Le praterie e l`importanza delle aree aperte

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Le praterie e l`importanza delle aree aperte
Le praterie e l’importanza delle aree aperte
LE PRATERIE E LA DIRETTIVA HABITAT
In Emilia-Romagna sono presenti diversi habitat di grande valore naturalistico legati alle praterie ma spesso poco
conosciuti, anche dagli escursionisti e che a volte, incautamente, vengono calpestati in periodi in cui sono
particolarmente suscettibili, come la ripresa vegetativa in primavera.
Gli habitat di prateria (qui intesa come formazione erbosa secca seminaturale) presenti in Emilia Romagna,
inseriti nella Direttiva Habitat (92/43/CEE), sono:
6210 - Formazioni erbose secche seminaturali e cespuglieti su substrato calcareo (Festuco-Brometalia)
6220 - Percorsi substeppici di graminacee e piante annue dei Thero-Brachypodietea (presente in modo
puntiforme in aree delimitate)
6230 - Formazioni erbose a Nardus su substrato siliceo delle zone montane (nardeti)
HABITAT 6210 - FORMAZIONI ERBOSE SECCHE SEMINATURALI E CESPUGLIETI SU SUBSTRATO
CALCAREO (FESTUCO-BROMETALIA) (*considerato prioritario quando vi sono fioriture di orchidee)
Questo habitat è diffuso principalmente nella zona collinare, in genere su substrato argilloso e si presenta come
una prateria arida/semiarida, dominata da graminacee, prime fra tutte Bromus erectus e Brachypodium rupestre.
Si tratta di una prateria floristicamente molto ricca, soprattutto in primavera, quando raggiunge il periodo di
maggior rigoglio.
In genere l’habitat si presenta come una serie di praterie più o meno discontinue, solitamente in fase di
colonizzazione da parte di una componente arbustiva e arborea sempre più in espansione a causa
dell’abbandono del pascolo.
PRATERIA ARBUSTATA
BROMUS ERECTUS e BRACHYPODIUM RUPESTRE
(RISERVA NATURALE PIACENZIANO)
Sono presenti anche specie arbustive quali ginepro (Juniperus communis), ginestra dei carbonai (Cytisus
scoparius), rosa selvatica (Rosa canina) e biancospino (Crataegus monogyna), che testimoniano la tendenza
evolutiva delle praterie verso la formazione di cespuglieti preforestali.
L’habitat è considerato prioritario se può essere definito come un’area importante per le orchidee, vale a dire se
ospita un ricco contingente di specie di orchidee, oppure se ospita un’importante popolazione o almeno una
specie di orchidea considerata non molto comune o rara nel territorio nazionale.
Questo ambiente di tipo ecotonale (caratterizzato cioè dall’alternanza
di aree boscate ed aperte) rappresenta l’habitat ideale del capriolo
(Capreolus capreolus): infatti questa situazione consente al capriolo di
alimentarsi anche nelle zone aperte e trovare immediatamente rifugio
negli arbusti in caso di necessità. Gli arbusti inoltre garantiscono un
riparo sicuro per il riposo e la ruminazione.
L’attività di pascolamento del capriolo avviene, normalmente, ad una
distanza di 15-20 m dal margine forestale.
DOVE IN REGIONE
L’habitat è presente in tutte le Province della Regionae, in genere in una fascia collinare e submontana,
soprattutto in corrispondenza di complessi calanchivi, in aree agricole abbandonate e su terrazzi alluvionali.
In alcune aree protette, come la Riserva Naturale delle Salse di Nirano (MO) e il Parco Regionale dei Gessi
Bolognesi (BO), l’habitat raggiunge una copertura del 100% della superficie dei siti stessi.
