D… come DIRITTO ad essere bambini

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D… come DIRITTO ad essere bambini
D… come DIRITTO ad essere bambini
Mostra realizzata dagli alunni del plesso di Scuola Primaria di Trescore Cremasco
Gli alunni delle classi 1a, 2a, 3e, 4e e 5e del plesso di Scuola Primaria di Trescore
Cremasco, al termine dell’anno scolastico 2009/10, hanno realizzato una mostra dedicata
ai Diritti dell’infanzia.
Il percorso di lavoro è iniziato chiedendo agli alunni cosa si intendesse per “diritto” e
quali fossero, secondo loro, i diritti dei bambini.
Ecco alcune risposte rappresentate nel poster dove “fioriscono” i pensieri dei bambini:
Secondo noi i DIRITTI dei BAMBINI sono ciò che gli spetta, ciò che gli è dovuto, ciò che
gli permette di crescere, ciò che possono fare.
Secondo noi i bambini hanno il DIRITTO di:
andare a scuola, essere felici, giocare e avere tempo libero, scegliersi gli amici, esprimere il
proprio parere, avere una famiglia ed essere circondati da affetto e amore, crescere sereni,
tranquilli, senza pensieri, essere accettati per come sono, avere una casa confortevole ed
indumenti adatti, crescere in salute, avere cibo e acqua a sufficienza,…
Questi, per essere VERI DIRITTI, devono valere per TUTTI I BAMBINI DEL
MONDO senza distinzione di razza, colore, sesso, lingua, nazionalità, religione.
Nelle classi 3e, 4e e 5e si è poi letto il testo della Dichiarazione di Ginevra,
approvata dalla Lega delle Nazioni a Ginevra nel Marzo del 1924.
Gli alunni hanno confrontato il proprio pensiero con gli articoli della
dichiarazione cercando di trovare le analogie e le differenze.
La stessa attività è stata svolta per la Dichiarazione dei Diritti del
Fanciullo approvata dall’ONU nel 1959 e per una versione semplificata
della Convenzione internazionale dei Diritti del Fanciullo approvata
dall’ONU il 20 Novembre 1989 e ratificata dall’Italia il 27 maggio 1991.
Ci si è poi chiesti quali paesi avessero firmato e ratificato tale Convenzione.
Un altro spunto di riflessione è stata la lettura e il commento della poesia
“La pace” di D. Roight:
La pace verrà sulla Terra
non prima che ogni bambino
possa saziare ogni giorno la sua fame,
affrontare al caldo il vento dell’inverno,
studiare la lezione con animo tranquillo.
Quando sarà liberato
dalla paura e dal bisogno
qualunque sia il suo colore,
la sua razza e la sua fede,
alzerà la testa e sorriderà al cielo.
In ogni classe poi si è cercato un aggancio con gli argomenti affrontati
durante l’anno scolastico nelle varie discipline.
Considerando l’aspetto storico, gli alunni si sono chiesti come vivessero i
bambini nei periodi e nelle civiltà analizzati in Storia. Ne sono scaturiti i
poster relativi:
al Paleolitico
I bambini dovevano imparare a riconoscere le piante velenose, dovevano imparare ad
arrampicarsi sugli alberi, dovevano imparare a tenere acceso il fuoco, dovevano curare i
fratellini più piccoli, dovevano apprendere le tecniche di caccia dagli adulti, dovevano
riconoscere e seguire le impronte degli animali,…
al Neolitico
I bambini portavano gli animali al pascolo, attizzavano il fuoco del fabbro, controllavano
che non cadesse niente dai trasporti dei mercanti, imparavano dalle mamme a usare il
telaio, portavano cibo e acqua ai genitori che lavoravano nei campi,…
agli Egizi
Gli antichi Egizi tenevano in alta considerazione l’educazione e l’istruzione dei bambini
che frequentavano le scuole del tempio, chiamate Case della Vita, a partire dai cinque - sei
anni. Le lezioni duravano dalle prime ore del mattino fino al tramonto; solo i maschi, però,
potevano andare a scuola; le bambine venivano educate nelle case.
