CODICE DI CONDOTTA CONTRO LE MOLESTIE SESSUALI E LA

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CODICE DI CONDOTTA CONTRO LE MOLESTIE SESSUALI E LA
CODICE DI CONDOTTA CONTRO LE MOLESTIE SESSUALI E LA
PREVENZIONE NEI LUOGHI DI LAVORO
Art. 1 Definizione
Per molestia sessuale si intende ogni atto o comportamento indesiderato,
anche verbale, a connotazione sessuale, arrecante offesa alla dignità e alla
libertà della persona che lo subisce, ovvero che sia suscettibile di creare
ritorsioni o un clima di intimidazione nei suoi confronti.
Art. 2 Dichiarazioni di Principio
a) è inammissibile ogni atto o comportamento che si configuri come molestia
sessuale nella definizione sopra riportata;
b) è sancito il diritto delle lavoratrici e dei lavoratori ad essere trattati con
dignità ed essere tutelati nella propria dignità personale;
c) è diritto di tutte le lavoratrici e lavoratori dell’Azienda vivere in un ambiente
di lavoro sereno in cui i rapporti siano improntati alla correttezza e ad un
rispetto della libertà e dignità della persona;
d) è sancito il diritto delle lavoratrici e dei lavoratori a denunciare le eventuali
intimidazioni o ritorsioni subite sul luogo di lavoro derivanti da atti o
comportamenti molesti;
e) è istituita la figura della Consigliera/del Consigliere di fiducia, così come
previsto dalla risoluzione del Parlamento A3-0043/94 e denominata d’ora
in poi Consigliera/Consigliere.
L’Azienda si impegna a sostenere ogni componente del personale che si
avvalga dell’intervento della Consigliera/del Consigliere o che sporga
denuncia di molestie sessuali, fornendo chiare ed esaurienti indicazioni
circa la procedura da seguire, mantenendo la riservatezza e prevenendo
ogni eventuale ritorsione. Analoghe garanzie sono estese agli eventuali
testimoni;
f) è assicurata nel corso degli accertamenti, l’assoluta riservatezza dei
soggetti coinvolti;
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g) ogni violazione della dignità della lavoratrice o del lavoratore costituisce
illecito disciplinare, sanzionabile, ai sensi dell’art. 55 D.Lgs n. 165/2001
(già art. 59 D.Lgs 29/93) con l’applicazione, secondo la gravità
dell’infrazione, previo procedimento disciplinare, delle seguenti sanzioni
disciplinari :
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rimprovero verbale
rimprovero scritto (censura)
multa con importo non superiore a quattro ore di retribuzione
sospensione dal lavoro e dalla retribuzione fino ad un massimo di 10 giorni
licenziamento con preavviso
licenziamento senza preavviso
h) per i dirigenti ogni comportamento che viola la dignità della lavoratrice o
del lavoratore costituisce infrazione disciplinare oltre che elemento
negativo di valutazione, e può comportare, nei casi più gravi, la revoca
dell’incarico o il recesso dell’Azienda dal rapporto di lavoro ai sensi dell’art.
34 CCNL in vigore. Ove, in relazione alla minore gravità del caso non si
giunga a revoca dell’incarico o a recesso ma venga comunque accertata la
responsabilità del dirigente, tale situazione viene comunque segnalata al
Servizio Personale quale precedente formalmente accertato di
responsabilità disciplinare.
Art. 3 Procedura Informale
1.
Qualora si verifichi un atto o un comportamento indesiderato a sfondo
sessuale sul posto di lavoro, la dipendente/il dipendente potrà rivolgersi
alla Consigliera/al Consigliere designata/o per avviare una procedura
informale nel tentativo di dare soluzione al caso.
2.
L’intervento della Consigliera/del Consigliere dovrà concludersi in tempi
3.
Ove la dipendente/il dipendente oggetto di molestie sessuali lo ritenga
opportuno, la Consigliera/il Consigliere interviene al fine di favorire il
superamento della situazione di disagio per ripristinare un sereno
ambiente di lavoro.
4.
L’intervento della Consigliera/del Consigliere deve avvenire mantenendo
l’opportuna riservatezza.
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Art. 4 Procedura formale
1.
Ove la dipendente/il dipendente oggetto delle molestie sessuali non
ritenga di far ricorso all’intervento della Consigliera/del Consigliere,
ovvero, qualora dopo tale intervento, il comportamento indesiderato
permanga, potrà sporgere formale denuncia, con l’assistenza della
Consigliera/del Consigliere, alla dirigente/al dirigente o responsabile
dell’Ufficio di appartenenza che sarà tenuta/o a trasmettere gli atti
all’Ufficio competente dei procedimenti disciplinari, fatta salva, in ogni
caso, ogni altra forma di tutela giurisdizionale della quale potrà
avvalersi.
2.
Qualora la presunta/il presunto autore di molestie sessuali sia la
dirigente/il dirigente dell’ufficio di appartenenza, la denuncia potrà
essere inoltrata direttamente alla direzione generale.
3.
Nel corso degli accertamenti è assicurata l’assoluta riservatezza dei
soggetti coinvolti.
4.
