L`Auto di Domani 2015

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L`Auto di Domani 2015
L‘Auto di
Domani 2015
Valutazioni, aspettative e anticipazioni
© Daimler AG
2
Indice
© Audi AG
1
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5
Prefazione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 4
Il mercato automotive . . . . . . . . . . . . . . 6
Mobilità individuale . . . . . . . . . . . . . . . . . 9
I requisiti dell‘auto
di domani. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
12
Sistemi di alimentazione
alternativi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
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6 Pilota automatico
7 Costi di mobilità
8 Sommario e prospettive
9 Metodologia di indagine
. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 21
. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 24
. . . . . . . . . . . . 28
. . . . . . . . .
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Prefazione
© Volkswagen AG
Cari lettori,
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la « seconda rivoluzione dell‘automobile » è un
tema caldo ormai da tempo. Con questo termine,
in particolare, ci si riferisce all‘evoluzione tecnologica attualmente in corso. Da oltre cento anni,
il settore automobilistico è stato sottoposto a un
costante sviluppo, al quale sono seguite innumerevoli innovazioni – in termini di sicurezza, comfort e
prestazioni - ma il principio base di funzionamento
è rimasto pressoché invariato: fino a qualche anno
fa, gli automobilisti potevano affidarsi unicamente a motori diesel o benzina. È proprio in questo
campo che è in atto un grande cambiamento: il
petrolio non è più il carburante per eccellenza,
bensì è affiancato da alternative come il gas metano o l‘alimentazione a idrogeno. A ciò si aggiunge
il costante miglioramento delle tecnologie disponibili: le automobili sono già fornite di facilities
orientate all‘automazione, come il sistema di
frenata intelligente o l‘assistenza al mantenimento
di corsia.
Al sondaggio, hanno partecipato i rappresentanti
di sette paesi europei, i quali hanno espresso le
proprie idee circa l‘auto e la mobilità attese per
il prossimo quarto di secolo. Tuttavia, le risposte
mostrano anche che le aspettative sono fortemente
correlate alle conoscenze attuali, pur a fronte
di un‘incessante ricerca tecnica. Sviluppare una
visione realistica dell‘auto del futuro non è semplice: nel 2040 potrebbero esserci tecnologie oggi
del tutto impensabili. D‘altra parte, chi nel 1990
avrebbe potuto prevedere che le mappe cartacee
sarebbero state sostituite da sistemi di navigazione
satellitare? A volte, poi, la rapida diffusione di una
particolare funzione si dimostra totalmente casuale. Basti pensare all‘ESP per il controllo elettronico
della stabilità, sviluppato da Mercedes-Benz per
migliorare l‘aderenza stradale della sua Classe A.
Pochi anni più tardi, tale sistema fece la sua apparizione su alcune berline di lusso fino a diventare
obbligatorio per le auto di nuova omologazione.
Accolto come una vera e propria rivoluzione, il
rapido avanzamento in campo tecnologico non accenna assolutamente ad arrestarsi. Per il futuro si
prospettano migliorie che non si limitano a perfezionare l‘auto di domani, ma a stravolgere l‘intero
concetto di mobilità. Da qui, si solleva la questione
riguardo al percorso evolutivo dell‘automobile nei
prossimi 25 anni, quali requisiti dovrà possedere
e a quali aspettative dovrà rispondere. Lo studio
di AutoScout24, giunto alla sua quarta edizione,
cerca di analizzare le esigenze dei guidatori e di
offrire un‘anteprima sull‘auto di domani.
Il limite alla fantasia non ha comunque nulla a
che fare con una diffidenza nei confronti della
tecnologia, al contrario: soprattutto nel campo
della guida autonoma, della mobilità elettrica e
del car sharing, gli intervistati hanno mostrato una
mentalità decisamente più aperta rispetto a pochi
anni fa.
© Honda
Con ogni probabilità, molti dei desideri espressi
dagli intervistati per l‘auto di domani saranno soddisfatti in meno di due decenni. Le altre richieste
possono essere accolte come un prezioso suggerimento per l‘industria automobilistica. In primis,
l‘esigenza di una guida facilitata e più confortevole. AutoScout24 analizza quindi il vasto mercato
europeo dell‘auto, condividendo le considerazioni
emerse nel presente studio e rivolgendosi a tutti
coloro che lavorano nel settore, allo scopo di fornire un importante contributo allo sviluppo della
nostra futura mobilità.
Con l‘augurio di un‘appassionata e stimolante
lettura,
Ihr Michael Gebhardt
Direttore Editoriale di AutoScout24
Michael Gebhardt è direttore editoriale ed esperto
automobilistico di AutoScout24, dove affronta le
innumerevoli questioni relative al tema dell‘auto di
ieri, di oggi e di domani. Eccelle regolarmente nella
top ten dei rally di auto d‘epoca, è costantemente
aggiornato sulle ultime novità introdotte dall‘industria automotive e partecipa attivamente ai principali
Saloni e agli incontri di settore, alla ricerca di nuove
tendenze e sviluppi.
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Il mercato automotive
© Audi AG
È la fase di acquisto a sancire l‘inizio di ogni
rapporto tra l‘auto e il suo futuro proprietario.
Oggigiorno, i potenziali acquirenti preferiscono
consultare preventivamente il web per reperire
informazioni e anticipazioni di mercato, quindi
recarsi presso una concessionaria fisica, dove richiedere consigli, brochure, listini e magari approfittare di un giro di prova. Una volta individuata
l‘auto dei propri sogni, quest‘ultima è pronta per
essere configurata e ordinata. Sempre più frequentemente la ricerca preliminare avviene su internet,
per evidenti vantaggi: oltre alla maggiore praticità
rispetto al consulto presso una concessionaria, è
possibile esplorare un‘offerta maggiormente
assortita, comprensiva anche delle soluzioni
proposte dal mercato estero. Alla fine, tuttavia,
l‘auto desiderata viene acquistata localmente. Ma
quale sarà l‘evoluzione del processo di acquisto in
futuro?
Internet o Concessionaria
Secondo il 57,3% degli europei partecipanti allo
studio, il mercato del futuro sarà online, sia per
quanto riguarda l‘acquisto di auto nuove sia per il
settore dell‘usato. Tuttavia, gli intervistati si aspettano che la piattaforma web offra la possibilità di
interagire con esperti del settore automobilistico,
ad esempio tramite video chat. Soprattutto per
l‘acquisto di un‘auto usata, gli intervistati hanno
sottolineato l‘esigenza di un parere autorevole,
manifestando diverse remore riguardo un‘incauta
compravendita fra privati.
Una percentuale di poco inferiore, vale a dire il
56,3% degli intervistati, crede che le concessionarie tradizionali non andranno comunque incontro
a un‘inevitabile estinzione. Tuttavia, ci si aspetta che il processo di vendita sia coadiuvato da
adeguati servizi online. Oltre ai consigli d‘acquisto,
6
il potenziale cliente desidera ricevere informazioni
su diversi aspetti, quali, ad esempio, la sicurezza
e le ultime novità in campo tecnologico. Più della
metà dei partecipanti (55,3%) ritiene che, per
presentare le proprie automobili, le concessionarie
future dovrebbero dotarsi di tecnologie ottiche
come l‘olografia o adeguati sistemi di proiezione.
Il cliente potrà così godere di una visione maggiormente realistica dell‘auto desiderata, optional
compresi. A queste apparecchiature ludiche sono
interessati soprattutto gli uomini (58,3%), mentre
per le donne la percentuale scende al 52,5%.
I canali di vendita futuri non pregiudicano, tuttavia, un apprezzamento diffuso anche per la modalità di acquisto corrente. Il 54,1% immagina che il
processo di acquisto resterà inalterato ma che, alla
concessionaria, si affiancherà uno showroom virtuale del rivenditore, comodamente consultabile su
Internet. Ordinare e configurare autonomamente
la propria auto online è concepibile solo per circa
un terzo degli intervistati (35,9%). Una quota inferiore (29,5%) immagina sia necessario rivolgersi a
consulenti privati, ai quali destinare un compenso
a fronte del loro lavoro di selezione.
