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IAB ITALIA
Rassegna Stampa del 04/12/2014
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INDICE
IAB ITALIA
04/12/2014 DailyNet
Iab Italia sostiene il piano triennale di "Programma il futuro" per una scuola più
innovativa
11
04/12/2014 DailyNet
Durex Italia si aggiudica la prima edizione del facebook award
12
04/12/2014 Pubblicita Today
iab itaLia SoStiEnE 'proGraMMa iL Futuro'
13
04/12/2014 Prima Pagina - Reggio Emilia
O-One vince il primo Facebook Award
14
03/12/2014 360com
marketplace
15
03/12/2014 360com
Iab Forum in posizione d'avanguardia nel cosiddetto "Rinascimento Digitale"
16
03/12/2014 ADV Express
O-One vince il primo Facebook Award con la campagna Durex
17
03/12/2014 ADV Express
O-One vince il primo Facebook Award con la campagna Durex
18
03/12/2014 Engage.it
IAB Italia sostiene Programma il Futuro, progetto di Miur e Cini per la diffusione della
cultura digitale
19
03/12/2014 Key4Biz
Coding a scuola: coinvolti già 22 mila studenti in tutta Italia
20
03/12/2014 Primaonline.it 00:26
Premio Assorel per le Relazioni Pubbliche: ecco i vincitori
22
03/12/2014 AGI 16:58
Scuola: Miur, programmazione informatica in classe gia' per 22. 000
24
ADVERTISING ONLINE
04/12/2014 Il Sole 24 Ore
Mondadori compra il 75% di Kiver
27
04/12/2014 ItaliaOggi
Mondadori acquista Kiver per il marketing digitale
28
04/12/2014 ItaliaOggi
Castaldo (Sda Bocconi): il competitor del futuro si chiama Amazon
29
04/12/2014 ItaliaOggi
CHESSIDICE IN VIALE DELL'EDITORIA
30
04/12/2014 Panorama
Sparare su Google? L'Europa è divisa
32
04/12/2014 Panorama
I soldati della rete
33
04/12/2014 Panorama
Nel fortino israeliano dove gli hacker difendono le banche
36
04/12/2014 Brand News Today
Big data per esperienze personalizzate per National Gallery Singapore e Virgin
Atlantic
37
04/12/2014 Brand News Today
Hotpoint-Ariston cresce del 5% con la strategia 'Always on' e presenza su tutti i
touch point
38
04/12/2014 Brand News Today
PlayStation celebra 20 anni con una limited edition e asta benefica con Terre des
Hommes. In advertising la funzione 'Share play' di PS4 con campagna tv e web
39
04/12/2014 DailyMedia
Hotpoint-Ariston cresce grazie alla strategia "always on" e pensa a un ritorno agli
spot
40
04/12/2014 DailyNet
Google, Neal Mohan: occhi puntati sul brand advertising
42
04/12/2014 DailyNet
Playstation compie vent'anni. Il digital pervade i videogiochi
43
04/12/2014 DailyNet
Gruppo Mondadori si prende il 75% dell'agenzia Kiver
45
04/12/2014 DailyNet
Hotpoint-Ariston rompe il silenzio nella comunicazione con una strategia "always
on"
46
04/12/2014 DailyNet
Triboo Digitale, "Primo Taglio" online con E-food
48
04/12/2014 DailyNet
black+Decker, a Natale trapano e levigatrice sotto l'albero
49
04/12/2014 DailyNet
Gruppo l'Espresso: concluso il restyling digitale delle 18 testate locali
50
04/12/2014 DailyNet
Si chiude bto con 8 mila partecipanti. Mille in più rispetto al 2013
51
04/12/2014 Pubblicita Today
Hotpoint-Ariston è 'always on' con il web marketing
52
04/12/2014 Pubblicita Today
Sky Online Magic App cambia i #ProgrammiXNatale
54
04/12/2014 Pubblicita Today
Digital marketing: Mondadori acquisisc e il 75% di Kiver
56
04/12/2014 Pubblicita Today
Furla si ada al fotografo Mario Testino per l'evoluzione del brand
57
04/12/2014 Pubblicita Today
pEr bLaCk+dECkEr CaMpaGna onLinE FirMata FaCtory priME
58
04/12/2014 Pubblicita Today
Gruppo L'ESprESSo, rEStyLinG diGitaLE CoMpiuto pEr LE tEStatE LoCaLi
59
03/12/2014 Altroconsumo
"C'è una sostanziale differenza tra il servizio che lei immagina e la realtà"
60
03/12/2014 Altroconsumo
Con noi la qualità ha il prezzo giusto
61
03/12/2014 Altroconsumo
Antivirus: uno alla volta
62
03/12/2014 360com
Grazie a Prink il Natale arriva in anticipo e dura fino al 6 gennaio
63
03/12/2014 360com
Con Appleton Estate si parte alla scoperta della Giamaica
64
03/12/2014 360com
La Video Marketing Suite porta la firma di Brightcove. Sorprende e aiuta i marketer
65
03/12/2014 360com
Quando posso usare il programmatIC buyIng
67
03/12/2014 ADV Express
Gruppo Espresso: completo il restyling digitale delle testate locali
68
03/12/2014 ADV Express
Con la strategia 'Always On' Hotpoint-Ariston archivia l'anno a +3%. Nel 2014 torna in
comunicazione e investe 3 mln, di cui il 15% in digital con focus su programmatic
adv
69
03/12/2014 ADV Express
Ariston archivia l'anno a +3%. Nel 2014 torna in comunicazione e investe 3 mln, di
cui il 15% in programmatic adv
72
03/12/2014 ADV Express
Il Gruppo Amodio in partnership con Triboo Digitale lancia la start up eCommerce
food Primo Taglio. Investimento 1,5 mln
75
03/12/2014 ADV Express
Telethon schiera Amazon, Facebook, Google, Groupon per sensibilizzare la rete
77
03/12/2014 ADV Express
Black+Decker on air con la nuova campagna digital a cura di Carat. Creatività
Factory Prime
79
03/12/2014 e20express.it
Boom di presenze per la settima edizione di BTO: oltre 8.000 visitatori
80
03/12/2014 Engage.it
[INFOGRAFICA] Cresce la ricerca dei codici sconto per l'e-shopping. Lo conferma
advisato
81
03/12/2014 Engage.it
Click-to-call: l'adv che "chiama" apprezzata da 1 italiano su 2
82
03/12/2014 Engage.it
Hotpoint-Ariston: 450 mila euro investiti in Programmatic Advertising. La strategia
2015 sarà quella dell'"Always On"
83
03/12/2014 Engage.it
Telethon punta sui social con i digital top partner della Maratona televisiva Rai
84
03/12/2014 Engage.it
BTO: boom di presenze con 8.000 partecipanti alla manifestazione
85
03/12/2014 Engage.it
Al via su Milano Primo Taglio, l'e-commerce food di Gruppo Amodio. Campagna
display in RTB e pianificazioni social a supporto
86
03/12/2014 Engage.it
Gruppo L'Espresso completa con il lancio del nuovo Corriere delle Alpi, il restyling
dei siti delle sue testate locali
88
03/12/2014 Engage.it
Mondadori acquisisce la società di digital marketing Kiver
89
02/12/2014 Primaonline.it 05:50
Jovane (Rcs): "Dal 2015 avanti con le news online a pagamento"
90
03/12/2014 Pubblicitaitalia.it 00:49
Parmigiano Reggiano torna on air con Tribe Communication
91
03/12/2014 Pubblicitaitalia.it 00:43
Per Ogni Maledetto Natale campagna firmata Aleteia Communication
92
SCENARIO POLITICO/ECONOMICO
04/12/2014 Corriere della Sera - Nazionale
«Inquinamento nel Pd, non sono casi isolati»
94
04/12/2014 Corriere della Sera - Nazionale
Tutele Crescenti per i Nuovi Assunti Stop ai Contratti di Collaborazione
95
04/12/2014 Corriere della Sera - Nazionale
Il premier e il rebus del Colle L'incubo del modello Bersani
97
04/12/2014 Corriere della Sera - Nazionale
IL RISCHIO DI UN PRESIDENTE A DIGIUNO DI POLITICA
99
04/12/2014 Corriere della Sera - Nazionale
L'inamovibile cacicco De Luca e il processo-lumaca che prova (invano) a togliergli la
doppia poltrona che non c'è più
100
04/12/2014 Corriere della Sera - Nazionale
Top manager, aumento in busta paga In media hanno guadagnato 4 milioni
101
04/12/2014 Il Sole 24 Ore
Rientro dei capitali: oggi il disegno di legge cerca l'ultimo sì nell'aula del Senato
102
04/12/2014 Il Sole 24 Ore
«Bene la riforma ma i suoi effetti solo in quattro anni»
104
04/12/2014 Il Sole 24 Ore
Sì al Jobs act, contratto a tutele crescenti al via
106
04/12/2014 Il Sole 24 Ore
Pochi occupati giovani vuole dire meno competitività
109
04/12/2014 La Repubblica - Nazionale
Il metodo Cossiga per il Quirinale
111
04/12/2014 La Repubblica - Nazionale
Paura in Campidoglio "Ora tocca a me?"
113
04/12/2014 La Repubblica - Nazionale
Partito in mano alle tribù delle tessere Il premier ordina: "Spazzare via tutto"
116
04/12/2014 La Repubblica - Nazionale
"Un segnale chiaro della volontà di voltare pagina"
118
04/12/2014 La Repubblica - Nazionale
"L'Europa deve seguire la ricetta americana con l'acquisto di bond la ripresa sarà
possibile" ***
119
04/12/2014 La Repubblica - Nazionale
"Una nuova Terza Via nell'era di Internet così la sinistra batterà i populismi"
121
04/12/2014 La Repubblica - Nazionale
Decreti delegati in arrivo il tetto all'indennizzo sarà due anni di stipendio
123
04/12/2014 La Repubblica - Roma
Panzironi: "Io, democristiano doc All'Ama soltanto appalti puliti"
124
04/12/2014 La Stampa - Nazionale
Don Ciotti: io, prete e basta
125
04/12/2014 La Stampa - Nazionale
LE INCOGNITE ANCORA DA SCIOGLIERE
127
04/12/2014 La Stampa - Nazionale
L'indennizzo: fino a due mensilità per ogni anno lavorato
128
04/12/2014 La Stampa - Nazionale
Croppi: "Mi hanno cacciato perché volevo bloccare il malaffare"
129
04/12/2014 La Stampa - Nazionale
"Nella nuova metastasi di corruzione i politici si accontentano delle briciole"
130
04/12/2014 La Stampa - Nazionale
"Tlc, cambiamo le regole per favorire gli investimenti"
132
04/12/2014 La Stampa - Nazionale
Giovinco&C, potere di firma Caccia all'affare a costo zero
133
04/12/2014 La Stampa - Nazionale
"Torino è già in grado di attrarre i talenti"
134
04/12/2014 Il Messaggero - Nazionale
«Quella foto? Roba vecchia sgradevole tirarmi in ballo»
135
04/12/2014 Il Messaggero - Nazionale
Renzi fa pulizia nel Pd romano e nomina Orfini commissario
136
04/12/2014 Il Messaggero - Nazionale
Dal corso di cucina al garage tutti i lati oscuri di quel sabato
137
04/12/2014 Il Messaggero - Nazionale
Quirinale, Salvini apre «Renzi faccia un nome» Minoranza pd in trincea
139
04/12/2014 Il Messaggero - Nazionale
«Ballando per un ideale»
140
04/12/2014 Il Giornale - Nazionale
«Il vero scandalo romano? Hanno lucrato sui poveri»
141
04/12/2014 Il Giornale - Nazionale
Tasse, il piano Berlusconi per lanciare l'aliquota unica
142
04/12/2014 Il Giornale - Nazionale
Dietro la furia dei tagliagole dell'Isis la pillola dell'orrore che viene da Dubai
143
04/12/2014 ItaliaOggi
Venezia non sarebbe mai nata se ci fossero stati gli ecologisti
144
04/12/2014 ItaliaOggi
Il pil non gira perché l'Italia è governata da logiche sindacali
146
04/12/2014 ItaliaOggi
Se fosse vero sarebbe spaventoso
147
04/12/2014 ItaliaOggi
Continua l'attivismo immobiliare di Erede
149
04/12/2014 MF - Nazionale
SULL'ACCIAIO DELL'ILVA MEGLIO CHE LO STATO SI RIMBOCCHI LE MANICHE
150
04/12/2014 MF - Nazionale
Il pil non gira perché l'Italia resta indietro Mentre la globalizzazione galoppa
151
04/12/2014 Financial Times
Pope extends reforms to Swiss Guard
152
04/12/2014 International New York Times
Village has what all of Italy wants: The Internet
153
04/12/2014 The Guardian
Pope removes Vatican's Swiss Guard chief
155
04/12/2014 The Times
'King of Rome' is held in crackdown on city's mobsters
156
04/12/2014 Le Figaro
Club Med : le conseil s'inquiète des surenchères
157
04/12/2014 Le Figaro
Cinecittà revient dans le décor
158
04/12/2014 Le Figaro
Le coup de chapeau de Marylise Lebranchu à Matteo Renzi
160
04/12/2014 Le Monde
Baisse de pression pour le géant russe
161
04/12/2014 Le Monde
La BCE fait peau neuve
162
04/12/2014 Le Monde
Restons fermes dans la répression des infractions boursières !
164
04/12/2014 Le Monde
Le maire et son encombrante Panda rouge
166
04/12/2014 Le Monde
Maserati : les aléas d'une légende
168
04/12/2014 Les Echos
La chute du boss mafieux amateur de Warhol
169
04/12/2014 Les Echos
L'italien Luxottica s'allie à Intel pour développer les « lunettes du futur »
170
04/12/2014 Les Echos
Le taux à 10 ans de l'Italie tombe sous les 2 %
171
04/12/2014 Les Echos
Les 5 assureurs européens systémiques
172
04/12/2014 Wall Street Journal
Intel Sets Pact With Luxottica
173
04/12/2014 Panorama
Chi vince nel risiko del petrolio
174
04/12/2014 Panorama
«Io, tra eccellenza e dissidi di partito»
175
04/12/2014 Panorama
Matteo ultimo appello
176
IAB ITALIA
12 articoli
04/12/2014
DailyNet
Pag. 17
(diffusione:15000, tiratura:15000)
Iab Italia sostiene il piano triennale di "Programma il futuro" per una
scuola più innovativa
Nata dalla collaborazione fra Miur e Cini, l'iniziativa promuove la diffusione e la valorizzazione della cultura
digitale nel nostro Paese
Iab Italia sostiene il progetto triennale "Programma il Futuro", nato dalla collaborazione fra Miur e Cini,
localizzazione dell'iniziativa globale #Code.org. L'adesione a "Programma il Futuro" si inserisce nell'ambito
dell'impegno dell'associazione per la promozione della diffusione della cultura del digitale nel nostro Paese.
L'iniziativa "Programma il Futuro" rientra tra gli obiettivi del documento del governo "La Buona Scuola" che
punta a fare della scuola una leva di innovazione e sviluppo e a fornire ai ragazzi gli strumenti che faranno di
loro i veri protagonisti dell'era digitale. Il ruolo di Iab Italia sarà di facilitatore, per avvicinare i soci e le aziende
interessate al progetto. In virtù dell'accordo siglato con Cini, infatti, i soci Iab avranno l'opportunità di
contribuire allo sviluppo dell'iniziativa e potranno mettere a disposizione tutte le loro expertise digitali, anche
attraverso il coinvolgimento dei dipendenti. "Il tema della formazione è prioritario per Iab Italia, ecco perchè
abbiamo scelto di sostenere attività, come "Programma il futuro", che sono rivolte alle nuove generazioni.
Riteniamo infatti fondamentale che, sin dalle prime classi, i ragazzi imparino il valore e l'importanza degli
strumenti digitali, come la programmazione, per essere poi preparati all'ingresso nel mondo del lavoro,
sempre in divenire e attento all'innovazione", ha dichiarato Carlo Noseda, presidente Iab Italia.
IAB ITALIA - Rassegna Stampa 04/12/2014
11
La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
associazioni
04/12/2014
DailyNet
Pag. 23
(diffusione:15000, tiratura:15000)
Durex Italia si aggiudica la prima edizione del facebook award
La campagna, curata da O-One e Dentsu Aegis, ha comunicato solo attraverso il social
La campagna di Durex Italia, con la creatività curata da O-One e pianificazione media di Dentsu Aegis, si è
aggiudicata la prima edizione del Facebook Award, assegnato i giorni scorsi in occasione di Iab Forum.
Ideato e promosso da Facebook e ADC Group, questo premio, istituito nell'ambito degli NC Digital Awards, è
destinato al miglior progetto di comunicazione aziendale sviluppato negli ultimi 12 mesi sul noto social
network. La campagna di Durex Italia, per il quale O-One gestisce la presenza sui social network da 3 anni,
ha registrato risultati eccellenti in termini di engagement: oltre quattro milioni di utenti coinvolti, è stato
raggiunto il 74% degli italiani tra i 18 e i 29 anni, comunicando esclusivamente attraverso Facebook e
portando a un importante aumento delle vendite (case history pubblicata su Facebook:
http://goo.gl/YPnywv?).
Foto: facebook award 2014
IAB ITALIA - Rassegna Stampa 04/12/2014
12
La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
Riconoscimenti
04/12/2014
Pubblicita Today
Pag. 27
iab itaLia SoStiEnE 'proGraMMa iL Futuro'
iab italia sostiene il progetto triennale 'Programma il Futuro', nato dalla collaborazione fra il Miur e il Cini ,
localizzazione dell'iniziativa globale #Code. org . L'adesione a 'Programma il Futuro' si inserisce nell'ambito
dell'impegno dell'Associazione per la promozione della diffusione della cultura del digitale nel nostro Paese.
L'Italia sta percorrendo un importante cammino di digitalizzazione, e oggi è oggi fra i primi Paesi a
sperimentare l'introduzione strutturale nelle scuole dei concetti di base dell'informatica attraverso la
programmazione. L'iniziativa 'Programma il Futuro' rientra infatti fra gli obiettivi del documento del governo 'La
Buona Scuola' che punta a fare della scuola una leva di innovazione e sviluppo e a fornire ai ragazzi gli
strumenti che faranno di loro i veri protagonisti dell'era digitale. Il ruolo di IAB Italia per sostenere 'Programma
il Futuro' sarà di facilitatore, per avvicinare i soci e le aziende interessate al progetto. In virtù dell'accordo
siglato con CINI, infatti, i soci IAB avranno l'opportunità di contribuire allo sviluppo di 'Programma il Futuro' e
potranno mettere a disposizione tutte le loro expertise digitali, anche attraverso il coinvolgimento dei
dipendenti. "Il tema della formazione è prioritario per IAB Italia ed ecco perché abbiamo scelto di sostenere
attività, come 'Programma il futuro', che sono rivolte alle nuove generazioni - ha dichiarato Carlo noseda ,
presidente IAB Italia -. Riteniamo infatti fondamentale che, sin dalle prime classi, i ragazzi imparino il valore e
l'importanza degli strumenti digitali, come la programmazione, per essere poi preparati per l'ingresso nel
mondo del lavoro, sempre in divenire e attento all'innovazione".
Foto: Carlo noseda
IAB ITALIA - Rassegna Stampa 04/12/2014
13
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Con Il Ruolo DI faCIlItatoRe
04/12/2014
Prima Pagina - Reggio emilia
Pag. 25
O-One vince il primo Facebook Award
REGGIO EMILIA La campagna di Durex Italia, creatività curata da O-One, agenzia specializzata in digital
communication che fa parte di Industree Communication Hub e pianificazione media curata da Dentsu Aegis,
si è aggiudicata la prima edizione del Facebook Award, assegnato i giorni scorsi in occasione dello IAB
Forum. Ideato e promosso da Facebook e Adc Group, questo premio, istituito nell'am bi to degli Nc Digital
Awards, è destinato al miglior progetto di comunicazione aziendale sviluppato negli ultimi 12 mesi sul noto
social network. La campagna di Durex Italia, per il quale O-One gestisce la presenza sui social network da 3
anni, ha registrato risultati eccellenti in termini di engagement: oltre 4 milioni di utenti coinvolti raggiungendo il
74% degli italiani tra i 18 e i 29 anni comunicando esclusivamente attraverso Facebook e ha portato a un
importante aumento delle vendite. Questo è il secondo riconoscimento ricevuto quest'a nn o dall'agenzia per
Durex. Lo scorso settembre, ai Macchianera Italian Awards 2014, O-One insieme ad Havas e Innov8, ha
conquistato il primo posto con "Rocco tieni duro" per la Migliore campagna Adv online mentre #roccotieniduro
si è classificato terzo come miglior hashtag nazionale.
IAB ITALIA - Rassegna Stampa 04/12/2014
14
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SUCCESSO REGGIANO Campagna Durex
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15
IAB ITALIA - Rassegna Stampa 04/12/2014
Pag. 1
360com
03/12/2014
marketplace
Iab Forum motore per digital ideas
03/12/2014
360com
Pag. 12
Iab Forum in posizione d'avanguardia nel cosiddetto "Rinascimento
Digitale"
"InspIrIng dIgItal Ideas" è stato Il fIlo conduttore dell'appuntamento che sI è svolto a mIlano, dedIcato a
manager, ImprendItorI, startup per e gIovanI In cerca d'IspIrazIone per Il loro futuro
Oltre 12.000 presenze, 110 aziende espositrici, 75 workshop, 26 ospiti italiani e internazionali: questi i numeri
della dodicesima edizione di Iab Forum "Inspiring Digital Ideas", l'evento di riferimento della comunicazione
digitale. Proprio "Inspiring Digital Ideas" è stato il filo conduttore dell'appuntamento che si è svolto a Milano il
25 e 26 novembre, dedicato a manager, imprenditori, startupper e giovani in cerca di ispirazione per il loro
futuro, e che ha visto la partecipazione di 110 aziende del settore digitale. Nel corso della due giorni, i
partecipanti hanno avuto l'opportunità di approfondire il valore e le dinamiche del mercato degli investimenti
in internet advertising che ha raggiunto quest'anno i 2 miliardi, condividere le necessità delle aziende per
accrescere la competitività grazie ai 75 workshop organizzati e scoprire le opportunità delineate dai venture
capitalist per le start up italiane. Si sono alternati sul palco 26 ospiti prestigiosi, guru internazionali
dell'innovazione, rappresentanti delle Istituzioni italiane per fare il punto sull'evoluzione dei linguaggi e della
comunicazione nell'era contemporanea. «La fotografia che ci restituisce Iab Forum è che stiamo
attraversando un "Rinascimento Digitale", che vede il consumatore al centro - ha dichiarato Carlo Noseda,
Presidente di Iab Italia -. Compito della nostra associazione è quindi quello di fornire spunti di valore,
occasioni di formazione, ma anche di ispirazione, utili per cogliere tutte le opportunità che questo momento
storico ci ore».
IAB ITALIA - Rassegna Stampa 04/12/2014
16
La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
oltre 12.000 presenze, 110 a zIende esposItrIcI, 75 Workshop, 26 o spItI ItalIanI e InternazIonalI
03/12/2014
ADV Express
Sito Web
La campagna di Durex Italia, per il quale l'agenzia gestisce la presenza sui social network da 3 anni, ha
registrato risultati eccellenti in termini di engagement: oltre 4 milioni di utenti coinvolti raggiungendo
il 74%degli italiani tra i 18 e i 29 anni comunicando esclusivamente attraverso Facebook e ha portato a un
importante aumento delle vendite (case history pubblicata su Facebook: http://goo.gl/YPnywv?). La
campagna di Durex Italia, con la creatività di O-One - agenzia specializzata in digital communication che fa
parte di Industree Communication Hub - e pianificazione media curata da Dentsu Aegis Network, si è
aggiudicata la prima edizione del Facebook Award, assegnato i giorni scorsi agli NC Digital Awards 2014 di
ADC Group nella cornice dello IAB Forum. Ideato e promosso da Facebook e ADC Group, questo premio,
istituito nell'ambito degli NC Digital Awards, è destinato al miglior progetto di comunicazione aziendale
sviluppato negli ultimi 12 mesi sul noto social network. La campagna di Durex Italia, per il quale O-One
gestisce la presenza sui social network da 3 anni, ha registrato risultati eccellenti in termini di engagement:
oltre 4 milioni di utenti coinvolti raggiungendo il 74% degli italiani tra i 18 e i 29 anni comunicando
esclusivamente attraverso Facebook e ha portato a un importante aumento delle vendite (case history
pubblicata su Facebook: http://goo.gl/YPnywv?). EC
IAB ITALIA - Rassegna Stampa 04/12/2014
17
La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
O-One vince il primo Facebook Award con la campagna Durex
03/12/2014
ADV Express
Sito Web
La campagna di Durex Italia, per il quale l'agenzia gestisce la presenza sui social network da 3 anni, ha
registrato risultati eccellenti in termini di engagement: oltre 4 milioni di utenti coinvolti raggiungendo
il 74%degli italiani tra i 18 e i 29 anni comunicando esclusivamente attraverso Facebook e ha portato a un
importante aumento delle vendite (case history pubblicata su Facebook: http://goo.gl/YPnywv?). Ideato e
promosso da ADC Group e Facebook, questo premio, istituito nell'ambito degli NC Digital Awards, è
destinato al miglior progetto di comunicazione aziendale sviluppato negli ultimi 12 mesi sul noto social
network. La campagna di Durex Italia, con la creatività di O-One - agenzia specializzata in digital
communication che fa parte di Industree Communication Hub - e pianificazione media curata da Dentsu
Aegis Network, si è aggiudicata la prima edizione del Facebook Award, assegnato i giorni scorsi agli NC
Digital Awards 2014 di ADC Group nella cornice dello IAB Forum. Guarda il video reportage della cerimonia
di premiazione su ADVexpress Tv Ideato e promosso da ADC Group e Facebook, questo premio, istituito
nell'ambito degli NC Digital Awards, è destinato al miglior progetto di comunicazione aziendale sviluppato
negli ultimi 12 mesi sul noto social network. La campagna di Durex Italia, per il quale O-One gestisce la
presenza sui social network da 3 anni, ha registrato risultati eccellenti in termini di engagement: oltre 4 milioni
di utenti coinvolti raggiungendo il 74% degli italiani tra i 18 e i 29 anni comunicando esclusivamente
attraverso Facebook e ha portato a un importante aumento delle vendite (case history pubblicata su
Facebook: http://goo.gl/YPnywv?). EC
IAB ITALIA - Rassegna Stampa 04/12/2014
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O-One vince il primo Facebook Award con la campagna Durex
03/12/2014
Engage.it
Sito Web
IAB Italia sostiene Programma il Futuro, progetto di Miur e Cini per la
diffusione della cultura digitale
La società metterà le expertise digitali dei soci a disposizione del progetto, localizzazione dell'iniziativa
globale #Code.org
IAB Italia sostiene il progetto triennale Programma il Futuro, nato dalla collaborazione fra il MIUR -Ministero
dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca, e il CINI - Consorzio Interuniversitario Nazionale per
l'Informatica, localizzazione dell'iniziativa globale #Code.org. L'adesione al progetto si inserisce nell'ambito
dell'impegno dell'Associazione per la promozione della diffusione della cultura del digitale nel nostro
Paese.L'Italia sta percorrendo un importante cammino di digitalizzazione, e oggi è oggi fra i primi Paesi a
sperimentare l'introduzione strutturale nelle scuole dei concetti di base dell'informatica attraverso la
programmazione. Programma il Futuro rientra infatti fra gli obiettivi del documento del governo La Buona
Scuola che punta a fare della scuola una leva di innovazione e sviluppo e a fornire ai ragazzi gli strumenti che
faranno di loro i veri protagonisti dell'era digitale.Il ruolo di IAB Italia per sostenere l'iniziativa sarà di
facilitatore, per avvicinare i soci e le aziende interessate al progetto. I soci IAB avranno l'opportunità di
contribuire allo sviluppo di Programma il Futuro e potranno mettere a disposizione tutte le loro expertise
digitali, anche attraverso il coinvolgimento dei dipendenti.«Il tema della formazione è prioritario per IAB Italia
ed ecco perchè abbiamo scelto di sostenere attività, come Programma il futuro, che sono rivolte alle nuove
generazioni. Riteniamo infatti fondamentale che, sin dalle prime classi, i ragazzi imparino il valore e
l'importanza degli strumenti digitali, come la programmazione, per essere poi preparati per l'ingresso nel
mondo del lavoro, sempre in divenire e attento all'innovazione» ha dichiarato Carlo Noseda, presidente IAB
Italia.
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Tecnologia
03/12/2014
Key4Biz
Sito Web
Coding a scuola: coinvolti già 22 mila studenti in tutta Italia
Sono 1.176 le classi, 448 gli insegnanti e oltre 22.000 gli studenti che hanno già sperimentato il coding
(programmazione informatica) a scuola grazie al progetto triennale Programma il Futuro, nato dalla
collaborazione fra il MIUR e il CINI. Partendo da un'esperienza di successo avviata negli USA che ha visto,
nel 2013, la partecipazione di circa 40 milioni di studenti e insegnanti di tutto il mondo, l'Italia si colloca oggi
fra i primi Paesi a sperimentare l'introduzione strutturale nelle scuole dei concetti di base dell'informatica
attraverso la programmazione. L'iniziativa Programma il Futuro si inserisce fra gli obiettivi del documento del
governo "La Buona Scuola" che punta a fare della scuola una leva di innovazione e sviluppo e a fornire ai
ragazzi gli strumenti che faranno di loro i veri protagonisti dell'era digitale. "Se il Novecento è stato il secolo
dell'alfabetizzazione di massa, quello attuale è il secolo dell'alfabetizzazione digitale: è necessario che i
ragazzi si convertano dall'essere semplici consumatori di tecnologia a persone in grado di applicare il
pensiero logico per capire, controllare, sviluppare contenuti e metodi per risolvere i problemi e cogliere le
opportunità che la società è già oggi in grado di offrire", sottolinea il Ministro dell'Istruzione, dell'Università e
della Ricerca Stefania Giannini. "I numeri della sperimentazione del coding ci dicono che c'è un interesse da
parte dei nostri ragazzi e dei nostri insegnanti per questo tipo di sfide - continua il Ministro - siamo felici di
offrire loro un Progetto che risponde a un'esigenza di cambiamento e innovazione che nasce in primo luogo
proprio fra i banchi". "In un prossimo futuro nessun lavoro potrà più prescindere dalla cultura digitale - afferma
Elio Catania presidente di Confindustria Digitale, la federazione delle imprese di Ict che è partner strategico
del progetto - Già oggi nel nostro Paese vi sono oltre 20 mila posti di lavoro vacanti nel settore Ict per alti
skills digitali e si prevede si possa arrivare a oltre 170mila nel 2020. Al contempo è in crescita anche la
richiesta di figure con competenze informatiche in tutti gli altri settori economici, con circa 800mila nuovi posti
di lavoro previsti per il 2020. Programmailfuturo rappresenta dunque un primo passo fondamentale per
trasformare la scuola italiana in una fucina di competenze in grado di accompagnare l'innovazione digitale e
rispondere in modo efficace alle nuove esigenze del mercato del lavoro". Enrico Nardelli e Giorgio Ventre,
coordinatori del progetto per conto del CINI, aggiungono "Per essere adeguatamente preparato a qualunque
lavoro vorrà fare da grande, a uno studente è ormai indispensabile una comprensione dei concetti di base
dell'informatica. Esattamente com'è accaduto nel secolo passato per la matematica, la fisica, la biologia e la
chimica." Ma come funziona Programma il Futuro? MIUR e CINI hanno reso disponibili alle scuole una serie
di lezioni, interattive e non, che ogni istituzione scolastica può utilizzare, senza particolari requisiti o abilità
tecniche, compatibilmente con le proprie esigenze e la propria organizzazione didattica. Informazioni e lezioni
sono accessibili sul sito http://programmailfuturo.it, appositamente realizzato per accompagnare e supportare
i docenti in questa iniziativa. Il progetto è partito ufficialmente lo scorso 23 settembre con una circolare inviata
a tutte le scuole di ogni ordine e grado. In concomitanza con la settimana europea del codice dall'11 al 17
ottobre 2014 è stata realizzata una prima sperimentazione che ha prodotto i seguenti risultati: Eccellente è
stata la valutazione da parte di insegnanti e studenti Insegnanti e studenti raccontano attraverso i social la
loro esperienza di coding twittando con l'hashtag #programmailfuturo e inviando sulla pagina Facebook
dedicata le loro foto e i loro video. Il prossimo appuntamento in calendario è per la settimana 8-14 dicembre
2014, in cui è prevista una partecipazione di oltre 8.000 classi e 155.000 studenti. Le attività dell'anno
scolastico 2014-15 proseguiranno successivamente, con una premiazione finale nel mese di Maggio 2015.
Un'appropriata educazione al "pensiero computazionale", che vada al di là dell'iniziale alfabetizzazione
digitale, è essenziale affinché le nuove generazioni siano in grado di affrontare la società del futuro non da
consumatori passivi ed ignari di tecnologie e servizi, ma da soggetti consapevoli di tutti gli aspetti in gioco e
come attori attivamente partecipi del loro sviluppo. In ogni scuola sono i docenti a guidare le classi
nell'iniziativa. Questo progetto triennale, basato su Code.org, si avvale della collaborazione strategica,
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Mappamondo
03/12/2014
Key4Biz
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attraverso accordi quadro, di associazioni nazionali di categoria, quali Confindustria Digitale e IAB Italia
(Internet Advertising Bureau Italia). Prende parte al progetto un gruppo di Aziende ed Enti particolarmente
sensibili alla crescita culturale e allo sviluppo della Società Italiana. Il progetto è supportato da un innovativo
partenariato pubblico-privato che permette ai partner la partecipazione con contribuzioni di differente natura e
con un diverso livello di sostegno. Le Aziende ed Enti che hanno sinora aderito, tutti sensibili alla crescita
culturale e allo sviluppo della Società Italiana, sono: Telecom Italia; Engineering, Microsoft Italia; De Agostini
Scuola, Intel; Andinf, Cisco, Facebook, Fondazione IBM Italia, SeeWeb. Ulteriori aziende italiane e
internazionali stanno definendo il livello del loro intervento.
03/12/2014
00:26
Primaonline.it
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Premio Assorel per le Relazioni Pubbliche: ecco i vincitori
Si è tenuto il 2 dicembre a Milano presso i Magazzini Generali l'evento di consegna del 'Premio Assorel per le
[...]
Si è tenuto il 2 dicembre a Milano presso i Magazzini Generali l'evento di consegna del 'Premio Assorel per le
Relazioni Pubbliche', giunto alla diciassettesima edizione e ampliato da quest'anno alla collaborazione con il
Premio International Events & Relational Strategies GrandPrix, organizzato da Tvn Media Group.Assegnati i
sei premi nelle categorie Pr, alle quali si sono aggiunti i riconoscimenti per quelli nella Comunicazione
Integrata, Charity/Fundarising, Eventi, Promo e Digital.Il Premio International Events & Relational Strategies
GrandPrix è stato assegnato alle agenzie MY PR - WRONG Advertising con la campagna intitolata 'Post-it
Super Sticky - #4eversticky - Come rimanere attaccati per tutta la vita' per 3M Italia.Nel corso dell'evento è
stato consegnato, per la dodicesima edizione consecutiva, il Premio Giornalistico, intitolato per il secondo
anno alla memoria di Massimo Gargiulo, ad Armando Massarenti de Il Sole 24 ORE.Andrea CornelliNel corso
del suo intervento durante la serata di gala che ha accompagnato la consegna dei riconoscimenti, il
Presidente Assorel - Andrea Cornelli - ha sottolineato come "la nuova formula, in un contesto professionale
allargato ad altre discipline della comunicazione, sia il segno del cambiamento tra domanda e offerta che ci
porta a incontrare differenti professionalità e affrontare nuove e ancor più stimolanti sfide".Tra le campagne
iscritte la Giuria ha attribuito i sei Premi di Categoria PR a:• Comunicazione Digital PR e Social Media
Relation Dacia Sponsor Day Publicis Consultants Italia per Renault Italia• Comunicazione di Prodotto e di
Brand "Condividi una Coca-Cola": come creare buzz intorno a un brand love Cohn & Wolfe per Coca-Cola
Italia• Comunicazione Corporate arcVision Prize Women and Architecture SECI 1981 per Italcementi•
Comunicazione Ambiente Garage Story INC-Istituto Nazionale per la Comunicazione per Ecodom•
Comunicazione Interna Guarda dove metti i piedi! Cabiria BrandUniverse per E.ON Italia• Comunicazione
della e per la Pubblica Amministrazione Il giro del gusto, la Svizzera verso Expo 2015 Ketchum per
Confederazione Elvetica PRSSono state inoltre assegnate tre Menzioni Speciali per alcune campagne che la
Giuria ha ritenuto di dover segnalare come meritevoli di un Premio, oltre alle vincenti delle singole Categorie
PR:• Comunicazione di Prodotto e di Brand Le vie della musica MY PR per Immobiliare.it• Comunicazione
Corporate "Barilla per i giovani". Barilla premia i giovani talenti italiani Edelman per Barilla G. e R. Fratelli•
Comunicazione Corporate Salva la tua birra INC-Istituto Nazionale per la Comunicazione per
ASSOBIRRAAttribuiti i seguenti riconoscimenti per le Categorie Merceologiche/PR:• Automotive e Trasporti
Dacia Sponsor Day Publicis Consultants Italia per Renault Italia• Elettronica di consumo Lancio di Driveclub
per PS4 INC-Istituto Nazionale per la Comunicazione per Sony Computer Entertainment Italia• Farmaceutico
e Salute Viverla Tutta: storie di pazienti e caregiver Havas PR Milan per Pfizer Italia• Finanza e Istituti di
Credito Fund the future, finance goes pop Assogestioni• Largo Consumo Alimentare "Condividi una CocaCola": come creare buzz intorno a un brand love Cohn & Wolfe per Coca-Cola Italia• Turismo e Tempo Libero
Post-it Super Sticky - #4eversticky - Come rimanere attaccati per tutta la vita MY PR - WRONG Advertising
per 3M ItaliaHanno ottenuto riconoscimenti per le seguenti categorie GranPrix:- Comunicazione Integrata
"Post-it Super Sticky - #4eversticky - Come rimanere attaccati per tutta la vita MY PR - WRONG Advertising
per 3M Italia Menzione speciale Timberland's women Fuoriformat A. Manzoni & C. per TimberlandCharity/Fundarising - Corporate Social Responsibility Operazione fame INC- Istituto Nazionale per la
Comunicazione per ActionAid- Jury Grand Award Sweetie Terre des Hommes- Eventi PR / Media - Musicali
Love & MuSIC FMedia per Valdichiana Retail- Eventi PR / Media - Anniversary Magnum: 25 years off
pleasure Havas Media Group per Magnum- Eventi B2B Quando serve, c'è Citrosodina Breathing per
Citrosodina- Eventi interni / Convention aziendali L'Oceano Servizi CGN- Eventi pubblici e culturali Wired next
fest Piano B per Wired-Condé Nast- Eventi - Lancio di prodotto Inissia una passione Aspen Media e Network
Comunicazione per Nespresso Italy Menzione speciale eBay DOME ad Mirabilia per eBay.it- Eventi - Road
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Show Il giro del gusto, la Svizzera verso Expo 2015 Ketchum per Confederazione Elvetica PRS- Attività PDV
/ Promo animazioni Oggi Pasta con? Living Brands per Barilla G. e R. Fratelli- Unconventional Cuki Pollocar
Testa Digital Hub per Cuki Cofresco Menzione speciale Che tribolare essere un pendolare - Altroconsumo e
la Class Action Trenord Dual per Altroconsumo- Programmi loyalty e concorsi EstraKitchen Ketchum per
ESTRA- Social Media "Post-it Super Sticky - #4eversticky - Come rimanere attaccati per tutta la vita MY PR WRONG Advertising per 3M Italia- Mobile Marketing My Gelato APP Neosperience per Carpigiani- Digital
Branded Content IO TIFO ITALIA Inventa CPM per Compass Menzione speciale Top DJ: A Multichannel
Experience YAM112003 per Alfa Romeo MiTo, Perfetti Van Melle Italia: AIR ACTION VIGORSOL, XTREME,
PUMA Italia, Radio Deejay, SKYY VODKAAi lavori di valutazione delle campagne hanno partecipato i
seguenti professionisti riuniti in Giuria: Alessandro Arbore, Ph.D. SDA Professor Director of the Executive
Master in Marketing and Sales, Sda Bocconi School of Management - Chiara Bressani, Head of Group
Communications and Sustainability, Gruppo Campari - Marzia Curone, Consiglio Direttivo, Assocom - Laura
Iacovone, Docente corso di Economia e tecnica della pubblicità, Università degli Studi di Milano - Daniele
Longo, Director, Strategic Relationship Management EMEA & Americas International Currency Cards,
American Express - Francesco Montuolo, Responsabile Canale Partner, Poste Italiane - Lorenza Pigozzi,
Direttore Comunicazione, Gruppo Mediobanca - Andrea Prandi, Senior Vice President Communications,
Edison - Sara Ranzini, Corporate Communications, Facebook - Roberto Silva Coronel, Consigliere Iab Italia Maria Laura Sisti, Head of Media Relations, Fastweb - Carla Vieites, Sr. Marketing Manager, PepsiCo Massimo Zuccotti, Events Manager, Gardaland.Assorel è l'Associazione Italiana delle Agenzie di Relazioni
Pubbliche a servizio completo, fondata nel 1982 che raggruppa i maggiori operatori del settore in Italia e
aderisce a Confindustria Intellect e ICCO.
03/12/2014
16:58
AGI
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Scuola: Miur, programmazione informatica in classe gia' per 22. 000
(AGI) - Roma, 3 dic. - Sono 1.176 le classi, 448 gli insegnanti e oltre 22.000 gli studenti che hanno gia'
sperimentato il coding (programmazione informatica) a scuola grazie al progetto triennale 'Programma il
Futuro', nato dalla collaborazione fra il Miur e il Cini. Partendo da un'esperienza di successo avviata negli Usa
che ha visto nel 2013 la partecipazione di circa 40 milioni di studenti e insegnanti di tutto il mondo, l'Italia si
colloca oggi fra i primi Paesi a sperimentare l'introduzione strutturale nelle scuole dei concetti di base
dell'informatica attraverso la programmazione. L'iniziativa Programma il Futuro - spiega il Miur in una nota - si
inserisce fra gli obiettivi del documento del governo "La Buona Scuola" che punta a fare della scuola una leva
di innovazione e sviluppo e a fornire ai ragazzi gli strumenti che faranno di loro i veri protagonisti dell'era
digitale. "Se il Novecento e' stato il secolo dell'alfabetizzazione di massa, quello attuale e' il secolo
dell'alfabetizzazione digitale", sottolinea il ministro dell'Istruzione, dell'Universita' e della Ricerca Stefania
Giannini, "e' necessario che i ragazzi si convertano dall'essere semplici consumatori di tecnologia a persone
in grado di applicare il pensiero logico per capire, controllare, sviluppare contenuti e metodi per risolvere i
problemi e cogliere le opportunita' che la societa' e' gia' oggi in grado di offrire". I numeri della
sperimentazione del coding, ha aggiunto, "ci dicono che c'e' un interesse da parte dei nostri ragazzi e dei
nostri insegnanti per questo tipo di sfide; siamo felici di offrire loro un Progetto che risponde a un'esigenza di
cambiamento e innovazione che nasce in primo luogo proprio fra i banchi". In un prossimo futuro nessun
lavoro potra' piu' prescindere dalla cultura digitale - afferma Elio Catania presidente di Confindustria Digitale,
la federazione delle imprese di Ict che e' partner strategico del progetto - gia' oggi nel nostro Paese vi sono
oltre 20mila posti di lavoro vacanti nel settore Ict per alti skills digitali e si prevede si possa arrivare a oltre
170mila nel 2020. Al contempo e' in crescita anche la richiesta di figure con competenze informatiche in tutti
gli altri settori economici, con circa 800mila nuovi posti di lavoro previsti per il 2020. Programmailfuturo
rappresenta dunque un primo passo fondamentale per trasformare la scuola italiana in una fucina di
competenze in grado di accompagnare l'innovazione digitale e rispondere in modo efficace alle nuove
esigenze del mercato del lavoro". Enrico Nardelli e Giorgio Ventre, coordinatori del progetto per conto del
Cini, aggiungono "Per essere adeguatamente preparato a qualunque lavoro vorra' fare da grande, a uno
studente e' ormai indispensabile una comprensione dei concetti di base dell'informatica. Esattamente com'e'
accaduto nel secolo passato per la matematica, la fisica, la biologia e la chimica". Miur e Cini hanno reso
disponibili alle scuole una serie di lezioni, interattive e non, che ogni istituzione scolastica puo' utilizzare,
senza particolari requisiti o abilita' tecniche, compatibilmente con le proprie esigenze e la propria
organizzazione didattica. Informazioni e lezioni sono accessibili sul sito http://programmailfuturo.it,
appositamente realizzato per accompagnare e supportare i docenti in questa iniziativa. Il progetto e' partito
ufficialmente il 23 settembre con una circolare inviata a tutte le scuole di ogni ordine e grado. In
concomitanza con la settimana europea del codice dall'11 al 17 ottobre e' stata realizzata una prima
sperimentazione che ha coinvolto 1.176 classi con la partecipazione di 22.464 studenti. Inoltre 16.166
studenti hanno completato almeno un'ora di programmazione. Il prossimo appuntamento e' per la settimana
8-14 dicembre, in cui e' prevista una partecipazione di oltre 8.000 classi e 155.000 studenti. Le attivita'
dell'anno scolastico 2014-15 proseguiranno successivamente, con una premiazione finale a maggio. In ogni
scuola sono i docenti a guidare le classi nell'iniziativa. Questo progetto triennale, basato su Code.org, si
avvale della collaborazione, attraverso accordi quadro, di associazioni nazionali di categoria, quali
Confindustria Digitale e IAB Italia (Internet Advertising Bureau Italia). Il progetto e' supportato da un
partenariato pubblico-privato che permette ai partner la partecipazione con contribuzioni di differente natura e
con un diverso livello di sostegno. Le Aziende ed Enti che hanno sinora aderito sono: Telecom Italia;
Engineering, Microsoft Italia; De Agostini Scuola, Intel; Andinf, Cisco, Facebook, Fondazione IBM Italia,
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Ricerca e sviluppo
03/12/2014
16:58
AGI
Sito Web
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SeeWeb. Ulteriori aziende italiane e internazionali stanno definendo il livello del loro intervento. (AGI) Gav .
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ADVERTISING ONLINE
50 articoli
04/12/2014
Il Sole 24 Ore
Pag. 18
(diffusione:334076, tiratura:405061)
Mondadori compra il 75% di Kiver
EDITORIA
Mondadori compra
il 75% di Kiver
Il gruppo Mondadori ha siglato un accordo per l'acquisizione del 75% del capitale di Kiver, agenzia di
marketing specializzata nello sviluppo di iniziative digitali di promozione, branding e pubblicità interattiva. Con
questa operazione, spiega una nota, Mondadori rafforza la propria presenza nel settore dei marketing
services digitali, ampliando la propria gamma di prodotti e soluzioni in un sistema di offerta integrato con i
contenuti e gli asset del Gruppo e in piena sinergia con le attività di direct marketing di Cemit e la rete della
concessionaria Mediamond.
TELEVISIONE
Il web in campo
per Telethon
Telethon, nell'occasione del 25esimo della celebre maratona radiotelevisiva Rai, in onda dall'8 al 14
dicembre, ha deciso di ampliare la sua proposta al web e ai canali social. Per farlo ha schierato una squadra
di top digital partner per sensibilizzare la rete e raggiungere l'ampio pubblico online con i messaggi e le
finalità della campagna #ognigiorno. Amazon, Facebook, Google, Groupon, l'associazione IgersItalia e
Twitter hanno ideato iniziative mirate per creare engagement e dare visibilità a Telethon sia durante i giorni
della maratona, nei giorni precedenti e successivi e per tutto il mese di dicembre, che è ormai il mese
"Telethon" per definizione.
ADVERTISING ONLINE - Rassegna Stampa 04/12/2014
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In breve
04/12/2014
ItaliaOggi
Pag. 1
(diffusione:88538, tiratura:156000)
Mondadori acquista Kiver per il marketing digitale
a pag. 20 Mondadori acquista Kiver per il marketing digitale Mondadori spinge l'acceleratore sul digital
marketing. Il gruppo editoriale guidato dall'amministratore delegato Ernesto Mauri ha siglato infatti un accordo
per l'acquisizione del 75% del capitale sociale di Kiver, agenzia di marketing specializzata nello sviluppo di
iniziative digitali di promozione, branding e pubblicità interattiva. Guidata da Gianluca Perrelli, a.d. e cofounder della società, Kiver è attiva nei servizi di performance marketing per l'ideazione di campagne di
marketing pay per click e attività di display e mobile advertising, touchpoint management per la gestione dei
diversi punti di contatto digitale tra aziende e clienti e branded entertainment per l'utilizzo di contenuti gratuiti
come strumenti promozionali. Con questa operazione Mondadori rafforza la propria presenza nel settore dei
marketing services digitali, ampliando la propria gamma di prodotti e soluzioni in un sistema di offerta
integrato con i contenuti e gli asset del gruppo e in sinergia con le attività di direct marketing di Cemit e la rete
della concessionaria Mediamond. «L'ingresso nel nostro gruppo di una realtà digitale ad alto potenziale di
sviluppo come Kiver ci consentirà di proporre set di soluzioni sempre più complete e ricche per presidiare al
meglio il mondo del digital marketing, in particolare nel below the line», ha dichiarato Federico Rampolla,
responsabile digital innovation di Mondadori. «Disporremo in modo immediato di ulteriori competenze specifi
che e di un know-how altamente qualifi cato per operare sul mercato con nuova modalità commerciale e
rispondere alle esigenze dei clienti».
Foto: Federico Rampolla
ADVERTISING ONLINE - Rassegna Stampa 04/12/2014
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EDITORIA
04/12/2014
ItaliaOggi
Pag. 1
(diffusione:88538, tiratura:156000)
Castaldo (Sda Bocconi): il competitor del futuro si chiama Amazon
Le linee premium anche al discount per Sandro Castaldo, esperto di marketing e retail alla Sda Bocconi,
«sono un segno di ritorno alla positività, di un clima di fi ducia rinnovato». Ma il docente, avvisa: «La grande
distribuzione deve investire di più sull'innovazione perché fra un Natale o due il competitor potrebbe essere
Amazon». Domanda. Professor Castaldo, quali sfi de devono essere colte? Risposta. Vedo molto
impreparazione sul fronte dell'ecommerce e delle nuove tecnologie... D. Nello specifi co? R. Anche a Napoli
in uno store della Apple ormai si può pagare tramite smartphone. Scannerizzare la spesa e acquistarla via
telefonino è una realtà nel resto dell'Europa. Non ancora in Italia. D. Alcune catene sperimenteranno il clic
and collect con cui si ordina e si ritira nel negozio fi sico. Che cosa ne pensa? R. Che è diffusissimo in Gran
Bretagna e in Francia, gli iper store che erano in crisi hanno risolto i problemi con la spesa drive in. Si paga
online e si ritira guidando. Ma è l'e-commerce la sfi da maggiore. D. Servono siti più dinamici? R. Le dico solo
che il prossimo competitor per la gdo sarà Amazon. Dopo l'America sta sperimentando il food anche fresco in
Inghilterra e Germania. E ho visto ricerche sulla private label di Amazon per la pasta. D. Che cosa prevede in
Italia? R. Amazon ha detto che vuole diventare il primo retailer mondiale, non solo di libri. In Italia se si ordina
in mattinata le consegne sono entro sera. Dico che mi sembra una bella prova generale per vendere oggi un
disco e domani scatolette di tonno. © Riproduzione riservata
Foto: Sandro Castaldo
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INTERVISTA
04/12/2014
ItaliaOggi
Pag. 6
(diffusione:88538, tiratura:156000)
Giornali locali del Gruppo Espresso, concluso il restyling dei siti. Con il rilascio online oggi della nuova
versione del sito del Corriere delle Alpi di Belluno (www.corrierealpi.gelocal.it) si conclude il percorso di
restyling digitale delle 18 testate locali del Gruppo L'Espresso, cominciato la scorsa primavera con il
Messaggero Veneto. Ora i lettori dei quotidiani locali del gruppo (408 mila utenti unici al giorno in media nel
2014, 62 milioni di pageviews mensili, fonte Audiweb gennaio-ottobre) hanno a disposizione, per la propria
regione, provincia o città di riferimento, un sito completamente rinnovato non solo e non tanto nella grafi ca,
quanto nella impostazione concettuale e nei contenuti. Nel frattempo prosegue il radicamento delle testate sui
social network, in particolare Facebook, con oltre 700 mila mi piace complessivi alle diverse pagine fan. Qn
lancia Idee & Vantaggi. Si chiama QN Idee & Vantaggi la nuova sezione che da domani i lettori di QN
Quotidiano Nazionale, il Resto del Carlino, La Nazione e il Giorno troveranno nel giornale. « QN Idee &
Vantaggi », fanno sapere dal gruppo Poligrafi ci, «nasce per aggiungere valore all'informazione e offrire un
servizio capace di orientare i lettori nelle proprie scelte di vita, per aiutarli a riconoscere i propri bisogni e a
realizzare i propri sogni». Insieme alla nuova sezione d'informazione, parte anche il «Club QN Idee &
Vantaggi», al quale i lettori possono aderire leggendo le indicazioni pubblicate sul quotidiano o attraverso il
sito www.quotidiano.net. «La sinergia tra informazione su carta stampata e in rete», sottolineano dall'azienda,
«è uno dei punti di forza del nostro gruppo editoriale, e l'abbiamo voluta mettere al servizio di una partnership
fondata sui comuni valori che ci uniscono alle più qualifi cate aziende e ai migliori territori del paese, per dare
vita a concreti vantaggi per i lettori». Ogni venerdì nella sezione verrà proposto un tema che individua una
tendenza, un'area d'interesse. Chi aderisce al Club potrà inoltre usufruire tutti i venerdì di una serie di
proposte. Per il debutto Idee & Vantaggi si occupa tra l'altro delle piste da sci dell'Appennino emilianoromagnolo: weekend gratuiti, lezioni di sci, skipass tutto quanto fa vacanza sulla neve nelle montagne
dell'Emilia Romagna, tra città d'arte, gastronomiae occasioni di divertimento e relax. Odg, schema di decreto
ministeriale per il Consiglio nazionale. Il ministro della giustizia Andrea Orlando ha fi rmato ieri uno schema di
decreto ministeriale per l'organizzazione del Consiglio nazionale dell'Ordine dei giornalisti e la trattazione
degli affari di sua competenza. Il decreto ministeriale sarà pubblicato sul Bollettino ufficiale del Ministero.
Orlando risponde così a una richiesta dello stesso Ordine di riorganizzare la struttura dei suoi lavori interni.
Telethon, al via la maratona tv. Da un quarto di secolo dà voce e volto a chi ogni giorno combatte contro le
malattie rare, come Ada-Scid, leucodistrofia metacromatica e sindrome di Wiskott Aldrich: è la maratona
televisiva e radiofonica Telethon, quest'anno sulle reti Rai dall'8 al 14 dicembre. L'annuncio, domenica 7 su
Rai 1 dagli studi di Domenica in con Paola Perego e Pino Insegno: con loro Fabrizio Frizzi, Paolo Belli e
Arianna Ciampoli per l'apertura uffi ciale del numeratore che visualizzerà in tempo reale le donazioni che
arriveranno attraverso sms o telefonate al numero 45501. Bnl Gruppo Bnp Paribas conferma il suo impegno
con Telethon: un sodalizio che dura dal 1992 e che ha permesso di raccogliere complessivamente 245 milioni
di euro, cifra che ha contribuito a sostenere l'attività della fondazione Telethon nel fi nanziare 2.532 progetti
con 1.547 ricercatori coinvolti e 450 malattie genetiche studiate. Bnl ha organizzato circa mille eventi nelle
principali agenzie, aperte fi no alle 22 di venerdì 12 e di sabato 13 dicembre. E anche quest'anno Italo correrà
per la ricerca scientifi ca: Ntv parteciperà alla tradizionale raccolta fondi «indossando» la nuova sciarpa
bianca simbolo della fondazione italiana. Endemol Italia, Sollazzo responsabile del format department. È
Dante Sollazzo il nuovo responsabile del format department di Endemol Italia. Sollazzo, 33 anni, si occuperà
di ricerca e analisi di format e del loro adattamento al mercato italiano, di ideare e creare nuovi format inediti
e originali, di scouting di nuovi format e di rapportarsi con il settore creativo della holding, il tutto in
coordinamento con Paolo Bassetti, presidente e amministratore delegato di Endemol Italia. Endemol precisa:
in merito all'articolo di Giorgio Ponziano, a pagina 20 del numero di ItaliaOggi di ieri, dal titolo «Sciarelli ( Chi
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CHESSIDICE IN VIALE DELL'EDITORIA
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ItaliaOggi
Pag. 6
(diffusione:88538, tiratura:156000)
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l'ha visto) contro il fuoco amico di Rai 1», Endemol Italia, che produce Che Tempo Che Fa, ci tiene a
precisare che, a differenza di quanto scritto nel pezzo, la trasmissione di Fabio Fazio non «perde colpi». Anzi.
Il programma, in controtendenzaa quanto si legge a proposito della crisi che ha colpito i talk show in questa
stagione, anche quest'anno ha un'ottima media, a oggi 3.336.000 spettatori pari al 12,24% di share, tanto da
risultare il programma più visto di Rai 3 nell'intera giornata dall'inizio della stagione - Monica Tellini, ufficio
stampa Endemol Italia.
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Panorama - N.50 - 10 dicembre 2014
Pag. 30
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Sparare su Google? L'Europa è divisa
Francia e Germania dure contro il gruppo, mentre Italia e Spagna hanno un approccio ambiguo. Ecco i due
fronti.
Stefano Caviglia
CONTRO Separare il motore di ricerca di Google dai suoi servizi di vendita della pubblicità». La richiesta,
approvata dal Parlamento europeo il 27 novembre scorso, è stata motivata con la difesa dei consumatori e la
libertà di concorrenza. In realtà è l'ultima puntata del braccio di ferro che si consuma da anni fra il Vecchio
Continente e i colossi americani dell'economia digitale, accusati di sfruttare internet per sottrarsi alle leggi dei
Paesi in cui realizzano miliardi di profitti e pagare tasse ridicole nei paradisi fiscali. La volontà di porre fine a
quest'andazzo in teoria vede d'accordo quasi tutti gli stati europei, anche se poi non tutti si comportano alla
stessa maniera. La Francia ha aperto con Google un contenzioso fiscale da 1 miliardo di euro per le tasse
non pagate finora dal colosso, la Germania ha approvato addirittura una tassa sui pc che molti considerano
troppo pesante per i consumatori e anche la Gran Bretagna, la nazione europea storicamente più vicina agli
Stati Uniti, è favorevole alle maniere forti. Lo stesso discorso vale per gli inflessibili paesi scandinavi. PRO
Imigliori amici di Google, fra i governi europei, sono Lussemburgo e Irlanda, che con le loro politiche fiscali
accomodanti verso le grandi imprese riescono da anni ad assicurarsi investimenti e posti di lavoro a scapito
del resto dell'Unione. Proprio per aver stipulato decine di tali accordi da premier del Lussemburgo, è finito
sotto accusa il presidente della Commissione europea, Jean Claude Juncker. La specialità dell'Irlanda,
invece, è la libertà concessa ai grandi gruppi di attribuire i profitti a holding collocate alle Cayman o in altri
paradisi fiscali. Anche nei paesi danneggiati da questi escamotage, tuttavia, Google e gli altri sono difesi da
chi sostiene che norme più severe penalizzerebbero la rete. Difficile dire quanto dipenda dall'adesione a
questa tesi e quanto dalle pressioni lobbistiche l'atteggiamento ambiguo di alcuni politici. Come lo spagnolo
Joaqin Almunia, che da commissario Antitrust Ue ha tenuto aperta per ben quattro anni l'indagine sulle
infrazioni di Google,e il presidente del Consiglio italiano, Matteo Renzi, che in marzo ha fatto cancellare la
Web tax dalla Legge di stabilità 2014. (Stefano Caviglia)
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scenari _economia
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Panorama - N.50 - 10 dicembre 2014
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I soldati della rete
Terroristi e superpotenze stanno arruolando hacker e programmatori per trasformarli in spie e sabotatori.
Nella guerra 2.0 il campo di battaglia è cambiato, si è spostato su internet . Mettendo tutti sulla linea di tiro.
Guido Castellano
Qualcuno lo aveva dato per morto sotto i raid aerei americani, altri dicevano che era stato solo ferito. Per
fugare i dubbi, Abu Bakr al Baghdadi, leader dell'Isis e uomo più ricercato al mondo, alcuni giorni fa aveva
affidato al web un nuovo videomessaggio terroristico con tanto di bandiera nera alle spalle e tono minaccioso.
Chissà come deve essersi infuriato quando ha scoperto di essere stato vittima di un attacco hacker. Il suo
video, infatti, è stato rimosso e sostituito, dopo pochi minuti su tutti i siti che lo propagavano, da una
canzoncina che lo sbeffeggiava e una scritta in arabo che inneggiava a ribellarsi al califfo del terrore. L'azione
è stata rivendicata da un sedicente gruppo di attivisti che si fa chiamare Egyptian cyber army, ossia
ciberesercito egiziano. Non è chiaro, però, chi ci sia veramente dietro, spiega il New York Times, alludendo a
un possibile «aiutino» esterno da parte di una superpotenza (Stati Uniti e Gran Bretagna ai primi posti).
Comunque, un boccone amaro per il network di Baghdadi la cui forza mediatica si fonda proprio sul minare
l'ordine mondiale pubblicando video come quelli dei prigionieri occidentali sgozzati. «Chi di internet ferisce di
internet perisce» verrebbe da dire riscrivendo un antico proverbio. Ma la risposta non si è fatta attendere.
