A Lecco la Fiera del cioccolato

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A Lecco la Fiera del cioccolato
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Liberté, Egalité, Fraternité oggi: l’appuntamento con l’attualità
Libertà di espressione, solidarietà e integrazione sotto la lente a Lecco
Lecco, 8 febbraio 2015
Partecipato e sentito l'incontro pubblico inteso a mantenere accesi i riflettori sul
drammatico episodio di violenza che esattamente un mese fa feriva Parigi, la Francia e la libertà di
espressione.
È la giornalista e scrittrice Anna Pozzi a condurre la serata, inaugurata dal saluto del
Presidente della Provincia di Lecco, Flavio Polano e dalle parole di Francesca Negrini del
Comitato Vive le français , che ha collaborato alla realizzazione dell’incontro promosso da Comune
di Lecco e Provincia: “I fatti di Parigi ci hanno scosso, non solo perché avvenuti in Francia, ma
anche perché hanno toccato un nervo scoperto che riguarda l’Europa intera e i suoi modelli di
integrazione”.
Accorato, puntuale e ricco di contenuti l’intervento del Console generale di Francia a
Milano, Olivier Brochet. Il suo discorso è disponibile integralmente ( link).
Ha inizio il dibattito e a prendere la parola è Bernadette Sauvaget. La giornalista
francese di Libération riparte dal motto repubblicano francese per ricordare la più sentita delle
accezioni che i francesi attribuiscono al sentimento di libertà: la libertà di espressione. Forte è la
connotazione anticlericale della libertà in Francia, difficile a volte da comprendere al di fuori dei
confini nazionali e collegata ai conflitti religiosi che hanno contraddistinto un paese costruito nei
secoli proprio sulla lotta contro il potere la Chiesa. La difesa della libertà di espressione in Francia
diviene molto spesso difesa della laicità, della libertà di credere oppure di non credere e di essere
diversi. Ritornando ai sentimenti che animano il motto della Repubblica Francese, Sauvaget spiega
come sia stata la fratellanza a muovere le manifestazioni di solidarietà in grado di superare i
confini religiosi e territoriali, abbracciando Parigi e le vittime di una violenza che nel recente
passato si è tinta anche di un antisemitismo che non accenna a placarsi. Bernadette Sauvaget si
commuove rievocando il clima di violenza nel quale si collocano una serie di episodi di tragica
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quotidianità e, pensando al terzo concetto chiave della sua riflessione, l'uguaglianza, si interroga
sulla ragioni della violenza e di una situazione sempre più complessa e difficile.
Luigi Geninazzi prende le mosse dal massacro che ha devastato la redazione di Charlie
Hebdo per spiegare come la definizione di 11 settembre d’Europa possa trovare giustificazione nel
“salto di qualità” che la strage di Parigi rappresenta: non abbiamo più a che fare con un terrore
cieco che colpisce la folla anonima, come era accaduto a Madrid nella primavera del 2004 e a
Londra nel 2005, bensì con assassini ben addestrati, pronti ad atti di guerra contro degli obiettivi
lucidamente identificati come nemici. Geninazzi è colpito dalla rivendicazione dell’attentato, da quel
“Nous avons tué Charlie Hebdo” proferito in perfetto francese da cittadini francesi, nati e cresciuti
in Francia; a muoverli è una religione trasformata in ideologia. Ricorda come il premier francese
Manuel Valls abbia di recente parlato di apartheid territoriale, sociale e tecnica, rivelando gli esiti
negativi di un modello di integrazione nazionale che, in un paese la cui capitale ospita da sola 2
milioni di islamici, non sta funzionando. Luigi Geninazzi conclude con una riflessione sul concetto di
laicità, ricordando i confini della libertà di opinione, espressione e satira, perché questa non diventi
blasfemia e invita a prendere le mosse dalle parole di Goethe: “La tolleranza deve essere una fase
di passaggio verso il riconoscimento del vero e del bene che c’è nell’altro”.
La serata è arricchita dalle testimonianze di don Angelo Cupini, per la Casa sul Pozzo,
Giorgio Redaelli, per l’associazione Les Cultures, Bruno Corti, per la Casa Don Guanella e
Samti Moez, per il centro culturale Assalam di Lecco, realtà locali che quotidianamente si
confrontano con convivenza e integrazione e valorizzano le opportunità che solo le differenze
sanno offrire.
Soddisfatto il Sindaco di Lecco, Virginio Brivio, che ribadisce come sia importante
mantenere alta l’attenzione su quanto accaduto e interrogarsi sul perché di una violenza che nasce
e cresce all’interno di una comunità, così come messo con commozione in evidenza da Bernadette
Sauvaget. A questo proposito, e a partire da queste preoccupazioni, preziosi gli interventi delle
realtà lecchesi che con le loro esperienze virtuose arricchiscono il territorio e danno davvero
sostanza e concretezza alle parole “convivenza” e “integrazione”. Il Sindaco conclude specificando
come il primo contrasto alla sovrabbondanza di informazioni semplificate che caratterizza il
momento storico in cui viviamo è proprio accompagnare ed essere accompagnati alla conoscenza e
alla comprensione di quanto accade, soprattutto con i giovani.
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