A rifiutare questa idea sono soprattutto coloro
che vivono in zone rurali (40,5%) o nelle città con
meno di 20.000 abitanti (38,6%) e – a sorpresa –
anche gli intervistati con un reddito superiore alla
media (33,8%). Per il 22,3% degli europei, la
concessionaria del futuro sarà unicamente relegata
a luogo in cui ospitare manifestazioni ed eventi
speciali. A tal proposito, i più alti indici di gradimento si riscontrano fra i giovani dai 18 ai
29 anni (26,6%) sebbene, anche in questa fascia
di età, il 45,1% dimostra di non gradire tale iniziativa. Almeno il 30% delle famiglie con bambini
ritiene l‘idea particolarmente allettante.
Acquisto di un‘auto in futuro
57,3 %
56,3 %
« Voglio rivolgermi a una piattaforma online,
dove trovare il supporto di un esperto e una
valutazione accurata dei veicoli disponibili,
soprattutto per quanto riguarda l‘usato. »
« Preferirei acquistare una macchina presso
una concessionaria, a patto che quest'ultima
sia dotata di supporti interattivi che mi
permettano di orientarmi preventivamente
nella scelta. »
55,3 %
54,1 %
« In futuro, preferirei fare a meno di
un consulente personale presso una
concessionaria. »
« Oltre a un salone espositivo, la concessionaria del futuro dovrebbe integrare tecnologie
innovative – come ologrammi o proiezioni –
che mi permettano una visione in anteprima
dei dettagli e degli optional di mio
interesse. »
39,3 %
« Immagino di configurare la mia auto
online, quindi ordinarla e riceverla
direttamente a domicilio. »
29,5 %
35,9 %
« Invece di recarmi presso un concessionario
fisico, desidererei approfittare di una sua
variante virtuale, dove consultare un
catalogo online e recarmi successivamente
dal rivenditore per ulteriori consigli o per
prenotare un Test Drive. »
« Non voglio rivolgermi a un classico
concessionario, ma rendere il processo
d‘acquisto un momento rilassante: per
questo desidero avvalermi di un consulente
privato che identifichi i miei bisogni e
selezioni i veicoli che meglio rispondono
alle mie esigenze, a fronte di una commissione per la sua attività. »
22,3 %
« La concessionaria del futuro si trasformerà
in un luogo destinato esclusivamente ad
esposizioni ed eventi. »
16,4 %
« Non ho in previsione l‘acquisto di
un‘automobile in futuro, quindi non posso
rispondere a questa domanda. »
Stime basate sulle risposte « Pienamente d‘accordo » e « Abbastanza d‘accordo »
7
Forte fidelizzazione dell’acquirente
Anche se gran parte degli intervistati immagina
che Internet sia destinato a diventare il principale
canale di vendita per l’auto del futuro, gli europei
si auspicano la coesistenza dei rivenditori tradizionali. In Spagna, ad esempio, i concessionari
fisici la fanno da padrone, con una prefernza del
61,1%; d’altra parte, gli stessi iberici si piazzano
al secondo posto (dietro gli italiani) come favorevoli all’integrazione di strumenti interattivi quali
ologrammi o simili. Sempre gli spagnoli considerano essenziale il supporto di un sito web dedicato
(72,1%); un dato che si contrappone alla limitata
percentuale tedesca, contenuta al 48,3%. I più
fedeli al concessionario sono gli austriaci (64,4%),
sebbene quasi i due terzi degli intervistati immagina sarà al contempo possibile acquistare la propria
auto online.
© Volkswagen AG
« Immaginare un futuro senza internet è impensabile. Gli europei mostrano un‘apertura riguardo l‘acquisto di un‘auto online e si aspettano siti
web e servizi dedicati ma, al tempo stesso, non vogliono abbandonare
la tradizionale concessionaria. Per rimanere in gara, tuttavia, il rivenditore fisico deve aggiornarsi: sono molti i clienti che nei futuri showroom,
oltre a un limitato salone espositivo, ambiscono all‘integrazione di rappresentazioni interattive dell‘offerta e alla possibilità di personalizzare
visivamente il veicolo secondo i propri desideri. Una tendenza che l‘industria automobilistica sta già provvedendo a soddisfare: sono infatti in
netta crescita le opzioni di personalizzazione, con un‘ampia varietà di
colori, materiali e funzionalità extra fra cui scegliere. »
8
Michael Gebhardt
3
Mobilità individuale
© Daimler AG
Mobilità, un fattore in costante evoluzione uno
stile di vita sempre più frenetico incide anche
negli spostamenti, che aumentano di frequenza
e coprono distanze sempre più lunghe. Questo
influenza ovviamente anche la stessa circolazione:
al traffico, in origine limitato agli orari di punta, si
sostituiscono veri e propri ingorghi stradali; dove
in passato si poteva facilmente trovare parcheggio,
oggi si è costretti a un‘estenuante ricerca, mentre,
anche un semplice tamponamento, può provocare
lunghe code.
La macchina è parte del nucleo familiare
Per gran parte della popolazione è difficile immaginare una mobilità svincolata dall’esigenza
di disporre di un proprio mezzo. Per i prossimi
25 anni, infatti, l’86% degli intervistati si aspetta
che la maggioranza delle auto in circolazione sia
ancora di proprietà. Pur con due punti percentuali
in meno rispetto all’anno precedente, il 61,4% degli europei manifesta la sua preferenza per un’auto
che soddisfi quante più esigenze possibili. Tuttavia,
emerge anche l’importanza di poter contare su
La mobilità individuale in futuro
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70
80
90
100 %
61,4% « Voglio possedere un‘auto che risponda il più possibile
ai miei bisogni e desideri. »
24,6% « Voglio poter contare su un veicolo che soddisfi le mie
esigenze essenziali. »
9,1% « Non vorrei un veicolo di proprietà. »
4,8 % Non risponde
Stime basate sulle risposte « Pienamente d‘accordo » e « Abbastanza d‘accordo »
9
© Toyota
un veicolo versatile, adatto a tutte le situazioni e
studiato per ogni finalità, come dimostra il 66,2%
degli intervistati. Questo dato mostra come l’auto
privata non sia l’unica alternativa per la mobilità
urbana, ma che possederne una risulta comunque
essenziale, specie per le famiglie numerose con
bambini.
In generale, continua ad aumentare il numero di
chi manifesta interesse per i multi-purpose vehicle,
secondo i quali questa configurazione rappresenta
il miglior compromesso fra discrete dimensioni ed
esigenze quotidiane di mobilità urbana. In crescita
anche la percentuale di coloro che vagliano il noleggio di un veicolo adatto per occasioni particolari, ad esempio in caso di traslochi, e l’uso di mezzi
alternativi, come il treno o la bicicletta. Il 24%
degli intervistati è giunto infatti alla conclusione
che l’auto privata non debba essere un tuttofare.
Quasi la metà degli europei (47,3%) ritiene che
l’auto non sia che un elemento del complesso
scenario della mobilità. Essi prevedono altresì che
l’evoluzione dei mezzi di trasporto alternativi tenga conto dei più moderni pacchetti sulla mobilità
urbana, magari consentendo di prenotare un posto
sul treno o noleggiare auto e biciclette attraverso il
proprio smartphone. Al contempo, aumenta anche
la percentuale di coloro che non prevedono di intestarsi alcun nuovo veicolo nei prossimi 25 anni.
Con due punti percentuali in più rispetto al 2012,
il 9,1% degli intervistati si dice infatti aperto a
nuove soluzioni, come il car sharing e il noleggio
di auto telematico. Questa idea trova terreno fertile soprattutto in Germania (12,6%) e in Austria
(10,8%), dove, pur attestandosi su volumi bassi,
raggiunge la doppia cifra percentuale.