Venerdì 28 novembre il Syrian electronic army (ciberesercito siriano) ha attaccato moltissime testate
giornalistiche mondiali, dai britannici Guardian, Independent e Telegraph all'americano Forbes passando per
network tv come Nbc e Al Jazeera per finire con Repubblica. Milioni di persone che hanno cliccato questi siti
di informazione, per alcune ore, sono state reindirizzate su pagine di propaganda su cui sventolava
minacciosa la bandiera nera dell'Isis. Sono solo due esempi, in ordine cronologico, di come i conflitti, ai tempi
di internet, stiano cambiando, almeno in parte, campo di battaglia. «Quella che da molti è definita "un nuovo
tipo di guerra", in realtà ha molto in comune con le operazioni di combattimento tradizionali, il computer è solo
un'altra arma in più nell'arsenale» spiega il politologo americano Peter W. Singer nel saggio appena
pubblicato negli Stati Uniti Cybersecurity and Cyberwar: What Everyone Needs to Know, ossia: Tutto quello
che dobbiamo sapere sulla cibersicurezza e la ciberguerra. Per meglio spiegare la sua tesi Singer, in un
articolo riportato dalla rivista americana Popular Science, cita come esempio un fatto realmente accaduto che
pochi conoscono. Nel 2006 un alto funzionario siriano in visita a Londra lasciò per alcune ore il suo computer
portatile incustodito in albergo. In sua assenza, agenti del Mossad, il servizio segreto israeliano, installarono
una microspia software nella memoria del computer, per intercettare e carpire tutte le informazioni in transito.
Tra le foto carpite c'era un'immagine che ritraeva un uomo asiatico in tuta blu in mezzo al deserto accanto a
un uomo arabo. Grazie a riconoscimenti facciali digitali, gli uomini del Mossad hanno identificatoi due
personaggi in questione: uno era Chon Chibu, leader del programma nucleare della Corea del Nord, l'altro
Ibrahim Othman, direttore della Atomic energy commission siriana. Queste informazioni abbinate ad alcuni
progetti intercettati hanno portato le spie del Mossad a ritenere che i siriani stessero costruendo un impianto
in località Al Kibar per elaborare il plutonio, un passo fondamentale per la costruzione di una bomba nucleare.
Forti di questa intelligence digitale gli israeliani hanno messo in piedi l'operazione Orchard e inviato sette
aerei a bombardare la centrale segreta in questione. «Quella notte la rete di difesa aerea siriana non ha mai
sparato un colpo» spiega Singer «perché hacker israeliani hanno violato i sistemi radar siriani proiettando
sugli schermi nemici immagini fasulle». Un po' come si vede nei film durante le rapine in banca messe a
segno da tecnoladri che ingannano le guardie con immagini false immesse nelle telecamere a circuito chiuso
dei sistemi di allarme. In pratica le difese aeree siriane sono rimaste spente per tutta la notte. «Questa è la
nuova frontiera della guerra elettronica» dice Singer. Solitamente l'invasione di un paese da parte di truppe di
terra viene preceduta da giorni di bombardamenti. Nel conflitto 2.0, quello che già si sta combattendo, «le
nazioni verranno colpite sempre più da attacchi informatici capaci di fare molti più danni e vittime che le
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cyber war
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bombe vere» spiega Singer nel suo libro. Una minaccia, quella informatica, che sta creando cambiamenti
anche all'interno delle forze armate di tutti i paesi. Che si organizzano reclutando i migliori hacker e ingegneri
del software mondiali. Basti pensare che nel complesso di Fort Meade nel Maryland, sede del
Cybercommand e della National security agency americana, ci sono più dipendenti che al Pentagono. In
Cina, a Shanghai, c'è la sede dell'agenzia rivale chiamata Unità 61398. Ma in pratica ogni paese sta
arruolando un ciberesercito per combattere su questo nuovo fronte. Anche l'Italia si è adeguata alle nuove
minacce. A gennaio è diventato operativo il «Piano nazionale per la protezione cibernetica e la sicurezza
informatica» ( Gazzetta ufficiale n. 41 del 19 febbraio 2014) è ed è stato creato il Nucleo per la sicurezza
cibernetica (Ncs) istituito nell'ambito dell'Ufficio del consigliere militare del presidente del Consiglio. Mossa
che si è resa necessaria da quando la Ue ha chiesto a tutti i paesi membri di istituire un Computer emergency
response team (Cert) in grado di reagire tempestivamente ad eventuali attacchi informatici. Secondo Singer il
compito di questi soldati armati di computer e mouse, a ogni latitudine, è sempre lo stesso: addestrarsi a
distruggere, negare, degradare, interrompere l'erogazione di servizi pubblici vitali. Alcuni esempi: mandare in
tilt centrali nucleari, lasciare al buio intere città, bloccare le comunicazioni, interrompere l'erogazione
dell'acqua. Allo stesso tempo, il loro obiettivo è anche quello di difenderci dai medesimi attacchi. «La
ciberminaccia più pericolosa è quella che, tramite il sabotaggio delle comunicazioni via internet, mina la
fiducia tra i reparti» spiega Singer. Inserirsi nei canali di trasmissione degli ordini può creare lo scompiglio.
Forze ucraine in Crimea sono state «isolate» elettronicamente dall'intelligence russa. Incerti sul da farsi, si
sono arresi senza combattere. Le comunicazioni militari si basano sulla fiducia. Corrompendo questo legame,
un hacker compromette non solo le reti di computer, ma anche la fede di chi si affida a loro. «Basterebbero
pochi attacchi per insinuare il seme del dubbio su qualsiasi informazione elettronica». Durante una
esercitazione nel 2010, un errore del software mandò in tilt il sistema gps americano: 10 mila militari rimasero
«al buio», privi di coordinate. Camion, aerei da combattimento, droni e navi della marina non riuscivano più a
muoversi. Secondo quanto riporta il mensile Popular Science, ingegneri dell'Università del Texas, su richiesta
del Dipartimento per la sicurezza nazionale americano, hanno provato a manomettere a distanza un drone
militare in volo e ci sono riusciti. Fatto che ha dato lo spunto per la trama della nona stagione della serie tv
24: Live Another Day con Kiefer Sutherland. Per ora è solo una fiction, sperando non dia l'idea a pericolosi
malintenzionati. Nel film, infatti, terroristi usano droni americani per bombardare Londra. Fino a oggi, nessuno
è mai stato in grado di obbligare un pilota a sganciare bombe contro i propri compagni, ma se gli hacker
riusciranno a compromettere sistemi d'arma robotici potrebbero far cambiare fronte ai droni e trasformarli in
pericolosi nemici. Sulla linea di tiro non ci sono però solo paesi e istituzioni, ma anche tutto il popolo dei cyber
naviganti. Il Financial Times ha rivelato l'esistenza di un nuovo software spia così abile nel celarsi che pare si
stia propagando in rete da oltre sei anni e abbia infettato milioni di computer. Si chiama Regin e può catturare
le schermate o registrare tutto ciò che viene digitato sulla tastiera dei computer. Inoltre, è in grado di
intercettare tutto il traffico internet, rubare le password utilizzate, accedere a qualsiasi file memorizzato sul
disco e addirittura recuperare i dati che sono stati precedentemente cancellati dall'hard disk. La cosa
sconcertante è che questo software spia, secondo quanto riporta il Financial Times, è così complesso e ben
fatto che solo un esercito di ingegneri può averlo partorito. Tra gli indiziati? Stati Uniti, Cina e Russia. Internet
ha cambiato il suo dna originario. Si è evoluta. Nata per sopravvivere alle guerre nucleari, si è trasformata in
uno strumento di distruzione di massa. ( Twitter: @HoBisognoDiTech) © riproduzione riservata
3 miliardi
dollari spesi dagli sTaTi UNiTi iN cyber secUriTy Nel 2013.
65,5 miliardi
l'iNvesTiMeNTo che il goverNo Usa farà Tra il 2015 e il 2020 per difeNdersi dagli aTTacchi iNforMaTici.
L'Italia è al 7° posto al mondo per numero di computer infetti che possono essere violati da hacker e
malfattori. Il 21,8 per cento
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Panorama - N.50 - 10 dicembre 2014
Pag. 90
(diffusione:446553, tiratura:561533)
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degli attacchi informatici mondiali colpiscono enti e istituzioni governative.
Il 70 per cento
dei cittadini teme di più la ciberguerra che ladri e molestatori sessuali.
Foto: Pensi che la rete sia pericolosa e insicura? Di' la tua sulla pagina Facebook di panorama.
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Marco Morello - da Tel Aviv
Gabriel, ammesso che Gabriel sia davvero il suo nome, sfoggia uno sguardo furbo dietro una montatura
trasparente, folti capelli neri chiusi in un codino e un ostinato riserbo sul suo passato. dice malvolentieri di
aver vissuto tra sudamerica e stati uniti prima di arrivare in israele per combattere i borseggiatori digitali. il
suo mestiere è intrufolarsi nei mercati neri delle carte di credito e in forum blindati, periferie di degrado del
web alle quali si accede solo su invito di almeno cinque persone. di regola predoni di credenziali dei nostri
conti bancari, furfanti esperti e avidissimi di cui occorre carpire la fiducia, con pazienza e perizia, per poterli
cogliere con le mani nel sacco. Gabriel lavora nell'afcc, il centro di comando antifrode di rsa, colosso della
sicurezza informatica che tra i suoi clienti ha i principali istituti finanziari del mondo. È un fortino nascosto in
un palazzo a vetri identico a molti altri in questo perenne cantiere sul mare che soffoca l'orizzonte dei
sobborghi di tel aviv. all'interno le porte sono sbarrate da password e tessere magnetiche, la task force opera
per 24 ore al giorno, 365 giorni l'anno. Finora, oltre a intercettare i traffici di denaro liquido rubato, ha sventato
più di 800 mila attacchi di phishing, malware e affini evitando, solo nel 2013, perdite complessive per 6
miliardi di dollari in tutto il mondo, italia inclusa. Merito di un gruppo d'ingegneri ventenni o poco più, sentinelle
lestissime con mouse e tastiera: se il grosso del lavoro lo fa un cervellone che scandaglia la rete, per
richiedere il blocco di un sito sospetto serve sempre il via libera umano. solo allora parte una segnalazione a
Google, Microsoft e affini e già nel giro di mezz'ora le pagine compromesse diventano inaccessibili dal 95 per
cento dei browser. o meglio, gli utenti possono scegliere se visualizzarle a loro rischio e pericolo oppure
abbandonarle. L'83 per cento lascia perdere, il 17 per cento va avanti, esponendosi all'eventualità che
qualcuno entri nel loro computer trafugando tutto ciò che trova. d'altronde, è una storia vecchissima: contro la
nostra imprudenza e ingenuità non c'è super task force che tenga. ( Twitter: @MarMorello)
Sopra, uno dei giovani esperti di sicurezza al lavoro alla sua postazione nell'Anti-fraud command center della
Rsa. Sotto, l'esterno della sede, alla periferia di Tel Aviv.
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Nel fortino israeliano dove gli hacker difendono le banche
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Brand News Today
Pag. 1
Big data per esperienze personalizzate per National Gallery Singapore e
Virgin Atlantic
A Singapore il museo permetterà di vivere la visita e la fruizione delle opere in modo nuovo e userà i dati
estratti per migliorare l'esperienza. La compagnia aerea ha invece studiato un servizio di direct mailing che
mette veramente l'utente al centro A pag. 6 Aprirà a novembre 2015 la nuova National Gallery Singapore che
raccoglierà due collezioni permanenti dedicate all'arte moderna e contemporanea di Singapore e del sud est
asiatico. Innovation partner del museo è Accenture che realizzerà un'app in grado di offrire una modalità di
fruizione nuova e interattiva delle opere esposte. Integrata con un sistema di navigazione studiato su misura
per le sale del museo, l'app permette di ricevere informazioni automaticamente quando si passa davanti a
un'opera oppure informa sulle particolari caratteristiche della struttura, ricavata nelle sale della ex Corte
Suprema e del Palazzo del Governo. L'Accenture Analytics Innovation Centre analizzerà i dati del sito e della
app per studiare il comportamento dei visitatori e capirne le preferenze e i percorsi, al fine di migliorare la
user experience e stimolare il ritorno nel museo. Come spiega Chong Siak Ching, CEO della National Gallery
Singapore "Studiando e analizzando i bisogni e le preferenze dei visitatori siamo consapevoli dell'importanza
di offrire un'esperienza personalizzata per ogni visitatore. L'uso delle tecnologie digitali permetterà al museo
di trasformare l'esperienza del visitatore da singola a partecipativa: oltre a imparare di più sulle opere, potrà
condividere le loro storie sui social media creando un dialogo su come viene sperimentata l'arte».
E' stato realizzato dall'agenzia inglese Naked Communications il nuovo programma di e-mail marketing data
driver 'Ready to Fly' che permetterà ai clienti di Virgin Atlantic di ricevere informazioni e contenuti
personalizzati sulla destinazione man mano che la partenza si avvicina. Il concetto di partenza è che ogni
passeggero vola per le motivazioni più svariate, e che gli standard attuali della comunicazione delle
compagnie aeree rasentano lo stalking a fini commerciali. Questo nuovo programma si serve dei dati
personali con cui l'utente si è registrato per creare un personalissimo microsito ben impaginato in grado di
fornire contenuti dinamici di carattere editoriale, mettendo al centro le esigenze del cliente e non quelle della
compagnia e dei suoi partner. Accanto ai contenuti, è stato facilitato l'accesso ai link utili, con tutto ciò che
serve prima di partire. Il programma inizialmente sarà offerto ai viaggiatori da Londra verso New York e
Orlando, ma entro la fine dell'anno sarà esteso all'intera rete.
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CULTURA TRASPORTI
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Brand News Today
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Hotpoint-Ariston cresce del 5% con la strategia 'Always on' e presenza su
tutti i touch point
Hotpoint-Ariston cresce del 5% con la strategia 'Always on' e presenza su tutti i touch point A pag. 8 Essere
'Always on' è il concetto che meglio riassume la strategia di comunicazione di Hotpoint-Ariston, che negli
ultimi tre anni ha rivoluzionato l'approccio a causa del cambiamento radicale del pubblico. «Quella di oggi è la
'Skip-Generation', abituata a volete tutto e subito e a selezionare in una frazione di secondo i continui stimoli ha spiegato Andrea Marino, Marketing Director Mercato Italia Indesit Company, che ieri ha incontrato la
stampa per illustrare la strategia della marca - Il concetto di target si è annullato. Oggi è l'utente che sceglie il
prodotto ed è quindi il prodotto che deve farsi trovare su tutti i possibili touch point del percorso d'acquisto. Da
qui la definizione della strategia 'Always on'». Allo stesso modo, se fino a pochi anni fa l'80% di chi acquistava
un elettrodomestico era una donna, adesso non c'è più alcuna differenza né di età né di sesso. APPROCCIO
ONLINE ARTICOLATO Questo approccio si è tradotto in un marketing mix che accanto ai mezzi classici dà
forte attenzione a tutte le componenti del digitale e alle operazioni con e sui punti vendita. Nonostante il peso
dell'e-commerce nel bianco sia intorno al 5%, l'85% delle persone cerca informazioni su internet prima di
effettuare un acquisto. Online quindi non solo display e search ma anche presenza sui social media,
monitoraggio delle recensioni e iniziative/concorsi che coinvolgono i blogger, per il valore che ha assunto oggi
la loro opinione, nel caso dell'azienda, in campo food. E' stato rinnovato un anno fa anche il sito web, dotato
anche di un algoritmo capace di individuare in quale negozio di elettronica di consumo è presente ogni
prodotto in campionario. Grande attenzione anche all'ascolto della rete, con report pressoché quotidiani, che
consente di intervenire tramite il servizio clienti dove si verificano criticità. Il punto vendita è l'altro polo
strategico perché lì matura il 70% delle decisioni d'acquisto. Tra le leve principali il classico volantino, più che
mai efficace, e aree emozionali e brandizzate in oltre 500 negozi più attività di formazione agli assistenti di
vendita, referenti cruciali sull'ultimo miglio. IN TV CON MINIFILM E TELEPROMOZIONI. OTTIMI RISULTATI
ONLINE CON IL PROGRAMMATIC BUYING Non sono stati dimenticati i mezzi classici come la tv, non con
spot tradizionali ma attraverso telepromozioni e minifilm pianifìcati tra maggio e luglio. «Hotpoint-Ariston
mancava dalla tv da tre anni quindi abbiamo preferito puntare sui formati speciali realizzati dalle emittenti, con
testimonial come Gerry Scotti, Paola Marella, Filippa Lagerback, e in posizione privilegiata (70% di prime
time) per spiegare meglio le innovazioni apportate ai prodotti - ha aggiunto Marino - Sul digital abbiamo
investito circa il 15% del budget di 3 milioni di euro per la campagna adottando tecniche di programmatic
buying con formati video ad hoc che ci hanno permesso di comunicare con le audience segmentate in base
al comportamento online e su pagine di contenuti rilevanti, diverse dalla classica home page. I risultati sono
stati ottimi: la brand awareness è cresciuta di 6-7 punti come anche la brand consideration. Il fatturato 2014
chiuderà a +5% in un mercato che raggiunge l'1%». La quota di mercato di Hotpoint-Ariston è del 22-23%.
Per Natale non verrà lanciata una campagna ad hoc ma ci saranno molte attività nei punti vendita e la fase
finale della campagna digital via programmatic focalizzata sulla gamma di piccoli elettrodomestici, lanciata nel
2013. Nel 2015 è atteso invece il debutto di una linea di elettrodomestici connessi, campo nel quale l'azienda
è già attiva con la partecipazione al consorzio Energy@home. LE AGENZIE Se la campagna tv è stata
prodotta insieme alle concessionarie come Rai Pubblicità, Publitalia e Discovery Media, referente per l'adv
globale è JWT, il centro media Vizeum, MRM per lo sviluppo digitale, MSL per le PR e Showreel per l'in-store
marketing. Riguardo all'acquisizione di Indesit Company da parte di Whirlpool che si è conclusa ieri, non ci
sono ancora risvolti pratici. Oggi due aziende operano come entità separate ma prevedibilmente ci sarà
qualche forma di integrazione sul lato commerciale.
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ELETTRODOMESTICI
04/12/2014
Brand News Today
Pag. 7
PlayStation celebra 20 anni con una limited edition e asta benefica con
Terre des Hommes. In advertising la funzione 'Share play' di PS4 con
campagna tv e web
PlayStation festeggia i 20 anni con un'edizione limitata della console Ps4, chiamata 20th Anniversary Edition
e realizzata in 12.300 esemplari. Per il nostro paese ne sono destinate circa 350 e vista l'esiguità, Sony
Computer Entertainment Italia ha deciso di non metterle in commercio nei punti vendita ma attraverso
iniziative ad hoc per privilegiare i clienti più fedeli. Cinquanta di queste console sono state donate a Terre des
Hommes per dare il via a un'asta online di beneficenza il cui scopo è quello di raccogliere fondi per garantire
cure e assistenza a 600 minori vittime di violenza. A partire dal 9 dicembre il portale di CharityStars
(www.charitystars.com) ospiterà l'asta, che terminerà il 25 gennaio. Per il 20° anniversario non sono previste
attività di comunicazione particolari, se non il richiamo dell'evento sui canali social e sul sito web del brand. In
comunicazione c'è invece la nuova funzione 'Share play', un aggiornamento del firmware della PS4 che
consente di invitare un amico a giocare online anche se non possiede la copia di quel gioco. Con il concetto
di "Sempre connessi" - che è poi la direzione verso cui si sta indirizzando il business dei videogame (il 90%
delle console Ps4 acquistate sono connesse con la rete) - sono stati pianificati la tv e il web. Per quanto
rigurada il piccolo schermo i canali coinvolti sono: Italia 1, Italia 2, Fox Comedy e Animation, Fox Sport e
Supercalcio. Sul mondo del calcio ci sarà un forte presidio con lo spot nel taglio da 60" su Fox, Sky e
Premium Calcio durante le partite di Serie A, B e della Champions League. Dal 7 al 13 sarà anche pianificato
Canale 5, per complessivamente 2.500 passaggi. Sul web sono coinvolti dalla pianificazione siti di sport e di
informazione. Centro media Omd, creatività di Ninetynine. Nei primi mesi del 2015, invece, saranno in
comunicazione due titoli, "The order 1886" e "Blooodborne", con un piano media non ancora definito ma che
sarà molto probabilmente 'all digital'.
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TALIA PRODOTTI CHARITY TV WEB elettronica di consumo
04/12/2014
DailyMedia
Pag. 2
(diffusione:15000, tiratura:15000)
Vittorio Parazzoli
Andrea Marino, marketing director del marchio di Indesit Company, spiega le strategie adottate per restare in
continuo contatto con i consumatori, con un forte ruolo del digitale ma non rinunciando alla tv 16 Si riassume
nelle parole "always on" la strategia di marketing di Hotpoint-Ariston, su cui si è incentrato l'incontro con la
stampa di Andrea Marino, marketing director Italia di Indesit Company (uscita ieri dalla Borsa dopo il
completamento dell'acquisizione totale da parte di Whirlpool). «Confrontarsi e convincere il consumatore di
oggi, esperto e razionale, capace di cercare, fare confronti, valutare e scegliere, è diventata un'attività
sempre più complessa - ha spiegato -. Il processo d'acquisto è sempre meno esperienziale e sempre più
funzionale, mentre la decisione continua a modificarsi in base alle opinioni che il consumatore incontra man
mano. Per questo abbiamo ispirato la nostra strategia triennale al concept "essere sempre ovunque" e,
quindi, non solo in tv, dove la pubblicità continua comunque a essere efficace, ma anche lungo tutto il
percorso decisionale, sul web, nel pv, nelle consumer review e in tutti i touch point in cui lo si può
coinvolgere. La strategia di marca deve puntare alla brand consideration e al top of mind. Naturalmente, la
brand awareness è necessaria, ma non sufficiente. Per sostenere un posizionamento nella fascia medio-alta
del mercato, che è il territorio di Hotpoint-Ariston, occorre rispondere alle dinamiche di acquisto di un
elettrodomestico, caratterizzate da un processo razionale e funzionale, più che emozionale e impulsivo, e da
una necessità di sostituzione ed emergenza, più che di pianificazione. Tutto questo, nell'era della skip
generation in cui è il consumatore a scegliere, e l'azienda e i suoi prodotti sono diventati il target. Di qui la
necessità di essere sempre top of mind e presenti dallo zero moment of truth all'ultimo metro. Nonostante il
peso dell'e-commerce nel bianco sia intorno al 5%, l'85% delle persone cerca informazioni su internet prima
di effettuare un acquisto. Il web è quindi un'enorme opportunità di dialogo diretto». Inoltre, a fronte di una
proliferazione dell'offerta, Hotpoint-Ariston ha deciso di concentrarsi sulle "core function" di ciascun prodotto:
e anche il linguaggio di comunicazione dev'essere semplificato in modo adeguato per aiutare la scelta. Il web
marketing è quindi strategico e sviluppato per favorire il processo di acquisto: ottimizzazione dei siti web,
pagine Facebook e canali Youtube, video e tutorial, concorsi e partneship contribuiscono a dialogare
quotidianamente con i fan e comunicare le attività di marca. Il nuovo sito, lanciato da un anno, cresce del
50% in termini di visite (oltre 1,5 milioni nel 2014) e per tempi medi di permanenza; la pagina Fb è arrivata a
70.000 fan (+40%); il database è di 180.000 utenti registrati, e oltre 2 milioni sono le email inviate. C'è poi una
costante presenza sui siti dei principali retailer, in alcuni casi con veri e propri shopin-shop dedicati, e viene
fatto un monitoraggio del web sentiment sui brand, con interventi, dove possibile, nelle situazioni di criticità ;
vengono inoltre sviluppate relazioni con i principali food blogger con eventi, concorsi, team e un dialogo
costante grazie anche al supporto di MSL Group , che segue le RP. Infine, ci sono sinergie con partner
strategici come l'APCI - Associazione Professionale Cuochi Italiani -, Illy per il caffè, P&G per il mondo del
bucato e Reckitt Benckiser per il lavaggio stoviglie. Per presidiare l'ultimo metro, sono state create aree
emozionali e brandizzate in oltre 500 negozi della distribuzione specializzata, con materiali premium in tutte le
categorie. Anche nei pv, il link con il mondo digitale è assicurato dall'utilizzo di QR codes che linkano
direttamente a video-prodotto o ad altre informazioni. L'utilizzo di materiali brandizzati in store è stato alla
base di un forte aumento della brand awareness. Quest'anno, per altro, Hotpoint-Ariston è tornato anche in
comunicazione tradizionale, in tv e sul web, con una strategia focalizzata su tutta la gamma di prodotti e
basata su formati speciali. «Dopo circa 4 anni di silenzio di comunicazione - ha spiegato sempre Marino avevamo la necessità di abbracciare diversi prodotti su cui il marchio aveva portato forti innovazioni. Per
favorire un posizionamento alto sui temi legati alle performance, abbiamo scelto formati non tradizionali, con
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La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
Hotpoint-Ariston cresce grazie alla strategia "always on" e pensa a un
ritorno agli spot
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DailyMedia
Pag. 2
(diffusione:15000, tiratura:15000)
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La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
testimonial autorevoli, e posizioni privilegiate. Sul digital, abbiamo investito circa il 15% del budget totale,
privilegiando una strategia di programmatic adv con formati video ad hoc, che rispondono meglio alla reale
esperienza di esplorazione digitale rispetto al classico banner». Tutti questi sforzi hanno fatto sì che, in un
mercato che ha perso circa il 30% del volume totale in 4 anni (anche se nel 2014 si osserva un leggero segno
positivo di mercato che registra nei primi 3 trimestri un +1%), Hotpoint-Ariston abbia mantenuto e consolidato
la leadership sia a volume che a valore, con una crescita del fatturato Italia 2014 del 5%, con i piccoli
elettrodomestici che hanno triplicato il giro di affari rispetto al 2013 con la prospettiva di raddoppiarlo nel
2015. I partner, tutti confermati, sono JWT per l'advertising (che potrebbe tornare l'anno prossimo con classici
commercial), MRM per il digital, Showreel e Walk per l'in store marketing e Vizeum per il planning. Il budget è
stato di 3 milioni di euro e potrebbe crescere l'anno prossimo.
Foto: Andrea Marino
04/12/2014
DailyNet
Pag. 1
(diffusione:15000, tiratura:15000)
Google, Neal Mohan: occhi puntati sul brand advertising
giacomo broggi
intanto l'azienda ha presentato, a livello italiano, i risultati di un'indagine che dimostra l'efficacia del click to
call 14 In palio c'è una montagna di soldi. Magna Global stima che nel 2015 il mercato pubblicitario varrà, a
livello globale, 537 miliardi di dollari. Solo 1/3 di tutto questo denaro tuttavia riguarda il mezzo digital. Una
porzione che diviene ancora minore, se si considerano canali come il direct mail e le print directories, che
l'istituto di ricerca non rileva. Nonostante queste proiezioni, la strada è già tracciata: il futuro è là, perché le
persone - i consumatori - sono già là. Questi dati - come gli stessi consumatori - li conosce bene Google, il
gigante pubblicitario del terzo millennio che corre in Borsa e macina utili stratosferici dall'advertising a livello
americano, italiano, europeo e globale. «Stiamo concentrando i nostri sforzi per attrarre maggiori investimenti
di brand advertising, che adesso transitano perlopiù in televisione», è stata l'affermazione di Neal Mohan,
Google's vice president of display and video advertising products, alla Credit Suisse Technology Conference.
Il manager ha aggiunto che Google ha l'obiettivo di «muovere il brand advertising verso i media digitali». Tra
le altre cose, Mohan ha dichiarato che Big G sta sperimentando nuove vie per misurare le performance delle
campagne pubblicitarie attraverso diversi strumenti che supportino gli advertiser nell'analisi dell'efficacia della
pubblicità online. Sempre Mohan, ha affermato che «Google ha condotto circa 6.000 indagini per i suoi clienti
negli ultimi mesi». Gli studi misurano, tra l'altro, la quantità di viewers recall per singolo contenuto
pubblicitario, il livello di awareness nei confronti del brand e la propensione dell'audience all'acquisto. Mohan
ha rivelato che il colosso di Mountain View sta lavorando a stretto contatto con società come Nielsen e
comScore per garantire standard di misurazione che aiutino gli inserzionisti a determinare gli utenti che
vedono i loro annunci e se stiano raggiungendo il target di riferimento. Mohan ha posto l'attenzione anche
sull'impegno di Google sulla visualizzazione degli annunci in ambito web: il traffico deve essere "umano".
«Per eliminare quegli sprechi e quelle frodi che aiggono la pubblicità online da lungo tempo», ha precisato
Mohan. Una problematica su cui l'impegno di Big G, fa notare il Wsj, è concreto. A febbraio, infatti, Google ha
acquisito la startup londinese Spider.io, specializzata nel combattere i click fraudolenti degli annunci online. E
proprio in settimana Doubleclick - di proprietà di Google - ha annunciato un importante "aggiornamento" nella
lotta alle frodi e alla pubblicità spazzatura. Insomma le strategie di Google sono lungimiranti e dimostrano la
vitalità dell'azienda, che anche attraverso acquisizioni - sta espandendo il suo raggio d'azione e creando una
definita identità di marca. Google sa che il brand advertising è un'ipotesi più che affascinante. Soprattutto per
inserzionisti e consumatori. neaL mohan
Foto: neaL mohan
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Strategie
04/12/2014
DailyNet
Pag. 1
(diffusione:15000, tiratura:15000)
Playstation compie vent'anni. Il digital pervade i videogiochi
Francesco Lattanzio
Le console sono diventate mezzi di comunicazione, con il web come focus. il 40% del budget mktg, infatti, è
su internet 3 Tutto cominciò vent'anni fa, con un quadrato arancione sfumato, ruotato di 45 gradi, al centro di
uno schermo bianco. È questo il primo frame di ogni titolo della console che ha cambiato il mondo del
gaming. La grafica 2d diventa 3d, le "cassette" o "cartucce" diventano cd, personaggi ed esperienze si
modificano per non tornare più indietro. Dal 3 dicembre 1994, "day one" della PlayStation nei negozi, sono
state vendute 425 milioni di macchine in tutto il mondo, 14 milioni in Italia. PS, in tutte le sue forme (o
edizioni), è entrata in 7 milioni di case, diventando un oggetto di culto, prima per il target ragazzi, poi bambini,
donne, famiglie. Questo grazie a uno "status" acquisito dalla qualità dell'esperienza di gioco, ma anche a
un'attenta strategia di comunicazione, mai uguale a sè stessa, mai stereotipata. L' incipit di ogni strategia è
stato, ed è tuttora, "il giocatore al centro del nostro mondo". Uno sguardo ai dati: dal lancio in Italia, le donne
che utilizzano PlayStation sono cresciute del 66%, gli user del 70% e il target 35-44 anni del 6%. In generale,
il mercato console nostrano vale un miliardo di euro e Sony ne controlla il 60%. Gli utilizzatori dei nostri giorni
appartengono per la maggior parte al segmento nextgen (60%), utenti particolari, legati a doppio filo alla
dimensione digitale. Da PS4, che ha registrato il record di vendita tra le console Sony nei primi dodici mesi
dal lancio, sono stati condivisi 20 milioni di contenuti solo in Italia. Questa nuova dimensione digitale del
mezzo aggiunge al significato tradizionale di "Play" (giocare), quello di suonare, riprodurre. E la console
diventa un canale per guardare video, leggere libri, ascoltare musica. Diventa un vero e proprio canale di
comunicazione. "Welcome to the future of play", dicono all'evento organizzato ieri a Milano in occasione dei
venti anni dall'uscita della prima PlayStation. E questo sarà il claim delle prossime campagne di
comunicazione. DailyNet c'era e ha chiesto a Tiziana Grasso, pr ed event manager di PlayStation Italia, come
sono cambiate le modalità di comunicazione della macchina. NEGlI ultIMI VENtI aNNI INtERNEt ha
StRaVolto l'EcoSIStEMa DEI MEDIa. coM'è caMbIata la coMuNIcazIoNE DI PlayStatIoN? «Siamo sempre
stati vicini al mondo digitale. La divisione italiana, in particolare, è stata la prima del gruppo Europa a creare
un blog gestito dall'azienda. Per la gestione dei social e dei commenti ci appoggiamo a Endevour, ma
riteniamo fondamentale comunicare direttamente con gli user. Le risposte alle loro domande, infatti,
provengono sempre da fonti interne all'azienda. A livello di advertising, poi, il presidio della carta è marginale.
I nostri sforzi si concentrano soprattutto su tv e digital, con un'incidenza sul totale del budget di marketing
rispettivamente del 60 e 40%. Il fENoMENo DEl VIDEoGaMING è uNo DEGlI hot-toPIc PER quaNto
RIGuaRDa GlI uSER GENERatED coNtENt. alcuNI DEGlI youtubER coN PIù SEGuIto baSaNo Su quESto lE
loRo foRtuNE... «Youtuber e influencer sono canali che non possiamo certo ignorare. Per esempio, alla
GamesWeek di Milano del 2014 abbiamo presentato "Drive Club", un titolo che permette ai giocatori di fare
squadra. E le azioni di ogni membro portano beneficio al gruppo. Insomma, con una forte impronta social. Per
coinvolgere i partecipanti abbiamo collaborato con CiccioGamer89, che su YouTube può vantare 400.000
iscritti al suo canale e video sopra le 800.000 view, che invitava gli utenti a sfidarlo». Dal MoMENto chE, coN
la coNNESSIoNE alla REtE, aVEtE cREato uN EcoSIStEMa DI coNtENutI, ESIStoNo DEllE SoluzIoNI PER
GlI INSERzIoNIStI? «PlayStation Network è un canale ulteriore per le aziende che vogliono rivolgersi al
proprio target di riferimento. Chiaramente i titoli utilizzati nella console ci permettono di profilare l'utente che la
utilizza e offrire, in questo modo, la possibilità di inserire l'adv nei servizi che offriamo, tra cui VidZone, Video
Unlimited, Music Unlimited, per citarne alcuni. Morpheus (visore per la realtà aumentata ndr) , che ora è in
mano agli sviluppatori, offrirà nuove e interessanti possibilità di comunicare attraverso i videogiochi» cI
SaRaNNo NuoVE attIVItà DI coMuNIcazIoNE a bREVE? «Nel 2015 lanceremo due nuovi titoli, "The Order" e
"Bloodborne", rispettivamente a febbraio e marzo. Non sono ancora state impostate campagne, ma ci
affideremo a Ninetynine per la creatività e a Omd per la pianificazione».
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Marchi
04/12/2014
DailyNet
Pag. 1
(diffusione:15000, tiratura:15000)
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Foto: tiziana grasso
Foto: tiziana grasso
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04/12/2014
DailyNet
Pag. 1
(diffusione:15000, tiratura:15000)
Gruppo Mondadori si prende il 75% dell'agenzia Kiver
con questa operazione la società di segrate rafforza la propria presenza nel settore dei mktg services digitali
6 Il Gruppo Mondadori ha siglato un accordo per l'acquisizione del 75% del capitale sociale dell'agenzia di
digitla marketing Kiver. Con questa operazione Mondadori rafforza la propria presenza nel settore dei
marketing services digitali, ampliando la propria gamma di prodotti e soluzioni in un sistema di offerta
integrato con i contenuti e gli asset del gruppo e in piena sinergia con le attività di direct marketing di Cemit e
la rete della concessionaria Mediamond. «L'ingresso nel nostro Gruppo di una realtà digitale ad alto
potenziale di sviluppo come Kiver ci consentirà di proporre set di soluzioni sempre più complete e ricche per
presidiare al meglio il mondo del digital marketing, in particolare nel below the line - ha dichiarato Federico
Rampolla, responsabile Digital Innovation del Gruppo Mondadori. -. Disporremo in modo immediato di
ulteriori competenze specifiche e di un know-how altamente qualificato per operare sul mercato con nuova
modalità commerciale e rispondere alle esigenze dei clienti» ha concluso Rampolla. Kiver, guidata da
Gianluca Perrelli, amministratore delegato e cofounder della società, è specializzata in servizi di: performance
marketing, volti all'ideazione di campagne di marketing pay per click e attività di display e mobile advertising;
touchpoint management, per la gestione dei diversi punti di contatto digitale tra aziende e clienti; branded
entertainment, per l'utilizzo di contenuti gratuiti come strumenti promozionali.
Foto: federico rampoLLa
Foto: federico rampoLLa
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Mercato/1
04/12/2014
DailyNet
Pag. 1
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Hotpoint-Ariston rompe il silenzio nella comunicazione con una strategia
"always on"
vittorio parazzoli
Hotpoint-Ariston rompe il silenzio nella comunicazione con una strategia "always on" 4 Si riassume nelle
parole "always on" la strategia di marketing di Hotpoint-Ariston, su cui si è incentrato l'incontro con la stampa
di Andrea Marino, marketing director Italia di Indesit Company (uscita ieri dalla Borsa dopo il completamento
dell'acquisizione totale da parte di Whirlpool). «Confrontarsi e convincere il consumatore di oggi, esperto e
razionale, capace di cercare, fare confronti, valutare e scegliere, è diventata un'attività sempre più complessa
- ha spiegato -. Il processo d'acquisto è sempre meno esperienziale e sempre più funzionale, mentre la
decisione continua a modificarsi in base alle opinioni che il consumatore incontra man mano. Per questo
abbiamo ispirato la nostra strategia triennale al concept "essere sempre ovunque" e, quindi, non solo in tv,
dove la pubblicità continua comunque a essere efficace, ma anche lungo tutto il percorso decisionale, sul
web, nel pv, nelle consumer review e in tutti i touch point in cui lo si può coinvolgere. La strategia di marca
deve puntare alla brand consideration e al top of mind. Naturalmente, la brand awareness è necessaria, ma
non sufficiente. Per sostenere un posizionamento nella fascia medio-alta del mercato, che è il territorio di
Hotpoint-Ariston, occorre rispondere alle dinamiche di acquisto di un elettrodomestico, caratterizzate da un
processo razionale e funzionale, più che emozionale e impulsivo, e da una necessità di sostituzione ed
emergenza, più che di pianificazione. Tutto questo, nell'era della skip generation in cui è il consumatore a
scegliere, e l'azienda e i suoi prodotti sono diventati il target. Di qui la necessità di essere sempre top of mind
e presenti dallo zero moment of truth all'ultimo metro. Nonostante il peso d e l l ' e commerce nel bianco sia
intorno al 5%, l'85% delle persone cerca informazioni su internet prima di effettuare un acquisto. Il web è
quindi un'enorme opportunità di dialogo diretto». Inoltre, a fronte di una proliferazione dell'offerta, HotpointAriston ha deciso di concentrarsi sulle "core function" di ciascun prodotto: e anche il linguaggio di
comunicazione dev'essere semplificato in modo adeguato per aiutare la scelta. Il web marketing è quindi
strategico e sviluppato per favorire il processo di acquisto: ottimizzazione dei siti web, pagine Facebook e
canali Youtube, video e tutorial, concorsi e partneship contribuiscono a dialogare quotidianamente con i fan e
comunicare le attività di marca. Il nuovo sito, lanciato da un anno, cresce del 50% in termini di visite (oltre 1,5
milioni nel 2014) e per tempi medi di permanenza; la pagina Fb è arrivata a 70.000 fan (+40%); il database è
di 180.000 utenti registrati, e oltre 2 milioni sono le email inviate. C'è poi una costante presenza sui siti dei
principali retailer, in alcuni casi con veri e propri shopin-shop dedicati, e viene fatto un monitoraggio del web
sentiment sui brand, con interventi, dove possibile, nelle situazioni di criticità; vengono inoltre sviluppate
relazioni con i principali food blogger con eventi, concorsi, team e un dialogo costante grazie anche al
supporto di MSL Group , che segue le RP. Infine, ci sono sinergie con partner strategici come l'APCI Associazione Professionale Cuochi Italiani -, Illy per il caffè, P&G per il mondo del bucato e Reckitt Benckiser
per il lavaggio stoviglie. Per presidiare l'ultimo metro, sono state create aree emozionali e brandizzate in oltre
500 negozi della distribuzione specializzata, con materiali premium in tutte le categorie. Anche nei pv, il link
con il mondo digitale è assicurato dall'utilizzo di QR codes che rimandano direttamente a video-prodotto o ad
altre informazioni. L'utilizzo di materiali brandizzati in store è stato alla base di un forte aumento della brand
awareness. Quest'anno, per altro, Hotpoint-Ariston è tornato anche in comunicazione tradizionale, in tv e sul
web, con una strategia focalizzata su tutta la gamma di prodotti e basata su formati speciali. «Dopo circa 4
anni di silenzio di comunicazione - ha spiegato sempre Marino - avevamo la necessità di abbracciare diversi
prodotti su cui il marchio aveva portato forti innovazioni. Per favorire un posizionamento alto sui temi legati
alle performance, abbiamo scelto formati non tradizionali, con testimonial autorevoli, e posizioni privilegiate.
Sul digital, abbiamo investito circa il 15% del budget totale, privilegiando una strategia di programmatic adv
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Aziende
04/12/2014
DailyNet
Pag. 1
(diffusione:15000, tiratura:15000)
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La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
con formati video ad hoc, che rispondono meglio alla reale esperienza di esplorazione digitale rispetto al
classico banner». Tutti questi sforzi hanno fatto sì che, in un mercato che ha perso circa il 30% del volume
totale in 4 anni (anche se nel 2014 si osserva un leggero segno positivo di mercato che registra nei primi 3
trimestri un +1%), HotpointAriston abbia consolidato la leadership sia a volume che a valore, con una crescita
del fatturato Italia 2014 del 5%, con i piccoli elettrodomestici che hanno triplicato il giro di affari rispetto al
2013 con la prospettiva di raddoppiarlo nel 2015. I partner, tutti confermati, sono JWT per l'advertising (che
potrebbe tornare l'anno prossimo con classici commercial), MRM per il digital, Showreel per l'in-store
marketing e Vizeum per il media planning. Il budget è stato di 3 milioni di euro e potrebbe crescere l'anno
prossimo.
Foto: andrea marino
04/12/2014
DailyNet
Pag. 1
(diffusione:15000, tiratura:15000)
Triboo Digitale, "Primo Taglio" online con E-food
8 Triboo Digitale, "Primo Taglio" online con E-food «Interpretare il cambiamento. E' sempre stato questo il
paradigma strategico che ci ha guidato fin dal 1880, ossia da quando i miei avi aprirono la prima "bottega
alimentare". Oggi, con Primotaglio.it, ci proponiamo ancora una volta di innovare seguendo, anzi anticipando,
le tendenze del momento. Queste ci suggeriscono che il momento è propizio per investire nel settore del food
ecommerce». La presenta così la sua ultima fatica imprenditoriale Francesco Amodio, amministratore
delegato di Gruppo Amodio. Certo, per un'azienda attiva da cinque generazioni che oggi rappresenta il terzo
player del settore lattiero caseario in Italia, con oltre 600 addetti e 188 milioni di euro di fatturato e una
presenza consolidata sia nella vendita al dettaglio sia nel canale HO.RE.CA. in italia e all'estero, aprire un
ecommerce appare una scelta quasi obbligata, se non addirittura banale. Ma Primotaglio.it non nasce come
semplice progetto di ecommerce. «Abbiamo creato uno scrigno in grado di integrare i valori del tradizionale
modello della "bottega di fiducia" ossia la certezza della qualità e la relazione con il cliente, con il linguaggio
moderno del web, proponendosi come un modo tutto nuovo di fare una spesa di qualità, comodamente da
casa propria» - ha spiegato Antonio Romano, chief operating officer di Gruppo Amodio e Project leader di
Primo Taglio. La maggiore peculiarità del progetto, che infatti è attuato attraverso una start up (E-food srl) e
non un semplice canale digitale, è legata alla sua value proposition, che integra oltre ai classici vantaggi dell'
ecommerce, un servizio di consegna che non avviene attraverso semplici "corrieri" ma viene effettuato
attraverso una rete di "messaggeri del gusto", personale altamente qualificato in grado di supportare e
consigliare il cliente nella scelta e persino negli impieghi (ricette) degli alimenti acquistati. Piattaforma
tecnologica, quindi, ma servizio di impronta tradizionale. Primo Taglio nasce grazie a un investimento iniziale
di 1,5 milioni di euro e impiega oggi 15 persone. Ma l'obiettivo del Gruppo è arrivare a 80 addetti e 15 milioni
di euro di fatturato nei prossimi 24-36 mesi. «Attualmente abbiamo oltre 300 referenze prodotte o selezionate
direttamente da noi - conferma Romano -. Ma la nostra vision è quella di porci come un hub di riferimento
delle eccellenze artigianali del Made in Italy sperse su tutto il territorio italiano. Gli obiettivi di crescita a medio
termine comprendono l'espansione dell'offerta, l'estensione del servizio in altre città italiane, a partire da
Torino e Roma, e la sfida dell'internazionalizzazione, con la prospettiva di esportare il concept del servizio
nelle principali country europee». Partner tecnologico e per molti versi anche strategico del progetto è Triboo
Digitale, e-commerce company che costituisce da tempo un'eccellenza nella progettazione, realizzazione e
gestione di progetti complessi di commercio elettronico. «Grazie a un approccio strategico unico nel suo
genere per il nostro Paese, Primo Taglio si candida ad essere la startup di riferimento nell'e-commerce food
in Italia - ha spiegato Marco Realfonzo, chief digital officer di Triboo Digitale -. Ci sono tutti gli ingredienti per
fare bene: un approccio multicanale integrato, un solido gruppo industriale alle spalle, una strategia di
comunicazione aggressiva, una logistica integrata fino all'ultimo miglio che consente di consegnare prodotti
freschissimi a casa del consumatore, e una piattaforma tecnologica avanzata, con particolare attenzione al
mobile». La medesima attenzione al mobile, attraverso i social oltre che ai media digitali nel complesso sarà
riservata anche in fase di pianificazione media che prevede, infatti, display in Real Time Bidding fortemente
geotargetizzata, social adv e ovviamente le immancabili attività di SEM, contributo essenziale per ogni
ecommerce. «I canali social saranno inoltre utilizzati per attività di engagement e per la gestione del customer
service - precisa Realfonzo - che poi confessa che l'investimento in comunicazione per la promozione iniziale
del progetto ammonta a svariate centinaia di migliaia di euro, la parte principale del budget, addirittura il 7080%, è stata dedicata al digital e «non si esclude che l'impegno sui media digitali possa aumentare» ha
concluso il manager.
Foto: francesco amodio e antonio romano
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Ecommerce
04/12/2014
DailyNet
Pag. 5
(diffusione:15000, tiratura:15000)
black+Decker, a Natale trapano e levigatrice sotto l'albero
Interessati portali di sport, informazione, casa, tempo libero e fai da te, oltre ai social. La comunicazione è
firmata da Factory Prime. Pianifica Carat
È online la nuova campagna di digital advertising di Black+Decker con il nuovo trapano intelligente
Autosense e la levigatrice Mouse. I media interessati sono tra i più importanti portali di sport, informazione,
casa, tempo libero e fai da te. È prevista una grande presenza di contenuti video, la campagna inoltre verrà
supportata da canali social, Facebook e YouTube. Autosense sarà il principale protagonista della campagna:
l'innovativo trapano intelligente che quando avviti si regola automaticamente. Alla comunicazione si aggiunge
la nuova levigatrice Mouse con un effetto positivo a 360 gradi sul brand, la cui mission si identifica nel fornire
prodotti innovativi ed efficienti, dando la fiducia e la consapevolezza al consumatore di poter trasformare i
sogni in realtà. La pianificazione media è di Carat, la creatività è a cura di Factory Prime.
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Marchi
04/12/2014
DailyNet
Pag. 27
(diffusione:15000, tiratura:15000)
Gruppo l'Espresso: concluso il restyling digitale delle 18 testate locali
Corriere delle Alpi di Belluno il tassello finale. La versione ottimizzata per il mobile è prevista per la prossima
primavera
Con il rilascio online della nuova versione del sito del Corriere delle Alpi di Belluno, oggi si conclude il
percorso di restyling digitale delle 18 testate locali del gruppo L'Espresso, cominciato la scorsa primavera con
il Messaggero Veneto. I lettori dei quotidiani locali del gruppo (408 mila utenti unici al giorno in media nel
2014, 62 milioni di page view mensili, fonte Audiweb gennaio-ottobre) hanno a disposizione, per la propria
regione, provincia o città di riferimento, un sito rinnovato. Mantenendo le notizie in tempo reale come cuore
dell'offerta informativa, il gruppo di lavoro ha realizzato un progetto di "hub di comunità": al centro c'è il lettore
cittadino, tutto attorno i servizi utili a migliorare la sua vita quotidiana attraverso il giornale che compra in
edicola, la sua versione digitale scaricabile su tablet o desktop, gli account social della testata e il sito (che
dalla prossima primavera avrà anche una versione ottimizzata per il mobile). In particolare, il portale si
caratterizza per una maggiore ricchezza di contenuti: ogni pagina di approdo, che ci si arrivi dalla homepage,
da un motore di ricerca o dai social network, si presenta come un insieme narrativo che oltre alla notizia
fornisce nello stesso contesto i contenuti multimediali ad essa collegati.
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Editoria
04/12/2014
DailyNet
Pag. 29
(diffusione:15000, tiratura:15000)
Si chiude bto con 8 mila partecipanti. Mille in più rispetto al 2013
In aumento anche gli stand, che dai 43 dell'anno scorso sono passati a 53 con un aumento dei ricavi del
+26%
Sono stati 8.000 i partecipanti alla settima edizione di Bto - Buy Tourism Online (1.000 in più rispetto lo
scorso anno), la manifestazione internazionale dedicata al travel 2.0 che si è svolta alla Fortezza da Basso di
Firenze il 2 e 3 dicembre, promossa da Regione Toscana, Toscana Promozione e Camera di Commercio di
Firenze, organizzata da Fondazione Sistema Toscana e PromoFirenze - Azienda Speciale della Camera di
Commercio di Firenze. Programma scientifico e concept creativo Bto Educational. Tra i numeri dell'edizione
2014 spicca il +15% di biglietti venduti, oltre all'aumento degli stand che da 43 del 2013 sono passati a 53
con un conseguente ricavo del +26%. Oltre 6.000 sono stati gli utenti unici che hanno seguito in diretta lo
streaming dei principali eventi in programma. Ben 124 tra incontri e dibattiti a cui hanno partecipato 230
relatori provenienti da tutto il mondo, 350 i giornalisti e blogger accreditati. Fra i Paesi presenti, oltre all'Italia:
Irlanda, Spagna, Germania, Inghilterra, Svizzera, Usa, Francia, Brasile, Regno Unito, Francia, Olanda,
Spagna, Irlanda, Turchia, Portogallo. Anche quest'anno tante le regioni italiane che hanno scelto di essere a
Bto. Oltre alla Toscana: Lazio, Liguria, Sicilia, Puglia, Umbria, Abruzzo ed Emilia Romagna. Tra i temi
principali di questa settima edizione: web marketing, big data e turismo, sharing economy, storytravelling,
turismo sostenibile, l'evoluzione del mobile, reputation e relevance, mega metasearch, hospitality internet of
things e wearable technologies. Tra le curiosità presentate a BTO, e per la prima volta in Italia, l'applicazione
"Immersive Shopping" di Amadeus che offre al viaggiatore di vedere in anticipo la camera di albergo del suo
prossimo viaggio in tecnologia tridimensionale, attraverso l'innovativo schermo da indossare sul viso, per la
realtà aumentata Oculus Rift. Tante le start up presenti in Fortezza da Basso grazie anche alla
partecipazione dell'Associazione start up turismo e dell'Associazione italiana turismo responsabile. BTO è
stata l'occasione di conoscere in anteprima alcune tra le più interessanti ricerche del settore. Quella dedicata
alle abitudini di viaggio degli under 30 in Italia - "Travel young travel different" - che segnala come i giovani si
preoccupino poco se le recensioni online siano vere o false e, infatti, il 92% di loro non prenota senza aver
letto le recensioni di altri viaggiatori. Altra ricerca presentata in anteprima quella di Future Brand con un
approfondimento specifico sull'Italia. Dallo studio emerge che sono cultura, bellezza e gastronomia le tre
keyword che vengono attribuite all'Italia e che la contraddistinguono dal resto dei Paesi presi in esame.
Foto: La manifestazione si è svoLta aLLa fortezza da basso di firenze iL 2 e iL 3 dicembre
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Eventi
04/12/2014
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Pag. 2
Hotpoint-Ariston è 'always on' con il web marketing
Valeria Zonca
Andrea Marino: "Il fatturato 2014 dell'azienda cresce del 5%. Obiettivo per la linea dei piccoli elettrodomestici:
raddoppiare il fatturato nel 2015" [ pagina 8 ] Essere presente in tutti i touch points: è questa la strategia per il
brand Hotpoint-Ariston , raccontata ieri a Milano da Andrea Marino , Marketing Director Mercato Italia di
Indesit Company . "A causa della rivoluzione digitale, il concetto di target si è annullato: oggi è il consumatore
a scegliere il target cioè un prodotto o un'azienda - ha introdotto il manager -. Quindi l'unica strategia di
comunicazione possibile è quella di essere 'always on' nel tempo e nello spazio. Questo non avviene più solo
tramite la comunicazione sui media tradizionali, ma anche attraverso il web, il punto vendita dove si
concretizza il 70% delle decisioni di acquisto, le consumer rewies, la presenza sui siti dei principali retailer, la
collaborazione con food blogger e con partner strategici, tra cui P&G per il bucato, Reckitt Benckiser per il
lavaggio stoviglie, illy per il caè, l'Associazione Professionale Cuochi Italiani e Giallo Zaerano, con i quali
abbiamo lanciato il contest 'Con HotpointAriston lo Chef sei tu'. Per Hotpoint-Ariston, il web marketing è un
pilastro fondamentale della strategia di crescita. L'intera nostra strategia digital è sviluppata pensando a
come favorire il processo di acquisto: ottimizzazione dei siti web, pagine Facebook e canali YouTube, video e
tutorial, concorsi e partneship contribuiscono a farci dialogare quotidianamente con i fan dei nostri prodotti e a
comunicare loro le nostre attività di marca. La strategia è stata sviluppata anche grazie all'expertise digitale di
MRM e del centro media Vizeum ". Il brand di elettrodomestici, che si posiziona nella fascia premium, ha
imboccato la via digitale circa tre anni fa; lo scorso anno ha rinnovato nella grafica e nell'architettura il sito
www.hotpoint-ariston.it e ha creato un sito eCommerce per la linea di piccoli elettrodomestici, lanciata a metà
2013. "I risultati raggiunti ci incoraggiano - ha confermato Marino -. Il nuovo sito cresce del 50% sia in termini
di visite, che sono oltre i 1,5 milioni nel 2014, sia in termini di tempo medio di permanenza. La pagina
Facebook europea conta 500mila fan, quella italiana 70mila. Abbiamo un sistema di monitoraggio del web
sentiment e un database di 180mila utenti registrati: chiuderemo l'anno con 2 milioni di email inviate".
Quest'anno Hotpoint-Ariston da maggio a luglio è tornato in comunicazione in tv e sul web. "Dopo un silenzio
in tv di 4 anni, volevamo focalizzare l'attenzione sulla gamma dei prodotti e sulle innovazioni riguardo alle
performance dei prodotti. Per questo non siamo andati on air con un 30", ma abbiamo optato per formati
speciali su reti Sky, Rai, Mediaset e su Real Time, utilizzando testimonial e posizioni privilegiati all'interno dei
break, prevalentemente in prime time. Un investimento di 3 milioni di euro, di cui il 15% è stato destinato al
digital, in particolare al programmatic advertising. L'obiettivo di questo ight era di costruire sul marchio brand
consideration, cresciuta nell'ultimo anno e mezzo, così come la brand awareness che negli ultimi tre anni si è
attestata oltre il 50%". Indesit Company è stata acquistata qualche mese fa dal Gruppo Whirlpool e proprio in
questi giorni si stanno completando le fasi del processo azionario, con il delisting alla Borsa italiana. "Finora ha precisato Marino - abbiamo operato come due aziende separate. Mi aspetto che nel 2015 ci siano delle
forme di integrazione commerciale, ma per quanto riguarda la comunicazione attualmente non ci sono
novità". Confermati, quindi, i partner di comunicazione: JWT per l'atl, MRM per il digital, MSL Group per le pr
e Showreel e Walk in per l'instore marketing. "A Natale faremo molte attività nei punti vendita con l'utilizzo di
promoter e ci sarà una coda delle attività di programmatic adv sul web. Le strategie di comunicazione nel
2015 proseguiranno il cammino intrapreso, con qualche rivisitazione nell'adv istituzionale, a partire da una
presenza più spalmata nel corso dei 12 mesi e l'utilizzo di tv commercial al posto dei formati speciali. Sul
brand Indesit il budget è più ridotto e si focalizzerà sul web. In un mercato che a fine anno crescerà dell'1%,
quello di Indesit Company registrerà +5% rispetto al 2013, anche grazie ai piccoli elettrodomestici su cui
l'azienda ha triplicato il fatturato sull'anno di lancio, con l'obiettivo di raddoppiarlo nel 2015", ha concluso
Marino. Andrea Marino: "Il fatturato 2014 dell'azienda cresce del 5%. Obiettivo per la nuova linea dei piccoli
elettrodomestici: raddoppiare il fatturato nel 2015"
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nel 2014 SpeSI 3 Mln peR l' aDv In tv e Sul weB . ConfeRMatI I paRtneR DI CoMunICazIone
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Foto: andrea Marino
Foto: andrea Marino
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Sky Online Magic App cambia i #ProgrammiXNatale
[ pag. 22 ] Twitter, Facebook, Vice, IGPDecaux, Zodiak Active e Amazon i partner per il lancio della
prepagata Arriva da oggi la prima offerta prepagata di Sky online dedicata allo streaming. L'idea perfetta sotto
l'albero per tutti i nativi digitali e appassionati di serie tv, film e show e per chi non può perdersi una puntata di
MasterChef 4 o la serie di Gomorra. Sky online Magic app (al costo di 39 euro), la darà diritto, registrando il
codice promozionale su SkyOline.it entro il 30 giugno 2015, a 90 giorni di accesso illimitato alla piattaforma di
tv streaming. Un modo nuovo di vedere la tv per chi non conosce ancora il mondo Sky o chi non può
installare la parabola. Senza carta di credito e senza rinnovo automatico, permette di accedere per circa tre
mesi all'offerta di cinema, intrattenimento e serie tv di Sky Online, in streaming su pc, tablet, game console e
smart Tv. Per il lancio di Magic App, Sky da oggi ha dato il via a una campagna innovativa che promette di
brandizzare il Natale 2014. Un'operazione con un tono perfettamente in sintonia con il brand, che da sempre
mette il consumatore al centro della sua comunicazione e strategia commerciale. Il piano di comunicazione
per la smartbox ideato da Sky in partenza da oggi si focalizza principalmente sui social network: Twitter con
l'hashtag che dà il nome alla campagna integrata di lancio dell'esclusiva confezione regalo
#ProgrammiXNatale in collaborazione con iGpdecaux e zodiak active ; Facebook , con un'azione target
block, web con una mini serie che vede protagonisti Frank Matano e angelo duro ; l'evento Magic Party a
Milano (ieri) e a Roma oggi realizzato con vice ; e per la prima volta con una partnership con Amazon.
continua a pag 30 ( Segue dalla prima ) Con il lancio di Magic app Sky online porta in Italia, per la prima volta
in assoluto, la Twitter Profile Customization App. Per tutta la giornata di oggi e per il periodo natalizio,
l'account Twitter di @SkyOnline regalerà agli utenti consigli personalizzati in real time su come rendere
magico il proprio Natale. Basterà infatti twittare i propri #ProgrammiXNatale per vedersi consigliato un
contenuto ad hoc, pensato per ogni singolo utente, tra gli oltre 1.000 disponibili on demand, per rendere più
speciali, i propri piani per le feste. "Nella giornata di oggi - spiega paolo Lorenzoni , responsabile del progetto
Sky Online Magic App - prende vita nella metropolitana di Milano e da domani negli aeroporti di Milano,
Torino e Bergamo un'operazione di real marketing. A partire dalla 6 di mattina sino al termine della giornata
su 200 schermi innovativi social LCD di IGPDecaux è possibile visualizzare in tempo reale tutti i tweet che
verranno diffusi con hashtag #ProgrammiXNatale. Si tratta della prima volta in Italia che viene effettuata una
domination di così grande portata per il lancio di un prodotto". Per tutta la giornata del lancio e per il periodo
natalizio, l'account Twitter di @ SkyOnline regalerà agli utenti consigli personalizzati in real time grazie anche
a zodiak active che ha curato i contenuti editoriali su come rendere magico il proprio Natale. La strategia
social adottata da Sky ha l'obiettivo di aumentare la copertura tra il suo pubblico e informarlo sui prodotti,
stimolare il coinvolgimento verso la campagna, acquisire nuovi clienti e incrementare le vendite online e ofine
e fidelizzare i clienti esistenti e farli diventare dei veri sostenitori del marchio. Target e creatività diversa per la
piattaforma di Facebook che tramite un'importante pianficazione sul target block assicurerà 9 milioni di
impression. La pianificazione social dei video si concentrerà in particolar modo su Fb, con un'azione speciale
dedicata nei primi tre giorni della campagna, coinvolgendo anche le community dei quasi 4 milioni di fan degli
artisti. La campagna video tocca e si sviluppa con una mini serie che vede protagonisti Frank Matano e
angelo duro , che vestiranno i panni di due dei Re Magi con dei #ProgrammiXNatale. I tre soggetti da 60"
l'uno andranno in onda anche in tv su Cielo, la produzione è a cura di inception . Ieri sera presso l'Excelsior di
Milano il 'battesimo' di Sky Online Magic App, dove molti fra i talent di Sky e inuencers della rete si sono dati
appuntamento per un selfie speciale con il Twitter Mirror. Domani allo Stadio Olimpico di Roma sarà
conquistato da Sky Online con il Magic Party, realizzato in collaborazione con vice alla Tribuna Montemario.
Magic App permette, inserendo su skyonline.it il codice prepagato incluso nella confezione, di attivare per 90
giorni l'accesso a più di 1.000 titoli On Demand - di cui oltre 600 film con novità in Prima Visione ogni
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al vIa Da oggI la CaMpagna IntegRata
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Pag. 2
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settimana -, come Frozen , Rio 2 e SpiderMan 2 , le serie di Gomorra e Romanzo Criminale , l'intero
cofanetto di The Walking Dead e l'11ª serie di Grey's Anatomy, e 8 canali Sky Cinema, Sky Tg24, Fox, Fox
Crime, Fox Life, Sky Atlantic e Sky Uno per seguire live i grandi show di Sky come MasterChef 4. La
smartbox è acquistabile presso i punti vendita retail di Feltrinelli, Mondadori, Eataly, Euronics, Mediamarket,
Autogrill, negli aeroporti presso Dixons Travels e per la prima volta Sky ha stretto una partneship con
amazon.it . I clienti Sky possono acquistarlo tramite Sky Id: la consegna (come nel caso di Amazon) è
gratuita.
