Antologia proposta dalla classe 4^A
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Antologia proposta dalla classe 4^A
LICEO TITO LUCREZIO CARO FILOSOFIA A BASSANO ANNO SCOLASTICO 2009/2010 EROS SOFISTA O FILOSOFO? MATERIALI PROPOSTI DALLA CLASSE IV A 1 Jessica Viaggio nell'Umanesimo Il mito platonico di Eros L'interesse di questa breve trattazione è cogliere il valore universale della passione erotica nel mito di Platone. L'amore è il motore di tutte le nostre azioni, anche di quelle non strettamente legate alla vita di coppia. Il Simposio di Platone (Atene, 427-347 a.C.) è una delle opere in assoluto più belle della storia della filosofia e della letteratura in generale. Siamo ad Atene, in una cena tra amici intellettuali, alcuni dei quali rimarranno famosi tra i posteri, come il filosofo Socrate e l'autore di commedie Aristofane. Alla fine della cena, tra un bicchiere di vino e l'altro si apre una discussione volta a celebrare le qualità di Eros, considerato il dio dell'amore (bisogna ricordare che le divinità greche erano la personificazione di fenomeni naturali e di caratteristiche umane). Ultimo a parlare sarà Socrate, ma il suo discorso diventerà un monumento tra i trattati di filosofia. Socrate si contrappone ai suoi interlocutori affermando che Eros non è un dio. Come potrebbe esserlo, se rappresenta il desiderio di raggiungere e possedere la bellezza. Questo desiderio è l'effetto di una mancanza, Eros non è bello né è sapiente, ma desidera esserlo. Gli dei sono perfetti, quindi non desiderano essere qualcosa che già sono. Conclusione di Socrate: Eros è un demone, cioè un essere che non è né divino e né umano, ma si colloca tra i due estremi a fungere da tramite. Così Eros non è né bello né sapiente, ma neppure ignorante o brutto, è un filosofo, cioè uno che aspira a raggiungere la sapienza e la bellezza, che per Platone non è separata dal bene morale. Ma se la passione erotica ha un carattere così universale, come mai si dice che alcuni amano ed altri no? "Noi stacchiamo dalla totalità di Eros una determinata faccia: le attribuiamo il nome del complesso e la chiamiamo eros. Per le altre facce usiamo dei diversi nomi"…"Per concludere, ogni ardente voglia di bene e di beatitudine è, per chiunque, il sublime e furtivo eros. Ma quelli che si dirigono a lui per altre strade e varie - operazioni finanziarie, esercizi atletici, intimità con la cultura - non sono normalmente definiti né soggetti, né oggetti d'eros; ma solo quelli tesi appassionatamente a una determinata faccia si prendono il nome del complesso eros, soggetti e oggetti d'eros". Eros è una passione avente valenza universale perché il suo fine, in definitiva è raggiungere il bene, in modo continuativo, per essere felici. A questo punto devo ricordare, soprattutto a chi non conosce la filosofia platonica, che il bene di cui si parla è assoluto, cioè unico, perfetto, eterno e immutabile. Esso è al vertice della gerarchia delle idee, cioè la concretizzazione in un mondo superiore e reale di qualità e concetti che sulla terra sono rappresentate solo da copie singolari e imperfette. Uscendo da questo rigido dualismo tra mondo ideale (e assolutamente reale, secondo Platone) e quello esperibile della quotidianità, rimane, comunque, un grande insegnamento. Platone considera la passione erotica come un desiderio che guida l'essere umano in tutte le aspirazioni della vita. Certo, non è possibile raggiungere, causa la nostra finitezza, la perfezione e mantenerla in modo duraturo. Ma la perfezione dell'uomo non consiste tanto negli obiettivi che si propone di raggiungere, ma nella direzione seguita. Questo non significa che gli obiettivi non siano importanti, ma si vuole dire che essi rappresentano delle idee che fungono da riferimento nelle nostre azioni e ci portano a migliorarci e a maturare in continuazione. C'è un altro punto del discorso di Socrate sull'eros che vale la pena di trattare. Il fondamento dell'impulso erotico è il poter procreare, rinnegando la morte. "…In questo ambito, infatti, per ragione identica a quella d'eros, la fibra che ha in se la morte, cerca con tutte le sue forze d'esistere per sempre, rinnegando la morte. Può farlo per una strada sola: dare vita. …" Questo desiderio di dare vita ci garantisce una qualche forma di eternità, ma, secondo Platone (che parla attraverso Socrate, nel Simposio e in tante altre opere), non è da intendersi in chiave esclusivamente fisica. Si può anche rimanere incinti nello spirito, dando vita alle opere del pensiero, che ci garantiscono la vera eternità, e alla possibilità di poterle comunicare agli altri (qui Platone offre una celebrazione erotica della funzione pedagogica). 2 In definitiva, l'eros, ovvero la passione amorosa, intesa in senso lato (non escludendo con ciò la vita di coppia), è l'espressione del nostro desiderio di trascendenza. Il punto di partenza è l'eros per i corpi, quello di arrivo, dopo essere passati per le belle anime, le belle scienze, le belle leggi ed istituzioni, è l'idea assoluta di bellezza (che è tutt'uno con il bene). Trattandosi di idee perfette, possono essere solo considerate come utopie, che però danno una direzione coerente alla nostra vita nella direzione della crescita e della trascendenza. Quando Platone, nella sua piena maturità, scrive il Simposio, in Grecia il tema dell'amore è già stato ampiamente oggetto della riflessione dei poeti lirici, ma anche dei poeti tragici che lo intendono sullo sfondo del mondo del mito. Nulla di "romantico" in questa visione: Eros è potenza primordiale, temibile, domina l'uomo conducendolo dove vuole, anche a rovina a volte. Forza cosmica indomabile, descritta con tratti inquietanti, superiore agli uomini ma anche agli stessi dèi. Alle origini della cultura greca a noi nota attraverso la scrittura, Eros appare con i duplici tratti della dolcezza e della forza indomabile. Il tema filosofico dell'amore ha dunque questo come proprio oggetto sin dalle origini nel mito: · Eros come forza cosmica, irresistibile, legata alla generazione attraverso il desiderio, che oltrepassa la volontà individuale di uomini e dèi; · Eros come desiderio legato al piacere, alla dolcezza, che tuttavia domina, non si lascia dominare; · Eros come potenza creativa che non si lascia imbrigliare in schemi e limiti, ma tende a rompere ogni freno, ogni logica troppo razionale. Per quanto legata alla bellezza, e quindi nel mito ad Afrodite, Eros è dunque potenza temibile e originaria, legata alle radici profonde del nostro essere. Che cosa sappiamo di Eros? Nel mito greco, sia esso un demone o un dio, Eros appartiene comunque alla sfera del divino. Quando i filosofi cominciano ad interessarsi al tema è familiare l'idea che il mito possa avere ragione, che l'amore apra a legami metafisici, come se Eros possa aprire una via per penetrare in una sfera dell'essere che ci è abitualmente preclusa. Il punto è che, in filosofia, è di casa il sospetto che l'essere di dimensioni ne abbia più di una, che la complessità – una pluralità non sappiamo se dominabile, se riducibile ad ordine e unità, o meno – sia il concetto che lo descriva al meglio. Eros in questa complessità potrebbe avere un ruolo, perché è forza cosmica che spiega la generazione, e quindi il movimento stesso dell'essere che genera, dell'essere che è movimento, non stasi. Apparenza e inganno o verità? Nei filosofi, nei poeti e in chi ne è rimasto vittima, è presente il sospetto che Eros in realtà appartenga ad un mondo di apparenze, al sogno di una notte di mezza estate, in versione positiva, ad un vero e proprio inganno, in versione negativa. Una diversa versione di quest'idea è già nel Simposio, che vede qua e là in Eros un "sofista" sempre pronto all'inganno. E in effetti nel gioco della seduzione l'inganno e, semplicemente, la bella apparenza cui non corrisponde nulla nella realtà, non hanno forse un ruolo che può essere importante? Questo può significare: - che Eros apre ad un mondo di apparenza piuttosto che di verità, e questa via di ricerca deve per conseguenza essere abbandonata; - può anche significare che l'essere stesso si esprima attraverso l'apparenza, o l'inganno, che la realtà profonda delle cose sia un enigma difficile da decifrare: che Eraclito o i sofisti abbiamo semplicemente ragione; - che l'inganno vada spiegato in altro modo: Platone proverà a distinguere i piani, e nel Simposio come nel resto delle opere del periodo della sua maturità distinguerà un mondo di apparenze sottoposto al dominio del tempo da un mondo eterno e "vero": Eros lega questi due mondi, ed ecco dunque spiegato il suo doppio volto: apre alla verità ma è legato all'apparenza e all'inganno. Tocca al filosofo platonico imparare a distinguere. Dominio o libertà? Eros è legato al possesso, al potere; ma allo stesso tempo è legato alla creatività, alla liberazione da limiti e regole, alla espressione di sé. Un elemento dell'Eros, scrive Platone, è la creazione nella bellezza mette in gioco e in valore aspetti della multilateralità della vita altrimenti nascosti, sia nella dimensione del corpo, sia nella dimensione dello spirito, come sanno coloro che, speso con sorpresa, hanno visto nascere in sé – innamorati – una dimensione creativa altrimenti sconosciuta Ma Eros chiude gli amanti nel loro rapporto, crea ostilità con chi ne deve rimanere estraneo. Chi ama chiede a chi è amato di rinunciare a una parte di sé, di non dar spazio ad una parte della multilateralità della vita. Sicché apertura all'amato, oppure esclusione di altri aspetti della vita? O l'una cosa paga l'altra? Senza-casa o elemento dell'ordine sociale? Legame tra Eros e società: assomiglia ad un processo di addomesticamento. La potenza 3 originaria di Eros viene imbrigliata e posta al servizio della felicità collettiva e individuale, a difesa della vita. Che ne è del "senza-casa" che dorme sempre sulla nuda terra, sotto le stelle? L'ordine sociale non caccia via da sé questo Eros, addomesticandolo? Eros legato al tempo o all'eterno? Legame tra Eros e vita, tra Eros e moralità: Eros è una delle manifestazioni dello spirito che elevano l'uomo alla sfera dei valori, di ciò che più intimamente conta, ma a differenza di molte altre sfere della cultura mantiene, insieme, un legame con la sensibilità e un legame con ciò che vale senza tempo. Per Platone Eros lega la sfera del tempo alla sfera dell'eterno. Non sfidano forse il tempo gli amanti? Non chiedono amore eterno, senza tempo? Esiste un ordine morale del mondo? L'idea di fondo del platonismo è che esista un ordine morale del mondo ed Eros ne è parte. Ma la