Bioermi a Rudiste nel Cretacico del Matese Orientale
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Bioermi a Rudiste nel Cretacico del Matese Orientale
Bioermi a Rudiste nel Cretacico del Matese Orientale. Le Rudiste Singolari bivalvi sessili che vissero tra la fine del Giurassico e la fine del Cretacico, le Rudiste sono descritte esaurientemente in M.Mainelli, 2000, cui si rimanda per le opportune conoscenze. In questo contesto se ne considerano soltanto alcuni aspetti paleoecologici ed in parte filogenetici al fine di una più completa comprensione delle formazioni bioermali a Rudiste che si rinvengono nel Cretacico del Matese Orientale, scopo del libro. Sull’origine delle Rudiste ci sono ancora tanti aspetti non completamente accertati per la mancanza di testimonianze fossili che possano chiarirne la filogenesi. Gli attuali orientamenti fanno risalire le Rudiste al Giurassico superiore col genere Diceras che si diversifica in una ampia varietà di forme per tutto il Cretacico. Sono state formulate due ipotesi circa l’origine delle Rudiste. La prima, che si deve a H.Douvillè (1886; 1887; 1935), sostiene che l’origine delle Rudiste è attribuita al genere Pterocardium del Giurassico superiore, bivalve fisso al substrato per mezzo di una valva, la destra o la sinistra, per resistere, dice Douvillè, al moto violento delle correnti d’acqua che investivano gli individui cercando di rimuoverli dal loro ambiente di vita. La fissilità al substrato determina nel mollusco essenzialmente : - la crescita sproporzionata della valva fissa al substrato, - lo sviluppo abnorme dell’apparato mio-cardinale. Queste modificazioni, tra l’altro, si rilevano nel genere Diceras da cui derivano per evoluzione tutte le diversificazioni nelle famiglie delle Rudiste. La sistematica delle Rudiste desunta, seguita fino agli anni 50 del secolo scorso, esprime le vedute del Douvillè. La seconda ipotesi si deve a C.Dechaseaux in J.Piveteau,1952, secondo cui l’origine delle Rudiste risale al genere Megalodon del Devoniano, da cui deriva Protodiceras del Lias e quindi Diceras del Giurassico superiore. Le modificazioni riguardano sempre, innanzitutto: - la crescita abnorme della valva fissa; - gli adattamenti dell’apparato mio-cardinale. La sistematica proposta da Dechaseaux esprime le vedute che si leggono in R.C.Moore, 1969, secondo cui le Rudiste, comprese nell’ordine Hippuritoida , si classificano in 7 famiglie. Poiché le sistematiche suindicate non convincono pienamente nel 1959 V.Pchelintsev ne elabora una nuova classificando le Rudiste in 2 sottordini, Dextrodonta e 73 La sistematica delle Rudiste proposta da M.Mainelli, 1990, tenendo conto di tutte le vedute formulate, rettificando alcune inesattezze tassonomiche, emendando Pchelintsev, 1959, distingue l’ordine Rudistae nei sottordini Dicerasodonta, Dextrodonta e Sinistrodonta, nei quali si classificano 10 famiglie. La sistematica proposta da M.Mainelli, 1990, non affronta il problema delle origini rimandandone la soluzione a quando si potrà disporre di campionature più complete adatte per una ricostruzione filogenetica. La classificazione delle Rudiste, elaborata secondo le vedute di M.Mainelli, 1990, è riportata in M.Mainelli, 2000. Le Rudiste nel Cretacico del Matese Orientale. Secondo le conoscenze attuali nel Matese Orientale le Rudiste sono presenti con 6 famiglie distinte in 31 generi, come da seguente schema: Famiglie Sottofamiglie Generi Requienidae Requienia, Apricardia, Toucasia Monopleuridae Monopleura, Himerelites. Caprotinidae Caprotina, Sellaea Caprinidae