Il mondo dell`arte ritratto da Mulas
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Il mondo dell`arte ritratto da Mulas
la Repubblica MERCOLEDÌ 13 GIUGNO 2012 MILANO @ CULTURA ■ XIV VENEZIA POP ROBERTO MUTTI CIAMA la folla che avanza a piccoli passi e guarda incantata i quadri dei musei che la Russia del dopoguerra apre al popolo. Si muove rapidamente il pubblico mondano del Guggenheim all’inaugurazione, nel 1964, della personale di Alexander Calder che osserva affacciato a una balaustra come un regista occulto. Fotografo di straordinaria sensibilità, Ugo Mulas (1928-1973) è famoso per i ritratti realizzati negli anni ‘60 negli studi di artisti americani allora sconosciuti come Andy Warhol, Jasper Johns, Frank Stella e per la serie concettuale “Le verifiche”. La mostra che si inaugura oggi alle 18.30 alla Triennale (prodotta da Johan & Levi Editore con il sostegno di Rottapharm Madaus e curata dall’Archivio Ugo Mulas e Giuliano Sergio) ha il merito di restituirci una visione a tutto S I quadri degli artisti Pop americani, trasportati via mare in Laguna, sbarcano alla Biennale del 1964 Dal Festival di Spoleto alle Biennali, dal Pergamon di Berlino a un Andy Warhol che era ancora sconosciuto tondo di questo autore sempre sorprendente, indagando con rigore il rapporto da lui stabilito con il mondo dell’arte e con i suoi spazi. Suddivisa in aree insieme tematiche e cronologiche, “Esposizioni” comprende 120 fotografie — alcune inedite — che permettono di disegnare DUCHAMP L’artista a New York nel 1967, sopra l’opera di Getulio Alviani alla mostra “Vitalità del negativo” PER SAPERNE DI PIÙ www.ugomulas.org www.johanandlevi.com Le mostre, i protagonisti, il pubblico interpretati dal maestro in 120 fotografie (alcune inedite) Il mondo dell’arte ritratto da Mulas “Esposizioni” alla Triennale un percorso espressivo caratterizzato da una precisa coerenza. Fin dalle prime riprese realizzate nel 1954 al Museo Pergamon di Berlino, Mulas conferisce profondità alle immagini per studiare lo spazio dal punto di vista espositivo e la stessa cosa fa quando fotografa con effetti teatrali una PISTOLETTO Sopra il titolo l’artista alla mostra “Vitalità del negativo”, tutte le foto proprietà Eredi Ugo Mulas galleria riprendendola ancora vuota di opere o la collezione di un privato. Su alcune pareti compaiono immagini rivelatrici del rapporto che il fotografo sapeva stabilire con gli artisti, come la serie dedicata a Marcel Duchamp che osserva con distacco le sue opere: «È il mio tentativo di rendere visi- vamente il suo atteggiamento mentale che si concretizzò in un rifiuto del fare» scrisse lo stesso Mulas. Quando nel 1962 a Spoleto le sculture escono dalle gallerie per dialogare idealmente con lo spazio urbano, è il fotografo a documentare criticamente il risultato. Ma è con la Biennale di Venezia che stringe, dal 1954 al 1972, un’autentica consonanza realizzando splendide immagini di Alberto Giacometti mentre allestisce la sua mostra, frammenti di reportage che testimoniano la vitalità di una manifestazione che sapeva essere anche gioiosa, fino alla fatidica edizione del 1968 segnata dall’intervento della polizia, dalle molte violenze e dalla protesta degli artisti che coprirono le loro opere. Da allora Ugo Mulas sceglie altre strade e si fa lui stesso autore. Alla manifestazione “Campo urbano” di Como nel 1969, come a quella del Noveau Réalisme a Milano l’anno dopo, documenta la presenza di un pubblico che è ormai parte integrante delle opere. Poi nella mostra “Vitalità del negativo” curata da Achille Bonito Oliva a Roma nel 1970 fa un salto di qualità. Al reportage sul vernissage mescola ritratti degli artisti e momenti come l’esecuzione al pianoforte nello spazio di Jannis