SM 13-2016 Parte 2

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SM 13-2016 Parte 2
Doppietta azzurra
Il 41° torneo internazionale Città di Firenze si chiude con la vittoria di
Riccardo Balzerani e Ludmilla Samsonova, nata in Russia ma italianissima.
L’ultimo doppio successo nel 2009, con Federico Gaio e Martina Trevisan
DA FIRENZE,
E
ENRICO ROSCITANO
ra dal 2009 che sul gradino
più alto del podio del torneo
internazionale giovanile “Città
di Firenze - trofeo Banca Cr Firenze” non salivano due azzurri. Allora era toccato al faentino Federico
Gaio e alla fiorentina Martina Trevisan timbrare il cartellino dei vincitori, oggi - nell’edizione numero 41,
il privilegio se lo sono conquistati al
termine di una settimana bellissima
il reatino Riccardo Balzerani e la russa di nascita - ma italianissima - Ludmilla Samsonova. Ancora più datata
è la disputa di una finale tutta italiana. È necessario andare indietro con
il tempo e portarsi all’edizione del
1987 quando Renzo Furlan e Federico Mordegan allietarono il pubblico
fiorentino con una lotta intestina che
salutò il trionfo di Mordegan.
Balzerani, che filotto
Riccardo Balzerani, testa di serie numero 5 del tabellone, ha praticamente fatto filotto con una serie di vittorie in cui ha concesso poco o nulla
agli avversari, fossero stranieri o
italiani. L’unico calo l’ha avuto pro
prio all’esordio, quando Edoardo
Lavagno lo ha costretto a soffrire
per due set prima di tagliare il traguardo. Poi discesa libera fino allo
striscione d’arrivo che ha superato
battendo l’autentica sorpresa del
torneo, il veronese Mattia Frinzi
che fino al match finale era stato
superlativo soprattutto negli incontri che lo avevano contrapposto
al numero uno del seeding, il turco
Ergi Kirkin, e al numero 3, il quotato magiaro (di nascita svizzera) Akos
Kotorman. In particolare evidenza
nella settimana del “Città di Firenze”
si sono messi anche il ravennate Enrico Dalla Valle, diventato beniamino
del pubblico fiorentino, il romano
Marco Miceli che, partito dalle qualificazioni è approdato in semifinale,
e tra gli stranieri ha fatto ottima impressione il croato Duje Ajdukovic,
classe 2001.
Samsonova, che diritto
Anche il torneo femminile come detto ha parlato italiano, con un flebile
accento russo. Ludmilla Samsonova,
alla sua prima - e per ragioni anagrafiche anche ultima - volta a Firenze
ha imposto la legge del suo straordinario diritto che ha stupito anche
gli amanti del tennis maschile. Soprattutto nel match di finale contro
un’ottima giocatrice come la rumena
Georgia Craciun, wild card e voglia di
primeggiare, il diritto della Samsonova ha fatto la differenza. Ma già dal
secondo turno, contro la numero 2
Ioana Minca, si era notato il grande
talento della giocatrice di passaporto azzurro. Al contrario del torneo
maschile, in quello femminile sono
arrivate tre giocatrici straniere in semifinale (contro la sola italiana). Tra
queste ha decisamente fatto bene la
svizzera Ylena In Albon, avversaria
della Samsonova in semifinale.
Circuito mondiale Itf,
Bosio finalista in Svezia
Torneo di Firenze a parte, per gli italiani il mese di marzo non è stato prodigo di grandi risultati.
Possiamo annoverare soltanto una finale e due semifinali, mentre a Porto Alegre, in Brasile,
teatro del secondo dei nove super tornei di vertice (Grado A), ove si sono imposti il giapponese
Yosuke Watanuki e la statunitense Usue Maitane Arconada - entrambi curiosamente ‘numeri
14’ del mondo junior -, il primo turno è stato fatale a Corrado Summaria e Giovanni Fonio, e
il secondo a Gabriel Ciurletti. Da par suo invece Gabriele Bosio (nella foto), quindici anni e
mezzo, allievo del Centro Tecnico di Vicenza, è stato apprezzato finalista a Kramfors, in Svezia.
Mentre Samuele Ramazzotti e il sempre più sorprendente portacolori del TC Genova 1893 Luca
Prevosto (emerso dalle qualificazioni) sono arrivati fino in semifinali nel Perin Memorial di
Croazia, evento di Grado 1. (Viviano Vespignani)
La premiazione femminile al 41° “Città di Firenze” con la vincitrice Samsonova (a sinistra)
Circuito Tennis Europe, derby azzurro in Portogallo
Una straordinaria finale vinta da Lorenzo Musetti su Lorenzo Rottoli ha segnato uno dei più quotati tornei under 14 del Circuito Europeo,
la Taca Maia Jovem (Portogallo). Lo spezzino Musetti, campione nazionale under 13 nel 2015, ha compiuto un percorso netto senza cedere
un solo set, mentre al comasco Rottoli va tra l’altro riconosciuto il merito di aver eliminato in semifinale il favorito tedesco Moritz Stoeger.