Ichthyosarcolites, Caprina, Caprinula, Mathesia, Mitrocaprina, Neocaprina, Offneria, Schiosia, Orthoptychus, Plagioptychus, Sphaerucaprina Radiolitidae Gorjanovicia, Radiolitinae Radiolites, Eoradiolites, Praeradiolites, Sphaerulites Biradiolitinae Sauvagesinae Lapeirousinae Hippuritidae Biradiolites, Bournonia, Distefanella Sauvagesia, Durania Lapeirousia, Katzeria Hippurites, Hippuritella, Vaccinites La loro distribuzione stratigrafica nella Piattaforma Carbonatica del Matese Orientale 74 Per il Matese Orientale - la famiglia Requienidae è presente dal Barremiano al Santoniano con i generi Requienia (Barremiano-Santoniano) a Civita e al Palumbaro di Pietraroja, a Piscina Cul di Bove, Sbregavitelli, su Monte La Costa e Colle Salva Signore, Toucasia (BarremianoAptiano) a Civita di Pietraroja e su Monte La Costa, Apricardia (CenomanianoTuroniano) su Monte La Costa e su q.916; - la famiglia Monopleuridae è presente dal Barremiano al Turoniano con i generi Monopleura (Barremiano-Turoniano) estesa in tutto il Matese Orientale, Himerelites (Cenomaniano) su Monte La Costa, Aria dell’Orso, La Gallinola e a Campo Puzzo; - la famiglia Caprotinidae è presente dal Barremiano al Coniaciano con i generi Caprotina (Barremiano-Coniaciano), Sellaea (Cenomaniano) che si rinvengono in particolare su Monte La Costa, Aria dell’Orso, Campo Puzzo-La Costa Alta, La Gallinola; - la famiglia Caprinidae presente dall’Aptiano al Campaniano con i generi Caprina (Aptiano-Campaniano) estesa in tutto il Matese Orientale, Caprinula, Ichthyosarcolites, Sphaerucaprina, Neocaprina, Mitrocaprina, Orthoptychus (Cenomaniano) che si rinvengono su Monte La Costa, Colle Salva Signore, Aria dell’Orso, Campo Puzzo-Costa Alta, Mathesia (Aptiano superiore) a Sbregavitelli e su La Gallinola, Schiosia, Offneria (Aptiano superiore- Cenomaniano) su Monte La Costa; - la famiglia Radiolitidae presente dal Barremiano al Campaniano nelle sottofamiglie Radiolitinae con i generi Radiolites (Cenomaniano-Campaniano) in particolare su Monte La Costa, Monte S. Polo, Colle Salva Signore, Colle Morotti, Quota 916, Colle Antona, La Torretta, Costa Chianetta e Costa S.Angelo, Campo Puzzo-Costa Alta, La Gallinola, Eoradiolites (Albiano-Turoniano) su Monte La Costa, Aria dell’Orso dell’Orso, La Gallinola, Gorjanovicia (Santoniano-Campaniano) su Costa Chianetta e Costa S.Angelo, Praeradiolites (Albiano-Campaniano) su Monte La Costa, Aria dell’Orso, Sphaerulites (Aptiano-Turoniano) su Colle Salva Signore; Biradiolitinae con i generi Biradiolites (Turoniano-Campaniano) su Monte S. Polo, Colle Salva Signore, Colle Morotti, Colle Antona, Monte La Torretta, Bournonia (Turoniano-Campaniano) su 75 Colle Salva Signore, Distefanella (Turoniano-Campaniano) su Monte S. Polo, Colle Salva Signore, Quota 916, Sauvagesinae con i generi Sauvagesia e Durania (Albiano-Campaniano) su Monte La Costa, Monte S.Polo, Colle Salva Signore, Colle Morotti, Quota 916, Campo Puzzo-Costa Alta, La Gallinola, Colle Antona, Monte La Torretta, Costa Chiavetta- Costa S.Angelo, Lapeirousinae con i generi Lapeirousia e Katzeria (Santoniano-Campaniano) su Colle Salva Signore, Costa Chianetta; la famiglia Huippuritidae con i generi Hippurites, Hippuritella e Vaccinites (Turoniano-Campaniano) in tutto il Cretacico superiore del Matese Orientale e in particolare su Monte S.Polo, Colle Salva Signore, Colle Morotti, Quota 916, Costa Alta, Colle Antona, Monte La Torretta, area di Guardiaregia-S.Nicola-Ponte Arcichiaro. Paleoecologia. Le Rudiste, in quanto molluschi bivalvi, erano organismi colonizzatori del