Kounellis che diventerà una delle celebri “verifiche”, quella sul tempo in fotografia. © RIPRODUZIONE RISERVATA Triennale viale Alemagna 6, mardom10.30-20.30 gio 10.30-23, fino al 26-VIII, 02.724341 15 Corriere della Sera Giovedì 14 Giugno 2012 MI Cultura &Tempo libero le vie del cinema Ancora biglietti e Atm gratis Dopo lo show di ieri allo stadio olimpico di Roma, Madonna (foto) arriva stasera a San Siro, seconda tappa italiana del suo «MDNA tour». Apertura cancelli ore 18, box office ore 14, biglietti disponibili dai 45 ai 155 euro. Mezzi pubblici potenziati dalle 17 alle 21 e dalle 24 alle 2 (linea 16, circolari 90 e 91, navette speciali, corse straordinarie). Inoltre, Atm gratis per chi ha già il biglietto del concerto. Info: tel. 02.53006501 e www.livenation.it. ✂ cannes Madonna a San Siro i film dal festival internazionale e dintorni Milano 13-19 giugno 2012 Con questo coupon puoi acquistare un biglietto a soli 2 euro per i film di Cannes e dintorni: dall’11 giugno presso l'infopoint Apollo spazioCinema o sul sito www.lombardiaspettacolo.com e, dal 13 giugno, alle casse dei cinema per i film programmati il giorno stesso. Le sale e i film in programma su www.lombardiaspettacolo.com Percorsi Le Biennali e l’arte dal 1954 al 1970 viste da un grande fotografo con ironia e partecipazione Obiettivi Da giunche e pedali ai grattacieli: la Cina mutante di Enrico Rondoni L a fotografia non è il lavoro primario di Enrico Rondoni, che di mestiere è giornalista, vicedirettore del TG5. La fotografia per Enrico Rondoni è una passione, un modo di conoscere, un modo altro di praticare il giornalismo. Alla Triennale fino al 1˚ luglio Rondoni presenta «Luci cinesi 1981-2011», resoconto in immagini di quattro viaggi nel pianeta Cina. Trent’anni intercorrono tra il primo e l’ultimo e la fotografia, utilizzata come fedele strumento di documentazione, diventa testimone del Il Maestro involontario Ugo Mulas raccontava un mondo di protagonisti L e mostre di Ugo Mulas sono sempre una conferma e una scoperta emozionante. Scomparso a 45 anni nel 1973, Mulas è un indiscusso maestro della fotografia italiana. Maestro involontario, certo, eppure imprescindibile punto di riferimento per quanti si sono avvicinati alla fotografia con lui o dopo di lui. «Ugo Mulas. Esposizioni. Dalle Biennali a Vitalità del negativo», la mostra alla Triennale, propone un’inedita lettura del suo lavoro: un viaggio cronologico nella sua relazione con il mondo dell’arte. Con un’idea progettuale forte, i curatori hanno ricostruito un itinerario che lo vede testimone degli eventi legati alle Biennali artistiche veneziane a partire dal 1954, osservatore dei volti incantati dei frequentatori dei musei russi o americani, poi interprete dei cambiamenti che la scena dell’arte affronta negli anni Sessanta. Quando le avanguardie entrano nei musei e si inaugura una nuova stagione nella quale l’opera viene sostituita dell’evento, Mulas inizia a interrogarsi sul significato del suo lavoro. E le riflessioni sulla fotografia, che da fine anni Sessanta accompagnano il suo fotografare, mettono in discussione il suo stesso ruolo di fotografo dell’arte: non più testimone, non più interprete ma autore a pieno diritto. Nel 1973 scriverà infatti: «… ho cominciato delle operazioni sganciate dagli altri, sganciate dalla mia volontà di essere testimone e di raccogliere l’esperienza altrui, per vedere che cos’è questo sentirsi soli di fronte al fare, che cos’è non cercare più dei puntelli, non cercare più negli altri la verità, ma trovarla soltanto in se stessi e capire co- s’è questo mestiere …». Le 120 immagini in mostra alternano inediti e fotografie notissime e ci guidano attraverso il modificarsi non tanto della sua visione — sempre