domanda è se vi è davvero un ordine morale, o non piuttosto soltanto un equilibrio di forzei. Se l'errore è nel mito… … o nella lettura platonica del mito, o meglio nella nostra incapacità di abbandonare questa lettura una volta scoperte le basi biologiche della vita e le leggi che le governano nel loro intrecciarsi con la sfera della cultura. Tutto ciò che può essere governato, è nella responsabilità di chi governa. Se l'Eros è dominabile, e non è affatto "irresistibile", e nulla del mistero che lo circonda è davvero tale, che cosa faremo di fronte ad esso? Se diventerà possibile controllare l'amore, l'umanità dovrà controllarlo? Ne verrà fuori una società più umana o meno umana? Temi del Simposio Forse è utile partire dalla riflessione di uno studioso francese di Platone, Léon Robin, che nell'introdurre allo studio del Simposio scrive:: "Il Simposio forma con il Fedone un insieme unitario, sia perché nell'uno e nell'altro è presentata l'elevazione dell'anima verso l'Ideale, sia per il contrasto nelle circostanze: il primo dialogo mostra quale sia l'atteggiamento della filosofia verso la vita, il secondo quale sia l'atteggiamento di fronte alla morte. Mentre tutti i convitati dormono nella sala del simposio, soltanto tre sono ancora svegli: Socrate, il simbolo della Filosofia, Aristofane e Agatone, che rappresentano l'uno la Commedia, l'altro la Tragedia; la Filosofia non ha perduto affatto la sua lucidità, mentre gli altri due son lì lì per assopirsi. Ciò che la Filosofia dimostra loro è che entrambe sono arti incomplete: altrimenti, ciascuna dovrebbe saperci fare anche nel campo dell'altra. Senza dubbio riuscirebbero a farlo se potessero appoggiarsi su una conoscenza vera e integrale. Ma questa base solo la filosofia è in grado di fornirla. Vi sono di conseguenza molti temi come in ogni dialogo platonico, anche il più breve e il più "tematico", e questo per la natura stessa del genere letterario del dialogo, e della stessa dialettica come forma di ricerca in Platone. Significa però che tutti i temi seguono questo filo conduttore: tutti convergono nell'indicare quale debba essere l'atteggiamento della filosofia verso la vita. In questo senso quelli che adesso indicheremo vanno considerati come i temi musicali che compongono una sinfonia: è possibile nell'insieme isolare e seguire l'uno o l'altro, ma la sinfonia mantiene una sua unità. Qual è la natura del nostro desiderio? Che cosa desideriamo davvero desiderando un'altra persona? E' difficile comprendere esattamente che cosa desideriamo. Nel Simposio questo tema dà luogo ad un'analisi profonda delle radici del desiderio. La radice del nostro desiderio sia da cercare nella sostanziale incompletezza della nostra stessa identità che ci porta a cercare l'anima "gemella" oppure che la radice del desiderio sia nel fatto che ciò che ci manca (ciò che non siamo, prima ancora di ciò che non abbiamo) ci spinge al desiderio di possesso Che cosa, esattamente, cerchiamo nell'altro? Che cosa esattamente, vogliamo dall'altro? Gli innamorati "che passano la loro vita gli uni accanto agli altri non saprebbero nemmeno dire cosa desiderano l'uno dall'altro. Non è possibile pensare che si tratti solo delle gioie del far l'amore: non possiamo immaginare che l'attrazione sessuale sia la sola ragione della loro felicità e la sola forza che li spinge a vivere fianco a fianco. C'è qualcos'altro: evidentemente la loro anima cerca nell'altro qualcosa che non sa esprimere, ma che intuisce con immediatezza." Studiare la natura del nostro desiderio che cosa può dirci sulla nostra identità? Il tema del desiderio apre dunque al tema, filosofico per eccellenza, della nostra identità. Ciò di cui si discute nel Simposio è da questo punto di vista semplicemente la risposta alla domanda: chi siamo? chi sono io? (o, in forma più esplicita: chi è realmente il mio io?) Eros ci costringe ad andare alle radici del nostro io perché lo mette in discussione, ne svela l'identità: mette a nudo ciò che siamo e ciò che non siamo e vorremmo essere. C'è nell'Eros qualcosa che turba profondamente il nostro io, che lo mette in questione. Ma chi siamo in realtà? Esseri di natura spirituale che hanno un corpo? 4 Esseri incompleti nella loro natura? Oppure esseri misti, anime e corpi alla ricerca di una impossibile unità con noi stessi o con altri? Se la vita ha un temine naturale, perché aspiriamo a vivere per sempre, desideriamo l'immortalità? Gli amanti, nel loro presente, si dichiarano l'un l'altro amore eterno, si dicono che si ameranno per sempre. Non accettano il tempo – il costruttore, il distruttore, – fanno persino fatica ad accettare il fatto che il passato è stato diverso, scacciano il pensiero di un futuro diverso dal loro amore. Ma l'uomo è creatura del tempo. Vuole che il presente sia eterno. Vuole la pienezza dell'amore non soltanto nel futuro, senza limiti: vuole Eros intero, integro, uno, tutto e adesso per sempre. E quindi senza tempo. L'amore può davvero aprire all'eterno? Perdersi negli occhi di un'altra persona – perdersi davvero, o ritrovare davvero se stessi – può davvero essere una via per superare la nostra finitezza? Si tratta di sapere cosa trovano gli amanti su questa via… Filosofia come amore della sapienza Il Simposio è per certi versi un atto d'amore verso la filosofia. All'inizio del dialogo e alla fine della filosofia si dice che con essa "si prova la gioia più grande" e di Socrate, il filosofo per eccellenza, che "chi lo ascolta è portato verso le cose più alte". Qualcosa del contesto rimanda ad una pratica di riflessione che coinvolge tutta la persona. Tutt'altro che un puro esercizio intellettuale. Ma forse il luogo più celebre sul concetto platonico di filosofia è il passo che segue la narrazione del mito della nascita di Eros, in cui Eros stesso è definito filosofo perché a metà tra l'ignorante e il sapiente, ma con un grande desiderio di sapere. Questo tema apparentemente è del tutto diverso e indipendente dai precedenti, ma non è così. I desideri della completezza di sé, dell'immortalità, della creatività, trovano la loro radice in questa forza profonda che ci spinge verso le cose più alte. Contemplazione della bellezza Sembra che contemplando la bellezza di un'altra persona, e imparando davvero a goderne sia possibile elevare il proprio spirito ai più alti gradi della felicità associati alla contemplazione della bellezza. La nostra anima, inquieta, mediante Eros – un Eros difficile, estremamente impegnativo, un percorso tanto duro quanto quello dello schiavo che esce dalla caverna – trova un mondo inaspettato, quasi una rivelazione. Nell'antichità greca l'amore è divinizzato col nome di Eros. Delle sue qualità e del suo potere parla Platone soprattutto in due dialoghi intitolati Il Fedro ed Il Simposio. Nel primo di essi ad Eros è attribuita la funzione di elevare l'anima alla contemplazione della bellezza in se stessa. Nella prospettiva platonica, l'amore non è contrapposto alla conoscenza, ma tende piuttosto a identificarsi con la filosofia. Per il Cristianesimo l'amore perfetto e legittimo è quello che, attraverso il rapporto scambievole, riconduce l'uomo a Dio, egli stesso inteso come amore. La sessualità non è condannata in quanto tale, ma solo se trattiene l'uomo sul piano di un amore esclusivamente mondano, impedendogli di ricongiungersi con Dio. Nell'età moderna l'intreccio fra amore e conoscenza e l'indistinzione fra erotismo e sessualità lasciano il posto ad una concezione radicalmente differente. Da un lato infatti l'amore è sempre più spesso rappresentato come un fanciullo alato e bendato, che scocca i suoi dardi accecando, vale a dire privando della conoscenza, coloro che ne restino colpiti. Dall'altra parte l'erotismo si distingue sempre più nettamente dalla sessualità, la quale viene assunta come forma inferiore e degradata di amore. In entrambi i casi si assiste al sopravvento di categorie e giudizi morali, sulla base dei quali si tende a dichiarare legittimo solo quell'amore che non si riduca alla semplice sessualità. Il sesto libro: l'eros filosofico I filosofi si distinguono dagli amanti degli spettacoli perché desiderano imparare ciò che mostra loro l’ousìa o essenza, la quale è sempre e non erra secondo la vicenda del nascere e del perire (485b): e, amando la sapienza, tendono verso la verità e odiano la menzogna. Il loro eros, dunque, è tutto indirizzato all’apprendere; per questo praticano la sophrosyne o temperanza senza sforzo, perché il loro desiderio è rivolto altrove. Al filosofo, semplicemente, interessano poco le ricchezze, le meschinità e la vita stessa. Per questo sarà anche coraggioso, e dotato di armonia interiore (485c ss.). 5 Questa caratterizzazione dei filosofi come ostili alla menzogna giunge dopo che Platone l’ha teorizzata sia per il momento costituente della città, nel racconto fenicio, sia per la polis costituita, nelle giustificazioni propagandistiche degli accoppiamenti eugenetici suggerite nel V libro. In quest’ultimo caso, l’eros era stato considerato un fattore privatizzante così potente e refrattario all’argomentazione, da giustificare il suo controllo tramite ciò che i filosofi odiano, la menzogna. Ora, di contro, si dice che anche i filosofi sono ispirati da una forma di eros – quello per la verità. Come si spiegano queste contraddizioni? Si potrebbe essere tentati di dire che i filosofi, con il loro eros, pur rivolto ad un oggetto inconsueto, sono dei privatizzatori del sapere, a favore della loro corporazione; in quanto tali, si permettono di mentire agli altri. Se così fosse, però, come converrebbe lo stesso Trasimaco, non avremmo più un metro comune per distinguere il sapiente, che vuole vincere avendo ragione, dall’incompetente che vuole semplicemente soverchiare gli altri. In più, questo progetto di supremazia è contraddetto, dal punto di vista esterno, dal fatto stesso di essere scritto in un testo destinato a circolare per le mani di tutti. Dobbiamo allora ipotizzare che l’eros privatizzante, refrattario al discorso, e l’eros filosofico siano due cose diverse. L’eros si definisce, come termine, in base a una relazione con un oggetto. L’eros privato e quello filosofico hanno oggetti diversi e dunque, se si definiscono sulla base della relazione con il loro oggetto, vanno trattati come diversi l’uno dall’altro. 