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LEZIONE N° 1 – AVV. CARLO RASIA 19.10.2013 Tizio acquistava da Caia, venditrice di elettrodomestici, un frigorifero Smeg 2 porte, no frost, classe A++ concordando con la stessa, dopo lo sconto del 10%, un prezzo di € 1.890,00. Al momento della consegna Tizio pagava quale acconto € 900 e concordava per il saldo la data di fine mese (il 31/3/13). Il 31/3/2013 Tizio si recava da Caia per ritirare il frigorifero e versare il saldo tramite assegno bancario intestato a Caia L’impiegato dell’amministrazione del negozio rifiutava l’assegno, affermando che il pagamento, come era prassi del negozio, a fronte di partite entro i € 1.000 euro, doveva essere effettuato in contanti. Solo a fronte del saldo, inoltre, il frigorifero poteva essere consegnato Ne nasceva un’accesa discussione tra Tizio e l’impiegata di Caia e il primo, seccato dal comportamento di quest’ultima, lasciava il negozio non eseguendo più il saldo. Dopo circa tre mesi, Tizio riceveva tramite lettera raccomandata una diffida da parte di Caia, la quale lo intimava al pagamento del saldo, oltre gli interessi in mora nel frattempo maturati dal 1/4/13. Tizio si recava quindi da un legale per chiedere consiglio sul da farsi. Assunte le vesti del legale di Tizio, il candidato rediga parere motivato. LEZIONE N° 1 – AVV. MASSIMO LEONE 19.10.2013 L’anziano, paralitico e oramai demente Tizio, infatuato della bella badante straniera Caia, decide di abbandonare l’arzilla moglie Tizia per scappare con il patrimonio accumulato nel corso della vita in una lussuosa casa di riposo –che immagina possa esistere- alle Seychelles. Tutto ciò ovviamente all’insaputa di Caia, donna dai solidi principi morali che –consapevole della grave patologia senile che affligge Tizio, conscia di esserne diventata l’ossessione e venuta a conoscenza del progetto del vecchietto- decide di licenziarsi, spiegandone le ragioni a Tizia. L’avida moglie del ricco demente, intravvedendo la possibilità di mettere le mani sul patrimonio del marito senza doverne attendere il decesso escogita allora un piano diabolico. Negli ultimi giorni di servizio di Caia, le nasconde un registratore in camera da letto e ne registra la voce mentre parla al telefono con un ‘amica nella sua lingua d’origine. Quando poi Caia, terminato il periodo di preavviso, si allontana definitivamente dal povero Tizio, questi –che non ne consce le ragioni- cade in una profonda disperazione. Ecco che la moglie racconta all’anziano coniuge inquietanti storie di spiriti che sono soliti rapire persone per poi liberarle dietro l’effettuazione di un congruo bonifico. Per convincere Tizio di essere in contatto con gli spiriti e di poter comunicare con Caia, la diabolica vecchietta fa sentire al marito la voce registrata della badante dopo aver nascosto in una tasca il registratore. Il vecchietto crede a tutto e si attiva per bonificare un’ingentissima somma su di un conto corrente indicatogli dalla moglie ed a lei intestato all’insaputa di Tizio. Ottenuti i denari Tizia parte senza indugio per trascorrere quindici giorni alle Seychelles, abbandonando il marito, paralitico e demente, in casa da solo. Tornata a casa, dopo aver rivenuto il cadavere di Tizio nel proprio letto (l’anziano è morto disidratato prima ancora che di crepacuore), temendo di dover subire conseguenze di natura penale decide di recarsi dai Carabinieri. Qui sporge una denuncia/querela contro Caia, sostenendo che questa le avrebbe garantito che avrebbe badato il marito nel periodo in cui si sarebbe recata in Africa per partecipare ad un viaggio programmato da tempo. Tace, ovviamente, sull’innamoramento di Tizio , sul licenziamento e sull’inganno, dichiarando al contempo che Tizio, lucidissimo fino alla partenza della moglie per le Seychelles, le aveva fatto un bonifico per anticiparle gran parte di quella che sarebbe stata l’eredità. La bella Caia viene quindi arrestata e solo dopo un po’ di tempo riesce ad essere creduta, scarcerata e prosciolta. Il candidato, assunte le vesti del difensore di Tizia, rediga un parere motivato circa i reati commessi dalla sua assistita. LEZIONE N° 2 – AVV. CARLO RASIA 26.10.2013 Su ordine di Tizio, Caio fornisce del materiale elettrico da installare nel proprio negozio. Tuttavia Caio, a fronte del mancato pagamento della fornitura, si vede costretto a richiedere decreto ingiuntivo al Tribunale di Ravenna per il pagamento della somma di € 50.000. Tizio a sua volta propone opposizione al decreto sostenendo che Caio non ha fornito prova dell’avvenuta consegna della merce né dell’ordine di acquisto della stessa. Costituitosi nel giudizio di opposizione, Caio chiede in via principale la conferma del decreto e, in via subordinata, la condanna di Tizio al pagamento della somma di € 50.000 a titolo di indennità per ingiustificato arricchimento ricevuto. Il Tribunale d Ravenna, in accoglimento dell’opposizione, revoca il decreto ingiuntivo, ritenendo non provato il rapporto giuridico sostanziale tra Tizio e Caio ed inammissibile la domanda proposta in via subordinata da Caio in quanto del tutto nuova rispetto alla richiesta per ingiunzione proposta. Caio si reca nuovamente dal suo legale per avere chiarimenti sul punto e per proporre eventualmente impugnazione. Assunte le vesti del legale, il candidato rediga l’atto ritenuto più opportuno. LEZIONE N° 2 – AVV. ROBERTO BRUZZI 26.10.2013 Tizio, che svolge attività di commercio nel settore delle auto usate, a seguito di una controversia insorta con Mevio, pure lui commerciante d’auto usate, per risolvere la questione si rivolgeva al fratello Caio ed al nipote Sempronio chiedendo loro di dirimere la questione. Caio e Sempronio si recavano pertanto presso l’attività commerciale di Mevio per chiedere spiegazioni; in tale circostanza, Mevio, che si affermava creditore del loro congiunto all’esito della compensazione di una serie di partite di dare avere, dichiarava di essere pronto a denunciare Tizio per tutte le auto di dubbia provenienza presenti nel suo parco macchine qualora non si fosse deciso a pagargli il dovuto, come sopra calcolato. A fronte di tale affermazione, Caio apostrofa Mevio dandogli del farabutto e riceveva la seguente risposta: “Sei un frocio come tuo fratello, che ti manda al suo posto perché non ha le palle”. Il figlio Sempronio perdeva quindi la testa e iniziava a colpire le auto presenti nella concessionaria con calci e pugni, inducendo in tal modo la reazione di Mevio che gli sferrava un fendente al volto. La successiva reazione di Caio cadeva nel vuoto per via dell’intervento di altre persone che sedavano l’alterco. Subito dopo, Caio e Sempronio si portavano al pronto soccorso ove a quest’ultimo veniva formulata una prognosi di 15 giorni. Caio, tuttavia, rimuginando nei giorni successivi sull’occorso, dietro accordo col fratello Tizio, si introduceva nottetempo nella concessionaria di Mevio, sita in periferia e lontana dal centro abitato, con l’intenzione di appiccare un incendio; senonché, mentre si accingeva a spargere il carburante sul pavimento, l’inaspettata presenza di una guardia giurata lo coglieva di sorpresa facendogli mutare proposito; dopodiché, accortosi che la guardia giurata stava uscendo dalla concessionaria, ma non resosi conto che essa vi faceva rientro dall’entrata posteriore per raggiungere l’impiegata di Mevio negli uffici che lo attendeva in abiti succinti per una seduta amorosa, portava a compimento l’originario piano causando la morte di entrambi durante l’amplesso. Il candidato, assunte le vesti del legale incaricato da caio, rediga un parere motivato sulla responsabilità penale ascrivibile allo stesso, al figlio Sempronio, al fratello Caio ed a Mevio. LEZIONE N° 3 – AVV. CARLO RASIA 09.11.2013 Caio è proprietario di un appartamento in via dei ciliegi a Bologna ove nel mese di dicembre 2012 sono iniziati lavori di ristrutturazione delle quattro facciate esterne dell’edificio stesso. Nonostante siano state montate le impalcature e i ponteggi esterni, sulla struttura non sono state montate luci esterne e misure di sicurezza a tutela dei singoli appartamenti. Nel mese di febbraio 2013 Caio subisce un furto di alcuni gioielli a causa di ignoti nell’appartamento di sua proprietà. A seguito di accertamenti in luogo da parte dei CC di Bologna, risulta che i ladri – peraltro rimasti ignoti - si sono introdotti dalla finestra arrampicandosi sull’impalcatura. Caio vuole agire anche in sede civile per ottenere il risarcimento dei danni causati dal furto e si reca dal proprio legale di fiducia per avere un parere sulla possibilità di proporre una domanda giudiziale di risarcimento danni. Il candidato assunte le vesti del legale di Caio, rediga parere motivato, evidenziando in particolare quale sia il legittimato passivo di tale domanda LEZIONE N° 3 – AVV. MASSIMO LEONE 09.11.2013 Il 17 febbraio 2011 il Tribunale di Alfa condannava, senza riconoscergli alcuna attenuante, Tizio per i delitti di cui agli artt. 81 cpv, 628, 582 e 594 c.p. alla pena di anni tre e mesi sei di reclusione ed €. 