Piero Bittolo Bon

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Piero Bittolo Bon
Piero Bittolo Bon
Scritto da Alessio Beatrice e Francesco Li Puma
Sabato 28 Marzo 2009 14:57 -
Intervista a Piero Bitto Bon ("Ropie" sul forum) incontrato dopo un suo concerto con i Dolphi
ana
(Achille Succi bass clarinet, alto sax - Enrico Sartori clarinet, alto clarinet, alto sax - Piero
Bittolo Bon alto sax, bass clarinet, flute - Giorgio Pacorig piano -Danilo Gallo bass -Enzo
Carpentieri drums).
- Partiamo dall'inizio: quando hai iniziato a suonare e che studi hai fatto?
Ho preso in mano un sassofono contralto -un Grassi Professional 2000 regalatomi dai miei
genitori- a 14 anni. L'ho strimpellato per qualche anno senza molta convinzione nei contesti
più strani (ricordo il primo brano che ho suonato in un gruppo: "A Forest" dei Cure!) per poi
cedere ad una fulminante infatuazione per il basso elettrico. Ho ripreso a suonare il sax in
maniera più "seria" intorno ai 21 anni, quando ho partecipato per la prima volta ai seminari di
Siena Jazz. Il mio approccio è stato comunque decisamente autodidatta. Ricordo con
nostalgia -ora purtroppo son molto più pigro!- le proficue mattinate di note lunghe, scale ed
arpeggi! Altra componente fondamentale della mia formazione sono state le storiche jam
session del Bar Torino a Venezia: due giorni alla settimana, quasi 5 ore a sera, per 4 anni o
giù di lì...
- A chi ti sei ispirato maggiormente? Il tuo suono al sax alto è davvero completo e
pieno, quali sono le tue le tue influenze principali?
Bhè, qui la lista potrebbe farsi davvero chilometrica: il primo grande amore -anche se
naturalmente non avevo le capacità tecniche necessarie per studiarlo- è stato Massimo
Urbani, uno dei più grandi in assoluto. Poi ovviamente mi son sparato la mia dose di Parker,
c'è stato il periodo in cui esisteva SOLO Cannonball, e poi Jackie McLean, tonnellate di Joe
Henderson (stavo per passare definitivamente al tenore per colpa sua), Coltrane, Miles
Davis, in particolar modo il periodo Bitches Brew, per poi scivolare pericolosamente verso
Dolphy, Ornette Coleman, Ayler, fino a Steve Coleman, Tim Berne, Zorn, Henry Threadgill -un
gigante. Insomma mi piace l'alto! Per il resto ho ascoltato un sacco di funk, reggae, soul, R&B,
jazz-rock, anche perchè ho suonato (e suono tuttora ogni tanto) il basso elettrico in molti
gruppi del genere, cosa che oltre a permettermi economicamente di poter fare il sassofonista,
mi ha dato un'importante visione di cosa succede dall'altra parte della barricata. Consiglio
vivamente a tutti di suonare -abbastanza seriamente- un'altro strumento, possibilmente non a
fiato...
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Piero Bittolo Bon
Scritto da Alessio Beatrice e Francesco Li Puma
Sabato 28 Marzo 2009 14:57 -
- Quali sono i tuoi strumenti?
Attualmente suono un alto Buescher The New Aristocrat del 35. Ha una voce unica,
estremamente duttile e "centrata", e nonostante la nomea del Buescher come strumento
"micione" alla Johnny Hodges, vi assicuro che come la mano de "er Principe" di Bianco, Rosso
e Verdone, "pò esse fèro e pò esse piuma"!
In precedenza ho posseduto un Martin Handcraft, un B&S 2001 sabbiato con collo d'argento,
un Selmer Super Action II (il sax dei duri anni del liscio), il mio primo Grassi. Ho avuto un
tenore Pan American (uno stencil del Chu Berry) con un suono grande come una casa, ma
stonato come pochi... Recentemente mi sono purtroppo liberato di un baritono Jupiter. Ma è
però in arrivo un meraviglioso alto Chu Berry del 27, argentato e con le incisioni e le chiavi
dorate, davvero tamarro.
Ultimamente mi sto dedicando -con risultati quantomeno opinabili- ai clarinetti (basso e
contralto) ed al flauto traverso. (Per dovere di cronaca, nell'ordine: un Selmer Bundy di
plasticone, un Noblet ed un Jupiter)
- Che tipo di setup prediligi?
Sull'alto uso lo stesso setup da qualche anno: bocchino Claude Lakey 5*3, legatura Francois
Louis (tanto bella quanto odiosa: ogni tanto per comodità uso la Ripamonti di plastica), ance
Vandoren ZZ 2.5.
