Confimi Apindustria Bergamo

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Confimi Apindustria Bergamo
CONFIMI
Rassegna Stampa del 22/04/2015
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INDICE
CONFIMI
Il capitolo non contiene articoli
CONFIMI WEB
21/04/2015 www.ravennanotizie.it 09:26
Basket / Per Ravenna sponsorizzazione triennale dalla Piacentini Costruzioni Spa
6
21/04/2015 www.ravennanotizie.it 12:46
IMU sui macchinari fissati all'immobile: il commento di Gianni Lusa (Confimi)
7
21/04/2015 www.ravennawebtv.it 11:25
Basket Ravenna: Sponsorizzazione triennale della Piacentini Costruzioni. E intanto si
valuta se cambiare nome in "Basket Romagna"
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21/04/2015 www.romagnanoi.it 11:01
La Piero Manetti potrebbe diventare Basket Romagna
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21/04/2015 www.settesere.it 01:00
Basket, Ravenna si accorda con lo sponsor Piacentini
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21/04/2015 www.ravenna24ore.it 10:20
Da Basket Ravenna a Basket Romagna
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21/04/2015 salernonotizie.net 15:55
Sostegno alle imprese attraverso le procedure di gestione del bando Isi-Inail 20142015
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21/04/2015 sportando.com 02:52
Piacentini Costruzioni Spa sposa Basket Ravenna Piero Manetti
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21/04/2015 www.salernonotizie.it 14:44
Salerno, Aniem: "Sostegno alle imprese attraverso le procedure di gestione del
bando Isi-Inail
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SCENARIO ECONOMIA
22/04/2015 Corriere della Sera - Nazionale
La vittoria di Booking.com sui ribassi negli alberghi
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22/04/2015 Corriere della Sera - Nazionale
Ciucci: l'Anas non è corrotta su di noi nessuna intercettazione
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22/04/2015 Corriere della Sera - Nazionale
Fisco, cosa cambia*
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22/04/2015 Il Sole 24 Ore
UniCredit, confermati Ghizzoni e Vita Più quote rosa
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22/04/2015 Il Sole 24 Ore
Il tempo sprecato e le occasioni da non perdere
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22/04/2015 Il Sole 24 Ore
«Gli 1,6 miliardi a misure coerenti con le riforme»
26
22/04/2015 Il Sole 24 Ore
Ferrero investe sugli asset sociali in tutto il mondo
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22/04/2015 Il Sole 24 Ore
Telecom, una divisione per la «fibra fino a casa»
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22/04/2015 Il Sole 24 Ore
Caltagirone jr: «Cementir pronta a crescere ancora»
31
22/04/2015 Il Sole 24 Ore
Fiat Chrysler aumenta le vendite grazie al balzo dell'Europa (+17%)
32
22/04/2015 La Repubblica - Nazionale
Gli imprenditori tornano a investire in macchinari contratti di leasing balzati del
15,4%
33
22/04/2015 La Repubblica - Nazionale
Vertice Merkel-Tsipras per sbloccare lo stallo La Ue:"Atene faccia di più"
34
22/04/2015 MF - Nazionale
Jovane (Rcs): è l'ora dello sviluppo
36
22/04/2015 MF - Nazionale
Attento Renzi, non dire tesoretto se non l'hai nel sacco
38
22/04/2015 MF - Nazionale
Un Fisco ambiguo al punto da far paura
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SCENARIO PMI
22/04/2015 Il Sole 24 Ore
Sace e commercialisti, asse per le imprese
41
22/04/2015 La Repubblica - Roma
Giovani, maschi e laureati i nuovi imprenditori romani puntano sulle idee hi-tech
42
22/04/2015 Il Messaggero - Nazionale
Fisco, l'elusione non sarà più reato Verso l'addio allo scontrino
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22/04/2015 ItaliaOggi
Codificato l'abuso di diritto
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9 articoli
21/04/2015
09:26
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Basket / Per Ravenna sponsorizzazione triennale dalla Piacentini
Costruzioni Spa
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Obiettivo della società giallorossa è creare una realtà cestistica di area romagnola
Basket Ravenna Piero Manetti comunica che, al termine dell'incontro con Dino Piacentini della Piacentini
Costruzioni Spa, è stato raggiunto un accordo con l'importante azienda modenese - che già aveva
sponsorizzato il sodalizio cestistico ravennate in Coppa Italia a Rimini - per una sponsorizzazione triennale.
Durante la riunione è stato anche affrontato il tema del coinvolgimento di altre realtà territoriali, sia in termini
di impianti che di risorse umane, innanzitutto ForlÌ per arrivare all'obiettivo di una società cestistica
espressione di un area romagnola più vasta.
"In questa direzione - fa sapere la società - il Basket Ravenna valuta sia la possibilità di cambiare già da
subito denominazione in Basket Romagna sia la possibilità di disputare alcune partite in altri impianti
romagnoli. Contemporaneamente, inoltre, c'è l'intenzione di valutare collaborazioni a livello di settore
giovanile già sull'immediato.
Un futuro duraturo può essere garantito solo facendo sistema territoriale, coinvolgendo le realtà più sensibili
senza soffermarsi ai campanilismi. Proprio per questo si auspica che anche la politica, nelle vesti degli
amministratori locali, condivida questa visione e la sappia fare propria proponendo un nuovo modello per fare
sport: un modello che tuteli la passione per la pallacanestro della Romagna intera, garantendo ad esso
solidità e durata".
"è quindi auspicabile a breve - conclude la Piero Manetti - un incontro tra le amministrazioni di ForlÌ e di
Ravenna (e perché no anche Cesena) e che coinvolga anche le società interessate e disponibili".
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21/04/2015
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IMU sui macchinari fissati all'immobile: il commento di Gianni Lusa
(Confimi)
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"In un contesto economico che inizia a mostrare i primi timidi segnali di ripresa, pur nella consapevolezza
delle tante difficoltà ancora presenti, si inserisce un nuovo onere ai danni delle imprese che non possiamo
tollerare perché contrario ad ogni buon senso". Questo il duro commento di Gianni Lusa, presidente di
Confimi Ravenna, a fronte della misura che prevede la tassazione, mediante applicazione dell'IMU, sui
macchinari e impianti utilizzati dalle imprese e fissati ("imbullonati") all'immobile in cui si trovano, con obbligo
di apportare modifiche alla rendita catastale, cui seguono maggiori oneri tributari.
"è inutile continuare a vantare politiche di crescita se poi si continua a tassare il lavoro: oltre alle tasse su
energia, costo del lavoro e a quelle sui capannoni produttivi, ora si vogliono tassare anche gli impianti e i
macchinari dislocati in maniera stabile presso le aziende: in questo modo tutto si fa tranne che incentivare la
manifattura italiana a restare nel nostro Paese".
"A meno che - ironizza Lusa - le aziende non si inventino qualche marchingegno per tenerli a mezz'aria
ovviando definitivamente al problema".
Lusa si unisce all'appello lanciato dal presidente nazionale, Paolo Agnelli, alle organizzazioni sindacali per
fare fronte comune contro queste iniziative che sono le vere emergenze di oggi, che strangolano aziende e
lavoratori e auspica, sul versante territoriale, che i parlamentari locali si adoperino affinché questa
nefandezza non veda mai la luce.
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21/04/2015
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Basket Ravenna: Sponsorizzazione triennale della Piacentini Costruzioni.
E intanto si valuta se cambiare nome in "Basket Romagna"
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21/04/2015 - Basket Ravenna Piero Manetti ha comunicato, ieri, tramite una nota pubblicata sul sito della
società che, "al termine dell'incontro con Dino Piacentini della Piacentini Costruzioni Spa, è stato raggiunto un
accordo con l'importante azienda modenese per una sponsorizzazione triennale.
Durante la riunione, tenutasi ieri, è stato anche affrontato il tema del coinvolgimento di altre realtà territoriali,
sia in termini di impianti che di risorse umane, innanzitutto Forlì per arrivare all'obiettivo di una società
cestistica espressione di un area romagnola più vasta.
In questa direzione il Basket Ravenna valuta sia la possibilità di cambiare già da subito denominazione in
Basket Romagna sia la possibilità di disputare alcune partite in altri impianti romagnoli.
Contemporaneamente, inoltre, c'è l'intenzione di valutare collaborazioni a livello di settore giovanile già
sull'immediato.
Un futuro duraturo può essere garantito solo facendo sistema territoriale, coinvolgendo le realtà più sensibili
senza soffermarsi ai campanilismi.
Proprio per questo si auspica che anche la politica, nelle vesti degli amministratori locali, condivida questa
visione e la sappia fare propria proponendo un nuovo modello per fare sport: un modello che tuteli la
passione per la pallacanestro della Romagna intera, garantendo ad esso solidità e durata. E' quindi
auspicabile, a breve, un incontro tra le amministrazioni di Forlì e di Ravenna (e perché no anche Cesena) e
che coinvolga anche le società interessate e disponibili".
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La Piero Manetti potrebbe diventare Basket Romagna
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La dirigenza ravennate ha chiuso un accordo triennale con la Piacentini Costruzioni, ma vorrebbe unirsi con
ForlÌ per dare vita ad un progetto che coinvolga tutta la pallacanestro romagnola, aprendolo ad altre realtà
RAVENNA - La Piero Manetti Ravenna è pronta a diventare Basket Romagna. E' questo il responso del
lungo vertice tenutosi ieri tra la dirigenza del club ravennate e la Piacentini Costruzioni, società che ha
rispettato gli accordi presi verbalmente mettendo nero su bianco un importante contratto triennale, ma non ha
evitato l'idea di un trasloco della società da Ravenna a ForlÌ. Una decisione che il presidente Roberto Vianello
e il direttore generale Giorgio Bottaro avevano già preso da tempo, consci di quanto possa costare un
campionato di A2 unica e del fatto che soltanto unendo le forze si possano ottenere risultati e soprattutto
proseguire l'attività. Nessun membro della dirigenza ha rilasciato dichiarazioni ieri sera, ma soltanto un
comunicato piuttosto esplicativo inviato verso le 19.30 dopo lunghe ore di riunione.
NASCITA DEL BASKET ROMAGNA "Basket Ravenna Piero Manetti comunica che, al termine dell'incontro
con Dino Piacentini della Piacentini Costruzioni Spa, è stato raggiunto un accordo con l'importante azienda
modenese per una sponsorizzazione triennale - si legge nella nota -. Durante la riunione è stato anche
affrontato il tema del coinvolgimento di altre realtà territoriali, sia in termini di impianti che di risorse umane,
innanzitutto ForlÌ per arrivare all'obiettivo di una società cestistica espressione di un area romagnola più
vasta. In questa direzione il Basket Ravenna valuta sia la possibilità di cambiare già da subito denominazione
in Basket Romagna sia la possibilità di disputare alcune partite in altri impianti romagnoli.
Contemporaneamente, inoltre, c'è l'intenzione di valutare collaborazioni a livello di settore giovanile già
sull'immediato. Un futuro duraturo può essere garantito solo facendo sistema territoriale, coinvolgendo le
realtà più sensibili senza soffermarsi ai campanilismi. Proprio per questo si auspica che anche la politica,
nelle vesti degli amministratori locali, condivida questa visione e la sappia fare propria proponendo un nuovo
modello per fare sport: un modello che tuteli la passione per la pallacanestro della Romagna intera,
garantendo ad esso solidità e durata. E' quindi auspicabile, a breve, un incontro tra le amministrazioni di ForlÌ
e di Ravenna (e perché no anche Cesena) e che coinvolga anche le società interessate e disponibili".
IL PROGETTO La Piero Manetti metterà dunque sul piatto il titolo sportivo di A2 (a Ravenna resterà l'attività
giovanile), la dirigenza con Vianello che ricoprirà il ruolo di presidente e la sponsorizzazione di Piacentini
Costruzioni, destinata a diventare main sponsor della nuova società. La parte forlivese metterà invece i
400/600mila euro degli sponsor cittadini e un PalaCredito che potrà essere riempito con migliaia di persone.
La novità è però il coinvolgimento di altre società romagnole che vorranno aderire al progetto. L'unico
problema (e non da poco) sono le condizioni poste da Ravenna che paiono unilaterali e mirate a far nascere
una squadra romagnola, idea che non rientra in pieno nelle intenzioni dell'assessore allo sport Sara SamorÌ,
che voleva invece una squadra di chiara matrice forlivese. Resta ora da capire se le parti riusciranno a venirsi
incontro.
CONFIMI WEB - Rassegna Stampa 22/04/2015
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Il Basket Ravenna Piero Manetti e Dino Piacentini della Piacentini Costruzioni Spa hanno raggiunto un
accordo con l'importante azienda modenese per una sponsorizzazione triennale. Durante la riunione è stato
anche affrontato il tema del coinvolgimento di altre realtà territoriali, sia in termini di impianti che di risorse
umane, innanzitutto Forlì per arrivare all'obiettivo di una società cestistica espressione di un area romagnola
più vasta. In questa direzione il Basket Ravenna valuta sia la possibilità di cambiare già da subito
denominazione in Basket Romagna sia la possibilità di disputare alcune partite in altri impianti romagnoli,
anche se al momento l'ipotesi appare remota. Contemporaneamente, inoltre, c'è l'intenzione di valutare
collaborazioni a livello di settore giovanile già sull'immediato.
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Basket, Ravenna si accorda con lo sponsor Piacentini
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Si avvicina l'obiettivo di una società cestistica espressione di un'area romagnola più vasta
Da Basket Ravenna a Basket Romagna. La società sportiva comunica che al termine dell'incontro con Dino
Piacentini della Piacentini Costruzioni Spa, è stato raggiunto un accordo con l'importante azienda modenese
per una sponsorizzazione triennale.
Durante la riunione è stato anche affrontato il tema del coinvolgimento di altre realtà territoriali, sia in termini
di impianti che di risorse umane, innanzitutto ForlÌ per arrivare all'obiettivo di una società cestistica
espressione di un'area romagnola più vasta. In questa direzione il Basket Ravenna valuta sia la possibilità di
cambiare già da subito denominazione in Basket Romagna sia la possibilità di disputare alcune partite in altri
impianti romagnoli.
