprire il settore ad ogni opportunità
collegata allo sfruttamento sostenibile
delle risorse ittiche.
Le Misure delegate alla competenza
regionale sono:
佡 asse n. 3
protezione e sviluppo delle risorse
acquatiche, acquacoltura attrezzature
dei porti di pesca, trasformazione e
DocUP Pesca Regione Emilia-Romagna
Piano finanziario 2000-2006 (in migliaia di euro)
Asse
costo
totale
totale
pubblico
SFOP
cofinanziamento nazionale
totale
Stato Regione
quote
private
1
2
3
4
5
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
18.612,86 9.844,16 3.805,01 6.039,15 4.227,41 1.811,74 8.768,70
2.342,52 2.342,52 1.171,25 1.171,27 819,88 351,39
—
261,48 261,48 130,74 130,74
91,52
39,22
—
Totale
21.216,87 12.448,16 5.107,00 7.341,16 5.138,81 2.202,35 8.768,70
misura 3.1- Protezione e sviluppo delle
risorse acquatiche
misura 3.2 - Acquacoltura
misura 3.3 - Attrezzatura dei porti di
pesca
misura 3.4 - Trasformazione e commercializzazione
misura 3.5 - Pesca nelle acque interne
佡 asse n. 4
altre misure
misura 4.1 - Piccola pesca costiera
misura 4.3 - Promozione
misura 4.4 - Azioni realizzate dagli
operatori del settore
misura 4.6 - Misure innovanti
佡 asse n. 5
assistenza tecnica
misura 5.1 - Assistenza tecnica
Nel corso del 2002 si sono concluse le
operazioni di individuazione e selezione ed approvazione dei progetti di
investimenti pubblici a favore di aziende, consorzi e attività del settore ittico
da parte della Regione in attuazione
del complemento della programmazione SFOP 2000-2006.
17
Con delibera della Giunta Regionale del
31 luglio 2002 n. 1675.
SESTOEURORAPPORTO
Nella fase di candidatura attivata nell’estate 2001 e conclusa nel gennaio
2002, sono stati presentati 83 progetti
da parte di aziende, consorzi ed enti di
produzione e gestione dei servizi connessi alla pesca; 57 progetti sono stati
ammessi al contributo comunitario.
Il sostegno pubblico pari a circa 10,1
milioni di euro sarà erogato su sei misure afferenti al programma pluriennale
per la parte di gestione diretta a carico
della Regione Emilia-Romagna ed attiverà fondi privati per altri 10,9 milioni
di euro per un totale di 21,1 milioni di
nuovi investimenti nel comparto che
daranno un forte incentivo all’economia
dell’area tra Bologna e Rimini. Tra i
progetti approvati, 27 sono legati
all’acquacoltura, 8 relativi ad attrezzature e porti di pesca, 10 per la trasformazione e commercializzazione, 3
finalizzati alla piccola pesca costiera, 4
per azioni di promozione e 5 relativi ad
azioni innovanti nel settore.
Restano ancora da mettere a bando ed
assegnare, nel corso del 2003, altri 2
milioni di euro di finanziamenti pubblici.
Ripartizione per misur e comparto dei fondi SFOP per la pesca in Emilia-Romagna
Misura
Comparto
3.2
Acquacoltura dolce
Acquacoltura salmastra
Lagunicoltura
Attrezzature e porti di pesca
Trasformazione e commercializzazione
Piccola pesca costiera
Promozione
Misure innovanti
3.3
3.4
4.1
4.3
4.6
Totale ripartizione
N.
progetti
Province
9
4
6
8
10
3
4
5
FE, MO, BO
FE, RA
FE, RA, FC
FE, RN, FC, RA
FE, RA, RN
RN, FE, FC
FE, RN
BO, RA, FO, CS, FE
57
—
Fonte: Assessorato Attività Produttive Regione Emilia-Romagna
Investimento
pubblico
Investimento
privato
Totale
investimento
1.124.407
1.603.963
740.387
2.988.025
2.221.075
222.213
469.336
296.619
1.686.611
2.405.944
1.110.581
172.888
3.391.609
—
1.496.858
—
2.811.018
4.009.907
1.850.968
3.160.913
5.612.648
222.213
1.966.194
296.619
10.134.619 10.967.000 21.010.965
85
I PROGRAMMI DI INIZIATIVA
COMUNITARIA (PIC) E LE AZIONI INNOVATIVE
3
SESTOEURORAPPORTO
I PROGRAMMI DI
INIZIATIVA
COMUNITARIA
E LE AZIONI
INNOVATIVE
Gli orientamenti della Commissione
europea per le Iniziative comunitarie
(PIC) per il periodo di programmazione
2000-2006, attribuiscono un valore
strategico ed innovativo ai nuovi programmi, esaltandone il valore aggiunto
e la complementarietà con i programmi
cofinanziati dai fondi strutturali a titolo
dei diversi obiettivi. In particolare, tutti
i programmi d’iniziativa comunitaria
prevedono la diffusione del Know How,
la costruzione di reti di cooperazione
che consentano di favorire l’inserimento delle dinamiche del territorio nella
competizione globale.
Il rafforzamento del principio della programmazione “bottom-up” consente
alle Regioni un pieno e completo ruolo
di programmazione, di integrazione e
coordinamento con tutti gli strumenti di
programmazione regionale, al fine di
garantire la massima efficacia all’azione dei PIC.
Inoltre, viene ribadita specialmente per
INTERREG la necessità di perseguire il
raccordo con gli strumenti di cooperazione esterna dell’Unione Europea utilizzando le opportunità offerte dai programmi PHARE, ISPA, TACIS; MEDA,
CARDS od eventualmente altri program-
mi comunitari con valenza di politica
esterna.
EQUAL
Il Programma di Iniziativa Comunitaria
EQUAL si inserisce nella strategia europea per l’Occupazione con l’obiettivo di
innovare gli approcci e le politiche finalizzate a contrastare il fenomeno della
discriminazione e della disuguaglianza
nel mercato del lavoro, attraverso progetti sperimentali su base transnazionale.
Gli Assi dell’Iniziativa coincidono con i
cosiddetti “pilastri” attraverso i quali si
articola la strategia europea per l’occupazione:
• Occupabilità
• Imprenditorialità
• Adattabilità
• Pari Opportunità
• Azione destinate ai richiedenti asilo1.
Nel quadro delle indicazioni fornite
dalla Commissione, il Piano Nazionale
Equal2 definisce la strategia italiana a
partire dalla individuazione di tre direttrici generali di intervento:
“Integrazione stabile tra politiche del
lavoro e politiche sociali”; “Sviluppo di
una società dell’informazione non dis-
criminatoria”; “Sviluppo locale, sviluppo sociale e sviluppo occupazionale”.
Esse forniscono il quadro di riferimento
trasversale ai temi scelti su cui EQUAL
dovrà dare un contributo innovativo in
termini di strumenti, metodologie, dispositivi e prodotti in grado di incidere
sulle politiche locali, nazionali ed europee3.
I soggetti attuatori di Equal sono partnership strategiche, definite
“partnership di sviluppo” (PS), appositamente costituite da una pluralità di
organismi, con competenze ed esperienze diversificate, per elaborare e realizzare azioni integrate nell’ambito
degli Assi dell’iniziativa.
Le PS sono strutturate formalmente ed
i soggetti che le compongono (partnerariato locale) agiscono in un’ottica di
cooperazione attiva sin dalle fasi iniziali della progettazione, prestando una
particolare attenzione alla definizione
congiunta di obiettivi comuni, ruoli e
responsabilità.
Le PS possono essere create su base
settoriale a livello nazionale
(Partnership di Sviluppo Settoriali), i
cui progetti sono gestiti direttamente
dal Ministero del Lavoro e delle
Politiche Sociali,
e su base geografica, (Partnership di
Sviluppo Geografiche) i cui progetti
89
sono gestiti dalle Regioni poiché basati
sulla collaborazione di soggetti interessati in un determinato territorio.
Un elemento prioritario di Equal è dato
dalla dimensione transnazionale che
rappresenta un valore aggiunto in
quanto contribuisce ad identificare le
strategie più efficaci per la soluzione
delle problematiche rilevate nei diversi
contesti territoriali. Le partnership di
sviluppo che attuano i progetti Equal,
dopo aver sottoscritto gli accordi di
cooperazione transnazionali con uno o
più organismi interessati appartenenti
ad altri Stati, si impegnano a collaborare per realizzare attività congiunte,
scambio di know-how, perseguire obiettivi comuni e ottenere con la cooperazione un reale valore aggiunto.
Nell’ambito del periodo di programmazione 2000/2006, Equal è attuato, in
Italia, con due Avvisi di gara nazionali:
1
Per quanto riguarda l’Italia , tale asse è di
esclusiva competenza del Ministero del
Lavoro e delle Politiche Sociali.
2
Documento unico di programmazione
approvato dalla Commissione con decisione
C(2001) 43 del 26 marzo 2001.
3
墌 www.equalitalia.it in tale sito si trova
tutta la documentazione relativa alla normativa europea ed ai documenti emanati dal
Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali
per l’attuazione del Programma Equal.
SESTOEURORAPPORTO
90
il primo, uscito nel maggio 2001, prevedeva la presentazione della candidature entro agosto 2001; il secondo,
sarà pubblicato negli ultimi mesi del
2003 o primi mesi del 2004.
La Regione Emilia-Romagna
e l’attuazione di Equal
Rispetto alle scelte operate a livello
nazionale, ogni Regione ha indicato
proprie specifiche priorità, legate ai
temi emergenti nel proprio territorio
rispetto alla discriminazione sul mercato del lavoro e alle necessità di sviluppo locale4.
La Regione Emilia-Romagna, a seguito
del primo Avviso ministeriale ha selezionato i progetti delle PS geografiche
di propria competenza ed ha ammesso
al finanziamento5 diciannove progetti
aventi un costo complessivo pari a
26.285.171,00 euro così ripartiti:
Asse 1
Asse 2
Asse 3
Asse 4
n.
progetti
Costo
totale
6
4
7
2
7.974.160,00
7.383.465,00
7.974.160,00
2.953.386,00
ASSE 1.1
Facilitazione incrocio tra domanda ed
offerta per persone in situazione di
svantaggio attraverso l’attivazione di
servizi per l’accompagnamento/
inserimento ed attraverso la formazione
di figure professionali specifiche in grado
di permetterne l’inserimento nel mondo
del lavoro
A kisté ki braval
an u lambsko
drom
Durata: 36 mesi
Costo totale: 1.109.951,70 euro
Contributo comunitario:
554.975,89 euro
www.akiste.org
“A kisté ki braval an u lambsko
drom” (il titolo, in lingua Rom, significa “A cavallo del vento verso il lungo
cammino”), rivolto ai territori di
Bologna, Parma e Piacenza, è destinato ai giovani Sinti e Rom ed è realizzato in collaborazione con numerosi partners, tra cui gli assessorati ai servizi
sociali, al diritto allo studio e alla formazione professionale del Comune di
Piacenza, l’Ausl di Piacenza, l’assessorato alle politiche sociali del Comune di
Casalecchio, il coordinamento dei servizi sociali per immigrati, profughi e
nomadi del Comune di Bologna, l’associazione Thèm Romanò e il
Dipartimento di Scienze dell’educazio-
A Lungo.
Strategie di territorio
per
l’accompagnamento
al lavoro
ne dell’Università di Bologna.
Soggetto referente è IAL Emilia
Romagna.
Il progetto ha l’obiettivo di affrontare e
cercare di dare soluzione al problema
della discriminazione partendo dalla
bassa scolarità e della mancanza di
qualificazione professionale dei giovani
nomadi.
La formazione partirà dall’alfabetizzazione di base e proseguirà individuando, assieme ai giovani nomadi, i loro
fabbisogni, con lo scopo di elaborare
percorsi “ad hoc” rispetto agli inserimenti professionali.
Partners transnazionali sono due
organismi francesi: CREUFOP Centro
Regionale Universitario di Formazione
Permanente di Perpignant e l’Associazione per la formazione e l’educazione
permanente di Tivoli (Bordeaux)
Durata: 30 mesi
Costo totale: 1.253.856,98 euro
Contributo comunitario:
626.928.50 euro
“A Lungo. Strategie di territorio per
l’accompagnamento al lavoro” è
rivolto al territorio della provincia di
Reggio e destinato in particolare agli
utenti dei servizi mentali, dei Sert, a
disabili ed immigrati, e più in generale
a tutte quelle persone che stentano a
mantenere il lavoro ed è realizzato in
collaborazione con Provincia e l’Ausl di
Reggio, il Consorzio di solidarietà sociale “Oscar Romero”, il Consorzio solidarietà sociale Quarantacinque e il
Consorzio per i Servizi Sociali (RE).
Soggetto referente è il Centro
Solidarietà di Reggio Emilia.
4
Le linee prioritarie della Regione EmiliaRomagna sono state approvate con deliberazione della Giunta Regionale n. 13 del
09/01/2001.
5
www.regione.emilia-romagna.it/fr_formazione.htm sito della regione in cui si possono trovare documenti e comunicati stampa
relativi all’attuazione di Equal in EmiliaRomagna.
SESTOEURORAPPORTO
Il progetto ha l’obiettivo di sostenere
l’integrazione lavorativa di soggetti
“deboli”, rimuovere gli ostacoli di
accesso al mercato del lavoro colmando
i deficit di socializzazione delle persone
coinvolte dall’intervento e offrendo loro
orientamento, formazione e servizi per
l’incentivazione al lavoro, grazie anche
alla creazione di “nuclei territoriali” formati da una rete di enti pubblici e
volontariato e imprese. Il progetto si
distingue, in particolare, per un intervento di supporto alle aziende che
assumeranno le persone svantaggiate.
Partners transnazionali sono:
Stockport MBC e Bury MCB (UK), AYTO
di Zamora (E).
Portici
Durata: 30 mesi
Costo totale: 1.813.950,65 euro
Contributo comunitario:
906.975,33 euro
墌 www.equalportici.it
“Portici”, rivolto al territorio bolognese
è destinato a disoccupati immigrati e
disabili, a senzatetto ed ex detenuti, a
tossicodipendenti ed ex-tossicodipendenti ed è realizzato in collaborazione
con Provincia, Comune, Legacoop di
Bologna, Confcooperative di Bologna e
Confcooperative Brescia (Regione
Lombardia).
Soggetto referente è EFESO.
Obiettivo del progetto è sperimentare
un sistema integrato di servizi articolato con punti di accoglienza, presa in
carico e accompagnamento dell’utente
per realizzare il percorso più adeguato
all’inserimento lavorativo. Il progetto è
caratterizzato dalla personalizzazione,
realizzata tramite tutor: gli utenti dell’attività saranno accompagnati da
“tutor”, appunto, che li aiuteranno
lungo il percorso formativo e lavorati-
vo; sono previste anche misure di
sostegno, tipo borse di studio.
L’intervento prevede inoltre la formazione degli operatori coinvolti nel processo di accompagnamento e la facilitazione di forme di collaborazione tra
enti capace di generare effetti occupazionali.
Partners transnazionali sono EMBA
Empowerment in Baronbbackarna –
Orebro (S) e ARGOS consorzio dei
comuni di Burjassot e Paterna nella
Comunidad Valenciana (E).
91
E.B.F
Equal per il
Basso Ferrarese
Durata: 24 mesi
Costo totale: 1.012.330,14 euro
Contributo comunitario:
506.165,07 euro
墌 www.cfp.fe.it
墌 www.equalarbores.com
“E.B.F. Equal per il Basso Ferrarese”
è destinato a donne e uomini disoccupati e precari, appartenenti a minoranze etniche, disabili ed altre discriminazioni ed è realizzato in collaborazione
con il Comune di Codigoro, l’Azienda
Usl di Ferrara, il Polo scolastico di
Codigoro e di Comacchio, Ecipar, il
Centro Città del Ragazzo di Ferrara,
l’Ecipar di Ferrara e l’Associazione
Apeiron di Pompei. Soggetto referente
è il Consorzio Provinciale Formazione
di Ferrara.
Il progetto ha l’obiettivo di contrastare
le difficoltà di accesso al mercato del
lavoro da parte della popolazione – sia
giovane che adulta – che si manifesta
in fenomeni di bassa scolarità, di
abbandono scolastico, di difficoltà di
occupazione, di disoccupazione di
lungo periodo, di disagio giovanile e di
povertà culturale e sociale.
Ogni percorso di formazione è flessibile
SESTOEURORAPPORTO
92
e modellato ad hoc sui bisogni dell’utente e sarà strutturato con metodi e
forme che possano vincere l’atteggiamento di scarsa motivazione che generalmente affligge i beneficiari di questo
progetto. A seguire questo percorso
sarà un team multidisciplinare.
Partners transnazionali sono: Consorcio
Palencia Social (E) e SEIES Sociedade
de Estudos e Intervencao em Enganharia
Social CRL – Setubal (P).
AMICA
Durata: 36 mesi
Costo totale: 1.194.626,04 euro
Contributo comunitario:
597.313,02 euro
“AMICA: accoglienza della manodopera
immigrata nel comparto agroindustriale” si rivolge a disoccupati immigrati ed
è realizzato in collaborazione con
numerosi partners, tra cui i Comuni e la
Provincia di Forlì-Cesena, la
Federazione Lavoratori
dell’Agroindustria di Cesena e di Forlì,
la Cgil di Cesena e di Forlì, la Legacoop
di Forlì-Cesena, la Uil di Cesena,
l’Unione interprovinciale degli agricoltori di Forlì-Cesena e Rimini, la Cia, la
Coldiretti di Forlì-Cesena, la FAI Cisl,
Cooperativa Ponte, Cooperativa
Sesamo, Efeso, Ecap, Enfap, Techne,
Irecoop, new Agriform, Cooperativa
Spazi Mediani, Camera di Commercio
Forlì Cesena.
Soggetto referente è Centuria scarl.
Il progetto ha l’obiettivo di combattere
fenomeni di lavoro nero, disagio abitativo e difficoltà di integrazione sociale
e culturale. Si propone anche di favorire – attraverso formazione tecnica, linguistica, civica e culturale – la crescita
professionale dei lavoratori, promuovendo anche – con mediatori culturali
– l’interculturalità all’interno delle
aziende del comparto agroindustriale.
Partners transnazionali sono: FAFSEA
Fond national d’Assurance Formation
des Salaries des Exploitation ed enterprise Agricoles – sede di Pantin e
Comitè d’Expansion Economique de
Maine-et-Loire – sede di Angeres (F).
tre per le donne si parla per lo più di
lavori di cura a tempo pieno, spesso
presso il domicilio delle persone non
autosufficienti.
INSEREG
Durata: 31 mesi
Costo totale: 1.589.444,24 euro
Contributo comunitario: 794.722,12
“INSEREG” è rivolto ad un’utenza in
disagio sociale e a rischio di discriminazione, in particolare ad immigrati nell’ambito del territorio Parmense, ed è
realizzato in collaborazione con il
Consorzio solidarietà sociale di Parma,
la Cassa edile delle maestranze edili
della provincia di Parma, l’Ausl, il
Forum solidarietà centro di servizi per il
volontariato, i Comuni di Parma,
Fidenza, Langhirano, Borgo Val di Taro,
Ente Scuola Edile di Parma, Quasco di
Bologna e il Consorzio Forma Futuro di
Parma.
Soggetto referente è la Provincia di
Parma.
Il progetto ha l’obiettivo di qualificare
professionalmente in particolare gli
immigrati, per dare loro opportunità di
inserimento stabile e regolare nel
mondo del lavoro, facendoli uscire dal
lavoro sommerso ed irregolare.
In particolare, per quanto riguarda gli
uomini, il settore su cui è necessario
intervenire è quello dell’edilizia; men-
Partner transnazionale è l’associazione portoghese para o Desenvolvimento
Social e Comunitario de Santarem.
ASSE 2.2
Sostegno alla creazione di nuove
imprese cooperative riferite, in
particolare, al settore sociale con
interventi finalizzati anche a percorsi
di riorganizzazione
MicroCIP
Creazione,
sviluppo e
consolidamento
della imprenditoria
sociale
Durata: 24 mesi
Costo totale: 2.456.464,17 euro
contributo comunitario: 1.228.232,09
www.aeca.it
“MicroCIP – Creazione, sviluppo e
consolidamento della imprenditoria
sociale” è rivolto in particolare a disoccupati, occupati, disabili, migranti e
SESTOEURORAPPORTO
minoranze etniche ed è realizzato in
collaborazione con i Comuni di
Pecorara, Voghiera e Conselice, Efeso,
Legacoop ER e F.M. Gallo e G.Calzati
editori.
Soggetto referente è AECA.
Obiettivo del progetto è il rafforzamento dell’economia sociale e il miglioramento della qualità dei posti di lavoro
attraverso la valorizzazione ed il
miglioramento dei servizi dei contesti
territoriali di riferimento, con privilegio
delle zone obiettivo 2 e limitrofe.
Mettere in pratica soluzioni articolate
che risolvano problematiche quali la
debole cultura imprenditoriale, il turn
over, la debolezza strutturale, il legame esclusivo con un settore o un territorio.
Partners transnazionali sono: Istitut
fur Datenverarbeitung und
Betriebsirtscaft GmbH di Rostock (D) e
Ekonimiska foreningen Medvind i
Glimakra (S).
Modello innovativo di
imprenditorialità sociale:
diverse imprese
per diverse abilità
Durata: 36 mesi
Costo totale: 1.706.050,28 euro
Contributo comunitario:
853.025,14 euro
formative, occupazionali, culturali e
sociali.
di Milano, Comuni di Piacenza, Castel
San Giovanni e Fiorenzuola d’Arda.
Partners transnazionali sono: il
Comune di Augsburg (D), l’Istituto
Piaget di Oporto (P), l’Associazione
C.e.e.i. e AVAFE di Valencia e Consocio
As Marinas di La Coruna (E).
Soggetto referente è Progress
Company s.c.a.r.l.
墌 www.equalrimini.it
“Modello innovativo di imprenditorialità sociale”, ha come area di riferimento l’intera provincia di Rimini, è destinato a disoccupati, disabili, migranti e minoranze etniche ed è realizzato in collaborazione con Camera di Commercio,
Ausl, Legacoop, Confcooperative di Rimini, il Dipartimento di Scienze dell’Educazione dell’Università di Bologna, Facoltà
di Economia dell’Università di Bologna sede di Rimini, CEIS, Enaip di Rimini ed
i Comuni del territorio riminese.
Soggetto referente è la Provincia di
Rimini.
L’attività - che prevede formazione e
inserimento lavorativo di soggetti a
rischio - si propone di sviluppare il settore delle imprese sociali costituendo
un polo locale per il terzo settore attraverso la ideazione di un nuovo modello
che scaturisce dallo studio/ricerca,
dalla sperimentazione diretta di azioni
93
Nuove frontiere per
l’imprenditorialità
sociale
Durata: 36 mesi
Costo totale: 1.731.684,28 euro
Contributo comunitario:
865.842,14 euro
“Nuove frontiere per l’imprenditorialità sociale” ha come area di riferimento la provincia di Piacenza, è destinato
a disoccupati, occupati, disabili, migranti e minoranze etniche ed è realizzato
in collaborazione con Amministrazione
provinciale, Legacoop, Confcooperative,
Consorzio Servizi integrati, Consorzio
Sol-co, Ce.svi.p., SVEP Centro di servizio per il volontariato, associazione di
solidarietà “La Ricerca” di Piacenza,
Cermet di Bologna, sede di Piacenza
dell’Università Cattolica del Sacro Cuore
Obiettivo del progetto è la creazione di
occupazione aggiuntiva e la qualificazione dell’occupazione esistente attraverso la produzione e organizzazione
di servizi innovativi di pubblica utilità.
Viene utilizzata l’impresa sociale come
strumento polifunzionale per l’abbattimento degli ostacoli all’accesso e permanenza nel mercato del lavoro locale.
Partners transnazionali sono: East
Midlands Development Agency (UK),
MEF Maison de l’Emploi et de la
Formation di Cherbough, ANFIPAR
Associazion Normande de Formation et
Information des Paisans et de Rurax
(F) e FOREM organismo misto pubblico/privato belga.
SESTOEURORAPPORTO
94
Agenzia di
negoziazione
sociale
Durata: 24 mesi
Costo totale: 1.489.266,25 euro
Contributo comunitario:
744.633,13 euro
“Agenzia di negoziazione sociale” ha
come area di riferimento le province di
Bologna, Modena e Ravenna, è destinato a occupati, migranti e minoranze etniche, tossicodipendenti, detenuti, ed è
realizzato in collaborazione con Istituto
Minguzzi di Bologna, Consorzio per i servizi sociali di Ravenna, Russi, Cervia e
AUSL, Servizio tossicodipendenze di
Faenza, Confcooperative e Legacoop di
Bologna, Consorzio Sic e Consorzio
Cides, Facoltà di Scienze della
Formazione dell’Università di Bologna.
Soggetto referente è Ageform scarl.
Obiettivo del progetto è la costituzione di
una Agenzia di negoziazione sociale di
supporto alle reti locali, sia pubbliche che
private, che si occupano di interventi
sociali avanzati per quanto concerne la
fenomenologia (minori a rischio in area
penale, disagio psichiatrico…) la metodologia dell’intervento (lavoro di comunità, lavoro su strada e riduzione del danno, ecc.) e gli attori sociali coinvolti (enti
locali, AUSL, associazioni di promozione
sociale).
Partner transnazionale è REAPN Rede
Europeia Anti-Probeza di Oporto (P).
ASSE 3.1
Sostegno alla mobilità geografica,
agevolando il trasferimento in
Emilia-Romagna di lavoratori
provenienti dal sud
Berenice
tività autonoma attraverso la creazione
di uno sportello che fornisce servizi e
consulenze. Creare una rete di mentori
per promuovere la trasmissione di esperienze professionali alle donne che li
aiutino a raggiungere uno status professionale adeguato.
Inoltre, obiettivo del progetto è aggiornare le competenze delle donne con
un’offerta formativa più ampia.
Partner transnazionale è la Junta de
Castilla-Leon (E).
Durata: 29 mesi
Costo totale: 790.179,06 euro
Contributo comunitario:
395.089,53 euro
“Berenice” ha come area di riferimento il territorio della Provincia di Ravenna ed è rivolto a donne che all’interno
delle imprese svolgono ruoli gestionali.
È realizzato in collaborazione con Provincia, Camera di Commercio, Ascom,
Api, Cna, Confartigianato, Unione provinciale agricoltori, Federazione
Coltivatori Diretti, Confederazione
Italiana Agricoltura, confcooperative,
Legacoop e Confesercenti di Ravenna.
Soggetto referente è il Consorzio
Provinciale per la Formazione
Professionale di Ravenna.
Il progetto intende combattere le difficoltà per chi vuole intraprendere un’at-
Advance – imprese –
lavoro – società:
anticipare il
futuro per
pianificare
lo sviluppo
Durata: 24 mesi
Costo totale: 1.251.448,99 euro
Contributo comunitario:
625.724,50 euro
www.forpin.it
“Advance – imprese – lavoro –
società: anticipare il futuro per pianificare lo sviluppo” è rivolto a disoccupati e lavoratori ed è realizzato in
collaborazione con Cisita di Parma,
Assoform di Rimini, CIS di Reggio
Emilia, Federazione delle industrie emiliano-romagnole-Confindustria e Orione
organismo Bilaterale Emilia-Romagna.
Soggetto referente è il Consorzio
For.P.IN di Piacenza.
Il progetto si propone di agire sul concetto di adattabilità dei sistemi locali
per prevenire discriminazioni e esclusioni di lavoratori e imprese a causa del
declino demografico del sistema PMI
dell’Emilia-Romagna.
Obiettivo del progetto è promuovere lo
sviluppo locale sostenendo le capacità di
innovazione dei diversi sistemi di riferimento. Il progetto si propone di creare opportunità anche per chi, pur essendo in età avanzata, intende mantenere
ed accrescere i propri saperi e le proprie
competenze. Gli strumenti individuati
sono la formazione e l’aggiornamento,
ma anche la creazione di un supporto di
information technology interattivo con i
destinatari dell’intervento.
Partners transnazionali sono LAG FW
NRW Dioezesan Caritasverband fur das
Erzbistum di Colonia (D), Centro di
ricerca CARIF-OREF di Nantes (F) e
Karlof Consulting di Stoccolma (S).
SESTOEURORAPPORTO
Rete per lo
sviluppo delle
competenze
individuali per
una occupazione
qualificata
Durata: 30 mesi
Costo totale: 1.862.953,52 euro
Contributo comunitario:
931.476,76 euro
墌 www.equalroc.it
“Rete per lo sviluppo delle competenze individuali per una occupazione qualificata”, rivolto al territorio
della provincia di Modena, è destinato
ai lavoratori non qualificati, atipici e
con competenze a rischio di obsolescenza (ex tossicodipendenti, disabili,
immigrati dal sud Italia e dal sud del
mondo) ed è realizzato in collaborazione con il Consorzio di solidarietà sociale di Modena, lo Ial dell’EmiliaRomagna, il Ceis di Modena, l’Ecipar di
Modena, il Cerform di Sassuolo, l’ Ifoa
e l’ Ecap Emilia-Romagna.
Soggetto referente è Modena
Formazione.
L’intervento prenderà il via dall’individuazione delle persone svantaggiate e
dall’analisi dei fabbisogni del locale
mercato del lavoro, per arrivare all’elaborazione di percorsi di formazione
individualizzati per la qualificazione del
singolo lavoratore. Inoltre verranno
individuati modelli di servizi per favorire l’adattabilità dei lavoratori al mercato del lavoro e per scongiurare rischi di
esclusione.
Partners transnazionali sono: Equal
Ostbayern che comprende i Distretti di
Cham Regen Freyung-Grafenau e
Passau e quattro centri di formazione
per adulti (D) e Niederoesterreich an
der offenen Grenze (A).
collaborazione con Cofimp, Profingest,
Enfap Emilia-Romagna, Centro di accoglienza La Rupe e Irsea Genova.
Soggetto referente è la Fondazione
Aldini Valeriani.
Obiettivo del progetto giungere alla
definizione trasparente dei saperi legati
all’I.C.T. information, comunication,
tecnology, per il riconoscimento dei crediti formativi e la certificazione delle
competenze acquisite nel mercato del
lavoro.
Partners transnazionali sono Il Centro
Europeo de Empresas e Innovacion de
Navarra (E) e Enterprise & Personnel,
associazione di imprese francese.
Me.t.ri.ca
Durata: 24 mesi
Costo totale: 1.621.139,50 euro
Contributo comunitario:
810.569,75 euro
墌 www.equal-metrica.net
95
Promuovere
le risorse umane
per Rete per
lo sviluppo
delle competenze
individuali per
una occupazione
qualificata
Durata: 24 mesi
Costo totale: 1.862.953,52 euro
Contributo comunitario:
931.476,76 euro
墌 www.promoterra.com
“Promuovere le risorse umane per
valorizzare la Val Samoggia” è destinato ai lavoratori del territorio di riferimento ed è realizzato in collaborazione
con la Comunità Montana Valle del
Samoggia e la Facoltà di Agraria del
Dipartimento di Economia e ingegneria
agrarie dell’Università di Bologna.
Soggetto referente è l’Associazione
Seneca.
“Metrica”, rivolto al territorio delle province di Bologna, Ferrara e Ravenna, è
destinato ai lavoratori atipici, a rischio
di professionalità bloccata impegnati
nella produzione o nell’uso di ICT, a
giovani con contratto di apprendistato e
formazione lavoro ed è realizzato in
Obiettivo del progetto è quello di combattere il rischio di emarginazione dei
lavoratori rurali a causa del processo di
secondarizzazione del settore, sia attraverso la loro qualificazione che sostenendo lo sviluppo di nuovi settori del
mercato.
96
Partner transnazionale è
Mancomunidad de Municipios de la
Sierra de Cadiz (E).
Adattabilità
dell’impresa e
dei lavoratori
nell’innovazione
e nella flessibilità
Durata: 24 mesi
Costo totale: 787.361,10 euro
Contributo comunitario:
393.680,55 euro
www.equal.fe.it
“Adattabilità dell’impresa e dei lavoratori nell’innovazione e nella flessibilità”, rivolto ai lavoratori (in particolare a donne, giovani con basso o
insufficiente livello di qualificazione,
lavoratori con più di 45 anni di età a
rischio di espulsione dal mdl) del territorio della provincia di Ferrara e destinato alle piccole e medie imprese, di
cui si vuole contrastare la marginalizzazione economica. È realizzato in collaborazione con la Fondazione Istituto
per il Lavoro di Bologna, l’Unione
Industriali di Ferrara, Sipro, Delta
2000, Consorzio Ferrara ricerche.
SESTOEURORAPPORTO
Soggetto referente è il Consorzio
Ferrara Innovazione scarl.
Soggetto referente è Galgano
International.
Obiettivo del progetto è rendere possibile, attraverso strumenti ed azioni sul
campo, l’adattabilità delle imprese e
dei lavoratori alle sfide originate dall’innovazione e dalla crescente esigenza di
flessibilità.
Obiettivo del progetto è promuovere e
consolidare la formazione permanente
e le prassi integratrici a sostegno di
coloro che, nel sistema turistico, soffrono di disuguaglianze di trattamento in
base alle proprie conoscenze e competenze professionali inadeguate e che
rischiano l’espulsione dal mercato del
lavoro.
Partners transnazionali sono:
Kenniscentrum EVC di Utrech (NL),
Boldu Limited di Birmingham (UK) e
Istituto para a Inovacao na Formacao
di Lisbona (P).
Istante:
Innovare il sistema
turismo e
adattare le
nuove tecnologie
Durata: 24 mesi
Costo totale: 886.392,44 euro
Contributo comunitario:
443.196,24 euro
“Istante: Innovare il sistema turismo
e adattare le nuove tecnologie”, rivolto al territorio della provincia di Bologna, è destinato a occupati ed è realizzato in collaborazione con il Comune
di Bologna – settore Economia e relazioni internazionali , Bologna Turismo
srl, Bologna Fiere, Ascom, CGIL,
Asshotel Confesercenti, Legacoop, CNA
e Confcooperative di Bologna.
