Capitolo 9_153_158

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Capitolo 9_153_158
9.
ATTRAZIONE DEGLI INVESTIMENTI
ESTERI: DUE MODELLI A CONFRONTO
Premessa
Un incremento della presenza diretta di imprese straniere in un paese
può concretamente contribuire a rilanciarne la competitività. Diversi sono i
benefici derivanti da un’accresciuta presenza di operatori esteri, quali lo sviluppo di capacità tecnologiche innovative, la diffusione di nuove competenze e know-how, una maggiore integrazione reciproca con altri sistemi economici, la possibilità di confronto con altre modalità di organizzazione del lavoro e gestione manageriale, un ulteriore contributo alla crescita economica
e alla creazione di nuova occupazione. La desiderabilità di nuovi investimenti
provenienti dall’estero comporta la necessità di individuare le strategie e le
misure più idonee ad accrescere la capacità di attrazione di un determinato
sistema paese.
Le imprese che investono all’estero possono perseguire due obiettivi principali1, da considerarsi complementari: incrementare la penetrazione delle proprie produzioni su specifici mercati esteri e incrementare l’efficienza del proprio ciclo produttivo.
La realizzazione all’estero di nuove unità produttive, di una propria rete distributiva o di propri servizi di assistenza post-vendita può costituire un passaggio di grande importanza per una più efficace penetrazione nei mercati esteri. La presenza diretta su un mercato estero può determinare vantaggi derivanti dalla maggiore vicinanza delle unità produttive, dalla presenza di servizi
di distribuzione o di assistenza gestiti direttamente dalla casa madre con la
garanzia di rispettare elevati standard qualitativi. Infine, la realizzazione di Ide
contribuisce a determinare una delle condizioni per l’ulteriore sviluppo di un
processo di internazionalizzazione aziendale, grazie alla successiva riutilizzazione dell’esperienza acquisita sui diversi mercati2.
Le strategie per conseguire una maggiore efficienza del ciclo produttivo si
articolano sia in azioni mirate a ridurre i costi di produzione, con benefici su
tutti i mercati di destinazione dei propri prodotti; sia in azioni mirate a superare vincoli e barriere che possono incidere sul prezzo finale del prodotto, con
benefici concentrati nel mercato in cui si realizza l’investimento.
Si può quindi procedere a riprodurre il processo produttivo, o a delocalizzarne una parte, per abbattere i costi di produzione (accesso agevolato alle
materie prime, minor costo della manodopera, costo dell’energia, disponibilità
di servizi; minore pressione fiscale; minore incidenza di vincoli per la tutela dell’ambiente; e così via). La riduzione dei costi di produzione si traduce in maggiore competitività su tutti i mercati di sbocco.
La realizzazione di un investimento all’estero consente di superare le bar1 Entrambi questi obiettivi sono inquadrabili nello schema elaborato dall’economista Raymond
Vernon sul ciclo del prodotto, centrato sui flussi commerciali internazionali e successivamente ampliato per includere anche l’investimento all’estero come risposta al declino competitivo delle produzioni nazionali. R. Vernon «International Investment and International Trade in the Product Cycle» Quarterly Journal of Economics, May, 1966.
2 L’esistenza, o meno, di systemic similarities consente all’impresa che si affaccia su nuovi
mercati di far tesoro dell’esperienza già precedentemente acquisita all’estero. Vedi V. Balasubramanyam, D. Sapsford «The Economics of International Investment» (Elgar Publishing Ltd. - 1994).
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riere tariffarie poste per proteggere le industrie locali dalla concorrenza internazionale oppure rende possibile sfruttare benefici specifici esistenti in un determinato paese3. Quest’ultimo è un aspetto che ha rilievo a prescindere dal fatto
che il mercato di insediamento sia o meno il mercato di sbocco della produzione. Analogamente, un investimento produttivo all’interno di un mercato estero di
sbocco pone l’impresa investitrice al riparo dalle fluttuazioni dei cambi, che possono risultare notevolmente penalizzanti per un’impresa esportatrice.