Inoltre, unicamente le famiglie ricche mandavano a scuola i figli perché potevano pagare il
maestro. Gli alunni imparavano a leggere, a scrivere e a fare i conti: gli esercizi venivano
fatti su tavole di legno imbiancato che potevano essere lavate e quindi riutilizzate, su
tavolette d’argilla e su fogli di papiro. Erano inoltre previste alcune ore per lo sport: la lotta,
gli esercizi acrobatici, la sfida con i bastoni.
Molto tempo era anche dedicato all’insegnamento di regole di vita, al rispetto degli altri, alla
lealtà, alla disciplina.
Gli insegnanti erano spesso anche i sacerdoti del tempio ed erano molto severi: talvolta, con
gli alunni indisciplinati, ricorrevano a vere punizioni corporali come le bastonate…
ai Greci
(Atene) Fino all’età di 6 o 7 anni, noi bambini impariamo a casa dalla madre o da uno
schiavo maschio. Dall’età di 6 anni fino a 14 andiamo ad una scuola di quartiere o ad
una scuola privata. I libri sono molto costosi e rari, così sono letti ad alta voce dal maestro
e noi allievi dobbiamo imparare tutto a memoria. Usiamo tavolette di scrittura e regoli.
Mia sorella Olimpia non può andare a scuola perché è una femmina, ma ha imparato a
leggere e a scrivere a casa da un pedagogo…
(Sparta) Fino all’età di 7 anni sono rimasto a casa con la mia famiglia, poi sono andato
nel collegio statale per essere addestrato al combattimento, all’astuzia e alla resistenza
fisica.
È una vita molto dura e dolorosa. Sono stato rasato a zero e devo marciare e correre sempre
scalzo. Ho un solo vestito per tutto l’anno; sopporto il freddo e mi lavo nel fiume anche
d’inverno. Mi danno poco da mangiare e spesso sono costretto a rubare cibo perché
ho fame. Se mi scoprono vengo punito con molte frustate e devo sopportare il castigo senza
lamentarmi…
ai Romani
Giunto a scuola, entro e dico: “ Salve, maestro!” e lui mi rende il saluto. Lo schiavo mi
porge le tavolette di cera e lo stilo per scrivere, poi se ne va. Mi siedo sullo sgabello con la
tavoletta sulle ginocchia e copio il modello che mi dà il maestro. Quando ho finito il
compito, glielo mostro e lui mi corregge e dice: “ Devi fare attenzione con lo stilo, in modo
da far bene il grosso e il sottile delle lettere”, “Vediamo come hai scritto? Bene...non meriti
la frusta!” A mezzogiorno ritorno a casa per consumare uno spuntino veloce con la mia
famiglia. Al pomeriggio ritorno di nuovo a scuola…
Per quanto riguarda l’aspetto scientifico, si è ripreso l’argomento “acqua”,
analizzando la distribuzione della risorsa acqua nel mondo, le conseguenze
della mancanza di acqua potabile e dell’assenza di servizi igienici sulla salute
dei bambini. Si sono realizzati dei poster che attraverso le immagini e le frasi
di commento degli alunni, portano a riflettere anche i visitatori della mostra.
I bambini, per continuare il loro cammino hanno bisogno dell’acqua; dove c’è acqua pulita
i bambini possono vivere tranquilli e sereni; il futuro del mondo è nelle mani dei bambini;
l’acqua sporca può nascondere dei pericoli; l’acqua pulita è una felicità per tutti;…
L’educazione alimentare è stata spunto per affrontare il problema della
denutrizione e malnutrizione che colpisce milioni di bambini nel mondo.
Ogni giorno milioni di persone in tutto il mondo mangiano solo il minimo indispensabile
per sopravvivere. Ogni notte vanno a letto senza sapere se il giorno dopo avranno cibo
sufficiente da mangiare…
Complessivamente, la sottoalimentazione cronica e l’alimentazione priva di vitamine e di
minerali essenziali uccidono ogni anno più di 5 milioni di bambini…
La malnutrizione colpisce lentamente e silenziosamente:
produce effetti devastanti già durante la gravidanza perché impedisce lo sviluppo regolare del
feto;, nei primi anni di vita del bambino rallenta lo sviluppo fisico e intellettivo, provocando
ritardi permanenti, distruggendo la capacità dell'organismo di reagire con successo alle
infezioni e alle malattie...