ITINERARI
Nella Riserva Naturale Salse di Nirano (Comune di Fiorano Modenese, MO) è possibile osservare l’habitat
percorrendo il “Sentiero del gheppio” (percorso n°3) . Itinerario ad anello
Dislivello: ± 200 m - Tempo di percorrenza: 2h
Nel Parco Regionale dei Gessi Bolognesi (BO) l’habitat è ben rappresentato al Monte Calvo. Da Sesto (Comune
di Pianoro, BO) sentiero CAI n°819 fino all’incroci o con il sentieri CAI n°817A fino al Monte Calvo. R itorno lungo
lo stesso itinerario.
Dislivello: ± 200 m - Tempo di percorrenza: 1h 30 minuti (solo andata)
FORMAZIONI CALANCHIVE NELLA RISERVA NATURALE DELLE SALSE DI NIRANO (a sinistra) E AL PARCO REGIONALE DEI
GESSI BOLOGNESI (a destra)
HABITAT 6230 - FORMAZIONI ERBOSE A NARDUS SU SUBSTRATO SILICEO DELLE ZONE MONTANE
Questo habitat è diffuso nella zona di crinale dell’Appennino, oltre il limite del bosco, spesso intercalato alla
brughiera a mirtillo (habitat 4060) e alle pietraie.
La fisionomia di questa prateria è data dalla dominanza della graminacea Nardus stricta ed è indicata anche con il
termine “nardeto”.
L’origine del nardeto non è naturale, ma secondaria: in altre parole ha sostituto formazioni vegetali preesistenti,
per lo più brughiere a mirtillo, eliminate dalla secolare azione dell’uomo per creare pascoli per il bestiame.
NARDETO
(PARCO REGIONALE ALTO APPENNINO MODENESE)
NARDO (Nardus stricta)
La dominanza del nardo, rispetto alle altre graminacee, è indice di uno stato di degradazione dell’habitat,
conseguente al pascolamento eccessivo del bestiame, ovini soprattutto, che ha progressivamente ridotto le
specie foraggere presenti inizialmente: il nardo infatti, duro e pungente, non essendo appetito dal bestiame e
resistente al calpestio, risulta meno danneggiato rispetto altre graminacee ed è in grado di sopravvivere
nonostante il pascolamento.
Nonostante sia definito un “pascolo magro”, a causa dello scarso
valore nutritivo delle specie presenti, il nardeto è caratterizzato dalla
presenza di numerose specie vegetali.
Da segnalare le specie di provenienza alpina, come Gentiana
kochiana, arrivata dalle Alpi durante l’ultimo periodo glaciale e le
specie endemiche (cioè caratteristiche di determinate aree) come la
rara Viola calcarata subsp cavillieri, nota solo per le Alpi Marittime e
l’Appennino Settentrionale.
GENZIANA DI KOCH (G. kochiana)
DOVE IN REGIONE
In Regione il nardeto è presente sul crinale emiliano; nel crinale romagnolo il nardeto è raro ed presente
solamente nel Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi (FC).
Da segnalare le zone sommitali del Parco Regionale Alto Appennino Modenese (M.Cimone e Libro Aperto) e del
Parco Regionale del Corno alle Scale (BO), dove il nardeto ospita numerose specie tipiche degli ambienti articoalpini.
ITINERARI
Il Monte Cimone è raggiungibile dal Lago della Ninfa (Sestola, MO) con il sentiero CAI n°449 (Lago dell a Ninfa M.Cimone). Ritorno lungo lo stesso itinerario.
Dislivello: ± 600 m - Tempo di percorrenza: 2h (solo andata)
L’itinerario più facile per raggiungere il Libro Aperto parte dalla località i Taburri (strada di Fellicarolo di Fanano,
MO). Dai Taburri sentiero CAI n°433 per Pizzo dei Sa ssi Bianchi e Libro Aperto. Poi sentiero 00 fino a Sella di
M.Lancio e sentiero CAI n°431 per i Taburri. Itinera rio ad anello.