benthos neritico delle piattaforme carbonatiche tropicali della Tetide cretacica. La loro notevole diversità morfologica può considerarsi, inoltre, il fenomeno biologico evolutivo unico per plasticità genotipica e fenotipica nell’ambito della classe dei Bivalvi, con adattamenti a tutte le zonazioni e relative unità morfo-ecologiche delle piattaforme carbonatiche Tetisiane cretaciche. Genotipo = complesso dei geni che costituiscono il patrimonio ereditario di ciascun individuo nell’ambito del patrimonio genetico della specie cui appartiene. Fenotipo = complesso dei caratteri di un individuo determinato dalla interazione del genotipo con l’ambiente. Dal punto di vista dell’evoluzione le Rudiste possono essere distinte in due gruppi. L’uno, quello primitivo, comprende le famiglie Diceratidae, Epidiceratidae, Plesiodiceratidae, Heterodiceratidae, Requienidae, Monopleuridae, Caprotinidae, le quali si riconoscono essenzialmente - per la tendenza alla conservazione dei caratteri, specialmente quelli della forma generale; - per le piccole variazioni nell’apparato mio-cardinale; - per la scarsa adattabilità a tutti gli ambienti neritici. L’altro gruppo, cui appartengono le famiglie Caprinidae, Radiolitidae e Hippuritidae, 76 manifesta un grande adattamento a tutti gli ambienti neritici e una grande variabilità - nella forma generale; - nell’apparato mio-cardinale; - negli elementi relativi alla cavità ventrale, l’ornamentazione, l’apparato sifonale, il ligamento; - nella chiusura delle valve; L’evoluzione è il fenomeno del divenire nel tempo della materia vivente e non vivente. - nella grandezza. La biosfera, sottile involucro della Terra dove si svolge la vita, è soggetta al fenomeno dell’evoluzione. L’evoluzione chimico-fisica si fonda sul concetto che la Terra è un sistema dinamico i cui componenti, interagenti, mutano nel tempo. L’evoluzione biologica studia l’origine e la diversificazione della vita che interagisce con la crosta terrestre. Alcuni individui di Rudiste vivevano solitari, altri amavano essere gregari. I gregari formavano comunità, pseudocolonie secondo alcuni AA., ovvero popolazioni viventi in fisica un biotopo, oppure. in una sinusia. Biotopo = parte di un ecosistema Ecosistema = ambiente fisico e vivente di un’area. Habitat = biotopi nei quali un organismo può vivere. Sinusia = popolazione di un habitat dentro il biotopo. Le Rudiste solitarie che vivevano in un’area potevano essere o non essere della stessa specie, quelle gregarie potevano convivere anche con pochi individui di altre specie. Nelle comunità gli individui potevano essere - l’uno affiancato all’altro, in aderenza per mezzo della valva fissa con alcuni spazi comuni limitati; - l’uno separato dall’altro nelle valve fisse con spazi ampi tra gli individui. Nell’uno e nell’altro caso gli spazi erano occupati da sedimento sindeposizionale, ovvero che si depositava mentre gli individui erano in vita. La comunità era monospecifica se costituita da individui di una sola specie, multispecifica se costituita da individui appartenenti a più specie. Nella comunità multispecifiche una specie era sempre dominante sulle altre per numero di individui. Autoecologia = studiogregarie dei rapporti intercorrono tra gli nel bioermali. loro ambiente di vita. I resti delle Rudiste si che rinvengono oggi in organismi formazioni Sinecologia = studio del rapporto che intercorre tra l’organismo e l’ambiente di vita. Demoecologia = studio delle popolazioni di organismi. Come in tutti i Bivalvi, anche nelle Rudiste l’apparato filtratore, che non si ritrova fossilizzato, doveva essere sviluppato con un sistema di ciglie vibratili, collocate nella parte superiore della parete interna della cavità palliale. A valve aperte le ciglia, con il loro continuo movimento vibratile, producevano le correnti d’acqua che portavano i nutrienti all’apparato boccale. 