10 - teorie e banca - "PARTHENOPE"

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10 - teorie e banca - "PARTHENOPE"
1. Le teorie
dell’intermediazione
finanziaria
2. Le banche
Giuseppe G. Santorsola
1
Gli Intermediari nella teoria
Modalità alternative attraverso le quali avviene lo scambio
1. Scambio diretto e autonomo: datori e prenditori non
ricorrono ad alcun intermediario per concludere lo scambio
2. Scambio diretto e assistito: datori e prenditori sono
controparti dirette ma sono assistiti da intermediari che
svolgono una funzione di mediazione
3. Scambio indiretto: il trasferimento di risorse tra datori e
prenditori avviene attraverso un soggetto intermedio
(“scambista”) che svolge una funzione di intermediazione
I primi due tipi di scambio hanno tipicamente
per oggetto valori mobiliari
Gli scambi finanziari presuppongono prestazioni monetarie
di segno opposto e distanziate nel tempo
che si distinguono tra loto in termini
di grado di incertezza e durata
Giuseppe G. Santorsola
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Gli Intermediari nella teoria
Teoria
economica
Ipotesi di mercati
perfetti
Non si giustifica l’esistenza
di intermediari finanziari
L’intermediario è considerato
come un operatore economico qualsiasi,
dotato di un proprio portafoglio di attività e passività
Giuseppe G. Santorsola
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Gli Intermediari nella teoria
Teoria dei costi
di transazione
Sviluppi teorici
successivi
Teoria dell’incertezza
Teoria delle
asimmetrie
informative
Giuseppe G. Santorsola
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Teoria dei costi di transazione
Presupposto
la mancata esecuzione di uno scambio diretto tra debitore e
creditore è dovuto a imperfezioni quali:
divisibilità finita degli strumenti finanziari
costi di informazione e negoziazione
costi operativi (supporti contrattuali, monitoring, …)
investitori / emittenti
Ruolo dell’intermediario
rendere possibile la conclusione di operazioni
– altrimenti non eseguibili
– a costi inferiori
grazie alla natura dei costi (fissi o poco flessibili)
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Teoria dei costi di transazione
Problemi
Qual è il rapporto tra intermediari e mercati?
sul mercato vengono svolte le operazioni che:
coinvolgono i soggetti in grado di esternalizzare i costi
informativi e operativi
non soffrono del problema della limitata divisibilità
Perché ci sono varie tipologie di intermediari?
a ogni frazione di costi che può essere internalizzata
corrisponde una tipologia di intermediario
costo ricerca controparte
costi di negoziazione
costi di screening
tutti i costi
Giuseppe G. Santorsola
broker
inv. istituzionale
investment bank
banca universale
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Teoria dell’incertezza
Presupposto
i contratti si caratterizzano per la presenza di molteplici
tipologie di rischio:
rischio di credito
rischio di liquidità
rischio giuridico
lo scambio diretto può realizzarsi solo se tra le
parti c’è assoluta concordanza sulle modalità
(contrattuali) di distribuzione del rischio
Ruolo dell’intermediario
rendere possibile la conclusione dello scambio
attraverso la trasformazione del rischio
– con assunzione
– senza assunzione
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Teoria dell’incertezza
Ipotesi di fondo (limitative):
assenza di imperfezioni di natura strutturale
(normative, fiscali, …)
mancata considerazione di:
strumenti di pagamento
prestazione di servizi di consulenza
non considerazione esplicita dell’intermediario
con funzione monetaria, il quale consente di
minimizzare costi/tempi/rischi del trasferimento
dei saldi monetari
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Teoria delle asimmetrie informative
Presupposto
sul piano informativo, gli investitori sono sistematicamente
in svantaggio rispetto ai prenditori che conoscono rischio e
redditività dei progetti da finanziare
anche l’emittente potrebbe non sapere interpretare il
mercato e stabilire correttamente i termini dell’emissione
Ruolo dell’intermediario
produrre informazione interna in misura utile a colmare
l’asimmetria informativa tra debitore e creditori, grazie
all’accesso a informazioni riservate
l’informazione interna è attendibile in quanto
l’intermediario si assume il rischio e si gioca la
reputation
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Teoria delle asimmetrie informative
Problema
Perché ci sono varie tipologie di intermediari?
