Notes 18/2009

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Notes 18/2009
il giornale degli architetti della provincia di lecco
NOTES - n. 18/febbraio 2009 - Poste Italiane Spa - Spedizione in A.P. - 70% DCB Lecco
In caso di mancato recapito si prega inviare al CPO di LEcco, Via Lamarmora, 10
per la restituzione al mittente che si impegna a pagare il diritto fisso dovuto
febbraio09
n tes
Ordine degli architetti, pianificatori, paesaggisti e
conservatori della provincia di Lecco
dalla parte dell’università
design è capricciosità?
accademia Mont Cenis di Sodingen
fare urbanistica oggi
la Ruhr
origami
Cappella Palatina tesoro ritrovato
SANAA a Mendrisio
un patrimonio ricopiato
case prefabbricate in legno
geographic information system
"semplificazione"
febbraio09
editore
Ordine degli Architetti, Pianificatori,
Paesaggisti e Conservatori della provincia
di Lecco
direttore responsabile
Ferruccio Favaron
Ordine degli architetti, pianificatori, paesaggisti e
conservatori della provincia di Lecco
direttore editoriale
Tiziana Lorenzelli
CONSIGLIO DELL'ORDINE
coordinamento editoriale
Gerolamo Ferrario
PRESIDENTE
Massimo Dell’Oro
VICE PRESIDENTE
Elio Mauri
SEGRETARIO
Marco Pogliani
TESORIERE
Vincenzo Daniele Spreafico
CONSIGLIERI
Ileana Benegiamo
Fernando De’ Flumeri
Ferruccio Favaron
Massimo Mazzoleni
Elena Todeschini
Diego Toluzzo
Alessandra Valsecchi
redazione
Massimo Dell’Oro, referente Ordine
Guido De Novellis, itinerari
Elisabetta Gheza, bioarchitettura
Enrico Castelnuovo, commissione giovani
Diego Toluzzo, normative
Alessandro Ubertazzi, cultura
Massimiliano Valsecchi, trasporti
progetto grafico e impaginazione
Daniela Fioroni
Via Roma, 28 - 23900 LECCO
tel 0341 287130 - fax 0341 287034
[email protected]
www.ordinearchitettilecco.it
Via Roma, 28 - 23900 LECCO
tel 0341 287130 - fax 0341 287034
notes on-line:
www.ordinearchitettilecco.it
Gli articoli firmati esprimono solo l’opinione dell’autore. Non impegnano l’editore né la redazione.
Stampato nel febbraio 2009 da
Tipografia Commerciale
Via Ugo Bassi, 17 - Lecco
copertina: Particolare di un edificio industriale, regione te-desca
dell'Emscher nella Rurh, foto di Alessandra Valsecchi Jr.
retro di copertina: Origami, progetto di Massimo Facchinetti,
Victor Ghia e Tiziana Lorenzelli
NOTES - n. 18/febbraio 2009
Tariffa a regime libero: Poste Italiane Spa
Spedizione in A.P. - 70% DCB Lecco;
Iscr. Tribunale di Lecco n. 12/03
Reg. Giorn. e Periodici del 1/10/2003
il giornale degli architetti della provincia di lecco
segreteria e pubblicità
Anna Acquistapace
Raffaella Oluic
n tes
n tes
indice
3 commento della redazione
4 dalla parte dell’università
a cura di Enrico Castelnuovo
6 design è capricciosità?
di Alessandro Ubertazzi
8 accademia Mont Cenis di Sodingen
testo e foto di Elena Formenti
10 fare urbanistica oggi
di Silvio Delsante
12 la Ruhr
di Pamela Dell’Oro
a cura di Elisabetta Gheza
14 origami
a cura della redazione
16 Cappella Palatina tesoro ritrovato
di Benedetta Terenzi
18 SANAA a Mendrisio
di Guido De Novellis
20 un patrimonio ricopiato
di Vincenzo Spreafico
22 case prefabbricate in legno
di Vincenzo Spreafico
24 geographic information system
di Giorgio Limonta
rubriche
27 "semplificazione"
di Diego Toluzzo
28 appuntamenti
Questa volta sembrava proprio che ce l'avessero fatta:
fra i Regi Decreti finiti sotto
la scure di Calderoli, si sono
ritrovate alcune abrogazioni
che mettono in forse la sopravvivenza degli Ordini: una
legge del 1938 (Legge 897)
sull'obbligo di iscrizione
all'Albo per svolgere l'attività
professionale, la Legge 1815
/1939 che regola la denominazione delle Associazioni
professionali e l'obbligo di
informazione agli Ordini, il
decreto 382/1944 che regola
l'organizzazione e l'elezione
di molti Consigli degli Ordini,
norme vecchie e in parte superate, ma tuttora alla base
della professione, la cui eliminazione fa correre il rischio della paralisi del sistema ordinistico. Dopo le diverse proteste e richieste di
modifica formulate da associazioni ed Ordini sostenute
da maggioranza ed opposizione, un emendamento del
Governo al decreto 200/
2008 in fase di conversione
alla Camera ed in scadenza
il 20 febbraio, ha recuperato
le disposizioni legislative inizialmente inserite nel provvedimento taglia-leggi, concedendo 180 giorni di tempo
dall'entrata in vigore della
legge di conversione prima
che le norme contenute
nell'allegato siano abrogate.
In questo modo, i ministeri
e i servizi studi di Camera e
Senato avranno il tempo per
verificare gli effetti dell'abro-
Con questo primo numero
dell'anno in qualità di nuovo
Presidente dell'Ordine mi
piace ribadire con convinzione, la continuità dell'azione
che ha sin ora contraddistinto il mandato del Consiglio
in carica.
Premiare la qualità e non la
quantità, ce lo ricordava Ferruccio Favaron nell'editoriale
del numero scorso; oggi è
vero, abbiamo davanti, come
Architetti, una grande sfida,
che ci vedrà impegnati nei
prossimi anni.
Ma è da subito che dobbiamo agire, e se vogliamo
guardare con fiducia all'avvenire è necessario mettersi
quindi al lavoro, un maggiore
impegno collettivo, una partecipazione attiva per non
compromettere il futuro delle
nuove generazioni.
Siamo una categoria che può
spaziare dalla ricerca di risposte ai grandi problemi
delle città (energia, trasporti,
inquinamento) ai temi più
pragmatici e materici dell'edificazione vera e propria.
Siamo proprio in un periodo
di grandi trasformazioni, ma
credo che il nostro percorso
possa essere fruttuoso solo
con la consapevolezza che
un legame stretto tra innovazione tecnologica e tradizione del nostro operare siano la base per poggiare
quella svolta che dobbiamo
perseguire come architetti.
Indirizzo che come vedete
che questa Rivista ben testi-
1
2
gazione delle leggi pre-repubblicane, individuando con le parti interessate le norme che
vanno mantenute in vigore. Non è la prima
volta che questo Governo dà addosso agli
ordini professionali e poi fa marcia indietro.
Già in precedenza con il decreto 112, nell'articolo dedicato al tagli-Enti, quando gli ordini
professionali hanno protestato, è arrivato
un provvidenziale emendamento che ha
consentito la loro sopravvivenza. Due tentativi
di cancellazione possono costituire una semplice svista? Si tratta solo di fretta e di approssimazione come qualcuno tende a minimizzare? O di una precisa strategia in linea
con quella a suo tempo portata avanti dal
ministro Bersani? A questo punto mi sembra
importante fare chiarezza: se, nonostante
tutte le assicurazioni date in campagna elettorale, si vuole proprio abolire gli ordini
professionali ed appropriarsi delle loro casse
di previdenza, si abbia almeno il coraggio di
dichiararlo. Non è infatti con il ricorso a
questi espedienti che si attua la tanto promessa ma mai fatta riforma delle professioni.
Ma non tutto quello che viene dalla politica
è fonte di inquietudine per il nostro futuro:
il Consiglio dei Ministri ha approvato, inviandolo al Parlamento, la legge sulla qualità
dell'architettura, uno strumento che invita
le amministrazioni locali a sostenere i concorsi di idee nella progettazione del proprio
spazio urbano e impegna lo Stato a ricorrere
all'architettura nel realizzare opere pubbliche,
riassegnandole il compito di generatore di
bellezza e restituendo un ruolo fondamentale
agli architetti.
A tal proposito è stata promossa una consultazione pubblica on line sul sito del ministero, a cui tutti i colleghi sono invitati ad
intervenire portando il proprio contributo.
Ferruccio Favaron
monia da sempre e che confido ci possa
piacevolmente accompagnare nel lungo
cammino che abbiamo di fronte.
Massimo Dell'Oro
3
COMMENTO DELLA REDAZIONE
10 Febbraio 2009, un gruppo di architetti dopo
una cena si incammina per la città: pensavano
di aver bevuto troppo e di vederci doppio. Ma
purtroppo non era così.
Chi paga per questi errori?
Chi ha messo il secondo doppio cartello (sono
identici e nuovi entrambi) non si è reso conto
del dolo?
