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Mostre Temporanee Organizzata da The Philadelphia Museum of Art Fondazione Musei Civici di Venezia A cura di Anna Vallye Comunicato stampa /1 Direzione scientifica Gabriella Belli Timothy Rub Con la collaborazione di Carlos Basualdo Progetto espositivo Daniela Ferretti Léger La visione della città contemporanea 1910 - 1930 — Museo Correr, Venezia 8 febbraio - 2 giugno 2014 — “Se l’espressione pittorica è cambiata, è perché la vita moderna l’ha richiesto… La vista dal finestrino della carrozza ferroviaria e dell’automobile, unita alla velocità, ha alterato l’aspetto abituale delle cose. Un uomo moderno registra cento volte più impressioni sensoriali rispetto a un artista del diciottesimo secolo… La compressione del quadro moderno, la sua varietà, la sua scomposizione delle forme, sono il risultato di tutto questo”. Fernand Léger, 1914 Palazzo Ducale Museo Correr Torre dell’Orologio Ca’ Rezzonico Museo del Settecento Veneziano Museo di Palazzo Mocenigo Casa di Carlo Goldoni Il pittore francese Fernand Léger (1881–1955), alla vigilia dello scoppio della Prima Guerra Mondiale, così commentava le radicali trasformazioni che con l’avvento della seconda rivoluzione industriale si stavano determinando in tutti luoghi del quotidiano, dove il ritmo della vita sempre più frenetico, o per meglio dire moderno, stava cambiando l’arte e le sue regole. Ca’ Pesaro Galleria Internazionale d’Arte Moderna A Léger e alla sua straordinaria esperienza nell’ambito dell’avanguardia artistica europea, la Fondazione Musei Civici di Venezia e The Philadelphia Museum of Art, dedicano nelle sale del Museo Correr, dall’8 febbraio al 2 giugno 2014, una grande mostra - la prima grande esposizione sull’opera del pittore francese che si tiene in Italia - con al centro il tema della rappresentazione della città contemporanea. Museo del Merletto Suddivisa in cinque sezioni (La metropoli prima della Grande Guerra, Il pittore della città, La Pubblicità, Lo Spettacolo, Lo Spazio) a cura di Anna Vallye con la direzione scientifica di Gabriella Belli e Timothy Rub, direttore del MPA di Philadelphia e il progetto espositivo di Daniela Ferretti, la mostra Léger. La visione della città contemporanea 1910 – 1930, dopo il successo ottenuto al Philadelphia Museum of Art, presenta oltre 100 opere di cui più di sessanta dell’artista francese, tra cui spicca lo straordinario dipinto “La Ville” (La Città), un quadro che dà avvio alla fase più sperimentale della sua produzione, concesso eccezionalmente in prestito dal museo di Philadelphia insieme ad un nucleo di altre 25 importanti opere. Eseguito da Léger nel 1919, al suo ritorno a Parigi dopo l’esperienza al fronte della Prima Guerra Mondiale, il dipinto, di grande dimensione, influenzerà un’intera generazione di artisti, diventando un vero e proprio manifesto della pittura dedicata al tema della città contemporanea. Il soggetto del dipinto rappresenta, infatti, la città con le sue frenetiche attività, le sue architetture composte di assemblaggi cubo-futuristi, e i suoi abitanti, uomini meccanici, quasi robot, armoniosamente integrati nel dinamismo della nuova “macchina urbana”. >> Informazioni per la stampa Fondazione Musei Civici di Venezia Ufficio Stampa e Relazioni Esterne Riccardo Bon T +39 0412405225 / 32 M +39 346 0844843 [email protected] — Villaggio Globale International Antonella Lacchin T +39 0415904893 M +39 3357185874 [email protected] — Palazzo Fortuny Museo di Storia Naturale Museo del Vetro Museo Correr San Marco 52 30124 Venezia T +39 041 2405211 F +39 041 5200935 correr@fmcvenezia,it — www.correr.visitmuve.it — Fondazione Musei Civici di Venezia — Piazza San Marco 52 30124 Venezia T +39 041 2405211 F +39 041 5200935 — REA 348432 Registro Persone Giuridiche n.401 CF/PI 03842230272 — www.visitmuve.it Comunicato stampa /2 Accanto a questo straordinario dipinto, che si può considerare una sorta di incipit dell’esposizione, una serie d’importanti opere provenienti da collezioni pubbliche e private europee e statunitensi (la Tate Liverpool, l’Avery Art and Architecture Library della Columbia University di New York, il Dansmuseet di Stoccolma, il Centre Pompidou di Parigi, il Musée National Fernand Léger di Biot, il Toledo Museum of Art nell’Ohio o la Fondation Beyeler di Basilea, per citarne alcuni) permetteranno al visitatore non solo di mettere a confronto la pittura di Léger con molti altri suoi innovativi progetti, sempre collegabili al tema della città moderna poco note in Italia, come per esempio le sue creazioni di grafica pubblicitaria, di scenografia e di cinematografia, ma anche di approfondire la sua relazione con i protagonisti di quella fertile stagione dell’avanguardia. La sua ricca produzione dialogherà nel percorso espositivo con preziosi capolavori di autori di quel periodo, amici o