Partners transnazionali sono: Junta
de Castilla-Leon (E), ERGON Center for
vocational training di Atene (GR),
Istitut Regional Iniziative ed
Developpement (F) e Associacao de
Desenvolvimento e iniciativas Locais do
Concelho de Ansiao (P).
ASSE 4.2
Interventi per favorire il ripristino di
percorsi di carriera per donne adulte
che hanno dovuto interrompere il
lavoro per attività di cura familiare
Donne e Lavoro:
percorsi di
carriera e
armonizzazione
con la vita familiare
Durata: 30 mesi
Costo totale: 1.406.374,30 euro
Contributo comunitario:
703.187,15 euro
www.percorsodonna.it
“Donne e Lavoro: percorsi di carriera
e armonizzazione con la vita familiare” ha come area di riferimento il
territorio delle Province di Ferrara,
Rimini, Forlì-Cesena e Modena ed è
realizzato in collaborazione con gli
assessorati Pari Opportunità del
Comune di Ferrara e delle Province di
Ferrara, Modena e Rimini, Artemis
Training and Consulting Network di
Forlì, il Centro di Documentazione
Donna di Modena, CGIL, Legacoop ed
Università di Ferrara – dipartimento
Scienze Giuridiche.
Soggetto referente è Talete soc. coop a
r.l.
Gli obiettivi del progetto consistono in
un riconoscimento dei percorsi di carriera tramite una maggiore flessibilità
degli orari di lavoro e una maggiore
attenzione ai percorsi di formazione,
aggiornamento e orientamento.
Il tema è quello legato ad un bacino
SESTOEURORAPPORTO
territoriale dove, a fronte di un elevato
livello di occupazione femminile rispetto alla media nazionale, le donne
“lavorano di più” tra cura della famiglia e lavoro retribuito; questo si traduce in una discriminazione in quegli
ambienti lavorativi dove la carriera è
fondata sulla presenza e dove le
“soste” per la cura familiare sono
penalizzanti.
Partner transnazionale è un organismo pubblico spagnolo: il centro servizi
per l’impiego della Deputation de
Guadalajara della Comunidad de
Madrid.
Portico –
Pari Opportunità –
tecnologie,
informazione
comunicazione per
l’occupazione
Durata: 24 mesi
Costo totale: 1.547.011,71 euro
Contributo comunitario:
773.505,86 euro
墌 www.porticodonne.it
“Portico – Pari Opportunità – tecnologie, informazione/comunicazione per l’occupazione”, ha come area
di riferimento il territorio delle
Province di Bologna, Rimini, ForlìCesena e Ravenna ed è rivolto in par-
97
ticolare a donne giovani e adulte tra i
25 e i 50 anni, occupate e disoccupate, italiane e immigrate, disabili. è
realizzato in collaborazione con
Comitato Impresa Donna ER, Amitié,
Consorzio Visioner, Enaip ER, Facoltà
di Economia e Discipline della comunicazione dell’Università di Bologna.
I suddetti progetti sono tutti strutturati
in due azioni:
Soggetto referente è Associazione
Orlando.
Azione 2 realizzazione del progetto
comprendente attività di ricerca, formazione, ecc.
L’attività si propone di ridurre le disuguaglianze nell’accesso al mondo del
lavoro garantendo pari opportunità
nell’accesso alle nuove tecnologie.
In particolare, tra gli strumenti individuati per il raggiungimento dell’obiettivo, si prevede la realizzazione di un
centro di risorse multimediale permanente come luogo di aggregazione di
donne. Questi centri – che dovranno
essere realizzati nelle province di
Bologna, Forlì/Cesena, Ravenna e
Rimini – faranno anche attività di formazione sulle nuove professioni e forniranno sostegno per il lavoro autonomo e l’avvio di impresa.
Azione 1 dedicata alla costituzione del
partenariato transnazionale – parte
iniziale ed indispensabile di ogni progetto per ottenere la definitiva approvazione;
L’Azione 2 è stata attivata nel secondo semestre dell’anno 2002 ed ha
una durata variabile da 24 a 36 mesi
Paesi Bassi Grecia
Svezia
7%
Austria 7%
2%
2%
nel rispetto di quanto indicato in sede
di progettazione da ciascun soggetto
gestore.
Per quanto riguarda la transnazionalità, da un’analisi fatta sui partners
risulta che i paesi maggiormente coinvolti sono: Spagna (11 partners),
Francia (8 partners), Portogallo (6
partners) e Germania (4 partners). Si
nota, inoltre, come le collaborazioni
con organismi spagnoli e francesi raggiungano quasi il 50% di quelle attivate.
Belgio
2%
Italia
5%
Francia
20%
Germania
10%
Partners transnazionali sono: Junta
de Andalucia (E) e Provincia del
Niederosterreich (A).
Portogallo
15%
Spagna
28%
Gran Bretagna
7%
Nazioni coinvolte nella transnazionalità
SESTOEURORAPPORTO
98
INTERREG III
Gli orientamenti relativi a Interreg III6
hanno come obiettivo il rafforzamento
della coesione economica e sociale
nell’Unione europea e lo sviluppo equilibrato del territorio comunitario attraverso la promozione di tre forme di
cooperazione:
A. transfrontaliera7 per zone situate
lungo i confini interni ed esterni
dell’U.E.
B. transnazionale8 per raggruppamenti
predefiniti di regioni e Stati membri
C. interregionale9 per collaborazioni fra
regioni dell’intero territorio comunitario
A completamento delle tre sezioni specifiche è stato avviato il programma
ORATE (ESPON) avente come obiettivo
la creazione di un osservatorio in rete
sull’assetto del territorio europeo,
finanziato mediante la linea di bilancio
“reti” di cui al punto 53 degli orientamenti.
Alle quote comunitarie sono aggiunte
equivalenti quote nazionali e, laddove
previsto, altri finanziamenti pubblici e
privati.
L’iniziativa è attuata attraverso specifici
programmi approvati dalla
Commissione europea e proposti e realizzati congiuntamente dagli Stati
membri attraverso strutture comuni di
cooperazione.
Sezione A:
cooperazione
transfrontaliera
La Regione Emilia-Romagna è coinvolta, per la prima volta, nelle azioni di
cooperazione transfrontaliera ed in particolare nel Programma Transfrontaliero
Adriatico che prevede anche il coinvolgimento delle provincie adriatiche emiliano-romagnole di Ferrara, Ravenna,
Forlì-Cesena e Rimini.
P.O. III A Transfrontaliero adriatico
Tutela e valorizzazione ambientale, culturale ed infrastrutturale
del territorio transfrontaliero
Asse 1
1.1 Tutela, conservazione e valorizzazione del patrimonio naturale ed ambientale del territorio e miglioramento dell’efficienza energetica;
1.2 Sviluppo e potenziamento delle infrastrutture e delle reti transfrontaliere
dei trasporti e delle telecomunicazioni;
1.3 Sviluppo e potenziamento delle infrastrutture turistiche e culturali.;
Integrazione economica dei sistemi produttivi transfrontalieri
Asse 2
Per l’attuazione dell’iniziativa, la
Commissione europea ha assegnato
all’Italia risorse FESR (fondo europeo
di sviluppo regionale) ripartite secondo
il seguente schema:
2.1 Miglioramento della competitività e della cooperazione delle imprese
2.2 Cooperazione transfrontaliera ee libero scambio nei settori primario,
pesca inclusa, e secondario
2.3 Cooperazione transfrontaliera nel settore del turismo e della cultura.
Asse 3
3.1 Qualificazione delle risorse umane, aggiornamento professionale e iniziative innovative sulla promozione sociale e sul mercato del lavoro;
3.2 Rafforzamento istituzionale e della cooperazione nella comunicazione e
nella ricerca e tra istituzioni per armonizzare i sistemi;
3.3 lotta alla criminalità e il miglioramento della sicurezza.
Sezione A
245,6
Mio di euro
(60%)
Asse 4
4.1 Implementare attività di assistenza tecnica alle strutture comuni.
4.2 Realizzare le attività di informazione e pubblicità, monitoraggio e valutazione.
Sezione B
144,8
Mio di euro
(34%)
Sezione C
25,6
Mio di euro
(6%)
Azioni di rafforzamento della cooperazione
Assistenza tecnica all’attuazione del programma operativo
Le Regioni Adriatiche Italiane che partecipano al programma, Friuli VeneziaGiulia, Veneto, Emilia-Romagna, Marche, Abruzzo, Molise e Puglia, hanno
costituito, a livello tecnico, un tavolo di
lavoro permanente (Gruppo di Lavoro
Interregionale) insieme a rappresentanti del Ministero degli Affari Esteri, del
Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, dal Ministero delle Attività Produttive e dal Ministero dell’Economia e
delle Finanze. Le sette regioni adriatiche italiane hanno elaborato e presentato una proposta congiunta di Programma Operativo Transfrontaliero
Adriatico ed hanno individuato la Regione Abruzzo quale Autorità di Gestione
per l’attuazione del Programma.
6
Orientamenti della Commissione europea
del 28 aprile 2000 (GUCE C 143 del 23.5.
2000).
7
La Comunicazione della Commissione europea 2001/C239/03 del 25/8/2001,
recante la modifica agli orientamenti dell’iniziativa comunitaria prevede, per la prima
volta, l’ammissibilità alla sezione A) Interreg
III di zone NUTS III dell’Emilia-Romagna. Tali
zone corrispondono alle Province Ferrara,
Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini.
8
Per la Regione le aree di cooperazione
fanno riferimento ai raggruppamenti di aree
ammissibili CADSES e MEDOCC.
9
La Comunicazione della Commissione europea C 141/2001 del 27 maggio 2001,
reca le modalità di attuazione per la cooperazione interregionale e, tra l’altro, inserisce la
Regione Emilia-Romagna nell’area Est.
SESTOEURORAPPORTO
Il Programma Operativo INTERREG
IIIA Italia-Paesi Adriatici Orientali
(denominato Transfrontaliero Adriatico)
approvato dalla Commissione europea10 è strutturato in quattro Assi d’intervento prioritari e undici misure di
attuazione; il piano finanziario prevede
per il periodo 2002-2006 un costo
totale di 101.016.000 euro.
Le aree ammissibili sono le Province di
Trieste, Gorizia, Udine, Venezia, Bari,
Brindisi, Lecce, Rovigo, Ferrara, ForlìCesena, Rimini, Ravenna, Pesaro, Ancona, Macerata, Ascoli Piceno, Teramo,
Pescara, Chieti, Campobasso, Foggia; è
inoltre utilizzata la deroga territoriale
per le aree delle Province di Padova,
L’Aquila, Isernia, mentre i Paesi Terzi
interessati alla cooperazione transfrontaliera adriatica sono: Croazia, BosniaErzegovina, Albania, SerbiaMontenegro.
Il gruppo di lavoro interregionale ha
messo a punto la proposta di
Complemento di Programmazione che
è stato sottoposto all’approvazione del
Comitato di Sorveglianza nel corso del
mese di aprile 2003. Il programma
entrerà in operatività nel corso del
secondo semestre 2003.
Da parte della Regione Emilia-romagna,
nel corso del 2002 si sono attivate le
azioni di partenariato locale in particolare con le quattro province interessate
al nuovo programma operativo.
Sezione B
Cooperazione transnazionale
Per l’Italia la responsabilità dell’attuazione dei Programmi di cooperazione transnazionale è del Ministero delle Infrastrutture che riveste anche il ruolo di Autorità
di Gestione a livello transnazionale.
La Regione Emilia-Romagna è inserita
negli spazi di cooperazione relativi alle
aree CADSES (Central Adriatic Danubian
South-Eastern European Space) e
MEDOC (Mediterraneo Occidentale) e
proprio per consentire la partecipazione
ai settori regionali interessati ha provveduto ad adottare specifici orientamenti regionali operativi11 e previsto
risorse regionali12 per sostenere, se
necessario, la partecipazione a progetti
selezionati ed approvati.
Nell’agosto 2002 è stato inoltre costituito un gruppo di lavoro interdirezioni,
coordinato dal Servizio Politiche europee e Relazioni internazionali che, in
considerazione delle caratteristiche
intersettoriali dei programmi e delle
procedure innovative legate alla gestione dei progetti, cura il coordinamento
della partecipazione della Regione ai
progetti selezionati e assicura la presenza della Regione nell’ambito delle
strutture comuni di cooperazione previste dai diversi programmi.
Per la promozione dell’iniziativa
Interreg al livello regionale, il 20 mag-
gio 2002 si è tenuta a Bologna una
giornata informativa in vista della scadenza dei bandi previsti per i programmi di cooperazione transnazionale
Cadses e Medoc. Organizzata e promossa dalla Regione Emilia-Romagna,
in collaborazione con il Ministero delle
Infrastrutture e dei Trasporti, l’iniziativa
ha visto un’ampia partecipazione di
istituzioni, organizzazioni e soggetti
potenzialmente interessati alla presentazione dei progetti.
Il programma MEDOCC
Il Programma Operativo approvato dalla Commissione europea13 prevede la
realizzazione di studi, ricerche e azioni
pilota sulla situazione dell’area del Mediterraneo Occidentale in materia di sviluppo territoriale sostenibile, con l’obiettivo più generale di contribuire alla
messa in opera dello Schema di sviluppo Spaziale Europeo. Gli Stati che prendono parte al programma sono cinque:
Francia, Italia, Spagna, Portogallo e Gibilterra. Il programma è articolato in
cinque assi tematici con specifiche misure di attuazione e prevede un costo
totale, per il periodo 2000-2006, di
194.340.135 euro.
Nel corso del 2002 sono stati attivati
due bandi transnazionali con una disponibilità finanziaria pari alle intere prime
due annualità e al 50% delle risorse
99
previste per il 2003. Nel dicembre
2002 sono stati formalmente approvati
i progetti. Su 164 proposte presentate,
sono stati approvati complessivamente
45 progetti, di cui 25 hanno come
capofila un organismo italiano.
Dieci progetti prevedono il coinvolgimento della Regione Emilia-Romagna in
qualità di partner e due progetti di altri
enti territoriali emiliano-romagnoli.
L’importo complessivo dei progetti
regionali approvati è di circa 2 milioni
di euro.
Di seguito tabella in cui si riporta:
misura di riferimento, titolo, obiettivi e
capofila dei progetti con partecipazione
della Regione Emilia-Romagna.
10
Decisione della Commissione del
24/12/2002 C(2002) 4627.
11
Delibera di Giunta regionale n. 708 del 6
maggio 2002.
12
Legge regionale n. 19 del 1 agosto 2002
di assestamento del bilancio di previsione.
13
Decisione CE C(2001) 4069 del
27/12/2001.
100
SESTOEURORAPPORTO
4.3 Hydroptimet
Asse 1
Bacino del Mediterraneo
1.1 strutturazione del bacino mediterraneo per la valorizzazione e il rafforzamento dei
legami culturali economici e sociali tra le due sponde
Asse 2
Strategie di sviluppo territoriale e sistemi urbani
2.1 Sviluppo territoriale e urbano: sviluppo della cooperazione, delle sinergie, azioni
pilota
Asse 3
Asse 4
Asse 5
Sistemi di trasporto e società dell’informazione
3.1 Migliorare l’accesso ai territori;
3.2 Promozione dei trasporti intermodali e conversione verso modelli di trasporto più
rispettosi dell’ambiente;
3.3 Trasporti marittimi e fluviali;
3.4 Tecnologie di comunicazione ed informazione per lo sviluppo del territorio.
Ambiente, valorizzazione del patrimonio e sviluppo
4.1 Protezione e valorizzazione del patrimonio naturale e culturale, gestione della biodiversità, dei territori e del paesaggio;
4.2 Promozione del turismo sostenibile;
4.3 Protezione dell’ambiente, prevenzione e gestione dei rischi naturali;
4.4 Gestione delle risorse idriche e lotta contro la siccità e la desertificazione.
Assistenza tecnica
5.1 Attività di gestione, messa in atto, monitoraggio e controllo;
5.2 Attività di accompagnamento alla messa in atto del programma: animazione, informazione, valutazione e pubblicità.
la logistica negli spazi urbani e metropolitani. Il progetto appoggiandosi su
un partenariato locale vuole mettere in
pratica una serie di sperimentazioni in
differenti contesti urbani.
Capofila: Regione Toscana
3.4 Sestante
Obiettivo del progetto è identificare ed
analizzare i flussi informativi e documentari che intervengono nella catena
logistica intermodale del trasporto
merci allo scopo di migliorare l’applicazione delle nuove tecnologie (TIC) nel
sistema di trasporti intermodali (portuali, interportuali, aereoportuali)
Capofila: Regione Toscana
4.1 Castrum
1.1 Euromedsys
Obiettivo del progetto è di favorire la crescita economica e lo sviluppo della competitività dei sistemi economici locali del mediterraneo attraverso la valorizzazione della
qualità e dell’eccellenza
Capofila: Regione Toscana
1.1 MAEM
Obiettivo del progetto è predisporre un
master dedicato agli affari euromediterranei
per preparare professionisti in grado di operare nel Mediterraneo in organizzazioni
pubbliche, imprese e università.
Capofila: Regione Toscana
2.1 Enplan
Obiettivo principale è la cooperazione transnazionale tra regioni italiane e spagnole per
la realizzazione di una metodologia comune e condivisa per introdurre la valutazione
strategica ambientale dei piani e dei programmi a livello regionale, secondo la direttiva 2001/42/CE, concernente la valutazione ambientale di alcuni piani e programmi con effetto sull’ambiente
Capofila: Regione Lombardia
3.4 Merope
Obiettivo del progetto è quello di studiare e
sviluppare modelli di valutazione e strumenti telematici per la gestione della mobilità e
Il progetto intende valorizzare i territori
e le città minori dell’arco mediterraneo
caratterizzate dalla presenza di castelli,
di torri di avvistamento, di cinte murarie, promuovendo l’utilizzo di alcuni di
questi edifici come punti esemplari di
attività espositive, di animazione, di
documentazione, all’interno di un sistema turistico culturale
Capofila: Regione Piemonte
4.1 Rever med
Obiettivo è l’identificazione e la ricerca
di una rete di percorsi ciclabili fruibili in
sicurezza da proporre per forme di turismo a basso impatto
Capofila: Regione Andalucia
Uno degli obiettivi del progetto è quello
di migliorare il dialogo tra i diversi livelli della amministrazione pubblica coinvolti nei processi di monitoraggio, prevenzione e previsione dei rischi naturali
provocati dai fenomeni atmosferici
intensi. Il progetto favorisce lo sviluppo, la messa a punto e l’applicazione
delle tecnologie più avanzate per la
previsione idro-metereologica e l’utilizzo ottimale dei dati e degli strumenti,
e assicura una miglior complementarietà delle competenze tra i diversi attori
implicati e tra i diversi Stati membri.
Capofila: Regione Piemonte
4.4 Desert net
Obiettivo del progetto è individuare lo
stato attuale delle conoscenze scientifiche sulle cause e gli effetti dei processi
di desertificazione nelle regioni
Mediterraneo-Europee e sulle misure
per la sua riduzione e confrontare le
metodologie e le procedure utilizzate
per la realizzazione dei programmi
nazionali per la lotta contro la desertificazione
Capofila: Università di Sassari
4.4 Sedemed
Obiettivo del progetto è sviluppare un
sistema integrato per sorvegliare e prevedere processi di desertificazione di
siccità e di desertificazione e stabilendone dei metodi per una risposta di
riduzione.
Capofila: Regione Sicilia
SESTOEURORAPPORTO
101
Il programma CADSES
Il Programma Operativo approvato
dalla Commissione europea14 si propone di soddisfare le esigenze di superamento degli squilibri regionali e promuovere lo sviluppo socio-economico
dei Paesi membri dell’U.E. e degli Stati
membri dell’Europa centrale, adriatica,
danubiana e sud-orientale in vista dell’allargamento dell’Unione. Gli Stati
membri che prendono parte al programma sono quattro: Germania, Austria,
Grecia, Italia. Il programma è articolato
in cinque assi tematici con specifiche
misure di attuazione e prevede un
costo totale, per il periodo 20002006, di 237.485.375 euro.
Il programma prevede l’operatività di
strutture comuni di cooperazione: l’Autorità di gestione e pagamento è svolta
da DiCoTer (Ministero Infrastrutture italiano) mentre il Segretariato tecnico
congiunto ha sede ed opera a Dresda
(D). Ad essi si aggiungono il Comitato
congiunto di pilotaggio ed il Comitato
di Sorveglianza.
Nel corso del mese di luglio 2002 è
stato attivato il primo bando transnazionale. Su 88 proposte presentate,
sono stati approvati complessivamente
32 progetti (2 progetti selezionati
sono attualmente in fase di approvazione definitiva), di cui 13 hanno come
capofila un organismo italiano.
Undici progetti coinvolgono la Regione
Emilia-Romagna, quattro in qualità di
Asse 1
Promozione di approcci per lo sviluppo territoriale e azioni di coesione sociale ed
economica
1.1 supporto a strategie congiunte di programmazione ed azioni di implementazione;
1.2 pianificazione dello sviluppo urbano, promozione e cooperazione fra reti urbane;
1.3 pianificazione dello sviluppo rurale;
1.4 impatto territoriale legato all’immigrazione
Asse 2
Sistemi di trasporto efficienti e sostenibili – accesso alla società dell’informazione
2.1 sviluppo di distemi di trasporto efficaci per uno sviluppo sostenibile;
2.2 miglioramento dell’accesso alla conoscenza e alla società dell’informazione.
Asse 3
Promozione e gestione del paesaggio e del patrimonio naturale e culturale
3.1 Tutela e valorizzazione del patrimonio culturale;
3.2 Tutela e valorizzazione del patrimonio naturale;
3.3 Tutela e valorizzazione del paesaggio.
Asse 4
Asse 5
Tutela dell’ambiente, gestione delle risorse e prevenzione del rischio
4.1 Tutela dell’ambiente, gestione delle risorse e prevenzione del rischio;
4.2 Promozione della gestione del rischio e prevenzione delle calamità;
4.3 Promozione della gestione integrata delle risorse idriche e prevezione delle inondazioni.
Assistenza tecnica
5.1 Assistenza tecnica per la gestione, l’implementazione, il monitoraggio e il controllo;
5.2 Assistenza tecnica per altre spese.
capofila e sette come partner, e un
altro progetto è a titolarità di un altro
ente emiliano-romagnolo. L’importo
complessivo dei progetti regionali
approvati è di oltre 5 milioni di euro.
Di seguito tabella in cui si riporta:
misura di riferimento, titolo, obiettivi e
capofila dei progetti con partecipazione
della Regione Emilia-Romagna.
14
Decisione CE C(2001) 4013 del
27/12/2001.
ADRI.FISH – Promotion of a
sustainable FISHery in Northern
ADRIatic Sea
Il progetto nasce dalla necessità di
trovare una soluzione a problemi cui
il settore della pesca marittima del
nord Adriatico deve far fronte. La
strategia del progetto ADRI.FISH. è
basata sul rilancio della promozione,
qualificazione e diversificazione dell’industria ittica nei due litorali, per
dare la possibilità alle imprese locali
di svilupparsi e di essere competitive
sugli altri mercati.
Capofila: Regione Veneto
1.1 RDA CEDA-NET – Regional
Development Agencies Network in
the Central European, Danubian
and Adriatic Area
RDA-net CEDA è una rete di agenzie
regionali di sviluppo (RDAs) che si
prefigge di sviluppare servizi e strumenti per promuovere e migliorare
le capacità di cooperazione dei partner anche nell’ottica dell’adesione
all’UE di nuovi paesi membri.
Capofila: Regione Abruzzo
InCluD – INdustrial CLUster
Development in CADSES area
Il progetto si propone di analizzare
ed estendere il modello dei distretti
industriali ad alcune regioni selezionate non facenti parte dell’UE, identificando aree specifiche territoriali
per la loro vicinanza, il loro grado di
sviluppo, le loro caratteristiche socioeconomiche e istituzionali. InClud
verificherà e suggerirà possibili forme
di cooperazione tra istituzioni (enti
istituzionali) e cooperazioni guidate
tra aziende delle regioni partecipanti
e aziende del territorio prescelto
(cooperazione economica)
Capofila: Regione Lombardia
1.4 ITER – Itinerari termali
Scopo del progetto è sviluppare strumenti metodologici e tecnici per
identificare e proteggere l’eredità culturale conosciuta e potenziale di stazioni termali storiche.
Capofila: Regione Emilia-Romagna IBACN
102
WEST – Women East Smuggling
Trafficking
La finalità generale è di indagare e
conoscere il fenomeno della tratta e
del commercio a scopo di sfruttamento sessuale (a partire dai Paesi
di origine e partenza nell’Europa
dell’Est, per ricostruire le strade
seguite ed analizzare l’impatto di
questa realtà nei Paesi colpiti da
questo tipo di commercio).
Capofila: Regione Emilia-Romagna –
DG Sanità e Politiche sociali
2.1 CITYPORTS
L’obiettivo principale del progetto è
creare una rete informativa sulle
soluzioni logistiche urbane tra 26
partecipanti. La proposta è finalizzata a sviluppare e trasferire una metodologia per l’analisi, la selezione, la
fattibilità, l’implementazione e la
valutazione delle soluzioni logistiche
urbane ottimizzate ed integrate
(impatto economico, sociale ed
ambientale).
Capofila: Regione Emilia-Romagna –
DG Progr.ne e Sistemi mobilità
I-LOG – Industrial Logistics and
intermodal transport for SMEs’
development
I-Log promuove l’uso strategico di
sistemi di logistica e trasporto e
intende rappresentare un punto di
contatto tra le necessità economiche
delle PMI, quali le riduzioni di costi,
SESTOEURORAPPORTO
il perfezionamento del servizio ai
clienti, lo sviluppo di economie di
scala, e necessità ambientali e sociali, quali il miglioramento della qualità
della vita e la riduzione dell’inquinamento.
Capofila: Regione Marche
IMONODE – Efficient Integration
of Cargo Transport Modes & Nodes
in CADSES area
Il progetto IMONODE mira allo studio
di opzioni, proposte di soluzioni e
concrete azioni per favorire un maggior utilizzo e un accesso agli assi
(corridoi) di trasporto n. V e X per il
trasporto merci con priorità al sistema ferroviario. L’enfasi è posta al
sistema di trasporto ferroviario.
Capofila: Hellenic Institute of
Transport
2.2 GILDANET – Global Integrated
transport Logistics DAta NETwork
Obiettivo del progetto è l’implementazione ed il consolidamento del
sistema GILDA (sviluppato nell’ambito del programma Interreg IIC) come
supporto informatico all’ampia accessibilità per lo scambio di informazioni e documenti tra le autorità e gli
operatori del trasporto intermodale
Capofila: Regione Emilia-Romagna –
DG Progr.ne e Sistemi mobilità
3.2 L.O.T.O – Landscape
Opportunities for Territorial
Organisation
Il progetto intende fornire gli strumenti che governano lo sviluppo del
paesaggio attraverso la conoscenza
delle sue dinamiche di trasformazione ed al fine di indirizzare gli strumenti di pianificazione/progettazione territoriale in un modo complementare.
Capofila: Regione Lombardia
HYDROADRIA – Hydrology in the
Adriatic Area
L’obiettivo principale del progetto è
l’implementazione di un sistema di
monitoraggio delle acque di superficie e sotterranee per l’area adriatica.
Il sistema permetterà di raccogliere
informazioni per l’individuazione e
l’allertamento anticipato di eventi climatici estremi come la siccità.
Capofila: Regione Puglia
Sezione C:
cooperazione interregionale
Interreg IIIC15 promuove la cooperazione tra regioni non contigue attraverso
scambi di esperienze, il trasferimento
di best practices e la creazioni di reti.
Per l’attuazione sono stati individuati
quattro “Spazi di cooperazione” con
relativi programmi e strutture comuni di
attuazione e gestione. L’Italia è parte
di due spazi di cooperazione: Europa
meridionale ed Europa orientale, ai
quali devono fare riferimento i capofila
italiani anche se, in qualità di partner,
è possibile partecipare a progetti ricadenti in qualsiasi spazio di cooperazione inclusi quindi anche Europa nordoccidentale ed Europa nord-orientale.
L’Emilia-Romagna, unitamente alle
regioni Trentino-Alto Adige, FriuliVenezia Giulia, Veneto, Marche,
Abruzzo, Molise e Puglia è ricompresa
nello Spazio Interreg III C Est (Europa
orientale) la cui Autorità di Gestione ha
sede presso la municipalità di Vienna.
Il Programma “Interreg III C –Zona
est” in cui rientra la Regione EmiliaRomagna, è stato approvato dalla
Commissione europea16 e prevede un
costo complessivo per l’intero periodo
2000-2006 di 44.300.000 euro.
L’Iniziativa Interreg IIIC prevede tre
tipologie di operazioni:
Operazioni quadro regionali finalizzate allo scambio di esperienze tra un
insieme di Regioni che consenta ai
partner di costituire procedure di scambio e apprendimento a lungo termine.
Sono preparate da un gruppo di
Autorità regionali o Enti regionali equivalenti di un insieme di regioni appartenenti ad almeno tre Paesi di cui almeno due Stati membri. La partecipazione
15
Comunicazione della Commissione
Europea agli Stati membri del 15 maggio.
GUCE serie C n. 141.
16
Decisione del 24 luglio 2002.
SESTOEURORAPPORTO
è aperta anche a partner privati.
Singoli progetti di cooperazione
che riguardano lo scambio di esperienze sulla metodologia e l’attività basata
sul progetto e quindi il trasferimento
fra regioni dei risultati di un progetto
per un determinato settore. Sono coinvolti partner di almeno tre Paesi di cui
almeno due Stati membri.
Reti funzionali a collegare più
regioni dell’Unione europea e di Paesi
terzi sullo sviluppo e sulle modalità di
attuazione di progetti. Ogni rete dovrà
essere costituita con partner di almeno
cinque Paesi, di cui almeno tre Stati
membri.
Per tutte e tre le tipologie di azione le
tematiche affrontate riprendono:
a) best practise di partners coinvolti in
attività finanziate nell’ambito degli
obiettivi 1 e 2;
b) la cooperazione fra autorità pubbliche coinvolte nei programmi Interreg;
c) la cooperazione tra città o zone
urbane coinvolte nello sviluppo urbano
(Urban);
d) la cooperazione tra regioni partecipanti a uno o più temi del Programma
Azioni innovatrici;
e) altri temi di cooperazione marittima
e costiera, assetto del territorio, cooperazione su temi insulari e ultraperiferici;
ricerca di soluzioni a catastrofi, bassa
densità demografica, situazione delle
zone montane ecc..
Nel corso del 2002 la Regione Emilia-
Romagna ha attivato una serie di iniziative tese ad individuare le idee progettuali, la costituzione dei partenariati
necessari alla predisposizione dei progetti da candidare nell’ambito di tale
strumento. In particolare, in collaborazione con il Ministero delle
Infrastrutture e dei Trasporti e l’Autorità
di Gestione Interreg III C zona Est, ha
promosso, il 28 novembre 2002, una
giornata informativa dedicata a tale
programma ed in vista della scadenza
del primo bando per la presentazione
delle proposte progettuali.
LEADER+
LEADER+ ha l’obiettivo di accompagnare lo sviluppo delle zone rurali d’Europa
attraverso azioni volte a ridare vitalità
a questi territori e si aggiunge agli altri
interventi comunitari rivolti alle aree
rurali con la finalità di completarli stimolando il mantenimento e la creazione di nuove attività, la valorizzazione
delle risorse ambientali e culturali, contrastando l’invecchiamento, l’esodo
della popolazione, il calo dell’occupazione e gli altri fenomeni di tipo socioeconomico che sono all’origine di difficoltà e crisi del territorio rurale.
Questi obiettivi LEADER+ intende raggiungerli attraverso l’integrazione tra le
tante opportunità presenti nel mondo
rurale e nella sua economia: non solo
agricoltura, ma artigianato, turismo,
socializzazione, valorizzazione dell’ambiente. I principi di fondo su cui si basa
l’Iniziativa sono quelli di un approccio
dal basso dove la definizione delle esigenze di sviluppo proviene direttamente dagli operatori locali attraverso progetti ed iniziative di carattere innovativo e dimostrativo.
I beneficiari di questi interventi saranno
Gruppi di Azione Locale (GAL), un insieme di partner, per almeno il 50% di
natura privata, rappresentativi del
mondo imprenditoriale e creditizio,
delle pubbliche amministrazioni (Comuni, Comunità Montane, ecc.), nonché del tessuto sociale e culturale locale. In questo modo ciascun GAL può
rappresentare le esigenze del proprio
territorio e, partendo da queste, costruire una strategia, da tradurre in un
Piano d’azione locale, in grado di tenere vive le energie utili allo sviluppo.
LEADER+ non ha limitazioni territoriali
particolari se non quella di dover essere
applicata ad aree rurali. Secondo la
Commissione europea il criterio fondamentale di ruralità è individuato dalle
caratteristiche insediative del territorio
e, pertanto, ritiene ammissibili zone
con una popolazione compresa tra
10.000 e 100.000 abitanti e con densità media non superiore ai 120 abi-
103
tanti/km2.
L’Unione europea si prefigge di raggiungere una maggior concentrazione delle
risorse finanziarie dando rilievo a strategie di sviluppo rurale a carattere
innovativo e introducendo tematiche
prioritarie su cui imperniare i Piani di
sviluppo locale, i cosiddetti “Temi catalizzatori”:
• impiego delle tecnologie dell’informazione nelle zone rurali,
• miglioramento della qualità di vita
nelle zone rurali,
• valorizzazione dei prodotti locali
• valorizzazione del patrimonio naturale e culturale
Questi devono essere sviluppati nell’ambito di una strategia imperniata
anche sulle pari opportunità e sul ruolo
dei giovani nelle zone rurali.
LEADER+ incentiva anche la cooperazione tra territori, infatti è prevista la possibilità di cofinanziare progetti di sviluppo
rurale elaborati congiuntamente tra gruppi LEADER appartenenti allo stesso Stato
membro oppure a più Stati membri.
Attuazione del Programma
Operativo Regionale Leader+
2000-2006 in Emilia-Romagna
Le attività relative all’Iniziativa
Comunitaria Leader+ svolte durante il
104
SESTOEURORAPPORTO
le di 11.311 km2 (pari al 79% di quella eleggibile). La popolazione ammonta a circa 500.000 abitanti (55% di
quella eleggibile).