Se per la segnaletica il problema principale è
la ridondanza, per il doppio specchio la situazione diventa pericolosa.
corso m
atteotti
via balicco-corso matteotti
barda
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o
l
a
g
e
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piazza
via balicco
largo montenero
INTERVISTA
Ing. Riccardo Pietrabissa, Prorettore Vicario del Polo regionale di
Lecco del Politecnico di Milano
dalla parte
dell’università
a cura di Enrico Castelnuovo
L
a città di Lecco ha avuto la fortuna, o forse
il merito, di ospitare uno dei Poli regionali
del Politecnico di Milano e da parte sua
l'Università sta portando nuovi stimoli culturali
ed imprenditoriali in un territorio da sempre
caratterizzato da un tessuto dinamico ed
ottimale per le piccole e medie imprese. Ma
chi "dirige" il Polo lecchese cosa ne pensa del
binomio Città-Università? Quali saranno le
prossime sfide per il nostro territorio?
Lo chiediamo all'Ing. Riccardo Pietrabissa,
Prorettore Vicario del Polo regionale di Lecco
del Politecnico di Milano.
1. Ing. Pietrabissa come considera la vita culturale
lecchese e che tipo di contributo può darle una
istituzione come il Politecnico di Milano?
La vita culturale di una città si articola in un
insieme di attività, di opportunità e di occasioni
che nascono dall'incontro di molteplici fattori:
la storia e le tradizioni dei luoghi, gli interessi
degli abitanti, il tipo di economia locale, il ruolo
delle istituzioni, la disponibilità di luoghi per
organizzare eventi e di luoghi di incontro.
La presenza di alcune di queste risorse e la
mancanza di altre rende non sempre facile
realizzare a Lecco attività e manifestazioni
culturali di successo. Credo però che la
presenza di una università possa e debba
essere un'opportunità e uno stimolo per
arricchire e differenziare la vita culturale
cittadina.
L'università è innanzi tutto un'istituzione
culturale, il cui compito è generare sapere e
cultura attraverso le attività di ricerca che si
sostanziano nell'insegnamento, con naturali
azioni di trasferimento e ricaduta sul territorio
in cui opera. Il Politecnico di Milano a Lecco
si è dato esplicitamente questo ruolo e da
tempo propone occasioni di vita culturale
sfruttando gli spazi di Campus Point, il nuovo
e originale centro di ricerca realizzato dal
Politecnico in via Ghislanzoni. L'edificio di per
sé manifesta la volontà di creare occasioni di
incontro con la città, i laboratori in vetrina sono
un esempio emblematico di trasparenza davanti
allo sguardo del passante e di apertura verso
la curiosità dei cittadini nei confronti della
ricerca scientifica. Nell'ultimo anno a Campus
Point si sono succedute manifestazioni culturali
di diversa natura: prima i concerti di musica
classica con lezioni di acustica, poi il ciclo di
mostre... a Campus Point dedicato ad artisti
contemporanei. E proprio l'arte contemporanea
sarà ancora protagonista nel corso di tutto il
2009 con una pro-grammazione serrata di
mostre e incontri. Inoltre, proprio in via
Ghislanzoni nell'area del vecchio ospedale,
dove nel 2009 si avvieranno i lavori per la
realizzazione del grande Campus Universitario,
sorgerà il Polo museale che vede Comune e
Provincia tra i suoi principali attori. Confido
che queste iniziative insieme ad altre, che
abbiamo intenzione di proporre da quest'anno,
rivolte alla divulgazione scientifica verso i
bambini e i ragazzi lecchesi, trovino una
risposta convinta e positiva.
2. Cosa può fare la Città di Lecco per aumentare la
qualità dei propri servizi verso gli studenti stranieri?
Ciò che ancora oggi distingue la maggior parte
delle università straniere rispetto a quelle
italiane è la qualità e la quantità di servizi offerti
agli studenti. Un'università che può contare su
servizi di elevata qualità è certamente un
richiamo per studenti che vengono da altre
città, regioni, nazioni, nonché un investimento
per il futuro dal momento che lo studente
universitario è un motore culturale ed
economico straordinario. In Italia i servizi agli
studenti scarseggiano, gli alloggi sono pochi
e costosi, le mense sono scarse e gli spazi di
ritrovo e di studio sono quasi assenti. A Lecco
il Politecnico può essere una straordinaria
risorsa economica se su circa 2000 studenti
previsti a regime nel nuovo Campus almeno
il 50% verranno da fuori. Significherebbe avere
1000 giovani di alto profilo che vivono dai 3 ai
5 anni a Lecco che potrebbero decidere di
rimanere, offrendo competenze di alto livello
per il tessuto economico e produttivo.
Nel futuro auspico pertanto che Lecco si
interroghi sull'opportunità di investimenti in tal
senso: alloggi per giovani studenti universitari,
mense e spazi di ritrovo, ambienti per attività
culturali e attività commerciali che consentano
agli universitari di vivere a Lecco soddisfacendo
le proprie esigenze e progettando il loro futuro.
3. Che tipo di sinergie si possono attuare
con le imprese del distretto economico lecchese?
Questo tema è particolarmente rilevante dato
che il Polo regionale di Lecco del Politecnico
di Milano prepara ingegneri e ingegneri ediliarchitetti, la cui attività di ricerca e le cui
competenze si adattano perfettamente alle
esigenze del territorio. Da sempre il Politecnico
a Lecco ha attivato soddisfacenti rapporti di
collaborazione con il tessuto imprenditoriale
locale e con molti professionisti, spesso coinvolti
anche nelle attività didattiche e di formazione.
Recentemente è stato attivato un progetto che
prevede la definizione di ambiti tematici di
collaborazione con le imprese, che possano
anche essere la guida per la realizzazione dei
futuri laboratori del Campus. Tramite le
associazioni di categoria e grazie alla stretta
collaborazione con la Camera di Commercio,
il Politecnico incontra periodicamente le imprese
per illustrare le proprie attività al fine di definire
degli ambiti applicativi che consentano
l'aggregazione delle competenze e la
realizzazione di progetti congiunti.
L'iniziativa è sicuramente ambiziosa, ma il suo
avvio ha posto le basi per farci guardare con
grande fiducia al futuro successo del progetto
che non vuole essere esclusivo, ma
semplicemente un momento di catalizzazione.
Inoltre è importante sottolineare che i laboratori
di Campus Point, di Corso Promessi Sposi e
di Via Marco D'Oggiono operano già
quotidianamente con le imprese, molte delle
quali hanno aderito al progetto Campus Point
finanziandolo. I loro loghi sulla facciata
dell'edificio testimoniano il sostegno e la
partecipazione del tessuto imprenditoriale
locale al fututo sviluppo del Politecnico di Milano
a Lecco.
4. Quali saranno le prossime sfide che Lecco dovrà
affrontare insieme al Politecnico?
La situazione economica di questo periodo si
riflette molto drammaticamente sulle imprese
e sulle famiglie dei dipendenti. Anche l'università
sta attraversando un momento di straordinaria
difficoltà che mette a rischio il suo futuro e la
sostenibilità di scelte fatte in passato. Non
voglio essere pessimista sostenendo che la
sfida è la sopravvivenza, ma credo che sia
necessario progettare già da ora il rilancio del
dopo-crisi, attuabile, spero, entro un paio d'anni.
Se lo faremo insieme, se ci sosterremo a
vicenda istituzioni, associazioni, imprese,
banche, cittadini e giovani, se saremo in grado
di riprogettare e investire nel futuro, Lecco avrà
la forza per uscire dalla crisi con straordinarie
capacità di ripresa. E' necessario abbandonare
la logica dell'autonomia dei singoli e adottare
un approccio di sistema, all'interno del quale
c'é anche il Politecnico di Milano che vuol
svolgere il suo ruolo di responsabilità sociale
nel rilancio di Lecco.
5
DESIGN
Al concorso indetto dalla Bruno Frescura Porcellane
di Sesto Fiorentino, Sara Masoni si è ispirata all'eleganza delle
gemme sfaccettate per un servizio da tavola di alta qualità
A
distanza di oltre quarant'anni (da quando,
cioè, fu introdotto prima nel gergo degli
architetti e poi nel linguaggio comune),
il termine design mi suona ancora all'orecchio
come il sibilo di un fenomeno poco consueto
ma affascinante, come quello di un serpente
elegantissimo: dedsaín!
In realtà, all'inizio, l'espressione design
sottintendeva la precisazione industrial e
identificava quel particolare tipo di creatività
che da noi si chiamava "progettazione artistica
per l'industria" e poi anche "disegno industriale".
Per molti anni, quel particolare tipo di progetto
riguardò l'aggiornamento del nostro corredo
materiale, l'innovazione degli oggetti d'uso e
dei beni di consumo per rispondere alle
esigenze della gente secondo le logiche delle
macchine, l'indole dei materiali (preferibilmente
quelli nuovi) e, comunque, un'esplicita etica
sociale.