compagni di sperimentazione, tra cui Duchamp, Picabia, Robert Delaunay, El Lissitzky, Mondrian, Le Corbusier, tutti artisti che come Léger hanno contribuito a rinnovare l’idea della rappresentazione urbana, ciascuno utilizzando il linguaggio più consono ai propri interessi estetici, ma comunque sempre dentro gli ismi di quel primo ‘900, dal cubismo al futurismo, dal costruttivismo al neoplasticismo di De Stjil. La quantità e varietà delle opere e dei progetti esposti – dal suo primissimo paesaggio urbano “Fumo sui tetti” del 1911, alle cosiddette pitture murali realizzate tra il 1924 e il 1926; dai costumi e dalle coreografie per i “Ballets Suédois” a opere famosissime come “Il Tipografo” (1919), “Uomo con un bastone” (1920) o “Elemento meccanico” (1925); dal poster per “La Strada” al leggendario cortometraggio “Ballet mécanique” (1924) o al film di Marcel L’Herbier “L’inhumaine”, alle cui scenografie egli collaborò, vera celebrazione del cinema come sintesi delle arti – permetteranno di valutare, nelle sue molteplici sfaccettature, gli esiti artistici di quel cruciale ventennio compreso tra gli anni Dieci e Venti del ‘900, quando Parigi è davvero la capitale mondiale dell’arte, della cultura, del commercio e della vita mondana, prima che la crisi delle borse ne segni inesorabilmente il declino. Ed è proprio a Parigi, che Léger e gli artisti dell’avanguardia, cogliendo le sollecitazioni che provengono da quella straordinaria “fucina” di stimoli e innovazioni rappresentata appunto dalla moderna metropoli, esercitano un ruolo guida nella ridefinizione dell’arte all’interno della società. L’opera di Léger è in questa direzione davvero pioneristica - e la mostra ne dà ampio conto - sia per la sua concezione pluridisciplinare, che per lo sforzo di cambiare le forme della pittura, corrispondendo così alle nuove esigenze della realtà urbana, in linea con quel fenomeno che nel secondo dopoguerra verrà catalogato come comunicazione di massa. Rielaborando il proprio stile, dapprima influenzato dal cubismo di Picasso e dalle frequentazioni con gli esponenti più in vista dell’avanguardia europea, come Robert Delaunay, Jacques Lipchitz e Juan Gris, Fernand Léger conquisterà via via una cifra del tutto personale e, a partire dal primo dopoguerra, s’imporrà sulla scena dell’arte come un grande architetto della pittura e il suo “realismo”, al passo con la vita urbana, sarà indubbiamente l’esito tra i più interessanti della contaminazione tra le diverse forme d’arte e il linguaggio dei primi mass-media. Alla mostra è abbinato un catalogo edito da Skira-Milano, 2014. Fernand Léger sarà ricordato in una mostra, che si tiene quasi in contemporanea con quella del Correr, allestita presso il museo a lui dedicato a Biot in Francia. “Fernand Léger: reconstruire le réel, 1924-1946” è l’esposizione che dal 1 marzo al 2 giugno 2014 farà luce su parte della carriera dell’artista ancora poco esplorata, indagando i suoi rapporti con i principi di un movimento che, a prima vista, era ben lontano dalla sua formazione: il Surrealismo. www.musee-fernandleger.fr Léger davanti a “La Città” (1919) all’inaugurazione dell’A.E. Gallatin Collection al Philadelphia Museum of Art, 14 maggio 1943 Collezione del Philadelphia Museum of Art — Fernand Léger La Ville (La Città), 1919 Olio su tela, 231,4x298,5 cm Philadelphia Museum of Art © Fernand Léger, by SIAE 2014 Comunicato stampa /3 Léger La visione della città contemporanea 1910 - 1930 — FERNAND LÉGER - NOTE BIOGRAFICHE Fernand Léger vive in un’epoca di grandi cambiamenti che trasformano la vita quotidiana. È testimone della transizione dalle candele a gas all’elettricità, dai carretti trainati dai cavalli alle automobili, all’aeroplano e da una società prevalentemente rurale a una sempre più urbana. La sua generazione assiste anche alla nascita di nuovi mezzi di comunicazione come il cinema, il telegrafo e la radio. Nato nel 1881 ad Argentan, in Normandia, dopo un apprendistato di architettura a Caen, nel 1903 entra nella Scuola di arti decorative a Parigi. Nel 1908, dopo aver distrutto la maggior parte delle sue prime opere, inizia ad elaborare uno stile personale, influenzato dal cubismo e dai lavori di Picasso. Nel 1914 viene mobilitato sul fronte della Prima Guerra Mondiale a Ardennes e Verdun, un’esperienza che lo segnerà per tutta la vita. Alla fine della guerra si occupa di pittura, composizioni murali, arazzi, mosaici, sculture, ceramiche; collabora a scenografie e a costumi di spettacoli teatrali; nel 1924 produce il film d’avanguardia “Ballet mécanique”. Lavora anche per il balletto: suoi sono costumi e scenografie di “La creation du monde” di Darius Milhaud. La sua arte raccoglie successi attraverso diverse esposizioni in Francia, Svizzera e Stati Uniti. Tra il 1940 e il ‘45 si trasferisce a New York, dove realizza anche diverse gigantesche pitture