Numero di comuni
Territori interessati
1. Appennino Bolognese
2. Antico Frignano e Appennino Reggiano
3. Appennino Parmense e Piacentino
4. Altra Romagna
5. Delta del Po – Pianura Orientale
Totale generale
2002 sono state focalizzate sulla definizione delle procedure di selezione dei
GAL e la predisposizione del Complemento di programmazione. Tale scelta
nasce dalla volontà di dare piena attuazione al metodo partecipativo LEADER,
definendo, quindi, i contenuti del
Complemento di programmazione partendo dalle effettive scelte definite a
livello locale, ovvero dai contenuti dei
PAL (Piani d’azione Locale) selezionati.
La selezione dei PAL è stata effettuata
partendo dai criteri definiti con deliberazione della Giunta regionale 28
dicembre 2001 n. 3095 relativa all’approvazione dell’avviso pubblico e della
definizione degli schemi metodologici
per la strutturazione dei PAL. Le candidature presentate sono state sette e, a
seguito delle procedure di selezione,
sono stati selezionati cinque PAL relativi ai territori indicati in tabella.
Totali
di cui
parzialmente
delimitati
Popolazione
Superficie
27
31
57
33
19
4
3
17
5
8
99.904
98.894
99.916
99.290
99.284
1.591
2.104
3.704
2.240
1.672
167
37
497.258
11.311
In termini complessivi saranno interessati 167 comuni, di cui 37 parzialmen-
te delimitati (pari all’82% di quelli
eleggibili), con una superficie territoria-
Dei territori interessati, quattro sono
stati interessati dai precedenti interventi LEADER I e II, mentre uno –
Appennino Bolognese – si riferisce a
nuove aree.
Dai dati sopra riportati si evince che i
diversi territori selezionati sono omogenei dal punto di vista della popolazione
interessata, mentre per quanto riguarda
l’estensione della superficie territoriale,
si osserva che il territorio
dell’Appennino Parmense e Piacentino
SESTOEURORAPPORTO
105
incide per il 33 % sul totale della
superficie interessata.
Il Piano Operativo Regionale (POR) ed
i PAL indicano e perseguono i diversi
temi catalizzatori indicati dalle linee
direttrici comunitarie per l’iniziativa,
ma, in considerazione delle specificità
di carattere socio economico presenti
dei territori interessati, le diversità e le
propensioni del partenariato locale
emerse durante l’attivazione del
Programma, i PAL selezionati, hanno
indicato prioritariamente uno dei
seguenti temi:
– Valorizzazione dei prodotti locali, in
particolare agevolando mediante
un’azione collettiva l’accesso ai mercati per le piccole strutture produttive;
– Valorizzazione delle risorse naturali e
culturali, compresa la valorizzazione
dei siti di interesse comunitario
NATURA 2000.
Il complemento di programmazione
impostato nel 2002 ed approvato nei
primi mesi del 2003, riprende e sviluppa con maggiore dettaglio i contenuti
del Programma Operativo Regionale, in
particolare indicando per ogni Sezione
le Misure, le Azioni, le tipologie di
intervento ammissibili, le procedure di
selezione dei progetti, i beneficiati
ammissibili, nonché gli indicatori necessari al sistema di monitoraggio e valutazione.
Partendo delle scelte effettuate con il
Programma operativo Regionale, che
destina l’84% dei 28,7 milioni di Euro
totali alla Sezione 1 – “Sostegno a
strategie pilota di sviluppo rurale a
carattere territoriale e integrato, fonda-
te su un approccio ascendente e sul
partenariato orizzontale”, il piano
finanziario viene dettagliato a livello di
singola misura.
Da tale dettaglio emerge che ben il
35% delle risorse complessive sono
destinate alla realizzazione delle sette
Azioni della Misura 1.2 “Valorizzazione
del patrimonio culturale e naturale…”
Sintesi del contenuto del Complemento di programmazione
Sezioni
Misure
SEZIONE 1
Sostegno a strategie pilota di sviluppo rurale
a carattere territoriale e integrato, fondate
su un approccio ascendente e sul partenariato
orizzontale
Misura 1.1
Supporto tecnico al PAL
Azioni
Azione 1.1.1
Azione 1.1.2
Azione 1.1.3
Misura 1.2
Azione 1.2.1
Valorizzazione del patrimonio Azione 1.2.2
culturale e naturale e della
Azione 1.2.3
vitalità del territorio rurale
Azione 1.2.4
Azione 1.2.5
Misura 1.3
Innovazione e qualificazione
del sistema produttivo locale
SEZIONE 2
Sostegno a forme di Cooperazione
Interterritoriale e Transnazionale
Sezione Assistenza tecnica
Misura 1.4
Azioni di miglioramento della
capacità organizzativa delle
comunità locali
Misura 2.1 Cooperazione
Assistenza tecnica
Azione 1.2.6
Azione 1.2.7
Azione 1.3.1
Azione 1.3.2
Azione 1.3.3
Azione 1.3.4
Azione 1.3.5
Azione 1.3.6
Azione 1.4.1
Azione 1.4.2
Azione 1.4.3
Azione 1.4.4
Azione 2.1.1
Azione 2.1.2
Progettazione
Attuazione
Animazione
Promozione territoriale
Tutela ambientale
Fruizione integrata delle risorse locali
Qualificazione del patrimonio culturale e
ambientale
Sviluppo di formule organizzative a carattere collettivo
Comunicazione
Formazione
Azioni integrate intrasettoriali ed
intersettoriali
Commercializzazione
Qualificazione dell’offerta
Sviluppo di formule organizzative a carattere collettivo
Comunicazione
Formazione
Marketing territoriale
Servizi alla popolazione
Comunicazione
Formazione
Cooperazione interterritoriale
Cooperazione transnazionale
SESTOEURORAPPORTO
106
POR e del Complemento di
Programmazione.
Sezione
Misura
Costo
totale
Pubblico
Privato
Totale
UE
Totale
28.676.000 21.226.000
Sezione 1
24.526.000 17.926.000
Misura 1.1 Supporto tecnico
al PAL
5.243.131 5.243.131
Misura 1.2 Valorizzazione del
patrimonio culturale e
10.837.118 7.552.118
Misura 1.3 Innovazione e
qualificazione del sistema
produttivo locale
6.623.645 3.623.645
Misura 1.4 Azioni di
miglioramento della capacità
1.822.106 1.507.106
Sezione 2
3.350.000 2.500.000
Misura 2.1
3.350.000 2.500.000
Assistenza Tecnica
800.000
800.000
Misura AT 1
800.000
800.000
9.780.000
8.230.000
7.450.000
6.600.000
2.407.172
0
3.467.250
3.285.000
1.663.650
3.000.000
691.927
1.150.000
1.150.000
400.000
400.000
315.000
850.000
850.000
0
0
in coerenza la scelta dei temi catalizzatori effettuata dei diversi GAL.
Misura 1.4 – Azioni di
miglioramento della
capacità organizzativa
7%
Oltre alla definizione dettagliata delle
misure e delle azioni programmate, il
Misura 2.1
Cooperazione
12%
Misura AT 1
4%
Misura 1.3
Innovazione e
qualificazione del
sistema produttivo locale
17%
Distribuzione delle risorse finanziarie totali per misura
Misura 1.1
Supporto tecnico al PAL
25%
Misura 1.2 – Valorizzazione del
patrimonio culturale e naturale…
35%
Complemento di programmazione stabilisce le procedure attuative, con particolare riferimento a:
• le responsabilità gestionali (Autorità di
Gestione, Autorità di pagamento,
Autorità ambientale, nonché dei referenti per le attività di comunicazione e
per il monitoraggio e la valutazione);
• compiti dei GAL;
• le procedure di controllo per i tre
livelli individuati dal POR;
• l’impianto di monitoraggio e valutazione.
La struttura organizzativa per la gestione del Programma LEADER+ è stata
completata con l’istituzione del
Comitato di sorveglianza, ai sensi
dell’35 del Reg. (CE) a1260/99, e
del Comitato LEADER+.
Il comitato di Sorveglianza, composto
anche da rappresentati delle Commissione Europea e del Ministero delle
Politiche Agricole e Forestali (MIPAF),
ha le seguenti finzioni:
• sorveglia l’attuazione del programma
per mezzo delle informazioni derivanti dalle attività di monitoraggio,
valutazione e controllo;
• approva il Complemento di programmazione;
• approva le Relazioni annuali di esecuzione;
• approva le eventuali modifiche del
Il comitato LEADER+ prevede la partecipazione la partecipazione di tutti i soggetti coinvolti nella gestione del
Programma e dei rappresentanti delle
strutture di gestione degli interventi
relativi all’Ob. 3 e Ob.2 ed ha le
seguenti funzioni:
• sorveglia l’attuazione dei singoli PAL
per mezzo delle informazioni derivanti dalle attività di monitoraggio,
valutazione e controllo;
• approva le eventuali modifiche dei
singoli PAL che non interessano la
partecipazione dei Fondi;
• propone eventuali riallocazioni di
risorse tra le Sezioni del Programma
e tra i GAL;
• promuove il perseguimento della
complementarità tra il POR Leader +
e gli altri Programmi in atto sui territori interessati dall’iniziativa.
Il Comitato di sorveglianza si è insediato nella riunione del 25 ottobre 2002,
ed in quella sede è stata presentata la
prima stesura del Complemento di programmazione. Concluso nel 2002 il
processo di programmazione e di selezione dei PAL, il Programma LEADER+
si avvia con il 2003 nella fase di attuazione e gestione degli interventi previsti nei singoli PAL.
SESTOEURORAPPORTO
107
AZIONI
INNOVATIVE
La riforma dei Fondi strutturali 20002006 prevede che possono essere
finanziate azioni innovative17 da parte
dei singoli fondi: azioni innovative del
FSE (art. 6 del Reg.(CE) 1784/99);
azioni innovative nel settore della pesca (art. 17 del Reg.(CE) 1263/99);
azioni innovative del FESR (art. 4 del
Reg.(CE) 1783/99).
Azioni innovative FESR
Gli orientamenti per l’attuazione delle
azioni sono stati adottati dalla
Commissione europea nel gennaio
2001. Le azioni innovative finanziate
dal FESR sono destinate a creare un
laboratorio per la sperimentazione in
materia di sviluppo regionale in Europa,
sulla base di azioni realmente innovative che saranno attuate in ciascuna
regione da un partenariato composto
dal settore pubblico e privato. Lo stanziamento totale disponibile per l’intero
periodo è pari a circa 400 milioni di
euro.
La Regione Emilia-Romagna ha presentato il proprio Programma Regionale di
Azioni Innovative del FESR nel maggio
del 2001 ed è stata tra le prime regioni italiane a riceverne l’approvazione
già a dicembre del 2001. Il programma biennale “Salute, scienze
della vita e innovazione tecnologica regionale” ha un costo totale di 10.329.138 euro, di cui
2.582.284 di contributo comunitario a
coprire il 50% dell’intera spesa pubblica prevista pari a 5.164.569 euro:
Il programma intende promuovere la
competitività delle imprese regionali
che realizzano prodotti, servizi e tecnologie per il sistema sanitario, rafforzandone i legami con gli ambienti della
ricerca e dell’innovazione attraverso
una serie di interventi volti a valorizzare e potenziare il partenariato pubblicoprivato, creare un clima favorevole per
l’innovazione tecnologica, sostenere le
attività legate alla promozione della
società dell’informazione nell’ambito
dei servizi e delle attività legate alla
salute, promuovere la circolazione dell’informazione e supportare la creazione di reti.
Azioni innovative FESR - Regione Emilia-Romagna
piano finanziario indicativo
Titolo azione
Contributo UE
Cofinanziamento
pubblico
Quota privta
Totale
77.469
77.469
0
154.938
Mappatura regionale del sistema della salute e della
scienza della vita
Sostegno allo sviluppo imprenditoriale e all’innovazione
tecnologica
Sostegno allo sviluppo della ricerca applicata e del
trasferimento tecnologico
Information Society e servizi innovativi
Interscambio con altre regioni
Assistenza tecnica
387.343
387.343
0
774.686
1.291.142
645.571
51.646
129.114
1.291.142
645.571
51.646
129.114
3.873.427
1.291.142
0
0
6.445.711
2.582.284
103.292
258.228
Totale generale
2.582.285
2.582.285
5.164.569
10.329.139
Nel corso del 2002 è stato ricevuto
l’acconto del 40% da parte della
Commissione e il cofinanziamento
nazionale a valere, come per l’obiettivo
2, sul Fondo di rotazione di cui alla
legge 183/87. Nel corso dell’anno,
con la legge di variazione di bilancio, è
stato anche istituito il capitolo di cofinanziamento regionale.
A novembre sono stati emanati congiuntamente i primi due bandi, pubblicati sul Bollettino Ufficiale regionale del
2 dicembre:
– il bando relativo all’azione 1.2
“Sostegno alla ricerca applicata e al
trasferimento tecnologico nel settore
della salute”
– il bando relativo all’azione 2.2
“Società dell’informazione e servizi
sanitari innovativi”.
Entrambi i bandi avevano scadenza il
31 gennaio 2003. Sono giunte complessivamente 35 domande, 13 sulla
misura 1.2 e 22 sulla misura 2.2.
Il gruppo di valutazione dei progetti è
interdirezionale e coinvolge anche la
Direzione Generale Organizzazione,
17
Art. 22 Reg. (CE) 1260/1999 del
Consiglio del 21 giugno 1999.
108
Servizi Informativi e Telematica, e la
Direzione Generale Sanità e Politiche
Sociali. Il Programma verrà gestito con
il supporto di ASTER.
A fine dicembre 2002, inoltre, è stato
approvato il programma ERIK, presentato dalla Regione Emilia-Romagna
insieme alla Regione Toscana in co-leadership e da altre 11 regioni europee:
Lombardia, Nieder Osterreich (S),
Wallonie (B), Basse Normandie e
Lorraine (F), Bremen (D), Thessaly
(EL), Alentejo (P), Aragon e Murcia
(E), West Midlands (UK).
SESTOEURORAPPORTO
Il programma che si realizzerà nel
2003 e nel 2004, prevede due
Conferenze europee, quattro Workshop
tematici, cinque Study tours, una
Newsletter ed un sito web18. La
Regione Emilia-Romagna si avvarrà del
supporto di ASTER19.
Si tratta della seconda tipologia di programmi realizzabili nell’ambito dell’art.22 del Regolamento 1260, consistente in programmi volti alla costruzione di reti tra le regioni europee che
realizzano Programmi di Azioni
Innovative, al fine di raccogliere buone
pratiche, scambiare esperienze, sviluppare approcci condivisi e diffondere
informazioni.
La rete ERIK è una delle tre reti finanziate in questo ambito dalla DG REGIO
e riguarda una delle tre macrotematiche di sviluppo, quella delle politiche
regionali rivolte all’innovazione e alla
conoscenza. Il programma assume una
notevole rilevanza anche in vista della
futura programmazione dei fondi strutturali dopo il 2006.
18
www.eriknetwork.net
Per ulteriori informazioni contattare
[email protected]
19
PARTECIPAZIONE DELLA REGIONE
AD ALTRI PROGRAMMI D’AZIONE COMUNITARI
4
SESTOEURORAPPORTO
La partecipazione ai programmi europei
avviene generalmente con tre modalità
e con responsabilità diverse secondo il
tipo di impegno scelto: è prevista la
figura del capofila, del partecipante o
dell’associato. Il capofila presenta formalmente il progetto e, in caso di approvazione, stipula il contratto con la
Commissione assumendo, quindi, anche
la responsabilità finanziaria del progetto. Collabora, insieme ai partecipanti,
alla ideazione e realizzazione del progetto, riceve i pagamenti e si occupa di
distribuire le risorse ricevute agli altri
partner. Il partecipante collabora sia
nella fase di preparazione che di realizzazione del progetto complessivo mettendo a disposizione anche proprie risorse finanziarie. L’associato solitamente si occupa della realizzazione di una
parte del progetto e non ha l’obbligo di
impegnare proprie risorse finanziarie.
Per quanto riguarda la partecipazione,
essa avviene, generalmente, attraverso
la risposta a bandi e inviti periodici predisposti dalla Commissione europea
attraverso le proprie Direzioni Generali
e pubblicati sulla Gazzetta ufficiale
delle Comunità europee, serie C. Questi
bandi si riferiscono a uno specifico programma d’azione adottato con decisione del Consiglio e definiscono l’ambito
di intervento, le azioni finanziabili, i
beneficiari, l’entità del contributo, le
modalità e le procedure di accesso, la
scadenza ed il formulario per la presentazione dei progetti.
PROGRAMMA
“CULTURA 2000”
Il programma Cultura 20001 vuole contribuire alla creazione, conoscenza e
diffusione della cultura dei popoli europei, attraverso la cooperazione tra
organismi ed operatori culturali e le istituzioni culturali degli Stati membri e la
mobilità degli operatori della cultura. Il
programma sostiene il ruolo della cultura come fattore economico e come fattore di integrazione sociale e di cittadinanza e prevede tre tipi di azioni:
• azioni specifiche, innovative e/o
sperimentali che coinvolgono operatori di almeno tre Stati membri e, normalmente, hanno una durata annuale,
ma possono essere prorogate di due
anni;
• azioni integrate all’interno di
accordi pluriennali di cooperazione
culturale per la costituzione di reti
tematiche europee; i progetti debbono
coinvolgere almeno cinque Stati, per un
periodo massimo di tre anni;
• eventi culturali speciali con una risonanza europea e/o internazionale come, per esempio la Capitale europea
della cultura e il mese culturale europeo.
Le azioni, inoltre, possono essere: verticali relative quindi ad un solo settore
culturale: musica, arti dello spettacolo,
arti plastiche e visive, architettura, let-
teratura, libro e lettura – compresa la
traduzione –, patrimonio culturale
(beni mobili e immobili) e altre forme
di espressione artistica quali prodotti
multimediali, fotografia, cultura per
l’infanzia e arte di strada oppure orizzontali cioè azioni integrate che associano più settori.
Il programma “Cultura 2000” è aperto
alla partecipazione dei paesi dello
Spazio economico europeo, alla partecipazione di Cipro e dei paesi associati
dell’Europa centrale e orientale e con
altri paesi terzi che abbiano concluso
accordi di associazione o di cooperazione contenti clausole culturali.
Ha una durata quinquennale (1° gennaio 2000 - 31 dicembre 2004) e una
dotazione finanziaria complessiva di
167 milioni di euro. Ogni anno viene
pubblicato un invito a presentare proposte e il budget annuale è ripartito per
un massimo del 45% per le azioni
innovative, un minimo del 35% per le
azioni integrate e un 10% per le manifestazioni culturali speciali, inoltre indicativamente il 10% della dotazione
finanziaria è rivolta alle azioni orizzontali. Il sostegno comunitario non può
superare il 60% del costo previsto.
Il bando del 20012 recava una disponibilità finanziaria di 31 milioni di euro e
individuava come settore prioritario le
“arti visive” moderne e contemporanee
111
e altre quali pittura, scultura, video art,
cyber art fotografia, textile design, graphic art, arti decorative ed artigianato
d’arte. Nel corso del 2002 è uscito il
bando per il 2003 relativi alle azioni 1
e 23 in cui sarà data la priorità alle
“arti dello spettacolo” (teatro, danza,
musica, opera, lirica, teatro di strada e
circo) e successivamente per l’azione 3
che prevede il sostegno a progetti di
cooperazione relativi ad uno o più settori di attività culturale, finalizzati ad
evidenziare la presenza europea a San
Pietroburgo e gli stretti legami culturali,
passati e presenti, fra Russia ed Unione
europea. I progetti devono collocarsi
nel contesto delle celebrazioni per il
trecentenario della città, devono avere
una durata massima di un anno, e
devono essere attuati nel 2003 nella
città di San Pietroburgo.
1
Istituito con Decisione 508/2000/CE del
Parlamento europeo e del Consiglio, del 14
febbraio 2000.
2
GUCE C 230 del 15 agosto 2001.
SESTOEURORAPPORTO
112
La partecipazione della
Regione al programma
Cultura 2000
Nell’ambito del programma, la Regione
Emilia-Romagna partecipa a tre progetti: “Oltre il giardino”, “Les chemins de
la mémoire” e “E.C.A.”.
Oltre
il giardino
Durata: 12 mesi
ottobre 2001-settembre 2002
Costo totale: 291.200 euro
Contributo comunitario: 126.000 euro
Oltre il giardino ha coinvolto l’Assessorato regionale alla Cultura e la
Direzione Generale Attività produttive,
Commercio e Turismo. Capofila è la
Regione Emilia-Romagna, partners sono
la Facoltà di Arte e Disegno dell’Università di Lappiland di Rovaniemi (FIN)
e l’Accademia di Arte Figurativa di
Monaco di Baviera (D); partecipano
inoltre, come associati, l’Accademia di
Belle Arti di Bologna e l’Istituto
Superiore Industrie Artistiche/Industrial
Design di Firenze.
Nel febbraio 2002 si è svolto il seminario di lancio del progetto e, nel mese
di luglio, a Rimini, è stata inaugurata
la mostra a carattere internazionale
denominata “Paradiso perduto” e la
“Galleria a Cielo aperto” con le opere
degli studenti partecipanti ai due
workshops internazionali “Arti Visive”
a Rimini ed “Ecodesign” a Riccione nel
quale sono stati realizzati gli elementi
di arredo urbano, allestiti nella mostra
lungo le vie del centro cittadino. Sono
stati realizzati catologhi multimediali
plurilingue relativi ai due workshop. Il
progetto ha teso a favorire un’opportunità di scambio di esperienze e culture
tra giovani artisti, art-designer affermati ed emergenti e a contribuire alla sensibilizzazione di enti pubblici, operatori
del settore turistico, residenti e turisti
verso nuove forme di gestione e valorizzazione del territorio sempre più
proiettate verso un equilibrio tra turismo, cultura e salvaguardia dell’ambiente
Les chemins
de la mémoire
Durata: 12 mesi
ottobre 2001-settembre 2002
Costo totale: 300.000 euro
Contributo comunitario: 150.000 euro
Progetto IBACN
Costo totale:
45.000 euro
Contributo comunitario:
22.500 euro
墌 www.lescheminsdelamemoire.net
“Les chemins de la mémoire” L’IBACN ha partecipato come partner al
progetto che aveva come capofila il
Mémorial de Caen (F) e, fra gli altri
partners, Museoa de la Paz di Gernika
(E), D-Day Museum di Portsmouth
(UK), CEGES di Bruxelles (B) e Haus
der Geschichte di Bonn (D).
Obiettivo del progetto era costruire un
sito web sui luoghi della memoria dei
sei partners relativi alla Prima e
Seconda Guerra mondiale in Europa e
alla Guerra civile spagnola.
L’individuazione dei Luoghi di memoria
in Italia, è avvenuta tramite una
Commissione nazionale di storici, appositamente costituita.
Per ogni luogo di memoria è stata realizzata una scheda storica ed una scheda turistica con l’indicazione delle località da visitare e un corredo di immagini fotografiche in bianco nero e a colori. Tutto il sito è tradotto in cinque lingue (francese, tedesco, inglese, spagnolo e italiano).
E.C.A.
Este
Court
Archives
Durata: 12 mesi
novembre 2001-ottobre 2002
Costo totale: 293.369 euro
Contributo comunitario: 146.146 euro
墌 http://eca.cineca.it
E.C.A. Este Court Archives ha visto
come capofila l’Amministrazione provinciale di Ferrara, mentre l’Istituto Beni
Culturali della Regione Emilia-Romagna
e l’Hermitage di San Pietroburgo (RU)
partecipavano in qualità di partner
associati. Tra i partner del progetto
figurano Gemaldegalerie (D), Museo
del Louvre (F) e Narodni Galerie (CZ)
che ospitano nelle rispettive collezioni
opere di provenienza ferrarese, e che
SESTOEURORAPPORTO
sono affiancati dal Cineca, responsabile
per gli aspetti informatici.
Obiettivo del progetto è la creazione di
una banca dati, attraverso una schedatura e una documentazione iconografica, sul collezionismo estense e la
costruzione di un sito web.
PROGRAMMA
GIOVENTÙ
Il programma Gioventù è uno specifico
programma di cooperazione nel settore
della politica della gioventù ed ha l’obiettivo di promuovere un contributo
attivo dei giovani alla costruzione europea, sviluppare la comprensione interculturale, rafforzare i valori fondamentali come il rispetto dei diritti umani e
la lotta contro il razzismo e la xenofobia, sviluppare il senso della solidarietà, incoraggiare l’imprenditorialità, lo
spirito di iniziativa e la creatività, stimolare il riconoscimento dell’istruzione
non formale, rafforzare la cooperazione
di tutti coloro che sono attivi nel campo
della gioventù.
La Commissione Europea ha lanciato
nel 1989 le prime azioni prioritarie per
il sostegno di progetti giovanili di educazione informale. Dopo l’avvio nel
1992 di Gioventù per l’Europa,
che ha permesso il co-finanziamento di
scambi giovanili internazionali ed attività di formazione nel settore dell’educa-
zione interculturale, il 1996 ha visto
l’inizio della fase pilota del Servizio
Volontario Europeo, un programma interamente dedicato ad organizzazioni di volontariato socialmente utile e
senza fini di lucro ed a giovani volontari interessati a trascorrere da un minimo di sei ad un massimo di dodici mesi
in servizio di volontariato in un paese
diverso dal proprio. Nel 2000 l’Unione
Europea ha approvato Gioventù uno
specifico programma per l’educazione
informale dei giovani dell’Unione e di
quelli dei paesi terzi con i quali esistono rapporti di cooperazione. Accanto a
Leonardo -formazione professionale, ed
a Socrate-educazione formale,
Gioventù4 riunisce ed amplia i singoli
programmi e linee di finanziamento
destinate a progetti per l’educazione
informale dei giovani dai 15 ai 25 anni
di età. Approvato per il periodo gennaio
2000-dicembre 20065 ha una dotazione finanziaria complessiva di 520
milioni di euro è attuato attraverso 5
distinte azioni:
– scambi Gioventù per l’Europa;
– Servizio volontario europeo;
– Iniziative per i giovani, di gruppo e
capitale futuro;
– Azioni congiunte con i programmi
Socrate e Leonardo da Vinci;
– Misure di accompagnamento che prevedono formazione e cooperazione
degli attori della politica della gioventù,
informazione per i giovani e studi sulla
gioventù, informazione e visibilità delle
azioni e misure di sostegno (in cui rientrano i contributi per le Agenzie nazionali e l’assistenza tecnica e supporto
operativo).
Il programma è aperto, oltre che ai
paesi candidati all’adesione, a Norvegia, Islanda e Liechtenstein6 e, a determinate condizioni, anche con paesi
terzi dell’area mediterranea,
dell’Europa sud-orientale, della
Comunità degli Stati Indipendenti e
dell’America Latina.
La partecipazione della
Regione al programma
Gioventù
Nell’ambito del programma la Regione
ha partecipato al progetto “Pace a
quattro voci” e ad una serie di iniziative finanziate attraverso il Progetto
Giovani gestito dalla Direzione generale
Sanità e Politiche sociali.
Pace a quattro voci è un progetto
promosso dal Coordinamento delle
Associazioni per la Scuola di Pace di
Monte Sole e dalla Regione EmiliaRomagna (Direzione Generale alla
Presidenza della Giunta); partners
sono: Israel/Palestine Centre for
Research and Information di
113
Gerusalemme, The Ghetto Fighters
House-Centre for Humanistic Education
D.N. Western Galilee (IL) e KurveWustrow-Bildungs Und
Begegnungsstätte für Gewaltfreie
Aktion E.V. (D). Il progetto, che ha
avuto un costo complessivo di 72.000
euro, è stato cofinanziato anche dai
programmi Leonardo e Socrates.
Dall’11 al 21 agosto 2002, presso la
Scuola di Pace di San Martino di Monte
Sole (BO), si è svolto il seminario per i
giovani dei quattro paesi coinvolti e
che ha visto la partecipazione di 10
ragazzi per ogni delegazione accompagnati da due educatori. Obiettivo del
progetto era quello di favorire l’incontro, il dialogo e lo scambio di esperienze, conoscenze tra giovani provenienti
da culture diverse e costruire le premesse per un dialogo duraturo, anche in
condizioni di grave difficoltà e di violenza determinate da una situazione di
guerra. Momenti centrali dell’esperienza sono state le giornate dedicate alla
riflessione sui diritti umani e quella
dedicata alla visita al luogo e alla
4
www.gioventu.it.
Istituito con decisione 1031/2000/CE del
Parlamento Europeo e del Consiglio del 13
aprile 2000.
6
Paesi AELS-SEE.
5
114
riflessione sul tema storia-memoria-risoluzione nonviolenta dei conflitti.
Il Progetto Giovani
La Giunta Regionale, attraverso il proprio Progetto Giovani, ha proseguito il lavoro attivato alla fine del 2000
per aumentare la partecipazione degli
enti locali e delle organizzazioni giovanili della regione ai microfinanziamenti
disponibili attraverso Gioventù. È continuata l’attività di consulenza per enti
locali ed organizzazioni di tutte le province per illustrare nei dettagli le progettualità finanziabili attraverso le cinque azioni del programma: Azione 1.
Scambi internazionali; Azione 2.
Servizio Volontario Europeo; Azione 3.
Iniziative giovani/Progetti di gruppi
giovanili spontanei; Azione 4. Progetti
congiunti con Leonardo e Socrate;
Azione 5. Formazione ed attività di
SESTOEURORAPPORTO
sostegno agli scambi giovanili ed alle
attività di volontariato internazionale.
Il Libro bianco sulle politiche giovanili,
pubblicato dalla Commissione europea
nel novembre 2001 con il titolo Un
nuovo impulso per la gioventù
europea7, ha rappresentato il principale filo conduttore per la dimensione
internazionale delle politiche giovanili
regionali nel 2002 e numerose sono
state le occasioni di approfondimento
organizzate dagli enti locali e dall’associazionismo giovanile regionale per
rivedere le attività portate avanti proprio alla luce del Libro bianco della
Commissione. Nel primo anniversario
della pubblicazione del Libro bianco è
stata organizzata a Bologna, il 25 novembre 2002, la seconda Conferenza
regionale per le politiche giovanili8, a
cui hanno partecipato circa trecento
esponenti di organizzazioni giovanili ed
enti locali regionali, oltre al Presidente
del Forum Europeo della Gioventù ed al
responsabile nel Gabinetto del
Presidente Prodi del settore gioventù e
cultura.
Oltre ai finanziamenti attivati tramite
Gioventù, nel 2002, si sono attivati
anche i primi progetti organizzati da
enti locali con altri due programmi giovanili europei: Gioventù Euromed9
che favorisce la cooperazione in campo
giovanile fra i paesi membri
dell’Unione europea e quelli della riva
sud del Mediterraneo che hanno sottoscritto il Partenariato Euro-mediterraneo, e quello di Cooperazione giovanile del Consiglio d’Europa.10
tivi disponibili dei finanziamenti attivati
per l’Emilia-Romagna per il 2002 con
Gioventù sono:
Il totale dei finanziamenti ottenuti per
il 2002 in Emilia-Romagna è quindi di
980.729,24 euro, contro i
825.068,92 euro per l’anno
precedente.
Anche per il 2002 per completare il
quadro delle risorse attivate sui programmi giovanili europei sono da menzionare le sei strutture Eurodesk – a
Modigliana (FC), Ferrara, Parma,
Ravenna, Reggio Emilia e Riccione –
specializzate nel fornire informazioni
sui programmi comunitari.
Gioventù resta però la principale fonte
di co-finanziamento per i programmi
giovanili europei organizzati da enti
dell’Emilia-Romagna. Con l’eccezione
dell’Azione 4, i cui primi finanziamenti
sono previsti per il 2003, i dati riassun-
Azione 1
Scambi
giovanili
internazionali
Azione 2
Servizio
volontario
europeo
Azione 3
Iniziative
giovani
Azione 5
Formazione e
sostegno alle
Azioni 1 e 2
Enti locali
ONG
Gruppi giovanili
50.561,66
321.624,27
75.750,00
444.470,86
—
—
59.907,45
18.100,00
10.315,00
Totale
372.18593
520.220,86
59.907,45
28.415,00
7
http://europa.eu.int/comm/education/
youth/whitepaper/download/whitepaper_it.
pdf
8
www.emiliaromagnasociale.it/
giovani/index.htm
9
http://europa.eu.int/comm/education
/youth/priorities/euromed.html
10
www.coe.int/T/E/Cultural_Co-operation/Youth/
SESTOEURORAPPORTO
PROGRAMMA
LEONARDO
DA VINCI
Il programma Leonardo da Vinci si propone, attraverso la cooperazione transnazionale, di sviluppare la qualità, l’innovazione e la dimensione europea nei
sistemi e nelle prassi di formazione
professionale. Si inserisce, quindi, tra
le politiche dell’occupazione al fine di
rafforzare l’occupabilità, l’adattabilità,
lo spirito imprenditoriale e di promuovere le pari opportunità. Il programma
infatti si prefigge i seguenti obiettivi:
– rafforzare capacità e competenze
delle persone, soprattutto dei giovani,
che seguono una prima formazione
professionale, in particolare attraverso
la formazione in alternanza e l’apprendistato;
– migliorare la qualità della formazione professionale permanente e dell’acquisizione di capacità e competenze su
tutto l’arco della vita attiva;
– promuovere e potenziare il contributo della formazione professionale al
processo di innovazione al fine di
migliorare la competitività e lo spirito
imprenditoriale;
attraverso le seguenti misure transnazionali:
a) sostegno alla mobilità sia dei partecipanti alla formazione che dei formatori;
b) progetti pilota basati su partenariati intesi allo sviluppo dell’innovazione e della qualità della formazione,
incluse le azioni volte all’uso delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione (TIC);
c) promozione delle competenze
linguistiche e della comprensione
delle diverse culture;
d) sostegno alle reti di cooperazione
transnazionali per lo scambio di
esperienze e buone prassi;
e) sviluppo e aggiornamento del
materiale di riferimento;
f) azioni congiunte con altri programmi ed azioni comunitarie per la
promozione di un’Europa della conoscenza, in particolare quelli in materia
di istruzione e gioventù;
g) misure di accompagnamento
tra le quali rientra anche la rete transnazionale dei Centri risorse nazionali
per l’orientamento professionale.
