Relazione Tecnica - Comune di Montichiari

Transcript

Relazione Tecnica - Comune di Montichiari
Relazione Tecnica
I lavori costituiscono il primo Lotto funzionale di un programma di interventi , articolato in tre
lotti, volti al restauro e all’adeguamento funzionale del palazzo Tabarino e dell’attiguo Palazzo
ex sede della Pretura. I due edifici sono destinati a sede della Pinacoteca comunale di
Montichiari, recentemente costituita intorno al lascito della collezione del notaio Luigi Lechi,
composta di oltre cento dipinti, dichiarata nel suo insieme di eccezionale interesse artistico e
storico con decreto 19 ottobre 2004 del Direttore Regionale per i Beni Culturali e
Paesaggistici della Lombardia. Come dettagliatamente illustrato nel progetto esecutivo la
pinacoteca verrà ad occupare il primo piano dei due edifici; gli spazi del piano terra saranno
destinati ad accogliere i servizi di biglietteria e di orientamento alla visita, una caffetteria
libreria, mostre temporanee, attività didattiche, servizi di assistenza e di intrattenimento per la
prima infanzia.
L'
appalto ha per oggetto l'
esecuzione di opere e forniture occorrenti per il completo restauro
dei prospetti esterni e delle coperture del palazzo Tabarino e del palazzo ex Pretura. In
particolare è previsto il restauro delle coperture consistente nel miglioramento strutturale del
tetto in legno del palazzo Tabarino, nel risanamento del manto di copertura, nel rifacimento
dell’impermeabilizzazione e nel miglioramento dell’isolamento termico delle coperture (manto
coibentato ex palazzo della pretura e tetto ventilato da realizzare sulle falde di copertura del
palazzo Tabarino) , la revisione del sistema di raccolta e scarico delle acque piovane, la
demolizione degli attuali lucernari in vetro cemento con altri in profilati di alluminio verniciato e
vetri, il restauro delle facciate anteriori e posteriori delle due palazzine, il restauro degli infissi
in legno d’epoca ancora in opera del palazzo Tabarino, la sostituzione dei mancanti con
infissi in legno di analogo disegno degli esistenti, la messa a norma ( dlgs 626) ed il
miglioramento delle caratteristiche d’isolamento termico e acustico dei serramenti esterni di
recupero, la sostituzione di tutti gli infissi esterni ( finestre e persiane) del palazzo ex Pretura,
opere di miglioramento sismico quali la realizzazione di diaframmi murari demoliti in
precedenti interventi di ristrutturazione, l’adeguamento strutturale dei solai lignei dei due
edifici destinati a sede museale.
L'
importo complessivo dei lavori compensati a misura ammonta ad
655.854,33
(seicentocinquantacinquemilaottocentocinquantaquattroeuro\trentatrecentesimi) escluso l’IVA
e gli eventuali altri oneri di legge. Sono previsti i seguenti lavori e metodologie di intervento.
Allestimento di opere provvisionali
L’installazione delle opere provvisionali previste sono del tipo a telaio e del tipo in tubi e giunti
con impalcati di legno a ridosso delle superfici soggette all’intervento. Queste sono collocate
lungo i due prospetti. E’ stato previsto anche l’installazione di ponteggi per la demolizione dei
quattro lucernari in vetro cemento e il rifacimento degli stessi con strutture in profilati di
alluminio e vetro VISARM da mm 10-11. Si prevede la realizzazione di ponteggi sul fronte
strada e sul retro per uno sviluppo di circa mq 1200 sul piano verticale per una durata dei
lavori di sei mesi.
L’installazione delle opere provvisionali previste sono del tipo a telaio e del tipo in tubi e giunti
con impalcati di legno a ridosso delle superfici soggette all’intervento. Tuttavia si lascia alla
Direzione dei Lavori e all’Impresa la possibilità, in fase di revisione del piano, di prevedere e
predisporre un ponteggio misto che meglio accompagni l’esecuzione dei lavori. Nella
predisposizione delle opere provvisionali deve essere garantita la percorribilità veicolare e
pedonale degli spazi pubblici con modalità tali da separare i due percorsi e quindi consentirne
l’uso in condizioni di sicurezza dalle attività svolte in cantiere. Le opere provvisionali devono
essere eseguite conformemente al loro progetto che deve eventualmente rispettare i criteri
dell’uso promiscuo. I tipi diversi impiegati devono comunque appartenere ad unica
autorizzazione ministeriale secondo quanto determinato dagli art. 30-31 del D.P.R. 164/56
rispettando i requisiti di accoppiamento in base al progetto elaborato ai sensi dell’art. 32 del
medesimo D.P.R. 164/56. Gli elementi differenti tra loro devono appartenere a classi di carico
non dissimili tra loro; i piani di separazione devono essere opportunamente ancorati. I libretti
di autorizzazione dei tipi devono trovarsi custoditi in cantiere.