41 Una simile deduzione non contrasta con il canone di economicità delle definizioni stabilito nel IV libro (437b ss.). L’eros sessuale, nel senso comune del termine, è privatizzante; ma da questo non segue che anche l’eros per la scienza sia tale. Il fatto che i paradigmi concettuali propri del sapere scientifico richiedano una forma di méthexis, sia sul piano oggettivo, sia sul piano soggettivo, indica che l’eros filosofico – l’unico eros che vale la pena perseguire – non può essere privatizzato senza tradire se stesso. Di questo Platone è talmente consapevole da accettare una contraddizione gravissima ed evidente al solo scopo di render pubblico il codice della vita, ingannando l’eros privato. L'eros presso i neoplatonici Soprattutto presso i neoplatonici l’eros godrà di una particolare fortuna, in considerazione del fatto che la verità dell'essere, per loro, non è un semplice concetto impersonale, ma in essa vi partecipa il soggetto: questi è animato da una tensione bramosa che anela al Sapere, al punto che l'amore diventa una forma di conoscenza. Così per Plotino l'eros è una forza inconscia e involontaria che guida il filosofo verso la contemplazione estatica. Il neoplatonismo cristiano affiancò poi al termine filosofico di eros quello religioso di àgape: il primo indica un amore ascensivo, proprio dell'essere umano verso l'Assoluto e verso l'astrattezza dell'unità; il secondo indica un amore discensivo, proprio di Dio, che muove verso il mondo e l'umanità in esso dispersa per ricongiungerla a sé. Nei filosofi rinascimentali eros e agape si fondono così in un unico concetto. Il tema dell'eros acquista una centralità particolare soprattutto nella filosofia di Marsilio Ficino: l'amore viene da lui inteso come il dilatarsi stesso di Dio nell'universo, la causa per cui Dio "si riversa" nel mondo e produce negli uomini il desiderio di ritornare a Lui. Si tratta di un processo circolare che si riflette nell'uomo, il quale a sua volta è chiamato ad essere copula mundi, immagine dell'Uno dal quale proviene tutta la realtà e (come già in Cusano) che tiene legati in sé gli estremi opposti dell'universo. In Giordano Bruno, altro filosofo rinascimentale, l’eros diventa quindi eroico furore, esaltazione dei sensi e della memoria, elevazione della ragione percorribile solo col coraggio e l'eroismo che la ricerca della verità comporta. · Bibliografia Giovanni Reale, Eros demone mediatore. Una lettura del Simposio di Platone 6 Valentina L. Claudio Baglioni – QUESTO PICCOLO GRANDE AMORE Quella sua maglietta fina tanto stretta al punto che mi immaginavo tutto e quell'aria da bambina che non glielo detto mai ma io ci andavo matto e chiare sere d'estate il mare i giochi e le fate e la paura e la voglia di essere nudi un bacio a labbra salate il fuoco quattro risate e far l'amore giù al faro... ti amo davvero ti amo lo giuro...ti amo ti amo davvero! e lei lei mi guardava con sospetto poi mi sorrideva e mi teneva stretto stretto ed io io non ho mai capito niente visto che ora mai non me lo levo dalla mente che lei lei era un piccolo grande amore solo un piccolo grande amore niente più di questo niente più! mi manca da morire quel suo piccolo grande amore adesso che saprei cosa dire adesso che saprei cosa fare adesso che voglio un piccolo grande amore quella camminata strana pure in mezzo a chissacchè l'avrei riconosciuta mi diceva "sei una frana" ma io questa cosa qui mica l'ho mai creduta e lunghe corse affannate incontro a stelle cadute e mani sempre più ansiose di cose proibite e le canzoni stonate urlate al cielo lassù "chi arriva prima a quel muro..." non sono sicuro se ti amo davvero non sono...non sono sicuro... e lei tutto ad un tratto non parlava ma le si leggeva chiaro in faccia che soffriva ed io io non lo so quant'è che ha pianto solamente adesso me ne sto rendendo conto 7 che lei lei era un piccolo grande amore solo un piccolo grande amore niente più di questo niente più mi manca da morire quel suo piccolo grande amore adesso che saprei cosa dire adesso che saprei cosa fare adesso che voglio un piccolo grande amore... W. Shakespeare Se leggi questi versi dimentica la mano che li scrisse: t'amo a tal punto che non vorrei restar nei tuoi dolci pensieri, se il pensare a me ti facesse Pablo Neruda Non t’amo come se fossi rosa di sale, topazio o freccia di garofani che propagano il fuoco: t’amo come si amano certe cose oscure, segretamente, tra l’ombra e l’anima. T’amo come la pianta che non fiorisce e reca dentro di sé, nascosta, la luce di quei fiori; grazie al tuo amore vive oscuro nel mio corpo il concentrato aroma che ascese dalla terra. T’amo senza sapere come, né quando, né da dove, t’amo direttamente senza problemi né orgoglio: così ti amo perché non so amare altrimenti che così, in questo modo in cui non sono e non sei, così vicino che la tua mano sul mio petto è mia, così vicino che si chiudono i tuoi occhi col mio sonno. In quanto dio dell'amore, Eros ha un ruolo determinante nella produzione poetica greca, dove viene spesso invocato per descrivere la passione del poeta. « A primavera, quando l'acqua dei fiumi deriva nelle gore e lungo l'orto sacro delle vergini ai meli cidoni apre il fiore, e altro fiore assale i tralci della vite nel buio delle foglie; in me Eros, 8 che mai alcuna età mi rasserena, come il vento del nord rosso di fulmini, rapido muove: così, torbido spietato arso di demenza, custodisce tenace nella mente tutte le voglie che avevo da ragazzo. » (Ibico - traduzione di Salvatore Quasimodo) Lucia Bocca di Rosa - Fabrizio De Andrè La chiamavano bocca di rosa metteva l'amore metteva l'amore la chiamavano bocca di rosa metteva l'amore sopra ogni cosa. Appena scese alla stazione del paesino di Sant'Ilario tutti si accorsero con uno sguardo che non si trattava di un missionario. C'e' chi l'amore lo fa per noia chi se lo sceglie per professione bocca di rosa ne' l'uno ne' l'altro lei lo faceva per passione. Ma la passione spesso conduce a soddisfare le proprie voglie senza indagare se il concupito ha il cuore libero oppure ha moglie. E fu così che da un giorno all'altro bocca di rosa si tirò addosso l'ira funesta delle cagnette a cui aveva sottratto l'osso. Ma le comari di un paesino non brillano certo d'iniziativa le contromisure fino al quel punto si limitavano all'invettiva. Si sa che la gente da' buoni consigli sentendosi come Gesù nel tempio si sa che la gente da' buoni consigli se non può dare cattivo esempio. Così una vecchia mai stata moglie senza mai figli, senza più voglie si prese la briga e di certo il gusto di dare a tutte il consiglio giusto. E rivolgendosi alle cornute le apostrofò con parole acute: "Il furto d'amore sarà punito -dissedall'ordine costituito". 9 E quelle andarono dal commissario e dissero senza parafrasare: "Quella schifosa ha già troppi clienti più di un consorzio alimentare". E arrivarono quattro gendarmi con i pennacchi con i pennacchi e arrivarono quattro gendarmi con i pennacchi e con le armi. Il cuore tenero non e' una dote di cui sian colmi i carabinieri ma quella volta a prendere il treno l'accompagnarono malvolentieri. Alla stazione c'erano tutti dal commissario al sagrestano alla stazione c'erano tutti con gli occhi rossi e il cappello in mano. A salutare chi per un poco senza pretese, senza pretese a salutare chi per un poco portò l'amore nel paese. C'era un cartello giallo con una scritta nera, diceva: "Addio bocca di rosa con te se ne parte la primavera". Ma una notizia un po' originale non ha bisogno di alcun giornale come una freccia dall'arco scocca vola veloce di bocca in bocca. E alla stazione successiva molta più gente di quando partiva chi manda un bacio, chi getta un fiore, chi si prenota per due ore. Persino il parroco che non disprezza fra un miserere e un'estrema unzione il bene effimero della bellezza la vuole accanto in processione. E con la Vergine in prima fila e bocca di rosa poco lontano si porta a spasso per il paese l'amore sacro e l'amor profano. Chiara Le metamorfosi L'unico romanzo latino a noi giunto completo sono Le metamorfosi, opera parzialmente autobiografica di Apuleio, in 11 libri, nella quale il protagonista narra la sua trasformazione in asino. Nel testo Apuleio aggiunge molte sottotrame nate da leggende popolari. Tra le più belle troviamo senza dubbio "Amore e Psiche". Eros e Psiche, favola che occupa addirittura due libri, e, 10 come il resto delle Metamorfosi, ha un significato allegorico Cupido (identificato con il greco Eros, signore dell'amore e del desiderio), unendosi a Psiche(cioè l'anima), le dona l'immortalità, ma Psiche per giungervi deve affrontare innumerevoli prove, tra cui quella di scendere agli Inferi per purificarsi. Anche la posizione centrale della favola nel testo originale aiuta a capire lo stretto legame che lega questo "racconto nel racconto" con l'opera principale; è infatti facile scorgere in questa favola una "versione in miniatura" dell'intero romanzo: come Lucio, anche Psiche è una persona "simplex et curiosa", e come Lucio compie un'infrazione, che viene duramente punita, e solo in seguito a molte peripezie potrà raggiungere la salvezza. Psiche Il nome Psiche (in greco ψυχή significa "anima") allude al significato mistico della storia. E riconduce alle prove che la donna dovrà affrontare nel corso della storia, simbolo delle iniziazioni religiose al culto di Iside. Storia Psiche è una bellissima principessa, così bella da causare l'invidia di Venere. La dea invia suo figlio Cupido perché la faccia innamorare dell'uomo più brutto e avaro della terra, perché Psiche sia coperta dalla vergogna di questa relazione. Ma il dio si innamora della mortale, e con l'aiuto di Zefiro, la trasporta al suo palazzo, dove, imponendo che gli incontri avvengano al buio per non incorrere nelle ire della madre Venere, la fa sua. Ogni notte Eros va alla ricerca di Psiche, ogni notte i due bruciano la loro passione in un amore che mai nessun mortale aveva conosciuto. Psiche è dunque prigioniera nel castello di Cupido, legata da una passione che le travolge i sensi. Una notte Psiche, istigata dalle sorelle,con una spada e una lampada ad olio decide di vedere il volto del suo amante, pronta a tutto, anche all'essere più orribile, pur di conoscerlo. È questa bramosia di conoscenza ad esserle fatale: una goccia cade dalla lampada e ustiona il suo amante: "...colpito, il dio si risveglia; vista tradita la parola a lei affidata, d'improvviso silenzioso si allontana in volo dai baci e dalle braccia della disperata sposa (V, 23)" Il dio vola via e Venere poco dopo cattura Psiche per sottoporla alla sua punizione. Venere sottopone Psiche a diverse prove: nella prima, per esempio deve suddividere un mucchio di granaglie con diverse dimensioni in tanti mucchietti uguali; disperata, non prova nemmeno ad assolvere il compito che le è stato assegnato, ma riceve un aiuto inaspettato da un gruppo di formiche, che intendevano ingraziarsi il suo innamorato. L'ultima e più difficile prova consiste nel discendere negli inferi e chiedere alla dea Proserpina un po' della sua bellezza. Psiche medita addirittura il suicidio arrivando molto vicino a gettarsi dalla cima di una torre. Improvvisamente, però, la torre si anima e le indica come assolvere la sua missione. Durante il ritorno, mossa dalla curiosità a lei tanto cara, aprirà l'ampolla (data da Venere) contenente il dono di Proserpina, che in realtà contiene il sonno più profondo. Ancora una volta verrà in suo aiuto Amore, che la risveglierà dopo aver rimesso a posto la nuvola soporifera (uscita dalla ampolla). Solo alla fine, lacerata nel corpo e nella mente, Psiche riceve l'aiuto di Giove. Mosso da compassione il padre degli dei fa in modo che gli amanti si riuniscano: Psiche diviene una dea e sposa Amore. Il racconto termina con un grande banchetto al quale partecipano tutti gli dei, alcuni anche in funzioni inusuali: per esempio, Bacco fa da coppiere, le tre Grazie suonano e il dio Vulcano si occupa di cucinare il ricco pranzo. Al termine del banchetto i due giovani bruciarono per tutta la notte la loro incontenibile passione e da questa unione nacque un figlio, Piacere, identificato dai latini con Voluptas. 