« Pur rimanendo intatto il desiderio di possedere un auto di proprietà,
si assiste a una maggior apertura verso il cambiamento. Sempre più
acquirenti sono interessati a veicoli che rispondano ai propri bisogni
quotidiani, piuttosto che alle soluzioni multiuso. Per esigenze particolari
è possibile affidarsi ad altri mezzi di trasporto o a servizi come il car
sharing o il noleggio auto. Con la proposta di formule „all-inclusive“
sotto forma di pacchetto, produttori come Mercedes-Benz, BMW, Citroen o
Peugeot, stanno certamente ampliando la loro offerta nella giusta direzione. »
10
Michael Gebhardt
affermarsi, a causa della carenza dei mezzi pubblici. Sempre a tal proposito, il car-sharing è considerato come una valida alternativa da circa un terzo
dei conducenti fra i 18 ai 29 anni; tuttavia, dai
30 anni in avanti la percentuale diminuisce, con
ogni probabilità correlata ai minori spazi a disposizione a fronte di un più ampio nucleo familiare.
L’auto e il fattore Privacy
Oltre la metà degli europei (54%) riconosce come
di fondamentale importanza la privacy offerta da
un’automobile, indipendentemente che quest’ultima sia di proprietà o presa a noleggio. Per molti,
l’auto è a tutti gli effetti un rifugio personale e
si è spesso restii a caricare ulteriori passeggeri o
a prestare il proprio veicolo. Questo bisogno di
riservatezza si manifesta soprattutto fra austriaci, tedeschi e italiani, dove 6 intervistati su 10
considerano la privacy un diritto irrinunciabile.
Riguardo tale questione, sono i francesi i meno
intransigenti: il 36% si dichiara disposto ad offrire
un passaggio anche a coloro che non appartengono al nucleo familiare o alla propria sfera di
conoscenze.
Sono numerosi i proprietari di auto a dirsi disponibili al noleggio del proprio veicolo nei momenti di
inutilizzo, ad esempio durante il lavoro o i periodi
di vacanza, a patto che sussista un’ulteriore copertura assicurativa. L’affitto della propria automobile
è preso in considerazione dal 28,8% degli intervistati, con un picco del 31,5% fra coloro che vivono
nelle grandi città; tale percentuale si riduce invece
al 24,4% tra i residenti dei Comuni con meno di
5.000 abitanti.
Il 24,7% degli intervistati considera, inoltre,
attuabile la condivisione dei propri posti liberi con
passeggeri interessati a percorrere il medesimo
tragitto, riducendo così le spese di viaggio. A sorpresa, questa modalità di trasporto è più radicata
nelle grandi città piuttosto che nei piccoli comuni,
dove il car pooling avrebbe ben più ragioni di
La mobilità individuale in futuro
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20
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80
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100 %
54,0 % « Desidero possedere un‘auto personale per soddisfare
pienamente le mie esigenze di privacy. »
47,3 % « Per il futuro, prevedo una mobilità più flessibile: non intendo rinunciare a
un‘auto di proprietà, ma posso anche contare su mezzi ditrasporto alternativi. »
28,8 % « Qualora la mia auto fosse inutilizzata, sarei disposto ad affittarla. »
24,6 % « In futuro non prevedo di possedere un'auto di proprietà, ma sono disposto
a noleggiarne una, se necessario. »
Stime basate sulle risposte « Pienamente d‘accordo » e « Abbastanza d‘accordo »
« Gli abitanti dei grandi centri urbani si mostrano decisamente più aperti a
nuove forme di mobilità. Questo dato non è affatto sorprendente, vista la
crescente varietà di offerte alternative facilmente accessibili – dal noleggio
di biciclette al car sharing. Eppure, molti continuano a sottolineare l‘importanza riservata alla privacy, sia che si tratti di un‘auto privata o noleggiata. Tale esigenza è soprattutto manifestata dagli intervistati dell‘Europa occidentale e meridionale. Nei paesi scandinavi, infatti, l‘esperienza
ha dimostrato che ci sono molte meno remore a caricare un estraneo sulla
propria auto: l‘autostop è ancora un modo comune di viaggiare. »
Michael Gebhardt
11
4
I requisiti dell‘auto di
domani
© Volkswagen AG
senza compromessi, mentre il 95% la riconosce
come un aspetto di fondamentale importanza.
Il desiderio di sicurezza ha persino subito un
incremento, aumentando di 2,6 punti percentuali
nel giro di un anno.
Le richieste degli automobilisti risultano invariate
Oltre a un maggior assortimento di optional e
personalizzazioni, quello che gli automobilisti si
aspettano dall‘auto di domani sono spostamenti
più rapidi, una maggiore capacità di carico, il massimo piacere di guida e un‘attenzione particolare
all‘aspetto ecologico.
Al secondo posto, nella classifica dei requisiti
attesi, si piazza la sostenibilità economica: per il
90,5% degli intervistati, l’auto del futuro dovrà
quindi avere costi di mobilità contenuti. Ad eccezione della Spagna, dove è slittato al quarto posto,
il fattore riguardante i costi di mobilità, complice
la crisi economica, ha assistito a un aumento
La sicurezza al primo posto
Come negli anni precedenti, la sicurezza è l’elemento al quale gli automobilisti europei dedicano
priorità assoluta: per il 78,2% degli intervistati è
indiscutibilmente al primo posto e va preservata
Cosa si aspettano gli europei dall‘auto di domani
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20
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40
50
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100 %
Totale
78,2
61,6
52,6
57,0
41,7
36,6
11,0
Stime basate sulle risposte
12
17,2
95,4 %
Massima sicurezza
28,9
90,5 %
Costi di mobilità
accessibilit
37,3
89,9 %
Comfort
88,1 %
Sostenibilità ecologica
81,4 %
Praticità
76,1 %
Piacere di guida
33,4 %
Possibilità di esprimere
il proprio status sociale
31,1
39,7
39,5
22,4
« Pienamente d‘accordo » e
« Abbastanza d‘accordo »
Ciò che gli europei si aspettano dalla macchina del futuro
Europa
Austria
Belgio
Francia
Germania
Italia
Paesi Bassi
Spagna
1
1
1
1
1
1
1
1
Massima sicurezza
2
2
2
2
2
2
2
4
Costi di mobilità accessibili
3
4
3
3
3
3
3
2
Comfort
4
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4
4
4
4
3
Sostenibilità ecologica
5
5
6
5
5
5
6
5
Praticità
6
6
5
6
6
6
5
6
Piacere di guida
7
7
7
7
7
7
7
7
Possibilità di esprimere il
proprio status sociale
significativo rispetto all’anno precedente. Un
incremento analogo si è registrato anche per
parametri quali il comfort e la sostenibilità ambientale, che raggiungono rispettivamente quote
dell’89,9% e dell’88,1%. Solo gli austriaci sono
disposti a sacrificare la loro comodità in favore
della tutela ecologica.
Al quinto e al sesto posto gli europei collocano la
praticità e viaggi piacevoli, preferendo comunque
la funzionalità (81,4%) all’esperienza di guida
(76,1%). Fanno eccezione i belgi e gli olandesi, per
i quali i due criteri di giudizio risultano invertiti.
Occorre, inoltre, segnalare che è spesso l’età a
fare la differenza: mentre per i giovani dai 18 ai
29 anni la praticità raggiunge una quota del 77,5%,
quest’ultima riveste un ruolo di primo piano per
i conducenti di età superiore ai 50 anni (84%).