Foto: Clicca sul frame per vedere lo spot
Foto: paolo lorenzoni
04/12/2014
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Pag. 2.23.27
Digital marketing: Mondadori acquisisc e il 75% di Kiver
pag. 26 Il Gruppo Mondadori ha siglato un accordo per l'acquisizione del 75% del capitale sociale di kiver ,
agenzia di marketing specializzata nello sviluppo di iniziative digitali di promozione, branding e pubblicità
interattiva. Con questa operazione Mondadori rafforza la propria presenza nel settore dei marketing services
digitali, ampliando la propria gamma di prodotti e soluzioni in un sistema di offerta integrato con i contenuti e
gli asset del Gruppo e in piena sinergia con le attività di direct marketing di Cemit e la rete della
concessionaria Mediamond . "L'ingresso nel nostro Gruppo di una realtà digitale ad alto potenziale di sviluppo
come Kiver ci consentirà di proporre set di soluzioni sempre più complete e ricche per presidiare al meglio il
mondo del digital marketing, in particolare nel below the line", ha dichiarato Federico rampolla , responsabile
Digital Innovation del Gruppo Mondadori. "Disporremo in modo immediato di ulteriori competenze specifiche
e di un know-how altamente qualificato per operare sul mercato con nuova modalità commerciale e
rispondere alle esigenze dei clienti", ha concluso Rampolla. Kiver, guidata da Gianluca Perrelli,
amministratore delegato e co-founder della società, è specializzata in servizi di: performance marketing, volti
all'ideazione di campagne di marketing pay per click e attività di display e mobile advertising; touchpoint
management, per la gestione dei diversi punti di contatto digitale tra aziende e clienti; branded entertainment,
per l'utilizzo di contenuti gratuiti come strumenti promozionali.
Foto: federico Rampolla
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all'InteRno
04/12/2014
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Pag. 11
Furla si ada al fotografo Mario Testino per l'evoluzione del brand
Furla raorza ulteriormente il suo posizionamento come Premium Lifestyle Brand siglando una partnership con
il fotografo Mario Testino e con la sua agenzia, volta a ridefinire l'immagine artistica del brand in ogni suo
aspetto. A partire dalla collezione Primavera/ Estate 2015, sarà sviluppato un progetto a 360 gradi in cui i
nuovi codici di comunicazione e creatività multimediale del marchio coinvolgeranno tutte le piattaforme
operative, dai punti vendita al web passando per i media tradizionali. Le immagini si tradurranno nelle
campagne pubblicitarie per i media e per l'outdoor, nelle vetrine dei negozi, nei cataloghi, sul web e negli
speciali video dedicati alle piattaforme digitali, ai social media e alle pubbliche relazioni. Questa nuova sfida
rappresenta la prima iniziativa di una strategia di marketing consistente e mirata, studiata per accompagnare
il brand verso il 'next level' della sua crescita ed espansione internazionale.
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PartnershiP creativa
04/12/2014
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Pag. 24
pEr bLaCk+dECkEr CaMpaGna onLinE FirMata FaCtory priME
Da oggi al 31 dicembre sarà online la nuova campagna di digital advertising di black+decker con il nuovo
trapano intelligente Autosense e la levigatrice Mouse. I media interessati sono tra i più importanti portali di
sport, informazione, casa, tempo libero e fai da te. È prevista inoltre una grande presenza di contenuti video e
la campagna verrà anche supportata da canali social Facebook e YouTube di Black + Decker Italia.
Autosense sarà il principale protagonista della campagna: l'innovativo trapano intelligente che quando avviti
si regola automaticamente. Alla campagna si aggiunge la nuova levigatrice Mouse. La pianificazione media è
di Carat , la creatività è a cura di Factory prime .
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pIanIfICa CaRat
04/12/2014
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Pag. 23.25
Gruppo L'ESprESSo, rEStyLinG diGitaLE CoMpiuto pEr LE tEStatE LoCaLi
Con il rilascio online della nuova versione del sito del Corriere delle Alpi di Belluno ( corrierealpi.gelocal.it ),
ieri si è concluso il percorso di restyling digitale delle 18 testate locali del Gruppo L'Espresso , cominciato la
scorsa primavera con il Messaggero Veneto . Ora le centinaia di migliaia di lettori dei quotidiani locali del
gruppo (408 mila utenti unici al giorno in media nel 2014, 62 milioni di page-views mensili, fonte Audiweb
gennaio-ottobre) hanno a disposizione, per la propria regione, provincia o città di riferimento, un sito
completamente rinnovato non solo e non tanto nella grafica, quanto nella impostazione concettuale e nei
contenuti. Mantenendo le notizie in tempo reale come cuore dell'offerta informativa, il gruppo di lavoro
coordinato dalla redazione romana di aGL / Finegil - sotto la supervisione della direzione editoriale e con lo
sviluppo fornito dalla Divisione Digitale di Gruppo e il contributo fondamentale delle redazioni locali - ha
realizzato un progetto di 'hub di comunità' che si pone come connettore e punto di riferimento per ciascun
territorio e per la rete dei territori, senza soluzione di continuità tra le diverse piattaforme distributive: al centro
c'è il lettore cittadino, tutto attorno i servizi utili a migliorare la sua vita quotidiana attraverso il giornale che
compra in edicola, la sua versione digitale scaricabile su tablet o desktop, gli account social della testata e
naturalmente il sito internet (che dalla prossima primavera avrà anche una versione ottimizzata per il mobile).
In particolare, il sito si caratterizza per una maggiore ricchezza di contenuti: ogni pagina di approdo, che ci si
arrivi dalla homepage, da un motore di ricerca o dai social network (fonte di ingresso in costante crescita), si
presenta come un insieme narrativo che oltre alla notizia fornisce nello stesso contesto i contenuti
multimediali ad essa collegati, gli approfondimenti e un ampio sguardo sul resto dell'offerta informativa
(articoli correlati, contenuti più letti o condivisi, video e fotogallerie). Anche la homepage si presenta
rinnovata, con maggiore gerarchia e selezione dei contenuti - nell'ottica di fornire al lettore un servizio più
curato sui fatti e gli avvenimenti principali - sezioni di approfondimento (focus, aree tematiche e di servizio),
intrattenimento e dialogo con la comunità (blog, commenti, opinioni), profondità territoriale con pagine
dedicate alle singole edizioni locali e ai comuni. Nel frattempo prosegue il radicamento delle testate Finegil
sui social network, in particolare Facebook, con oltre 700 mila mi piace complessivi alle diverse pagine fan.
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ieri lA NUoVA VerSioNe del corriere delle AlPi di bellUNo
03/12/2014
Altroconsumo - N.287 - dicembre 2014
Pag. 16
"C'è una sostanziale differenza tra il servizio che lei immagina e la realtà"
Ci siamo iscritti alla piattaforma e abbiamo chiesto un fido, pagando una commissione, ma non siamo riusciti
né a vendere, né a comprare. Siamo stati sfortunati? Ritengo assolutamente di sì. Negli acquisti non avete
operato correttamente, perché ho la certezza che, prima di fare la transazione, non abbiate interagito con gli
utenti. Invece, bisogna farlo sempre. Il marketplace (la vetrina con i beni e i servizi offerti) è uno strumento
che mettiamo a disposizione ed è governato dagli utenti, noi ci limitiamo a quello che è il monitoraggio e la
garanzia delle transazioni finanziarie, per cui tuteliamo gli utenti da quel punto di vista. Ma dal punto di vista
della logistica, della disponibilità di beni e della correttezza degli utenti questo dobbiamo darlo a completo
onere di quelli che sono gli utenti che utilizzano la piattaforma. Se poi c'è un utente che usa la piattaforma in
modo scorretto viene allontanato da noi e inserito in una black list. Visto che nel nostro caso Crevit non ha
funzionato, abbiamo contattato altri utenti presenti sulla piattaforma, ma la musica non è cambiata. Consideri
che siamo in fase di start up, siamo partiti il 15 luglio scorso perché da quando abbiamo concepito l'idea lo
sviluppo non è stato affatto facile, abbiamo avuto tantissimi intoppi e abbiamo dovuto superare criticità
informatiche, tecniche, contabili, economiche, fiscali... Questa fase di start up ci ha consentito di ottenere
tutta una serie di feed-back che ci consentiranno a breve di avere un'importante evoluzione nella
comunicazione verso gli utenti e nelle funzionalità interne per consentire sempre più una fruizione immediata
dello strumento crevit. "Compra senza denaro", è pubblicità ingannevole visto che si paga una commissione.
Non sono d'accordo. Lei ha trasferito 300 crevit per avere un telefonino da 300 euro e ha pagato una
commissione di 15 euro. È un acquisto senza denaro. La commissione serve per garantire la stabilità della
piattaforma, perché se lei mi chiede i crevit e non ha il 5% da erogare, beh, è uno degli elementi che
costituiscono il parametro del nostro rating, unitamente alla verifica sul codice fiscale dell'utente. Se lei
avesse venduto sulla piattaforma e ottenuto accrediti in crevit avrebbe corrisposto il 2% di commissione e
avrebbe in tasca un telefonino da 300 euro. Quindi, per la pubblicità, se noi vogliamo specificare che un
utente compra al 98% senza denaro, facciamolo pure, ma sostanzialmente non cambia la cosa. Cambia il
fatto che pago una commissione per un servizio che non ricevo, il telefonino non sono riuscita a comprarlo...
In questi giorni (ottobre 2014, ndr) stiamo cambiando l'assetto societario (annuncia a breve il passaggio di
Crevit da società a responsabilità limitata a società per azioni, ndr) per farlo diventare più affine a un'azienda
che possa garantire effettivamente queste cose al parco degli utenti. Cosa? La garanzia di tutta una serie di
processi di tutela in qualsiasi transazione. Per esempio, criteri di erogazione di affidamenti in moneta
complementare, | monitoraggio delle transazioni effettuate, i criteri di soluzione di problematiche di i
contenziosi correlati all'utilizzo della . piattaforma complementare. ,
Foto: Marco Melega, amministratore elegato di Crevit Italia srl
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INTERVISTA
03/12/2014
Altroconsumo - N.287 - dicembre 2014
Pag. 50
Con noi la qualità ha il prezzo giusto
Spendere tanto non è sempre garanzia di avere qualità. Per scegliere bene, l'unico sistema è mettere alla
prova i prodotti. Noi lo facciamo: e sul sito trovi i risultati.
Il mercato, tra crisi, globalizzazione, esplosione delle vendite online e chi più ne ha più ne metta, è sempre
più complicato da seguire, ma anche ricco di occasioni. Offerte, superofferte, addirittura offertissime... prodotti
che promettono performance strabilianti, novità vere ma soprattutto presunte... E tutto questo, in un momento
in cui le famiglie non hanno esattamente soldi da buttare, ma d'altra parte magari vogliono anche sfruttare il
Natale per comperare o regalare qualcosa di utile. C'è un solo antidoto alla pressione della pubblicità, e noi
per fortuna ce lo abbiamo: scegliere in base a informazioni indipendenti, basate su prove di laboratorio e di
uso; analisi del rapporto tra qualità e prezzo per identificare quello migliore; rilevazioni nei negozi e siti a
caccia di quelli che si comportano meglio. è stata sottoposta ai nostri test comparativi e ha ricevuto un
giudizio completo sulla qualità, ma ci sono anche alcuni modelli molto recenti, che hanno comunque ricevuto
un primo giudizio in.attesa del test definitivo. Veloce, comodo, completo Scegliere un prodotto attraverso il
nostro servizio online presenta molti vantaggi. Più modelli. Sulla rivista, le pagine ci obbligano a fare una
scelta, per ovvi limiti di spazio. Online possiamo pubblicare tutti i prodotti testati: oltre il migliaio. Più prezzi.
Sulla rivista diamo il prezzo minimo e massimo; sul sito per i prodotti più importanti (tra cui tutti quelli di hitech e gli elettrodomestici) indichiamo sia i negozi più convenienti dove trovare ogni apparecchio, in decine di
città dove abbiamo fatto rilevazioni, sia i siti online dove comprarli da casa propria. Piùfunzioni. Sul sito si
possono confrontare fino a 5 apparecchi accostandoli tra loro, filtrare gli elenchi a seconda delle proprie
esigenze, trovare più dettagli sulle prove. • mUn servizio online per te Continuiamo a sviluppare i servizi per i
soci sul nostro sito. Accedere è facile, veloce e ovviamente gratuito: ai soci basta registrarsi, in modo da
poter consultare le pagine loro riservate. In particolare, aggiorniamo costantemente la sezione dove
pubblichiamo i risultati dei nostri test comparativi (i prezzi online sono aggiornati quotidianamente). Qui si
trovano centinaia e centinaia di prodotti, di moltissimi tipi. E ogni mese aggiungiamo i risultati di nuovi prodotti
che inviamo al laboratorio appena sono lanciati sul mercato: dalFhi-tech (smartphone, tablet, macchine
fotografiche, videocamere, stampanti...), agli elettrodomestici (lavatrici, lavastoviglie, aspirapolvere,
frigoriferi...), agli accessori da cucina e da casa, fino ai detersivi e ai vini... c'è solo l'imbarazzo della scelta. La
maggior parte dei prodotti
Quanto risparmi
Actioncam
Smartphone Tra i tv 39-43 pollici, nel momento in cui scriviamo il Miglior Acquisto Samsung UÈ 40H6410
costa fino a 688 euro in meno del tv più caro di qualità inferiore. Al momento della chiusura delle rivista
(novembre), il Miglior Acquisto GOPRO Hero 3 White Edition costa fino a 280 euro meno del modello più caro
di qualità peggiore. Uno dei migliori in assoluto, Samsung Galaxy Note II GT-N7100 (16 GB) costa 299 euro.
Ma anche un modello da 89 euro, Samsung Galaxy Ace 2 GT-18160, ha mostrato una qualità soddisfacente.
www.altroconsumo.it/miglioracquiStO Registrati sul nostro sito e consulta fé pagine riservate ai soci: avrai la
certezza di scegliere la qualità al miglior prezzo.
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CONSIGLI UTILI
03/12/2014
Altroconsumo - N.287 - dicembre 2014
Pag. 52
Antivirus: uno alla volta
«Posso scaricare la versione di prova gratuita di un antivirus per il pc mentre ne ho installato un altro che mi
dice che ha rilevato dei problemi e mi vuole vendere l'aggiornamento? ». Lettera firmata • No, non è
consigliabile installare un antivirus se sul tuo pc ne hai già installato un altro. Anzi, può addirittura essere
fonte di problemi. I due programmi, infatti, possono andare in conflitto fra di loro: potrebbero cessare di
funzionare o persino segnalare falsi positivi. •Prima di installare un qualsiasi antivirus (questo vale sia per i
gratuiti sia per quelli a pagamento) bisogna assicurarsi di avere rimosso completamente il precedente. •
Ricorda comunque che non esiste un pacchetto di sicurezza informatica capace di fornire al pc un "sistema
immunitario" a prova di qualunque virus: ce n'è sempre qualcuno che potrebbe riuscire a farsi strada. Per
questo la prudenza non è mai troppa quando si naviga in internet o si copiano sul disco fisso file esterni (per
esempio, da una chiavetta usb o allegati di email). Se vuoi scegliere un pacchetto di sicurezza per il tuo pc,
puoi consultare i risultati del nostro ultimo test (Altroconsumo 280, aprile 2014) oppure mettere a confronto i
prodotti sul nostro sito.
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IL DUBBIO
03/12/2014
360com
Pag. 10
Grazie a Prink il Natale arriva in anticipo e dura fino al 6 gennaio
"partI con prInk" suggerIsce aI clIentI dell'azIenda leader nel proprIo settore dI partecIpare all'orIgInale
concorso e a un'operazIone a premI
A partire dal primo dicembre, Prink festeggia in anticipo il Natale con l'iniziativa "Parti con Prink". Fino al 6
gennaio, i clienti dell'azienda leader nella distribuzione di cartucce e toner per stampanti potranno partecipare
a un concorso e a un'operazione a premi destinati a chi farà rispettivamente un solo o un doppio acquisto di
prodotto a marchio Prink. Il concorso, sottoscrivibile da tutti i possessori di Prinkard, prevede l'estrazione di
dieci stampanti Pantum 2050, mentre il primo premio è una vacanza di una settimana in un residence per
quattro persone, in una destinazione a scelta tra una selezione di location in Italia. A fronte, invece, di un
doppio acquisto di prodotti a marchio Prink per una spesa minima di 40 euro, i clienti riceveranno
immediatamente in omaggio la "Stand By Card", la carta che consente di prenotare una vacanza per due
persone al prezzo di una. In questo caso le destinazioni tra cui scegliere sono disponibili grazie a una
partnership stipulata con Eledofe, che permette di acquistare viaggi 2x1 con diversi alberghi e tour operator
italiani. «Ogni giorno gli addetti alle vendite di cartucce e toner nei negozi Prink, grazie a un'adeguata
preparazione, spiegano ai clienti il prodotto più adatto alle loro esigenze e creano con loro un rapporto di
fiducia: con le festività potranno fidelizzare ulteriormente il cliente con un omaggio utile e sfruttabile nell'arco
di un anno. Crediamo molto in questa iniziativa che ha già ricevuto un grande riscontro dalla stessa rete
vendita: sono infatti oltre 300 i consulenti che hanno seguito la formazione online su questa promozione» fa
sapere Roberto Dursi, Responsabile Marketing di Prink. A supporto della promozione è stata prevista
un'intensa campagna di pianificazione sulla televisione nazionale a partire da metà dicembre fino al 3
gennaio 2015. La pianificazione tabellare con Rai Pubblicità dello spot da 30 secondi è per un totale di cento
passaggi durante le principali trasmissioni sportive, tra cui "Quelli che il calcio", "Tg2 Motori" e "90° Minuto".
La visibilità televisiva è supportata da attività di comunicazione online: è stata, infatti, prevista la creazione di
una tab specifica sulla pagina Facebook, oltre a un banner dedicato per il sito web istituzionale e un'attività di
direct e-mail marketing su tutti i clienti Prink.
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Il prImo premIo è una vacanza dI una settImana In un resIdence
03/12/2014
360com
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Con Appleton Estate si parte alla scoperta della Giamaica
Il vIncItore della campagna chIrInguIto - #mollotutto è andrea cavallo perIn, ventottenne creatIvo torInese,
che sI è aggIudIcato la straordInarIa opportunItà dI potere "mollare tutto" e dI partIre nel prossImo febbraIo
A seguito di più di 1.200 candidature, intensi giorni di colloqui e il superamento di cinque appassionanti prove
per i dieci finalisti, Appleton Estate ha annunciato il vincitore della campagna Chiringuito - #MolloTutto.
Andrea Cavallo Perin, ventottenne creativo torinese, si è aggiudicato la straordinaria opportunità di "mollare
tutto" e di partire nel prossimo febbraio alla scoperta della Giamaica, raccontare le tradizioni di questa terra e
l'approccio alla vita positivo e passionale dei suoi abitanti presso il Chiringuito Appleton. E proprio Appleton
Estate Jamaica Rum, i cui sapori decisi e ranati rivivono nell'ampia gamma di rum premium firmata Appleton
Estate, la più antica piantagione di canna da zucchero e distilleria della Giamaica, ha infatti lanciato il
progetto "Appleton Chiringuito - #MolloTutto" lo scorso luglio, orendo la possibilità di vivere l'atmosfera
giamaicana presso il Chiringuito Appleton e di andare alla scoperta di questa magnifica isola. Promossa su
piattaforma digitale all'indirizzo www.appletonrum. it e supportata sui canali social e da un video virale,
l'iniziativa ha rappresentato una straordinaria occasione rivolta a tutti coloro che avessero voglia di gettarsi la
routine quotidiana alle spalle e raccogliere il guanto di sfida lanciato dal Rum Appleton Estate. Con 1.200
candidature e più di 700 video caricati, una piattaforma web che ha fatto registrare più di 160.000 utenti unici
e una fan page di Facebook lanciata a luglio che ha ormai superato i 50.000 fan, la campagna Appleton
Chiringuito #MolloTutto è riuscita a coinvolgere utenti con un'attività unconventional ad altissimo potenziale
virale, ispirando i sogni e i progetti di vita di migliaia di partecipanti. Grazie alle sue ottime capacità
comunicative, al suo spirito di avventura e passione per il mondo social Andrea Cavallo Perin, dopo aver
superato a Milano la prima selezione tra trenta candidati e conquistato la finale, ha convinto Campari e gli
utenti della rete di essere la brand spokeperson ideale per Appleton Estate in Giamaica, attraverso cinque
avvincenti prove che hanno raccontato in queste ultime settimane la sua personalità, le sue motivazioni e il
suo animo social. Andrea si definisce un creativo a 360 gradi. Curioso, dinamico e versatile. Dopo essersi
diplomato all'Istituto Europeo di Design di Torino ha lavorato come art director e grafico pubblicitario per
progetti in aziende di diversi settori. Sempre in movimento tra Ivrea, Torino e Alba, si è trasferito
successivamente a Milano, continuando a lavorare nel settore marketing e comunicazione, sviluppando
strategie soprattutto a livello di social e new media. Autore del progetto "Social Experience", ha percorso per
due settimane l'intera penisola italiana contando solo su autostop e mezzi di fortuna grazie ai social network,
che gli hanno permesso di trovare passaggi, amicizie e luoghi in cui essere ospitato, e diventando una vera e
propria "moneta sociale". Un esperimento digital completamente personale e originale, all'insegna
dell'avventura e dell'inaspettato. «Sono al settimo cielo - ha commentato così Andrea -. La vincita
dell'ambitissimo progetto Appleton Chiringuito - #MolloTutto è il coronamento di un mio percorso di crescita
lavorativa e personale iniziato due anni fa che mi ha portato a viaggiare in giro per il mondo,
documentandolo: dall'Inghilterra e Scozia alla Francia, da Singapore alla Tailandia. Girare per lavoro è una
passione, ma condividere ciò che vivo è una magia, perché rendi partecipi delle tue esperienze tutti coloro
che desiderano assimilare un po' delle tue emozioni, per sentirsi presenti in ciò che fai. Col sorriso stampato
negli occhi posso dire di lasciare cose materiali e forti emozioni, ma certo di incontrarne di nuove e
interessanti utili alla mia crescita. Perché ho sete di assaporare nuovi gusti». Non solo, dunque, la
realizzazione di un sogno personale, ma soprattutto l'eccezionale opportunità di vivere in terra straniera,
raccontando a tutti gli utenti della rete la propria esperienza attraverso la piattaforma digitale di Appleton
Estate.
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l'ultImo spot segna un passaggIo Importante nella strategIa comunIcatIva del gruppo
03/12/2014
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La Video Marketing Suite porta la firma di Brightcove. Sorprende e aiuta i
marketer
l'opzIone garantIsce aglI operatorI dI marketIng la possIbIlItà dI aumentare la rIconoscIbIlItà delle marche e la
loro capacItà dI coInvolgere
Brightcove, fornitore leader a livello globale di servizi cloud per il video, ha presentato Video Marketing Suite,
soluzione che aiuta gli operatori di marketing ad aumentare la riconoscibilità delle marche, il coinvolgimento
dei clienti potenziali e la conversione attraverso i video. Video Marketing Suite di Brightcove è, dunque, una
suite completa di tecnologie pensate per soddisfare le esigenze del marketing manager moderno dall'unione
delle più avanzate soluzioni di video management, video marketing e marketing analitico per consentire ai
brand di massimizzare il numero di potenziali clienti raggiunti e il Roi delle loro campagne video con un'unica
soluzione. «Il mondo del digital marketing è in continua evoluzione e in rapida espansione, con i budget di
marketing riallocati da modelli pubblicitari tradizionali per sperimentare il marketing orientato ai contenuti aerma Steve Rotter, vice president di marketing di Brightcove -. I brand stanno diventando editori digitali,
creano contenuti originali per attirare e fidelizzare i clienti e i video sono un fattore cruciale del loro marketing
mix. Con questo annuncio, Brightcove semplifica l'uso dei video, come parte di una campagna più ampia,
grazie a un'unica interfaccia che supporta nuove soluzioni oltre che modelli di distribuzione e di conversione».
Il video è cresciuto rapidamente fino a diventare una delle componenti più importanti del marketing mix. Il suo
sviluppo impressionante è determinato in gran parte dal cambiamento dei modelli di consumo dal testo ai rich
media (i formati pubblicitari che appaiono sopra una pagina di un sito durante la navigazione), ma anche dai
cambiamenti dirompenti nel comportamento dei consumatori verso un'esperienza d'acquisto autogestita,
guidata dai contenuti, oltre a un'esplosione tecnologica che ha trasformato il ruolo del marketing, diventato la
guida primaria della domanda digitale. Come risultato, chi opera nel marketing digitale ha bisogno di soluzioni
integrate, che siano interoperabili e che li aiutino a gestire tutti i loro contenuti di marketing e le attività di
generazione della domanda. Video Marketing Suite di Brightcove soddisfa queste esigenze con un'oerta
completa di tecnologie per i video coniugando soluzioni avanzate che permettono ai marketing manager di
massimizzare il Roi. Video Marketing Suite contiene la piattaforma video online Brightcove Video Cloud e
Video Cloud Live, Brightcove Gallery, una serie di integrazioni software per la gestione delle attività di
marketing, tra cui un nuovo componente Brightcove Cloud Component for Oracle Eloqua. In particolare,
Brightcove Gallery è la nuova soluzione che consente ai responsabili marketing di creare facilmente - con un
unico strumento - esperienze coinvolgenti e immersive di Video Portal con best practice di seo, responsive
design, condivisione social e conversione, con la possibilità di implementazione e aggiornamento in pochi
minuti. Gallery, parte di Brightcove Video Marketing Suite, permette ai marketer di realizzare il proprio canale
video, presentare i prodotti, costruire micrositi di eventi o coinvolgere i clienti con un centro di supporto video
sfruttando una vasta gamma di modelli, layout e combinazioni di colori per creare la loro perfetta esperienza
di video portal. Brightcove Cloud Component for Oracle Eloqua combina le funzionalità video di nuova
generazione di Brightcove con la potenza di Oracle Eloqua, tra le migliori piattaforme per l'automazione delle
operazioni di marketing nel settore. Con questa integrazione, i marketer possono aggiungere facilmente i
video realizzati con Brightcove Video Cloud all'interno delle landing page e nelle campagne realizzate con
Oracle Eloqua e monitorare il coinvolgimento degli utenti e le performance di lead scoring (la possibilità di
misurare ecacemente la validità dell'uso dei contenuti, ndr), la segmentazione e le analisi sulle campagne di
lead nurturing (tecnica per consolidare e raorzare i legami tra l'azienda e gli utenti acquisiti, ndr).
L'automazione delle operazioni di marketing sta trasformando il coinvolgimento dei clienti, oltre ad aiutare le
marche nella distribuzione dei contenuti più adeguati alle persone più interessate, nel momento migliore. Nel
contempo, molti sistemi di automazione marketing a oggi non supportano i video. Con una semplice
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una soluzIone InnovatIva per far conoscere I brand da parte del fornItore leader global e dI servIzI cloud per Il
vIdeo
03/12/2014
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Pag. 18
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La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
integrazione, orientata al business, all'interno di una piattaforma di riferimento come Oracle Eloqua per
l'automazione delle operazioni di marketing, Brightcove ha reso possibile per la prima volta l'unione delle
soluzioni leader per l'automazione delle operazioni di marketing e di video content marketing. Con Brightcove
Cloud Component for Oracle Eloqua, i team marketing possono incorporare i video sia in campagne
realizzate con Oracle Eloqua che all'interno di programmi e ottenere ricche analisi sui video nello stesso
ambiente con una visione senza precedenti sugli insight e utilizzarli per il lead scoring, la segmentazione e le
campagne di nurture. L'integrazione inclusa, disponibile in versione gratuita nell'app cloud di Oracle Eloqua e
nella Video Marketing Suite di Brightcove, consente ai clienti di sfruttare la potenza del video, pubblicarlo e
tracciarlo come ogni altro contenuto in Oracle Eloqua, ottenendo i vantaggi del Video Cloud che permette
un'eccellente riproduzione di video su ogni dispositivo multimediale.
03/12/2014
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Le campagne con obiettivi di conversione chiari (come il numero di acquisizioni) sono quelle dove il
programmatic buying ha effettuato le prime incursioni. Le più semplici campagne programmatiche a risposta
diretta (DR) ottimizzano verso un unico obiettivo, come il numero di registrazioni o di vendite. Le campagne
DR più avanzate possono considerare un processo di vendita complesso che inizia con azioni di conversione
soft, come registrare un account, seguendo poi obiettivi più ambiziosi come un acquisto iniziale,di modesta
entità e, infine, attraverso acquisti ripetuti o una crescita della spesa d'acquisto. dalle campagne IndIvIdualI al
marketIng alWays-on G razie a queste funzionalità di ottimizzazione multi-obiettivo, il programmatic buying
rappresenta una tecnica ideale per spostare il marketing da un frammentato paradigma rIsposta dIretta. dalla
50ft conversIon alla hard conversIon campaign-tocampaign ad uno always-on, che copre l'intero ciclo di vita
del cliente. Questa tecnica può trasformare singole campagne per ogni stadio del processo di vendita in una
soluzione integrata, always-on che ottimizza la commercializzazione in ogni fase del processo divendita. Il
programmatic buying può rendere molto più facile, ad esempio, collegare l'efficacia storica di campagne di
branding e di engagenment all'efficacia delle campagne di conversione. l modelli e le macchine generano
suggerimenti data-driven per creare il miglior mix di marketing globale dopo l'azIone dI conversIone InIzIale
verso Il loyalty marketIng Le campagne DR più complesse citate sopra mostrano ai marketer l'utilizzo del
programmatic buying, sia per campagne di marketing per i clienti esistenti, sia per quelli nuovi. Ques'azione di
loyalty marketing diventa particolarmente efficace quando i marketer possono integrare le loro campagne
programmatiche con alcuni dei dati provenienti dai sistemi CRM, sistemi di Marketing Automatico e
programmi di Loyalty.Sulla base delle caratteristiche del profilo per cliente, le campagne programmatiche
possono decidere in un batter d'occhio se abbia più senso mostrare un annuncio progettato per l'up-selling o
il crossselling, concentrarsi sulla retention o stimolare la brand advocacy. Nota: In questo paper, definiamo
come "contesto" l'insieme degli attributi mutevoli che non dipendono né dal consumatore, né dall'inserzionista
o dalla campagna. Per esempio: un con- tenuto che appare accanto ad un annuncio pubblicitario, il device su
cui si visualizza l'annuncio, l'orario, il giorno della settimana, il tempo atmosferico, le condizioni di Borsa, o
altri eventi significativi recenti. brandIng - dall'aWareness tramIte approvazIone, consIderatIon e IntenzIone
d'acquIsto In generale i marketer hanno constatato l'efficacia del programmatic buying sulle campagne e
performance. Ma molti responsabili marketing di grandi brand, come Buick e Pinnacle Foods, hanno scoperto
che il programmatic buying è ugualmente efficace ed efficiente anche su campagne di branding. Le
campagne di programmatic branding possono generare una composizione del pubblico ottimale e permettere
ai brand marketer di verificare la composizione dell'audience raggiunta in tempo reale. Effettuando la
misurazione, in confronto a un gruppo non esposto alla campagna, i marketer possono anche mostrare
scientificamente e in tempo reale l'effetto che la campagna di brand marketing ha sull'awareness, il
consenso, la consideration e l'intenzione d'acquisto.
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La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
Quando posso usare il programmatIC buyIng
03/12/2014
ADV Express
Sito Web
Con il rilascio online della nuova versione del sito del Corriere delle Alpi di Belluno
(www.corrierealpi.gelocal.it), giovedì 4 dicembre 2014, si conclude il percorso di restyling digitale delle 18
testate locali del Gruppo. Ora le centinaia di migliaia di lettori dei quotidiani locali del gruppo (408 mila utenti
unici al giorno in media nel 2014) hanno a disposizione, per la propria regione, provincia o città di riferimento,
un sito completamente rinnovato non solo e non tanto nella grafica, quanto nella impostazione concettuale e
nei contenuti. Con il rilascio online della nuova versione del sito del Corriere delle Alpi di Belluno
(www.corrierealpi.gelocal.it), giovedì 4 dicembre 2014, si conclude il percorso di restyling digitale delle 18
testate locali del Gruppo L'Espresso, cominciato la scorsa primavera con il Messaggero Veneto. Ora le
centinaia di migliaia di lettori dei quotidiani locali del gruppo (408 mila utenti unici al giorno in media nel 2014,
62 milioni di page-views mensili, fonte Audiweb gennaio-ottobre) hanno a disposizione, per la propria regione,
provincia o città di riferimento, un sito completamente rinnovato non solo e non tanto nella grafica, quanto
nella impostazione concettuale e nei contenuti. Mantenendo le notizie in tempo reale come cuore dell'offerta
informativa, il gruppo di lavoro coordinato dalla redazione romana di AGL / Finegil - sotto la supervisione della
direzione editoriale e con lo sviluppo fornito dalla Divisione Digitale di Gruppo e il contributo fondamentale
delle redazioni locali - ha realizzato un progetto di 'hub di comunità' che si pone come connettore e punto di
riferimento per ciascun territorio e per la rete dei territori, senza soluzione di continuità tra le diverse
piattaforme distributive: al centro c'è il lettore cittadino, tutto attorno i servizi utili a migliorare la sua vita
quotidiana attraverso il giornale che compra in edicola, la sua versione digitale scaricabile su tablet o
desktop, gli account social della testata e naturalmente il sito internet (che dalla prossima primavera avrà
anche una versione ottimizzata per il mobile). In particolare, il sito si caratterizza per una maggiore ricchezza
di contenuti: ogni pagina di approdo, che ci si arrivi dalla homepage, da un motore di ricerca o dai social
network (fonte di ingresso in costante crescita), si presenta come un insieme narrativo che oltre alla notizia
fornisce nello stesso contesto i contenuti multimediali ad essa collegati, gli approfondimenti e un ampio
sguardo sul resto dell'offerta informativa (articoli correlati, contenuti più letti o condivisi, video e fotogallerie).
Anche la homepage si presenta rinnovata, con maggiore gerarchia e selezione dei contenuti - nell'ottica di
fornire al lettore un servizio più curato sui fatti e gli avvenimenti principali - sezioni di approfondimento (focus,
aree tematiche e di servizio), intrattenimento e dialogo con la comunità (blog, commenti, opinioni), profondità
territoriale con pagine dedicate alle singole edizioni locali e ai comuni. Nel frattempo prosegue il radicamento
delle testate Finegil sui social network, in particolare Facebook, con oltre 700 mila mi piace complessivi alle
diverse pagine fan. SP
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Gruppo Espresso: completo il restyling digitale delle testate locali
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Sito Web
Dopo 4 anni di silenzio mediatico, il marchio di Indesit Company è tornato in comunicazione scegliendo Tv e
web con un approccio strategico focalizzato su tutta la gamma di prodotti e basato su formati adv
speciali. Una scelta questa che ha favorito un ritorno positivo sia in termini di fatturato che di brand
awareness e consideration. Fattori fondamentali oggi per conquistare un consumatore evoluto in seguito alla
rivoluzione digitale, intercettandolo in tutti i touchpoint nel percorso verso l'acquisto. Dalla X-Generation
siamo passati alla Skip Generation, bombardata da stimoli e abituata a selezionarli in frazioni di secondo,
skippando quelli non rilevanti, quindi con regole e tempi di ingaggio molto più complesse e celeri. "Quella
con cui ci confrontiamo oggi è una 'Skip Generation', individui abituati a ricevere stimoli continuamente e a
selezionarli in pochi secondi skippando quelli non rilevanti". Così Andrea Marino (in foto), Marketing Director
Mercato Italia Indesit Company, traccia lo scenario attuale evidenziandone il cambiamento relativamente a
tempi d'ingaggio e al concetto di target che si è innovato, specificando che "si è ribaltato. Dieci anni fa
l'azienda sceglieva il target da colpire, e andava a cercarlo con i vari mezzi di comunicazione. Oggi è l'utente
a scegliere e l'azienda e il prodotto sono diventati il target. Diventa quindi fondamentale farsi trovare sempre
nel momento più opportuno alla finalizzazione di scelta e acquisto." Da qui la strategia che da qualche anno
caratterizza il modus operandi di Hotpoint-Ariston: 'Always on', essere sempre ovunque. "Non solo in tv, dove
la pubblicità continua a essere efficace, ma anche lungo tutto il percorso decisionale, sul web, nel punto
vendita, nelle consumer reviews. Oltre alla variabile temporale risulta oggi più che mai rilevante la
componente spazio. Dobbiamo essere presenti in tutti i touchpoint nel percorso d'acquisto del consumatore,
uno spazio estremamente complesso da presidiare in seguito alla rivoluzione digitale" continua Marino.
Nell'epoca della rivoluzione digitale il consumatore si è evoluto, è oggi esperto e razionale, capace di cercare,
fare confronti, valutare e scegliere. Il processo d'acquisto è sempre meno esperienziale e sempre più
funzionale, mentre la decisione continua a modificarsi strada facendo in base alle opinioni che il consumatore
incontra durante il percorso verso l'acquisto. In quest'ottica la strategia di marca deve puntare, oltre che alla
Brand Awareness, alla Brand Consideration e al Top of Mind. Variabili fondamentali per sostenere un
posizionamento nella fascia medio-alta del mercato, quale è quella di Hotpoint-Ariston. Ciò risponde anche
alle dinamiche di acquisto di un elettrodomestico: processo razionale e funzionale, molto più che emozionale
e impulsivo e acquisto di sostituzione e di emergenza, molto più che di pianificazione. Come spiega il
manager: "Sono proprio queste premesse, che ci hanno fatto capire che l'unica strategia di comunicazione
possibile è quella di essere Always on. Non potendo sapere quando sorgerà il bisogno di cambiare la
lavatrice, non è possibile influenzare questo momento, quindi c'è la necessità di essere sempre top of
mind. Non è nemmeno possibile sapere dove il consumatore cercherà informazioni, perché è finita la linearità
dei processi a cui ci aveva abituati la rivoluzione industriale, quindi nasce la necessità di essere presente
dallo zero moment of truth all'ultimo metro. Nonostante il peso dell'e-commerce nel bianco sia intorno al 5%,
l'85% delle persone cercano informazioni su Internet prima di effettuare un acquisto. Questo vuol dire che
Internet, spesso ritenuto (erroneamente) il principale nemico del valore dei mercati, è in realtà un'enorme
opportunità di dialogo diretto con chi sta cercando in quel momento un prodotto da acquistare". Ed è proprio
al digitale che Hotpoint-Ariston ha dedicato un'attenzione particolare, a partire dal sito internet
completamente rivoluzionato un anno fa in grafica e architettura per un'impostazione più SEO friendly. E'
presente anche una sezione dedicata all'e-commerce per i piccoli elettrodomestici. Un ottimo canale per
offrire un'esperienza di brand completa è, secondo Marino, proprio il mondo online. "Le aziende che hanno
una quota di mercato maggiore su Internet sono anche quelle che crescono di più nel mercato tradizionale.
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Con la strategia 'Always On' Hotpoint-Ariston archivia l'anno a +3%. Nel
2014 torna in comunicazione e investe 3 mln, di cui il 15% in digital con
focus su programmatic adv
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Sito Web
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La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
Questo perché sono riuscite a instaurare una relazione efficace, che è occasione di fatturato ma soprattutto di
engagement durante il processo d'acquisto. Per Indesit il web marketing è un pilastro fondamentale della
strategia di crescita. L'intera nostra strategia digital è sviluppata pensando a come favorire il processo di
acquisto: ottimizzazione dei siti web, pagine facebook e canali youtube, video e tutorial, concorsi e partneship
contribuiscono a farci dialogare quotidianamente con i fan dei nostri prodotti e a comunicare loro le nostre
attività di marca". Numeri importanti quelli che caratterizzano il presidio web della marca: il sito HotpointAriston è cresciuto del +50% in termini di visite (siamo ad oltre 1,5 MM nel 2014) e del +50% in termini di
tempo medio di permanenza, la pagina Facebook è arrivata a 70mila fans (+40%), il database ha raggiunto
quota 180mila utenti registrati (il 2014 ha visto anche l'attivazione di una politica di CRM con l'invio di oltre 2
milioni di email). Il marchio è inoltre presente sui siti dei principali retailers, in alcuni casi con veri e propri
shop-in-shop dedicati, e monitora quotidianamente il web sentiment sul brand, con interventi, dove possibile,
nelle situazioni di criticità. Parte importante della strategia digital anche lo sviluppo di relazioni ad alto valore
aggiunto con i principali food blogger con eventi ad hoc, concorsi dedicati, con la creazione di un team di
blogger ufficiali e con un dialogo costante e un reciproco scambio di valore aggiunto, grazie anche al
supporto di MSL group. Attive infine partnership strategiche (l'APCI - Associazione Professionale Cuochi
Italiani - nel mondo della cottura, Illy per il caffè, P&G per il mondo del bucato e Reckitt Benckiser per il
lavaggio stoviglie) con cui Hotpoint-Ariston svolge attività congiunte che vivono principalmente sul web Per
presidiare l'ultimo metro, sono state create aree emozionali e brandizzate in oltre 500 negozi della
distribuzione specializzata, con materiali premium in tutte le categorie prodotto sia della libera installazione
che dell'incasso. Attraverso tecniche basate sul neuromarketing, sono state misurate la reazione del
consumatore di fronte a questa tipologia di materiali, confermando l'impatto positivo in termini di tempo di
permanenza (+50%) e di efficacia e chiarezza di comunicazione dei benefici, nonché di attenzione e relax nel
percorso di esplorazione del reparto del negozio. Anche nel punto vendita, il collegamento con il mondo
digitale è assicurato dall'utilizzo di QR codes che linkano direttamente a video prodotto, dove disponibili, o ad
altre informazioni di approfondimento come la scheda tecnica semplificata.
L'utilizzo di materiali
brandizzati in store è stato alla base di un forte aumento di Brand Awareness, anche in anni di silenzio di
comunicazione tradizionale, a conferma della validità di questo mezzo come strumento di comunicazione. Ma
il 2014 è stato anche l'anno del ritorno alla comunicazione tradizionale, in TV (da maggio a luglio) e sul web
(fino a fine anno) con un investimento di 3 milioni di euro e una strategia di comunicazione focalizzata su
tutta la gamma di prodotti e basata su formati speciali. Stiamo parlando di telepromozioni, ma anche
advertising short film di Sky, Advideo Rai, i Sistemi di Mediaset (90" di storytelling costruito ad hoc per il
marchio e non collegato con le trasmissioni in cui è stato pianificato). Questa scelta è il frutto di due
considerazioni principali, spiega Marino: "Dopo circa 4 anni di silenzio di comunicazione, avevamo la
necessità di abbracciare diversi prodotti su cui il marchio aveva portato importanti innovazioni non facilmente
trasmissibili tramite il classico spot 30". Ad esempio il frigorifero con Active Oxygen, la lavastoviglie Elexia
con Zone Wash, la lavatrice Aqualtis con Direct Injection, o ancora il forno Luce per risultati quasi come i forni
professionali. Sono stati protagonisti dei formati speciali anche i piccoli elettrodomestici come lo slow juicer e
lo steam blender.Per favorire un posizionamento alto sui temi legati alle performance, abbiamo scelto formati
non tradizionali, con testimonial autorevoli, e posizioni privilegiate. Sul digital, abbiamo investito circa il 15%
del budget totale, privilegiando una strategia di programmatic advertising con formati video fatti ad hoc per il
mondo web, che risponde meglio alla reale esperienza di esplorazione digitale rispetto al classico e
decadente banner in home page". Molteplici i partner in comunicazione con cui Hotpoint-Ariston ha affrontato
questo percorso: JWT per l'advertising, MRM per il digital, MSL Group per le PR, Vizeum per il media
planning e il programmatic, Showreel e Walk in! per l'instore marketing. Il mercato degli elettrodomestici ha
perso circa il 30% del volume totale in 4 anni, tornando ben sotto i livelli di 10 anni fa. Nel 2014 si osserva
finalmente un leggero segno positivo al trend di mercato che registra nei primi 3 trimestri un +1% sia a
volume che a valore. In questo contesto il marchio Hotpoint-Ariston ha mantenuto e consolidato la leadership
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La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
di mercato, sia a volume che a valore, crescendo in fatturato del +3% verso il 2013, e ha generato risorse per
continuare ad innovare nel grande elettrodomestico, entrare nel mondo dei piccoli elettrodomestici, e investire
in comunicazione nel 2014, con la prospettiva di continuare il percorso il prossimo anno. La crescita di
fatturato è anche grazie al lancio dei piccoli elettrodomestici su cui l'azienda ha triplicato il fatturato rispetto al
2013 e punta a raddoppiarlo nel 2015. La brand awareness totale del marchio è raddoppiata negli ultimi 3
anni fino a superare il 50%, ed è in crescita. Anche la brand consideration è cresciuta nell'ultimo anno e
mezzo, dopo un lungo periodo di stasi. Ottime premesse all'imminente periodo natalizio, a ridosso del quale
non sono previste pianificazioni adv tradizionali ma diverse attività promozionali presso i punti vendita e una
coda delle operazioni online di search di Google e programmatic attivate a marzo di quest'anno.
Relativamente al 2015 continuerà l'impegno in comunicazione del marchio che, in vista di nuovi lanci e
reduce dallo 'speciale' ritorno in comunicazione del 2014, potrebbe tornare a pianificare il classico spot 30"
con investimenti distribuiti continuativamente su tutto l'anno. Sempre più importanza verrà riservata al web,
con un occhio di riguardo al programmatic. Il prossimo sarà un anno di ulteriore crescita prevista dall'azienda
che, a fronte di stime per il mercato degli elettrodomestici intorno al +3%, intende performare meglio dello
stesso. Maria Ferrucci
03/12/2014
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Sito Web
Dopo 4 anni di silenzio mediatico, il marchio di Indesit Company è tornato in comunicazione scegliendo Tv e
web con un approccio strategico focalizzato su tutta la gamma di prodotti e basato su formati adv
speciali. Una scelta questa che ha favorito un ritorno positivo sia in termini di fatturato che di brand
awareness e consideration. Fattori fondamentali oggi per conquistare un consumatore evoluto in seguito alla
rivoluzione digitale, intercettandolo in tutti i touchpoint nel percorso verso l'acquisto. Dalla X-Generation
siamo passati alla Skip Generation, bombardata da stimoli e abituata a selezionarli in frazioni di secondo,
skippando quelli non rilevanti, quindi con regole e tempi di ingaggio molto più complesse e celeri. "Quella
con cui ci confrontiamo oggi è una 'Skip Generation', individui abituati a ricevere stimoli continuamente e a
selezionarli in pochi secondi skippando quelli non rilevanti". Così Andrea Marino (in foto), Marketing Director
Mercato Italia Indesit Company, traccia lo scenario attuale evidenziandone il cambiamento relativamente a
tempi d'ingaggio e al concetto di target che si è innovato, specificando che "si è ribaltato. Dieci anni fa
l'azienda sceglieva il target da colpire, e andava a cercarlo con i vari mezzi di comunicazione. Oggi è l'utente
a scegliere e l'azienda e il prodotto sono diventati il target. Diventa quindi fondamentale farsi trovare sempre
nel momento più opportuno alla finalizzazione di scelta e acquisto." Da qui la strategia che da qualche anno
caratterizza il modus operandi di Hotpoint-Ariston: 'Always on', essere sempre ovunque. "Non solo in tv, dove
la pubblicità continua a essere efficace, ma anche lungo tutto il percorso decisionale, sul web, nel punto
vendita, nelle consumer reviews. Oltre alla variabile temporale risulta oggi più che mai rilevante la
componente spazio. Dobbiamo essere presenti in tutti i touchpoint nel percorso d'acquisto del consumatore,
uno spazio estremamente complesso da presidiare in seguito alla rivoluzione digitale" continua Marino.
Nell'epoca della rivoluzione digitale il consumatore si è evoluto, è oggi esperto e razionale, capace di cercare,
fare confronti, valutare e scegliere. Il processo d'acquisto è sempre meno esperienziale e sempre più
funzionale, mentre la decisione continua a modificarsi strada facendo in base alle opinioni che il consumatore
incontra durante il percorso verso l'acquisto. In quest'ottica la strategia di marca deve puntare, oltre che alla
Brand Awareness, alla Brand Consideration e al Top of Mind. Variabili fondamentali per sostenere un
posizionamento nella fascia medio-alta del mercato, quale è quella di Hotpoint-Ariston. Ciò risponde anche
alle dinamiche di acquisto di un elettrodomestico: processo razionale e funzionale, molto più che emozionale
e impulsivo e acquisto di sostituzione e di emergenza, molto più che di pianificazione. Come spiega il
manager: "Sono proprio queste premesse, che ci hanno fatto capire che l'unica strategia di comunicazione
possibile è quella di essere Always on. Non potendo sapere quando sorgerà il bisogno di cambiare la
lavatrice, non è possibile influenzare questo momento, quindi c'è la necessità di essere sempre top of
mind. Non è nemmeno possibile sapere dove il consumatore cercherà informazioni, perché è finita la linearità
dei processi a cui ci aveva abituati la rivoluzione industriale, quindi nasce la necessità di essere presente
dallo zero moment of truth all'ultimo metro. Nonostante il peso dell'e-commerce nel bianco sia intorno al 5%,
l'85% delle persone cercano informazioni su Internet prima di effettuare un acquisto. Questo vuol dire che
Internet, spesso ritenuto (erroneamente) il principale nemico del valore dei mercati, è in realtà un'enorme
opportunità di dialogo diretto con chi sta cercando in quel momento un prodotto da acquistare". Ed è proprio
al digitale che Hotpoint-Ariston ha dedicato un'attenzione particolare, a partire dal sito internet
completamente rivoluzionato un anno fa in grafica e architettura per un'impostazione più SEO friendly. E'
presente anche una sezione dedicata all'e-commerce per i piccoli elettrodomestici. Un ottimo canale per
offrire un'esperienza di brand completa è, secondo Marino, proprio il mondo online. "Le aziende che hanno
una quota di mercato maggiore su Internet sono anche quelle che crescono di più nel mercato tradizionale.
Questo perché sono riuscite a instaurare una relazione efficace, che è occasione di fatturato ma soprattutto di
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Ariston archivia l'anno a +3%. Nel 2014 torna in comunicazione e investe 3
mln, di cui il 15% in programmatic adv
03/12/2014
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engagement durante il processo d'acquisto. Per Indesit il web marketing è un pilastro fondamentale della
strategia di crescita. L'intera nostra strategia digital è sviluppata pensando a come favorire il processo di
acquisto: ottimizzazione dei siti web, pagine facebook e canali youtube, video e tutorial, concorsi e partneship
contribuiscono a farci dialogare quotidianamente con i fan dei nostri prodotti e a comunicare loro le nostre
attività di marca". Numeri importanti quelli che caratterizzano il presidio web della marca: il sito HotpointAriston è cresciuto del +50% in termini di visite (siamo ad oltre 1,5 MM nel 2014) e del +50% in termini di
tempo medio di permanenza, la pagina Facebook è arrivata a 70mila fans (+40%), il database ha raggiunto
quota 180mila utenti registrati (il 2014 ha visto anche l'attivazione di una politica di CRM con l'invio di oltre 2
milioni di email). Il marchio è inoltre presente sui siti dei principali retailers, in alcuni casi con veri e propri
shop-in-shop dedicati, e monitora quotidianamente il web sentiment sul brand, con interventi, dove possibile,
nelle situazioni di criticità. Parte importante della strategia digital anche lo sviluppo di relazioni ad alto valore
aggiunto con i principali food blogger con eventi ad hoc, concorsi dedicati, con la creazione di un team di
blogger ufficiali e con un dialogo costante e un reciproco scambio di valore aggiunto, grazie anche al
supporto di MSL group. Attive infine partnership strategiche (l'APCI - Associazione Professionale Cuochi
Italiani - nel mondo della cottura, Illy per il caffè, P&G per il mondo del bucato e Reckitt Benckiser per il
lavaggio stoviglie) con cui Hotpoint-Ariston svolge attività congiunte che vivono principalmente sul web Per
presidiare l'ultimo metro, sono state create aree emozionali e brandizzate in oltre 500 negozi della
distribuzione specializzata, con materiali premium in tutte le categorie prodotto sia della libera installazione
che dell'incasso. Attraverso tecniche basate sul neuromarketing, sono state misurate la reazione del
consumatore di fronte a questa tipologia di materiali, confermando l'impatto positivo in termini di tempo di
permanenza (+50%) e di efficacia e chiarezza di comunicazione dei benefici, nonché di attenzione e relax nel
percorso di esplorazione del reparto del negozio. Anche nel punto vendita, il collegamento con il mondo
digitale è assicurato dall'utilizzo di QR codes che linkano direttamente a video prodotto, dove disponibili, o ad
altre informazioni di approfondimento come la scheda tecnica semplificata.
L'utilizzo di materiali
brandizzati in store è stato alla base di un forte aumento di Brand Awareness, anche in anni di silenzio di
comunicazione tradizionale, a conferma della validità di questo mezzo come strumento di comunicazione. Ma
il 2014 è stato anche l'anno del ritorno alla comunicazione tradizionale, in TV (da maggio a luglio) e sul web
(fino a fine anno) con un investimento di 3 milioni di euro (di cui il 15% in programmatic adv) e una strategia
di comunicazione focalizzata su tutta la gamma di prodotti e basata su formati speciali. Stiamo parlando di
telepromozioni, ma anche advertising short film di Sky, Advideo Rai, i Sistemi di Mediaset (90" di storytelling
costruito ad hoc per il marchio e non collegato con le trasmissioni in cui è stato pianificato). Questa scelta è il
frutto di due considerazioni principali, spiega Marino: "Dopo circa 4 anni di silenzio di comunicazione,
avevamo la necessità di abbracciare diversi prodotti su cui il marchio aveva portato importanti innovazioni
non facilmente trasmissibili tramite il classico spot 30". Ad esempio il frigorifero con Active Oxygen, la
lavastoviglie Elexia con Zone Wash, la lavatrice Aqualtis con Direct Injection, o ancora il forno Luce per
risultati quasi come i forni professionali. Sono stati protagonisti dei formati speciali anche i piccoli
elettrodomestici come lo slow juicer e lo steam blender.Per favorire un posizionamento alto sui temi legati alle
performance, abbiamo scelto formati non tradizionali, con testimonial autorevoli, e posizioni privilegiate. Sul
digital, abbiamo investito circa il 15% del budget totale, privilegiando una strategia di programmatic
advertising con formati video fatti ad hoc per il mondo web, che risponde meglio alla reale esperienza di
esplorazione digitale rispetto al classico e decadente banner in home page". Molteplici i partner in
comunicazione con cui Hotpoint-Ariston ha affrontato questo percorso: JWT per l'advertising, MRM per il
digital, MSL Group per le PR, Vizeum per il media planning e il programmatic, Showreel e Walk in! per
l'instore marketing. Il mercato degli elettrodomestici ha perso circa il 30% del volume totale in 4 anni,
tornando ben sotto i livelli di 10 anni fa. Nel 2014 si osserva finalmente un leggero segno positivo al trend di
mercato che registra nei primi 3 trimestri un +1% sia a volume che a valore. In questo contesto il marchio
Hotpoint-Ariston ha mantenuto e consolidato la leadership di mercato, sia a volume che a valore, crescendo
03/12/2014
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in fatturato del +3% verso il 2013, e ha generato risorse per continuare ad innovare nel grande
elettrodomestico, entrare nel mondo dei piccoli elettrodomestici, e investire in comunicazione nel 2014, con la
prospettiva di continuare il percorso il prossimo anno. La crescita di fatturato è anche grazie al lancio dei
piccoli elettrodomestici su cui l'azienda ha triplicato il fatturato rispetto al 2013 e punta a raddoppiarlo nel
2015. La brand awareness totale del marchio è raddoppiata negli ultimi 3 anni fino a superare il 50%, ed è in
crescita. Anche la brand consideration è cresciuta nell'ultimo anno e mezzo, dopo un lungo periodo di stasi.
Ottime premesse all'imminente periodo natalizio, a ridosso del quale non sono previste pianificazioni adv
tradizionali ma diverse attività promozionali presso i punti vendita e una coda delle operazioni online di
search di Google e programmatic attivate a marzo di quest'anno. Relativamente al 2015 continuerà l'impegno
in comunicazione del marchio che, in vista di nuovi lanci e reduce dallo 'speciale' ritorno in comunicazione del
2014, potrebbe tornare a pianificare il classico spot 30" con investimenti distribuiti continuativamente su tutto
l'anno. Sempre più importanza verrà riservata al web, con un occhio di riguardo al programmatic. Il prossimo
sarà un anno di ulteriore crescita prevista dall'azienda che, a fronte di stime per il mercato degli
elettrodomestici intorno al +3%, intende performare meglio dello stesso. Maria Ferrucci
03/12/2014
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Gli obiettivi di crescita a medio termine comprendono l'espansione dell'offerta, l'estensione del servizio in altre
città italiane - a partire da Torino e Roma - e la sfida dell'internazionalizzazione, con la prospettiva di
esportare il concept del servizio nelle principali country europee.
Il Gruppo Amodio, presente nel settore
agroalimentare dal 1880, con una tradizione che si tramanda da cinque generazioni attraverso le filiere
lattiero-casearia, carni suine e distribuzione alimentare, annuncia il lancio di Primo Taglio , uno scrigno in
grado di integrare i valori del tradizionale modello della "bottega di fiducia", con il linguaggio moderno del web
, proponendosi come un modo tutto nuovo di fare una spesa di qualità, comodamente da casa propria. Il
progetto Primo Taglio nasce a compimento di una strategia condotta negli ultimi anni, al fine di coniugare le
esigenze del mercato in continuo mutamento con la ricetta della tradizione, puntando sul sapore artigianale e
l'eccellenza italiana. L'obiettivo di Primo Taglio è quello di rendere accessibili prodotti artigianali di qualità,
valorizzando gli asset e le competenze del Gruppo. Uno degli elementi che rendono il servizio unico è la
freschezza dei prodotti che permette di esaltarne al meglio il gusto. Primo Taglio nasce come una startup
innovativa, grazie ad un primo investimento di un milione e mezzo di euro da parte del gruppo Amodio e al
lavoro di 15 persone, con la prospettiva di coinvolgerne 80 entro 24 mesi. La visione di Primo Taglio è di porsi
come un hub di riferimento delle eccellenze artigianali del Made in Italy , coniugando i valori della tradizione
con le sfide più innovative dell'e-commerce, come la produzione on demand e il servizio di consegna
personalizzato. Gli obiettivi di crescita a medio termine comprendono l'espansione dell'offerta, l'estensione
del servizio in altre città italiane - a partire da Torino e Roma - e la sfida dell'internazionalizzazione, con la
prospettiva di esportare il concept del servizio nelle principali country europee. I prodotti Primo Taglio sono
realizzati con passione da artigiani delle eccellenze alimentari e distribuiti in modo diretto al consumatore, il
che permette di offrire a tutti i clienti un prodotto di elevata qualità. Il rapporto con il consumatore è diretto,
senza intermediari, dall'ordine alla consegna. Un servizio dedicato affidato ai Messaggeri del Gusto , che con
la loro esperienza, daranno consigli su prodotti, ricette e abbinamenti da provare. Primo Taglio si caratterizza
per un processo produttivo, di distribuzione e di marketing che costruisce un'effettiva territorialità dell'Azienda,
anche attraverso il rapporto diretto con chi consegna a casa i prodotti. È possibile acquistare online i prodotti
Primo Taglio, scegliendo tra più di 300 specialità, accedendo direttamente al sito www.primotaglio.it . Una
volta effettuato l'ordine, nel caso si siano scelti prodotti contrassegnati dal bollino "Freschissimi", gli stessi
saranno realizzati il giorno successivo e recapitati a domicilio - insieme al resto della spesa - dai Messaggeri
del Gusto, entro 48h e nella fascia oraria desiderata. La consegna è disponibile da oggi a Milano e provincia
6 giorni su 7, dal martedì alla domenica. Primo Taglio offre ai suoi clienti diverse opportunità, come ad
esempio l'abbonamento per ricevere ogni settimana la spesa che si preferisce, pronta per essere
personalizzata. In più, con il programma fidelity, è possibile invitare altri appassionati dei sapori artigianali a
condividere la propria esperienza di acquisto, usufruendo così di tanti vantaggi. Francesco Amodio (in foto),
Amministratore Delegato del Gruppo Amodio, afferma "Il nostro Gruppo nella storia ha sempre innovato
seguendo il paradigma di "interpretare il cambiamento". Per questo abbiamo individuato nella
digitalizzazione, con il progetto Primo Taglio, la principale direttrice di crescita, su cui ad oggi abbiamo
investito 1,5mln/€ e impiegato da subito 15 persone. Primo Taglio vuole diventare l'hub degli artigiani italiani
delle eccellenze alimentari portandole direttamente sulle tavole dei consumatori, nel prossimo futuro anche
internazionali. " "Primo Taglio è la spesa online di qualità e punta ad un posizionamento disruptive e di
riferimento nel mercato del food eCommerce. In un mercato particolare come quello del food risulta
necessario creare la combinazione vincente tra online e offline: con Primo Taglio abbiamo digitalizzato il
concetto di bottega - basato sui valori di fiducia, artigianalità ed eccellenza - affiancandolo ad una consegna
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Il Gruppo Amodio in partnership con Triboo Digitale lancia la start up
eCommerce food Primo Taglio. Investimento 1,5 mln
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personalizzata attraverso i nostri Messaggeri del Gusto completamente dedicati ai clienti" ha dichiarato
Antonio Romano, Chief Operating Officer del Gruppo Amodio e Project Leader di Primo Taglio. Triboo
Digitale, eCommerce company integrata che realizza e gestisce il commercio elettronico e la strategia digital
di prestigiosi brand, è il partner strategico e tecnologico di Gruppo Amodio per il progetto Primo Taglio.
