SETTIMANA n. 4/03
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SETTIMANA n. 4/03
SETTIMANA 20-2012 v88:Layout 1 15/05/2012 13.35 Pagina 1 Via Nosadella 6 40123 Bologna Periodico settimanale tariffa R.O.C.: “Poste Italiane s.p.a. - Sped. in A. P. D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art.1, comma 1, DCB Bologna attualità 20 maggio 2012 www.dehoniane.it www.dehoniane.it I cattolici francesi a un mese dal voto 20 L’atteggiamento dialogico a tutto campo, soprattutto alla base, è la cifra di un contributo originale alle «presidenziali» di questa primavera. Come leggere e interpretare il documento della Conferenza episcopale francese. attualità pastorale Gli artisti raccontano Dio Recentemente si sono celebrati in Italia due eventi che hanno ribadito la fecondità della comunicazione del vangelo attraverso l’arte. Originale l’utilizzazione del teatro comico, della musica d’autore e del jazz come linguaggio comunicativo nella catechesi. della compagine ecclesiale sia al suo esterno, si occupano di comunicazione. Una stagione favorevole Stiamo vivendo, infatti, paradossalmente, una stagione particolarmente favorevole, un vero e proprio kairòs comunicativo. Molte persone che oggi si trovano o si sentono fuori dalla Chiesa alzano la mano, perché desiderano essere ascoltate e poter collaborare all'impresa della nuova evangelizzazione, se solo si avesse il coraggio di accoglierle e di coinvolgerle. È quanto è emerso da diverse testimonianze raccolte nelle due iniziative. Così, infatti, si è espresso Mauro Camattari, art director, regista video con una lunga esperienza nel mondo dell'intrattenimento e del live, intervenuto al seminario romano. Questa è stata anche la posizione espressa dal cantautore bolognese Luca Carboni, intervenuto alla giornata piacentina. Un altro filo ha intrecciato le due iniziative: il tentativo di rinnovare la tradizione antica e feconda della comunicazione del vangelo attraverso l'arte. Nel seminario romano, sono state presentate diverse proposte. La prima fa riferimento all'attività del gruppo internazionale Pietre vive fondato e animato dal gesuita di origini spagnole, ma residente in Italia, p. Jean-Paul Hernàndez. Egli ha definito Pietre vive una sorta di apostolato “al quadrato”, perché coinvolge sia chi lo mette in atto, per lo più giovani volontari, sia i destinatari in un'intensa esperienza di primo annuncio. Dagli anni della sua formazione nel duomo di Francoforte, raccogliendo i suggerimenti di varie associazioni europee e il fecondo insegnamento di Timothy Verdon, p. Hernàndez ha sviluppato un suo originale percorso di annuncio attraverso i monumenti dell'arte cristiana. > pag. 16 Vita e vitalismo Una tensione conflittiva divide da anni il mondo dei militanti cattolici «per la vita». Alla seconda marcia nazionale per la vita (10 maggio), organizzata a Roma dall’«Associazione famiglia domani» e dal «Movimento europeo difesa vita» si sovrappone solo parzialmente il più ufficiale appuntamento del «Movimento per la vita», Life day, convocato in Vaticano il 20 maggio e la raccolta di firme a livello europeo per riconoscere l’embrione come «uno di noi». Sigle e persone si mescolano fra i due poli che si possono collocare fra il «contro l’aborto» e «a favore della vita». La marcia esibisce una dipendenza di strumentazione dallo scontro in atto negli Stati Uniti, una facile assimilazione di sigle e interessi negazionisti e reazionari, un discutibile gioco su «chi è più cattolico», un’attestazione identitaria senza dialogo. Nel continuum fra vitalismo, vita e vita eterna, fra paganesimo, vita salvata e vita piena, la lancetta non si ferma allo stesso punto. Gridare più forte non significa maggiore verità ed efficacia. liturgia “Per molti” o “per