Nel rispetto dei principi che informano la legge n. 125/91, qualora
l’Amministrazione , nel corso del procedimento disciplinare, ritenga
fondati i dati, adotterà, ove opportuno, d’intesa con le OO.SS e sentita
la Consigliera/il Consigliere, le misure organizzative, di volta in volta,
utili alla cessazione immediata dei comportamenti di molestie sessuali
ed a ripristinare un ambiente di lavoro, in cui uomini e donne rispettino
l’inviolabilità della persona.
5.
Nel rispetto dei principi che informano la legge n. 125/91 e nel caso in
cui l’Amministrazione nel corso del procedimento disciplinare ritenga
fondati i fatti, la denunciante/il denunciante ha la possibilità di chiedere
di rimanere al suo posto di lavoro o di essere trasferita/o altrove in una
sede che non comporti disagio.
6.
Nel rispetto dei principi che informano la legge n. 125/91, qualora
l’Amministrazione nel corso del procedimento disciplinare non ritenga
fondati i fatti, potrà adottare, su richiesta di uno od entrambi gli
interessati, provvedimenti di trasferimento in via temporanea, in attesa
della conclusione del procedimento disciplinare, al fine di ristabilire nel
frattempo un clima sereno. In tali casi è data la possibilità, ad entrambi
gli interessati, di esporre le proprie ragioni, eventualmente con
l’assistenza delle Organizzazioni Sindacali, ed è comunque garantito ad
entrambe le persone che il trasferimento non sia disposto in sedi che
creino disagio.
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7.
In caso di accertata infondatezza della segnalazione, la procedura
viene chiusa e l’Amministrazione opera in modo da riabilitare il buon
nome dell’accusato/a, su richiesta del/della interessato/a.
Art 5 La Consigliera/il Consigliere di fiducia
1.
Il Direttore Generale istituisce e nomina, su proposta del Comitato Pari
Opportunità, la Consigliera/il Consigliere incaricata/o di fornire
consulenza ed aiuto a tutti i soggetti che abbiano subito molestie
all’interno dell’Azienda. La Consigliera/il Consigliere presterà assistenza
alla soluzione, sia informale che formale, dei casi portati a sua
conoscenza e potrà proporre alla Direzione attività e programmi di
prevenzione delle molestie sessuali nell’Azienda.
2.
La Consigliera/il Consigliere viene scelta/o tra le persone, esterne
all’Azienda, in possesso di esperienza, preparazione e competenza in
materia.
3.
Dura in carica per il tempo del mandato conferito dal Direttore Generale
e agisce in piena autonomia nello svolgimento della propria funzione.
Art.6 Attività di sensibilizzazione
1.
Nei programmi di formazione del personale e dei dirigenti, l’Azienda
dovrà includere informazioni circa gli orientamenti adottati in merito alla
prevenzione delle molestie sessuali ed alle procedure da seguire,
qualora la molestia abbia luogo.
2.
L’Azienda dovrà, peraltro, predisporre specifici interventi formativi in
materia di tutela della libertà e della dignità della persona, al fine di
prevenire il verificarsi di comportamenti configurabili come molestie
sessuali. Particolare attenzione dovrà essere posta alla formazione delle
dirigenti e dei dirigenti, che dovranno promuovere e diffondere la cultura
del rispetto della persona e della prevenzione delle molestie sessuali sul
posto di lavoro.
3.
Sarà cura dell’Azienda dare ampia informazione e fornire copia ai propri
dipendenti e dirigenti del presente codice di comportamento.
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4.
L’Azienda, d’intesa con il C.P.O e con le Organizzazioni Sindacali,
predisporrà materiale informativo destinato a tutti i dipendenti sul
comportamento da adottare e sulle procedure da seguire, in caso di
molestie sessuali.
5.
L’Azienda promuoverà un’azione di monitoraggio al fine di valutare
l’efficacia del Codice di Condotta nella prevenzione e nella lotta contro le
molestie sessuali. A tale scopo la Consigliera/il Consigliere, d’intesa con
il C.P.O. provvederà a trasmettere annualmente alla Direzione
Aziendale, alle RSU, alle Organizzazioni Sindacali, alla Presidente del
Comitato Nazionale di Parità un’apposita relazione.
Art. 7 Ambito di applicazione
Tutte le persone che lavorano presso l’Azienda Ulss20 di Verona e tutti
coloro che, a vario titolo interagiscono con l’Azienda stessa, sono tenuti al
rispetto del presente codice.
Ciascuno ha il dovere di collaborare al mantenimento di un ambiente di
lavoro, in cui sia rispettata la dignità di ognuno e siano favorite le relazioni
interpersonali, basate sui principi di eguaglianza e di reciproca correttezza.
I Dirigenti sono responsabili dell’applicazione del presente Codice in quanto
le molestie costituiscono violazioni del dovere di attenersi a comportamenti
conformi alle funzioni che essi sono tenuti a rispettare e far rispettare.
Art. 8 Disposizione transitoria
In attesa che l’Azienda istituisca e nomini la figura della Consigliera/del
Consigliere le funzioni ad essa/o attribuite verranno esercitate dal Comitato
Pari Opportunità dell’Azienda Ulss 20 di Verona.
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