Palcoscenici per il cibo

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Palcoscenici per il cibo
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Investire nella Qualità della vita
nn Gusto A dicembre raccolti intorno alle materie prime attori, chef ed eccellenti artigiani
Palcoscenici per il cibo
Il ritorno di Teatro-Cucina, la fiera di bontà lombarde e menu baschi
di Cristina Cimato
U
na magia tra palco e fornelli, uno spettacolo che ha
dato, in tempi non sospetti, un’attenzione al cibo fuori
dai ristoranti e dalle gastronomie. Ora, a qualche
mese da Expo 2015, torna, a 15 anni dall’ideazione
e a distanza di quattro anni dall’ultima messinscena (per un
totale di 204 rappresentazioni), Teatro-Cucina. Dall’11 al 15
dicembre sono previste le prime serate in cui, con 30 commensali per volta, viene realizzato un inusuale
banchetto dove ciò che viene servito è frutto
dell’agire dell’attore in un impasto scenico
che comprende danza, musica e testo recitato. Sono previste anche due date speciali, il 21
dicembre a pranzo e il 31 dicembre cenone di
Capodanno. Concepito da Elisabetta Faleni e
Valentino Infuso (teatroinpolvere.it), è più
di uno spettacolo teatrale e più di una cena.
Amplifica, in buona sostanza, il concetto di
teatro come intrattenimento, contenitore nel
quale il pubblico può lasciarsi andare ad
assaggi e brindisi. Il linguaggio gastronomico
e quello teatrale si fondono in una messinscena poetica, intensa e anche buona. Il filo
conduttore del cibo porta in scena anche
l’arte artigiana, con GourmArte, una fiera
dedicata alle eccellenze enogastronomiche
della Lombardia in corso a Bergamo dal 29
novembre all’1 dicembre (gourmarte.it). Nei tre giorni di evento
vengono aperti gli scrigni di 100 prodotti di nicchia, selezionati
da una commissione di esperti: dal Moscato di Scanzo di Biava,
prezioso vino ottenuto dall’omonimo vitigno e di cui ci sono
tracce fin dal 1300 all’Indie Ale del Birrificio Indipendente Elav,
vincitrice di numerosi premi, ma anche la brisaola di Ma! Officina
Gastronomica di Madesimo, sottoposta a una stagionatura natu-
rale per 90 giorni, e la mostarda di fragole di Emilio Stroppa, che
ha un’azienda a Pumenengo (Bg) dove attua una speciale, lenta
bollitura, o ancora i prodotti della Latteria montana di Valtorta,
dove il latte viene munto da vacche residenti in stalla ad altitudini
medie di 800 metri sopra il livello del mare. Nell’area destinata
alla ristorazione, poi, 24 noti chef si alternano con i loro piatti
per un’esperienza sensoriale unica. Fra essi, Umberto Bombana,
cuoco pluripremiato a Hong Kong e Macao, Sergio Mei, alla guida
del ristorante del Four Seasons di Milano, e Marco Sacco, chef
d
del Piccolo Lago di Verbania, anche presid
dente della Charming Italian Chef, partner
d
di GourmArte. L’incontro di diverse cucine è
aanche il cuore del nuovo progetto Gourmea
ando, ideato da due giovani italiane che hann
no vissuto all’estero (gourmeando.com).
L
L’iniziativa ha luogo per la prima volta a
M
Milano dall’1 al 6 dicembre. In diversi luoghi
d
della città vengono invitati interpreti italiani
a sperimentare nuove ricette con materie
p
prime straniere. Quest’anno l’incontro è con
lla Spagna. Si inizia alle 18 dell’1, all’Instituto
C
Cervantes con un incontro denominato Rad
dici nel piatto: la lingua, il cibo a cura
d
del direttore generale dell’istituzione, Arturo
L
Lorenzo González, per proseguire il 2 nella
b
boutique Agatha Ruiz de la Prada, che per
u
una sera si trasforma in un tapas bar basco
ccon la partecipazione dello chef spagnolo
Juan Carlos Ferrando del ristorante Viura in Álava. Dal 3 al 6
dicembre, poi, allo scenografico Ceresio 7 è possibile assaggiare
le ricette ideate da Elio Sironi che celebra la Rioja, provincia e
comunità autonoma della Spagna settentrionale, nel suo menu.
Le prossime edizioni, che con tutta probabilità vedranno come
cornice gli show-room di Arclinea, saranno ospitate in Spagna e
Germania. (riproduzione riservata)
n n Degustare Il ristorante di Roberto Okabe apre una nuova sede sulle piste francesi
Finger’s mette gli sci e va fino a Megève
di Cristina Cimato
H
a origini giapponesi, è
nato a San Paolo, ha
trovato casa a Milano
e ora, in attesa di coronare il
suo sogno di tornare in Brasile, apre un nuovo locale per
festeggiare i 10 anni di Finger’s. Dopo i due ristoranti di
Milano e quello stagionale di
Porto Cervo, lo chef Roberto
Okabe si mette gli sci ai piedi
e parte alla volta di Megève, in
Francia. Il 14 dicembre la sua
cucina giapponese ricercata,
nella quale c’è anche un po’ di
saudade, approderà nel cuore
della località sciistica meta di
turismo internazionale raffinato ed esigente. Al crocevia del
complesso sciistico della loca-
lità di Ch
i t
t il Fi
’
Christomet,
Finger’s
Megève sarà una meta insolita
per chi vuole assaggiare la cu-
cina fusion anche in alta quota. Legno e pietra si fondono
con le atmosfere della cultura
nipponica create dal tatami e
dal banco sushi. Tutto intorno
lla quiete dei boschi
d
di pini. Il ristorante
ssarà sempre aperto a
p
pranzo (nel dehors risscaldato è proposta la
fformula light lunch),
iil venerdì e il sabato
aanche a cena. Tra i
p
piatti più rinomati
di Ok
b Taiyo & Luna: il
Okabe,
piatto che ha dedicato ai suoi
figli: una capasanta scottata
con besciamella di formaggio,
pasta kataifi croccante ed erba
cipollina e il roll di anguilla,
mango e salsa teriyaki (fingersrestaurants.com). (riproduzione riservata)
Lampi
nel buio
Non mangiate nessuna cosa che la vostra
bisnonna non
avrebbe riconosciuto
come cibo
Michael Pollan