tutti”? p. 3 attualità Un ritorno del terrorismo p. 5 problemi Un “manuale” multireligioso p. 7 etica Le chiacchere sull’AGESCI p. 11 settimana 20 maggio 2012 | n° 20 D ue eventi celebrati in questo periodo hanno fornito l’occasione per riflessioni e proposte sulla comunicazione del vangelo nel contesto contemporaneo. Si tratta della giornata conclusiva dell'Alta scuola di formazione pensata dagli Uffici catechistici regionali della Lombardia e dell'Emilia-Romagna, che si è svolta il 30 marzo a Pontenure (Piacenza) sul tema Gli artisti raccontano Dio, e il laboratorio di studio su arte e fede, promosso dal Servizio nazionale per il progetto culturale della Cei assieme all'Ufficio nazionale per i beni culturali ecclesiastici e all'Ufficio catechistico nazionale, svoltosi a Roma il 3 maggio. Una serie di fili collegano le due iniziative: uno di carattere metodologico e l'altro contenutistico. Innanzitutto, lo spirito di collaborazione che ha portato sia gli uffici catechistici della Lombardia, coordinati da mons. Bassano Padovani, e quelli dell'Emilia-Romagna, coordinati da mons. Valentino Bulgarelli, a lavorare insieme, così come hanno fatto i tre uffici della Cei. Al di là delle citazioni di circostanza, sappiamo bene come questo stile non sia per nulla scontato, come ha ricordato Vittorio Sozzi, responsabile del Servizio nazionale per il progetto culturale, all'apertura dei lavori del laboratorio romano. Eppure, questo è un metodo assai efficace per affrontare e vincere una delle sfide più impegnative dei nostri tempi: riuscire a comunicare in modo efficace il ricchissimo patrimonio di cui la Chiesa è custode. Non si tratta, infatti, di aggiungere nuovi contenuti a quelli che la tradizione ci offre, quanto piuttosto di riscoprirli e di comunicarli in modo efficace per l'uomo di oggi. Questo lavoro implica, in prima battuta, la stretta collaborazione, anzi una vera e propria alleanza tra tutti coloro che, con competenze diverse, sia all'interno 1 SETTIMANA 20-2012 v88:Layout 1 15/05/2012 13.35 Pagina 16 > segue da pag. 1 Il progetto fa leva su alcuni snodi fondamentali: il primo è la scoperta che la chiesa, intesa come edificio, è già quel cortile dei gentili di cui ha parlato Benedetto XVI in diverse occasioni. Si tratta non solo di una metafora, ma di un vero e proprio luogo in cui i “gentili” di oggi, il turista in primis, entrano con diversi livelli di consapevolezza, ma con un non troppo celato desiderio di riattingere a quei significati profondi che essi hanno smarrito. L'idea stessa con la quale è stata progettata una chiesa va incontro a questo desiderio e aiuta a renderlo manifesto. Il primo tema del percorso di annuncio è, infatti, far percepire la caratteristica simbolica fondamentale dell'“edificio-chiesa”, cioè del luogo in cui fisicamente ora il turista si trova. Ogni chiesa è nata dal modello della basilica paleocristiana, cioè come contaminazione di uno spazio profano, la parte coperta del foro romano ove venivano trattati gli affari, la politica e amministrata la giustizia, insieme allo spazio religioso, lo spazio della liturgia. Simbolicamente, questo sta a significare che nella chiesa la liturgia che viene celebrata e la Parola che viene annunciata non si rivolgono ad un settore particolare della vita dell'uomo, ma intendono animare tutti gli aspetti dell'esistenza, a cominciare dai più concreti, come l'uso del denaro o dei beni. settimana 20 maggio 2012 | n° 20 Il turismo è “luogo teologico” 16 La chiesa racconta un Dio che si fa trovare in ogni realtà creata, la quale, perciò, diventa degna della massima attenzione. Così il turista, che forse si aspettava da queste giovani guide un “fervorino” religioso, viene condotto da esse, con semplicità ma anche con forza, ad