"Contemporaneamente, inoltre, c'è l'intenzione di valutare collaborazioni a livello di settore giovanile già
sull'immediato - spiega il Basket Ravenna -. Un futuro duraturo può essere garantito solo facendo sistema
territoriale, coinvolgendo le realtà più sensibili senza soffermarsi ai campanilismi. Proprio per questo si
auspica che anche la politica, nelle vesti degli amministratori locali, condivida questa visione e la sappia fare
propria proponendo un nuovo modello per fare sport: un modello che tuteli la passione per la pallacanestro
della Romagna intera, garantendo ad esso solidità e durata. E' quindi auspicabile, a breve, un incontro tra le
amministrazioni di ForlÌ e di Ravenna (e perché no anche Cesena) e che coinvolga anche le società
interessate e disponibili".
CONFIMI WEB - Rassegna Stampa 22/04/2015
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Da Basket Ravenna a Basket Romagna
21/04/2015
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salernonotizie.net
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Giovedì 23 aprile 2015 ore 17,30 Salerno Lunch in Music
Presso concessionaria Lancia Italianauto
E' questo il nuovo appuntamento che l'Aniem Salerno ha organizzato con i soci e con tutti gli operatori del
settore interessati ad avere informazioni utili su questo delicato argomento.
Il Bando Isi Inail, infatti, rappresenta una grande opportunità per gli imprenditori in quanto, attraverso il
finanziamento stanziato, potranno essere sostenuti progetti d'investimento e di adozione di modelli
organizzativi e di responsabilità sociale, finalizzati al miglioramento dei livelli di salute e sicurezza nei luoghi
di lavoro.
Diventa quindi non solo importante, ma necessario che l'imprenditore sia informato sulle procedure e gli
aspetti tecnici legati all'accesso a tali opportunità , e che l'Associazione metta a disposizione relatori che
possano ben illustrare quali modelli organizzativi adottare per l'implementazione del Sistema di gestione della
Salute e della Sicurezza sui luoghi di lavoro secondo la norma OHSAS 18001 e le modalità di certificazione di
tale sistema attraverso un ente terzo accreditato.
A relazionare su questa delicata materia, l'Ing. Giovanni D'Ambrosio, Amministratore Unico di "Gestione
Integrata Sicurezza Ambiente", la dott.ssa Carmen La Manna, dello Studio Consulenza Normativa OHSAS
18001, la dott.ssa Barbara Mazziotti, della Kiwa Cermet Italia.
I lavori saranno aperti dal presidente Aniem Salerno dott. Pietro Andreozzi.
CONFIMI WEB - Rassegna Stampa 22/04/2015
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Sostegno alle imprese attraverso le procedure di gestione del bando IsiInail 2014-2015
21/04/2015
02:52
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Piacentini Costruzioni Spa sposa Basket Ravenna Piero Manetti
Basket Ravenna Piero Manetti comunica che, al termine dell'incontro con
Dino Piacentini della Piacentini Costruzioni Spa, è stato raggiunto un
accordo con l'importante azienda modenese per una sponsorizzazione
triennale
Basket Ravenna Piero Manetti comunica che, al termine dell'incontro con
Dino Piacentini della Piacentini Costruzioni Spa, è stato raggiunto un accordo
con l'importante azienda modenese per una sponsorizzazione triennale.
Durante la riunione è stato anche affrontato il tema del coinvolgimento di
altre realtà territoriali, sia in termini di impianti che di risorse umane,
innanzitutto Forlì per arrivare all'obiettivo di una società cestistica
espressione di un area romagnola più vasta.
In questa direzione il Basket Ravenna valuta sia la possibilità di cambiare già
da subito denominazione in Basket Romagna sia la possibilità di disputare
alcune partite in altri impianti romagnoli.
Contemporaneamente, inoltre, c'è l'intenzione di valutare collaborazioni a
livello di settore giovanile già sull'immediato.
Un futuro duraturo può essere garantito solo facendo sistema territoriale,
coinvolgendo le realtà più sensibili senza soffermarsi ai campanilismi.
Proprio per questo si auspica che anche la politica, nelle vesti degli
amministratori locali, condivida questa visione e la sappia fare propria
proponendo un nuovo modello per fare sport: un modello che tuteli la
passione per la pallacanestro della Romagna intera, garantendo ad esso
solidità e durata. E' quindi auspicabile, a breve, un incontro tra le
amministrazioni di Forlì e di Ravenna (e perché no anche Cesena) e che
coinvolga anche le società interessate e disponibili.
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21/04/2015
14:44
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"Sostegno alle imprese attraverso le procedure di gestione del bando Isi-Inail 2014-2015 e la certificazione
del sistema di gestione per la salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro". E' questo il nuovo appuntamento che
l'Aniem Salerno ha organizzato con i soci e con tutti gli operatori del settore interessati ad avere informazioni
utili su questo delicato argomento. Il Bando Isi Inail, infatti, rappresenta una grande opportunità per gli
imprenditori in quanto, attraverso il finanziamento stanziato, potranno essere sostenuti progetti d'investimento
e di adozione di modelli organizzativi e di responsabilità sociale, finalizzati al miglioramento dei livelli di salute
e sicurezza nei luoghi di lavoro.
Diventa quindi non solo importante, ma necessario che l'imprenditore sia informato sulle procedure e gli
aspetti tecnici legati all'accesso a tali opportunità , e che l'Associazione metta a disposizione relatori che
possano ben illustrare quali modelli organizzativi adottare per l'implementazione del Sistema di gestione della
Salute e della Sicurezza sui luoghi di lavoro secondo la norma OHSAS 18001 e le modalità di certificazione di
tale sistema attraverso un ente terzo accreditato. A relazionare su questa delicata materia, l'Ing. Giovanni
D'Ambrosio, Amministratore Unico di "Gestione Integrata Sicurezza Ambiente", la dott.ssa Carmen La
Manna, dello Studio Consulenza Normativa OHSAS 18001, la dott.ssa Barbara Mazziotti, della Kiwa Cermet
Italia. I lavori saranno aperti dal presidente Aniem Salerno dott. Pietro Andreozzi.
QUANDO
Giovedì 23 aprile 2015 ore 17,30
Salerno Lunch in Music
Presso concessionaria Lancia Italianauto
CONFIMI WEB - Rassegna Stampa 22/04/2015
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Salerno, Aniem: "Sostegno alle imprese attraverso le procedure di
gestione del bando Isi-Inail
SCENARIO ECONOMIA
15 articoli
22/04/2015
Corriere della Sera
Pag. 1
(diffusione:619980, tiratura:779916)
La vittoria di Booking.com sui ribassi negli alberghi
Fabio Savelli a pagina 33
I consumatori si dicono «soddisfatti a metà». Gli albergatori e gli esercenti sono «delusi». Booking.com, la
società di diritto olandese controllata dalla capogruppo Priceline, canta invece vittoria. Perché i suoi impegni formalizzati a seguito dell'apertura di una procedura Antitrust quasi un anno fa - sono stati accolti da tre
authority diverse: quella italiana, quella francese e quella svedese. Expedia, la principale rivale di
Booking.com per le prenotazioni di alloggi via Internet, aspetta alla finestra confermando che «è in corso un
dialogo costruttivo con le autorità garanti».
Potremmo definirlo «ginepraio» turismo online. La battaglia stavolta e per 5 anni, l'ha vinta Booking.com che
ha ottenuto la condizione a cui teneva di più: la cosiddetta clausola di «parity rate». In altri termini gli alberghi
non potranno praticare tariffe più basse sui loro siti rispetto a quelle pubblicizzate su Booking.com pena
l'estinzione del contratto. Gli albergatori la osteggiano da sempre ritenendola vessatoria. Eppure una
scappatoia c'è per chi vuole praticare degli sconti: offrire prezzi più bassi solo sui canali off line, ad esempio
quando un cliente telefona alla reception di un albergo. «È un'opzione di cui mi vergogno un po' - attacca
Alessandro Nucara, direttore generale di Federalberghi, l'associazione di categoria degli albergatori soprattutto perché in Germania l'authority locale si è pronunciata in senso opposto rispetto a quanto ora
dispongono Italia, Francia e Svezia». Di tutt'altro avviso Andrea D'Amico, amministratore delegato di Booking
Italia, che accoglie positivamente la decisione Antitrust. Soprattutto perché impone alle agenzie online - a
tutela del consumatore - di doversi confrontare sui prezzi (e sulle commissioni applicate agli alberghi/partner)
perché sarà possibile da ora in poi praticare tariffe diverse (per una stessa camera) a seconda del portale
online.
Qualche interrogativo resta in realtà. Lo esemplifica Nucara che sostiene come questa decisione lasci tutto
com'è nella sostanza. Perché gli alberghi sono in realtà all'ultimo anello della filiera e sono appesi alle
politiche commerciali - suffragate dal potere di indicizzazione sui motori di ricerca - delle agenzie online.
Giovanni Pitruzzella, presidente dell'Antitrust, rileva invece che questa decisione «riporta la concorrenza nel
settore, preservando la fruizione dei servizi di ricerca aumentando il margine di manovra degli hotel». A ben
vedere la tesi è difficilmente contestabile. Soprattutto perché gli alberghi potranno evitare di pubblicizzare
sulle agenzie online le stanze che ritengono migliori, azzerando il peso delle commissioni. Certo, senza la
possibilità di avere una buona copertura sul web.
Fabio Savelli
fabiosavelli
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Il mercato ricettivo in Italia d'Arco 60% prenotazioni online 40% altri canali 19 miliardi di euro fatturato dei
servizi di alloggio in Italia 90% La quota di mercato complessiva di Booking.com, Expedia e Hrs I CONTI DI
BOOKING.COM FATTURATO Anno 2014 rispetto al 2013 +23,5% rispetto al 2013 +27,9% rispetto al 2013
+28% 7,7 miliardi di euro 2,2 miliardi di euro UTILE 346 milioni di prenotazioni per 46 miliardi di euro Indice
delle Borse Dati di New York aggiornati alle ore 20:00 FTSE MIB 23.240,26 -0,40% ê Dow Jones 17.940,51 0,52% ê Nasdaq 4.440,52 +0,52% é P 500 2.097,20 -0,15% ê Londra 7.062,93 +0,15% é Francoforte
11.939,58 +0,40% é Parigi (Cac 40) 5.192,64 +0,10% é Madrid 11.422,30 +0,33% é Tokio (Nikkei) 19.909,09
+1,40% é 1euro 1,0700 dollari -0,21% ê 1euro 127,7500 yen +0,05% é 1euro 0,7187 sterline -0,12% ê 1euro
1,0252 fr.sv. -0,30% ê Ced. Quot. 21-04 Rend.eff. netto% Btp13-12/11/17 2,150% 104,80 0,24 Btp1001/09/20 4,000% 116,84 0,33 Btp14-01/03/30 3,500% 120,54 1,51 Btp14-01/09/46 3,250% 118,79 2,04
SPREADBUND/BTP10anni: 137p.b. Cambi Titoli di Stato
SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 22/04/2015
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La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
La decisione dell'Antitrust
22/04/2015
Corriere della Sera
Pag. 1
(diffusione:619980, tiratura:779916)
SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 22/04/2015
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La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
La vicenda
Un anno fa l'Antitrust ha deciso di aprire una procedura nei confronti delle agenzie online Booking.com ed
Expedia per violazione della concorrenza. Ieri l'authority ha accolto gli impegni presentati
dalla società olandese controllata dalla capogruppo Priceline quotata al Nasdaq Resta immutata la cosiddetta
clausola del parity rate:
gli alberghi in sostanza non potranno praticare prezzi più bassi sui loro siti rispetto a quelli pubblicizzati sui
portali della agenzie online come Expedia e Booking.com. Federalberghi contesta questa clausola
90 per cento
La quota
di mercato
di Booking, Expedia e Hrs
19 miliardi
Il fatturato complessivo
in Italia del turismo online
60 per cento
La quota di mercato delle prenotazioni online rispetto al totale
22/04/2015
Corriere della Sera
Pag. 35
(diffusione:619980, tiratura:779916)
Ciucci: l'Anas non è corrotta su di noi nessuna intercettazione
Il presidente dimissionario: i viadotti? Citeremo i responsabili
Antonella Baccaro
ROMA «No, non scriva che sono "sereno". Meglio tranquillo». Pietro Ciucci tra un mese non sarà più
presidente della stazione appaltante più potente di Italia, l'Anas, che ha retto per nove anni, incaricato da
cinque governi diversi. Compreso quello Renzi, che però qualche giorno fa ha accolto le sue dimissioni, a un
anno dalla scadenza naturale.
Di quei nove anni snocciola le cifre come un rosario: 25 mila chilometri di strade gestite e 16 miliardi di
investimenti. Il bilancio riportato in attivo dal 2008, compreso quello del 2014: in utile per 18 milioni. Nessuna
implicazione nelle grandi inchieste, compresa l'ultima, la «Sistema», di cui ha compulsato le 270 pagine di
verbale: «Su noi nemmeno un'intercettazione». Eppure. «Eppure in questo momento sembro il responsabile
di ogni nefandezza, colpa di una strana congiuntura astrale, dell'insolita concentrazione di diversi incidenti in
tre mesi». L'ultimo in Sicilia: due piloni di un viadotto della Palermo-Catania che cedono, causando la
chiusura del tratto. Tutto da rifare, secondo il ministro Delrio. Il coordinatore della struttura di missione sul
dissesto idrogeologico, Erasmo D'Angelis, che dichiara: «Anas e Regione potevano e dovevano intervenire
già 10 anni fa». Un'entrata a gamba tesa: «Non mi sono certo dimesso per questo né per i reportage
giornalistici». Nel merito? «Anas non ha nessuna competenza sul monitoraggio delle frane, non siamo noi la
struttura di missione e non abbiamo ricevuto segnalazioni».
Seconda foto: il viadotto Scorciavacche sulla Palermo- Agrigento. «Che non è crollato, come avete
drammatizzato in tanti. C'è stato solo un cedimento del rilevato». A pochi giorni dall'apertura anticipata di tre
mesi. «Si tratta di un chilometro su 30 di lavori: avevamo aperto quel tratto a velocità contenuta, su richiesta
del contraente generale. Ma dopo 10 giorni il direttore dei lavori si è accorto che c'era qualcosa che non
andava e abbiamo chiuso. Due giorni, il crollo». Per fortuna. «C'è stato un errore nella progettazione o nella
realizzazione. Anas farà causa anche per il danno di immagine». Anas doveva controllare. «Lo ha fatto: il
responsabile del procedimento non si è accorto dell'errore. Su 600-700 cantieri capita». Ciucci nega che
l'accelerazione all'apertura fosse legata a un premio per il contraente generale o i dirigenti Anas. «Controllino.