"Primo Taglio si candida ad essere la start up di riferimento nell'eCommerce food in Italia grazie ad un
approccio multicanale integrato, un solido gruppo industriale alle spalle, una strategia di comunicazione
aggressiva, una logistica integrata fino all'ultimo miglio che consente di consegnare prodotti freschissimi a
casa del consumatore, e una piattaforma tecnologica avanzata, con particolare attenzione al mobile - ha
dichiarato Marco Realfonzo, Chief Digital Officer di Triboo Digitale. L'approccio strategico adottato è unico nel
suo genere per il nostro paese, in un segmento dell'eCommerce in forte crescita; confidiamo che la creatività
progettuale si rispecchi in una buona accoglienza da parte dei consumatori più attenti alle novità ." MF
03/12/2014
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Telethon , nell'occasione del 25esimo della celebre maratona radiotelevisiva RAI, in onda dall'8 al 14
dicembre, ha deciso di ampliare la sua proposta al web e ai canali social. Per farlo ha schierato una squadra
di top digital partner per sensibilizzare la rete e raggiungere l'ampio pubblico online con i messaggi e le
finalità della campagna #ognigiorno
Telethon , nell'occasione del 25esimo della celebre maratona
radiotelevisiva RAI, in onda dall'8 al 14 dicembre, ha deciso di ampliare la sua proposta al web e ai canali
social. Per farlo ha schierato una squadra di top digital partner per sensibilizzare la rete e raggiungere l'ampio
pubblico online con i messaggi e le finalità della campagna #ognigiorno. Amazon, Facebook, Google,
Groupon, l'associazione IgersItalia e Twitter hanno ideato iniziative mirate per creare engagement e dare
visibilità a Telethon sia durante i giorni della maratona, nei giorni precedenti e successivi e per tutto il mese
di dicembre, che è ormai il mese " Telethon " per definizione. Sui social network, gli amici o ospiti di
Telethon in tv avranno la possibilità di interagire con i milioni di telespettatori che seguiranno le trasmissioni
in tv e contemporaneamente in second screen, sui propri smartphone e tablet, come ormai succede sempre
più spesso in occasione degli eventi televisivi più seguiti. Amazon si candida a essere il canale privilegiato
per gli acquisti solidali online targati Telethon , in occasione del Natale. Per tutto dicembre resterà aperto un
negozio dedicato per la promozione e la distribuzione dei regali solidali della fondazione. Inoltre, Telethon
avrà visibilità attraverso banner dedicati sulla homepage di Amazon.it e all'interno di alcune sezioni del sito,
ma anche attraverso i post sui profili social e nelle comunicazioni promozionali per gli iscritti al portale. Per
scegliere i prodotti solidali Telethon su Amazon visita www.amazon.it/ telethon . Facebook promuoverà la
visibilità della campagna sulla pagina ufficiale e su quelle delle singole trasmissioni RAI. Telethon aderisce
anche a "Google AD Grants", il programma di pianificazione pubblicitaria dedicato alle onlus e al non profit.
Grazie ad AD Grants, la Fondazione avrà la possibilità di incrementare la visibilità per la propria missione per
tutto l'anno 2015, grazie a crediti gratuiti per investimenti pubblicitari sui canali search e display del celebre
motore di ricerca. Oltre al programma di crediti gratuiti per gli investimenti pubblicitari sui canali search e
display del celebre motore di ricerca, Telethon sfrutterà anche le potenzialità social di Google+, consentendo
così a tutti gli utenti interessati di essere sempre aggiornati sulla maratona radiotelevisiva
(www.google.com/+telethonit) Groupon sarà protagonista di una raccolta fondi per Telethon , grazie al
supporto di alcuni partner importanti come Caffarel, Lisciani, Artemitadre, Sofidel, Bassetti e Zucchi e di tutte
le altre aziende che parteciperanno a questa iniziativa di sostegno alla fondazione. Per ogni coupon
acquistato dalla speciale sezione dedicata alle feste, online fino al 7 gennaio, (www.groupon.it/occasion/
regali-per-natale ), Telethon beneficerà di un contributo da parte di Groupon e delle aziende.
L'associazione IgersItalia lancerà la prima Maratona Telethon su Instagram, con l'iniziativa "10.000 foto x
10.000 euro", in un vero e proprio challenge benefico. Al superamento di 10.000 foto postate su Instagram
con l'hashtag #ognigiorno tra l'8 e il 14 dicembre, Telethon riceverà un contributo di 10.000 euro finanziato
da Caffarel, leader mondiale dell'industria dolciaria. Twitter sfrutterà la sua grande forza di favorire interazione
in real time, lanciando in TV il Twitter Mirror: gli ospiti di Telethon in diretta tv interagiranno con i propri
followers con messaggi personalizzati e selfie dall'account @telethonitalia, in occasione del Charity Show in
prima serata su Raiuno il 12 dicembre, condotto da Fabrizio Frizzi, Flavio Insinna e Massimo Giletti, e dello
Speciale Affari Tuoi di domenica 14 dicembre con Flavio Insinna e Nino Frassica. Inoltre, Twitter svilupperà
un'attività mirata di promozione della mission di Telethon in favore della raccolta fondi per la ricerca
scientifica sulle malattie genetiche rare.
Le iniziative dei digital partner, tutte pro-bono senza alcun costo
per Telethon , si svilupperanno prima, dopo e durante la maratona radiotelevisiva RAI proprio per
sottolineare che l'impegno di Telethon , così come quello dei tanti amici che la sostengono, è #ognigiorno.
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Telethon schiera Amazon, Facebook, Google, Groupon per sensibilizzare
la rete
03/12/2014
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Ogni giorno, infatti, esiste un'altra maratona: quella delle famiglie per cui la malattia genetica ha un enorme
impatto in tutti gli aspetti della quotidianità, dei ricercatori che si impegnano per dare a queste persone una
vita migliore e dei partner e dei sostenitori che sono al fianco della Fondazione per aiutarla a rendere tutto
questo possibile.
03/12/2014
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I media interessati sono tra i più importanti portali di sport, informazione, casa, tempo libero e fai da te. È
prevista inoltre una grande presenza di contenuti video e la campagna verrà anche supportata da canali
social Facebook http://www.blackanddecker.it/facebook e Youtube http://www.blackanddecker.it/youtube di
Black+Decker Italia.
Dal 4 al 31 dicembre sarà online la nuova campagna di digital advertising
di Black+Decker con il nuovo trapano intelligente Autosense e la levigatrice Mouse. I media interessati sono
tra i più importanti portali di sport, informazione, casa, tempo libero e fai da te. È prevista inoltre una grande
presenza di contenuti video e la campagna verrà anche supportata da canali social Facebook
http://www.blackanddecker.it/facebook e Youtube http://www.blackanddecker.it/youtube di Black+Decker
Italia. Autosense sarà il principale protagonista della campagna: l'innovativo trapano intelligente che quando
avviti si regola automaticamente. Alla campagna si aggiunge la nuova levigatrice Mouse, con un effetto
positivo a 360° sul BRAND BLACK+DECKER, la cui mission si identifica nel fornire prodotti innovativi ed
efficienti, dando la fiducia e la consapevolezza al consumatore di poter trasformare i sogni in realtà. La
pianificazione media è di Carat, la creatività è a cura di Factory Prime. MF
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Black+Decker on air con la nuova campagna digital a cura di Carat.
Creatività Factory Prime
03/12/2014
e20express.it
Sito Web
Con il numero delle presenze e i 6.000 utenti unici collegati alle dirette web , la Toscana si conferma capitale
del travel 2.0. Altri numeri a sostegno del successo: + 15% biglietti venduti, +26% ricavi da sponsor ed
espositori, 124 eventi, 230 relatori e 350 tra giornalisti e blogger accreditati.
apri la gallery fotografica Sono stati 8.000 i partecipanti alla settima edizione di BTO - Buy Tourism Online
(1.000 in più rispetto lo scorso anno), la manifestazione internazionale dedicata al travel 2.0 che si è svolta
alla Fortezza da Basso di Firenze il 2 e 3 dicembre, promossa da Regione Toscana, Toscana Promozione e
Camera di Commercio di Firenze, organizzata da Fondazione Sistema Toscana e PromoFirenze - Azienda
Speciale della Camera di Commercio di Firenze. Programma scientifico e concept creativo BTO Educational.
Tra i numeri dell'edizione 2014 spicca il +15% di biglietti venduti, oltre all'aumento degli stand che da 43 del
2013 sono passati a 53 con un conseguente ricavo del +26%.Oltre 6.000 sono stati gli utenti unici che hanno
seguito in diretta lo streaming dei principali eventi in programma. 124 tra incontri e dibattiti a cui hanno
partecipato 230 relatori provenienti da tutto il mondo, 350 i giornalisti e blogger accreditati. Fra i Paesi
presenti, oltre all'Italia: Irlanda, Spagna, Germania, Inghilterra, Svizzera, Usa, Francia, Brasile, Regno Unito,
Francia, Olanda, Spagna, Irlanda, Turchia, Portogallo. Anche quest'anno tante le regioni italiane che hanno
scelto di essere a BTO. Oltre alla Toscana: Lazio, Liguria, Sicilia, Puglia, Umbria, Abruzzo ed Emilia
Romagna. Tra i temi principali di questa settima edizione: Web Marketing, Big Data e turismo, sharing
economy, storytravelling, turismo sostenibile, l'evoluzione del Mobile, Reputation e Relevance, Mega
Metasearch, Hospitality Internet of Things e Wearable technologies. Tra le curiosità presentate a BTO, e per
la prima volta in Italia, l'applicazione Immersive Shopping di Amadeus che offre al viaggiatore di vedere in
anticipo la camera di albergo del suo prossimo viaggio in tecnologia tridimensionale, attraverso l'innovativo
schermo da indossare sul viso, per la realtà aumentata Oculus Rift. Tante le start up presenti in Fortezza da
Basso grazie anche alla partecipazione dell'Associazione start up turismo e dell'Associazione italiana turismo
responsabile. BTO è stata l'occasione di conoscere in anteprima alcune tra le più interessanti ricerche del
settore. Quella dedicata alle abitudini di viaggio degli under 30 in Italia - 'Travel young travel different' - che
segnala come i giovani si preoccupino poco se le recensioni online siano vere o false e, infatti, il 92% di loro
non prenota senza aver letto le recensioni di altri viaggiatori.Altra ricerca presentata in anteprima quella
di Future Brand con un approfondimento specifico sull'Italia. Dallo studio emerge che sono cultura, bellezza e
gastronomia le tre keyword che vengono attribuite all'Italia e che la contraddistinguono dal resto dei Paesi
presi in esame. Tutto esaurito per l'apertura con Beppe Severgnini, editorialista del Corriere della Sera e per
la tavola rotonda che ha visto confrontarsi Brett Halford, Head of CPC Sales - South EMEA
Tripadvisor, Sydney Burdick, Global Communication Trivago, Gurhan Karaagac, Country manager Italia
Kayak, Filippo De Matteis, Marketing manager Italia Skyscanner.
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Boom di presenze per la settima edizione di BTO: oltre 8.000 visitatori
03/12/2014
Engage.it
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[INFOGRAFICA] Cresce la ricerca dei codici sconto per l'e-shopping. Lo
conferma advisato
Secondo dati Google la ricerca "Codice Sconto" è cresciuta del 28% a ottobre. Un'evidenza messa in luce
dalla piattaforma guidata dal ceo Luca Tuscano
Gli utenti internet in Italia sono sempre più interessati alle opportunità offerte dai codici sconto. A confermare
questa tendenza è innanzitutto il dato Google secondo cui il numero di ricerche delle parole "codice sconto"
nel nostro Paese nel mese di ottobre è cresciuto del 28% rispetto allo stesso periodo del 2013. Nello
specifico le regioni dove il tema "codice sconto" è maggiormente popolare, ovvero più ricercato, sono
Sardegna, Calabria e Marche. Seguono Abruzzo, Puglia, Piemonte, Emilia-Romagna, Campania, Liguria,
Lombardia.Per quanto riguarda invece gli e-commerce di riferimento, gli sconti più ricercati degli ultimi 12
mesi sono stati quelli di Amazon, Zalando, Groupon, Ebay, Yoox, ePrice e Trenitalia.«Oltre a quelli elencati,
in particolare Amazon, Zalando, Groupon e Yoox - spiega Luca Tuscano, ceo di advisato, sito web dedicato
agli amanti dei codici sconto per lo shopping online -, sulla nostra piattaforma risultano particolarmente
ricercati e in forte crescita anche i codici sconto sull'elettronica di consumo unbranded. Si tratta di ecommerce come MyeFox, EachBuyer, Comebuy, 234Buy che offrono smartphone e tablet a prezzi
estremamente competitivi, e ancora più convenienti grazie ai codici sconto offerti. Segue parallelamente tutto
il comparto dell'oggettistica e degli accessori per prodotti di elettronica, con moltissime ricerche di codici
sconto su MiniInTheBox, che vende ad esempio cover per smartphone e iPhone a prezzi imbattibili».Sulla
base di questi dati, advisato ha prodotto un'infografica riassuntiva relativa ai più grandi trend che hanno
caratterizzato l'e-commerce nel 2014 e l'importanza assunta dai codici sconto.(Clicca sull'infografica per
ingrandirla)Passando ai diversi settori merceologici, secondo gli ultimi dati del Consorzio Netcomm gli italiani
online comprano più frequentemente scarpe e abbigliamento, elettronica di consumo e viaggi, mentre in
termini di volume di affari la classifica si inverte e vede in testa i viaggi, seguiti da scarpe e abbigliamento, ed
elettronica di consumo.Tali trend sono confermati dai dati registrati da advisato, dove in linea con
l'andamento dei codici sconto più cercati, tra gli acquisti più frequenti troviamo scarpe e abbigliamento con
Zalando e Yoox in testa (da soli muovono circa il 15% dei volumi complessivi, spinti anche da servizi quali
spedizione e reso gratuiti), seguiti dall'elettronica di consumo (con un altro 10-15%, trainata anche e
soprattutto da e-commerce orientali).Perché dunque si compra sempre di più online, e sempre di più
attraverso codici sconto?Molto semplice, secondo il Consorzio Netcomm su internet gli utenti cercano un
risparmio rispetto ai canali tradizionali e advisato, come spiega ancora Tuscano, «è una realtà nata proprio
per rispondere a questa esigenza dell'acquirente online, offrendo codici sconto e dando evidenza delle
promozioni di oltre 450 tra i migliori e-commerce italiani e non. Inoltre, se da una parte il sistema dei codici
sconto è per gli utenti un'occasione per risparmiare e approfittare dei saldi tutto l'anno, dall'altra rappresenta
per gli e-commerce un'opportunità per andare a intercettare nuovi utenti e per attivare una nuova leva di
marketing», conclude il manager.
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03/12/2014
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Click-to-call: l' adv che "chiama" apprezzata da 1 italiano su 2
Uno studio di Google e Ipsos MediaCT dimostra l'efficacia dei formati mobile che consentono di far partire
una telefonata direttamente cliccando su un'inserzione. Risposte veloci, informazioni dettagliate e contatto
diretto sono tra i motivi che fanno apprezzare la funzione
In un momento in cui tutte le aziende sono impegnate a rivedere il modo in cui si connettono con i propri
consumatori sotto la spinta del mobile - mezzo non semplicissimo per l'adv, come ha sottolineato ieri, tra gli
altri, anche l'a.d. RCS Pietro Scott Jovane -, sono significativi i risultati di una recente ricerca realizzata da
Ipsos MediaCT per Google, volta a indagare una funzione di comunicazione "analogica" come il "Click-tocall", ossia la possibilità di effettuare una chiamata vocale cliccando su un annuncio pubblicitario.Secondo lo
studio, ben 1 italiano su 2 apprezza la funzionalità Click-to-call e lo utilizza attivamente durante la fase di
acquisto di un prodotto, e tre italiani su quattro sono più propensi a chiamare se trovano un numero di
telefono nell'annuncio pubblicitario.Evidentemente, come sottolinea Luciano Cantoni, Performance Solutions
Lead di Google, nell'affannosa ricerca di soluzioni sempre nuove e raffinate per trasformare gli smartphone in
efficaci canali di comunicazione, a volte si rischia si dimenticare che lo smartphone serve anche per
telefonare.Secondo lo studio, realizzato a settembre 2014 da Ipsos MediaCT intervistando 1.500 italiani di età
superiore a 18 anni, che sono utilizzatori di smartphone e hanno effettuato almeno un acquisto negli ultimi sei
mesi, tre sono i principali motivi per cui il Click-to-call è apprezzato: Per cosa e quando chiamano gli italianiIn
base alla ricerca, il click to call viene utilizzato per entrare in contatto con l'azienda e fissare appuntamenti
(44%), per verificare gli orari di apertura di locali e ristoranti (44%) o la disponibilità di un prodotto tecnologico
e di largo consumo (42%).Il 39% degli utenti mobile ritiene che il Click-to-call sia molto importante nel
momento in cui decide di comprare un prodotto; ad esempio quando si tratta dell'auto gli italiani utilizzano
questa funzionalità sia quando si informano e valutano i modelli disponibili, sia nella fase di acquisto del
veicolo che per ottenere assistenza post-vendita. Case Study: NH Hotel Group Grazie alle estensioni click to
call, brand e attività commerciali hanno la possibilità di rafforzare la relazione con i propri clienti e generare
nuove opportunità di business. A sostegno di questa tesi, oltre alla ricerca, Google riporta il caso di NH Hotel
Group, la terza catena di hotel spagnola, con oltre 50.000 stanze in tutto il mondo. Per aumentare le
prenotazioni provenienti da mobile, che storicamente avevano una conversione minore rispetto a quelle
generate da altri canale, NH Hotel ha implementato la funzionalità di Click-to-call all'interno dei propri annunci
pubblicitari. Il progetto, implementato in Spagna, è stato un vero successo: grazie al click to call il tasso di
conversione delle prenotazioni provenienti dal canale mobile è più che raddoppiata, con notevoli vantaggi
anche in termini di CPA (cost per action) che si è ridotto di oltre il 50%.«La rivoluzione che il mobile ha
portato stimola tutte le industry a ripensare alle modalità con cui le aziende interagiscono con i propri clienti afferma Luciano Cantoni, Performance Solutions Lead -. In questa evoluzione a volte ci si dimentica che gli
smartphone servono anche per telefonare: quale miglior modo per estendere al mobile il proprio business se
non adottando il Click-to-call. La ricerca di Ipsos conferma l'importanza delle call nel processo di acquisto e
l'esperienza delle aziende come NH dimostra come questa funzionalità possa essere estremamente utile
nell'incrementare conversioni ed efficienza delle campagne pubblicitarie online».
ADVERTISING ONLINE - Rassegna Stampa 04/12/2014
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Tecnologia
03/12/2014
Engage.it
Sito Web
Hotpoint-Ariston: 450 mila euro investiti in Programmatic Advertising . La
strategia 2015 sarà quella dell'"Always On"
Il brand, che lavora a livello pubblicitario con JWT, MRM e Vizeum, ha avviato in estate una campagna video
in modalità programmatica, tuttora in corso. L'anno prossimo, spazio a piccoli elettrodomestici e smart home
Essere sempre ovunque, non solo in tv, dove la pubblicità continua a essere efficace, ma anche lungo tutto il
percorso decisionale, sul web, nel punto vendita, nelle consumer reviews, e così via. La strategia di
comunicazione di Hotpoint-Ariston si basa sul concetto di "Always On".Una strategia che risponde anche alle
nuove dinamiche di acquisto degli elettrodomestici, caratterizzate da processi razionali e funzionali, molto più
che emozionali e impulsivi, e di emergenza, dunque non rispondenti a logiche stagionali. E che segue anche i
cambiamenti del consumatore, bombardato da stimoli e abituato a selezionarli molto rapidamente, quindi con
regole di ingaggio molto più complesse e veloci.A raccontarci tutto questo è stato Andrea Marino, direttore
marketing Mercato Italia di Indesit Company, in occasione di un incontro con la stampa questa mattina a
Milano. Il manager ha fatto il punto sulle mosse pubblicitarie e di comunicazione del marchio Hotpoint-Ariston,
rivelando che l'azienda, nel corso del 2014, ha puntato in gran parte su tre strumenti: i punti vendita, ancora
fondamentali visto che il 70% delle decisioni d'acquisto si concretizzano proprio nei negozi, l'adv, utilizzata
quest'estate con formati speciali, e il digital, inteso non solo come display ma anche come consumer reviews,
search, canali istituzionali, siti di comparazione prezzi, shop in shop online, social e così via.«Tutto parte da
una considerazione importante - ha spiegato a Engage -: che bisogna essere presenti in tutti i touch point del
percorso d'acquisto, e seguire i consumatori dove sono presenti». Per questo, anche il digital si è rivelato uno
strumento molto importante per la comunicazione del brand, non solo con il nuovo sito lanciato un anno fa, e
una pagina Facebook con 70 mila fan, ma anche con presenze sui siti dei principali retailer, monitoraggio del
web sentiment e attività con i principali food blogger così come con partner strategici come l'APCI Associazione Professionale Cuochi Italiani.Ma il digital quest'anno è stato utilizzato anche in ottica
pubblicitaria: tra maggio e luglio, infatti, Hotpoint-Ariston è stato oggetto di una campagna di comunicazione
focalizzata su tutta la gamma di prodotti e basata, oltre che su formati speciali in tv, anche su una
pianificazione video in Programmatic advertising. «Abbiamo privilegiato una strategia di Programmatic
advertising con formati video fatti ad hoc per il mondo web, che risponde meglio alla reale esperienza di
esplorazione digitale rispetto al classico e decadente banner in home page. La scelta del Programmatic è
stata dettata dall'esigenza di seguire il cliente dove va, e in effetti la strategia è stata premiante perchè
abbiamo riscontrato dei risultati positivi sulla campagna. In tutto, tra tv e web abbiamo investito per questa
campagna un budget di circa 3 milioni di euro, di cui circa il 15% sul digital». La campagna in Programmatic,
gestita dal centro media di Hotpoint-Ariston Vizeum, è tuttora in pianificazione e si chiuderà alla fine
dell'anno.Quanto alle strategie per il 2015 Marino ha detto: «Le stiamo ancora defininendo. Investiremo
quanto stanziato quest'anno, se non di più, ma probabilmente il media mix cambierà. Il 2014 ci ha visto
tornare in comunicazione dopo circa 4 anni di silenzio, con il bisogno di aumentare la brand awareness e la
brand consideration. Adesso siamo pronti a ripartire con nuovi step. Innanzitutto la frequenza della
comunicazione sarà più "spalmata", non concentrata in determinati periodi. Su un ritorno sul piccolo schermo
con spot "tradizionali" non so ancora dire, ma certamente il digital continuerà ad essere importante, anche in
chiave Programmatic.Del resto, i lanci di prodotti da supportare in termini di adv non mancheranno. HotpointAriston, che secondo una stima di Marino chiuderà l'anno con un fatturato in crescita del 5% sul 2013, l'anno
prossimo ha intenzione di espandere la gamma dei piccoli elettrodomestici, un mercato in cui è entrata nel
2013, e di lanciare i primi grandi elettrodomestici connessi.I partner di comunicazione di Hotpoint-Ariston
sono JWT per la creatività, MRM per lo sviluppo digitale, MSL Group per le pr e Showreel per l'instore
marketing, mentre come già detto a curare le pianificazioni è Vizeum.
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Tecnologia
03/12/2014
Engage.it
Sito Web
Telethon punta sui social con i digital top partner della Maratona televisiva
Rai
Amazon, Facebook, Google, Groupon, l'associazione IgersItalia e Twitter sono i player schierati con la
Fondazione per raggiungere il pubblico online
Telethon, nell'occasione del 25esimo della maratona radiotelevisiva Rai, in onda dall'8 al 14 dicembre, ha
deciso di ampliare la sua proposta al web e ai canali social. Per farlo ha schierato una squadra di top digital
partner per sensibilizzare la rete e raggiungere l'ampio pubblico online con i messaggi e le finalità della
campagna #ognigiorno.Amazon, Facebook, Google, Groupon, IgersItalia e Twitter hanno ideato iniziative
mirate per creare engagement e dare visibilità alla Fondazione sia durante i giorni della maratona, nei giorni
precedenti e successivi e per tutto il mese di dicembre, che è ormai il mese "Telethon" per definizione.Sui
social network, gli amici o ospiti di Telethon in tv avranno la possibilità di interagire con i milioni di
telespettatori che seguiranno le trasmissioni in tv e contemporaneamente in second screen, sui propri
smartphone e tablet, come ormai succede sempre più spesso in occasione degli eventi televisivi più
seguiti.Amazon si candida a essere il canale privilegiato per gli acquisti solidali online targati Telethon, in
occasione del Natale. Per tutto dicembre resterà aperto un negozio dedicato per la promozione e la
distribuzione dei regali solidali della fondazione. Inoltre, Telethon avrà visibilità attraverso banner dedicati
sulla homepage di Amazon.it e all'interno di alcune sezioni del sito, ma anche attraverso i post sui profili
social e nelle comunicazioni promozionali per gli iscritti al portale.Facebook promuoverà la visibilità della
campagna sulla pagina ufficiale e su quelle delle singole trasmissioni RAI.Telethon aderisce anche a "Google
AD Grants", il programma di pianificazione pubblicitaria dedicato alle onlus e al non profit. Oltre al programma
di crediti gratuiti per gli investimenti pubblicitari sui canali search e display del motore di ricerca, Telethon
sfrutterà anche le potenzialità social di Google+.Groupon sarà protagonista di una raccolta fondi per
Telethon, grazie al supporto di alcuni partner importanti come Caffarel, Lisciani, Artemitadre, Sofidel, Bassetti
e Zucchi e di tutte le altre aziende che parteciperanno a questa iniziativa. Per ogni coupon acquistato dalla
speciale sezione dedicata alle feste, online fino al 7 gennaio, Telethon beneficerà di un contributo da parte di
Groupon e delle aziende.L'associazione IgersItalia lancerà la prima Maratona Telethon su Instagram, con
l'iniziativa "10.000 foto x 10.000 euro", in un vero e proprio challenge benefico. Al superamento di 10.000 foto
postate su Instagram con l'hashtag #ognigiorno tra l'8 e il 14 dicembre, Telethon riceverà un contributo di
10.000 euro finanziato da Caffarel.Twitter sfrutterà la sua grande forza di favorire interazione in real time,
lanciando in tv il Twitter Mirror: gli ospiti di Telethon in diretta tv interagiranno con i propri followers con
messaggi personalizzati e selfie dall'account @telethonitalia, in occasione del Charity Show in prima serata
su Raiuno il 12 dicembre, condotto da Fabrizio Frizzi, Flavio Insinna e Massimo Giletti, e dello Speciale Affari
Tuoi di domenica 14 dicembre con Flavio Insinna e Nino Frassica. Inoltre, Twitter svilupperà un'attività mirata
di promozione della mission di Telethon in favore della raccolta fondi per la ricerca scientifica sulle malattie
genetiche rare.
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Social
03/12/2014
Engage.it
Sito Web
BTO: boom di presenze con 8.000 partecipanti alla manifestazione
6.000 utenti unici collegati alle dirette web . + 15% biglietti venduti, +26% ricavi da sponsor ed espositori, 124
eventi, 230 relatori e 350 tra giornalisti e blogger accreditati
Si è chiusa la settima edizione del BTO - Buy Tourism Online, che si è svolta alla Fortezza da Basso di
Firenze il 2 e 3 dicembre.Sono stati 8.000 i partecipanti all'evento (1000 in più rispetto lo scorso anno). Tra i
numeri spicca il + 15% di biglietti venduti, oltre all'aumento degli stand che da 43 del 2013 sono passati a 53
con un conseguente ricavo del +26%. Oltre 6.000 sono stati gli utenti unici che hanno seguito in diretta lo
streaming dei principali eventi in programma. 124 tra incontri e dibattiti a cui hanno partecipato 230 relatori
provenienti da tutto il mondo, 350 i giornalisti e blogger accreditati.Fra i Paesi presenti, oltre all'Italia: Irlanda,
Spagna, Germania, Inghilterra, Svizzera, Usa, Francia, Brasile, Regno Unito, Francia, Olanda, Spagna,
Irlanda, Turchia, Portogallo. Tra le regioni, oltre alla Toscana: Lazio, Liguria, Sicilia, Puglia, Umbria, Abruzzo
ed Emilia Romagna.Tra i temi principali di questa settima edizione, il web marketing, big data e turismo,
sharing economy, storytravelling, turismo sostenibile, l'evoluzione del mobile, reputation e relevance, mega
metasearch, hospitality internet of things e wearable technologies.Tra le curiosità presentate a BTO, e per la
prima volta in Italia, l'applicazione "Immersive Shopping" di Amadeus che offre al viaggiatore di vedere in
anticipo la camera di albergo del suo prossimo viaggio in tecnologia tridimensionale, attraverso l'innovativo
schermo da indossare sul viso, per la realtà aumentata Oculus Rift.Tante le start up presenti in Fortezza da
Basso grazie anche alla partecipazione dell'Associazione start up turismo e dell'Associazione italiana turismo
responsabile.Tra le ricerche presentate, quella dedicata alle abitudini di viaggio degli under 30 in Italia "Travel young travel different" - e quella sull'Italia di Future Brand.Tutto esaurito per l'apertura con Beppe
Severgnini, editorialista del Corriere della Sera e per la tavola rotonda che ha visto confrontarsi Brett Halford,
head of cpc sales - South EMEA Tripadvisor, Sydney Burdick, global communication Trivago, Gurhan
Karaagac, country manager Italia Kayak, Filippo De Matteis, marketing manager Italia Skyscanner.Tra i
personaggi chiave di questa edizione Walter Lo Faro Sr. di Expedia, Fabio Lazzerini di Emirates e Andrea
D'Amico di booking.com. Tra gli eventi clou della due giorni l'incontro con Dario Franceschini, Ministro per i
Beni e le Attività Culturali e il Turismo e Sara Nocentini, assessore al Turismo, Cultura e Commercio della
Regione Toscana intervistati dal direttore di BTO Giancarlo Carniani e da Philip Wolf, founder PhoCusWright.
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Tecnologia
03/12/2014
Engage.it
Sito Web
Al via su Milano Primo Taglio, l' e-commerce food di Gruppo Amodio.
Campagna display in RTB e pianificazioni social a supporto
Previsto anche SEM, oltre che tour degustativi sul territorio. L'investimento per il progetto è stato di 1,5 milioni
di euro totali, in cui è compreso il budget comunicazione pari a diverse centinaia di migliaia di euro
Parlando di e-commerce nel nostro Paese saltano immediatamente alla mente le Dot-com. Invece oggi si
presenta al mercato una startup che potrebbe rappresentare un primo vero esempio di e-shop Food: si
chiama Primo Taglio presentato in conferenza stampa come un contenitore in grado di integrare i valori del
tradizionale modello della "bottega di fiducia", con il linguaggio moderno del web, proponendosi come un
modo tutto nuovo di fare una spesa di qualità, comodamente da casa propria. Attivo da oggi su Milano e
provincia, sarà nei prossimi mesi operativo anche su Torino (probabilmente a marzo 2015) e a Roma.Alle
spalle del progetto Primo Taglio c'è E-food, società di un gruppo presente nel settore agroalimentare dal
1880. Si tratta di Gruppo Amodio, una company che fonda le sue radici in una tradizione che si tramanda da
generazioni e che vanta più di 1.000 dipendenti e una presenza consolidata nel canale HO.RE.CA. del
mercato estero.«E' stata la nostra costante capacità di "interpretare il cambiamento" e di cavalcarlo con la
forza della qualità e di un servizio distintivo, la ricetta del nostro successo». Con queste parole Francesco
Amodio, amministratore delegato del Gruppo, ha spiegato l'origine di un progetto in cui l'azienda crede molto:
«Abbiamo individuato nella digitalizzazione, con il progetto Primo Taglio, la principale direttrice di crescita, su
cui ad oggi abbiamo investito 1,5 milioni di euro e impiegato da subito 15 persone. In prospettiva vorremmo
proporre Primo Taglio come hub degli artigiani italiani delle eccellenze alimentari portandole direttamente
sulle tavole dei consumatori, nel prossimo futuro anche internazionali», conclude l'a.d.Ma non si parla solo di
questo come obiettivo: in termini di fatturato, per Primo Taglio si punta a raggiungere 15 milioni di euro di
ricavi in 2/3 anni, arrivando in questo tempo ad occupare circa 80 persone. Sono questi i numeri che
descrivono gli orizzonti di un progetto innovativo: «Primo Taglio è la spesa online di qualità e punta ad un
posizionamento disruptive e di riferimento nel mercato del food eCommerce. In un mercato particolare come
quello del food risulta necessario creare la combinazione vincente tra online e offline: con Primo Taglio
abbiamo digitalizzato il concetto di bottega - basato sui valori di fiducia, artigianalità ed eccellenza affiancandolo ad una consegna personalizzata attraverso i nostri Messaggeri del Gusto completamente
dedicati ai clienti», ha specificato Antonio Romano, chief operating officer del Gruppo Amodio e project leader
di Primo Taglio. Competitivi anche i prezzi e la spesa per la spedizione: «Superata la soglia dei 29,90 euro, la
spedizione della box Primo Taglio con i prodotti scelti è gratuita», dichiara ancora il manager.Partner
strategico e tecnologico del progetto Primo Taglio è Triboo Digitale, e-commerce company integrata che
realizza e gestisce il commercio elettronico e la strategia digital di prestigiosi brand. A Marco Realfonzo, chief
digital officer della struttura chiediamo un commento sul progetto realizzato: «Primo Taglio si candida ad
essere la startup di riferimento nell'e-commerce food in Italia grazie ad un approccio multicanale integrato, un
solido gruppo industriale alle spalle, una strategia di comunicazione aggressiva, una logistica integrata fino
all'ultimo miglio che consente di consegnare prodotti freschissimi a casa del consumatore, e una piattaforma
tecnologica avanzata, con particolare attenzione al mobile. L'approccio strategico adottato è unico nel suo
genere per il nostro Paese, in un segmento dell'e-commerce in forte crescita come quello Food che si stima
arriverà a valere nel 2014 130 milioni di euro, in crescita del 60% rispetto al 2013. Confidiamo che la
creatività progettuale si rispecchi in una buona accoglienza da parte dei consumatori più attenti alle novità»,
aggiunge Realfonzo. A lui e ad Antonio Romano abbiamo poi chiesto dettagli sulla strategia di comunicazione
che accompagnerà il lancio: «Si comporrà di due anime - precisa Romano -, una più orientata al territorio,
l'altra media. Inizieremo innanzitutto dei tour di degustazione nei punti nevralgici di Milano per far provare
realmente la qualità dei prodotti. A queste azioni affiancheremo una pianificazione display in Real Time
Bidding geotargetizzata e sui social, oltre alle immancabili attività di SEM per posizionarci al meglio sui motori
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Tecnologia
03/12/2014
Engage.it
Sito Web
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La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
di ricerca».I canali social saranno inoltre utilizzati per attività di engagement e per la gestione del customer
service, precisa ancora il manager dal quale scopriamo che l'investimento in comunicazione per il progetto è
di diverse centinaia di migliaia di euro, di cui il 30% è stato dedicato all'organizzazione dei tour e il 70% alle
operazioni di promozione digital: «Ma non si esclude un ulteriore impegno in questo senso», precisa in
conclusione Realfonzo.Presente in conferenza stampa anche Roberto Liscia, presidente del Consorzio
Netcomm, che ha di fatto ribadito la validità e le grandi potenzialità del progetto che rappresenta un primo
esempio di come l'e-commerce possa essere vicino anche al concetto di impresa tradizionale.
03/12/2014
Engage.it
Sito Web
Gruppo L'Espresso completa con il lancio del nuovo Corriere delle Alpi, il
restyling dei siti delle sue testate locali
Il processo di rinnovamento, cominciato la scorsa primavera con il Messaggero Veneto, si concluderà domani
4 dicembre. Sempre più forte il radicamento delle property sui social. Entro la primavera il rilascio delle
mobile version
Con il rilascio online della nuova versione del sito del Corriere delle Alpi di Belluno, previsto per domani 4
dicembre, si conclude il percorso di restyling digitale delle 18 testate locali del Gruppo L'Espresso, cominciato
la scorsa primavera con il Messaggero Veneto.Ora le centinaia di migliaia di lettori dei quotidiani locali del
gruppo (408 mila utenti unici al giorno in media nel 2014, 62 milioni di page-views mensili, fonte Audiweb
gennaio-ottobre) hanno a disposizione, per la propria regione, provincia o città di riferimento, un sito
completamente rinnovato non solo e non tanto nella grafica, quanto nella impostazione concettuale e nei
contenuti.Mantenendo le notizie in tempo reale come cuore dell'offerta informativa, il gruppo di lavoro
coordinato dalla redazione romana di AGL / Finegil - sotto la supervisione della direzione editoriale e con lo
sviluppo fornito dalla Divisione Digitale di Gruppo e il contributo fondamentale delle redazioni locali - ha
realizzato un progetto di "hub di comunità" che si pone come connettore e punto di riferimento per ciascun
territorio e per la rete dei territori, senza soluzione di continuità tra le diverse piattaforme distributive: al centro
c'è il lettore cittadino, tutto attorno i servizi utili a migliorare la sua vita quotidiana attraverso il giornale che
compra in edicola, la sua versione digitale scaricabile su tablet o desktop, gli account social della testata e
naturalmente il sito internet (che dalla prossima primavera avrà anche una versione ottimizzata per il
mobile).In particolare, il sito si caratterizza per una maggiore ricchezza di contenuti: ogni pagina di approdo,
che ci si arrivi dalla homepage, da un motore di ricerca o dai social network (fonte di ingresso in costante
crescita), si presenta come un insieme narrativo che oltre alla notizia fornisce nello stesso contesto i
contenuti multimediali ad essa collegati, gli approfondimenti e un ampio sguardo sul resto dell'offerta
informativa (articoli correlati, contenuti più letti o condivisi, video e fotogallerie).Anche la hompepage si
presenta rinnovata, con maggiore gerarchia e selezione dei contenuti - nell'ottica di fornire al lettore un
servizio più curato sui fatti e gli avvenimenti principali - sezioni di approfondimento (focus, aree tematiche e di
servizio), intrattenimento e dialogo con la comunità (blog, commenti, opinioni), profondità territoriale con
pagine dedicate alle singole edizioni locali e ai comuni.Nel frattempo, prosegue il radicamento delle testate
Finegil sui social network, in particolare Facebook, con oltre 700 mila mi piace complessivi alle diverse
pagine fan.
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Tecnologia
03/12/2014
Engage.it
Sito Web
Mondadori acquisisce la società di digital marketing Kiver
Il gruppo di Segrate rileva il 75% del capitale del gruppo guidato da Gianluca Perrelli, specializzato in
performance marketing, touchpoint management e branded entertainment, ampliando il proprio sistema di
offerta integrato e rafforzandosi nel settore della comunicazione online , con focus sul BTL
Il Gruppo Mondadori ha siglato un accordo per l'acquisizione del 75% del capitale sociale di Kiver, agenzia di
marketing specializzata nello sviluppo di iniziative digitali di promozione, branding e pubblicità interattiva.Con
questa operazione, Mondadori - sottolinea la stessa società in una nota - rafforza la propria presenza nel
settore dei marketing services digitali, ampliando la propria gamma di prodotti e soluzioni in un sistema di
offerta integrato con i contenuti e gli asset del Gruppo e in piena sinergia con le attività di direct marketing
della controllata Cemit e la rete della concessionaria Mediamond."L'ingresso nel nostro Gruppo di una realtà
digitale ad alto potenziale di sviluppo come Kiver ci consentirà di proporre set di soluzioni sempre più
complete e ricche per presidiare al meglio il mondo del digital marketing, in particolare nel below the line", ha
dichiarato Federico Rampolla, responsabile Digital Innovation del Gruppo Mondadori."Disporremo in modo
immediato di ulteriori competenze specifiche e di un know-how altamente qualificato per operare sul mercato
con nuova modalità commerciale e rispondere alle esigenze dei clienti", ha aggiunto Rampolla.Kiver, guidata
da Gianluca Perrelli, amministratore delegato e co-founder della società, è specializzata in servizi di:
performance marketing, volti all'ideazione di campagne di marketing pay per click e attività di display e mobile
advertising; touchpoint management, per la gestione dei diversi punti di contatto digitale tra aziende e clienti;
branded entertainment, per l'utilizzo di contenuti gratuiti come strumenti promozionali.
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Media
02/12/2014
05:50
Primaonline.it
Sito Web
Jovane (Rcs): "Dal 2015 avanti con le news online a pagamento"
(ANSA) "Per far pagare i contenuti di informazione sul web bisogna far capire al lettore che può avere qualità
e [...]
(ANSA) "Per far pagare i contenuti di informazione sul web bisogna far capire al lettore che può avere qualità
e contenuti esclusivi. Lo stiamo facendo in Spagna e faremo passi avanti su questo anche in Italia nel 2015".
Lo ha detto Pietro Scott Jovane, amministratore delegato di RCS Media Group, che oggi ha incontrato gli
studenti dell'università Suor Orsola Benincasa sul tema "Il futuro dell'editoria in Italia" a cui sono intervenuti
anche il presidente di Rcs Libri Paolo Mieli e il direttore del Corriere del Mezzogiorno Antonio Polito. "Sul
futuro dell'editoria - ha spiegato Scott Jovane - bisogna essere ottimisti, partendo dal dato che si leggono
molte più informazioni nel 2014 che negli anni precedenti. Questo avviene sempre di più con il passaggio dal
cartaceo al digitale che offre molte più possibilità ma per sfruttarle serve aprirsi a queste trasformazioni". Il
nodo è far pagare i contenuti in un mondo, come quello del web, dove tutto è gratis: "Per far pagare - spiega
l'ad di Rcs - bisogna chiarire al lettore che c'è un beneficio e che può avere contenuti di qualità, esclusivi e
disegnati sui suo gusti e bisogni. Dobbiamo usare tutte le leve che digitale mette a disposizione, con
coraggio, magari anche sbagliando. In Spagna con El Mundo abbiamo introdotto un sistema di pagamento
dei contenuti che prevede che dal ventunesimo articolo letto in un mese si paghi, e abbiamo avuto un buon
successo con decine di migliaia di abbonamenti. Dal 2015 faremo dei passi in avanti su questo anche in
Italia". Sulla pubblicità, Scott Jovane ha sottolineato la necessità di "permettere all'inserzionista di affiancarsi
ai contenuti soprattutto su mobile smartphone e tablet, dispositivi con schermo più piccolo e quindi più difficili
per la pubblicità". Difficoltà però che devono essere superate perché, conclude il manager, "il settore mobile
vale molto, nel 2015 ci aspettiamo che il 30-40% del traffico Corriere e Gazzetta possa arrivare dal mobile".
La giornata della scuola di giornalismo del Suor Orsola è stata caratterizzata anche dal lancio del nuovo libroinchiesta sulla "Napoli dei viceré", che rifletterà sugli anni della generazione di politic pre-tangentopoli, da
Gava a Pomicino.(ANSA, 2 dicembre 2014)PietroScott Jovane (foto Olycom)
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Notizie di agenzia »
03/12/2014
00:49
Pubblicitaitalia.it
Sito Web
Tutte le News
E' in tv il nuovo spot natalizio del Parmigiano Reggiano ideato con Tribe Communication. Per il 're' dei
formaggi, prosegue la strategia incentrata sulla verità come simbolo di un prodotto che fa della 'naturalità' il
suo grande punto di forza. Il nuovo spot 'Aspettiamo' è stato infatti interamente girato all'interno di caseifici del
Consorzio e mostra in maniera realistica come i casari ogni giorno fanno il Parmigiano Reggiano. Scelte
stilistiche come l'impiego del sound effect e di una voce evocativa confermano la volontà di raccontare la
verità e l'autenticità di un prodotto antico 900 anni. Il concept intorno a cui ruota l'intera comunicazione è il
tempo, ingrediente fondamentale per il Parmigiano Reggiano e anche per il nuovo 15", on air da domenica 30
novembre. Il Parmigiano Reggiano vanta la più lunga stagionatura minima tra i formaggi: occorrono almeno
12 mesi perché possa essere chiamato Parmigiano Reggiano, almeno 24 mesi perché raggiunga un
equilibrio di sapori e poi la stagionatura continua senza alcuna fretta per 36 mesi, 48 mesi, 70 mesi e oltre. Lo
spot svela il vero motivo di un'attesa così accurata: l'attenzione per garantire sempre al consumatore
l'eccellenza che si aspetta. La pianificazione tv prevede una presenza per 3 settimane consecutive dal 30
novembre al 20 dicembre, diventando anche l'occasione per il Parmigiano Reggiano di augurare buone feste
al proprio pubblico. Lo spot ha una diffusione nazionale sulle tv generaliste, satellitari, digitali e locali nell'area
di produzione del Parmigiano Reggiano. Oltre all'ideazione e realizzazione dello spot, Tribe Communication
ha gestito anche la declinazione su campagna di adv online con banner e preroll, e una campagna stampa
incentrata sul valore del tempo, consolidando la propria esperienza nella comunicazione integrata a più
canali. Condividi
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Parmigiano Reggiano torna on air con Tribe Communication
03/12/2014
00:43
Pubblicitaitalia.it
Sito Web
Tutte le News
Aleteia Communication ha curato la campagna creativa del film Ogni Maledetto Natale, nelle sale
cinematografiche italiane da questo fine settimana, una commedia nata dai creatori di Boris, prodotta da
Wildside e distribuita da Rai Cinema con 01 Distribution. Sono di Aleteia Communication il visual della
campagna di affissione e stampa e di display advertising e parte della campagna social. Con un cast
d'eccezione con presenze quali ad esempio Corrado e Caterina Guzzanti, Valerio Mastandrea e Marco
Giallini, la commedia risulta scoppiettante e con dei personaggi che brillano grazie alla geniale idea dei doppi
ruoli. Aleteia Communication ha pensato al poster ufficiale per rappresentare al meglio questo gioco antitetico
di facce identiche vestite di identità diverse, con una grande tavolata di Natale, concepita con un preciso
equilibrio di giochi di specchio. L'agenzia ha anche curato sul web la campagna di display advertising,
nonché un idea di social particolarmente originale, sviluppando l'applicazione per Facebook 'Quanto sei
Colardo?', pubblicata sulla pagina ufficiale del film, che invita a sacrificare gli amici di Facebook per entrare a
far parte della famiglia dai modi rudi. Con la direzione creativa di Cristiana Guidi hanno lavorato il copy Marco
Cherubini e il digital art Federica Pallotta. Condividi
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92
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Per Ogni Maledetto Natale campagna firmata Aleteia Communication
SCENARIO POLITICO/ECONOMICO
60 articoli
04/12/2014
Corriere della Sera - Ed. nazionale
Pag. 2
(diffusione:619980, tiratura:779916)
«Inquinamento nel Pd, non sono casi isolati»
M. Gu.
ROMA «Nessuno sospettava niente? Come si fa a dirlo quando io ci ho scritto sopra due libri?». Roberto
Morassut, deputato pd che è stato assessore a Roma con Veltroni, non è lieto di aver gridato al vento per
denunciare l'impasto lurido tra malaffare e politica romana.
È una vittoria per lei?
«Per me questa inchiesta è dolorosa, ma non mi sorprende. La qualità della nostra vita interna si è molto
abbassata ed era chiaro da tempo».
Colpa delle primarie?
«Un confronto tra tribù, si reggono solo sul potere. Nel tempo si sono incrostate di elementi di inquinamento».
Renzi lo affronterà il 14 all'assemblea nazionale.
«Dobbiamo riscrivere le regole. Ci vuole l'analisi patrimoniale degli eletti e dei nominati. Non mi sorprende
che in questa inchiesta ci siano pezzi del Pd, non sono casi isolati».
Luca Odevaine?
«Pronto ed efficiente. L'ho conosciuto così, fino al 2008. Poi l'ho perso di vista».
Di chi è la colpa?
«Dopo la sconfitta nel 2008 nel Pd tutto è scaduto sul piano del potere. Dobbiamo azzerare il tesseramento e
le assemblee elette col porcellum interno».
Ma il cuore del malaffare è a destra. O no?
«Con la destra di Alemanno abbiamo avuto un atteggiamento consociativo».
Problema solo di Roma?
«No. Le primarie in Emilia dimostrano lo scollamento del nostro rapporto col territorio. Col trentennale di
Berlinguer abbiamo perso un'occasione».
I suoi colleghi la ringraziano per le sue denunce?
«C'è chi apprezza e chi mi accusa di infangare il partito. Do fastidio, ma non importa».
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Foto: Alla Camera Roberto Morassut, deputato
del Pd
SCENARIO POLITICO/ECONOMICO - Rassegna Stampa 04/12/2014
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INTERVISTA
04/12/2014
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Pag. 11
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Tutele Crescenti per i Nuovi Assunti Stop ai Contratti di Collaborazione
Almeno un mese Nei decreti attuativi le condizioni per il reintegro. Il primo sarà in vigore tra un mese
Lorenzo Salvia
ROMA Il contratto a tutele crescenti, il superamento (quasi definitivo) dell'articolo 18 e quindi del reintegro nel
posto di lavoro in caso di licenziamento ingiustificato. Le nuove regole sul demansionamento e sui controlli a
distanza. La riscrittura delle norme sugli ammortizzatori sociali. Nove mesi dopo il via libera del Consiglio dei
ministri, il Jobs act ha tagliato il traguardo dell'approvazione definitiva in Parlamento ed entrerà in vigore a
giorni con la pubblicazione in Gazzetta ufficiale. Per produrre i primi effetti concreti, però, bisognerà attendere
almeno un mese. Si tratta di un disegno di legge delega, che si limita a indicare i principi generali della
riforma. Saranno poi almeno sei decreti delegati a definire i dettagli. Il pallino, stavolta, è direttamente nelle
mani del governo. E alle Camere resta solo un parere non vincolante.
Il sistema di tutele
Il contratto a tempo indeterminato e a tutele crescenti dovrebbe diventare la «forma privilegiata» di accesso al
mondo del lavoro. Per le aziende che lo utilizzeranno sarà prevista una serie di incentivi che lo renderà più
conveniente, rispetto agli altri tipi di contratto, sia per le tasse da pagare sia per i contributi da versare. È vero
che finora lo stesso «privilegio» era stato pensato per l'apprendistato, senza però mai dare i risultati sperati.
Ma stavolta c'è l'impegno, sempre con i decreti attuativi, a sfoltire la lista delle altre forme contrattuali
possibili, arrivando anche al «superamento» delle collaborazioni coordinate e continuative. Come scritto nella
delega e come ribadito più volte dal governo, il contratto a tutele crescenti si applicherà solo ai nuovi assunti:
non solo i giovani al primo contratto ma anche chi già adesso lavora e cambierà azienda. Almeno per ora,
dunque, non cambia nulla per chi è già assunto con un contratto a tempo indeterminato. Ma secondo diversi
esperti sarà difficile che questa divisione tra vecchi assunti, più garantiti, e nuovi assunti, regga nel tempo.
L'indennizzo
Ma cosa vuol dire tutele crescenti? Le tutele sono, in primo luogo, quelle che difendono il lavoratore dal
licenziamento e crescono con l'anzianità di servizio, cioè con gli anni di lavoro nella stessa azienda. Per
questo viene riscritto l'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori, con gli ultimi paletti messi nel passaggio alla
Camera di dieci giorni fa. Non cambia niente per i licenziamenti nulli o discriminatori, cioè quelli motivati da
ragioni politiche, religiose o di orientamento sessuale. In tutti i casi scatterà il reintegro nel posto di lavoro.
Per i licenziamenti economici, quelli che dipendono dal cattivo andamento dell'azienda, a differenza di quanto
avviene ora, il reintegro non sarà più possibile nemmeno se la motivazione è «manifestamente
insussistente». Ci sarà invece un indennizzo che, il decreto attuativo dovrebbe fissare a una mensilità e
mezzo per ogni anno di lavoro, fino ad un massimo di 24 mensilità.
Il nodo disciplinari
Il nodo più complicato da sciogliere riguarda i licenziamenti disciplinari, cioè quelli motivati dal
comportamento del dipendente. Anche qui la regola è l'indennizzo crescente con l'anzianità, ma in tribunale il
reintegro resterà possibile in alcune «specifiche fattispecie» che saranno definite nel decreto attuativo. L'idea
è quella di consentire il reintegro solo quando l'azienda licenzia il dipendente con l'accusa di un reato grave
che però lui non ha commesso. Ma la definizione è complessa e resta sempre in piedi la cosiddetta opzione
spagnola: l'azienda potrebbe scegliere l'indennizzo anche se il giudice disponesse il reintegro. A quel punto,
però, dovrebbe pagare un indennizzo ancora più alto. In ogni caso, per limitare il ricorso al giudice, sarà
incentivata la conciliazione: l'azienda potrebbe versare subito un indennizzo al lavoratore, fino a 18 mensilità
esentasse, con la possibilità di chiudere l'accordo in un mese.
Il demansionamento
È un punto di cui si è discusso poco ma non è meno importante. Sarà possibile affidare al lavoratore
mansioni inferiori rispetto a quelle della qualifica di appartenenza in caso di riorganizzazione o ristrutturazione
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le norme l'Addio all'articolo 18
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aziendale. Bisognerà trovare l'equilibrio tra «l'interesse dell'impresa all'utile impiego del personale» e quello
«del lavoratore alla tutela del posto, della professionalità e delle condizioni di vita ed economiche», dice il
testo della delega.
I controlli a distanza
I controlli a distanza da parte dell'azienda saranno possibili non direttamente sul lavoratore ma sugli impianti
e anche sui dispositivi, come il cellulare e il computer. Oggi queste pratiche sono consentite solo in caso di
accordo preventivo con i sindacati. È il caso dell'Acea, l'azienda che distribuisce acqua e luce a Roma, dove
gli interventi di manutenzione vengono organizzati localizzando sul territorio le squadre di intervento. Una
volta definito il decreto attuativo il preventivo accordo con i sindacati non sarà più necessario.
La cassa integrazione
La cassa integrazione non potrà più essere autorizzata in caso di cessazione definitiva dell'attività aziendale.
Ma l'obiettivo è avere un sistema di garanzia che protegga pure le categorie oggi escluse. Anche l'indennità
di disoccupazione sarà a tutele crescenti: proporzionale alla «pregressa storia contributiva» del lavoratore.
lorenzosalvia
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6,5 milioni
sono gli addetti delle aziende con più di 15 dipendenti che continueranno ad essere tutelati
dall'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori
24 mensilità
massime verranno concesse come indennizzo al lavoratore che verrà licenziato dalla sua azienda per ragioni
economiche
6 i decreti
attuativi che il governo dovrà scrivere nei prossimi mesi per dare veste giuridica agli indirizzi
contenuti nella legge delegata approvata
700 euro
l'importo minimo dell'Aspi,
la vecchia indennità di disoccupazione che ora varierà sulla base dell'anzianità contributiva
04/12/2014
Corriere della Sera - Ed. nazionale
Pag. 17
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Il premier e il rebus del Colle L'incubo del modello Bersani
Al via i colloqui bilaterali. Gianni Letta ambasciatore di Berlusconi
Francesco Verderami
ROMA Il suo auspicio è che la politica si faccia trovare pronta all'appuntamento, così un autorevole dirigente
del Pd - che vanta una lunga frequentazione con Giorgio Napolitano - interpreta quel «predisponetevi»
trasmesso riservatamente dal Quirinale agli abitanti del Palazzo. Il fatto è che per arrivare all'appuntamento
mancano ancora (almeno) un paio di mesi, e siccome nella partita per il Colle le carte si scoprono soltanto
all'atto di giocarle, nessuno per ora si muove anche se tutto è in movimento.
Ecco il paradosso che regola da sempre le vigilie della corsa al soglio laico della Repubblica, e anche questa
lunghissima fase di avvicinamento alla sfida non fa eccezione. Al momento per Renzi non sono in vista
incontri di maggioranza o caminetti di partito, a cui è allergico: in attesa di aprire i giochi con l'appello alle
forze politiche per una soluzione condivisa del successore di Napolitano, il premier si limita a colloqui
bilaterali durante i quali certo non si espone.
Non c'è dubbio che l' affaire Quirinale abbia messo in difficoltà il leader del Pd, perché gli è stato scombinato
il timing che aveva predisposto. E per quanto il capo dello Stato abbia chiesto di preservare il Colle dalla
disputa politica, era chiaro che - lasciando accreditare il suo addio - ha cambiato di fatto l'agenda. In fondo
Berlusconi ha solo sfruttato l'occasione a suo vantaggio, e così ha fatto anche la minoranza dem. In mezzo
c'è rimasto Renzi.
Nel frattempo tutti ostentano interesse per altre faccende. Raccontano che in questi giorni il Cavaliere sia
concentrato sull'emergenza economica del Paese, ancora l'altra sera ha imposto al suo ex ministro Martino di
restare a cena per discutere di flat tax. Ma il leader di Forza Italia non toglie lo sguardo dai dossier politici, e
tra questi c'è (anche) il Quirinale. Come spiegava l'altro giorno l'ncd Cicchitto - che ancora tiene un piede nel
campo di Agramante - «Berlusconi è davvero intenzionato a sostenere Amato per il Colle». Peccato che pronunciando pubblicamente quel nome - abbia fatto drizzare i capelli a Gianni Letta, a cui è affidato il
delicato compito di tenere i rapporti con i candidabili.
E con discrezione il braccio destro del Cavaliere parla con tutti, anche con Veltroni, che però - secondo alcuni
boatos di Palazzo - aspirerebbe alla poltrona di viale Mazzini e non a quella del Quirinale. Non è chiaro se sia
pretattica o sincera vocazione, è certo che - per fedeltà alla regola - nessuno si muove e tutti sono in
movimento. Casini per esempio resta al riparo, nell'eventualità che una lunga serie di fumate nere lo porti ad
avere una chance. Perciò nel Pd, dove lavorano per capire di quanti voti disporranno alla bisogna, mettono
sempre un punto interrogativo sulla dozzina di grandi elettori guidati dall'ex presidente della Camera. È vero
infatti - come dice Alfano - che l'unità dei moderati al governo potrà far la forza nella corsa al Colle, ma la
«carica dei cento» dovrà scontare, al pari di ogni altro partito, quantomeno una fisiologica quota di franchi
tiratori.
Perciò Renzi - timoroso di far la fine di Bersani con Marini e Prodi - si sta acconciando a trovare un
compromesso con la minoranza del Pd. Ecco come va interpretata la mano tesa sulla legge elettorale e sulla
«clausola di salvaguardia» che sposterebbe al 2016 l'entrata in vigore dell'Italicum. Non che questo escluda
in linea teorica il voto anticipato. «Quella data - diceva ieri Bersani ai suoi - Renzi potrebbe cambiarla con un
emendamento nel decreto milleproroghe...». E anche il Cavaliere mette in conto che il premier - risolto il
rebus del Colle - alla prima scossa possa puntare alle urne con il Consultellum.
Ma il punto è un altro: prima va risolto il rebus. Per riuscirci - pur tenendo formalmente in vita il patto del
Nazareno - il capo dei democrat deve serrare le file nel suo partito e nella maggioranza, per evitare un finale
in cui potrebbe materializzarsi il candidato che non è candidato, e che però teme più di ogni altro: Draghi.
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SCENARIO POLITICO/ECONOMICO - Rassegna Stampa 04/12/2014
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Il retroscena
04/12/2014
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Pag. 17
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SCENARIO POLITICO/ECONOMICO - Rassegna Stampa 04/12/2014
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La vicenda
Il 20 aprile 2013 Giorgio Napolitano viene rieletto al Quirinale con 738 voti su 997 Napolitano diventa il primo
presidente, nella storia repubblicana, ad essere eletto per un secondo mandato Fin dal discorso di
insediamento
il capo dello Stato ha detto di considerare a termine
il suo secondo mandato.
Il 2 dicembre
il Quirinale
ha chiarito che non ci saranno dimissioni prima della conclusione
del semestre italiano di presidenza Ue
04/12/2014
Corriere della Sera - Ed. nazionale
Pag. 19
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IL RISCHIO DI UN PRESIDENTE A DIGIUNO DI POLITICA
Massimo Franco
La fioritura di candidature per il Quirinale totalmente esterne alla politica non riflette solo il prestigio di chi
viene chiamato in causa. È anche la metafora della delegittimazione del Parlamento che all'inizio del 2015
sarà chiamato a scegliere il successore di Giorgio Napolitano; e del timore che qualunque esponente dei
partiti non raccolga consensi sufficienti. Pesano l'ombra degli scrutini seguiti alle elezioni del 2013, che dopo
un lungo stallo portarono alla rielezione di Napolitano; e le votazioni per i giudici della Consulta, che hanno
mostrato per mesi l'impotenza dei leader di fronte ai gruppi parlamentari.
Il vero spartiacque che si sta delineando è proprio quello del profilo del prossimo capo dello Stato: più della
capacità di arrivare ad una scelta unanime. La domanda è se una classe politica sulla difensiva accetterà che
venga dall'esterno; oppure se opterà per la scelta di un «suo» esponente, uomo o donna che sia. La
tentazione di ricorrere alla categoria della «popolarità» e dell'estraneità alla politica è ben presente. Va
considerata come la conseguenza di un sistema che rimane parlamentare ma risente delle suggestioni
presidenzialiste. Soprattutto, può diventare il rifugio di una nomenklatura che subisce e insieme interiorizza
una vulgata tesa ad archiviare la Seconda Repubblica anche da questo punto di vista. Osservato un po' a
distanza, il secondo mandato di Napolitano è stato anche questo: il frutto dell'incapacità, o forse
dell'impossibilità di trovare una figura unificante tra i protagonisti di quella stagione. Forse perché si è trattato
di una fase nella quale nessuno riconosceva dignità all'avversario. Tutti troppo «divisivi», è stato detto allora
e si ripete oggi, disperdendo così un patrimonio d'esperienza.
Fare i nomi dell'architetto Renzo Piano, senatore a vita, o del direttore d'orchestra Riccardo Muti, è un modo
per riproporre il problema, nel tentativo di eluderlo. Per fortuna, gli interessati hanno spiegato subito che il
loro mestiere è un altro. Per quanto riguarda i politici, c'è invece la solita gara a sfilarsi da qualunque «rosa»,
secondo la regola non scritta che al Quirinale non ci si candida, semmai si è candidati. Eppure, si insinua il
dubbio che stavolta oltre alla silhouette di chi «ha studiato da presidente» possa spuntare quella di una sorta
di «alieno» o un'«aliena», scelti per la loro virtuosa alterità.
Candidati a furor di popolo, con tutto l'alone di ambiguità dell'espressione. Almeno per ora, si sottovaluta
pericolosamente l'esigenza di avere un capo dello Stato in grado di essere un garante e un interlocutore sul
piano internazionale; e un conoscitore dei meccanismi delle istituzioni, tale da garantirne la tenuta in una fase
di frantumazione dei partiti e dei rapporti di forza. Eppure, anche la figura più «popolare» dovrà fare i conti
con l'amministrazione dello Stato e con chi ne sa governare il funzionamento. Trovare una sintesi non sarà
facile. Ma c'è da sperare che riesca.