77 Quando le valve si chiudevano e si arrestava il movimento delle ciglia l’acqua non entrava più. Funzionava allora l’apparato sifonale formato dal sifone branchiale, E, (dal francese entrèe = entrata), per immettere nella cavità palliale l’acqua di respirazione, e dal sifone anale, S (dal francese sortiè= uscita) per emettere dalla cavità palleale l’acqua di rifiuto. Apparato filtratore= apparato boccale, apparato palliale, ciglia vibratili, apparato sifonale. Nelle comunità a Rudiste in ogni individuo l’apparato sifonale era disposto in modo tale da non interferire con la funzione respiratoria di altri individui che gli vivevano accanto, aderenti nella maggior parte dei casi. Nei bioermi si può constatare fossilizzata la collocazione dell’apparato sifonale di ciascun individuo non interferente con quello degli altri. Le Rudiste della Piattaforma Carbonatica del Matese Orientale presentano la seguente distribuzione paleoecologica. I Requienidi e i Monopleuridi formavano in genere comunità monospecifiche in ambienti subtidali lagunari aperti, protetti, costituiti da fondali fangosi o sabbiosi a energia delle acque da moderata a bassa ma a buon ricambio d’acqua. I Requienidi raramente vivevano solitari e si associavano spesso a Radiolitidi e a Caprinidi in ambienti di scogliera ecologica. In genere Requienidi e Monopleuridi costruivano estese formazioni biostromali, con resti per la maggior parte in posizione di vita e con resti in tanatocenosi sedimentati caoticamente. I Caprotinidi vivevano in comunità monospecifiche e multispecifiche di laguna subtidale aperta, prossima alla scogliera ecologica, su fondali sabbiosi a buon ricambio di acqua, ovvero ad energia moderata delle acque; costituivano estese formazioni biostromali le quali si differenziavano dai depositi con resti in tanatocenosi. I Caprinidi vivevano prevalentemente in ambienti subtidali di scogliera ecologica, con acque ad energia medio-alta; erano Rudiste solitarie o aggregate in comunità in genere multispecifiche. I Caprinidi formavano bioermi. I loro resti oggi si rinvengono per la maggior parte in depositi di scogliera. I Radiolitidi colonizzavano in genere gli ambienti subtidali di piattaforma aperta o ristretta, costituiti da fondali con sedimenti prevalentemente fangosi , con acque ad energia da moderata a bassa e con una adattabilità notevole a fondali fangosi, ipersalini, a basso ricambio di acque. In fondali ristretti, ovvero in condizioni ambientali estreme, i Radiolitidi erano soggetti al fenomeno del nanismo. 78 Rudiste isolate Individui solitari, monotipici, di Radiolites sp. 2 1 Individui solitari, politipici, di 1) Hippurites nabresinensis 2) Vaccinites sp. 79 Comunità a Rudiste Individui di Hippulites colliciatus in aderenza Individui di Distefanella salmoiraghii non in aderenza 80 Ricostruzione di semplari di Rudiste della famiglia Radiolitidae. Gli esemplari, in posizione di vita, presentano le ciglia vibratili in funzione per assumere nutrienti. Le ciglia sono estroflessioni del mantello e fuoriescono attraverso la commessura delle due valve solo quando sono in funzione. Quando non sono in funzione le ciglia si ritraggono nella cavità palleale. A ciglia ritratte funziona l’apparato sifonale costituita dal sifone branchiale E