Un premio per l'apertura anticipata di un chilometro è assurdo». Chiediamo se su quell'opera Anas aveva
operato un ridimensionamento del progetto. «La soluzione scelta era tecnicamente adeguata. Per risparmiare
costruiamo un tratto più breve non tagliamo sulla sicurezza».
Terza foto: il crollo della campata del viadotto Italia sulla Salerno-Reggio Calabria. «Di cui abbiamo realizzato
355 chilometri su 443. L'ultimo cantiere, a detta di tutti, un modello. Si stavano eseguendo le operazioni
propedeutiche alla demolizione dell'impalcato, quando questo è caduto, travolgendo purtroppo un operaio.
Come ho detto: una coincidenza infausta».
Non le viene il sospetto che in alcuni casi i materiali usati non siano quelli previsti dai contratti? «Facciamo
tutte le verifiche almeno in contraddittorio con la società appaltatrice: non è che ci viene detto quale betoniera
controllare». Qualcuno potrebbe essere indotto a chiudere un occhio: «Sarei presuntuoso se dicessi che
garantisco per i 6 mila che lavorano per Anas. Ma non sono emersi episodi di corruzione». Anas come «isola
felice» in un mare di «mazzette»? «Se qualcuno ha prove contrarie, parli, o sono chiacchiere da bar.
Abbiamo adottato i migliori sistemi di controllo e non operiamo in deroga alla legge».
Perché un manager come lei si autoliquida per 1,8 milioni? «È falso: è stato l'azionista nel 2013 a chiedermi
di risolvere il contratto a tempo indeterminato stipulato nel 2006. In caso di risoluzione era previsto un
incentivo di 2 annualità di stipendio, come in altre aziende, per importi anche più rilevanti». I manager
stipulano contratti da dirigente perché così l'azienda assicura loro i contributi, l'assistenza sanitaria, i premi.
«È una pratica che esiste dal tempo dell'Iri». Cosa pensa del tetto di 240 mila euro allo stipendio? «Che alla
lunga livella verso il basso: non conviene allo Stato». Perché il governo non l'ha trattenuta? «Delrio ha parlato
SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 22/04/2015
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Intervista
22/04/2015
Corriere della Sera
Pag. 35
(diffusione:619980, tiratura:779916)
SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 22/04/2015
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di "discontinuità necessaria". È il vigilante: ne ha diritto. Se poi Renzi, che ha tanto da fare, vorrà
esprimersi...». E adesso? «Non mi do all'insegnamento. E non sto sereno, mi raccomando».
© RIPRODUZIONE RISERVATA
17,6 milioni
L'utile approvato da Anas nel 2014. L'organico medio totale è di 6.109 dipendenti
16 miliardi Gli investimenti in realizzati da Anas nel periodo 2006-2015 di gestione di Pietro Ciucci
938 chilometri
Le autostrade in gestione diretta dell'Anas; le strade statali di sua competen-za sono lunghe 19.315 km
Foto: Dimissioni Pietro Ciucci, 64 anni, il 13 aprile si è dimesso dalla guida dell'Anas
22/04/2015
Corriere della Sera
Pag. 13
(diffusione:619980, tiratura:779916)
La riforma a tappe. Note contabili online tra privati dal 2017
ROMA Con le nuove norme che definiscono l'abuso del diritto tributario il governo prova a fissare regole
chiare in un terreno finora delimitato solo dalla giurisprudenza. L'abuso del diritto e elusione fiscale si
unificano in un unico concetto con una valenza generale e con riguardo a tutti i tributi, imposte sui redditi e
indirette. L'abuso, secondo il decreto si realizza quando si rileva l'assenza di «sostanza economica delle
operazioni effettuate», ovvero operazioni che non perseguono obiettivi come lo sviluppo dell'attività o la
creazione di posti di lavoro, ma solo ed esclusivamente vantaggi fiscali. Quando Agenzia delle Entrate
accerta la condotta abusiva, le operazioni elusive effettuate dal contribuente diventano a quel punto inefficaci
ai fini tributari e, quindi, non sono ottenibili i relativi vantaggi fiscali. Non si considerano invece abusive le
operazioni giustificate da «valide ragioni extrafiscali non marginali » che rispondono «a finalità di
miglioramento strutturale o funzionale dell'impresa o dell'attività professionale del contribuente». Nel
procedimento di accertamento dell'abuso del diritto l'onere della prova della condotta abusiva grava
sull'amministrazione, mentre il contribuente è tenuto a dimostrare la sussistenza delle «valide ragioni
extrafiscali» che stanno alla base delle operazioni effettuate. L'abuso del diritto, come l'elusione, non è più
considerato reato penale, ma amministrativo. Un alleggerimento a fronte del quale il decreto originario
prevedeva la ridefinizione del reato di frode fiscale in modo più severo. Una norma destinata a riapparire nel
decreto sul riordino delle sanzioni. M. Sen. ROMA Agevolare gli investimenti delle imprese straniere in Italia,
creare maggiori certezze per la loro attività, ridurre gli adempimenti tributari ed eliminare le distorsioni nella
tassazione delle attività delle multinazionali. Il decreto per l'internazionalizzazione delle imprese per ora si
limita a questo, ma è già pronto per un aggiornamento. Tra poche settimane è prevista la conclusione dei
lavori dell'Ocse sulla tassazione dei proventi dell'economia digitale. E il governo è pronto a riaprire il decreto
varato ieri per inserirci quelle norme che, finalmente, dovrebbero chiudere le porte del paradiso fiscale per i
giganti del web come Google, Amazon, Facebook. Imprese che con una pianificazione fiscale estremamente
aggressiva e lo spostamento della sede sociale in paesi dai regimi fiscali leggeri (come l'Irlanda), riescono a
pagare di tasse, in media, meno dell' 1% del proprio, enorme fatturato. Il Parlamento aveva già tentato
l'aggancio alle multinazionali del web, ipotizzando alcuni provvedimenti cui però il governo non ha dato corso,
ritenendoli inefficaci (si prevedeva ad esempio l'obbligo per queste società di avere una partita Iva in Italia,
ma l'Iva non offrirebbe una misura esaustiva del reddito). Poi, nel vuoto normativo, si sono mossi gli ispettori
del fisco, contestando ad esempio a Google, l'evasione di cifre molto elevate, con l'accusa di aver abusato
del diritto tributario con pratiche di per sé lecite, ma che insieme non avevano altro scopo che pagare meno
tasse. L'aggiornamento del decreto sull'internazionalizzazione, con le nuove norme fiscali per la tassazione
dei giganti del web dovrebbe arrivare in autunno. M. Sen. ROMA Magari ci sarà meno enfasi sui controlli ai
commercianti che «battono» poco. Blitz come quelli di Cortina del Capodanno 2012 avranno forse meno
senso. Ma anche con la fattura elettronica tra i privati che scatterà dal 2017 il vecchio scontrino fiscale non
sarà facile da mandare in pensione, nonostante i commercianti e gli esercenti stiano già da ieri festeggiando il
suo auspicato trapasso. La fatturazione elettronica tra privati, che entra immediatamente nelle banche dati
dell'Agenzia delle Entrate, mettendole a disposizione uno strumento di controllo formidabile, sarà infatti solo
facoltativa, perché le regole Ue impediscono di renderla obbligatoria. E fintanto che ci sarà anche un solo
commerciante che preferirà continuare con il sistema attuale, con la trasmissione quotidiana telematica dei
corrispettivi, scontrini e registratori di cassa resteranno. Anche perché gli scontrini restano pur sempre la
«prova» di un acquisto e valgono per la garanzia sulle merci. Gli incentivi alle imprese, ai professionisti e ai
commercianti perché adottino la fattura digitale sono comunque rilevanti. Chi decide di aprire un canale
telematico con il fisco potrà evitare la trasmissione quotidiana dei corrispettivi, non avrà più incombenze con
lo spesometro e potrà contare su una corsia privilegiata per i rimborsi dell'Iva. Non solo. Alle imprese che
SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 22/04/2015
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Fisco, cosa cambia*
22/04/2015
Corriere della Sera
Pag. 13
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SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 22/04/2015
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sceglieranno la fatturazione elettronica e aderiranno al nuovo regime di trasparenza che il governo sta
mettendo a punto, che prevede la tracciabilità di tutti i pagamenti ricevuti, il fisco concederà anche una
riduzione delle annualità passate accertabili dagli ordinari quattro anni, a tre. M. Sen. Rimborsi Iva Corsia
preferenziale con gli e-pagamenti Imprese internazionali Le «tasse certe» e la stretta per il web Abuso di
diritto Regole più chiare contro l'elusione 12,5 per cento è la corporate tax di Dublino che ha attratto le
multinazionali 13 mila i reati tributari scoperti dal Fisco nel corso del 2014 2017 l'anno di avvio previsto per la
fattura elettronica
22/04/2015
Il Sole 24 Ore
Pag. 1
(diffusione:334076, tiratura:405061)
UniCredit, confermati Ghizzoni e Vita Più quote rosa
Monica D'Ascenzo
D'Ascenzo pagine 23-25 Federico Ghizzoni (nella foto) e Giuseppe Vita resteranno rispettivamente
amministratore delegato e presidente del gruppo UniCredit per il prossimo triennio. Presentata la lista per il
nuovo consiglio d'amministrazione, che vedrà una maggiore presenza femminile rispetto al board precedente.
Vertici confermati, consiglio più snello, presenza femminile in crescita e assenza di CariVerona fra i soci della
lista di maggioranza. Si potrebbe riassumere così la presentazione dei candidati al rinnovo del consiglio di
amministrazione di Unicredit. Federico Ghizzoni e Giuseppe Vita resteranno rispettivamente amministratore
delegato e presidente del gruppo per il prossimo triennio. Le vicepresidenze dovrebbero poi passare da
quattro a tre, con la riconferma di Luca Cordero di Montezemolo, Fabrizio Palenzona e Vincenzo Calandra
Buonaura. Il numero dei membri del board scenderà da 19 a 17 e la presenza femminile sarà di sei membri,
ben oltre gli obblighi previsti dalla legge. Nel cda saranno poi rappresentate le diverse anime del gruppo sia a
livello geografico, con la rappresentanza di consiglieri di area italiana, tedesca, austriaca e araba, siaa livello
di settore, con rappresentanti del mondo industriale (italiano e estero), assicurativo e bancario. In assemblea
degli azionisti, il prossimo 13 maggio, oltre alla nomina del nuovo board sarà portato all'approvazione dei soci
il bilancio 2014 chiuso con2 miliardi di utilie la distribuzione di uno script dividend di 12 centesimi. Continua u
pagina 25 pUn consiglio più snello, più rosa e senza la Fondazione Cariverona. Per Unicredit nessuna
particolare sorpresa sul prossimo board, che dovrà essere eletto in sede di assemblea il 13 maggio. Ieri siè
alzato il velo sui nominativi della lista presentata da Allianz, Aabar, Fondazione Cassa di Risparmio di Torino,
Carimonte Holding, Fincal (Caltagirone) e Cofimar (Maramotti). Confermatii vertici dell'istituto:
l'amministratore delegato Federico Ghizzoni e il presidente Giuseppe Vita. Dei quattro vicepresidenti
continueranno a sedere nel board Luca Cordero di Montezemolo, Fabrizio Palenzona e Vincenzo Calandra
Buonaura, mentre non ci sarà più Candido Fois rappresentante della Fondazione Cariverona. Quest'ultima
aveva fatto sapere nei giorni scorsi, con una comunicazione ufficiale, di non voler aderire all'invito di
contribuire alla formazione della lista per il prossimo consiglio di Unicredit. L'ente scaligero, che è primo
azionista italiano della banca con una quota del 3,45%, ha spiegato che la decisione è stata presa «al fine di
non avere alcun condizionamento nelle scelte di diversificazione del proprio patrimonio tenuto conto delle
opportunità offerte dal riordino del sistema delle banche popolari e in attuazione del protocollo di intesa AcriMinistero dell'Economia e delle Finanze». D'altra parte, la Fondazione veneta, in base all'accordo Mef-Acri,
dovrà ridurre sotto il 33% la concentrazione su un solo asset e dovrebbe, quindi, cedere attorno all'1% di
Unicredit e ha già detto di voler giocare un ruolo nel cambiamento del sistema delle popolari. Tornando ai
vertici dell'istituto, la riduzione del numero dei membri del board dovrebbe riflettersi anche su una riduzione
del numero dei vicepresidenti che potrebbe scendere dagli attuali quattro a tre, se non addirittura a due.
Sembra, quindi, scontata la conferma di Montezemolo e Palenzona e nel caso di un terzo vicepresidente
anche quella di Calandra. In quota Carimonte holding della Fondazione Carimonte e Monte Bologna, che ha il
2,1% di Unicredit, nell'attuale mandato, Calandra è stato sostituito nella lista per il rinnovo del cda dalla new
entry Cesare Bisoni (appena dimessosi da sindaco effettivo di Unicredit). Resterà, comunque, in piazzetta
Gae Aulenti perché voluto dagli altri grandi soci della banca che gli hanno riconosciuto un ruolo decisivo
giocato in questi anni nel dare stabilità al vertice dell'istituto. Degli altri 17 nomi della lista, sei sono donne.