Inutile dire che, di quest'ultimo aspetto, perfino
le Scuole si sono presto dimenticate tanto che
ora, del tutto impropriamente, i prodotti che
vengono riferiti al design rivelano sempre più
spesso una capricciosità e una modernità
superficiale e di maniera (una sorta di
modernosità) che confonde pericolosamente
l'atto artistico col ragionamento progettuale.
Non è facile spiegare al grande pubblico e
specialmente ai nostri allievi cosa debba
realmente essere oggi il design e, soprattutto,
quali siano le sue prospettive.
Ci sono interi settori produttivi contagiati dalla
logica delle sole variazioni ornamentali e
grafiche su oggetti anche perfetti (come gli sci,
gli orologi o gli zainetti) che sembrano abdicare
alla necessaria ricerca della purezza formale,
Alla tesi di laurea in Architettura sostenuta a Firenze, Jurji Filieri
ha proposto nuovi scenari giocosi ma non bambineschi
per l'informatica dei fanciulli
design è
capricciosità?
di Alessandro Ubertazzi
7
Parure di orecchini e collana realizzata in titanio tratta dal progetto
di tesi di Sonia Pannocchi al Corso di Laurea in Progettazione della
Moda della Facoltà di Architettura di Firenze
della essenzialità pregnante e
poetica che caratterizzava i
primi oggetti concepiti da
maestri come Gió Ponti o
Marco Zanuso secondo
l'antica logica dell'utile-bello
e della bellezza dell'utile.
La patente di "designer"
oggi non si nega a
nessuno: perfino taluni
parrucchieri si fregiano del
titolo di "hair designers".
Richiamati al senso di
responsabilità che occorrerà
possedere per affrontare un
futuro molto meno fastoso e certo
più difficile di quello che abbiamo
conosciuto, i più giovani dimostrano che c'è
ancora uno spazio grandissimo per la proposta
forte sia che vengano stimolati dalla
competitività di un concorso sia che debbano
dare prova della loro preparazione.
1. Un anello realizzato trattando galvanicamente minuterie metalliche
(coppiglie) con differenti colori secondo un progetto di Clara Circosta
al Corso di Laurea in Progettazione della Moda della Facoltà
di Architettura di Firenze.
2. Gioiello tratto dalla tesi di Elena Orlandi, al Corso di Laurea
in Progettazione della Moda della Facoltà di Architettura di
Firenze, "Gioielli alla maniera di Giuseppe Caporossi".
3. Collana realizzata in oro proposto da Francesca Macchia
Caputo nella sua tesi "Omaggio a Lucio Del Pezzo" al Corso di
Laurea in Progettazione della Moda della Facoltà di Architettura
di Firenze.
4. Collana, i cui vaghi sono realizzati in materiale plastico
termoindurente, proposta da Cecilia Ricci nella tesi "Dall'indole
delle materie plastiche" al Corso di Laurea in Progettazione
della Moda della Facoltà di Architettura di Firenze.
BIOARCHITETTURA
Vista della porzione di testa dell'edificio dove sono visibili i pannelli
fotovoltaici in facciata e sulla grande copertura semitrasparente
un edificio emblematico
della Renania Settentrionale
che integra soluzioni
architettoniche innovative e
rispetto per l'ambiente
U
na tappa significativa del viaggio nella valle
della Rhur che l'INBAR di Lecco ha organizzato lo scorso settembre è stata sicuramente
l'Akademie Mont Cenis di Sodingen ad Herne,
un edificio sperimentale realizzato per il Land
della Renania Vestfalia. Il progetto, a firma
dello studio di Lione Gigon & Guyer, è il vincitore di un concorso internazionale ad invito,
indetto per riqualificare, nell'ambito del progetto
IBA, l'area della vecchia miniera esistente a
Mont Cenis e dismessa nel 1973.
L'opera, di alto valore rappresentativo culturale
e architettonico, ha concretizzato la volontà di
rinnovamento della regione della Rhur rimodellando profondamente l'intera area circostante, adibita a parco naturale e a quartiere residenziale. Il grande edificio dimostra, infatti,
come si possa contribuire a ridurre i consumi
energetici e le emissioni nocive progettando
un'architettura originale ed innovativa, infondendo così nuova fiducia e nuova linfa alla
politica di trasformazione sociale ed ambientale.
Il complesso è sostanzialmente una grande
scatola rettangolare, di 176x72m, in cui,
all'interno di un unico grande giardino d'inverno,
sono inseriti diversi volumi indipendenti, ciascuno dei quali adibito ad una specifica funzione (amministrazione ed aule, un albergo,
abitazioni, un ristorante e centro civico con
biblioteca e sala riunioni). L'idea di creare una
grande hall, caratterizzata da una copertura
in vetro con celle fotovoltaiche integrate, come
fosse un ampio cielo un po' rannuvolato, consente di avere uno sfasamento climatico ottimale riducendo drasticamente i consumi ener-
accademia
Mont Cenis di
Sodingen
testo e foto di Elena Formenti
La facciata principale con la grande tettoia aperta sulla piazza antistante
9
Viste dell'interno. Volumi indipendenti sono collocati nel grande spazio coperto attrezzato con aree pavimentate, a verde e specchi d'acqua
getici. Questo permette di usufruire dello spazio
di interconnessione tra gli edifici veri e propri
come fosse uno spazio aperto dotato però di
clima temperato durante tutto l'arco dell'anno.
Lo spazio, attrezzato con aree verdi, piccoli
specchi d'acqua e terrazze di legno crea
un'atmosfera gradevole e mite.
La struttura portante della grande copertura è
interamente in legno, materia prima completamente rigenerabile, volutamente d'aspetto
massiccio per richiamare le ricche alberature
presenti nel parco naturale in cui l'edificio è
immerso.
Dal punto di vista impiantistico, un sistema di
cogenerazione alimentato a gas metano estratto dalle vecchie miniere presenti nel sottosuolo,
integra, per i consumi nei periodi di bassa
pressione e di scarso soleggiamento, il notevole
impianto fotovoltaico installato che arriva a
produrre una potenza complessiva di 1MW.
I moduli base utilizzati sono il risultato di
un'attenta ricerca sperimentale che ha sviluppato celle monocristalline e policristalline adagiate su uno strato 2 mm di resina colata ad
alta trasparenza in inserite in lastre di vetro
temperate. I moduli fotovoltaici in copertura e
lungo le pareti verticali maggiormente esposte
al sole, sono stati intensificati in corrispondenza
dei volumi dei fabbricati interni per proteggerli
ed ombreggiarli dall'eccessiva radiazione solare. La porzione centrale della copertura in
corrispondenza delle aree comuni, invece, è
molto più trasparente ma dotata di aperture
per la ventilazione che consentono di regolare
il microclima interno attraverso il moto d'aria
che naturalmente, per effetto camino, si crea
per effetto della differenza di temperatura e
pressione. Gli inverter, per trasformare la corrente prodotta da continua ad alternata, sono
anch'essi inseriti armonicamente in corrispondenza dei bordi della copertura.
L'Akademie Mont Cenis, oltre che un interessante esempio di architettura contemporanea,
è dunque un edificio tecnologicamente avanzato dove gli elementi fotovoltaici diventano
parte dell'architettura e non semplicemente
un utile elemento aggiunto.
Vista dell'edificio dal parco
URBANISTICA
nelle foto: Padiglione Ponte di Zaha Hadid, Saragozza Expo 2008
considerazioni
dell'arch. Silvio Delsante
sul fare urbanistica oggi
[secona puntata]
fare
urbanistica
oggi
di Silvio Delsante
A
nzitutto, in via preliminare, appare
opportuno considerare:
1. acquisire, soprattutto per le tematiche di
medie e grandi dimensioni, il fatto che la
complessità che caratterizza il "Caos" oggi
costituisce la normalità legata ai fenomeni del
nostro tempo;
2. assumere gli aspetti positivi di libertà e di
ricerca che tale contesto permette di svolgere;
3. assumere i contenuti che ci riguardano quale
contesto attuale con previsioni sia temporali
assolutamente orientative, che normativamente
flessibili;
4. allargare grandemente la base conoscitiva
degli operatori e dei cittadini sulle problematiche
legate agli obbiettivi nelle tematiche che li
interessano e li riguardano ai fini della
condivisibilità;
5. stabilire sistemi di interrelazione informativa
legata, i più integrati e veloci e diffusi, con
circolazione rapida e massima reperibilità delle
informazioni;
6. dare attuazione alle scelte condivise il più
possibile e ambientalmente compatibili,
7. nel contesto considerato è da sottolineare
come assai numerosi possano essere i soggetti
attuatori degli interverventi fattibili, in sostanza:
tutti quelli in grado di presentare adeguate
garanzie di realizzazione delle scelte fatte.
SI DEVE CAMBIARE DUNQUE
SOSTANZIALMENTE IL CONCETTO DI
PIANIFICAZIONE IN URBANISTICA.
Riuscire a pianificare oggi, vuol dire dunque
cambiare il concetto di pianificazione di ciò
che risulta oggetto di governance, e cioè come
imparare a farlo nel regime di complessità in
cui viviamo.