1.000,00 di multa perché, in esecuzione di un medesimo disegno criminoso, aveva costretto Caia -con violenza consistita nel torcerle un braccio, cagionandole lesioni giudicate guaribili in giorni 7- a consegnargli la somma di €. 150,00, avendola al contempo apostrofata con epiteti quali “maledetta puttana”. In Alfa il 29/5/2009. Il fatto aveva preso le mosse dall’intervento di una volante della polizia, sui viali della città, verso le 2:00 del mattino del 29/5/2009. I poliziotti avevano dovuto sedare una furibonda lite in atto tra una cittadina extracomunitaria ed un italiano. Ai poliziotti operanti, Caia –extracomunitaria, prostituta, priva di documenti, sedicente e senza fissa dimora- aveva riferito in un italiano assai stentato di essersi appartata con il cliente Tizio all’interno dell’autovettura di quest’ultimo, di aver consumato un rapporto sessuale mercenario e di essere stata regolarmente pagata. Aveva poi dichiarato che, terminato l’amplesso, aveva fumato una sigaretta assieme a Tizio all’esterno dell’autovettura quando questi, inspiegabilmente, aveva iniziato ad offenderla con gli epiteti indicati nel capo d’imputazione e, dopo averla afferrata per un braccio, l’aveva costretta a consegnargli la somma di €. 150,00 dei 300,00 che deteneva nella borsetta. La ragazza raccontava anche di aver urlato per chiamare aiuto, di aver notato qualche persona attorno a lei e di essere stata poi soccorsa dalla polizia. Tizio, scappato all’arrivo degli agenti, veniva successivamente identificato e denunciato a piede libero. Nel corso della stessa notte Caia, nella questura di Alfa, presentava una denuncia ribadendo quanto già dichiarato per strada e, veniva quindi assunta a sommarie informazioni testimoniali con l’ausilio di un interprete. Il giorno successivo veniva però espulsa, per ordine del Prefetto, dal territorio italiano in quanto non in regola con il permesso di soggiorno. Terminate le indagini, e dopo la notifica dell’avviso ex art. 415 bis c.p.p., il difensore di Tizio produceva le dichiarazioni difensive resegli da due persone che avevano affermato di aver udito l’imputato urlare: “adesso me li dai, ti denuncio, sei stata tu, maledetta puttana”. Contestualmente il difensore domandava l’interrogatorio del proprio assistito, ma il P.M., ritenuto superfluo l’incombente, domandava il rinvio a giudizio di Tizio. All’udienza preliminare il difensore si limitava a chiedere la pronuncia di sentenza di non luogo a procedere alla luce di quanto riferito dai due testimoni ed il GUP emetteva decreto di citazione a giudizio. Al dibattimento, in limine litis, la difesa di Tizio eccepiva la nullità della richiesta di rinvio a giudizio e di tutti gli atti successivi per omesso interrogatorio dell’allora indagato Tizio, ma il Tribunale respingeva l’eccezione. Nel corso dell’istruzione dibattimentale venivano acquisite, ex art. 512 c.p.p., la denuncia e le s.i.t. rese da Caia stante l’impossibilità di rintracciarla, venivano escussi i due testimoni che confermavano quanto già riferito al difensore e venivano uditi i poliziotti intervenuti la notte del fattaccio che ribadivano quanto appreso de visu et de auditu, non riferendo sulle dichiarazioni loro rese dalla denunciante e dall’imputato. Nel corso del suo esame Tizio ammetteva il rapporto sessuale mercenario aggiungendo che successivamente aveva fumato una sigaretta fuori dalla macchina assieme alla prostituta. Questa si era appoggiata alla sua vettura, nuova fiammante, e con la cintura con le borchie che indossava aveva provocato profondi graffi nella carrozzeria. L’imputato le aveva allora domandato di pagargli i danni, ma Caia si era rifiutata e, per spregio, gli aveva anche sputato in faccia. A quel punto, Tizio arrabbiatissimo, l’aveva afferrata per un braccio, stringendoglielo e l’aveva costretta a consegnargli 150,00 euro, somma che riteneva adeguata per provvedere alla riparazione della macchina. Poi era arrivata la polizia. Il Tribunale, alla luce della denuncia e delle dichiarazioni di Caia prodotte dal P.M., alla luce del certificato medico attestante ecchimosi sul braccio di Caia e delle testimonianze dei poliziotti, condannava Tizio per tutti i reati ascrittigli. Il candidato assunte le vesti del difensore dell’imputato, rediga l’atto di impugnazione più acconcio nel caso concreto. LEZIONE N° 4 – AVV. CARLO RASIA 16.11.2013 Tizio proprietario di un palazzo medievale di Bologna concede a Caia, cittadina cubana, l’utilizzo della mansarda quale contropartita dei servizi domestici resi presso la sua abitazione. Dopo circa vent’anni, Tizio decide di trasferirsi all’estero e quindi comunica a Caia di non aver più bisogno dei suoi servizi e le chiede di lasciare la mansarda. Caia tuttavia si rifiuta. Tizio, allora, decide di citare in giudizio Caia per ottenere il rilascio dell’immobile, fornendo a tal fine prova del venir meno del titolo in virtù del quale Caia occupava l’appartamento, ossia lo svolgimento dei servizi domestici. Caia si oppone di aver ormai usucapito la proprietà dell’immobile. Il Tribunale di Bologna accoglie la richiesta di Tizio e condanna Caia al rilascio dell’immobile. Caia decide di proporre appello, ritenendo che il giudice di primo grado ha errato laddove aveva accolto la richiesta di Tizio senza che quest’ultimo avesse fornito alcuna prova della sussistenza del suo diritto di proprietà per contestare l’eccezione di usucapione da lei sollevata. Tizio allora si reca da un nuovo legale per avere chiarimenti sulla fondatezza della pretesa avanzata da Caia, illustrandogli le questioni nei termini di cui sopra e gli conferiva mandato alle liti. Il candidato, assunte le vesti del nuovo legale, rediga l’atto ritenuto più opportuno. LEZIONE N° 4 – AVV. ROBERTO BRUZZI 16.11.2013 Mevia e Sempronia, anziane sorelle, entrambe zitelle e conviventi, entrambe su sedia a rotelle ed entrambe accudite dalla medesima fida badante, Irina, decidevano di far amministrare i loro risparmi di una vita dalla nipote Caia, con loro convivente, direttrice di una filiale bancaria, cointestataria unitamente alle zie di alcuni conti correnti bancari, e comunque amministratrice, su delega delle zie, del loro intero patrimonio finanziario. Caia, contravvenendo agli accordi presi con le anziane zie, investiva parte del loro danaro in operazioni finanziarie che non andavano a buon fine, e perdeva il rimanente al casinò. Per evitare di insospettire le zie, Caia formava delle contabili bancarie false che, di tanto in tanto, esibiva loro rassicurandole sui loro risparmi e sugli investimenti concordati. Fino a quando, verso Pasqua, dopo aver scoperto di essere stata smascherata dalla badante delle zie, Caia prometteva una somma di danaro in cambio del silenzio ad Irina, che accettava. Caia, infatti, sapendo del profondo stato di depressione in cui erano cadute le zie da qualche tempo, più che temere una denuncia, voleva evitare che le zie, venendo a conoscenza di come aveva gestito i loro risparmi, potessero togliersi la vita dal dispiacere e dalla delusione. Poco tempo dopo, tuttavia, Mevia scopriva di non esser stata la sola ad approfittarsi delle povere zie; accertava, infatti, che la fida badante Irina, da anni, si faceva rimborsare dalle zie spese mai sostenute per loro conto ovvero sostenute in misura sensibilmente inferiore, presentando una rendicontazione scritta a mano e senza mai esibire ricevute o scontrini fiscali. Quel giorno, dopo pranzo, mentre le zie riposavano nella loro appartata stanza da letto, in giardino, alla presenza del giardiniere e dell’infermiera, Caia ed Irina avevano un’accesa discussione nel corso della quale si insultavano reciprocamente rinfacciandosi l’un l’altra le malefatte commesse. Irina, insultava anche le zie, dicendo che meritavano una nipote ladra come Mevia avendo rubato loro tutta la vita quando incassavano in nero gran parte del prezzo di vendita dei numerosi immobili che la loro impresa edile aveva costruito. La sera, Irina, temendo che Caia potesse raccontar tutto alle zie, si recava nella loro stanza e riferiva loro dei raggiri di cui s’era resa protagonista la nipote Caia, confidando nel fatto che quella spiata potesse indurle a gesti estremi; infatti, diversamente dal solito, anziché preparar loro la consueta dose di sonnifero nella camomilla, appoggiava sul comodino il recipiente che conteneva la bevanda, oltre che la confezione dei sonniferi. La mattina seguente le zie venivano trasportate all’ospedale a causa dell’ingestione di un quantitativo abnorme di sonniferi, che risultava letale. Irina, per allontanare da se’ ogni sospetto, si recava alla polizia ove denunciava Caia per tutti i reati commessi in danno alle zie, oltre che per aver, al fine di conseguire l’impunità da tali reati, consegnato alle zie i sonniferi - risultati letali nel quantitativo assunto -, consapevole del loro stato di depressione. Caia, dal canto suo, si precipitava dai carabinieri a querelare la badante per tutti i fatti sopra