Il programma Leonardo da Vinci è aperto alla partecipazione dei paesi dello
Spazio economico europeo, dei paesi
PECO, di Cipro, di Malta e della Turchia. Ha una durata settennale (1°
gennaio 2000-31 dicembre 2006)11 e
una dotazione finanziaria complessiva
di 1150 milioni di euro.
In Italia il programma Leonardo da
Vinci è coordinato dal Ministero del
Lavoro e della Previdenza Sociale e dal
Ministero della Pubblica Istruzione, che
si avvalgono dell’assistenza tecnica
dell’ISFOL presso il quale è istituita
l’Agenzia Nazionale. Ad integrazione
del bando comunitario, i Ministeri coordinatori del Programma, pubblicano un
invito nazionale in cui sono specificate
le priorità di particolare interesse per i
Ministeri stessi.
Sono previste tre diverse procedure di
selezione: la procedura A che si applica
solo alle azioni di mobilità, è totalmente decentrata a favore degli Stati membri a cui la Commissione europea attribuisce una sovvenzione globale gestita
attraverso le Agenzie Nazionali. In questo caso le proposte sono presentate
all’Agenzia che, sulla base di un capitolato d’oneri stabilito a livello comunitario, effettua la valutazione e redige
una lista dei programmi selezionati trasmettendola per informazione alla
Commissione e alle altre Agenzie
Nazionali.
La procedura B che si applica ai progetti pilota (escluse le azioni tematiche),
competenze linguistiche e reti transnazionali, prevede una presentazione preliminare all’Agenzia Nazionale ed i progetti da essa selezionati vengono proposti definitivamente sia all’Agenzia
che alla Commissione Europea. A segui-
115
to di consultazioni Commissione/Stato
membro e con il parere del Comitato
Leonardo, viene definita la lista delle
proposte approvate e all’assegnazione
della dotazione finanziaria necessaria
ad ogni Stato per la realizzazione dei
progetti.
La procedura C che si applica alle azioni tematiche, materiale di riferimento
ed azioni congiunte, è invece totalmente accentrata a livello comunitario e
prevede una presentazione preliminare
alla Commissione europea e per conoscenza all’Agenzia Nazionale, ed i progetti selezionati vengono proposti definitivamente alla Commissione che,
dopo il parere del Comitato Leonardo,
definisce la lista delle proposte approvate.
La partecipazione della
Regione al programma
Leonardo da Vinci
Nel corso del 2002, la Regione EmiliaRomagna ha partecipato ai progetti
OPUS, DREAM JOB e INTRA TOOLS.
11
Istituita con decisione 1999/382/CE del
26 aprile 1999.
SESTOEURORAPPORTO
116
OPUS
Opportunities
of Proficiencies
for University
Students
Durata: 24 mesi
ottobre 2001-settembre 2002
Costo totale: 177.100 euro
Contributo comunitario: 94.500 euro
OPUS (Opportunities of Proficiencies
for University Students) ha coinvolto
Agenzia Emilia-Romagna Lavoro.
Capofila è la Regione Emilia-Romagna
mentre la Fondazione Alma Mater è
l’organismo di coordinamento, altri
partners sono l’Agenzia Regionale per il
Diritto allo Studio Universitario e
SIN.FORM di Bologna, la Fondazione
ADEIT di Valencia (E), IFRADE (Institut
de Formation ed de Recherche pour les
Acteurs du Developpement et de
l’Entreprise) di Angers (F) e OLC
International Ltd. Educational
Consultants worldwide di Londra (UK).
Il progetto ha voluto creare opportunità
di mobilità a livello europeo per studenti universitari, con l’obiettivo di arricchire il curriculum vitae dei partecipanti di
competenze professionali e linguistiche
acquisite con esperienze formative “in
situazione” ovvero in aziende e/o
imprese straniere. fatte in impresa
mediante la realizzazione di tirocini, al
fine di sostenere la transizione nel
modo del lavoro. I partecipanti individuati dopo una selezione ed idonea
preparazione linguistica, hanno potuto
partecipare ai tirocini organizzati dai
partners stranieri. Sono stati attuati 30
tirocini transnazionali in Francia e
Spagna, che hanno coinvolto prevalentemente laureandi in materie umanistiche. Al termine del tirocinio, della durata di tre mesi, a ogni partecipante è
stata rilasciata la “Dichiarazione di
Competenze” e “Europass-formazione”
che attesta il percorso formativo europeo.
DREAM JOB
Development
Relationship
in European
Apprenticeship
Methodologies
to Join Organizational Best pratices
Durata: 36 mesi
dicembre 2001-dicembre 2004
Costo totale: 359.812 euro
Contributo comunitario: 179.906 euro
“DREAM JOB, rete transnazionale sull’apprendistato” è un progetto a cui
partecipa, come partner, la Agenzia
Emilia-Romagna Lavoro. Capofila è
EBER – Ente Bilaterale Emilia-Romagna
Altri partners sono: IAL EmiliaRomagna, Ecap Emilia-Romagna,
ENFAP Emilia-Romagna, ECIPAR Soc.
Cons. a R.L., Form.Art; Scienter,
Università degli Studi di Bologna Dipartimento di Scienze
dell’Educazione, Institut Supèrieur de
Techologie di Toulouse (F), FIMPsychologie, Universitat ErlangenNurnberg di Erlangen (D), The People’s
College Nottingham (UK), Instituto
Municipal de Formazion y Empleo di
Granada (E) ed IFPME di Bruxelles (B).
Il progetto si propone di migliorare la
qualità del sistema di formazione professionale continua, favorendo l’acquisizione ed il confronto di strumenti, lo
sviluppo di competenze professionali da
parte di operatori del sistema regionale, attraverso la costruzione di reti
transnazionali di collaborazione sul
tema dell’apprendistato inteso come
prima fase di un percorso di long life
learning, con obiettivo finale di costruzione di un portale.
Nel corso del 2002 sono state avviate
le procedure per strumentazione tecnica per la costruzione della rete ed è
stata creata l’architettura del portale.
Per quanto riguarda la diffusione interna dei risultati raggiunti sono state convocate riunioni ad hoc, da parte di alcuni partners, per disseminare al proprio
interno i primi risultati raggiunti dal
progetto.
SESTOEURORAPPORTO
IN.TRA TOOLS
Individual
TRAining Tools
Durata: 24 mesi
Gennaio 2002-dicembre 2003
Costo totale: 286.419 euro
Contributo comunitario: 214.815 euro
IN.TRA TOOLS (Individual TRAining
Tools) è un progetto che coinvolge,
come partner, la Direzione Generale
Cultura, Formazione e Lavoro. Capofila
è la Regione Toscana che ha delegato
Siderfor per il coordinamento del progetto. Altri partners sono le Regioni
Liguria e Piemonte, Confindustria, Cisl,
Cgil e Uil nazionali, I.P.S.I.A. Orlando di
Livorno, Zukunftsbau GMBH di Berlino
(D), FLC Fundacion Laboral de la
Construccion di Sevilla (E) e CNAM
Conservatoire National des Arts et
Métiers di Nantes (F).
Il progetto intende favorire lo sviluppo
di un sistema di Formazione Flessibile
Individualizzata che comprenda situazioni d’apprendimento (sia formali
come l’istruzione, la formazione strutturata, e l’apprendistato sia informali
come la pratica professionale) sufficientemente flessibili da potersi integrare in
un processo di professionalizzazione
individualizzato basato su di un sistema di competenze accessibili e capitalizzabili lungo tutto l’arco della vita
lavorativa. Beneficiari del progetto sono
i giovani soggetti all’obbligo formativo
con particolare attenzione alle categorie che presentano condizioni di svantaggio.
Nel corso del 2002 sono state definite
le linee generali di un modello di formazione flessibile in grado di garantire
percorsi formativi personalizzati e
organizzato come sistema integrato di
istruzione e formazione. Nel corso di
due giornate seminariali svoltesi il 12
e 13 aprile 2002 e in successivi incontri singoli presso ogni struttura partner
sono state esaminate le esperienze
maturate dalle singole organizzazioni
e quindi definita una griglia di analisi
comparativa.
117
PROGRAMMA La partecipazione della
RAFFAELLO Regione al programma
Raffaello12, ora confluito nel programma “Cultura 2000”, era volto a promuovere la cooperazione nel settore
dei beni culturali con l’obiettivo di conservare e valorizzare il patrimonio culturale europeo rafforzando l’accesso
del pubblico ai beni culturali. Il programma, nel periodo 1997-2000, prevedeva tre azioni:
Azione I –
Conservazione, salvaguardia e valorizzazione dei beni culturali mediante la
cooperazione europea. Creazione di reti
di cooperazione finalizzate allo studio,
alla salvaguardia ed alla valorizzazione
di beni culturali;
Azione II –
Cooperazione per lo scambio di esperienze e sviluppo di tecniche applicate
al settore dei beni culturali, incentivando la cooperazione transnazionale tra
istituzioni attraverso lo scambio di
conoscenze e sviluppo delle migliori
pratiche;
Azione III –
Accesso, partecipazione e sensibilizzazione del pubblico ai beni culturali.
12
Istituito con decisione 2228/97/CE del
13 ottobre 1997.
Raffaello
TERPSYCHORE
Durata: 36 mesi
maggio 1999-maggio 2002
Costo totale: 248.527 euro
Contributo comunitario: 116.807 euro
Progetto IBACN
Costo totale:
107.538,63 euro
Contributo comunitario: 47.538,63
墌 www.ibc.regione.emilia-romagna.it
La Regione Emilia-Romagna, tramite
l’IBACN ha partecipato, come partner, al
progetto TERPSYCHORE. Capofila è
TanzfilmInstitut di Brema (D), altri partners sono: Vlaams Institut di Bruxelles
(B) e l’associazione “Napolidanza” di
Napoli, mentre ETI, “Riccione Teatro” e
“Teatro Municipale Valli” di Reggio
Emilia partecipano come partner associati unitamente a Polski Osrodek
118
Miedzynardowega Instytutu Teatralnega
di Varsavia (PL), Magyar Tancmuveszek
Szovetsege di Budapest (HU), Carina
Ari Stiftelsen di Stoccolma (S) e
VideoPlace di Londra (UK).
Obiettivo del progetto è avviare e coordinare la realizzazione di una rete di
archivi di video sulla danza e la salvaguardia della loro memoria storica. Si è
inteso creare e rafforzare una coscienza per la dimensione europea della storia della danza come fondamentale fattore culturale e artistico. Punti salienti
del progetto sono il lavoro di ricostruzione e di restauro dei film e dei video
europei a rischio e il loro trasferimento
su sistemi video di alta qualità o la loro
digitalizzazione; l’elaborazione di
nuove forme di rappresentazione del
materiale per gli esperti e per il pubblico; l’armonizzazione e la generazione
di banche dati. L’IBACN partecipa al
progetto coordinando, in particolare, le
attività relative a questo ultimo punto.
Nel corso del 2002 è stato realizzato
un OPAC (Open Access Catolog) in
quattro lingue (francese, inglese, italiano e tedesco), è stata effettuata l’analisi e l’importazione dei dati catalografici prodotti dagli altri partners nel database comune ed è stata costituita la
banca dati sulle videoteche teatrali presenti nei paesi partners, I risultati del
progetto sono stati presentati nel corso
dell’evento finale tenutosi a Napoli.
SESTOEURORAPPORTO
PROGRAMMA
SOCRATE
Il programma Socrate13 è un programma di cooperazione nel campo dell’istruzione ed ha l’obiettivo di rafforzare
la dimensione europea dell’istruzione
di qualità a tutti i livelli promuovendo
l’apprendimento lungo tutto l’arco della
vita, basato sulla formazione e sull’istruzione sia formale che informale e
sostenendo lo sviluppo delle conoscenze, attitudini e competenze atte a favorire la cittadinanza attiva e l’ingresso
nel mondo del lavoro. Questi obiettivi
sono realizzati tramite diverse azioni:
Azione 1
insegnamento scolastico (Comenius),
Azione 2
insegnamento superiore (Erasmus),
Azione 3
educazione degli adulti e altri percorsi
educativi (Grundtvig),
Azione 4
insegnamento e apprendimento delle
lingue (Lingua),
Azione 5
insegnamento aperto e a distanza; tecnologie dell’informazione e della comunicazione nel settore dell’istruzione
(Minerva),
Azione 6
osservazione e innovazione,
Azione 7
azioni congiunte con altri programmi
ed azioni comunitarie per la promozione di un’Europa della conoscenza, in
particolare Leonardo e Gioventù,
Azione 8
misure di accompagnamento.
Il programma Socrate è aperto alla partecipazione dei paesi AELS-SEE14 nel
contesto dell’accordo sullo Spazio economico europeo, dell’Europa centrale
ed orientale associati, di Cipro, di
Malta e della Turchia; con esso la
Comunità interviene in tutti i livelli dell’insegnamento scolastico, comprese le
scuole materne ed elementari, sviluppando lo scambio di informazioni, stimolando scambi tra istituti di istruzione
e la mobilità di studenti ed insegnanti,
incoraggiando l’insegnamento aperto e
a distanza, promuovendo un migliore
riconoscimento dei diplomi e dei periodi
di studio.
Ha una durata settennale (1° gennaio
2000-31 dicembre 2006) e una dotazione finanziaria complessiva di 1.850
milioni di euro di cui almeno il 27% è
riservato a Comenius, il 51% a
Erasmus e il 7% a Grundtvig.
Sono previste due diverse procedure di
selezione: le Azioni decentrate, in cui
rientrano i partenariati scolastici, le attività di mobilità nell’ambito di partenariati di formazione per il personale
docente scolastico, visite e scambi nell’ambito dell’educazione degli adulti,
visite di studio Arion, mobilità degli studenti e dei docenti universitari, prevedono la presentazione all’Agenzia
nazionale Socrate. Gli Stati membri, a
cui sono stati assegnati i fondi comunitari per queste azioni, con l’assistenza
dell’Agenzia, seleziona i progetti ed
assegna un aiuto finanziario secondo
gli orientamenti generali definiti dalla
Commissione.
Per le Azioni centralizzate che comprendono le attività di cooperazione
multilaterali, Lingua, Minerva, nuove
iniziative, cooperazione interuniversitaria, reti tematiche Erasmus, reti per
l’educazione degli adulti, osservazione
e misure di accompagnamento, è prevista una presentazione preliminare
alla Commissione che provvede a trasmetterne copia all’Agenzia nazionale
che esprime un parere in merito. La
Commissione valuta le proposte di progetto ricevute e dopo il parere del
Comitato Leonardo, stabilisce la lista
dei progetti approvati con la relativa
assegnazione finanziaria.
13
Istituito con decisione 95/819/CE e con
decisione n. 253/2000/CE del 24 gennaio
2000 è stata attivata la seconda fase del
programma per il periodo 2000-2006.
14
Islanda, Liechtenstein e Norvegia.
SESTOEURORAPPORTO
La partecipazione della
Regione al programma
Socrate
Nell’ambito di Socrate, la Regione
Emilia Romagna partecipa ai progetti
“Circoli Europa”, “IRENE” e
“Euroedult”.
Circoli Europa è un progetto che
coinvolge la Direzione Generale
Cultura, Formazione e Lavoro. Iniziato
nel 1995, in collaborazione con le
Regioni di Pays de la Loire (capofila del
progetto – F), Schleswig-Holstein (D),
Repubblica d’Irlanda, Irlanda del Nord,
Lago Balaton (HU) Skane (S) e
Oresund (DK).
L’obiettivo del progetto è la sensibilizzazione dei giovani alla realtà comunitaria ed all’integrazione delle culture
europee attraverso il coinvolgimento
degli Istituti secondari superiori in progetti ed attività di natura transnazionale.
È stato realizzato un sito web, la cui
gestione è affidata da settembre 2002
all’I.T.I. “Aldini Valeriani di Bologna,
predisposto per agevolare le scuole
nella ricerca di partner europei e nella
collaborazione fra questi e che registra
l’adesione di più di 330 scuole di cui
70 della nostra Regione. Come risulta-
墌 www.cercleseurope.org
to delle collaborazioni transnazionali
attivate negli ultimi anni per stimolare
le relazioni tra gli studenti e i docenti
dell’Emilia-Romagna e quelli delle
regioni partners, è in via di realizzazione il progetto “Modulo Europa” finalizzato alla predisposizione di un percorso
formativo rivolto ai docenti delle scuole
coinvolte. La nostra regione parteciperà, inoltre, con ragazzi e docenti delle
scuole secondarie superiori di tutto il
territorio regionale, al Festival dei Licei
e al concorso “Europe XXV”, iniziative
organizzate dalla Regione Pays de
Loire.
119
IRENE
Durata:
36 mesi
ottobre 2002settembre 2005
IRENE è un progetto che coinvolge la
Direzione Generale Cultura, Formazione
e Lavoro e l’Istituto regionale di ricerca
educativa (IRRE-ER) Approvato nella
linea di finanziamento Comenius, si
svolge in collaborazione con: Land
Hessen (capofila del progetto – D), le
regioni Wielkopolska (PL) e
Suomi/Helsinki (FIN).
Gli obiettivi del progetto sono principalmente quelli di risvegliare nei giovani
l’interesse nei confronti dell’Europa, del
processo dell’integrazione europea e
sviluppare in essi il senso dell’identità
regionale, nazionale ed europea. Si
propone pertanto di migliorare la formazione dei professori e del personale
scolastico su queste tematiche, realizzando moduli formativi sull’analisi dei
processi di formazione politica, dello
sviluppo dell’identità e dei processi di
apprendimento interculturale. Sarà realizzato un sito web con service online,
prodotte brochures e una mostra itinerante attraverso la quale dare visibilità
al processo di cooperazione transnazionale e stimolare l’ampliamento e la diffusione dei risultati del progetto.
EUROEDULT
Durata: 24 mesi
ottobre 2001-ottobre 2003
Costo totale: 167.700 euro
Contributo comunitario: 125.775 euro
Progetto IBACN
Costo totale:
16.000 euro
Contributo comunitario:
8.000 euro
L’Istituto per i Beni Artistici, Culturali e
Naturali dell’Emilia-Romagna (IBACN)
partecipa come partner al progetto
EUROEDULT. Capofila è Bayerische
Volkhochschulverband (D); altri partners sono: Ecole du Louvre (F),
European Museum Forum (UK) e
University di Pécs (HU).
Si tratta della seconda fase del progetto Euroedult; nella prima fase è stato
definito il profilo professionale e il percorso formativo del “mediatore culturale. Compito di questa figura è di stabilire un legame tra musei e settore della
formazione continua, progettando iniziative didattiche e formative innovative, rivolte ad un pubblico di adulti e
120
utilizzando a pieno le risorse didatticoeducative degli istituti dove si conserva
il patrimonio culturale. Il progetto
intende costruire un sistema di riconoscimento di crediti formativi a livello
europeo che permetta la qualificazione
dei professionisti del settore e garantisca la loro mobilità in ambito comunitario. In questa seconda fase vengono
progettate e sperimentate unità didattiche, in particolare nel 2002 a Bologna
si è svolto il corso di inglese applicato
ai musei e alla didattica museale.
SESTOEURORAPPORTO
PROGRAMMA STOP
Il Programma Stop si propone di
promuovere e potenziare la
cooperazione tra i vari responsabili in
materia di lotta contro la tratta degli
esseri umani e lo sfruttamento
sessuale dei bambini. Obiettivo
generale è quello di contribuire a
creare un elevato livello di sicurezza
dei cittadini prevenendo e
combattendo la tratta degli esseri
umani e tutte le forme di sfruttamento
sessuale dei bambini, compresa la
pornografia infantile e le violenze ad
essa legata, nonché fornire assistenza
alle vittime.
Sono previste diverse azioni:
• formazione, scambi e tirocini, studi
e ricerche, riunioni e seminari,
divulgazione dei risultati conseguiti
nell’ambito del programma;
• azioni specifiche organizzate da
Stati membri che presentano un
interesse particolare con riferimento
alle priorità del programma o alla
cooperazione con i paesi candidati
all’adesione;
• misure complementari, organizzate
da Stati membri, quali seminari,
riunioni di esperti o altre azioni volte
alla divulgazione delle informazioni
acquisite nell’ambito del programma.
Il programma Stop II15 ha una durata
biennale (2001-2002) e una dotazione finanziaria complessiva di 4 milioni
di euro. Per ogni anno di attuazione, la
Commissione elabora un programma di
lavoro annuale che definisce obiettivi
specifici, priorità tematiche e relative
condizioni di partecipazione nonché la
scadenza per la presentazione dei progetti16. Per essere ammessi al finanziamento i progetti devono prevedere la
partecipazione di almeno tre Stati
membri o di due Stati membri ed un
paese candidato all’adesione.
La partecipazione della
Regione al programma
Stop
Nell’ambito della prima fase del programma Stop (1996-2000), la
Direzione Generale Sanità e Politiche
Sociali ha partecipato al progetto
Osservatorio
sull’applicazione
dell’art. 18 del
D.lgs 26/7/1998,
n. 286 nel
contesto delle
norme di contrasto
della criminalità contro i migranti
Durata: 12 mesi
novembre 2000-novembre 2001
Costo totale: 206.250 euro
Contributo comunitario: 165.000 euro
“Osservatorio sull’applicazione dell’art.18 del D.lgs 26/7/1998, n.
286 nel contesto delle norme di contrasto della criminalità contro i
migranti”.
Capofila è la Regione Emilia-Romagna,
altri partners sono l’associazione On
the Road di Martinsicuro, la Facoltà di
Giurisprudenza di Bologna, i
Dipartimenti di Scienze Giuridiche e
Scienze Sociali dell’Università di Torino,
l’Università degli Studi di Francoforte
(D) e di Barcellona (E).
La realizzazione del progetto ha consentito l’attivazione di un Osservatorio
sull’applicazione dell’art.18 del
Decreto legislativo 286/98. Oltre all’
15
Decisione 2001/514/GAI del Consiglio,
del 28 giugno 2001.
16
Per il programma per il 2001 vedi GUCE
C199 del 14 luglio 2001
SESTOEURORAPPORTO
analisi comparativa a livello degli ordinamenti giuridici nei paesi partner partecipanti al progetto, sono stati raccolti
ed analizzati i dati sui permessi accordati, non accordati, revocati, da parte
delle Questure, sul contenzioso giudiziario inerenti ai permessi, sui procedimenti penali collegati e dei loro esiti,
sulle relazioni e i rapporti di cui agli
art.25 e 26 del regolamento di attuazione del T.U.
L’insieme degli elementi raccolti e delle
ricerche sui contesti locali sono contenuti in un rapporto, unitamente a relazioni di approfondimento sulle situazioni regionali scelte a campione, presentato nel corso del convegno internazionale conclusivo tenutosi a Bologna il
23 e 24 maggio 2002, con il patrocinio sia della Commissione europea che
del Ministero Pari Opportunità.
PROGRAMMA
URB-AL
Il Programma Urb-AL è un programma
di cooperazione decentrata adottato
dalla Commissione europea nel dicembre 1995 che prevede la creazione di
reti fra città, regioni e collettività locali
e territoriali dell’Unione Europea e
dell’America Latina su temi di interesse
comune con l’obiettivo di sviluppare
un’associazione diretta e duratura fra
gli associati locali attraverso l’incontro,
lo scambio ed il trasferimento di conoscenze ed esperienze.
Con Urb-AL sono previsti tre tipi di attività: incontri biennali, reti tematiche e
progetti comuni. Gli incontri biennali, a
cui partecipano i rappresentanti istituzionali delle città europee e
dell’America Latina, hanno carattere
politico e tecnico, sono volti a favorire
gli scambi di esperienze, a definire
priorità comuni ed identificare meccanismi di azioni relativi alle tematiche prescelte e terminano con una
Dichiarazione d’azione sottoscritta dai
partecipanti allo scopo di assicurarne il
successo. Il primo incontro, sulla
Riabilitazione urbana, si è svolto a
Lisbona il 12 e 13 giugno 1998, il
secondo, tenutosi a Rio de Janeiro dal
17 a 19 settembre 2001, ha avuto
come tema L’integrazione sociale nella
città.
La prima fase del programma ha portato alla costituzione di otto reti tematiche (Città e droga, Conservazione
ambienti storici urbani, Democrazia
nelle città, Città quale promotore di sviluppo economico, Politiche sociali urbane, Ambiente urbano, Gestione e controllo dell’urbanizzazione, Controllo
mobilità urbana) che costituiscono quadri di cooperazione permanenti all’interno delle quali vengono decise iniziative volte a sviluppare relazioni di partenariato durature e la realizzazione di
progetti di interesse comune. Ogni rete
tematica, di durata triennale, è coordinata da un’autorità locale selezionata
tramite un invito a presentare proposte
pubblicato sulla GUCE. All’interno di
ogni rete, sempre sulla base di inviti a
presentare proposte, vengono realizzati
progetti comuni.
Per la seconda fase Urb-AL II, valido
per il quinquennio 2001-2005, sono
previste sei nuove reti tematiche
(Finanziamenti locali e bilancio partecipativo, Lotta contro la povertà in
ambiente urbano, Edilizia urbana,
Promozione della presenza femminile
nelle istanze decisionali locali, Città e
società dell’informazione, Sicurezza
degli abitanti delle città) per il cui coordinamento è già uscito il bando17 che
mette a disposizione 3 milioni di euro.
121
La partecipazione della
Regione al programma
Urb-AL
Nell’ambito della prima fase di Urb-AL,
la Direzione Generale Sanità e Politiche
Sociali ha partecipato alla rete “Città e
droga” (coordinata dal comune di
Santiago del Cile) e alla rete 5
“Politiche sociali urbane” (coordinata
dal comune di Montevideo). Per quanto concerne la rete 5 la Regione EmiliaRomagna ha coordinato il progetto
Media-Mente.
17
GUCE C 12 del 16 gennaio 2002, la scadenza per il ricevimento delle domande è il
15 giugno 2002.
SESTOEURORAPPORTO
122
Media-Mente
Durata: 15 mesi
aprile 2001-luglio 2002
Costo totale: 196.741 euro
Contributo comunitario: 98.371 euro
“Media-Mente” ha visto la partecipazione, come partner, delle città di
Rotterdam (NL) e Montevideo (UY),
delle Prefetture di Rio de Janeiro (BR)
e Buenos Aires (AR). Il progetto sulla
Mediazione Sociale si proponeva di
effettuare un’analisi sistematica ed
organica dei bisogni locali esistenti,
mediante una ricerca-azione da effettuare in ciascuna città partecipante, con
il fine di definire una prima mappa dei
conflitti sociali e di promuovere il confronto sulle azioni relative al progetto e
lo scambio delle modalità d’azione
innovative e sperimentate di intervento
sociale mediante incontri seminariali fra
le città partecipanti
Nell’aprile 2002 si è tenuto a Rio de
Janeiro il secondo seminario di confronto sui dati raccolti attraverso la ricercaazione e si è concluso, a Bologna, il
corso di formazione per Mediatori
sociali. La formazione a distanza ha
consentito la partecipazione al corso
degli operatori delle altre città coinvolte. Il progetto si è concluso con la rea-
lizzazione dell’ultimo seminario tenutosi a Bologna l’11 e 12 luglio 2002 nel
quale sono stati presentati tutti i dati e
la ricerca definitiva, pubblicata nei
primi mesi del 2003.
PROGETTI PILOTA
E LINEE
SPECIALI DI
BILANCIO
Oltre ai programmi comunitari, le diverse Direzioni Generali della Commissione
europea utilizzano linee finanziarie specifiche del bilancio comunitario per sostenere attività pilota in settori considerati prioritari. Tra le linee di bilancio più
significative si segnalano quelle gestite
dalla DG “Occupazione e Affari Sociali”
per il sostegno a progetti relativi all’assistenza agli anziani, alla promozione
delle pari opportunità per i disabili, alla
lotta contro il razzismo e la xenofobia,
ad azioni a favore degli immigrati,
della famiglia e dell’infanzia.
Miglioramento
della qualità
delle relazioni
lavorative
nell’ambito
delle imprese
di lavoro temporaneo nei Paesi
dell’Europa del Sud
Durata: 12 mesi
ottobre 2001-settembre 2002
Costo totale: 79.934 euro
Contributo comunitario: 52.488 euro
Relazioni industriali e dialogo sociale
“Miglioramento della qualità delle
relazioni lavorative nell’ambito delle
imprese di lavoro temporaneo nei
Paesi dell’Europa del Sud” ha coinvolto l’Agenzia Emilia-Romagna Lavoro.
Capofila è la Regione della Catalogna
(E) e partners sono la Fondazione
Istituto per il Lavoro, l’agenzia olandese START e il Ministero del lavoro tedesco. Promotori sono le organizzazioni
di interesse delle agenzie di lavoro
interinale e organizzazioni sindacali dei
due Paesi, CC.OO e UGT per la Spagna,
Confinterim, Ailt, Cgil-Nidil, Cisl-Alai e
Uil-Cpo per l’Italia.
Il progetto si è proposto di favorire la
promozione del dialogo sociale fra le
agenzie di lavoro interinale, le organizzazioni sindacali che si occupano della
rappresentanza di lavoratori atipici e le
amministrazioni pubbliche a livello
regionale. Obiettivo ultimo del progetto
era quello di definire proposte innovative per il miglioramento del dialogo
sociale anche attraverso una ridefinizione degli strumenti attivi per la formazione dei lavoratori interinali. È stata
svolta un’analisi sulle condizioni di
regolazione sociale del lavoro temporaneo nei due contesti regionali. A
Bologna, nel dicembre 2002 si è tenuto il convegno finale sui risultati delle
ricerche condotte.
SESTOEURORAPPORTO
Ingegneria
finanziaria
per lo
sviluppo
locale: nuove
opportunità
i governi locali e regionali
Durata: 12 mesi
gennaio 2002-dicembre 2003
Costo totale: 827.420 euro
Contributo comunitario: 620.564 euro
“Ingegneria finanziaria per lo sviluppo locale: nuove opportunità per i
governi locali e regionali” a cui partecipa la Direzione Generale Sanità e
Politiche Sociali, vede come capofila la
Fondazione Choros di Padova. Altri
partners sono New Economic
Foundation, Agence Alter (B), Eficea
(F) ed Ever&Jung (D).
Il progetto si propone di affrontare il
bisogno di accesso a fondi di investimento finanziario europei attraverso
l’aumento della consapevolezza nell’ambito dell’amministrazione regionale, locale e nel mondo della cooperazione sociale dei nuovi strumenti finanziari (es. fondi per il prestito, fondi di
garanzia, venture capita a carattere
sociale). Obiettivo del progetto è la formulazione di soluzioni creative basate
sull’utilizzo efficiente del capitale.
Nel corso del 2002 sono state organizzate a Bologna, tre giornate formative
alle quali hanno partecipato referenti di
amministrazioni provinciali e locali
della regione emilia-romagna e dirigenti
del mondo dell’economia sociale.
Nell’ambito della linea B3-4105 del
bilancio 2001 “Azioni preparatorie
intese a combattere e prevenire l’emarginazione sociale“, la Direzione
Generale Sanità e Politiche Sociali è
partner dei progetti “Marginalia: tra le
righe … fuori dai margini. Letture e
risposte multidimensionali all’emarginazione” e “Partnership vs. Esclusion” e,
unitamente alla Direzione Generale
Cultura, Formazione e Lavoro, del progetto “Immigrated Women Health
Access (IWHA)”.
Marginalia:
tra le righe …
fuori dai margini.
Letture e
risposte
multidimensionali
all’emarginazione
Durata: 18 mesi
dicembre 2001- maggio 2003
Costo totale: 153.000 euro
Contributo comunitario: 122.400 euro
“Marginalia: tra le righe … fuori
dai margini. Letture e risposte multidimensionali all’emarginazione” è un
progetto che vede come capofila
l’Associazione On the Road di
Martinsicuro, altri partners sono
Regione Marche, Provincia di Teramo,
Comune di Perugia, Università di
Ancona, Coordinamento Nazionale
Comunità di Accoglienza (CNCA),
Accompagnement Lieux d’accueil
Carrefour éducatif & social (ALC) di
Nice (F), Gabinet d’Estudis Socials
(GES) diBarcelona (E), Rede Europeia
Anti-Pobreza (REAPN) di Porto (P),
Università di Antwerp (B), Aegean
University – Department of Educational
Sciences di Rhodes (EL).
Obiettivo del progetto è quello di
affrontare a livello europeo, in un’ottica integrata, la dimensione multidimensionale di un’ampia area di emarginazione solitamente affrontata per cate-
123
gorie, caratterizzata invece dall’intersezione e dalla sovrapposizione di diversi
fenomeni (prostituzione, immigrazione,
clandestinità, tratta) che riguardano
diverse fasce di persone socialmente
escluse o a rischio di esclusione, al fine
di migliorare l’orientamento e l’efficacia delle politiche di inserimento sociale.
Dopo il primo incontro transnazionale
tenutosi a Bologna nella primavera
2002, si è costituito il gruppo di ricerca e sono state definite le griglie comuni per la rilevazione di dati e bibliografie concernenti i settori di ricerca.
SESTOEURORAPPORTO
124
Partnership
vs. Esclusion
Durata: 18 mesi
dicembre 2001- maggio 2003
Costo totale: 179.846,51 euro
Contributo comunitario:
143.562,51 euro
“Partnership vs. Esclusion” vede
come capofila il Centro di Solidarietà di
Reggio Emilia, altri partners sono:
Ministero degli affari sociali dell’Assia e
Hessiche Landesstelle gegen die
Suchtgefahren HLS (D), London
Borough of Greenwich e Greenwich Cooperative Development Agency (UK),
Servizio della Salute di Murcia e
Fundacion Diagrama (E).
Obiettivo del progetto è lo scambio di
buone prassi di partnership tra autorità
regionali e No Profit nella elaborazione,
programmazione, realizzazione e valutazione delle politiche regionali di lotta
contro l’esclusione sociale.