Infine, un investimento all’estero può essere determinato da un ulteriore
elemento, sempre mirato a incrementare l’efficienza complessiva dei cicli produttivi aziendali, che è dato dalla possibilità di accedere a innovative capacità
di «Ricerca e Sviluppo», in grado di integrare le risorse già a disposizione dell’impresa investitrice.
Da questa breve panoramica emerge la necessità di riuscire a presentare ai potenziali investitori internazionali un sistema paese come partner credibile e affidabile, che possa offrire effettivi benefici all’impresa straniera intenzionata a sceglierlo come sede per la localizzazione di un nuovo investimento. La crescente competizione internazionale fa sì che per attrarre nuovi investimenti non conti solo cosa un paese abbia da offrire, ma anche in che modo questa offerta viene presentata all’estero.
Francia
e Regno Unito
a confronto
In questo capitolo si presenteranno alcuni spunti di riflessione tratti dall’analisi del funzionamento e dell’organizzazione del modello britannico e del modello francese per l’attrazione di investimenti diretti dall’estero4.
La scelta di analizzare il modello britannico si basa sulla constatazione di
come l’elevata apertura internazionale e il notevole afflusso di investimenti dall’estero abbiano concorso in maniera rilevante a determinare la positiva performance economica del Regno Unito nel corso degli ultimi anni. La decisione di
aprirsi agli investitori stranieri è stata perseguita con determinazione dal governo, dalle istituzioni e dal sistema economico inglese nel suo complesso5.
Le politiche e le misure di apertura, adottate sia a livello nazionale che regionale, hanno permesso di valorizzare ulteriormente l’offerta competitiva e l’attrattività del Regno Unito agli occhi degli investitori stranieri. I risultati ottenuti
confermano la validità di questa decisione. È opportuno ricordare come nel
2004 lo stock di investimenti esteri realizzati nel Regno Unito corrispondesse
al 32,8% del Pil6. Nell’anno fiscale 2003/2004 sono stati attivati 811 nuovi progetti di investimento, che hanno permesso una creazione complessiva di 25.463
nuovi posti di lavoro7.
La scelta del modello francese, invece, si basa sulla similarità ammini3 Questo aspetto è di particolare rilievo se riferito alla diversità dei regimi fiscali. Diversi studi evidenziano come bassi livelli di tassazione abbiano inciso sulla capacità di attrarre Ide. Vedi
H. Grubert, J. Mutti, «Taxes, Tariffs and Transfer Pricing in Multinational Corporate Decision
Making» in Review of Economics and Statistics (1991) e S. Thomsen, S. Woolcock «Direct Investment and European Integration - Competition among Firms and Governments» (Pinter Publishers - 1993).
4 Si desidera ringraziare l’Ambasciata d’Italia a Londra, le Ambasciate di Francia e Regno
Unito in Italia, Uk Trade and Investment, Think London, Agence Française pour les Investissements Internationaux, Blick Rothenberg, Citigate Public Affairs e Field Fisher Waterhouse per la
collaborazione e i suggerimenti forniti. Fermo restando che eventuali imprecisioni sono da imputare esclusivamente all’autore.
5 Il successo del Regno Unito nell’attrarre investimenti esteri si basa sicuramente sulla notevole capacità competitiva dell’economia inglese nel suo complesso, tuttavia non si può non sottolineare il rilevante contributo dell’organizzazione e dell’efficienza del suo sistema, sia pubblico
che privato, dedicato all’attività di promozione del paese come destinazione di Ide.
6 Fonte: Economist Intelligence Unit.
7 Fonte: Inward Investment Report - Uk Trade and Investment, luglio 2004
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strativa e organizzativa che è spesso possibile riscontrare fra Francia e Italia.
Il sistema politico-economico francese, tradizionalmente visto come esclusivo
fautore dei cosiddetti campioni nazionali, ha saputo adottare politiche di apertura nei confronti degli investitori stranieri che hanno portato un sicuro beneficio all’economia transalpina. I recenti successi8 conseguiti dalla Francia nell’attrazione di nuovi investimenti dall’estero inducono a riflettere sulla necessità di adeguare e migliorare le strutture organizzative esistenti in Italia.