Di rilievo anche il terzo gradino del podio ottenuto da Federica Sacco, che nulla ha potuto contro la fenomenale cinese Quiwen Zheng, dopo
un valido quinto posto guadagnato nell’under 14 di prima categoria di Stoccolma. Stesso discorso - e stesso risultato - per Melania Delai,
che si è cimentata a Sainte Genevieve-des-Bois, in Francia, nello storico “Tim Essonne”.
Seguendo l’ordine cronologico, va annotata la semifinale raggiunta da un debuttante romano nell’under 12 croato di Umag, Daniele
Minighini. E in evidenza nei tabelloni under 16 di Rotterdam troviamo altri due romani, vale a dire Giulio Zeppieri, che ha primeggiato
in Olanda a soli 14 anni e tre mesi, e Martina Biagianti, finalista pure lei soltanto quindicenne. Tutti autori di semifinali sono stati Filippo
Speziali, nel torneo under 16 di Trenciaske Teplice (Slovacchia), così come il perugino Pietro Augusto Lavoratori e la palermitana Virginia
Ferrara (già numero 1 under 11 italiana lo scorso anno) nel Braga Open under 12 in Portogallo. Ultima citazione per Samuel Vincent
Ruggeri, quattordicenne portacolori del Tc Bagnatica che ad Antalya, in Turchia, ha raccolta una bella quanto sorprendente finale. (v.v.)
Due mesi a tutto gas
In archivio le prime 8 settimane del circuito giovanile più
frequentato d’Italia. 141 i tornei in totale (più il master d’agosto),
sempre in crescita i numeri: 4.775 gli iscritti nei primi 30 eventi
D
ue mesi di tennis e divertimento, altri cinque in arrivo. 22 tornei conclusi, 8 in
corso di svolgimento e 141
in totale per il Trofeo Tennis Fit Kinder +sport, il circuito giovanile italiano
più frequentato di sempre (a oggi, nei
primi 30 tornei, ben 4.775). E poi c’è
il master finale, che parte alla fine di
agosto e che a breve avrà ufficialmente
una casa, vale a dire la sede di svolgimento. Non si può nemmeno dire di
essere al giro di boa, ma certamente un
bilancio è già possibile delinearlo. È il
secondo anno in cui il circuito ideato e
promosso da Rita Grande, ex nazionale
azzurra di Fed Cup e n.24 Wta nel novembre 2001, si è abbracciato alla Fit
per la fase organizzativa, e i risultati
sono sempre più incoraggianti. 30%
di tornei in più rispetto all’edizione
2015 (questa è l’11a in totale), quando
gli iscritti superarono quota 15 mila. È
lecito attendersi ancora una crescita,
perché le certezze sono molte e le novità non poche. Come le 10 tappe nei
Centri Estivi Fit, una bella occasione
in più per unire vacanze, tennis e tornei, senza rinunciare alla possibilità di
puntare alla qualificazione al Master.
Novità e conferme
Passando in rassegna il lungo calendario - copre sette mesi in totale - è
facile notare come ogni regione possa
ospitare una media di 3-4 tappe, andando molto incontro alle esigenze
di baby racchette e genitori. Da non
dimenticare, tra i punti fermi (e forti) del circuito, la possibilità per molti
partecipanti di incontrare sul campo i
campioni azzurri, e perfino di scambiare qualche palla con loro. Le date
sono ancora da stabilire, perché dipendono molto dai calendari e dalle
programmazioni dei giocatori, ma tra
l’appuntamento romano degli Internazionali Bnl d’Italia e le tappe nei Centri
Estivi Fit è certo che le probabilità di
incontrare uno dei propri idoli salgono vertiginosamente in questo 2016.
Cerca la tua
tappa e iscriviti
subito on-line
Un circuito giovane, per i giovani. E con
una filosofia giovane. Iscrizioni e burocrazie
comprese. L’intero calendario è consultabile
on-line al sito www.trofeotennis.it e
tutte le procedure di iscrizione si possono
effettuare comodamente tramite lo stesso
portale. Per farlo è sufficiente registrarsi al
sito, scegliere il torneo dall’elenco e seguire
le procedure. Sempre sul sito internet si
trovano, per ogni singolo torneo, tutti i
tabelloni, i risultati e gli orari di gioco. Oltre
che, a fine evento, una rassegna fotografica
con immagini di gioco e premiazioni.
Più di 6.000 iscritti:
già battuto il record
A poco più di metà percorso, superata la quota dei partecipanti 2015.