Accanto alla conferma di Henryka Bochniarz e di Helga Jung, entreranno di sicuro nel prossimo cda Unicredit
Clara Streit, che siede nel board di Jerónimo Martins e Bank Vontobel AG e nel supervisory board di Delta
Lloyde di Deutsche Annington Immobilien; Paola Vezzani, docente all'università di Modena e Reggio Emilia
ed Elena Zambon, presidente dell'omonimo gruppo farmaceutico e membro del cda di Italcementie del Fondo
Strategico It€aliano. Il diciassettesimo nome della lista di maggioranza è Benedetta Navarra, che con ogni
probabilità non entrerà in consiglio, perché da statuto un posto è dedicato alla lista di minoranza, che
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FOCUS BANCHE
22/04/2015
Il Sole 24 Ore
Pag. 1
(diffusione:334076, tiratura:405061)
SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 22/04/2015
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riconferma Lucrezia Reichlin. Le donne nel board saranno, quindi, sei su 17 membri, ben oltre la quota di un
quinto prevista per questo rinnovo dalla legge Golfo-Mosca. Completano la rosa dei candidati, che sarà
presentata ai soci, i riconfermati Manfred Bischoff presidente del supervisory board di Daimler e membro di
altri cda di gruppi industriali tedeschi; Alessandro Caltagirone, presidente di Vianini Industrie e fra le altre
cariche membro dei cda di Cementir Holding e Caltagirone; Alexander Wolfgring, rappresentante dell'anima
austriaca del gruppo; Anthony Wyand, membro del cda di Aviva e di Société Foncière Lyonnaisee deputy
chairman di Société Générale. Nuovo ingresso in quota Aabar, che detiene il 6,5% di Unicredit, sarà
Mohamed Ahmed Badawy Al Husseiny, ceo e director dal marzo 2010 di Aabar Investments. L'alto numero di
riconferme nel board sembrano essere il segnale di un consenso dei soci stabili rispetto al percorso fatto dal
gruppo bancario in questi ultimi anni, che ha portato a chiudere l'esercizio 2014 con un utile netto di 2
miliardi. Rivisto al rialzo anche il dividendo che passa da 10 a 12 centesimi e sarà portato all'approvazione
dell'assemblea. Si tratta di uno script dividend, vale a dire che sarà pagato in azioni a meno che l'azionista
non chieda che venga liquidato in contanti.
Azionisti rilevanti. Quote %
Aabar Luxembourg
I soci di UniCredit
5,01%
4,66%
3,45%
2,91%
2,51%
2,11% BlackRock Fondazione Cariverona Central Bank of Libya Fondazione Caritorino Carimonte Holding
Fonte: dati societari
LA PAROLA CHIAVE
Governance 7 La corporate governance è l'organizzazione interna d'impresa, le regole societarie con cui
sono gestite le relazioni fra i soggetti e gli organi interni e le forme di tutela dei diversi interessi esterni
coinvolti, ad iniziare dagli azionisti. L'obiettivo è di affidare la gestione delle imprese, fra cui le società
bancarie, alle persone più adatte e alle prassi che garantiscono maggiormente il rispetto degli stakeholder (o
portatori di interessi) , tutelando dunque gli interessi legittimi di azionisti di maggioranza e di minoranza, i
creditori sociali e dipendenti
La governance di UniCredit. Da sinistra, Federico Ghizzoni e Giuseppe Vita
Il prossimo consiglio di UniCredit Lucrezia Reichlin Manfred Bischoff Paola Vezzani Cesare Bisoni Elena
Zambon Helga Jung Clara Streit Anthony Wyand Feder ico Ghizzoni Giuseppe Vita PRESIDENTE
Mohamed Al Husseiny Henr yka Bochniarz Alessandro Caltagirone Alexander Wolfgr ing Vincenzo Fabr izio
Palenzona Calandra Buonaura Luca Cordero di Montezemolo AMMINISTRATORE DELEGATO
22/04/2015
Il Sole 24 Ore
Pag. 1
(diffusione:334076, tiratura:405061)
Il tempo sprecato e le occasioni da non perdere
Salvatore Padula
La delega fiscale si è rimessa finalmente in marcia. E questa non può che essere una buona notizia. Troppo
poco è stato fatto finora e se il governo intende davvero provare a cambiare volto al sistema tributario, deve
dimostrare di saper trovare lo slancio per utilizzare questi pochi mesi che ci separano dalla scadenza della
delega, per traghettare al traguardo dell'approvazione definitiva una mole non indifferente di provvedimenti.
Ieri sono arrivati tre decreti molto attesi (anzi, attesi da troppo tempo) e molto importanti. Ma non si può
ignorare che dal via libera alla legge delega a oggi sono trascorsi 13 mesi e solo pochissime misure sono
effettivamente entrate in vigore. E, soprattutto, nessuna di queste sembra rispondere, se non in minima parte,
all'obiettivo che la legge delega indica con chiarezza nel suo titolo: è cioè quello di un sistema fiscale più
equo, più trasparente e più orientato alla crescita. La delega, lo si è detto molte volte, non ha l'ambizione di
modificare la struttura del fisco né di cambiare alle radici l'ordinamento. Tuttavia, porta con sé l'idea di un
sistema più moderno e più semplice, che sia in sintonia con quel che serve al Paese per ritrovare la strada
della crescita. Nel giorno in cui la delega riprende il suo cammino è impossibile non notare che il bilancio
delle cose fatte è in rosso. Sono stati approvati solo tre decreti legislativi (commissioni censuarie, tabacchi e
semplificazioni). Alcune misure sono finite nella legge di Stabilità, per altro, non senza problemi, visto che
almeno in un caso- quello del nuovo regime fiscale applicabile ai piccoli contribuenti - sono già state
annunciate radicali modifiche a partire dal prossimo anno. Fin qui il passato. Certo, i tre decreti approvati ieri
dal Consiglio dei ministri e inviati alle commissioni parlamentari per i pareri, rappresentano un elemento che
fa ben sperare per il futuro. Si prenda la norma sull'abuso del diritto: non si può non rilevare che la sua
costruzione rispecchia in modo positivo gli orientamenti più solidi e significativi della giurisprudenza. Continua
pagina 3 Continua da pagina 1 Forse qualcosa di più ci si poteva aspettare sul delicato problema del
contenzioso in corso, dove si continuerà ad applicare la vecchia disciplina, creando un doppio binario tra casi
potenzialmente analoghi. In questo modo, alcune situazioni saranno valutate con le nuove regole, altre con
quelle attuali e più confuse. L'esame da parte delle commissioni parlamentari potrà contribuire a rafforzare e
migliorare questi provvedimenti. Il testo sulla fattura elettronica rappresenta una scommessa. Che è quella di
aumentare la trasparenza e la tracciabilità ma di farlo senza appesantire gli adempimenti dei contribuenti. Si
tratta di un elemento molto importante che potrebbe davvero diventare un punto di svolta nel rapporto tra
fisco e operatori, visto che in passato alle esigenze dell'amministrazione di avere a disposizione nuovi dati ed
elementi, si è sempre fatto fronte aumentando gli obblighi a carico di imprese e professionisti. In questo caso,
sembra invece di vedere un atteggiamento diverso, dove - come già avviene in molte esperienze estere viene introdotta l'idea di "premialità", tradotta nell'eliminazione di una serie di obblighi per chi volontariamente
accetterà le nuove regole di scontrini digitali e fatture elettroniche. Sul terzo decreto, quello relativo a crescita
e internazionalizzazione, la prima impressione è che si tratti di un provvedimento che potrà favorire la
competitività delle imprese. Sia di quelle italiane sia di quelle estere che, in un quadro di maggiore stabilità
normativa e certezza del diritto, potrebbero considerare l'approdo in Italia. Per altro, il decreto risponde anche
all'esigenza di aggiornare le nostre norme agli orientamenti delle istituzioni internazionali (dall'Ocse alle Ue) e
di eliminare alcune storture e penalizzazioni alle quali sono esposte le imprese italiane. Anche in questo caso
si tratta di una sfida importante. Perché, è bene non scordarlo, sono state soprattutto le imprese italiane
impegnate all'estero che hanno dovuto quotidianamente lottare con la rigidità del nostro sistema fiscale per
assicurarsi la sopravvivenza. Le nuove regole in arrivo, almeno questo è l'auspicio, dovrebbero semplificare
la vita di queste imprese, con un sistema di norme più moderno e più adatto a competere sui mercati
internazionali. Da qui riparte il fisco. Al quale non resta molto tempo per completare il percorso indicato dalla
delega: entro il 27 giugno - meno di 70 giorni, come accennato - il governo deve presentare al Parlamento i
decreti mancanti (poi le commissioni avranno 90 giorni per esprimere i pareri). Si parte con le sanzioni. Ci
SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 22/04/2015
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IL NUOVO FISCO
22/04/2015
Il Sole 24 Ore
Pag. 1
(diffusione:334076, tiratura:405061)
SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 22/04/2015
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sono quelle penali da rivedere (con il delicatissimo nodo della soglia del 3%) ma anche quelle amministrative
hanno bisogno di un corposo restyling. Chi conosce bene il sistema fiscale sa come in molti casi le penalità
finiscano per assumere una forma quasi "espropriativa". La delega indica una strada, che è quella della
proporzionalità. Che è anche la capacità del sistema di sanzionare tenendo sempre conto della gravità del
danno arrecato. C'è poi il tema del Catasto. Il decreto che deve avviare il lungo cammino per la revisione dei
valori è stato più volte rinviato. Quel che è accaduto dal 2012 - con l'esplosione delle tasse immobiliari, sia
sulle persone sia sulle imprese - ci dice che qui si gioca una partita altrettanto importante. In un ambito nel
quale è fondamentale rimediare agli eccessi e alle disparità attuali. L'elenco delle cose da fare è lunghissimo.
Si aspetta l'Iri, l'imposta sul reddito imprenditoriale separata dall'Irpef della persona fisica; si aspetta il riordino
del reddito d'impresa. E poi ancora l'Irap, con l'irrisolta questione dei piccoli contribuenti; la riforma del
contenzioso; la lotta e la stima dell'evasione; la revisione degli sconti fiscali (per razionalizzarli e non solo per
tagliarli). Come si vede, le cose da fare sono davvero molte. Tutte importanti. Tutte urgenti. Tutte occasioni
da non sprecare.
22/04/2015
Il Sole 24 Ore
Pag. 7
(diffusione:334076, tiratura:405061)
«Gli 1,6 miliardi a misure coerenti con le riforme»
Padoan in Senato: effetti temporanei sul bilancio 2015 - «Fiduciosi sull'ok europeo alla flessibilità» IL
GOVERNO Il documento di economia e finanza «conferma un netto cambiamento di marcia nella situazione
economica e finanziaria del Paese»
Davide Colombo
ROMA La differenza di un decimo di punto di Pil che si determina quest'anno tra deficit tendenziale e
programmatico grazie al miglioramento del quadro macroeconomico e dei tassi d'interesse, il cosiddetto
"tesoretto" da 1,6 miliardi, sarà utilizzato per «misure con effetti temporanei sul bilancio, per il 2015, ma
coerenti con il processo di riforme intrapreso». Il ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan, ha confermato
con un passaggio netto, nel corso della sua audizione sul Def davanti alle commissioni Bilancio riunite di
Senato e Camera, che il governo è intenzionato a utilizzare il margine fiscale sul quale in mattinata avevano
sollevato perplessità sia l'Ufficio parlamentare di Bilancio sia la Banca d'Italia. «Nessuna decisioneè stata
ancora presa e valuteremo con prudenza l'effettiva disponibilità delle risorse» ha detto il ministro rifiutandosi
di usare il termine "tesoretto". Un margine che salirà allo 0,4% nel 2016, l'anno in cui verrà esercitata la
clausola delle riforme e utilizzata la flessibilità prevista dalle regole europee per una manovra espansiva «che
sarà condotta nel pieno rispetto dei saldi», con la conferma del pareggio strutturale nel 2017 e di quello
nominale nel 2018. L'anno prossimo, inoltre, il disinnesco di tutte le clausole di salvaguardia su Iva e accise
previste dalle leggi di stabilità 2014e 2015 garantirà il calo della pressione fiscale complessiva, che nel 2019
sarà in linea coni livelli del 2011. Padoan ha ripetuto che la strategia del Governo si svilupperà su tre linee:
quella di una politica di bilancio di sostegno della crescita in atto nel rispetto dei saldi, l'attuazione di un
ventaglio di riforme strutturali giudicate «rilevantiea loro volta in grado di migliorare i saldi», la realizzazione di
un miglioramento complessivo del contesto per l'attività d'impresa. L'azione di politica economica si
dispiegherà - ha poi aggiunto il ministro - nel pieno rispetto delle regole europee della spesa e del debito. La
prima ha come pilastro la spending review aggiuntiva per 0,6 punti di Pil nel 2016, la seconda regola, quella
del debito, è già rispettata anche quest'anno: «L'insieme delle circostanze eccezionali, deflazione e crescita
negativa, sono sufficienti per considerare la regola del debito soddisfatta, e questo lo dice la Commissione
europea» ha spiegato Padoan citando la relazione di Bankitalia che nel triennio 2016-2018 indica un calo del
debito del 9,1 per cento. A realizzare quest'impegnativo risultato saranno le privatizzazioni, che nel periodo
daranno un contributo dell'1,7% cumulato, un più basso premio di rischio pagato sugli interessi e un
crescente avanzo primario, che nel 2019 arriverà al 4 per cento. Il ministro ha insistito sul «cambio di marcia»
che si è registrato nella situazione economica del Paese uscito dalla recessionee ha detto che la ripresa sarà
più rapida, la crescita maggiore di quanto previsto: «Il Governo agirà per sostenere questa ripresa evitando
aumento fiscale e rilanciando gli investimenti». La spesa pubblica per investimenti, in particolare, crescerà
dell'1,9% quest'anno e del 4,5% nel 2016. Mentre per riattivare gli investimenti privati si sta tra l'altro
lavorando con la Commissione Ue, ha concluso Padoan, per individuare meccanismi di ri-attivazione del
credito bancario tramite una «trattazione delle sofferenze che abbia un costo il più contenuto possibile per la
finanza pubblica e che sia compatibile con la disciplina degli aiuti di Stato».