Specializzazione
La principale agenzia pubblica inglese, la Uk Trade and Investment, opera con una competenza specifica e sovraordinata rispetto ad altri enti nel campo della promozione degli investimenti esteri, sia in uscita che in entrata. Da
ciò deriva il beneficio di poter concentrare le proprie attività su obiettivi chiari
e definiti.
La focalizzazione di Uk Trade and Investment sull’attrazione di investimenti
esteri consente a questa agenzia di dialogare e confrontarsi con le altre amministrazioni inglesi con una funzione di indirizzo. Risulta particolarmente efficace la facoltà dell’agenzia di avviare una sorta di procedura concorrenziale
fra più regioni potenzialmente interessate a diventare sede di un nuovo investimento una volta che sia stato avviato un contatto con una società estera a
sua volta interessata a investire nel Regno Unito: le diverse regioni sono chiamate a presentare pacchetti di proposte attraverso cui illustrare i vantaggi che
offrono come sede di investimento.
Questo meccanismo comporta il duplice beneficio di favorire l’individuazione della proposta più vantaggiosa da presentare all’investitore straniero e
di stimolare le diverse amministrazioni regionali a elaborare con sempre maggiore efficacia pacchetti di proposte in grado di offrire vantaggi concreti.
Analogamente, in Francia opera l’Agence française pour les investissements Internationaux (Afii), fondata nel 1969, che ha il compito esclusivo di ricercare e favorire la realizzazione di investimenti esteri in Francia.
L’Afii è a sua volta collegata ad una rete di agenzie regionali. Le agenzie
operanti a livello locale, che non corrispondono necessariamente alla suddivisione amministrativa regionale francese9, possono presentare delle proposte
di investimento, elaborate sulla base di scelte strategiche e specializzazioni locali, all’Afii, che è quindi chiamata a ricercare potenziali investitori esteri corrispondenti al profilo richiesto.
A sua volta l’Afii può richiedere alle agenzie regionali, secondo uno schema concorrenziale attivato attraverso una vera e propria asta informatica, di
elaborare delle dettagliate offerte di localizzazione che saranno poi selezionate per rispondere al meglio alle richieste di un’impresa straniera intenzionata
a realizzare un nuovo investimento in Francia.
Coordinamento
interministeriale
Nel Regno Unito esiste una figura governativa, a cui è attribuito il rango
di Junior Minister, che ha il compito di coordinare tutte le iniziative mirate all’attrazione di investimenti esteri. Questa figura è in grado di esercitare un ruolo di coordinamento e di indirizzo politico sulle amministrazioni che dipendono
sia dal Foreign Office sia dall’Uk Trade and Investment, infatti ha il rango di
Junior Minister negli organigrammi di entrambi i dicasteri.
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Nel 2004 sono stati realizzati 583 nuovi progetti di investimento, con una crescita del 6,6%
rispetto all’anno precedente. Ciò ha permesso la creazione di 20.654 nuovi posti di lavoro. (fonte: Rapporto Afii «Foreign direct investment in France in 2004»).
9 Ad esempio per le regioni occidentali della Francia – Bretagna, Pays de la Loire e PoitouCharentes – esiste l’agenzia Ouest Atlantique che ha la responsabilità per questi tre territori.
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Questo coordinamento consente di utilizzare al meglio le capacità e le potenzialità delle diverse strutture, nonché di evitare duplicazioni nell’utilizzazione delle risorse disponibili.
In Francia l’Afii garantisce la collaborazione di tre diverse istituzioni, Datar (Délégation à l’aménagement du territoire et à l’action regionale - ente responsabile per le politiche di sviluppo regionale, collegato all’azione politica del
Primo Ministro, con il quale il presidente dell’Afii ha una facoltà di dialogo diretto), Ministero delle Finanze (responsabile sia per le politiche di promozione
degli investimenti francesi all’estero che per l’attrazione di investimenti esteri
in Francia) e Ministero degli Esteri (con il quale la collaborazione è organica,
in quanto le sedi estere dell’Afii sono inquadrate all’interno delle rappresentanze diplomatiche francesi e lo stesso presidente dell’Afii ha anche il titolo e
il rango di ambasciatore). La figura del presidente dell’Afii, benché non assimilabile al rango del Junior Minister britannico, dispone tuttavia di una notevole funzione di indirizzo, grazie al forte rapporto di collaborazione esistente
con le tre amministrazioni governative.