Prosegue la consegna dei pass per il Foro Italico: scopriamo chi, dal Veneto
alla Calabria, si è qualificato per gli Internazionali Bnl d’Italia
Q
uindici tornei conclusi, sei
in corso in queste ore e altri
quattro ancora da cominciare. Ma la notizia è che a poco
più di metà percorso, con molte iscrizioni ancora da registrare, il record del
2015 è già stato superato. Sono 6.137
i partecipanti agli Open Bnl di questa
stagione, le cosiddette pre-qualificazioni hanno fatto ancora boom. E se prima
lo si poteva soltanto intuire dal trend
positivo e dai numeri crescenti, ora sono proprio le cifre a confermarlo senza
lasciare spazio a dubbi. Si è giocato - e
si sta ancora giocando - dalle Alpi alla
Sicilia, a dimostrazione del fatto che
negli anni gli Internazionali Bnl d’Italia
non sono patrimonio esclusivo di Roma e dei romani, ma sono di tutti gli
appassionati italiani. In attesa dei bilanci numerici finali, possibili solo verso la fine del mese, andiamo a vedere
chi ha staccato il pass per il Foro Italico
in questa ultima settimana.
Sabino e Fago-bis
vincono in Calabria
Matteo Fago e Lisa Sabino sono i vincitori dei tornei di pre-qualificazione
agli Internazionali Bnl d’Italia disputati
in Calabria e terminati nel week-end di
Pasqua. Partendo dal torneo femminile, teatro dell’evento è stato lo Sporting
Club di Mendicino, alle porte di Cosenza. Un’edizione da record con 110 giocatrici in tabellone, ben 17 tenniste di
seconda categoria, altrettante di terza e
un montepremi totale di 9.200 euro. A
staccare il pass per la finale sono state
la giocatrice di casa Lara Meccico (2.4),
che in semifinale ha sconfitto la testa di
serie numero 1 Corinna Dentoni (2.1), e
Lisa Sabino (2.1), che in tre combattutissimi set ha superato Anna Floris (2.1).
Le due, tra l’altro, erano state già le protagoniste della finale del torneo di prequalificazione del 2014, giocata sempre
A Cosenza il successo della svizzera Lisa
Sabino, che stacca il passa per Roma
allo Sporting Club di Mendicino. Come
già accaduto due anni fa, è Lisa Sabino
a vedersi spalancare le porte del Foro
Italico. A Roma, però, andrà anche Lara
Meccico, vincitrice della precedente tappa siciliana al Ct Montekatira.
Gli uomini, invece, si sono dati appuntamento al “Circolo Tennis Polimeni” di
Reggio Calabria; anche nella città dello
Stretto il torneo è stato caratterizzato
da un tabellone in grado di coniugare
quantità e qualità. In finale sono arrivati due ragazzi del Tennis Club Parioli di
Matteo Fago bissa il successo ottenuto
a Cagliari con quello di Reggio Calabria
Roma: da una parte Matteo Fago (2.2),
che dopo aver superato nei quarti la giovane promessa calabrese Corrado Summaria (2.3) ha sconfitto in semifinale
Omar Giacalone (2.1), e dall’altra Federico Bonacia (2.3), che dopo aver eliminato il calabrese Grazioso (2.3) nei quarti,
ha staccato il pass per la finale superando l’ex numero 68 Atp Alessio Di Mauro
(2.1). La finale, poi, è stata molto equilibrata e contraddistinta da diversi colpi
di scena; alla fine è stato Fago a imporsi
in tre set. Per Bonacia quindi sfuma la
possibilità di giocare sulla “terra“ del
Foro Italico, mentre per Fago si tratta di
una sorta di riconferma dopo il successo già conquistato in Sardegna, nell’Open Bnl del Tc Cagliari. (p.t.)
Tra Vicenza e Treviso,
avanti Brizzi e Moratelli
Grande successo sui campi del Tennis
Comunali Vicenza dove sono state giocate le pre-qualificazioni Bnl al maschile. Finalissima a senso unico dominata
dal 2.1 lombardo Alberto Brizzi che non
ha apparentemente avuto problemi a
superare il pari classifica Nicola Ghedin
con il netto punteggio di 6-0 6-1. In semifinale sono approdati Tommaso Roggero e Marco Bortolotti, in un tabellone
ricchissimo di ottimi giocatori accorsi a
battagliare per un posto tra i grandi degli Internazionali Bnl d’Italia. Nel tabellone di terza categoria, soddisfazione
per il 3.2 Alessandro Chemello che si è
tolto lo sfizio di battere in finale Federico Fort. Nel doppio invece si è imposta
la coppia bassanese composta da Tommaso Gabrieli e Marco Bortolotto, che
in finale ha sconfitto Francesco Borgo
e Nicola Ghedin con il punteggio di 6-4
6-3. Anche per loro dunque un pass per
calcare i campi del Foro Italico.