per assumere nutrienti e dal sifone anale S per espellere i rifuiti. I sifoni quando sono in funzione fuoriescono attraverso la commessura delle valve. valva destra fissa ciglia vibratili valva sinistra libera 81 S E S E S S E E E S S S E E E S S S E La funzione dell’apparato sifonale di ogni individuo non interferisce con quella degli altri individui della comunità (Esempio di Hippurites colliciatus). Aggregzione semplice negli Hippuritidi (sempio di bouquet) Base di attacco dell’aggreagazione 82 Siti dei bioermi a Rudiste considerati nella Piattaforma Carbonatica del Matese Orientale. Sbregavitelli Monte La Costa Cappella diruta Anime del Purgatorio Monte S. Polo, Colle Salva Signore 83 I Radiolitidi pertanto possedevano - una elevata adattabilità in ambienti estremi, - una elevata variabilità morfologica sia genotipica, sia fenotipica, selezionata dalla variabilità ambientale. Alcuni generi di Radiolitidi (Sauvagesia, Durania) colonizzarono anche ambienti di scogliera ecologica, come ad esempio nel Cenomaniano di Monte La Costa dove si rilevano comunità a Durania montislacostae Mainelli. Gli Ippuritidi sono presenti nel Cretacico superiore, ovvero dal Turoniano al Campaniano, in comunità estese anche per centinaia di metri, riferibili ad ambienti di scogliera ecologica ed aree adiacenti, ad alto idrodinamismo. Essenzialmente le comunità ad Hippuritidi occuparono tutto il Neritico Aperto che si determinò con l’evoluzione tettono-sedimentaria della piattaforma. La scogliera ecologica ed aree limitrofe, scarpata da una parte e laguna prossimale dall’altra, si presentano colonizzate da dense comunità monospecifiche innanzitutto e poi da comunità multispecifiche in secondaria importanza. Le comunità costituirono estese formazioni bioermali. Bioermi a Rudiste. Le formazioni bioermali a Rudiste sono distribuite stratigraficamente in tutto il Cretacico; si riconoscono estesamente in quasi tutte le zonazioni morfo-ecologiche della piattaforma; interessano essenzialmente i Caprinidi, i Radiolitidi e gli Ippuritidi. Quelle considerate sono distinte per siti. Monte La Costa: - Bioerma a Schiosia nicolinae Mainelli dell’ Aptiano superiore, Bioerma multispecies del Cenomaniano superiore con le seguenti specie dominanti . . . . . . 84 Durania montislacostae Mainelli, Caprina carinata Boehm, Caprina schiosensis Boehm, Caprinula distefanoi Boehm, Ichthyosarcolites bicarinatus Gemmellaro, “ tricarinatus Parona, . “ cfr ensis Pocta, . Schiosia paolae Mainelli, . Toucasia danielae Mainelli. Cappella diruta Anime del Purgatorio: - Bioerma a Hippurites colliciatus Woodward del SantonianoCampaniano, Bioerma a Durania samnitica Parona del Coniaciano-Santoniano, Bioerma a Biradiolites sp.Santoniano; Monte S.Polo: - Bioerma a Distefanella salmoiraghii Parona del Turoniano, Bioerma a Distefanella bassanii Parona del Turoniano; Colle Salva Signore: - Bioerma a Sauvagesia nicaisei Coquand del Turoniano, Bioerma a Vaccinites gosaviensis Douvillè del Santoniano, Sbregavitelli: - Bioerma a Mathesia tertiicolloquiirudistarum Mainelli dell’Aptiano superiore 85 Distretto neritico: distinzioni livello del mare durante l’alta marea livello del mare durante la bassa marea supratidale intertidale subtidale circatidale • neritico, da neritè = conchiglia marina • distretto neritico = mare delimitato dalla riva fino a m. 200 di profondità, dove vivono i molluschi • benthos neritico, da benthos = fondo, fondale neritico • tidal (inglese) = zona marina influenzata dal mare • supra, inter, sub, circa = prefissi per distinguere le sottozone. 86