formidabile — quanto del suo mutare di attenzione e di intenzioni. Il pretesto dello spazio espositivo, dei frequentatori e degli eventi che lo animano rimane costante anche quando, per la mostra romana del 1970 «Vitalità del negativo», il suo stesso autoritratto si riflette nelle opere di Pistoletto o di Fabro, oppure quando fotografa l’installazione sonora di Jannis Kounellis: in una stanza vuota c’è un piano a coda e un paio di volte al giorLe immagini in no un pianista entra e suona. mostra tra Mulas non «documenta» fotografie l’evento ma decide di scattanotissime e re 36 fotogrammi apparenteinediti: vent’anni di arte mente identici e il provino a contatto diventerà la «Verifiinternazionale ca 3. Il tempo fotografico» e segnerà un momento di svolta nella storia della fotografia italiana. Se il progetto dei curatori ci aiuta a capire la complessità delle tensioni che legano Mulas al mondo dell’arte, le immagini raccontano con gioia, partecipazione, a volte con ironia, sempre con una maestria che ha pochi eguali, i mutamenti e i protagonisti di vent’anni della scena dell’arte internazionale. Da sapere Dove e come «Ugo Mulas. Esposizioni Dalle biennali a Vitalità del negativo», aperta fino al 26 agosto. Triennale, viale Alemagna 6, tel. 02.724.341 L’ingresso è libero. Orari: mart., domenica 10.30 -20.30; giov. 10.30-23 120 Giovanna Calvenzi © RIPRODUZIONE RISERVATA Ritratti Opera di Alviani (1970); Lichtenstein e Castelli, Venezia (1966); qui sopra, Russia. A sin. del titolo, Ugo Mulas (1928-’73) nel ’69, foto (un particolare) di G. Calvenzi I curatori La mostra è a cura dell'Archivio Ugo Mulas e di Giuliano Sergio, con la collaborazione di Johan & Levi Editore passare del tempo, dei cambiamenti e delle trasformazioni vorticose in quel gigante asiatico. Se nel suo primo viaggio, nel 1981, Enrico Rondoni registra, affascinato, il «Paese delle biciclette», le giunche dalle vele rosse, il fervore di una popolazione in maggioranza ancora contadina nonostante l’incombere delle modernizzazioni volute da Deng Xiao Ping, nel 2010 uno skyline di grattacieli ha oscurato le giunche, le auto hanno sostituito le biciclette, i marchi della moda sconfitto le divise monocrome del maoismo. Il confronto tra ieri e oggi mette in scena solo tre decenni eppure la distanza nel tempo sembra enorme. Nel piccolo libro sulla Cina di Rondoni, che è stato pubblicato nel 2011 da Peliti Associati, Arrigo Levi confessa una colpevole nostalgia per il passato. Ma questa è una colpa della fotografia praticata con passione, non certo della storia. Gio. Ca. © RIPRODUZIONE RISERVATA I click di Ugo Mulas tra artisti geniali, galleristi eccentrici e ricchi collezionisti - Il Sole 24 ORE casa 24 motori 24 plus 24 moda 24 luxury 24 viaggi 24 salute 24 job 24 diritto 24 argomenti mobile newsletter versione digitale servizi banche dati altri Accedi Inserisci i termini da cercare… News Notizie Arte Impresa&Territori Norme e Tributi Cinema Musica Libri Finanza Teatro e danza Commenti&Inchieste IL Magazine Tecnologie Junior Archivio Cultura-Domenica multimedia blog community shopping 24 Nòva Cultura-Domenica > Arte I click di Ugo Mulas tra artisti geniali, galleristi eccentrici e ricchi collezionisti In questo articolo Media Argomenti: Arte | Ugo Mulas | Giuliano Sergio | Alberto Giacometti | Graziella Lonardi Buontempo | Johan Levi Editore | Mario Dondero | Thomas Struth | Max Ernst di Giovanna Canzi 27 giugno 2012 Consiglia 7 Invia 1 Cronologia articolo Accedi a My Quando lo osserviamo seduto in poltrona, con il sigaro in mano, intento a guardare una vecchia fotografia dove è ritratto mentre gioca a scacchi con una donna nuda, sembra quasi di sentire nell'aria quelle parole che diceva a proposito delle sue