L’Open Bnl femminile è invece andato
in scena a Treviso all’Eurosporting di
viale Felissent. A primeggiare è stata la
La premazione a Vicenza con Alberto
Brizzi (vincitore, in blu) e il finalista
Ghedin (foto Ambrosetti)
22enne tesserata per la St Bassano - ma
nativa di Trento - Angelica Moratelli. In
finale la n.538 al mondo ha avuto ragione dell’amica-rivale Giorgia Marchetti in
tre set. “Non avrei potuto cominciare il
2016 in maniera migliore”, ha dichiarato al termine la vincitrice che ora sposta
l’obiettivo sulle qualificazioni di Roma,
cui parteciperà proprio assieme alla
Marchetti, visto che il pass per l’appuntamento nella capitale spetta di diritto a
entrambe le finaliste. “Dispiaciuta per la
sconfitta - il commento di quest’ultima
- ma non di aver perso contro un’amica
come Angelica, con cui ho condiviso lacrime e gioie”. Poi, nella finale del doppio (conclusasi a notte), è arrivato anche
il suo riscatto. La Marchetti, in coppia
con Maria Masini, si è imposta sul duo
composto da Sara Marcionni e Chiara
Quattrone al termine di due combattutissimi set (7-6 6-4). Gremita nella serata speciale dell’Eurosporting la tribuna
allestita per l’occasione, così da soddisfare appieno gli organizzatori e tutto il
circolo trevigiano. (b.t.)
Giannessi e Brianti
da Genova a Roma
Alberta Brianti e Alessandro Giannessi
sono i vincitori dei due Open Bnl disputati a Genova, i tornei validi come lasciapassare per le pre-qualificazioni dei
prossimi Internazionali Bnl d’Italia. L’emiliana e lo spezzino hanno così onorato le prime teste di serie loro assegnate
nei rispettivi tabelloni. Alberta Brianti,
parmense di nascita ma trapiantata da
anni a Milano, ha giocato e vinto la sua
finale in mattinata, a Valletta Cambiaso:
un match senza sbavature contro Alice
Balducci, regolata per 6-3 6-2. Nella seconda frazione la marchigiana Balducci
ha abbozzato un tentativo di rimonta,
ma ha fallito per tre volte la chance di
riagganciare l’avversaria che da quel
momento ha controllato il set chiudendo all’ottavo game.
In semifinale Alberta Brianti aveva superato per 7-5 6-0 Ludmila Samsonova,
recente vincitrice nel torneo internazionale giovanile di Firenze, mentre la
Balducci si era imposta con il punteggio
di 3-6 6-3 6-4 con il suo bel tennis sulla
potente romagnola Gioia Barbieri.
In campo maschile, al Tc Genova, altra
finale quasi a senso unico con Alessandro Giannessi, spezzino, che non ha
trovato difficoltà nel regolare per 6-2
6-4 il milanese Fabrizio Ornago. Primo
set indirizzato subito su un binario ben
preciso, con tre break per Giannessi nei
primi cinque game giocati. Seconda frazione invece con break e controbreak
fino al sesto game, quando Giannessi
ha dato la spallata decisiva chiudendo
definitivamente la pratica. Le semifinali
maschili erano andate agli archivi con il
successo di Giannessi, che aveva approfittato del ritiro del giovane Gian Marco
Moroni, dolorante alla schiena, sul 6-1
1-0, mentre Fabrizio Ornago aveva su-
perato per 7-6 0-6 7-5 Simone Roncalli
in un derby tutto lombardo.
Bella vetrina anche per i campioni regionali di terza e quarta categoria, rispettivamente Guglielmo Chiaratti e Alice
Roggero e Carlo Andrea Merlo e Manila
Di Giovanni. Tutti loro si sono guadagnati il loro meritato spazio accanto ai
big del torneo, trionfando nei tabelloni
di categoria. (e.c.)
La premiazione del torneo maschile
genovese, al Tc Genova, con i finalisti
(a destra il vincitore Giannessi)
Dai tabelloni Open agli Nc,
tutti i risultati delle finali
CT ROCCO POLIMENI (REGGIO CALABRIA), CALABRIA
Finale Open Maschile: Matteo Fago b. Federico Bonacia 6-3 5-7 6-4.
Finale 3a Categoria Maschile: Giannicola Misasi b. Simone Bozzo 4-6 5-0 rit.
Finale 4a Categoria Maschile: Giuseppe Siclari b. Simone Donato 1-6 6-4 6-2.
Finale Tabellone Nc Maschile: Giovambattista Vavalà b. Michele Calabrò 6-4 6-0.
SPORTING COSENZA, CALABRIA
Finale Open Femminile: Lisa Sabino b. Lara Meccico 6-7 6-4 6-2.
Finale 3a Categoria Femminile: Ludovica Infantino b. Stefania Gattuso 2-0 rit.
Finale 4a Categoria Femminile: Anna Alberta Aiello b. Claudia Brunetti 4-6 6-3 7-5.