esposti. Il candidato, assunte le vesti del legale di Caia, rediga parere motivato sulle responsabilità penali di Caia ed Irina. LEZIONE N° 5 – AVV. CARLO RASIA 23.11.2013 I fratelli consaguinei Sempronio e Mevio sono gli unici eredi del patrimonio del defunto padre Caio, costituito da una villa in città, una villa in campagna e un terreno in montagna. Non trovando un accordo con il fratello sulla ripartizione di tali beni, Sempronio cita in giudizio Mevio per ottenere lo scioglimento della comunione, ma nelle more del giudizio, a causa di una disgrazia familiare, decideva di vendere a Filano la villa di campagna in cui abitava da anni trasferendone immediatamente il possesso al nuovo acquirente. Mevio non avendo ricevuto dal fratello alcuna preventiva comunicazione in merito alla vendita ed addolorato dell’alienazione essendo molto affezionato a quell’immobile nel quale viveva con la madre recentemente scomparsa, si rivolge ad un legale per sapere se può riottenere l’immobile nei confronti di Filano, evitando così che quest’ultimo si intrometta nella comunione ereditaria. Il candidato, assunte le vesti del legale di Mevio, rediga parere motivato. LEZIONE N° 5 – AVV. MASSIMO LEONE 23.11.2013 Per allenarsi alle imminenti gare scolastiche di tiro con l’arco, il diciassettenne Tizio, su suggerimento ed assieme all’amico coetaneo Caio, si reca in motorino in un bosco isolato, dove non passa quasi mai nessuno, per scagliare frecce contro un bersaglio mobile portato da casa. Dopo diversi tentativi con ottimi risultati, Caio suggerisce all’amico di allontanare il bersaglio di altri 50 metri per vedere se fosse stato possibile fare centro lo stesso. Tizio lancia quindi il dardo che, però, non colpisce il bersaglio ma va a conficcarsi nel braccio di Sempronio, ignaro fungaiolo che stava passeggiando nel bosco. Nonostante la modestia della ferita riportata dal malcapitato, questi per la paura sviene e quando i ragazzi gli si avvicinano, notando la camicia inzuppata di sangue e vedendo Sempronio perivo di coscienza, pensano che sia morto. Terrorizzati, e non sapendo come muoversi, telefonano all’amico, maggiorenne, Mevio chiedendogli di raggiungerli per aiutarli. Mevio, accorso sul posto non è però in grado di escogitare alcuna idea per salvare gli amici e Tizio suggerisce a Caio di eliminare ogni traccia dell’accaduto. I due, sempre alla presenza dell’amico Mevio, scelgono di bruciare, in una zona del bosco diversa dal luogo in cui si è verificato il ferimento, l’arco, le frecce ed il bersaglio utilizzato da Tizio. Dopo aver cosparso gli oggetti con la benzina prelevata dal motorino di Tizio, appiccano il fuoco, ma a causa del fogliame si propaga, velocissimo, un incendio di grandi dimensioni. Nel frattempo il fungaiolo si è ripreso dallo spavento e dal graffio ed è tornato a casa. Per scappare dalle fiamme che stanno per divorarli, i tre birbantelli salgono su una macchina lasciata aperta con le chiavi inserite e, dopo che Mevio, l’unico maggiorenne capace di guidare, ha messo in moto scappano a tutta velocità. Dopo qualche centinaio di metri si avvedono però che all’interno della vettura si trova un neonato che dorme placidamente nel proprio seggiolino. Scelgono quindi di abbandonare macchina e bambino in una strada affollata e continuano la propria fuga a piedi. Due vigili urbani, accortisi che l’autovettura viene abbandonata in mezzo alla strada, in spregio a quanto sancito dal codice della strada, intimano invano ai tre ragazzi di fermarsi, ma questi riescono a fuggire a piedi. Il candidato assunte le vesti del difensore dei tre ragazzi, rediga un parere motivato circa le responsabilità penali degli stessi. LEZIONE N° 6 – AVV. CARLO RASIA 30.11.2013 Tizietto, mentre stava percorrendo una strada del comune di Imola con il suo ciclomotore, cadeva in una grossa buca, non segnalata e dovuta a dei lavori in corso sul manto stradale, riportando serie lesioni personali e danni al ciclomotore. Tizietto, pertanto chiedeva al comune di Imola il risarcimento di tutti i danni subiti, ritenendolo responsabile per non aver segnalato la presenza della buca, dovuta a lavori eseguiti dalla stessa amministrazione comunale. Il comune di Imola, dal canto suo, riteneva di non dover rispondere dei danni subiti da Tizietto poiché la strada era in evidente stato di dissesto e con un po’ di attenzione nel caso di specie l’utente avrebbe visto ed evitato la buca. Tizietto, di fronte al rifiuto del Comune di provvedere al risarcimento nei suoi riguardi, decide di rivolgersi ad un legale. Il candidato, assunte le vesti del legale di Tizietto, rediga parere motivato. LEZIONE N° 6 – AVV. ROBERTO BRUZZI 30.11.2013 Il Gip del tribunale di Alfa, provvedendo sull’istanza cautelare avanzata dal PM, disponeva la custodia cautelare carceraria nei confronti di Mevia per i reati p. e p. dagli artt. 110, 640 ter c.p., commi 1 e 2 in relazione al comma 2, n. 1 dell’art. 640 c.p., 718 c.p., tutti aggravati dalla finalità di agevolare l’attività di un’associazione di stampo mafioso, per aver, in concorso con gli altri indagati, tra cui il di lei fidanzato Caio, dopo che questi era stato arrestato per estorsione, gestito due bische clandestine denominate “Spirit 1” e “Spirit 2” alterando, mediante un telecomando, il sistema informatico e telematico di tre slot machines ivi installate, che venivano trasformate in apparecchi a rulli virtuali proibiti e, per l’effetto, si procuravano un profitto con altrui danno per i giocatori, inconsapevoli che la modifica apportata comportasse prevalentemente la perdita; con l’aggravante di aver commesso il fatto in danno dello stato e con l’ulteriore aggravante del fine di agevolare il clan dei casalesi. Tre anni prima, nell’ambito di un separato procedimento penale, Mevia, dopo aver patito dodici mesi di custodia cautelare carceraria, veniva condannata dal tribunale di Alfa alla pena di anni 1 mesi 4 di reclusione, pena sospesa, per aver, in concorso con altri, corrotto le guardie penitenziarie dell’istituto ove era custodito il di lei fidanzato Caio onde consentirgli di impartire tramite pizzini le direttive per la gestione delle bische clandestine denominate “Spirit 1” e “Spirit 2”, il tutto al fine di agevolare l’attività del clan dei casalesi. La citata attività di corruzione reiterata per cui Mevia era stata condannata veniva richiamata nel più recente provvedimento cautelare a suo carico, ed ivi indicata come teleologicamente connessa alle frodi informatiche solo ora contestatele; essa, d’altra parte, risultava essere iniziata e cessata contestualmente alle frodi informatiche; delle quali, per il vero, esistevano già ampi indizi a carico di Mevia negli atti trasmessi a suo tempo dal PM al Gip con la richiesta cautelare nei suoi confronti per il reato di corruzione. Il candidato, assunte le vesti del legale di Mevia, rediga l’atto di impugnazione avverso l’ordinanza applicativa della seconda misura cautelare disposta nei suoi confronti. PARERE N° 1 DA SVOLGERE A CASA E DA CONSEGNARE IL 26.10.2013 AVV. CARLO RASIA Caio, operaio metallurgico cassaintegrato, acquistava una cucina presso il mobilificio Tizio di Forlì per la somma di € 5.000, dietro permuta della vecchia cucina stimata in € 300. Al momento dell’acquisto veniva sottoscritto un finanziamento con Sempronia, indicata dalla stesso Tizio, per la somma di € 4.000 e veniva fissata per il 28/2/2013 la data di consegna della stessa. Sempronia, a mezzo lettera, accordava il finanziamento e Caio iniziava già dal mese di marzo 2013 a pagare le rate mensili di € 300. Alla scadenza del termine concordato per la consegna della cucina, Tizio non consegnava il bene e Caio, insospettitosi, veniva a sapere che Tizio era in forte sofferenza finanziaria e stava già subendo diversi pignoramenti per mancato pagamento dei fornitori. Ciononostante a giugno 2013, Caio continuava a versare le rate alla finanziaria Sempronia. Nessuna spiegazione veniva data dalla rivendita Tizio, che peraltro negli ultimi giorni aveva staccato il telefono e le saracinesche del negozio risultavano sempre abbassate. Alcuni conoscenti comuni dicevano che il legale rappresentante di Tizio era partito da qualche settimana per Santo Domingo. Caio si recava quindi da un legale per chiedere consiglio sul da farsi. Assunte le vesti del legale di Caio, il candidato rediga parere motivato. PARERE N° 2 DA SVOLGERE A CASA E DA CONSEGNARE IL 09.11.2013 AVV. MASSIMO LEONE Tizio, rimasto senza lavoro e dovendo continuare a mantenere il figlioletto e la giovane moglie invalida, domanda alla ricchissima suocera Caia di aiutarlo concedendogli un prestito. L’insensibile e spregevole suocera, affetta da un’avarizia al limite del patologico, gli nega però ogni tipo di aiuto e Tizio decide quindi di ucciderla. La morte di Caia avrebbe infatti permesso alla moglie di ereditare un considerevole patrimonio che avrebbe garantito tanto a Tizio quanto alla sua famiglia una vita agiata. Più che deciso a compiere il suo proposito criminoso, Tizio si reca