11 Alberto L. ~ Alan Douar ~ Quando ti chiedi cos'è l'amore, immagina due mani ardenti che si incontrano, due sguardi perduti l'uno nell'altro, due cuori che tremano di fronte all'immensità di un sentimento, e poche parole per rendere eterno un istante. Desirè CIME TEMPESTOSE – WUTHERING HEIGHTS -Emily Jane Brontëcapitolo IX [Catherine/Nelly] –Mi angoscia e devo rivelarlo a qualcuno! Voglio sapere che cosa dovrei fare… oggi Edgar Linton mi ha chiesto di sposarlo,e io gli ho dato una risposta… […] Ho accettato, Nelly, Su, presto, dimmi se ho sbagliato.-Ha accettato a che serve allora parlarne? Gli ha dato la sua parola non se la può rimangiare.-Ma dimmi se è questo che avrei dovuto fare… dimmelo!-Ci sono molte cose da considerare, prima di poter rispondere seriamente a una domanda del genere- dissi io in tono silenzioso –Innanzi tutto e soprattutto, lei ama il signor Edgar?-Chi potrebbe farne a meno? Lo amo, certo- rispose lei -Perché lo ama, signorina Cathy?-Che assurdità. Lo amo, e mi pare che basti.-Niente affatto. Deve dire il perché.-Bè , perché è bello, e la sua compagnia è piacevole-Male- fu il mio commento -E perché mi ama-Il fatto che lui la ami non ha nessuna importanza.-Inoltre sarà ricco e mi farà piacere essere la donna più importante del circondario; sarò orgogliosa di avere un marito come lui.-Peggio che mai. E adesso le spiacerebbe dirmi come lo ama?-Come amano tutti… Queste sono soltanto sciocchezze, Nelly.-Niente affatto… Risponda.-Amo la terra che ha sotto i piedi e l’aria che gli sta sopra il capo, qualsiasi cosa lui tocchi e ogni parola che dice… Amo ogni particolare del suo aspetto e ogni cosa che fa. Lo amo in tutto e per tutto senza riserve. Ecco adesso lo sai!-Lei ama il signorino Edgar perché è bello, è giovane, allegro e ricco, e perché lui la ama. Quest’ultima considerazione però non conta affatto… Lo amerebbe anche se lui non l’amasse, forse e non lo amerebbe, pur essendo amata, se lui non possedesse le prime quattro alternative.-No certo che no. Potrei soltanto compassionarlo… e forse detestarlo, se fosse brutto e uno zotico.-Edgar non rimarrà sempre bello e giovane, e potrebbe non essere così ricco12 -Adesso lo è, e io vivo solo nel presente….-Se vive solo nel presente, sposi il signorino Linton… sembra che tutto scorra liscio e senza intoppi, qual è l’ostacolo?-Si trova qui! E anche qui!- rispose Cathy portandosi una mano sulla fronte e l’altra sul petto. Ovunque possa trovarsi l’anima… nell’anima e nel cuore, sono convinta di sbagliare![…] -Voglio ingannare i rimorsi di coscienza e convincermi che Heathcliff non ha la più lontana idea di queste cose… è così vero? Non lo sa cosa significa essere innamorati,no?-Non vedo nessuna ragione per cui non lo dovrebbe sapere bene quanto lei- risposi –e,se lei fosse la donna che ha scelto, Heathcliff sarebbe la creatura più sventurata mai venuta al mondo! Non appena diventerà la signora Linton, lui perderà L’amica, l’amore, tutto. Si è domandata come riuscirà a sopportare la separazione, come ce la farà a tollerare di essere completamente abbandonato in questo mondo? Perché, Signorina Catherine…-Completamente abbandonato! Noi separati!- esclamo Cathy in modo indignato –E chi mai ci separerebbe, dimmelo, per favore? Destinati al fato di Milone! No di certo, finché vivrò! Tutti i Linton di questo mondo potrebbero scomparire nel nulla prima che io sia disposta ad abbandonare Heathcliff! Non è questo che voglio fare… non è questa la mia intenzione! Non diventerei mai la signora Linton se fosse questo lo scotto da pagare! Heathcliff continuerà a contare per me come ha sempre contato da quando esiste. Nelly, ora lo capisco, tu mi consideri una perfida egoista, ma non hai mai pensato che se Heathcliff e io ci sposassimo saremo due accattoni? Invece se sposerò Linton, potrò aiutare Heathcliff a fare strada nel mondo e potrò sottrarlo alle prepotenze di mio fratello.-Con il denaro di suo marito, signorina Catherine?- domandai –Non lo troverà così arrendevole come crede. E, sebbene io di certo non possa atteggiarmi a giudice, penso che questo sia il peggior movente da lei addotto finora per diventare la moglie di Linton.-Niente affatto - ribatté Cathy, -è il migliore! Gli altri tendevano soltanto al soddisfacimento dei miei capricci; e anche di quelli di Edgar… miravano a soddisfare lui. Questo è nell’interesse di qualcuno che comprende, nella propria persona, i miei sentimenti nei riguardi di Edgar, e me stessa. Non riesco ad esprimere la cosa; ma senza dubbio anche tu, alla stregua di chiunque altro, senti come ci sia, o dovrebbe esserci, un’esistenza che ci trascende. A quale scopo sarei stata creata se dovessi essere contenuta soltanto in me stessa? Le mie grandi sofferenze in questo mondo sono state le sofferenze di Heathcliff, a ognuna delle quali sono stata partecipe fin dall’inizio; il mio grande assillo nella vita è lui. Se ogni altro essere umano perisse e lui sopravvivesse, io continuerei ad esistere; e se ogni altra persona restasse a questo mondo e lui dovesse essere annientato, l'Universo si trasformerebbe in qualcosa di terribilmente estraneo. Mi sembrerebbe di non farne più parte. Il mio amore per Linton è come il fogliame nei boschi. Il tempo lo cambierà, lo so bene, come l'inverno cambia gli alberi… Il mio affetto per Heathcliff è come le eterne rocce sottostanti… una fonte di scarsa felicità visibile, ma una fonte indispensabile. Nelly, io sono Heathcliff… Lui è sempre, sempre presente nei miei pensieri… non come un piacere, non più di quanto io sia sempre un piacere per me stessa… ma come il mio stesso essere… quindi non parlare più di una nostra separazione… sarebbe impossibile…- 13 Giulia B. Irresistibile Eros Di Saffo Eros mi scuote la mente come il vento sui monti gli alberi invade EROS HA SCOSSO LA MIA MENTE Eros ha scosso la mia mente come il vento che giù dal monte batte sulle querce. Dolce madre, non posso più tessere la tela domata nel cuore dall’amore di un giovane: colpa della soave Afrodite. Sei giunta, ti bramavo, hai dato ristoro alla mia anima bruciante di desiderio. Saffo (VII-VI sec. a.C.) Eros (mitologia) Eros che incorda l'arco - Copia romana in marmo dall'originale di Lisippo conservata nei Musei Capitolini di Roma Eros nella mitologia greca era il dio dell'amore. Nelle origini non era considerato divinità, ma pura forza ed attrazione: per Omero infatti rappresentava quell'attrazione irresistibile che due persone sentono uno per l'altro e che può portarli a perdere la ragione o alla distruzione. È per Esiodo che Eros diventa un dio, ma non ancora la classica rappresentazione del fanciullo paffuto, che vola scoccando frecce d'amore, ma una divinità primordiale, antica come Gea (la Terra) stessa. Non è il figlio di Afrodite, ma il suo compagno di ogni momento. L'Eros di Esiodo aveva una potenza enorme, poteva causare danni a cui nessuno poteva porre rimedio, né uomini né dèi. Da questa concezione, successivamente la figura del dio temibile si trasformò in una divinità dell'amore, ma ancora Euripide gli riconosceva un grande e pericoloso potere, da citarlo in un coro di Ifigenia in Aulide rievocando le sue frecce in senso figurato. Il potere di Eros era illimitato, egli era l'elemento attivo dei tempi primordiali. Per questo motivo era adorato a Tespi sotto forma di una pietra grezza. Vi sono diverse versioni della sua genealogia. A volte viene considerato figlio di Afrodite generato con Ermes, oppure della dea e di Ares, il dio della guerra,[1] o, infine, un figlio di Zeus, concepito con la figlia Afrodite, in modo tale che Zeus fosse al contempo padre e nonno del piccolo.[2] Una tarda leggenda di origine poetica lo definiva figlio di Iride l'arcobaleno e del vento dell'Ovest.[3] Più spesso è detto figlio di Afrodite e Ares o divinità primordiale. Per personificare le diverse forme che può assumere, gli vengono attribuiti a volte dei fratelli, come Anteros, che personifica l'amore corrisposto. Un tardo racconto lo indica come lo sposo che Psiche non avrebbe mai dovuto vedere in volto. Elisa B. Venere e Amore spiati da un satiro è un dipinto ad olio su tela di cm 188 x 125 realizzato nel 1528 circa,dal pittore italiano Correggio.È conservato al Musée du Louvre di Parigi. 