Master sui beni confiscati come imparare a gestirli

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Master sui beni confiscati come imparare a gestirli
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Master sui beni confiscati come imparare a gestirli
Ville, terreni, alberghi e aziende. Sono oltre 11mila i beni confiscati alla criminalità organizzata. Un master
all’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli insegna come renderli produttivi e tutelare anche chi ci lavora. Il
direttore scientifico del master: “Puntiamo a trattenere i giovani sul territorio, creare nuove professionalità e restituire
capacità produttiva a beni sottratti alla comunità”. L’associazione Libera avrà il ruolo di “garante dei talenti”. Domande
entro il 7 ottobre
di LAURA PASOTTI
Sono 11.051 i beni confiscati alla criminalità organizzata. Di questi l’81,86% sono nelle regioni del sud (il 44,71% in
Sicilia, il 15,11% in Campania, il 13,86% in Calabria e l’8.18% in Puglia), mentre i restanti sono sparsi lungo la
Penisola: in Lombardia, ad esempio, la percentuale dei beni confiscati è superiore a quella della Puglia (8,26%). Ma a
che cosa ci riferiamo quando parliamo di “beni sottratti alla criminalità organizzata”? Se in passato si trattava
soprattutto di piccoli appezzamenti agricoli e ville arredate in modo sfarzoso, oggi l’elenco comprende anche alberghi,
terreni di migliaia di ettari e aziende. La diversificazione dei beni impone una gestione sempre più attenta degli stessi
per restituirli alla comunità a cui sono stati sottratti, e, ad esempio, nel caso delle imprese, tutelare la posizione dei
dipendenti.
Produttività ed economicità. Per formare nuove professionalità in grado di gestire in modo fruttuoso i beni confiscati,
l’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli ha organizzato, insieme a Libera e con il sostegno di Fondazione per il
Sud, Consorzio Sole e Agrorinasce, il master di primo livello su “Promozione, valorizzazione e riutilizzo dei beni
confiscati alla criminalità organizzata”. L’obiettivo del master, lo spiega il direttore scientifico e preside della facoltà di
Scienze della formazione, Lucio D’Alessandro: “È creare nuove professionalità in grado di pensare per i beni confiscati
un’utilizzazione, anche immateriale, che sia produttiva dal punto di vista economico”.
Trattenere i talenti. È per questo che il percorso formativo prevede insegnamenti di diritto, in particolare sulla
normativa relativa ai beni e al loro regime giuridico, marketing territoriale, e fund raising, soprattutto a livello europeo.
“Puntiamo a trattenere i giovani talenti sul territorio - continua D’Alessandro -, non sono contrario alla mobilità ma,
purtroppo, le regioni del Sud vivono un processo di sola uscita”. Un impoverimento che, come sottolinea il direttore
scientifico, è economico, visto che professionalizzarsi ha un costo, e produttivo perché i talenti si spostano altrove.
Sensibilità e competenze. Tra i partner del master anche l’associazione Libera, attiva dal 1995 nel sollecitare la società
civile nella lotta alla criminalità organizzata e nel promuovere legalità e giustizia. “Il nostro ruolo nel master - spiega
Fabio Giuliani di Libera Campania - sarà animare il progetto, oltre che trasmettere ai partecipanti la sensibilità e le
competenze che abbiamo acquisito nel corso degli anni di attività di gestione dei beni confiscati”. Per quanto riguarda la
“sensibilità” però Giuliani sottolinea che “Libera vorrebbe selezionare persone che hanno già un interesse rispetto ai
beni perché possano acquisire gli strumenti che permettano loro una migliore gestione degli stessi”.
La tesi e il progetto. Il percorso formativo del master ha una durata annuale e attribuisce 60 crediti formativi
universitari per complessive 1.500 ore di impegno per gli studenti. Sarà articolato in lezioni teoriche, laboratori,
partecipazione a forum di discussione, stage, approfondimenti individuali e tesi finale. “La tesi finale - spiega
D’Alessandro - prevede la stesura di un progetto di gestione per uno specifico bene già confiscato o per il quale la
confisca sia già stata deliberata. Il progetto, in seguito, sarà presentato all’Autorità che ha in gestione il bene e che potrà
decidere di realizzarlo”. Spesso, precisa D’Alessandro, i beni si trovano in piccoli comuni che non hanno le risorse
progettuali necessarie per immaginare un’utilizzazione economicamente produttiva. “In un momento di difficoltà per le
piccole realtà - conclude D’Alessandro - la restituzione di questi beni e la loro gestione può rappresentare una fonte di
sviluppo”. Il master è gratuito ed è rivolto a laureati (triennale, diploma universitario, quadriennale) under 35 che siano
residenti nel Mezzogiorno. C’è tempo fino al 7 ottobre per inviare le domande di partecipazione.
DOCUMENTI:
Il bando del master
LINK:
www.unisob.na.it
www.libera.it
www.fondazioneperilsud.it