Ecco come calerà il debito
0,6
0,0
-4,0
-4,0
3,6 4,1
SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 22/04/2015
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Le vie della ripresa IL DOCUMENTO DI ECONOMIA E FINANZA Prospettive migliori delle stime Il ministro:
«La ripresa sarà più rapida e la crescita maggiore delle previsioni» Le misure del Def «Stop alle clausole
fiscali di salvaguardia, avanti con la spending review»
22/04/2015
Il Sole 24 Ore
Pag. 7
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1,1
-1,6 1 5 4 2 0 -1 -3 -4 Ef fet to snow-ball* Avanzo pr imar io (competenza economica) Var. rappor to debito/Pil
Aggiustamento stock-f lussi 2014 2015 2016 2017 2018 2019 Determinanti della var iazione del rapporto tra il
debito e il Pil. In % del Pil (*) L'effetto snow-ball è calcolato moltiplicando il rapporto tra il debito e il Pil
dell'anno precedente per il fattore (r-g)/1+g), dove r è l'onere medio del debito e g il tasso di crescita nominale
del Pil
22/04/2015
Il Sole 24 Ore
Pag. 12
(diffusione:334076, tiratura:405061)
Ferrero investe sugli asset sociali in tutto il mondo
Dalle Langhe all'India: asili nido, scuole e assistenza per i dipendenti IL FUTURO Il presidente Fulci:
vendere? Solo ai nostri clienti. La successione in azienda? Il problema non esiste, è già avvenuta venti anni
fa
Emanuele Scarci
MILANO Ferrero rilancia il suo ruolo nella responsabilità sociale d'impresa ma anche quello di un modello
imprenditoriale virtuoso. La multinazionale del dolciario conferma la strategia di raggiungere entro il 2020
dieci obiettivi di sostenibilità: alcuni sono stati centrati, come il 75% di energia autoprodotto, il 100% di olio di
palma certificato come sostenibile e segregato, il 100% di uova da galline a terra nel rispetto del benessere
animale. Altri verranno raggiunti entro il 2018, come l'estensione a 30 paesi del programma Kinder+Sport. E
altri ancora entro il 2020 come la riduzione del 40% delle emissione di CO2, del 30% delle missioni di gas
effetto serra, l'obiettivo del 100% di cacao e zucchero da canna certificato sostenibile. Ieri, nella sede del
Sole 24 Ore, a Milano, Ferrero ha presentato il Rapporto 2013 di responsabilità sociale d'impresa: dal titolo
"Condividere valori per creare valore". Un consuntivo d'anno positivo, con alcuni obiettivi raggiunti in anticipo.
«Nella storia del nostro paese- ha detto Francesco Paolo Fulci, presidente di Ferrero spa - Adriano Olivettiè
stato il precursore della responsabilità d'impresa ma Michele Ferrero è stato colui che ha recepito, già dal
1961 e in pieno, questa filosofia. Dai piccoli autobus che raccoglievanoi dipendenti nelle Langhe siè passati
alle imprese sociali di Ferrero nei Paesi emergenti:è stata fatta tanta strada.E ora anche sotto la guida di
Giovanni Ferrero il percorso aziendale e sociale di Ferrero continua». Recentemente Ferrero ha costruito un
asilo nido al servizio della fabbrica indiana di Baramati, una scuola materna in Cameroune una scuola
elementare in Sudafrica che può ospitare da 200a 700 ragazzi. Il direttore del Sole 24 Ore Roberto
Napoletano ha sottolineato: «È bello vedere che un'azienda globale come il gruppo Ferrero mantenga solide
radici nel suo territorio e persegua l'obiettivo delle imprese sociali nei Paesi emergenti: la conferma che
qualcosa d'importanteè stato fatto». Secondo l'economista Mario Deaglio Ferrero è «anche un modello che
ingloba le migliori qualità dell'imprenditoria italiana, anche se l'azienda non pretende di farne un modello da
imitare. Responsabilità verso gli stakeholder ed estremo rispetto per le maestranze, tanto da avere rapporti
sindacali improntati alla massima tranquillità». A margine del convegno,Fulci, ha detto che «non esiste un
problema di successione in Ferrero perché era già avvenuta 20 anni fa». Quanto alle ipotesi di cessione del
gruppo d'Alba, Fulci ha detto di essere «autorizzato dalla famiglia a smentire come priva di fondamento l'idea
che si voglia vendere. Sono gli altri che ci sperano. Ferrero vende solo ai suoi clienti». Sul tema delle
acquisizioni, Fulci ha ricordato che Ferrero è «un'impresa glocal perché opera in 200 Paesi ma è anche
fortemente radicata nel territorio di origine. Le acquisizioni bisogna saperle fare cum grano salis. Se si
acquisiscono aziendea forte valore aggiunto, bene. Altrimenti meglio starne alla larga». Il gruppo Ferrero è
uno dei big mondiali del dolciario con 20 stabilimenti: Ferrero International fattura circa 8,4 miliardi (+5,6%)
con un utile ante imposte di 907 milioni. La multinazionale di Alba nonè sola quella della Nutella (che pure
fattura 1,7 miliardi), ma anche di Rocher, Tic Tac, Kinder, Fiesta e tanti altri prodotti di successo. La
responsabilità sociale di Ferrero si fonda su quattro pilastri: l'attività della Fondazione Ferrero che si prende
cura degli ex-dipendenti Ferrero; curare qualitàe sicurezza alimentare dei prodotti; sviluppare il programma
"Kinder+Sport",a sostegno dello sport; l'attività di imprese sociali coni poli operanti in India, Sud Africae
Camerun con 2.739 addetti, il 9% dell'intero gruppo. Il gruppo Ferrero parteciperà a Expo 2015 come official
partner presentando 8 installazioni che, a manifestazione terminata, saranno trasferite in uno dei Paesi dove
l'azienda opera con le imprese sociali. Le strutture modulari primarie verranno riassemblate per diventare una
scuola, un centro educativo o un luogo per la comunità. «Ferrero - ha concluso Fulci - non ha mancatoe non
mancherà di fare la sua parte per la riuscita di Expo con uno sforzo ingente».
SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 22/04/2015
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Bilanci. Presentato il Rapporto 2013 sulla Responsabilità
22/04/2015
Il Sole 24 Ore
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SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 22/04/2015
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Ferrero nel mondo CILE 1991 ITALIA 2013 Alba (Italia) 1946 ARGENTINA 1994 SUDAFRICA 2009
BULGARIA 1996 GEORGIA 2007 TURCHIA 2013 AUSTRALIA 2011 Quito (Ecuador) 1975 Fonte: dati
aziendali Arlon (Belgio) 1989 Cork (Irlanda) 1975 Balvano (Italia) 1985 Manisa (Turchia) 2013 Aziende agr
icole: Belsk (Polonia) 1992 Vladimir (Russia) 2009 Baramati (India) 2007 per la lavorazione Brantford
(Canada) 2006 La Pastora (Argentina) 1992 Poços de Caldas (Brasile) 1994 Villers-Ecalles (Francia) 1960
Gli stabilimenti produttivi Walker ville (Sudafr ica) 2007 Impresa sociale Ferrero Yaoundè (Camerun) 2006
Lithgow (Australiav) 1974 per coltivazione diretta San josé Iturbide (Messico) 2013 Stadtallendorf (Germania)
1956 Pozzuolo Martesana (Italia) 1965 S. Angelo dei Lombardi (Italia) 1985 Aziende agr icole e stabilimenti
per Paese e anno di fondazione Paesi in cui è presente il gruppo Ferrero
22/04/2015
Il Sole 24 Ore
Pag. 23
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Telecom, una divisione per la «fibra fino a casa»
Andrea Biondi
Continua u pagina 26 pUn'iniziativa per dare un'accelerazione al progetto di copertura, con 500 milioni di
fondi propri, in Ftth (fibra fino a casa) in 40 città, ma che inevitabilmente appare anche come una risposta a
distanza a chi nelle ultime settimane si è dimostrato scettico sulle reali intenzioni di Telecom. La società ha
creato una divisione ad hoc per portare avanti il progetto «Fast Rollout Ftth/b». A capo di questa divisione è
stato messo un dirigente di lungo corso: Carlo Filangieri. Un avvio «con decorrenza immediata». Bocche
cucite su timing e città cablate, ma in casa Telecom si parla di significativi avanzamenti già nel 2015. L'ex
monopolista fa dunque un altro passaggio operativo per dare corpo a un progetto comunicato il 31 marzoa
Infratele che ha spinto Palazzo Chigi e Mise ad aprire una nuova consultazione sui piani di investimento sulla
banda ultralarga da parte degli operatori. pDel resto in questi giorni si è anche parlato di un possibile maggior
coinvolgimento di Enel nella partita della fibra. In realtà la consultazione è prevista annualmente e, in estrema
sintesi, risponde alla logica di mettere gli operatori nelle condizioni di essere agevolati, con piani e fondi
pubblici di varia natura, nei propri investimenti. Una riapertura era quindi nelle cose. La mossa di Telecom ha
però anticipato i piani di Governo e ministero dello Sviluppo, anche perché in quelle città - o comunque nelle
aree coperte di quelle città - indicate da Telecom il piano dell'ex monopolista blocca di fatto la possibilità, da
parte degli altri operatori, di poter usufruire di agevolazioni sugli investimenti. Tutto questo si inserisce in un
quadro in cui il primo passaggio del piano del Governo per lo sviluppo della banda ultralarga non ha avuto
l'effetto sperato: è saltato lo step del 31 marzo per far prenotare agli operatori le aree sulle quali investire con
le agevolazioni previste dallo Sblocca Italia e il termine del 31 maggio entro cui dichiarare su quelle aree i
piani di investimento appare a questo punto velleitario. In occasione della riapertura della consultazione - che
avverrà con ogni probabilità la prossima settimana per concludersi entro 30 giorni - Governo e Mise, nella
persona del sottosegretario alle Comunicazioni Antonello Giacomelli, stanno lavorando alla messa in atto di
meccanismi di consultazione più stringenti, con la richiesta di indicare con maggiore precisione aree e unità
immobiliari oggetto del piano di investimento, oltre che dettagli il più possibile completi sul fronte finanziario. Il
tutto poggiando su una base normativa già esistente, sponda Bruxelles, ed esplicitata nella Comunicazione
Commissione Europea 2013/ C025/01. A quanto risulta al Sole 24 Ore, a un decreto Comunicazioni di
prossimo arrivo (che dovrebbe contenere l'avvio del fondo di garanzia e altro) potrebbe essere invece affidato
il compito di individuare dei meccanismi di sanzione per il mancato rispetto dei piani. Accanto a tutto ciò gli
occhi rimangono inevitabilmente puntati sulla partita Metroweb. Vodafone sta andando avanti, forte della sua
lettera d'intenti per rilevare la quota di F2i in Metroweb ma Telecom, nonostante gli stop ufficiali, non sembra
fuori gioco. Ieri al Senato c'è stata l'audizione dell'ad di Fsi, Maurizio Tamagini. «Siamo completamente
concentrati - ha detto a margine - sul mettere in concreto, insieme agli operatori tlc interessati, il piano
nazionale della banda larga presentato dal Governo».
Telecom 1,115 1,145 1,130 1,100 1,085
1,070 20/3 21/4 Andamento del titolo a Milano
SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 22/04/2015
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Tlc. Accelerazione al progetto per la copertura di 40 città
22/04/2015
Il Sole 24 Ore
Pag. 23
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Caltagirone jr: «Cementir pronta a crescere ancora»
Dominelli pagina 26 pCementirè prontaa sfruttare le occasioni di crescita ovunque si presenteranno, forte
anche della delega al cda, approvata nei mesi scorsi, per un aumento di capitale fino a 300 milioni di euro. A
ribadirlo, ieri, nel corso dell'assemblea dei soci, che ha approvato il bilancio e la distribuzione di un dividendo
da 0,10 euro per azione, è stato il numero uno, Francesco Caltagirone jr. «A oggi non abbiamo nulla di
specifico, ma siamo prontia valutare eventuali opportunità». E ieri l'assise ha anche nominato il nuovo cda
che resterà in carica per il prossimo triennio, confermando undici su tredici amministratorie indicando due
donne come new entry per uniformare il board alla legge sulle quote rosa per gli organi sociali delle quotate.
pIl settore ha appena archiviato la fusione trai due colossi Holcime Lafarge. E Cementir, che pure era stata
tentata dalle attività canadesi messe in vendita dai due big del cemento-e poi finite nella mega-cessione di
asset agli irlandesi di Crh -, conferma la volontà di voler crescere per linee esterne edè prontaa valutare
eventuali dismissioni e opportunità ovunque si presenteranno, con un occhio particolare all'Asia, al Nord
Europa, ai paesi baltici e all'America del Nord. «A oggi non c'è nulla di specifico», ha chiarito il numero uno,
Francesco Caltagirone jr, ma la società capitolina non fa mistero dei progetti futuri. Le munizioni sono già in
cascina: a febbraio l'assemblea dei soci- che ieri ha approvato a maggioranza il bilancio 2014 e la
distribuzione di una cedola di 0,10 euro per azioneaveva dato il via libera una delega quinquennale al cda per
un aumento di capitale finoa 300 milioni di euro in vista di nuove operazioni. «Abbiamo l'opportunità di fare
acquisizioni con le nostre forze - ha precisato ieri Caltagirone jr a margine dell'assise dei soci - e se poi le
opportunità fossero più grandi, potremmo sfruttare quella leva». La società, d'altro canto, ha fondamentali
solidi: un Mol che continua a crescere (+13,4% nel 2014, a quota 192,4 milioni) come l'utile netto (+7,6%,a
71,6 milioni),e un indebitamento contenuto (278,3 milionia fine 2014a fronte dei 324,9 milioni con cui era stato
chiuso l'esercizio 2013). E soprattutto può contare su una macchina molto rodata all'estero che finora ha
consentito di ammortizzare l'impatto della crisi sulle attività italiane. Dove, comunque, ha rilevato il manager
romano, si intravvedono dei timidi segnali di ripresa. «Dopo7 anni di caduta, negli ultimi due mesi del 2014e
nei primi quattro di quest'anno, iniziamoa vedere una stabilizzazione dei consumi di cementoe qualche segno
positivo che fa morale più che risultato». Il traino, è evidente, arriva dal business oltreconfine, con Danimarca
e Turchia che nel 2014 hanno spinto più degli altri, mentre l'Estremo Oriente si è attestato sui livelli dell'anno
prima. E, poi, ci sono le aree, come l'Egitto, dove la richiesta non manca, ma la performance societaria
sconta gli effetti legati alla difficile situazione politica. «Il 2015 sarà un anno di transizione- ha spiegato ancora
Caltagirone jr-e ci aspettiamo risultati in linea con lo scorso anno. Quando poi andremo ad approvare la
semestrale, vedremo se ci saranno delle variazioni degli obiettivi dell'anno», collegati al calo del petrolioe alla
rivalutazione del dollaro. Ieri, infine, l'assise dei soci ha anche nominato il nuovo cda, confermando undici su
tredici amministratori e indicando due new entry (Chiara Mancini e Veronica De Romanis), per uniformare la
società alla normativa sulle quote rosa. Spetterà poi al board, convocato per giovedì, riconfermare
Caltagirone jr al timone.