14 Titolo:AMORE INCONTENIBILE Artista:STUDIO 3 Vorrei qualcosa che non sia così prevedibile Sentirmi in gioco, sentirmi anch'io fragile Confesso vorrei qualcosa che non sappia troppo di me Sentire paura rischiare anche di perdere Vorrei un amore non da manuale, amore che fa stare bene Sentimenti, sensazioni, emozioni e… l'incontenibile Amore senza portafoglio, amore che sa vivere di briciole nel semplice e nella certezza che sia incontenibile Cerco una forma che sia complementare a me cerco l'altra metà anche fosse impossibile cerco una storia d'amore che parli anche un po' di me che non sappia di principi azzurri o di favole Vorrei un amore non da manuale, amore che fa stare bene Sentimenti, sensazioni, emozioni e… l'incontenibile Amore senza portafoglio, amore che sa vivere di briciole nel semplice e nella certezza che sia incontenibile Titolo:L’AMORE E’ SEMPRE AMORE Artista:ALBANO CARRISI L’amore non corrisposto E’ sempre amore Anche se non ha “quando” E non ha “dove” Questo vuol dire Che il suo spazio è immenso E’ limpido il suo mare Di un azzurro intenso La barca mia Si perde all’orizzonte Tornerà indietro Ormai non ha più senso La terra ferma Quasi si confonde E poi scompare Lasciandomi sognare C’è qualche cosa di romantico Di appassionante ed incredibile E so che mi travolgerà E’ come l’onda che mi riempirà 15 L’anima… C’è qualche cosa di romantico D’immateriale e incomprensibile Che fa soffrire quando c’è Non lo credevo più possibile Non per me L’amore amaro e puro Che mi trascina fino a te In nessun luogo, mai, però per sempre Sento che ti amerò perdutamente Coltiverò così la mia speranza Il mare che si chiude in una stanza C’è qualche cosa di romantico D’immateriale e incomprensibile Che mi trascina fino a te Non lo credevo più possibile Non per me L’amore amaro e puro, sincero amaro e vero Che fa soffrire quando c’è L’amore non corrisposto è sempre amore Titolo:L’AMORE NON E’ UN GIOCO Artista:ALESSANDRA AMOROSO Tra disegni, linee e tratti, e discorsi, fatti solo a metà e ricordi, che adesso si confondono con la realtà, non vedo soluzioni e neanche la via che ti riporti a me. (RIT) L’amore non è un gioco è condividere è sentire il fuoco è dare senza chiedere, l’amore è devozione è un’attitudine è in ogni cosa è la ragione del mio vivere. Siam progetti imperfetti, ormai falliti, abbandonati, siam rovine, senza valore, senza più l’antico splendore, e non trovo spiegazioni e neanche la via che ti riporti a me. 16 (RIT) L’amore non è un gioco è condividere è sentire il fuoco è dare senza chiedere, l’amore è devozione è un’attitudine è in ogni cosa è la ragione del mio vivere. Vado stanca e aspetto, un segnale che sia inequivocabile, e spazzi via la noia e l’abitudine che mi regali almeno un pò di poesia. (RIT) L’amore non è un gioco è condividere è sentire il fuoco è dare senza chiedere, L’amore è devozione è un’attitudine è in ogni cosa è la ragione del mio vivere. L’amore non è un gioco è condividere è sentire il fuoco è dare senza chiedere, l’amore è devozione è un’attitudine è in ogni cosa è la ragione del mio vivere! L’amore non è un gioco l’amore non è un gioco ohohoh Laura T. Quando nasce un amore Anna Oxa Quando nasce un amore non e' mai troppo tardi scende come un bagliore e' una stella che guardi e di stelle nel cuore ce ne sono miliardi Quando nasce un amore ...un amore 17 ed e' come un bambino che ha bisogno di cure devi stargli vicino, devi dargli calore preparargli il cammino il terreno migliore Quando nasce un amore ...un amore E' un' emozione nella gola da quando nasce a quando vola che cosa c'è di più celeste di un cielo che ha vinto mille tempeste che cosa c'è se adesso sento queste cose per te Farò di te la mia estensione Farò di te il tempo della ragione Farò di più Farò tutte le cose che vuoi fare anche tu,...si, tu Ti fa bene ti piace questa voglia di dare e ti senti capace non ti vuoi più fermare come un fiume alla foce che si getta nel mare Quando nasce un amore ...un amore E' l' universo che si svela Quante parole in una sera Amore mio immenso e puro ci penso io a farti avere un futuro Amore che sta già chiedendo strada tutta per sè Farò di te la mia estensione Farò di te il tempo della ragione Farò di più Farò tutte le cose che vuoi fare anche tu ... quando nasce un amore ...un amore Come Musica Jovanotti I tuoi grandissimi sogni i miei risvegli lontani I nostri occhi che diventano mani La tua pazienza di perla le mie teorie sull’amore Fatte a pezzi da un profumo buono Il tuo specchio appannato la mia brutta giornata La mia parte di letto in questa parte di vita Il tuo respiro che mi calma se ci appoggi il cuore La nostra storia che non sa finire So che è successo già Che altri già si amarono Non è una novità Ma questo nostro amore è Come musica 18 Che non potrà finire mai Che non potrà finire mai Mai mai Le nostre false partenze i miei improvvisi stupori Il tuo “sex & the city” i miei film con gli spari I nostri segni di aria in questi anni di fuoco Solo l’amore rimane e tutto il resto è un gioco I tuoi silenzi che accarezzano le mie distrazioni Ritrovarti quando ti abbandoni Il nostro amore immenso che non puoi raccontare E che da fuori sembrerà normale So che è successo già Che altri già si amarono Non è una novità Ma questo nostro amore è Come musica Che non potrà finire mai Che non potrà finire mai Che non potrà finire mai Siamo stati sulla luna a mezzogiorno Andata solo andata senza mai un ritorno E abbiamo fatto piani per un nuovo mondo Ci siamo attraversati fino nel profondo Me c’è ancora qualcosa che non so di te Al centro del tuo cuore Che c’è? So che è successo già Che altri già si amarono Non è una novità Ma questo nostro amore è Come musica Che non potrà finire mai Che non potrà finire mai Che non potrà finire mai Che non potrà finire mai Che non potrà finire mai Che non potrà finire mai Che non potrà finire mai Che non potrà finire mai Che non potrà finire mai 19 Elisa F. La Distanza Di Un Amore Alex Baroni Sei rimasta dentro me nel profondo delle idee come il pezzo di una vita che non c'è come un ago nelle vene o una splendida bugia la ferita che oramai non va più via e non guarisce mai e non mi passa mai ogni giorno mando giù le mie lacrime per te ogni notte il letto è così grande che io ti scrivo ancora un po' e lo so che non dovrei che mi devo liberare dalla trappola di questo amore perchè non vivo più perchè mi manchi tu e questo cielo blu non lo posso sopportare ti vedo come sei e come ti vorrei non è lo stesso sai non ti posso perdonare mai ricomincerò da qui ricomincerò da me a rifare mille muri adesso che i tramonti che vedrò e le canzoni che farai sono un fuoco che mi brucia come mai e io povero sarò e tu povera sarai la distanza di un amore che non ho parole per spiegare perchè non vivo più perchè mi manchi tu e questo cielo blu non lo posso sopportare ti vedo come sei e come ti vorrei non è lo stesso sai non ti posso perdonare perchè un uomo non può vivere di se è forse questo da cambiare e ora passo il tempo a chiedermi che fai senza me 20 perchè non vivo più perchè mi manchi tu e questo cielo blu non lo posso sopportare ti vedo come sei e come ti vorrei non è lo stesso sai non ti posso perdonare non ho sangue nelle vene mai Un Fatto Ovvio Laura Pausini É inutile che ormai ti ostini a dire no negando un fatto ovvio Tu necessiti di me nello stesso modo che anche io di te Tu lascia che ora sia così prendi il sogno che ora è qui e inizia a crederci E non andare mai via perchè Fino a che rimani sarà tu il migliore dei miei mali, tu sarai Di quest'anni avari l'oro nelle mani sarò lo stesso anch'io per te E basterebbe ammettere che comunque quel che c'è è la prova più evidente Che un passato sterile non concede repliche né al futuro né al presente Così, ormai non tornare indietro mai non sacrificare noi lo sai Fino a che rimani sarà tu il migliore dei miei mali, dei miei mali, tu sarai 21 Di quest'anni avari l'oro nelle mani e sarò lo stesso anch'io lo stesso anch'io Dei miei giorni insani la cura nelle mani tu sarai lo sarò anch'io, per te È inutile che ormai ti ostini a dire no negando un fatto ovvio Giuseppe “AMORE” 22 Autore: GUSTAV KLIMT Datazione: 1895 Collocazione: Historisches Museum der Stadt, VIENNA Maria Artista: Cascada Titolo Originale: Everytime We Touch Titolo Tradotto: Ogni Volta Che Ci Tocchiamo Continuo a sentire la tua voce, quando dormi accanto a me continuo a sentire il tuo tocco nei miei sogni perdona la mia debolezza, ma non so perchè senza di te è difficile sopravvivere perchè ogni volta che ci tocchiamo, ho questa sensazione e ogni volta che ci baciamo, giuro di riuscire a volare non riesci a sentire il mio cuore che batte così veloce? voglio che questo finisca, ho bisogno che tu sia accanto a me perchè ogni volta che ci tocchiamo, sento la staticità e ogni volta che ci baciamo, raggiungo il cielo non riesci a sentire il mio cuore che batte così? non posso lasciarti andare. Ti voglio nella mia vita le tue braccia sono il mio castello il tuo cuore è il mio cielo loro asciugano le lacrime che piango i bei tempi e quelli brutti, li abbiamo attraversati tutti mi hai fatto rialzare quando ero caduta perchè ogni volta che ci tocchiamo, ho questa sensazione e ogni volta che ci baciamo, giuro di riuscire a volare non riesci a sentire il mio cuore che batte così veloce? voglio che questo finisca, ho bisogno che tu sia accanto a me perchè ogni volta che ci tocchiamo, sento la staticità e ogni volta che ci baciamo, raggiungo il cielo non riesci a sentire il mio cuore che batte così? non posso lasciarti andare. Ti voglio nella mia vita perchè ogni volta che ci tocchiamo, ho questa sensazione e ogni volta che ci baciamo, giuro di riuscire a volare non riesci a sentire il mio cuore che batte così veloce? voglio che questo finisca, ho bisogno che tu sia accanto a me 23 Elena Luciano Ligabue - L'odore del Sesso Si fa presto a cantare che il tempo sistema le cose Si fa un po' meno presto a convincersi che sia cos Io non so se proprio amore Faccio ancora confusione So che sei la più brava a non andarsene via Forse ti ricordi ero roba tua Non va più via l'odore del sesso che hai addosso Si attacca qui all'amore che posso Che io posso E ci siamo mischiati la pelle, le anime e le ossa Ed appena finito ognuno ha ripreso le sue Tu che dentro sei perfetta Mentre io mi vado stretto Tu che sei la pi brava a rimanere mania Forse ti ricordi sono roba tua Non va più via l'odore del sesso che hai addosso Si attacca qui all'amore che posso Che io posso Non va più via davvero Non va più via nemmeno se Non va più viaaaaa... Nicolò “Un posto nel mondo”, 2006, Fabio Volo Quella sera io e Kate abbiamo cenato insieme. Stavamo bene insieme. Dopo cena abbiamo fatto una passeggiata e siamo andati a bere un’altra birra. Poi siamo tornati alla “posada”. Lungo la strada del ritorno ci siamo baciati. Ero stranito. Forse perché non lo facevo da tempo. Erano baci dolci, quelli che finiscono con piccolissimi ritorni sulle labbra come fanno gli uccellini quando mangiano. Quella notte abbiamo fatto l’ amore. Ho imparato una cosa bellissima quella sera, ho imparato a darmi semplicemente per amore. Per amore dell’atto. Perché è bello fare l’amore, è bello incontrarsi così e comunicare con quel linguaggio. Toccare un corpo sconosciuto, visitarlo, esplorarlo, annusarlo, osservarlo mentre si muove, sentire addosso qualcuno, avvertire il suo calore. Abbiamo fatto l’amore perché lo sentivamo. Perché lo desideravamo anche solamente come puro atto di egoismo, è stato piuttosto darsi totalmente ad uno sconosciuto che senti