banche
investment bank
funzione segnaletica
regolamentazione
differenze istituzionali
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esclusività della
funzione monetaria
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Modalità di riduzione delle
imperfezioni
Teorie
Mercati
Asimmetria
informativa
organizzazione
formale
obblighi informativi
produzione
informazioni
Rischio
funzione di liquidità
specializzazione
degli strumenti
assunzione
trasferimento
trasformazione
Costi di
transazione
concentrazione degli
scambi
tecnologia
market making
progresso
tecnologico
economie di scala
e diversificazione
concorrenza
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Intermediari
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Gli intermediari
• Le banche
• Gli intermediari
• Gli intermediari
• Gli intermediari
previdenziali
• Gli intermediari
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creditizi non bancari
di partecipazione
assicurativi e
mobiliari
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La banca
La banca:
• è un’impresa costituita in forma di società di
capitali,
• dedita professionalmente alla concessione del
credito,
• principalmente con capitali attinti dal mercato a
titolo di credito,
• grazie anche all’emissione di propri segni di debito
accettati alla stessa stregua della moneta,
• che opera collegata in sistema con altre banche,
• e può accedere al credito di ultima istanza presso
la banca centrale.
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Le funzioni della banca
In relazione alla combinazione produttiva minima
(raccolta del risparmio presso il pubblico e
esercizio del credito) si identificano i caratteri
distintivi delle due funzioni in cui la combinazione
stessa si concretizza:
FUNZIONE MONETARIA
FUNZIONE DI TRASFERIMENTO DELLE
RISORSE FINANZIARIE
DALLE UNITA’ IN SURPLUS
ALLE UNITA’ IN DEFICIT
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Funzione monetaria
La funzione monetaria si basa sull’offerta di debiti bancari
accettati dal pubblico come mezzo di pagamento alla stregua
della moneta legale
VANTAGGI:
costituisce un vantaggio competitivo nell’offerta di strumenti di
investimento del risparmio
SVANTAGGI:
il controllo monetario, per gli effetti che l’immissione di moneta
bancaria può creare nell’economia reale ai fini della stabilità del
sistema
CONDIZIONI:
esistenza di un network di relazioni tra banche aderenti al
sistema e di procedure per l’uso efficiente e sicuro della
moneta bancaria
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Funzione creditizia
1) la banca si inserisce nel circuito del credito
assumendo posizioni in proprio, ossia
interponendo tra le unità in deficit e quelle in
surplus il proprio bilancio:
IMPIEGHI
RACCOLTA
l’attività di prestito si
fonda su una struttura
organizzativa dedita
all’implementazione delle
procedure e all’utilizzo di
skills indirizzate alla
misurazione e valutazione
del rischio di credito
i capitali raccolti per il
finanziamento dell’attività di
prestito derivano
principalmente da depositi e
obbligazioni (“CAPITALI DI
TERZI”): la banca opera quindi
con un’elevata leva finanziaria,
in altri termini, il patrimonio
(“MEZZI PROPRI”) costituisce
un presidio per il
fronteggiamento dei rischi che
solo indirettamente condiziona
l’attività di intermediazione
creditizia
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Funzione creditizia
2) la banca opera una trasformazione di
scadenze:
IMPIEGHI
RACCOLTA
principalmente a mediolungo termine
principalmente a breve
termine
la banca deve utilizzare le risorse raccolte esigibili a vista o
che hanno scadenza a breve termine per finanziare impieghi
con una scadenza media superiore al breve termine
(logiche di interazione tra attivo e passivo). Al governo
delle scadenze si ricollegano il rischio d’interesse e il rischio
di liquidità
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Funzione creditizia
3) la banca opera una trasformazione del
rischio:
IMPIEGHI
RACCOLTA
ogni esposizione si
caratterizza per un proprio
profilo di rischio: la banca,
però, nella costruzione
complessiva del portafoglio
prestiti, tiene conto della
riduzione del rischio
realizzata dalla presenza di
esposizioni caratterizzate da
un diverso grado di rischio e
del ruolo di garanzia
esercitato dalle risorse
patrimoniali
nonostante la maggior
parte delle risorse sia
esigibile in tempi brevi,
grazie al riscorso a una
pluralità di datori
(“logica dei grandi
numeri”), è possibile
ottenere la stabilità nella
disponibilità dei fondi
logiche di interrelazione tra componenti diverse delle stesso
versante
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L’analisi di affidabilità
Gli approcci
TRADIZIONALE
giudizio:
affidabile/non affidabile
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BASATA SU
SISTEMI DI RATING
giudizio:
attribuzione a una classe di
rating
le tecniche adoperate sono le stesse
dell’analisi tradizionale ma sono
diversamente strutturate al fine di
diffondere una consapevolezza del rischio
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L’analisi di affidabilità
Il timing
Risk
rating
SCREENING
prima della
concessione del
prestito
MONITORING
durante la vita
del prestito
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Risk
pricing
Risk
costing
cliente
Risk
monitoring
Risk
portfolio
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L’analisi di affidabilità
RISK RATING
Le fasi
istruttoria di fido il cui giudizio è formalizzato in un rating
RISK COSTING
approssimazione del costo del rischio.