murali. Muore il 17 agosto 1955 a Gif-sur-Yvette, in Francia. Fernand Léger Progetto di sipario per il balletto “Skating Rink”, 1922 acquerello su carta, 406x476 mm Stoccolma, Dansmuseet © Dansmuseet - Musée Rolf de Maré © Fernand Léger, by SIAE 2014 — Fernand Léger Paesaggio animato, 1924 olio su tela, 49,53x65,07 cm Philadelphia Museum of Art © Fernand Léger, by SIAE 2014 Il dipinto, che ritrae Fernand Léger in compagnia del mercante d’arte Leon Rosenberg, venne realizzato in seguito ad una visita dell’artista a Venezia. Comunicato stampa Léger La visione della città contemporanea 1910 - 1930 — INFORMAZIONI GENERALI Sede Museo Correr – Secondo piano Piazza San Marco, Venezia Apertura al pubblico 8 febbraio 2014/ 2 giugno 2014 Orari 10.00 - 18.00 (tutti i giorni) Il servizio di biglietteria termina 1 ora prima della chiusura Ultimo ingresso ore 17.00 Informazioni www.mostraleger.it www.correr.visitmuve.it [email protected] Call center 848082000 — Vaporetto Linea 1 o Linea 2 fermata Vallaresso o San Zaccaria — Download immagini www.visitmuve.it home page/ufficio stampa (per giornalisti accreditati) — FB www.facebook.com/visitmuve — Twitter @visitmuve_it/@visitmuve_en #LegerinVenice — Infoline & prevendita www.correr.visitmuve.it [email protected] call center 848082000 (dall’Italia) +39 04142730892 (dall’estero) Prevendita singoli € 1,00 gruppi € 1,00 scuole € 1,00 Biglietti Intero € 13,00 Ridotto € 11,00 ragazzi da 6 a 14 anni; studenti dai 15 ai 25 anni; cittadini ultrasessantacinquenni; personale del Ministero dei Beni, delle Attività Culturali e del Turismo; convenzionati; titolari di Carta Rolling Venice; titolari Carta Giovani; possessori di Museum Pass; possessori di Venice Card Adult e Junior; convenzionati; membri ICOM; possessori card Circuito Cinema e Touring Club Italia Le riduzioni su esibizione di titolo (card o altro) si vendono solo onsite Ridotto gruppi € 11,00 solo su prenotazione minimo 15 persone Ridotto speciale € 7,00 possessori del biglietto Piazza San Marco; titolari di MUVE Friend Card. Ridotto scuole € 5,00 previa presentazione di lista su carta intestata dell’istituto Visite fuori orario € 30,00 Acquisto minimo 15 biglietti. Consente la visita anche della mostra L’immagine della città europea dal Rinascimento al Secolo dei Lumi Gratuito portatori di handicap con accompagnatore; guide autorizzate dalla Provincia di Venezia; interpreti turistici che accompagnino gruppi; accompagnatori (max.2) di gruppi di ragazzi o studenti; accompagnatori (max. 1) di gruppi di adulti; Partner ordinari MUVE Visite guidate Ai visitatori che acquistano la visita guidata viene applicata la riduzione sul biglietto mostra La visita guidata è associata al percorso della mostra L’immagine della città europea dal Rinascimento al Secolo dei Lumi, previo acquisto del biglietto d’ingresso ridotto speciale 2.00 € Singoli € 5,00 Gruppi € 100,00 Scuole € 80,00 Audioguida adulti € 5,00 è possibile utilizzare l’audioguida anche nel percorso L’ Immagine della città europea dal Rinascimento al Secolo dei Lumi previo acquisto del biglietto d’ingresso ridotto speciale 2.00 € whisper € 1,00 obbligatori per gruppi da 15 persone e oltre gratuito per chi acquista la visita guidata /4 Elenco Opere Léger La visione della città contemporanea 1910 - 1930 — LE OPERE IN MOSTRA 1. Fernand Léger Paesaggio animato, 1924 olio su tela, 49,5 x 65,1 cm Filadelfia, Philadelphia Museum of Art, donazione Bernard Davis, inv. 1950-63-1 2. Fernand Léger Contrasto di forme, 1912 circa olio su carta su cartone, 64 x 48 cm Riehen/Basilea, Fondation Beyeler, Beyeler Collection 3. Marcel Duchamp Nudo che scende le scale (n.1), 1911 olio su cartone su tavola, 95,9 x 60,3 cm Filadelfia, Philadelphia Museum of Art, The Louise and Walter Arensberg Collection, inv. 1950-134-58 4. Jacques Lipchitz Bagnante, 1917 bronzo, 89,5 x 36,8 x 27,9 cm Filadelfia, Philadelphia Museum of Art, lascito Mrs. Irving R. S 5. Fernand Léger Fumo sui tetti, 1911 olio su tela, 45,7 x 54,9 cm Collezione privata Courtesy of Luxembourg & Dayan 6. Albert Gleizes Paysage, 1914 olio su tela, 73,3 x 92,3 cm New Haven, Yale University Art Gallery, donazione Collection Société Anonyme 7. Robert Delaunay Finestre in tre parti, 1912 olio su tela, 40,6 x 96,5 cm (con cornice) Filadelfia, Philadelphia Museum of Art, A.E. Gallatin Collection, inv. 1952-61-13 8. Juan Gris Natura morta davanti alla finestra aperta (Place Ravignan), 1915 olio su tela, 115,9 x 88,9 cm Filadelfia, Philadelphia Museum of Art, The Louise and Walter Arensberg Collection, inv. 1950-134-95 9. Robert Delaunay Dramma politico, 1914 olio e collage su cartone, 88,7 x 67,3 cm Washington, DC, National Gallery of Art, donazione Joseph H. Hazen Foundation, Inc., inv. 1971-2-1 10. Frank Kupka (František Kupka) Dischi di Newton (studio per Fuga in due colori), 1912 olio su tela, 100,3 x 