uno dei misteri centrali della fede cristiana: il mistero dell'incarnazione di Dio, che ha voluto “entrare” nelle vicende dell'uomo, condividendone tutti gli aspetti, anche quelli più quotidiani. Attraverso le pietre dell'edificio, si entra così a contatto con la vita delle persone, che non è rimasta “fuori”, ma diventa protagonista del racconto che si svolge nello spazio sacro. Un brano che fa da guida alla formazione dei giovani annunciatori e che rimane, al di là delle narrazioni legate ai diversi monumenti, come una sorta di paradigma dell'intero progetto, è la chiamata di Mosè al roveto ardente (Es 3). Il roveto ardente è simbolo della vita di ciascuno entro la quale parla la Parola; ognuno, anche se si trova nel deserto, è come un tempio entro il quale Dio non disdegna di entrare. In questo modo l'edificio concreto può diventare come il roveto, cioè il luogo den- tro il quale si può riscoprire la propria chiamata, a partire dalla situazione in cui si è, qualunque essa sia. È interessante notare – sottolinea p. Hernàndez – l'insistenza con cui, nel brano biblico, Dio osserva Mosè che si avvicina al roveto, accogliendo, valorizzando e rispettando la sua curiosità: «Il Signore vide che si era avvicinato per guardare» (Es 3,4). Questo sguardo curioso e rispettoso che ha il Signore verso Mosè è quello che oggi siamo invitati ad avere anche noi per il turista. Il fenomeno del turismo è, ai nostri giorni, una sorta di “luogo teologico”, perché oggi più di ieri le persone cercano nelle visite ai monumenti dell'arte sacra quei significati che hanno smarrito e che non trovano altrove nella loro ferialità. Il turista – ha affermato p. Hernàndez – è un po' come la Veronica, rappresentata dallo scultore Joyce Maria Subirachs in una delle facciate della Sagrada Familia di Barcellona. Una donna senza volto che ha in mano un panno con impresso il volto di Cristo, come a dire che solo in quel panno, che simboleggia la Chiesa, potrà anch'essa ritrovare il proprio volto e la propria identità. L'ultimo nodo toccato da p. Hernàndez è il cosiddetto “conflitto delle interpretazioni”. La lettura simbolica e orante delle opere dell'arte cristiana che lui propone “confligge”, nella maggioranza dei casi, con quello che le guide turistiche dicono ai loro destinatari. Il tema non è secondario, in quanto tocca il nervo scoperto della formazione non solo delle guide, ma anche di tutti coloro che studiano teologia e che fanno catechesi. L'arte in generale, e l'arte sacra in particolare, non riceve ancora, all'interno della realtà ecclesiale, quell'attenzione che merita. In troppi ancora ritengono sufficienti i due trascendentali del vero e del bene per fondare l'annuncio e la vita cristiana, quasi che il bello sia un orpello inessenziale e accessorio. comunicazione multisensoriale di cui le arti sono la massima realizzazione. Di percorsi educativi attraverso l'arte ha parlato anche il prof. Umberto Utro, docente di arte cristiana antica a Roma e curatore del reparto di antichità cristiane dei Musei vaticani. Egli ha testimoniato l'importanza che la Chiesa lungo i secoli ha attribuito alla conservazione e all’esposizione delle opere d'arte. Oggi l'atteggiamento di fondo si è però profondamente modificato: si è passati, infatti, da un utilizzo eminentemente apologetico delle opere d'arte cristiane, che portava talvolta ad alcuni eccessi interpretativi, al considerare l'arte come una testimonianza della fede. Su questa linea anche i Musei vaticani, con la loro imponente collezione di sarcofagi, possono diventare un luogo per entrare a contatto immediato e profondo con quelle sintesi della fede cristiana di cui oggi si avverte tanto il bisogno. Nel corso del laboratorio, sono state presentate anche diverse esperienze