© Volkswagen AG
« La prima auto ha un valore intrinseco, che supera la semplice esigenza
di mobilità. Non è un caso, quindi, che quasi la metà degli intervistati di
età compresa fra i 18 e i 29 anni desidera che l‘auto del futuro rispecchi
il proprio status sociale. Un vezzo, tuttavia, che non va a discapito della
sicurezza: è questa la priorità per gli intervistati di ogni fascia di età e di
tutte le nazioni. Questo dato dovrebbe incentivare i produttori a investire
maggiormente nella ricerca della massima sicurezza. Grazie ai rivelatori di
distanza, agli avvisi di cambio corsia, alla frenata d‘emergenza automatica e agli altri sistemi di assistenza sviluppati negli ultimi anni, la prospettiva di una guida senza incidenti non è più un lontano miraggio. »
Michael Gebhardt
13
Identificare il pericolo ed evitare il traffico
Il desiderio di una maggiore sicurezza influenza
anche le funzionalità attese sull’auto del futuro:
l’84,4% degli intervistati si aspetta che la propria
auto sia in grado di riconoscere i pericoli stradali e
di intervenire attivamente per scongiurare eventuali
incidenti. Un risultato ottenibile, ad esempio, attraverso interventi frenanti e movimenti automatizzati
dello sterzo, due sistemi di assistenza già attualmente disponibili su alcuni veicoli. Grande interesse
riveste poi il sistema di comunicazione car-to-car
che, con un tasso di approvazione del 76,2%, si
colloca al terzo posto di gradimento. Attraverso la
connessione in rete, ci si aspetta uno scambio diretto di informazioni, ad esempio la segnalazione della
presenza di un mezzo fermo scarsamente visibile
o della condizione del traffico in tempo reale. Un
anno fa, soltanto il 72,4% aveva ritenuto importante questo sistema di comunicazione.
Come per l’anno passato, è unanime la scarsa
importanza attribuita alla possibilità di riflettere il
proprio status: solo il 33,4% degli intervistati riconosce l’esigenza di esprimere, attraverso la propria
auto, una particolare condizione sociale ed economica. Rispetto all’ultimo studio condotto, questo
valore è sceso ulteriormente di 3,3 punti percentuali, attestandosi così in ultima posizione. Se è
vero che al riguardo non si riscontrano differenze
significative fra i vari paesi, vale la pena analizzare
i diversi dati emersi in funzione della fascia di età
degli intervistati: il 43,3% dei giovani fra i 18 e
i 29 anni pensa che, anche in futuro, l’auto sarà
ancora uno status symbol; questa percentuale si
riduce drasticamente dopo i 60-65 anni, calando
al solo 22%. Ciò che è interessante notare è poi
la forte correlazione fra coloro che ritengono la
macchina uno status symbol e chi riserva grande
importanza al piacere di guida (89,3%), valore
che scende al 69,5% tra chi è disinteressato ad
esprimere la propria immagine sociale.
Le funzioni dell‘auto di domani
0
10
20
30
40
50
60
70
80
90
100 %
Totale
84,4 %
Riconoscimento automatico del pericolo
80,0 %
Prevenzione intelligente
del traffico
76,2 %
Comunicazione
Car-to-Car
66,3 %
Sistema di parcheggio
automatico
51,3 %
Accesso internet ad
alta velocità
31,4
48,0 %
Funzioni di
intrattenimento
29,3
47,5 %
Assistente privato
digitale
45,6 %
Consegna itinerante
33,2 %
Nessuna esigenza della
patente di guida
31,2 %
Ufficio mobile
50,9
33,5
39,5
40,5
39,2
37,0
31,1
22,3
29,0
16,6
18,2
19,5
26,1
15,9
10,6
17,3
20,6
Stime basate sulle risposte
14
35,2
« Pienamente d‘accordo » e
« Abbastanza d‘accordo »
che possono vantare una connessione internet ad
alta velocità. L’auto come ufficio mobile, tuttavia,
è una richiesta che interessa solo il 31,2% degli
intervistati, circa la stessa percentuale riscontrata lo
scorso anno.
Seconda solo all’integrazione di più efficaci
sistemi di sicurezza, la prevenzione del traffico è
cresciuta di quasi 3 punti percentuali, dimostrandosi un’esigenza fondamentale per l’80% degli
intervistati. Nel corso dei prossimi 25 anni, si
prevede un’auto intelligente, in grado di scegliere
autonomamente il percorso più rapido. I due terzi
degli intervistati (66,3%), oltre ad aspettarsi che il
proprio veicolo li conduca a destinazione evitando
gli ingorghi, desiderano, inoltre, un sistema per il
rilevamento delle aree di sosta libere e la funzionalità di parcheggio automatico.
Quasi la metà degli europei (45,6%) prevede, per i
prossimi 25 anni, innovazioni fino ad oggi inconcepibili: ad esempio, la consegna itinerante, un’ottima
soluzione per impostare – con un semplice comando – percorsi su misura. Questo dato è in linea con
quanto emerso circa il pilota automatico, una funzionalità che sarebbe apprezzata da circa la metà degli
intervistati. Se la fiducia nella tecnologia è davvero
ben riposta, lo si scoprirà fra un paio di decenni,
periodo per il quale si prevede il lancio del pilota
automatico su larga scala. Gran parte degli europei
concorda sul fatto che la guida non dovrebbe mai
rivelarsi noiosa: i sistemi di intrattenimento hanno,
infatti, incontrato il favore del 48% degli intervistati, con una maggioranza dell’utenza maschile
(53,2%) rispetto a quella femminile (43,1%). L’accesso alla TV, ai videogiochi, a internet e ai social
network renderebbe il viaggio più emozionante.
Anche la richiesta di una connessione internet a
banda larga è in aumento rispetto al 2013/2014, di
circa due punti percentuali e mezzo: complessivamente, il 51,3% degli intervistati ha espresso questo
desiderio. È sorprendente che questa esigenza sia
percepita determinante soprattutto dalla fascia di età
dei 30-49 anni, piuttosto che dal gruppo più giovane
dai 18 a 29 anni. A tal proposito, ci sono comunque
buone premesse: con ogni probabilità non occorrerà
attendere a lungo l’integrazione di questa funzionalità, specie considerando che tuttora esistono auto
Confronto fra paesi: apertura verso le nuove funzioni
0
10
20
30
40
50
60
70
80
90
100 %
Totale
25,4
35,5
60,9 %
Spagna
52,4 %
Italia
50,7 %
Francia
40,5 %
Belgio
25,9
39,0 %
Austria
27,4
39,0 %
Germania
36,7 %
Paesi Bassi
20,1
32,3
15,7
12,2
13,1
11,6
9,9
Stime basate sulle risposte
35,0
28,3
26,8
« Pienamente d‘accordo » e
« Abbastanza d‘accordo »
« Identificare preventivamente i pericoli, evitare il traffico e navigare in
internet ad alta velocità: sono molte le funzioni dell‘auto del futuro che
nei prossimi 25 anni potrebbero diventare realtà. Anche per i sistemi di
intrattenimento è atteso un significativo sviluppo, sebbene resti ancora
aperta la questione se la tecnologia futura sarà direttamente integrata
all‘interno dell‘auto o attraverso l‘ausilio di smartphone e ulteriori
dispositivi mobili. Ad ogni modo, gli accessori tecnologici dovranno essere
aggiornati per offrire funzionalità più rapide ed efficaci di quelle odierne. »
Michael Gebhardt
15
A sostenerlo sono soprattutto Spagna, Italia e Francia, con indici di gradimento che spaziano dal 50 al
60%, contro una più risicata percentuale del 40%
riscontrata in Belgio, Austria, Germania e Olanda.
Soprattutto in quest’ultimo caso, il dato si rivela
piuttosto sorprendente, a fronte del fatto che gli
olandesi riservano generalmente una grande attenzione alla tecnologia e utilizzano quotidianamente
gadget high-tech.
Ci si aspetta che l’avviso provenga dalla stessa direzione in cui è stato riscontrato il rischio, in modo
tale che il guidatore possa individuare ed evitare
la minaccia in maniera reattiva. Molti desiderano,
inoltre, che la propria auto offra informazioni sui
consumi, sulle prestazioni in fase di accelerazione
o sugli interventi di frenata, così da perfezionare,
di conseguenza, il proprio stile di guida. Questi
dispositivi conoscono oggi un momento di ascesa,
soprattutto nel campo delle auto elettriche, quasi
sempre equipaggiate da misuratore dei consumi e
relativi sistemi di analisi.