Prova ad immaginare di essere affamato e di non avere niente da mangiare. Niente di
niente. Il corpo comincia a consumare i grassi e i tessuti. Se si sta molto tempo senza
mangiare, si può perdere circa il 50 per cento del peso. La pelle diventa sottile, rigida,
pallida e fredda. I capelli diventano secchi e radi, e cadono facilmente. Dopo 8-12 settimane
senza cibo, si giunge alla morte per fame. L’inedia provocata dalla carestia è la più seria
manifestazione della fame…
Ogni cinque secondi un bambino muore per malattie legate alla fame.
Nel mondo più di 850 milioni di persone sono sottoalimentate: sono circa quindici volte
l’intera popolazione italiana.
Sul pianeta c’è cibo più che a sufficienza per nutrire adeguatamente ogni essere umano.
Oggi più di 920 milioni di persone vivono con meno di 1euro al giorno…
Un’analisi sociologica partita da un’indagine sul grado di istruzione di
genitori, nonni e bisnonni degli alunni di alcune classi, ha portato a scoprire
come in Italia sia migliorato il livello di istruzione negli ultimi cento anni, per
chiedersi poi quale sia la situazione mondiale attuale rispetto al diritto
all’istruzione.
Risposte: genitori 144 su 148
nonni 288 su 296
bisnonni 362 su 592
%
%
%
Laurea
6
1
0,5
Sc. Sup.
49
8
3
Media
44
20
1
Element.
1
57
42
a
4 elem.
=
6
7,5
a
3 elem.
=
6
26
a
2 elem.
=
0,5
15
a
1 elem.
=
0,5
2
nessuna istr.
=
1
3
La domanda spontanea emersa dagli alunni è stata: “Perché nel mondo tanti
bambini non vanno a scuola? Cosa fanno invece di andarci?” La risposta che
hanno trovato è messa in luce dal poster che illustra la dolorosa realtà del
lavoro minorile e dei bambini-soldato.
A me non piace molto la scuola e preferisco le vacanze, ma ho capito che a scuola si
imparano molte cose utili alla vita. Altri bambini lavorano tutto il giorno e costruiscono
palloni, scarpe, vestiti, giochi ecc… che servono al divertimento di altri bambini liberi ,
felici e che hanno da mangiare.
Ci sono bambini dell’ Africa che devono andare a lavorare perché non hanno i soldi per
poter andare a scuola, invece noi quando i nostri genitori ci chiedono di fare qualche
lavoretto sbuffiamo sempre perché siamo abituati troppo bene.
I bambini poveri non possono neanche fare sport, ma però sono costretti a cucire i palloni e
le scarpe di cuoio per quelli che fanno sport. Non possono neanche giocare come facciamo
noi, perché oltre a non avere i giocattoli devono lavorare.
Noi, la maggior parte delle volte, ci lamentiamo delle cose che abbiamo, ma ci dobbiamo
render conto che certi bambini non hanno niente. Quando noi giochiamo, loro stanno
lavorando.
Sono molto fortunato a condurre una vita piena di attività, ma a volte mi viene da pensare.
I poveri hanno poco cibo, lavorano già da piccoli, non hanno i soldi per curarsi dalle
malattie e per fare sport con gli amici e non possono neanche andare a scuola.
In alcuni paesi i diritti dei bambini vengono calpestati. Io sono fortunata perché ho tutto
quello che quei bambini desiderano. Posso andare a scuola e imparare tantissime cose,
invece qualche bambino è costretto ad andare a lavorare per guadagnare i soldi per
mangiare.