Finale Tabellone Nc Femminilie: Alessia Scanga b. Ingrid Perri 6-3 6-0.
TC VICENZA, VENETO
Finale Open Maschile: Alberto Brizzi b. Nicola Ghedin 6-0 6-1.
Finale 3a Categoria Maschile: Alessandro Chemello b. Federico Fort 6-4 6-4.
Finale 4a Categoria Maschile: Giulio Carini b. Alberto Farinon 2-6 6-2 6-2.
Finale Tabellone Nc Maschile: Nicola Zaupa b. Fabio Rama 6-4 6-3.
EUROTENNIS CLUB TREVISO, VENETO
Finale Open Femminile: Angelica Moratelli b. Giorgia Marchetti 3-6 6-2 6-2.
Finale 3a Categoria Femminile: Alice Bertazzon b. Anna Bini 6-2 2-6 6-0.
Finale 4a Categoria Femminile: Teodora Djordjevic b. Laura Dragone 6-2 7-6.
TC GENOVA, LIGURIA
Finale Open Maschile: Alessandro Giannessi b. Fabrizio Ornago 6-4 6-2.
Finale 3a Categoria Maschile: Guglielmo Chiaratti b. Erik Jourdan 6-0 6-3.
Finale 4a Categoria Maschile: Carlo Andrea Merlo b. Messuti 6-2 6-1.
VALLETTA CAMBIASO (GENOVA), LIGURIA
Finale Open Femminile: Alberta Brianti b. Alice Balducci 6-3 6-2.
Finale 3a Categoria Femminile: Alice Roggero b. Maria Canavese 6-2 6-3.
Finale 4a Categoria Femminile: Manila Di Giovanni b. Sara Montaldo 6-7 6-2 7-5.
Finale 4a Categoria Femminile: Letizia Corsini b. Agnese Magi Galluzzi 6-3 6-1.
Andrea Pellegrino:
“La mia prima volta”
Esordio al Foro Italico grazie all’Open Bnl di Bari per uno dei giovani
azzurri più interessanti (e talentosi) del panorama nazionale. Il pugliese,
che ama Federer ma si ispira a Murray, ci crede: “Ma devo lavorare molto”
DI SARA MONTANELLI
A
Andrea Pellegrino ha 19 anni,
è stato n.27 al mondo Junior e
ora si affaccia al circuito Pro.
“Sto lavorando molto su diritto
e servizio”. Ha vinto la tappa
Open Bnl del Ct Bari
ndrea Pellegrino, classe 1997,
sarà un altro professionista
in campo per le pre-qualificazioni degli Internazionali
Bnl d’Italia. Andrea è uno dei giocatori
più promettenti del nostro movimento,
nel circuito under, che ha smesso di
frequentare da poco, si è ritrovato alla
27a posizione della classifica mondiale
e oggi, a livello italiano, il tennista pugliese vanta già una classifica di 2.1. Il
circuito Pro l’ha iniziato da poco, quindi ha bisogno di tempo. Ma grazie alla
vittoria all’Open Bnl del Ct Bari, il ragazzo di Bisceglie sarà uno dei più giovani al via di questa avventura. Sarà la
sua prima volta al Foro Italico e di certo
non vuole deludere le aspettative...
Cosa significa andare a giocare le
pre-qualificazioni degli Internazionali Bnl d’Italia al Foro Italico?
“Credo e spero che sarà una bellissima
esperienza. È il primo anno che gioco
gli Open Bnl, ho visto anche gli altri tabelloni e ho notato che il livello è molto
alto. Devo prepararmi al meglio per poter essere competitivo”.
A chi ti ispiri quando giochi?
“Il mio giocatore preferito è Roger Federer, però mi ispiro a Andy Murray.
Lui mi piace molto come giocatore,
cerco di prendere esempio da lui per il
tipo di gioco”.
Secondo te in che cosa devi migliorare di più?
“Con i miei allenatori stiamo lavorando molto sull’atteggiamento in campo,
che in questo sport è fondamentale. A
livello tecnico invece sto cercando di
migliorare il diritto e il servizio. Il servizio nel tennis maschile conta molto,
bisogna sempre servire il meglio possi-
bile e soprattutto con una percentuale
di prime palle molto alta. Per quanto
riguarda il diritto credo che ormai sia il
colpo principale, i punti si fanno maggiormente così. Ti permette di comandare lo scambio e aiuta anche ad andare a rete per poter chiudere il punto”.
Quali sono i tuoi obiettivi?
“L’obiettivo primario che mi sono posto
quest’anno è vincere il più possibile
per potermi creare una buona classica in previsione dell’anno prossimo.
Così facendo riuscirei a giocare i tornei Challenger partendo dal tabellone
principale...”.
Credi che questo sport farà per
sempre parte della tua vita?