vicino, senza dosare il desiderio affinché duri nel tempo ma prendendosi tutto e vivendolo fino in fondo incuranti del futuro. Cucinare tutto a fiamma alta. […] . Quel nostro incontro era l’incontro di due vite che in quell’istante avevano l’incastro perfetto. Anche la scenografia ha avuto il suo peso. Se dovessimo incontrarci ora, non è detto che saremmo così in sintonia l’uno con l’altra come in quei giorni. Ma in quel momento eravamo perfetti e la vita ci aveva fatto incontrare. Sono occasioni rare che a volte 24 si rischia di perdere perché non si è pronti e nemmeno abituati a vedere. Perché l’incontro amoroso tra due persone è spesso sopravvalutato. Ognuno si porta dietro ciò che è stato e ciò che sarà. Quella sera non c’era passato e non c’era futuro. Tutto era lì, respiravamo solamente l’attimo presente. Ciò che viveva in quel momento. Abbiamo fatto l’amore in maniera semplice e casta. La castità non è astinenza ma la capacità di fare qualsiasi esperienza senza malizia. Abbiamo finito di fare l’amore quando stava finendo la luce del giorno. Io ero di riposo. Siamo rimasti a letto ad osservare il sole che rifletteva il suo calore sul mare. Con la luce sembrava tutto diverso, i nostri corpi, le nostre facce, la camera da letto. Abbiamo dormito un po’. Siamo rimasti sempre insieme, finché il lunedì mattina l’ho accompagnata in aeroporto. Era un servizio che faceva la posada ai suoi clienti. Quello del passaggio all’aeroporto intendo. La domenica abbiamo fatto l’amore sempre. Sapevamo entrambi che dovevamo prendere tutto quello di bello che potevamo darci. Ognuno di noi è stato generoso nel sentimento e nella gioia per l’altro. Per due giorni ci siamo amati veramente. Che bella domenica: amore, cibo, docce, attenzioni, tenerezze, fame di attimi, fino alla fine del respiro. Ricordo che ci siamo riaddormentati nel pomeriggio, dopo aver fato l’more, con la testa in fondo al letto e i piedi sui cuscini. Un sacco di volte mi era capitato di addormentarmi al contrario dopo una notte di meraviglia. Mi piace, perché vuol dire che non hai neppure la forza di sistemarti dritto. Quando ho aperto gli occhi quel pomeriggio c’era la finestra aperta che guardava sul mare. Tutto era calmo. Il sole non si vedeva. Dei piccoli soffi di vento ci sfioravano. C’era silenzio. Solamente qualche uccellino. Che pace. Ho guardato Kate mentre dormiva: chissà dove viveva? Chissà com’erano la sua camera da letto e le facce di sua madre e di suo padre. Chissà se aveva fratelli. Chissà che espressione aveva quando piangeva, e chissà com’era da bambina. Sapevo di lei solo che era carina, simpatica da morire, che rideva facilmente. Aveva un buon profumo della pelle, la sera si vestiva con gonne lunghe e colorate e portava una fascia in testa per tenere i capelli. Di lei sapevo che faceva l’amore in maniera divina e che era totalmente priva di freni inibitori. Era una persona libera, almeno sessualmente. Almeno con me. Ho conosciuto un sacco di ragazze che non riuscivano a vivere le cose improvvise anche se erano straordinarie. Facevano di tutto per rendere quegli eventi comuni. Riconoscibili. Gestibili. Avrebbero voluto fare l’amore subito perché era quello che desideravano in quel momento, ma siccome non erano abituate a comportarsi così trasformavano quel desiderio fino a farlo diventare: “Andiamo a bere qualcosa”. Non sapevano ascoltarsi, non avevano il coraggio di viversi e trasformavano ciò che sentivano in quello che sapevano fare. Chissà se quelle così pensano che non vivendo le occasioni alla fine ci sarà un premio? E chissà qual è poi questo premio. Essere considerate brave ragazze? Boh! Ci sono persone che pensano si debba conoscere qualcuno per farci l’amore, altrimenti è solo una questione di sesso. Io ho fatto l’amore con Kate. Il fatto che qualcuno non riesca ad essere così libero da entrare subito in intimità con una persona non significa che non può succedere. Significa solamente che a lui non può accadere. Laura Z. INFINITO -RAFL’ironia del destino vuole che io sia ancora qui a pensare a te nella mia mente flash ripetuti, attimi vissuti con te. E’ passato tanto tempo ma tutto é talmente nitido, così chiaro e limpido che sembra ieri... Ieri, avrei voluto leggere i tuoi pensieri scrutarne ogni piccolo particolare ed evitare di sbagliare, 25 diventare ogni volta l’uomo ideale, ma quel giorno che mai mi scorderò mi hai detto: “non so più se ti amo o no ... domani partirò sarà più facile dimenticare... dimenticare... ... e adesso che farai?” Risposi: “io...non so” quel tuo sguardo poi lo interpretai come un addio, senza chiedere perché, da te mi allontanai ma ignoravo che in fondo non sarebbe mai finita. Teso, ero a pezzi ma un sorriso in superficie nascondeva i segni d’ogni cicatrice nessun dettaglio che nel rivederti potesse svelare quanto c’ero stato male, quattro anni scivolati in fretta e tu mi piaci come sempre... forse anche di più, mi hai detto: “so che é un controsenso ma l’amore non é razionalità...non lo si può capire...” ed ore a parlare, poi abbiamo fatto l’amore... ed é stato come morire... prima di partire. Potrò mai dimenticare... dimenticare... L’infinito sai cos’é? ... L’irraggiungibile fine o meta Che… rincorrerai per tutta la tua vita, “ma adesso che farai?... adesso io ... non so... “ infiniti noi so solo che non potrà mai finire mai ovunque tu sarai, ovunque io sarò non smetteremo mai se questo é amore ... é amore infinito. Matteo R. John Lennon - Mother Mother, you had me but I never had you, I wanted you but you didn't want me, So I got to tell you, Goodbye, goodbye. Farther, you left me but I never left you, I needed you but you didn't need me, So I got to tell you, Goodbye, goodbye. Children, don't do what I have done, I couldn't walk and I tried to run, So I got to tell you, Goodbye, goodbye. Mama don't go, Daddy come home. Mama don't go, Daddy come home. 26 Mama don't go, Daddy come home. Mama don't go, Daddy come home. Mama don't go, Daddy come home. Mama don't go, Daddy come home. Mama don't go, Daddy come home... Mattia "Amore e Psiche"-William Bouguerau 27 Valentina P. Amore e psiche, l'opera di Jankelevitch Divagazioni filosofiche sull’amore in occasione della ripubblicazione in Italia del libro sull’Eros del filosofo francese Vladimir Jankelevitch. Partendo dalla citazione del mito Eros e Psiche lo scrittore azzarda una tesi provocatoria: il rapporto amoroso nasce letteralmente dal nulla. Anzi: è fondato sul nulla. Divagazioni filosofiche sull’amore in occasione della ripubblicazione in Italia del libro sull’Eros del filosofo francese Vladimir Jankelevitch. Partendo dalla citazione del mito Eros e Psiche, raccontato da Apuleio, lo scrittore azzarda una tesi provocatoria: il rapporto amoroso nasce letteralmente dal nulla. Anzi: è fondato sul nulla. Vladimir Jankelevitch (Bourges 1903-Parigi 1985) era professore di filosofia morale alla Sorbonne. Aveva incontrato Bergson per la prima volta nel 1923: il suo Henri Bergson del 1931 resta a tutt’oggi la monografia più intelligente su questo grande della filosofia francese del Novecento. Tra i suoi libri vanno almeno ricordati Il non so che e il quasi niente (1957) e La musica e l’ineffabile (1961). Il filosofo pone al centro la categoria a-logica o irrazionale dell’Amore, partendo dalla citazione del mito Eros e Psiche, raccontato da Apuleio nella sua Metamorfosi: “Ed ecco il dio Cupido deliziosamente addormentato! Allora Psiche […] più che mai infiammata dal desiderio di Cupido, si chinò su di lui con le labbra socchiuse e si affrettò a baciarlo. Quand’ ecco la lucerna fece saltar fuori dal suo lucignolo una goccia d’olio bollente sopra l’omero destro del dio. Così bruciato il dio balzò su e vista tradita la sua fede, volò via. Psiche prostrata al suolo seguì con gli occhi il marito, fino a quando il remeggio delle ali non l’ebbe portato via e reso invisibile”. Con questa suggestiva descrizione Apuleio racconta il momento culminante, quello in cui Cupido, scoperto dalla consorte, fugge. In esso il filosofo, scorgendo l’attestazione eminente di una pulsazione erotica che pervade l’intera realtà, tenta di afferrarla e portarla a concetto filosofico. Cupido (l’amore) fugge poiché Psiche (l’anima guidata dalla ragione) ha voluto vederlo “in faccia”, ha cioè voluto vedere chi l’amore veramente fosse. Come dire: l’amore finisce quando, invece di farlo vivere di se stesso, della sua intima ed oscura tensione, si cerca di dargli una spiegazione “illuminante” che, nel portarne alla luce le ragioni e le cause nascoste, gli conferisca un fondamento certo e dunque una sorta di certificato di garanzia. 28 Inoltre questa operazione “illuministica” è la spia anche di un’altra volontà: fare dell’amore un possesso definitivo. Ed invece così non è: Cupido -l’amore- fugge! Prova di questa inafferrabilità dell’amore, è un’esperienza tipica che tutti gli amanti fanno in prima persona. A un’interrogazione stringente sul loro amore, sulle reali cause e le vere ragioni che l’hanno determinato, essi si accorgono di non riuscire a trovare una spiegazione davvero soddisfacente e definitiva. Per quanto si sforzino di cercare e dare giustificazioni (è la bellezza, è il valore, è l’ingegno..), nel fondo devono ammettere che nessuna di esse sembra racchiudere quel “qualcosa” di inesplicabile che li tiene insieme. Tant’è vero che, quando un amore finisce, nessuna di quelle “ragioni” riesce a mantenerlo in vita. D’altra parte chi sa dire perché un certo giorno, cogliendo al volo lo sguardo di una persona, se ne innamorò? Un colore, un profumo, una sensazione, un’intonazione - cioè il “quasi niente”- che di solito è tutto. Jankelevitch azzarda dunque una tesi provocatoria: il rapporto amoroso nasce letteralmente dal nulla. Anzi: è fondato sul nulla. Per questo, quasi ogni amante, giunto alla fine di un legame amoroso è portato ad esclamare: “e dire che ho sprecato anni della mia vita per una persona che non mi piaceva”. Un nulla fa scattare come per incanto il vincolo che comincia ad intessersi tra i due amanti. Quel nulla rimarrà costantemente l’unico elemento che mantiene il rapporto. Ogni motivazione esterna va “a fondo” e non riesce a spiegare qualcosa che prende forma dalla propria assoluta gratuità, restando dall’inizio alla fine radicalmente “senza perché”. Anche la frase minima “ti amo perché sei tu” non costituisce “una ragione”. Si dovrebbe dire più semplicemente: amo senza ragione. O meglio: amo contro ogni ragione: “Amo perché amo”. Dove l’affermazione circolare, che ripiega su se stessa, sta proprio ad indicare che dentro l’amore va cercata la sua “causa”. Cioè: proprio perché fondato da e su nulla, esso si regge esclusivamente ”sulla circolazione interna” che trans-corre fra i due amanti e che di continuo ritorna su se stessa ad auto-sostenersi. Ecco il cuore della teoria di Jankelevitch: un’amore che decidesse in anticipo di “frenare i costi”, che può dire: ce n’è a sufficienza, questo non è l’amore. Invece “la divisa dell’amore è: mai abbastanza…Amore ignora la parola arrestarsi”. Anzi non può mai arrestarsi. Pena l’immediato venire meno, il subitaneo sprofondare nel nulla su cui è sospeso, di quella “transitività reciproca”, al cui instabile intramarsi l’amore è completamente affidato. La sola misura dell’amore, diceva sant’Agostino, è di amare senza misura; o meglio è la stessa assenza di misura, la misura. Applicato all’amore il μηδέν άγαν (“mai molto”) di Solone e Teognide è una derisione; bisogna dire piuttosto: mai abbastanza, accelerando e precipitando fino alla vertigine. Ma questo è anche il suo lato oscuro: non dà nessuna certezza questo volo perenne, non è mai sicuro e pre-garantito, ma anzi impegna ciascun amante nella perdurante fatica di ri-attestarlo. 