Sistemi di controllo più semplici
Quali comandi di guida supporteranno il cond
cente nei prossimi 15 anni? Circa i tre quarti degli
intervistati (73,7%) desiderano un display minimalista, che mostri solo le informazioni essenziali;
forse in risposta al fatto che molte auto odierne
restituiscono innumerevoli avvisi e messaggi.
Il 65,7% degli intervistati – con una prevalenza
dell’utenza maschile – desidera, inoltre, che le
informazioni vengano comodamente proiettate
sul parabrezza: una tecnica già nota come head-up
display. Il 68,8% degli europei preferirebbe che
tutte le funzioni fossero accessibili tramite un unico
pannello. Un’esigenza che i produttori stanno
già prendendo in considerazione, sostituendo, alle
innumerevoli manopole e interruttori, più pratici
schermi touch-screen e sistemi di riconoscimento
vocale o visivo. Un esempio perfettamente riuscito
è quello dell’americana Tesla Model S, dotata di
un ampio display multifunzione nella consolle
centrale. Il 68,6% degli europei si dice, inoltre,
interessato a un sistema di rilevazioni 3D, che
informi il conducente tramite segnale acustico in
caso di pericolo.
Le funzioni richieste all‘auto del futuro
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10
20
30
40
50
60
70
80
90
100 %
Totale
31,3
42,4
Visualizzazione limitata alle
informazioni essenziali
28,6
40,2
68,8 %
Gestione attraverso un unico
pannello di controllo
28,7
39,9
68,6 %
Sistema 3D per il riconoscimento
dei pericoli
41,0
68,0 %
Informazioni sullo stile di guida
65,7 %
Informazioni proiettate sul
parabrezza
58,3 %
Gestione di un profilo utente
27,0
28,2
24,5
Stime basate sulle risposte
16
73,7 %
37,5
33,8
« Pienamente d‘accordo » e
« Abbastanza d‘accordo »
© Robert Bosch GmbH
Meno richiesta, ma tuttavia apprezzata dal 58,3%
degli intervistati è la possibilità di gestire un proprio profilo utente, dove registrare dati personali
come l’altezza dello schienale, le impostazioni
standard per l’aria condizionata o le stazioni radio
preferite, memorizzando tali dati su un dispositivo
mobile e potendo così esportarli su qualsiasi auto.
Anche in questo caso, non occorrerà attendere a
lungo: sono molti i produttori che stanno attualmente sviluppando adeguati sistemi di configurazione di questo genere.
© Continental AG
« Una cosa è chiara: gli europei sono pronti a sacrificare i numerosi
interruttori e pulsanti, in favore di un pannello di controllo semplificato.
Soprattutto, vogliono una soluzione senza troppi fronzoli, che riporti
soltanto le informazioni essenziali, idealmente tramite un display headup.
A tal proposito, Saab si è già mostrata lungimirante da decenni con il
suo Black Panel che, con un solo pulsante, permetteva di oscurare tutti
gli strumenti e gli avvisi, escluso il tachimetro. »
Michael Gebhardt
17
5
Sistemi di alimentazione
alternativi
© Volkswagen AG
Mentre i motori a combustione interna, alimentati
a benzina o diesel, continuano a perdere terreno,
è difficile immaginarne un futuro sulle prossime
auto. Su questo punto, sono d‘accordo quasi tutti
gli intervistati: solo il 6,3% crede che questi due
carburanti domineranno il mercato nei prossimi
25 anni. Un discorso analogo vale anche per i
cosiddetti biocarburanti, come GPL e gas naturale
compresso, con una quota limitata al 10,7%.
Sistemi di alimentazione dei
prossimi 25 anni
0
10
20
30
40
50
60 %
26,7 % Motore elettrico
24,0 % Auto ibride
18,2 % Non sa rispondere
14,1 % Sistema a idrogeno
7,8 % Biocarburanti
6,3 % Benzina, Diesell
1,6 % Gas di petrolio liquido (GPL)
1,3 % Gas naturale compresso (GNC)
Stime basate sulle risposte « Pienamente d‘accordo » e
« Abbastanza d‘accordo »
A guadagnarsi maggiori favori, anche a fronte
dell’esauribilità dei combustibili fossili, sono le
auto elettriche e quelle ibride, votate rispettivamente dal 26,7% e dal 24% del totale. Con il
14,1% prende piede anche il nuovo sistema delle
celle a combustibile con alimentazione a idrogeno. Tuttavia, vi è da segnalare un importante
percentuale del 18,2% che si dice incerta, quasi a
testimoniare l’inevitabile imprevedibilità circa
il prossimo sviluppo tecnologico.
18
coprire l’80% degli spostamenti giornalieri.
È ancora più interessante notare come il limite
dei 50 km sia oggi quasi inaccettabile, mentre nel
2012 è stato ritenuto sufficiente dall’1,3% degli
intervistati.
Alla ricerca di una maggiore autonomia
Se l’auto elettrica sembra guadagnarsi il prossimo
scenario, sono enormi i progressi da compiere per
soddisfare le esigenze attuali dell’utenza. Oltre il
70% degli intervistati ha dichiarato di aspettarsi
che l’auto futura possieda un’autonomia di almeno
500 km; fra questi, quasi la metà (34,8%) vorrebbe poter guidare la propria auto per 800 km o più.
Mentre il 19,6% degli intervistati ritiene che una
batteria della durata di 250 km sarebbe sufficiente, il 5,7% si accontenterebbe di un’autonomia
pari a 100 km e un gruppo ancor meno pretenzioso (0,9%) riterrebbe accettabile una durata di
50 km. Il 3,6% degli europei dichiara, infine, di
non essere interessato a questo sistema di alimentazione alternativa.
L’analisi specifica per paese mostra che sono
soprattutto gli spagnoli a ritenere che sia quella
elettrica l’auto del futuro; inoltre, più di un terzo
(37,4%) pensa che, nel 2040, questo tipo di alimentazione soppianterà i sistemi più datati. Ciò è
sorprendente, specie considerando che la Spagna è
fra le nazioni in cui si registrano tragitti quotidiani
più lunghi. Decisamente più basso il consenso dei
francesi, dove l’auto elettrica è scelta soltanto dal
18,5%; qui, tuttavia, la soluzione ibrida si guadagna il primo posto. Che i sistemi a celle a combustibile possano dominare le strade dei prossimi
25 anni lo sostengono soprattutto gli olandesi
(20,8%), mentre, in Francia, questo scenario è
probabile solo per il 7% degli intervistati.
In Germania, la tecnologia a idrogeno (16,6%) si
contende la scena con la mobilità elettrica (25,7%).