Dopo la costituzione, nei vari paesi, dei
gruppi locali composto da rappresentanti di organizzazioni No Profit, saranno
realizzati tre seminari transnazionali,
uno per Paese, in cui verranno presentati al pubblico locale le migliori prassi
di ogni Paese partecipante.
Immigrated
Women
Health Access
(IWHA)
Durata: 18 mesi
dicembre 2001- maggio 2003
Costo totale: 180.245,29 euro
Contributo comunitario: 141.395 euro
墌 www.comune.
forli.fo.it/centro donna
“Immigrated Women Health Access
(IWHA)” è un progetto che vede il
coinvolgimento anche della Direzione
Generale Cultura, Formazione e Lavoro
ed ha come capofila il Comune di Forlì,
altri partners sono: Comuni di Imola e
Ravenna, Associazione “Trama di terre”
di Imola, l’Università di Bologna,
Sociologist European Programmes
Sector (EL), City Council of Berlin (D)
e Malaga (E).
Obiettivo del progetto è favorire l’integrazione sociale delle persone considerate più vulnerabili all’interno della società, con particolare riferimento alle
donne emigrate in Italia nell’accesso ai
servizi sanitari. Obiettivi specifici sono
quelli di creare un gruppo di studio territoriale per il monitoraggio permanente dei fenomeni, l’individuazione di
buone prassi, rilevazione e studio di
pratiche innovative, proposte di ade-
guamento delle politiche locali attraverso il confronto con le altre realtà europee e, inoltre, un forum virtuale transnazionale che attui riflessioni sulle politiche di riconoscimento culturale e sull’analisi dell’impatto di politiche d’integrazione sociale delle donne migranti e
delle loro famiglie, tenendo conto del
rischio di riprodurre emarginazione e
discriminazione.
Nel corso del 2002 si è dato avvio al
progetto costituendo il gruppo di ricerca, si è organizzato il primo incontro
transnazionale ed è stato avviato il
Forum.
AZIONI IN
FAVORE DELL’
ALLARGAMENTO
L’obiettivo del futuro allargamento dell’Unione Europea ad altri Stati dell’Europa centrale ed orientale ha portato la
Commissione europea ad elaborare una
strategia di preadesione sulla base delle conclusioni del Consiglio europeo di
Lussemburgo del dicembre 1997. Ciò
comporta un sostegno al potenziamento della capacità istituzionale e amministrativa dei paesi candidati al fine di
applicare l’”acquis” comunitario nonché il rispetto delle norme comunitarie
da parte delle loro imprese. I progressi
ottenuti dai paesi candidati nel recepimento dell’acquis sono descritti in relazioni periodiche presentate al Consiglio.
A supporto di tale strategia, la Commissione ha messo a punto specifici strumenti finanziari, rafforzato strumenti
già esistenti, aperto programmi comunitari ai paesi candidati. Nell’ambito del
programma PHARE, al fine di rafforzare
le capacità istituzionali, è previsto
come strumento principale il gemellaggio amministrativo “twinning” quale
innovativo strumento di cooperazione e
di accompagnamento all’adesione e
che si concretizza essenzialmente nell’invio di funzionari ed esperti degli
Stati membri, per periodi da uno a
massimo tre anni, come consiglieri di
pre-adesione presso le amministrazioni
o gli enti dei Paesi candidati.
SESTOEURORAPPORTO
Partecipazione della
Regione a programmi e
azioni di sostegno
all’ampliamento
La Regione Emilia-Romagna si è posta
fra i suoi obiettivi la partecipazione ad
azioni di sostegno mettendo a disposizione il proprio know how maturato
nella gestione di programmi comunitari; d’altra parte considera queste azioni
un’opportunità per attivare forme di
cooperazione non solo sul piano istituzionale ed amministrativo.
Nell’ambito del programma Phare
2000 ed a seguito di un bando per
l’attuazione in Ungheria di un progetto di gemellaggio amministrativo
(twinning) finalizzato al miglioramento delle capacità di utilizzo dei
fondi strutturali da parte delle regioni
ungheresi, la Regione partecipa al progetto, approvato dalla Commissione
europea il 31 luglio 2001, che ha
come capofila il Dipartimento per le
Politiche di sviluppo e coesione del
Ministero Tesoro e Bilancio. Il progetto
ha un costo complessivo di circa 4
milioni di euro, finanziati completamente dal programma Phare e vede la partecipazione di altre tre Regioni italiane
(Friuli -Venezia Giulia, Piemonte,
Basilicata) e delle loro Agenzie (Ervet
spa per l’Emilia-Romagna) oltre al Land
tedesco del Branderburgo.
Il progetto che ha una durata di venti-
due mesi (settembre 2001-giugno
2003) prevede attività di assistenza
alle autorità magiare, nazionali e regionali, e loro strutture operative, nel trasferimento di know how ed assistenza
all’implementazione di programmi e
procedure di utilizzo dei fondi strutturali comunitari. Le attività di assistenza
sono organizzate e coordinate in loco
da consiglieri pre-adesione (PAA), specifiche figure professionali esterne alle
Amministrazioni pubbliche coinvolte. Il
lavoro dei PAA è sostenuto ed accompagnato da attività di esperti dipendenti
della Pubblica Amministrazione (civil
servant) o delle agenzie di sviluppo
(non civil servant) che saranno impiegati per specifici compiti in missioni di
breve durata, dai cinque ai dieci giorni,
in Ungheria. Il programma è strutturato
in quattro componenti: programmazione per lo sviluppo regionale, implementazione dei programmi operativi regionali e attivazione di strumenti di monitoraggio, capacity building, sviluppo e
realizzazione di un piano formativo.
L’Emilia-Romagna, attraverso Ervet, ha
il coordinamento della parte relativa
alla programmazione per lo sviluppo
regionale.
Nel corso del 2002 sono state svolte,
come previsto nel piano di lavoro,
quasi il 50% delle missioni dei collaboratori regionali in qualità di esperti nell’ambito della programmazione e
gestione dei fondi strutturali. Durante
specifiche missioni dieci esperti regionali hanno tenuto incontri tecnici e seminari sull’attuazione al livello regionale
di programmi comunitari (programma
operativo obiettivo 2, iniziativa Leader
II), sulla programmazione regionale e
sullo sviluppo locale. I seminari, volti in
varie località del Paese, hanno coinvolto diversi rappresentanti delle
Amministrazioni centrali e locali con
particolare riguardo al personale delle
Agenzie di sviluppo regionali, Enti in
fase di strutturazione che rappresentano il futuro assetto tecnico-istituzionale
del processo di regionalizzazione in
corso. Gli incontri sono stati inoltre
occasione per possibili sviluppi di azioni
di cooperazione transnazionale.
I twinning light
Come i gemellaggi tradizionali, i twinning light hanno lo scopo di preparare i
Paesi candidati all’applicazione dell’acquis comunitario in vista dell’adesione;
consistono in pacchetti di servizi offerti
da uno Stato membro, che generalmente includono una o più missioni di
breve o media durata di funzionari o
esperti delle amministrazioni degli Stati
membri. Il pacchetto può includere altri
servizi, come la valutazione di testi
normativi, seminari, visite, interpreta-
125
zioni e traduzioni.
Prendendo atto degli orientamenti del
programma Phare varati dalla
Commissione Europea nel 2001, che
prevedevano questa nuova forma di
gemellaggi amministrativi, twinning
light aventi le seguenti caratteristiche:
limite finanziario di 150.000 Euro per
progetto;
limite di durata di 6 mesi, in casi eccezionali prolungabili fino ad 8 mesi;
selezione rimessa ai Paesi candidati
sulla base di offerte scritte;
la Regione Emilia-Romagna ha iniziato
nel 2002 una prima fase sperimentale
di ricerca e selezione dei progetti twinning light dei Paesi candidati: Bulgaria,
Cipro, Estonia, Lettonia, Lituania,
Malta, Polonia, Repubblica Ceca,
Romania, Slovacchia, Turchia e
Ungheria.
Nel corso del 2003 è prevista la realizzazione di una apposita sezione all’interno del sito
Europafacile/Spazioeuropa
PARTECIPAZIONE DELLA REGIONE
AD ALTRE INIZIATIVE DELL’UNIONE EUROPEA
5
SESTOEURORAPPORTO
IL CENTRO
RISORSE
EUROPEO PER
L’ORIENTAMENTO
Dal 1993 la Regione Emilia-Romagna
coordina il Centro Risorse Nazionale per
l’Orientamento-Area Formazione e Lavoro. Il Centro Risorse è stato istituito e
promosso dal Ministero del Lavoro e
delle Politiche Sociali – Ufficio Centrale
per l’Orientamento e la Formazione
Professionale dei Lavoratori ed è riferimento nazionale della Rete Europea
EUROGUIDANCE. La gestione è affidata
ad Aster – Divisione Autonoma Risorse
per l’Orientamento e il Lavoro.
La Rete EUROGUIDANCE, nata per
volontà della Commissione Europea –
DG Educazione e Cultura nei primi anni
‘90, ha l’obiettivo di contribuire al diffondersi del concetto di “cittadinanza
europea” attraverso il supporto della
mobilità per motivi di studio e lavoro.
La rete europea compare tra le misure
di accompagnamento del Programma
Leonardo da Vinci II. Un’altra iniziativa
che coinvolge la Rete EUROGUIDANCE è
quella legata a Ploteus, il nuovo portale Internet della Commissione Europea DG Istruzione e Cultura sulle opportunità di apprendimento nello spazio europeo, studiato specificamente per fornire
informazioni dettagliate su istruzione e
formazione nei trenta Paesi SEE e nei
Paesi in pre-adesione. L’attività di
implementazione del Portale europeo è
assicurata dalla Rete EUROGUIDANCE
che si occupa della raccolta e dell’inserimento delle informazioni su opportunità di studio e di formazione nei
rispettivi Paesi nonché dell’elaborazione di contenuti disponibili nelle varie
Sezioni di cui è composto Ploteus, in
particolare dei contenuti relativi ai sistemi di istruzione e formazione nazionali
e al riconoscimento dei titoli di studio e
delle qualifiche professionali.
Dal 1995 il Centro Risorse coordina la
Rete di Diffusione Nazionale, composta
da servizi di informazione e orientamento presenti in ogni Regione d’Italia.
Per i referenti della Rete, il Centro
Risorse organizza incontri periodici di
confronto e comunicazione di buone
pratiche, diffusione di materiali informativi sulla mobilità europea e seminari formativi per approfondire temi specifici.
I due ambiti di intervento del Centro
Risorse, ritenuti strategici per la promozione della dimensione europea dell’orientamento sono:
1. La diffusione e lo scambio di informazioni sui sistemi dell’orientamento,
della formazione e del mercato del
lavoro dei paesi dell’Unione Europea.
In quest’ambito e col supporto del
Ministero del Lavoro, il Centro Risorse
ha realizzato diversi prodotti informativi quali:
• “Informazioni per l’Europa”, realizzato in formato cartaceo e informatizzato, raccoglie schede tematiche su
studio, lavoro e stage;
• “Vivere l’Europa”, guide informative
(in formato cartaceo ed informatizzato) su 15 paesi europei rivolte a coloro
che intendono soggiornare all’estero
per motivi di studio o lavoro. Il prodotto nel corso dell’anno 2002 è stato
aggiornato;
• “Giotto”, banca dati informatizzata
sulle opportunità di formazione superiore nell’ambito del ‘made in Italy”. Nel
corso del 2002 Giotto è stata aggiornata e ampliata nei contenuti a settori
quali: arti figurative, artigianato artistico, conservazione dei beni ambientali e
culturali, design, formazione linguistica,
moda, musica, prodotto tipico, restauro
artistico, ristorativo-alberghiero, spettacolo, turismo;
• “Lavoro Stagionale in Europa” collana di sei opuscoli, editi nell’autunno
2002, pensati per quanti aspirano a
brevi esperienze di lavoro in Europa. I
paesi europei trattati sono quelli che
risultano di maggior interesse tra i giovani: Francia, Germania, Gran
Bretagna, Irlanda, Italia, Spagna.
L’Italia è disponibile anche nella versione francese e inglese. I settori descritti
nei sei opuscoli sono: agricolo, alberghiero-ristorativo, che comprende lavo-
129
rare nei parchi di divertimento, parchi
naturali, centri di vacanza educativi, villaggi turistici;
• “Mobilità in Europa. Un’esperienza di
stage in azienda” collana composta da
tre guide realizzate per tre destinatari
diversi: Giovani in Europa. Stage in
azienda (guida per i giovani); Stage in
Europa. Guida per gli operatori; Stage
in Europa. Guida per le aziende. La collana è uscita nella primavera 2003 e
intende sensibilizzare e informare giovani, operatori e aziende a realizzare
esperienze di stage in una dimensione
europea. I temi che caratterizzano le
tre guide sono: l’orientamento all’Europa e a un progetto di mobilità, l’informazione relativa ai 5 paesi più
richiesti dagli utenti (Francia,
Germania, Gran Bretagna, Irlanda,
Spagna), le dinamiche interculturali.
Tutti i prodotti sono consultabili e scaricabili gratuitamente dal sito www.centrorisorse.org;
2. Il confronto sulle metodologie e la
disseminazione di buone pratiche di
orientamento attraverso l’avvio di sperimentazioni, la partecipazione a partenariati transnazionale, l’organizzazione
di seminari ad hoc. In elenco, alcune
tematiche affrontate:
• L’orientamento per adulti
• L’orientamento lungo tutto l’arco
130
della vita
• Le nuove tecnologie applicate all’orientamento
• L’orientamento all’Europa
• Le reti transnazionali e la diffusione
di buone prassi
• La descrizione delle professioni
SESTOEURORAPPORTO
I CARREFOUR
EUROPEI
D’INFORMAZIONE
E ANIMAZIONE
RURALE
Dal 1988 la Commissione europea ha
istituito, su tutto il territorio dell’Unione, dei Centri di Informazione e
Animazione delle aree rurali chiamati
Carrefour Europei. Questi uffici, distribuiti secondo una logica territoriale
(almeno uno per Regione) formano
una vera e propria Rete europea, supportata e coordinata dalla Commissione
europea, Direzione Generale Stampa e
Comunicazione.
La Rete dei Carrefours Europei conta
oggi centotrentacinque uffici in tutta
l’Unione Europea, di cui venti in Italia.
Nella Regione Emilia-Romagna operano
il Carrefour Emilia, con sede a Reggio
Emilia, e il Carrefour Romagna, con
sede a Ravenna. La legge regionale 26
aprile 1993 n. 22, modificata dalla
L.R. 12 novembre 1996 n. 41, riconosce un contributo annuale ai due sportelli sulla base di un programma di attività teso a definire i servizi di informazione e animazione legati alle esigenze
del territorio.
Attività principale del Carrefour
Emilia è lo sportello pubblico a disposizione di utenti, intesi come singoli cit-
tadini, ma anche imprese, associazioni,
cooperative, enti pubblici, scuole,
mondo del volontariato e della ricerca,
professionisti, centri di formazione,
associazioni di categoria, agricoltori,
studenti e insegnanti, che possono
accedere ai locali del centro per cercare
informazioni sulle principali tematiche
di pertinenza dell’Unione Europea. A
disposizione del pubblico è il centro di
documentazione allestito presso la sede
del Carrefour Emilia, ove è possibile
reperire tutta la normativa comunitaria
dal 1957 ad oggi, nonché opuscoli
informativi, riviste, periodici, monografie pubblicate dalle Istituzioni comunitarie. L’attività informativa è completata
dalla pubblicazione e diffusione del
quindicinale Carrefour Emilia Notizie,
dalla collaborazione con la rivista
Agricoltura (rubrica “Informazioni
dall’Unione Europea”) dell’Assessorato
regionale Agricoltura nonché dall’aggiornamento delle pagine del sito
Internet del Carrefour Emilia1.
Oltre all’informazione, il Carrefour
Emilia offre servizi di consulenza e
assistenza tecnica in risposta ai bisogni
specifici del singolo utente e, in alcuni
casi, convenzioni mirate per la prestazione di servizi continuativi. Vengono
abitualmente svolte attività di assistenza nell’individuazione di finanziamenti
comunitari, consulenza nella presentazione di progetti europei, ricerca di
partners per iniziative comuni, organizzazione e realizzazione di seminari,
mostre, viaggi di studio e lavoro, nonché moduli formativi per varie tipologie
d’utenti.
Nel corso del 2002, l’attività del
Laboratorio Europa, struttura unica in
Europa dedicata al mondo della scuola,
attuata in collaborazione con Comune e
Centro Servizi Amministrativi (ex Provveditorato agli Studi di Reggio Emilia),
ha promosso e diffuso fra alunni e studenti (oltre 2.950 nell’anno scolastico
2001/2002) lo spirito di comune
appartenenza all’Unione Europea.
Il Carrefour Emilia partecipa alla Rete
europea Eurodesk, network cofinanziato dalla Commissione europea specializzato nei programmi dell’Unione europea e del Consiglio d’Europa dedicati ai
giovani e agli operatori del settore giovanile.
Nel 2002 si è inoltre consolidata l’attività del Punto Europa Appennino
Bolognese, antenna del Carrefour
Emilia. La sede è a Pianoro, all’interno
degli uffici della Comunità Montana
Cinque Valli Bolognesi ed è punto di
riferimento per le aree rurali dell’appennino bolognese.
1
http://carrefouremilia.crpa.it
SESTOEURORAPPORTO
L’attività di informazione del Carrefour
Europeo Emilia nel corso del 2002 si è
caratterizzato attraverso i seguenti
dati, relativi al servizio di sportello pubblico: circa 2.400 visitatori al centro,
oltre 8.000 richieste telefoniche e
quasi 400 richieste scritte
Il centro distribuisce quindicinalmente
news a oltre un migliaio di utenti e una
volta al mese a 71.000, oltre ai vari
altri contributi alla stampa, specializzata e non, alla radio e alla TV non quantificabili in termini di pubblico raggiunto. Il sito internet del Carrefour
Europeo Emilia è stato visitato da
21.056 utenti nel corso del 2002.
Sono stati organizzati 11 seminari cui
hanno partecipato oltre 850 persone,
149 giornate informative per un totale
di quasi 3.000 partecipanti.
Il Carrefour Europeo Emilia ha partecipato a 3 manifestazioni fieristiche che
hanno accolto in totale 125.000 visitatori. Altri 265 utenti sono stati coinvolti
in attività sempre a carattere informativo, in particolare attraverso l’organizzazione, più volte l’anno, di viaggi di studio e di lavoro nell’UE e l’ospitalità di
delegazioni da altri paesi UE e candidati.
Infine il lavoro di networking a livello
locale, regionale, nazionale ed europeo, comprende anche l’attività, svolta
dal Carrefour Europeo Emilia in qualità
di coordinatore nazionale per l’Italia,
della Rete dei Carrefours Europei d’informazione e animazione rurale.
Il Carrefour Europeo Romagna
opera dal 1989 sul territorio regionale
a favore dei cittadini siano essi privati
o soggetti socio-economici quali imprese, cooperative, associazioni, enti pubblici, scuole, centri di formazione, associazioni di categoria, agricoltori, studenti e insegnanti. Presso la sede del
Carrefour Romagna è disponibile un
centro di documentazione ove è possibile reperire sia la normativa comunitaria dal 1957 sia materiale documentario – opuscoli informativi, riviste, periodici, monografie pubblicate dalle
Istituzioni comunitarie.
Parte consistente dell’attività è rappresentata dall’informazione che si esplica
sia in risposta a quesiti diretti degli
utenti sia attraverso produzione e la
diffusione di informazioni. Queste trovano il loro spazio nella newsletter
quindicinale del Carrefour Romagna dal
titolo “Europa e Dintorni” e nella collaborazione con la rivista regionale
Agricoltura (rubrica “I fatti – Europa”)
che ha una tiratura di oltre 70 mila
copie ed è distribuita su tutto il territorio. “Europa e Dintorni” viene inviato
ad una mailing list di circa 400 utenti
ed è scaricabile direttamente dal sito
internet2 del Carrefour Romagna che,
nel corso del 2002, ha registrato circa
70 mila accessi.
Una seconda parte fondamentale del-
l’attività del Carrefour comprende la
cosiddetta “animazione” ossia l’insieme di servizi di consulenza e assistenza tecnica erogati per esigenze concrete. Si tratta principalmente di ricerca
finanziamenti comunitari per progetti
specifici, di assistenza tecnica per la
partecipazione e la progettazione delle
proposte, ricerche partners in Italia e
all’estero, di progettazione e organizzazione di giornate informative, seminari e convegni specifici e di visite di
studio in collaborazione con la rete
europea dei Carrefours. Il Carrefour
Romagna collabora inoltre con la propria struttura ospite e i centri di formazione del territorio per la progettazione
di attività formative nonché moduli formativi per varie tipologie d’utenti.
Il Carrefour ha in atto una convenzione
con la Comunità Montana dell’Appennino Forlivese per l’operatività dell’Antenna Europa di Civitella di
Romagna del Carrefour Romagna;
inaugurata nel 2002 ha come obiettivo
quello di rispondere con maggiore efficacia alle esigenze del zone rurali
dell’Appennino; nel corso del 2002
sono state realizzate diverse attività
seminariali su temi di interesse specifico per il territorio.
La terza parte rilevante delle attività
del Carrefour Romagna, rappresentata
dalla cosiddetta attività di rete, si espli-
131
ca attraverso la partecipazione alle reti
ufficiali dell’Unione Europea – rete
nazionali ed Europei Carrefours –
Eurosportelli (EIC) – Team Europe, e
con i soggetti istituzionali di riferimento, principalmente la Commissione
Europea e le sue Rappresentanze in
Italia.
Nel corso del 2002, il Carrefour
Romagna ha organizzato venti iniziative fra seminari e convegni sul territorio, sia in modo autonomo che in collaborazione con altri soggetti fra cui l’antenna Europa di Civitella di Romagna, il
Carrefour Europeo Emilia, l’Eurosportello EIC IT 369, la Regione EmiliaRomagna e altre amministrazioni pubbliche locali. Fra i principali temi di
approfondimento affrontati, l’allargamento dell’Unione Europea, le politiche
e le risorse per lo sviluppo dei territori
rurali, le politiche e i programmi a
favore dei giovani.
Il Carrefour Romagna ha inoltre partecipato a tre manifestazioni fieristiche ed
ha organizzato visite di studio all’estero oltre che visite di delegazioni istituzionali presso le istituzioni comunitarie.
2
http://www.carrefour-romagna.it
132
UFFICIO EUROPEO
PER IL SUOLO
L’Ufficio Europeo per il Suolo (ESB) è
un servizio creato nel 1996 presso
l’Istituto delle Applicazioni Spaziali,
unità Agricoltura e Sistemi Informativi
Regionali, di Ispra (VA) nell’ambito
delle attività del Centro Comune di
Ricerca. L’ESB svolge un’azione di coordinamento per la creazione di sistemi
informativi riguardanti il suolo, verso
l’integrazione europea nel campo della
gestione del territorio e dello spazio
rurale e opera su richiesta degli Stati
membri dell’Unione Europea e dei servizi della Commissione interessati.
Il coordinamento con le varie iniziative
nell’ambito della Commissione riguar-
SESTOEURORAPPORTO
danti il suolo viene assicurato da un
gruppo di lavoro inter-servizio che riunisce le principali Direzioni Generali coinvolte: DG Agricoltura, DG Ambiente, DG
Ricerca, DG Relazioni Esterne, DG
Politiche Regionali, DG JRC (Centro
Comune di Ricerca), ecc.
La Regione, attraverso il Servizio
Geologico, Sismico e dei Suoli, ha attivato alcune iniziative in collaborazione
con l’ESB:
• ha stipulato, all’inizio del 1997, una
convenzione triennale con l’ESB, nell’ambito del progetto “Carta pedologica
in aree a rischio ambientale”, finanziato dal programma Sistema Informativo
Nazionale Ambientale, con lo scopo di
raggiungere una migliore armonizzazione, fra Regioni attive nel settore, dei
dati sui suoli e delle relative banche
dati e dei criteri per valutare le proprietà dei suoli che influenzano la vulnerabilità delle acque.
Parte dei risultati del progetto sono resi
disponibili nel sito http://www.regione.emilia-romagna.it/sigeografici
/testi/car_suoli/doc_suol.htm;
• ha collaborato all’organizzazione del
primo convegno del Comitato Scientifico dell’ESB (Bologna, 3-5 dicembre
1997);
• ha stipulato, nell’autunno del 1999,
una convenzione triennale con l’ESB
per la “Prima approssimazione della
base dati georeferenziata dei suoli
d’Italia in scala 1:250.000”, al fine di
favorire l’integrazione dei progetti
“Realizzazione della carta pedologica
nazionale” (Programma Interregionale
“Agricoltura e qualità) e “Carta ecopedologica d’Italia” (convenzione ESB Ministero dell’Ambiente).
Un risultato importante della convenzione, realizzato nello scorso 2001, è
stata la porzione di Carta ecopedologica relativa al territorio della pianura
padano-veneta in collaborazione con le
regioni Friuli-Venezia-Giulia e Veneto.
Importante in quanto ha visto la partecipazione attiva degli esperti del suolo
di queste unità amministrative nell’attività di correlazione relativamente ai
suoli e ai loro modelli di distribuzione
geografica, con particolare attenzione
ai territori confinanti.
ALTRE ATTIVITÀ
DELLA REGIONE
6
SESTOEURORAPPORTO
INIZIATIVE
DEL CONSIGLIO
REGIONALE
Avvicinare e coinvolgere i cittadini nei
profondi cambiamenti che l’Unione
europea sta vivendo in questi mesi è
uno degli aspetti su cui le istituzioni
europee hanno insistito maggiormente.
Allo scopo di promuovere una riflessione fra i rappresentanti dei diversi livelli
istituzionali e la società civile regionale
è nato il Forum Regionale Europa
2004, su iniziativa del Presidente
della Giunta regionale, del Sindaco di
Bologna, del Presidente della Provincia
di Bologna e dei Presidenti dei Consigli
regionale, comunale e provinciale.
Il Forum è composto dai rappresentanti
degli enti locali della regione Emilia
Romagna, i quali si riuniscono periodicamente per discutere e fare il punto
sull’avvenire dell’Europa, dando particolare rilievo alla Convenzione europea
e all’ormai imminente ampliamento
dell’Unione a 10 nuovi Stati.
Costituito nella primavera del 2002 il
Forum ha predisposto un piano di lavoro che si è sviluppato attraverso un’azione tesa a creare un clima di attenzione su tematiche importantissime ma
che non sono abbastanza sentite ed
un’azione tesa a coinvolgere settori
specifici della società emiliano romagnola per informare ma anche per
ascoltare e chiedere il loro contributo.
Un’attenzione particolare è stata dedicata ai giovani sia con azioni divulgative sia individuando percorsi differenziati di approfondimento che hanno utilizzato anche strumenti non tradizionali.
Il Percorso didattico “Io mi chiamo Europa” ed il concorso “Comunica l’Europa”
hanno testimoniato con il successo ottenuto all’interno delle scuole superiori
della nostra regione la necessità di proseguire sulla strada della formazione
ma anche del coinvolgimento creativo
dei ragazzi sul terreno della costruzione
del sentimento di identità europea.
Il Forum ha sede presso il Centro
Documentazione Europa del Consiglio
regionale che, oltre a mettere a disposizione la sede ed il proprio personale
per le attività del Forum, fornisce periodicamente informazioni e documenti
relativamente allo sviluppo delle attività svolte dalla Convenzione europea,
oltre che notizie di interesse per sostenere l’attività dei componenti del
Forum e per informare i cittadini emiliano romagnoli.
Il Forum ha inoltre attivato un Sito Internet attraverso il quale è possibile ottenere informazioni sull’attività che si
svolge in regione su queste tematiche,
documentazione utile e l’accesso alla
newsletter elettronica curata dal Centro
Documentazione Europa “forum
newsER”.
Fra le iniziative attivate nell’ambito del
Forum:
• “Il futuro dell’Europa e la
scuola” (10 settembre 2002) corso
di formazione sulle tematiche europee,
rivolto al personale docente degli istituti scolastici regionali. Il corso, aperto a
tutti, è stato specificamente indirizzato
agli insegnati, quindi ai formatori, in
quanto soggetti privilegiati a diffondere
la conoscenza e l’importanza dell’Unione europea presso le nuove generazioni;
• il Seminario di perfezionamento per dirigenti e funzionari di
Regione ed Enti locali (27 novembre 2002) dedicato al processo di
Allargamento, il meccanismo della
riponderazione delle competenze, la
nuova Costituzione europea, l’estensione del principio di sussidiarietà dall’ordinamento comunitario fino alle realtà
locali.
135
LA
PARTECIPAZIONE
AD ASSOCIAZIONI
ED ORGANISMI DI
CARATTERE
INTERREGIONALE
La Regione Emilia-Romagna aderisce
formalmente a:
• “Conferenza delle Regioni
periferiche marittime d’Europa
(CRPM)” che si pone come portavoce delle Regioni marittime nei confronti degli Stati e della Commissione
europea nella definizione e gestione di
politiche relative all’assetto del territorio, alla cooperazione interregionale,
allo sviluppo sostenibile al fine di affermare e valorizzare la dimensione
marittima dell’ Europa. Sono organi
della CRPM l’Assemblea generale,
l’Ufficio politico. L’Assemblea generale
è composta dai Presidenti delle Regioni
ed è convocata una volta all’anno. I
lavori della Conferenza fanno riferimento a 5 Commissioni geografiche –
Arco Atlantico, Mediterraneo, Mare del
Nord, Baltico e Isole – ed ogni commissione geografica è dotata di un
segretariato esecutivo.
La Commissione Intermediterranea, alla
quale aderisce la Regione Emilia-Roma
136
SESTOEURORAPPORTO
gna1, si pone come obiettivo politico di
affermare l’importanza economica,
sociale e strategica del Bacino mediterraneo, con particolare attenzione alle
altre rive, valorizzando il ruolo che le
Regioni possono svolgere per la sicurezza, la pace e lo sviluppo tramite l’istituzione di strumenti di cooperazione
interregionale e attraverso una rete di
scambi e progetti comuni.
L’organigramma della Commissione
Intermediterranea prevede 6 gruppi di
lavoro: agricoltura e ambiente, sviluppo
rurale, pesca; coesione e assetto del
territorio; cooperazione esterna; acqua
e lotta contro la desertificazione; politica sociale, turismo; società dell’ informazione, ricerca e sviluppo, cultura.
e comunitarie in materia di sicurezza
urbana.
Per ulteriori informazioni consultare il
sito internet http://www.crpm.org
Guidata dai principi di partecipazione
democratica, ruolo centrale delle città e
sviluppo delle politiche integrate di
sicurezza, l’iniziativa del Forum
Italiano per la sicurezza urbana ha portato nel 2002 alla realizzazione di
alcune iniziative pubbliche di particolare rilievo, contenutistico e politico:
• Forum Europeo Per La
Sicurezza Urbana (FESU), al
quale la Regione Emilia-Romagna aderisce dal 1996 e di cui è costituita una
sezione italiana denominata Forum
italiano per la sicurezza urbana
(FISU). Si tratta di un ente non governativo che si propone come luogo di
dialogo, di riflessione e di cooperazione
sulle politiche e pratiche di sicurezza
urbana e che, attraverso la messa in
opera di programmi di collaborazione
tra le città, ha contribuito a stimolare
ed orientare le politiche locali nazionali
L’attività del Forum Italiano per la sicurezza urbana nel 2002 si è concentrata nel portare avanti il proprio ruolo di
interlocutore nazionale sui temi della
sicurezza urbana, attraverso il complesso della sua attività e attraverso alcune
significative iniziative pubbliche. Anche
il 2002 segnala la forte tendenza alla
crescita dell’associazione, in particolare
in termini numerici: nel corso di un
anno, infatti, il Forum italiano per la
sicurezza urbana vede un passaggio da
circa cinquanta a più di settanta amministrazioni iscritte, tra città, province e
regioni.
– Nel mese luglio a Napoli un incontro
(il primo a livello nazionale) tra mondo
delle amministrazioni e mondo della
ricerca, dal titolo “Università, ricerca,
amministrazioni locali e regioni –
migliorare la sicurezza delle città”, ha
visto la partecipazione di molti esponenti della ricerca accademica e non;
– Nel mese di ottobre si è svolto a
Ferrara il primo di una serie di incontri
bilaterali tra forum nazionali, in particolare l’iniziativa ha interessato il Forum
italiano e il Forum francese per la sicurezza urbana, direttamente coinvolti
per l’organizzazione di un momento di
scambio e di approfondimento su una
tematica di particolare interesse e delicatezza come quella del rapporto tra
giovani, devianza e violenza, tra bisogni di sicurezza e bisogni di libertà.
Oltre alla partecipazione di amministrazioni italiane e francesi, sono stati coinvolti studiosi ed esperti del tema di
livello internazionale.
– Nel mese di dicembre a Torino un’iniziativa, di livello nazionale, sul tema
del ruolo delle province nella gestione
della sicurezza urbana, particolarmente
significativa perché ha allargato per la
prima volta le tematiche classiche del
Forum italiano per la sicurezza urbana
alla dimensione provinciale, attraverso
il coinvolgimento diretto dell’UPI.
Attività collaterali, ma di fondamentale
supporto all’iniziativa complessiva dell’associazione sono poi la realizzazione
di un autonomo sito web e la progettazione di una banca dati dei progetti
realizzati dalle amministrazioni iscritte
al Forum italiano per la sicurezza urbana, ad oggi in via di attuazione.
Il ruolo di vero e proprio interlocutore
politico a livello nazionale è stato infine riconfermato nel corso del 2002,
attraverso la presentazione da parte di
ANCI e Conferenza dei Presidenti delle
Regioni di una proposta di legge nazionale sulla sicurezza, che nasce dall’elaborazione teorico-politica del Forum italiano per la sicurezza urbana e che
vede infatti, nel testo finale, il suo riconoscimento. Ruolo nazionale che si
rispecchia nell’attività del Forum
Europeo per la sicurezza urbana, che si
sta impegnando, con incontri e manifestazioni, per raggiungere lo stesso
obiettivo in seno alla politica
dell’Unione Europea.