opere: «la scelta di questi ready-made non è stata mai dettata da un piacere estetico: si è basata su una reazione di indifferenza visiva, con un'assenza totale di buono o cattivo gusto». Lui è il celebre Marcel Duchamp, mentre lo sguardo che ha saputo cogliere il soffio dei suoi pensieri e il suo atteggiamento mentale è quello di Ugo Mulas (1928-1973), oggi ospite della Triennale di Milano con una monografica aperta fino al 26 agosto. Prodotta da Johan & Levi Editore, con il sostegno di Rottapharm Madaus, e curata dall'Archivio Ugo Mulas e Giuliano Sergio, "Esposizioni dalle Biennali a Vitalità del negativo" è un viaggio che permette di immergersi nell'effervescente scena artistica degli anni passati, scoprendo volti, dettagli, sfumature. Così ben prima di artisti come Thomas Struth – il fotografo tedesco ha dedicato molti lavori al pubblico dei grandi musei e al rapporto fra creazione d'arte e spettatore – Ugo Mulas ha ritratto la folla che si muoveva leggera nei musei del dopoguerra o gli spettatori mondani che si aggiravano nel Guggenheim come irrinunciabili habitué. FOTO Ugo Mulas alla Triennale Ritmata da un criterio che è tematico e cronologico insieme, la mostra comprende 120 fotografie - alcune inedite - che ci conducono ora al Museo Pergamon di Berlino, ora a Spoleto, quando le sculture uscirono dalle gallerie per dialogare con lo spazio urbano, ora alla Biennale di Venezia, manifestazione che Mulas seguì come fotografo dal 1954 al 1972 (il primo anno lavorò insieme a Mario Dondero). Ecco, dunque, che sfilano sotto i nostri occhi Alberto Giacometti mentre allestisce la sua mostra, Max Ernst, e una schiera di artisti che nel 1968 decisero di protestare coprendo le proprie opere. Non mancano poi le incursioni internazionali: nel 1964 Mulas fece il suo primo viaggio a New York e da lì tornò con immagini delle sale della Malborough Gallery, le abitazioni dei collezionisti americani Scull e Tremaine, le istallazioni di George Segal al Jewish Museum, la personale di Calder al Guggenheim. Seguono gli eventi "Campo Urbano" (1969) e il decennale del "Nouveau Réalisme" (1970), esperienze durante le quali Mulas seguì il tentativo delle neo avanguardie di coinvolgere gli spettatori in azioni estetiche, condivise ed effimere. Nel 1970 il Blogger della settimana Gian Luca Farinelli Esperto di restauro cinematografico, direttore della Cineteca di Bologna La paura del conducente, un attimo prima di partire di Gian Luca Farinelli Il restauro di "C'era una volta in America": finalmente la prima italiana di Gian Luca Farinelli Sfregando i tesori del passato, esce sempre fuori un genio di Gian Luca Farinelli Vai al blog » Ultimi di sezione http://media.mimesi.com/cacheServer/servlet/CNcacheCopy?file=201206/27/0091_page-206364429.html&authCookie=1616325294[27/06/2012 09:24:32] I click di Ugo Mulas tra artisti geniali, galleristi eccentrici e ricchi collezionisti - Il Sole 24 ORE fotografo, chiamato a Roma da Graziella Lonardi Buontempo a documentare la mostra "Vitalità del negativo", colse il pubblico nelle istallazioni di Pascali, Alviani, Marotta e Mauri, le sale vuote di Boetti, Paolini e Anselmo e le istallazioni dei molti artisti presenti alla rassegna. Un ingresso delle avanguardie nel museo che coincise con il progressivo allontanamento del fotografo dal processo di documentazione d'arte in vista di nuove tracce da seguire (le sue Verifiche). Ugo Mulas. Esposizioni dalle Biennali a Vitalità del negativo Fino al 26 agosto, Triennale di Milano www.triennale.it I click di Ugo Mulas tra artisti geniali, Guccini, Ligabue e i Nomadi raccolgono 2,5 Eros e paesaggi per un viaggio sul nudo Tribuna con cielo nuovo Da «Un amore di gioventù» a «Detachment», Incesto genovese Macao