allora in un bar malfamato e, avvicinato un brutto ceffo, riesce a trattare e comprare una pistola di provenienza furtiva con cui far fuori l’avida vecchietta. Resosi però conto dell’incapacità di compiere in prima persona l’insano gesto, Tizio torna nel bar malfamato deciso ad ingaggiare un killer. Individuato in un biondino con l’orecchino ed una faccia poco raccomandabile il tipo adatto, Tizio, senza tante parole, gli domanda se conosce qualcuno disposto ad uccidere sua suocera dietro corresponsione di una bella sommetta. Il maresciallo Sempronio, piacevolmente sorpreso dall’efficacia del proprio travestimento (l’orecchino ed i capelli ossigenati avrebbero dovuto attirare spacciatori o malviventi in generale, ma non pensava che avrebbero addirittura attirato un assassino!) è però l’uomo cui malauguratamente si è rivolto il povero Tizio per eliminare la suocera. Sempronio, in servizio di perlustrazione, immaginando il grande colpo ed augurandosi grazie a questo di ottenere uno scatto di carriera, si dimostra interessato all’affare domandando particolari a Tizio. Il povero disoccupato, certo di essersi imbattuto in un killer professionista, si confida con il maresciallo, raccontandogli il proprio desiderio omicidiario e chiedendogli pertanto di aiutarlo. Sempronio, calatosi nei panni del sicario, domanda allora a Tizio 5.000,00 euro di acconto e 10.000,00 euro come saldo per eseguire il lavoretto, specificando che il saldo dovrà essere versato subito dopo il funerale della suocera. Contestualmente invita Tizio a non “impicciarsi” delle questioni pratiche, poiché ogni modalità operativa (come, dove e quando uccidere) sarebbe stata decisa in prima persona dallo stesso Sempronio. Pregustandosi anche un piccolo guadagno personale, il maresciallo Sempronio domanda l’ulteriore somma di 500,00 euro per l’acquisto di una pistola “nuova”, ma Tizio, in gravi difficoltà economiche, si offre di reperire personalmente l’arma. I due si incontrano quindi, dopo un settimana e previo appuntamento, in un parco pubblico. In quella sede Tizio consegna a Sempronio il denaro pattuito, la pistola che aveva in precedenza acquistato, l’indirizzo di casa della suocera ed una fotografia della stessa, raccomandandosi di eseguire il lavoro senza indugio. In quel momento Sempronio si qualifica, arresta Tizio e redige un verbale di arresto ed una relazione di servizio in cui dà atto di quanto è avvenuto. Negli atti a sua firma tace del tutto il particolare della consegna della pistola. Il maresciallo, infatti, ha pensato di poter trattenere l’arma per rivenderla al mercato nero. Tutto ciò nella pressoché totale certezza che nessuno avrebbe mai creduto alla versione di Tizio (assassino mancato per poco) circa la consegna della pistola dal momento che egli (Carabiniere), l’avrebbe smentita. Il candidato assunte le vesti del difensore di Tizio, rediga un parere motivato circa le responsabilità penali del suo assistito e del maresciallo Sempronio. PARERE N° 3 DA SVOLGERE A CASA E DA CONSEGNARE IL 16.11.2013 AVV. CARLO RASIA Tizio e Caia, genitori del piccolo Caietto nato con parto naturale nell’ospedale S. Orsola di Bologna, arrabbiati di quanto accaduto al loro figlio decidono di agire nei confronti del nosocomio e del dott. Sempronio. Infatti, a causa di un ritardo nella diagnosi di sofferenza fetale, il bambino, nato asfittico, aveva riportato gravi lesioni cerebrali. I genitori si recavano quindi dal loro legale di fiducia per sapere se e in che termini agire. Il candidato, assunte le vesti del legale di Tizio e Caia, rediga parere motivato soffermandosi sulla questione della natura della responsabilità medica anche alla luce dei più recenti interventi normativi. PARERE N° 4 DA SVOLGERE A CASA E DA CONSEGNARE IL 23.11.2013 AVV. ROBERTO BRUZZI Caio, anziano principe del foro radiato dall’ordine forense di appartenenza per una imperdonabile leggerezza di fine carriera, sprofonda nella solitudine, cade in miseria e diviene dedito al consumo di superalcolici. Un giorno, mentre si trova a bere un aperitivo al bar, incontra Tizio, un vecchio conoscente ignaro della sua radiazione, che inizia a parlargli di una vicenda contorta quanto grave. Caio, intuita la possibilità di farci dei soldi con cui sbarcare il lunario, lo invita a seguirlo nel suo studio, ove oramai vive e non esercita più da quando è stato radiato. Qui giunti, Caio invita Tizio ad esporgli più dettagliatamente i fatti, precisando di essere disponibile per una sola consulenza. Tizio inizia a raccontare di una donna straniera, Svetlana, conosciuta di recente nello stesso bar, dedita al meretricio, con cui aveva imbastito una relazione sessuale, la quale gli aveva raccontato che, per regolarizzare la propria posizione di soggiorno, aveva denunciato falsamente per violenza sessuale Sempronio, un anziano signore, suo abituale cliente, onde ottenere un permesso di soggiorno per motivi di protezione sociale, che tuttavia non le era ancora stato rilasciato. Caio, abbandonato ogni scrupolo anche grazie all’alcool, mentendo, riferisce a Tizio di conoscere bene il funzionario responsabile dell’ufficio immigrazione e si fa promettere dal conoscente Caio la consegna di una consistente somma di danaro in contanti con cui potrà acquistare i servigi del funzionario e far avere all’amica ciò che desidera. Tizio, poi, su indicazioni di Caio, accompagnava l’amica dall’Avv. Mevio, che veniva da costei incaricato della sua assistenza legale nel procedimento penale scaturito dalla sua denuncia. Dopo pochi giorni, Mevio convocava presso il suo studio Tizio e Svetlana a cui raccontava che, per pudore, non aveva detto loro di essere un amico fraterno del presidente del collegio che avrebbe dovuto giudicare il vecchietto da lei denunciato per violenza sessuale, lasciando intendere che, dietro compenso, avrebbe potuto procurarsi il favore dell’amico magistrato e, così, evitarle di essere smascherata e denunciata per calunnia. Tizio, dopo aver precedentemente pagato a Caio e Mevio quanto pattuito, dopo aver appreso da Svetlana che Sempronio era stato condannato, e dopo che la sua amante lo aveva lasciato per Mevio, in preda ad una folle gelosia si introduceva nello studio di quest’ultimo e scopriva che Caio, Mevio, Svetlana e Sempronio avevano ordito un terribile piano in suo danno, facendogli credere, contrariamente al vero, che Svetlana era priva di permesso di soggiorno, che la stessa aveva denunciato Sempronio, infine che a carico di questi fosse stato celebrato un processo, finito con la sua condanna, a seguito della denuncia di Svetlana. Il candidato, assunte le vesti di tizio, rediga parere motivato sulle responsabilità penali dello stesso, di Caio, di Mevio, e di tutti gli altri. LEZIONE N° 1 – AVV. DANIELE CALCATERRA 12.10.2013 Tizia muore in un incidente stradale, la cui esclusiva responsabilità è da ricondurre in capo a Caio. Mevia, nipote di Tizia, si rivolge quindi a Caio chiedendogli il risarcimento di tutti i danni, patrimoniali e non, conseguenti all’evento, esponendo in particolare di essere molto legata affettivamente alla nonna, tanto da considerarla quasi come una seconda madre, dalla quale riceveva inoltre frequenti elargizioni di denaro e un aiuto nelle faccende domestiche, essendo abitudine infatti della nonna quella di recarsi tutte le mattine a casa della nipote per aiutarla in tal senso. Caio si rivolge a un legale per avere chiarimenti al riguardo. Il candidato, assunte le vesti del legale di Caio, esponga le problematiche sottese alla vicenda. LEZIONE N° 1 – AVV. GIULIANO VALER 12.10.2013 Mevia, cliente abituale della farmacia Salutis, di cui era titolare la sorella di Tizio, in un'occasione era stata servita proprio da costui. Questi si era qualificato medico ginecologo e collega del ginecologo di Mevia. Successivamente la donna aveva concordato con Tizio una visita medica che si sarebbe svolta all'interno della farmacia in un giorno festivo. All'appuntamento con Tizio la Mevia si era fatta accompagnare da un'amica, Antonia, e Tizio aveva sottoposto entrambe ad una presunta visita ginecologica – effettuata all’apparenza con estrema professionalità - con ispezione manuale, priva di idoneo guanto in lattice della vagina e palpeggiamento dei seni. Lo stesso Tizio, poi, in successive conversazioni telefoniche, riferiva alle donne chiamate di essere al corrente degli accertamenti medici da queste effettuati o in procinto di effettuare e, rappresentate situazioni di urgenza o di opportunità, le sollecitava a compiere su se stesse atti di autopalpazione giustificati da finalità mediche oppure a fotografare la loro zona genitale e trasmettere con urgenza l'esito via e-mail al proprio indirizzo. Insospettita, Antonia aveva riferito l'accaduto alla signora presso la quale prestava servizio, Caia, pur ribadendo che nel corso della visita medica Tizio non aveva mostrato alcun segno di eccitazione sessuale, né la visita medica sarebbe stata caratterizzata da toccamenti lascivi o libidinosi Quest'ultima le aveva