73,7 cm Filadelfia, Philadelphia Museum of Art, The Louise and Walter Arensberg Collection, inv. 1950-134-122 11. Robert Delaunay La torre Eiffel (fronte), 1925 circa olio su iuta, 130,8 x 31,7 cm Filadelfia, Philadelphia Museum of Art, The Louise and Walter Arensberg Collection, inv. 1950-134-43a 12. Robert Delaunay Senza titolo (retro), 1925 circa olio su iuta, 130,8 x 31,7 cm Filadelfia, Philadelphia Museum of Art, The Louise and Walter Arensberg Collection, inv. 1950-134-43b 13. Fernand Léger L’orologio, 1918 olio su tela grezza, 50,7 x 61,5 cm Riehen/Basilea, Fondation Beyeler, Beyeler Collection 14. Fernand Léger La città, 1919 olio su tela, 231,1 x 298,4 cm Filadelfia, Philadelphia Museum of Art, A.E. Gallatin Collection, inv. 1952-61-58 15. Fernand Léger Schizzo per La città (primo stato), 1919 olio su tela, 65 x 54 cm Toledo, Toledo Museum of Art, acquistato con il contributo della Libbey Endowment, donazione Edward Drummond Libbey, 2000.9 /1 Elenco Opere 16. Fernand Léger La città (frammento, terzo stato), 1919 olio su tela, 129,9 x 97,2 cm Filadelfia, Philadelphia Museum of Art, The Louise and Walter Arensberg Collection, inv. 1950-134-124 25. Fernand Léger Manifesto per il film La Roue, diretto da Abel Gance, 1920 gouache, acquerello e grafite su carta, 425 x 314 mm Donald B. Marron Collection 17. Fernand Léger L’impalcatura (primo stato), 1919 olio su tela, 64,9 x 53,8 cm Filadelfia, Philadelphia Museum of Art, A.E. Gallatin Collection, inv. 1952-61-57 26. Le Corbusier (Charles Éduard Jeanneret) e Pierre Jeanneret Padiglione smontabile per fiere commerciali, 1928 da “L’Architecture Vivante”, primavera/estate 1929, Éditions Albert Morancé, Paris tav. 28, foglio: 27 x 22,5 cm New York, Columbia University, Avery Architectural and Fine Arts Library, donazione W.K. Harrison 18. Fernand Léger La bandiera, 1919 olio su tela, 64,7 x 81 cm New York, Collection Mr. e Mrs. Howard e Nancy Marks 19. Fernand Léger Il tipografo (ultimo stato), 1919 olio su tela, 130,3 x 97,5 cm Filadelfia, Philadelphia Museum of Art, The Louise and Walter Arensberg Collection, inv. 1950-134-125 20. Fernand Léger L’uomo con il bastone (primo stato), 1920 olio su iuta, 65,1 x 49,7 cm Filadelfia, Philadelphia Museum of Art, The Louise and Walter Arensberg Collection, inv. 1950-134-126 21. Fernand Léger Uomini in città, 1919 olio su tela, 145,7 x 113,5 cm Venezia, Collezione Peggy Guggenheim (Solomon R. Guggenheim Foundation, New York) 22. Fernand Léger Illustrazione per Blaise Cendrars, J’ai tué, La Belle Édition, Paris 1918 stampe con cliché al tratto, colorate a pochoir pagina, 19,4 x 17,2 cm Washington, DC, National Gallery of Art 23. Fernand Léger e Blaise Cendrars La Fin du Monde filmée par l’Ange de N.-D., Éditions de la Sirène, Paris 1919 22 stampe colorate a pochoir, ciascuna 31,4 x 25,1 cm Filadelfia, Philadelphia Museum of Art, A.E. Gallatin Collection, inv. 1952-61-141 24. Fernand Léger Studio per Dischi nella città, 1920 grafite, gouache e collage su carta, 1285 x 1610 mm Parigi, Centre Pompidou, Musée National d’Art Moderne, Centre de Création Industrielle, donazione, 1982 27. Fernand Léger Il grande rimorchiatore, 1923 olio su tela, 125 x 190,6 cm Biot, Musée National Fernand Léger, Musées Nationaux du XXème Siècle des Alpes-Maritime, donazione Nadia Léger and Georges Bauquier, 1969 28. Djo-Bourgeois (Georges Bourgeois) L’Inhumaine, 1924 manifesto per il film diretto da Marcel L’Herbier litografia, 163 x 124 cm Parigi, Collection Cinémathèque Française 29. Marcel L’Herbier L’Inhumaine, 1924 film muto, bianco e nero,riversato su DVD regia di Marcel L’Herbier, sceneggiatura di Pierre Ducharnais, scenografie di Fernand Léger, Robert Mallet-Stevens, Claude Autant-Lara e Alberto Cavalcanti New York, The Museum of Modern Art 30. Fernand Léger Elemento meccanico, 1924 olio su tela, 146 x 97 cm Parigi, Centre Pompidou, Musée National d’Art Moderne, Centre de Création Industrielle, lascito della baronessa Eva Gourgaud, 1965 31. Cassandre (Adolphe Jean-Marie Mouron) Le Plus Fort: L’Intransigeant, 1925 manifesto pubblicitario litografia a colori, 109,2 x 150,5 cm Filadelfia, Philadelphia Museum of Art, A.E. Gallatin Collection, inv. 1949-88-2 32. Francis Bernard Le Bal des Petits Lits Blancs, 1927 manifesto per evento benefico litografia, 157,5 x 115,9 cm /2 Elenco Opere Rye (NY), The Merrill C. Berman Collection 33. Jean Carlu Disques Odéon, 1929 manifesto pubblicitario litografia, 251,5 x 132,1 cm Rye (NY), The Merrill C. Berman Collection 34. Fernand Léger “La Danse”, 1924 periodico, 37 x 24,9 x 1 cm Filadelfia, Philadelphia Museum of Art Library 35. Fernand Léger Scenografia per Skating Rink, 1921 acquerello su carta, 222 x 298 mm Stoccolma, Dansmuseet, Museum Rolf de Maré 36. Fernand Léger Progetto di sipario per Skating Rink, 1922 acquerello su carta, 406 x 476 mm Stoccolma, Dansmuseet, Museum