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SCENARIO POLITICO/ECONOMICO - Rassegna Stampa 04/12/2014
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La Nota
04/12/2014
Corriere della Sera - Ed. nazionale
Pag. 36
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L'inamovibile cacicco De Luca e il processo-lumaca che prova (invano) a
togliergli la doppia poltrona che non c'è più
Marco Demarco
Non c'è mareggiata che tenga. Vincenzo De Luca, il sindaco che sta a Salerno come la cozza allo scoglio, ha
ricevuto un ultimo, determinante aiuto da una tragica fatalità: la morte dell'avvocato difensore. Ma è certo che
anche senza questo infelice imprevisto, ce l'avrebbe fatta ugualmente. Perché? Semplice: perché è di quelli
che mai si staccano da ciò che li tiene. Nel caso specifico, oggetto del contendere era la sua doppia carica di
primo cittadino e di viceministro del governo Letta. Sì, di Letta: parliamo di un'altra era politica, insomma. A
novembre è arrivata l'ondata dell'Antitrust: un vero e proprio ultimatum affinché lasciasse il Comune. A
gennaio lo schiaffone della sentenza sfavorevole di primo grado. Lui niente, non si è mosso. «Sei patetico»
gli urlavano contro i 5 Stelle. Neanche li sentiva. Nel frattempo, Letta ha consegnato la campanella, Bersani
si è messo da parte, Renzi ha iniziato a correre, Grillo si è stancato, Travaglio si è stancato di Grillo e Salvini
si è ricreduto perfino sui meridionali: tutto è cambiato. Tutto tranne De Luca. Ora il processo d'Appello per la
decadenza si allunga di altri tre mesi, il tempo massimo per la nomina di un nuovo legale. Si arriverà a
febbraio, quando non potranno più essere convocati i comizi elettorali. Ed era, appunto, ciò che De Luca
voleva. Senza elezioni anticipate, Salerno dovrà aspettare la scadenza naturale del 2016. Nel frattempo, De
Luca proverà per la seconda volta a diventare governatore regionale per il centrosinistra o per se stesso,
poco importa; mentre della città si occuperà l'attuale vicesindaco. Eppure, qualcosa non quadra. Valeva la
pena accanirsi contro chi viceministro, ormai, non lo era più da tempo? E valeva la pena, per altri versi,
ricorrere contro il sindaco di Napoli, de Magistris, sospeso dalla Severino e «salvato» da una prima sentenza
del Tar? Il dubbio è che l'inutile insistenza dello Stato centrale talvolta possa fare più danno della cieca
resistenza dei cacicchi.
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SCENARIO POLITICO/ECONOMICO - Rassegna Stampa 04/12/2014
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ANALISI COMMENTI Il corsivo del giorno
04/12/2014
Corriere della Sera - Ed. nazionale
Pag. 39
(diffusione:619980, tiratura:779916)
Sergio Bocconi
Un drappello di top manager di grandi società quotate italiane ha attraversato la crisi con un aumento
sensibile dei propri guadagni totali. Mentre invece nella media in Piazza Affari le remunerazioni dei vertici
sono rimaste invariate. Con alcune sensibili riduzioni nelle banche. I dati si ricavano dalla rapporto 2014 di
Assonime-Emittenti titoli sulla «Corporate governance in Italia» presentato ieri a Milano.
Nella relazione è così possibile osservare che in media nel 2013 i 280 amministratori delegati delle 230
società considerate hanno incassato cash, in sostanza retribuzione più bonus, 846 mila euro; 38 di loro
hanno percepito anche una parte equity (stock option e così via) che ammonta in media a 686 mila euro.
Rispetto al 2011 le cifre totali non hanno registrato grandi variazioni. Con un'eccezione: i top manager delle
banche. Fra pressioni regolatorie e di mercato, hanno visto calare la componente cash da 1,4 milioni a 966
mila euro e, quando percepita, quella stock è dimezzata da 765 a 385 mila euro.
Colpisce poi quanto è accaduto nelle società maggiori, quelle cioè che fanno parte dell'indice Ftse Mib. In
media la componente cash dei 45 amministratori delegati considerati in 36 società è diminuita fra il 2011 e il
2013 da 2,3 a 1,8 milioni. Calo in gran parte spiegato dal taglio ai bonus, che risultano dimezzati. Tuttavia per
i 14 super-top manager che hanno beneficiato anche della componente equity le cose sono andate ben
diversamente: la parte cash è salita da 2,2 a 2,7 milioni e quella «stock-based » (cioè in opzioni o titoli) è
lievitata da 1,3 a oltre 1,5 milioni. Ciò significa che il compenso totale medio per questo ristretto club (i cui
«iscritti» sono scesi da 22 a 14) è cresciuto di oltre il 18%,da 3,5 a 4,2 milioni.
Statistiche significative ricavabili grazie al grado di trasparenza presente in Italia. Spiega Carmine Di Noia,
vicedirettore generale di Assonime: «In metà dei paesi europei ancora non è obbligatorio indicare i compensi
individiduali dei componenti gli organi di amministrazione e controllo. Regola che nel nostro Paese è in vigore
dal '98».
Dal rapporto si ricava poi anche che il numero medio dei componenti i consigli è in calo, in particolare nel
settore finanziario (da 15,6 nel 2011 a 14,7 nel 2014). Il compenso medio cash degli amministratori è di 229
mila euro, che sale a 403 mila nel Ftse Mib. Per i consiglieri indipendenti il «gettone» medio annuo è invece
di 54 mila euro, che sale a 98 nelle big (e a 93 nelle finanziarie). L'impegno medio richiesto all'anno per le
riunioni di board è di 24 ore.
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Foto: Al vertice
Maurizio Sella, 72 anni, presidente
di Assonime. Ex numero uno dell'Abi (1998-2006), presiede Banca Sella Holding
SCENARIO POLITICO/ECONOMICO - Rassegna Stampa 04/12/2014
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Top manager, aumento in busta paga In media hanno guadagnato 4
milioni
04/12/2014
Il Sole 24 Ore
Pag. 1
(diffusione:334076, tiratura:405061)
Rientro dei capitali: oggi il disegno di legge cerca l'ultimo sì nell'aula del
Senato
Alessandro Galimberti
Alessandro Galimbertipagina 45
MILANO
La legge sul rientro dei capitali scollina il penultimo ostacolo parlamentare e da questa mattina è al vaglio
dell'Aula del Senato per l'ultimo, decisivo voto. Se i senatori oggi seguiranno le indicazioni della maggioranza
- e, dietro le quinte, la moral suasion del Governo - il provvedimento sulla voluntary disclosure entrerà in
vigore in tempi molto stretti - quelli necessari al passaggio agli uffici legislativi e poi alla pubblicazione in
Gazzetta Ufficiale - e nei paletti già approvati dalla Camera lo scorso mese di ottobre. Saranno pertanto
sanabili tutte le violazioni sulla (mancata) dichiarazione di disponibilità finanziarie sia estere (come recita
l'incipit del provvedimento) ma anche di risorse mai espatriate (per esempio, cassette di sicurezza) ma
ugualmente mai presentate al Fisco.
Le tensioni sul testo bloccato («non emendabile nè modificabile» per evitare una navetta con la Camera che
necessariamente sarebbe sconfinata nel 2015) si sono comunque trascinate fino alla tardissima serata di ieri,
con l'annunciata battaglia nella seduta delle Commissioni congiunte Giustizia e Finanze. Al centro del
confronto è rimasta la formulazione (quando non la presenza stessa) del reato di autoriciclaggio nel disegno
di legge, reato destinato ad accompagnare la voluntary disclosure - di cui rappresenta l'"argomento forte" per
convincere i candidati alla regolarizzazione - ma a rimanere poi cristallizzato nel Codice penale, all'articolo
648-ter-1.
Martedì anche tre senatori del Pd, tra cui l'ex pm di Venezia Felice Casson, avevano rotto il fronte della
maggioranza, presentando una formulazione alternativa all'attuale, che è di chiaro compromesso politico.
Casson, in particolare, sostiene la necessità di armonizzare l'autoriciclaggio con il riciclaggio anche sotto il
profilo sanzionatorio e anche per consentire l'utilizzo delle intercettazioni pure per l'ipotesi oggi disegnata
come «lieve» .
Ma a difesa del nuovo 648-ter-1 del Codice si è dichiarato anche il secondo relatore al provvedimento, Nico
D'Ascola (Ncd) - l'altro è il Pd Claudio Moscardelli - che ha spiegato la ratio della difficile scelta.
Da un lato si sarebbe potuto «enucleare un catalogo chiuso e limitato di reati "a monte"», soluzione che però
«avrebbe implicato il rischio dell'incompletezza , con la necessità di doverla successivamente ampliare volta
per volta». La seconda strada invece, scelta nel disegno di legge, è la previsione di una categoria aperta di
delitti "a monte", tutti i «non colposi», per «una maggiore aderenza alla estrema variabilità e complessità
dell'esperienza giuridica concreta».
Inoltre, ha spiegato D'Ascola, sono stati «chiaramente esclusi gli atti di mero godimento e disposizione» da
parte dell'autore del delitto presupposto - già punito con l'incriminazione per quest'ultimo reato - e limitando la
punibilità solo ai comportamenti che determinino un "quid pluris" rispetto al puro e semplice utilizzo
personale. In altre parole, il nuovo articolo 648-ter.1, ha chiosato il relatore nell'illustrazione ai colleghi
commissari, «determinerà la punibilità esclusivamente di condotte volte al reimpiego del provento illecito in
attività economiche, finanziarie, imprenditoriali o speculative con modalità concretamente "frappositive" ed
idonee a recare ostacolo all'identificazione del provento illecito».
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L'emersione
01 IL DISEGNO DI LEGGE
L'A.S. 1642, che recepisce il progetto di legge votato dalla Camera a metà ottobre, prevede la possibilità di
sanare tutti gli illeciti di (mancata) dichiarazione di disponibilità all'estero e in Italia, illeciti commessi fino al 31
SCENARIO POLITICO/ECONOMICO - Rassegna Stampa 04/12/2014
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. Disclosure
04/12/2014
Il Sole 24 Ore
Pag. 1
(diffusione:334076, tiratura:405061)
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dicembre scorso
02 L'ITER
Dopo il via libera di ieri sera delle commissioni Giustizia e Finanze, questa mattina la legge sul rientro dei
capitali passa la vaglio dell'Aula. Se i senatori la approveranno senza modifiche, il provvedimento entrerà in
vigore nel giro di poche settimane
04/12/2014
Il Sole 24 Ore
Pag. 2
(diffusione:334076, tiratura:405061)
«Bene la riforma ma i suoi effetti solo in quattro anni»
Alessandro Merli
Si va nella direzione della flexsecurity
e non si eliminano
le protezioni
Ora per uscire dalla crisi servono le misure non convenzionali
della Bce
Il Jobs Act del Governo Renzi va bene, le riforme del mercato del lavoro in Europa sono indispensabili e
vanno fatte subito, ma non è da quelle che ci si può aspettare la ripresa, perché gli effetti più sostanziosi
sull'occupazione vedranno solo fra qualche anno. Per far ripartire l'eurozona bisogna invertire la politica
monetaria e quella fiscale sbagliate degli ultimi anni.
Sir Christopher Pissarides, economista anglo-cipriota della London School of Economics, premio Nobel nel
2010, esperto di problemi del lavoro, ha le idee molto chiare sulle politiche di cui hanno bisogno l'Italia e
l'Europa per uscire dalla crisi.
«Prima si fanno le riforme del mercato del lavoro e meglio è - dice Pissarides in un'intervista telefonica, alla
vigilia della settima lezione Ibm in studi del lavoro, che terrà domani all'Università Statale di Milano
(www.eps.unimi.it), nell'ambito del corso magistrale in inglese di economia e scienze politiche - La Spagna ha
iniziato nel 2011, ma poi la messa in atto è stata lenta. Ora si cominciano a vedere i risultati. La Grecia le ha
annunciate, ma poi non le ha realizzate. L'Italia parte adesso. La proposta del Governo Renzi su questo è un
ottimo inizio, ma ricordiamoci che, sulla base dell'esperienza di altri Paesi, gli effetti più significativi
sull'occupazione arrivano dopo circa 4 anni».
Il parere del premio Nobel sul Jobs Act è positivo. «Sono d'accordo con l'idea - afferma - di rendere più
flessibili assunzioni e licenziamenti. E anche con l'introduzione di un contratto di lavoro unificato a garanzie
crescenti e con la proposta di sottrarre ai giudici la decisione sul reintegro. Si va verso la direzione della
flexicurity, adottata altrove, ed è la direzione giusta. Un altro elemento importante sono gli incentivi
all'apprendistato. E non credo che con la riforma si eliminino le protezioni dei lavoratori: solo che queste
devono toccare allo Stato».
Nel confronto europeo con gli altri Paesi maggiormente investiti dalla crisi, l'Italia spicca perché è quello in cui
c'è stato il minor aggiustamento del costo del lavoro. «Questo dipende - sostiene Pissarides (la cui lettura
sarà poi oggetto di un dibattito in Statale che coinvolgerà tra l'altro i consiglieri di Renzi su questi temi,
Tommaso Nannicini e Filippo Taddei - dalle resistenze e dal potere dei sindacati. E certamente anche il
sistema fiscale, che penalizza il lavoro, non ha aiutato».
L'economista è convinto però che le riforme del lavoro, per quanto importanti e urgenti, non possano risolvere
tutti i problemi dell'eurozona. «La crisi nei Paesi del sud - dice - non è stata una crisi creata dal mercato del
lavoro, ma dalle politiche sbagliate della Banca centrale europea e dalle scelte di austerità fiscale imposte
dalla troika, nei Paesi sottoposti a programmi, o dall'Eurogruppo, dominato dalla Germania. Non dobbiamo
quindi aspettarci che la ripresa sia portata dalle riforme del mercato del lavoro, ma dall'inversione di queste
politiche sbagliate, sul piano monetario e fiscale».
Il suo messaggio per il consiglio della Bce, che si riunisce oggi a Francoforte e con ogni probabilità non
annuncerà alcuna nuova misura, è molto netto. «La Bce deve fare quello di cui il suo presidente Mario Draghi
sta parlando da mesi. Prenda misure non convenzionali, acquisti titoli di Stato. Due mesi fa, ha annunciato
delle misure che non stanno certamente avendo l'effetto di riportare l'inflazione verso l'obiettivo del 2% o di
espandere il bilancio della Bce. Quando sento dire che l'inflazione si avvierà sul percorso verso il 2%, dico
che tre anni di inflazione così bassa, come prevede la stessa Bce, sono troppo lunghi».
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INTERVISTA Christopher Pissarides
04/12/2014
Il Sole 24 Ore
Pag. 2
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SCENARIO POLITICO/ECONOMICO - Rassegna Stampa 04/12/2014
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Sulla politica di bilancio, è la Germania che dovrebbe fare di più, secondo Pissarides. «Berlino - sostiene può permettersi di fare investimenti aggiuntivi pari all'1 per cento del prodotto interno lordo senza violare le
regole di bilancio europee, non lo 0,1 per cento che ha annunciato. L'idea di voler raggiungere a tutti i costi il
pareggio di bilancio è una sciocchezza, soprattutto dato che i Paesi dell'Europa meridionale non hanno
margini per stimoli fiscali a causa dell'alto debito: se si vuol stare in un'unione monetaria si deve lavorare
insieme, altrimenti non è una vera partnership, se ognuno viene lasciato a doversi salvare da solo. Anche i
Paesi del Sud, però (e qui includo anche la Francia, anche se François Hollande è un leader molto debole),
dovrebbero avere un approccio diverso, coordinarsi fra di loro e fare delle buone proposte. Proporre un
cambio di passo. In parte Renzi lo sta dicendo, ma poi con gli altri devono muoversi insieme».
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NOBEL 2010
Christopher A. Pissarides
Nato nel 1948 a Cipro, economista britannico (London School of Economics) è stato insignito del Nobel per
l'Economia nel 2010. La sua opera più famosa risale al 1994 "Job creation and job destruction in the theory of
unemployment" pubblicata insieme con il collega Dale Mortensen. Il premio Nobel lo ha condiviso con lo
stesso Mortensen e con Peter Diamond (Mit) per i lavoro comuni nel campo della "search theory". L'idea
principale è che i lavoratori e le imprese sono in qualche modo eterogenei tra loro per cui passano del tempo
a cercarsi l'uno con l'altro in attesa di trovare il "partner" che veramente stanno cercando. Questa ricerca dà
luogo al fenomeno della disoccupazione frizionale.
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Premio Nobel. L'economista Christopher Pissarides
04/12/2014
Il Sole 24 Ore
Pag. 3
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Sì al Jobs act, contratto a tutele crescenti al via
Renzi: l'Italia cambia davvero - Nel Pd solo Mineo vota contro, fiducia al Senato con 166 sì e 112 no
Giorgio Pogliotti
IL PREMIER
Replica a una domanda di Travaglio in tv: «Non copiamo le leggi da Confindustria»
Nella delega mansioni più
flessibili e Aspi estesa
roma
Con 166 voti a favore, 112 no ed 1 astenuto il Senato ha votato la fiducia al governo approvando
definitivamente la legge delega, meglio nota come Jobs Act, ieri in terza lettura. Le minoranze del Pd,
nonostante la contrarietà alla fiducia, hanno votato «sì» per «senso di responsabilità» e tra le fila dei Dem il
dissenso è arrivato solo dai civatiani (Casson e Ricchiuti non hanno partecipato al voto, Mineo si è espresso
per il no).
«L'Italia cambia davvero. Questa è #lavoltabuona. E noi andiamo avanti», ha commentato in serata il premier
Matteo Renzi che prima del voto, intervenendo ad un question time alla Camera, aveva espresso solidarietà
ad Antonio Boccuzzi (Pd) - l'ex operaio Thyssen superstite del rogo nel quale morirono sette suoi colleghi,
minacciato su internet per aver annunciato il suo voto a favore del Jobs Act - tra gli applausi di tutti i deputati
del Pd. «Non copiamo le leggi da Confindustria - ha risposto Renzi a una domanda del giornalista Travaglio
su La7 - io non sono andato all'assemblea di Confindustria, che ha gli stessi limiti di autoreferenzialità dei
sindacati e di altre associazioni».
La legge contiene le deleghe al governo ad emanare entro sei mesi i decreti sul nuovo contratto a tutele
crescenti, il riordino dell'assicurazione sociale per l'impiego (Aspi), i nuovi ammortizzatori sociali, i servizi per
il lavoro e le politiche attive, il codice semplificato delle discipline e delle tipologie contrattuali, la
razionalizzazione delle procedure e degli adempimenti, l'aggiornamento delle misure di tutela della maternità.
Il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, ha sottolineato che «non sono le regole a produrre posti di lavoro, ma
siamo convinti che un buon contesto aumenti le opportunità».
Il primo decreto delegato è atteso dal Consiglio dei ministri che si riunirà a metà dicembre - riguarderà il
contratto a tutele crescenti - ragion per cui il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, prima di esprimere
un giudizio sul Jobs Act ha detto: «Siamo in attesa di vedere i testi definitivi e i regolamenti attuativi».
Per i neoassunti con contratto a tutele crescenti cambierà la disciplina sulla tutela reale in caso di
licenziamento illegittimo (articolo 18 dello Statuto dei lavoratori);L inoltre sarà riscritta la disciplina sui
mansionamenti (articolo 13 dello Statuto) e sui controlli a distanza (articolo 4 dello Statuto). Il nuovo
ammortizzatore sociale Aspi verrà esteso ai lavoratori con contratto di collaborazione coordinata e
continuativa, mentre si prevede il graduale superamento dei contratti a progetto, per la fruizione dei servizi
per il lavoro nascerà l'Agenzia nazionale per l'occupazione. Chi beneficia del nuovo trattamento di
disoccupazione (Aspi) dovrà attivarsi per trovare una nuova occupazione, partecipando a corsi di formazione
o di riqualificazione professionale. La cassa integrazione non verrà più concessa per cessazione definitiva
d'attività aziendale (o di un ramo di essa), i cassintegrati potranno essere utilizzati per attività utili per le
comunità locali.
«Non c'è legge, contratto collettivo, giudice, ispettore, avvocato o sindacalista che possa assicurare dignità e
libertà a chi lavora meglio della possibilità effettiva di cambiare azienda», ha commentato il relatore Pietro
Ichino (Sc), riferendosi al decollo del contratto di ricollocazione destinato a chi perde il lavoro (con due anni di
anzianità di servizio). «Partecipo con il cuore ad un voto di fiducia che conclude l'iter di un disegno di legge
delega potenzialmente utile a completare l'impostazione di Marco Biagi nella combinazione di flessibilità e
sicurezza», è il giudizio del capogruppo Ncd, Maurizio Sacconi, assente per motivi di salute: «Ora il governo
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La delega sul lavoro l'approvazione in Parlamento
04/12/2014
Il Sole 24 Ore
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è nudo nella sua responsabilità, la usi bene». Dal Pd, il capogruppo nella commissione Lavoro del Senato,
Annamaria Parente, sottolinea che «è una riforma del lavoro che tocca nel profondo la vita un Paese», ed
aggiunge: «La parola passa al governo, il Parlamento vigilerà sui decreti per la piena attuazione della
delega».
A differenza della Camera - dove 30 deputati della minoranza Pd non avevano partecipato al voto - al Senato
27 senatori appartenenti alle varie aree della minoranza hanno firmato un documento critico, motivando il
«sì» alla fiducia con la «convinzione profonda che il Paese non può permettersi una crisi al buio in questa
difficile congiuntura economica e sociale». La partita si sposta sulla scrittura dei decreti delegati, con le
minoranze Pd che potrebbero far sentire la propria voce rallentando l'iter dei Dlgs nelle commissioni
parlamentari, che hanno fino ad un mese di tempo per esprimere il parere non vincolante per il governo. «Il
tempo stringe e il governo farebbe bene ad accelerare la definizione del merito del confronto con il
Parlamento - afferma il presidente della commissione lavoro della Camera, Cesare Damiano (Pd) -. Siamo
contrari a schemi che peggiorino contemporaneamente le tutele e l'indennizzo in caso di licenziamento».
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I contenuti della legge delega
Licenziamenti
Indennizzo per gli economici
Con il nuovo contratto a tutele crescenti superato il reintegro nel caso di licenziamento economico illegittimo,
per il quale scatta un indennizzo che aumenta con l'anzianità di servizio. Il reintegro resta invece per i
licenziamenti nulli e discriminatori. Mentre per quelli disciplinari la sanzione del reintegro sarà limitata a
«specifiche fattispecie»
CONTRATTI
Con il riordino addio ai Cocopro
Previsto il riordino delle forme contrattuali esistenti attraverso un'analisi che valuti «l'effettiva coerenza con il
tessuto ccupazionale e con il contesto produttivo». Il nuovo contratto a tempo indeterminato a tutele
crescenti, con apprendistato e contratti a termine, diventerà la nuova forma prevalente. Progressivo
superamento delle collaborazioni a progetto
DEMANSIONAMENTI
Modifiche allo Statuto
Rivista la disciplina delle mansioni fissata dall'articolo 13 dello Statuto dei lavoratori in caso di
riorganizzazione, ristrutturazione o conversione aziendale con l'interesse del lavoratore alla tutela del posto di
lavoro, prevedendo limiti alla modifica dell'inquadramento. Il passaggio da una mansione all'altra diventa più
semplice, anche con la possibilità di demansionamento
ASPI
Durata in base ai contributi
Per l'Aspi si prevede un'omogeneizzazione della disciplina su trattamenti ordinari e trattamenti brevi,
rapportando la durata delle tutele alla storia contributiva del lavoratore. Incremento della durata massima per i
lavoratori con carriere contributive più rilevanti ed estensione ai Cocopro fino al loro esaurimento
CASSA INTEGRAZIONE
Rimodulate le aliquote ordinarie
Escluse forme di integrazione salariale in caso di cessazione definitiva dell'attività aziendale o di un ramo di
impresa. Mentre resteranno, seppur limitate, per le chiusure temporanee. L'accesso alla Cig sarà subordinato
all'esaurimento di utilizzo dei contratti di solidarietà e verranno rivisti i limiti attuali di durata della cassa.
Rimodulazione per le aliquote contributive ordinarie
FONDI DI SOLIDARIETÀ
Tempi certi per l'avvio
04/12/2014
Il Sole 24 Ore
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Previsto un intervento sui Fondi di solidarietà bilaterali attivi nei settori non coperti da queste forme di tutela in
costanza di rapporto di lavoro e che, in questi anni di crisi, hanno beneficiato del sistema delle deroghe. La
delega parla di «fissazione di un termine certo» per il loro avvio anche attraverso l'introduzione di meccanismi
standardizzati di concessione
CONTROLLI
Verifica a distanza solo su impianti
A seguito dell'evoluzione tecnologica, è prevista la revisione della disciplina dei controlli a distanza sugli
impianti e sugli strumenti di lavoro. Le nuove misure riguarderanno solo i controlli degli impianti e non dei
singoli lavoratori e verranno adottate «contemperando le esigenze produttive ed organizzative dell'impresa
con la tutela della dignità e della riservatezza del lavoratore»
POLITICHE ATTIVE
Coordinamento unico
Viene prevista un'Agenzia nazionale per l'occupazione partecipata da Stato, Regioni e Province autonome e
vigilata dal ministero del Lavoro. L'Agenzia, la cui costituzione non dovrà comportare nuovi oneri, coordinerà
l'attività dei centri per l'impiego e avrà competenza gestionale per l'erogazione dell'Aspi. È previsto anche un
meccanismo di coordinamento con l'Inps
SERVIZI ISPETTIVI
Integrazione Lavoro-Inps-Inail
Verranno razionalizzate le attività ispettive presso le imprese o con un maggiore coordinamento o con
l'istituzione di un'Agenzia unica per le ispezioni del lavoro, tramite l'integrazione dei servizi ispettivi del
ministero del Lavoro, dell'Inps e dell'Inail, prevedendo anche forme di coordinamento con i servizi ispettivi
delle Aziende sanitarie locali e delle Agenzie regionali per la protezione ambientale
SEMPLIFICAZIONI
Taglio agli adempimenti
Razionalizzazione e semplificazione (anche mediante l'abrogazione di norme)delle procedure e degli
adempimenti legati alla costituzione alla gestione dei rapporti di lavoro. Obiettivo è «ridurre drasticamente» il
numero di atti amministrativi necessari per ogni lavoratore. Prevista l'unificazione delle comunicazioni della
Pa alle imprese
04/12/2014
Il Sole 24 Ore
Pag. 30
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Pochi occupati giovani vuole dire meno competitività
Giuseppe Sabella
La disoccupazione in Italia sale al 13,2%. Il tasso di occupazione è pari al 56%, lontano dagli standard;
l'Europa ci dice che una società è socialmente ed economicamente in equilibrio quando ha almeno il 70% di
popolazione in grado di lavorare effettivamente occupata, e alcuni paesi europei sono su questi obiettivi.
Il tasso di disoccupazione giovanile (fascia 15-24 anni), la quota dei disoccupati sul totale di quelli occupati o
in cerca, è pari al 43,3%. Ciò non significa che quattro giovani su dieci sono disoccupati: il disoccupato è colui
che è in cerca di lavoro e non lo ha ancora trovato; lo studente non è un disoccupato. I giovani disoccupati
sono 708mila e l'incidenza sulla popolazione di riferimento è pari all'11,9%. Se consideriamo il numero dei
giovani rassegnati rilevato dall'Ocse, i cosiddetti Neet (Not in education, employment or training) sono più di
due milioni: si tratta di giovani nella fascia 15-29 che non sono iscritti né a scuola né all'università né lavorano
e nemmeno seguono corsi di formazione/aggiornamento. Secondo uno studio Eurofound, gli inattivi italiani
ipotecano, oltre al proprio futuro, circa 26 mld di euro l'anno, pari al 1,7% del Pil, al netto delle mancate tasse,
dei costi indiretti in termini di salute e criminalità, oltre che di perdita di competitività sociale. Rispetto alle
medie europee, l'Italia presenta indicatori anomali non solo per quel che riguarda tasso di occupazione e
Neet, ma anche sul rapporto tra tasso di disoccupazione generale e giovanile; la media della disoccupazione
nell'Ue è del 10%, ma se guardiamo a paesi come Germania (6,4%), Gran Bretagna (6%), Austria (5,1%),
Francia (10,5%) e Danimarca (6,4%) ci accorgiamo che il livello di disoccupazione giovanile è grosso modo
intorno al doppio del livello di disoccupazione generale; quello italiano è quasi quattro volte maggiore.
L'analisi di questa anomalia permette di capire la questione dell'occupazione giovanile italiana.
In Italia l'età media del primo impiego è piuttosto alta: siamo attorno ai 22 anni, contro il 16,7 dei tedeschi, 17
degli inglesi e 17,8 dei danesi; bisognerebbe quindi tenere conto, tra i 708mila giovani disoccupati, di coloro
che hanno meno di 22 anni per avere un quadro più realistico.
In secondo luogo, in Italia si registrano i più alti tassi di lavoro sommerso (secondo Eurispes e il suo Rapporto
2012 il lavoro sommerso in Italia equivale al 35% del Pil) e il mercato nero coinvolge molti giovani.
In terzo luogo, la marginalizzazione dei giovani dal mercato del lavoro è un fenomeno che esiste almeno da
30 anni: a metà degli anni 80 il livello della disoccupazione giovanile era oltre il 30%; il fenomeno dei Neet ha
iniziato a essere monitorato dall'Eurostat nel 2002: all'epoca il livello italiano era intorno al 16,8%, oggi è al
22,2%.
Questi tre fattori spiegano la poca inclusione dei giovani nella nostra economia, cosa che l'Italia sta pagando
a caro prezzo. Le economie europee più competitive investono molto sui giovani perché sono portatori di
innovazione, e non solo su quelli di casa loro, ma facendo in modo che le loro Università ne accolgano da
altri paesi. È chiaro che, una volta inseriti nel mercato, questi sviluppano ponti commerciali con i loro paesi di
provenienza. L'Italia non solo marginalizza e precarizza quei pochi che ha, ma ne perde molti che scelgono di
andare a lavorare all'estero e ne attrae pochissimi dagli altri paesi.
All'inizio del nuovo millennio l'Italia era la quinta potenza economica del mondo, ma da allora ha perso 10
punti di Pil. Ciò non si spiega solo con la crisi ma con la mancanza di risposte che il paese ha dato ai
cambiamenti dell'economia globale. L'Italia non si è rinnovata, sono stati fatti pochi interventi strutturali e le
nostre imprese, capaci di sviluppare prodotti importanti, hanno cominciato a soffrire sul mercato globale i
diretti competitor dalle spalle più larghe. Il tessuto produttivo è composto nel 98% dalle Pmi e il "piccolo"
soffre sui grandi mercati. Si obietterà che i giovani sono bamboccioni, sono choosy come lì definì Elsa
Fornero. In parte è vero. Eppure la Commissione europea ci dice che nel Vecchio continente 34mila giovani
italiani - laureati nelle nostre università - lavorano nel settore della ricerca e dello sviluppo. Perché non hanno
trovato posto in Italia?
SCENARIO POLITICO/ECONOMICO - Rassegna Stampa 04/12/2014
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emergenza italiana
04/12/2014
Il Sole 24 Ore
Pag. 30
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Giuseppe Sabella è direttore di Think-in
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SCENARIO POLITICO/ECONOMICO - Rassegna Stampa 04/12/2014
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04/12/2014
La Repubblica - Ed. nazionale
Pag. 1
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Il metodo Cossiga per il Quirinale
FRANCESCO BEI
SI CHIAMA "metodo Cossiga", trasuda antica sapienza democristiana, ed è quello che ha in mente di
adottare Renzi quando si apriranno le danze sul Quirinale. È il sistema che adottò il segretario Dc Ciriaco De
Mita e che portò nell'85 all'elezione di Cossiga al primo colpo, con una maggioranza stratosferica di 752 voti.
Funziona, questo è provato. E implica un accordo preventivo il più largo possibile su una personalità
condivisa. ALLE PAGINE 10 E 11 FRANCESCO BEI ROMA. Si chiama "metodo Cossiga", trasuda antica
sapienza democristiana, ed è quello che ha in mente di adottare Renzi quando si apriranno le danze sul
Quirinale. È il sistema che "inventò" il segretario Dc Ciriaco De Mita e che portò nell'85 all'elezione di Cossiga
al primo colpo, con una maggioranza stratosferica di 752 voti. Funziona, questo è provato. E implica un
accordo preventivo, il più largo possibile, su una personalità condivisa. Ovviamente del partito di
maggioranza. De Mita convinse Natta e gli alleati della Dc presentandosi con una rosa di nomi e andando per
esclusione. A Renzi toccherà mettere d'accordo Berlusconi e la sua riottosa minoranza interna.
«Una larga intesa su un nome nostro», questo è il senso dell'indicazione che si raccoglie a palazzo Chigi.
Ieri sera il capo del governo ne ha parlato da Mentana: «Il Presidente della Repubblica dovrà avere il
massimo consenso possibile.E si sceglie tutti insieme». Anche con i 5Stelle. Da ieri comunque al tavolo si è
autoinvitato un giocatore che finora ne era rimasto fuori: Matteo Salvini. In un colloquio con l' Ansa , il
segretario leghista ha fatto un'apertura sorprendente. E senza condizioni impossibili. La Lega è pronta ad
appoggiare un candidato proposto da Matteo Renzi per il Colle a patto che sia «positivo» e «non di parte».
Dovrebbe essere «un nome serio, non totalmente schierato a sinistra». «A me - aggiunge Salvini dalla
Gruber - piacerebbe del mondo dell'imprenditoria o della cultura».
Una mossa che Renzi valuta con molta cautela. Soprattutto finché non sarà chiusa la partita dell'Italicum 2.0
il premier teme infatti che ogni apertura sia tattica, che ogni mano tesa in segno di amicizia ne nasconda
un'altra che impugna lo stiletto.
Lo spiega bene il senatore Andrea Marcucci, l'antenna del premier a palazzo Madama: «Ci sono ancora
troppe cose aperte.
Per cui alla Lega diciamo: grazie per la disponibilità, ma intanto pensiamo a portare a casa quello che
abbiamo iniziato. Il Quirinale verrà dopo la legge elettorale». In ogni caso, se alcuni indizi si possono cogliere
in questo pre-partita, uno è la vocazione politica che dovrebbe avere il candidato ideale di casa Pd. Non
quindi, come chiede Salvini, un nome dell'imprenditoria o della società civile. Un politico puro.
«Del resto - fa notare il capogruppo Luigi Zanda - è stata proprio la sapienza politica di Napolitano a
consentirgli di gestire gli anni più difficili della crisi.
Serve qualcuno o qualcuna che abbia queste qualità e non improvvisi». Ieri sera, parlando tra loro in un
corridoio del Senato, i leghisti Roberto Calderoli e Jonny Crosio ragionavano sul nobel Carlo Rubbia,
nominato senatore a vita da Napolitano. Nello stesso momento solcava il salone Garibaldi un'altra candidata
in sonno, l'ex montiana Linda Lanzillotta, e al suo passaggio più d'uno faceva notare la sua «lunga
esperienza istituzionale»». Poco più in là ecco arrivare Piero Grasso. E in un altro capannello si discuteva sul
fatto che la sua eventuale elezione al Colle libererebbe la carica di presidente del Senato per consentire a
Renzi altre operazioni.
Questo per dire che la grande giostra è già in movimento, ben prima delle dimissioni dell'attuale inquilino del
palazzo dei Papi. Oltre alla Lega, ha iniziato a dare segni di vita anche il Movimento 5 Stelle. Non Grillo, ma il
direttorio a cinque, alla sua prima uscita pubblica, ha aperto ufficialmente la pratica Quirinale. Per
l'indicazione del candidato alla presidenza della Repubblica «faremo le "Quirinarie" e siamo disponibili a
mettere a disposizione delle altre forze politiche il nome che uscirà dalla nostra consultazione».
SCENARIO POLITICO/ECONOMICO - Rassegna Stampa 04/12/2014
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IL RETROSCENA / LA POLITICA
04/12/2014
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L'annuncio arriva da Luigi Di Maio, la testa più politica del pentadirettorio. L'uomo che interloquisce spesso
coni renziani alla Camera. L'unico tra gli ortodossi che non ha paura di "sporcarsi le mani" pur di ottenere un
risultato (come nella pratica Csm). Il metodo Di Maio e il metodo Renzi. Per ora sembrano utilizzare due
codici speculari e opposti, pretendendo ciascuno che l'avversario scelga un nome della propria rosa. Ma
siamo soltanto ai minuetti iniziali.
«Chiunque sarà eletto - osserva il dem Nicola Latorre - starà lì sette anni a dare le carte. È naturale che
Lega e cinquestelle vogliano entrare nella stanza dove si decide. Ognuno spera di essere il kingmaker e di
poter dire al prossimo Presidente che per l'elezione deve dire grazie al suo sostegno». Ma Renzi non ha
alcuna intenzione di cedere questo privilegio al primo venuto.
Foto: PRESIDENTE Giorgio Napolitano ieri durante un incontro con le associazioni che assistono i disabili
Foto: L a c o r s a d e l Q u i r i n a l e
04/12/2014
La Repubblica - Ed. nazionale
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Paura in Campidoglio "Ora tocca a me?"
FRANCESCO MERLO
ROMA CHE faceva prima?, chiedo al "raccogli foglie" in tuta arancione. «Il ladro». E quanto tempo è stato in
galera? «Ahò, io so' Pelosi, quello de Pasolini», risponde l'operaio-giardiniere "evaso" da un'altra Roma,
capelli a spazzola, l'aria da futuro dietro le spalle. < PAGINA ROMA «SO' stato vent'anni in galera, in
manicomio e anche in casa custodia, ma ancora mafioso non me l'aveva detto nessuno».
Ex detenuti, disabili, sbandati, i dipendenti della Cooperativa 29 giugno non sono abituati a ricevere le visite
dei giornalisti e tuttavia non si nascondono per timidezza, ma perché si sentono umiliati. «Ci hanno arrestato
presidente e vicepresidente. Pare che anche le segretarie in ufficio siano indagate. Io guadagno 920 euro al
mese per pulire i giardini.
Adesso che succederà? Gli italiani pensano che questo è un covo della mafia. Dobbiamo tornarea
delinquere?». La signora che si è appena sfogata ci sta cacciando sullo stradone di periferia, fuori dai cancelli
della Cooperativa, un complesso di prefabbricati bassi circondato da un muro di cemento: peggio di una
caserma, meglio di una galera. Indossa un tailleur blu e un cappotto rosso e sembra sconvolta dall'emozione.
«Di solito - ci dice Pelosi - quella è tutta un sorriso».
Anche Ignazio Marino in Campidoglio è sconvolto e si nasconde, ma per prudenza politica: «Sta ancora
studiando le carte». Tutti qui studiano le carte ma già pensando alle altre carte, quelle del secondo tempo
annunciato dal procuratore Pignatone: indizi di pena, ma anche mappa dell'aporia e molliche di difesa.
«Ci sono ancora una ventina di nomi che devono saltare fuori», spiega l'ex capogruppo del Pd Francesco
D'Ausilio. E aggiunge che «potrebbe toccare a chiunque. È come una roulette capricciosa. Chi può sapere
cosa ha millantato al telefono quel Buzzi parlando col suo capo? Buzzi me lo ricordo, sempre presente a tutte
le sedute del consiglio comunale. L'altro invece, il fascista mafioso, Carminati, quello non l'ho visto mai».
Oggi i politici romani vivono dunque nel presagio. Alle 16,43 le agenzie battono la notizia che un uomo è
stato gambizzato in strada nel quartiere San Lorenzo.
Non c'entra nulla, ma tutti vorrebbero sapere il nome perché anche nei saloni più solenni d'Italia l'atmosfera è
carica di ioni negativi, quelli della suburra. «È come un film dell'orrore», mormora Luca Galloni il capo della
segreteria di Mirko Coratti, il presidente dell'Assemblea capitolina che si è dimesso quando ha saputo di
essere indagato. Giovane e tormentato, Galloni dice: «Buzzi a me neppure mi salutava. E l'altro, Carminati, è
di quelli che io, solo per la faccia che ha, non l'avrei mai incontrato».
E Marino in clausura cosa cerca in quelle carte? Al terzo piano del Campidoglio lo chiedo a uno che gli è
molto vicino ma non vuol comparire e neppure vuol farsi vedere insieme a noi: «Le avete lette voi? Ci sono
così tanti omissis! Per tutti noi gli omissis sono come le sciarade della Settimana Enigmistica. C'è la
possibilità, risolvendoli, di uscire dannato o, al contrario, risorto». Saliamo perciò una scala stretta che
conduce, per così dire, dietro le quinte. È un po' come ritrovarsi in un teatro. A ogni angolo, però, c'è
qualcuno che ci controlla. Chiedo a una gentile signora bionda: «Ma in quanti siete nello staff del sindaco, e
come mai state sempre in giro appresso a me?».
Adesso siamo noi che, in cima alla scaletta, mostriamo un foglio, firmato da Ignazio Marino, «il candidato»,
con l'elenco dei suoi finanziatori e l'ammontare dei finanziamenti. Ebbene, anche la campagna di Marino fu
sovvenzionata, 30mila euro, dalle cooperative sociali guidate appunto da Buzzi, quello che comprava appalti,
l'ex detenuto per omicidio diventato presidente della cooperativa di ex dannati della terra in via Pomona, lo
stradone dove avevamo lasciato Pelosi che gli altri operai chiamano, per rispetto al rango, «il signor Pino».
Pelosi vuol mettersi in proprio e propone anche lui una cooperativa, con biglietto da visita, numero di telefono
e logo libertario.
In via delle Vergini nella stanza 303 al terzo piano del palazzo dei gruppi consiliari, tutti si muovono dentro il
labirinto del minotauro Pignatone. A chi toccherà? Il risultato è che anche qui si nascondono, ma solo perché
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IL REPORTAGE
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stanno in un'altra "terra di mezzo", dove si incontrano ladri e derubati, morti e morituri.
Almeno Marino, in Campidoglio, si fa proteggere dai vigili urbani che piantonano la sua porta continuamente
attraversata da uscieri affaccendati. Riusciamoa bloccare un vigile cheè una specie di Maciste: «Ci hanno
detto di stare attenti perché qui girano giornalisti camuffati», dice a noi che camuffati non siamo.
Non si nasconde invece - almeno non subito - il nuovo amministratore delegato dell'Ama che è la società
carrozzone che non riesce a pulire Roma. Si chiama Daniele Fortini. Parente del poeta? «No, ahimè, solo
cugino di quel matto che per strada disturba le tv». Paolini? «No, diciamo il suo successore, che almeno non
è molesto, Mauro Fortini. Lui è il matto della tv, io il matto dell'Ama». E ci dà un po' di numeri: «7.340
dipendenti, 830 milioni di fatturato, serve tre milioni di abitanti, ha appalti e forniture per 250 milioni l'anno,
650 milioni di debiti con le banche, 1,8 milioni di tonnellate di rifiuti gestiti, 5 autoparchi con 2.400 automezzi».
E ora descrive benissimo il tumore del parastato dove allignano ancora i parassiti, « il mondo parallelo della
parentopoli dove Alemanno collocava i suoi». E dove, ammette, «l'ex amministratore delegato ora arrestato,
Franco Panzironi, ha ancora i terminali funzionanti». Qui c'è una certa idea di Roma, perché dalle finestre
vedi pure il Terminillo ma dentro tutto è triste, è il mondo del travet crocifisso in sala mensa: tetti bassi,
speranze strette e luci al neon, non i labirinti di Buzzati che era del Nord e neppure l'ambientazione di Paolo
Villaggio, ma la Roma piccola piccola di Cerami, con il il bubbone però della "Mafia Capitale", cheè una
formula a cavallo tra esercitazione di stile e tragedia sociale. Anche i soprannomi sono a cavallo tra la
malavita e Dagospia , un po' Totò u curtu e un po' la Santadeché . Fortini, che da giovane era funzionario
berlingueriano del Pci e ha una moglie sindacalista della Fiom, ammette che dentro l'Ama suonano più tribali
che mafiosi er Cecato , er Guercio , er Maialetto , il re di Roma , il Nero , er Pirata , er Cane , il Tanca , er
Caccola , Cicorione , Rommel , Forfora , er Miliardario . Fortini guadagna «79mila euro lordi l'anno», contro i
545mila del suo predecessore Panzironi, meno degli stipendi concessi ai camerati che Alemanno assunse
come quadri.
Se l'aspettava? «Sapevo di star seduto su una bomba». E non poteva fare qualcosa, intervenire prima? È la
domanda che gli fa anche Natale Di Cola, giovane segretario della Cgil (funzione pubblica) che ci racconta di
avere portato lì anche Camusso «l'11 novembre 2013, ma Fortini ha lasciato tutti gli uomini di prima, forse
avrebbe potuto fare di più, sicuramente deve ancora fare il più». Fortini, che è di Orbetello, («ne sono stato il
sindaco comunista») ha un bel piano industriale e viene dall'azienda municipalizzata di Napoli, «poi mi
chiamò Marinoe la chiamata è stata irresistibile». Differenze con Napoli? «Sì. Lì ho incontrato la camorra e
qui ho incontrato la politica. E non sto certo dicendo che sono uguali che sarebbe una corbelleria, ma dal
consigliere municipale al deputato tutti si sentono autorizzati a dire ad Ama cosa deve fare». Fortini ha l'aria
di un bel manager che non ha paura dell'assedio ma dal Campidoglio qualcuno lo chiama e alla fine, anche
lui, vorrebbe essersi nascosto, cancellare o rinviare l'intervista.
E voliamo nel quartiere San Lorenzo a cercare la sede dell'Opera Nomadi, la più antica cooperativa socialea
favore dei migranti. Ma il presidente, Massimo Converso, è in Transilvania. Lo chiamiamo al telefono: «È
terribile - dice - che in Italia si diffonda l'idea che gli immigrati e i rifugiati sono gestiti dalla mafia. Sono
calabrese e combatto la mafia da tutta la vita. È odioso quello che succede». Anche la cooperativa Sorriso,
gli dico, quella del palazzo assediato a Tor Sapienza, fa capo al terribile Buzzi, l'elemosiniere della Mafia
Capitale. E poi c'è quell'Odevaine che riusciva a intervenire sul ministero e aumentare il numero degli
immigrati assegnati al Lazio.
Povero Converso, si sente anche lui assediato: «Mi viene quasi da piangere».
Abituati alla Roma falsaria, quella della Stangata con i biglietti falsi del bus, adesso questa ci sembra
Kobane, la città curda sotto assedio. Soffia dal Campidoglio un'aria da Medio Oriente e da sfascio tribale.
Tutti attendono i nuovi avvisi di garanzia come i bramini attendono i prescelti per le pire.
PER SAPERNE DI PIÙ www.cooperativa29giugno.it www.amaroma.it
Foto: LA CENA (2010) 1: Giuliano Poletti, oggi ministro del Lavoro; 2: Franco Panzironi, ex ad dell'Ama; 3:
Umberto Marroni, deputato Pd; 4: Luciano Casamonica, pregiudicato; 5: Daniele Ozzimo, ex assessore alla
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Casa con Marino; 6: Angiolo Marroni, garante dei detenuti; 7: Salvatore Buzzi, Cooperativa 29 giugno; 8:
Gianni Alemanno, ex sindaco di Roma AMICI E "CAMERATI" Gianni Alemanno, sindaco di Roma dal 2008 al
2013, con Riccardo Mancini, suo storico braccio destro (fin dal Fronte della gioventù) ex ad dell'Eur spa
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Partito in mano alle tribù delle tessere Il premier ordina: "Spazzare via
tutto"
GOFFREDO DE MARCHIS
ROMA. «Il Pd di Roma è un pantano in cui si muovono cordate tribali». Renzi si fa disegnare il catastrofico
quadro dal romano Matteo Orfini e dal lodigiano Lorenzo Guerini che in questi mesi ha imparato conoscere le
lotte intestine dei dem capitolini durante l'attacco al sindaco Ignazio Marino per la Panda e le multe. Ne viene
fuori il ritratto di una forza politica senza bussola, in mano ai ras delle primarie e delle preferenze. Di un
partito che negli anni dell'amministrazione Alemanno ha scelto una linea consociativa, ossia un posto nel cda
della municipalizzata, la presidenza di un ente scambiati nel corso di trattative riservate e poi, come un
mascheramento, tanti manifesti appesi in città contro la disastrosa emergenza neve o la Parentopoli dell'Atac.
In questo groviglio tra potere e politica, il Partito democratico romano siè completamente perso «Ci vuole
una pulizia totale.
Un commissario», dice Renzi. La scelta ricade su Orfini. La decisione immediata, per un garantista come il
premier, ha la sua spiegazione negli spifferi che continuano a uscire dal Campidoglio, dalla Pisana (sede
della Regione), dal Parlamento dove i romani sono tanti. Possono arrivare altre bufere sul Pd, nuove
intercettazioni, nuovi arresti.
«Bisogna agire subito e spazzare via tutto», insiste Renzi.
È stata una giornata di riunioni, di telefonate per arginare la tempesta dell'inchiesta Mafia capitale, che ha il
suo cuore nel centrodestra ma travolge anche la sinistra, persino quella storica della cooperativa 29 giugno,
fiore all'occhiello del comunismo romano. Renzi sente Guerini e Orfini, impone a Lionello Cosentino,
segretario locale del Pd citato in un colloquio degli arrestati, il passo indietro. Bisogna azzerare, eliminare le
correnti, distruggere le «associazioni a delinquere», coraggiosamente denunciate da Mariana Madia nel
giugno 2013. «A livello locale, e parlo di Roma, facendo le primarie dei parlamentari ho visto, non ho paura a
dirlo, delle vere e proprie associazioni a delinquere», disse il futuro ministro. Le indagini di Giuseppe
Pignatone dimostrano che non aveva torto. Orfini propone subito una sfida alle primarie e alle preferenze,
cancro del correntismo e dell'affarismo politico. Pensa evidentemente a Mirko Coratti, indagato, ex
coordinatore di Forza Italia a Roma passato al Pd attraverso Enrico Gasbarra e ancora una volta campione di
consensi alle ultime Comunali. Il Pd come taxi anziché un soggetto politico. Le primarie non godono di salute
migliore all'ombra del Colosseo.
La sentenza di Roberto Morassut, ex assessore veltroniano, è quasi definitiva: «Per il 70 per cento sono
pilotate. Vanno a votare gli immigrati guidati dai cacicchi locali e quelli pagati un tanto a voto. Solo il 30 per
cento di persone che ci crede si presenta ai seggi. È cambiato molto rispetto all'entusiasmo delle prime
consultazioni. Decidono i capicorrente». Sono truccate anche le primarie che designarono Marino, spiega
Tommaso Giuntella (citato in un'intercettazione) uno dei migliori amici di Orfini e presidente del Pd romano.
«Il problema sono le primarie aperte fino all'ultimo. Su questo aveva ragione Bersani, i rischi di inquinamento
crescono. Alle nostre sono andati a votare un sacco di fascisti». Le correnti a caccia del potere, pronte a
salire sul carro del vincitore, hanno fatto il resto. Poco tempo fa se n'è creata una di renziani della prima e
dell'ultima ora in funzione anti Marino. Si chiama "Noidem", ci sono rappresentanti di Franceschini, di
Gasbarra, i politici vicini a Gentiloni ovvero i "turborenziani" come Lorenza Bonaccorsi e Luciano Nobili, gli ex
dalemiani guidati da Umberto Marroni, politico legatissimo alla cooperativa 29 giugno del socio di Carminati,
Salvatore Buzzi. Negli anni d'oro delle giunte di centrosinistra, di Rutelli prima e Veltroni poi, il dominus
romano era Goffredo Bettini. Ha continuato a dettare legge creando dal nulla Ignazio Marino. Ma adesso il
suo potere si è molto ridotto come hanno dimostrato le preferenze scarse conquistate alle Europee. Orfini è
stato un avversario feroce di Bettini, quando i dalemiani, a Roma, non toccavano palla.
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IL RETROSCENA
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Adesso tocca a lui fare pulizia, ricostruire il tessuto del Pd romano. Quello che si è smarrito nell'era
Alemanno durante la quale, raccontano, proprio un altro dalemiano, Umberto Marroni, scelse un'opposizione
morbida per sostituire lentamente il potere che era sempre sfuggito a quella parte della sinistra. Bettini oggi
dice "tutti a casa". Qualcuno sorride perché non ha il curriculum del rottamatore.
Ieri, fino all'ultimo, Cosentino ha cercato di correre ai ripari.
Ha convocato per sabato a via dei Frentani un'assemblea degli iscritti al Pd «per arginare l'onda». Sentiva di
poter resistere. Non è andata così e ieri a cena ha incontrato il vicesegretario Guerini. Chissà se Orfini
confermerà l'appuntamento. Le contestazioni sono ampiamente previste. Fuori e dentro la salaconvegni.
BUZZI ALLA CENA ALL'EUR CON RENZI Salvatore Buzzi, uno degli arrestati nella retata di martedì, era
presente alla cena di autofinanziamento del Pd all'Eur. Renzi ieri sera in tv ha detto di non sapere se Buzzi
fosse ai tavoli: "Non so se c'era, ma sono appuntamenti trasparenti. E andremo avanti con queste iniziative".
Buzzi era il regista del sistema di cooperative per l'accoglienza degli immigrati a Roma
Foto: LE ARANCE DEI 5 STELLE I membri del "direttorio" del M5S ieri in Campidoglio hanno chiesto al
prefetto di sciogliere il Comune di Roma per mafia. Sul tavolo hanno posato arance per alludere alle persone
finite in carcere per le tangenti
Foto: Matteo Orfini
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"Un segnale chiaro della volontà di voltare pagina"
PANTANO Il Partito democratico di Roma è un pantano in cui si muovono cordate tribali
GIOVANNA CASADIO
ROMA. «Cambiamo passo». Il vice segretario dem, Lorenzo Guerini, spiega la scelta di commissariare il Pd a
Roma.
Guerini, nel Pd romano è tutto da rifare? «No. È stato deciso di comune accordo con il segretario capitolino
Lionello Cosentino, che ha fatto un passo indietro e che ringrazio. Il commissariamento è un segnale molto
chiaro all'opinione pubblica e ai nostri militanti della volontà di voltare pagina. È stato scelto il presidente del
partito Matteo Orfini come commissario perché ha l'autorevolezza per svolgere un compito così delicato».
Il Pd c'è dentro fino al collo nel malaffare e nella corruzione svelati dall'inchiesta "Mafia Capitale"? «No.
L'inchiesta ha come epicentro prima di tutto l'amministrazione Alemanno, ma il quadro che emerge è
comunque inquietante e svela un sistema con caratteristiche di trasversalità allarmanti e che purtroppo
sembra riguardare alcuni del Pd romano».
Corruzione senza colore politico? «No. Ci sono tante situazioni che saranno approfondite: chi ha sbagliato
pagherà. Per avere un giudizio definitivo va atteso l'esito delle indagini che chiariranno ciò che intanto
appare.
Ma voglio essere chiaro, il Pd è al fianco dei magistrati». Cosa ha portato a questo malaffare? «Al di là delle
responsabilità personali, fatti di questo tipo ci dicono che dobbiamo avere molta, molta attenzione sui
comportamenti ma anche nella selezione dei nostri rappresentanti. Il Pd non è però quello che emerge dalle
notizie di questi giorni.
C'è un Pd fatto di tante persone che s'impegnano, che lavorano disinteressatamente.È necessario
distinguere il buono dal cattivo, non fare di tutta l'erba un fascio».
È autoassolutorio? «Nessuna autoassoluzione. C'è un ragionamento complessivo che deve essere fatto: un
partito deve avere al proprio interno dei sensori che si mettono in moto quando ci sono situazioni che non
sembrano corrette. Deve fare riflettere il fatto che la corsa alle preferenze può anche portare a patologie».
Il rimpasto della giunta Marino lo ha fatto la Procura? «Assolutamente no, il sindaco sta lavorando sulla
riorganizzazione della giunta e farà le scelte che riterrà».
PER SAPERNE DI PIÙ www.repubblica.it www.partitodemocratico.it
Foto: Riflettiamo sul fatto che la corsa alle preferenze può anche portare a patologie. Un partito deve avere i
sensori per capire che cosa non va
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L'INTERVISTA/ GUERINI, NUMERO DUE PD
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"L'Europa deve seguire la ricetta americana con l'acquisto di bond la
ripresa sarà possibile" ***
Stanley Fischer, numero due della Federal Reserve: "Il mio ex allievo Draghi è in una situazione difficile dovrà
garantire stabilità dei prezzi e banche forti"
DAL NOSTRO CORRISPONDENTE FEDERICO RAMPINI
L'ECONOMIA Intervista a Fischer (Fed) "L'Europa deve seguire l'esempio americano" Ecco il piano della Bce
per comprare titoli di Stato QUANDO stamani alla Bce si riunisce il consiglio direttivo, i 22 uomini e le due
donne in quella sala a Francoforte avranno a disposizione un paio di indizi nuovi. Entrambi dovrebbero
lampeggiare nelle loro teste come altrettante spie d'allarme. Il primo riguarda il bilancio della banca centrale, il
secondo la ragione stessa per la quale essa fu creata sedici anni fa: governare l'inflazione nell'interesse dei
cittadini.
Ormai molti analisti prevedono un evento che nessuno aveva messo in conto quando l'architettura dell'euro
fu messa a punto vent'anni fa. Non fu disegnata per fronteggiare uno scenario del genere: tra questo e il
prossimo mese l'inflazione di Eurolandia può andare a zero e poi anche sotto. La disoccupazione, la battuta
d'arresto della ripresa e ora soprattutto il crollo dei prezzi del petrolio portano l'indice generale sempre più
lontano dell'obiettivo della Bce, attorno al 2%.
ALLE PAGINE 14 E 15
NEW YORK. «Il mio ex allievo Mario Draghi è in una situazione molto difficile, ma gli acquisti di bond hanno
funzionato qui in America, e funzioneranno nell'eurozona se la Bce si deciderà a farli. L'altra ricetta
americana vincente: la rapida ricapitalizzazione delle nostre banche è stata decisiva». Chi parla ha su Draghi
un ascendente molto particolare. Stanley Fischer oggi è il numero due della Federal Reserve, la banca
centrale più potente del mondo, al timone di un'economia americana che è l'unica locomotiva globale. Ma
Fischer è stato tante altre cose: banchiere centrale d'Israele, numero due del Fondo monetario, chief
economist alla Banca mondiale, e prima ancora professore al Massachusetts Institute of Technology (Mit)
negli anni in cui vi studiava il futuro presidente della Bce. Fischer guidò Draghi nella preparazione della sua
tesi.
Oggi il vicepresidente della Fed è insolitamente esplicito nei consigli che manda a Draghi. L'occasione: la
conferenza sul 100esimo anniversario della Fed, al Council on Foreign Relations di New York.
Lei ebbe come allievi due futuri banchieri centrali, Ben Bernankee Mario Draghi. E' soddisfatto del risultato?
«Quando Draghi era il mio studente, il suo prof più importante di politica monetaria era Franco Modigliani, e
tutti abbiamo imparato tanto da Franco. Credo che al Mit abbiano assorbito delle lezioni di pragmatismo.
Bernanke si è comportato eccezionalmente bene di fronte alla crisi sing" non è l'unica cosa che va fatta».
Come descriverebbe gli obiettivi centrali della Fed? «Abbiamo un duplice compito: perseguire la massima
occupazione; e una stabilità dei prezzi che viene definita come un'inflazione al 2%. Vi si aggiunge il terzo
obiettivo che è assicurare la stabilità del sistema finanziario. Qui abbiamo fatto molto. Le misure che abbiamo
preso per aumentare la capitalizzazione delle banche sono state decisive. L'economia Usa non sarebbe dove
si trova oggi, senza la velocità con cui la Fed ha operato gli stress test all'inizio del 2009, poi ha costretto le
banche a ricapitalizzarsi. Gli europei devono ancora farlo adesso, quello che abbiamo fatto noi».
L'Arabia saudita, rinviando i tagli della produzione Opec e quindi prolungando il calo del petrolio, ha
"regalato" al resto del mondo l'equivalente di un taglio d'imposte di 1.000 miliardi di dollari. Ma questo
aumenta il rischio-deflazione? «E' una questione complicata. Da un lato è preoccupante non raggiungere
l'inflazione del 2%. Con l'inflazione a zero dovresti spingere i tassi d'interesse sotto zero. Ma se si guarda al
petrolio, di questo non mi preoccupo. E' una dis-inflazione temporanea, che rende i consumatori di petrolio
più ricchi, quindi fa bene alla crescita. Se c'è una buona deflazione e una cattiva deflazione, il calo del
petrolio rientra nella prima categoria».
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L'intervista
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Uno dei macro-squilibri presenti nel 2007 era quello delle bilance dei pagamenti: troppi surplus in Asia,
troppo deficit in America; troppo surplus in Germania, troppi deficit in altri paesi dell'eurozona. Questi squilibri
ci sono ancora? «Meno di quando cominciò la Grande Recessione. Il deficit estero degli Stati Uniti è diminuito
di molto, e l'avanzo della Cina è anch'esso molto ridotto da allora. Per quanto riguarda gli squilibri fra la
Germania e altri paesi europei, c'è un problema perché la parità di cambio è fissa, non si possono aggiustare
gli squilibri con le svalutazioni all'intero dell'area euro.
Ma un aggiustamento è in corso, Spagna e Grecia hanno ridotto i propri deficit con l'estero». La crescita
globale rallenta. Malgrado la ripresa americana, la velocità dello sviluppo non è quella di una volta. Perché?
«Alcuni settori qui restano deboli, come l'edilizia: alla luce di quel che accadde nel 2007-2008 non è
sorprendente che non si sia ancora ripresa del tutto. Lo studio Reinhart-Rogoff ha dimostrato che la
guarigione dopo una crisi finanziaria è più lenta rispetto alle recessioni ordinarie. Dietro la crescita lenta c'è
un declino nell'aumento della produttività, e questo è un problema globale».
finanziaria del 2007-2008».
Nel 2008 la Federal Reserve aveva in bilancio 1.000 miliardi di dollari di titoli. Oggi è salita ben oltre i 4.000
miliardi. S'invoca un intervento simile nell'eurozona, si chiedea Draghi di fare la stessa cosa che voi avete
fatto qui. Funzionerebbe? «Certo che ha funzionato negli Stati Uniti. Abbiamo visto una ripresa vera,
l'economia americana è tornata a crescere stabilmente a ritmi compresi fra il 2% e il 3%. Non abbiamo
deflazione. Acquisti di bond e tasso zero hanno funzionato. Draghi deve affrontare una posizione
doppiamente difficile: sia per la situazione economica dell'eurozona, sia riguardo alla capacità decisionale
della Bce. Ma gli stessi argomenti a favore del "quantitative easing" (acquisti di bond) che hanno dimostrato
la loro efficacia sull'economia americana, valgono per l'Europa. Se la Bce si muove in quella direzione, avrà
effetti positivi. Naturalmente non ci sono bacchette magiche. Il "quantitative ea PER SAPERNE DI PIÙ
www.ecb.europa.eu www.federalreverve.gov
Foto: Stanley Fischer
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"Una nuova Terza Via nell'era di Internet così la sinistra batterà i
populismi"
DAL NOSTRO CORRISPONDENTE ENRICO FRANCESCHINI
LONDRA "I VALORI della sinistra rimangono gli stessi, ma vanno adeguati a un mondo trasformato
dall'innovazione tecnologica». Anthony Giddens torna a parlare della Terza Via, la filosofia politica di cui è
stato l'ideatore, che negli anni '90 portò la sinistra al potere in Gran Bretagna e nella maggior parte dei paesi
europei. Un'idea a cui oggi fa riferimento una nuova generazione di riformisti, Renzi in Italia, il primo ministro
Valls in Francia, il nuovo leader socialista Sanchez in Spagna, ma che ora alcuni criticano come un'apertura
al liberismo. «La Terza Via non è mai stata contro l'intervento dello Stato, ma davanti a globalizzazionee
rivoluzione di Internet occorre difendere i lavoratori, non il posto di lavoro in sé, creare nuovi lavori visto che
non è possibile salvare quelli vecchi», replica il grande sociologo inglese, ex-direttore della London School of
Economics e membro della camera dei Lord, affermando il suo sostegno alle riforme avviate dal leader del
Pd nel nostro paese, in questa intervista concessa a Repubblica prima di partire per Bruxelles dove ieri sera
ha ricevuto il prestigioso Prix du Livre Européen per il suo ultimo libro, "Potente e turbolenta: quale futuro per
l'Europa?" (pubblicato in Italia da Il Saggiatore).