e il racconto della precarietà La danza della morte, partita a scacchi tra Tutto su Cultura? Mi piace 419 Clicca per Condividere Selezionati per te ©RIPRODUZIONE RISERVATA I click di Ugo Mulas tra artisti geniali,... Eros e paesaggi per un viaggio sul nudo Commenta la notizia Leggi e scrivi Tribuna con cielo nuovo Raggi di Luce illuminano Gerusalemme, la "citta... L'arte del ritratto nelle collezioni del Centre... TAG: Arte , Ugo Mulas , Giuliano Sergio , Alberto Giacometti , Graziella Lonardi Buontempo , Johan Levi Editore , Mario Dondero , Thomas Struth , Max Ernst , George Segal , Marcel Duchamp , Rottapharm Madaus Tra brand e colore l'arte di Andy Warhol alla... Convegni, mostre, perfomance artistiche. Come il... Permalink Shopping 24 Dai nostri archivi Articoli Foto Video Nessun elemento per questa selezione Da non perdere Commenti&Inchieste Scelti per voi Video Foto I più letti Il meglio dai blog Nessun elemento per questa selezione http://media.mimesi.com/cacheServer/servlet/CNcacheCopy?file=201206/27/0091_page-206364429.html&authCookie=1616325294[27/06/2012 09:24:32] MILANO ALBUM 13 Sabato 30 giugno 2012 il Giornale RASSEGNA Ultimo week end di musica Jazz nelle strade Ascona si trasforma in New Orleans Oggi e domani festa finale per la manifestazione «Marchin’band» per le vie e spettacolo sul lago Antonio Lodetti Come ogni anno la placida quiete di Ascona e del lago MaggiorevienegioiosamentesconvoltadaJazzAscona,checompieventotto anni e si conclude questo week end con una megafesta che raggruppa tutti gli artisti più rappresentativi. COMPLEANNO Per l’edizione numero 28 hanno partecipato 40 gruppi dagli Usa SUGGESTIVO Una veduta del lago Maggiore e della rassegna «JazzAscona» che ha assegnato il suo «award» a Irma Thomas Il lago incontra New Orleans e la sua musica attraverso un’edizioneintitolata«SophisticatedLady»ededicataalledonne.Infattiè sbarcata ad Ascona una pattuglia di una cinquantina di artiste guidata dalla regina Irma Thomas (a cui è stato consegnato l’«Ascona Jazz Award» alla carriera) che ha incantato il pubblico giocando con i colori di soul e rhythm and blues.Indiecigiorni,finoadomani,JazzAsconahavistoimpegnate quaranta band dagli Stati Uniti, dall’Australia e dall’Europa, oltre 200concertieunavalangadieventi speciali e jam sessions. Oggi sembrerà di assistere ad una di quelle feste dei primi del Novecento a New Orleans, con le «marchin’band»ingiroperlestradeeunasfilatadegliartistipiùrap- presentativiche si sono esibiti nei giorni scorsi. Un vero maratoneta del festival è il pianista David Paquette, solista le cui origini si perdono nel quartiere francese di New Orleans (quella che un tempo era la zona a luci rosse di Storyville dove crebbero mitiche figure come Buddy Bolden e Louis Armstrong)che ha partecipatoatutteleedizionidellamani- festazione proponendo un repertorio che spazia dal blues al ragtime alla ballata jazz più melodica. Ipurististorcerannoilnaso,ma siricrederannoimmediatamente con il variegato «gumbo» (tipica zuppa della Louisiana)dell’olandeseOrientalJazzbandcheconiuga jazz della tradizione, rhythm’n’blues, rock e perfino country. Una band che per la sua vitalitàelasuaenergiasièfattaconoscereintuttaEuropa.PerlaprimavoltaadAscona,lavocalistSilviaManco(che hagià collaborato con artisti del calibro di Lino Patruno,RobertoGatto,RenzoArbore)conilquintettoOld Fashioned siriallacciaallaimpegnativatradizione di interpreti come Nat King Cole e Shirley Horne giù giù fino a quelladicantanticomePeggyLee e Julie London con un repertorio versatileeoldfashionedmarivisitato con personalità. Dopounpomeriggiocosìmovimentatoalle20.30laStanfordUniversity Jazz Orchestra, diretta da FrederickBerryeconsuperospite latrombadiJon Faddis,rinnovail ricordo