A. Nel campo "cosidetto urbanistico",
nonostante il regime in essere descritto, si
sono in realtà realizzati buoni esempi di per
se significativi; ma ciò nelle situazioni
strettamente legate ad un forte "genuis loci",
con consolidate qualità culturali della
popolazione, in grado di perpetuare conservare
valori permanenti.
A mio avviso e quindi anzitutto, approfondento
l'acculturazione della popolazione in senso
storico, avendo presenti le condizioni di estrema
complessità con cui gli interventi devono
relazionarsi.
Un aspetto fondamentale è quindi costituito
dal dare la preferenza anzitutto i agli interventi
di più facile condivisione, concretamente
realizzabili in tempo reale e di maggiore
spessore culturale.
Essi costituiscono eccezioni da non perdere,
all'interno dello svolgersi del generale processo
di crescita nella complessità come indicato.
B. Nel quadro generale urbanistico, tentare in
ogni modo, applicando le nuove medodologie
di calcolo e prevedibilità, discendenti dalla
metodologia del Caos.
Non resta quindi che mettere in discussione
il progetto urbanistico, e mettere in discussione,
con metodi interdisciplinari, concetti quali
società, politica, economia, committenza,
pubblica e privata, mercato, ecc.
La presenza di nuovi attori e fattori, hanno
comportato una serie di cambiamenti, che
hanno generato di conseguenza una diversa
organizzazione dei processi politici e
decisionali, e qundi una modifica delle culture
urbane.
Non a caso il tema del cambiamento è al centro
degli interventi di urbanisti e amministratori
anche dell'ultimo Rapporto nel Territorio 2007
dell'INU - Metropoli indistinte - Il territorio nella
morsa del mercato - Giufrè Maurizio 2008.
Riguardo alle nuove città Federico Oliva, scrive
come la città italiana si è profondamente
modificata, a causa, soprattutto, del processo
di metropolizzazione in atto; la tradizionale
dimensione amministrativa non corrisponde
più a quella geografica e la maggior parte della
popolazione vive ormai in una “nuova città”
sempre più estesa.
È dal confronto urgente con la dimensione
territoriale delle infrastrutture, vale a dire la
mobilità collettiva e dei nuovi insediamenti
residenziali e terziari di riqualificazione. In tal
modo si potrà invertire anche l'egemonia della
città neoliberista prodotta dalle scelte
generalmente operate dagli interessi economici.
Boatti (Italia - Sistemi urbani- Electa) riconosce
come “La struttura insediativa ormai a tutti gli
effetti risulta divenuta completamente caotica.
E come tale deve essere definita nella sua
complessità”.
Boatti non crede alla insondabilità del nostro
caos urbanistico, e procede con un metodo
antico, analizzando e aggregando i dati statistici
dei flussi materiali- merci e persone per poi
farli interagire sulla scala territoriale.
Risulta così che i vasti spazi del nostro territorio
“non sono per nulla qualcosa di incomprensibile
e infinito e sono integrabili con gli aspetti
morfologici del territorio ed il suo paesaggio”.
Nel resto di Europa lo sprawl urbano è stato
governato con strategie innovative In molte
regioni; un solo piano di area vasta governa
la gestione di intere comunità.
Per la provincia di Milano, per c.a. 2.000 km.,
sono adottati 189 piani comunali; mentre la
pianificazione dell'interland francofortese, che
si estende su un area di c.a. 25.000 km., è
assegnata ad un unico strumento di
pianificazione unitaria (Planungsverband).
È questa la ragione per cui anche da noi
occorre partire dall'individuazione dai confini
disordinati della città, che sembra non
rispondere ad alcun principio o ordinatore,
approntando di conseguenza strumenti
urbanistici innovativi.
Evitare un simile compito ridimensiona
banalmente il problema della città alla
progettazione di piccoli o grandi insediamenti,
quelli preferiti dalla rendita immobiliare che
vive dell'attuale “depotenziamento della
pianificazione”.
Boatti, come detto, non crede nella insondabilità
del nosro caos urbanistico.
Da modificare “le indistinte forme di
governance” all'italiana, che separano le
decisioni dall'organizzazione del consenso,
consolidando così sostanzialmente gli interessi
dei grandi gruppi politico-finanziari e delle lobbi
più potenti della città (di definizione
neoliberista). Ricercando invece i contenuti
della nuova città, riconoscibili nella matrice
caotica, da definire invece nella sua
complessità.
L’
ITINERARIO
Parco scientifico
un esempio di come è possibile
reinventare un territorio
la Ruhr
di Pamela Dell'Oro
a cura di Elisabetta Gheza
Istituto Nazionale di Bioarchitettura, con il
contributo della sezione di Lecco, ha organizzato un viaggio-studio con destinazione la
regione tedesca dell'Emscher nella Rurh.
L'itinerario ha toccato i distretti di Bochum,
Essen, Gelsenkirchen, Herne, Duisburg, Bottrop, Oberhausen, fornendo quindi una panoramica abbastanza completa della regione.
Preziosa guida in questo viaggio è stato Thomas Grohe, col quale si sono visitati 24 dei
progetti compresi in un programma di 120
interventi dell'IBA sull'area ad est del Reno,
intorno al fiume Emscher, realizzati nell'arco
di un decennio, programma che interessava
17 comunità locali, oltre a industrie, associazioni e gruppi di abitanti.
Caratteristiche del paesaggio sono le Halde,
colline derivate dalle scorie degli impianti produttivi ora dismessi, su cui sorgono le landmarks e le strutture estrattive e siderurgiche
dismesse (acciaierie, cockerie), che hanno
segnato il paesaggio.
Tra il 1960 e il 1980 si avvia un processo di
crisi che porta alla chiusura di parte degli
impianti esistenti: si pone così il problema di
"reinventare" l'identità della zona tramite il
recupero di un territorio contaminato e l'individuazione di una via per lo sviluppo futuro.
La popolazione che si vergognava di essere
abitante di queste terre doveva trovare motivo
di orgoglio o affezione per questi luoghi: “...solo
se siamo "affezionati e legati" a luoghi ed
oggetti li conserveremo e ne prolungheremo
la vita, attuando un ciclo virtuoso e sostenibile...” (Ugo Sasso).
Negli anni '90, a fronte dello sviluppo di una
forte coscienza ecologica, si avviano cambiamenti che consistono nella promozione di
processi integrati di riqualificazione, coinvolgendo attori pubblici e privati e riportando a
livelli accettabili la qualità ambientale.
Nasce l'IBA (Internationale Bauaustellung Mostra Internazionale di Costruzioni e Architettura) Emscher Park, attiva dal 1989 al 1999:
un'agenzia, senza alcun potere giuridico-legale,
di consulenza, selezione e coordinamento, il
cui compito non solo è quello di fornire supporto
ai processi di trasformazione, ma anche di
essere una piattaforma d'incontro al fine di
promuovere il dialogo fra gruppi sociali e soggetti del settore industriale.
Il piano messo a punto dall'IBA si struttura su
alcuni "corridoi verdi regionali" uniti dalla struttura del Parco Paesaggistico dell'Emscher.
Cokeria Zollverein, Essen
Gasometro, Oberhausen
Oggi più di un terzo del bacino del fiume Emscher è compreso in questo parco, che si
sviluppa da Duisburg a Bergkamen per una
lunghezza di 75 km su una superficie di 320
chilometri quadrati che comprende 17 comuni.
Rinaturalizzazione del bacino del fiume Emscher
Da un sistema centralizzato di depurazione
delle acque si è passati ad una serie di microdepuratori; sono stati demoliti gli argini di
cemento e si è creato un sistema articolato di
specchi d'acqua, zone umide e corsi d'acqua
superficiali.
Monumenti industriali Sono stati elaborati progetti
per il recupero di altiforni, sale macchine,
depositi e di infrastrutture. La loro monumentalità è stata sfruttata dai progetti che li ha
adattati ad ospitare un'ampia gamma di eventi
culturali ed artistici e nuove attività.
Parchi commerciali e scientifici L'IBA ha convogliato
all'interno del suo programma progetti riguardanti la costruzione ex-novo o la realizzazione
tramite recuperi e restauri, di alcuni "Parchi
Commerciali" e "Parchi Tecnologici". Queste
recenti realizzazioni esprimono uno degli obiettivi più ambiziosi dell'IBA: trasformare l'immaginario della popolazione locale e dei futuri
imprenditori attraverso il rinnovo degli ambienti
di vita e di lavoro, al fine di generare una
spontanea riattivazione delle attività produttive.
Nuove abitazioni Il progetto relativo all'edilizia
residenziale riguarda sia azioni di rinnovo e
recupero, sia la realizzazione ex-novo. Tra i
progetti del primo tipo sono da considerare i
lavori di restauro e riqualificazione degli antichi
quartieri dei minatori dell'inizio del XX secolo
Parco paesaggistico, Doinsburg nord
Tetraeder
Parco paesaggistico,
Doinsburg nord
che hanno trasformato le capacità funzionali
di questi edifici per soddisfare le nuove esigenze. Le realizzazioni di nuovi insediamenti comprendono invece casi di costruzione di cittàgiardino con la massima integrazione percettiva
e funzionale tra edifici, verde e paesaggio
circostante.