detto che Tizio non solo non era ginecologo, ma neppure farmacista. Tale notizia le veniva poi confermata anche dal suo medico curante. Entrambe le donne, sporgono denuncia a distanza di sette mesi dal fatto Appresa la notizia Tizio si rivolge ad un legale. Il candidato, assunte le vesti dell’avvocato di Tizio rediga motivato parere illustrando le problematiche sottese alla fattispecie. LEZIONE N° 2 – AVV. DANIELE CALCATERRA 19.10.2013 Caio si rivolge a un legale riferendogli di avere venduto, nel 2000, a Tizio, un quadro d’autore di recente rivelatosi falso e di essere stato immediatamente dopo diffidato da Tizio a restituirgli il prezzo pagato, pena la notifica di un atto di citazione con il quale si sarebbe chiesto, in particolare, l’accertamento della nullità del contratto per illiceità dell’oggetto. Il candidato, assunte le vesti del legale di Caio, esponga le problematiche sottese al caso di specie, soffermandosi sugli istituti coinvolti. LEZIONE N° 2 – AVV. GIULIANO VALER 19.10.2013 Tizio, conosce Caia nel corso di una crociera. In particolare, la storia tra i due nasce su una nave, dove lui svolge il lavoro di ufficiale addetto alle comunicazioni radio; al termine della relazione, però, l'uomo continua a molestare la ragazza, tramite posta elettronica, inviandole con cadenza giornaliera diverse mail d’amore, anche dal contenuto piuttosto pesante e di invito a ritornare insieme, nonostante fosse chiaro che Caia non avrebbe più gradito alcun contatto con lo stesso. Caia esausta del comportamento di Tizio sporge denuncia. A seguito del giudizio di primo grado Tizio viene condannato a tre mesi di arresto e a risarcire a Caia 2.500,00 euro per il reato di molestie. Ritenendo ingiusta la sentenza Tizio si rivolge ad un legale per officiarlo della sua difesa in appello. Il candidato assunte le vesti del legale di Tizio, rediga l’atto ritenuto più opportuno evidenziando le problematiche sottese alla fattispecie in esame. LEZIONE N° 3 – AVV. DANIELE CALCATERRA 26.10.2013 Tizia, rivolgendosi al suo legale di fiducia, espone quanto segue. Precisa anzitutto di essere la vedova di Caio, morto di recente, e di essere sua erede, unitamente ai loro figli Sempronio e Mevio, ab intestato, non avendo Caio lasciato testamento. Espone, in secondo luogo, che l’eredità è composta, oltre che da rilevanti somme di denaro, da diversi immobili e che uno di questi era adibito a residenza familiare. Sulla base di quanto esposto, chiede di sapere in che misura abbia diritto di concorrere alla successione del defunto marito e, in particolare, se e come debba essere tenuto in considerazione il fatto che uno degli immobili era adibito a residenza familiare. Il candidato, assunte le vesti del legale di Tizia, esprima parere motivato al riguardo. LEZIONE N° 3 – AVV. GIULIANO VALER 26.10.2013 Tizio, all’età di 16 anni venne investito da un’autovettura in seguito al quale furono corrisposti € 10.000 euro a titolo di risarcimento danni; tuttavia, quella somma non venne mai stata messa concretamente a sua disposizione dalla vedova madre Caia, che pure ha provveduto a mantenere Tizio, nel corso degli studi. Divenuto maggiorenne, dopo aver infruttuosamente reclamato in un primo momento l’intera cifra, pretese una cifra inferiore (€ 2.000) usando però violenza sulle suppellettili di casa (ad es. rovesciando il tavolo da cucina e prendendo a calci la libreria del salotto) e minacciando che, al rientro in casa di Sempronio, secondo marito di Caia, lo avrebbe ucciso con un coltellaccio da cucina. Al rientro dall’abitazione Sempronio, vendendo quanto accaduto, chiama immediatamente i Carabinieri che invitano Tizio ad allontanarsi. Caia e Sempronio, pur a malincuore, querelano Tizio, il quale venuto a sapere della iniziativa della madre e del di lei marito si rivolge ad un legale. Il candidato, assunte le vesti del legale, premessi brevi cenni in relazione al principio di tassatività ed al divieto di analogia, rediga motivato parere, illustrando le problematiche sottese alla fattispecie. LEZIONE N° 4 – AVV. DANIELE CALCATERRA 09.11.2013 La società Alfa si rivolge al proprio legale riferendogli di essere stata citata in giudizio dalla società Beta che le intima il pagamento di due fatture, una del 2012 e una del 2013. Alfa ammette di non avere in effetti pagato le dette fatture ma precisa, in un punto di fatto, quanto segue. Anzitutto riferisce di avere stipulato con Beta all’inizio del 2011 un contratto triennale di assistenza informatica software e hardware, in forza del quale Beta si era impegnata a fornirle detta assistenza in relazione al complesso alberghiero di recente costruzione di Alfa, il tutto a fronte del pagamento di un prezzo di € 100.000,00 all’anno. Riferisce però che per motivi estranei alla sua volontà (da rinvenire essenzialmente nel fatto che nel 2011 l’immobile in discorso era risultato affetto da gravi vizi costruttivi, tanto che le Autorità competenti avevano revocato i permessi autorizzativi all’attività alberghiera e ne avevano imposto nel corso dello stesso anno la cessazione immediata; fatti per i quali Alfa aveva convenuto l’impresa costruttrice, in un giudizio ancora in corso) non aveva potuto esercitare l’attività alberghiera e quindi non aveva potuto ricevere la prestazione di Beta, che pure si era dichiarata pronta ad adempiere. Per questi motivi, Alfa, pur avendo corrisposto a Beta l’intero prezzo convenuto per l’anno 2011, nonostante la fruizione soltanto parziale dell’assistenza concordata, ritiene di non essere tenuta a corrispondere a Beta il prezzo convenuto per gli anni 2012 e 2013, non avendo avuto nei fatti la possibilità di ricevere la prestazione. Riferisce, infine, di avere cercato di risolvere bonariamente la vicenda proponendo a Beta di sospendere il contratto di assistenza informatica, in attesa di poter riprendere con l’attività alberghiera, ciò che sarebbe avvenuto entro un paio d’anni e offrendo di pagare per tale sospensione la somma forfettaria di € 20.000,00 ma di avere ricevuto un netto rifiuto da parte di Beta che pretendeva invece l’integrale pagamento delle due annualità residue. Il candidato , assunte le vesti del legale di Alfa, rediga l’atto giudiziario ritenuto più opportuno per tutelare le ragioni della sua assistita. LEZIONE N°4 – AVV. GIULIANO VALER 09.11.2013 A Tizia è stata contestata la violazione continuata dell'art. 571 cod. pen. c.p. perché instaurava un clima di disagio e paura in alcuni dei minori a lei affidati e di preoccupazione e sfiducia nei suoi confronti da parte dei loro genitori, tenendo un atteggiamento non consono al suo ruolo di educatrice presso l'asilo nido, ponendo in essere condotte invadenti dell'intimità dei bambini, quali il baciarli sulle labbra, come nel caso del minore Meviolino e abbracciarli con intensità anche quando questi manifestavano reazioni di imbarazzo, a volte atteggiamenti aggressivi, urlando ai bambini di stare zitti, a volte ancora atteggiamenti di esibizionismo quali il ballare con le scarpe sui tavoli, dove i bambini dovevano consumare il pasto dopo che erano stati puliti e preparati dagli inservienti, o il muoversi in modo provocante e lezioso davanti agli occhi dei bambini e dei loro genitori. Il Tribunale di Milano, con sentenza 4 giugno 2013 ha dichiarato Tizia colpevole del reato di cui agli artt. 81 capoverso e 571 cod. pen., condannandola alla pena di due mesi due di reclusione e al risarcimento del danno parti civili. Le accuse secondo il Tribunale hanno trovato conferma nelle dichiarazioni dei genitori di Meviolino, del padre di Caligoletto, della mamma di Antonino, e della teste Caia, supplente giornaliera. Per la sentenza tale quadro probatorio ha consentito di ritenere che l'imputata, almeno nei confronti dei tre bambini indicati, "quando li accoglieva", li baciava sulla bocca e li stringeva a sé in modo eccessivo, anche in presenza dei genitori. Questo comportamento, prolungato nel tempo, è stato dal Tribunale ritenuto un eccesso sanzionabile ex art. 571 c.p., perché avrebbe messo in pericolo l'equilibrio dei bambini e l'armonico sviluppo della loro personalità: i fatti, giustificati come manifestazione di affetto, costituirebbero quindi una condotta inappropriata ed abusante nei confronti dei minori, ai quali l'educatrice avrebbe imposto un comportamento di eccessiva affettività, incurante della gradualità necessaria nei loro rapporti. Il Tribunale ha pure precisato che, pur non risultando provato che la Tizia si sia spinta ad introdurre la lingua nella bocca dei bambini, "il bacio sulla bocca e l'abbraccio con intensità" fanno trasformare l'uso di un mezzo legittimo (il bacio) finalizzato a facilitare il rapporto educativo con bambini in tenera età, in illecito abuso (bacio sulla bocca), non rispettoso della serena crescita dei bambini, della cui sfera intima costituisce un'indebita invasione, potenzialmente dannosa e idonea a determinare il pericolo di una malattia fisica o psichica, intesa come conseguenza rilevante sulla salute psichica del soggetto