E' ancora buona la Terza Via, Lord Giddens? «Intanto viene spesso equivocata. Nacque come idea ispirata
dalla socialdemocrazia scandinava e dai New Democrats negli Stati Uniti. Ma per me non è mai stata una
versione soft del liberismo. Era la ricerca di una filosofia politica capace di andare oltre socialismo
tradizionale e liberismo, le due principali ideologie del ventesimo secolo».
Una via di mezzo o una via comunque di sinistra? «Un tentativo di continuare a sostenere i valori della
sinistra adattandoli a tempi nuovi. La Terza Via non ha cambiato i valori fondamentali della sinistra, che
restano l'inclusione sociale, l'aiuto ai più vulnerabili, un certo grado di eguaglianza. Ma i tempi sono cambiati
e bisognava innovare l'ideologia progressista per fare i conti con la globalizzazione, termine che credo di
essere stato il primo ad usare. All'inizio fu difficile accettare che il mondo cambiava. Poi Bill Clinton e Tony
Blair compresero il significato di quei cambiamenti».
Cambiamenti che continuano.
«Meglio: accelerano. Il cambiamento è diventato radicale a causa di Internet, che era appena nella sua
infanzia quando formulammo la Terza Via. L'interdipendenza, chiave della globalizzazione, ora è ovunque
grazie alla rivoluzione digitale. Stiamo vivendo il mutamento tecnologico più rapido e universale nella storia
dell'umanità. Vent'anni fa nessuno lo avrebbe immaginato, certo non io».
Come adeguare la filosofia della Terza Via al mondo di Internet? «Riformando il mercato del lavoro, che in
molti paesi è un mercato disfunzionale: protegge un piccolo numero di lavoratori, lasciandone un gran
numero, tra cui i più giovani, senza protezione, concetto sicuramente poco di sinistra».
Ma riformare il mercato del lavoro vuol dire più flessibilità, libertà di licenziare? «La flessibilità andrebbe
interpretata, se posso dirlo, in modo più flessibile. Non significa assumere e licenziare quando si vuole. La
Germania, per esempio, ha approvato una vasta riforma del mercato del lavoro introducendo elementi di
flessibilità, ma l'ha integrata con il coinvolgimento dei lavoratori nel processo decisionale e una maggiore
collaborazione tra azienda e dipendenti».
E' l'unico modo di difendere i lavoratori? «L'innovazione tecnologica è tale che entro pochi anni computer e
robot faranno il 40 per cento dei lavori che oggi fanno gli esseri umani. Difendere i lavoratori è necessario, ma
non difendendo a oltranza il posto di lavoro, il vecchio posto di lavoro, perché questo è destinato a
scomparire. Occorre riqualificare i lavoratori, fare in modo che possano passare da un lavoro all'altro».
Qualcuno attribuisce alla Terza Via la colpa di avere aperto le porte al neoliberismo e causato la grande crisi
finanziaria del 2008.
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L'intervista Anthony Giddens. "Ho sempre difeso i più deboli e l'intervento dello Stato" dice il sociologo che
ispirò Blair "Ora ci vogliono riforme e flessibilità per creare posti di lavoro"
04/12/2014
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«Blair ha avuto delle responsabilità in Gran Bretagna, sosteneva che bastava lasciare lavorare il mercato e
non c'era bisogno di un intervento statale sull'economia. Ma era la sua versione di Terza Via.
Nella mia formulazione originale ho sempre sostenuto che occorre un intervento statale e oggi ciò è ancora
più urgente perché la diseguaglianza è cresciuta a dismisura, come dimostra l'attenzione suscitata dal libro di
Thomas Piketty. C'è troppo potere nelle mani delle multinazionali, una delle ragioni della crescita del
populismo, perché lo strapotere delle Big corporation diffonde la percezione di un indebolimento della
democrazia, tenuto conto che nessuno ha votato per dare alle multinazionali uno smisurato potere».
Cosa altro dovrebbe fare la sinistra? «Avviare la reindustrializzazione e il re-shoring, l'opposto dell'offshoring, cioè riportare a casa aziende e investimenti, un fenomeno peraltro già visibile negli Stati Uniti, su cui
la Ue deve impegnarsi di più. Poi bisogna chiudere i paradisi fiscali. Senza un appropriato livello di
tassazione non sarà possibile mantenere un sistema di welfare, e senza quei capitali nascosti non sarà
possibile avere una tassazione sufficiente». E l'Italia? «L'Italia ha un ruolo cruciale per spingere la Germania
ad abbandonare una politica di austerità che non è negli interessi dell'Europa e in effetti nemmeno della
Germania stessa. Guardo con favore a quello che sta facendo il primo ministro Renzi per riformare il vostro
paese.
Che ha bisogno di profondi cambiamenti strutturali, senza dei quali si ritroverà in guai sempre più seri».
Cenando con Renzi a Roma, nei giorni scorsi, Blair ha ripetuto il suo convincimento che per vincere le
elezioni bisogna conquistare il centro dell'elettorato.
«Su questo concordo completamente con lui. Per vincere devi persuadere a votare per te gente che non
sarebbe propensa a farlo. Non c'è bisogno di una Terza Via per capirlo».
I VALORI
Bisogna rinnovare l'ideologia progressista e adeguarla all'epoca digitale
RENZI
Sta facendo cambiamenti strutturali, ed è quello di cui ha bisogno l'Italia LA SCHEDA LA FORMULA La
Terza Via è un tentativo di riconciliare posizioni economiche della destra liberale e della sinistra
socialdemocratica Esponente di primo piano fu negli anni Novanta il premier inglese Blair, ispirato da
Giddens che considera superata la dottrina di Marx LA POLEMICA Massimo D'Alema ha invitato Renzi "a
non cercare la Terza Via, per riscoprire invece lo Stato". Il premier ha replicato su Repubblica: «Sono
d'accordo sull'intervento pubblico, meno su quello privato, se penso a come in passato sono state gestite le
privatizzazioni» PER SAPERNE DI PIÙ http://www.lse.ac.uk/home.aspx http://www.livre-europeen.eu/
Foto: IL LEADER POPULISTA Nigel Farage festeggia i successi dell'Ukip, il partito populista che secondo i
sondaggi ha superato il Labour Sopra il sociologo Anthony Giddens
04/12/2014
La Repubblica - Ed. nazionale
Pag. 28
(diffusione:556325, tiratura:710716)
Decreti delegati in arrivo il tetto all'indennizzo sarà due anni di stipendio
Si punta a ridurre al minimo la discrezionalità dei giudici nei casi di licenziamenti disciplinari
VALENTINA CONTE ROBERTO MANIA
ROMA. Indennizzo monetario al posto del reintegro al lavoro in tutti i licenziamenti economici ingiustificatie in
quasi tutti quelli disciplinari. Reintegro per i licenziamenti discriminatori. Con i primi decreti attuativi del Jobs
Act (saranno pronti intorno alle metà di questo mese) arriverà il nuovo contratto a tutele crescenti e la riforma
radicale dell'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori. Le nuove regole si applicheranno solo ai nuovi assunti,
per gli altri non cambierà nulla, con il rischio, però, che così si blocchi la mobilità da posto a posto. Le nuove
regole scatteranno da gennaio insieme agli sgravi fiscali (eliminazione del costo del lavoro dal calcolo
dell'Irap) e contributivi (azzeramento degli oneri sociali per i primi tre anni) previsti dalla legge di Stabilità per
le nuove assunzioni a tempo indeterminato. Le tutele saranno crescenti in base all'anzianità di servizio del
lavoratore: più anni di lavoro, più consistente il risarcimento. Il governo punta a ridurre al minimo la
discrezionalità dei giudici nei casi di licenziamenti individuali disciplinari. I tecnici che stanno scrivendo i
decreti attuativi stanno ipotizzando di limitare la cosiddetta tutela reale (cioè il reintegro) al solo caso in cui un
lavoratore viene licenziato con l'accusa, rivelatasi poi infondata, di aver commesso un reato.
Tra le ipotesi resterebbe comunque anche quella di consentire al datore di lavoro di scegliere, dopo una
sentenza favorevole al dipendente, tra il reintegro e il pagamento di un indennizzo rafforzato. Al massimo, in
ogni caso, le mensilità che il licenziato porterebbe a casa arriverebbero a 24.
Nelle prime bozze, il governo ne ipotizzava 36. Le imprese vorrebbero scendere ancora di più.
I decreti delegati che il governo sta scrivendo in queste ore sono però due (in tutto ne occorrono cinque entro
giugno). Accanto a quello sul contratto a tutele crescenti, per i primi giorni di gennaio è atteso l'altro sulla
nuova Aspi (Naspi), l'ammortizzatore sociale valido per tutti coloro che perdono il postoe hanno lavorato
almeno tre mesi. Dunque anche per i precari oggi non coperti, come i cocopro (in attesa che questa forma
contrattuale sia eliminata assieme ai cococo, come promesso da Renzi, da ultimo ieri sera in tv).I nodi aperti
sono molti, dal costo - circa un miliardo e mezzo di euro in più rispetto a quanto si spende oggi per tutti gli
ammortizzatori - alla platea, volendo includere almeno un altro milione e mezzo di lavoratori, fin qui reietti.
Operazione non facile, ma essenziale perché il Jobs act funzioni davvero. I nuovi assunti, di fatto senza
articolo 18, senza un sostegno significativo allorquando vengono messi alla porta - anche in modo illegittimo rischiano il collasso sociale ed economico. Le prime ipotesi non a caso prevedono una durata più lunga
dell'attuale Aspi: al massimo due anni per i lavoratori dipendenti, anziché uno o uno e mezzo, e al massimo
sei mesi per gli atipici.
I PUNTI RISARCIMENTO Il lavoratore avrà solo un indennizzo nei licenziamenti economici quando
ingiustificati e nella maggioranza dei disciplinari REINTEGRO Verrà garantito soltanto quando il giudice del
lavoro accerterà che il licenziamento si basa su una discriminazione ASSUNTI Le norme scatteranno da
gennaio 2015 e riguarderanno solo i lavoratori nuovi assunti IL VENERDÌ LA FAVOLA NUTELLANDIA Il
Venerdì dedica la sua copertina alla Ferrero e a Luxottica
SCENARIO POLITICO/ECONOMICO - Rassegna Stampa 04/12/2014
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IL CASO
04/12/2014
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Pag. 2
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Panzironi: "Io, democristiano doc All'Ama soltanto appalti puliti"
L'EX AD ORA AGLI ARRESTI Non ho nulla da spartire con Mancini che viene dall'estrema destra Alemanno
mi ha chiamato a gestire la Fondazione Nuova Italia solo come tecnico
DANIELE AUTIERI
ERA il bancomat di Massimo Carminati all'Ama, l'anello di collegamento tra i colletti bianchi e la strada, tra la
politica e il crimine. Lui, quello che rivendica di avere «lo scudo crociato al posto dei globuli rossi», il
manager, il tecnico, già ad di Ama e segretario della Fondazione Nuova Italia, il pensatoio politico di Gianni
Alemanno. All'anagrafe Franco Panzironi, l'uomo dei numerie degli artifici contabili. L'ordinanza del gip che gli
riconosce il 416 bis lo definisce «garante dei rapporti dell'associazione con l'amministrazione comunale negli
anni 2008-2013, oltre che uomo a libro paga, capace di fornire uno stabile contributo per l'assegnazione di
appalti pubblici e lo sblocco dei pagamenti». Repubblica lo ha incontrato nell'ultimo weekend da uomo libero.
Panzironi, lei e Riccardo Mancini siete entrambi indagati per ragioni diverse. Le sembra una coincidenza? «Io
non ho niente a che fare con gente come Mancini. Veniamo da mondi differenti. Io sono sempre stato un
tecnico con l'anima democristiana. Lui ha un passato di militanza politica nella destra estrema.
Gianni Alemanno mi ha sempre chiamato perché sono un buon manager. Così ho fatto in Ama, ripianando i
debiti di bilancio». Lei è già indagato per la parentopoli in Ama. Che sappia, sono in corso inchieste sulla
partita delle gare pubbliche? «Non mi interesso più di queste cose.
Ormai sono fuori da quel mondo, ma da quanto ne so non c'è nulla di irregolare sugli appalti assegnati da
Ama. In azienda tutto è pulito».
Fu Panzironi negli anni scorsi ad assegnare l'appalto sulla raccolta differenziata, come quello sullo
smaltimento dei rifiuti solidi urbani: due degli appalti che nascondevano le tangenti nelle casse
dell'associazione criminale di Mafia capitale.
Panzironi, difende quella scelta? «Assolutamente sì. Quegli appalti hanno garantito un servizio efficace per i
cittadini e un rapporto equilibrato tra costi e benefici». La voce di Panzironiè calma, decisa. Ma racconta solo
una parte della storia. Nessuna menzione al fatto che lui stesso, in cambio dell'attività di indirizzo
nell'assegnazione degli appalti in favore delle ditte amiche dell'associazione, si sarebbe garantito un
«compenso» mensile di 15mila euro, oltre a una quota pari al 2,5% sugli appalti assegnati e a una serie di
utilità dirette, come la rasatura del prato di casa.
Eppure Roma è alle corde per il problema rifiuti. Di chi sono le responsabilità? «Non sono certo dell'Ama, ma
delle scelte politiche prese in questi anni. Il problema non è della raccolta, ma del trasporto in discarica e
delle discariche stesse. Io ero un tecnico».
E la sua carica di segretario della Fondazione Nuova Italia di Alemanno che è a tutti gli effetti un think tank
politico? «Anche in quel caso Gianni mi chiamò per gestire tecnicamente la Fondazione.
Io espressi una visione strategica della gestione. Le linee politiche venivano solo da lui».
SCENARIO POLITICO/ECONOMICO - Rassegna Stampa 04/12/2014
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L'INTERVISTA
04/12/2014
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Don Ciotti: io, prete e basta
Michele Brambilla
Oggi a Milano la laurea honoris causa in Comunicazione insieme con don Rigoldi e don Colmegna A PAGINA
15 «Ho sempre cercato di saldare la terra al cielo», mi dice don Luigi Ciotti allargando le braccia un po'
sconsolato. Questa mattina a Milano l'Università Statale conferisce una laurea honoris causa in
Comunicazione pubblica e d'impresa a lui, a don Gino Rigoldi e a don Virginio Colmegna: e questo va bene,
ovviamente. Quello che non va bene è che hanno appiccicato, a lui e agli altri due laureandi, l'etichetta di
«preti di strada». «Non chiamateci preti di strada!», dice don Ciotti: «Siamo preti e basta. Ogni ulteriore
qualifica - preti antimafia, preti antidroga eccetera - è di troppo». Sono anni che lo descrivono un po' così.
Anche in buona parte del mondo cattolico, don Ciotti è considerato un uomo molto impegnato nel sociale,
nella lotta alla criminalità eccetera; insomma bravissima persona, ma più assistente sociale che prete. Molta
umanità e poco Dio. Molta terra e poco cielo. Lui invece quello che fa te lo spiega sempre partendo dal
Vangelo e da Dio: «Dire "preti di strada" non ha senso perché il Vangelo e la strada sono inseparabili. Nella
parola prete è implicita la parola strada! "Preparate la strada del Signore", dice il Vangelo di Marco. La strada
è incontro con Dio e incontro con le persone, è la saldatura di terra e cielo», appunto. Siamo nella ex fabbrica
di periferia che da alcuni anni è la sede del Gruppo Abele e di Libera. Nell'ufficio di don Ciotti non è appesa la
fotografia di qualche politico o magistrato, ma di un prete: don Tonino Bello, il vescovo di Molfetta scomparso
nel 1993 per il quale la Congregazione per le cause dei santi ha avviato il processo di beatificazione. Le
etichette degli scatoloni porta-documenti sembrano poi la prova perfetta della sua attività di saldatore fra terra
e cielo. Su una è scritto «Battesimi matrimoni anniversari» e su un'altra «Mafie»; su una «Liturgie per i
defunti» e su un'altra ancora «Aids tratta prostituzione». Follia, per don Ciotti, separare la fede nell'aldilà dalla
realtà dell'aldiqua. «Vivere il Vangelo», mi dice, «non vuol dire soltanto insegnare e osservare la dottrina.
Vuol dire prima di tutto incontrare e accogliere le persone, avendo come unico criterio i loro bisogni e le loro
speranze. Io intendo così il Vangelo, e non posso che gioire del fatto che papa Francesco abbia voluto
caratterizzare la "sua" Chiesa come una Chiesa in cammino, sulla strada, diretta nei luoghi più poveri e
dimenticati». E per evitare possibili accuse di materialismo, precisa che la povertà non è solo quella
economica: «Ci sono i poveri di risorse ma anche i poveri di senso. Ci sono le periferie geografiche e quelle
dell'anima». Nel 2015 la sua opera taglierà il traguardo del mezzo secolo. È Natale del 1965 quando il
ventenne Luigi Ciotti fonda con alcuni amici un gruppo che si dà il nome di «Gioventù Impegnata». La vera
sede è proprio la strada. Corso Gaetano Salvemini e le vie di Mirafiori Nord, quartiere operaio. Nel 1968,
quando molti giovani inneggiano alla rivoluzione della politica, Luigi Ciotti pensa alla rivoluzione dei cuori e
cambia il nome in «Gruppo Abele». Nel novembre del 1972 viene ordinato sacerdote dal cardinale Michele
Pellegrino, un arcivescovo che si fa chiamare padre. «Come parrocchia mi affidò la strada e mi disse: ci
andrai a imparare, non a insegnare». Questa mattina incontrerà due preti molto simili a lui. «Con Gino ci
conosciamo dai primi Anni Settanta. Ci occupavamo di carceri e sui nostri cartelli scrivevamo che delinquenti
e disadattati non si nasce, lo si diventa. Ci aiutavamo come potevamo. Una sera andai a parlare a
Langhirano e, alla fine, mi regalarono sei prosciutti. Il giorno dopo incontrai Gino che cercava risorse per
aprire la prima comunità. Gli regalai un prosciutto e gli dissi: comincia da questo. Don Virginio Colmegna
invece l'ho conosciuto all'inizio degli Anni Ottanta, quando a Milano era arrivato il cardinal Martini. Da allora
non ci siamo mai persi di vista». Come si potranno trovare tre soggetti come questi in un'Aula Magna in cui si
«conferiscono» lauree magistrali, è facile da immaginare. Don Ciotti è riconoscente ma anche un po'
imbarazzato. Gli chiedo che cosa dirà davanti a tanti professoroni: «Dirò che più che in scienza della
comunicazione mi sento laureato in scienza della confusione. Ho una chiara coscienza dei miei limiti... Ma
due cose credo che le aggiungerò. La prima è che la comunicazione è una cosa importante anche per noi
che ci occupiamo di problemi sociali, ma è pur sempre un mezzo, non un fine. Oggi c'è una grande enfasi sul
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INTERVISTA Il fondatore di Libera
04/12/2014
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comunicare, spesso però direttamente proporzionale alla povertà dei contenuti». E la seconda cosa? «Che il
fine della comunicazione sono le persone. Ma non le persone come potenziali clienti, consumatori o proseliti.
Le persone come domande di sapere, come bisogni inespressi, come diritti non tutelati. Come soggetti di
dignità e di libertà. Qui sta l'etica della comunicazione e qui sta anche il futuro della nostra democrazia».Non
chiamateci «preti di strada», nella parola «prete» è implicita la parola «strada», sono la stessa cosa Sono
felice che la Chiesa di Francesco sia «in cammino», verso i luoghi più poveri e dimenticati
Mi laureano in Scienza della comunicazione ma io dico che la comunicazione è un mezzo, non un fine Don
Luigi Ciotti Sacerdote, fondatore del Gruppo Abele e di Libera
La cerimonia Don Rigoldi n «Il Senato accademico dell'Università degli Studi di Milano approva la proposta
di conferimento della laurea magistrale in Comunicazione pubblica e di impresa a don Luigi Ciotti, don
Virginio Colmegna e don Gino Rigoldi, per il loro prolungato e straordinario impegno in favore dei diritti dei più
deboli, della costruzione di relazioni sociali più eque e dell'educazione alla legalità costituzionale». Questa è
la motivazione del conferimento delle lauree: la cerimonia oggi alle 10,30 nell'ambito dell'inaugurazione
dell'anno accademico, nell'Aula Magna della Statale di Milano. Don Colmegna
Foto: TANIA/A3/CONTRASTO Luigi Ciotti è nato nel 1945 a Pieve di Cadore (Belluno), ma dall'età di cinque
anni vive a Torino. È sacerdote dal 1972 1975 Un incontro del Gruppo Abele, fondato a Torino 10 anni prima
2014 Agli Stati generali dell'antimafia organizzati da Libera
04/12/2014
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FRANCESCO MANACORDA
Il Paese con un tasso di disoccupazione del 13,2% da ieri ha una nuova legge sul lavoro. Certo, è una legge
delega i cui contenuti di dettaglio sono in buona parte ancora da scrivere. E certo, per farla passare in ultima
lettura al Senato si è deciso di imporre il voto di fiducia, mentre fuori da Palazzo Madama andavano in scena
ancora una volta gli scontri di piazza di una stagione inquieta. Ma è un dato di fatto che da ieri il dibattito
politico può superare la diatriba infinita sull'Art. 18 - un totem sia per chi lo ha difeso fino all'ultimo, sia per chi
ha visto nella sua caduta la condizione necessaria e sufficiente per un cambio di passo - e concentrarsi non
solo sul tema del contratto di lavoro a tutele crescenti che sarà la forma prevalente da applicare ai nuovi
assunti, ma anche sul modo per aggredire quel tasso di disoccupazione che segna l'Italia in generale e le sue
generazioni più giovani in particolare. Pensare che con il testo approvato ieri il lavoro sia concluso è
sbagliato. Sono i decreti delegati, che il governo vorrebbe varare già a metà mese per poter avere le nuove
regole in funzione dall'inizio del prossimo anno, quelli che daranno il segno vero delle novità. Carlo Bertini
ALLE PAGINE 2 E 3 PAGINA Econ i decreti delegati andranno risolti vari interrogativi che la riforma ancora si
porta dietro. Ad esempio bisognerà vedere come il governo graduerà le «tutele crescenti» del nuovo contratto
e come identificherà i casi in cui non ci può essere il licenziamento con indennizzo economico, ma scatta
comunque il diritto al lavoratore ad essere reintegrato: dovrà definire quindi quali siano i «licenziamenti nulli e
discriminatori» e quali le «fattispecie di licenziamenti disciplinari ingiustificati». È innegabile, poi, che il nuovo
sistema si porti dietro alcune incognite. Il Jobs Act è destinato a creare un nuovo «dualismo» rispetto a quello
attuale, che vede chi è dentro il mondo del lavoro e in aziende sopra i 15 dipendenti tutelato dall'Art. 18 e chi
è fuori privo di tutele. D'ora in poi, invece, come ha sottolineato Francesco Giavazzi sul Corriere della Sera ,
nelle aziende si vedranno fianco a fianco «vecchi» lavoratori tutelati dall'articolo 18 e «nuovi» senza quella
protezione. Il possibile effetto sarà quello di inceppare la mobilità della prima categoria di dipendenti, che
prima di cambiare posto di lavoro e vedersi applicare le nuove regole ci penseranno mille volte. E poi c'è un
«dualismo» meno evidente, ma che rischia di perpetuare disparità antiche. I contratti del pubblico impiego
saranno anch'essi a tutele crescenti o si manterrà per questa categoria di lavoratori il classico contratto a
tempo indeterminato? Se così fosse ecco una differenza difficilmente accettabile. E sempre nei decreti
delegati bisognerà affrontare contraddizioni che oggi balzano agli occhi: è pensabile mantenere la possibilità
di prorogare i contratti a termine per cinque volte in tre anni con il contratto a tutele crescenti? O invece tutti i
datori di lavoro preferiranno affidarsi alla prima soluzione, creando di fatto una lunga anticamera per i
lavoratori ancor prima di entrare nel mondo dei contratti a tempo indeterminato? E in ogni caso è sempre a
quel 13,2% di disoccupazione che bisogna tornare. Con il lavoro che è la prima emergenza per l'Italia,
aumentare la flessibilità in uscita dei lavoratori è un passo che serve, ma che da solo non basta. Pietro
Ichino, tra i padri di questa riforma, ha sottolineato anche martedì in Senato la necessità di coniugare alla
flessibilità anche la sicurezza per chi si muove nel mercato del lavoro, con assicurazione contro la
disoccupazione e servizi efficaci per chi cerca nuova occupazione. Proprio su questo secondo pilastro della
sicurezza - con risorse adeguate e un sistema di agenzie per l'impiego decisamente più funzionante di quello
attuale - si gioca una parte tutt'altro che secondaria della partita.
Foto: Illustrazione di Koen Ivens
SCENARIO POLITICO/ECONOMICO - Rassegna Stampa 04/12/2014
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LE INCOGNITE ANCORA DA SCIOGLIERE
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L'indennizzo: fino a due mensilità per ogni anno lavorato
Alessandro Barbera
Ora viene il difficile: approvata la legge delega, il governo deve introdurre le norme di attuazione. Per
completare la riforma del mercato del lavoro Renzi ha a disposizione sei mesi. Il primo passo sarà, entro
gennaio, il contratto a tutele crescenti. Seguiranno l'allargamento del sussidio di disoccupazione, la
semplificazione delle forme contrattuali, la riforma della cassa integrazione e delle cosiddette politiche attive,
ovvero gli strumenti per riqualificare chi perde il lavoro. Cinque pacchetti di decreti «per riformare
compiutamente una materia complessa e stratificata», spiega Filippo Taddei che ha seguito passo passo la
trattativa in Parlamento. Il primo decreto è anche il più controverso, poiché è quello che seppellirà una volta
per tutte il vecchio articolo 18. A guardar bene, la lunga trattativa con la minoranza nel passaggio alla
Camera ha permesso al governo di fare un passo avanti: la delega ora esclude esplicitamente la possibilità di
reintegro per i licenziamenti economici (quelli ad esempio causati da un calo produttivo) e prevede in cambio
«un indennizzo economico certo e crescente con l'anzianità di servizio». Il giudice potrà reintegrare il
lavoratore solo nel caso di «licenziamenti nulli e discriminatori» (ad esempio quelli per pregiudizi razziali) e a
specifiche fattispecie di licenziamento disciplinare». Ecco il primo punto delicatissimo: quali saranno queste
fattispecie? Taddei nega che ci sia pronto un testo ma fa capire che non manca molto: «Vogliamo che i casi
nei quali il giudice può reintegrare siano limitati alle accuse più odiose, quelle che ledono la dignità del
lavoratore o perché false. Queste ipotesi non sono molte». Altro punto delicatissimo: potrà l'imprenditore
scegliere comunque di non reintegrare il lavoratore e pagare un indennizzo più alto? Su questo Taddei non si
esprime, ma secondo le indiscrezioni che filtrano nei palazzi la soluzione dell'«opting out» al momento è
molto controversa e nel governo non riscuote molto consenso. E in ogni caso, a quanto ammonteranno gli
indennizzi per i licenziamenti? Questo è l'aspetto più importante per le imprese. Qui le ipotesi sono due.
Taddei le riassume così: «È ragionevole pensare che l'indennizzo si attesti fra una e due mensilità l'anno per
ogni anno di lavoro». Circoscritte le tutele il governo avrà superato l'ostacolo politicamente più sensibile.
Eppure Taddei è convinto che il difficile arriverà allora: «I due nodi sono la semplificazione delle forme
contrattuali e la riforma della cassa integrazione. Del resto, è come se parlassimo di matrimonio e
discutessimo solo di divorzio». Il Jobs Act allargherà il sussidio di disoccupazione a circa trecentomila
persone che oggi non lo ricevono: si tratta dei collaboratori continuativi, a progetto e a tutti coloro che non
riescono ad avere periodi di lavoro stabile, che per una ragione all'altra passano da un contratto all'altro. Per
ora non ci sono invece i fondi per allargare il sussidio alle false partite Iva. Nel governo sono convinti che il
resto lo faranno gli sgravi fiscali, ovvero che la decontribuzione e lo sconto Irap per chi assume stabilmente
elimineranno progressivamente le storture del vecchio sistema. Oggi, dice la Cgil, ci sarebbero circa quaranta
tipi di contratti di lavoro. Altri sostengono che non sono più di nove. Taddei la mette così: «Quel che conta è
ricondurre il mercato del lavoro in tre grandi categorie: a tempo indeterminato, determinato, e autonomo in
senso stretto. Se poi saranno tre o nove poco cambia». Twitter @alexbarbera
I prossimi sei mesi in quattro passi
RTUTELE CRESCENTI 1Entro gennaio introduzione del nuovo contratto RAMMORTIZZATORI SOCIALI
2Allargamento del sussidio di disoccupazione RREGOLE PIÙ SEMPLICI 3Semplificazione delle forme
contrattuali RGLI STRUMENTI PER RIQUALIFICARE 4Riforma della cassa integrazione
Foto: Filippo Taddei
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RETROSCENA
04/12/2014
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Croppi: "Mi hanno cacciato perché volevo bloccare il malaffare"
L'ex assessore: La colpa di Alemanno? Non essere riuscito a opporsi SISTEMA CONSOCIATIVO
«Situazione che dura da anni e riguarda tutte le giunte»
AMEDEO LA MATTINA ROMA
«Alla fine sono stato cacciato dalla giunta Alemanno, ma per me l'odore era diventato insopportabile. Ero
troppo scomodo. Mettevo zeppe ovunque, controllavo le iniziative da finanziare, mi opponevo a pratiche al
limite della legalità, chiudevo le porte alle tante, troppe pressioni esterne ed interne. Quando sul Campidoglio
si è abbattuta Parentopoli ed successo il patatrac...». Cosa c'era dietro il patatrac che ha portato a «Mafia
Capitale» ce lo racconta Umberto Croppi, un intellettuale eclettico che ha attraversato gli anni Settanta e
Ottanta nel Fuan e nel Fronte della Gioventù fino al vertice del Msi di Pino Rauti. È stato tra gli ideatori dei
Campi Hobbit, meeting giovanili di cultura alternativa della destra. Nel 1991 lascia il Msi e fa politica con La
Rete e con i Verdi di cui diventa capogruppo al consiglio regionale del Lazio. Nel 2008 un ritorno di fiamma:
cura la comunicazione elettorale di Alemanno e diventa assessore alle politiche culturali e alla comunicazione
fino al gennaio 2011 quando viene defenestrato. Decide allora di scrivere un libro dal titolo evocativo
«Romanzo Comunale. I segreti dei palazzi del potere di Roma», un'impietosa denuncia del sistema che
ruotava attorno ad Alemanno. Perchè è stato allontanato dalla giunta? «Alemanno mi aveva coinvolto
nell'unità di crisi dopo che lo scandalo di Parentopoli. Gli chiesi di azzerare la giunta e allontanare il suo
entourage. La notte del 10 gennaio 2011 il sindaco partecipa a una riunione in cui la giunta viene azzerata
ma io non c'ero più. Gli era stata chiesta la mia testa. Gianni non ebbe il coraggio di chiamarmi. Mi mandò un
sms in cui diceva "mi dispiace, ti ho difeso fino alle tre e mezzo di notte ma poi non ce l'ho fatto più: cercherò
di ricambiare con la festa del cinema". "Non azzardare a propormelo", risposi. Aveva ceduto alle pressioni di
coloro da cui doveva affrancarsi». E' la storia di una sconfitta generazionale, degli ex giovani di destra
cresciuti a pane, politica, ordine e disciplina? «Intanto l'inchiesta riguarda personaggi di destra e di sinistra. E
quelli della nostra destra giovanile non hanno nulla a che fare con "Mafia Capitale». Di quella generazione
non c'è nessuno». Come non c'è nessuno? Massimo Carminati, ex Nar, Riccardo Mancini, ex Avanguardia
nazionale, Antonio Lucarelli, ex portavoce di Forza Nuova. Per dirne alcuni. «Tra chi ha vissuto l'esperienza
politica degli Anni 70 e 80 non ce n'è uno. Carminati? Gianni non lo ha mai conosciuto. Carminati al vertice di
questa cupola c'era da anni. Dalle parole del procuratore Pignatone si evince chiaramente. Franco Panzironi,
ex amministratore di Ama, è un vecchio democristiano. Mancini, ex presidente Eur Spa, e altri sono persone
che Gianni ha conosciuto nella seconda metà degli Anni 90. Guardi, siamo di fronte a un sistema
consociativo che dura da anni, che attraversa destra e sinistra. Un sistema che risale alla Dc e ha
attraversato tutte le giunte. La situazione non è né peggiorata né migliorata: il meccanismo è consolidato, non
è stato scalfito dalle varie indagini che si sono susseguite. Non c'entra nulla la destra diventata affarista e
mafiosa. Questa è una tesi fuorviante: il meccanismo è bipartisan». Alemanno è corrotto? «Non si è arricchito
con la politica. Gli rimprovero di non avere usato l'ampio mandato popolare per rompere il meccanismo "a
Fra' che te serve" che c'era già ai tempi del sindaco Carraro al quale arrestarono tutta la giunta». Ha usato il
meccanismo per finanziare la corrente? «La politica tutta si finanzia in questo modo». Marino ha sbarrato la
strada al malaffare come dice lui? «Sicuramente il malaffare non è arrivato nella sua stanza. Ma ora lui è
nella condizione ideale e straordinaria per spezzare il meccanismo consociativo, a cominciare dalle
cooperative. Lui può fare veramente la rivoluzione».
Alla Cultura Umberto Croppi è un politico e saggista. È stato assessore alla Cultura del Comune di Roma dal
maggio 2008 al gennaio 2011
Foto: DANIELE SCUDIERI/IMAGOECONOMICA
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04/12/2014
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"Nella nuova metastasi di corruzione i politici si accontentano delle
briciole"
Il capo dell'Anticorruzione: "I partiti hanno abdicato alla loro funzione"
G UIDO R UOTOLO ROMA
«Grazie al Procuratore Pignatone finalmente abbiamo scoperto che a Roma c'è una mafia autoctona, locale,
pericolosa. Che fa della corruzione la sua arma privilegiata. E che ha messo radici nei palazzi capitolini.
"Mafia capitale" è una metastasi che ha scavato a fondo nel corpo vivo di questa città, che ha lacerato il suo
tessuto economico, politico e istituzionale. Con questa inchiesta, la Procura di Roma ha cambiato la
prospettiva alla lotta alla mafia». È il primo commento di Raffaele Cantone, Autorità nazionale
dell'Anticorruzione. Che si rivolge alla politica, che da «Mafia capitale» ne esce ancora più delegittimata: «Il
ceto politico amministrativo - dice Cantone - dovrebbe rivendicare il rigore fondato sul rispetto delle regole e
della legalità. E invece oggi la politica - è quanto emerge dagli atti della inchiesta - ha abdicato al suo ruolo».
Un quadro sconfortante. Colpisce la diffusione del sistema della corruzione come strumento, anche da parte
di un'associazione qualificata come di stampo mafiosa, per ottenere appalti pubblici, per fare affari. «E' vero.
Non solo certi politici, potremmo dire ai tempi della Prima Repubblica ma anche dopo, ma anche le nuove
mafie utilizzano la corruzione per raggiungere i propri obiettivi, sostituendola allo strumento proprio
dell'associazione mafiosa, l'intimidazione classica. Naturalmente dobbiamo aspettare le pronunce dei giudici,
ma se dovesse essere confermata l'impostazione del procuratore Pignatone, la corruzione ha in qualche
modo snaturato la stessa fattispecie dell'associazione mafiosa, che si fonda appunto sulla intimidazione e
sulla violenza». In attesa delle conferme giurisdizionali, la corruzione è diventata lo strumento principale solo
di Mafia capitale o, pensando ad Expo 2015, anche delle tradizionali organizzazioni mafiose? «Come si fa a
non ritenerla intimidatoria una richiesta che arrivi da chi si presenta come emissario della 'ndrangheta? Nel
caso invece dell'associazione di Massimo Carminati, il passato criminale dei suoi associati affonda le radici
nell'eversione di destra ma lo spessore criminale passato del capo lo rende una figura carismatica criminale
anche oggi». Quali sono le possibili implicazioni dell'estensione dello strumento della corruzione anche a
livello delle nuove mafie? «La modernità di questa innovazione ha già prodotto delle novità molto importanti.
Se quello che emerge dalle intercettazioni troverà conferme dibattimentali, ci troveremmo di fronte a una
organizzazione mafiosa che ha politici e funzionari pubblici a libro paga. Stipendiati a prescindere dalla
prestazione che garantiscono alla organizzazione». Negli Usa Al Capone non controllava la Polizia avendo
sul libro paga i suoi vertici? «Stiamo parlando per esempio dell'ottenimento di una licenza o di un appalto, di
una concessione edilizia in cambio di un tot di denaro. Nel nostro caso, l'organizzazione di Carminati, invece,
nel libro paga ci sono diverse persone, sia funzionari che politici, che sono pagati a prescindere da
compimento di atti specifici. E che ricevono ulteriori grafiche solo per mettere in contatto l'organizzazione con
interlocutori politici». Il M5S chiede lo scioglimento del comune di Roma per infiltrazioni mafiose. «Non ho
visto gli atti della inchiesta e non sono in grado di esprimere una opinione. Per lo scioglimento occorre che
l'inquinamento e il condizionamento siano attuali. Oggi io non sono in grado di valutare la loro esistenza».
Cantone, la Roma criminale è una novità? «No, c'è sempre stata. Ma fino a oggi era stata sottovalutata».
Intanto un vecchio terrorista nero che frequentava la banda della Magliana, Massimo Carminati, ha saputo
tessere relazioni bipartisan. La giunta Alemanno sembra compromessa ma nelle intercettazioni ci sono anche
esponenti della sinistra... «Il denaro non ha odore o colore. Per l'ennesima volta i politici si accontentano delle
briciole, sono stipendiati. Assolvono a un ruolo di gregari».
In prima linea Raffaele Cantone, magistrato, è presidente dell'Autorità contro la corruzione
Ha detto L'indagine
Finalmente abbiamo scoperto che a Roma c'è una mafia autoctona, locale, pericolosa Lo scenario
SCENARIO POLITICO/ECONOMICO - Rassegna Stampa 04/12/2014
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INTERVISTA ROMA LA MAXI--OPERAZIONE PARLA RAFFAELE CANTONE
04/12/2014
La Stampa - Ed. nazionale
Pag. 6
(diffusione:309253, tiratura:418328)
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Con questa inchiesta, la Procura di Roma ha cambiato la prospettiva alla lotta alla mafia La novità
Per le nuove mafie la corruzione ha sostituito il classico strumento dell'intimidazione
Foto: ROBERTO MONALDO/LAPRESSE
SCENARIO POLITICO/ECONOMICO - Rassegna Stampa 04/12/2014
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04/12/2014
La Stampa - Ed. nazionale
Pag. 28
(diffusione:309253, tiratura:418328)
"Tlc, cambiamo le regole per favorire gli investimenti"
Recchi: da Telecom 3 miliardi l'anno per la Rete «L'operazione con Oi solo se crea valore, lavoriamo sul
dossier senza fretta»
FRANCESCO SPINI
Qui a Torino è nato lo standard Mpeg, sempre da qui è partito il primo cavo di fibra ottica posato in Europa
negli Anni 70. Insomma, tutti si ricordano di Armstrong perché è arrivato sulla Luna, ma dietro di lui c'era la
Nasa. Ecco dietro Facebook o Whatsapp ci siamo anche noi, siamo un po' la loro Nasa». Il presidente di
Telecom Italia, Giuseppe Recchi, reduce dai festeggiamenti per i 50 anni dei laboratori Cselt - l'attuale TILab rivendica «l'eccellenza tecnologica» del gruppo, lamentando che «spesso il film della finanza attrae i media
ma nasconde il nostro fortissimo dna». Quanto state investendo? «Un miliardo in tre anni per la ricerca, tre
miliardi l'anno per lo sviluppo e il mantenimento delle reti». Sarete in grado di centrare gli obiettivi stabiliti dal
governo per la diffusione della banda larga? «Assolutamente sì, anche perché è un programma che non
punta a obiettivi in maniera virtuale, ma analizza quali sono le condizioni per cui tali obiettivi si possono
raggiungere. Siamo in un momento di svolta tecnologica, il concetto di incumbent, di operatore dominante,
non esiste più. Occorre ridisegnare il sistema regolatorio perché ci sia una competizione che possa avvenire
sulla tecnologia e non più solo sul prezzo». In che senso? «Chi fa investimenti deve avere una redditività tale
da renderli convenienti e una certezza del quadro tale da prevedere i rischi, con una regolazione adeguata.
Con troppe regole e che cambiano di continuo, è l'arbitro, non la bravura delle squadre, a decretare chi vince
e chi perde». Telecom è interessata alla maggioranza di Metroweb: è un modo per condividere il peso dei
futuri investimenti con il socio pubblico Cdp, che ha il 46,2% di Metroweb? «È un punto di vista che non
condivido. Il nostro interesse è dovuto alle sinergie che si generano con una società che ha già coperto
un'area interessante come Milano e ha un buon piano industriale. La Cdp è un soggetto che investe secondo
principi di remunerazione del capitale, cosa ben diversa dallo Stato che investe direttamente». Vodafone
teme già ripercussioni sulla concorrenza... «Oggi il Paese ha interesse allo sviluppo degli investimenti,
considerando ogni aspetto, a cominciare dalla concorrenza. La differenza è che noi facciamo 3 miliardi l'anno
di investimenti: di cosa fanno gli altri non mi curo ma le dico che su questo siamo i primi in italia e per una
grande differenza». L'ad Patuano ha annunciato un nuovo piano ambizioso. Rilancerete gli investimenti?
«L'attuale piano sta dando i suoi frutti e in futuro non potremo che confermare tale leadership. C'è in corso un
cambio della cultura digitale che sta facendo emergere enormi opportunità che intendiamo sfruttare». Lei ha
smentito trattative con Mediaset Premium: Telecom diventerà mai un editore? «Resteremo trasportatori dei
contenuti degli altri». Prenderete parte al consolidamento in atto in Europa? «È un tema che oggi non è sul
tavolo. Penso che con questo nuovo board la società stia dando prova di attivismo, creando opportunità su
due livelli: nella crescita organica compiendo il piano industriale con efficienza e disciplina, quindi guardando
a tutte le opportunità di tipo straordinario quando queste si presentano». Da cosa dipende l'avvio
dell'operazione su Oi in Brasile? «Ogni operazione deve essere valutata su tutti gli aspetti di rischioopportunità. Deve creare valore. C'è un processo di esame su cui il management sta lavorando: quando sarà
completo, senza fretta, visto che non ci corre dietro nessuno, il cda prenderà le decisioni opportune». L'arrivo
di Vivendi tra i soci potrà influire sulla strategia? «Troppo spesso si confondono gli azionisti col management.
Noi ci definiamo una public company e il nostro lavoro è fare gli interessi della società».
Foto: Al vertice Giuseppe Recchi da aprile è il presidente di Telecom Italia In precedenza è stato presidente
di Eni
Foto: ANSA
SCENARIO POLITICO/ECONOMICO - Rassegna Stampa 04/12/2014
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Intervista
04/12/2014
La Stampa - Ed. nazionale
Pag. 39
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Giovinco&C, potere di firma Caccia all'affare a costo zero
Ecco chi si libera a giugno e fa gola: se parte l'attaccante, Juve su Zaza TALENTI LOW COST Alves,
Khedira, Gerrard: anche all'estero pezzi pregiati da seguire
LAURA BANDINELLI MATTEO DE SANTIS
La libertà di firma è alle porte. Tra meno di un mese la folta pattuglia di calciatori con un contratto in scadenza
il 30 giugno 2015 potrà decidere spontaneamente il proprio futuro. All'interno di questa tribù esistono
tantissimi microcosmi: da quello dei campioni non più giovanissimi a quello dei calciatori con ingaggi non più
replicabili, passando per chi è in piena trattativa con il suo club attuale o chi ha già deciso di andarsene.
Nonostante l'apertura ufficiale programmata per l'inizio del 2015, il gran bazar dei parametri zero è in piena
attività. Specialmente in un mercato con sempre meno moneta liquida in circolazione come la serie A. L e
grandi manovre per mettere a segno l'affare o per evitare il saccheggio a zero euro sono già partite.
L'assortimento, guardando le bancarelle degli altri campionati, non manca: Dani Alves (Barcellona), Steven
Gerrard (Liverpool), Glen Johnson (idem), John Terry (Chelsea), Sami Khedira (Real Madrid), Andrè Gignac
(Marsiglia) e Luiz Adriano (Shakhtar) sono solo alcuni dei pezzi forti liberi di firmare con chiunque da gennaio.
Così come non fa eccezione, per possibili movimenti sia in entrata che in uscita, il reparto delle squadre di A.
La sensazione, a conferma di un trend che ha visto concludere sempre più affari senza spargimento di
contanti nelle ultime sessioni del mercato italiano, è che ne potrebbero succedere delle belle. Alla Juve,
specialista del genere con i recenti acquisti di Pirlo, Pogba, Llorente e Coman, per esempio, dove Giovinco e
Lichtsteiner sono a scadenza giugno 2015. Il primo cambierà aria. Il quando non è un dettaglio: per l'estate
sono interessate Torino, Fiorentina e Olympiacos ma la Juve, che poi potrebbe richiedere indietro Zaza al
Sassuolo, sta cercando acquirenti per gennaio. Per il secondo, seguito dal Psg e in Premier League, le parti
non hanno ancora trovato la quadratura del cerchio tra domanda e offerta: il tempo inizia a stringere, tanto
che i radar bianconeri sono stati puntati sul granata Darmian e Vrsaljko del Sassuolo. Tra coloro che sono
sospesi alla Roma, invece, restano Keita (rinnovo non complicato), Emanuelson (cedibile subito) e il
lungodegente Balzaretti. De Sanctis ha trovato l'accordo per un altro anno (ufficialità a giorni) in giallorosso
mentre Borriello è destinato a salutare i 5,4 milioni lordi annui del suo stipendio romanista. Il ds Sabatini, soldi
alla mano, cerca per subito un difensore come Balanta del River Plate o Chiriches del Tottenham che possa
fare le veci di Castan (operato ieri alla testa: cavernoma rimosso) e per giugno ha prenotato il baby
attaccante argentino Ponce dal Newell's. Porte girevoli a parametro zero anche al Milan: prolungamenti in
agenda per De Jong, Abate e forse Abbiati; tutto fermo per Mexes e Pazzini (ipotesi Genoa con rientro di
Matri alla base); in entrata trattativa avanzata con Suso del Liverpool e idea Kucka. L'Inter ha risolto con il
rinnovo la pratica Ranocchia: manca solo l'annuncio. Mancini sogna uno tra Curci e Lamela, ma potrebbe
arrivare a costo zero - dipende dal Dni pro - l'ucraino Konoplyanka, seguito anche dalla Roma. Traffico molto
intenso alla Fiorentina: per Neto è lotta dura, in ordine non casuale, con Liverpool, Roma e Juve; Aquilani non
firma; Pasqual potrebbe andarsene a gennaio; Pizarro dovrebbe tornare in Cile a giugno. Il Napoli,
nonostante Britos e Maggio in scadenza, ha stanziato 13 milioni per regalarsi subito Manolo Gabbiadini.
Gennaio, primi colpi in vista Inter su Cerci L'ala (A. Madrid) obiettivo n.1, Lamela è l'alternativa Napoli:
Gabbiadini Pronti 13 milioni: la Samp cederà l'attaccante
18
Gol Il bottino di Giovinco in 128 partite totali con la Juve, nell'arco di sei stagioni
In scadenza Lichtsteiner (Juve) Se non rinnova, bianconeri su Vrsaljko (Sassuolo) Mexes (Milan) Ingaggio
pesante (4 mln), la situazione è in stand by Pazzini (Milan) Ipotesi scambio a gennaio con il Genoa per Matri
Aquilani (Fiorentina) Non ha ancora accettato l'offerta di rinnovo
Foto: Giovinco (Juve) Destinato a salutare il bianconero Piace a Toro e Fiorentina, ma la Juve cerca
acquirenti per gennaio
SCENARIO POLITICO/ECONOMICO - Rassegna Stampa 04/12/2014
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Retroscena
04/12/2014
La Stampa - Ed. nazionale
Pag. 42
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"Torino è già in grado di attrarre i talenti"
Il dibattito sulla città universitaria. Interviene il rettore del Poli GLI INGEGNERI «A un anno dalla fine il 90%
ha trovato lavoro» STRUTTURE «I campus servono per ottenere massima qualità»
L ETIZIA T ORTELLO
«Un territorio è competitivo, se è in grado di attrarre studenti di talento. Torino lo fa. Sono ottimista sulle
potenzialità, il percorso è stato avviato. Concordo con il collega Ajani: i fondamentali li abbiamo». Marco Gilli,
rettore del Politecnico, interviene nel dibattito su Torino città-universitaria. In che direzione deve lavorare
Torino, per riconvertire la sua economia attorno al tema della formazione? «Dobbiamo prestare grandissima
attenzione al supporto allo studio. Quest'anno, la Regione ha ripristinato borse per gli studenti, è una buona
notizia. Le migliori università del mondo, sostengono molto i loro iscritti. Al Politecnico, abbiamo inserito un
percorso speciale per i ragazzi di talento: il 5% degli studenti ha l'esenzione totale dalle tasse e ha corsi
aggiuntivi dedicati». Una misura necessaria per non farli fuggire all'estero? «La competitività fra università è
costante e l'impegno per aumentare la reputazione degli atenei è sempre più grande. Occorre garantire una
qualità migliore e non lasciare scappare i ragazzi, soprattutto i più meritevoli, sennò si vanifica lo sforzo
formativo. Affinché i più bravi non fuggano all'Imperial College o a Oxford. Torino ha fatto passi avanti:
accoglie 100 mila studenti, tra Università (con 70 mila) e Politecnico (30 mila). Parlando del Poli, siamo una
grande scuola, non una scuoletta a numero chiuso, con qualche migliaio di ragazzi. Siamo aperti
sostanzialmente a tutti, poi siamo molto selettivi». Anche voi, però, avete il numero chiuso. «E' vero, ma la
soglia dei 5000 immatricolati è più che altro un limite di sostenibilità delle strutture. Metà di quelli che si
iscrivono riescono a prendere la laurea. Invece, c'è un dato che amo ricordare: a Ingegneria, a un anno dalla
fine, il 90% dei laureati ha trovato lavoro». Come si ottiene questo risultato? «Il segreto di una buona
università è avere una formazione solida di base, trasversale e interdisciplinare. L e tecnologie cambiano alla
velocità della luce, è chiaro che non possiamo formare persone preparate su quel che sarà in futuro. Ma
possiamo allenare studenti al problem solving, al lavoro in team, proponendo tirocini in azienda. Questa,
credo, è la strategia che ci ha premiato. Avere stretti rapporti con l'industria e progettare il corso di studi in
funzione di questi rapporti«. Strutture per la didattica. Torino è competitiva? «Siamo attrattivi per la qualità
della vita e per quella della ricerca. Concordo con Ajani che c'è un problema di inadeguatezza di alcuni spazi.
I campus sono fondamentali per la vita universitaria. Noi abbiamo il 18% di studenti stranieri, che passano più
tempo al campus, che nelle rispettive case o stanze. Torino ha scelto il modello che progetta le università
dentro la città. Ingegneria è a posto, Architettura no. C'è l'impegno del Comune ad aprire il nuovo polo di
Torino Esposizioni. Se riusciremo a farlo e integreremo architettura e design, laboratori, docenti, studenti e
aziende, allora saremo davvero competitivi».
Sulla «Stampa» Il nostro servizio di martedì scorso sull'inaugurazione del nuovo Anno Accademico.
Foto: Marco Gilli
Foto: non ha dubbi: «La soglia delle 5000 matricole è più che altro un limite di sostenibilità delle strutture.
Metà di quelli che si iscrivono riescono a prendere la laurea»
Foto: REPORTERS
SCENARIO POLITICO/ECONOMICO - Rassegna Stampa 04/12/2014
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Intervista
04/12/2014
Il Messaggero - Ed. nazionale
Pag. 3
(diffusione:210842, tiratura:295190)
«Quella foto? Roba vecchia sgradevole tirarmi in ballo»
«SE HAI UN RUOLO PUBBLICO PARTECIPI A MIGLIAIA DI INCONTRI E OGGI CON GLI SMARTPHONE
SEI SUBITO SU INTERNET...»
A.Gen.
«Sono stufo di essere tirato in ballo per quella foto del 2010. Come presidente della Lega coop partecipavo a
migliaia di iniziative e non potevo conoscere tutti coloro che incontravo. E in ogni caso non c'è alcuna mia
responsabilità». Giuliano Poletti, ministro del Lavoro, non ha gradito la pubblicazione sui giornali di una
vecchia foto in cui viene ritratto a tavola insieme all'allora sindaco Alemanno, all'ex capo dell'Ama Panzironi,
al dimissionario assessore alla casa Ozzimo e al capo della cooperativa sociale 29 giugno, Salvatore Buzzi,
definito dai pm romani «braccio destro imprenditoriale» di Carminati, il presunto boss della mafia romana.
Nella stessa sala, un tavolo più in là, la medesima foto ritrae Luciano, un esponente del clan Casamonica.
Ministro Poletti, è finito sui giornali in discutibile compagnia. Cosa risponde? «Sto tornando in Senato a
occuparmi del Jobs act, ho appena posto la fiducia sulla legge delega e non vorrei dedicare altro tempo a
quella foto». Però è la foto del giorno... «Strano, anche perché è una fotografia molto vecchia e molto
conosciuta. Durante l'ultima campagna elettorale romana del 2013, finì anche nei manifesti elettorali contro
Alemanno, in quando in quell'istantanea era ritratto uno del clan dei Casamonica». Nessun imbarazzo?
«Fastidio sì. E' sgradevole essere tirato ancora in ballo: allora ero il presidente della Lega delle cooperative e
se fai il presidente delle Coop o di Confindustria e della Confartigianato o di qualsiasi associazione di qualche
rilievo, è ovvio che partecipi a tante iniziative e incontri tante persone». Anche i mafiosi? «Guardi che se hai
un ruolo pubblico, inevitabilmente partecipi a migliaia di incontri e di certo non puoi conoscere tutti quelli che
aderiscono alla stessa iniziativa». Dunque è sereno? «Certo, non ho fatto nulla con nessuno e non ci
possono essere, e non ci sono, corresponsabilità di alcun tipo. Tanto più che adesso, grazie agli smartphone,
ti scattano una foto e in un istante sei su internet. Avviene tutto alla luce del sole». Lei ha partecipato anche a
diverse iniziative di Buzzi, il braccio destro di Carminati. «Buzzi lo conoscevo in quanto presidente o
vicepresidente della più importante cooperativa sociale di Roma, mi pare si chiami "29 giugno". Ed è ovvio
che sia andato alla sua assemblea di bilancio e che abbia partecipato a delle sue iniziative. Ma la cosa è nata
e finita lì. Buzzi non è una persona che ho frequentato in altre occasioni, ho risposto solo a un invito».
Foto: Giuliano Poletti alla cena 2010 con l'allora sindaco Alemanno, Panzironi, Buzzi, Ozzimo, Marroni e un
esponente dei Casamonica
SCENARIO POLITICO/ECONOMICO - Rassegna Stampa 04/12/2014
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L'intervista Giuliano Poletti
04/12/2014
Il Messaggero - Ed. nazionale
Pag. 3
(diffusione:210842, tiratura:295190)
Renzi fa pulizia nel Pd romano e nomina Orfini commissario
«L'epicentro del malaffare a destra ma noi agiamo subito, sono sconvolto» Cosentino si dimette, al
presidente dei democrat affidata la reggenza L'AZZERAMENTO DECISO IN MATTINATA POI GUERINI
PREPARA LA SUCCESSIONE «VOTARE ADESSO SAREBBE UN SUICIDIO»
Alberto Gentili
ROMA Matteo Renzi azzera il Pd. Da oggi il partito romano ha un commissario: Matteo Orfini, il presidente
nazionale del partito. Il colpo di spugna è annunciato in serata dal premier e segretario del Pd in tv: «Sono
sconvolto, vedere una persona seria come il procuratore di Roma parlare di mafia è qualcosa che genera
rabbia e amarezza. Certo, l'epicentro è l'amministrazione di Alemanno e rispetto il principio della presunzione
di innocenza, però alcuni del Pd romano non possono tirare un respiro di sollievo: serve una riflessione
profonda. Per questo ho accolto la disponibilità del segretario Cosentino, che è una persona seria, a fare un
passo indietro. Il commissario sarà Orfini». Renzi nel fare l'annuncio è insolitamente teso. C'è da parare il
colpo, da fermare il terremoto in un partito colpito dalle indagini: «Il Pd non aspetta le sentenze per capire
cosa accade, chi del Pd si doveva dimettere si è già dimesso. Ma il quadro che emerge a Roma è
sconvolgente: neofascisti, delinquenti della Magliana, mancano solo Jack lo Squartatore e il mostro di Loch
Ness e poi ci sono tutti...». Pausa, una zampata in favore del ministro Giuliano Poletti: «Non voglio sentire
insinuazioni, è un galantuomo». E un sussulto d'orgoglio: «Questo è il governo che ha messo il pm Cantone
all'Anticorruzione, ha commissariato il Mose ed è andato con la ruspa contro gli imbrogli dell'Expo». Alle
decisione di azzerare il partito romano, Renzi è arrivato al termine di una giornata infernale cominciata di
buon mattino leggendo i giornali. Il segretario del Pd, raccontano i suoi, era «furente». Anzi: «Incazzato nero»
per il coinvolgimento di diversi esponenti romani nella holding criminale. «Bisogna intervenire, è una
situazione agghiacciante», era esploso. L'ESPLORAZIONE DI GUERINI Il vicesegretario Lorenzo Guerini da
quel momento, fino alle nove di sera quando Renzi è apparso a "Bersaglio mobile" su La7, è stato incaricato
di «studiare la reazione più dura possibile». Il commissariamento, appunto. Non le elezioni anticipate: da
sindaco reietto, Ignazio Marino è diventato di colpo l'ancora cui aggrapparsi. «Tanto più che il voto anticipato
potrebbe ormai essere un bagno di sangue», dicono al Nazareno. Guerini ha sentito Marino, il governatore
Zingaretti, il segretario regionale Melilli e quello romano Cosentino. Un carosello di telefonate per capire se
l'azzeramento era praticabile. Ed è stata questa la decisione finale. «Ma solo dopo averla concordata con
Cosentino, chi l'ha tirato in ballo nelle intercettazioni è un millantatore», spiegano i collaboratori di Renzi. «In
ogni caso serviva un segnale forte per portare le cose nel loro giusto ordine: qui sembra che la mafia romana
sia targata Pd, invece è riconducibile essenzialmente ai post fascisti». Che questo fosse l'«epilogo
inevitabile», l'aveva fatto capire a metà pomeriggio proprio Orfini. Il presidente del Pd era andato giù
durissimo: «E' una vicenda agghiacciante. A Roma il partito è da rifondare». Ancora, aprendo un capitolo
spinoso per il Pd, che del sistema delle primarie ha fatto un vanto di democrazia diretta: «Bisogna ripensare
le primarie, costano troppo ai candidati e rendono il partito permeabile alle infiltrazioni malavitose. Questo
vale anche per le preferenze che qualcuno vorrebbe riportare nella legge elettorale...». Secca la replica di
Renzi: «Io invece difendo le primarie e le preferenze, per me non sono una fonte di inquinamento».
Foto: Matteo Renzi con Matteo Orfini
SCENARIO POLITICO/ECONOMICO - Rassegna Stampa 04/12/2014
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IL RETROSCENA
04/12/2014
Il Messaggero - Ed. nazionale
Pag. 9
(diffusione:210842, tiratura:295190)
Dal corso di cucina al garage tutti i lati oscuri di quel sabato
In una registrazione si vede il bimbo che scende dall'auto e si avvia verso la palazzina La casalinga sostiene
di aver accompagnato Loris a scuola: invece lo ha riportato a casa LA DONNA PARCHEGGIA LA SUA
POLO NEL SOTTERRANEO E POI ESCE DI NUOVO MA IL PICCOLO NON È CON LEI
Nino Cirillo
A fissarla adesso, Veronica Panarello, 25 anni, casalinga, mamma del piccolo Loris, è una libera cittadina,
neppure indagata, ma travolta da una valanga di bugìe. Cosa le costeranno, solo il futuro lo dirà. Di sicuro
non deve aver tenuto bene in conto tutti gli occhi che quella mattina le erano addosso, gli occhi delle
telecamere di Santa Croce Camerina, che di suo è una specie di santuario di tutte le telecamere possibili. Tra
quello che ha raccontato e quello che si vede nei filmati, purtroppo, c'è una distanza siderale. Lei sostiene di
aver accompagnato Loris a scuola quella mattina, con i suoi otto anni, il suo zainetto blu, e pure le cinghie
gialle, ma invece non è vero. Lei ripete di averlo lasciato a cinquanta-settanta metri dall'ingresso, e
ovviamente neanche questo è vero. I FILMATI Un giorno o l'altro le mostreranno questi filmati, e chissà che
faccia farà. Le mostreranno lei che fa salire Loris e Diego, i suoi due figli, sulla Polo nera, alle 8.15 di quella
maledetta mattina di sole. Nessuna discussione con Loris, perché se discussione c'è stata deve essere tutto
successo in quell'abitacolo. Tutta via Roma e poi l'arrivo a scuola, ma la Polo nera -lo confermerà anche una
vigilessa-, davanti alle transenne non scarica nessun bambino, tanto meno un provetto allievo di arti marziali
come Loris. Sono sempre le telecamere che inseguono Veronica, e lei non lo sa. Torna a casa la mamma di
Loris e il fermo immagine è agghiacciante: il bambino che scende - evidentemente non aveva nessuna voglia
di andare in classe - e si avvia da solo verso casa. Ma la Polo nera continua il suo incredibile viaggio.