delle antiche marchin’ bands e della musica «d’epoca». I musicisti hanno un’età media di vent’anni e il direttore è stato sul palco con artisti del calibro di Count Basie, McCoy Tyner, Joe Henderson; un ottimo modo di tramandare il buon vecchio jazz alle nuove generazioni. Jon Faddis - star del gruppo per questa tournéeeprotagonistadellascorsaedizionedelfestival-èunadellefigurepiùdispiccodellamanifestazione.Lasuatrombaingioventù è stata al servizio di Lionel Hampton, Charlie Mingus, dell’orchestra di Thad Jones e Mel LewisedellaAllStarsBigBanddegli allievi di Dizzy Gillespie, che contribuì a lanciarlo. Noto anche inambitopop-dovehapartecipato come trombettista a molti dischi - si fa apprezzare in ambito strettamentejazziticoperinventivaeperpotenzasonora.Nonpoteva naturalmente mancare lo swing,portatoin scenatutte le sere (e naturalmente oggi) da The Australians (si capisce da dove vengano) con l’aiuto della bella cantanteEmma Parks, definita «il più grande regalo al jazz canoro australiano dell’ultimo decennio». Come ogni festival che si rispetti il meglio arriva alla fine con il jazz venato di pop di Niki Harris e con il ritorno di Rhoda Scott, l’Ambasciatrice rhythm and blues dell’organo Hammond (chesuonascalza)chesiesibìpersinoconRayCharlseeEllaFitzgerald. Mostra 1 Gli eredi di Balla e Depero Mostra 2 In Triennale Nuovi Futuristi crescono allo Spazio Oberdan Ugo Mulas, scatti di vita del «fotografo di cartoline» Innocente,unaltromembrodelmovimentosièseparato dai colleghi per indirizzarsi verso altri per«Le celebrazioni del centenario della nascita corsi artistici. La mostra di Via Vittorio Veneto 2 del futurismo, svoltesi con notevole pompa nel che rimarrà aperta fino al 9 settembre, viene illu2009-2010,hanno tuttavialasciato in sospesodue strataattraversolapresentazionedeipadrifondaimportanti aspetti: la necessità di distinguere in tori del Futurismo con opere di Giacomo Balla e termini distretta pertinenza le due anime delmo- Fortunato Depero, confirmatari del «Manifesto vimento, quella della fase eroica milanese imper- della ricostruzione futurista dell'universo» personata da Umberto Boccioni, con a latere Carlo mettendo così di creare un confronto tra le opere CarràeLuigiRussolo,el’altraincentratosullafigu- dei grandi padri e i risultati sorprendenti di questi raromanadiGiacomoBallaconGinoSeveriniafa- ultimi,iNuoviFuturisti,nellalorodiversità.Nuovi re, posizionato sulle rive della Senna, da attento Futuristi, non è una denominazione casuale perpunto di raccordo... Quachéstaaindicarel'eredità lesiastatalarispettivaerechegliundiciartistiquicidità e incidenza sui tempi tati, protagonisti di quelunghi?». È questo che si sta mostra promossa dall' domanda Renato Barilli, assessorato alla Cultura curatore della mostra dellaProvinciadiMilano, «Nuovo futurismo» che hannoricevutoinparticoapriràil19giugnoalloSpalare da Balla e Depero, zio Oberdan della Provinmolto diversa quell'ala cia di Milano. Una mostra rappresentata da Boccioditutto rispetto che haconi. me protagonisti il gruppo LODOLA Una delle opere in mostra IltrattocentraledelladidelNuovoFuturismofonramazionedallaqualesodato,tralafinedel1983eil noscaturitiiNuoviFuturi1984daLucianoInga-Pin,chenellagestionedella sti è di concepire un'arte che esalti l'urbanesimo Galleria milanese, Il Diagramma, ha svolto un'in- nelsuoedonismopiùfastosoecompiaciuto,moltensaattivitàditalentscoutindirizzatasuvarifron- to bene manifestato dai fumetti, dalla pubblicità, ti. Inga-Pin, recentemente scomparso, ha punta- datuttigliincantideimassmedia.Ilsegretoperinto su 1o nomi, divbentati 11 quando il terzetto dei seguirelagrande«festamobile»èquellodidistacPlumcake (ora formato solo da Romolo Pallotta e