Dire 5 novembre è dire Donna

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Dire 5 novembre è dire Donna
VITA DELLE ACLI
Dire 5 novembre è dire Donna
Il 5 novembre scorso si è tenuto a Sarnen, alla presenza di un folto ed attento
pubblico, il Convegno Donna organizzato dal Coordinamento Donne delle
ACLI Svizzera, in una bella sala ravvivata dalle opere della pittrice Marie-Claire
Monnet. Dopo i saluti di rito e gli apprezzati interventi della Presidente delle
ACLI SCO, Emilia Sina Margelisch, e della Dottoressa Anna Rüdeberg Pompei,
medico e rappresentante del CGIE. Sono seguite tre relazioni.
di Maria Alonso Ricci
Responsabile Coordinamento Donne ACLI Svizzera
Nella prima, intitolata "Parità donnauomo, opera incompiuta" la parlamentare popolare democratica Chiara
Simoneschi Cortesi ha dapprima illustrato le misure messe in atto per realizzare quella parità tra donna e
uomo, sancita sì da una legge, ma
ancora poco realizzata, come il congedo maternità di 14 settimane e il
principio degli assegni per i figli. Ha
poi elencato una serie di misure che
sarebbero necessarie affinché la parità diventi una realtà, tra le quali una
legge sugli aiuti a famiglie con figli in
difficoltà; la riduzione del premio
della cassa malati per famiglie con
figli, incentivi per creare posti di
custodia extra-famigliari, agevolazioni fiscali per coppie sposate e famiglie
con figli. La relatrice, donna competente, oggettiva, impegnata e molto
documentata si è soffermata su quanto ancora rimanga da fare: maggiore
rappresentanze di donne in politica,
realizzazione della parità salariale,
congedi per la cura dei figli, lavoro a
tempo parziale, formazione continua,
eliminazione di ogni forma di violenza nei confronti di donne e bambini.
L'etnologa Liselotte Kuntner ha cercato di spiegare al pubblico, servendosi di immagini eloquenti, la storia
del parto e le differenze esistenti in
questo campo tra culture e civiltà
diverse.
Con fare simpatico e vivace la giornalista Monica Piffaretti Caratti ha svolto la sua relazione dal titolo: "Siamo
pari, ma cosa volete ancora? La promozione della donna, un po' di storia
e un po' di pratica". Ha ricordato che
alla fine degli anni 80, con l'entrata in
vigore della legge sull'uguaglianza tra
i sessi, si pensava che la parità fosse a
portata di mano. Ai partiti politici
dava prestigio avere una donna nelle
Successione dei beni
continua dalla pagina precedente
to), del testamento pubblico cioè
redatto a cura di un notaio incaricato
e alla presenza di testimoni, del testamento segreto redatto dal defunto e
consegnato a un notaio che lo conserverà e avrà cura della sua pubblicazione, dopo la morte del testatore.
Si avrà successione legittima solo nel
caso in cui il defunto non abbia
lasciato un testamento o ne abbia
redatto uno che risulta poi nullo o
invalido.
Regole generali da ricordare
La successione legittima deve necessariamente contemplare i figli, siano
essi legittimi, naturali o adottivi, e il
coniuge.
I genitori del defunto e i fratelli possono succedere solo se non vi sono
figli e in tal caso, concorrono con il
coniuge supersite.
Se vi sono figli premorti o che hanno
rinunciato all’eredità, succedono nella
stessa posizione i nipoti.
Occorre infine ricordare che nell’effettuare tale ricerca sui gradi di parentela valgono le seguenti regole generali:
1. In assenza di testamento non vi è
possibilità di concorso nella successione degli altri parenti con i
figli, il coniuge, gli ascendenti e i
fratelli del defunto: l’esistenza di
uno di solo di questi esclude gli
altri parenti dalla successione;
2. Il parente di grado più prossimo
esclude tutti gli altri parenti con un
grado successivo; 3. se vi sono
parenti di pari grado tutti ricevono
l’eredità in pari quota.Y
Sarnen: M. Piffaretti Caratti, L. Kuntner,
C. Simoneschi Cortesi,A. Rüdeberg Pompei,
E. Sina Margelisch, M. Alonso Ricci.
loro liste e portarla in governo, ma
era anche una manovra di marketing.
Nascevano ovunque uffici per la parità tra donna e uomo. La mentalità
patriarcale, che voleva la donna ai
fornelli, in chiesa e a far figli, era
messa in questione. Oggi è possibile
affermare che l'emancipazione femminile, grande rivoluzione del novecento, non è ancora completata.
Basta vedere quanto sia bassa la presenza delle donne in posti chiavi della
politica, della finanza e dell'industria.
I lavori meno pagati e precari sono
ancora quelli femminili. Quando si
tagliano posti di lavoro, le prime a
dover andarsene sono le donne. Il
sistema odierno costringe le donne a
contribuire al reddito familiare.
Decidere di aver figli è una scelta che
comporta dei rischi: goderseli e
seguirli è difficile. Le strutture d'aiuto
sono carenti e la donna e madre si
ritrova schiacciata dalle logiche del
mercato. Perciò molte donne non
pensano subito alla famiglia, ma cercano di formarsi, far carriera, trovare
il partner giusto e rimandano il più
possibile il momento di avere figli,
che tante volte non arrivano più.
Bisogna cambiare la mentalità e ridare alla famiglia il suo valore.
Insomma: la meta della parità tra
donna e uomo è veramente ancora
lontana.
Dopo il pranzo in comune, nel
pomeriggio chi lo desiderava si è
recato ad Hergiswil a visitare la famosa vetreria.Y
il dialogo VI/05
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