“Si, credo di sì. Ora lo faccio di professione, ho scelto apposta una scuola privata che mi faciliti il carico di studio,
così posso allenarmi sia la mattina che
il pomeriggio. Il mio obiettivo è fare di
questo sport un lavoro. Poi, sono molto
giovane, con il tempo si vedrà...”.
Orru è il nuovo n.1
Cambio al vertice nel ranking maschile: Luca Orru scavalca Biolo
e conquista la vetta. Decisivo il successo agli Australian Open
amatoriali 2016, giocati a Cividino: “Sono malato di tennis...”
DI
MAX FOGAZZI - FOTO CAROLA CARERA
Q
uattro mesi in vetta e il
tempo degli onori è terminato per Andrea Biolo,
almeno per ora. Sì, perché
adesso è cominciato il dominio di
Luca Orru, giocatore Sardo - ma targato Bergamo - già vincitore di importanti titoli Fit/Tpra, uno su tutti
l’Australian Open 2016 di qualche
mese fa. In quell’occasione domò
il bravissimo brindisino Guarini in
una finale davvero impressionante.
20 tornei vinti
Iscritto al circuito dal 4 settembre
del 2013 ha inanellato oltre 222
vittorie in poco più di 300 partite e
ha un palmarès da capogiro, con 20
titoli, 13 finali e 9 semifinali raggiunte in carriera, oltre agli svariati piazzamenti ai ‘quarti’. Una crescita costante la sua, certamente
agevolata anche dai nuovi regolamenti che hanno di fatto promosso i mostri sacri del ranking amatoriale Fit-Tpra (Brocchi, Paolicchi,
Roversi, Tavola, Tacchino...) e che
oggi premiano più giocatori distribuendo al massimo la giocosità del
circuito. Anche perché il fine ultimo non è tanto il ranking fine a se
stesso, ma la crescita personale e il
divertimento.
La stagione sulla terra
Anche Luca Orru, a fine anno, entrerà di diritto nella categoria “All
Star”, cioè la sezione esclusiva in
cui sono presenti i più grandi tennisti amatoriali del ranking, promossi dalla Federtennis per aver
raggiunto o superato, il power Tornei 90 (il power è l’indice di valore di ogni giocatore, calcolato con
uno specifico algoritmo). Ma intanto c’è la stagione sulla terra rossa
da affrontare, e il nuovo numero 1
non ha mai nascosto di essere più
incisivo sui campi veloci. L’assalto
alla vetta è già pronto.
“Io, numero 1,
vi spiego qual è
lo spirito Tpra”
“Mi chiamo Luca e anche io grazie al, o
a causa del, Tpra sono diventato malato
cronico di tennis. Potrei sintetizzare così
quello che da tre anni a questa parte mi
sta accadendo. Sono sempre alla ricerca
di tornei, che siano dietro casa o a decine
di km, sempre alla scoperta di amatori
che come me non pranzano perché
preferiscono tirare due racchettate a una
pallina. Amatori che lottano sul campo
per vincere una coppa nemmeno fosse un
torneo del Grand Slam; e quando entri in
casa col trofeo e dici a tua moglie ‘amore
ho vinto un torneo’, lei ti risponde ‘bravo,
ora stendi i panni e porta a nanna la
bimba’. Il bello del Tpra è prendersi in
giro con i ragazzi che man mano conosci
sui campi. Prima di conoscere il Tpra non
avevo mai preso una racchetta in mano,
se non due o tre volte per capire come
fanno quei mostri che ti tengono incollati
alla tv. Noi tutti - ne sono certo - entriamo
in campo cercando di imitarli, pensiamo
di pensare come loro, di giocare come
loro... eppure siamo ‘solo’ grandi amatori
appassionati che dopo una giornata
intera Tpra, la mattina, hanno la sveglia
alle 6. Alle 6 per portare i bimbi a scuola
e andare a lavorare”. (Luca Orru)
Il diritto moderno
ha un’inclinazione...
Velocità di braccio e spin da dare alla palla, due elementi cardine
del colpo. E allora occhio al movimento dell’avambraccio e anche
all’inclinazione del piatto-corde. Guarda come fa Federer...
DI
GENNARO VOLTURO
ROBERTO LOMBARDI
I.S.F.
U
no degli aspetti tecnici più significativi del diritto moderno
è il movimento di pronazione dell’avambraccio attorno al gomito. Di solito tale azione è
associata alla fase che intercorre tra
l’impatto e il finale, ed è facilmente
riconoscibile dall’angolazione che l’avambraccio presenta (parallelo rispetto
al terreno) quando il tennista ha terminato il colpo. In realtà tale movimento
di pronazione è ancora più importante
se associato alla prima fase di accelerazione, cioè quella corrispondente alla
caduta verticale della racchetta a seguito di un movimento di preparazione
semi-circolare o circolare.