passivo. a) La sentenza condannava altresì Tizio al risarcimento del danno in favore delle parte civili costituite. Ritenendo ingiusta la sentenza Tizia si rivolge ad un legale per officiarlo della sua difesa in appello. Il candidato assunte le vesti del legale di Tizia, rediga l’atto ritenuto più opportuno evidenziando le problematiche sottese alla fattispecie in esame. LEZIONE N° 5 – AVV. DANIELE CALCATERRA 16.11.2013 Tizio e Caia intendono convenire in giudizio la provincia Beta, per avere quest’ultima installato, nella strada prospiciente al loro abitazione, un dosso artificiale; momento da quale si erano registrati, soprattutto al passaggio di mezzi pesanti, forti rumori oltre i limiti consentiti e anche nelle ore notturne, tali da provocare un continuo stress in capo a Tizio e Caia.. Lamenta infatti Tizio che quanto descritto gli provocherebbe una situazione di persistente disagio, tale da impedirgli di vivere serenamente. La situazione sarebbe ancora più grave per Caia che sarebbe caduta, a causa di ciò, in uno stato depressivo. Tizio e Caia intendono ottenere pertanto la rimozione del dosso artificiale e il risarcimento dei danni patititi, motivo per il quale si rivolgono ad un legale. Il candidato , assunte le vesti del legale di Tizio e Caia, rediga l’atto ritenuto più opportuno. LEZIONE N°5 – AVV. GIULIANO VALER 16.11.2013 Tizia, utilizzando il nick Caiasex, divulga sulla “chat” telematica “Incontri romani”, senza tuttavia creare alcun profilo, il numero di utenza cellulare di Caia, sua ex datrice di lavoro con la quale aveva in corso una pendenza giudiziaria di natura civilistica, che, di conseguenza, aveva ricevuto, anche in ore notturne, molteplici chiamate e messaggi (SMS) provenienti da vari utenti della “chat” interessati ad incontri ovvero a conversazioni di tipo erotico, alcuni dei quali l’avevano apostrofata con parole offensive, come “troia” e simili, ovvero le avevano inviato mms con allegate immagini pornografiche, di cui era stata possibile solo una parziale identificazione. Caia, dopo l’ennesimo contatto, infastidita, propone querela contro ignoti, confidando la circostanza anche a Tizia, che preoccupata si rivolge ad un legale per conoscere le conseguenze giuridiche del suo comportamento. Il candidato, assunte le vesti del difensore di Tizio, analizzi la fattispecie o le fattispecie configurabili nella condotta descritta soffermandosi in particolare sulla cd. induzione in errore determinato dall’altrui inganno. LEZIONE N° 6 – AVV. DANIELE CALCATERRA 23.11.2013 Tizio si rivolge a un legale esponendo quanto segue. Riferisce, anzitutto, di essere stato convenuto in giudizio dalla propria moglie Caia, la quale intende chiedere la separazione dal marito, con addebito della stessa a suo carico. Nella prospettazione di Caia, la separazione e ancora più il suo addebito al marito si giustificherebbero alla luce sia della relazione extraconiugale del marito con Mevia, sia dell’abbandono del domicilio coniugale da parte di Tizio. Quest’ultimo, esponendo le sue ragioni al legale, non nega i fatti riferiti da Caia, ma precisa: a) di avere instaurato la relazione affettiva con Mevia solo dopo l’abbandono del domicilio coniugale; b) di avere lasciato la casa coniugale a causa delle frequenti liti con la suocera convivente e del conseguente progressivo deterioramento dei rapporti tra gli stessi coniugi. Il candidato, assunte le vesti del legale di Tizio, esponga le problematiche sottese al caso di specie, delineando una possibile tesi difensiva in favore del proprio cliente. LEZIONE N°6 – AVV. GIULIANO VALER 23.11.2013 Caio, in qualità di presidente del Centro di sviluppo industriale di Verona, ente pubblico economico, gestore di un impianto locale di depurazione di rifiuti, rappresenta a Tizio, legale rappresentante di una società esercente attività di smaltimento e recupero rifiuti la necessità di un contributo di euro 5.000,00 (pari alla misura di 0.50 euro a tonnellata di rifiuti reflui conferiti) quale dazione volontaria per campagna elettorale in vista delle locali elezioni amministrative, presso le quali Caio candidava come consigliere comunale, a fronte di uno sconto commerciale di un euro a tonnellata (cioè da 19 a 20 euro alla tonnellata). Caio, nella sua qualità di incaricato di un pubblico servizio, aveva in concessione esclusiva lo smaltimento dei rifiuti reflui del Comune di Verona, potendo, tuttavia, esercitare la propria attività anche in via privatistica e, in questo ambito, praticare trattative, sconti ed agevolazioni in vista di situazioni di vantaggio economico. Tizio riteneva opportuno effettuare il versamento in quanto aveva il timore che Caio, gli interdicesse l’accesso al suo depuratore, patendone così un vero e proprio danno economico. Il candidato assunte le vesti del legale, premessi brevi cenni sulla successioni di leggi penali nel tempo, rediga un parere soffermandosi sui reati eventualmente contestabili al suo cliente e su quelli che possono essere gli elementi e le circostanze da assumere a sua difesa. Il candidato assunte le vesti del legale, premessi brevi cenni sulla successioni di leggi penali nel tempo, rediga un parere soffermandosi sui reati eventualmente contestabili al suo cliente e su quelli che possono essere gli elementi e le circostanze da assumere a sua difesa. TRACCIA N° 1 DA SVOLGERE A CASA E DA RICONSEGNARE IL 19.10.2013 AVV. GIULIANO VALER Bruto, Tizio e Caio, sono contitolari della Puliti e ripuliti snc. Costoro emettono false fatture recanti l'indicazione della realizzazione di lavori di manutenzione-pulizia per nulla o solo in minima parte effettuati. Successivamente Tizio si recava presso alcuni studi legali ove prospettava il proprio intendimento di ottenere il pagamento delle fatture, così inducendo il professionista ad inviare all'apparente debitore (Sempronio, Mevio e Antonio) una lettera raccomandata con la quale veniva richiesto il pagamento dell'importo indicato nel falso documento con la prospettazione, in caso di mancato pagamento, di "procedere secondo legge" o di esperire la procedura ingiuntiva ovvero richiedendo l'emissione di decreto ingiuntivo. Le descritte condotte, in un caso, andarono a buon fine in quanto Sempronio, a titolo di transazione, corrispose somme non dovute, mentre, Mevio propose opposizione alla notificata ingiunzione di pagamento. Antonio, invece, si limitò a denunciare il fatto alle autorità. Tizio appresa la denuncia, si rivolge ad un avvocato per conoscere le conseguenze della sua condotta. Il candidato, assunte le vesti del legale e premessi brevi cenni in relazione disciplina delle ipotesi di cd. conflitto apparente di norme, rediga motivato parere esprimendosi, in conclusione in ordine alla qualifica penale della fattispecie concreta. TRACCIA N° 2 DA SVOLGERE A CASA E DA RICONSEGNARE IL 26.10.2013 AVV. DANIELE CALCATERRA Tizio e Caio instaurano delle trattive in funzione della vendita di un appezzamento di terra del primo al secondo. Ad un certo punto, però, inaspettatamente Tizio decide di ritirarsi unilateralmente dalle trattive in considerazione del fatto che esse non erano comunque giunte al punto di poter ingenerare in Caio un legittimo affidamento circa la futura conclusione del contratto. Caio nutre però il forte sospetto che Tizio in realtà non abbia mai avuto alcuna seria intenzione di vendergli il bene e abbia utilizzato la trattiva al solo scopo di alzare il prezzo in altra diversa trattativa, cui Caio è estraneo. Per tale motivo, Caio si rivolge a un legale per ottenere chiarimenti in ordine a ciò che potrebbe ora fare. Il candidato, assunte le vesti del legale di Caio, esponga le problematiche sottese al caso di specie. TRACCIA N° 3 DA SVOLGERE A CASA E DA RICONSEGNARE IL 09.11.2013 AVV. GIULIANO VALER Tizio, ufficiale giudiziario, durante l'esecuzione mobiliare presso l'abitazione di Caia, rappresenta alla stessa di essere disponibile a una più favorevole valutazione dei beni oggetto di pignoramento laddove la stessa fosse stata disponibile ad avere rapporti di “amicizia intima” con lo stesso. Caia, fingendo di non capire, in un primo momento si dimostra disponibile a conversare con Tizio, proponendogli un caffè, e, di nascosto, accendendo un registratore. Tizio, ritenendo disponibile Tizia spiega che egli avrebbe potuto aiutarla, se si fosse concessa a lui, anche con semplici baci e toccamenti. Caia, cerca di prendere tempo, sinchè alle ore 12:30 giunge a casa da scuola Sempronio, figlio undicenne di Caia. L’ufficiale giudiziario, vista l’impossibilità di proseguire nella “piacevole conversazione” procede al suo lavoro, lasciando intendere a Caia che avrebbero potuto proseguire la conoscenza. Caia denuncia Tizio ai carabinieri portando la registrazione. Tizio, appreso di essere stato denunciato, si rivolge ad un legale. Il candidato, premessi brevi cenni in ordine alla differenza fra concussione e induzione indebita, rediga motivato parere. TRACCIA N° 4 DA SVOLGERE A CASA E DA RICONSEGNARE IL 16.11.2013 AVV. DANIELE