Rolf de Maré 37-43. Fernand Léger Progetti di costumi per Skating Rink, 19211922 • Uomo con pantaloni a righe, 1921 acquerello su carta, 298 x 178 mm • Donna con gonna gialla, 1921-1922 acquerello su carta, 225 x 145 mm • Donna con gonna rossa, 1922 grafite, gouache, china e inchiostro acquerellato su carta, 250 x 170 mm • Donna con vestito verde, 1921-1922 acquerello su carta, 254 x 152 mm • Uomo con pantaloni marroni, 1921-1922 acquerello su carta, 250 x 160 mm • Uomo con giacca a scacchi, 1921-1922 acquerello su carta, 227 x 150 mm • Marinaio, 1921-1922 grafite, gouache e inchiostro acquerellato su carta, 250 x 170 mm Stoccolma, Dansmuseet, Museum Rolf de Maré 44-45. Sonia Delaunay-Terk Progetti per i costumi per Tristan Tzara Le Coeur à Gaz, Librairie des Arts Décoratif, Paris 1925 circa stampe a matrice, 38,1 x 55,9 cm (cad.) Brooklyn, Brooklyn Museum Libraries, Special Collections, donazione M.D.C. Crawford 46. Fernand Léger Elemento meccanico, 1925 olio su tela, 65,4 x 45,1 cm Collezione privata 47. El Lissitzky (Eliezer Lisickij) La vittoria sul sole, 1923 portfolio di 10 litografie a colori, ciascun foglio: 53,3 x 45,7 cm con cornice Filadelfia, Philadelphia Museum of Art, donazione George J. Roth, inv. 1953-23-1-10 48. Jean Epstein Bonjour, Cinéma!, Éditions de la Sirène, Paris 1921 libro, cm 17,9 x 11,4 cm Filadelfia, Philadelphia Museum of Art Library 49. Fernand Léger Illustrazioni per André Malraux, Lunes en Papier, Éditions de la Galerie Simon, Paris 1922 libro con xilografie, 32,2 x 23,3 x 0,6 cm Filadelfia, Philadelphia Museum of Art, donazione Carl Zigrosser, inv. 1964-152-6 50. Fernand Léger Copertina per “Broom”, vol. 1, n. 3, gennaio 1922 Harold Loeb, Roma xilografia, 32,5 x 24 cm New York, Rare Book and Manuscript Library, Columbia University 51. Fernand Léger Illustrazione per il programma dei Ballets Suédois, 1923 grafite, acquerello, gouache e china su carta, 325 x 246 mm Stoccolma, Dansmuseet, Museum Rolf de Maré 52. Fernand Léger Scenografia con tre figure deiformi per La Création du Monde, 1923 circa acquerello su carta, 420 x 630 mm Stoccolma, Dansmuseet, Museum Rolf de Maré 53. Fernand Léger Copertina per “Little Review”, 1923 periodico, 24,1 x 19,1 x 0,60 cm Filadelfia, Philadelphia Museum of Art Library 54. Fernand Léger Progetto di figura deiforme per La Création du Monde, 1923 circa grafite, acquerello, gouache e china su carta, 370 x 195 mm Stoccolma, Dansmuseet, Museum Rolf de Maré 55. Fernand Léger Composizione, 1923-1927 olio su tela, 128,3 x 97,2 cm Filadelfia, Philadelphia Museum of Art, A.E. Gallatin Collection, inv. 1952-61-63 /3 Elenco Opere 56. Francis Picabia Relâche: Contre Tous les Académismes da “La Danse”, n. 50/51 novembre/dicembre 1924, Paris ciascuna pagina: 37 x 25 cm Stoccolma, Dansmuseet, Museum Rolf de Maré 57. Francis Picabia Modellino per Relâche, 1933 (riproduzione secondo l’originale del 1924) legno, pittura metallica, carta e cartoncino, 46 x 61 x 40,5 cm Stoccolma, Dansmuseet, Museum Rolf de Maré 58. Francis Picabia Progetto di sipario per Relâche, 1924 grafite, acquerello e china su carta, 320 x 500 mm Stoccolma, Dansmuseet, Museum Rolf de Maré 59. René Clair e Francis Picabia Entr’acte, 1924 film in bianco e nero riversato su DVD scenografia di Francis Picabia, musiche originali di Erik Satie, coreografia di Jean Borlin, con la partecipazione di Marcel Duchamp, Man Ray e Jean Borlin New York, The Museum of Modern Art Archives 60. Fernand Léger e Dudley Murphy Ballet Mécanique, 1924 film muto, bianco e nero, riversato su video ad alta definizione, 16 minuti New York, Anthology Film Archives 61. Marchel Duchamp Anémic Cinéma, 1926 film muto, bianco e nero, riversato su DVD, 7 minuti con la collaborazione di Man Ray e Marc Allégret New York, The Museum of Modern Art, Circulating Film and Video Library 62. Fernand Léger Progetti di affresco per un music hall (a sinistra) e per un muro esterno (a destra), 1922, da “L’Architecture Vivante”, autunno/ inverno 1924 Éditions Albert Morancé, Paris tav. 9 foglio: 22,5 x 27 cm New York, Avery Architectural and Fine Arts Library, Columbia University, donazione W.K. Harrison 63. Robert Delaunay Forme circolari, 1930 olio su tela, 128,9 x 194,9 cm New York, Solomon R. Guggenheim Museum, Solomon R. Guggenheim Founding Collection 49.1184 64. Vilmos Huszár e Gerrit Rietveld Viste del modello in scala per Composizione spazio-colore presentate alla Juryfreie Kunstschau, Berlino, 1923 da “L’Architecture Vivante”, autunno/inverno 1924, Éditions Albert Morancé, Paris tavv. 10-11 foglio: 44,5 x 27 cm New York, Columbia University, Avery Architectural and Fine Arts Library, donazione W.K. Harrison 65. Piet Mondrian N. VI / Composizione n. 11, 1920 olio su tela, 116,3 x 116,3 cm (con cornice) Liverpool, Tate Liverpool, acquisto 1967 © 2014 Mondrian/Holtzman Trust c/o