SCRITTURA CREATIVA IL POLLO INNAMORATO

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SCRITTURA CREATIVA IL POLLO INNAMORATO
SCRITTURA CREATIVA
IL POLLO INNAMORATO
Mi chiamo Jerry e sono un pollo di allevamento. Fin da piccolo sono cresciuto come un pascià,
non mi è mai mancato niente, abbondava il cibo e avevo sempre un posto caldo e morbido dove
dormire. Ma attenzione, per chi non se ne fosse accorto, sto parlando al passato e c'è un
motivo...
Io e i miei fratelli abbiamo passato le prime settimane di vita a seguire la nostra mamma e a farci
coccolare dalle nipoti della nostra padrona, fin quando un giorno la mamma sparì, di lei nessuna
traccia e i miei fratelli non ne sapevano nulla. Passò una notte e il mattino seguente lei non era
tornata. Ci dovemmo rassegnare e crescemmo senza di lei. Non fu tanto difficile
sopravvivere senza
la mamma perchè venivamo nutriti il doppio e presto diventammo polli grandi e forti. Io e i miei
fratelli eravamo i sovrani del pollaio, comandavamo noi e tutti ci rispettavano. Purtroppo non durò
tanto perchè, un mattino, mio fratello maggiore, John, non c'era più; era scomparso, come la
mamma, e la cosa strana era che ogni mattina un camion con scritto ''Polleria Raimondo'' veniva alla
fattoria e la padrona vi caricava degli scatoli chiusi. Il mattino seguente, la stessa storia, Tom, l'altro
fratello era scomparso e il camion era tornato alla fattoria. Ero sconcertato, troppe scomparse: la
mamma, John, Tom... E adesso?
Eravamo rimasti io e mia sorella Anna. Ci pensai tutta la notte e la mattina seguente mi svegliai, la
padrona aveva preso Anna; la seguii, entrò in una stanza e chiuse la porta. Io non potevo fare altro
che stare a guardare . D'un tratto udii un suono, uno che non avevo mai sentito, ma capii cosa fosse
successo : la mamma, John, Tom e adesso anche Anna erano stati uccisi (e quel suono era un coltello
che, secondo me, le aveva tagliato la testa ), mandati in qualche polleria e, magari, serviti su un
piatto e mangiati. Sapevo che adesso sarebbe toccato a me, perciò decisi di scappare dal pollaio e
così feci: verso il tramonto utilizzai un buco nella rete del pollaio per scappare. Vagai per le
campagne fin quando non fui sicuro di essermi allontanato abbastanza e alla fine riuscii a trovare
un'altra fattoria. Era una modesta fattoria, piccola, ma che dava l'impressione di un luogo tranquillo.
Mi feci coraggio ed entrai, ero affamato e molto assetato, così mi fermai vicino ad una pozza d'acqua
a bere. Quale fu la mia sorpresa quando, alzando la testa, vidi la più bella creatura che avessi mai
visto! Si chiamava Lola ed era una belissima gallina. Le sue penne erano di un bianco candido e si
muoveva con passi piccoli e aggraziati senza smettere di osservarmi. Fu un colpo di fulmine, era la
gallina giusta per me! Prima di poter riuscire a chiederle un po' di cibo mi trovai avanti un gallo
grande e grosso e a vederci si aveva l'impressione che io fossi una mosca a suo confronto. Il bestione,
che poi scoprii si chiamava Bullo, era il compagno di Lola. Bullo era temuto da tutto il pollaio e mi
odiò dal primo momento che mi vide. Nei giorni seguenti al mio arrivo conobbi gli altri abitanti del
pollaio: c'era Odessa, l'oca, Brillo, il tacchino, e tutti gli altri polli, che facevano quello che Bullo
diceva loro, perciò tutti, tranne Odessa, Brillo e Lola, che però mi rivolgeva a mala pena la parola, mi
odiavano. Imparai a rispettare Bullo ed io e Lola cominciammo a fare amicizia. Non riuscivamo a stare
un po' soli perchè Bullo le girava sempre intorno, ma, comunque, imparammo a conoscerci. Odessa e
Brillo, invece, diventarono i miei migliori amici : Odessa era un' oca grassa e vecchia , Brillo era un
tacchino magro ed imbranato; insieme ci divertivamo tanto. Pareva che Lola ricambiasse quello che
io provavo per lei, perchè mi sorrideva sempre. Immaginavo come sarebbe stata la vita insieme: io,
lei e i nostri pulcini. L'unico ostacolo che c'era era Bullo, finchè lui avesse continuato ad influenzare
gli altri, io e Lola non avremmo potuto mai stare insieme. Un giorno, però, sentii il contadino dire alla
moglie : << Quell' oca è ormai vecchia, non fa più uova , perchè non la uccidiamo ?!>> e la moglie
annuì col capo e disse:<< Certo, in occasione della festa la uccideremo, tra due giorni>>. A sentire
queste parole rabbrividii, ma poi mi venne un colpo di genio: il contadino era un vecchio mezzo cieco,
non se ne sarebbe accorto; avrei potuto salvare Odessa e al posto suo avrei potuto far tagliare la
testa a Bullo! Ma certo era un piano geniale, avrei raccolto due piccioni con una fava! Mi sarei
sbarazzato di Bullo e avrei salvato la vita dell'oca Odessa. Passarono i due giorni e il contadino venne,
come previsto, a prendere Odessa. Afferrò la povera oca per le ali e la mise in un sacco. Poi il
contadino si allontanò, forse per preparare l'ascia. Approfittai dell' occasione, feci uscire dal sacco
Odessa e chiamai Bullo. Ci raggiunse Lola ed insieme buttammo Bullo nel sacco e lo chiudemmo.
Dopo un po' il contadino venne e prese il sacco con Bullo dentro. Era fatta! Bullo sarebbe stato
servito su un piatto ed io e Lola avremmo potuto trascorrere la vita insieme. Da quel giorno nessuno
più incuteva terrore nel pollaio, Odessa non diventò un'oca all'arancia, io e Lola ci sposammo e oggi
abbiamo tre pulcini : Tom, John e Anna !
ALUNNA ALESSIA FERRAIUOLO
CLASSE 2 D
ANNO SCOLASTICO 2011/2012