CALCATERRA Il Condominio Alfa si duole del fatto che la condomina Tizia, proprietaria di un’unità immobiliare all’ultimo piano, ha costruito un’altana in legno senza ottenere la preventiva autorizzazione del Condominio stesso (in quanto la costruzione insiste su parte comune dell’edificio), sostenendo Tizia di avere esercitato il diritto di sopraelevazione che le spetta ai sensi dell’art. 1127 c.c. Il candidato, assunte le vesti del legale del Condominio, esprima parere motivato al riguardo. LEZIONE N° 1 – AVV. PAOLA RUBINI 05.10.2013 Il Signor Tizio, imprenditore edile, utilizza nelle dichiarazioni Unico degli anni 2007 e 2008 delle fatture per operazioni inesistenti afferenti forniture, mai eseguite, di ferro. Essendo iniziato un controllo incrociato da parte della Guardia di Finanza, il Signor Tizio si reca dall’Avv. Caio per avere un parere sulla opportunità di indicare, anche per l’anno in corso, le fatture per operazioni inesistenti emesse dal medesimo fornitore. L’Avv. Caio consiglia al Signor Tizio di continuare ad utilizzare le fatture in questione per non attirare l’attenzione della polizia giudiziaria proprio su quelle forniture. Dopo aver presentato la dichiarazione Unico afferente l’annualità 2009, il Signor Tizio viene dichiarato fallito con sentenza del Tribunale di X in data 30 maggio 2011. Si dica della responsabilità dell’Avv. Caio e del Signor Tizio. LEZIONE N° 2 – AVV. NICOLA GIOBBA 05.10.2013 Tizio e Caio stipulano un contratto preliminare di compravendita mediante il quale Tizio promette di vendere a Caio che promette di acquistare un immobile. Detto immobile è però abusivo e nel contratto viene espressamente scritto che il promittente acquirente è perfettamente a conoscenza di tale circostanza. Viene altresì previsto che anche in caso di mancato rilascio della concessione in sanatoria o di condono del bene immobile, è esclusa la risoluzione del contratto per colpa del promittente venditore che viene pure esonerato da ogni garanzia in tale evenienza. Il promittente venditore versa la caparra all’atto della sottoscrizione del contratto preliminare ma, successivamente accade che viene respinta la richiesta di concessione in sanatoria e così l’immobile rimane abusivo. Il candidato assunte le vesti di Caio, rediga motivato parere sulla questione, indicando quali possibilità vi sono per il cliente di agire, soffermandosi in particolare sull’analisi delle seguenti questioni: contratto aleatorio, nullità del contratto, contratti obbligatori o con effetti reali. LEZIONE N° 3 – AVV. PAOLA RUBINI 12.10.2013 All’esito del giudizio dibattimentale di primo grado, Tizio veniva ritenuto responsabile dei reati di cui agli artt. 575, 593, 624 e 625, 1° comma n. 2), 582 e 583 n. 1) c.p., 186, comma 2 lett. c) e comma 2 bis D. L.vo n. 285/1992 e condannato alla pena di anni 16 di reclusione, oltre alle sanzioni accessorie. Nel corso dell’istruttoria dibattimentale veniva accertato che: a) Tizio, dopo aver rubato l’autovettura di proprietà di Caio parcheggiata sulla pubblica via, si recava al bar X ove consumava due birre; b) alle ore 2.30 Tizio usciva dal bar e, a bordo dell’auto provento di furto, imboccava a notevole velocità la via Y; c) dopo alcune centinaia di metri Tizio investiva tre persone che transitavano sul marciapiede, uccidendone una e ferendone gravemente due che riportavano postumi permanenti nella deambulazione; d) dopo l’incidente, Tizio proseguiva la corsa fino a quando non veniva fermato da una pattuglia della Polizia Stradale. Assunte le vesti di difensore di Tizio si redigano i motivi dell’atto di appello. LEZIONE N° 4 – AVV. NICOLA GIOBBA 12.10.2013 Alla morte di Tizio, viene pubblicato il suo testamento olografo con il quale così dispone: “ io sottoscritto Tizio cedo, lascio tutto quanto possiedo a mia figlia Mevia. Padova 10 ottobre 2013 Tizio”. Mevia nacque dal matrimonio fra Tizio e Caia; alla morte di quest’ultima, Tizio ormai vedovo, decise di contrarre nuovo matrimonio con Sempronia, adottando il regime di separazione dei beni. Tizio e Sempronia vivevano orami separati di fatto da tanti anni e, casualmente, a distanza di qualche mese, Sempronia viene a conoscenza della morte e della pubblicazione del testamento di Tizio. Tizio non ha altri parenti. Dopo aver compiuto alcune ricerche in conservatoria, Sempronia viene a conoscenza del fatto che: a) In virtù del testamento Mevia diviene piena proprietaria di un appartamento; b) Otto anni prima della morte, Tizio aveva donato alla figlia due appartamenti ed un terreno; c) Due anni prima della donazione, con lo stesso atto notarile, Tizio aveva venduto ad un terzo un terreno e il terzo aveva poi venduto a Mevia un altro terreno; il prezzo di tale acquisto da parte di Mevia fu pagato con il denaro ricavato da Tizio con la contestuale vendita al terzo; d) Due anni prima Tizio aveva donato alla figlia Mevia la nuda proprietà della metà indivisa della sua abitazione (in quanto l’altra metà era già in nuda proprietà a Mevia a seguito della morte della madre). Assunte le vesti del legale di Sempronia, rediga il candidato l’atto giudiziario necessario per tutelare le sue ragioni. LEZIONE N° 5 – AVV. PAOLA RUBINI 19.10.2013 Tizio riveste la carica di Comandante della locale Stazione dei Carabinieri. Durante un colloquio con l’Appuntato Caia, Tizio viene a sapere che Sempronio, durante un servizio di istituto, ha posto in essere nei confronti di Caia degli atti sessuali consistenti nel palpeggiamento della coscia sinistra e del seno destro, atti avvenuto in uno degli uffici della Stazione. Tizio, per evitare uno scandalo, consiglia, in modo molto fermo, a Caia di non sporgere querela. E in effetti Caia, intimorita dal Comandante Tizio, decide di non querelare. Tuttavia, la vicenda giunge a conoscenza del Procuratore della Repubblica che iscrive a notizia di reato Tizio e Sempronio. Si individuino le ipotesi di reato astrattamente ravvisabili nelle condotte di Tizio e di Sempronio. LEZIONE N° 6 – AVV. NICOLA GIOBBA 19.10.2013 La società di autotrasporti Alfa stipula con la concessionaria Beta un contratto di compravendita di un autocarro che prevede il versamento della caparra pari al 10% del prezzo concordato alla firma, nonché la condizione che la società acquirente ottenga un finanziamento per l’acquisto (in particolare un leasing). Successivamente, la società Alfa comunica a Beta che il finanziamento non è stato approvato e di conseguenza comunica a Beta di considerare il contratto risolto e chiede la restituzione della caparra versata. Beta contesta quanto affermato da Alfa, sostenendo che il finanziamento non era stato approvato perché la società Alfa non aveva inviato alla finanziaria i documenti richiesti per l’erogazione del finanziamento, come risulta dalla comunicazione della società finanziaria stessa; poiché dunque la concessionaria aveva nel frattempo provveduto ad acquistare il mezzo, chiedeva ad Alfa il risarcimento del danno corrispondente alle spese sostenute per l’acquisto del mezzo. Alfa contesta le affermazioni di Beta, deducendo il fatto che con una comunicazione successiva a quella indicata da Beta, la società Finanziaria aveva indicato che le condizioni per ottenere il finanziamento erano mutate. Alfa pertanto sostiene che tale mutamento le ha reso di fatto impossibile l’avveramento della condizione contrattuale. Quid iuris? LEZIONE N° 7 – AVV. PAOLA RUBINI 26.10.2013 Tizio è Sindaco del Comune di X. Durante la seduta del Consiglio Comunale in data 13 settembre 2012 viene deliberato di attribuire a Tizio, in qualità di Sindaco, la utilizzazione di una carta di credito Mastercard, e ciò per le spese di trasferta che Tizio avrebbe dovuto affrontare nell’espletamento del suo mandato istituzionale. Tuttavia Tizio utilizza la carta di credito per pagare la benzina della propria auto con cui in molte occasioni si è recato ad incontri di rilievo pubblicistico. Il Consigliere di opposizione, una volta conosciuta la circostanza, invia un esposto particolareggiato alla locale Procura della Repubblica. Si dica della responsabilità penale di Tizio. LEZIONE N. 8 AVV. NICOLA GIOBBA 26.10.2013 Tizio e Caia stipulano un contratto di appalto con la ditta Alfa per la costruzione al grezzo di una porzione di bifamigliare. Nel contratto viene stabilito che: a) l’immobile deve essere consegnato entro una certa data, pena il pagamento di un corrispettivo a titolo di penale per ogni giorno di ritardo; b) i pagamenti del corrispettivo verranno erogati a Stati di Avanzamento Lavori, previa approvazione della direzione dei lavori e con trattenuta del 10% su ognuno di essi da corrispondersi al termine dei lavori, previo assenso della direzione dei lavori attestante l’esecuzione delle opere a regola d’arte; c) l’immobile dovrà essere costruito in base ai disegni tecnici elaborati dal direttore dei lavori, parente dei committenti e che dovranno essere consegnati all’impresa. I lavori vengono eseguiti dall’impresa ma con un ritardo di cinque mesi, dal momento che subito