Ci sono dei bambini che lavorano tutto il giorno e vengono comprati come oggetti per
produrre delle cose che i loro padroni vendono. Io ho rispetto per questi bambini e mi sento
fortunato perché ho tutto…
In altre classi spunto di riflessione sono state la lettura di racconti e testi
tratti da pubblicazioni che affrontano il tema dei diritti dell’infanzia in modo
consono all’età degli alunni. Tutto ciò è stato lo stimolo che ha permesso la
realizzazione dei poster dedicati al:
diritto al gioco
A casa mi sento bene quando…
… gioco con mia sorella a mamma e figlio, io faccio la mamma e mia sorella la figlia.
… ho degli amici e giochiamo con le biciclette.
… sono da solo, perché a me non piace giocare.
… gioco, perché sono tranquilla. Quando non ho voglia di fare i compiti, gioco a “maestre”,
così faccio i compiti.
A casa mi sento solo perché nessuno vuole giocare con me.
A scuola mi sento bene…
… perché imparo e giochiamo a nascondino durante l’intervallo.
… e mi piace giocare a sacco pieno e sacco vuoto con i miei amici in palestra.
… e durante l’intervallo gioco con le mie amiche a “maestre”, io sono la bambina piccola.
Io gioco in sala, in bagno, in camera e anche in cucina.
A casa mi sento libera, perché posso giocare in qualsiasi posto con le mie cose.
Io non posso giocare dentro casa, perché mia mamma pulisce e allora gioco fuori.
Io a casa non posso andare in camera e in sala, posso solo andare in camera mia.
Mia mamma mi rimprovera perché non posso saltare sui letti e non posso sporcarmi.
diritto all’uguaglianza
“LE DUE BAMBINE” (LA STORIA DI MITE E VITTORIA) di Vivian
Lamarque, tratto da “Non calpestate i nostri diritti” ed. Piemme, in cui si racconta di
Mite e Vittoria, due bambine vicine di casa ma lontane nella scala sociale.
“LA FIABA DEI MILLE E SEI PIANETI” (FEDEROCO E IL
SEGRETO DEL MONDO) di Piero Badaloni/Bruno Bozzetto tratto da “IL
LIBRO DEI DIRITTTI DEI BAMBINI” edizioni Gruppo Abele, in cui si racconta
di un bambino che grazie ad un viaggio interstellare scopre e trasmette il segreto dei bambini
del Mondo: TUTTI I BAMBINI SONO DIVERSI MA TUTTI SONO
UGUALI.
E tu, di che pianeta sei? O quale pianeta vorresti visitare?
Chi vive in quel pianeta?
Il pianeta del coraggio, dove vivono i bambini che non hanno paura
Il pianeta dei sogni dove vivono i bambini che sognano ad occhi aperti
Il pianeta della pizza dove vivono i bambini golosi
Il pianeta della curiosità dove vivono i bambini che vogliono sapere tutto di tutti
Il pianeta del papà dove vivono i bambini felici
Il pianeta del sole splendente dove vivono i bambini che splendono sempre
diritto alla protezione
“FACCIA DA MAMMA….” Di Loredana Frescura, tratto da “Non calpestate i
nostri diritti” ed. Piemme, in cui si legge il dialogo tra una mamma e la sua bambina,
ancora protetta nel pancione. E’ il segno del ruolo fondamentale che i genitori hanno per
trasmettere il senso di sicurezza e protezione necessari per crescere sereni.
Mi sento protetta e al sicuro quando mia mamma mi abbraccia e mio papà, prima di
andare a letto, mi rassicura dicendo che non c’è nessuno nel buio. Quando sono al sicuro mi
sento come una cerva protetta dalle sue corna.
Mi sento protetto e al sicuro quando sono con i miei genitori e quando sono particolarmente
apprezzato per quello che sono. Quando sono al sicuro mi sento come un albero impiantato
che non si abbatte.
Mi sento protetta e al sicuro quando dormo nel mio letto e c’è qualcuno con me e poi tutte le
volte che mia mamma mi dà la buona notte e dei baci. Quando sono al sicuro mi sento
come un pesce che nuota in fondo all’oceano.
Mi sento protetta e al sicuro quando sono insieme ai miei amici, ai miei genitori, a mia
sorella e a tutte le persone che mi vogliono bene. Quando sono al sicuro mi sento come una
ballerina che danza libera in un teatro.