Rimozione del manto di copertura
L’intervento prevede modalità differenti per i due edifici caratterizzati da diverse tipologie
costruttive e materiali in opera. Il Palazzo Tabarino infatti conserva al di sotto del manto di
copertura orditura lignea principale e secondaria in legno con soprastante tavolato e/o
tavelline in cotto di recupero. Il palazzo della pretura presenta una struttura portante in laterocemento. La prima cautela da adottare nello smantellamento del manto di copertura del
palazzo Tabarino sarà quella di prevedere una adeguata puntellatura provvisionale per la
sicurezza degli operatori. L’intervento consiste nell’asportazione delle tegole e del pianellato
rimasto, la cernita, il calo in basso e l’accatastamento per il successivo riutilizzo del materiale
di recupero; la cernita, il calo in basso, l’accatastamento ed il trasporto alla discarica
autorizzata del materiale di scarto. Stessa procedura sarà adottata per il tetto del palazzo
della pretura ad eccezione della messa in opera di puntellature. Complessivamente è previsto
lo smontaggio di circa mq 932 di tetto. Al termine di ogni giornata o ciclo di lavorazione si
provvederà alla copertura provvisoria delle falde interessate dai lavori con teloni impermeabili
adeguatamente ancorati ai ponteggi. Per maggiore cautela un telone impermeabile con
adeguati punti di convogliamento delle acque sarà posto sopra la finta volta in incantucciato
del salone della Giunta del palazzo Tabarino.
Ad ultimazione delle opere di smontaggio delle coperture soprattutto nelle fasi di non attività
ma comunque anche in quei casi che si dovessero verificare nel corso delle operazioni
precipitazioni, si dovrà provvedere alla sistemazione di una temporanea copertura in telo
impermeabile. Tale copertura dovrà essere posta in modo da assicurarne la proprio stabilità
ed in modo che il displuvio non sia accolto all’interno del perimetro murario. Si dovrà in tal
caso provvedere a collocare delle grondaie temporanee in modo da convogliare le acque
esternamente agli ambienti scoperchiati. L’allestimento potrà effettuarsi con l’uso di teloni
sintetici rinforzati, giacente su tutta la superficie. L’ancoraggio dovrà considerare l’azione del
vento, evitando la possibilità dell’effetto vela, e dovrà presentarsi staticamente indipendente
dal ponteggio.
Disfattura di controsoffitti di camere canne e/o pannelli di gesso
E’ previsto lo smontaggio di tutti i controsoffitti di camere canne e/o pannelli di gesso; tale
operazione si ritiene indispensabile al fine di effettuare un accurato accertamento di stato
delle orditure portanti lignee dei solai ed effettuare se necessario le opportune operazione di
bonifica , disinfestazione dei legni e se necessario di consolidamento. La rimozione dei
controsoffitti consentirà inoltre il passaggio delle reti degli impianti e la realizzazione di nuove
controsoffittature con integrato il sistema di illuminazione e di climatizzazione degli ambienti.
La rimozione dei controsoffitti in gesso posti ad una quota inferiore a quella originaria
consentirà inoltre il recupero delle originarie volumetrie delle sale.
Rimozione, restauro , fornitura e posa in opera di nuovi infissi in legno
Questa fase prevede la rimozione degli infissi esistenti non caratterizzati da pregio storico
artistico. In pratica occorrerà rimuovere le porte ancorate alle murature interne da demolire
(circa mq 30), tutti gli infissi esterni del palazzo della Pretura ed alcuni del palazzo Tabarino
(complessivi mq 62). Come specificato negli Abachi degli infissi verranno rifatti in legno
pregiato conformi ai disegni di progetto, con caratteristiche tecniche rispondenti alle
normative in vigore e caratteristiche di sicurezza, di isolamento termico e acustico adeguati
all’uso museale. Tutti gli infissi di nuova fornitura saranno dotati di vetrocamera composto da
due vetri VISARM da mm 6/7.00 e intercapedine d’aria/gas inerte da mm. 15.00. Gli infissi di
recupero restaurati saranno forniti di nuovi vetri di sicurezza di spess. mm 6/7.00. Gli infissi di
nuova fornitura dovranno assicurare un abbattimento del rumore di almeno 40 dB. La D.L.
indicherà le modalità di fissaggio alle murature degli infissi e la necessità di utilizzare
controtelai di ancoraggio.