Per informazioni consultare il sito internet http:\fisu.it oppure rivolgersi a:
Servizio promozione e sviluppo delle
politiche per la sicurezza e della Polizia
locale, Regione Emilia Romagna, tel.
051/283072 051/283067, fax.
051/283087, e-mail:
[email protected]
• Metrex, Rete delle Regioni e Aree
Metropolitane Europee, è stata costituita a Glascow nel 1996 nel corso della
Conferenza delle Regioni metropolitane
e, allo stato attuale, associa 40 regioni
e aree metropolitane. La Regione
1
L.R. 26 luglio 1997, n. 25.
SESTOEURORAPPORTO
Emilia-Romagna vi ha aderito nel
19972 e partecipa attivamente alle
attività e agli incontri periodici.
Gli obiettivi principali della rete sono lo
scambio di know-how sui temi della
pianificazione territoriale a livello
metropolitano e il contributo della
dimensione metropolitana alla programmazione europea. Questi obiettivi vengono perseguiti agevolando lo scambio
di informazioni scientifiche, di competenze e di esperienze nella pianificazione e nello sviluppo del territorio a livello metropolitano regionale in Europa,
organizzando incontri periodici volti ad
approfondire specifiche tematiche della
pianificazione territoriale di interesse
comune e partecipando a programmi
europei.
Il 15 marzo 2002 si è tenuto un incontro a Schiphol (NL) convocato per presentare e discutere i progetti
InterMetrex e PolyMetrex, da candidare
a finanziamento sul Programma
Interreg IIIC, e per raccogliere le adesioni da parte dei partner interessati. Il
progetto InterMetrex ha l’obiettivo di
contribuire alla realizzazione dello
Schema di Sviluppo dello Spazio
Europeo attraverso la diffusione di efficaci pratiche di programmazione territoriale a livello metropolitano. Esso costituisce la prosecuzione di un progetto
(Practice Benchmark 2001) finanziato
e già terminato, finalizzato a valutare
l’efficacia della pianificazione territoriale alla luce delle competenze e delle
procedure delle Autorità metropolitane
dell’Europa allargata. Più specificatamente il progetto mira ad elaborare un
nuovo manuale europeo delle pratiche
in materia di programmazione metropolitana territoriale e la sua adozione ed
attuazione in tutte le regioni e aree
metropolitane europee.
Il progetto PolyMetrex mira ad esplorare e promuovere efficaci rapporti policentrici tra le aree metropolitane europee. La Regione Emilia-Romagna partecipa ad entrambi i progetti ed in particolare, nell’ambito di InterMetrex,
organizzerà nel 2004, in collaborazione con la Provincia di Bologna, un
Workshop europeo sul tema della valutazione dell’efficacia delle politiche territoriali. Il progetto InterMetrex è stato
approvato e ammesso a finanziamento.
Dal 15 al 18 maggio 2002 la Regione
ha partecipato alla III Conferenza
Biennale di Metrex che si è tenuta a
Salonicco sul tema “Il volto sociale
della sostenibilità”. Tenendo anche
conto della prospettiva dell’allargamento dell’Unione Europea, la Conferenza
ha approfondito i temi della sostenibilità sociale dello sviluppo delle metropoli, sui seguenti versanti:
– La qualità della vita quale obiettivo
chiave delle politiche urbane e territoriali;
– Gli squilibri nei processi di sviluppo
economico delle diverse aree europee e
i relativi effetti sui flussi migratori;
– La riqualificazione dei tessuti urbani
finalizzato al miglioramento delle condizioni sociali e abitative;
– Le condizioni della sostenibilità ambientale dello sviluppo metropolitano;
– La lotta all’esclusione sociale e le
politiche per il miglioramento dell’accesso all’istruzione ed ai servizi.
Dal 23 al 26 ottobre 2002 la Regione
ha partecipato al XIII Meeting di
Metrex che si è tenuto a Genova sul
tema della “Governance metropolitana” e nel corso del quale sono state
analizzate le esperienze condotte dalle
Province di Genova e di Torino, dalla
Verband Region Stuttgart, dalla Greater
London Authority, dalla South Coast
Metropole e dalla Regione EmiliaRomagna.
• “Tele Regions Network”,
Associazione europea di interesse economico. Dal 19983 la Regione EmiliaRomagna è socio dell’Associazione
nata allo scopo di favorire la cooperazione delle Regioni a livello europeo
per lo sviluppo delle tecnologie dell’informazione, con conseguente aumento
di competitività e creazione di nuovi
posti di lavoro. A Tele Regions Network
(TRN) hanno aderito Regioni e Pro-
137
vincie di Belgio, Svezia, Finlandia, Regno Unito, Germania, Francia, Spagna,
Italia: dopo l’Emilia-Romagna, prima
Regione italiana ad aderire, sono entrate la Regione Puglia, la Regione
Veneto, la Provincia di Macerata.
L’attività di TRN è risultata una preziosa fonte di scambio di informazioni e di
esperienze, che sono state utilizzate in
occasione di incontri pubblici di carattere culturale e scientifico e nella presentazione di progetti transnazionali da
presentare alla Commissione europea.
Vengono inoltre discusse le modalità di
sviluppo di sistemi informativi e reti
telematiche a livello regionale, i rapporti tra domanda e offerta nella pianificazione dei sistemi, i tipi di servizi distribuiti per via telematica a cittadini e
imprese. Tramite la rete TRN la Regione
Emilia-Romagna ha partecipato ad un
Intereg IIIC con una proposta di progetto, SME 2006, finalizzato a fornire
alle piccole e medie imprese le conoscenze e gli strumenti ICT utili per
affrontare le sfide del mercato in una
Europa allargata.
2
L.R. 26 luglio 1997, n. 25.
Delibera del Consiglio regionale n. 907 del
26 maggio 1998.
3
138
Per ulteriori informazioni consultare il
sito internet: http://www.teleregionsnetwork.org
• “Comunità di lavoro AlpeAdria”, Associazione che ha lo scopo
di promuovere e coordinare azioni e
programmi di interesse dei suoi membri, in particolare nell’ambito di competenze riconducibili alle materie di competenza delle Regioni. La Regione
Emilia-Romagna vi ha aderito nel 1997
(L.R. 26 luglio 1997 n. 25), dall’aprile 1999 la Direzione Generale Programmazione Territoriale e Sistemi di
Mobilità partecipa ai gruppi di lavoro
“Assetto del Territorio” e “Catalogo dei
dati / GIS” della I Commissione –
Assetto del territorio e tutela dell’ambiente. In particolare il gruppo di lavoro
“Assetto del territorio” ha stabilito di
finalizzare la propria attività per il
periodo 2002/2006 all’organizzazione di workshop annuali, tematici, a
carattere istituzionale, tra i dirigenti
responsabili regionali del settore pianificazione territoriale regionale. Nel giugno 2002, organizzato dalla Regione
Veneto si è svolto il primo workshop
avente come tema “Strumenti di piano
territoriale – verso soluzioni più
efficaci” e nel quale la Regione EmiliaRomagna ha portato alla discussione
ed al confronto internazionale, alcune
tematiche rilevanti per la propria pianificazione territoriale. La sintesi del
SESTOEURORAPPORTO
workshop è contenuta nel documento
“Il caso della pianificazione spaziale:
nuovi obiettivi, ruoli, stili e strumenti”
e riporta temi successivamente approfonditi nella revisione del piano territoriale regionale attualmente in corso.
Per ulteriori informazioni consultare il
sito internet:
http://www.alpeadria.org
• Assemblea delle Regioni
d’Europa (ARE) creata nel 1985
raggruppa 300 Regioni appartenenti a
25 nazioni europee per un totale di
400 milioni di cittadini. La sua sede è
a Strasburgo. L’ARE persegue l’obiettivo di promuovere il regionalismo in
tutti i paesi d’Europa e di essere portavoce politico organizzato nei confronti
delle Istituzioni dell’Unione Europea e
di altri organismi istituzionali europei.
Sono organi dell’ARE: l’Assemblea
generale, l’Ufficio politico e il
Presidium. L’Assemblea generale è
composta dai presidenti delle Regioni
ed è convocata almeno una volta
all’anno. I lavori dell’ARE fanno riferimento a quattro commissioni: Affari
istituzionali; Coesione sociale, servizi
sociali, sanità pubblica; Politica regionale, pianificazione territoriale, infrastrutture, ambiente, turismo; Cultura, educazione e formazione, giovani, media e
informazione tecnologica, sport. La
Regione Emilia-Romagna vi ha aderito
nel 19884 e dal 2002 fa parte
dell’Ufficio politico.
Per informazioni consultare il sito internet http://www.are-regions-europe.org
• ERIS@ (European Regional
Information Society Association)
Associazione europea per la società dell’informazione regionale, con sede in
Bruxelles, è nata per favorire lo scambio di esperienze, lo sviluppo e la condivisione di buone pratiche e la collaborazione nello sviluppo d’applicazioni e
servizi telematici fra Regioni e nella
divulgazione delle migliori pratiche nel
campo dello sviluppo regionale della
società dell’informazione. La Regione
Emilia-Romagna vi ha aderito nel
20025. ERIS@ ha permesso di individuare un cospicuo numero di regioni
che – come noi - stanno iniziando ad
affrontare il tema del benchmark della
società della informazione, la definizione di indicatori adeguati a misurare lo
sviluppo della società dell’informazione
a livello regionale: con queste regioni si
sta collaborando per rendere possibile
una comparazione che permetta di
valutare le politiche locali, il loro impatto e la loro efficacia, coinvolgendo
anche gli uffici preposti della
Commissione europea.
Inoltre, per maggiormente comunicare
le iniziative della Regione EmiliaRomagna a livello transnazionale sono
stati pubblicati alcuni articoli sulla rivista mensile della associazione, ciò ha
permesso di stringere contatti più intensi con alcune regioni.
• Euro*Idees (Iniziative locali di
Sviluppo Economico, di Occupazione e
di Solidarietà) costituitasi il 4 febbraio
1999 a Bruxelles, riunisce enti locali,
cooperative, associazioni, appartenenti
a otto Paesi dell’Unione Europea
(Belgio, Francia, Regno Unito, Grecia,
Italia, Portogallo, Spagna, Svezia) è
una rete in via di definizione e di crescita che vuole far lavorare in sinergia
questi soggetti sui principi e sulle misure favorevoli allo sviluppo territoriale e
alla diffusione dei risultati presso le istituzioni nazionali e comunitarie, contribuendo ad indirizzare le scelte politiche
della Commissione europea in senso
regionalista. La Regione EmiliaRomagna vi ha aderito nel 20026.
4
L.R. 3 maggio 1988 n. 14.
Deliberazione della Giunta Regionale n. 58
del 28 gennaio 2002 di proposta al Consiglio
regionale adottata dallo stesso con atto n.
341 del 26 marzo 2002.
6
Deliberazione della Giunta Regionale n.198
del 18 febbraio 2002 di proposta al
Consiglio regionale adottata dallo stesso con
atto n. 342 del 26 marzo 2002.
5
SESTOEURORAPPORTO
LA
COLLABORAZIONE
ISTITUZIONALE
CON ALTRE
REGIONI
Nel corso di questi ultimi anni la Regione Emilia-Romagna ha consolidato, sul
piano istituzionale, rapporti con altre
Regioni europee. Questo tipo di collaborazione si inserisce in un quadro di
impegno crescente delle Regioni per
sostenere il processo di integrazione
europea e le azioni avviate dall’Unione
Europea, contribuendo ad avviare ed
alimentare la rete di rapporti tra analoghe realtà europee, nonché potenziare
gli scambi ed i partenariati interregionali.
Con l’adozione della legge regionale
27 giugno 1997, n. 18 “Iniziative per
la promozione dell’integrazione europea e la collaborazione tra i popoli di
tutti i continenti” ed il successivo regolamento 4 dicembre 2001, n. 457 la
Regione Emilia-Romagna ha inteso
valorizzare le numerose attività svolte
da enti locali dell’Emilia-Romagna in
ambito europeo ed internazionale, promuovendo e sostenendo la realizzazione di nuovi gemellaggi e lo sviluppo di
rapporti di gemellaggio già esistenti.
Accanto ad una attività di collegamento
sul piano istituzionale, la Regione ha
stipulato protocolli di collaborazione
finalizzati allo scambio di esperienze e
conoscenze e alla realizzazione di iniziative congiunte con Pays de la Loire e
Land Hessen. Nel 2002 particolare
attenzione è stata posta alla collaborazione con il Land Hessen e l’impegno
comune per rafforzare i rapporti ha
coinvolto i settori della cultura, ricerca,
tecnologia, economia, commercio, industria, artigianato, ambiente, educazione e servizi sociali. L’Emilia-Romagna e
il Land Hessen, nell’ambito delle loro
possibilità e competenze, si sono impegnate a favorire scambi e contatti diretti tra Comuni, Organizzazioni economiche, Istituzioni ed Imprese. In questi
campi si sta inoltre verificando la possibilità di estendere la collaborazione, d’
intesa con il Land Hessen, con la
Regione francese dell’ Aquitaine e quella polacca di Wielko Polska.
In ambito internazionale invece la
Regione ha proseguito la collaborazione, prevista nell’ambito dei protocolli
attivi, con la Prefettura di Elbasan in
Albania, ampliando e rafforzando
anche le relazioni e le azioni in atto
nella Prefettura di Scutari, con il Cantone di Mostar in Bosnia Erzegovina, in
Brasile con lo Stato di San Paolo e
negli Stati Uniti con la Contea di Cook
(Illinois).
Le collaborazioni con realtà del Sud del
mondo e del Sud-est europeo sono realizzate nell’ambito della legge regiona-
139
le n. 18 del 19908 che disciplina gli
interventi che la Regione realizza, in
armonia con la politica di cooperazione
governativa, a favore delle popolazioni
dei Paesi in via di sviluppo e per la promozione di programmi di educazione ai
temi dello sviluppo e di informazione
sul territorio regionale. Strettamente
connesse a tali interventi sono le iniziative di solidarietà internazionale realizzate ai sensi della legge regionale n. 5
del 19969 che consente di affrontare
le problematiche connesse a situazioni
di emergenza e di ricostruzione postbellica. Sono state realizzate azioni di
cooperazione e solidarietà internazionale per un totale di oltre 3,6 milioni di
euro, in collaborazione con organizzazioni non governative, associazioni di
volontariato, enti locali dei rispettivi
territori, in Albania, Kossovo, BosniaErzegovina, Serbia, Bielorussia,
Palestina, Algeria, Saharawi, Etiopia,
Eritrea, Mozambico, Cuba, Chiapas,
Brasile, minori bielorussi e curdi.
che individua come partner delle proprie attività di cooperazione Enti Locali,
ONG, Onlus, organizzazioni di volontariato, cooperative sociali, associazioni
di promozione sociale. Tale legge prevede inoltre la complementarietà tra
azioni di cooperazione ed interventi di
sensibilizzazione ed informazione sul
territorio regionale, con particolare
attenzione ai temi della pace e dei
diritti umani.
Nel corso del 2002, la Regione ha inoltre approvato una nuova normativa che
armonizza la legislazione esistente in
materia di cooperazione internazionale
e solidarietà: la legge Regionale n. 12
del 24 giugno 2002 “Interventi per la
cooperazione con i Paesi in via di
Sviluppo ed i paesi in via di transizione, la solidarietà internazionale e la
promozione di un a cultura di pace”
7
Sono proseguite e si sono implementate le iniziative a favore delle comunità
emiliano romagnole all’estero, spesso
in collaborazione con le autorità nazionali e/o locali del paese ospitante, in
particolare in Argentina, (anche a
seguito delle grave crisi che ha colpito
quel paese), Brasile, Canada.
Regolamento relativo all’attuazione dell’art. 6, comma 2, della legge regionale
18/97.
8
Legge regionale 9 marzo 1990, n. 18
“Partecipazione della Regione EmiliaRomagna ai programmi statali di cooperazione con i Paesi in via di sviluppo”.
9
Legge regionale 2 aprile 1996, n. 5
“Interventi a favore di popolazioni colpite da
calamità, conflitti armati, situazione di denutrizione e carenze igienico-sanitarie”.
DISCIPLINA COMUNITARIA
IN MATERIA DI CONCORRENZA:
COMPATIBILITÀ DEGLI AIUTI REGIONALI
7
SESTOEURORAPPORTO
143
AIUTI DI STATO
L’articolo 87, paragrafo 1, del Trattato
dell’Unione Europea stabilisce che
“salvo deroghe contemplate dal
Trattato sono incompatibili con il mercato comune, nella misura in cui incidano
sugli scambi tra Stati membri, gli aiuti
concessi dagli Stati, ovvero mediante
risorse statali, sotto qualsiasi forma
che, favorendo talune imprese o talune
produzioni, falsino o minaccino di falsare la concorrenza”.
Ogni aiuto di Stato, nazionale e/o
regionale, che risponda ai criteri sopra
indicati è, in linea di principio, incompatibile con il mercato comune.
Tuttavia i paragrafi 2 e 3 dello stesso
articolo 87 specificano le ipotesi in cui,
in deroga al principio generale, gli aiuti
di Stato possono essere considerati
ammissibili. Al riguardo sono individuabili tre principali categorie di deroghe,
per le quali occorre ottenere l’esito
positivo dell’esame di compatibilità:
aiuti a finalità regionale, norme orizzontali, norme settoriali.
Aiuti a finalità regionale
Gli aiuti che rientrano in questa tipologia ed oggetto di deroga da parte della
Commissione europea, hanno come
obiettivo lo sviluppo di regioni sfavorite
e si distinguono dalle altre categorie di
aiuti pubblici perché:
– destinati a favorire lo sviluppo di
regioni ove il tenore di vita sia anormalmente basso, oppure si abbia una
grave forma di sottoccupazione (art.
87.3.a)
o
– destinati ad agevolare lo sviluppo di
talune attività o di talune regioni economiche, sempre che non alterino le
condizioni degli scambi in misura contraria al comune interesse (art.
87.3.c).
Con lettera del 13 marzo 20001, la
Commissione ha approvato la Carta
degli aiuti a finalità regionale per il
periodo 2000-2006 che prevede, per
l’Italia, di attuare la deroga 87.3.a alle
regioni meridionali italiane (Calabria,
Puglia, Campania, Basilicata, Sardegna; Sicilia) e di attuare la deroga
87.3.c ad una parte di territori delle
regioni del centro-nord.
Per la regione Emilia-Romagna le aree
oggetto di deroga ai sensi dell’art.87.3.c fanno riferimento ai
seguenti Comuni:
tutto il territorio comunale di:
Formignana (FE); Migliarino (FE),
Migliaro (FE), Ostellato (FE), Tresigallo
(FE);
parte del territorio comunale di:
Comacchio (FE), Copparo (FE),
Ferrara, Ro (FE), Ravenna.
Tutte le aree emiliano-romagnole individuate sono anche aree eligibili ai sensi
dell’obiettivo 2 dei Fondi strutturali.
Ai fini di migliorare la trasparenza sugli
aiuti di stato la Commissione europea
ha adottato inoltre due specifiche iniziative:
⽧ un registro degli aiuti di Stato accessibile su Internet
http://europa.eu.int/comm/competition/state_aid/register/
⽧ la pubblicazione di un quadro di
valutazione degli aiuti Stato2 anch’esso
accessibile su internet http://europa.eu.int/comm/competition/state_ai
d /scoreboard/index_fr.html
Nel 2001 sono usciti tre regolamenti di
esenzione dall’obbligo di notifica per
quanto riguarda gli aiuti destinati alla
formazione, de minimis e quelli a favore delle piccole e medie imprese
(PMI).3
Fra i provvedimenti specifici adottati
nel 2002 si segnalano:
䊳 il Reg.(CE) n. 2204/2202 del 12
dicembre 2002 relativa all’applicazione
degli artt. 87 e 88 del Trattato CE agli
aiuti di Stato a favore dell’occupazione;
䊳 gli orientamenti comunitari per gli
aiuti di Stato per i test TSE (encefalopatie spongiformi), i capi morti e i rifiuti dei macelli (GUCE C 321 del 24
dicembre 2002);
䊳 la comunicazione della
Commissione al Consiglio [COM
(2002) 555 del 16 dicembre 2002]
relativa alla “Relazione sui progressi in
materia di riduzione e riorientamento
degli aiuti di Stato;
䊳 la comunicazione della
Commissione relativa alla “Disciplina
multisettoriale degli aiuti regionali
destinati ai grandi progetti d’investimento” (GUCE C 70 del 19 marzo
2002).
Le azioni regionali
Breve quadro riepilogativo
delle leggi regionali approvate
nel 2001 attuative della
normativa comunitaria
Di seguito sono riportate le iniziative
legislative adottate nel corso del 2001
che integrano la normativa regionale
con la normativa europea.
1
Pubblicata in GUCE C175 del 24.6.2000.
COM(2001) 412.
3
Reg. (CE) rispettivamente 68/2001,
69/2001 e 70/2001.
2
144
SESTOEURORAPPORTO
Legge regionale 24 giugno 2002, n. 12
“Interventi regionali per la cooperazione con i paesi in via di
sviluppo e i paesi in via di transizione, la solidarietà
internazionale e la promozione di una cultura di pace”
Nel quadro delle strategie più idonee di lotta alla povertà già da tempo è stata
riconosciuta, in ambito internazionale, la rilevanza dell’azione di cooperazione
allo sviluppo attuata in forma di parternariato fra i soggetti omologhi delle
amministrazioni locali e della società civile organizzata dei paesi del nord e del
sud del mondo che è comunemente denominata cooperazione decentrata.
Mentre l’Unione Europea ha da tempo assunto questa modalità di cooperazione
tra i propri principi di intervento, il quadro normativo nazionale (Legge n. 49
del 1987) ha presentato lacune soprattutto sul piano applicativo.
La Regione Emilia Romagna si è da tempo impegnata nel settore della cooperazione allo sviluppo e della solidarietà internazionale con uno sforzo finanziario
che ha portato al raddoppio delle risorse destinate alla solidarietà internazionale; negli ultimi anni si sono avuti 44 interventi di cooperazione allo sviluppo in
11 diversi paesi e 53 interventi di emergenze e ricostruzione in 19 paesi.
La legge in questione è, dunque, il frutto dell’esperienza maturata dalla
Regione Emilia Romagna nel settore degli interventi di cooperazione allo sviluppo, di solidarietà internazionale e per la diffusione di una cultura di pace nonché
del lavoro elaborato nell’ambito della Conferenza regionale sulla cooperazione
allo sviluppo, organizzata dalla Giunta regionale il 19/20 marzo 2001.
Nel rispetto del quadro normativo nazionale e comunitario si prevedono quattro
aree di intervento regionale : la cooperazione allo sviluppo, gli interventi umanitari di emergenza, gli interventi per la diffusione di una cultura di pace e la
valorizzazione delle scuole di pace, il supporto formativo ed informativo ai soggetti delle cooperazione decentrata.
Legge regionale 12 luglio 2002 n. 15
“Disciplina dell’esercizio delle deroghe previste dalla direttiva
79/409/CEE. Modifiche alla L.R. 15 febbraio 1994, n. 8 “
Disposizioni per la protezione della fauna selvatica e per l’esercizio dell’attività venatoria”
Il problema dei danni provocati da svariate specie di fauna selvatica alle produzioni agricole riveste in Emilia Romagna una forte rilevanza. L’esperienza acquisita ha dimostrato che i normali metodi ecologici di dissuasione messi in atto
dagli agricoltori non sono sufficienti a controllare le presenza di tali selvatici:
prova ne sia la puntuale richiesta ogni anno alle Province di contributi per l’indennizzo di tali tipi di danni, richieste che hanno comportato o continuano a
comportare l’esborso da parte della Regione di somme in percentuali assai elevate rispetto alla liquidazione dei danni complessivamente arrecati dalle specie
di fauna selvatica.
La direttiva 79/409/CEE, art. 9, consente di prelevare esemplari di specie non
cacciabili, sempre che non vi siano altre soluzioni soddisfacenti, a determinate
condizioni, per finalità diverse, tra le quali anche la prevenzione di gravi danni
alle colture. Tale prelievo è consentito nei confronti di quelle specie risaputamente dannose per l’agricoltura (storni e passeri) ai cacciatori iscritti agli ATC della
regione Emilia Romagna, ciascuno negli ambiti di iscrizione o che esercitino la
caccia in azienda faunistico-venatoria . La legge stabilisce controlli puntuali e la
possibilità di sospendere il prelievo qualora siano accertate gravi diminuzioni
della consistenza numerica della specie.
Legge regionale 20 settembre 2002, n. 22
“Integrazione della L.R. 12 luglio 2002, n. 15 “ Disciplina dell’esercizio delle deroghe previste dalla direttiva 79/409/CEE.
Modifiche alla L.R. 15 febbraio 1994, n. 8 “ Disposizioni per la
protezione della fauna selvatica e per l’esercizio dell’attività
venatoria”
Con la legge regionale in esame è stata apportata un’integrazione alla L.R. n.
15 del 2002 con riferimento ad alcuni profili tecnici(i richiami della fauna)
necessari al perseguimento delle finalità della disciplina.
Legge regionale 9 dicembre 2002, n. 33
“Interventi per lo sviluppo dei sistemi di rintracciabilità nel
settore agricolo ed alimentare. Modifiche alla legge regionale 8
settembre 1997, n. 33 ( interventi per lo sviluppo dei sistemi di
qualità nel settore agroalimentare)
La Commissione europea, con la pubblicazione del Libro bianco sulla sicurezza
alimentare, ha posto l’accento sulla necessità di avvicinare il mondo della produ-
SESTOEURORAPPORTO
zione alimentare e quello dei consumatori, attraverso l’applicazione dei sistemi
di garanzia, di comunicazione, di osservazione, di vigilanza connessi alle tecniche produttive ed alla conoscenza del prodotto alimentare. Crescente e concreto
è l’interesse da parte della produzione alimentare italiana, specie di quella emiliano-romagnola, per il principio della rintracciabilità che consente di fornire
informazioni puntuali sulla storia di un determinato prodotto.
La rintracciabilità è, infatti, una innovazione di natura tecnico-organizzativa, una
tecnica di raccolta e di gestione di dati per produrre informazioni; il flusso del
prodotto è accompagnato dal flusso delle informazioni sul prodotto stesso. La
norma ISO 8402 la definisce come “ la capacità di ritrovare la storia, l’utilizzazione e la localizzazione di una entità a mezzo di identificazioni registrate”.
La Regione ha inteso creare, con la legge in questione una opportunità per tutte
le imprese in questo importante settore oggetto di sperimentazione, agevolando, attraverso la concessione di contributi, la realizzazione di progetti di rintracciabilità di filiera certificati da enti terzi. In questo contesto il ruolo del soggetto
pubblico e di quelli privati appaiono ben distinti. Sono infatti compito e diritto
delle imprese la scelta del modello di rintracciabilità, del modo con cui renderlo
operante e la definizione degli strumenti da utilizzare; all’Amministrazione pubblica spetta il compito di accompagnare con aiuti finanziari il sistema imprenditoriale.
Con la legge in questione sono stati perseguiti i seguenti scopi: accompagnare
le strategie d’impresa che mirano ad implementare le tecniche della rintracciabilità; diffondere la “cultura della rintracciabilità” fra gli operatori economici e
nella società; svolgere una funzione di supporto nella costruzione dei percorsi e
delle regole della rintracciabilità.
Legge regionale 23 dicembre 2002, n. 40
“Incentivi per lo sviluppo e la qualificazione dell’offerta turistica regionale. Abrogazione della legge regionale 11 gennaio
1993, n. 3 (Disciplina dell’offerta turistica della Regione EmiliaRomagna. Programmazione e finanziamento degli interventi.
Abrogazione della L.R. 8 luglio 1984, n. 38)”
Con la legge in questione si è inteso riordinare la normativa sull’incentivazione
dell’offerta turistica anche alla luce della normativa europea in tema di aiuti alle
imprese. In ottemperanza al nuovo articolo 118 della Costituzione e in linea
con il consolidata orientamento di delega alle Province della gestione dei contributi, si è provveduto alla attribuzione alle Province delle funzioni di gestione
145
degli incentivi al turismo nel rispetto dei principi di sussidiarietà, differenziazione ed adeguatezza.
Nella redazione del testo della legge sono stati inseriti tutti i riferimenti che permettono di usufruire dei “regimi di esenzione” alla notifica dei regimi di aiuto
della Commissione Europea attualmente in vigore, in particolare quelli stabiliti
dai regolamenti n. 62/2001 (regime “de minimis”) e n. 70/2001 (aiuti alle
piccole e medie imprese). Il Regolamento (CE) n. 70/2001 prevede infatti l’esenzione dalla notifica della legge se si rispettano le indicazioni ivi prescritte e
se viene formalizzata la volontà di applicarlo poiché tale tipologia di aiuto è
ritenuta non lesiva della concorrenza ai sensi dell’art. 87 paragrafo 1 del trattato CE. Anche l’applicazione del Regolamento (CE) n. 69/2001 è in “regime di
esenzione” dalla notifica della Commissione Europea. Il regime “de minimis”
infatti non è considerato “aiuto di Stato” ai sensi dell’art. 87 paragrafo 1 del
trattato CE.
La definizione di piccola e media impresa è mutuata da quella europea; attualmente i parametri per la definizione di PMI sono individuati nella raccomandazione 96/280/CE del 3 aprile 1996 in corso di modifica.
Per quanto riguarda il limite massimo del contributo concedibile alle imprese, si
è preso in considerazione il livello massimo individuato nella normativa europea
già citata, riservando ai criteri applicativi l’individuazione di ulteriori limitazioni
che tengano conto delle risorse annualmente disponibili nonché della situazione
contingente.
Le notifiche effettuate
dalla Regione Emilia-Romagna
nel 2002
La legge regionale 6 settembre 1993,
n. 32 “Norme per la disciplina del procedimento amministrativo e del diritto
di accesso” disciplina in modo puntuale, all’articolo 28, la comunicazione
all’autorità comunitaria ed utilizza la
cosiddetta “clausola di sospensione dell’efficacia” prevedendo che l’efficacia
delle misure di aiuto sia subordinata
alla pubblicazione sul Bollettino ufficiale regionale della decisione favorevole
della Commissione.
Operativamente la notifica formale è
effettuata a cura del Servizio Politiche
Europee e Relazioni Internazionali della
Presidenza della Giunta su segnalazione della Direzione Generale competente del provvedimento oggetto di notifica. Nel corso del 2002 sono stati inol-
146
trati tre provvedimenti elencati nella
tabella unitamente alla data di notifica,
il numero di codice comunitario e l’esito dell’esame di compatibilità.
Nel corso del 2002, la Direzione generale della Presidenza e la Direzione
Affari Istituzionali e Legislativi hanno
prestato la loro collaborazione ad una
importante ricerca condotta dal
Dipartimento di Scienze giuridiche
dell’Università degli Studi di Trieste per
conto della Regione Friuli Venezia
Giulia.
SESTOEURORAPPORTO
La ricerca ha avuto ad oggetto la ricostruzione delle normative e delle prassi
regionali esistenti in materia di aiuti di
stato, consentendo di porre in luce problematiche comuni, analogie organizzative e regolative e peculiarità delle
amministrazioni regionali di fronte agli
obblighi imposti dal Trattato e dal diritto comunitario derivato.
Anche l’Emilia-Romagna si è sottoposta
all’indagine condotta dai ricercatori universitari, illustrando la propria situazione normativa, il procedimento di notifi-
ca seguito, gli effetti conseguiti ed i
progetti sin qui avviati in relazione alla
problematica degli aiuti. I risultati della
ricerca sono stati presentati nell’ambito
del convegno “Esercizio delle competenze normative regionali e disciplina
comunitaria degli aiuti pubblici alle
imprese” tenutosi a Trieste il 28 febbraio 2003, nel corso del quale un rappresentante della Regione (DG affari
istituzionali e Legislativi) ha tenuto una
specifica relazione.
Titolo del provvedimento
codice comun.
data di notifica
esito
Partecipazione della Regione Emilia-Romagna nella società:
Terme di Salsomaggiore SpA
(L.R. 4 maggio 1999, n. 8)
Incentivazione uso fertilizzazione organica ai fini della tutela
della qualità del suolo
(L.R. 7 aprile 2000, n. 25)
Legge 405/99, art. 2 bis – criteri e modalità presentazione
domanda ai commercianti di prodotti ittici freschi
Adriatico, ai mercati ittici, attività manifatturiere e di servizio sett.
Indennizzo parziale cop. Perdite causate Arresto temporaneo attività
pesca (4/6-31/8/99) disposizioni straordinarie urgenti settore pesca
(deliberazione 1248/2001)
Programma regionale attuativo per la concessione dei contributi a
favore dei Centri di Assistenza Tecnica –
art. 16, comma 1, Legge 266/97 (deliberazione n. 1427/2001)
Interventi per lo sviluppo dei sistemi di rintracciabilità nel
settore agricolo ed alimentare
(L.R. 9 dicembre 2002, n. 33)
N 211/2000
12/04/2000
esame in corso
N 302/2000
11/05/2000
N
13/02/2002
positivo
BURER n. 29
del 19/02/2002
non è ancora stato
attribuito il codice
comunitario
N 140/2002
27/02/2002
esame in corso
N 227/2002
27/03/2002
positivo
BURER n. 13
del 29/01/2003
Progetto Studio di fattibilità
per l’istituzione di un registro
unico ed informatizzato degli
aiuti concessi in regime de
minimis
Nel 2002 è stato attivato un progetto,
per la realizzazione di uno studio di
fattibilità per l’istituzione di un registro
regionale unico ed informatizzato relativo agli aiuti in regime de minimis concessi dall’Amministrazione regionale a
singole imprese, nell’ambito dell’attuazione di provvedimenti regionali, nazionali e programmi comunitari. Attraverso
una scheda predisposta per la raccolta
dati sono stati censiti 23 regimi di aiuti
in de minimis, suddivisi per tipologia, e
la cui analisi ha messo in luce diversi
punti di criticità.
Il progetto, coordinato dalla Direzione
Generale alla Presidenza della Giunta
(Servizio Politiche europee e Relazioni
internazionali) ha coinvolto tutte le
Direzioni generali della Giunta ad esclusione della Sanità e Politiche sociali, ed
è terminato con una proposta di gestione informatizzata del procedimento di
erogazione degli aiuti in regime de
minimis.