HCR International 66. Theo van Doesburg e Cornelis van Eesteren Progetto per una casa privata (con combinazione di colori di Theo van Doesburg), 1923 da “L’Architecture Vivante”, autunno/inverno 1925, Éditions Albert Morancé, Paris tav. 5 foglio: 27 x 22,5 cm New York, Columbia University, Avery Architectural and Fine Arts Library, donazione W.K. Harrison 67. Theo van Doesburg e Cornelis van Eesteren Combinazione di colori per una casetta ad Alblasserdam (Olanda), 1923 da “L’Architecture Vivante”, primavera/estate 1924, Éditions Albert Morancé, Paris tav. 20 foglio: 22,5 x 27 cm New York, Columbia University, Avery Architectural and Fine Arts Library, donazione W.K. Harrison 68. Theo van Doesburg Contro-composizione V, 1924 olio su tela, 100 x 100 cm Amsterdam, Collection Stedelijk Museum 69. Amédée Ozenfant Natura morta (Nacres n. 2), 1923-1926 olio su tela, 130,3 x 96,5 cm Filadelfia, Philadelphia Museum of Art, acquistato con il contributo del Fondo Edith H. Bell e del Fondo Edward and Althea Budd, inv. 1975-170-1 continua >> /4 Elenco Opere Segue da “Le opere in mostra” 70-71. Eileen Gray e Jean Badovici Progetti per la casa E-1027 a Cap-Martin Roquebrune, 1926-1929 da “L’Architecture Vivante”, autunno/inverno 1929, Éditions Albert Morancé, Paris tavv. 32 e 41 fogli: 22,5 x 27 cm New York, Columbia University, Avery Architectural and Fine Arts Library, donazione W.K. Harrison 72. Le Corbusier (Charles Éduard Jeanneret) e Pierre Jeanneret Progetto per una casa privata in rue DenfertRochereau, Bologne-Sur-Seine (Villa Cook), 1927 da “L’Architecture Vivante”, autunno/inverno 1927, Éditions Albert Morancé, Paris tav. 5 foglio: 27 x 22,5 cm New York, Columbia University, Avery Architectural and Fine Arts Library, donazione W.K. Harrison 73. Georges Vantongerloo Interrelazione di volumi, 1919 pietra, 17,8 x 12,1 x 12,1 cm Lucerna, Chantal and Jakob Bill collection 74. Willi Baumeister Pittura murale nero-rosa, 1923 olio, compensato e sabbia su tavola, 116,2 x 76,2 cm Vienna, Museum Moderner Kunst Stiftung Ludwig 75-78. Otto Gustav Carlsund Progetti di un murale per una serie di cinema, 1926-1936 Uomo con megafono I, Operatore grigio, Musicista II, Macchina verde (1936) gouache su grafite su carta, 24,9 x 12 cm (cadauno) New Haven, Yale University Art Gallery, donazione della Collection Société Anonyme 79. Ragnhild Keyser Composizione I, 1926 olio su tela, 129,5 x 65,1 cm New Haven, Yale University Art Gallery, donazione della Collection Société Anonyme 80. Jacques Lipchitz Figura semieretta, 1915 piombo, 48,3 x 12,7 x 8,6 cm (56,5 x 16,8 x 10,2 cm con base) Filadelfia, Philadelphia Museum of Art, A.E. Gallatin Collection inv. 1952-61-71 81. Fernand Léger Copertina per “Europa Almanach” di Carl Einstein e Paul Westheim, 1925 Gustav Kiepenhauer Verlag, Potsdam periodico, 23,5 x 15,5 cm Filadelfia, Philadelphia Museum of Art Library 82. Fernand Léger Studio per un murale, 1925 gouache su carta, 241 x 83 mm (foglio 368 x 211 mm) Filadelfia, Philadelphia Museum of Art, A.E. Gallatin Collection, inv. 1952-61-60 83. Fernand Léger Pittura murale, 1924-1925 olio su tela, 180,2 x 80,2 cm New York, Solomon R. Guggenheim Museum, inv. 58.1507 84. Fernand Léger Composizione murale, 1926 olio su tela, 130,4 x 97 cm Biot, Musée National Fernand Léger, Musées Nationaux du XXème Siècle des Alpes-Maritime, donazione di Nadia Léger e Georges Bauquier, 1969 /5 Sezioni Mostra Léger La visione della città contemporanea 1910 - 1930 — LE SEZIONI DELLA MOSTRA All’inizio del XX Secolo il ritmo della modernità palpita lungo le strade delle città europee. La massiccia migrazione dalla campagna – fenomeno che ha dato origine alla metropoli moderna - segna una svolta epocale nella storia del mondo occidentale. Nel fatidico anno 1900, il giovane Fernand Léger arriva a Parigi dal paesino rurale in cui era nato. Diciannove anni dopo realizzerà La città, un dipinto monumentale che coglie la trasformazione della vita di tutti i giorni nella metropoli. A partire da questo snodo fondamentale, la mostra ripercorre il decennio successivo, quando Léger svolgerà un ruolo chiave nel condurre l’arte a un rapporto del tutto nuovo con la realtà urbana. Confrontandosi con altri pittori, poeti, architetti, registi teatrali e cinematografici delle avanguardie internazionali approdati a Parigi, Léger andrà “oltre il cavalletto” prefigurando un nuovo “realismo” in grado di “uguagliare” la città moderna, accogliendo i cambiamenti creativi che derivano dalla contaminazione tra diverse forme ed espressioni artistiche e tra arte e mass media: incontri fecondi che solo le città erano e sono in grado di generare. SALA 1 La metropoli prima della guerra A diciannove anni, Léger arriva a Parigi all’alba del nuovo secolo, per lavorare come disegnatore architettonico. Quando parte per il fronte della Prima Guerra Mondiale nel 1914, è