Muratura di mattoni pieni
E’ previsto il rifacimento di alcuni sette murari nell’ex palazzo della pretura al fine di ridare
continuità alla scatola muraria e migliorare le capacità di resistenza alle azioni sismiche. E’
prevista la chiusura con muratura piena delle tre aperture dell’attuale zona servizi ubicata al
piano primo del palazzo dell’ex pretura e la ricostituzione di un vano finestra di forme e
dimensioni uguali agli esistenti. Per restituire al prospetto posteriore del palazzo l’originaria
partitura di pieni e vuoti è inoltre prevista la riquadratura di un’altra finestra. Sono da
prevedersi inoltre limitate operazioni di rifacimento di murature a tratti.
Perforazioni di murature
Sono previste perforazioni armate di murature in corrispondenza del perimetro terminale dei
vani scala per assicurare il migliore ancoraggio ai nuovi lucernari. Sono previste perforazioni
armate iniettate con resine epossidiche per ancorare alle murature le selle di appoggio di
travature metalliche di rinforzo e/o di supplenza alle travi lignee deteriorate; limitate cuciture
armate di murature lesionate.
Consolidamenti con resine epossidiche
L’impiego delle resine epossidiche per gli interventi strutturali del legname sono volte al
ripristino degli elementi strutturali in opera che dovessero presentare parti, anche consistenti
di esse, non più affidabili funzionalmente. La resina è impiegata per il fissaggio di elementi in
barre di acciaio e per l’incollaggio di porzioni nuove. La resina verrà usata pura o caricata con
inerti minerali fini (filler). La giunzione fra protesi e resto del legno verrà eseguita mediante
l’incollaggio di barre di acciaio inossidabile ad aderenza migliorata. Il materiale è molto
sensibile al dosaggio, alle condizioni di conservazione, alla temperatura esterna, all’umidità
del legname, al tempo intercorso tra preparazione e messa in opera. La preparazione e la
somministrazione delle malte dovrà avvenire con personale specializzato e sotto la direzione
di personale esperto supervisore tecnico. Si dovranno utilizzare resine in maniera da
raggiungere consistenza tixotropica spatolabile ed evitando scolature e spruzzi dannosi al
materiale da consolidare ed all’operatore.
Piccole ricostruzioni di parti degradate saranno eseguite mediante l’incollaggio di tavolette di
legno con malta epossidica (tecnica del lamellare in opera); Gli interventi su elementi lignei
insufficienti prevede l’integrazione di parti strutturali con inserzione di acciaio giuntato al
materiale preesistente mediante unioni di tipo meccanico o ad incollaggio. Le protesi e le
giunzioni vengono fissate mediante uso di elementi metallici quali bulloni, fasce e piastre
metalliche, barre di acciaio.
Fornitura e posa in opera di quattro lucernari in profilati di alluminio
Fornitura e posa in opera di lucernari in vetro realizzati con profilati in lega primaria di
alluminio 6060 secondo le norme UNI EN 573 UNI EN 755-5 allo stato fisico T5 secondo la
normativa UNI EN 515. Il sistema richiesto dovrà essere isolato termicamente mediante
l'
interposizione di un listello a bassa conducibilità termica fra la parte interna portante ed il
profilo esterno di fissaggio nel rispetto delle disposizioni previste dalla norma UNI 10680. La
caratteristica principale di tale soluzione prevede l'
utilizzo di un reticolo strutturale composto
da montanti e traversi, con sezione architettonica di 60 mm le cui parti tubolari avranno una
profondità variabile in conformità alle esigenze statiche. La conformazione geometrica dei
montanti dovrà essere a sezione rettangolare e/o IPE. Lo spessore medio dei profili dovrà
essere conforme alla normativa UNI 3879. I vari componenti dovranno rispondere ai requisiti
della normativa UNI 3952. Il collegamento dei traversi ai montanti sarà realizzato, a seconda
del peso delle lastre, mediante viti in acciaio inox e cavallotti in alluminio da dimensionare in
funzione del peso dei tamponamenti e delle necessità statiche. Sull'
estremità dei traversi
saranno poste, per chiusura, delle mascherine di contorno in nylon e/o dutral. I profilati
