La stanza dell`IO - Area Giovani Cro di Aviano

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La stanza dell`IO - Area Giovani Cro di Aviano
Inaugurata il 22 dicembre 2009 ...
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La stanza dell’IO
Il 22 dicembre 2009 è stata inaugurata presso l’Area Giovani del CRO
la Stanza dell’IO, stanza che è stata
realizzata grazie al generoso contributo dell’AIL (Associazione Italiana
contro le Leucemie - linfomi e mieloma) di Pordenone il cui impegno è
stato importante sia in termini di realizzazione vera e propria della stanza
che in termini finanziari.
Erano presenti all’inaugurazione il
Direttore Generale Dr. Giovanni Del
Ben, il Presidente dell’AIL Aristide
Colombera insieme ad altri soci, il
Sindaco di Pordenone Sergio Bolzonello, l’Architetto Lara Zuccon che
ha progettato gli spazi e gli arredi,
Ugo Furlan che ha realizzato il disegno della porta, la mamma di Tania,
la ragazza a cui si ispira il cigno raffigurato sulla porta, e il personale dell’Area Giovani.
Questa stanza va a completare il reparto di degenza, offrendo ai ragazzi
La porta della stanza dell’IO
Scorcio della stanza dell’IO
un ulteriore spazio in cui poter dare
libero sfogo alla propria personalità.
L’idea è nata dall’esigenza di avere
un luogo polifunzionale allo stesso
tempo intimo, tranquillo, familiare, riservato, colorato, dove poter
svolgere varie attività quali i colloqui
con i ragazzi, gli esami audiometrici
per i bambini (solitamente eseguiti presso l’ospedale di Pordenone);
le lezioni con le insegnanti del Progetto Spazio-scuola ma anche uno
spazio a misura di bambino per
tutte le attività ludiche, uno spazio
di socializzazione e svago che fosse propriamente riservato ai piccoli/grandi utenti dell’Area Giovani.
Allo scopo, il Comune di Pordenone ha donato un televisore 50 pollici, grazie alla somma raccolta con
la messa all’asta di una scultura di
Harry Bertoia; l’Associazione Rose
Blu di Anita ha donato un computer
che permetterà ai ragazzi di navigare in internet e di collegarsi con le
rispettive scuole, utilizzando il maxischermo; gli alunni della scuola
elementare di San Michele di Sacile
hanno donato una WII completa di
joystick e 4 giochi, acquistata con
il ricavato della vendita di un libro
di storie da loro stessi realizzato.
Le associazioni benefiche, principali finanziatrici di progetti di umanizzazione negli ospedali, traggono
molta spinta e credibilità se i loro
“investimenti” vengono resi pubblici.
Per questo è giusto far sapere che
è grazie a loro se siamo riusciti a
raggiungere questo nuovo obiettivo.
Il Presidente dell’AIL di Pordenone
attendeva da diversi anni di poter
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finanziare, con i fondi raccolti nel nostro territorio, un progetto per l’Area
Giovani. Aver contribuito alla realizzazione di questa stanza è quindi,
per lui, motivo di grande orgoglio.
“Il progetto - dice l’Architetto Lara
Zuccon - è una proposta di arredo per l’area ricreativa nel reparto
dell’Area Giovani. L’allestimento è
stato concepito come una naturale
appendice delle quattro stanze, individuate ciascuna da un colore diverso: giallo, arancio, azzurro e verde.
Il tema del colore, quindi, guida la composizione realizzata
con una serie di elementi modulari caratterizzati da tutte le cromie precedentemente utilizzate.
Successivamente, si concretizza
l’idea che rende riconoscibile il pensiero all’origine della denominata
“stanza dell’IO”, prevedendo l’utilizzo di un linguaggio codificato, quale
la scrittura, per tradurre ciò che dovrebbe rappresentare tale ambiente: un luogo dove poter ritrovare se
stessi e rispondere così al bisogno
primordiale di manifestazione della
propria identità. L’analisi delle superfici della stanza e di un’ottimale
distribuzione spaziale dell’arredo
portano all’adozione di una griglia
modulare in parete, su cui impostare la scritta IO. Tale base, rende
Il gruppo dell’AIL di Pordenone con il Presidente Aristide Colombera, l’Architetto Lara Zuccon,
Ugo Furlan, il Sindaco di Pordenone Sergio Bolzonello, alcuni genitori dei ragazzi ed il personale
del CRO di Aviano che opera all’interno dell’Area Giovani del CRO
semplice la suddivisione in aree funzionali, a seconda della tipologia di
utenza (principalmente giovani ma
anche bambini; operatori e non) e
dell’utilizzo che ne conseguirà. Il
passo successivo è stato la scelta
dei materiali da impiegare, legno e
plastica, che ben rappresentano il
contraddittorio linguistico tradizione
e innovazione, sempre presente nel
linguaggio architettonico, ma anche
una caratteristica del contrasto generazionale.