Ad esempio, il costo del rischio può coincidere con il tasso di perdita atteso
stimato in base alla probabilità di insolvenza della classe di rischio cui appartiene
il debitore e all’esposizione della banca nei suoi confronti.
RISK PRICING
pricing del prestito che consideri il costo della copertura (costing)
costo di approvvigionamento delle risorse, costi operativi e prezzo praticato dalla
concorrenza.
RISK MONITORING
verifica continua delle condizioni di affidabilità del cliente
con particolare attenzione alle modalità di utilizzo del credito e alla puntualità nel
servizio del debito.
RISK PORTFOLIO
gestione del rischio di ciascun affidamento in ottica di portafoglio attraverso la
diversificazione e la ripartizione dei rischi.
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L’analisi di affidabilità
L’istruttoria di fido
FASE
DELL’ISTRUTTORIA
DI FIDO
1
ACCERTAMENTO DEI
DATI FORNITI E
RACCOLTA DELLE
INFORMAZIONI
2
ANALISI
QUALITATIVE
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FONTE
INFORMATIVA
Impresa
Banca
Fonti esterne
ESEMPI DI DATI/INFORMAZIONI
iscrizione CCIAA,
poteri di firma degli amministratori…
movimenti del c/c,
beneficiari degli assegni emessi,
traenti degli assegni accreditati,…..
segnalazione della Centrale dei rischi,
bollettino dei protesti,…..
Settore
struttura (n. imprese, fatturato,…),
previsioni sull’andamento,…..
Impresa
politiche (di produzione, di
approvvigionamento, di vendita),
struttura organizzativa,
Posizione nel settore,…..
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L’istruttoria di fido
FASE
3
FONTE
Consuntivi
ANALISI
QUANTITATIVE
Previsioni
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RELAZIONE
DI FIDO
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Banca
ESEMPI DI DATI/INFORMAZIONI
Quozienti di
liquidità
Ac/Pc,……
Quozienti di
impiego delle
attività
F/Ci,……
Quozienti di
redditività
ROI=Ro/Ci
ROE=Rn/Cn
Quoziente di
indebitamento
Ci/Cn
Flussi finanziari
di cassa
di CCN
globali
Valutazioni e sintesi complessiva
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L’analisi di affidabilità
Centrale dei rischi
E’ un sistema di segnalazioni gestito da Banca
d’Italia concernente la posizione debitoria degli
affidati
Quando?