Veronica, con Diego in macchina, rifa lo stesso percorso e deposita il figlio più piccolo proprio dove avrebbe
dovuto: davanti all'asilo. E torna verso casa, anzi, proprio a casa, dove ad aspettarla dovrebbe esserci Loris.
Fa di più, parcheggia la Polo nera in garage: non è un po' strano? GLI ORARI Fra questo andare e venire si
son fatte le nove, l'ora in cui - lo ipotizza l'autopsia - Loris potrebbe essere stato ucciso. Non c'e da trarre
conclusioni affrettate . C' è solo da rilevare che tutti questi strani movimenti la giovane donna non li ha mai
raccontati a nessuno. E da seguire ancora la sua Polo nera, perché alle dieci del mattino, puntuale come ogni
buona mamma e donna di casa dovrebbe essere, Veronica si avvia verso la tenuta di Donnafugata. L'aspetta
un corso di cucina, non può mancare. L'ALLARME Arriva l'ora fatidica, l'una meno un quarto. L'ora in cui i
bambini escono da scuola e ovviamente Loris non c'è. Anche qui Veronica è come un orologio svizzero:
telefona alla stazione dei Carabinieri del paese -la comanda il maresciallo Luigi Valente- e dà l'allarme, Loris
non si trova. L'avrebbero trovato quattro ore dopo, quattro chilometri lontano. L'hanno sentita gridare
«bastardi», l'hanno fotografata sconvolta vicino al canale di scolo dove il corpo è stato trovato, l'hanno
ascoltata dieci, cento volte, raccontare sempre la stessa stopria. La storia che le telecamere di Santa Croce
le hanno crudelmente smentito. E ora sembra arrivato il redde rationem, ad almeno una domanda dovrà
rispondere: perché tante falsità?
Le frasi
«L'ho lasciato a settanta metri dall'ingresso»
«Correte per favore mio figlio non si trova»
Rabbia al vecchio mulino «Siete dei bastardi» All'una meno un quarto di sabato la mamma di Loris si
presenta puntualmente a scuola. Il bimbo non c'è. A quel punto chiama i carabinieri: correte, Loris non si
trova. Nella ricostruzione dei fatti, la mamma di Loris sostiene di aver accompagnato il piccolo a scuola e di
averlo lasciato a 50/70 metri dall'ingresso. Ma le telecamere vicino casa smentirebbero questa affermazione.
Dopo il ritrovamento del corpo senza vita del piccolo Loris, la mamma, con il marito, si reca al vecchio mulino.
La donna appare sconvolta e qualcuno la sente gridare «bastardi». Sentimenti veri o soltanto finzione?
SCENARIO POLITICO/ECONOMICO - Rassegna Stampa 04/12/2014
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04/12/2014
Il Messaggero - Ed. nazionale
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Le ipotesi degli investigatori 1 2 3 4 4 3 1 08:05 08:15 08:20 08:35 Cairoli Via L. ANSA Tolstoj ore 08:00
Via Fidone Via Camerina Tragitto casa-scuola: 5-10 minuti circa Via Garibaldi Via Carmine Via V. Bellini
Abitazione della famiglia Stival S A N T A C R O C E C A M E R I N A S A N T A C R O C E C A M E R I N A
Scuola elementare La mamma, Loris e l'altro figlio della donna uscirebbero da casa e salirebbero in auto per
andare a scuola La macchina con a bordo la mamma, a quel punto, ripartirebbe e si sarebbe diretta alla
ludoteca per lasciare il figlio piccolo L'auto arriverebbe a scuola. Loris non scende L'auto verrebbe
nuovamente ripresa dalle telecamere mentre entra nel garage sotto l'abitazione di Loris L'auto sarebbe di
nuovo sotto l'abitazione in via Garibaldi e si vedrebbe Loris scendere e dirigersi da solo verso casa Via XX
Sett embre Via Dopo aver visionato i filmati prodotti dalle telecamere posizionate nelle strade del paese
04/12/2014
Il Messaggero - Ed. nazionale
Pag. 12
(diffusione:210842, tiratura:295190)
Quirinale, Salvini apre «Renzi faccia un nome» Minoranza pd in trincea
Mentre Berlusconi continua a prendere tempo, la Lega lo sorpassa Sull'Italicum, dopo il caso Roma, si
complica il ritorno alle preferenze
Marco Conti
ROMA Mentre Silvio Berlusconi si intrattiene a notte fonda discutendo di flax tax con Antonio Martino, Matteo
Salvini lo scavalca facendo sapere che il Carroccio è pronto a votare al Quirinale un candidato proposto dal
Pd «positivo e non di parte». «Non abbiamo nessun nome da proporre, basta però un po' di buon senso e si
chiude», chiosa l'ex ministro Roberto Calderoli facendo intendere che se il Patto del Nazareno regge bastano
i voti della Lega per eleggere il successore di Napolitano. La mano tesa dei lumbard a Renzi è comprensibile.
In questo modo Salvini riuscirebbe a ricompattare il centrodestra e a tenere fuori dalla partita il M5S e i
fuoriusciti dal movimento di Grillo che ripeteranno il rito delle "Quirinarie". Il movimentismo leghista su un
argomento che sta diventando la madre di tutte le battaglie non si ferma però qui. Calderoli ha riscritto l'odg
che dovrebbe sbloccare il varo della legge elettorale al Senato. «La data del 2016 indicata da Renzi sostiene Calderoli - è sicuramente un passo avanti perché significa che ha accettato il principio di far entrare
in funzione l'Italicum dopo le riforme costituzionali». In buona sostanza l'ex ministro ipotizza l'estensione del
Consultellum al Senato, che diventerebbe la legge elettorale in vigore, e l'applicabilità dell'Italicum dal primo
gennaio 2016 a patto che si sia riformato il bicameralismo perfetto. IDEA Meccanismi a parte, resta il
problema della volontà politica che ancora non si rintraccia in FI. Ieri sera Renzi, intervistato da Mentana, ha
ribadito che nel patto del Nazareno non c'è l'agibilità politica del Cavaliere nè il tema del Quirinale sul quale
vige «un principio di buon senso: cercare una larga maggioranza». Berlusconi continua a prendere tempo
temendo che Renzi non abbia ancora abbandonato l'idea del voto anticipato a primavera. Problemi non da
poco continuano a persistere anche nel Pd dove la minoranza interna cerca su legge elettorale e Quirinale
una sorta di rivincita sul Jobs act. «Stiamo lavorando e il clima tra noi è molto sereno - sostiene Luigi Zanda,
capogruppo del Pd a palazzo Madama - il 10 sarà il giorno ultimo per gli emendamenti e vediamo come
superare i problemi residui». La minoranza Dem contesta i capolista bloccati e ieri l'altro Pier Luigi Bersani ha
evocato il ritorno alle preferenze. I 37 arresti di Roma e le decine di indagati per mafia rendono il percorso del
voto di preferenza molto complicato tanto che il neo commissario del Pd romano, e presidente del partito,
Matteo Orfini si dice contro le preferenze e le primarie. «Io sono per i collegi e tutto il Pd è d'accordo spiega
Zanda - ma non possiamo votare da soli la legge elettorale e le riforme costituzionali da soli!». «Questa è la
grande legislatura delle riforme», ha ribadito ieri Renzi nel question time che si è tenuto alla Camera e Zanda
conferma il timing: «Entro Natale voteremo il testo in commissione». Si procede quindi a tappe forzate nel
tentativo di licenziare la legge elettorale a metà gennaio e comunque prima delle dimissioni di Napolitano.
Mentre il toto nomine impazza, il premier evita l'argomento e fa spallucce alle provocazioni di Civati il quale
sostiene che «i 101 ci sono sempre stati e ci sono ancora». In realtà Renzi è convinto che lo scenario è
diverso e che non si ripeterà il Vietnam che seppellì la segreteria Bersani anche perché in quella occasione
non c'era il rischio di un ritorno alle urne.
Foto: Matteo Renzi al question time di ieri
SCENARIO POLITICO/ECONOMICO - Rassegna Stampa 04/12/2014
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IL RETROSCENA IL PREMIER AVANTI A TAPPE FORZATE E RIPETE: AGIBILITA' DEL CAVALIERE E
COLLE NON SONO NEL PATTO DEL NAZARENO
04/12/2014
Il Messaggero - Ed. nazionale
Pag. 24
(diffusione:210842, tiratura:295190)
«Ballando per un ideale»
«CERCO DI SMENTIRE L'IDEA DI UNA SINISTRA CUPA. IL CINEMA DEVE AIUTARE LE PERSONE A
VEDERE LA REALTÀ IN MODO DIVERSO»
Gloria Satta
Otto anni dopo Il vento che accarezza l'erba , Palma d'oro a Cannes, Ken Loach torna nell'Irlanda della
guerra civile. E nel film Jimmy's Hall - una storia d'amore e libertà (nelle sale il 18 dicembre con Bim, dopo gli
applausi riscossi sulla Croisette), il regista inglese torna sui temi che più gli stanno a cuore: passione politica,
povertà, amore, ribellione. Il protagonista, realmente esistito, è l'attivista Jimmy Gralton (interpretato
dall'attore Barry Ward) che nel 1921, in un paese della campagna irlandese, costruì una sala da ballo presto
osteggiata dalla chiesa locale e dai politici che la consideravano un pericoloso covo di socialisti e liberi
pensatori. L'uomo chiude il locale ed emigra in America nel pieno della Grande Depressione, ma dieci anni
dopo, quando torna a casa, decide di riaprirla costi quel che costi. Settantotto anni, Loach, che si definisce
"l'ultimo marxista", si racconta. E se la prende con Tony Blair, con Matteo Renzi e perfino con Papa
Francesco che, secondo lui, dovrebbe spiegare gli antichi rapporti che sono intercorsi con la dittatura
argentina. Perché ha portato sullo schermo la storia di Gralton? «Innanzitutto perché contraddice l'idea di una
sinistra cupa e deprimente, poi perché denuncia l'oppressione della Chiesa coalizzata con il potere
economico». Lei si sente ancora politicamente impegnato? «Certamente. La politica riguarda la maniera in
cui la gente vive, sogna, soffre. Impossibile, se nel cinema parli delle persone, non esserne coinvolti». Come
vede la situazione in Europa? «In Gran Bretagna come in Italia, in nome del neoliberismo, privatizzazione e
deregulation prendono sempre più piede. E non esiste una rappresentanza politica, perché la sinistra si allea
con il business. E' la crisi della democrazia». Blair ha appena appoggiato Renzi... «Se Renzi la pensa come
Blair è di destra. Si occupa degli interessi delle grandi aziende, che hanno a cuore più la flessibilità che la
sicurezza del lavoro. E la prossima volta che Blair si fa vedere in Italia buttatelo fuori! Per i suoi crimini di
guerra andrebbe processato all'Aja». Il cinema ha ancora il potere di cambiare il mondo? «Può provocare la
discussione e aiutare le persone a vedere la realtà con uno sguardo diverso, non conformista». C'è ancora
spazio per il cinema d'autore? «Spero proprio di sì. Rischiamo di perdere la diversità, ma dovremmo
difenderla dagli appetiti delle grandi compagnie». Perché parla sempre della classe operaia? «Da 50 faccio
film sugli operai perché sono le persone che mi piacciono di più, mi fanno sorridere».
GLI U2 IN CONCERTO A TORINO IL 4 E IL 5 SETTEMBRE CON TOUR EUROPEO
Foto: IL SET Ken Loach con gli interpreti del film applaudito a Cannes
SCENARIO POLITICO/ECONOMICO - Rassegna Stampa 04/12/2014
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Ken Loach con il suo nuovo film "Jimmy's Hall" racconta la storia di un attivista che aprì un locale di musica e
divertimento nell'Irlanda della guerra civile L'INTERVISTA
04/12/2014
Il Giornale - Ed. nazionale
Pag. 5
(diffusione:192677, tiratura:292798)
«Il vero scandalo romano? Hanno lucrato sui poveri»
La presidente FdI prende le distanze dalle etichette date all'inchiesta: «Guai a incolpare solo la destra» E
difende Alemanno: «Non credo che sia coinvolto»
Fabrizio de Feo
Roma Onorevole Giorgia Meloni, è rimasta sorpresa dallo «scandalo Capitale»? «La portata dell'indagine è
impressionante e accende i riflettori su tutta la classe dirigente romana. Non si tratta solo della conta degli
indagati di destra e sinistra. Qui l'unico colore politico è il colore dei soldi». Così non si rischia di assolvere la
politica? «Nessuna assoluzione. Chi ha sbagliato deve pagare. Punto. Ma il quadro è quello di un sottobosco
di burocrati difficili da rimuovere in grado di far valere il proprio peso, amministrazione dopo amministrazione.
E poi oltre alle colpe della politica qui emerge un problema di società civile, di imprenditoria, di cooperative».
Qualcuno presenta l'indagine come lo scandalo della destra romana. «Balle. Il tentativo c'è, ma è come se io
dicessi che è lo scandalo della sinistra perché moltissimi indagati sono di sinistra. È talmente evidente che il
Pd è coinvolto che non ho bisogno di dirlo io. Lo fa Orfini quando dice che occorre rifondarlo. Peraltro il
sistema cooperativo certo storicamente non riguarda la destra. Bisogna fare pulizia invece di tentare in
maniera sgangherata di scaricare responsabilità». C'è davvero la mafia nella politica romana? «La mafia
tradizionale usa il ricatto per estorcere denaro o affiliazioni. Qui mi sembra che il meccanismo sia inverso: ci
si rivolge volentieri a determinati personaggi per conquistare potere o essere eletti». Roma subisce un danno
di immagine enorme. «Non ci sto a trasformarla in una sorta di grande Romanzo Criminale a cielo aperto. Qui
c'è gente onesta, tartassata dalle tasse comunali e regionali più alte d'Italia e da servizi pessimi». Le ha fatto
male vedere coinvolti esponenti della destra? «Certo, ma aspettiamo di veder chiarite le responsabilità».
Cosa l'ha colpita delle accuse? «Che si lucrasse perfino sui più poveri. Noi abbiamo sempre denunciato
l'anomalia di un pensionato sociale con 480 euro a fronte di 900 per i richiedenti asilo. Ora si chiariscono
molte cose». Cosa pensa del coinvolgimento di Gianni Alemanno? «La sua è una posizione al vaglio degli
inquirenti, come loro stessi dichiarano. Ho apprezzato l'autosospensione. Spesso non ho condiviso le sue
scelte politiche, ma mi viene difficile credere che abbia a che fare con la mafia». Quali le sue colpe allora?
«Aver dato fiducia a persone che fiducia non meritavano». Pensa che Alemanno si sia arricchito alla guida di
Roma? «Non mi sembra proprio». È possibile fare campagna elettorale a Roma senza compromessi? «Sì,
ma bisogna lavorare il triplo. A Roma certi poteri hanno avuto peso perché la politica non si è ribellata, ma
spesso si è ben volentieri piegata. E naturalmente se ti metti contro alcuni personaggi, giornali o cooperative
puoi avere problemi». È un errore abolire il finanziamento pubblico? «Si sente spesso lodare il sistema Usa.
A me fa schifo. In Italia siamo passati da un sistema con zero controlli a uno con zero finanziamento. Si
rischia che la politica non sia più libera da certi condizionamenti e che la possa fare solo chi è ricco o ladro.
Un tempo il Msi riceveva donazioni dalla gente comune, da chi credeva nell'idea. Oggi in epoca postideologica le donazioni alla politica hanno spesso altri fini». È mai stata contattata dai personaggi coinvolti
nell'inchiesta? «No». La giunta va sciolta per mafia? «Marino dovrebbe dimettersi, ma per i suoi risultati
disastrosi. Anche perché se si sciogliesse da solo, il consiglio eviterebbe il rischio di uno scioglimento per
mafia». Si candiderà alla guida di Roma? «Dopo Marino potrebbe non esserci più un Comune da governare.
Roma merita di meglio».
Città allo sbando
MESSAGGIO A MARINO
Non dovrebbe dimettersi per questa indagine ma per i risultati disastrosi della sua giunta
Foto: LEADER
Foto: Giorgia Meloni, presidente di Fratelli d'Italia
SCENARIO POLITICO/ECONOMICO - Rassegna Stampa 04/12/2014
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Giorgia Meloni l'intervista »
04/12/2014
Il Giornale - Ed. nazionale
Pag. 12
(diffusione:192677, tiratura:292798)
Tasse, il piano Berlusconi per lanciare l'aliquota unica
Il Cavaliere ottiene due obiettivi con la battaglia per la flat tax: placare i ribelli interni e costruire una
piattaforma comune con la Lega Nord
Francesco Cramer
Roma Berlusconi si butta a capofitto sulle questioni economiche e torna alle origini. Sono giorni che a palazzo
Grazioli entrano ed escono economisti ed esperti per inondare la sua scrivania con dati aggiornati sulla crisi.
Ma uno tra i consiglieri più ascoltati è ancora lui, antico fiore all'occhiello del berlusconismo della prima ora:
Antonio Martino. Già ministro degli Esteri (1994-1995) e della Difesa (2001-2006), l'anima liberale e liberista
degli azzurri è da sempre un super tifoso della flat tax, ossia di un'imposta sui redditi con aliquota unica. Un
vecchio cavallo di battaglia posto che già nel '94 il tandem Berlusconi-Martino aveva proposto lo scaglione
unico al 33%, sdoppiandolo poi con un 23% per i redditi bassi. Allora non se ne fece nulla per colpa di alleati
refrattari ma adesso la misura torna in auge visto che il principio cardine della ricetta è la seguente:
abbassare le tasse produce un aumento del gettito perché non risulta più conveniente l'evasione fiscale. La
proposta su cui sta lavorando il Cavaliere ha anche due effetti politici non indifferenti. Il primo è quello di
placare l'anima critica interna guidata da Fitto e soci; i quali da tempo chiedono di rilanciare con forza le
battaglie capaci di far presa sull'elettorato storico di Forza Italia. Il secondo è quello di costruire una
piattaforma programmatica comune alla Lega che in questo momento ha il vento in poppa; infatti la flat tax
piace al Carroccio e spesso lo stesso Salvini ha sventolato la bandiera dell'aliquota unica. Il Cavaliere è
talmente concentrato sul dossier economia che mette in secondo piano il dibattito - seppur fondamentale
sull'Italicum e la riforma del Senato: «Ora basta con queste cose - dice scocciato - Gli italiani non mangiano
con la legge elettorale e le soglie di sbarramento. Per riguadagnare terreno dobbiamo saper dare risposte ai
problemi giganteschi del Paese». Anche perché le notizie che lo colpiscono di più sono quelle degli ennesimi
scontri di piazza: «La crisi economica si sta trasformando in crisi sociale». Certo le cosiddette «regole del
gioco» sono fondamentali ma il Cavaliere lascia che siano Romani, Verdini e Letta a trattare con Renzi per
trovare la quadra sull'Italicum che in queste ore entra nel vivo al Senato. D'altronde l'input è sempre lo stesso:
sulle riforme ci dobbiamo stare e non saremo noi a stracciare il patto del Nazareno. Questa è la linea a
prescindere da tutto, anche dai malpancisti interni; ai quali l'ex premier si guarda bene di dare spago. Il
comitato di presidenza del partito, infatti, viene rimandato. O meglio: non convocato perché nemmeno messo
in agenda. Un po' perché la linea è già decisa; un po' per non dare a Fitto un'ulteriore ribalta o lasciare che
trapeli l'immagine di un partito diviso. La partita con l'ex ministro pugliese tuttavia rimane aperta perché tra i
due avrebbe dovuto esserci un ulteriore incontro chiarificatore che non ha ancora avuto luogo. Berlusconi lo
aveva invitato a pranzo giovedì scorso; proprio il giorno in cui Fitto radunava i suoi per una kermesse in
piazza di Pietra a Roma. Incontro rimandato. Sembra sine die.
20 Èinpercentualel'aliquota unica della flat tax propostadaSilvioBerlusconicome riforma del fisco
SCENARIO POLITICO/ECONOMICO - Rassegna Stampa 04/12/2014
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il retroscena
04/12/2014
Il Giornale - Ed. nazionale
Pag. 17
(diffusione:192677, tiratura:292798)
Dietro la furia dei tagliagole dell'Isis la pillola dell'orrore che viene da
Dubai
È una potentissima anfetamina che dà coraggio e resistenza fisica. Fu usata la prima volta al Cairo
GMic
Il suo nome è Captagon, ma tutti ormai la conoscono come la pozione dell' orrore. È fiorita assieme alle
Primavere Arabe e come un elisir di lunga rivoluzione ha contribuito all'ardore delle masse islamiste pronte a
sacrificarsi sotto i colpi di poliziotti e militari dalla Tunisia all' Egitto, dalla Libia alla Siria. Ma oggi, al pari delle
Primavere Arabe, è diventata l'incubo del Medio Oriente. Un Medio Oriente dove grazie all'estasi regalata da
quella micidiale anfetamina si sgozza e si massacra con il sorriso sulle labbra e il vuoto nella testa. I curdi
raccontano di averne trovata nelle tasche di centinaia di militanti dello Stato Islamico uccisi a Kobane. E
l'analisi effettuata dall'intelligence statunitense sull'audio di un filmato in cui compare Jihadi John, il militante
inglese autore delle decapitazioni degli ostaggi occidentali, rivela «chiari indizi» di un discorso pronunciato
sotto l'effetto di anfetamine. I primi ad ammettere di averle usate furono i dimostranti caduti nelle mani della
polizia durante le manifestazioni di quel fatale 2011. Molti di loro confessarono di aver ricevuto dagli
organizzatori delle pillole straordinarie capaci di regalare coraggio e non far sentire la fatica. In quei mesi di
euforia i racconti sulle pillole arrivate da Dubai e dal Qatar e distribuite dai capi dei Fratelli Musulmani
vennero però considerate alla stregua di propaganda messa in giro dai regimi sotto attacco. Quando in Libia
e Siria le manifestazioni diventarono guerra l'uso di quelle pillole aumentò a dismisura. Fino a diventare una
piaga sociale. I primi ad effettuare dei test scientifici furono i nostri carabinieri. Arrivati in Libia nel 2013 per
tentare di addestrare e trasformare in un vero esercito alcuni gruppi di miliziani capirono, grazie agli esami del
sangue, che almeno il 30 per cento di quei potenziali allievi accusava gravi forme di tossicodipendenza. Oggi,
a poco più di un anno di distanza, il Captagon è sospettato di essere l'additivo capace di trasformare in
ferocia bestiale il fanatismo dei militanti dall'Isis. Quelle pastiglie prodotte in Qatar, Dubai e oggi anche nei
territori controllati dallo Stato Islamico sono diventate l'autentico propellente della guerra e del terrore.
Foto: DISPERATI Bimba siriana in un campo libanese
SCENARIO POLITICO/ECONOMICO - Rassegna Stampa 04/12/2014
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il retroscena L'elisir della rivoluzione
04/12/2014
ItaliaOggi
Pag. 1
(diffusione:88538, tiratura:156000)
Venezia non sarebbe mai nata se ci fossero stati gli ecologisti
GOFFREDO PISTELLI
Pistelli a pag. 11 Venezia non sarebbe mai nata se ci fossero stati gli ecologisti Ha fondato Legambiente,
Chicco Testa, bergamasco, classe 1952. Oggi, però, la sua è una delle voci che più strenueamente si
oppongono al post-ecologismo all'italiana, quello atomizzato nei mille comitati locali, pronti a dire di no a tutto,
sempre e a priori. Quelli capaci di opporsi sempre a tutto: dalle autostrade ai treni veloci, dagli elettrodotti ai
gasdotti, dagli inceneritori ai rigassificatori, dalle centrali a biomasse agli impianti geotermici. Lui,
ambientalista antemarcia, ha intitolato Contro l'Italia dei no il blog che tiene nel sito del Rottamatore.it, il
portale creato da Claudio Velardi e Massimo Micucci, altri post-comunisti come lui, che fu anche deputato di
Pci e Pds. In questi giorni, Testa compendia in un agile libretto, uscito per Marsilio, Contro(la)natura, il suo
pensiero di ecologista, tutt'altro che pentito, ma deciso a rimettere l'ambiente e l'uomo ai posti che competono
loro. Domanda. Un titolo provocatorio, Testa. Risposta. Ha anche una tesi di fondo. D. Vale a dire? R. Che la
specie umana, in quache modo, abbia sempre cercat o, nel suo lungo cammino, di superare i limiti iniziali,
imposti dal suo essere naturale. È stato così dalla scoperta del fuoco, alla sua conservazione, fi no a
giungere alla gestione del freddo per conservare gli alimenti. Fino ad arrivare agli antibiotici per non esser
prigionieri di piccoli esseri, naturali pure loro, come i virus e i microbi. D. Abbiamo sempre cercato si superare
i limiti della natura, lei scrive... R. Esatto. Pur agendo secondo natura, perché il nostro codice genetico ci dà
un imperativo: vivere e riprodursi. D. Oggi l'imperativo di qualcuno è vivere secondo natura... R. La natura è
una macchina con leggi straordinarie ma non è, a sua volta, produttrice di natura. La natura è bella, si dice,
ma il paesaggio è frutto del nostro lavoro. Anche la zanzara della malaria fa parte della natura ma non ci
piace. D. Questo cosa significa? R. Che dobbiamo assumerci le nostre responsabilità e vivere in modo
equilibrato col pianeta. E salvarlo. Ma se noi scomparissimo sarebbe indifferente, come prima, quando era
popolato solo da dinosauri. D. Veniamo all'Italia, Testa. Ogni volta che c'è un dissesto idrogeologico, si ridà fi
ato a tutta la tiritera per cui le alluvioni accadono, non perché si è costruito negli alvei di fiumi, non perché di
quei fi umi non curiamo più gli argini e i letti, e non perché ci sono precipitazioni eccezionali ma perché si
fanno le grandi opere... R. Conosco il refrain. Invece le alluvioni si superano affrontando le forze naturali ma
non con minore intelligenza. D. In che senso? R. Nel senso che ci voglio opere idrauliche adeguate. Nell'800,
Roma andava una volta all'anno sott'acqua. Giuseppe Garibaldi disse che era uno scandalo e propose
addirittura di deviare il Tevere. D. Più diffi cile che fare la spedizione dei Mille... R. Infatti fu scelto un altro
progetto, quello che preveda la costruzione dei muraglioni sul fi ume ma da allora le alluvioni non ci sono più.
E perché dal 1966, l'Arno non ha più allagato Firenze? Perché han costruito l'invaso del Bilancino, che
trattiene l'acqua di alcuni affluenti a Nord. Certo, di errori ne sono stati fatti: costruire nei letti stessi dei fi umi,
non è geniale. D. Più tecnologia, lei dice... R. Più tecnologia e int e l l i g e n z a . Invece sento parlare di
rinaturalizzare, quasi che la specie umana fosse un'intrusa. D. Ha letto del piano del paesaggio della Regione
Toscana, che ha messo i paletti ai cavatori delle Apuane e ai vignaioli? R. Si dice di voler conservare la storia
del paesaggio, dimenticandosi che è stato trasformato. Non c'erano le vigne pettinate e gli olivi. La Toscana
era boscosa e impervia. Nel mio libro ricordo cosa scrivesse il padre di Giosuè Carducci, che faceva il
medico, di come vivessero nell'800 i contadini di Bolgheri (Livorno): era durissima, altroché. Oggi fra i cipressi
di S.Guido, pare di stare a New York, c'è l'elettricità, l'acqua calda e pure il wifi. Sa chi era Antonio Cederna?
D. Certo, il fondatore di ItaliaNostra! Ricordo la sua rubrica sull' Espresso ... R. Eravamo in parlamento
assieme. Un amico. Ma ti esasperava col paesaggio. E io, ogni tanto, sbottavo: «Antonio, fosse stato per
quelli come t e, Venezia non sarebbe mai nata, quella per te sarebbe stata una zona u m i d a d a proteggere.
E invece, per fortuna, i Dogi ci costruirono case e palazzi». D. Oggi abbiamo Alberto Asor Rosa e Salvatore
Settis. Che ne pensa? R. Straordinari conservatori che odiano la civiltà moderna. L'altro giorno leggevo il
diario americano di Adriano La Regina, etruscologo e a lungo sopraintendente di Roma. Ideologicamente
SCENARIO POLITICO/ECONOMICO - Rassegna Stampa 04/12/2014
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intervista CHICCO TESTA
04/12/2014
ItaliaOggi
Pag. 1
(diffusione:88538, tiratura:156000)
SCENARIO POLITICO/ECONOMICO - Rassegna Stampa 04/12/2014
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vicino a Settis. D. E che diceva? R. Parlava di New York, dicendo d'aver visto fontane neppure minimamente
paragonabili a quelle di Roma. Ma che vuol dire? Ogni momento storico ha la sua espressione artistica. D.
Invece a lei piace la Grande Mela? R. Certo e tra poco vado a Dubai cinque giorni perché voglio vedere come
è stato trasformato quel luogo. E non è bella la nuova skyline milanese coi grattacieli? D . L o scrive
continuamente la cronaca milanese di Repubblica, dopo aver per anni fatto da megafono a quanti si
opponevano duramente a quei progetti... R. Già. E invece oggi scopriamo che il Bosco verticale di Stefano
Boeri è il grattacielo più bello del mondo. E chissà come sarà bella tutta quella zona, dall'Isola a Melchiorre
Gioia, quando sarà finito il parco urbano. Ma per certuni ambientalisi odierni non va bene. Meglio non far
niente. Quando studiavo in Statale, il Seveso esondava e, in quarant'anni, non sono stati capaci di far
qualcosa. Vien fuori ancora. E quindi va bene, no? D. Strano Paese... R. Sì, del doppiopesismo
ambientalista. Prenda San Foca. D. Andiamo a Sud, allora... R. In Puglia, nel litorale di Gallipoli (Le). Dove
c'è la protesta NoTap, contro l'arrivo del gasdotto della Trans Adriatic Pipeline. D. Perché doppiopesismo? R .
Per ché a pochi chilometri dal luogo per cui ci si mobilita, la Guardia di Finanza ha sequestrato quasi 5mila
metri quadri di fabbricati abusivi in zona demaniale. Per decenni gli abitanti han convissuto con tanti piccoli
ecomostri che, anno dopo anno, si sono mangiati un pezzo di spiaggia e macchia mediterranea, per farci
piscine fuorilegge e ristoranti che arrivano quasi alla battigia. Nessuna protesta però, nessuna raccolta di
firme, fiaccolate o processioni. D. Amen. C'è ecomostro ed ecomostro. R. Facciamo la lotta anche a quelli.
Ma questi non attirano il giornalista collettivo, come lo chiama Giuliano Ferrara. E nemmeno l'ambientalista
collettivo. D. Ora c'è lo Sblocca Italia, voluto da Matteo Renzi, che gli ha attirato contro molti nel suo partito, a
cominciare da Pippo Civati: gli danno del trivellatore. Nessuno obiettò quando Romano Prodi, a maggio,
scrisse quelle stesse cose sul Messaggero. Anzi lo vorrebbero al Quirinale. R. Certo. Quando parlò del
petrolio in Adriatico, che i Croati succhiano dall'altra parte. Guardi, io che credo che lo Sblocca Italia possa
naufragare, come molti progetti che, nel passato, andavano in questa direzione, leggi obiettivo o
provvedimenti che cercavano di accelerare questa o quella cosa. Continua a pagina 12 SEGUE DA PAGINA
11 D. Pessimista? R. Vedo ricominciare il balletto tipico italiano: dalla Consulta al Tar, al Consiglio di Stato.
C'è il rischio si riblocchi tutto. Se non si cambia il Titolo V della Costituzione sarà sempre così. D. Molti
avversari di Renzi sono nel partito e molti in Legambiente che, una volta, sotto l'in uenza di Ermete Realacci,
era renzianissima. Anzi, Francesco Ferrante e Roberto Della Seta, allora parlamentari, lo difendevano dalle
durezze di Pier Luigi Bersani e pagarono con la non ricandidatura. Oggi, proprio loro, ce l'hanno col premier.
R. Abbiamo a che fare, anche nelle migliori intenzioni, con un professionismo dell'ambientalismo legato al
professionismo della politica. Hanno tentato la carta delle elezioni europee, con Green Italia, ed è andata loro
malissimo. D. Pentito di aver fondato Legambiente? R. No, era qualcosa che doveva emergere. Ed stato un
fenomeno complesso. Sono venute fuori persone di prim'ordine, anche in questo governo, come il ministro
Paolo Gentiloni o il sottosegretario Erasmo De Angelis. D. Dove va l'ambientalismo attuale? R. Le idee più
malintese, fatte di anticapitalismo noglobal, le vedo con uite nel grillismo. Ma l'idea fondamentamentalmente
sbagliata è non capire che alla base del vero ambientalismo sta un rapporto a due: c'è la natura ma c'è anche
l'uomo. D. Siamo già arrivati alla politica. Come vede Renzi? R. Vedo una persona sottoposta un incredibile
stress ma con una determinazione feroce di voler cambiare le cose. Spero che possa avere ragione lui,
anche se ha mezza Italia contro. E una parte di forze politiche, il cui unico obiettivo è fargli la pelle. D. Molti
dentro il suo partito. Che una volta è stato anche il suo, di Chicco Testa voglio dire. R. Quello è solo uno
scontro di potere. Ora c'è lo Sblocca Italia, prima c'è stato l'articolo 18, domani ci sarà, chessò, il colore delle
maglie dei campionati di calcio o Paperino. Il merito non c'entra quasi mai. twitter @pistelligoffr ©
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Foto: Chicco Testa
04/12/2014
ItaliaOggi
Pag. 2
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Il pil non gira perché l'Italia è governata da logiche sindacali
Il resto del mondo invece corre veloce
EDOARDO NARDUZZI
Moody's ha iniziato a mettere le mani avanti sulla crescita del pil 2015. Secondo l'agenzia di rating l'economia
italiana resterà in stagnazione, nonostante i quattro anni consecutivi di recessione già inanellati. Insomma il
Belpaese non ha più la capacità di ritrovare la strada della crescita e resta inchiodato alla ricchezza che già
produceva nel 2000, cioè 14 anni fa. Rimane misterioso l'impiego keynesiano che nel frattempo è stato fatto
delle risorse e degli investimenti pubblici visto lo stock record di debito pubblico che le politiche del passato
hanno prodotto. Per capire perché il pil italiano diffi cilmente riprenderà a correre in assenza di riforme vere,
non dei fragili e poco incisivi annunci visti fi nora, è suffi ciente fare un giro nella globalizzazione che galoppa,
perché liberalizzata, ricca di infrastrutture e di nuove tecnologie e con una pubblica amministrazione capace
di decidere e assumersi responsabilità. Basta salire alle sei del mattino sul metro di Dubai, un gioiellino
realizzato dalla italiana Salini, per scoprire che è già pieno zeppo di passeggeri fi lippini, pakistani, egiziani,
indiani e qualche europeo che vanno al lavoro. Oppure salire su un volo serale da Gedda a Riyadh per
trovarlo pieno zeppo, nonostante si tratti di un Airbus 380 capace di trasportare 450 persone. O ancora girare
qualche ora nel traffi co della capitale saudita, una nuova megalopoli da 7 milioni di abitanti completamente
nel deserto, per scoprire che, sebbene le grandi arterie siano tutte a quattro o cinque corsie, si cammina a
passo d'uomo tutto il giorno e perfi no la notte la circolazione è intensa. Stessa folla che si ritrova
all'aeroporto di Dubai, dove alle due di notte tutti i negozi del dutyfree sono aperti e funzionanti al pari dei
tanti ristoranti e dei bar (a Fiumicino o a Malpensa, invece, alle dieci di sera fai la fame se per caso hai la
sventura di partire o transitare con voli serali, ndr.) ed è talmente affollato da fare invidia a via del Corso a
Roma il sabato pomeriggio. Il mondo globalizzato corre veloce, lavora senza orari e infi schiandosene della
logorrea regolatoria che lo strapotere sindacale ha imposto alla voglia di lavorare e rischiare degli italiani. Il
mondo globale, quando lo attraversi, trasmette energia, tanta energia positiva, e un'immagine proiettata nel
futuro. L'economia globale moderna è un treno lanciato verso la crescita del pil e corre su un binario che in
Italia si vuole far fi nta di non vedere e del quale si nega l'esistenza. Così non ci si può meravigliare se anche
il 2015 sarà un anno all'insegna della recessione: l'Italia continua a rimanere su un binario a scartamento
ridotto. © Riproduzione riservata
SCENARIO POLITICO/ECONOMICO - Rassegna Stampa 04/12/2014
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IL PUNTO
04/12/2014
ItaliaOggi
Pag. 5
(diffusione:88538, tiratura:156000)
Se fosse vero sarebbe spaventoso
Le indagini su Roma non possono andare sul binario morto
ALESSANDRA RICCIARDI
Vicepresidente del consiglio regionale del Lazio, ex ministro, ex governatore della regione, ex Msi e poi
Alleanza nazionale, oggi leader de La Destra, Francesco Storace è una delle facce più note della romanità
politica. Lo stesso mondo da cui proviene Gianni Alemanno, l'ex sindaco della Capitale indagato dalla
procura nell'ambito dell'inchiesta sulla mafia romana che ha visto fi nora 37 arresti. Storace predica cautela e
garantismo, in merito all'inchiesta, «io ne so qualcosa...». E ovviamente non rinuncia alle battute: «La chiamo
al cellulare?», «Meglio dire al portatile...di questi tempi...», risponde. Domanda. Roma ha una sua mafi a,
dice il capo della procura romana Pignatone, la sua cupola nera. Alemanno ne era parte. Risposta. Io per 5
anni sono stato all'opposizione di Alemanno in Campidoglio e abbiamo trascorsi politici comuni. E non mi
pare un mostro di organizzazione, non ce lo vedo a dirigere una cupola... Aspetto che i giudici dimostrino la
sua colpevolezza e quella degli altri. Facciano in fretta, però. Io ho impiegato 7 anni per vedere riconosciuta
la mia innocenza rispetto alle accuse, anche pesanti di associazione a delinquere, del cosiddetto Laziogate.
Nel mio ruolino posso vantare di avere una sola condanna e per una parola all'indirizzo del capo dello stato.
D. La cupola sarebbe bipartisan, da destra a sinistra, il mondo di mezzo parlava con tutti quelli del mondo di
sopra.... R. Se ci fermiamo alle accuse, la situazione del Pd è ancora più grave di quella del centrodestra,
perché all'epoca dei fatti era all'opposizione. Se gli altri erano la mafi a, il Pd doveva essere l'antimafi a, e
invece avrebbe fatto affari come gli altri. Se fosse così, dovrebbe sparire da Roma... Al sindaco Ignazio
Marino invece non pare vero che non ha più multe da pagare. Ha nominato il garante anticorruzione e ora lo
deve cacciare. D. Però lei è per il garantismo. R. Certo, fi no a quando una sentenza non stabilisce il
contrario. Io spero solo si possa capire velocemente che cosa è davvero successo. Serve chiarezza e
celerità. Chi ha sbagliato va perseguito. Intanto però non diamo patenti e colori politici. D. Dall'inchiesta è
emerso che lucravano su tutto, dai centri di accoglienza alla manutenzione dei giardini. Anche se fosse vera
solo una minima parte, ne viene fuori un quadro infernale, una collusione tra malaffare e politica
impressionante, non crede? R. Non si può dire così se uno è colpevole o innocente, prendendo una frase di
un'intercettazione e basta. E io non sto dicendo che non è accaduto nulla o una parte o tutto. Ma il mio
curriculum giudiziario dimostra che non si danno sentenze prima del tempo. Nel 2006 io ero quello che
mandava i trans da Piero Marrazzo e spiava Alessandra Mussolini, nel 2013 sono stato assolto perché il fatto
non sussiste. D. Nella sua esperienza romana, non hai mai pensato che ci fosse diciamo qualcosa di
anomalo nella gestione del potere? R. In comune ho fatto da destra un'opposizione molto dura ad Alemanno,
non ho mai avuto pressioni, minacce. Di solito un mafi oso è quello che ti avverte, se apri il negozio e non
paghi il pizzo ti brucia la saracinesca...Io non ho avuto l'impressione di stare in un sistema mafi oso. D.
Insomma, Roma non è la capitale del malaffare. R. E Milano, e l'expo? Perché parliamo sempre di Roma? Io
spero che in questa vicenda non ci sia niente di vero, senza nulla togliere alla levatura morale e professionale
di Pignatone. Se fosse vero, è ovvio, sarebbe spaventoso. D. Che reazione si aspetta dal governo? R.
Dovrebbe ritirare di corsa la depenalizzazione dei reati, è un pessimo segnale. E poi dovrebbe interrogarsi sul
caso del deputato democratico Marco Di Stefano e del suo collaboratore che è sparito. Il Pd ha voluto Di
Stefano in parlamento e ora Matteo Renzi non dice una parola... D. La Corte dei conti ha denunciato che tra
Alemanno e Marino, nel giro di 5 anni, a Roma sono arrivati 4 miliardi di contributi extra dallo stato. Un caso
unico in Italia. E le municipalizzate sono una voragine. R. Guardi che a Roma c'è un dato strutturale di
consolidamento del debito, la stessa cosa c'è alla regione. Poi se il governo vuole intervenire sulle
municipalizzate lo facesse. Ce ne sono 8mila in Italia, sono troppe, ne bastano mille. Ma perché non lo fa...
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SCENARIO POLITICO/ECONOMICO - Rassegna Stampa 04/12/2014
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INTERVISTA Francesco Storace, che è stato giudicato innocente sette anni dopo, mette le mani avanti
04/12/2014
ItaliaOggi
Pag. 5
(diffusione:88538, tiratura:156000)
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Foto: Francesco Storace
SCENARIO POLITICO/ECONOMICO - Rassegna Stampa 04/12/2014
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04/12/2014
ItaliaOggi
Pag. 12
(diffusione:88538, tiratura:156000)
Continua l'attivismo immobiliare di Erede
ANDREA GIACOBINO
S ergio Erede continua a rafforzare il suo business immobiliare nonostante i non brillanti risultati. La Penteco,
holding del noto avvocato d'affari con oltre 105 milioni di attivo attraverso la quale il professionista amministra
i suoi ricchi affari di mattoni, qualche settimana fa ha dovuto attingere parzialmente al finanziamento
infruttifero per coprire la perdita del 2013 di 1,1 milioni di euro apertasi nei conti a fine giugno e il passivo
precedente di 170 mila euro. In compenso, anno su anno, i debiti infruttiferi verso soci sono saliti da 55,4 a
80,7 milioni ed Erede ha versato altri 22,4 milioni in conto futuro aumento di capitale per la controllata
LaGare. Per la prima volta però, Erede è ricorso anche a finanziamenti bancari perché Bnl Bnp Paribas ha
aperto due linee di credito a Penteco per complessivi 14 milioni, garantite da ipoteche di primo e secondo
grado su un grosso immobile in via Barozzi, a Milano. LaGare aveva rilevato per 31,3 milioni un terzo dei
terreni, pari a 75 mila mq, delle aree Ripamonti di Milano che si è aggiudicata Beni Stabili per realizzare con
un investimento di oltre 400 milioni uffici e immobili: quella Beni Stabili alla cui cessione Erede ha lavorato per
traghettarla nella Foncière des Region poi finita nell'orbita di Leonardo Del Vecchio, al quale l'avvocato è
legato da sempre. La quota nell'area milanese è stata poi ceduta nel 2013 a Beni Stabili per 15,4 milioni. Sul
bilancio dell'immobiliare di Erede, beneficiato dall'incasso di affitti per 2,1 milioni, hanno però inciso
svalutazioni per 1,5 milioni in salita rispetto agli 1,2 milioni di writeoff del precedente esercizio, che hanno
riguardato la controllata Aedificium, messa in liquidazione dopo aver venduto le porzioni di un immobile di
pregio nel centro di Milano. C'è da dire che, in compenso, l'esercizio 2012 di LaGare si era chiuso con un
utile di 700 mila euro, pur dimezzato dagli 1,5 milioni di profitto del bilancio precedente. Erede tramite questo
veicolo-ombrello controlla alcuni asset immobiliari fra i quali un albergo sull'isola di Murano nell'area delle
Conterie e due a Milano, alcune ville a Forte dei Marmi e il prestigioso Palazzo Vendramin Costa, gioiello
architettonico nel centro storico di Venezia. Nel capoluogo lombardo, poi, l'avvocato detiene numerosi palazzi
in zone di pregio, da piazza Risorgimento a largo Mondadori, da viale Montegrappa a via Arconati. LaGare
sta infine realizzando un residence di lusso su un immobile di 7 mila 800 mq, progettato da V ico Magistretti,
in via Leopardi, assieme alla famiglia Nissim, proprietaria del grande gruppo alimentare Bolton di cui
l'avvocato d'affari è presidente: l'iniziativa è finanziata da Intesa Sanpaolo per 34 milioni. © Riproduzione
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Foto: Sergio Erede
SCENARIO POLITICO/ECONOMICO - Rassegna Stampa 04/12/2014
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CARTA CANTA
04/12/2014
MF - Ed. nazionale
Pag. 18
(diffusione:104189, tiratura:173386)
SULL'ACCIAIO DELL'ILVA MEGLIO CHE LO STATO SI RIMBOCCHI LE
MANICHE
Ritorna l'acciaio di Stato? Il governo sarebbe ronto a intervenire direttamente per il salvataggio dell'Ilva,
un'indicazione che è arrivata ieri dal premier Matteo Renzi. Il dibattito è incentrato sulle modalità in cui
organizzare tale intervento e sui rapporti che devono sussistere con l'iniziativa privata. Intanto, le modalità
devono essere coerenti con la normativa comunitaria vigente, tenuto conto comunque dell'eccezionalità della
situazione. In casi del genere, immediatamente viene evocata la possibilità dell'intervento della Cassa
Depositi e Prestiti, che però incontra evidenti limiti normativi e statutari per le operazioni di risanamento e
recupero aziendali. Dunque, sulla base delle norme vigenti, la Cdp non potrebbe intervenire, né potrebbe
farlo una partecipata della stessa, ad esempio il Fondo strategico. C'è, insomma, un confine fondamentale,
superato il quale, effettivamente si potrebbe parlare della Cassa come di un novello Iri, realizzando così un
ritorno all'indietro di un ventennio; non vi sarebbero più differenziazioni possibili sotto il profilo sostanziale tra
le due istituzioni. Né apparirebbe accettabile una costruzione che frapponga tra l'Ilva e la Cdp o una
partecipata di quest'ultima un altro soggetto che beneficerebbe del finanziamento pubblico da fare rifluire, poi,
all'Ilva.A maggior ragione se, alla fin fine, il finanziamento fosse, sì, mirato a risolvere i problemi del gruppo
siderurgico, ma nel contempo intendesse contribuire alla soluzione anche di quelli della società terza,
secondo i nomi di imprese che in queste settimane sono stati fatti. Perplessità desterebbe una soluzione sullo
stile di quella adottata per Alitalia con risultati niente affatto apprezzabili. Se gruppi privati siano disposti a
intervenire nella proprietà dell'Ilva, ciò deve avvenire sulla base di una massima trasparenza, di condizioni
accettabili e di impegni pro futuro sostenibili e stringenti. La stampella del «pubblico» deve essere conosciuta
in tutti i suoi aspetti. Se si devono mettere in piedi complesse costruzioni finanziarie e societarie e si deve
arrivare fino a prevedere modifiche alla legge Marzano perché oggi è applicabile ove ricorra uno stato di
insolvenza aziendale che non si registra, invece, per l'Ilva; se tutto ciò lo si dovesse fare per consentire uno
specifico ruolo per i privati, allora andrebbero valutati e fatti conoscere ai cittadini costi e benefici e, forse,
allora sarebbe preferibile la chiarezza assoluta di un diretto e totalmente visibile intervento pubblico che si
spinga fino a lambire la nazionalizzazione. Insomma, ciò che vi è da evitare è una sorta di serendipity: si
opera per un obiettivo, ma in effetti il risultato è che si sono raggiunti due (e malfermi) risultati. Da recuperare
e rilanciare è l'Ilva; non sono altre imprese siderurgiche che dall'intervento in questa operazione intendessero
ricavare una qualche sistemazione delle proprie esposizioni e risolvere le proprie eventuali difficoltà. Così
come, una forzatura nei confronti del gruppo Cdp, la cui missione non è ancora definita come si dovrebbe
anche con l'intervento del Parlamento, ipotizzare un aumento delle facoltà operative, senza avere sancito i
termini del mandato e in presenza di particolari situazioni che riguardano il rapporto tra patrimoni e rischi.
Sempre sulla base di requisiti solidi e impegni rigorosi anche l'apertura all'estero andrebbe esplorata fino in
fondo, come del resto sta avvenendo per la Lucchini di Piombino. Comunque, di fronte alle mezze vie, resta
preferibile l'assunzione diretta da parte dello Stato della soluzione di questo grave problema contro la quale
andrebbero prevenute e contrastate eventuali opposizioni comunitarie. Occorre, dunque, un piano organico
con soluzioni alternative, piuttosto che considerare una alla volta le ipotesi di soluzione possibili, magari
estemporaneamente presentate.
SCENARIO POLITICO/ECONOMICO - Rassegna Stampa 04/12/2014
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CONTRARIAN
04/12/2014
MF - Ed. nazionale
Pag. 18
(diffusione:104189, tiratura:173386)
Il pil non gira perché l'Italia resta indietro Mentre la globalizzazione
galoppa
Edoardo Narduzzi
Moody's ha iniziato a mettere le mani avanti sulla crescita del pil 2015. Secondo l'agenzia di rating,
l'economia italiana resterà in stagnazione, nonostante i quattro anni consecutivi di recessione già inanellati.
Insomma il Belpaese non ha più la capacità di ritrovare la strada della crescita e resta inchiodato alla
ricchezza che già produceva nel 2000, cioè 14 anni fa. Rimane misterioso l'impiego keynesiano che è stato
nel frattempo fatto delle risorse e degli investimenti pubblici, visto lo stock record di debito pubblico che le
politiche del passato hanno prodotto. Per capire perché il pil italiano difficilmente riprenderà a correre in
assenza di riforme vere, non dei fragili e poco incisivi annunci visti finora, è sufficiente fare un giro nella
globalizzazione che galoppa, perché liberalizzata, ricca di infrastrutture e di nuove tecnologie e con una
pubblica amministrazione capace di decidere ed assumersi responsabilità. Basta salire alle sei del mattino sul
metro di Dubai, un gioiellino realizzato dalla italiana Salini, per scoprire che è già pieno zeppo di passeggeri
filippini, pakistani, egiziani, indiani e qualche europeo che vanno al lavoro. Oppure salire su un volo serale da
Gedda a Riyadh per trovarlo pieno zeppo, nonostante si tratti di un Airbus380 capace di trasportare 450
persone. O ancora girare qualche ora nel traffico della capitale saudita, una nuova megalopoli da 7 milioni di
abitanti completamente nel deserto, per scoprire che, sebbene le grandi arterie siano tutte a quattro o cinque
corsie, si cammina a passo d'uomo tutto il giorno e perfino la notte la circolazione è intensa. Il mondo
globalizzato corre veloce, lavora senza orari e infischiandosene della logorrea regolatoria che lo strapotere
sindacale ha imposto alla voglia di lavorare e rischiare degli italiani. Il mondo globale, quando lo attraversi,
trasmette energia, tanta energia positiva, ed una immagine proiettata nel futuro. L'economia globale moderna
è un treno lanciato verso la crescita del pil e corre su un binario che in Italia si vuole far finta di non vedere e
del quale si nega l'esistenza. Così non ci si può meravigliare se anche il 2015 sarà un anno all'insegna della
recessione: l'Italia continua a rimanere su un binario a scartamento ridotto. (riproduzione riservata)
SCENARIO POLITICO/ECONOMICO - Rassegna Stampa 04/12/2014
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COMMENTI & ANALISI
04/12/2014
Financial Times
Pag. 3
(diffusione:265676, tiratura:903298)
Vatican City
GIULIA SEGRETI AND JAMES POLITI - ROME
Pope Francis has extended his drive to reform the Vatican to the institution that has been charged with
protecting the papacy since the 16th century: the Swiss Guard. After taking on the messy finances of the
Vatican Bank, and seeking to change the Roman Catholic Church's strict approach to family life in defiance of
conservative cardinals, the 77-year-old Argentine pontiff appears to be trying to advocate a softer military
force. In the corner of its front page, the Osservatore Romano, the Vatican's official newspaper, this week
announced that Daniel Rudolf Anrig, head of the Swiss Guard, would "terminate his office" at the end of
January 2015. Just after his appointment in March 2013, Pope Francis had extended Mr Anrig's mandate but
appeared to reverse course. The decision was revealed only two days after a meeting between Pope Francis
and the episcopal conference of the Swiss bishops. No official reason was given for the pontiff's sudden
move and a Vatican spokesman was not available for comment. But Italian media blamed the commandant's
strict militaristic approach and rigorous rules, which clashed with Pope Francis's much less rigid view of the
world. Over the past 18 months, Pope Francis had developed a close relationship with some of the 120 or so
guards and in one case, on a visit to their barracks, even pushed his way into the kitchen to chat with them.
The change at the helm of the Swiss Guards, with Christoph Graf, Mr Anrig's deputy, tipped as the most likely
successor, comes at a time of growing nervousness that the Vatican and the Pope could be targets of
international terrorism, particularly from members of the Islamic State of Iraq and the Levant, or Isis.
SCENARIO POLITICO/ECONOMICO - Rassegna Stampa 04/12/2014
152
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Pope extends reforms to Swiss Guard
04/12/2014
International New York Times
Pag. 1,4
(diffusione:222930, tiratura:500000)
Residents band together to build service the state hasn't been able to offer
BY GAIA PIANIGIANI
From page 1 This rural hilltop village, where a 17thcentury fortress is a reminder of how residents warded off
invaders for hundreds of years, might seem the last place in Italy to find a wireless Internet connection.After
all, roughly a third of Italians have never used the Internet, giving the country one of the lowest rates of usage
in Europe. Residents can recall providers laughing over the phone at their request for an Internet hookup, or
the perplexed look of technicians upon arriving in Verrua Savoia, where just 1,500 residents live in dozens of
small settlements spread over nearly 20 miles of valleys and steep hillsides in northern Italy.Even so, some
here believed they had the right to join the digital world, to pay their bills, do their banking or make a doctor's
appointment online.One was Daniele Trinchero, a professor at the nearby Polytechnic University of Turin,
who helped set up a nonprofit association that started last week and that offers fellow citizens what both the
state and telecommunications companies have so far failed to deliver. The group may be the first of its kind in
Italy.Over eight years, he and his team have built a radio link with parts scavenged from computers and
provided City Hall with several routers to distribute the Internet to five access points. The access points,
perched on peaks, direct the signal to homes with cheap receivers on their roofs or balconies.''It's simply
necessary,'' said the Rev. Corrado Cotti, 84, the parish priest, a former editor of the local paper and one of
the pioneers of the experiment. ''Print made communication easier,'' he said. ''But with the Internet, words fly.''
Well, sometimes. Italy's tardy embrace of the digital age looms as perhaps one of the nation's most pressing,
if unresolved, problems. In the 1990s, the leading telecom company was privatized, shifting the responsibility
for connecting Italy from public hands. But Italy is a country where about half the land is mountainous, where
a signal does not travel easily and where installing fiber optic cable is costly.After years of unkept promises,
the government of Italy's youngest prime minister, Matteo Renzi, 39, is trying to put ''digital first,'' starting with
a plan to invest over 6 billion euros, or $7.25 billion, in ultrafast broadband connections.But for now, the
country lives with a yawning digital - and cultural - divide that has left behind not only large swaths of Italians,
but also Italy itself from much of the rest of Europe and the United States. Italy has one of the lowest rates of
ultrabroadband connection per household in Europe - half as many as neighboring Switzerland. Only 10
percent of Italy's primary schools have a broadband connection.Introducing ultrafast broadband would
''sensibly increase'' the country's gross domestic product, the government says, and it could also slow or
reverse the migration to cities that has depopulated villages like this one.''A speedy Internet connection
makes all the difference in the world when you are in the final seconds of an eBay auction,'' said Eldio
Ginevro, 76, a former mayor and passionate collector of over 270 postcards of Verrua Savoia sent to him
from all over the world.''When Daniele first told me about his project, I thought it could revitalize Verrua and
also make it more attractive for newcomers,'' he said. ''So many have left this area recently.''Verrua Savoia,
like many other villages in rural areas, does not offer the comfort of city life. For people here, the introduction
of a faster Internet connection was something of a utopian notion.''When we moved here in 2003, there was
no speedy Internet connection, and for our business it was a real problem,'' said Marco Di Giovanni, who is
responsible for international sales at a nearby packaging firm that paid to install a transmitting device with the
Polytechnic University in late 2006, soon after the project began.''How could we compete internationally if we
couldn't even hold a video conference?'' he asked. ''That's where you realize how crucial the digital divide is
to your business.''That is also where Mr. Trinchero's researchers have come in.Their project started as an
experiment. Over the last eight years, he and his team have built and maintained the network and addressed
residents' problems and complaints with the 19-megabit speed of their connection, which other Italians in
central areas would consider a miracle.The university experiment officially ends on Dec. 31, and the
association of local residents, called ''Without Wires, Without Borders,'' has already begun to take over.Five
SCENARIO POLITICO/ECONOMICO - Rassegna Stampa 04/12/2014
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Village has what all of Italy wants: The Internet
04/12/2014
International New York Times
Pag. 1,4
(diffusione:222930, tiratura:500000)
SCENARIO POLITICO/ECONOMICO - Rassegna Stampa 04/12/2014
154
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residents are on the board and coordinate the paid work of the experts who will manage the network, together
with younger residents, and offer courses to those who want to learn how to use the Internet. Membership will
cost only ¤50 a year, about $75 - courses and Internet connection included.''With the association, we are
proving that this experiment of democracy from the bottom is ready to take off,'' Mr. Trinchero said, walking
down the slope that he has skied and climbed to clear snow off solar panels and transmitters.Mr. Trinchero
said, ''Our goal is to bridge up the infrastructural and cultural digital divide.''Many residents of Verrua Savoia,
like other rural parts of Italy, left in the 1950s and '60s to take industrial jobs in nearby cities. The already
spread-out village became increasingly fragmented, and social life wore thin, said Father Cotti, who moved to
Verrua Savoia in 1957.Today, the impact of Mr. Trinchero's experiment is easy to see. Building and
maintaining a working Internet connection has residents exchanging ideas and concerns in person and by
email.Younger residents help older ones buy things online that they cannot find in the two local grocery
stores. The most adventurous of those over 65 have started sending scanned documents to their children
living in Turin. Many now keep up with one another's lives on social media.''The Internet has helped us
aggregate people again,'' Father Cotti said. One recent morning, residents worried about what would happen
when the network passed from the university's management to that of the nonprofit association.''We trust you
- you do what you need to do,'' Mr. Ginevro, the former mayor, told Mr. Trinchero. ''But you make sure we still
have a performing Internet. We are not giving it up. It is ours now.''
04/12/2014
The Guardian
Pag. 30
Stephanie Kirchgaessner Rome
The commander of the Swiss Guard at the Vatican has been removed from his post, apparently as a result of
the pope's unease at the security chief's militaristic style.The surprise news that Daniel Anrig, who had a
reputation for being rigid and "teutonic", would step down came in a four- line notice on L'Osservatore
Romano, the Holy See's daily newspaper.The 42-year- old father of four was appointed by Pope Benedict in
2008 and his five-year contract had been extended. "The holy father has ordered that Colonel Daniel Rudolf
Anrig end his term on 31 January, at the conclusion of the extension of his mandate," the notice said. The
Vatican and the Swiss Guard declined to comment.Anrig's removal is the latest example of Pope Francis's
efforts to reform the Vatican, including the institution that has protected it since the 16th century - even at a
time of heightened security concerns following unspecified threats against the pope. His discomfort with the
gruelling shifts and strict rules of the Swiss Guard, enforced by Anrig, has been evident since his election in
2013. Italian press reports said the pontiff wanted to see a less rigid military corps and one that was less
obsessed by rules.When Francis shook hands with one of his guards in October, a moment immortalised in a
photograph, it was said to have caused a stir because the physical contact was a break in protocol.Although
the Swiss Guard is known for its Renaissance-age uniforms, a note by Anrig on the guard's website says that
under the uniform is "actually a state- of- the- art trained Swiss security professional".Anrig's appointment in
2008 stirred controversy after press reports revealed the former Swiss police chief had been involved in an
alleged 2003 abuse case in which immigrant prisoners were forced to strip naked before being photographed
in degrading positions.A Swiss judge found that there was evidence of abuse but ultimately closed the case
because he found that the officers had not acted with malice.Anrig, who was ordered to pay some of the court
fees, denied any wrongdoing at the time of his appointment at the Vatican, saying: "I had an investigative
police job to carry out, and that is what I did."
SCENARIO POLITICO/ECONOMICO - Rassegna Stampa 04/12/2014
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Pope removes Vatican's Swiss Guard chief
04/12/2014
The Times
Pag. 53
Tom Kington Rome
From page 49 A one-eyed former neo-fascist terrorist with mafia ties has been named by Italian police as the
head of a criminal empire in Rome which monopolised public contracts by bribing city politicians.Massimo
Carminati, 56, who lost his left eye when he was shot while fleeing from police officers in 1981, was among
37 people arrested on Tuesday in a vast operation that included a search of the home of Rome's former
mayor, Gianni Alemanno. He too has been placed under investigation, as has the city's anti-corruption
chief.Mr Alemanno denied any wrongdoing, insisting that he had always fought organised crime.Italian
prosecutors allege that Carminati and his group were involved in extortion and fraud, and relied on hefty
bribes and a network of fascist sympathisers in key town hall jobs to win contracts to run Roma camps,
centres for asylum seekers and even build bicycle paths.Salvatore Buzzi, a member of the gang who was
jailed for murder in 1984, and is now a successful businessman, allegedly boasted in a conversation tapped
by police: "Do you know how much you earn from immigrants? Drug trafficking earns less." Carminati, who
allegedly held mafia councils in a café frequented by lawyers and doctors in the prestigious Vigna Clara
neighbourhood, is a former member of the Armed Revolutionary Nuclei, a far-right group involved in the 1980
bomb attack on Bologna railway station which killed 85 people.He was jailed for ten years in 1998 for being a
member of the Banda della Magliana, a mafia gang which terrorised Rome in the 1970s and the
1980s.Describing himself as "the king of Rome", Carminati collected artworks by Andy Warhol and Jackson
Pollock, among others, and ran his empire from a nondescript petrol station in the city.Stealing a concept
from Tolkien, Carminati boasted that his gang ran "Middle Earth", which he described as the grey zone
between street criminals and politicians.The group teamed up with a Naples mafia clan to control a number of
bars and restaurants in northern Rome, an area which has been a breeding ground for neo-fascists for
decades, and where an obelisk dedicated to Mussolini still stands outside the city's main football stadium.Mr
Alemanno, the mayor of Rome from 2008 to 2013, is a former member of the post-fascist MSI party, and was
greeted at the town hall by supporters giving the fascist salute when he was elected to office.