Foto: Francesco Caltagirone jr
SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 22/04/2015
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Cemento. Via libera a cedola da 0,10 euro
22/04/2015
Il Sole 24 Ore
Pag. 27
(diffusione:334076, tiratura:405061)
Fiat Chrysler aumenta le vendite grazie al balzo dell'Europa (+17%)
LE RIVALI La francese Peugeot aumenta la produzione di 60mila unità General Motors cresce del 2% nel
trimestre ma resta dietro a Volkswagen
Andrea Malan
Le vendite globali Fiat Chrysler tornano con segno positivo a marzo, sia pure di poco, dopo un primo bimestre
leggermente negativo. Secondoi dati diffusi dal gruppo olandese, il mese scorso le vendite di automobili e
veicoli commerciali leggeri sono state pari a circa 442mila unità, con un incremento del 2% rispetto alle
433.200 dello stesso mese del 2014; il saldo del primo trimestreè di 1,126 milioni, lievemente cresciuto
(+0,3%) dagli 1,122 milioni dello stesso periodo del 2014. La previsione del gruppo per il 2015, ribadita anche
ai soci la settimana scorsa da Sergio Marchionne, è aumentare le consegne dalle fabbriche a 4,8-5 milioni di
unità rispetto ai poco più di 4,6 milioni dell'anno passato. La performance positiva di marzo è stata trainata
dalla crescita del gruppo in Europa (+17% le vendite nell'area Emea a 138.600), crescita cui hanno
contribuito gli arrivi delle nuove Jeep Renegade e Fiat 500X prodotte a Melfi. Rallenta l'espansione del
Nordamerica, con un +1,7% a 228mila unità (+5,7% nei primi tre mesi dell'anno); prosegue la crisi in America
Latina, anche se il calo è meno pronunciato rispetto ai primi due mesi (-22% le vendite a marzo contro il -28%
del trimestre); perde colpi infine l'area asiatica (-3% a marzo, vendite stabili nel trimestre); migliora infine
l'andamento dei marchi di lusso Ferrarie Maserati: circa 3.500 unità complessive a marzo, stesso livello del
2014, mentre il primo bimestre vedeva un segno negativo. Dopo anni di crisi, dunque, l'Europa diventa
locomotiva delle vendite; ciò vale per Fca ma anche per una rivale come Peugeot, per la quale il mercato
europeo pesa molto più che per Fiat Chrysler. Il gruppo francese ha annunciato un incremento della
produzione in Europa tra maggioe fine agosto di oltre 60mila unità (+10% nel periodo). Il numero uno
americano General Motors ha fatto meglio di Fca e ha aumentato le vendite del 2% nel trimestre a 2,42
milioni di unità, con un andamento particolarmente brillante in Cina (+9,4%); è però rimasta al di sotto dei
2,49 milioni del gruppo Volkswagen.
SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 22/04/2015
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Auto. Le immatricolazioni del gruppo crescono del 2% a livello globale
22/04/2015
La Repubblica
Pag. 26
(diffusione:556325, tiratura:710716)
Gli imprenditori tornano a investire in macchinari contratti di leasing
balzati del 15,4%
Assilea: in attrezzature più di un terzo dei 3,7 miliardi di nuovi finanziamenti erogati nel primo trimestre 2015
ROSARIA AMATO
ROMA. Nel 2014 il numero dei contratti è cresciuto del 10,7% ma già nel primo trimestre 2015 il leasing ha
messo a segno un miglioramento ancora più consistente, più 15,4% rispetto allo stesso periodo dell'anno
precedente. Anche se in misura minore, cresce anche il valore finanziato: 16 miliardi nel 2014, con una
crescita annua dell'8,8%, mentre per il 2015 si prevede di arrivare a oltre 17 miliardi di nuovi finanziamenti
alle imprese. Non si tratta solo di dati di settore: il leasing è un contratto che prevede l'affitto (con possibilità
finale di riscatto) principalmente di beni strumentali, immobili e autoveicoli da parte delle aziende e dei
professionisti. Se è ripartita la corsa al leasing, vuol dire che le imprese stanno scaldando i motori per
rilanciare la produzione: «Si tratta di indicazioni incoraggianti se si considera che il leasing fa storicamente da
precursore dei segnali di ripresa economica - conferma infatti il presidente di Assilea, Corrado Piazzalunga ma anche la più efficace testimonianza del ruolo propulsivo che questo strumento finanziario è capace di
assicurare».
La corsa ai nuovi contratti è ripresa in tutti i settori, anche se svetta il leasing di macchinari e attrezzature,
che copre oltre un terzo (1,4 miliardi) dei nuovi finanziamenti 2015. Ma è ripartito anche l'immobiliare, che
dopo sette anni di rosso torna in terreno positivo, con un aumento del 2,9% nel primo trimestre di quest'anno.
E va ancora meglio il leasing di veicoli, più 21,1% in termini di contratti stipulati e più 18,7% in valore tra il
gennaio e il marzo di quest'anno. A far ripartire il leasing e gli investimenti anche una legislazione favorevole,
in particolare la semplificazione fiscale introdotta con la Legge di Stabilità 2014 e la "nuova Sabatini", che ha
permesso agli operatori di leasing di ampliare i finanziamenti alle piccole e medie imprese. E visto che poche
norme possono fare molto, Assilea chiede al governo altri due interventi: «una norma che vada a tipizzare il
contratto di leasing» e «la rimozione dell'attuale vincolo che preclude agli intermediari finanziari (lo sono
molte delle società di leasing, ndr) anche se controllati da banche, di accedere alla provvista TLTRO che la
Banca Centrale Europea ha predisposto con l'obiettivo di rilanciare la concessione dei crediti». Richieste
raccolte dal sottosegretario all'Economia Paola De Micheli: «Questa è una delle più importanti sfide che
attendono il governo».
SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 22/04/2015
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IL PUNTO
22/04/2015
La Repubblica
Pag. 26
(diffusione:556325, tiratura:710716)
Ancora appesa a un filo la trattativa sulla crisi greca I due capi di governo si vedranno domani a Bruxelles La
Bce starebbe studiando l'ipotesi di ridurre ancora gli spazi di manovra delle banche elleniche
ETTORE LIVINI
MILANO. Alexis Tsipras e Angela Merkel tornano in campo per provare a sbloccare i negoziati tra Grecia e
creditori. La Cancelliera e il premier ellenico hanno messo in calendario un vertice a due a margine del
Consiglio europeo straordinario di domani sull'immigrazione, per fare il punto della situazione. La no-stop di
trattative di Parigi degli ultimi due giorni non ha fatto fare passi avanti significativi al dossier. «Non siamo per
niente soddisfatti di come sono messe le cose - ha ammesso ieri il presidente della Commissione Ue, Jean
Claude Juncker -. Atene deve fare molto di più». Le parti restano ancora molto lontane su temi chiave come
lavoro, pensioni e privatizzazioni, e i due leader cercheranno di smussare gli angoli per accelerare il cammino
verso una soluzione. Il tempo non è una variabile indipendente. La (contestatissima) decisione del governo
ellenico di requisire la cassa degli enti locali ha regalato al Paese qualche settimana in più di respiro. Ma la
situazione rischia di precipitare già il 12 maggio quando è previsto il rimborso di 800 milioni di prestiti dell'Fmi.
E anche se «i trattati non prevedono l'uscita di un Paese dall'euro», come ha ricordato a tutti Mario Draghi, i
mercati tengono acceso l'allarme rosso: il rendimento sui titolia tre anni balla ormai attorno al 30% mentre le
Borsa del Partenone ha lasciato sul terreno un altro 3,3%.
Tsipras sa bene che le prossime saranno settimane decisive in cui tutti attendono la sua discesa in campo,
in prima persona, per sbloccare quello che finora pare un dialogo tra sordi. Con l'ex Troika che chiede ad
Atene di approvare le riforme previste dal vecchio memorandum, austerity inclusa, e l'esecutivo che chiede
un programma di crescita per non mettere ko definitivamente il Paese. Il premier tra l'altro deve fare i conti
con un consenso interno che non è più quello bulgaro delle giornate successive alle elezioni: il 45,5% dei
greci secondo l'ultimo sondaggio dell'Università di Macedonia sono favorevoli alla strategia negoziale del
governo. Tanti, ma molti meno del 72% di marzo. Non solo: l'America, preoccupata dalla luna di miele tra il
presidente del Consiglio e Vladimir Putin (ieri Tsipras ha incontrato il numero uno di Gazprom) ha iniziato a
usare il bastone e la carota. Obama è tornato a chiedere a Bruxelles una soluzione ragionevole ma il suo
ambasciatore nella capitale ellenica ha duramente protestato con il governo per la nuova legge che dispone
la scarcerazione di reclusi in cattive condizioni di salute. Un provvedimento che aprirà le porte del carcere a
Christodoulos Xiros, del "gruppo 17 novembre", che Washington ha inserito ieri nella sua lista di terroristi.
L'unica eccezione al fronte dei pessimisti è stato ieri Jeroen Dijsselbloem, numero uno dell'Eurogruppo,
convinto che «si arriverà a un'intesa nelle prossime settimane». Attorno a lui però è il momento delle
Cassandre. La Bce, secondo indiscrezioni riportate dalla Bloomberg , starebbe studiando l'ipotesi di ridurre
ancora gli spazi di manovra delle banche elleniche, tagliando in sostanza la loro possibilità di finanziarsi con
Eurotower. Cosa potranno fare Merkele Tsipras? Forse accordarsi per una soluzione intermedia che, anche
senza un'intesa a 360 gradi, dia un po' d'ossigeno ad Atene. Di fronte alla dimostrazione di buona volontà dei
creditori, i due potrebbe accordarsi per dare l'ok allo sblocco degli 1,9 miliardi di profitti sui bond ellenici
ancora parcheggiati nelle casse di Eurotower. A quel punto il vero termine per trovare una soluzione finale
potrebbe slittare al 20 luglio quando la Grecia dovrà restituire 3,5 miliardi alla Bce. Poi, senza una soluzione,
evitare il default sarà impossibile.
Foto: LE BANCONOTE
Foto: LA CRISI GRECA DISEGNATA SUGLI EURO Stefanos, artista greco di 29 anni, si guadagna da vivere
facendo il designer e lascia sempre un "segno" sul denaro che spende. Le banconote passate tra le sue mani
diventano scenari dove raccontare le storie ordinarie legate alla crisi: le proteste, le rapine, i mendicanti,
l'amore e la morte
SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 22/04/2015
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Vertice Merkel-Tsipras per sbloccare lo stallo La Ue:"Atene faccia di più"
22/04/2015
La Repubblica
Pag. 26
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SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 22/04/2015
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Foto: 500 MILA IL RECORD PIAGGIO IN VIETNAM Piaggio Vietnam ha festeggiato l'uscita dello scooter
numero 500 mila dallo stabilimento di Vinh Phuc in Vietnam, dove si producono Vespa, Fly, Zip e Liberty
Foto: FOTO:REUTERS
22/04/2015
MF
Pag. 1.8
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Jovane (Rcs): è l'ora dello sviluppo
Carlo Cerutti
A 24 ore dall'assemblea l'ad illustra i prossimi passi del gruppo Cerutti a pag. 8 L'agenda di Rcs? Dopo aver
completato il processo di ristrutturazione, con costi tagliati del 25% negli ultimi cinque anni, è arrivata l'ora di
puntare su investimenti e sviluppo. Le prospettive? Parlano di una ripresa della pubblicità nel secondo
semestre di quest'anno, magari grazie anche a un benefico effetto-Expo sull'economia italiana. Il successore
di de Bortoli alla direzione del Corriere della Sera? Faremo la scelta migliore, ma è presto per fare nomi. È un
Pietro Scott Jovane prudente ma ottimista quello intervistato ieri da Class Cnbc, al vigilia dell'assemblea Rcs
per il rinnovo del cda da lui guidato come amministratore delegato del gruppo editoriale milanese. Domanda.