Nuove proposte per la nuova società Il recupero dei
grandi complessi industriali ha prodotto una
serie di locali adatti ad ospitare ogni genere
d'attività culturali e sociali. Ma è soprattutto il
paesaggio a segnare la svolta apportata: una
rete di percorsi ciclo-pedonali, strade e passeggiate collegano tra loro i numerosi parchi
realizzati, annettendoli alle aree naturalistiche
che scandiscono le rive dell'Emscher.
L'idea della Ruhr, dopo questa esperienza, è
mutata profondamente sia nell'immaginario
che nelle aspettative della popolazione. E' stato
pienamente raggiunto l'obiettivo di reinventare
l'identità della regione, salvando però la memoria di ciò che è stata. E' maturata, infine,
una profonda consapevolezza della necessità
della pianificazione intercomunale. Una volta
chiusa l'esperienza dell'IBA, il governo del
Land si è posto il problema di come continuare
ad accrescere l'importanza della regione e
consolidarne identità. Il punto di partenza è
costituito dalla consapevolezza della necessità
di coordinamento che l'IBA ha lasciato:
l'obiettivo è che i comuni lavorino insieme a
progetti rilevanti dal punto di vista culturale,
turistico, economico e urbanistico per arrivare
a una concezione comune e partecipata di
progetti e strategie per la promozione.
O
DESIGN
[Rendering di Fabio Federici]
il progetto esordiente
vincitore del concorso
M.Y.D.A. - Millennium Yacht
Design Award 2009
origami
a cura della redazione
rigami è uno Yacht polivalente lungo 57
piedi, che consente di vivere il mare
abbinando ad elevate prestazioni meccaniche
e aerodinamiche un'abitabilità ottimale per
un'imbarcazione di queste dimensioni.
Il suo concetto nasce dalla constatazione che
le necessità di protezione, sicurezza,
navigabilità durante il moto si scontrano con
le esigenze di vivere il mare nella sua interezza
nelle soste in rada, che costituiscono la gran
parte della giornata in condizioni favorevoli.
Basandosi sulle tecnologie e sui bisogni
contemporanei e del prossimo futuro i
progettisti di Prototipi Design Massimo
Facchinetti, Victor Ghia e Tiziana Lorenzelli
hanno colto l'occasione del prestigioso
concorso per lanciare una sfida e porsi come
apripista verso la concezione di una nuova
tipologia di imbarcazioni metamorfiche.
Racconta Facchinetti. "Non è stato facile; dopo
qualche mese ci siamo resi conto che non
riuscivamo a discostarci molto dalla forma
ormai consolidata del "ferro da stiro". A quel
punto ci siamo guardati negli occhi e abbiamo
deciso di ripartire da zero, seguendo il metodo
che cerchiamo di inculcare ai nostri studenti:
attraverso un'approfondita analisi dei bisogni
si deve trovare una risposta in alternativa a
ciò che c'è già, perseguendo l'innovazione.
Successivamente, grazie anche alle ricerche
che stiamo sviluppando insieme in altri campi,
abbiamo avuto l'intuizione del cambio di
configurazione e da lì è nato Origami."
I progettisti hanno quindi elaborato una struttura
mobile e polivalente, creata giocando con le
sagome e con i lembi che come un origami,
si muovono e cambiano forma al natante che
dai sessanta metri quadri da chiuso raggiunge
i cento metri quadri da aperto.
Chiuso lo yacht assume l'aspetto di un siluro
che lo rende veloce e aerodinamico, dotato di
una visibilità eccezionale con vetri a controllo
solare e con gel fotovoltaico trasparente amorfo
in zona visiva e coperti di celle fotovoltaiche
su tutta la scocca superiore, per l'acquisizione
di una utile autonomia energetica, anche
quando si solleva il tetto per utilizzare le
amache.
Il sistema di propulsione è ibrido con due
motori diesel e un motore elettrico, e consente
di navigare alcune ore con emissioni zero, per
godersi senza rumori l'atmosfera della rada,
quando si programma la configurazione aperta
che consente di godere pienamente la natura
marina.
In questo caso le due ali scendono elettronicamente e diventano un prolungamento della
superficie di pavimento, una suggestiva
terrazza a picco sul mare, ricca di dettagli che
rendono più confortevole l'abitare, come i due
materassi integrati circolari tondi con
poggiatesta, che ruotano per seguire il
movimento del sole. La zona soggiorno con
vasca e doccia nebulizzante si apre
direttamente sul mare, può rimanere
completamente aperta o chiusa in parte con
aperture vetrate inserite nelle ali.
Conclude Ghia: "La Prototipi Design da anni
si occupa di progettazione dal concept al
prototipo funzionante in molti campi, ma fino
ad oggi non avevamo mai avuto a che fare
con la nautica, se non come utenti, il concorso
è stato l'occasione per iniziare un percorso
nuovo e speriamo di poter procedere presto
con l'ingegnerizzazione, intanto ci stiamo
occupando dei brevetti".
I progettisti alla premiazione
RESTAURO
Cappella
Palatina
tesoro ritrovato
di Benedetta Terenzi*
L
a Cappella Palatina di Palermo, situata
al primo piano del Palazzo dei Normanni
(l'imponente palazzo di origine araba), è stata
riaperta al pubblico l'11 luglio scorso dopo ben
ottocento giorni di restauro.
Il capolavoro dell'arte siciliana era stato
costruito per volontà di Ruggero II nel 1132,
in forma basilicale: il pavimento è costituito da
un mosaico di pietre dure e le pareti sono
rivestite di marmo con riquadri a mosaico.
L'altare centrale risale al 1700; sulle pareti
della navata centrale un ciclo di stupefacenti
mosaici a fondo oro raffigura episodi tratti
dall'antico Testamento, mentre nelle navate
laterali narrano episodi della vita di San Pietro
e di San Paolo tratti dagli Atti degli Apostoli.
In origine questo spazio sacro era la piccola
Cappella di Palazzo, destinata a poche
persone; tuttavia, nel corso dei secoli,
l'evoluzione dell'intero complesso monumentale
vi ha fatto confluire migliaia di visitatori
affaticando le finiture e provocando anche
espliciti problemi alla pavimentazione cui si
sono sommati i danni del forte sisma che ha
colpito la città nel settembre del 2002.
Alla conclusione dei lavori del magnifico
restauro, la cappella è stata presentata lunedì
7 luglio nel corso di una solenne conferenzastampa tenuta nella Sala Gialla del Palazzo
dei Normanni con la partecipazione di
moltissime autorità (tra le quali il Presidente
del Senato, Renato Schifani) oltre naturalmente
al mecenate tedesco Reinhold Würth che ha
finanziato l'opera di restauro attraverso la
fondazione da lui creata.
E' interessante ricordare che la generosa e
cólta operazione è stata condotta in un regime
di grande afflato culturale evocando fra l'altro
l'importanza di Federico II di Svezia, la regione
3
della Germania dove si trova la sede centrale
del gruppo Würth.
Durante il suo intervento, Francesco Cascio
(Presidente dell'ARS-Assemblea Regionale
Siciliana) ha sottolineato: «finalmente oggi
possiamo restituire ai siciliani e a tutto il mondo
uno dei nostri più splendidi gioielli. Ma questo
straordinario risultato si deve alla sinergia e
all'armonica collaborazione che Ars, Würth e
Regione, hanno saputo sviluppare e dimostra
come l'amministrazione pubblica e
l'imprenditoria privata siano capaci di trovare
il necessario collante per lavorare in sintonia.
Si tratta di un'opera che trae il suo splendore
dall'originalità della sua struttura e dalla
straordinaria ricchezza musiva e decorativa di
derivazione bizantina e islamica».
Il protocollo d'intesa tra la Regione Siciliana e
il professor Würth (appassionato d'arte e
innamorato della Sicilia e delle sue bellezze
architettoniche) era stato firmato il 16 giugno
del 2003 per finanziare il progetto redatto dalla
Soprintendenza ai Beni Culturali e Ambientali
di Palermo con la somma di quasi duemilioni
e mezzo di Euro. Di fatto, l'accordo tra la
Regione Siciliana e la Fondazione Würth
rappresenta una fra le più grandi opere di
mecenatismo culturale degli ultimi anni e
costituisce un modello per gestire in forma
rinnovata il patrimonio culturale passando
attraverso il connubio pubblico-privato.
Come ha dichiarato l'Assessore ai Beni culturali
della Regione Siciliana (Antonello Antinoro)
«Il progetto..., affascinante e allo stesso tempo
ambizioso, ha visto impegnate due realtà
istituzionalmente diverse ma identiche per
obiettivi e serietà. La collaborazione che si è
instaurata tra la Regione e Würth dimostra...
come un ente pubblico e l'imprenditoria privata
possano lavorare in grande sintonia».
