Cose disegnate
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Cose disegnate
Cose disegnate Andrea Casale Abstract (Englisch) Always more, in debates and in conferences about the teaching of the drawing, is underlined not as much the distinction as the real dichotomy existing today between technical drawing and artistic drawing, nearly forgetting that the drawing, in its various aspects, is necessary both to the elaboration and to the representation of the project process. Easy is describing what is intended with technical drawing: it is the language capable to communicate a concrete event to an interlocutor. Many are the tools that the technical drawing can use: from the descriptive geometry to the virtual representation, using a computer, of geometric models of great effect, conquering remarkable realism and communicative concreteness. Difficult is speaking about the artistic drawing, about its creative characteristics and about its necessary presence in the compositive process. It seems to me that a great confusion is generated when we add the attribute artistic to the noun drawing because this implicates a necessary definition on what is intended with the term art; a term to which is attributed a wider meaning than the simple "to do" because it is tied to the conscience that a man has of himself. It seems to me that we can distinguish two attitudes in him: the first is that with art man conforms himself to nature, he wants to be part of it. The second is that with art man sets himself against nature, he constructs a sign in this nature, a cry that testifies his being there. Conversing on such argument with friends and students, I have had confirmation that to the concept of art are given various definitions, traceable to two basic propositions: art = natural and tangible expression of a personality; art = intuitive spark at the end of a cognitive path. Testimonies that could seem the product of different cultural formations, which live contextually in the current society, which often have no more links with the philosophical processes that are at their base and which find, in this multiethnic world and without geographical barriers. their simultaneous existence. (Italian) Sempre più spesso nei dibattiti e nelle conferenze sulla didattica del disegno viene evidenziata non tanto la distinzione quanto la vera e propria dicotomia esistente oggi tra disegno tecnico e disegno artistico, quasi dimenticando che il disegno nei suoi vari aspetti è necessario sia all'elaborazione che alla rappresentazione del processo progettuale. Facile è descrivere cosa s'intende per disegno tecnico: è il linguaggio capace di comunicare un evento concreto a un interlocutore. Molti sono gli strumenti che il disegno tecnico può adoperare: dalla Geometria Descrittiva alla rappresentazione virtuale, informatica, di modelli geometrici di grande effetto, conquistando notevole realismo e concretezza comunicativa. Difficile è parlare del disegno artistico, delle sue caratteristiche creative e della sua necessaria presenza nel processo compositivo. Mi sembra, infatti, che quando al sostantivo disegno si aggiunge l'attributo artistico si generi una grande confusione e che, per fare chiarezza, sia necessario definire che cosa si intenda con il termine arte; termine cui si attribuisce un significato più ampio che non quello del semplice "'fare" perché legato alla coscienza che l'uomo ha di se stesso. Credo che mediante l'arte l'uomo esprima due diversi atteggiamenti nei confronti della natura: da una parte, attraverso l'arte si adegua alla natura, vuole far parte di essa; dall'altra, con l'arte si contrappone alla natura, costruisce un segno in questa natura, un grido che testimonia il suo esserci. Dialogando su tale argomento con amici e studenti, ho avuto conferma che al concetto di arte vengono associate varie definizioni riconducibili a due proposizioni base: arte = naturale e tangibile espressione di una personalità; arte = scintilla intuitiva alla fine di un percorso conoscitivo. Queste concezioni, che possono sembrare il prodotto di formazioni culturali diverse, vivono contestualmente nella società attuale, spesso non hanno più legami con i processi filosofici che sono alla loro base e che trovano in questo mondo multietnico e senza barriere geografiche la loro simultanea esistenza. References 1. ARNHEIM, R. Pensiero visivo. Torino: Einaudi , 1974. 2. ARNHEIM, R. 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