29 Canzone delle colombe e del fiore - Francesco Guccini Amore, se fossi aria, le tue rondini vorrei, per guardarmele ogni minuto e farle volare negli occhi miei ; quelle rondini bianche e nere che anche mute dicono tanto : tutta la gioia di mille sere ed un momento solo di pianto. Amore, mai sarò stanco di bermi tutto il tuo miele ; quando ridi o quando mi parli in me si gonfiano mille vele ; quando un sogno od un tuo segreto ti fan seria e sembri rubata, guizzan pesci fra i tuoi due fiori, rivive l'anima mia assetata. Amore, pensa se avessi una torre colombaria, per far posare le tue due colombe stanche di volare in aria ; vederle alzarsi dritte nel cielo e atterrare fra le mie mani per carezzarle dentro ai miei oggi e baciarle fino a domani. Amore, nel mio giardino vorrei fiorisse la tua rosa, perché l'anima mia si perda dove il corpo rinasce e riposa ; quella rosa di primavera sempre rorida di rugiada, misteriosa come la sera balenante come una spada. Amore colomba fiore, amore fragile e forte, sfrontatezza e pudore, compagna di gioia e sorte, sapore amaro e dolcezza, con l'arcobaleno fra le dita, vorrei perdermi nel tuo respiro, vorrei offrirti questa mia vita. 30 Francesco Madre Teresa di Calcutta Ama Ama finche’ non ti fa male, e se ti fa male, proprio per questo sara’ meglio. Perche’ lamentarsi? Se accetti la sofferenza e la offri a Dio, ti dara’ gioia. La sofferenza e’ un grande dono di Dio: chi l’accoglie, chi ama con tutto il cuore, chi offre se stesso ne conosce il valore. Madre Teresa di Calcutta Le opere dell'amore Le opere dell’amore sono sempre opere di pace. Ogni volta che dividerai il tuo amore con gli altri, ti accorgerai della pace che giunge a te e a loro. Dove c’e’ pace c’e’ Dio, e’ cosi’ che Dio riversa pace e gioia nei nostri cuori. "Amiamo.. non nelle grandi ma nelle piccole cose fatte con grande amore. C'è tanto amore in tutti noi. Non dobbiamo temere di manifestarlo." Madre Teresa di Calcutta Franco Battiato > La Cura Ti proteggerò dalle paure delle ipocondrie, dai turbamenti che da oggi incontrerai per la tua via. Dalle ingiustizie e dagli inganni del tuo tempo, dai fallimenti che per tua natura normalmente attirerai. Ti solleverò dai dolori e dai tuoi sbalzi d'umore, dalle ossessioni delle tue manie. Supererò le correnti gravitazionali, lo spazio e la luce per non farti invecchiare. E guarirai da tutte le malattie, 31 perché sei un essere speciale, ed io, avrò cura di te. Vagavo per i campi del Tennessee (come vi ero arrivato, chissà). Non hai fiori bianchi per me? Più veloci di aquile i miei sogni attraversano il mare. Ti porterò soprattutto il silenzio e la pazienza. Percorreremo assieme le vie che portano all'essenza. I profumi d'amore inebrieranno i nostri corpi, la bonaccia d'agosto non calmerà i nostri sensi. Tesserò i tuoi capelli come trame di un canto. Conosco le leggi del mondo, e te ne farò dono. Supererò le correnti gravitazionali, lo spazio e la luce per non farti invecchiare. TI salverò da ogni malinconia, perché sei un essere speciale ed io avrò cura di te... io sì, che avrò cura di te L'amore (K. Gibran) "Insieme siete nati, insieme per sempre sarete nella memoria di Dio. Amatevi l'uno l'altra, ma non siate una prigione d'amore. Datevi l'uno all'altra il cuore, ma non chiudetevi in voi stessi. La Vita soltanto vi può contenere. Vi sia spazio nella vostra unità e i venti del cielo danzino tra voi, tra le rive delle vostre anime possa danzare anche il mare. L'amore basta all'amore. L'amore non possiede e non vuole essere posseduto. Se vi chiama, seguitelo. Se vi parla, ascoltatelo. Se vi dà le ali, volate, abbandonatevi a lui. Non siete voi a condurre l'amore, l'amore conduce voi. Non siete voi a condurre l'amore… Insieme cantate e danzate ma ognuno abbia lo spazio della sua solitudine. Le corde dell'arpa sono sole vibrando nella stessa musica e quercia e cipresso non crescono 32 l'una all'ombra dell'altro. La Vita soltanto vi può armonizzare. Vi sia spazio nella vostra unità e i venti del cielo danzino tra voi, tra le rive delle vostre anime possa danzare anche il mare. L'amore basta all'amore. L'amore non possiede e non vuole essere posseduto. Se vi chiama, seguitelo. Se vi parla, ascoltatelo. Se vi dà le ali, volate, abbandonatevi a lui. L'amore basta all'amore …” Inno all'amore - San Paolo "Se anche parlassi le lingue degli uomini e degli angeli, ma non avessi l'amore, sono come un bronzo che risuona o un cembalo che tintinna. E se avessi il dono della profezia e conoscessi tutti i misteri e tutta la scienza, e possedessi la pienezza della fede così da trasportare le montagne, ma non avessi l'amore, non sarei nulla. E se anche distribuissi tutte le mie sostanze e dessi il mio corpo per esser bruciato, ma non avessi l'amore, niente mi gioverebbe. L'amore è paziente, è benigno l'amore; non è invidioso l'amore, non si vanta, non si gonfia, non manca di rispetto, non cerca il suo interesse, non si adira, non tiene conto del male ricevuto, non gode dell'ingiustizia, ma si compiace della verità. Tutto copre, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta. L'amore non avrà mai fine". 33 Alberto C. AFTERHOURS 2005 Ballata Per La Mia Piccola Iena L'autista che ti guida ha una sola mano, ma vede cio che credi invisibile. Nel tuo piccolo mondo fra piccole iene anche il sole sorge solo se conviene. Fra piccole iene, solo se conviene, mia piccola iena, solo se conviene. L'amore rende soli, ma è ben più doloroso se per nemici e amici non sei più pericoloso. La testa è così piena che non pensi più. Ti si aprono le gambe oppure le hai aperte tu? Aiutami a trovare qualcosa di pulito! Uccidi ma non vuoi morire, uccidi ma non vuoi morire. Fra piccole iene, solo se conviene. Mia piccola iena, solo se conviene. Non puoi scordare dove son state le tue labbra; sai già come sarà , ma non sai più chi sei... La testa è così piena, non riesci più a pensare che anche senza te si possa ancora respirare! Quello che hai appena fatto ti ha fatto stare meglio! Chi uccide ma non vuol morire, uccidi ma non vuoi morire! Fra piccole iene, solo se conviene. Fra piccole iene, solo se conviene. Mia piccola iena solo se conviene, Mia piccola iena solo se conviene... Eleonora Eros & cibo, attenti a quei due C'è un legame inscindibile fra seduzione e cibo, tra appetito alimentare e appetito sessuale. Lo rivelano le ultime ricerche, lo confermano libri, film, nuove tendenze... Le donne italiane usano una bella cena per creare intimità e risvegliare desideri sopiti. Lo rivela una ricerca sul rapporto tra eros e cibo realizzata dall’Istituto Internazionale di Sessuologia. Per le donne, quindi, il desiderio maschile può essere stimolato dalla buona cucina o da pietanze speciali. Per il 26 per cento rappresenta, infatti, una buona arma. E gli uomini? Secondo l’indagine, sono consapevoli del potere di seduzione del cibo e sono disposti a mettersi ai fornelli per “coccolare” la partner. Alcune ricette.. Cin Cin amore! Per corteggiare con successo chi ci sta a cuore bisogna creare una atmosfera particolare: luce 34 soffuse, rose rosse, Barry White come sottofondo musicale, e, fra un bisbiglio e l'altro,... un ottimo spumante o, meglio ancora, Champagne. Se poi lo servite con dei lamponi, ritenuti afrodisiaci in quanto ricchi di vitamina C ed anche per la loro forma, diventa il complemento ideale per una indimenticabile serata. Ingredienti Per 2 persone 1 bottiglia di Spumante o di Champagne 1 cestino di lamponi Procedimento Versate lo Champagne nelle flutes, aggiungete qualche lampone ben lavato e...Cin, Cin Amore! Bocconcini magici Sta per arrivare il tuo amore, fa caldo ma tu sai come risvegliare i suoi sensi assopiti prendendolo anche per la gola. Gli offri questi squisiti e dolcissimi bocconcini di banana ricoperti di cioccolato al peperoncino, entrambi afrodisiaci. Fra un bocconcino e l'altro la passione diventerà sempre più innarestabile, i vostri baci più infuocati che mai e sarete totalmente presi dalla magia dell' amore. Ingredienti Per 2 persone 2 banane, non troppo mature, per persona cioccolato al peperoncino 1 noce di burro cocco grattugiato Procedimento Fai fondere il cioccolato a bagnomaria o meglio ancora al forno a microonde per un minuto. Fuori dal fuoco, incorpora al cioccolato la noce di burro e mescola bene in modo da ottenere una crema fluida e liscia. Immergi le rondelle di banana (ognuna infilzata in uno spiedino di legno) nel cioccolato fuso e falle asciugare all'aria infilzate su di una mezza patata. Quando il cioccolato si e ben solidificato, spolverizzate con il cocco grattugiato e conserva in frigorifero fino al momento di servire. CIBI AFRODISIACI, L’EROS IN CUCINA La mela, simbolo del peccato originale, metafora del desiderio e nutrimento perfetto, gustoso e salutare. La frutta racchiude tutti i principi fondamentali per trasformare ogni alimento in un cibo in grado di stuzzicare i sensi e predisporli al piacere. Tutta la frutta puo' diventare la base essenziale per sublimi piatti afrodisiaci, ma l'effetto si accresce se all'alimento si aggiunge anche il fascino dell'esotico. Percio' se ne avete la possibilità, assaggiate cocco, maracuja, avocado e frutti della passione... Oltre alla frutta, sono numerosissime le spezie e gli alimenti di comprovato effetto afrodisiaco che oggi sono facilmente reperibili al mercato, al supermercato, in erboristeria o nei negozi di alimenti macrobiotici. Tutti