Da sx: Aristide Colombera, il Sindaco Bolzonello, Giovanni Del Ben e Mauro G. Trovò
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Il legno si configura come la parte nobile del progetto, il punto di partenza; le scocche delle scatole, quindi,
sono tutte del medesimo materiale;
variano solo gli spessori, a seconda dell’alternanza pieno-vuoto. Una
cornice traslucida in plastica, aperta
sul lato contiguo alla parete finestrata, racchiude l’IO, pieno ed opaco,
in legno dalla superficie liscia; come
sfondo, un piano a specchio per
dilatare lo spazio oltre il muro. Non
trascurabile la cura dei particolari
che contribuiscono alla perfetta leggibilità degli elementi grafici. Sono
presenti tagli a 45° nei pannelli, per
la completa chiusura delle scatole;
borchie inserite sui frontali in plastica, per accentuarne la luminosità e
spostare l’attenzione lungo i bordi;
ancora borchie sulla boiserie, per
evidenziarne il disegno.
Grande attenzione è stata posta alla
progettazione illuminotecnica, indispensabile nell’ambito dello studio
cromatico e nella valorizzazione di
piccoli ambienti come questo.
Lo studio della luce, in relazione ai materiali utilizzati, ha influito
notevolmente sulla disposizione
dei colori: i toni più caldi e luminosi, posti in gradazione, dal-
l’arancio al giallo, vengono usati
per la cornice con i frontali in plastica; i toni più freddi e scuri, dal verde
al blu, per le lettere dell’IO.
La parte più alta dell’intera composizione si conclude con una pannellatura composita, semitrasparente
ed incolore, retroilluminata con luci a
led a colori RGB, lungo tutto il pannello, e, in alternativa, a neon, con
deflettore orientato verso il soffitto.
Un altro punto luce fondamentale
si trova sulla parete opposta, contigua alla parete finestrata: luci a neon
su tutta la lunghezza e incassate in
una cornice bianca, immediatamente sotto al soffitto, creano un fascio
luminoso che dalla superficie orizzontale fluisce morbidamente lungo
quella verticale, dando così la sensazione di essere inglobati nella luce.
Per concludere, si può affermare che
il progetto della stanza dell’IO risulta
essere anche dinamico e mutevole:
pensiamo ad esempio alla lavagna
che, ribaltata, diventa tavolo studiogioco; alla scatola che, ruotata, si
rivela una base computer; allo sgabello che si estrae da un modulo a
parete; alle ante che scivolano nella
sagoma delle scatole; all’assenza
di maniglie su tutte le ante e i cassetti, che consentono l’apertura up-
C’era una volta...
Vi raccontiamo qui l’undicesima storia (questa volta autobiografica) degli alunni della scuola elementare di
San Michele di Sacile …
Questi piccoli, con l’aiuto degli insegnanti, sono stati, infatti, autori di
dieci storie scritte, illustrate e raccolte in un libro intitolato “Ti regalo una
storia”, ora in ristampa.
Il lavoro è stato avviato nell’anno
scolastico 2008-2009 nell’ambito
del progetto “Crescere leggendo”,
che caratterizza l’attività didattica
della scuola elementare “G. Marconi” di San Michele. Si compone di
dieci racconti, uno per classe, circa,
che hanno come protagonisti animali buffi, draghi, streghe e mostri che
minacciano la città, fiabe raccontate
come solo i più piccoli sanno fare.
Con il ricavato della vendita di questi libri - andati praticamente a ruba
- è stato istituito da alcuni genitori un “Fondo C.R.O.” con il quale i
bambini della scuola elementare di
San Michele acquistano, ogni volta
che viene espressa loro un’esigen-
Daniela Capone (al centro) con gli alunni della Scuola elementare di San Michele-Sacile.
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