Linea utilizzata/accordata > € 77.469
Valore garanzie personali > € 77.469
Valore nominale dei crediti ceduti per factoring > € 77.469
Operazioni per c/terzi effettuate dall’intermediario > € 77.469
Credito in sofferenza
“flussi di andata”
Segnalazioni (accordato, utilizzato, sconfinamento/margine di utilizzo)
BANCA D’ITALIA
INTERMEDIARIO
Posizione globale nei confronti del sistema creditizio di ciascun affidato
“flussi di ritorno”
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I sistemi di rating
Rating =
modalità di espressione del rischio di
credito
Classe di rating =
insieme delle posizioni con
riferimento al soggetto debitore (borrower rating o
issuer rating) o all’operazione (facility rating o
issue rating)caratterizzate dal medesimo livello di
rischiosità
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I sistemi di rating
1. ATTRIBUZIONE DEL RATING
tre metodi: ricorso all’analista esterno (judgement
based), combinazione dell’istruttoria di fido con il ricorso
all’analista esterno (constraint expert judgement based),
ricorso ai sistemi di scoring (statistical based)
due logiche di sintesi: top-down e bottom-up
2. QUANTIFICAZIONE DELLA PROBABILITA’ DI
INSOLVENZA
perdita attesa: ELR= PD X LGD
ELR= EXPECTED LOSS RATE (tasso di perdita attesa)
PD= Probability of Default (probabilità di inadempienza)
LGD= Loss Given Default (perdita in caso di insolvenza)
perdita inattesa: quantificabile con il VAR (Value At Risk)
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I sistemi di rating
informazioni
qualitative
qualitative
analisi
Assegnazione rating
AAA AA
A
BBB BB
B
CCC CC
C
D
Revisione rating
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Monitoraggio
modalità di utilizzo
per prestiti a utilizzo parziale
esito
positivo
MONITORIAGGIO
ritardi nei rimborsi
per prestiti a utilizzo integrale
VERIFICA
esito
negativo
RINEGOZIAZIONE
MONITORIAGGIO
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Monitoraggio
Ripartizione del portafoglio per:
CLASSI DI
IMPORTO
per la riduzione del
rischio specifico
SETTORI
per la riduzione del
rischio sistemico
FORMA TECNICA
AREE GEOGRAFICA
per la raccolta di segnali
sulla fruizione del credito
per la riduzione del
rischio di ciclicità
lo sviluppo delle direttrici di gestione del portafoglio dipende da
fattori esogeni (lo sviluppo economico,…) e da fattori endogeni grado
di patrimonializzazione, qualità e quantità della raccolta,…)
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L’integrazione tra attività
creditizia e mobiliare
• Sfruttamento del patrimonio informativo
della banca;
• Nuove forme di
investimento/finanziamento;
• Securitization;
• Lo sviluppo della tecnologia.
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L’integrazione tra attività
creditizia e mobiliare
Effetti macroeconomici
aumento dell’efficienza allocativa in ragione delle
attività svolte dalla banca sui due circuiti
Circuito
indiretto
Circuito
diretto
COMPLEMETARITA’
delle aree di business
della banca
Attività di screening e
monitoring della banca
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Segnalling e placing
power della banca
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L’integrazione tra attività
creditizia e mobiliare
Effetti microreconomici
+ diminuzione della variabilità del margine di intermediazione
+
-
per via della bassa correlazione tra le categorie (prestiti e
titoli) dell’attivo;
miglioramento della liquidità e della solvibilità della banca,
grazie alla presenza del portafoglio titoli, alla possibilità di
ricorrere alla securitization, alla opportunità di emettere
titoli propri;
esposizione ai rischi specifici;
coefficienti patrimoniali per i rischi di mercato;
conflitti d’interesse.
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L’integrazione tra attività
creditizia e mobiliare
Conflitto d’interessi
Nello svolgimento dell’attività mobiliare possono manifestarsi interessi
in conflitto tra la banca che persegue la massimizzazione del profitto e le
imprese che decidono di approvvigionarsi attraverso il circuito diretto.
interesse al
finanziamento
tradizionale
BANCA
IMPRESA-CLIENTE
richiesta di
consulenza per il
circuito indiretto
lo sviluppo dell’attività mobiliare consentirebbe di poter fare affidamento su
una diversa articolazione della struttura finanziaria delle imprese affidate,
migliorerebbe la relazione con il cliente e permetterebbe il superamento dei
conflitti d’interesse così come illustrati dalla agency theory
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L’offerta di servizi mobiliari
ATTIVITA’
per conto proprio
emittenti
per
conto
terzi
corporate
finance
SERVIZI
Gestione del
portafoglio
Ristrutturazione
finanziaria con
emissione e
collocamento
titoli
(origination,
underwriting
placement)
Emissione e
collocamento di
titoli propri
Operazioni di
finanza
straodinaria
(advisory per
M&A)
Quotazione
in borsa
Derivati
Negoziazione
Gestione di
patrimoni
Custodia e
amministra
zione
investitori
asset
management
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Raccolta ordini
Derivati (di copertura
e posizioni)
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