Presenza
all’estero
di funzionari
con esclusiva
competenza
sull’attrazione
degli Ide
Nei principali paesi esteri la Uk Trade and Investment dispone di propri
funzionari il cui unico ed esclusivo compito è quello di ricercare potenziali investitori interessati alle opportunità offerte dal Regno Unito. Attualmente esistono uffici esteri specializzati della Uk Trade and Investment in 25 paesi.
La presenza all’estero di personale dedicato all’unico scopo di contattare
potenziali investitori interessati alle opportunità offerte dal Regno Unito consente di allargare notevolmente la sfera di azione dell’Uk Trade and Investment. Infatti è così possibile segnalare un’«offerta-paese» anche a imprese
che non avrebbero necessariamente preso in considerazione il Regno Unito
come destinazione di investimento nei loro processi decisionali.
Il personale distaccato all’estero può così porsi come primo punto di riferimento per l’impresa estera e come guida per i successivi contatti con il paese prescelto per l’investimento.
Anche l’Afii dispone di propri funzionari all’estero, che, pur rientrando formalmente nel personale delle missioni diplomatiche francesi all’estero10, sono
esclusivamente concentrati sulla ricerca di nuovi investimenti. L’Afii è presente in 22 paesi.
Partnership
pubblicoprivato
Parallelamente all’azione a livello nazionale di Uk Trade and Investment,
nel Regno Unito esistono agenzie operanti a livello regionale. Di particolare interesse è l’esperienza della società Think London, creata per promuovere in
modo mirato le opportunità offerte dalla capitale britannica a potenziali investitori esteri e per offrire un’assistenza continuativa alle imprese estere già insediatesi a Londra.
Pur tenendo ben presente i vantaggi strutturali che la città di Londra11 offre, non si può non sottolineare la capacità dimostrata da Think London che
nel corso del 2004 ha contribuito alla positiva conclusione di circa 80 operazioni di investimento.
La caratteristica principale di questa agenzia è data dall’essere basata su
una partnership fra enti pubblici e soggetti privati. In particolare, il finanzia10
Questo inquadramento, peraltro, favorisce una maggiore collaborazione con la rete diplo-
matica.
11 1/7 della forza-lavoro di Londra è riconducibile alla presenza di imprese straniere, per un
fatturato di circa 30 miliardi di sterline e con una media degli stipendi pari a 45.000 sterline annue (fonte: Think London).
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mento di Think London si basa su contributi erogati dal Governo Centrale, attraverso l’Uk Trade and Investment che utilizza Think London con funzioni sussidiarie, dagli enti locali di Londra e da 330 società private che versano una
quota annua di 12.000 sterline. In cambio le società private ottengono la possibilità di essere coinvolte sin dai primi contatti con potenziali investitori: questi contatti, quindi, possono successivamente trasformarsi in rapporti d’affari.
La presenza di società private fra i finanziatori di Think London comporta
tre notevoli benefici all’azione di questa agenzia:
– incentivo al controllo e alla verifica dell’efficienza con cui vengono progettate e gestite le iniziative e le attività di Think London;
– coinvolgimento delle società private nelle attività di Think London. Questo coinvolgimento comporta ulteriori contributi diretti, nonché la possibilità che
alcune società private siano immediatamente affiancate a Think London (dalle società fornitrici di servizi di utilities a società di consulenza/studi legali) per
fornire informazioni e rispondere immediatamente e con accuratezza ad ogni
eventuale domanda posta dai potenziali investitori;
– la presenza dei partner privati contribuisce notevolmente a migliorare la
percezione di Think London da parte dei potenziali investitori esteri, che si trovano così a confrontarsi con una controparte percepita come simile ed affine.
In Francia, viceversa, non si riscontra un analogo livello di integrazione fra
il settore pubblico e il settore privato nel campo dell’attrazione degli investimenti esteri. La collaborazione viene attivata ad hoc, prevalentemente per la
realizzazione di specifici eventi con partner privati o per eventuali contatti con
privati che possano offrire conoscenze specifiche sul paese di origine di un
determinato investitore12.