- I vostri progetti al Gallo Rojo hanno impostazione sperimentale, siete davvero
coraggiosi e quasi unici nel panorama italiano, è molto difficile trovare un circuito per i
vostri gruppi?
Beh, "sperimentale" forse è una parola grossa! Forse calza meglio "fuori dagli schemi". In
fondo nulla di quello che suoniamo è veramente "nuovo", provate ad ascoltare qualche disco
del nostro catalogo! Il background comune di tutti i membri del Gallo Rojo è innegabilmente
jazz, ma non c'è certo spazio per gli integralismi. Quello che c'è di fresco è sicuramente
l'attitudine, la curiosità bei confronti di tutte le forme musicali e una grossa dose di ironia, cosa
che ci evita di scivolare nell'accademismo che caratterizza la maggior parte del jazz italiano
(che riempie i cartelloni delle centinaia di festival che si organizzano su e giù per lo stivale
SEMPRE con gli stessi nomi). Come si può intuire, non è certo facile portare in giro i nostri
progetti, anche se le cose stanno migliorando: i nostri dischi sono sempre più spesso recensiti
sulle riviste di settore e messi in onda in trasmissioni come "Battiti" di Radio3, e recentemente
ci è stata affidata l'organizzazione di un paio di festival, "Viva El Gallo Rojo!" al Centro d'Arte
di Padova e "Massa Sonora" a Massalombarda. Senza contare che a livello europeo è stata
creato una specie di "collettivo dei collettivi", Zoom, del quale facciamo parte, cosa che
speriamo contribuisca a diffondere ulteriormente oltreconfine il nostro lavoro (e ovviamente a
portare in Italia della musica interessante).
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Piero Bittolo Bon
Scritto da Alessio Beatrice e Francesco Li Puma
Sabato 28 Marzo 2009 14:57 -
- Le piccole realtà discografiche autogestite sono molto dure ma hanno il gran pregio
di -supportare e diffondere le idee e le ricerche più vere del panorama musicale, come
deve fare -un gruppo o un artista che volesse entrare in contatto con voi per proporre
una sua collaborazione?
Ultimamente abbiamo deciso di comune accordo di non accettare -almeno per i prossimi
tempi- richieste di produzione esterne, semplicemente per il fatto che abbiamo un pacco di
master di nostri gruppi che devono uscire! L'ultima "deroga" l'abbiamo data a un fantastico
quartetto tedesco, Schmittmenge Meier, l'ultima nostra produzione. (Sul nostro sito
http://www.elgallorojorecords.com
è stato attivata la sezione "STORE" dove potrete comodamente acquistare i nostri CD e le
nostre magliette tramite Paypal. Gli album li potete trovare anche su iTunes store)
Se avete registrato qualcosa di interessante comunque non esitate a spedircela, la
ascolteremo sicuramente!
- Cosa ne pensi della realtà (se ce ne una) musicale in Italia?
l'Italia è strapiena di musicisti fantastici! Solo per menzionare le realtà simili alla nostra, ci
sono collettivi come Improvvisatore Involontario, Bassesfere e molti altri che sfornano progetti
di altissimo livello. Il problema è il solito: finchè in TV e in radio i 5 minuti di jazz che fanno
sentire è la minestrina riscaldata dei soliti noti, e nelle scuole di musica insegnano il jazz
schiaffandoti un real book davanti al muso, è difficile che la "scena" si sposti da quel circuito
principalmente underground e purtroppo alquanto autoreferenziale nella quale è confinata
adesso.
- Hai mai pensato di emigrare in un paese dove fare il musicista non è considerato un
hobby come qui in Italia?
Ogni tanto vado a Berlino, dove ho un appartamento assieme ad alcuni colleghi "galli". Lì è
tutta un'altra musica: concerti ovunque, tutti i giorni, dal mainstream al free. Una MAREA di
musicisti, per la maggior parte preparatissimi, e club strapieni, soprattutto di giovani... Un
pensierino di trasferirmi là ogni tanto ce lo faccio, ma è un ambiente abbastanza ostico,
entrare nel "giro" non è poi così facile.
E poi non mi piace molto l'idea di "gettare la spugna"... almeno non per adesso.
- La nostra classica domanda finale: vuoi dire qualcosa agli amici di Sax Forum?
Sostenete i musicisti! Comprate dischi! Andate ai concerti! Siate curiosi! Meno forum, più
note lunghe!
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Piero Bittolo Bon
Scritto da Alessio Beatrice e Francesco Li Puma
Sabato 28 Marzo 2009 14:57 -
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