SERVIZI DI
INFORMAZIONE
EUROPEA SUL TERRITORIO REGIONALE
8
SESTOEURORAPPORTO
L’INFORMAZIONE
EUROPEA
DELLA REGIONE
EMILIA-ROMAGNA
I regolamenti comunitari prevedono
l’obbligo di attivare azioni informative
e pubblicitarie1 sugli interventi dei
Fondi strutturali, pertanto i diversi
Programmi regionali hanno un proprio
piano di comunicazione ed appositi siti
web.
In particolare, il Docup Obiettivo 2
ha uno specifico sito2 realizzato con la
finalità di fornire informazioni, servizi
reali e di semplificare l’accesso alle
opportunità offerte. Il sito viene continuamente e puntualmente aggiornato,
anche con il contributo dei referenti del
gruppo di comunicazione, coordinato
dalla Regione e con la partecipazione
di tutte le Province. Gli accessi al sito
hanno registrato una media di oltre
200 sessioni di consultazione al giorno. Le sezioni del sito rispecchiano la
diversificazione tra interventi dell’Asse
1 e dell’Asse 2, traducendo questa
distinzione in termini immediatamente
comprensibili all’utenza: I finanziamenti alle imprese ovvero Asse 1, Sviluppo
del territorio ovvero Asse 2.
Relativamente all’Asse 1 il sito rende
possibile la consultazione dei bandi,
della modulistica, delle graduatorie, del
materiale per la rendicontazione, in
maniera da seguire tutto l’iter procedi-
mentale del bando, nei momenti più
significativi per l’utenza. Consente inoltre di accedere ai documenti di programmazione dell’Asse 2, Progetti di
Sviluppo Locale (PSL) e ai progetti
avviati, distinti per Provincia. Oltre a
ciò ogni Provincia dispone di una home
page personalizzata, nella quale sono
pubblicate notizie, agenda degli appuntamenti, i riferimenti per richiedere
informazioni, la documentazione di
rilievo.
di formazione professionale, corsi di
formazione professionale, profili professionali, concorsi pubblici in regione. Vi
sono, inoltre, sezioni specifiche dedicate al Fondo Sociale Europeo e all’iniziativa comunitaria Equal. Da novembre
2002, è attivo un numero verde (800955-157) che risponde anche ai quesi-
Il Piano regionale di sviluppo
rurale e l’iniziativa comunitaria
Leader+ trovano loro specifici spazi
all’interno del sito curato dall’assessorato Agricoltura, Ambiente e Sviluppo
sostenibile3.
ti dei cittadini sulle opportunità formative e di istruzione presenti sul territorio
regionale.
Per la formazione professionale e il
Fondo Sociale Europeo, è nato il
portale www.form-azione.it, costituito
da oltre trecento pagine web, tutte realizzate senza barriere, ovvero accessibili anche ai disabili. Il percorso di navigazione proposto è quello delle opportunità di istruzione e formazione offerte alle varie categorie: giovani, imprenditori, donne, laureati, lavoratori atipici,
disabili. All’interno del portale, tra l’altro, vi è la banca dati Orienter contenente nove archivi, costantemente
aggiornati, composti da oltre quattromila schede tra scuole superiori, corsi scolastici, università, corsi universitari, enti
Spazio Europa4, è il portale della
Regione Emilia-Romagna, che rende
visibile tutto ciò che parla di Europa
nella amministrazione regionale e cosa
è l’Europa: non solo i finanziamenti
comunitari, ma la informazione sulla
politica comunitaria in primo luogo, con
news quotidiane, a cura delle redazioni
di Bologna, Bruxelles e Roma dell’agenzia giornalistica Ansa. L’agenda dà
conto di tutti gli appuntamenti, in
Emilia-Romagna e in Europa, legati alle
tematiche europee e di stretto interesse
per il territorio regionale. La sezione In
149
primo piano presenta servizi speciali su
temi attuali o di particolare interesse.
L’Europa in Emilia-Romagna è una
rubrica completa di tutti i punti informativi, gli enti locali e le realtà istituzionali che si occupano di UE, suddivisi
sia per categoria che per localizzazione
geografica.
InfoAgenda2000, è la pagina predisposta dal Servizio Politiche europee
e Relazioni internazionali per orientare
le informazioni su come si stanno attuando i diversi programmi previsti da
Agenda 2000. Nella sezione dedicata
alla normativa, oltre i regolamenti comunitari di riferimento è inserita la carta degli aiuti a finalità regionale, cioè
le aree regionali in cui lo Stato o la Re-
1
Art. 46 del regolamento (CE) n.
1260/1999 del Consiglio del 21 giugno
1999 “disposizioni generali sui Fondi strutturali” e successivo regolamento (CE) n.
1159/2000 della Commissione del 30 maggio 2000 “azioni informative e pubblicitarie
sugli interventi dei Fondi strutturali”.
2
http://www.ermesimprese.it/obiettivo2/
3
http://www.regione.emiliaromagna.it/fr_agricoltura.htm
4
www.spazioeuropa.it
150
gione possono concedere aiuti ai sensi
dell’art. 87.3.c del Trattato dell’Unione
Europea. Alla voce generali è riportato
il “quadro di riferimento regionale per
la programmazione coordinata degli
interventi strutturali dell’Unione
Europea 2000-2006”, seguono poi le
sezioni dedicate ai vari programmi ed
azioni (piano regionale di sviluppo rurale, obiettivo 2, obiettivo 3, Docup
Pesca, Leader +, Interreg, Equal, Azioni
innovative FSE e Azioni innovative
FESR) nelle quali sono indicati gli atti
regionali e/o nazionali di programmazione ed i link ai siti creati dalle singole direzioni regionali competenti per la
loro gestione ed attuazione.
SESTOEURORAPPORTO
dimensione europea dell’EmiliaRomagna, informare sulle politiche e le
attività ed ospitare di volta in volta
interventi e opinioni. Stampata in diecimila copie, è rivolta a rappresentanti
delle istituzioni europee, politici, amministratori dell’Emilia-Romagna, imprenditori, funzionari pubblici e operatori
dell’informazione.
La Regione Emilia-Romagna ha inoltre
avviato una collaborazione con ERVET
– Politiche per le imprese SpA, con l’obiettivo di strutturare specifiche attività
di informazione ed assistenza ai diversi
settori dell’Amministrazione.
Nell’ambito di tale attività sono realizzati:
Nel settembre 2002 è stata presentata
la rivista bimestrale d’informazione
“Europei” per conoscere meglio la
Europafacile5 – Sito Internet
sulle politiche e finanziamenti
dell’Unione Europea consente di ottenere informazioni sulle politiche e i programmi dell’Unione Europea attraverso
sistemi di ricerca guidati o in base a
parole chiave. Il sito, accessibile attraverso una registrazione gratuita, da settembre 2000 ad oggi ha registrato
oltre 256.000 contatti. Esso propone:
News: notizie aggiornate quotidianamente relative a politiche, programmi,
bandi comunitari e ai più importanti
eventi organizzati a livello nazionale o
comunitario;
Programmi dell’UE: presentazione dei
programmi dell’UE consultabili attraverso sistemi di interrogazione multipli
quali: il nome/acronimo di un programma, parole chiave, destinatari oppure
tramite una ricerca libera;
Politiche UE: i riferimenti per ricostruire
l’iter legislativo degli atti comunitari;
Agenda bandi: il calendario dei bandi
comunitari con schede descrittive sintetiche con la disponibilità di accesso ai
documenti necessari per la presentazione di un progetto;
Agenda eventi: il calendario delle manifestazioni internazionali più importanti;
Progetti: illustrazione di alcuni progetti
di successo finanziati dall’Unione
Europea;
Data base partner: la banca dati contente profili di potenziali partner per
futuri progetti europei;
Archivio documenti: la biblioteca elettronica su documenti istituzionali
dell’Unione Europea, tematiche particolarmente importanti e documenti necessari alla presentazione di progetti in
risposta a bandi comunitari;
“Eurolettera” on line: la newsletter
mensile on-line sulle tematiche europee;
Contatti: i riferimenti (indirizzo, E-mail
e numeri di telefono e fax) dei referen-
ti comunitari e/o nazionali di ogni programma;
U.E. on line: i link dei più importanti
siti, nazionali ed europei, per il reperimento delle informazioni legate alle
politiche e ai programmi dell’Unione
Europea;
Glossario: la raccolta degli acronimi più
utilizzati all’interno dei programmi e
delle politiche comunitarie, finalizzato
a facilitare la lettura e la comprensione
di tutte le altre sezioni.
Sito Cooperazione internazionale. Il Sito, inaugurato il 21
novembre 2001, costituisce una sezione di Europafacile, ma possiede sistemi
di ricerca autonomi consentendo di
recuperare informazioni sulle opportunità di finanziamento comunitarie relative all’internazionalizzazione. Il sito è
articolato in diverse sezioni che permettono di comprendere cosa sia la cooperazione internazionale e come si possa
partecipare ai programmi in atto. È
possibile visualizzare le aree geografiche, con i relativi paesi, con le quali
l’Unione Europea ha programmi di
cooperazione, le opportunità di finanziamento con le principali modalità di
accesso, oltre alle strutture comunitarie
di riferimento. Infine è possibile scaricare la “Guida ai programmi di cooperazione internazionale della Commissione
5
http://www.europafacile.net
SESTOEURORAPPORTO
europea” e “Tecniche progettuali adottate dalla Commissione europea in
merito agli interventi di cooperazione
internazionale”, pubblicazioni realizzate da Ervet per conto della Regione
Emilia-Romagna.
Infomail - Strumento informativo
personalizzato per l’aggiornamento
costante sullo stato di elaborazione e
attuazione delle politiche dell’Unione
europea. Il servizio viene erogato settimanalmente tramite posta elettronica
ai vari settori dell’Amministrazione.
Grazie ad un collegamento tra parolechiave consente di inviare informazioni
mirate, relative a documenti ufficiali
pubblicati sulla Gazzetta delle
Comunità europee, documenti preparatori, calendari di eventi (convegni,
seminari, incontri, fiere, etc.).
La rivista Europei, i siti
InfoAgenda2000, Europafacile e la
pubblicazione Eurorapporto, sono consultabili anche su Spazio Europa.
Dal gennaio 2002, inoltre, la Regione
Emilia-Romagna ha attivato una convenzione con ASTER per fornire supporto informativo all’Amministrazione
regionale nelle attività relative all’approfondimento della conoscenza della
politica comune di ricerca e sviluppo
attuata dall’Unione europea con particolare riguardo allo strumento del
Sesto programma quadro di Ricerca e
Sviluppo Tecnologico e per favorire collegamenti e collaborazioni fra Regione,
Università e Centri di ricerca per sviluppare strategie e progetti comuni.
Dal dicembre 2001, è attivo un protocollo d’intesa tra la Regione EmiliaRomagna ed ANCI ed UPI EmiliaRomagna con l’obiettivo di avviare una
attività di informazione e formazione,
espressamente rivolta agli enti locali,
sulle politiche e sull’attività dell’Unione
europea. Nel 2002 è stata realizzata
una ricerca sugli “uffici Europa” delle
diverse amministrazioni locali che ha
coinvolto cinque province, dodici comuni e una comunità montana. Per rispondere al bisogno di informazione, conoscenza delle politiche e degli strumenti
comunitari e per facilitare la partecipazione delle autonomie locali alla politica di ricerca e sviluppo dell’Unione
europea, è stata inoltre estesa agli enti
locali la convenzione in atto tra Regione ed Aster relativa al Sesto programma di ricerca e sviluppo tecnologico.
IL “CENTRO
DOCUMENTAZIONE
EUROPA” DELLA
BIBLIOTECA
DEL CONSIGLIO
REGIONALE
Dal 1999 è aperto al pubblico il
Centro Documentazione Europa
della Biblioteca del Consiglio Regionale
Emilia-Romagna. Questo Centro è nato
per rispondere alle nuove esigenze di
documentazione e di informazione
sulle tematiche relative all’Unione
Europea da parte dei Consiglieri regionali, dei collaboratori regionali e dei
frequentatori della Biblioteca ma anche
per offrire un punto di riferimento al
cittadino che sempre più spesso si rivolge all’istituzione regionale per problematiche che richiedono una specifica
professionalità nella ricerca di documentazione di fonte Europea.
Il Centro Documentazione Europa, aperto al pubblico il lunedì dalle 14 alle 16
, e dal martedì al venerdì dalle ore
9,30 alle 13 e dalle 14 alle 16, offre i
seguenti servizi:
• Servizio di Quick reference sull’informazione ufficiale dell’Unione
Europea;
• Servizio di diffusione e conoscenza
dell’attività e delle iniziative
151
dell’Unione Europea attraverso la
consultazione di Gazzette Ufficiali
della Comunità europea, Documenti
preparatori, Relazioni del Parlamento
Europeo, oltre 100 periodici ed oltre
150 monografie su varie materie;
• Messa a disposizione di 2 postazioni
Internet a libero accesso con posta
elettronica;
• Servizio di ricerca sulle banche dati
(CD-Rom, Banche Dati on line e
Internet) autonomamente o guidati
dall’assistenza di personale qualificato;
• Servizio di ricerca sulle Banche Dati
su richiesta per ricerche di particolare
complessità;
• Disponibilità di materiale divulgativo
dell’Unione Europea in distribuzione
gratuita.
• Attività di segnalazione di provvedimenti di particolare interesse presso
un indirizzario mirato e realizzazione
di Dossier di documentazione di interesse comunitario.
Il Centro dispone di una pagina Web
presso il sito del Consiglio Regionale
dell’Emilia Romagna attraverso la quale
è possibile utilizzare vari strumenti di
ricerca messi a disposizione dell’utenza
remota, consultare i Dossier di approfondimento e richiedere via e-mail agli
operatori del Centro Documentazione
Europa informazioni e documentazione
in linea.
152
Nel corso del 2002 il Centro ha allargato la propria attività nel settore delle
pubblicazioni.
• È nato “Monitor Europa”, una
newsletter elettronica quindicinale
che offre un approfondito monitoraggio sulle principali attività delle istituzioni comunitarie. Al suo interno trovano spazio anche segnalazioni su
attività svolte su iniziativa ed in collaborazione col Centro
Documentazione Europa.
• Si è proseguito con la pubblicazione
de “I Diari dell’Europa” un
periodico sulle principali politiche
dell’Unione europea, che raccoglie al
suo interno una cospicua rassegna
dei principali documenti prodotti dalle
istituzioni dell’UE. Dal 2002 questa
pubblicazione è accessibile anche in
rete in formato elettronico.
• Ha visto la luce la newsletter periodica in formato elettronico “forum
newsER” allo scopo di seguire
attentamente i lavori della
Convenzione europea e quelli del
Forum regionale Europa 2004.
Nel corso del 2003 il Centro Documentazione Europa intende intensificare la
propria attività sulle questioni relative
alla tutela dei diritti umani, dando il
proprio contributo all’interno del progetto “Pace e diritti umani” del Consiglio
regionale dell’Emilia Romagna.
SESTOEURORAPPORTO
Ai servizi del Centro si può accedere:
• Visitando il Centro:
Il Centro Documentazione Europa –
Biblioteca del Consiglio regionale
dell’Emilia-Romagna – si trova in
Viale Aldo Moro, 36/3 - 40127
Bologna
• Telefonando al numero telefonico:
051. 6395122 - Fax 051.
6395123
• Tramite INTERNET consultando la
pagina Web del CDE raggiungibile
attraverso la URL
http://consiglio.regione.emilia-romagna.it/fr_ser_obie_er.htm
• Inviando un messaggio al seguente
indirizzo E-mail:
[email protected]
Commissione europea sull’informazione
e la comunicazione6 ha l’intento di stabilire una strategia comune nel settore
dell’informazione ottimizzando e
migliorando il coordinamento degli uffici di informazione esistenti e individuando l’informazione quale strumento
strategico per stimolare la partecipazione politica attiva dei cittadini alla vita
comunitaria. Attualmente è in corso il
dibattito e le riflessioni sia da parte dei
Centri di informazione europei, della
Rappresentanza della Commissione
europea e della Commissione stessa,
sulla natura e sul numero dei centri di
informazione dell’Unione Europea.
Il ruolo dei centri di informazione è
comunque essenziale, in quanto rappresentano gli strumenti privilegiati della
politica di informazione dell’Unione
Europea.
SERVIZI
INFORMATIVI
DELL’UNIONE IPE: Info Point Europa
EUROPEA Gli IPE sono coordinati dalla DG Stampa
PRESENTI IN e Comunicazione al fine di permettere
EMILIA-ROMAGNA al grande pubblico l’accesso alle inforSul territorio regionale sono numerosi i
punti di informazione attivati nell’ambito di specifiche azioni e/o programmi
europei o su iniziativa diretta di alcune
Direzioni Generali della Commissione
europea. La Comunicazione della
mazioni comunitarie. Gli Info Points
Europa offrono una consultazione delle
pubblicazioni della Comunità europea e
mettono a disposizione del pubblico
opuscoli e note informative. Tra le attività si segnala l’organizzazione di conferenze e seminari, iniziative di formazio-
ne ed orientamento, promozione di
avvenimenti e manifestazioni, collaborazioni con il mondo della scuola.
Bologna
Piazza Maggiore, 6 - 40125 Bologna
Tel. 051 203592 - fax 051 232381
e-mail: [email protected]
http://www.comune.bologna.it/Infopoi
nt_Eu
Modena
Piazza Grande, 17 - 41100 Modena
Tel. 059 206602 - fax 059 206596
e-mail: [email protected]
http://www.comune.modena.it/ipeuropa/
Dall’Info Point Europa di Modena dipendono diversi “Punto Europa” che forniscono un servizio di informazione comunitaria destinato a tutti i cittadini.
Punto Europa di Carpi
c/o Quicittà
Via Berengario, 2 – 41012 Carpi (MO)
Tel. 059 649357 - fax 059 649340
e-mail: [email protected]
Punto Europa di Rimini
c/o Palazzo comunale
P.zza Cavour, 27 - 47027 Rimini
Tel. 0541 704156 - fax 0541 704157
e-mail: [email protected]
6
COM (2001) 354 del 27 giugno 2001
“Un nuovo quadro di cooperazione per le attività di politica dell’informazione e della
comunicazione nell’Unione europea”.
SESTOEURORAPPORTO
Punto Europa di Finale Emilia
c/o Informacittà
Piazza Verdi, 1/c – 41043 Finale (MO)
Tel. 0535 788333 - fax 0535 788130
e-mail: [email protected]
Punto Europa di Maranello
c/o Comune
Piazza Libertà, 33 – 41053 Maranello
(MO)
Tel. 0536 240010 - fax 0536 948144
e-mail:
[email protected]
Punto Europa di Vignola
c/o Informagiovani
Via Selmi 5 – 41058 Vignola (MO)
Tel. 059 764365
e-mail: [email protected]
Punto Europa di Cento
c/o URP Comune
Corso Guercino, 41 – 44042 Cento
(FE)
tel. 800375515 - fax 051 6843309
e-mail:
[email protected]
http://www.comune.cento.fe.it/puntoeuropa/
taria verso le collettività rurali ed è
coordinata dalla DG Stampa e
Comunicazione. I membri della rete
raccolgono e diffondono informazioni
sull’Unione europea trattando in particolare temi legati allo sviluppo rurale,
all’agricoltura e alla protezione dell’ambiente.
Ravenna
Carrefour Europeo Romagna
Via M. Monti, 32 - 48100 Ravenna
Tel. 0544 450345 - fax 0544 451788
e-mail: [email protected]
http://www.carrefour-romagna.it
Reggio Emilia
Carrefour Europeo Emilia
Via Bolognesi, 2 - 42100 Reggio Emilia
Tel. 0522 278019 - fax 0522 518956
e-mail: [email protected]
http://carrefouremilia.crpa.it
Il Carrefour Europeo Emilia ha aperto,
nel marzo 2002, una sede decentrata
presso la Comunità Montana Cinque
Valli Bolognesi:
Carrefours europei
di informazione
e animazione rurale
Punto Europa Appennino
Bolognese
Viale Risorgimento, 1 - 40065 Pianoro
(BO)
Tel. 051 6527742
e-mail:
[email protected]
La rete dei Carrefours europei favorisce
la diffusione dell’informazione comuni-
Il Carrefour Europeo Romagna ha aperto,
nel febbraio 2002, una sede decentrata
presso la Comunità Montana dell’
Appennino Forlivese:
Antenna Europa Appennino
Forlivese
c/o Castello di Civitella di Romagna (FC)
Tel. 0543 983168 – fax 0543
984182
e-mail: [email protected]
CDE: Centri di
documentazione europea
La rete dei Cde, coordinata dalla DG
Stampa e Comunicazione, è stata creata con lo scopo di aiutare coloro che si
interessano al processo di integrazione
europea ad accedere alle pubblicazioni
della Comunità. Si tratta di biblioteche
e centri di documentazione, solitamente insediati presso le Università, che
raccolgono, catalogano e permettono la
consultazione al pubblico delle pubblicazioni dell’Ufficio delle pubblicazioni
ufficiali dell’Unione Europea.
Bologna
Università di Bologna
Istituto giuridico “A. Cicu”
Via Zamboni, 27-29 - 40126 Bologna
Tel. 051 2099627 - fax 051 2099624
e-mail: [email protected]
http://www.jus.unibo.it/cde
153
Ferrara
Università di Ferrara
Dipartimento di Economia Istituzioni
Territorio
Corso Ercole I d’Este, 44 - 44100
Ferrara
Tel. 0532 291960 - fax 0532 202102
e-mail: [email protected]
http://cde.economia.unife.it
Modena
Università di Modena
Centro documentazione e ricerche sulle
CE
Via Università, 4 - 41100 Modena
Tel. 059 2056633 - fax 059 230443
e-mail: [email protected]
http://www.giurisprudenza.unimo.it/bi
blioteca/europe.htm
Parma
Collegio europeo di Parma
Borgo Lalatta, 14 – 43100 Parma
Tel. 0521 207525 - fax 0521 207554
e-mail: [email protected]
Esistono poi centri attivati nell’ambito di specifiche azioni o
non rivolti al grande pubblico
ma con una missione più specifica, come:
BIC: Business Innovation
Centres
I BIC denominati anche CEII (Centri
154
europei di impresa e innovazione) forniscono assistenza multifunzionale e
continua alle PMI per stimolare lo sviluppo industriale, a livello locale e
regionale. Lo scopo principale è di creare nuove imprese o di sviluppare imprese già esistenti che siano innovative in
tutti i settori dell’industria e dei servizi
connessi.
Bic Emilia Romagna Unita
Via Carlo Seganti, 103 - 47100 Forlì
Tel. 0543 473563 - fax 0543 473564
e-mail: [email protected]
BRE: Bureau de
Rapprochement des
Entreprises
Coordinati dalla DG Imprese, favoriscono la cooperazione transnazionale tra
le PMI attraverso la messa in rete
delle loro offerte e domande di cooperazione che possono essere principalmente di tre tipi: commerciale, finanziario e tecnico/produttivo. Svolgono
anche un ruolo di supporto durante la
fase di negoziazione dell’accordo alla
cooperazione.
Forlì/Cesena
Cise - Centro per l’innovazione e lo sviluppo - Azienda speciale CCIAA
Corso della Repubblica, 5 - 47100 Forlì
Tel. 0543 38211 - fax 0543 38219
SESTOEURORAPPORTO
e-mail: [email protected]
http://www.ciseonweb.it/index.jsp
Modena
Eda Program
Via Papazzoni, 122 - 41023 Cavezzo
(MO)
Tel. 0535 58242 - fax 0535 46201
e-mail: [email protected]
Piacenza
Asip - Camera di Commercio di Piacenza
Ufficio commercio estero
Piazza Cavalli, 35 - 29100 Piacenza
Tel. 0523 386240 - fax 0523 334367
e-mail: [email protected]
membro associato a EIC IT 355 di
Bologna è
Comitato Impresa Donna
Via Aldo Moro, 22 - 40127 Bologna
Tel. 051 6099473 - fax 051 6099474
e-mail: [email protected]
http://www.cid.comitatoimpresadonna.net/
Ravenna
Eurosportello EIC IT 369
Azienda speciale SIDI Camera di
Commercio
Viale L.C. Farini, 14 - 48100 Ravenna
Tel. 0544 481443 - fax 0544 218731
e-mail: [email protected]
http://www.ra.camcom.it/index.php?N=9
EICs: Euro Info Centres
Relay dell’EIC IT 369 di Ravenna sono:
Gli Euro Info Centres, o Eurosportelli,
costituiscono una rete creata dalla
Commissione europea con l’obiettivo di
fornire informazione ed assistenza alla
piccole e medie imprese: informano,
assistono e consigliano le aziende su
tutte le materie comunitarie e di interesse per le imprese.
Modena
Promec Promozione Modena economica
Azienda speciale CCIAA
Via Ganaceto, 134 – 41100 Modena
Tel. 059 208270 fax 059 218750
e-mail: [email protected]
http://www.mo.camcom.it/promec
Bologna
Euro Info Centre IT 355
c/o Associazione industriali
Via San Domenico, 4 - 40124 Bologna
Tel. 051 529648 - fax 051 2913448
e-mail: [email protected]
http://www.assibo.it/assibo/circolar.ns
f/siteweb/5.4
Reggio Emilia
S.IN.IM. Servizi per l’internazionalizzazione delle imprese - Azienda speciale
CCIAA
Piazza della Vittoria, 1 - 42100 Reggio
Emilia
Tel. 0522 796244 - fax 0522 796300
e-mail: [email protected]
http://www.sinim.it/
Ferrara
CCIAA
Via Darsena, 79 – 44100 Ferrara
Tel. 0532 783711 - fax 0532 783718
e-mail: [email protected]
http://www.fe.camcom.it
Parma
CCIAA
Via Verdi, 2/A – 43100 Parma
Tel. 0521 210241 - fax 0521 233507
Rimini
CCIAA
Via Sigismondo, 28 – 47027 Rimini
Tel. 0541 363733 - fax 0541 363747
EURES: EURopean Public
Employment Services
Gli Eures - Servizi europei per l’occupazione - sono stati creati al fine di favorire la mobilità dei lavoratori tranfrontaliera all’interno delle nazioni dello spazio economico europeo attraverso la
cooperazione tra servizi pubblici di collocamento.
L’anima del servizio è composta da una
rete di 450 consulenti per l’occupazione chiamati Euroconsiglieri. In Italia la
rete degli euroconsiglieri è coordinata
dal Ministero del Lavoro e delle
Politiche sociali che esercita un ruolo di
collegamento e di interfaccia con la
Commissione europea. Attualmente in
Emilia-Romagna operano due euroconsigliere presso l’Amministrazione provin-
SESTOEURORAPPORTO
ciale di Bologna e nove assistenti eures
presso le altre amministrazioni provinciali.
Provincia di Bologna - Servizio Lavoro
Via del Borgo di S. Pietro 90/g - 40126
Bologna
Tel. 051 218976 - 051 218940; Fax:
051 218593
e-mail: [email protected]
EURODESK
I punti di informazione decentrata
Eurodesk costituiscono una rete internazionale di informazione sui programmi
europei rivolti ai giovani. Offrono servizi gratuiti di documentazione e orientamento sui programmi e le opportunità
dell’Unione Europea e del Consiglio
d’Europa. Svolgono attività in cooperazione con l’Agenzia Nazionale Gioventù
e su mandato della Commissione
Europea.
Ferrara
Comune di Ferrara
via de Pisis, 49 – 44100 FERRARA
tel. 0532/210408 - 211108; fax.
0532/202488
e-mail: [email protected]
Reggio Emilia
Carrefour Emilia
Via Bolognesi 2 - 42100 REGGIO EMILIA
Tel. 0522 278019; fax 0522 518956
e-mail: [email protected]
Forlì
Cooperativa UNISER
Via Bruni 38 - 47100 FORLI’
Tel. 0543 370012; Fax 0543 458784
Forlì/Cesena
Coop. Kara Bobowski - Informagiovani
comunale
Piazza Mazzini 7 - 47015 MODIGLIANA
Tel. 0546 949196 – 940542; Fax
0546 940259
e-mail: [email protected]
Parma
Consorzio IN&CO - Informagiovani comunale
Via Melloni 1/B - 43100 PARMA
Tel. 0521 218749; Fax 0521 234735
e-mail: [email protected]
Ravenna
Coop. Libra - Informagiovani comunale
Via Guido da Polenta 4 - 48100 RAVENNA
Tel. 0544 36494 – 482456; Fax
0544 39422
e-mail: [email protected]
Rimini
Coop. Tana Libera Tutti - Informagiovani
comunale
Via Bergamo 2 - 47838 RICCIONE
Tel. 0541 644920 - 0541 645262
e-mail: [email protected]
Modena
Comune - Ass.to Cultura, P.I.
Piazza della Repubblica 19 - 1033 CON-
CORDIA sulla SECCHIA
Tel. 0535 412934; Fax 0535 412912
IRC: Innovation Relay
Centre
La rete degli Innovation Relay Centres
(Centri di collegamento per l’innovazione) è formata da organizzazioni selezionate dalla Commissione europea,
attive nel settore della diffusione di
conoscenze e del trasferimento tecnologico alle imprese. I membri della rete
sono incaricati della diffusione di informazioni sui programmi di ricerca e dell’organizzazione di incontri e di seminari mirati al trasferimento di tecnologie innovative.
IRENE c/o ENEA
Via don Fiammelli, 2 - 40129 Bologna
Tel 051 6098197-6098127; fax 051
6098084
e-mail: [email protected]
http://www.irc-irene.org/
L’area di competenza di IRENE è il NordEst dell’Italia e comprende, oltre all’
Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia,
Trentino Alto-Adige, Veneto e Marche.
155
OPET: Organizzazioni
per la Promozione
delle Tecnologie
Energetiche
La rete degli OPET è stata creata dalla
Commissione Europea per contribuire
alla diffusione delle tecnologie energetiche innovative nell’Unione Europea,
negli Stati Associati e nei Paesi
dell’Europa Centro-Orientale.
OPET SEED c/o ASTER
Via Gobetti, 101 - 40129 Bologna
Tel 051 6398099- fax 051 6398131
e-mail: [email protected]
http://www.aster.it/opet/
Agenzia SAVE
Lo scopo delle Agenzie per l’energia e
l’ambiente, create nell’ambito del programma SAVE, è di fornire servizi informativi ad enti pubblici, imprese e cittadini nei settori della razionalizzazione
e del miglioramento dell’efficienza nell’uso delle risorse energetiche, del
risparmio energetico, del ricorso alle
fonti energetiche rinnovabili e, più in
generale, per la promozione dell’energia pulita.
156
Agenzia per l’energia e lo sviluppo sostenibile
Via Razzaboni, 80 - 41100 Modena
Tel. 059 407112 - fax 059 407118
e-mail:
[email protected]
Agenzia APRE
L’Agenzia per la Promozione della
Ricerca Europea, costituita con il patrocinio del Ministero dell’Università e
della Ricerca Scientifica e Tecnologica,
svolge in stretto contatto con la
Commissione Europea attività di informazione, formazione ed assistenza al
fine di promuovere la partecipazione
dei soggetti regionali ai programmi
europei di ricerca, sviluppo ed innovazione tecnologica. Lo sportello Apre
dell’Emilia-Romagna ha sede presso
l’ENEA di Bologna e l’attività è svolta
in collaborazione con l’Innovation
Relay Centre Irene, coordinato dalla
stessa Divisione Diffusione
SESTOEURORAPPORTO
dell’Innovazione e Trasferimento
Tecnologico dell’ ENEA.
Sportello APRE Emilia-Romagna
c/o ENEA - Via Don Fiammelli, 2 40129 BO
Tel. 051 6098245 - fax 051 6098084
e-mail: [email protected]
http://spring.bologna.enea.it/apre-er/
Esistono, inoltre, una serie di servizi
diretti dell’Unione Europea rivolti ai cittadini:
europa.eu.int sito internet nato nel
1995 su iniziativa della Commissione,
che contiene oltre un milione e mezzo
di documenti e 60 banche dati, ognuna
delle quali può contenere diverse centinaia di documenti.
Europe Direct (00 800 67 89 10
11) servizio telefonico gratuito, aiuta i
cittadini a conoscere ed esercitare i propri diritti e individuare tutte le opportunità offerte dall’UE, ad esempio i vari
programmi comunitari che possono contribuire alla realizzazione dei progetti.
Dall’aprile 2000, è stato costituito un
call centre Europe Direct in grado di
rispondere al telefono in 11 lingue ed
è disponibile attraverso un numero gratuito, per posta elettronica, lettera o
fax.
Eurojus fornisce consulenza e assistenza gratuita in merito a problemi
giuridici derivanti dall’interpretazione o
dall’applicazione di diritto comunitario.
I consulenti legali sono accessibili attraverso le Rappresentanze: in Italia il
Consulente Euro-Jus è presente presso
gli uffici di Roma il venerdì e le richieste possono essere fatte per telefono o
per iscritto (posta o telefax).
Europe by Satellite (EBS) è il
nuovo strumento televisivo delle istituzioni dell’UE, diffonde nuovi notiziari
quattro volte al giorno a orari fissi
(20% delle trasmissioni) mentre il
40% di tutte le tramissioni è dedicata
ad una informazione completa dal vivo
delle attività delle istituzione, il resto
del tempo è occupato da documentari
concernenti questioni di attualità
(15%) e da programmi preparati da
canali partner.
Eurobarometro (EB) fornisce regolari istantanee dell’opinione pubblica
che vengono utilizzate per preparare e
valutare le azioni di informazione
necessarie per il pubblico. Rassegne
stampa e Dispacci di agenzia.
Ulteriori informazioni possono essere
reperite consultando la pubblicazione:
“L’Europa in Italia - Guida pratica
all’Unione Europea” ed.
D’Anselmi/Hoepli in collaborazione con
Parlamento Europeo (Ufficio per
l’Italia) e Commissione europea
(Rappresentanza in Italia).