dopo l’inizio, le condizioni atmosferiche avverse hanno impedito all’impresa di poterli eseguire, nella specie si sono verificate numerosissime ed abbondanti piogge che hanno impedito l’esecuzione delle fondamenta dal momento che gli scavi erano sempre sommersi di acqua. Altro motivo del ritardo è dovuto al fatto che l’impresa ha chiesto per iscritto al direttore dei lavori la consegna dei disegni tecnici, ma costui ha tardato a consegnarli. Alla fine dei lavori, i committenti lamentano la presenza di alcuni vizi e difetti (tra i quali alcune infiltrazioni sul soffitto provenienti da una grondaia) e sospendono il pagamento del saldo, rappresentato dalle trattenute a garanzia. L’impresa si reca sul posto, effettua i rilievi e le riparazioni del caso e omette di intervenire per quella parte di opere che a suo dire non sono vizi e difetti, ma il risultato dell’esecuzione delle opere in base ai disegni tecnici del direttore dei lavori. I committenti agiscono in giudizio con ricorso per accertamento tecnico preventivo il cui esito sostanzialmente addossa all’impresa la responsabilità per alcune opere non eseguite e ne quantifica i costi per le riparazioni. A tale conclusione, ovviamente l’impresa si oppone. A distanza di due anni e mezzo dal deposito dell’accertamento tecnico, senza che nel frattempo sia giunta all’impresa alcuna contestazione, i committenti agiscono in giudizio contro l’impresa per ottenere il risarcimento del danno per i vizi e difetti costruttivi, sulla base del solo accertamento compiuto dal ctu, il pagamento della penale per il ritardo ed il rimborso di spese tecniche e legali fino ad allora sostenute. Il candidato rediga motivato parere sulla questione, affrontando alternativamente al difesa di entrambe le parti. LEZIONE N° 9 – AVV. PAOLA RUBINI 09.11.2013 All’esito del giudizio abbreviato, Tizio, dipendente della Agenzia delle Entrate, venivano ritenuto responsabile del reato di cui all’art. 317 c.p. e condannato alla pena di anni 3 e mesi 6 di reclusione. Dagli atti contenuti nel fascicolo utilizzato dal Giudice per la decisione si evince che: a) in data 8 marzo 2008 Tizio si incontrava al bar con Sempronio, imprenditore sottoposto a verifica fiscale; l’incontro avviene su sollecito di Tizio; b) Tizio rappresentava a Sempronio che la verifica fiscale non aveva accertato nulla di rilevante; c) Tizio chiedeva a Sempronio se poteva contribuire all’acquisto di un’auto, con una somma non quantificata, paventando che il capo del suo ufficio avrebbe potuto ugualmente ravvisare delle violazioni sanzionabili; c) Sempronio, pur certo del fatto che se anche gli avessero fatto delle contestazioni queste non sarebbero state ritenute fondate dalla Commissione Tributaria, in ciò rassicurato dal parere del suo legale di fiducia, decideva di consegnare a Tizio, il 19 ottobre 2008, 5mila Euro in contanti. Assunte le vesti di difensore di Tizio, si redigano i motivi dell’atto di appello. LEZIONE N. 10 AVV. NICOLA GIOBBA 09.11.2013 Nel novembre 1991 Tizio conviene in giudizio una galleria d’arte ed il suo titolare personalmente, chiedendo che fosse dichiarata la risoluzione di un contratto di compravendita di un quadro attribuito all’autore DE CHIRICO, acquistato nel novembre 1970, con condanna dei convenuti alla restituzione del prezzo, oltre ad interessi, ed al risarcimento del danno. Tizio infatti afferma che in sede penale era stata accertata la falsità del quadro e, nonostante l’assoluzione del venditore, spetta a lui l’azione di risoluzione per consegna di aliud pro- alio. I venditori nel respingere le richieste di Tizio, dimostrano tra l’altro, che il quadro fu loro venduto da Caio. Il candidato, assunte le vesti di difensore dei convenuti, predisponga l’atto giudiziario necessario a loro difesa. LEZIONE N° 11 – AVV. PAOLA RUBINI 16.11.2013 Caia, giovane ragazza disoccupata di 18 anni, intrattiene una relazione sentimentale segreta con Tizio, uomo coniugato di 63 anni. Caia si accorge di essere incinta e lo comunica a Tizio che reagisce in modo violento dicendo di non aver alcun interesse alla gravidanza e al bambino di Caia e che anzi non intende più vederla perché Caia avrebbe dovuto fare attenzione durante i rapporti sessuali adottando pratiche anticoncezionali. Caia, che convive con la madre vedova con la quale ha un rapporto molto conflittuale, non dice a nessuno della gravidanza e, al momento del parto, soffoca il bimbo e nasconde il corpicino in frigorifero. Purtroppo, dopo alcune ore dal parto, interviene una importante emorragia vaginale che costringe Caia a recarsi al Pronto Soccorso. Il medico di guardia verifica che Caia ha appena partorito e chiede dove sia il bambino. Caia si chiude in un ostinato silenzio. Il medico di guardia fa denuncia al posto di Polizia presso l’ospedale. Quid juris? LEZIONE N. 12 AVV. NICOLA GIOBBA 16.11.2013 Tizo e Caio sono soci al 50% ciascuno della società Alfa srl. Lo statuto prevede una clausola in base alla quale, in caso di morte di uno dei soci, è facoltà dell’altro acquisirne la quota versandone agli eredi il corrispettivo, da calcolarsi sulla base non dei dati formali risultanti dal bilancio, bensì sull’effettiva consistenza economica delle relative poste patrimoniali. Alla morte di Caio, Tizio intende valersi della predetta clausola ma gli eredi di Caio si oppongono ritenendola nulla. Quid iuris? _____________________________________________________________________________ TRACCIA N° 1 DA SVOLGERE A CASA E DA RICONSEGNARE IL 12.10.2013 AVV. PAOLA RUBINI Il Dott. Tizio svolge la professione di dentista ed è responsabile dell’omonimo studio dentistico. Tra i suoi collaboratori vi è Caia, laureanda in odontoiatria, a cui il Dott. Tizio è legato sentimentalmente da qualche mese, peraltro all’insaputa della moglie. Il Dott. Tizio, su richiesta di Caia che vuole imparare la professione in fretta, acconsente a che Caia effettui su un paziente dello studio un intervento chirurgico che però determinava una malattia superiore ai 40 giorni e l’indebolimento permanente dell’organo della masticazione. Si dica della responsabilità di Tizio e di Caia, del reato o dei reati contestabili a entrambi e della linea difensiva più adeguata. TRACCIA N° 2 DA SVOLGERE A CASA E DA RICONSEGNARE IL 19.10.2013 AVV. NICOLA GIOBBA L’alunna Tizia, durante le lezioni della scuola elementare pubblica che frequenta, si assenta e si reca al bagno. Qui accade che l’operaio Caio, dipendente della ditta incaricata di effettuare alcuni lavori di ristrutturazione dell’edificio, commette violenza sessuale nei confronti dell’alunna. Dopo che in sede penale è stata accertata la piena responsabilità del fatto in capo all’operaio Caio, con sentenza passata in giudicato, i genitori di Tizia intendono ottenere il risarcimento del danno subito dalla figlia. Il candidato assunte le vesti di legale dei genitori di Tizia, rediga motivato parere sulla questione, indicando quali possibilità vi sono per i clienti di agire in giudizio, soffermandosi in particolare sull’analisi delle varie tipologie di responsabilità e specificando i conseguenti profili di legittimazione attiva e soprattutto passiva. TRACCIA N° 3 DA SVOLGERE A CASA E DA RICONSEGNARE IL 26.10.2013 AVV. PAOLA RUBINI Tizio è il capo ufficio di Caio in una impresa di medie dimensioni che si occupa di imballaggi. Tizio, nel corso dei precedenti tre anni, ha attuato un comportamento vessatorio nei confronti dell’impiegato Caio, suo sottoposto. La condotta si è estrinsecata nell’adibire Caio a mansioni non rientranti nelle sue competenze e nonostante le rimostranze più volte avanzate da Caio, Tizio, con atteggiamento prevaricatore, ha continuato nel proprio comportamento. Alla fine, Caio decideva di licenziarsi per aver sviluppato un disturbo dell’adattamento e una depressione reattiva. Si valuti se Tizio debba rispondere penalmente e si indichi la linea difensiva più opportuna. TRACCIA N° 4 DA SVOLGERE A CASA E DA RICONSEGNARE IL 09.11.2013 AVV. NICOLA GIOBBA Tizia muore a cause delle gravi lesioni subite in un incidente stradale, a circa sette ore dall’evento. A seguito dei rilievi della polizia stradale e dei successivi accertamenti tecnici compiuti da un consulente della Procura della Repubblica, emerge senza ombra di dubbio il fatto che la responsabilità dell’evento deve essere attribuita per il 60% al guidatore di un autovettura non identificata, al 20% in capo a Caio guidatore dell’autovettura che aveva urtato quella nella quale Tizia era trasportata e, infine, per un ulteriore 20% a Sempronio, guidatore della vettura che trasportava Tizia. A seguito di ulteriori accertamenti, è emerso altresì che in occasione del tempestivo ricovero nella struttura ospedaliera, i sanitari intervenuti avevano compiuto un errore diagnostico, tale per cui, in ogni caso, Tizia avrebbe avuto meno del 10% di possibilità di sopravvivenza. Il candidato assunte le vesti di legale dei prossimi congiunti ed eredi di Tizia, esprima parere motivato sulle azioni da esperire e sui danni risarcibili.