Da qualche giorno il pubblico del mondo può
visitare un capolavoro di architettura e arte di
straordinaria bellezza e sapore: i pavimenti
policromi in pregiati marmi (provenienti
certamente dallo spoglio di antichi monumenti
romani) formano fitte tessiture cosmatesche;
le pareti mostrano lesene musive con intriganti
arabeschi concepiti da abilissime maestranze
cristiane, arabe ed ebraiche; il soffitto, in parte
musivo, presenta sorprendenti cassettoni " a
stalattite" in legno dipinto e dorato di esplicito
sapore islamico.
[*Benedetta Terenzi, architetto professionista, docente a contratto presso il Corso di Laurea di Progettazione
della Moda della Facoltà di Architettura dell'Università di Firenze]
C
CONFERENZE
nelle foto da sinistra a destra:
Museo d’Arte Contemporanea del XXI secolo a Kanazawa (J), 2005;
Scuola di Management & Design Zollveneir a Essen (D), 2006;
Edificio Dior a Tokio (J), 2004
SANAA a
Mendrisio
di Guido De Novellis
ome consuetudine l'Accademia di
Architettura di Mendrisio ha aperto l'anno
accademico con una serie di conferenze ed
esposizioni di grande interesse.
Ha inaugurato il ciclo il gruppo SANAA, formato
dagli architetti giapponesi Kazuyo Sejima e
Ryue Nishizawa. Sconosciuti ai più, sono tra
i più all'avanguardia ed influenti architetti nel
panorama mondiale. Sono emersi alla ribalta
internazionale con il Dior Bulding di Tokio
(2003), il museo d'arte contemporanea del XXI
secolo di Kanazawa (2004) e raggiunto fama
mondiale con il New Museum di New York.
Durante la conferenza è stato presentato il
progetto, in fase di costruzione,
dell'ampliamento del politecnico di Losanna.
Progetto che ha suscitato l'interesse della
platea e che sicuramente farà parlare di sé
una volta realizzato sia per le bellezza
dell'edificio che per la modernità della struttura.
La loro architettura definita "rarefatta" è
contraddistinta dalla leggerezza dei materiali,
da una ricercata trasparenza delle membrane
e dalla sovrapposizione orizzontale e verticale
degli strati (M. Kung).
La loro riduzione purista dell'architettura non
è una mera semplificazione dell'organico
architettonico ma una scelta stilistica che cela
una notevole complessità strutturale.
Dopo Anversa, Bordeaux e Innsburck,
l'esposizione approda a Mendrisio sotto una
nuova veste: la specificità dell'opera di SANAA
si ritrova nelle foto del famoso architetto
19
bolzanino Walter Niedermayr. Le vedute
d'insieme composte da scatti sequenziali
mostrano l'oggetto architettonico da più punti
di vista nello stesso momento, evidenziando
il fatto che l'architettura può essere percepita
soltanto attraverso il movimento, camminando
intorno o attraverso una costruzione.
Il ciclo di conferenze proseguirà il Werner Oechslin,
strorico dell'architettura.
Per maggiori informazioni: www.arch.unisi.ch
L’
TECNOLOGIE
Chiesetta in località Ceregallo del Comune di Sirtori
scansione laser3D
e sistema LS3D
un patrimonio
ricopiato
di Vincenzo Spreafico
intervento di ristrutturazione di una piccola
ma preziosa chiesa di campagna con un
serio problema di restauro - situata all'interno
di un'antica corte in una frazione del Comune
di Sirtori, denominata Ceregallo - ha dato
l'opportunità di sperimentare un originale
progetto di recupero architettonico, basato su
un nuovo sistema di scansione laser3D.
Durante i lavori di messa in sicurezza delle
strutture portanti, si è verificato un crollo
parziale della volta a crociera.
Data la complessità e la precarietà della
struttura, risultava impensabile ricorrere a
soluzioni di ripristino con metodi tradizionali
e, ancor meno, tentare di rifare la volta dall'alto,
perché avrebbe comportato un rischio altissimo.
In quest'ultimo caso le forze di sostegno,
scaricate solo in alcuni punti della volta,
avrebbero provocato cedimenti in altri, con
conseguente crollo totale.
Pertanto si è ritenuto opportuno creare un
calco ad hoc capace di aderire alla superficie
della volta con precisione millimetrica,
garantendo una forza omogenea tale da
sostenere perfettamente tutta la struttura.
Si è intervenuto con due sistemi di scansione
interfacciati ad alta risoluzione (fino a un decimo
di millimetro): il primo è stato effettuato tramite scansione laser3D, adatto per le aree
di rilevamento molto grandi; il secondo con
sistema LS3D, più piccolo, adatto ad aree
di scansione molto piccole non superiori a
1,5 mq, acquisendo tutti quei particolari della
volta dai quali sono caduti i mattoni o da dove
si sono evidenziate crepe di diverse dimensioni.
Per ricostruire la volta dell'antica chiesetta si
21
è intervenuti con due sistemi di scansione
laser 3D.
L'accurato rilievo ha permesso di catturare la
complessa geometria della volta, realizzando
così un calco di supporto in polistirolo.
L’estrema precisione del modello ottenuto ha
reso possibile “mimare” con estrema precisione
la volta da ricostruire.
Il calco a forma di cupola o di "mezzo limone"
sosterrà dal basso tutta l'operazione di
recupero.
In questo modo si potrà intervenire dall'alto
con estrema sicurezza, rifacendo la volta dal
sottotetto rimettendo al loro posto i mattoni
crollati (cotti uno per uno nel forno, in epoca
medievale) e ripristinando l'intonaco seguendo
le indicazioni dettate dalla Soprintendenza,
cioè riutilizzando tutte le strutture e i materiali
del passato. Successivamente entreranno in
scena i pittori e i restauratori.
Il rilevamento laser, frutto di una collaborazione
tra il Cnr di Milano e Spin Off del Politecnico,
assicurando un'accuratezza spaziale di un
decimo di millimetro e permettendo di
distinguere e rilevare velocemente tutte quelle
strutture complesse ed i relativi particolari
costruttivi e di decoro, si è dimostrato uno
strumento utile ed efficace anche per una
disciplina complessa come il restauro
architettonico.
L’
TECNOLOGIE
“Casa in Kit”, architetto Rocio Romero
in Italia solo da pochi anni
si comincia a parlare
di case ecologiche
ad alto rendimento energetico
case
prefabbricate
in legno
di Vincenzo Spreafico
aumento dei costi per le bollette,
la sensibilità verso i temi ambientali, la
ricerca del comfort abitativo, hanno avvicinato
molte persone a queste costruzioni che offrono
il massimo della qualità ecologica ed energetica
con un prezzo di realizzazione nettamente
inferiore rispetto alla costruzione tradizionale.
Se sino ad ieri queste costruzioni apparivano
soluzioni di ripiego o peggio ancora costruzioni
anonime o chalet "voglio ma non posso", oggi
sono diventate chiaramente terreno di sperimentazione e design, esteticamente evolute,
soggette alle più avanzate ricerche ingegneristiche ed architettoniche ma soprattutto assemblabili in pochi giorni.
Da un’analisi effettuata tra le maggiori aziende
produttrici il costo di listino chiavi in mano a
mq varia da 1.200 a 1.600 ¤. Questo intervallo
di costo dipende dalle caratteristiche di finitura
e soprattutto dalle scelte tecniche in riferimento
ai sistemi impiantistici.
Ovviamente la tipologia offerta a catalogo riesce a contenere notevolmente il prezzo grazie
ad un'accurata ottimizzazione delle soluzioni
tecniche e distributive, mentre la tipologia a
progetto, che spesso riprende per forme e
caratteristiche le costruzioni tradizionali, dovendo supportare il costo per l'adattamento
delle strutture, prevede un incremento dei costi
variabile da 15 a 20% dal prezzo di listino.
Negli Stati Uniti, proprio l'ottimizzazione dei
costi, ha portato sul mercato la casa in KIT
(www.fabprefab.com è il database più completo
sui sistemi di prefabbricazione); possiamo
notare lo stesso fenomeno anche in Scandinavia e ultimamente anche in Gran Bretagna
dove i villaggi Boklok firmati Ikea
(www.boklok.com), riportando su scala omnicomprensiva la formula del design democratico,
stanno avendo un enorme successo.
Un esempio unico per design, eleganza,
comfort sono le case in Kit ideate dall'architetto
cileno Rocio Romero, con consegna in tre
settimane dalla stipula del contratto d'acquisto
con istruzioni e supporto tecnico su DVD.
In questa pagina:
“Casa in Kit”, architetto Rocio Romero
In generale le case prefabbricate hanno notevoli
virtù costruttive esaltate soprattutto dalle performanti caratteristiche di isolamento termico
e di alto rendimento energetico, traspirabilità,
sostenibilità, durata, comfort, velocità realizzativa e costi certi a cui va incontro il cliente,
rispondendo perfettamente alle norme in vigore
in materia antisismica e antincendio.