fermavertro esterni (pressori) delle pannellature saranno fissati con viti in acciaio inox
supportate da rondelle in plastica antifrizione, posizionate ogni 300 mm. Le staffe di
ancoraggio dei lucernari alla struttura dell'
edificio dovranno avere le regolazioni nelle tre
direzioni ortogonali, ed essere realizzate in alluminio estruso. Tutte le viti ed i bulloni di
collegamento e di fissaggio delle parti i alluminio saranno in acciao inox. Gli accessori
saranno
eseguiti in
rispetto
alle
seguenti
disposizioni
normative
:
UNI
3054,3055,3056,3057,3058,3059. Nei montanti verticali sono previsti dei canali paralleli, non
comunicanti tra loro, per raccogliere e convogliare verso l'
esterno le eventuali infiltrazioni di
acqua e/o di condensa. Nei profilati esterni copertina e pressore verranno eseguite le
lavorazioni, atte a garantire il drenaggio dell'
acqua e l'
aerazione delle camere interne dei
profili, dei vetri e ei tamponamenti. Nel caso di giunti di dilatazione, saranno previsti nei
montanti appositi accessori che garantiranno continuità ai canali di raccolta acqua. Ove
necessario le traverse potranno essere dotate di canale raccogli condensa. Tutte le
guarnizioni dovranno essere in elastomero (EPDM) e compenseranno le eventuali differenze
di spessore delle lastre di vetro stratificato da mm 10/11, garantendo, contemporaneamente,
una corretta pressione di lavoro perimetrale mentre le giunzioni degli angoli dovranno
garantire l'
assoluta continuità perimetrale grazie all'
utilizzo di angoli vulcanizzati. Le
caratteristiche della guarnizione dovranno corrispondere alle norme UNI 9122/1. A maggiore
garanzia di tenuta fra i vetri ed il pressore esterno, dovrà essere applicato un nastro butilico
autoadesivo protetto da un film in alluminio. Nei lucernari in proporzione di una apertura ad
abbaino per ogni 10/12 mq di superficie dovrà essere installata una parte apribile motorizzata
con comando a distanza . L'
anta mobile sarà opportunamente dimensionata in funzione della
superficie, del peso del vetro e dei carichi accidentali.
Per consentire il movimento dei vari elementi, che anche, in presenza di sbalzi termici si
dilatano, saranno previsti specifici profilati, accessori e guarnizioni che dovranno essere
utilizzati in modo corretto rispettando le indicazioni delle tolleranze di taglio e di montaggio
riportate sulla documentazione tecnica di lavorazione e di posa del sistema. In modo
particolare occorrerà eseguire dei giunti di dilatazione previsti sui montanti utilizzando a tal
fine gli appositi innesti compresi negli accessori. Il sistema dovrà consentire l’inserimento di
vetri VISARM da 10/11 mm. Il dimensionamento delle lastre di vetro dovrà essere fatto nel
rispetto delle norme UNI 7143. I vetri dovranno essere messi in opera nel rispetto della norma
UNI 6534-74, con l’impiego di tasselli di adeguata durezza ed utilizzando appositi accessori
necessari ad evitare che il peso del tamponamento vada a gravare sui distanziatori termici. Il
fissaggio con viti del pressore al reticolo interno della facciata ogni 300 mm, e l’utilizzo di
opportune guarnizioni, permetteranno di far esercitare al vetro una pressione costante su
tutto il perimetro delle lastre onde evitare punti di infiltrazione. A tale scopo la guarnizione
esterna sarà più elastica di quella interna in modo da deformarsi prima nel caso di movimenti
anomali.
PRESTAZIONI
Le prestazioni minime richieste per i manufatti finiti dovranno corrispondere alle classi
previste dalla normativa UNI 7979 e non dovranno essere inferiori a :
Parti apribili:
Permeabilità all’aria CLASSE A3 UNI EN 42 (metodo di prova)
Tenuta all’acqua CLASSE E4 UNI EN 86 (metodo di prova)
Resistenza al carico del vento CLASSE V3 UNI EN 77 (metodo di prova)
Resistenza meccanica UNI EN 107 (metodo di prova)
Oppure pari a GRUPPO C (secondo la norma DIN 18 055)
Parti fisse:
La permeabilità all’aria, media sull’intera superficie, non dovrà essere superiore a 0,4 mc/h
mq con una pressione statica di 100 Pa.
Nessuna infiltrazione d’acqua con pressioni fino a 600 Pa.