come quella del Museo diocesano di Padova, illustrata dal direttore dell'Ufficio catechistico don Giorgio Bezze, che ha attivato diversi itinerari di evangelizzazione, come i percorsi attivati a Firenze o a Venezia, per non parlare delle città simbolo del rapporto tra arte e fede. Nel tracciare alcune linee conclusive, don Benzi ha ricordato la necessità di generare uno stile comunicativo comune alle varie esperienze artistiche, che faccia riconoscere, dentro alle tante e diverse espressioni, la presenza di un'intonazione comune all'insegna del bello. Il teatro comico, la musica e il jazz Un’indicazione simile è emersa anche nella giornata piacentina degli Uffici catechistici della Lombardia e dell'Emilia-Romagna. Qui Come linguaggio di primo annuncio A questo proposito, don Guido Benzi, direttore dell'Ufficio catechistico nazionale, ha ricordato come questa povertà culturale sia figlia di una precisa precomprensione filosofica che, con il romanticismo, ha imposto il legame dogmatico tra emozione e trasgressione e, con Hegel, ha relegato l'arte al primo gradino del pensiero autentico. L'esperienza catechistica invece, soprattutto per i soggetti disabili, dimostra il contrario, come ha ricordato ancora don Benzi, in quanto la necessità di parlare agli ultimi ha fatto riscoprire la ricchezza della si è tentato un primo passo nella direzione di quell'auspicata “nuova contaminazione” tra i linguaggi della fede e quelli delle arti contemporanee del teatro comico, rappresentato da Paolo Cevoli, della musica d'autore con Luca Carboni e del jazz con Jimmy Villotti. La performance di Paolo Cevoli è stata di grande impatto emotivo e spirituale. A partire dai personaggi che lo hanno reso celebre e amato dal grande pubblico, Cevoli ha messo la sua capacità comunicativa a servizio del vangelo. Ciò traspare sia dalle motivazioni che lo hanno spinto a fare il comico – il desiderio di servire gli altri, di renderli felici con i propri doni – sia dal suo ultimo spettacolo teatrale, La penultima cena, in cui si parla di Gesù e dei suoi discepoli dall'inedito punto di osservazione di un cuoco. Erede della grande tradizione del clown coniugata con la popolarità del cabaret, Cevoli rappresenta un intelligente connubio tra spiritualità e comicità, una concreta pista per il primo annuncio. La musica contemporanea, rappresentata dai due artisti presenti ha mostrato, con Luca Carboni, come ogni produzione artistica abbia una sua intrinseca religiosità, in quanto ricerca ed espressione dell'autenticità del vivere umano in tutte le sue manifestazioni. Jimmy Villotti, con l'elogio dell'improvvisazione che la sua arte rappresenta, ha reso plastica e percepibile una metafora con cui descrivere la creatività dello Spirito, che soffia dove e quando vuole. Villotti, uno dei maestri del jazz italiano, a 68 anni si definisce una persona ancora in cerca della sua vocazione artistica e cristiana. In definitiva, un bell'esempio di quell'atteggiamento indispensabile per trovare i nuovi linguaggi per la comunicazione della fede: l'umiltà. Marco Tibaldi ATTUALITÀ n. 20 - 20 maggio 2012 settimanale - anno 47 (67) Tariffa R.O.C.: “Poste Italiane s.p.a. - Sped. in A.P. – D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, DCB Bologna” direz. e redazione: v. Nosadella 6 40123 Bologna - tel. 051/3392611 - fax 331354 Per verifiche e abbonamenti ufficio abbonamenti/amministrazione: tel. 051/4290077 - fax 4290099 v. Scipione dal Ferro 4 - 40138 Bologna c.c.p. 264408 intestato a: Centro Editoriale Dehoniano spa - Bologna Stampa: Italiatipo litografia - Ferrara Reg. Trib. di Bologna n. 3238 del 22-12-1966 Articoli, lettere, materiali vari inviati al giornale non si restituiscono. 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