SCENARIO POLITICO/ECONOMICO - Rassegna Stampa 04/12/2014
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'King of Rome' is held in crackdown on city's mobsters
04/12/2014
Le Figaro
Pag. 22
Le Figaro
Le Club Med doit réengager une procédure d'examen de la nouvelle offre déposée par Fosun face à celle de
Bonomi. Impossible dans ces conditions pour le conseil d'administration de prendre position dès maintenant.
Mais dans un communiqué, il a rappelé mercredi avoir soutenu l'offre antérieure du groupe chinois. Et,
comme dans une mise en garde à l'adresse de l'italien, il se dit préoccupé des conséquences des
surenchères » sur l'entreprise.
SCENARIO POLITICO/ECONOMICO - Rassegna Stampa 04/12/2014
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Club Med : le conseil s'inquiète des surenchères
04/12/2014
Le Figaro
Pag. 30
RICHARD HEUZÉ [email protected]
Un temple d'Hérode à Jérusalem avec neuf impressionnantes colonnes doriques et un quartier de Nazareth
plus vrais que nature. À Bethléem, une pauvre demeure de deux pièces avec des murs bruns en plâtre et
résine, un foyer avec une crémaillère et de vraies serrures en fer montées sur de solides portes en bois figure
la maison de l'Enfant Jésus. Pour réaliser les décors de Christ the Lord, out of Egypt, production américaine
que vient d'achever le cinéaste Cyrus Nowrasteh sur l'enfance du Christ, une trentaine d'ouvriers, menuisiers,
forgerons, sculpteurs, stucateurs ont travaillé pendant deux mois et demi. Quatre studios de Cinecittà, la
petite Hollywood italienne, ont été mobilisés.À Rome, dans l'immense studio 5 immortalisé par Federico
Fellini, une équipe travaille d'arrache-pied à la construction d'un temple en bois pour un remake de Ben Hur,
cinquante-cinq ans après la superproduction aux onze oscars de William Wyler. Sur un autre site, un Colisée
est en construction pour la célèbre course de quadrige. Au total la production occupera cinq studios. Les
décors seront livrés le 15 janvier et le tournage se déroulera de mars à juin. Le scénario de cette
superproduction est signé John Ridley, avec Jack Huston dans le rôle de Ben Hur et une régie confiée au
cinéaste russe Timur Bekmambetov.Ben Hur, Christ of the Lord, out of Egypt, mais aussi un nouveau James
Bond, un thriller psychologique situé dans les années 1950, Voice of the Stone, un Zoolander 2 et une série
Diabolik, qui remplira tous les studios pendant le second semestre 2015 dans des décors de Dante Ferretti,
remplissent les carnets de Cinecittà. Au fond de la vaste piscine qui avait servi de rade aux neuf navires de
guerre de Gangs of New York, entièrement tourné dans les studios romains en 2002, des traces noires
témoignent du départ des fusées de détresse depuis le camp-base du film Everest, fondé sur une réelle
tragédie survenue dans l'Himalaya en 1996 et dont le tournage est tout juste terminé. Magie des grands
studios de cinéma où l'on passe sans transition d'un forum de la Rome antique à un quartier de Jérusalem,
du frontispice d'un temple surmonté d'une statue colossale de Zeus à un quartier de Chicago pendant la
prohibition. Les rues de Broadway semblent sur le point de s'animer. Five Points retentit encore des cris de
guerre des voyous de Martin Scorsese.« Gouverner la transition avec le numérique »Cinecittà a traversé cinq
années de crise sombre. Une affiche des syndicats en atteste : « Chiffre d'affaires : 22 millions d'euros en
1997 (année de la privatisation), 7,5 millions en 2014. Films : 61 en 1997, 12 cette année. Personnel : 265
permanents en 1997, 108 en contrat de solidarité (réduction volontaire du salaire) en 2014, avec 38 au
chômage technique et 39 transférés à une société de postproduction qui ferme. »Pourtant, avec ses 60 ha,
ses 22 studios permanents, ses sept plateaux adaptés aux superproductions et ses équipes très
professionnelles, le site ouvert en 1937 par Mussolini reste le plus vaste et le mieux équipé du bassin
méditerranéen. Plus question de céder des pans d'activité. Le projet passablement absurde de construire à
cet endroit des hôtels de luxe et des « beauty farms », contre lequel le monde du spectacle s'était insurgé en
2012, semble bel et bien abandonné.« Cinecittà sort d'une période difficile. Mais aujourd'hui, les studios sont
tous occupés. S'ils deviennent concurrentiels, ils le doivent à un décret d'exemption fiscale adopté en mai
2014 par le gouvernement Renzi» , explique Roberto Cicutto, administrateur délégué de l'Istituto Luce,
l'actionnaire public propriétaire des lieux. Ce décret exonère le producteur de cinéma de TVA à hauteur de
25% de son investissement sur le territoire national. «Avant, un producteur devait attendre quatre ou cinq ans
pour obtenir un remboursement de TVA. Il préférait souvent tourner dans un pays peut-être moins bien
équipé comme la Roumanie ou la Bulgarie, mais aux coûts plus bas. Ce décret va favoriser leur retour à
Rome» , explique-t-il. Un exemple : pour une production de 20 millions d'euros, l'exonération représente une
économie de 3 millions d'euros. En outre, le plafond d'exonération a été porté de 5 à 10 millions d'euros par
société et il a été étendu à chacun des producteurs. Il n'est plus limité à une seule société. La somme des
productions qui bénéficieront en Italie de ce crédit d'impôt atteint déjà 150 millions d'euros.Ben Hur est la
première superproduction dont Cinecittà sera le coproducteur exécutif, une rentrée économique appréciable.
SCENARIO POLITICO/ECONOMICO - Rassegna Stampa 04/12/2014
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Cinecittà revient dans le décor
04/12/2014
Le Figaro
Pag. 30
SCENARIO POLITICO/ECONOMICO - Rassegna Stampa 04/12/2014
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Giuseppe Basso, administrateur délégué des studios, s'en réjouit : «C'est une mesure excellente de nature à
mettre de nouveau Cinecittà en concurrence avec ses principaux compétiteurs internationaux, le Canada et
surtout la Grande-Bretagne, de loin son concurrent le plus aguerri en Europe. » Il regrette que le décret ne
concerne pas encore les fictions télévisées : «J'espère que cela ne saurait tarder. Les Britanniques l'ont
adopté depuis un an et demi.»Giuseppe Basso exprime une satisfaction prudente. L'américain Delux vient
d'annoncer la liquidation de sa filiale italienne de postproduction : «La technologie a transformé la façon de
travailler du cinéma, et le numérique rend la concurrence plus difficile. On n'a plus besoin de grandes
structures. Il faudra savoir gouverner la transition. » Reprendre au sein de Cinecittà Studios les 39
techniciens licenciés ne s'annonce donc pas évident.Dario Franceschini, ministre des Biens culturels et des
Sports, lui, est euphorique: « Cinecittà est déjà relancé. Les studios affichent complets. Nous négocions avec
la RAI (la télévision publique italienne, NDLR) pour qu'elle y fasse ses fictions. Quant au crédit d'impôt, il sera
reconduit après trois ans, s'il donne de bons résultats. »
04/12/2014
Le Figaro
Pag. 40
Le Figaro
De passage à Rome, la ministre de la Fonction publique a estimé que la présidence italienne de l'Union est «
extrêmement active » et aura « marqué l'Europe » . La principale qualité du premier ministre italien est, selon
elle, « sa détermination » . Elle se félicite que l'Italie ait « relancé » des consultations sur la simplification des
administrations, abandonnées depuis 2007. « La volonté de changement de Matteo Renzi nous aide
beaucoup pour relancer le débat sur le modèle social européen » , a-t-elle affirmé.
SCENARIO POLITICO/ECONOMICO - Rassegna Stampa 04/12/2014
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Le coup de chapeau de Marylise Lebranchu à Matteo Renzi
04/12/2014
Le Monde - Dossier
Pag. 1
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Jean-Michel Bezat
Le PDG de Gazprom n'a pas l'habitude de faire dans la dentelle. Il n'a pas failli à sa réputation en confirmant,
lundi 1er décembre, ce que son " patron ", Vladimir Poutine, avait dit quelques minutes plus tôt à la surprise
générale. " South Stream, c'est fini ", a tranché Alexeï Miller, tirant un trait semble-t-il définitif sur un projet de
gazoduc qui devait transporter du gaz russe jusqu'au cœur de l'Europe en évitant l'Ukraine.Cet abandon est
un revers politique cinglant pour le président russe, qui a toujours relégué les questions économiques au
second plan. South Stream n'avait-il pas été lancé en 2007 pour tuer dans l'œuf le projet de gazoduc
Nabucco défendu par l'Union européenne ? Et n'est-ce pas Bruxelles qui, en menaçant de sanctions les Etats
membres de l'UE accueillant un tronçon du pipeline russe, a retourné la situation à son avantage en forçant
M. Poutine à jeter l'éponge ?Cette décision n'est pourtant pas une mauvaise nouvelle pour Gazprom, qui
jongle depuis toujours avec son double statut de société cotée en Bourse et de bras armé du Kremlin.
L'économie reprend ses droits sur la politique.Le groupe devait supporter la moitié du coût d'un projet estimé
à 17 milliards d'euros. Et cela, au moment où les entreprises russes - notamment dans le secteur énergétique
- ont du mal à accéder aux financements internationaux en raison des sanctions frappant Moscou pour son
annexion de la Crimée et ses incursions militaires dans l'est de l'Ukraine. L'arrêt du projet apportera une
bouffée d'oxygène à Gazprom, qui a déjà dépensé 5 milliards de dollars (4 milliards d'euros) dans South
Stream. Et qui souffre également, à travers sa filiale pétrolière Gazpromneft, de l'effondrement des cours de
l'or noir.On ignore encore quelles seront les conséquences financières de ce " niet " à South Stream pour les
partenaires du groupe gazier russe, l'italien ENI (20 %), le français EDF (15 %) et l'allemand BASF (15 %).
On savait que ENI - à l'initiative du projet avec Gazprom sous les bons auspices de M. Poutine et de son "
ami " Silvio Berlusconi - s'inquiétait de la dérive des coûts du projet et qu'il avait réduit son exposition
financière. Depuis le lancement du projet, le contexte énergétique a en effet changé : la consommation de
gaz n'a cessé de reculer dans l'UE, et South Stream était devenu un projet moins stratégique, à court terme
du moins.L'Europe restera longtemps encore le premier client de Gazprom, qui assure 15 % de sa
consommation. Mais le géant russe tisse désormais son réseau vers l'Asie. En mai, il avait conclu un contrat
de 400 milliards de dollars pour la fourniture de gaz à la Chine. Au moment où il annonçait l'arrêt de South
Stream, M. Miller signait un nouvel accord gazier avec la Turquie. Et mi-décembre, M. Poutine sera à New
Delhi pour renforcer les liens économiques entre l'Inde et la Russie. Nul doute que le patron de Gazprom
sera du voyage.
SCENARIO POLITICO/ECONOMICO - Rassegna Stampa 04/12/2014
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Baisse de pression pour le géant russe
04/12/2014
Le Monde - Dossier
Pag. 2
(diffusione:30179, tiratura:91840)
Marie Charrel
Avant, c'était la zone ici. Maintenant, on ne voit plus qu'elle. " Erik Schäfer habite à deux pas d'Ostend,
quartier un peu excentré à l'est de Francfort. Quand il s'est installé là, il y a vingt ans, ses amis hésitaient à lui
rendre visite le soir, jugeant le coin peu fréquentable. " Tout a changé : désormais, certains pensent à
acheter ici ", dit-il, s'arrêtant un instant pour contempler l'immense tour de verre et d'acier qui se détache sur
l'horizon. En fin de journée, il se plaît à observer la lumière changeante du crépuscule se reflétant sur les
vitres. " Cela fait penser à New York, vous ne trouvez pas ? "Voilà qui ferait sûrement sourire Mario Draghi, le
président de la Banque centrale européenne (BCE). Courant novembre, lui et les 2 600 salariés ont quitté
leurs bureaux de l'Eurotower, au centre-ville, pour s'installer dans le nouveau gratte-ciel, dans l'Ostend. Cent
quatre-vingt-cinq mètres de haut, quarante-cinq étages, et une étonnante structure : deux tours jumelles
vrillées, reliées par un atrium en verre. " Nous voulions que ce bâtiment marque les esprits et devienne un
symbole fort ", commente l'architecte autrichien Wolf Dieter Prix, qui a conçu l'édifice.Les visiteurs entrent par
le Grossmarkthalle. Cet imposant bâtiment de brique rouge, construit en 1928, abritait jusqu'en 2004 le
marché de gros de fruits et légumes de la ville. Avant d'être intégré au nouvel ensemble, il a été rénové. A
l'exception de l'un des sous-sols, utilisé pendant la seconde guerre mondiale par les nazis pour enfermer plus
de 10 000 juifs. Conservée intacte, la pièce, où l'on distingue encore des mots gravés par les prisonniers, a
été transformée en mémorial. " C'est un lieu d'histoire que nous tenions à préserver, explique Andrea Jürges,
l'une des porte-paroles de l'institution. Pour le reste, l'idée était d'allier l'ancien marché à la modernité de la
tour. "En la matière, les banquiers centraux ne se sont rien refusés. Tout est de dernier cri, design et, bien
sûr, développement durable. La chaleur générée par le centre de calcul est récupérée pour chauffer les
bureaux. Des boucles géothermiques ont été installées dans les fondations afin de drainer la fraîcheur
souterraine en été. Le toit du Grossmarkthalle récupère l'eau de pluie pour alimenter l'arrosage des jardins.
Commandés via des écrans tactiles, les ascenseurs centraux montent les quarante-cinq étages en quelques
secondes.Au quarante et unième étage, une porte de verre s'ouvre sur un hall où trône un buste du
Néerlandais Wim Duisenberg, le premier président de la BCE. Deux ouvriers sur un escabeau installent
d'ultimes câbles. Il manque encore une ou deux ampoules. Tout doit être prêt pour jeudi 4 décembre, date à
laquelle le conseil des gouverneurs tiendra, dans la salle adjacente, sa dernière réunion de l'année. Et la
première dans les lieux.De la table circulaire où ils s'assoiront, les vingt-quatre gouverneurs auront une vue
plongeante sur le Main et les buildings du centre-ville, à quelques kilomètres de là. Au plafond, ils
découvriront une étrange sculpture, faite de fines lamelles d'acier, censée représenter la carte de l'Union
européenne. Même un œil aguerri a pourtant du mal à distinguer les différents pays. " C'est comme devant la
cathédrale de Chartres, tout est dans le symbole ", sourit M. Prix, énigmatique. Comprendre : l'idée est de
voir l'Europe comme un tout, sans s'attacher à un Etat plus qu'à un autre. Tout un programme.Cela fait
maintenant plus d'une décennie que la BCE prépare son installation dans la nouvelle tour. Dès 1998, la jeune
institution s'est lancée à la recherche d'un site à acheter pour y construire ses bureaux. Et ce, afin d'échapper
aux loyers prohibitifs du centre. D'après un spécialiste de l'immobilier francfortois, le loyer de l'Eurotower
s'élève à près de 20 millions d'euros par an. Auquel s'ajoute la location de trois autres bâtiments où une
partie du personnel était également logée jusqu'en novembre, faute de place. Pas très rentable. En 2002,
l'institution a donc acheté le site du Grossmarkthalle à la ville.A l'époque, les banquiers centraux estimaient
que la construction de la nouvelle tour coûterait 850 millions d'euros. Mais la note s'est finalement élevée à
1,2 milliard. Les coûts ont dérapé. Motif ? L'envolée des prix des matériaux de construction,indique la BCE, à
laquelle s'est ajoutée la rénovation de l'ancien marché, bien plus complexe - et chère - que prévu.Et puis, la
gestion du chantier a parfois été chaotique. Ainsi la BCE n'a reçu aucune réponse au premier appel d'offres
lancé pour la maîtrise d'œuvre globale, en 2008. " Les grands groupes du secteur étaient monopolisés par le
SCENARIO POLITICO/ECONOMICO - Rassegna Stampa 04/12/2014
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La BCE fait peau neuve
04/12/2014
Le Monde - Dossier
Pag. 2
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SCENARIO POLITICO/ECONOMICO - Rassegna Stampa 04/12/2014
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boom de la construction en Chine, et le budget proposé était assez peu attractif ", analyse un connaisseur du
secteur. La Banque centrale a donc revu sa copie. Et divisé le chantier en plusieurs lots, susceptibles
d'intéresser des entreprises de plus petite taille. Cette fois, l'appel d'offres a trouvé preneurs. Mais les travaux
ont pris trois ans de retard.Malgré ces dérapages, la BCE a entièrement financé l'addition sur ses fonds
propres. Le coût total, de 1,2 milliard d'euros, représente un peu moins que les bénéfices réalisés en 2013
(1,4 milliard), notamment grâce aux intérêts touchés sur les titres que la Banque centrale détient en réserve.
Surtout, posséder les locaux permettra de réaliser des économies à moyen terme.Un argument qui a un peu
de mal à passer dans les pays mis sous tutelle de la troïka, ce trio composé par la BCE, la Commission
européenne et le Fonds monétaire international, pendant la crise. Amère, la presse irlandaise n'a pas
manqué de souligner que la Banque centrale n'a pas vraiment appliqué pour elle-même la rigueur réclamée à
Dublin, Athènes ou Lisbonne. Le 22 novembre, une centaine d'activistes de Blockupy, un réseau
altermondialiste européen, ont franchi les barrières protégeant le site et lancé des boules de peinture sur les
vitres. Ils ont prévu de revenir le 18 mars 2015, lors de l'inauguration officielle de l'édifice, afin de protester
contre les politiques d'austérité.Reste une question : qu'adviendra-t-il du célèbre euro bleu cerclé d'étoiles ?
Cette statue posée au pied de l'Eurotower est, depuis son installation en 2001, le grand symbole de la
politique monétaire. A priori, elle ne rejoindra pas la nouvelle tour et restera sur place.Car, contrairement au
programme initial, Mario Draghi ne rendra pas les clés du gratte-ciel en centre-ville. Après quelques travaux,
les 1 000 salariés du superviseur bancaire unique, nouvelle mission que l'institution remplit depuis le 4
novembre, s'y installeront. Le bâtiment d'Ostend est en effet trop petit pour les accueillir. Quand les plans ont
été dessinés, il n'était pas prévu que la BCE devienne aussi le super-gendarme des banques...
04/12/2014
Le Monde - Dossier
Pag. 10
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par Jean-Michel Naulot
Compte tenu de la multiplication des délits financiers ces dernières années, il est généralement admis que la
fermeté dans la répression des infractions boursières est indispensable. Or, l'intervention récente de la Cour
européenne des droits de l'homme de Strasbourg dans les procédures de sanction en Italie fait craindre, à
contre-courant de ce que souhaitent nos concitoyens, un affaiblissement de la répression en France.De quoi
s'agit-il ? Dans l'affaire EADS, les avocats de la défense ont saisi la Cour de cassation, qui se prononce,
mercredi 3 décembre. Ils espèrent obtenir, par le biais de deux questions prioritaires de constitutionnalité
(QPC), l'arrêt des poursuites devant la juridiction pénale, les personnes poursuivies ayant déjà été jugées et
mises hors de cause par la commission des sanctions de l'Autorité des marchés financiers (AMF). Les
justiciables exigent le respect de la règle " non bis in idem " (une affaire ne peut donner lieu à double
poursuite, ni double sanction), règle qui est reconnue par la Convention européenne des droits de l'homme
(CEDH). La question est ainsi clairement posée de savoir si les deux voies administrative et pénale existant
en droit français pourront être maintenues. Compte tenu de l'importance du débat à venir, il est nécessaire
d'expliquer pour quelles raisons ce maintien est indispensable.Ce maintien s'explique d'abord par une
recherche d'efficacité. En moyenne, entre l'ouverture de l'enquête et la décision de la commission des
sanctions, la procédure de l'AMF dure deux ans. Dans une affaire très lourde comme EADS, la durée a été
de trois ans et demi seulement (mai 2006, ouverture de l'enquête et, décembre 2009, décision de la commission). Au pénal, la durée est beaucoup plus longue. Dans le dossier EADS, nous en sommes déjà à
plus de huit ans. Dans l'affaire des délits d'initié de la Société générale de 1988, le jugement n'a été rendu
que quatorze ans après ! Comment une sanction peut-elle avoir valeur d'exemplarité lorsque les délais sont
aussi longs ? La spécialisation et l'indépendance des équipes de l'AMF sont une garantie d'efficacité dans la
répression, d'exemplarité, et donc de compétitivité pour la place financière de Paris.Le maintien des deux
voies administrative et pénale s'explique également par leur complémentarité. En réalité, la double sanction
n'existe pas. La peine d'emprisonnement est du ressort du pénal, la sanction pécuniaire est du ressort des
deux autorités, mais le cumul des sanctions est interdit en vertu d'une décision du Conseil constitutionnel. Le
plus souvent, l'autorité pénale s'en remet d'ailleurs à l'AMF. Quant aux doubles poursuites, elles existent,
mais l'autorité pénale utilise systématiquement les procès-verbaux des enquêtes de l'AMF. Dans les affaires
particulièrement graves, les éléments de l'enquête sont immédiatement communiqués à l'autorité pénale. La
coopération entre les deux autorités est excellente. Le cumul semble d'autant plus justifié que les personnes
mises en cause sont susceptibles d'être condamnées à des peines d'emprisonnement.Le droit français est
donc d'une grande clarté et frappé au coin du bon sens. Les choses se compliquent cependant depuis qu'au
printemps dernier la Cour de Strasbourg a condamné l'Italie pour non-respect du principe non bis in idem
(affaire Grande Stevens). Ce pays a en effet une procédure équivalente à celle de la France (double voie
administrative et pénale). Depuis quelques mois, toutes les personnes poursuivies pour des infractions
boursières cherchent ainsi à s'engouffrer dans la brèche ouverte par la Cour européenne. C'est toute la
répression française des infractions boursières qui pourrait être mise en cause avec l'intervention de la Cour
de Strasbourg. Et, au-delà, c'est également notre souveraineté qui pourrait être atteinte. La France n'a en
effet signé le protocole n° 7 de la Convention européenne en 1984 que parce qu'elle a joint au texte, comme
l'Italie, une réserve très claire précisant que la règle non bis in idem ne s'appliquera qu'à des infractions
relevant des " tribunaux statuant en matière pénale ". On ne peut être plus clair.Comment une juridiction
européenne, si prestigieuse soit-elle, pourrait-elle ignorer la signature de la France, alors que la réserve jointe
à la Convention fait corps avec elle ? Un arrêt condamnant la double voie administrative et pénale en France
serait d'autant plus choquant que les Etats membres du Conseil de l'Europe ont ajouté en juin 2013 un
considérant au préambule de la Convention précisant que, " conformément au principe de subsidiarité ", les
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Restons fermes dans la répression des infractions boursières !
04/12/2014
Le Monde - Dossier
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SCENARIO POLITICO/ECONOMICO - Rassegna Stampa 04/12/2014
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Etats " jouissent d'une marge d'appréciation " dans l'application de la Convention. Si la valeur juridique de la
réserve de la France n'était pas reconnue par la Cour de Strasbourg, la question se poserait de savoir si la
France ne devrait pas reconsidérer, comme l'a envisagé le premier ministre britannique, David Cameron, les
conditions de son adhésion. Il est en effet temps que les Etats donnent un coup d'arrêt à cette tendance
qu'ont certaines institutions internationales à étendre leur domaine de compétence sans le consentement des
Etats adhérents. Ou alors la souveraineté ne veut plus rien dire.Plusieurs arrêts ont attiré l'attention sur les
excès auxquels conduit l'emprise de la Cour de Strasbourg sur le droit français dans les domaines les plus
divers : demande au gouvernement de maintenir en vie Vincent Lambert contre l'avis du Conseil d'Etat le jour
même de cet avis (24 juin 2014), condamnation de la France pour ne pas avoir transcrit à l'état civil les actes
de naissance d'enfants nés de mère porteuse aux Etats-Unis où la GPA est légale (26 juin 2014), arrêt
concluant que la France n'a pas le droit d'interdire les syndicats dans l'armée (2 octobre 2014). On a beau
être européen, notre souveraineté et l'efficacité du droit national ne doivent pas être réduites à néant JeanMichel Naulot est ancien membre du collège de l'Autorité des marchés financiers
04/12/2014
Le Monde
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par philippe ridet
Il a conquis Rome à vélo, mais c'est d'une simple petite Fiat Panda rouge que viennent tous ses ennuis.
Ignazio Marino (Parti démocrate, centre gauche), maire de la Ville éternelle depuis juin 2013, avait fière allure
lorsqu'il sillonnait les rues de la capitale sur sa bicyclette, suivi de deux ou trois agents de sécurité, langue
pendante.Son élection mettait fin à cinq ans de gestion d'un maire postfasciste dont le bilan tenait tout entier
dans 200 mètres de ligne de tramway supplémentaires. Résolument de gauche, laïque, en pointe dans les
combats pour les droits, ce chirurgien spécialiste des greffes aux Etats-Unis allait faire resplendir le lustre un
peu fané de la capitale. Il n'avait qu'un défaut aux yeux des Romains : être génois, mais tout le monde n'est
pas parfait.Naïf Ignazio ! Il pensait qu'il lui suffirait d'appliquer son programme pour être aimé. Sa décision de
rendre aux piétons la via dei Fori Imperiali, cette rue large comme les Champs-Elysées qui sépare le marché
de Trajan des forums romains, les a laissés au mieux indifférents, au pire très énervés. Voilà des décennies
que cette artère (à quatre ou six voies, selon la fantaisie des automobilistes et leur goût du risque) qui mène
au Colisée leur servait d'autoroute.Sa lutte contre les abus de toutes sortes ne les a pas convaincus non
plus. Qu'importe de limiter l'emprise des terrasses de café sur la place Navone, d'en chasser les rapins et les
vendeurs de faux sacs Vuitton, de piétonniser les abords de la piazza del Popolo ! Tous les Romains (2
millions) n'habitent pas le centre historique, et nombreux sont ceux qui auraient préféré un ramassage
d'ordures plus efficace ou la mise en place de l'éclairage public dans les quartiers périphériques. Il faut ici
préciser que ces derniers, qui n'aiment pas le pouvoir en général, préfèrent souvent le maire dont ils se sont
débarrassés à celui qu'ils ont à peine élu.Et puis est arrivée l'" affaire de la Panda rouge ", qui a tenu les
Romains en haleine et au bord de l'hilarité une bonne partie du mois de novembre. Depuis plusieurs mois,
une petite voiture couleur flamme stationnait abusivement devant le parvis de l'église Saint-Louis-desFrançais, à deux pas du Sénat. Elle n'était autre que celle du maire, lui-même ancien sénateur et résidant
dans les parages. Pas grave, a-t-il pensé, je la déplace et l'affaire est close. Poursuivant leur enquête, les
opposants de l'édile ont découvert que la petite voiture avait franchi à huit reprises en 2013 la zone à trafic
limité sans autorisation, générant autant d'amendes, pour un montant de 640 euros.C'est alors que le maire,
pourtant bon cycliste, a perdu les pédales. Il s'est enferré dans une défense aussi comique que périlleuse,
dénonçant un mystérieux complot, où des hackeurs auraient pénétré les services de délivrance des permis
d'accès au centre historique afin de falsifier ses données et inventé de toutes pièces une histoire propre à lui
nuire.Pour prouver sa bonne foi, il se présente devant les caméras de la RAI avec deux documents
contradictoires censés l'attester. Le parquet de Rome est contraint d'ouvrir une instruction et l'opposition
municipale présente une motion de défiance.Entre-temps, la Panda continue de vivre sa vie. Comme le
sparadrap du capitaine Haddock, elle réapparaît toujours. On la retrouve ici ou là, garée généralement en
stationnement interdit, dans l'une des ruelles du centre-ville.Ignazio Marino a finalement payé plus de 1 000
euros d'amendes pour sauver son siège, qui apparaissait menacé, et mettre fin à cet imbroglio. La fin,
vraiment ? Dans cette affaire, l'édile a laissé plus que des plumes. Comme au Guignol, les Romains ont
applaudi à chacun des épisodes d'" Où est passée la Panda ? ". Matraqués d'amendes, interdits de transit
dans le centre-ville à moins de payer une autorisation salée, ils tenaient leur revanche contre la " caste " et
ses privilèges, même si leur maire n'en est pas le représentant le plus exemplaire.Mais Ignazio Marino leur a
tendu le bâton pour se faire battre. Il a multiplié les impairs, au point de mériter le surnom de " M. Gaffes ".Il
assiste à un congrès à Milan alors qu'il met Rome en état d'alerte maximale en prévision d'intempéries
dantesques ; il est à Londres quand un quartier de la périphérie s'enflamme contre la présence d'un centre
d'accueil de réfugiés. La scoumoune ? Inaugurant une nouvelle ligne de métro début novembre, la rame
tombe en panne pendant quarante-cinq minutes. Il manque de tomber de vélo pour fuir les journalistes à sa
poursuite. Selon un sondage commandé par son propre parti, sa cote de popularité atteindrait à peine 20 %.
SCENARIO POLITICO/ECONOMICO - Rassegna Stampa 04/12/2014
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Le maire et son encombrante Panda rouge
04/12/2014
Le Monde
Pag. 18
(diffusione:30179, tiratura:91840)
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Reste la marche à pied. Idéale pour la traversée du désert qui s'ouvre devant lui.
SCENARIO POLITICO/ECONOMICO - Rassegna Stampa 04/12/2014
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04/12/2014
Le Monde
Pag. 24
(diffusione:30179, tiratura:91840)
J.-M. N.
Curieuse trajectoire que celle de Maserati, constructeur qui ne semble avoir découvert l'ambition qu'à
l'approche de son centenaire, que l'on a célébré le 1er décembre. Dans l'ombre de son éternel rival Ferrari,
cette marque, qui a toujours eu quelque chose de romantique, s'est hissée au sein du gotha automobile
malgré une production famélique. Ce qui a certes entretenu la légende mais l'a régulièrement exposée à de
fâcheux aléas.C'est le 4 décembre 1914 que les quatre frères Maserati (Alfieri, le leader de la fratrie, Bindo,
Ettore et Ernesto) fondent à Bologne l'Officine Alfieri Maserati. Il s'agit d'un garage, mais pas n'importe lequel.
Dans cet atelier, on prépare des voitures de course sur la base de modèles Isotta-Fraschini pour les
gentlemen drivers de l'époque. Douze années plus tard est produit le Tipo 26, premier bolide portant le
fameux trident (celui du Neptune de la fontaine de la piazza Maggiore, à Bologne), emblème de la maison
Maserati, qui va ainsi lancer sa carrière sportive.La famille Orsi, propriétaire depuis 1937, fait déménager le
siège de l'entreprise à Modène, viale Ciro Menotti - où il se trouve toujours. Après-guerre, elle décide aussi
de réaliser une petite production susceptible de mettre à profit les performances des Maserati qui s'illustrent
sur les circuits avec Stirling Moss et décrochent un titre de champion du monde de F1 en 1957 grâce à Juan
Manuel Fangio.Le chef-d'œuvre de la marque surgit en 1957 avec la GT 3500, un monument du design
italien signé Touring, un bureau de style méconnu. Ce long coupé adopte la philosophie du " grand tourisme
", qui désigne des voitures élitistes et puissantes mais plus confortables et raffinées que les ultra-sportives.
Le six-cylindres en ligne de la GT 3500, vite rejointe par une version cabriolet Spyder (le " y " fait plus chic
que la dénomination classique Spider), impressionne autant que sa ligne, mais la firme, qui a laissé de côté
la compétition, n'est pas gérée avec la même rigueur que Ferrari.En 1968, Citroën prend le contrôle, et de
cette union naîtra, en 1970, la fameuse SM, dont le six-cylindres en V est fourni par le constructeur italien.
Cette " GT à la française " sera emportée dans la tourmente de la crise pétrolière et Maserati rachetée par
l'homme d'affaires argentin et ancien pilote maison Alejandro de Tomaso, en 1975.La firme va alors connaître
une période moins faste, se contentant de suivre les canons esthétiques de l'époque en proposant des
coupés aux formes anguleuses, sans grand charme.Acquise par le groupe Fiat en 1993, Maserati va
progressivement se réveiller sous le patronage de Ferrari. Les deux divas de l'automobile sont
complémentaires : le cheval cabré de Modène fournit des moteurs et son savoir-faire industriel au trident de
Bologne qui, situé hiérarchiquement juste au-dessous de Ferrari sur le marché du grand luxe, évite à ce
dernier de descendre en gamme.Cette stratégie, dont la berline Quattroporte (notamment connue pour son
apparition dans Intouchables) constitue le premier véritable maillon, semble porter ses fruits. Maserati, qui
produit aux alentours de 20 000 véhicules par an, a vu ses ventes exploser en 2013 (+ 148 %). La marque
devrait de nouveau battre ses records cette année grâce au renouvellement de son catalogue, qui compte les
berlines Quattroporte et Ghibli ainsi que le coupé Granturismo.Présent en Europe mais aussi en Chine et aux
Etats-Unis, le constructeur centenaire, dont les tarifs s'échelonnent de 66 750 à 148 050 euros, se verrait
bien camper une alternative latine face à l'hégémonie allemande sur le très haut de gamme. Un objectif qui a
convaincu les stratèges du groupe Fiat de bousculer quelques tabous. En 2013, la Ghibli a accueilli sous son
capot un V6 diesel et la prochaine nouveauté frappée du trident sera le Levante, un gros SUV, attendu en
2015.Retrouvez notre actualitéautomobile surLemonde. fr/m--voiture/
SCENARIO POLITICO/ECONOMICO - Rassegna Stampa 04/12/2014
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Maserati : les aléas d'une légende
04/12/2014
Les Echos
Pag. 15
(diffusione:118722, tiratura:579000)
Pierre de Gasquet
Ex-militant néofasciste, le « roi de Rome » avait un faible pour Warhol et Pollock. Tremblement de terre au
Capitole. On n'a pas fini de mesurer les conséquences du vaste coup de filet qui a entraîné, mardi,
l'arrestation de 37 personnes et la mise en examen d'une centaine de suspects pour « association mafieuse
» dans le cadre de l'opération « Mondo di Mezzo ». L'enquête vise directement l'ancien maire de Rome,
Gianni Alemanno, ex-ministre de l'Agriculture de Silvio Berlusconi. Mais celui qui fait aujourd'hui les gros
titres reste Massimo Carminati, cinquante-quatre ans, dit le « roi de Rome », ex-militant d'un groupuscule
terroriste d'extrême droite et proche de la fameuse « bande de la Magliana ». Collectionneur de Warhol,
l'homme qui a inspiré « Romanzo Criminale », - le best-seller du magistrat-écrivain Giancarlo De Cataldo - a
été arrêté à l'aube dans le cadre d'une enquête prometteuse sur les rapports entre mafia et politique romaine.
Tableaux majeurs saisis « Mets-toi la minijupe et va battre le trottoir. Nous devons nous vendre comme des
putes », avait lancé le boss de « Mafia capitale » à son ami Salvatore Buzzi, juste avant les dernières
élections à la mairie de Rome, selon les transcriptions d'écoutes téléphoniques citées par le procureur de
Rome, Giuseppe Pignatone. Pour ce dernier, c'est Massimo Carminati qui gérait les rapports avec les «
membres des autres organisations criminelles, une partie des services de police et du monde institutionnel et
financier, y compris des membres des forces de l'ordre et des services secrets ». Surnommé le « dernier roi
de Rome » ou « Il Nero », l'homme a perdu l'oeil gauche et l'usage d'une jambe lors de sa première
arrestation au début des années 1980. Depuis cette date, il se déplace uniquement à scooter. Borgne, mais
loin d'être aveugle : une vingtaine d'oeuvres de Jackson Pollock et d'Andy Warhol ont été saisies à son
domicile. Et 25 autres tableaux majeurs dans l'appartement d'un autre inculpé, au point qu'un nouveau «
fascicule » pour trafic d'oeuvres d'art a été ouvert. Un autre filon est la mise à jour d'un vaste trafic lié à la
gestion des centres d'accueil des réfugiés sur tout le territoire italien. « Qui me connaît sait bien que j'ai
toujours combattu à visage découvert les organisations mafieuses et criminelles de tout genre », a répliqué
l'ancien maire de Rome, Gianni Alemanno. Mais il devra répondre de sa mise en examen pour « association
criminelle de type mafieux » au même titre que plusieurs autres membres de son ancienne équipe à la mairie
de Rome.
SCENARIO POLITICO/ECONOMICO - Rassegna Stampa 04/12/2014
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La chute du boss mafieux amateur de Warhol
04/12/2014
Les Echos
Pag. 17
(diffusione:118722, tiratura:579000)
Pierre de Gasquet
Le leader mondial des montures Luxottica confirme son intérêt stratégique pour les « lunettes du futur ». Huit
mois après son accord avec Google pour produire des « smart glasses » adaptées au grand public, le groupe
présidé par Leonardo del Vecchio a annoncé hier, à Miami, un accord de collaboration pluriannuel avec le
fabricant de puces Intel en vue de « conjuguer technologies intelligentes et montures haut de gamme, de luxe
ou sportives ». Les premiers produits nés de cette « alliance stratégique » seront commercialisés dès 2015. «
Le développement de technologies endossables ("wearables") est en train de catalyser l'intérêt de ceux qui
investissent dans l'innovation », a déclaré le PDG d'Intel, Brian Krzanich, en soulignant les potentialités liées
aux produits « endossables » utilisant des piles miniatures. L'accord de recherche-développement porte sur
plusieurs années, mais le lancement d'un premier produit est prévu dès 2015, souligne un communiqué
commun. De son côté, le nouveau co-CEO de Luxottica, Massimo Vian, qui a succédé (avec Adil MehboobKhan) à Andrea Guerra à la tête du groupe italien en octobre, a souligné l'« incroyable opportunité » que
représente cet accord pour développer des montures « intelligentes, fonctionnelles et belles ». En
négociations depuis deux ans, l'accord prévoit la création d'un laboratoire de recherche commun, basé en
Californie. Partenariat avec Google Après le rachat du site américain Glasses.com en janvier, le groupe
italien avait annoncé en mars un partenariat stratégique avec Google en vue de commercialiser de nouvelles
lunettes interactives (Google Glass) à partir de 2015, sous les marques Ray Ban et Oakley. Massimo Vian a
souligné que les deux accords sont complémentaires et non exclusifs, l'alliance avec Intel ayant vocation à
s'appliquer à de nombreuses marques. Dotées d'une caméra et d'un mini-écran de la taille d'un timbre-poste,
les Google Glass permettent aux utilisateurs d'enregistrer des vidéos, d'avoir un accès à leur messagerie
électronique ainsi qu'à divers services Internet. Mais malgré un certain engouement initial, l'enthousiasme
pour les lunettes interactives de Google est relativement retombé ces derniers mois, les développeurs s'étant
déclarés plutôt sceptiques sur les utilisations grand public. Les premières montures (initialement
commercialisées à 1.500 dollars) sont désormais vendues à moitié prix sur eBay. A la différence des Google
Glass, jusqu'ici réservées aux geeks, la catégorie des « wearables », dont font aussi partie les bracelets
fitness connectés ou les montres interactives (SmartWatch...), est considérée comme un segment à fort
potentiel de croissance.
SCENARIO POLITICO/ECONOMICO - Rassegna Stampa 04/12/2014
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L'italien Luxottica s'allie à Intel pour développer les « lunettes du futur »
04/12/2014
Les Echos
Pag. 27
(diffusione:118722, tiratura:579000)
Le taux à 10 ans de l'Italie a fini à 1,983 % contre 2,016 % mardi, après un point bas en séance à 1,9741 %.
Un niveau historiquement bas car, pour la première fois, ces taux sont passés sous les 2 %, à la veille d'une
réunion de la BCE. Les derniers propos de Mario Draghi ont été dans le sens d'une plus grande intervention
de l'institution pour soutenir une économie européenne chancelante.
SCENARIO POLITICO/ECONOMICO - Rassegna Stampa 04/12/2014
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Le taux à 10 ans de l'Italie tombe sous les 2 %
04/12/2014
Les Echos
Pag. 28
(diffusione:118722, tiratura:579000)
En juillet 2013, le conseil de stabilité financière avait identifié, au niveau mondial, 9 assureurs « systémiques
». Parmi eux, on compte 5 groupes européens : le français AXA, l'allemand Allianz, l'italien Generali, les
britanniques Aviva et Prudential. La nouvelle liste publiée en novembre dernier est identique à la première.
SCENARIO POLITICO/ECONOMICO - Rassegna Stampa 04/12/2014
172
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Les 5 assureurs européens systémiques
04/12/2014
Wall Street Journal
Pag. 17
BY ANGELA CHEN
Intel Corp. will collaborate with Luxottica Group SpA to produce smart eyewear, another expansion of the
semiconductor company's push into wearable technology.The first product from the companies' multiyear
research- and- development collaboration is expected to be launched in 2015.Luxottica, an Italian maker of
premium and sports eyewear, is best known for brands such as Ray-Ban, Persol and Oakley. The Intel
collaboration isn't its first foray into smart eyewear. In March, Luxottica said it would work with Google Inc. to
create designs of Google Glass. Luxottica pledged to include the Ray-Ban and Oakley brands in the
collaboration. The company also said it would help with distribution by offering Google Glass products
through retail stores such as LensCrafters and Sunglass Hut, which it owns.Chips made by Intel, based in
Santa Clara, Calif., run most personal computers and servers used in data centers. Now the company has set
its sights on the wearable tech market. This month, Intel revealed details of a computerized bracelet called
MICA it developed with the fashion label Opening Ceremony.Intel will supply the chip for Google's Google
Glass next year, replacing a processor from Texas Instruments Inc. In addition, Intel will promote Glass to
companies such as hospital networks and manufacturers, while developing new workplace uses for the
device, according to a person familiar with the matter."The growth of wearable technology is creating a new
playing field for innovation," Intel Chief Executive Brian Krzanich said in a written statement Wednesday.Intel
was late to the mobile market, and Mr. Krzanich, who became Intel's chief executive in May 2013, is
determined to avoid the same fate in wearable technology. Since Mr. Krzanich's appointment, Intel has
targeted wearables with products that use an ultrasmall processor called Quark, a tiny circuit board for
wearable devices called Edison, and a chip called SoFIA that combines a processor with cellular
communications.
SCENARIO POLITICO/ECONOMICO - Rassegna Stampa 04/12/2014
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Intel Sets Pact With Luxottica
04/12/2014
Panorama - N.50 - 10 dicembre 2014
Pag. 26
(diffusione:446553, tiratura:561533)
Chi vince nel risiko del petrolio
La decisione dell'Arabia Saudita e dell'Opec di fare scendere il prezzo del greggio sotto i 70 dollari avrà un
impatto positivo sull'economia mondiale. Ma non per tutti i Paesi.
(G.F.)
Èuna mossa per colpire la Russiae l'Iran?O per indebolire gli americani con il loro petrolio estratto dall'argilla?
Mentre gli amanti dei complotti si interrogano sui presunti obiettivi della decisione dell'Arabia Saudita di
lasciar scendere il prezzo del petrolio sottoi 70 dollari al barile, un taglio di 45 dollari rispetto ai 115 dollari del
picco di giugno (quotazioni del Brent, una qualità di greggio usata come standard per gli scambi
internazionali), analisti ed economisti si sono messi al lavoro per misurare l'impatto di questa rivoluzione
sull'economia mondiale. Gli effetti sembrerebbero positivi: per la Société Générale, già un calo del prezzo di
20 dollari provoca una crescita del Pil mondiale dello 0,26 per cento dopo un anno, che sale all'1 per cento
dopo 3 anni. Ma le conseguenze non sono uguali per tutti: la Russia sarebbe l'unico paese a vedere il proprio
reddito nazionale diminuire, invece di salire. E anche l'Iran e il Venezuela sono a rischio. Ma non è colpa
dell'Opec, quanto di una strutturale frenata della domanda (anche dalla Cina) e di un eccesso di offerta.
Russia Il punto di pareggio per i produttori russi si aggira sui 90 dollari al barile: quindi ora sono in perdita. In
più, la frenata del prezzo del petrolio ha avuto un effettodomino sul rublo, in picchiata. Del resto, il bilancio
della Russia poggia per il 40 per cento sul greggio. L'unica luce in un quadro così nero è rappresentata dalle
riserve in valuta: almeno 400 miliardi di dollari di «ossigeno» per scongiurare una grave crisi finanziaria.
Iran Ottavo produttore di petrolio tra i grandi dell'Opec, l'Iran è l'anello debole dell'Organizzazione: già
penalizzato dalle sanzioni internazionali, il Paese rischia la catastrofe se i prezzi continueranno a mantenersi
così bassi. Per questo alcuni analisti ritengono che l'accordo con gli Usa sul nucleare diventerà inevitabile (e
per l'Arabia Saudita sarebbe un boomerang, se davvero il suo obiettivo era danneggiare l'Iran).
Paesi arabi Tutti i Paesi arabi, tranne l'Iraq, sono in grado di sopportare una quotazione del petrolio sotto i 70
dollari al barile: guadagneranno meno, ma hanno gigantesche riserve in valuta estera (700 miliardi di dollari
solo l'Arabia Saudita). E poi la scelta di non intervenire sulla produzione ha lanciato un messaggio chiaro ai
mercati: d'ora in poi l'Arabia proteggerà le sue quote di mercato, non i prezzi.
Italia Il calo delle quotazioni del greggio ha un impatto positivo sull'Italia: una spinta al Pil grazie a carburanti
più economici (anche se la diminuzione si sente meno poiché più del 60 per cento del prezzo alla pompa è
fatto di tasse) e a gas e materie prime (come il grano) in ribasso. Ci rimette invece l'Eni insieme a tutte le oil
company.
Stati Uniti Diventati uno dei maggiori produttori mondiali di petrolio grazie allo «shale oil» (greggio ottenuto
frantumando rocce argillose), gli Usa sono una delle cause del ribasso del prezzo mondiale. Mediamente
producono a 60-70 dollari al barile, ma circa un 20% dei produttori ha bisogno di quotazioni più alte per fare
profitto: probabile dunque un lieve calo di produzione.
Venezuela Il 60 per cento del bilancio pubblico del Venezuela è garantito dalle entrate petrolifere. Il ribasso di
oltre un terzo dei prezzi di mercato mette in grave difficoltà il paese sudamericano, membro dell'Opec: il
governo ha già preannunciato una manovra di tagli ma non può reggere a lungo: ha riserve in valuta estera
per circa 20 miliardi di dollari.
SCENARIO POLITICO/ECONOMICO - Rassegna Stampa 04/12/2014
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scenari _economia
04/12/2014
Panorama - N.50 - 10 dicembre 2014
Pag. 56
(diffusione:446553, tiratura:561533)
«Io, tra eccellenza e dissidi di partito»
Federico Pizzarotti, dal maggio 2012 alla guida del Comune di Parma, è stato il primo esponente del
Movimento 5 stelle a conquistare un capoluogo di provincia e uno dei primi a essere bollato come «eretico»,
per via di un certo pragmatismo che chi governa è costretto a esibire e che non sempre incontra i favori del
guru Beppe Grillo. Incontra, in compenso, quelli del campione di italiani intervistati da Euromedia Research,
che fra le 10 località visitate da «Panorama d'Italia» indica nella sua città quella dove si trasferirebbe più
volentieri. Soddisfatto del risultato? Della bellezza e delle opportunità che Parma offre sono sempre stato
convinto. Ma in una fase come questa dobbiamo fare ancora di più: attirare persone, e anche capitali,
dall'Italia e dall'estero. Come? Puntando su ciò che abbiamo e mettendolo a sistema, esattamente come ha
provato a fare Panorama con la sua iniziativa. Abbiamo il turismo, il food, la cultura, la grande impresa e la
manifattura. Dovremo però essere bravi a intercettare nuovi flussi. Quali flussi? Il turismo legato agli eventi
dell'Expo 2015 e la Millemiglia, della quale ospiteremo una tappa proprio nel 2015. L'enogastronomia, il
marketing territoriale, la green economy, i servizi evoluti e le startup. Quando lei fu eletto, molti parlarono di
fine del «modello Parma», così come oggi inchieste e astensionismo elettorale raccontano la lenta erosione
del «modello Emilia». È così? Né l'uno né l'altro sono modelli esauriti, ma di certo la crisi li ha messi a dura
prova. La sfida di chi governa le città è proprio questa: gestire la trasformazione in corso puntando a un futuro
in cui i nostri standard di efficienza, occupazione, sicurezza e servizi rimangano gli stessi. I suoi concittadini,
però, non la pensano così: l'opinione generale è che a Parma il livello di qualità della vita si sia drasticamente
abbassato. Ogni sindaco di un capoluogo medio-piccolo, anche indipendentemente dal colore della sua
giunta, le dirà che siamo i primi a essere responsabili della tenuta di un certo tessuto, i primi a essere criticati
se le cose vanno male, ma gli ultimi a essere consultati da chi prende decisioni. Si riferisce ai tagli dei
trasferimenti da Roma? A quelli, all'impossibilità di sforare il Patto di stabilità, ma anche a molte decisioni in
tema di ordine pubblico e politica industriale, che non tengono conto delle specificità locali. Il 7 dicembre
Parma ospiterà l'Open day, che qualcuno ha già ribattezzato la Leopolda di Pizzarotti. È pronto a guidare i
delusi del M5s? L'Open day avrà come tema lo Statuto dei cittadini. Per la prima volta un comune italiano
mette nero su bianco le forme di partecipazione diretta dei suoi abitanti, i referendum vincolanti, riporta al
centro il dibattito sulla trasparenza online delle istituzioni e sulla proprietà pubblica delle risorse. Ma pare il
manifesto grillino delle origini. E visto che alla convention parteciperanno dissidenti come Walter Rizzetto,
Massimo Artini e Giulia Sarti, è difficile che non sia una chiamata a raccolta dell'eterodossia grillina. Insisto:
queste sono soltanto ricostruzioni giornalistiche che non mi interessano.
È il sindaco numero 1 Federico Pizzarotti, 41 anni, sindaco di Parma dal maggio 2012, primo eletto per il
Movimento 5 stelle con oltre il 60 per cento dei voti. Ha un lavoro in banca.
SCENARIO POLITICO/ECONOMICO - Rassegna Stampa 04/12/2014
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INTERVISTA Panorama d'Italia
04/12/2014
Panorama - N.50 - 10 dicembre 2014
Pag. 64
(diffusione:446553, tiratura:561533)
Matteo ultimo appello
Parla il presidente di Confindustria Giorgio Squinzi. E sprona Renzi: «Ora un fisco più giusto».
Sergio Luciano
Giorgio Squinzi, 71 anni, presidente di Confindustria: «Renzi è partito bene, ma non deve perdere impulso».
matteo ultimo appello Parla il presidente di Confindustria Giorgio Squinzi. E sprona Renzi: «Ora un fisco più
giusto». Le imprese vogliono tornare a crescere e a creare occupazione. Un Paese che ha il 13 per cento di
disoccupazione e, in particolare, il 44 di quella giovanile, non ha futuro. Noi imprenditori siamo pronti a fare
tutto il possibile perché questa situazione venga ribaltata, ma anche gli altri devono fare la loro parte. Il
governo Renzi ha iniziato bene, ora però deve proseguire senza perdere impulso con le altre riforme
improcrastinabili. A partire da fisco e giustizia». Giorgio Squinzi è sempre lui: fuori dagli schemi. Il presidente
della Confindustria meno convenzionale che si ricordi guarda a Matteo Renzi con ottimismo dopo quello che
gli ha visto fare su Stabilità e lavoro. Per lui, il Jobs act è il primo passo di un cambiamento che adesso è sul
banco di prova con i decreti attuativi. Per questo, Squinzi non molla. «Renzi davanti a noi imprenditori si è
impegnato su proposte precise: ha chiaro che la ripresa del Paese può nascere soltanto dalla crescita, e solo
dalla crescita la ripresa del lavoro. Ho fiducia che mantenga la sua parola. Magari fosse già stata compiuta
tutta la strada delle riforme necessarie» spiega a Panorama, riallacciandosi all'intervista pubblica rilasciata
nell'ultima tappa del nostro tour «Panorama d'Italia », a Salerno. Presidente Squinzi, dunque lei individua le
prossime priorità nel fisco e nella giustizia. Ma davvero le piacerebbe la flat-tax, come qualcuno auspica?
Beh, andrebbe nella direzione giusta. Io sono un imprenditore globale, lavoro con 48 paesi. Dov'è stata
introdotta la flat-tax ho constatato che ha avuto risultati straordinari: dalla Polonia all'Ungheria a quasi tutti i
principali paesi dell'ex blocco comunista il gettito fiscale s'è impennato. Ma quanto ci costerebbe? Per questo
penso che, prima di arrivare a questa soluzione, il cammino sarà molto lungo. E quindi? Intanto si può fare
molto altro. Da subito chiedo semplificazione e certezza del diritto, che sono i capisaldi di un sistema fiscale
moderno che punti alla crescita. Penso alla delega fiscale, una riforma che può avere un impatto
rilevantissimo. Rimangono però solo 4 mesi per la sua attuazione. In Italia serve un fisco diverso, che elimini
situazioni al limite del paradossale tipo l'Imu sui macchinari imbullonati. È come se la rendita di un'abitazione
fosse calcolata tenendo conto anche dei mobili di arredo. È una follia. Ma insisto: lei la chiederebbe, a Renzi,
la flat-tax? Renzi ha una lunga esperienza di amministratore pubblico e questo lo mette nella condizione di
puntare la massima attenzione sulle cose da fare in concreto. Si è fatto un'idea precisa dei problemi e dei
nodi strutturali del Paese. È chiaro però che sono talmente stratificati dal tempo che è faticoso e difficile
rimuoverli. Basti pensare che mancano ancora 448 decreti e regolamenti attuativi di provvedimenti varati dai
due precedenti governi. E allora a cosa bisogna dare priorità? Una volta concluso il cammino della Legge di
stabilità, come ho detto, senz'altro il fisco. E poi la giustizia. Due questioni che toccano a tutto campo la vita
delle imprese, dei cittadini, degli operatori internazionali. Ci serve una giustizia che assicuri certezza del
diritto e tempi di risposta da Paese avanzato. Ma serve anche equilibrio quando si affrontano temi delicati.
Penso, per citare un esempio, al contrasto all'evasione e al rientro dei capitali detenuti all'estero. Per favorire
il loro reimpiego nell'economia reale, e in questo modo rilanciare gli investimenti, abbiamo bisogno di un
quadro di regole chiaro e certo. Penso al meccanismo della «voluntary disclosure» e al nuovo reato di
autoriciclaggio. E la sburocratizzazione? Assolutamente sì: è più di una priorità. È il buon senso che prende
forma. Si pensi ai pagamenti degli arretrati della Pubblica amministrazione verso le imprese, è una lotta che
personalmente sto conducendo da due anni: il problema è stato ben avviato grazie all'interesse diretto del
presidente Giorgio Napolitano, cui noi imprenditori saremo sempre grati. Ma non è concluso: a fronte di un
debito pregresso stimato in circa 75 miliardi, finora sono stati erogati alle imprese ancora poco meno di 33
miliardi. Certo, Renzi è in una situazione difficile di liquidità, ma dobbiamo puntare i piedi in Europa perché,
SCENARIO POLITICO/ECONOMICO - Rassegna Stampa 04/12/2014
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Copertina INTERVISTA Parla il presidente di Confindustria Giorgio Squinzi. E sprona Renzi: «Ora un fisco
più giusto».
04/12/2014
Panorama - N.50 - 10 dicembre 2014
Pag. 64
(diffusione:446553, tiratura:561533)
SCENARIO POLITICO/ECONOMICO - Rassegna Stampa 04/12/2014
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almeno, ci lascino fare investimenti nelle infrastrutture e nella ricerca senza conteggiarli nel famoso tetto del 3
per cento del rapporto tra deficit e Pil. Il Piano europeo di Jean-Claude Juncker può dare una mano? Mah: io
sono perplesso perché alla fine dei giochi vedo che dal bilancio europeo arrivano solo 16 miliardi. Il resto è
ancora a carico degli stati membri. E da industriale dico basta con gli artifici finanziari, non sono la strada
giusta. Lo Stato sembra intenzionato a rientrare nell'economia, se ne parla per l'acciaio, per la telefonia... Non
mi ha mai convinto la presenza diretta dello Stato nell'economia del Paese. Oltre alle regole del mercato, è
proprio il concetto in sé che non appartiene agli industriali. L'assistenzialismo di Stato non deve più
ingrassare le imprese. Con la stessa franchezza dico però che i poteri dello Stato non devono neppure
mettere i bastoni tra le ruote delle imprese. Mi riferisco a quanto è accaduto a Taranto. Cioè? Si spieghi
meglio: l'Ilva è una fabbrica che ha generato malattie di massa e morti. La magistratura sta ancora
indagando. I fatti contestati, che vanno ancora accertati definitivamente, sono gravi. Dobbiamo però
considerare che, al di là della proprietà e delle sue eventuali responsabilità penali, l'Ilva è un gruppo
industriale di rilevanza strategica per il nostro Paese. Se chiudesse, usciremmo da un altro settore, la
siderurgia, dove deteniamo importanti quote di mercato e che è essenziale per numerose produzioni
industriali italiane: vorrebbe dire perdita di Pil e di altre migliaia di posti di lavoro. Comunque si profila un
ritorno dello Stato padrone. O no? Sarebbe antistorico sostituire la proprietà privata in modo stabile con
interventi di tipo più o meno pubblico. Penso a quello che sta succedendo con le società partecipate dalle
amministrazioni locali, che uno studio di Confindustria ha analizzato attentamente. Sono circa 8 mila e
operano in tutti i settori, dall'amministrazione di condominio all'allevamento di animali, la gran parte dei quali
non ha nulla a che vedere con servizi pubblici. Il nostro studio è stato utilizzato dall'ex commissario Carlo
Cottarelli che ha scoperchiato una voragine: il settore nel 2012 ha assorbito 22 miliardi dei contribuenti.
Quindi? Tutto questo conferma che la presenza dello Stato nell'economia va profondamente ripensata e
limitata all'effetto leva per quegli investimenti che garantiscono la crescita del Paese. Un caso su tutti è quello
delle infrastrutture, materiali e immateriali. Gli investimenti nelle infrastrutture sono pur sempre spesa
pubblica, no? Sono investimenti produttivi. La spesa pubblica corrente va aggredita, invece, con una
spending review severa e autentica non solo a livello di macchina dello Stato, ma anche di Regioni e
amministrazioni locali. Maurizio Landini, della Fiom, dice però che gli imprenditori anziché investire
preferiscono vendere e portare i soldi all'estero. E non è assolutamente vero. Ci sono casi sporadici che
vengono ingigantiti dai media e generano un effetto immagine deformato. Il Paese reale non è questo. È vera
semmai un'altra cosa. In momenti come questo, la competitività del Paese è tenuta a galla dalle imprese,
soprattutto quelle che esportano e continuano con grande coraggio e impegno a mantenere la loro posizione
sui mercati mondiali anche sacrificando i loro margini. Contemporaneamente dobbiamo puntare a fare
crescere anche quelle che operano solo nel mercato domestico, in modo da essere ancora più trainanti. Per
questo, insieme all'internazionalizzazione, che rimane una delle chiavi per la competitività del Paese, è
fondamentale il rilancio della domanda interna. La Confindustria si sta impegnando in questa direzione.
Concludiamo con l'Europa: come ne valuta le politiche industriali? Apprezzo si sia introdotto l'obiettivo di
portare al 20 per cento la quota di Pil proveniente dal manifatturiero. E ripongo grande fiducia in Mario
Draghi, nella sua capacità di inquadrare i problemi e suggerire le giuste soluzioni, lui stesso ha detto che per
ritrovare la crescita non bastano la politica monetaria e le riforme istituzionali, occorre una forte spinta di
politica industriale ed economica di tutta l'Europa. In questa settimana i ministri europei devono sbloccare il
dossier aperto nel 2005 sul «made in»: come finirà la partita? La difesa del manifatturiero di qualità
rappresenta una priorità assoluta per tutta l'economia europea. Occorre superare le resistenze dei paesi del
Nord Europa e raggiungere un accordo durante il semestre di presidenza italiana. Il presidente del Consiglio
si sta impegnando: mi auguro raggiunga il risultato che tutti speriamo a tutela delle nostre imprese, della
competitività del nostro Paese, ma soprattutto dei consumatori. Si tratta, infatti, di fare maggiore chiarezza
proprio a vantaggio dei consumatori: è giusto che sappiano da dove provengono i materiali di cui sono fatti i
prodotti che acquistano. Le etichette che indicano il paese di origine devono essere obbligatorie in tutta
04/12/2014
Panorama - N.50 - 10 dicembre 2014
Pag. 64
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SCENARIO POLITICO/ECONOMICO - Rassegna Stampa 04/12/2014
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Bio GRA FiA
Giorgio Squinzi, nato a Cisano Bergamasco 71 anni fa,è presidente della Confindustria dal 22 marzo 2012.
Da 36 anni è l'amministratore unico del colosso della chimica Mapei, fondato da suo padre Rodolfo nel 1937.
Il gruppo ha chiuso il 2013 con quasi 2,4 miliardi di fatturato per 7.500 dipendenti in 48 paesi. Squinzi è
laureato in chimica, e ha per- sonalmente inventatoe brevettato alcuni dei prodotti di punta dell'azienda.È
sposato con Adriana Spazzoli, responsabile del marketing aziendale, e ha due figli. Appassionato di ciclismo,
per dieci anni ha sponsorizzato la Mapei Quick Step. Dal 2002 è proprietario anche del Sassuolo Calcio.
L'altoforno dell'Ilva: «Il gruppo è strategico per il Paese». «Per l'Ilva sono contrario a un ritorno dell'intervento
dello Stato: l'assistenzialismo non deve più ingrassare le imprese»
Foto: La copertina dello scorso numero di Panorama: racconta la storia di un imprenditore strangolato dalle
tasse.
Foto: «Renzi si è impegnato su proposte precise: spero mantenga la parola» Silvio Berlusconi: propone di
introdurre una flat-tax. A sinistra, Matteo Renzi. «Dov'è stata introdotta, la flat-tax ha avuto risultati
straordinari»
Foto: La Confindustria ha condotto uno studio sulle 8 mila società in mano alle amministrazione pubbliche:
assorbono 22 miliardi di euro.