Confrontando i dati attuali con quelli raccolti nel
2012, è evidente un aumento delle aspettative,
così che il divario fra le ambiziose prestazioni
e la realtà appare ancor più incolmabile. Allora, il
6,6% riteneva sufficiente un’autonomia di 100 km
– una distanza che, secondo le statistiche, potrebbe
Argomentazioni relative ai sistemi di alimentazione alternativi
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10
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50
60
70
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90
100 %
Totale
49,5
51,2
49,5
44,1
30,9
Stime basate sulle risposte
34,8
84,3 %
Costi di mobilità
32,8
84,0 %
Tutela ambientale
34,2
83,7 %
Salute e sicurezza
81,3 %
Comfort / Divertimento
di guida
71,4 %
Nessuna dipendenza
economica dai
carburanti tradizionali
37,2
40,5
« Pienamente d‘accordo » e
« Abbastanza d‘accordo »
« Come alternativa ai motori a combustione interna, sono i propulsori
elettrici e quelli ibridi ad essere citati più di frequente. Così, in risposta
alle aspettative emerse, alle case automobilistiche sarà richiesto un duro
lavoro di sviluppo, soprattutto per quanto riguarda la durata delle singole batterie. I prototipi attualmente disponibili in commercio, sebbene
soddisfino le esigenze della maggior parte del traffico giornaliero, non
appaiano abbastanza appetibili ai potenziali acquirenti. In questo caso,
l‘industria automobilistica, i media e le istituzioni pubbliche si trovano
ad affrontare una vera e propria opera educativa, per aumentare la
consapevolezza su questa nuova tecnologia di motore. »
Michael Gebhardt
19
Una mobilità a prezzi accessibili
Secondo gli europei, è soprattutto l’alto costo di
carburante il principale motivo per cui i motori
a combustione interna avranno poco futuro. La
diminuzione delle riserve di petrolio, d’altra parte,
porterà a un inevitabile aumento del prezzo della
benzina e del gasolio. L’84,3% degli intervistati
ritiene i sistemi di propulsione alternativi come
una soluzione dall’ottimo rapporto costo-efficienza, già accessibile per la mobilità dei prossimi 25
anni. Fra le argomentazioni a supporto delle auto
elettriche, più dell’80% chiama in causa anche la
salute, la tutela ambientale e climatica. Un’ulteriore motivazione, particolarmente cara agli europei,
sta poi nella conquista dell’indipendenza economica dai fornitori di petrolio e gas. L’81,3% degli
intervistati crede inoltre che i motori alternativi
garantiscano un maggior comfort e il massimo
piacere di guida. Sono soprattutto gli spagnoli e
gli italiani – con una quota del 77,9% e del 76,5%
– a sottolineare questo aspetto; in Olanda, solo il
59,2% è dello stesso parere.
© Continental AG
Quale autonomia minima dovrebbe
garantire un‘auto elettrica affinché
risulti appetibile?
0
10
20
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40
50
60 %
3,6 % Non ho mai valutato l‘acquisto di un‘auto
a propulsione alternativa
19,5 % Oltre 800 km
15,3 % 800 km
35,5 % 500 km
19,6 % 250 km
5,7 % 100 km
0,9 % 50 km
Stime basate sulle risposte « Pienamente d‘accordo »
e « Abbastanza d‘accordo »
20
« È soprattutto la prospettiva di un aumento dei costi del carburante a
spianare la strada ai sistemi di propulsione alternativi. Molti europei
temono che i prezzi di diesel e benzina continueranno a salire, pertanto
il passaggio a veicoli ibridi e elettrici appare una soluzione piuttosto
conveniente. Tuttavia, non dobbiamo dimenticare che anche il fabbisogno energetico ha il suo prezzo, e le stesse auto elettriche sono più
costose di quelle tradizionali. Inoltre, occorre considerare la spesa per
lo sviluppo delle infrastrutture (stazioni di ricarica, stazioni di rifornimento di idrogeno, ecc), e, ultimo ma non per importanza, il vincolo
a nuovi fornitori di materie prime: anche il litio per le batterie ha
provenienza extra-europea! »
Michael Gebhardt
6
Pilota automatico
© BMW AG
Un‘auto che trasporta i passeggeri senza un vero
posto guida, munita solo del freno a mano e
dell‘acceleratore, riassume l‘arte della guida automatica. Prototipi opportunamente attrezzati sono
attualmente in fase di sperimentazione; entrano
in funzione dopo che è stata inserita la destinazione voluta e sono in grado di accelerare, frenare,
lampeggiare, sterzare, effettuare cambi di corsia e
fare tutto così bene da muoversi, senza incidenti,
nel flusso del traffico, come si può osservare nella
Silicon Valley. Non potevano che essere Mercedes-Benz e Google Maps a dimostrare che ciò è
possibile.
Tuttavia, i risultati positivi sembrano non impressionare più di tanto gli automobilisti europei. L‘idea di
cedere il controllo ad un insieme di sistemi tecnologici di assistenza, telecamere e sensori, viene accettato solo da un quinto degli intervistati (20,8%).
Di questi, poco più della metà si dichiara a favore
del pilota automatico a prescindere, mentre il 9,9%
sarebbe disposto a passare alla nuova tecnologia in
cambio di vantaggi economici, quale, ad esempio,
una riduzione del costo dell‘assicurazione. In Italia,
la percentuale degli intervistati disposti ad accettare
la guida autonoma, subordinata ad una riduzione dei costi, è del 14,9%. In Austria, l‘incentivo
finanziario convince soltanto il 7,2% degli automobilisti e anche nei restanti paesi ilconsenso rimane
confinato in percentuali ad una sola cifra.
Uso del pilota automatico:
11,0 % Si, a prescindere
45,1 % Voglio avere
la libertà
di scegliere
9,9 % Si, se è più
conveniente
17,4 % No, non mi fido
della
tecnologia
16,7 % No, voglio guidare
da solo
21
Tuttavia, in Austria (50,9%), in Germania (51,3%)
e in Spagna (56%) più della metà degli intervistati
si dichiara disposta ad installare almeno una volta
il pilota automatico; negli altri quattro paesi, invece, la valutazione di approvazione varia dal 36%
della Francia al 44% dei Paesi Bassi. La media europea è risultata pari al 45,1%, significativamente
superiore al sondaggio del 2011/2012: in quell‘occasione, nemmeno un terzo degli intervistati si era
dichiarato a favore dell‘opzione.
Il rifiuto della guida automatica è all‘incirca pari
fra quanti diffidano della tecnologia (17,4%) e chi
preferisce guidare da sé (16,7%). Nel 2011, questo
aspetto influiva ancora sul 23,7% degli intervistati, quale motivo preponderante per rifiutare
la guida automatica. In linea di massima, si può
affermare che gli uomini presentano una più lieve
apertura sull‘argomento, mentre fra le donne
permane una diffidenza più marcata. Il fattore
decisivo sono le remore circa la nuova tecnologia,
mentre la paura di perdere il piacere della guida
riguarda solo 15 donne su 100 (per gli uomini, la
percentuale sale al 18,4%). In Francia, la causa
principale del rifiuto è la sfiducia; per italiani e
olandesi, invece, prevale la gioia di voler guidare
in autonomia.
In tutta Europa, i partecipanti più giovani e più
anziani del sondaggio hanno concordato (rispettivamente col 38,2% e il 38,5%) nel bocciare la
tecnologia della guida automatica. Nel sondaggio
precedente, le variazioni fra il campione più giovane e quello più anziano, oscillavano fra i 5 e i 7
punti percentuali. A influenzare il verdetto, concorrono anche le dimensioni del luogo di residenza: il
22,9% delle persone che vivono nelle città con più
di 100.000 abitanti si sono dichiarati potenziali
utenti della propulsione mobile automatica. Nelle
cittadine inferiori a 5.000 abitanti, invece, si è
riscontrata una maggiore resistenza; allo stesso
tempo, vi è anche una sfiducia sproporzionata rispetto alla media (22,7%) e un numero di indecisi
particolarmente elevato (23,1%).
Analisi delle risposte
0
10
20
30
40
50%
Nessun produttore si dedicherà alla distribuzione su
larga scala di veicoli completamente autonomi:
16,9 %
18 –29 anni
19,0 %
30 –39 anni
23,2 %
27,1 %
30,8 %
40 –49 anni
50 –59 anni
60 –65 anni
L’industria automobilistica più che il settore IT
(Google, Intel, etc.):
29,1 %
25,7 %
16,0 %
18 –29 anni
30 –39 anni
40 –49 anni
12,3 %
50 –59 anni
9,8 %
60 –65 anni
« Nel campo del settore automobilistico, il pilota automatico risolverebbe
molti dei problemi che attualmente rendono la guida una tortura.