già un pittore emergente tra le avanguardie dell’epoca. Parigi è allora il luogo migliore in cui trovarsi per un artista giovane e ambizioso. La città è il centro mondiale dell’arte e della cultura, nonché la capitale del commercio e del bel vivere. Le recenti invenzioni cominciano a rivoluzionare la vita di tutti i giorni: il telefono, la radio e la stampa portano nelle case informazioni e notizie internazionali, mentre le automobili, i treni espressi e gli aeroplani stanno accelerando il ritmo della vita. Il cinema e i grammofoni offrono intrattenimenti alla portata di tutti, e la luce elettrica trasforma le strade notturne in luna park. SALA 2 Léger si accorge che la metropoli in via di trasformazione ha bisogno di un’arte nuova. È una rivelazione comune anche ad altri artisti: si pensi ad esempio che proprio in quegli anni prende vita in Italia e si impone all’attenzione di tutta Europa il movimento futurista (il primo manifesto è del 1909), muovendo proprio dalla necessità di una nuova visione del mondo, basata sulla contemporaneità, la tecnologia, la velocità, il movimento che caratterizzavano appunto le nuove realtà urbane. “La portiera del vagone o il parabrezza dell’automobile’’, scrive Léger nel 1914, “uniti alla velocità acquisita, hanno cambiato l’aspetto abituale delle cose. L’uomo moderno registra un numero di impressioni cento volte superiore rispetto a un artista del XVIII secolo.” Le opere qui esposte vedono il lavoro di Léger affiancato a quello di altri artisti, con i /1 Sezioni Mostra quali egli instaura rapporti di collaborazione, scambio di idee, amicizia. Li accomuna l’intento di cogliere con la pittura i nuovi ritmi della vita urbana moderna, nel contesto irripetibile di fioritura delle molte diverse e rivoluzionarie tendenze artistiche che nascono e si intrecciano nella Parigi prebellica– dal cubismo nelle sue varie declinazioni, al futurismo, al simultaneismo - che per Léger e i suoi amici sono semplicemente un “nuovo modo di vedere”. SALA 4 Léger dipinge La città Nel 1918, dopo quattro anni passati prima rischiando la vita sul fronte e poi smaltendo un’intossicazione da gas in ospedale, Léger torna a Parigi. La guerra ha imposto una frustrante interruzione al suo lavoro, ma gli ha anche impartito una dura lezione, un “contatto con la realtà nuda e cruda”, che l’artista metterà in pratica con urgenza e concentrazione. Il quadro La città rappresenta l’esito culminante di questo intenso sforzo– comprovato da 14 studi preparatori, di cui due qui esposti- un vero e proprio manifesto postbellico. Secondo Léger il compito dell’arte è quello d’essere “equivalente” alla vita moderna anziché limitarsi a rappresentarla. L’energia creativa della sua Città regge il confronto con la frenesia della vita nella metropoli. Immagini fugaci di tabelloni pubblicitari, sbuffi di fumo, cartelli stradali e impalcature sono collocati tra colori vividi e forme contrastanti per produrre l’effetto di “massima intensità” che ricorda il disorientamento e l’assalto sensoriale provati da chi cammina lungo una strada affollata. Il dipinto ha la linearità grafica di un cartellone pubblicitario, il movimento tremolante di uno schermo cinematografico, l’espansione di un fondale di teatro e l’audacia di un murale. Si proietta così oltre la cornice, aspirando a competere con altre immagini dell’ambiente urbano. Per Léger, La città è l’annuncio di una nuova direzione e un punto di riferimento creativo cui tornerà continuamente. E quando nel 1942, facendo un bilancio della sua attività, affermerà che solo tre opere fondamentali l’hanno “dominata per intero”, La città sarà la prima della lista. Il tentativo di conferire monumentalità e forza viscerale al soggetto della vita urbana rimarrà il progetto principale della sua carriera, tradotto come si può osservare nelle sale successive in molte nuove opere nel campo del design murale, del teatro, del cinema e della pittura. SALA 5 La pubblicità Il 1919, anno in cui Léger dipinge La città, segna l’inizio di un’età dell’oro per la pubblicità a Parigi. Mentre l’economia si riprende dopo la guerra, le vie della capitale sono invase da manifesti e grandi cartelloni. Come i giornali, la pubblicità viene considerata una forma di comunicazione pubblica, o publicité. Il suo obiettivo è produrre un poderoso impatto visivo capace di emergere dal caos del traffico cittadino e di trasmettere il messaggio desiderato. A questo scopo, le aziende del settore si rivolgono agli artisti più moderni, nelle cui mani il design pubblicitario diventa una forma d’arte commerciale innovativa. Dopo La città, Léger semplifica le sue composizioni, ricorrendo a motivi iconici disposti ritmicamente e a una gamma cromatica audace. I dipinti acquisiscono un nuovo piglio aggressivo, percepibile anche da lontano. Se questo approccio deve molto alla pubblicità moderna, i