questi alimenti vanno però cucinati e presentati nel modo più adeguato possibile, così da risvegliare i sensi anche del partner più pigro. Il peperoncino: questa spezia, grazie ai suoi principi attivi, al suo sapore, al suo colore e alle sue mille qualità, e' senz'altro una delle piante più adatte a stimolare in noi il desiderio sessuale e a metterci in grado di soddisfarlo. Lucido e brillante, il sapore aggressivo, ha sicuramente in sé una' attrattiva di tipo sessuale. A questo si aggiunga la grande quantità di vitamina "E" che contiene, la vitamina della fecondità e della potenza sessuale, ed il suo colore caldo, il rosso, lo stesso colore del sangue. Efficacia scientifica Secondo una ricerca inglese, esiste un ormone, il VIP (vasoactive intestinal polypeptide) implicato nella chiusura delle comunicazioni arteriovenose, fenomeno all'origine della tumescenza dei tessuti 35 erettili: in altre parole, è forse il VIP che provoca l'erezione nell'uomo e gli analoghi fenomeni nella donna. Quando l'organismo aumenta la sua produzione di VIP, il risultato è una dilatazione dei vasi periferici (si diventa rossi in faccia), la circolazione del sangue ed i battiti cardiaci aumentano così come aumenta la frequenza del respiro. Insomma, pepe e peperoncino provocano la vasodilatazione nella zona lombosacrale che comprende anche gli organi genitali, tutte reazioni collegate all'eccitazione sessuale, ma anche reazioni provocate da cibi piccanti. La cioccolata: al centro dei rituali aztechi (Montezuma ne beveva una tazza prima di recarsi negli appartamenti delle donne) contiene feniletilamina, la sostanza che il cervello produce quando ci innamoriamo e che è presente anche nel formaggio. Chiodi di garofano: è uno dei più potenti afrodisiaci naturali. È inoltre efficace per combattere la fatica mentale, come pure la perdita di memoria. Coriandolo: i suoi semi seccati hanno degli effetti euforici, specialmente nelle donne. Viene utilizzato in infusione nel vino. Tuttavia si raccomanda agli uomini di non abusare della sostanza, per evitare effetti opposti. . Vaniglia: possiede effetti euforici e può essere consumata a volontà. Combatte l'astenia sessuale, agendo sul sistema nervoso centrale e, per mezzo del suo odore, agisce indirettamente come stimolante sessuale. L’amore in Ligabue -L’amore contaIo e te ne abbiam vista qualcuna - vissuta qualcuna ed abbiamo capito per bene - il termine insieme mentre il sole alle spalle pian piano va giù e quel sole vorresti non essere tu e così hai ripreso a fumare - a darti da fare è andata come doveva - come poteva quante briciole restano dietro di noi o brindiamo alla nostra o brindiamo a chi vuoi l'amore conta l'amore conta conosci un altro modo per fregar la morte? nessuno dice mai se prima o poi e forse qualche dio non ha finito con noi l'amore conta io e te ci siam tolti le voglie ognuno i suoi sbagli è un peccato per quelle promesse oneste ma grosse ci si sceglie per farselo un pò in compagnia questo viaggio in cui non si ripassa dal via l'amore conta - l'amore conta e conta gli anni a chi non è mai stato pronto 36 nessuno dice mai che sia facile e forse qualche dio non ha finito con te grazie per il tempo pieno grazie per la te più vera grazie per i denti stretti i difetti per le botte d'allegria per la nostra fantasia l'amore conta l'amore conta conosci un altro modo per fregar la morte? nessuno dice mai se prima o se poi e forse qualche dio non ha finito con noi l'amore conta l'amore conta per quanto tiri sai che la coperta è corta nessuno dice mai che sia facile e forse qualche dio non ha finito con te l'amore conta -Sono qui per l’amoreSono qui per l’amore, per le facce curiose che fa Per la coda alla cassa, con il saldo più o meno a metà, per le gabbie di carta, per la chiave scordata in cantina, per il giro del sangue e per quello del vino. Sono qui per l’amore, per difendere quello che so per le rampe di lancio, e lo sporco che riga gli oblò che nel lancio ci siamo, e la torre controllo lontana, con il bricco sul fuoco e la fiamma … Con tutto il sangue andato a male, e poi di colpo questo andarsi bene, un solo sole che forse basterà. Con tutto il sangue andato a male, e poi di colpo questo andare insieme, in una vita che forse basterà. Questo andarsi bene qua….. Sono qui per l’amore, e per tutto il rumore che vuoi E i brandelli di cielo che dipendono solo da noi, per quel po’ di sollievo che ti strappano dall’ombelico, per gli occhiali buttati, per l’orgoglio spedito, con la sponda di ghiaia che alla prima alluvione va giù.. ed un nome e cognome che comunque resiste di più. Sono qui per l’amore per riempire col secchio il tuo mare, con la barca di carta, che non vuole affondare. Con tutto il sangue andato a male, e poi di colpo questo andarsi bene, un solo sole che forse basterà. 37 Con tutto il sangue andato a male, e poi di colpo questo andare insieme, in una vita che forse basterà. Questo andarsi bene qua….. Sono qui per l’amore, per le facce curiose che fa Per le giostre sfinite che son sempre più fuori città, stabiliamo per sempre le corsie che ci mandano avanti, e prendiamo le multe tutti belli e cantanti. -Tutte le strade portano a teChe vento che tira taglia il respiro spinge un po' in là forse ci vuol cambiare mi sa che non ce la farà Mi riesci a sentire in questo rumore? Vieni un po' qua fammi sentire il mare al centro di questa città Tu sai che ciò che so sai la vita che ho riparati un po' forse ti piove dentro usa la casa che ho Fino a che tutte le strade portano a te lascia che piova pure prendiamo il sole che c'è Fino a che tutte le strade portano a te non ci si può sbagliare prendiamo il tempo che c'è Il mondo non gira o almeno non come volevi tu come ci avevan detto quando era buona un'idea Tu che sei ciò che sei che non cambierai mai promettimi che ci sarà sempre un posto che tieni caldo per me Fino a che tutte le strade portano a te 38 lascia che piova pure prendiamo il sole che c'è Fino a che tutte le strade portano a te non ci si può sbagliare prendiamo il tempo che c'è.. -Ti sentoTi sento nell'aria che è cambiata che anticipa l'estate e che mi strina un po' io ti sento passarmi nella schiena la vita non è in rima per quello che ne so ti sento nel mezzo di una strofa di un pezzo che era loffio ed ora non lo è più io ti sento lo stomaco si chiude il resto se la ride appena ridi tu qui con la vita non si può mai dire arrivi quando sembri andata via ti sento dentro tutte le canzoni in un posto dentro che so io ti sento e parlo di profumo t'infili in un pensiero e non lo molli mai io ti sento al punto che disturbi al punto che è gia tardi rimani quanto vuoi qui con la vita non si può mai dire arrivi quando sembri andata via ti sento dentro tutte le canzoni In un posto dentro che so sempre io oh oho oh oh io ti sento c'ho il sole dritto in faccia e sotto la mia buccia che cosa mi farai 39 Matteo F. Ulisse e Penelope - Riflessione su un Amore Ai meno attenti, la storia di Ulisse può sembrare soltanto una lunga avventura. In realtà il discorso è ben diverso e complesso. I temi che Omero sviluppa nel suo poema, vanno a toccare numerosi aspetti della realtà umana, sia spirituale che materiale. L'ostinata volontà del protagonista nel voler tornare a casa, ad esempio, testimonia il profondo Amore che alberga in lui. Amore per la propria terra, innanzi tutto, seguito a ruota per quello verso la famiglia, la moglie ed il figlio. E sì che di possibilità Ulisse, durante il suo viaggio di ritorno, ne ha avute per "sistemarsi". Alcune veramente allettanti; come quella offertagli dalla ninfa Calipso, la quale gli promise niente meno che l'immortalità. O l'invito della giovane e dolce Nausicaa teneramente innamorata di lui. Quando si ama veramente, non esistono "se" o "ma", non ci sono lusinghe che tengono ed il comportamento di "Odisseo" è una splendida verifica di questa teoria. Tant' é che in vecchiaia, cederà ad un nuovo amore, quello per la conoscenza, che lo porterà ancora a partire, ma questa è una pagina diversa che necessita di un avvicinamento totalmente differente. L'amore di Ulisse per Penelope non ha atteggiamenti forti o drammatici, lo definirei un sentimento maturo, completo in ogni suo aspetto e per questo sereno. Il conquistatore di Ilio non appare mai disperato ma solo profondamente triste, ogni volta che il poeta lo pone sulla strada dei ricordi. Il mezzo che lui utilizza, durante la lontananza, per concretizzare l'amore che prova nei confronti di ciò che è stato costretto a lasciare, è la tenacia, l'indistruttibile volontà di tornare a casa. La stessa cosa vale per la regina di Itaca ma l'approccio al problema è sicuramente diverso. Lei basa la sua azione sulla speranza, sulla convinzione che il marito prima o poi tornerà. Evidentemente è sicura del sentimento di Ulisse e quindi della sua ostinazione nel voler perseguire la strada del ritorno. Anche se ad un certo punto questa fiducia vacilla ed alla governante che le annuncia il ritorno di Ulisse dice: "Cara nutrice, gli'Iddii, che fanno , come lor talenta, del folle un saggio e del più saggio un folle, la ragion ti travolsero." (Odissea - XXIII vv. 14- 17) Ma attenzione, la fiducia viene meno nei confronti del destino non verso Ulisse. Infatti, quando si convince che il marito è realmente tornato, l'emozione che prova è violentissima ed Omero così ce la descrive: Questo fu il colpo che i suoi dubbi tutti vincitore abbattè. Pallida, fredda, mancò, perdé gli spiriti, e disvenne. Poscia corse ver lui direttamente, disciogliendosi in lagrime; ed al collo ambe le braccia le gittava intorno, e baciavagli il capo... (Odissea - XXIII vv. 233 - 259) 40 Non c'é dubbio, che i mezzi con i quali i due raggiungono il loro scopo sono diversi, ma unico è il motivo conduttore che li spinge: l'Amore! L'Odissea quindi, fra le altre tantissime cose, è anche il canto di quel sentimento che a volte può togliere la ragione ma che nello stesso tempo, per chi ha la fortuna di saperlo comprendere, può far nascere i moti dell'anima che sicuramente portano l'uomo a raggiungere le mete sperate. Uno ci è dato dalla nostra della nostra stessa natura e si chiama Volontà. L'altra (per chi ci crede) proviene forse direttamente dal Creatore e si chiama Speranza. Amor, ch'al cor gentil ratto s'apprende prese costui de la bella persona che mi fu tolta; e 'l modo ancor m'offende. Amor, ch'a nullo amato amar perdona, mi prese del costui piacer sì forte, che, come vedi, ancor non m'abbandona. Amor condusse noi ad una morte: Caina attende chi a vita ci spense. Queste parole da lor ci fuor porte. 41