ISOLAMENTO TERMICO
L’interruzione del ponte termico fra la parte strutturale interna e le copertine esterne sarà
realizzata mediante l’interposizione di un listello estruso di materiale sintetico termicamente
isolante. Il materiale del listello usato come distanziale permetterà il fissaggio meccanico dei
pressori mediante viti auto filettanti senza bisogno di perforatura. Il taglio termico ottenuto
garantirà un valore di trasmittanza compreso nel gruppo prestazionale 2.1 secondo DIN 4108
(Kr compreso tra 2.0 e 2.8 W/m2K).
ISOLAMENTO ACUSTICO
I lucernari dovranno avere un potere fonoisolante non inferiore a 40 db, rilevato alla
frequenza di 500 Hz.
ATTACCHI AL CORDOLO PERIMETRALE IN C.A.
Lungo il perimetro di appoggio dei lucernari verrà realizzato un cordolo in c.a. di h minima cm
20 e larghezza uguale alla larghezza del muro . I cordolo sarà armato con quattro ferri ad
aderenza migliorata di 14 mm e staffe ogni trenta centimetri da 10 mm.
Il cordolo sarà spinottato alla sottostante muratura con barre armate di mm 14 iniettate con
resina epossidica bicomponente. Saranno effettuati due collegamenti ogni ml di muratura
perimetrale.
Gli attacchi alla struttura dovranno essere realizzati mediante staffe d’ancoraggio in lega di
alluminio 6060 T5 o comunque in materiali compatibili con l’alluminio in rispetto alla norma
UNI 3952/66; e dovranno essere regolabili nelle tre direzioni ortogonali, per permettere un
facile e corretto posizionamento dei profili, ed in grado di resistere a tutte le sollecitazioni
trasmesse dalla facciata e/o copertura ( peso proprio, pressione e depressione del vento,
carichi accidentali). Il verticale del muro esterno verrà ricoperto da lamina di rame lungo tutto
il perimetro .
CRITERI DI CALCOLO STATICO
I calcoli dovranno essere eseguiti applicando i pesi degli elementi di tamponamento indicati
dai fabbricanti, i carichi e i sovraccarichi in conformità alla normativa tecnica italiana, alle
normative UNI (D.M. 16/01/1996, UNI 7143. UNI 8634) I montanti e i traversi dovranno
essere dimensionati in modo da non subire deformazioni in campo elastico superiori a 1/300
della distanza fra gli appoggi e dovrà essere comunque inferiore a 5 mm.
Le lastre di vetro dovranno essere dimensionate secondo la normativa UNI 7143
La sigma massima ammissibile dell’alluminio è di 850 KG/mq.
TRATTAMENTI SUPERFICIALI
La protezione e la finitura dei profilati dovranno essere effettuate mediante anodizzazione o
verniciatura a scelta della Direzione dei lavori.
Anodizzazione :
L’ossidazione anodica dovrà possedere le proprietà previste dalla normativa ISO 7599
(Anodizzazione dell’alluminio e delle sue leghe. Specifiche generali per lo strato di ossido
anodico) e verrà eseguita sui profilati protrattati superficialmente mediante spazzolatura
meccanica o satinatura chimica. Il controllo dello spessore di ossido anodico verrà effettuato
secondo la normativa UNI ISO 2360 (Rivestimenti non conduttori su metalli di base non
magnetici. Misura dello spessore dei rivestimenti-metodo delle correnti indotte).
La qualità del fissaggio dello strato di ossido anodico verrà valutata secondo la normativa ISO
3210 . Lo spessore minimo richiesto è di 20 microns. Il tipo di colorazione sarà a scelta della
D.L.. Il fissaggio può essere effettuato a caldo o a freddo.
I trattamenti dovranno essere garantiti con marchio di qualità QUALANOD ed essere eseguiti
da azienda certificata ISO 9000.
Verniciatura:
la verniciatura con colore a scelta della D.L. su campèionatuira fornita dal fornitore dei
manufatti dovrà essere eseguita applicando integralmente le “Direttive del marchio di qualità
QUALICOAT dell’alluminio verniciato (con prodotti liquidi o in polvere) impiegato in
architettura “ . Prima della verniciatura, la superficie dei profili dovrà essere trattata con le
seguenti operazioni di pretrattamento mediante un ciclo comprendente:
Grassaggio acido a 50°
Doppio lavaggio con acqua demineralizzata
Decapaggio alcalino a 50°
Doppio lavaggio con acqua demineralizzata
Disossidazione acida
Doppio lavaggio con acqua demineralizzata
Cromatazione a 30°
lavaggio con acqua demineralizzata
lavaggio specifico con acqua demineralizzata
TRATTAMENTI SUPERFICIALI
La protezione e la finitura dei profilati dovranno essere effettuate mediante anodizzazione o
verniciatura a scelta della Direzione dei lavori.