designer pubblicitari imparano a loro volta molto da Léger, al punto che l’artista viene definito “il padre del manifesto francese contemporaneo”. Egli, tuttavia, prende a prestito determinati effetti anche dal cinema. Come il manifesto pubblicitario, il primo piano cinematografico attira l’attenzione sugli oggetti quotidiani in modo completamente nuovo. Léger arriva addirittura a paragonare la sequenza di manifesti lungo una strada alla bobina di un film /2 Sezioni Mostra che si srotola. Non contento di usare questi mezzi visivi come fonte d’ispirazione per la sola pittura, gira anche un film, crea manifesti e illustrazioni per libri e riviste. SALA 6 Lo spettacolo Ballet Mechanique È l’unico film di Lèger, realizzato con il contributo artistico di Man Ray e la collaborazione alla regia di Dudley Murphy. Non ha trama ma consiste nell’interazione ritmica di oggetti d’uso comune, tra primi piani, scomposizioni o ribaltamenti simmetrici. Per Léger è una sorta di dichiarazione d’intenti sul potere del cinema di trasformare oggetti ordinari in uno spettacolo intensamente lirico. Interpreti e trama sono irrilevanti, in modo che la potenza del mezzo filmico emerga come capacità di rappresentazione dell’immagine animata e in questo senso si ponga come attività strettamente artistica, al pari della pittura o della poesia. In seguito, Léger attingerà al repertorio figurativo del film in diversi dipinti. La versione che qui vediamo è probabilmente l’originale presentato alla prima del film nel ’24. SALA 7 Lo spettacolo e il design teatrale La vita moderna, scrive Léger nel 1924, “scorre a una velocità tale che [...]un pezzo di vita visto dalla terrazza di un caffè è uno spettacolo”. Animata da cartelloni pubblicitari e da vetrine variopinte, da veicoli che sfrecciano e insegne che lampeggiano, la strada è diventata essa stessa un evento teatrale, uno spettacolo. Ne consegue che una delle possibilità più allettanti per un pittore che voglia entrare nella “grandiosa messa in scena della vita” sia lavorare per il teatro. Negli anni Venti, Léger s’ interessa sempre di più all’allestimento teatrale, una passione che condivide con amici esponenti delle avanguardie del tempo, dal pittore dada Francis Picabia, di cui ammira in modo particolare lo straniante balletto Relache, ove s’intrecciano forme cinematografiche e performance dal vivo, a Sonia Delaunay, capace di decostruire con i suoi costumi di scena i corpi stessi degli attori attraverso “cubistiche” geometrie di colori. SALA 8 Lo spettacolo e il design teatrale Léger giudica obsoleto il teatro classico, che privilegia le parole del drammaturgo e la performance dell’attore. Sogna invece una “scena pubblica” che combini circo, luna park, spettacolo di varietà, danza e cinema. Collaborando con i Ballets suédois (Balletti svedesi), immagina il palcoscenico come un dipinto che prende vita: una composizione mobile di colori brillanti e di forme inaspettate, coreografata secondo la sua “legge pittorica dei contrasti”. ll suo teatro vuole produrre uno “stato lirico di stupore”, un poema spettacolare di scene ed eventi costantemente reinventati in modi inattesi e sorprendenti, proprio come è la vita moderna. SALA 9 Lo spazio Léger ritiene che l’arte del suo tempo abbia “liberato” il colore, che nelle epoche precedenti era stato vincolato alla rappresentazione degli oggetti e che è invece /3 Sezioni Mostra “un’esigenza naturale, come l’acqua e il fuoco [...] una materia prima indispensabile alla vita”, nonché un elemento cruciale dell’ambiente urbano. Questa visione del colore liberato nell’ambiente scaturisce dagli incontri con l’architetto svizzero Le Corbusier e con il pittore olandese Theo van Doesburg. Seppur in modi diversi, anch’essi sentono l’esigenza di una nuova libertà spaziale in cui il colore diventi un elemento attivo. SALA 10 Lo spazio Liberato dalla pittura moderna, il colore può invadere le vie. Léger sogna di coreografare intere città dipingendone i muri a tinte accese. Immagina che la pittura, uscendo fuori dalla tela, possa vagare per la metropoli: “Tutti gli insediamenti umani invasi dal colore”. Proprio in questa direzione è chiaro il suo legame con De Stjil (Neoplasticismo), il movimento fondato nel 1917, insieme a van Doesburg, da Piet Mondrian, amico di Lèger fin dai tempi di Montparnasse, cui aderisce anche lo scultore Georges Vantongerloo. Con Léger essi condividono l’idea dall’interazione tra le diverse discipline, della permeabilità tra interno ed esterno, del rapporto tra spazio e colore. Tra il 1924 e il 1926, Léger crea una serie di “dipinti murali” astratti ispirati a tutto ciò. Non più “quadri da cavalletto”, sono opere che intendono interagire con l’ambiente circostante. “Tra tutti i pittori moderni”, avrebbe osservato Le Corbusier, Léger è “ l’unico i cui dipinti richiedano una nuova architettura.” /4