Nonostante la sua positività, però, il fenomeno non ha ancora preso
corpo. All‘idea che la propria auto diventi un taxi senza conducente,
infatti, attualmente solo una minoranza è disposta ad abituarsi. Grande
favore, invece, riscontrerebbe quella tecnica che potrebbe permettere al
conducente di scegliere quando guidare in prima persona e quando
passare al pilota automatico. Tuttavia, quantunque oggi le auto siano
tutte guidate individualmente, il futuro si prospetta ben diverso. Nel giro
di 25 anni, arriveremo a viaggiare in jet compatti, in capsule piene di
gente sparate in un tubo pneumatico da città a città? »
22
Michael Gebhardt
Di tutti gli intervistati, quelli laureati si dichiarano a favore della guida automatica per circa un
quarto; degli utenti di Internet, quasi un terzo.
Questi gruppi, descritti generalmente come aperti
alle innovazioni, affermano anche di aver meno
desiderio di guidare da soli. Esaminando, poi, le
risposte in relazione al reddito, è da notare che un
bilancio familiare medio-basso porta ad un maggiore rifiuto della guida automatica (37,5%), mentre la maggior parte dei suoi sostenitori (24,2%) si
trovano nella fascia di reddito più alta.
secondo italiani e spagnoli (rispettivamente
24,4% e 24,7%). Ancora più ottimismo si riflette
sulla fiducia in un prossimo sviluppo tecnologico.
Che una casa automobilistica riesca a produrre,
entro i prossimi 25 anni, i veicoli in questione ne
dubita ormai solo il 22,5% di tutti gli intervistati.
In Austria e in Germania, la percentuale arriva
a un picco di circa il 30%. In Spagna e in Italia,
invece, solo per il 15,3% e il 14,9% l’ipotesi non
è realistica.
Industria automobilistica in avanti del settore IT
Il settore IT dell’automobile consentirà all’industria
automobilistica di sviluppare la nuova tecnologia
della guida automatica, in modo rapido e affidabile, per chiunque nel giro di 25 anni: così pensa il
53,5% degli europei. Maggiore è il consenso
fra gli intervistati con un reddito superiore ai
3.000 euro al mese. Il settore IT, che persegue gli
stessi piani, è significativamente meno conosciuto
(19,6%) e risulta più probabile rispetto alla media
Chi ti ispira maggiore fiducia per la
produzione del pilota automatico?
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50
60 %
53,5 % Industria automobilistica
22,5 % Qualsiasi azienda specializzata
19,6 % Settore IT
4,4 % Un altro settore industriale
Stime basate sulle risposte « Pienamente d‘accordo »
e « Abbastanza d‘accordo »
© Rinspeed
« Che si tratti dell‘industria automobilistica o del settore IT - tutti coloro
che esplorano le possibilità di guida automatica si scontrano con la
diffidenza del cliente e con evidenti ostacoli legali. Per accettare l‘idea
che l‘autista possa voltare le spalle alla strada e conversare coi
passeggeri, mentre la vettura procede da una destinazione all‘altra,
probabilmente dovrà passare più di un quarto di secolo. Per il momento,
non bisogna pensare a questo: è già un passo avanti che le norme
internazionali permettano all‘autista di togliere le mani dal volante e i
piedi dai pedali, sebbene solo a condizione che in ogni momento sia
pronto a intervenire, qualora la tecnica dovesse sfuggire di mano. »
Michael Gebhardt
23
7
Costi di mobilità
© Honda
Le forme alternative di mobilità soppianteranno
presto i sistemi di alimentazione tradizionale,
secondo la maggior parte degli intervistati.
Tuttavia, occorre considerare un‘ulteriore questione, legata allo sviluppo di infrastrutture adeguate:
per il loro funzionamento, le auto elettriche necessitano di stazioni di ricarica, così come i sistemi
a celle a combustibile richiedono la presenza di
stazioni di rifornimento di idrogeno. L‘installazione
di impianti adeguati prevede pertanto un significativo investimento. Abbiamo quindi chiesto agli
intervistati chi, a loro parere, dovrebbe sostenere
tali costi.
Qualcuno deve pagare
Su questo tema gli europei sono lontani dall’essere concordi, sebbene una maggioranza di poco
superiore al 36% ritiene che l’adeguamento delle
strutture sia responsabilità dello Stato e vada quindi finanziato con i soldi dei contribuenti. Lo scorso
anno, questa opzione era considerata accettabile
dal 34,8% degli intervistati. Tuttavia, nelle diverse
nazioni si riscontrano marcate differenze:
mentre in Italia (41%) e in Germania (37,4%),
questo modello di finanziamento trova un buon
favore, in Belgio e in Francia la percentuale si
riduce al 25,9% e al 21,5%. Ad approvare tale
sistema sono poi soprattutto i residenti dei grandi
centri urbani, con una popolazione superiore ai
100.000 abitanti (37,3%).
Il 21,6% ritiene, invece, che i costi di sviluppo
delle infrastrutture debbano essere coperti da chi
utilizza i nuovi sistemi di mobilità. Una percentuale di poco inferiore (19,2%), più o meno stabile
rispetto allo scorso anno, sostiene il contrario: a
pagare deve essere chi rifiuta le energie alternative, restando ancorato a fonti non sostenibili come
diesel o benzina.
24
Altrettanto elevata (21,1%) è la percentuale di
coloro che pensano che lo sviluppo di adeguate infrastrutture sia a carico delle imprese operanti nel
settore energetico e dei produttori di auto a propulsione alternativa.
Tutto sommato, le forme alternative di mobilità
stanno guadagnandosi un favore crescente. Rispetto
allo scorso anno, la percentuale di coloro che
rifiutavano categoricamente i sistemi di alimentazione alternativa è calata dal 7,1% al 4,6%. Ciò che
colpisce, però, è che a essere diffidenti sono soprattutto le donne (6,2%) rispetto all’utenza maschile
(2,9%). Un tasso ancora più elevato lo si riscontra
fra i non guidatori (9,2%) e, non a caso, fra chi si
definisce nemico del progresso tecnologico (14.1%).
Chi è responsabile dei costi infrastrutturali
per le nuove forme di mobilità?
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50 %
33,6 % Contribuenti/Società
21,6 % L‘utenza di fonti energetiche alternative
21,1 % I produttori e i fornitori di energia
19,2 % L‘utenza che rifiuta le fonti energetiche
alternative
4,6 % Nessuno, considero inutili i sistemi di propulsione
alternativa
Stime basate sulle risposte « Pienamente d‘accordo »
e « Abbastanza d‘accordo »
© Audi AG
Contributo tramite tassazione urbana
45,0 % No, gli automobilisti hanno
già abbastanza imposte
da pagare
2,6 % Si, perché le città dispongono di
risorse economiche limitate
12,9 % Si, voglio contribuire alla
riduzione del traffico
26,4 % Si, se il denaro è investito nei trasporti
pubblici
13,1% No, voglio contribuire alla
riduzione del traffico
« Chi dovrebbe pagare? Su questa domanda le opinioni si dividono.
In Europa, un terzo degli intervistati immagina che il costo per lo sviluppo delle infrastrutture sia responsabilità di tutti i cittadini e richieda
quindi un‘adeguata tassazione. Ma anche l‘idea che sia lo stesso costruttore a farsene carico incontra parecchi consensi. Quest‘ultima alternativa
è, tuttavia, assai improbabile. „
Michael Gebhardt
25
Riserve sulla tassazione urbana
Un quadro chiaro emerge quando agli intervistati viene chiesto di esprimere il proprio parere
sulla tassazione della congestione del traffico, un
progetto già attivo in alcune città come Londra o
Milano allo scopo di ridurre gli ingorghi e l’inquinamento nei centri urbani. Transitare nella
capitale inglese, ad esempio, costa 15 euro al
giorno. Sull’eventualità di pagare un pedaggio,
una netta maggioranza degli europei (58,1%) si
dice contraria. Uno sguardo più attento rivela che
il 45% degli automobilisti ritiene di pagare già
abbastanza tasse e il 13,1% rifiuta tale imposta
per principio.