Oltre al superamento di modelli-cliché come
lo chalet o la villetta suburbana a favore di
volumi dal look decisamente moderno, con
linee eleganti e ampie pareti vetrate, effetto
white cube, ad attivare l'interesse di progettisti
e committenti rimane sempre l'abbattimento
dei costi di edificazione.
La prefabbricazione garantisce un controllo in
ogni sua fase costruttiva, dallo stabilimento al
montaggio in cantiere, una perfetta tenuta dei
serramenti con assemblaggi millimetrici, l'assenza di ponti termici e di difetti realizzativi ed
infine un'elevata qualità biologica dei materiali.
Questa tipologia costruttiva utilizzando materiali
sani ed ecologici, dalle coibentazioni alle finiture, dai massetti alle vernici, riduce completamente l'utilizzo di prodotti derivati dalla sintesi
petrolchimica limitandolo alle sole parti esterne
dell'edificio. L'assenza di esalazioni tossiche,
responsabili di molte patologie degli ambienti
chiusi, garantirà il giusto comfort e benessere
ai propri occupanti.
Ma quali possono essere i punti oscuri e
gli inconvenienti della casa prefabbricata?
Sicuramente le limitazioni d'impiego rispetto
ad una costruzione tradizionale in latero cemento risultano obiettivamente superiori secondo parametri di giudizio oggettivi e dimostrabili. La prefabbricazione si presta esclusivamente ad interventi di nuova costruzione,
escludendo a priori eventuali applicazioni parziali, restauri e ristrutturazioni. Molto indicata
per gli interventi di sopraelevazione di edifici
o di recupero dei sottotetti con il vantaggio che
la leggerezza del legno diminuisce notevolmente il carico che va a gravare sulle fondazioni
rispetto al laterizio. Le case prefabbricate
risultano convenienti dal punto di vista economico solo al di sopra di alcune superfici minime
23
che variano dai 70/80 mq; al di sotto di questa
soglia l'incidenza dei costi fissi risulta eccessiva,
tanto da scoraggiarne l'utilizzo.
Una casa prefabbricata in legno va progettata
con attenzione in ogni dettaglio, dalla distribuzione degli spazi interni, dove le pareti quasi
sempre hanno una funzione portante, alla
disposizione e scelta degli impianti escludendo
eventuali ripensamenti progettuali in fase di
montaggio. Una progettazione puntuale e dettagliata non può essere considerata una lacuna
delle case prefabbricate, ma è pur sempre un
aspetto da non sottovalutare, che non consente
troppe indecisioni.
Una vera e propria limitazione è riferita al
numero dei piani, che non devono superare i
due/tre, escludendo quindi a priori, l'impiego
di questa tecnologia nelle tipologie plurifamiliari
di tipo condominiale e multipiano.
In conclusione, pur costatando che le case
prefabbricate presentano alcune limitazioni di
impiego in determinati contesti realizzativi
(ristrutturazioni e fabbricati multipiano) si evidenzia come le stesse siano in grado di soddisfare le esigenze architettoniche progettuali
e di vivibilità dei futuri fruitori con una notevole
riduzione dei costi. Inoltre, essendo costruzioni
altamente isolate, con una notevole limitazione
delle dispersioni termiche e quindi del massiccio utilizzo di energia per il riscaldamento e il
raffrescamento, garantiscono un'ottima
riduzione nell'emissioni
di sostanze nocive
nell'ambiente.
CARTOGRAFIA
Visualizzazione su Google Earth di un tematismo 3D,
elaborato con software GIS
il ruolo dei GIS nella conoscenza
e nella pianificazione
del territorio
geographic
information
system
di Giorgio Limonta
C
onoscere il territorio, scoprirlo, analizzarlo
non è un'esigenza o una competenza esclusivamente tecnica ma è una necessità collettiva.
Da quando esiste la cartografia, l'uso e l'accesso ai materiali cartografici sono sempre stati
considerati prerogativa esclusiva di amministratori pubblici e tecnici incaricati. Di conseguenza
gli strumenti informatici per la gestione e la
trattazione di dati geografici e prodotti cartografici (i sistemi GIS, Geographic Information
System), sorti negli ultimi decenni, proponevano
lo stesso linguaggio tecnico
ed esclusivo.
Da qualche anno però è in atto una vera e
propria rivoluzione nell'accesso, nella distribuzione e nel linguaggio geografico e cartografico.
La nascita di portali internet come Google Earth
e Maps Live, - tanto per citare i più conosciuti
- ha innescato una vera e propria rivoluzione
nel modo di guardare e conoscere il mondo:
lo sguardo dell'alto. È stato introdotto un nuovo
linguaggio che ha permesso di cambiare il
modo di guardare il territorio, non tanto per chi
come architetti, urbanisti e tecnici del territorio
ha già questa capacità nel proprio Dna tecnico,
ma per le persone comuni, che hanno imparato
ad utilizzare lo sguardo zenitale per conoscere
la forma e l'orditura dello spazio che abitano
e attraversano. Ormai il linguaggio è così diffuso
che la gente utilizza comunemente lo spazio
geografico messo a disposizione gratuitamente
da questi portali, per localizzare fotografie, "riesplorare" i paesaggi delle proprie vacanze,
effettuare misurazioni, programmare itinerari,
gite e percorsi di allenamento, ovvero pianificare
sulla base di variabili e condizioni territoriali.
Poco importa se poi alla base ci sono immagini
satellitari a scarsa valenza cartografica, la vera
novità è che è diventato usuale l'uso delle
coordinate geografiche per localizzare ristoranti,
punti notevoli di città e località turistiche, etc...
(per questo va riconosciuto un enorme contributo anche alla diffusione dei navigatori satellitari).
Non è un caso infatti se da qualche anno
comuni, province e soprattutto regioni (chi
prima, chi poi, chi ancora no) abbiano iniziato
a diffondere liberamente i materiali cartografici
in loro possesso. Infatti attraverso geo-portali
on line ad accesso libero, è possibile per chiunque visualizzare e scaricare gratuitamente
(purtroppo non in tutte le regioni italiane) cartografia digitale georeferenziata, ovvero basi
conoscitive tecniche utili per studiare e pianifi-
Visualizzazione su Google Earth delle previsioni
del Documento di Piano
WebGIS della Città di Boston per la valutazione del grado
di irraggiamento delle abitazioni
(http://gis.cityofboston.gov/solarboston)
care il territorio. Una grande novità e un notevole
vantaggio per tecnici, studenti ed appassionati.
L'importanza e la validità di questo servizio
sono proporzionati però al grado di aggiornamento dei materiali cartografici a disposizione;
mantenere i dati aggiornati e fondamentale
affinché questi prodotti possano essere sempre
un valido aiuto per la conoscenza territoriale a
tutte le scale e a tutte le finalità.
Si sta comprendendo quanto sia fondamentale
la conoscenza aggiornata dello stato del territorio, sia da un punto di vista morfologico che
urbanistico, per compiere scelte strategiche
efficaci e coerenti; nella speranza che sia chiaro
a livello politico, che la conoscenza, come
elemento fondamentale di qualsiasi processo
democratico, debba essere estesa anche alla
pianificazione del territorio, sfruttando al meglio
le risorse e le potenzialità che la tecnologia
oggi può offrirci.
In Lombardia l'attivazione ma soprattutto il
mantenimento di un servizio di coordinamento
e integrazione delle informazioni territoriali è
diventato, da qualche anno, una priorità.
L'attivazione e la gestione del SIT regionale
(Sistema Informativo Territoriale) è stato addirittura introdotto nella legge urbanistica lombarda (L.R.12/2005) all'articolo 3, dove si riconosce
a questo strumento informativo un'importanza
sostanziale alla redazione del quadro conoscitivo e alla valutazione dei Piani urbanistici
provinciali e comunali. L'obiettivo di fondo è
quello di "educare" i comuni ad utilizzare, nella
redazione dei propri strumenti urbanistici, modalità e strumenti adeguati, ad esempio tralasciando i sistemi CAD, impropriamente utilizzati
per pianificare, a favore di programmi informatici
più complessi come i GIS, molto più adatti ad
effettuare serie ed elaborate riflessioni di carattere territoriale ed urbanistico.
Nella redazione dei nuovi Piani di Governo del
Territorio si nota però come questo passaggio
sia enormemente difficile da compiere, soprattutto per la riluttanza di molti tecnici a mutare
le proprie abitudini lavorative, pur di fronte a
una sempre maggior complessità tecnica e
disciplinare necessarie alla redazione dei PGT
(VAS, paesaggio, commercio, etc...) e alla
sempre maggior diffusione di programmi GIS
Open Source.
Eppure innumerevoli sono i vantaggi che l'uso
dei GIS permette di ottenere nella redazione
di un PGT. Uno dei tanti sta proprio nel fatto di
lavorare in un sistema geografico di riferimento,
ovvero in una porzione di spazio globalmente
riconosciuta. Questo permette di sovrapporre
ed analizzare dati provenienti da diverse fonti,
come enti pubblici o tecnici specializzati (geologi, viabilisti, ecologi, agronomi, etc....), conoscendo esattamente la posizione e l'estensione
di infrastrutture di interesse sovralocale, delle
aree a rischio idrogeologico e sismico, degli
ambiti e dei beni vincolati, delle fasce di rispetto,
dei bacini di esondazione, etc... Permettendo
di conseguenza un'imme-diata trasmissione
dei dati prodotti e la loro diffusione, ad esempio
sfruttando proprio le enormi potenzialità forniteci
da strumenti a libero accesso come Google
Earth e Maps Live.