Occhio all’avambraccio
Se proviamo a completare la preparazione del diritto, possiamo riscontrare come l’avambraccio presenti una
naturale posizione di supinazione
con la parte interna di tale segmento
corporeo rivolta verso l’alto. Se il tennista mantenesse stabile tale assetto,
durante la fase di accelerazione inevitabilmente colpirebbe la palla con la
testa della racchetta perpendicolare al
terreno e con la mano in posizione di
iperestensione. In tal modo riuscirebbe
a svolgere una buona azione di contrasto rispetto alla palla, ma limiterebbe
in maniera importante la produzione
di spin riducendo l’intervento dei flessori della mano come ulteriore componente di accelerazione dell’attrezzo.
Produciamo più spin
Per tale motivazione i tennisti di elevata qualificazione, al termine della
fase di caduta verticale della racchetta, producono un movimento di pronazione dell’avambraccio che porta
le corde ad essere orientate verso
Roger Federer, l’inclinazione ideale della racchetta all’impatto per produrre spin nel diritto
il basso, con gradi di inclinazione
che differiscono in base all’impugnatura utilizzata. In tal modo sarà
possibile colpire la palla con il piatto corde leggermente inclinato verso
il basso, favorendo la produzione di
rotazione in top-spin e soprattutto
incrementando la velocità dell’attrezzo e la complessità di palla attraverso
la flessione della mano che interviene
come ultimo segmento corporeo pochi
millisecondi prima dell’impatto.
Due consigli pratici
Per ottimizzare tale azione si ricordi
di prestare attenzione ai seguenti accorgimenti didattici:
1) In corrispondenza del movimento
di pronazione è necessario che il tennista non fermi l’attrezzo, nemmeno per
una frazione di secondo: un’eventuale
fase di arresto, se pur minima, comporterebbe una dispersione di energia
elastica che limiterebbe l’efficacia del
movimento di accelerazione.
2) L’inclinazione del piatto-corde
all’impatto è la naturale conseguenza
di un movimento biomeccanicamente corretto e pertanto non può essere
controllata volontariamente. Il tentativo di controllare coscientemente tale
azione, inevitabilmente, comporterebbe un rallentamento della fase di accelerazione e quindi un peggioramento
della prestazione.
Cosa fare: avambraccio in pronazione, la parte interna
guarda verso il
campo
Cosa non fare:
avambraccio
in supinazione,
la parte interna
guarda verso
il cielo
Antivibrazione:
utili o necessari?
Sono ovunque, sui telai dei ‘pro’ e sulle racchettine dei bimbi.
Alcuni non possono davvero farne a meno. Di ogni forma,
misura e colore, la loro utilità è davvero così chiara?
DI
MAURO SIMONCINI
L
a stragrande maggioranza dei
materiali e delle tecnologie
avanzate che le aziende applicano alle racchette da tennis va
in un’unica direzione: ridurre al minimo l’inevitabile dose di vibrazioni che
ad ogni colpo giunge al nostro braccio
- gomito - spalla. Il Kinetic di Pro Kennex o il Cortex System di Babolat, per
fare due esempi, puntano a rendere il
tennis (nello specifico ogni impatto con
la pallina) meno traumatico per gli arti
superiori dei praticanti. Che potrebbero rischiare con il passare del tempo
infiammazioni varie, tennis elbow (gomito del tennista) su tutte.
Ma i sistemi di smorzamento delle vibrazioni inseriti nel telaio per alcuni
non bastano. C’è chi (e sono molti)
non scende in campo se non ha alla
base del piatto corde il suo gommino
antivibrazioni, in molti casi un banale elastico annodato. Eppure sarebbe
un errore pensare che queste racchette all’avanguardia, profilate o sottili, midplus o oversize, agonistiche o
amatoriali, che pesano dai 250 ai 320
grammi possano modificare il proprio
comportamento “fisico” all’impatto
con la pallina solo grazie a leggerissimi e microscopici oggetti in gomma
piazzati sul piatto corde.
L’anti-vibrazione, o ferma corde, o
damper (smorzatore), o vibration dampener (riduci vibrazioni), o vibrakill o,
molto più comunemente “gommino”,
agisce soprattutto sul suono prodotto
dalle corde. Non è una novità, perché
quasi tutti hanno provato a battere una
mano sulle corde di una racchetta con
e senza gommino. Il rumore “con” è decisamente diverso: più sordo, ovattato;
in sostanza meno “invasivo”. Vengono
ridotte (non certo annullate) le vibrazioni all’impatto della pallina generate
dalle corde, dal cui suono sono elimi-
nate le frequenze più alte (500-600 Hz).
Ma l’energia contenuta nelle vibrazioni
delle corde è molto minore rispetto a
quella presente nelle vibrazioni del telaio (il peso della racchetta è circa venti
volte maggiore del peso delle corde;
300 grammi contro 15).