Mancano meno di 24 ore all'assemblea Rcs per il rinnovo del cda. Come ci arrivate? Risposta. Gli azionisti
hanno proposto tre liste, quindi il cda sarà sempre di nove persone. In questi due anni abbiamo avuto
l'opportunità di riformare la governance della composizione del cda proprio per aprirlo al mercato e, in
particolare, alle minoranze. Quindi per la prima volta in questa assemblea si vedranno gli effetti di tale
modifica, visto che ci sarà una partecipazione di più liste di minoranza, in particolare quelle del mercato
finanziario. D. Cairo ha affermato che per salvare Rcs l'unica ricetta è tagliare i costi del 20%. Come vede il
futuro della casa editrice? Condivide le affermazioni di Cairo? R. Penso che queste tematiche si debbano
vedere in prospettiva. Nel 2012, quando il cda che sta scadendo prese in mano la gestione dell'azienda, trovò
una situazione molto complessa, finanziariamente debole: eravamo a un passo dal fallimento. In questi tre
anni diverse cose sono state fatte, tra cui tagliare significativamente i costi, soprattutto per mettere risorse da
parte per lo sviluppo. In questi tre anni il gruppo ha completato questa fase di ristrutturazione in maniera
efficace. Quindi, guardando ai prossimi tre anni, l'identificazione degli sprechi da ridurre rimarrà un tema
importante, ma altrettanto importante sarà definire la capacità di Rcs di stare sul mercato, il che vuol dire
definire processi di sviluppo e aree in cui il gruppo ha diritto a competere e a vincere. In particolare, nei tre
mondi in cui noi siamo presenti, cioè le news, lo sport e i libri. Selezionare aree all'interno di questo «triangolo
d'oro» e far sì che le risorse estratte dalle efficienze vengano messe a disposizione dello sviluppo: questo è
determinante, altrimenti il gruppo non avrà un futuro. D. Il business digitale sta cambiando rapidamente
anche la tv, come emerge anche dagli ultimi accordi annunciati da Sky e Telecom. Come interpreta quello
che sta succedendo? R. Per quanto riguarda il contenuto, la piattaforma Sky mostra che la tv a pagamento è
un successo. Quello che guida l'audience su queste piattaforme è il contenuto. Per Sky si tratta di sport, tema
che conosciamo bene visto che siamo tra i primi tre attori di produttori di contenuti sportivi. D. Il contenuto è
sempre stato importante per la televisione, adesso diventa redditizio? R. Rispondo con i numeri: l'audience
sportiva a livello europeo online è cresciuta del 40% negli ultimi due anni e ciò conferma che l'interesse per lo
sport è notevole anche oltre la televisione. È interessante perché il contenuto sportivo si usa su più
piattaforme, quindi amplia la possibilità di accedere all'audience: computer, tablet, smartphone e ovviamente
anche la televisione. Quindi, il contenuto sportivo tocca un po' tutti. D. Avete mai preso in considerazione
partnership come, ad esempio, quella tra Telecom e Sky? R. L'ipotesi è valida; dovremmo sempre mettere al
centro di ogni decisione quello che il pubblico richiede. Ora l'audience vuole interagire col contenuto e vuole
poterlo fare su tutti i device: tablet, smartphone e tra poco anche gli orologi. Quindi mettere in collegamento
attori diversi è estremamente importante. Non penso sia necessario unire tutte queste società, noi puntiamo a
più partnership con i playerchiave per facilitare la distribuzione di contenuti. Le società editoriali come la
nostra hanno dovuto tagliare molto i costi. Questa è una procedura obbligata e sicuramente non facile. Noi
abbiamo dovuto ridurli del 25% negli ultimi cinque anni e abbiamo reinvestito le risorse nello sviluppo delle
nuove piattaforme. Adesso siamo pronti per uscire dalla fase di ristrutturazione e andare avanti. D. Quanto
all'economia italiana, prevede un miglioramento per il secondo semestre? R. Certamente l'economia italiana e anche quella spagnola, visto che Rcs opera anche in Spagna - indicano un cambio di passo. C'è stato un
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INTERVISTA
22/04/2015
MF
Pag. 1.8
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SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 22/04/2015
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miglioramento nel 2014 e nel 2015 anche la pubblicità è migliorata, soprattutto in Spagna. In Italia siamo sei
mesi indietro; vedremo una ripresa in questo trimestre, ma penso che la pubblicità tornerà a salire nel terzo e
quarto trimestre. In Italia, però, ci sarà un evento speciale come l'Expo, che potrebbe accelerare la spesa e
l'audience nel 2015 D. Quindi la marginalità delle attività Rcs in Spagna cresce grazie anche alla ripresa del
Paese? R. Si, il legame tra l'editoria e l'economia di un Paese è molto forte: la ripresa dell'economia viene di
solito colta subito dal mondo della pubblicità, spesso prima quella televisiva e poi quella dei giornali e online.
Così è avvenuto in Spagna nel secondo semestre 2014. In Italia l'economia non sembra ancora mostrare
quei segnali di ripresa, tantomeno nella raccolta pubblicitaria. Infatti abbiamo visto il mercato sia online che
della carta stampata registrare forti riduzioni. C'è da dire che siamo ottimisti sulla seconda parte dell'anno e
non escludiamo che l'effetto Expo farà ripartire più velocemente l'economia italiana. La Spagna per noi resta
determinante, certamente lì la ridefinizione dei costi e del modello di business fa sì che oggi, con il recupero
del mercato, i benefici siano evidenti. D. Pensa che Renzi stia facendo le cose giuste per stimolare la ripresa
economica? R. L'Italia è un Paese di piccole e medie imprese guidate principalmente dalle esportazioni.
Quindi quello che può fare un governo è semplificare la burocrazia e fare tutto il possibile per rendere
efficiente il sistema. Il governo ha abbracciato questi cambiamenti in maniera forte e veloce. E il processo,
come ha mostrato Rajoy in Spagna, se seguito, porta benefici. Quindi la direzione quella giusta, ora non resta
che aspettare l'impatto positivo. D. Il 30 aprile Ferruccio de Bortoli lascerà la direzione del Corriere della Sera.
Avete scelto il successore? R. Stiamo parlando di una delle posizioni di maggior interesse del mondo dei
media e che attrae i migliori talenti. Questo ci pone in una condizione estremamente favorevole. Dopo aver
beneficiato della grande competenza dell'attuale direttore, siamo pronti ad accogliere il miglior nuovo direttore
per la guida del giornale. Al momento è però troppo presto per poter anticipare qualcosa. Abbiate pazienza:
lasciate che il nuovo cda in arrivo completi il lavoro. (riproduzione riservata)
RCS MEDIAGROUP
21 gen '15 21 apr '15 0,9 1,1 1,2 1,0 1,3 quotazioni in euro 1,18 € +1,11% IERI
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MF
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(diffusione:104189, tiratura:173386)
Angelo De Mattia
Nel leggere una testimonianza come quella presentata ieri da Federico Signorini, Vice Direttore Generale
della Banca d'Italia, in occasione dell'audizione parlamentare sul Documento di economia e finanza e sul
Piano nazionale di riforma, bisogna sempre fare attenzione agli impliciti «tuttavia», secondo il costume
dell'Istituto monetario con la sua visione equilibrata e cauta. Lo scenario del Def 2015 - 16 è plausibile, si
dice, ma non è esente da rischi a breve termine; i miglioramenti della fiducia si debbono consolidare, ma
l'incertezza sull'esito delle trattative per la Grecia può indurre volatilità nelle condizioni finanziarie. Il
complesso degli interventi contenuti nel predetto Documento, tenendo conto delle misure di copertura
parziale previste, fornirebbero un contributo alla crescita del pil di circa un terzo di punto percentuale nel
biennio 2015-16, ma non bisogna ritenere immutabili le condizioni favorevoli dei mercati. L'apporto del
«Quantitative easing» è rilevante. La strategia delle riforme ha segnato progressi, ma è la fase attuativa che
continua a rappresentare un problema. Questa affermazione di carattere generale, che unisce un positivo
apprezzamento a una esplicita riserva sul piano dell'attuazione, è seguita: dalla spinta a realizzare con
sollecitudine le misure indicate nella delega sul Jobs Act. Anche a proposito delle condizioni di contesto si
riscontrano apprezzamenti favorevoli, ma con il rinvio alla discussione parlamentare per arricchimenti, nel
caso del disegno di legge sulla concorrenza, e per affrontare altri rilevanti profili, nel caso di un disegno di
legge delega del Governo che integra le innovazioni già introdotte nel funzionamento della Pubblica
amministrazione.A partire dal 2016 si dovrebbe conseguire una significativa riduzione del rapporto debito/pil,
ma la regola del debito non sarà osservata dall'Italia, neppure nel 2017, in base all'ampio scostamento di cui
si è fruito, che la Commissione Ue non ha per ora ritenuto di censurare. Il ridimensionamento del debito va
perseguito con decisione non solo per ottemperare alle regole europee, ma perché lo richiede la buona
amministrazione e per collocarsi in condizioni di sicurezza di fronte a eventuali cambiamenti di umore dei
mercati. E, da questo punto di vista, bisogna dire che siamo ben lontani ancora da una strategia di taglio
significativo del debito. Anzi, il fervore che un anno e mezzo fa era evidente per avviare operazioni di drastica
riduzione del debito oggi non è più percepibile, quasi che del conseguimento di questo obiettivo non si
riconosca più l'importanza. Lo stesso piano delle privatizzazioni, esiguo come è, sta ad attestarlo. Ma, più in
generale, a proposito dei margini di flessibilità nel rapporto deficit/pil, l'Italia per poterne beneficiare, dovrà
attendere le valutazioni della predetta Commissione, che dipenderanno dal piano delle riforme, dalla
credibilità della sua attuazione e dall'impatto di lungo periodo. Quanto al cosiddetto «tesoretto», è stato
affermato che il relativo bonus è modesto, è conseguenza della minore spesa per interessi e va impiegato per
il riequilibrio dei conti pubblici, per dare maggiori certezze al percorso per conseguirlo. Si può aggiungere che
bisognerà essere certi, innanzitutto, della sua esistenza per poi valutare il relativo impiego, non sembrando
che ora la risposta su tale esistenza sia assolutamente sicura. Del resto, Giuseppe Pisauro, presidente
dell'Ufficio parlamentare del bilancio, ha detto che sarebbe prematuro pensare di utilizzare la somma di 1,6
miliardi annunciata dal Premier come tesoretto, considerandola già acquisita, avendo al riguardo, il
presidente, forti perplessità. Anche la Corte dei conti afferma che, se il tesoretto emergerà, sarà bene
destinarlo al sostegno alle riforme. In definitiva, la strategia di politica economica delineata dal Def, che al
consolidamento dei conti pubblici affianca le riforme strutturali, è condivisa. Ma le condizioni, i rischi, i caveat
non sono pochi, così come non sono pochi, in generale, i dubbi riscontrati in queste audizioni sull'esistenza e
sulla destinazione del tesoretto, precipitosamente sbandierato, anche per l'approssimarsi delle elezioni
regionali. Non è poi trascurabile l'aiuto che il q.e. sta dando. Dunque, sarebbe impossibile assumere la
testimonianza in questione per inferirne una grande soddisfazione da parte dell'Esecutivo. La pagella non è
negativa ma è piena di espressioni che evocano lo scolastico «può fare di più». (riproduzione riservata)
SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 22/04/2015
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Attento Renzi, non dire tesoretto se non l'hai nel sacco
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MF
Pag. 18
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Un Fisco ambiguo al punto da far paura
Marino Longoni
Un Fisco da paura. Sempre più spesso la lotta all'evasione (oppure, la spremitura dei contribuenti) è fatta ai
danni della certezza del diritto. In altri termini, prende sempre più piede una politica tributaria che usa in modo
strumentale l'incertezza e l'ambiguità normativa. La ricerca spasmodica di sempre nuovi imponibili passa per
l'esasperata discrezionalità dell'azione di accertamento. Le ragioni che spingono il legislatore a questo
approccio sono evidenti: se i contribuenti, e i consulenti, avessero un terreno solido su cui combattere, per il
Fisco la battaglia sarebbe persa in partenza. Li si lascia perciò esposti all'arbitrio di un legislatore ambiguo,
mutevole, sempre in ritardo, di un'amministrazione imprevedibile e dotata i banche dati in grado di accedere a
ogni dettaglio dell'attività del contribuente, e di un sistema di riscossione dotato di poteri sempre più
penetranti. Così c'è la speranza che gli evasori non riescano a organizzarsi al meglio, che la paura di danni
imprevedibili costringa alla resa, o almeno a ridurre il rischio fiscale. La vicenda dell'abuso di diritto, che si
trascina da anni e che nonostante tante belle dichiarazioni non riesce a trovare soluzione, è un caso
clamoroso di tale impostazione. Ma anche la voluntary disclosure è emblematica di come i contribuenti sono
sempre più spesso trattati. Sono occorsi 12 mesi per approvare una norma che desse qualche certezza a chi
fosse intenzionato a regolarizzare i capitali. Ora mancano cinque mesi al termine ultimo per presentare la
domanda di emersione e, sebbene sia stata annunciata quattro mesi fa, manca ancora la norma
sull'eliminazione del raddoppio penale. Avrebbe dovuto essere inserita nell'art. 17 dello schema di dlgs sulla
certezza del diritto, esaminato dal Consiglio dei ministri a dicembre del 2014, ma poi tutto è stato bloccato
(forse anche dal timore dell'Agenzia delle Entrate di perdere gettito). Intanto tutte le dichiarazioni spontanee
di una certa complessità restano nei cassetti dei consulenti, in attesa che il Parlamento si decida (inutile dire
che senza tale norma in tanti rinuncerebbero all'emersione). Victor Uckmar, decano dei tributaristi italiani, in
un libro da poco in edicola ha evidenziato 16 criticità di tale disciplina, e gran parte di esse si riferiscono
proprio alla mancanza di certezze per il contribuente. Forse bisogna cambiare prospettiva. L'indeterminatezza
della legislazione tributaria non è un accidente dovuto a fretta o incompetenza del legislatore o a difficoltà
tecniche o politiche: è voluta. La certezza del diritto è un bene per il contribuente, che solo partendo da dati
sicuri può organizzarsi al meglio. All'Amministrazione, impegnata in modo sempre più aspro a garantirsi un
gettito sempre più elevato (pena il default dello Stato), l'incertezza dà maggiori probabilità di successo.
Pazienza se ciò deprime l'appetibilità del sistema Italia o l'imprenditorialità dei cittadini: ognuno ha i suoi
obiettivi. Quello del Fisco è portare a casa il bottino. Altro esempio di vaghezza della legislazione tributaria lo
si ha nel decreto legislativo n. 28 del 2015, che prevede la depenalizzazione dei reati punibili con sanzione
inferiore a cinque anni. In teoria si applica anche ai reati tributari: ne sarebbero esclusi la dichiarazione
infedele, l'omessa dichiarazione, l'occultamento o la distruzione di documenti contabili, l'indebita
compensazione e la sottrazione fraudolenta di imposte non aggravata. In realtà, anche qui, non c'è certezza,
perché gli altri elementi previsti dalla norma per accedere all'esclusione dalla punibilità penale sono così
vaghi da lasciare una discrezionalità quasi completa al giudice e nessuna certezza al contribuente. Quod erat
demonstrandum. (riproduzione riservata)
SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 22/04/2015
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COMMENTI & ANALISI
SCENARIO PMI
4 articoli
22/04/2015
Il Sole 24 Ore
Pag. 34
(diffusione:334076, tiratura:405061)
Sace e commercialisti, asse per le imprese
Accordo tra Consiglio nazionale dei dottori commercialisti e degli esperti contabili e Sace per rafforzare il
sostegno alle imprese nei percorsi di internazionalizzazione e ai commercialisti che le assistono, con
particolare attenzione alle Pmi e in sinergia con le tematiche di Expo 2015. L'intesa firmata ieri getta le basi di
un percorso di che mette a disposizione un'ampia offerta di servizi assicurativo-finanziari e di iniziative di
formazione in materia di internazionalizzazione sviluppate dal gruppo Sace.
SCENARIO PMI - Rassegna Stampa 22/04/2015
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L'ACCORDO NOTIZIE In breve
22/04/2015
La Repubblica - ed. Roma
Pag. 2
(diffusione:556325, tiratura:710716)
Giovani, maschi e laureati i nuovi imprenditori romani puntano sulle idee
hi-tech
È boom delle start-up nella capitale: in un anno sono cresciute del 110% Attive nei settori di Internet e dell'Ict.