Dislivello: ± 600 m - Tempo di percorrenza: 4h
Il Corno alle Scale è raggiungibile:
- dal Rifugio Cavone (comune di Lizzano in Belvedere) con il sentiero CAI n° 335. Ritorno lungo lo stesso
itinerario. Dislivello: ± 800 m - Tempo di percorrenza: 2h 30 minuti (solo andata)
- dal Lago Scaffaiolo (BO) con il sentiero 00 (attraverso il Passo dei Tre Termini, fino al Passo dello Strofinatoio)
poi con il sentiero CAI n°129. Ritorno lungo lo ste sso itinerario. Dislivello: ± 200 m - Tempo di percorrenza: 1h
(solo andata)
NARDETO INTERCALATO A BRUGHIERA A MIRTILLO
CORNO ALLE SCALE
HABITAT 6220 - PERCORSI SUBSTEPPICI DI GRAMINACEE E PIANTE ANNUE DEI THEROBRACHYPODIETEA
Questo habitat è diffuso principalmente nella zona collinare, in genere su substrati calcarei o argillosi, poveri in
nutrienti e si presenta come una prateria arida caratterizzata da una vegetazione erbacea annuale tipica di
ambiente caldo, in cui prevalgono piante a ciclo vegetativo breve e che fioriscono presto a primavera, prima che
la siccità estiva inaridisca eccessivamente il suolo. Si tratta di piante terofite (da qui il nome dell’habitat), cioè
piante con sviluppo primaverile e disseccamento estivo, che superano quindi l'estate sotto forma di seme).
La specie guida, Brachypodium distachyum, è una graminacea con culmi (steli) molto robusti, che possono
raggiungere un’altezza di 40-50 cm.
PRATERIA A BRACHYPODIUM SU FORMAZIONI CALANCHIVE
BRACHYPODIUM DISTACHYUM
Si tratta di un habitat seminaturale, generato dal degrado della vegetazione originaria in seguito al pascolo
intensivo, ai periodici incendi e ai tagli boschivi. Tale habitat, pur all’apparenza arido ed inospitale, risulta essere
molto ricco di specie animali, in particolare rettili e piccoli mammiferi. Inoltre la ricchissima presenza,
soprattutto in primavera, di insetti, richiama numerose specie di uccelli.
DOVE IN REGIONE
L’habitat ha estensione molto ridotta, spesso puntiforme
e si trova solitamente mosaicato con altre tipologie di
habitat come le praterie del Festuco-Brometea (6210) e
le formazioni a Juniperus communis (5210).
ITINERARI
Nel Sito di Importanza Comunitaria S.Valentino-Rio
Rocca (RE), caratterizzato da anfiteatri calanchivi e
argille plioceniche, ricche di fossili, è possibile
osservare l’habitat percorrendo il sentiero che inizia in
prossimità del parcheggio per la pista di moto-cross.
Ritorno lungo lo stesso itinerario.
Dislivello: ± 100 m - Tempo di percorrenza: 1 ora (solo
andata)
FORMAZIONI CALANCHIVE DEL RIO ROCCA (RE)
CONSERVAZIONE DELLE PRATERIE
La conservazione delle praterie non può prescindere dal fatto che si tratta di habitat di origine secondaria, cioè non
di origine naturale, ma prodotti dall’azione di deforestazione attuata in passato dall'uomo, al fine di creare spazi da
adibire al pascolo del bestiame. Le praterie secondarie sono mantenute tali solo dall’azione dell’uomo e sarebbero
sicuramente riconquistate dal bosco se il continuo brucare del bestiame o lo sfalcio periodico non impedissero lo
sviluppo delle nuove plantule.
In alcune zone, dove il pascolo è cessato, in seguito allo spopolamento della collina e della montagna, oppure è
stato proibito per motivi protezionistici, si assiste alla progressiva avanzata del bosco, che riconquista il territorio
che gli era stato precedentemente sottratto.
Le praterie ospitano una notevole ricchezza biologica (biodiversità), sia animale che vegetale e hanno un
importante valore scientifico, culturale e paesaggistico. Per questo motivo risulta doverosa una gestione
conservativa di questi habitat, grazie al mantenimento di quelle attività umane tradizionali, a basso impatto, che
hanno storicamente prodotto, modellato e mantenuto questi ambienti.