GRAFICI E TABELLE
SESTOEURORAPPORTO
159
Agenda 2000 – Regione Emilia-Romagna Programmazione interventi strutturali 2000-2006
(in milioni di Euro)
obiettivo 2
phasing-out ob. 2
obiettivo 3
sviluppo rurale
docup pesca
azioni innovative
Totale
Leader plus
Equal *
Interreg **
Totale
Totale generale
totale
complessivo
FESR
240,004
12,36
1.246,319
1.264,890
21,217
10,329
2.795,119
116,686
6,014
FSE
FEOGA-or
FEOGA-G
SFOP cofinanziamento
nazionale
private
5,107
116,686
6,014
680,334
460,620
7,341
2,582
1.273,577
6,632
0,332
9,348
417,570
8,769
5,165
447,816
7,450
455,266
556,637
386,700
5,107
2,582
125,282
556,637
0
386,700
28,678
52,570
7,377
88,625
9,780
3,730
3,730
26,285
9,780
0,000
0,000
11,448
26,285
3,647
41,380
2.833,744
129,012
582,922
9,780
386,700
5,107
1.314,957
26,285
* l'iniziativa è attuata tramite un programma nazionale, la cifra riportata è indicativa per la nostra Regione
** Progetti approvati al primo e secondo bando – anno 2002 – programmi Cadses e MEDOC
SFOP
0,5%
FESR
11,6%
FEOGA-G
34,7%
FSE
52,3%
Incidenza singoli fondi sul totale
generale
FEOGA-or
0,9%
7,450
SESTOEURORAPPORTO
160
Agenda 2000 - Regione Emilia-Romagna Programmazione interventi strutturali 2000-2006 (in milioni di Euro)
obiettivo 2
phasing-out ob. 2
obiettivo 3
sviluppo rurale
docup pesca
azioni innovative FESR
Totale
Obiettivo
totale
costo
pubblico
240,004
12,360
1.246,319
1.264,890
21,217
10,329
2.795,119
233,372
12,028
1.236,971
847,320
12,448
5,164
2.347,303
116,686
6,014
556,637
386,700
5,107
2,582
1.073,726
116,686
6,014
680,334
460,620
7,341
2,582
1.273,577
81,680
4,210
544,267
384,820
5,139
1,807
1.021,923
35,006
1,804
136,067
75,800
2,202
0,775
251,654
6,632
0,332
9,348
417,570
8,769
5,165
447,816
28,678
52,570
7,377
88,625
21,228
52,570
7,377
81,175
9,780
26,285
3,730
39,795
11,448
26,285
3,647
41,380
6,848
20,285
3,483
30,616
4,600
6,000
0,164
10,764
7,450
2.883,744
2.428,478
1.113,521
1.314,957
1.052,839
262,418
455,266
Leader plus
Equal *
Interreg **
Totale
Totale generale
Finanziamento pubblico
cofinanziamento nazionale
totale
U.E.
totale
Stato
Regione
* la cifra riportata è relativa ai progetti di partnership geografiche approvate sul primo bando
** progetti approvati al primo e secondo bando – anno 2002 – programmi Cadses e Medoc
privati
16%
Stato
36%
Altro
46%
UE
39%
Regione
9%
quote
private
7,450
SESTOEURORAPPORTO
161
Partecipazione della Regione Emilia-Romagna a progetti di cofinanziamento comunitario – Anno 2002
Elenco progetti
(esclusi i progetti relativi alle Iniziative Comunitarie Interreg, Equal e Leader plus)
Progetto
Programma
Settore
Ruolo
partner Stati UE
Carpediem
Chemins de la memoire
Circolieuropa
Clear
Coastview
Conservazione chirotteri
Conservazione habitat
Demeter
Dreamjob
ECA
Econet
Euroedult
Fumapex
Ingegneria
Intratools
Irene
Iwha
Life/lupo
Marginalia
Mediamente
Miglior. relaz. Sud Europa
Music
Oltregiardino
Opus
Osservatorio art. 18
Pace a 4 voci
Partnership
Ripristino Valli Comacchio
Stardex
Tandem
Terpsychore
Torre
Visit
5 Programma Quadro R&ST
Cultura 2000
Socrate
Life Ambiente
5 Programma Quadro R&ST
Life Natura
Life Natura
5 Programma Quadro R&ST
Leonardo
Cultura 2000
Life Ambiente
Socrate
5 Programma Quadro R&ST
Rel. Ind.li e dialogo sociale
Leonardo
Socrate
Linea bil. B3-4105
Life Natura
Linea bil. B3-4105
Urb-AL
Rel. Ind.li e dialogo sociale
5 Programma Quadro R&ST
Cultura 2000
Leonardo
Stop
Gioventù
Linea bil. B3-4105
Life Natura
5 Programma Quadro R&ST
Life Ambiente
Raffaello
Life Ambiente
Life Ambiente
Ricerca
Cultura/turismo
Scuola
Ambiente
Ambiente
Ambiente
Ambiente
Ricerca
Fp/lavoro
Cultura
Ambiente
Fp/Cultura
Ambiente
Pol. Sociali
Fp/lavoro
Scuola/cultura
Pol. Sociali
Ambiente
Pol. Sociali
Pol. Sociali
Fp/lavoro
Ricerca
Cultura/turismo
Fp/lavoro
Pol. Sociali
Cultura
Pol. Sociali
Ambiente
Ambiente
Ambiente
Cultura
Ambiente
Ambiente
Capofila
Partner
Partner
Associato
associato
Capofila
Capofila
Patner
Partner
Partner
Partner
Partner
Partner
Partner
Partner
Partner
Partner
Capofila
Partner
Capofila
Partner
Partner
Capofila
Capofila
Capofila
Partner
Partner
Capofila
Partner
Associato
Partner
Partner
Partner
D, E, FIN, IRL, S
B, D, E, F, UK
DK, F, IRL, S, UK
Partner regioni italiane
Camp., Lig., Lomb., Piem., Tosc., .Ven
DK, E, NL, UK
D, DK, E, F, UK
B, D, E, F, UK
D, F
NL, UK
D, F, UK
CH, D, DK, E, F, FIN, N, UK
B, D, F
D, E, F
D, FIN
D, E, EL
B, E, EL, F, P
NL
D, E, NL
D, DK, PL, UK
D, FIN
E, F, UK
D, E
D
D, E, UK
Abruzzo
Veneto
Liguria, Piemonte, Toscana
Abruzzo, Marche, Umbria
Toscana
Piemonte
CH, D, DK, E, EL, F, N, S, UK
B, D, S, UK
A, D, DK, NL
Liguria, Marche, Puglia, Veneto
Campania
SESTOEURORAPPORTO
162
Partecipazione della Regione Emilia-Romagna a progetti a cofinanziamento comunitario esclusi i fondi strutturali – anno 2002
Ruoli e Settori interessati
Capofila
28%
Associato
9%
100%
80%
60%
40%
Associato Partner Capofila
Partner
63%
Politiche sociali
19%
FP/lavoro
16%
Altro
38%
Ambiente
34%
Ricerca
9%
Scuola/Cultura
/Turismo
22%
Ricerca
Pol. Sociali
FP/lavoro
Scuola/cultura
0%
Ambiente
20%
SESTOEURORAPPORTO
163
Partecipazione della Regione Emilia-Romagna a progetti a cofinanziamento comunitario esclusi i fondi strutturali – anno 2002
Stati membri UE coinvolti
25
20
15
10
5
Stati extra UE coinvolti
3,5
3
2,5
2
1,5
1
0,5
Argentina
B rasile
Uruguay
Palestina
Israele
Norvegia
Polonia
Svizzera
Rep. Ceca
Russia
0
Svezia
Spagna
Regno Unito
Portogallo
Olanda
Lussemburgo
Irlanda
Grecia
Germania
Finlandia
Francia
Danimarca
Belgio
Austria
0
SESTOEURORAPPORTO
164
Partecipazione della Regione Emilia-Romagna a progetti INTERREG III B – Anno 2002
Elenco progetti
Progetto
Programma
Settore
Ruolo
partner Stati UE
Adri.fish
Castrum
Cityports
Desertnet
Enplan
Euromedsys
Gildanet
Hydroadria
Hydroptimet
Ilog
Imonode
InCluD
Iter
Loto
Maem
Merope
RDA ceda bet
Revermed
Sedemed
Sestante
West
Cadses
Medoc
Cadses
Medoc
Medoc
Medoc
Cadses
Cadses
Medoc
Cadses
Cadses
Cadses
Cadses
Cadses
Medoc
Medoc
Cadses
Medoc
Medoc
Medoc
Cadses
Pesca
Cultura
Trasporti
Risorse idriche
Ambiente
Cooperaz. economica
Trasporti
Risorse idriche
Prevenzione rischi
Trasporti
Trasporti
Cooperaz. economica
Cultura
Tutela territorio
Cultura
Trasporti
Cooperaz. economica
Ambiente/turismo
Risorse idriche
Trasporti
Politiche sociali
Partner
Partner
Capofila
Partner
Partner
Partner
Capofila
Partner
Partner
Partner
Partner
Partner
Capofila
Partner
Partner
Partner
Partner
Partner
Partner
Partner
Capofila
E, P
A, EL
E
E
E, F
A, EL
A, D, EL
E, F
A, D, EL
A, EL
A
A, EL
D
E, F
E, F
A, D, EL
E, F, P
E, P
E
D
Partner regioni italiane
Friuli V.G., Veneto
Cal, Laz. Lig. Piem. Tosc. Umbria
Abr, FVG, Lomb, Marc, Pugl, Um
Bas, Cal, Camp, Lig, Sard, Sic, Tosc
Lig, Lomb, Piem. Tosc, VDA
Cal, Campania, Sardegna, Toscana
Lombardia, March, Puglia
Bas, Cal, Lig, Piem, Sardegna, Toscana
Abruzzo, Marche, Umbria, Veneto
Friuli V.G., Puglia, Veneto
Abruzzo, Marche, FVG, Lombardia
Friuli V.G., Veneto
Lombardia, Marche, Umbria, Veneto
Camp, Laz, Lomb, Sard, Tosc, Umb
Calabria, Liguria, Toscana, Umbria
Abruzzo, Lomb, Molise, Umbria
Lazio, Liguria, Lomb, Piemonte, S
Bas, Calabria, Piem, Sardegna, S
Calabria, Campania, Liguria, Toscana
Abr, FVG, Lomb, Marc, Umb, Prov. TN
SESTOEURORAPPORTO
Partecipazione della Regione Emilia-Romagna al programma d’iniziativa comunitario Interreg III B Cadses e Medoc – anno 2002
Ruoli e Settori interessati
(nelle colonne è indicato il numero dei progetti riferito al singolo programma ed al ruolo)
1
3
4
2
2
1
1
2
3
8
Coop.
economica
2
Trasporti
Cultura
1
1
Am biente, tutela
territorio,
prevenzione
rischi amb.
4
Politiche
sociali
2
5
Cadses Medoc Partner Capofila
165
SESTOEURORAPPORTO
166
Partecipazione della Regione Emilia-Romagna a progetti a cofinanziamento comunitario esclusi i fondi strutturali – anno 2002
Ruoli e Settori interessati
Interreg III Programma Medoc
Interreg III Programma Casdes
Portogallo
3%
Germania
28%
Francia
28%
Spagna
55%
Austria
33%
Grecia
39%
Interreg III Programma Casdes
Polonia
3%
Croazia
13%
Austria
15%
Albania
3%
Romania
10%
Grecia
17%
Bulgaria
3%
Ungheria
10%
Slovenia
13%
Germania
13%
SESTOEURORAPPORTO
167
Partecipazione della Regione Emilia-Romagna a progetti a cofinanziamento comunitario – anno 2002
Partnership con altre regioni italiane
Incidenza percentuale
Lombardia
5%
Veneto
14%
Toscana
13%
Liguria
14%
Puglia
5%
Abruzzo
10%
Umbria
5%
Marche
10%
Piemonte
14%
Campania
10%
12
10
8
6
4
Altri programmi Interreg III B
Prov. TN
Veneto
VDA
Umria
Toscana
Sicilia
Sardegna
Puglia
Piemonte
Molise
Marche
Lombardia
Liguria
Lazio
Friuli V.G.
Campania
Calabria
Basilicata
0
Abruzzo
2
168
SESTOEURORAPPORTO
Partecipazione della Regione Emilia-Romagna a progetti a cofinanziamento comunitario – anno 2002
Partnership con Germania ed incidenza percentuale
Schleswig-Holstein
3%
Baden Wurttenberg
3%
Sachsen
3%
Bayern
17%
Organismi nazionali
20%
Berlin
10%
Nordrhein
Westfalen
7%
Niedersachsen
7%
Brandenburg
7%
Hessen
13%
Hamburg
7%
Bremen
3%
SESTOEURORAPPORTO
Partecipazione della Regione Emilia-Romagna a progetti con cofinanziamento comunitario – Anno 2002
Elenco partner tedeschi
Partner
Regione
Akademie der Bilden Kunste di Munchen
Bayerische Volkshochschulverand
Case Pankov eV, Public Centre of Consultation of Refugee City of Berlin
Deutsches Tanzfilm Instsitut di Brema
Deutsches Zentrum für Luft und Raumfahrt
Ecotrans (European network for Sustainable Tourism development)
Ever & Jung
Fachhochschule Stuttgart - Hochschule für Technik
Fraunhofer Gesellschaft E.V. (ATL) - Nurnerg
Gemaldegalerie Dresede
Gematronick GmH elektronische Anlagen
German Weather service
Haus der Geschichte di Bonn
Institut für Wasserbau
KOK-Germany
Kurve-Wustrow-Bildungs und Begegnungsstatte für gewaltfreie Aktion E.V.
Land Hessen
Markland GmbH
Max-Plank Institut für Meteorology
Ministero degli Affari Sociali dell’Assia
Ministero del lavoro
Schleswig-Holstein
Strattreisen di Hannover
Technical University di Munchen
Università di Potsdam
Università di Francoforte
Università di Hamburg MIHU
Università di Erlangen-Nurnberg FIM-Psychologie di Erlangen
Zukunftsbau GmbH di Berlino
Bayern
Bayern
Berlin
Bremen
organismi nazionali
organismi nazionali
organismi nazionali
Baden Wurttemberg
Bayern
Sachsen
Nordrhein Westfalen
organismi nazionali
Hessen
organismi nazionali
Brandenburg
Niedersachsen
Hessen
Berlin
Hessen
Hessen
organismi nazionali
Schleswig-Holstein
Niedersachsen
Bayern
Brandenburg
Hessen
Hamburg
Bayern
Berlin
169
170
SESTOEURORAPPORTO
Partecipazione della Regione Emilia-Romagna a progetti a cofinanziamento comunitario – anno 2002
Partnership con Spagna ed incidenza percentuale
Region de Murcia
5%
Pais Vasco
3%
Andalucia
22%
Organismi nazionali
18%
Aragon
3%
Cantabria
5%
Islas
Baleares
8%
Comunidad Valenciana
17%
Cataluna
19%
SESTOEURORAPPORTO
171
Partecipazione della Regione Emilia-Romagna a progetti con cofinanziamento
comunitario – Anno 2002
Elenco partner spagnoli
Partner
AICIA Asociacion de la Investigacion y la cooperacion
industrial de Andalucia
Autoridad Portuaria de Santander
Autorità Portuale di Valencia
Centro de Estudios Ambientales del Mediterraneo CEAM
City Council of malaga - Unit of social welfare- City of Malaga
Conseil Comarcal de la Terra Alta
CC.OO Confederacion sindacal de Comisiones Obreras
Dipartimento di astronomia e meteorologia dell’Università
di Barcellona
Diputacion Alicante
Diputacion de Aragon
Diputacion de Cordoa
Diputacion de Girona
Diputacion de Jaén
Diputacion de Sevilla
FLC Fondacion Laoral de la Construccion de Sevilla
Fondazione ADEIT di Valencia
Fondacion Diagramma
Fondacion de los Ferrocarriles espanoles
Fondacion para la Investigacion del Clima
Generalitat Valenciana
Regione
Andalucia
Cantabria
Comunidad Valenciana
Comunidad Valenciana
Andalucia
Cataluna
organismi nazionali
Cataluna
Comunidad Valenciana
Aragon
Andalucia
Cataluna
Andalucia
Andalucia
Andalucia
Comunidad Valenciana
organismi nazionali
organismi nazionali
organismi nazionali
Comunidad Valenciana
Partner
Regione
GES Gabinet d’Estude socialis di Barcellona
Instituto Municipal de formacion y empleo di Granjada
Instituto Nacional de Meteorologia
International Centre for Coastal Resources Research
Mancomunidad de Beturia
Muse de La paz di Gernika
Regione Catalogna
Regione Valenciana
Regione Andalusia
Regione delle Isole Baleari
Regione Murcia
Servizi Ferroviari di Majorca
Servizio della Salute di Murcia
Turismo de Catalogna
UGT Union General de Trabayadores
Università de Cantabria
Universidad di Barcellona
Universidad Politecnica della Catalogna
Universidad delle Isole Baleari
Universidad Politecnica di Valencia
Cataluna
Andalucia
organismi nazionali
organismi nazionali
Andalucia
Pais Vasco
Cataluna
Comunidad Valenciana
Andalucia
Islas Baleares
Region de Murcia
Islas Baleares
Region de Murcia
Cataluna
organismi nazionali
Cantabria
Cataluna
Cataluna
Islas Baleares
Comunidad Valenciana
172
SESTOEURORAPPORTO
Partecipazione della Regione Emilia-Romagna a progetti a cofinanziamento comunitario – anno 2002
Partnership con Francia ed incidenza percentuale
Basse Normandie
4%
Rhône - Alpes
12%
Haute Normandie
4%
Ile de France
8%
Provence - Alpes Côte d’Azur
12%
Languedoc Roussillon
8%
Midi-Pyrènées
4%
Pays de la Loire
16%
Organismi nazionali
32%
SESTOEURORAPPORTO
Partecipazione della Regione Emilia-Romagna a progetti con cofinanziamento comunitario – Anno 2002
Elenco partner francesi
Partner
Regione
Accompagnement Lieux d’accueil Carrefour educatif & social ALC di Nizza
Armines LG12P Languedoc Roussillon
Association developpement veloroutes e voies vertes AF3V
Centre National de la Recherche Scientificuqe CNRS
CNAM (Conservation National des Arts et Mètiers) di Nantes
CNRS Université - Insa de Rouen CORIA
Cons. Reg. Provence - Alpes - Côte d’Azur
Consiglio generale dell’Héurault
Echange, Financement, Information pour la Creation d’Entreprises et d’Activités EFICEA - Paris
Ecole centrale di Nantes
Ecoule de Louvre
European Centre for Research and Advanced Training in Scientific Computation CERFACS
IFRADE(Instiut de Formation et de Recherche pour les acteurs du Developpement et de l’Entreprise) d’Angers
Institut Supérieur de Technologie di Toulouse
Istituto Politecnico di Grenoble
Laboratoire d’Océanographie Dynamique et de Climatologie LODYC - Paris
Memorial di Caen
Météo-France CNRM
Ministero dell’Ecologia e Sviluppo sostenibile
Ministero dello Sport
Museo del Louvre
Regione Pays de la Loire
Regione Rhône-Alpes
Università Joseph Fourier - SIRET UJF
Provence - Alpes - Côte d’Azur
Languedoc Roussillon
organismi nazionali
organismi nazionali
Pays de la Loire
Haute Normandie
Provence - Alpes - Côte d’Azur
Languedoc Roussillon
organismi nazionali
Pays de la Loyre
Ile de France
organismi nazionali
Pays de la Loire
Midi-Pyrènées
Rhône-Alpes
organismi nazionali
Basse Normandie
organismi nazionali
organismi nazionali
organismi nazionali
Ile de France
Pays de la Loire
Rhône-Alpes
Rhône-Alpes
173
174
SESTOEURORAPPORTO
Partecipazione della Regione Emilia-Romagna a progetti a cofinanziamento comunitario – anno 2002
Partnership con Gran Bretagna ed incidenza percentuale
South East
11%
East Anglia
11%
East Midlands
4%
London
18%
Organismi nazionali
28%
North West
24%
North East
4%
SESTOEURORAPPORTO
Partecipazione della Regione Emilia-Romagna a progetti con cofinanziamento comunitario – Anno 2002
Elenco partner inglesi
Partner
Regione
Chesire County Council
D-DAY Museum di Portsmouth
Dipartimento di Ingegneria dei sistemi elettronici dell’Università di Essex
English nature
Environment Agency
Environment Agency of England and Wales
European Centre for Medium-Range Weather Forecasting
European Museum Forum
Greenwich Co-Operative Development Agency
John Moores University di Liverpool
King’s College London
London Borough of Grenwich
MALSAT Research Group, Liverpool School of Tropical Medicine
Meteorological Office METEO
New Economic Foundation
North West Water Limited
OLC International Ltd Educational Consultatnt Worldwide London
People’s College Nottingham
Sociologist European Programmes Sector - Nean Ionia - Magnesias
Sustainability North West
Università di East Anglia
Università di Hertfordshire
Università di Newcastle upon Tyne
Università di Reading
Università di Stanford
Università di Plymouth - European Research Office
Vale Royal Borough Council
Video Palace of London
North West
South East
East Anglia
organismi nazionali
organismi nazionali
organismi nazionali
organismi nazionali
organismi nazionali
London
North West
London
London
North West
organismi nazionali
organismi nazionali
North West
London
East Midlands
organismi nazionali
North West
East Anglia
East Anglia
North East
South East
North West
South East
North West
London
175
CARTINE REGIONE
EMILIA-ROMAGNA
SESTOEURORAPPORTO
179
Cartina n. 1 – Regione Emilia-Romagna aree Obiettivo 2:
Aree non comprese in ob2
Aree ob2 zona appenninica
Aree ob2 zona orientale
Sub-area appenninica:
Provincia di Piacenza: Bettola, Bobbio,
Cerignale, Coli, Corte Brugantella, Farini,
Ferriere, Morfasso, Ottone, Vernasca, Zerba,
Caminata, Gropparello (parte), Pecorara,
Piozzano, Travo (parte).
Provincia di Parma: Albareto, Bardi, Bedonia,
Berceto, Bore, Borgo Val di Taro, Calestano,
Compiano, Corniglio, Monchio delle Corti,
Neviano degli Arduini, Palanzano, Pellegrino
Parmense, Terenzo, Tizzano Val Parma,
Tornolo, Valmozzola, Varsi, Varano de’
Melegari (parte).
Provincia di Reggio Emilia: Busana, Carpineti,
Castlnovo ne’ Monti (parte), Collagna,
Ligonchio, Ramiseto, Toano, Vetto, Villa
Monozzo, Baiso (parte), Canossa (parte),
Casina (parte), Viano (parte).
Provincia di Modena: Fanano, Fiumalbo,
Frassinoro, Lama Mocogno, Montecreto,
Montefiorino, Montese, Palagano, Pavullo nel
Frignano (parte), Pievepelago, Polinago,
Riolunato, Zocca, Sestola.
Provincia di Bologna: Borgo Tossignano,
Camugnano, Castel d’Aiano, Castel del Rio,
Castel di Casio, Castiglione dei Pepoli,
Fontanelice, Granaglione, Lizzano in
Belvedere, San Benedetto Val di Sambro,
Porretta Terme (parte).
Provincia di Ravenna: Casola Valsenio,
Brisighella (parte), Castel Bolognese (parte),
Faenza (parte), Riolo Terme (parte), Solarolo
(parte).
Provincia di Forlì/Cesena: Bagno di
Romagna, Galeata, Mercato Saraceno,
Portico e San Benedetto, Premilcuore, Rocca
San Casciano, Roncofreddo, Sarsina, Sogliano
al Rubicone, Tredozio, Verghereto, Civitella di
Romagna, Dovadola, Meldola (parte),
Modigliana, (parte), Predappio (parte).
Provincia di Rimini: Torriana, Mondaino,
Montegridolfo, Saludecio.
Sub-area orientale
Provincia di Ferrara: Berra, Codigoro,
Comacchio (parte), Lagosanto, Mesola,
Ostellato, Goro, Copparo (parte), Ferrara
(parte), Ro, Argenta (parte), Bondeno
(parte), Formignana, Jolanda di Savoia, Masi
Torello (parte), Massa Fiscaglia, Migliarino,
Migliaro, Portomaggiore (parte), Tresigallo,
Voghiera (parte).
Provincia di Ravenna: Alfonsine (parte),
Bagnacavallo (parte), Cervia (parte),
Conselice (parte), Cotignola (parte),
Fusignano (parte), Lugo (parte), Massa
Lombarda (parte), Ravenna (parte), Russi
(parte).
SESTOEURORAPPORTO
180
Cartina n. 2 – Regione Emilia-Romagna aree a sostegno transitorio: area
appenninica e pianura centrale
Aree a sostegno transitorio
Aree non comprese nel sostegno transitorio
Aree in phasing out - Pianura centrale
Aree in phasing out - Appennino
Provincia di Reggio Emilia: Campagnola
Emilia, Correggio (parte), Fabbrico,
Reggio nell’Emilia (parte), Rio Saliceto,
Rolo, San Martino in Rio.
Provincia di Modena: Carpi (parte),
Cavezzo, Novi di Modena.
Provincia di Parma. Solignano.
Provincia di Reggio Emilia: Castelnuovo
ne’ Monti (parte).
Provincia di Modena: Pavullo nel
Frignano (parte).
Provincia di Bologna: Monghidoro.
Provincia di Forlì/Cesena: Santa Sofia.
SESTOEURORAPPORTO
181
Cartina n. 3 – Regione Emilia-Romagna aree 87.3.c
Aree 87.3.c
Altre aree
Formignana (FE); Migliarino (FE), Migliaro (FE),
Ostellato (FE), Tresigallo (FE);
tutto il territorio comunale
Comacchio (FE), Copparo (FE), Ferrara, Ro (FE),
Ravenna.
parte del territorio comunale
182
SESTOEURORAPPORTO
Cartina n. 4 – Interreg III B: aree CADSES
Regioni UE
Zone extra UE
SESTOEURORAPPORTO
183
Cartina n. 5 – Interreg III B: aree MEDOCC
Regioni UE
Zone extra UE
184
SESTOEURORAPPORTO
Cartina n. 6 – Interreg III A: aree transfrontaliere elegibili
SESTOEURORAPPORTO
185
Cartina n. 7 – Aree SIC (Siti di Importanza Comunitaria) e ZPS (Zone di Protezione Speciale) emiliano-romagnole
186
SESTOEURORAPPORTO
Elenco aree SIC (Siti di Importanza Comunitaria) e ZPS (Zone di Protezione Speciale) dell’Emilia-Romagna
Codice
Nome
SIC
ZPS
PROV
IT4010018
IT4010002
IT4010003
IT4010004
IT4010005
IT4010006
IT4010007
IT4010008
IT4010011
IT4010012
IT4010013
IT4010016
IT4010017
IT4020001
IT4020002
IT4020003
IT4020004
IT4020005
IT4020006
IT4020007
IT4020008
IT4020009
IT4020010
IT4020011
IT4020012
IT4020013
IT4020014
IT4020015
IT4030001
IT4030002
Fiume Po da Rio Boriacco a Bosco Ospizio
Monte Menegosa, Monte Lama, Groppo di Gora
Monte Nero, Monte Maggiorasca, La Ciapa Liscia
Monte Capra, Monte Tre Abati, Monte Armelio, Sant’Agostino, Lavo di Averaldi
Pietra Parcellara, Sassi Neri
Meandri di San Salvatore
Roccia Cinque Dita
Castell’Arquato, Lugagnano Val d’Arda
Fiume Trebbia da Perino a Bobbio
Val Boreca, Monte Lesima
Monte Dego, Monte Veri, Monte delle Tane
Basso Trebbia
Conoide del Nure e Bosco di Fornace Vecchia
Boschi di Carega
Fiume Taro da Fornovo di Taro al ponte della ferrovia MI-Bo
Torrente Stirone
Alta Valle del torrente Parma, Val Cedra
Groppi Rossi
Monte Prinzera
Monte Penna, Monte Trevine, Groppo, Groppetto
Monte Ragola, Lago Moò, Lago Bino
Fontanili di Viarolo
Monte Gottero
Groppo di Gorro
Monte Barigazza, Pizzo d’Oca
Belforte, Corchia, alta val Manubiola
Monte Cappuccio, Monte Sant’Antonio
Monte Fuso
Monte Acuto, Alpe di Succiso
Monte Ventasso
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
X
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
X
X
PC
PC-PR
PC-PR
PC
PC
PC
PC-PR
PC
PC
PC
PC
PC
PC
PR
PR
PR-PC
PR
PR
PR
PR
PR-PC
PR
PR
PR
PR
PR
PR
PR
RE
RE
SESTOEURORAPPORTO
187
Codice
Nome
SIC
ZPS
PROV
IT4030003
IT4030004
IT4030005
IT4030006
IT4030007
IT4030008
IT4030009
IT4030010
IT4030011
IT4030012
IT4030013
IT4030014
IT4030015
IT4030016
IT4030017
IT4030018
IT4040001
IT4040002
IT4040003
IT4040004
IT4040005
IT4040006
IT4040007
IT4040009
IT4040010
IT4040011
IT4040012
IT4040013
IT4050001
IT4050002
IT4050003
Monte La Nuda, Cima Belfiore, Passo del Cerreto
Val d’Ozola, Monte Cusna
Abetina Reale, Alta val Dolo
Monte Prado
Fontanili di Corte Valle Re
Pietra di Bismantova
Gessi Triassici
Monte Duro
Casse di espansione del Secchia
Crostolina di Guastalla
Fiume Enza da La Mora a Compiano
Rupe di Campotrera, Rossena
Valli di Novellara
Sazn Valentino, Rio della Rocca
Cà del Vento, Cà del Lupo, Gessi di Borzano
Media Val Tresinaro, Val Dorgola
Monte Cimone, Libro Aperto, Lago di Pratignano
Monte Rondinaio, Monte Giovo
Sassi di Roccamalatina
Sassoguidano, Gaiato
Alpesigola, Sasso Tignoso
Poggio Bianco, Dragone
Salse di Nirano, Varana
Manzolino
Torrazzuolo
Cassa di espansione del fiume Panaro
Colombarone
Faeto, Varana, torrente Fossa
Gessi Bolognesi, Calanchi dell’Abbadessa
Corno alle Scale
Monte Sole
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
—
—
X
—
X
—
—
—
X
—
—
—
X
X
—
—
—
—
—
X
—
—
—
—
—
X
—
RE
RE
RE-MO
RE
RE
RE
RE
RE
RE-MO
RE
RE-PR
RE
RE
RE
RE
RE
MO
MO
MO
MO
MO
MO
MO
MO-BO
MO
MO
MO
MO
BO
BO
BO
188
SESTOEURORAPPORTO
Codice
Nome
SIC
ZPS
PROV
IT4050004
IT4050017
IT4050006
IT4050021
IT4050011
IT4050012
IT4050013
IT4050014
IT4050015
IT4050016
IT4050018
IT4050019
IT4050020
IT4060001
IT4060002
IT4060003
IT4060004
IT4060005
IT4060006
IT4060007
IT4060009
IT4060010
IT4060012
IT4060013
IT4070001
IT4070002
IT4070003
IT4070004
IT4070005
IT4070006
IT4070007
Bosco della Frattona
Valli di Medicina e Molinella
Valle Benni
Valli di Bentivoglio, S. Piuetro in Casale e Malalbergo
Media valle del Sillaro
Contrafforte pliocenico
Monte Vigese
Monte Radicchio, Rupe di Calvenzano
La Martina, Monte Gurlano
Abbazia di Monteveglio
Golena S. Vitale e golena del Lippo
La Bora
Laghi di Suviana e Brasimon
Valli di Argenta
Valli di Comacchio
Vene di Bellocchio, Sacca di Bellocchio, Foce del fiume Reno, Pineta Bellocchio
Valle Bertuzzi, Valle Porticino-Canneviè
Sacca di Goro, Po di Goro, Valle Dindona, Foce del Po di Volano
Bosco della Mesola, Bosco di Panfilia, Bosco di Santa Giustina
Bosco di Volano
Bosco di Sant’Agostino o Panfilia
Dune di Massenzatica
Dune di San Giuseppe
Po da golena Bianca a Isola Bianca
Punte di Albarete, Valle Mandriole
Bardello
Pineta di San Vitale, Bassa del Pirottolo
Pialasse della Baiona, Risega e Pontazzo
Pineta di Casalborsetti, Pineta Staggioni, Duna ci Porto Corsini
Pialassa dei Piomboni, Pineta di Punta Marina
Salina di Cervia
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
—
X
X
X
—
—
X
—
—
—
—
—
—
—
X
X
X
X
X
X
—
X
X
X
X
X
X
X
—
—
X
BO
BO
BO
BO
BO
BO
BO
BO
BO
BO
BO
BO
BO
FE-BO-RA
FE-RA
FE-RA
FE
FE
FE
FE
FE-BO
FE
FE
FE
RA
RA
RA
RA
RA
RA
RA
SESTOEURORAPPORTO
189
Codice
Nome
SIC
ZPS
PROV
IT4070008
IT4070009
IT4070010
IT4070011
IT4070013
IT4070016
IT4070017
IT4070018
IT4080001
IT4080002
IT4080003
IT4080004
IT4080005
IT4080006
IT4080007
IT4080008
IT4080009
IT4080010
IT4080011
IT4090001
IT4090002
IT4060008
IT4060011
Pineta di Cervia
Ortazzo, Ortazzino, foce del torrente Bevano
Pineta di Classe
Vena del Gesso Romagnola
Canali ripristini ambientali di Alfonsine
Alta valle del torrente Sintria
Alto Senio
Villa romana di Russi
Foresta di Campigna, Foresta La Lama, Monte Falco
Acquacheta
Monte Gemelli, Monte Guffone
Bosco di Scardavilla, Ravaldino
Monte Zuccherodante
Meandri del fiume Ronco
Pietramora, Cerparano, Rio Cozzi
Balze di Verghereto, Monte Fumaiolo, Ripa della Moia
Selva di Ladino, Fiume Montone, Terra del Sole
Careste presso Sarsina
Rami del Bidente, Monte Marino
Onferno
Torriana, Montebello, Fiume Marecchia
Bonifica del Mezzano
Garzaia Zuccherificio di Codigoro
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