carsidaiconfinidaiconfinitradizionalidellapittuPaoloRagni)sièsciolto.GianniCellaorasipresen- ra ed elaborare immagini che stiano tra due o tre ta a titolo personale csoì come gli altri artefici di dimensioni, a volta appese alle pareti, altri come questo post-avanguardistico movimento. Gia- steli sul pavimento o creando monumenti veri e nantonio Abate, Clara Bonfiglio, Dario Brevi, An- propri. I materiali più utilizzati sono il poliestere, drea Crosa, Marco Lodola, Battista Luraschi, Lu- resinesintetiche,perpexchehannotuttiilvantagciano Palmieri e Umberto Postal, anche lui scom- giodiesserematerialileggeriechesiprestanoaun parsodirecentealqualeèstatadedicatalamostra. cromatismo brillante e acceso. Francesca Amè Luciana Baldrighi ragazzo russo seduto davanti a un capolavoro del Seicento:scarpeluride,eppurestruggenti.Mulas, Alla fine, sull'ultima parete, si svelano i giochi: natali bresciani ma fin da giovanissimo a Milano lafotografia fotografa se stessa. Si fal'esame di co- dove frequentò l'Accademia, aveva cominciato a scienza:checos'èunnegativo?Quantocontailfor- scattare dai tavoli del Bar Jamaica e da dietro le mato?Eladidascalia?Eccole,le«verifiche»diUgo quintedelPiccolodiStrehler.AcutotestimonedelMulas:sonoallafinedellabellamostraaluidedica- la scena artistica italiana, tra il '54 al ’72 diventa il tain Triennale e accrescono disenso tutto il resto, fotografoufficialedellaBiennalediVenezia.Isuoi ovvero a una selezione di circa 120 opere, molte non sono semplici scatti, ma reportage d'autore. inedite, finalmente tirate fuori dai faldoni del ric- QuandolaPopArtirrompeaVenezia,MulascapicoArchivioUgoMulascheconGiulianoSergioha scechedevevolareOltreoceano:neesconostraorcurato «Ugo Mulas. Esposizioni. Dalle Biennali a dinariscatti,inmostrainTriennale,suicollezionivitalità al negativo» (fino sti e gli artisti americani: al26agosto).InunaTrien«Forse quello a lui più canale ancora priva di direro è stato Marchel Duzionescientifica,benvenchamp», spiega Melina ganolepropostedeiprivaMulas indicando uno deti: «Puntiamo sulla fotogli intensi ritratti di Mulas grafia,conmostrediqualiall'inventore del readytàmagratuite,accattivanmade.Lamostrasegueun tiancheperilgrandepubordine cronologico: arriblico di passaggio in estava il '68 e tutto è messo in te», spiega Giovanna Fordiscussione,anchenell'arlanelli, direttore comuni- INEDITE Dall’archivio Mulas 120 foto mai viste te. Mulas registra tutto: le cazioneRottapharm-Maavanguardie, le proteste, i dausche,assiemeaJohan collezionisti, come Panza &Levieditore,ha sostenutola mostracomeaveva diBiumo, ilfestivaldi Spoleto.Ilpubblico (el'artigiàfattoconquelladedicataaPasoliniafirmadiDi- sta) non sono più altro dall'opera d'arte, ne sono noPedriali.«Miopadre?Siconsideravaunartigia- parteintegrante.L'ultimasezione,intitolata«Vitano.Lavoravamoltissimo,madapiccolanonneca- lità del negativo», rimanda alla mostra degli anni pivoungranché.Quandolamaestramichieseche ’70curatadaAchilleBonitoOlivaaRoma:UgoMumestiere facesse, risposi il fotografo di cartoline», lasdocumentaleazionidiPistoletto,Pascali,MauraccontaMelinaMulas,figliadell'artistascompar- ri e anche l'installazione sonora di Kounellis. Il so nel 1973 a soli 45 anni. Le «cartoline» di Mulas suo occhio è mutato: torna ai primordi, agli eleesposte ora in Triennale sono ciascuna una storia menti-base del fare fotografico, all'essenza dell' asé:sicominciacongliintensireportagenellesale obiettivo. Verifica tutto, Mulas: la sua è una riflesdeigrandimuseidelmondo,dalLouvreall'Ermita- sione sulla fotografia e anche su se stesso, il corrige, dove ilpubblico cheammira le opere d'arte èil spettivoin biancoe nerodelsuo libro-testamento vero soggetto degli scatti. Come le scarpe di quel intitolato semplicemente «La fotografia».