Non sorprende che, a mostrarsi favorevoli alla tassazione, siano soprattutto i residenti delle città con
oltre 100.000 abitanti (47,7%); la percentuale cala
significativamente fra chi vive, invece, nelle zone
rurali e in centri urbani con meno di 5.000 abitanti (36,4%). È interessante notare come il livello di
istruzione incida sulla decisione: mentre quasi il
50% dei laureati si mostra concorde, solo il 31%
di chi ha completato una formazione scolastica
base si dice favorevole alla tassa anti-congestione.
Le differenze di reddito, tuttavia, non sembrano
influenzare la scelta.
Il 40% degli intervistati non muove obiezioni
riguardo la tassa anticongestione. Tuttavia, circa i
due terzi (26,4%) si dicono concordi a patto
che le entrate vengano reinvestite nei trasporti
pubblici. Il 12,9% si dice disposto a pagare un pedaggio, se questo può essere effettivamente utile
a contenere il traffico.
« La tassa anti-congestione resta un mezzo controverso per la lotta agli
ingorghi stradali e alle emissioni inquinanti. Tale imposta, comunque,
trova ragione d‘essere solo se applicata in maniera capillare. A Londra,
per esempio, sono circa due terzi coloro che pagano il pedaggio previsto
per entrare nella Congestion Charge Zone, il resto risulta esente grazie
a speciali normative. D‘altra parte, l‘adozione di un‘imposta potrebbe
servire da incentivo per il passaggio a fonti di propulsione alternativa. »
© « London Congestion Charge » by Mariordo (Mario Roberto Durán Ortiz) (Own work)
[CC BY-SA 3.0 (http://creativecommons.
org/licenses/by-sa/3.0)], via Wikimedia Commons
26
Michael Gebhardt
© Rafael Neddermeyer/SP-X
Accettazione della tassa anti-congestione
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Dimensioni del comune (popolazione):
oltre 100.000 abitanti
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Livello di istruzione:
47,7 % Laurea
49,7 %
tra i 20.000 e i 99.000 abitanti 40,9 %
Diploma di scuola superiore
tra i 5.000 e i 19.999 abitanti
Diplomati di scuola secondaria 32,7 %
Meno di 4.999 abitanti
40,2 %
36,4 %
Licenza elementare
Senza istruzione
42,3 %
31,0 %
28,0 %
27
8
Sommario e prospettive
© Rinspeed
Per gli europei, l‘auto resta un elemento irrinunciabile del proprio stile di vita. Questo a conferma
degli studi precedenti già condotti da AutoScout24,
che hanno già identificato la mobilità come un diritto fondamentale. La proprietà del mezzo, tuttavia, non è più così importante. Sono soprattutto gli
abitanti delle grandi città e coloro che vantano un
reddito superiore alla media a mostrarsi disposti a
riorganizzare la propria mobilità individuale, in
modo diverso rispetto alle generazioni precedenti.
L‘auto rappresenta tuttora un punto di riferimento
centrale per gli spostamenti ma, rispetto al passato, non ha più carattere esclusivo: dal noleggio ai
mezzi pubblici, sono molte le alternative a cui oggi
è possibile fare affidamento.
Il quadro che emerge è chiaro: sebbene resti ancora molta strada da percorrere in termini di progressi tecnologici, lo scenario atteso per il 2040 è
soprattutto quello di una mobilità sostenibile. Lo
studio di quest’anno mostra, in primo luogo, una
maggiore apertura degli automobilisti nei confronti del cambiamento, sebbene non sia semplice
stravolgere le proprie abitudini. Gli intervistati si
aspettano, inoltre, un nuovo approccio di vendita,
incentrato sull’uso di internet e sull’adozione di offerte interattive, al fine di semplificare il processo
di personalizzazione della propria auto.
28
Impatto della mobilità sulla qualità di vita nei prossimi 25 anni
10,9 % Tendenzialmente negativo
89,1 % Leggermente positivo
Ancora una volta, si assiste alla riconferma che i
conducenti più anziani non sono necessariamente
sprezzanti delle nuove tecnologie. Lo scetticismo
del gruppo senior si presenta più in risposta ai
tempi di attuazione – forse perché memori di innovazioni promesse e mai portate a termine o giunte
estremamente in ritardo. Fra queste, figura ad
esempio la questione delle auto elettriche – il cui
sviluppo, già annunciato a partire dal 1990, non
è stato promosso se non da un’esigua nicchia di
mercato. Per la metà degli intervistati, appare
chiaro che il futuro dell’auto sarà orientato verso
l’adozione di energie alternative, sotto forma sia
di auto elettriche pure, sia di veicoli ibridi o con
tecnologia a celle a combustibile.
Tuttavia, si ricerca un’autonomia significativamente più lunga rispetto a quella offerta dalle
auto elettriche odierne – con ogni probabilità
difficilmente raggiungibile. Per questo, occorre
sensibilizzare i guidatori con un lavoro educativo:
a molti non è ancora chiaro che le auto elettriche
sono già in grado di soddisfare la maggior parte
delle esigenze, coprendo gran parte dei percorsi
quotidiani.
© Rinspeed
Uno sguardo fiducioso
La buona notizia è che l’89,1% degli europei
guarda positivamente al futuro e ritiene che, nei
prossimi 25 anni, l’auto contribuirà a una migliore
qualità di vita - grazie ai progressi in termini di
impatto ambientale, costi, flessibilità e sicurezza.
Sebbene si registri un calo di 0,8 punti percentuali
rispetto all’anno precedente, non viene meno un
clima di ottimismo diffuso. Solo il 10,9% degli
intervistati si aspetta un andamento negativo compresi coloro che si definiscono nemici della
tecnologia: il 22,7% di questo gruppo teme che le
auto di domani possano rendersi responsabili di un
peggioramento della loro qualità di vita, come ad
esempio centri urbani congestionati e costi più
elevati.
29
9
Metodologia di indagine
© AutoScout24
Per questo studio, la società di ricerche di mercato
GFK ha intervistato 8.811 europei di età compresa
fra i 18 e i 65 anni, residenti in Belgio, Germania,
Francia, Italia, Olanda, Austria e Spagna. Questi
paesi rappresentano oltre i due terzi delle nuove
immatricolazioni nell‘UE su base annua.
Il sondaggio è stato condotto quattro volte, al
fine di garantire un risultato rigoroso e realmente
rappresentativo. Nell’autunno del 2014, per ogni
paese, circa 1001 - 1456 partecipanti di ambo
i sessi hanno risposto a 13 blocchi di domande
riguardanti le « Auto del futuro ». Le risposte degli
intervistati sono state valutate in funzione della
popolazione di ognuno dei sette paesi partecipanti, così da rappresentare il volume del mercato
automobilistico di ogni singola nazione.
Lo studio raccoglie le richieste e i requisiti attesi
dalla popolazione odierna per l’auto e la mobilità
di domani. Le dichiarazioni non sono differenziate
solo per paese, ma anche secondo criteri quali
sesso, età, dimensione demografica del luogo di
residenza, presenza di bambini in famiglia al di
sotto dei 15 anni, livello di istruzione e reddito
netto mensile.
I ricercatori GFK hanno condotto l’indagine
mediante il metodo CAWI (Computer-Assisted
Web Interview). La scelta di ripetere la medesima
procedura e di coinvolgere lo stesso campione
partecipante agli studi precedenti permette di
identificare con maggior precisione tendenze e
sviluppi.
30
Per esprimere il diverso grado di approvazione
o replica, la maggior parte delle domande prevedeva opzioni di risposta graduate su una scala
da 1 a 5 punti. Nei casi in cui le risposte non
oscillavano tra i poli « Pienamente d’accordo » e
« Completamente in disaccordo », gli intervistati
hanno potuto scegliere una risposta fra le alternative proposte.
31
AutoScout24 Italia srl
Via Battaglia, 71/C
35020 Albignasego (PD)
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www.autoscout24.it

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