Assistenza
postinvestimento
Il servizio di assistenza post-investimento riveste un’importanza prioritaria
nelle strategie messe in atto dal sistema istituzionale britannico. L’indicazione
condivisa dai diversi enti che possono entrare in contatto con l’investitore estero è quella di trasmettere il messaggio che una volta realizzato l’investimento
l’impresa estera si deve poter sentire «inglese» e come tale essere in grado
di fare affidamento sul pieno sostegno e supporto delle istituzioni pubbliche.
Prevedere contatti con un’impresa estera anche dopo che abbia realizzato l’operazione di investimento offre un duplice beneficio:
– si riduce in parte il rischio di disinvestimento e si incentiva la realizzazione di ulteriori investimenti che possano ampliare la gamma di attività svolte nel paese prescelto;
– si contribuisce a migliorare l’immagine del paese prescelto, rendendo
possibile che l’impresa estera svolga indirettamente una funzione promozionale in madrepatria attraverso propri autonomi contatti con altre imprese collegate.
Anche per l’Afii l’assistenza post-investimento rappresenta una priorità operativa. I contatti con gli investitori stranieri vengono mantenuti e valorizzati anche una volta che si è conclusa l’operazione di investimento. È stato costituito anche un comitato di 25 imprenditori esteri che, attraverso il presidente dell’Afii, possono presentare le proprie istanze direttamente al Primo Ministro.
12 L’esperienza di Think London potrebbe essere riproposta in Italia, sicuramente in città come Milano e Roma, ma anche in altre realtà cittadine capaci di offrire dinamismo e un tessuto
imprenditoriale locale particolarmente reattivo.
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Coinvolgimento
dei partner
privati per la
realizzazione di
promozione
e informativa
Società private vengono chiamate a contribuire alla realizzazione di materiale informativo, destinato a potenziali investitori interessati al Regno Unito.
Il contributo da parte di soggetti privati, direttamente coinvolti nelle attività economiche legate alla realizzazione di un nuovo investimento, contribuisce ad accrescere la fruibilità del materiale informativo e promozionale, rispondendo immediatamente e con accuratezza a domande concrete che un potenziale investitore si potrebbe porre.
Analogamente a quanto avviene per le partnership pubblico-privato, in
Francia questo tipo di collaborazione è meno sviluppato rispetto al sistema inglese.
Offerta di
servizi mirati
per la clientela
estera
Anche nel settore privato inglese, ad esempio nel campo della consulenza legale, fiscale e tributaria, si può riscontrare una forte specializzazione nell’assistenza mirata a clienti stranieri13.
Incentivare una maggiore presenza di specialisti, eventualmente anche
stranieri, all’interno delle società private che offrono servizi a clienti esteri contribuisce a incrementare la capacità complessiva di un sistema paese nell’attrazione di nuovi investimenti dall’estero.
In Francia questa specializzazione è meno pronunciata, tuttavia la realtà
dei servizi professionali francesi è indubbiamente più attenta alle esigenze di
clienti stranieri rispetto a quanto si possa superficialmente ritenere sulla base
dell’immagine stereotipata di paese poco incline all’apertura internazionale.
Conclusioni
Obiettivo di questa analisi era illustrare alcune delle principali caratteristiche del funzionamento del modello francese e inglese di promozione degli Ide
al fine di offrire spunti per la riflessione anche in Italia. I due modelli si basano su sistemi economici che presentano diversità di rilievo rispetto al nostro
paese, tuttavia alcune delle esperienze segnalate possono fornire un’utile indicazione per una sempre maggiore efficienza e migliore organizzazione delle agenzie pubbliche italiane cui spetta il compito di attrarre nuovi investitori
dall’estero.
13
Indubbiamente l’esistenza di un notevole livello di investimenti esteri favorisce la specializzazione in questo campo da parte di soggetti privati. Tuttavia è opportuno sottolineare come in
alcuni casi la scelta strategica, da parte di società di consulenza, di puntare sull’assistenza a investitori esteri, abbia permesso a queste società di accrescere in modo rilevante il proprio giro
d’affari.
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