La fotografia di Confcommercio
VALENTINA LUPIA
LAUREATO in economia, ingegneria o informatica, con esperienza all'estero, prevalentemente di sesso
maschile e over 35: è questo l'identikit del nuovo imprenditore romano.
L'ultimo anno ha visto più che raddoppiate le start-up della capitale, che sono passate da 128 a 270, con un
aumento del 110%.
Le giovani aziende, stando alla fotografia scattata dalla ricerca "L'ecosistema romano delle startup 2.0"
presentata ieri da Confcommercio, sono attive in prevalenza nei campi di internet e dell'Information
technology e godono di ottima salute. Sfiora infatti il 31% (rispetto al 15,7% del 2014) la percentuale di
"piccole" che fatturano tra i 100 e i 500 mila euro annui, mentre sono scese dal 42,1% del 2014 al 26,5% di
oggi quelle con ricavi medi inferiori ai 10mila euro. Le start-up impiegano, nel 65,3% dei casi, da uno a 5
dipendenti.
Ad avviarle, in quattro casi su cinque, sono uomini, ma la percentuale di romane che ha deciso di mettersi in
proprio è comunque più alta rispetto al dato nazionale, fermo al 15%.
Nate grazie all'aiuto di incubatori d'impresa o a programmi pubblici di sostegno - solo in un caso su 5 - le
start-up lavorano in spazi di co-working per lo più all'interno del Gra, condividendo idee, oltre che scrivanie e
costi per navigare su Internet. Su due cose gli startupper sono quasi tutti d'accordo: la difficoltà nel reperire
fondi e il rapporto poco soddisfacente con le istituzioni.
Il finanziamento avviene principalmente con fondi personali (44%), solo nel 17% dei casi deriva da gare e
concorsi pubblici o privati e nell'11% dalle banche.
Il 12% delle esordienti ha trovato fortuna nei venture capitalists, il 6% nei "business angels", uomini
"d'impresa" che credono nel progetto. «Ma gli investitori sono pochi rispetto alla domanda», spiega Matteo
Colò, Ceo e co-founder di Wanderio, portale che permette di pianificare un viaggio fin nei minimi dettagli.
La burocrazia lumaca è la maggiore causa di malcontento verso le istituzioni. Ma «anche partecipare ai
bandi è complicato - spiega Monica Archibugi, fondatrice di Le Cicogne - la raccolta dei documenti è
complessa e i soldi pubblici arrivano mesi dopo, noi abbiamo aspettato un anno e non abbiamo potuto
considerarli nel business plan». «Il Comune - assicura l'assessore al Commercio, Marta Leonori - aiuterà le
start-up affinché non ci si blocchi a un certo punto», anche diventando "cliente" delle pmi, come «avvenuto
con Qurami, l'app saltafila, presente oggi in molti uffici pubblici». Tre, invece, le linee d'intervento della
Regione. Oltre a lavorare sulla "cultura" della start-up, spiega Guido Fabiani, assessore allo Sviluppo
economico, «apriremo uno spazio attivo per ogni provincia e collaboreremo col mondo del credito e con le
grandi aziende per offrire alle piccole imprese uno sbocco sul mercato internazionale».
Perché, conclude, «le start-up creano innovazione». LA CRESCITA In un anno le startup della capitale sono
passate da 128 a 270, con un incremento del 110 per cento. Secondo l'indagine di Confcommercio sono
attive perlopiù nei campi di Internet e dell'Information technology I DATI I RICAVI Il 31 per cento delle piccole
startup fattura tra i 100 e i 500mila euro annui. E c'è un altro dato che fa ben sperare: Sono scese, infatti, dal
42 per cento al 26,5 quelle con ricavi al di sotto dei 10mila euro annui I FINANZIAMENTI Gli startupper hanno
poco fiducia nei confronti delle istituzioni.
Gli investimenti, infatti, provengono per il 44 per cento da fondi personali, per l'11 per cento dalle banche e
solo per il 17% da gare e concorsi pubblici
Foto: LE AZIENDE Nelle foto sopra dall'alto gli ideatori di "Jubilee!" e le creatrici del portale "Le cicogne"
SCENARIO PMI - Rassegna Stampa 22/04/2015
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Economia
22/04/2015
Il Messaggero
Pag. 2
(diffusione:210842, tiratura:295190)
Fisco, l'elusione non sarà più reato Verso l'addio allo scontrino
Per attrarre investimenti esteri depenalizzato "l'abuso del diritto" Con la fattura elettronica stop alle ricevute.
Tre decreti del governo POSSIBILI ACCORDI TRA L'AGENZIA DELLE ENTRATE E LE IMPRESE CHE
FATTURANO ALMENO 10 MILIARDI
Andrea Bassi Luca Cifoni
R O M A La delega fiscale fa un passo avanti. Dopo una pausa di quasi quattro mesi - seguita alla
tempestosa vicenda del provvedimento esaminato alla vigilia di Natale e poi ritirato - ieri il Consiglio dei
ministri ha dato il prima via libera ad altri tre decreti, che si aggiungono a quelli già approvati in via definitiva
lo scorso anno. I tre testi contengono importanti novità in particolare per il mondo delle imprese, e puntano a
garantire un quadro giuridico e tributario più certo: insomma un contesto che risulti favorevole agli
investimenti, anche esteri, oggi spesso scoraggiati dalla complessità delle procedure e dal rischio di
coinvolgimento penale per i manager. In questo senso uno degli interventi più attesi era quello che riguarda
l'abuso di diritto, la principale fattispecie di elusione fiscale, che si configura quando un'impresa utilizza
scappatoie lecite al solo scopo di pagare meno tasse. Il governo ha deciso di depenalizzare questi
comportamenti. Chi elude le tasse se la dovrà vedere con il Fisco, al quale dovrà restituire tutto interessi
compresi, ma non più anche con le procure con le conseguenze soprattutto sul piano di immagine che
spaventano le multinazionali. Se questa norma fosse stata già in vigore, solo per fare un esempio, gli stilisti
Dolce e Gabbana non sarebbero finiti sotto processo per aver trasferito all'estero il proprio marchio. L'abuso
del diritto è al centro del provvedimento che si occupa anche del raddoppio dei termini di accertamento e del
cosiddetto "adempimento collaborativo". LE PARTI MANCANTI La collaborazione tra fisco e contribuenti è
uno dei capitoli più importanti del decreto dedicato all'internazionalizzazione delle imprese, il secondo dei tre
provvedimenti varati dal governo. Infine c'è il testo sulla fatturazione elettronica tra privati che porta con sé in
prospettiva il superamento dell'attuale sistema di scontrini e ricevute fiscali ma anche nuovi potenti strumenti
in mano all'amministrazione fiscale per contrastare l'evasione. Mancano ancora le norme sulle sanzioni
(scorporate dal decreto sull'abuso di diritto dopo le polemiche sulla soglia di non punibilità al 3% del reddito
imponibile) quelle su accertamento e contenzioso, il ridisegno del catasto e del sistema dei giochi, il nuovo
meccanismo di imposizione separata tra piccola impresa e imprenditore. Tutte queste novità dovrebbero
essere approvate a giugno. In tema di abuso del diritto, come detto, il governo conferma la scelta di
escludere questa fattispecie dall'ambito penale. Questa norma è entrata nel testo approvato ieri dal consiglio
dei ministri. A questo farà seguito un rafforzamento delle pene per le frodi che invece arriverà materialmente
con il successivo provvedimento sulle sanzioni. D'ora in poi però il concetto di abuso e quindi di elusione
viene definito in termini generali e non più su singole imposte. Toccherà all'amministrazione finanziaria
dimostrare che un certo progetto organizzativo del contribuente non ha motivazioni economiche e deriva solo
dalla scelta di ridurre il carico fiscale. Va in direzione di una maggiore certezza anche la procedura
dell'adempimento collaborativo, in base al quale le aziende (per ora solo quelle con almeno 10 miliardi di
fatturato) potranno definire in anticipo insieme all'amministrazione, le situazioni potenzialmente a rischio. Un
particolare caso di collaborazione riguarda le imprese che intendano fare investimenti di almeno 30 milioni nel
nostro Paese: potranno mettersi d'accordo su questioni delicate come la presenza o meno di una stabile
organizzazione in Italia, le regole sull'imponibile, il regime di transfer pricing e rientreranno poi
nell'adempimento collaborativo riservato ai grandi.
La fattura elettronica
Invio telematico al Fisco di
Fatture Incassi di giornata
EFFETTI POSSIBILI
SCENARIO PMI - Rassegna Stampa 22/04/2015
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I PROVVEDIMENTI
22/04/2015
Il Messaggero
Pag. 2
(diffusione:210842, tiratura:295190)
SCENARIO PMI - Rassegna Stampa 22/04/2015
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Sparisce lo scontrino fiscale (può restare per cer tificazione o garanzia)
La spesa (es. acquisto farmaci) si registra subito sul 730 precompilato
Da giugno 2014
Dal 1 gennaio 2017
Dal 31 marzo 2015 ANSA Obbligatoria per i fornitori di ministeri, agenzie fiscali, enti previdenziali Obbligatoria
per tutti i rappor ti tra pubbliche amministrazioni e imprese fornitrici Facoltativa* nelle transazioni tra privati
(obbligatoria solo per i gestori di distributori automatici) *l'opzione dura 5 anni e si rinnova ogni quinquennio
Foto: Claudio De Vincenti e Pier Carlo Padoan
Foto: (foto LAPRESSE)
22/04/2015
ItaliaOggi
Pag. 23
(diffusione:88538, tiratura:156000)
Codificato l'abuso di diritto
Sinonimo di elusione sanzionato amministrativamente
CRISTINA BARTELLI
L'abuso di diritto, sinonimo dell'elusione fiscale, sarà sanzionato solo amministrativamente, con l'onere della
prova in capo all'amministrazione finanziaria. Al contribuente spetterà il compito di dimostrare il vantaggio
extra fiscale in vista dei quali ha compiuto l'operazione. Il consiglio dei ministri, dopo una serie di stop and go
ha approvato ieri in prima lettura il decreto legislativo sulla certezza del diritto che contiene la codificazione
nel nostro ordinamento del principio dell'abuso di diritto. Ora il testo, che per essere approvato in tempi certi
ha perso per strada la riforma dei reati tributari, sarà inviato alle commissioni parlamentari per i prescritti
pareri. Il decreto legislativo inserisce, dunque, un nuovo articolo, il 10-bis, innestato nello statuto del
contribuente (legge 212/2000) In conferenza stampa, ieri, il ministro dell'economia Pier Carlo Padoan ha
spiegato le ragioni della norma nel «delineare con certezza la condotta contestabile dal contribuente e cioè
fornire margini chiari entro i quali operare senza incorrere nella violazione involontaria dello spirito delle
norme fiscali». L'onere della prova resterà a capo dell'amministrazione finanziaria mentre «il contribuente
deve dimostrare il vantaggio extra fiscale in vista del quale ha compiuto l'operazione» ha spiegato Padoan
che ha aggiunto: «ricordo che comportamenti che riguardano frode, reati tributari, e evasione presentano
rilevanza penale. Nel caso dell'abuso del diritto il regime sanzionatorio è di tipo amministrativo e quindi non
penale.» Delineando dunque una netta spartizione tra le condotte elusive e quelle evasive. Sono tre i
presupposti della condotta dell'abuso di diritto: l'assenza di sostanza economica delle operazioni effettuate, la
realizzazione di un vantaggio fi scale indebito e la circostanza che il vantaggio è l'effetto essenziale
dell'operazione. In particolare per confi gurare l'abuso di diritto deve sussistere la violazione della ratio dell
enorme o dei principi generali dell'ordinamento. La norma esclude dal perimetro dell'abuso di diritto le
operazioni giustificate da valide ragioni extra fiscali, non marginali anche di ordine organizzativo. Nella
relazione di accompagnamento del provvedimento si specifica rispetto alle indicazioni della legge delega che
il principio si applica anche «quando l'attività economica del contribuente sia professionale e non
imprenditoriale». Inoltre sempre nella relazione di accompagnamento si evidenzia che non è «possibile confi
gurare una condotta abusiva laddove il contribuente scelga, per dare luogo all'estinzione di una società di
procedere a una fusione anziché alla liquidazione». Sono per il legislatore ora due operazioni messe sullo
stesso piano, ancorché disciplinate da regole fi scali diverse. Inoltre il contribuente ha la possibilità di
presentare istanza di interpello preventivo. E l'atto di contestazione dell'abuso non dovrà contenere eventuali
addebiti che dovranno essere contestati separatamente. La procedura di contestazione dell'abuso poi è
rigida. Il Fisco cioè dovrà attenersi a quelle regole con la richiesta di chiarimenti entro 60 giorni e dovrà
contenere sempre, a pena di nullità, le motivazioni analitiche in relazione alla condotta abusiva. Nel
provvedimento, poi, si introduce una procedura collaborativa tra fi sco e aziende con un fatturato maggiore di
10 mld di euro per gestire il rischio fi scale. Dove l'amministrazione fi nanziaria diventa consulente
dell'azienda. Il decreto defi nisce cosa si debba intendere per rischio fi scale. Un po' sulla falsa riga del rischio
di impresa per la responsabilità amministrativa degli enti. È quel rischio suscettibile di produrre danni
patrimoniali o reputazionali con particolare riferimento a situazioni che possono comportare violazioni dirette
della norma tributaria o nelle quali possa ravvisarsi incertezza interpretativa. In questa categoria rientrano
tutte quelle operazioni per cui possa confi gurarsi l'abuso di diritto. Sul punto è intervenuto il presidente della
commissione finanze della Camera, Daniele Capezzone che fa notare: «che uno dei punti fondamentali della
delega, che il governo era chiamato ad attuare, e cioè la cooperazione Fisco-imprese, sia stata riservata dal
governo solo alle imprese oltre i 10 miliardi di euro di fatturato. E tutti gli altri? E le piccole e medie imprese? Il
governo ha dimenticato oltre il 90% delle imprese italiane, quelle più tartassate dal Fisco».
SCENARIO PMI - Rassegna Stampa 22/04/2015
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CONSIGLIO DEI MINISTRI/ Ok al decreto legislativo sulla certezza delle norme
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SCENARIO PMI - Rassegna Stampa 22/04/2015
Pag. 23
ItaliaOggi
22/04/2015
(diffusione:88538, tiratura:156000)
Foto: Pier Carlo Padoan