Proiettare piani e progetti sia architettonici che
urbanistici sull'immenso database di immagini
satellitari a disposizione degli utenti, apre enormi
26
prospettive alle fasi di pubblicazione e partecipazione collettiva all'iter di formazione del piano.
Ed esempio dando maggiore autonomia ai
cittadini nel valutare e conoscere alcune scelte
pubbliche intraprese, anche nell'ottica di contrastare fenomeni di distorsione delle informazioni potenzialmente attivabili da forze politiche
avverse.
La fase di pubblicità dei prodotti informativi
territoriali realizzati utilizzando tecnologia GIS
è diventato, negli ultimi tempi, il concetto chiave
attorno al quale le aziende hanno concentrato
l'attenzione per lo sviluppo dei propri software.
A conferma di questo, recentemente, durante
la presentazione della nuova release di un
notissimo software GIS, si è sottolineato come
le novità introdotte siano prevalentemente
incentrate proprio sul miglioramento della diffusione on line dei dati territoriali prodotti. Come
esempio è stato presentato l'interessantissimo
caso, implementato dalla città di Boston, di un
web-GIS a servizio della popolazione, predisposto per verificare l'effettivo irraggiamento
delle abitazioni, al fine di aiutare i cittadini ad
accertare l'effettiva convenienza nell'istallare
pannelli fotovoltaici sul proprio edificio.
Questo strumento, attraverso una grafica molto
accurata e un'interfaccia semplificata, mette a
disposizione dei cittadini non solo un valido
strumento conoscitivo realizzato nell'ottica di
sensibilizzare sul tema del risparmio energetico
e sull'uso responsabile delle risorse globali,
ma un vero proprio strumento analitico a supporto delle decisioni.
Va sottolineato come questi portali siano stru-
Schermata iniziale del SIT dell Regione Lombardia
(http://cartografia.regione.lombardia.it)
menti facilmente integrabili nel tempo, così da
poter essere predisposti, una volta avviati,
anche per altre finalità.
L'uso dei GIS per la gestione e l'analisi dei dati
territoriali a supporto della pianificazione, ha
declinazioni vastissime e molto interessanti,
sperando che il loro impiego tra enti pubblici
e professionisti possa diventare sempre più
diffuso.
Schermata iniziale del SIT dell Regione Lombardia
(http://cartografia.regione.lombardia.it)
Portale del SIT-Lombardia per il download dei materiali
cartografici vettoriali con evidenziate le tipologie di formato
scaricabili. (http://cartografia.regione.lombardia.it)
normative
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di Diego Toluzzo
“SEMPLIFICAZIONE”
Oggi, 28/01/2009 è arrivata la comunicazione di
aver stralciato, dal D.L. 200 del 22/12/2008,
l'abrogazione del punto 22003 riferito alla L. n° 897
del 25/04/1938 (obbligo di iscrivere agli ordini
professionali) e del punto 25829 relativo al D.L. n°
382 del 23/11/1944 (consigli degli ordini professionali).
Ovvero, per chi facesse fatica a capire la "burocrazia", in data 22/12/2008 si era emesso decreto per
abrogare una serie di leggi e norme desuete ("MISURE URGENTI IN MATERIA DI SEMPLIFICAZIONE NORMATIVA"), un enorme numero peraltro,
ma all'interno di queste ultime erano state inserite
anche quelle che riguardavano:
• iscrizione agli albi professionali;
• consigli ordini professionali.
Abrogando tali "pilastri normativi", che di fatto
tenevano in piedi la nostra professione, ci saremmo
trovati dal 22/02/2009 (data di decorrenza del
Decreto Legge) senza riferimento.
Già facevamo fatica a stare in piedi e non è che
con questo ci abbiano dato ulteriore spallata anzi,
a sentire i soloni, è tutto in funzione della riforma
delle professioni che già da quando andavo
all'università (anni '70) era in via d'arrivo.
Di contro c'è tutta una corsa dei vari politici (quelli
che ieri erano opposizione ed oggi sono maggioranza e viceversa) a presenziare alle vaste manifestazioni di architettura, cultura, etc., emettere decreti,
norme, leggi (quasi non ce ne fossero troppe e
difatti il D.L. incriminato è teso in tal senso) in netto
contrasto con i provvedimenti stessi che poi
emettono.
Per fortuna che l' "errore" viene sanato ma ciò
grazie a qualcuno che all'interno ancora controlla
quello che i nostri "legislatori" fanno.
Forse non è corretto dare tutta la colpa ai "legislatori"
e bisognerebbe prendersela anche con quei "burocrati" dei ministeri che, incaricati dai politici, operano
nella messa a punto dei testi delle leggi e che, di
fatto, creano "gli errori".
Ma questa è l'Italia.
È anche l'Italia della nostra "cassa" (non quel
manufatto di legno che ci spetta come ultimo alloggio
dopo - per chi riuscirà ad arrivarci - la pensione)
che negli ultimi mesi del 2008 avvisa di aver elevato
i contributi:
• integrativo dal 2 al 4%;
• soggettivo dal 10 al 14, 5% (differenza +1, 5%
ogni anno sino al 2011).
E ciò con decorrenza gennaio 2009 e nello stesso
mese, senza però alcuna comunicazione contraria,
fa sapere che tale aumento è sospeso.
E chi aveva fatto una fattura il 02/01/2009 che
cosa fa?
Siamo sempre di più gettati verso il fondo del barile;
ma non è nemmeno vero che al barile non c'è
fondo, almeno nel nostro caso, tutto è mirato ad
incamerare le casse professionali nel grande calderone (da barile a calderone) dell'INPS, situazione
oggi ancor più necessaria visto che con la crisi tutti
chiedono "ammortizzatori sociali", "cassa integrazione", etc. che, guarda caso, sono pagate dall'INPS
ed in gran parte con i soldi dei contributi versati (i
contributi per le casse d'integrazione sono una
minima parte del versato all'INPS).
È ovvio che non solo i "dipendenti"/"lavoratori"
(quasi che noi non lo fossimo) debbano sopperire
ai deficit.
Ma a noi, tornando alla parola "cassa", di integrazione mai? La crisi forse non ci tocca?
Quasi fossimo degli extracomunitari per noi
l'integrazione non c'è (siamo sempre degli evasori
e, alla meglio, dei furbetti).
Alcuni studi di nostri colleghi, ormai è diventata
notizia pubblica, stanno drasticamente riducendo
il personale; le commesse mancano, le imprese
non si muovono in attesa di spiragli che non si sa
quando si apriranno, il mercato immobiliare stagna,
le Amministrazioni Comunali, da anni ormai affondano i bilanci nelle spese per "servizi sociali"
attingendo anche da capitoli ed entrate diverse,
limitando perciò gli interventi di opere pubbliche.
Ma dobbiamo aver fiducia! (ci viene detto) ed anche
di aver fiducia che verrà riesaminato il problema
della TARIFFA che ci è stata tolta circa due anni fa.
Conviene sfruttare questi ultimi saldi per acquistare
un buon stock di mutande di ghisa o, meglio, di
acciaio corten così non si vedono nemmeno i rilasci
anzi possono abbellire le sfumature dell'acciaio
stesso.
Oggi, non è certo il momento di parlare di parcelle,
forse nemmeno di deontologia, di etica o di altro.
Quanto accade (DL, contributi cassa, etc.) evidenzia
come resta invece, imperterrita, (alla faccia dei vari
Costa, Bassanini, Brunetta, etc.) la burocrazia che,
anche grazie all'informatizzazione, ci obbligherà a
fare sempre più carta inutile.
Una "burocrazia" ampliata (in controtendenza rispetto a tutte quelle aspettative di semplificazione,
trasparenza, etc. che vorrebbero farci credere) che
ha istituito in questi ultimi anni tutta una serie di
AUTORITHY che anch'esse legiferano, fanno circolari, norme, impongono versamenti, contributi.
Via libera quindi ai RODOTÀ, CATRICALÀ vari.
Comunque viste le ultime richieste di colleghi mi
appuntamenti
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corre l'obbligo di aggiornare alcuni schemi di parcella
riferiti a nuove prestazioni:
Scusate se per "semplificarli" ho dovuto esporli
così.
il giornale degli architetti della provincia di lecco
NOTES - n. 18/febbraio 2009 - Poste Italiane Spa - Spedizione in A.P. - 70% DCB Lecco
In caso di mancato recapito si prega inviare al CPO di LEcco, Via Lamarmora, 10
per la restituzione al mittente che si impegna a pagare il diritto fisso dovuto
febbraio09
n tes
Ordine degli architetti, pianificatori, paesaggisti e
conservatori della provincia di Lecco
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