I mille volti
del… gommino
I “dampener” più diffusi hanno all’incirca la forma di un bottone e vanno
collocati esattamente tra le due corde
centrali verticali, sotto l’ultima delle
orizzontali (in basso); non si possono
posizionare all’interno del reticolo corde (tra le maglie per intenderci) per regolamento. I “bottoni” possono essere
forati a mo’ di ciambellina (i più classici) o pieni, rotondi ma anche quadrati.
Ce ne sono poi tutta una serie di altri
modelli più lunghi e stretti, come serpenti che avvolgono più corde. Quattro, sei o addirittura otto corde verticali coinvolte per attutire più vibrazioni
possibile. Come per racchette, corde,
scarpe e palline - e anche per altri accessori - le aziende si sono sbizzarrite
nella varianti e nelle fantasie degli antivibrazione, pensando ai più piccoli e a
chi usa con gelosia e scaramanzia sempre lo stesso (e non sono pochi).
“Smiley”, emoticon, tanto in voga nell’era di chat e social network, campi da
tennis stilizzati, fiamme incendiarie
per i colpi, simboli di pace, quadrifogli
portafortuna, limiti di velocità, pecorelle, pinguini, tori, una vasta gamma
di fiori, carte da gioco, dadi. E non potevano mancare gli eroi dei cartoni animati (come SpongeBob).
C’è chi sostiene che soprattutto quelli
più ingombranti - per quanto eliminino il suono “chitarroso” delle corde
- facciano perdere un pizzico di sensibilità. Molti professionisti non ne
usano affatto o tutt’al più si affidano
a quelli piccoli e leggeri: Djokovic per
esempio o Rafael Nadal, che a ogni
cambio telaio sposta sempre lo stesso
vibra-stop da una racchetta all’altra.
Roger Federer non ne fa uso, così come anche lo scozzese Murray. Andy
Roddick invece seguiva il più celebre
connazionale Andre Agassi, il primo a
lanciare una moda, non solo nell’abbigliamento tennistico ma anche in tema
di anti-vibrazione: un semplicissimo
elastico (spessore circa mezzo centimetro, lungo dai 6 a oltre 10) annodato attorno alle due (o anche quattro)
corde centrali verticali. Ognuno ha i
suoi gusti e in questo caso, quello del
“gommino”, li può assecondare senza
controindicazioni.
Occhiali e lenti:
vediamoci chiaro
Molti utilizzano montature classiche o specifiche. Meno frequente
in ambito amatoriale (per il momento) l’uso di lenti a contatto.
Ma anche questi possono influire sulle decisioni regolamentari...
E se invece gli occhiali
si rompessero?
Diverso è il caso, invece, in cui gli
occhiali si rompano oppure il caso
in cui le lenti a contatto indossate si sporchino. In una situazione
del genere il giocatore subisce una
oggettiva impossibilità a continuare a giocare e dunque la situazione
rientra nel caso di “equipment out
of adjustment” (equipaggiamento fuori uso) per il quale invece è
previsto un tempo ragionevole per
trovare una soluzione e continuare
a giocare. Tale situazione verrebbe
parificata dunque alla rottura di
parte dell’abbigliamento.
Niente sospensione,
ma per mettere le lenti...
La situazione
Come si procede?
Alfredo sta giocando una semifinale contro Roberto in un torneo
Open Nazionale.
Cominciamo col dire che ci sono ancora molti giocatori, soprattutto a
livello nazionale, che utilizzano gli
occhiali perché più comodi rispetto all’utilizzo delle lenti a contatto.
A livello generale, nel nostro caso
specifico, quella addotta da Roberto non può essere considerata una
valida ragione per procedere a una
sospensione della partita. Ragione
che, ricordiamolo, risiede nel fatto
che un giocatore, indossando degli
occhiali, possa avere problemi di visuale causati dalle gocce di pioggia
che cadano sugli stessi. Inoltre, non
può nemmeno essere concesso di
avere del tempo extra per effettuare
un eventuale cambio da occhiali a
lenti a contatto (o viceversa).
Che cosa succede?
Mentre siamo sul punteggio di 6-2
2-1 in favore di Alfredo, inizia una
leggerissima pioggia. Di quelle che
non arrecano nessun disturbo al
gioco. Roberto però, per giocare,
indossa un paio di occhiali e dunque la pioggia lo obbliga a fermarsi
qualche secondo alla fine di ogni
punto per asciugarsi le lenti dalle
gocce di pioggia. Dopo qualche minuto, il giocatore chiama il giudice arbitro e chiede di sospendere
la partita perché non è in grado di
vedere bene.
Quindi nel nostro caso, la partita
non potrà essere sospesa e il giudice arbitro non potrà acconsentire
alla richiesta del giocatore: inoltre
se il giocatore volesse cambiare
da occhiali a lenti, in questo caso,
non potrà essergli concesso neanche tempo extra per effettuare
il cambio. Gli si potrà solamente
consentire di essere aiutato dal fisioterapista per indossare le lenti
a contatto.
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