Anodizzazione :
L’ossidazione anodica dovrà possedere le proprietà previste dalla normativa ISO 7599
(Anodizzazione dell’alluminio e delle sue leghe. Specifiche generali per lo strato di ossido
anodico) e verrà eseguita sui profilati protrattati superficialmente mediante spazzolatura
meccanica o satinatura chimica. Il controllo dello spessore di ossido anodico verrà effettuato
secondo la normativa UNI ISO 2360 (Rivestimenti non conduttori su metalli di base non
magnetici. Misura dello spessore dei rivestimenti-metodo delle correnti indotte). La qualità del
fissaggio dello strato di ossido anodico verrà valutata secondo la normativa ISO 3210 .
Lo spessore minimo richiesto è di 20 microns. Il tipo di colorazione sarà a scelta della D.L..
Il fissaggio può essere effettuato a caldo o a freddo. I trattamenti dovranno essere garantiti
con marchio di qualità QUALANOD ed essere eseguiti da azienda certificata ISO 9000.
Verniciatura:
la verniciatura con colore a scelta della D.L. su campèionatuira fornita dal fornitore dei
manufatti dovrà essere eseguita applicando integralmente le “Direttive del marchio di qualità
QUALICOAT dell’alluminio verniciato (con prodotti liquidi o in polvere) impiegato in
architettura “ .
Prima della verniciatura, la superficie dei profili dovrà essere trattata con le seguenti
operazioni di pretrattamento mediante un ciclo comprendente:
Grassaggio acido a 50°
Doppio lavaggio con acqua demineralizzata
Decapaggio alcalino a 50°
Doppio lavaggio con acqua demineralizzata
Disossidazione acida
Doppio lavaggio con acqua demineralizzata
Cromatazione a 30°
lavaggio con acqua demineralizzata
lavaggio specifico con acqua demineralizzata
verifica, e l’eventuale rimozione, di tutte le parti ammalorate delle facciate dovute
principalmente alle infiltrazioni di acqua causate dal cattivo funzionamento del sistema di
raccolta delle acque piovane, all’incuria del tempo o ad interventi precedenti inadeguati;
individuate fessure fratture e /o tasche dovranno essere suturate con malta di profondità a
base di grassello e polvere di mattone. Ad eccezione della facciata su strada del palazzo
Tabarino, dove è necessario ripristinare parte degli intonaci e degli elementi decorativi, le
superfici intonacate dei due fabbricati presentano buone condizioni conservative. In ogni
caso, trattandosi di restauro conservativo di edifici tutelati, di norma si dovrà evitare la
rimozione degli intonaci esistenti. Le superfici devono essere preventivamente indagate
con tecnica “stratigrafica” e con analisi di laboratorio finalizzate all’accertamento delle
caratteristica delle malte. Il consolidamento è volto al recupero delle parti fatiscenti,
incoerenti, lesionate o parzialmente distaccate; in generale, prima di qualsiasi demolizione di
parti non più funzionali, l’Impresa chiederà autorizzazione alla Direzione dei Lavori. Nel
consolidamento delle superfici decoese dovrà essere impiegata resina acrilica in dispersione
acquosa (tipo Acyisol WS-24E della Rohm and Haas). Nelle risarciture dei distacchi
particolare cura andrà posta nell’applicazione dei composti consolidanti: per saturare le
piccole sacche verrà impiegata una miscela di malta idraulica da iniezione a base di cemento
destalinizzato e pozzolana (tipo LEDAN TB1 della Tecnoedile Toscana ), preparata con le
proporzioni descritte sulla scheda tecnica (aggiunta di acqua in peso tra il 50% ed il 75%
secondo necessità) e iniettata all’interno della sacca; per il risarcimento di lacune sarà
utilizzata una malta a base di acqua di calce, pozzolana micronizzata, polvere di mattone e
PRIMAL AC33. Per lacune molto profonde verranno utilizzati frammenti di mattoni come
riempitivo e più strati di malta in successione, rispettando i tempi di presa tra l’uno e l’altro.
Nella zone da ripristinare bisognerà ricorrere a materiali (confezionati a piè d’opera o
preconfezionati tipo calci idrauliche CALCEFORTE a basso contenuto di sali solubili)
compatibili e analoghi a quelli originari. Le parti interessate da efflorescenze saline dovute ad
umidità da risalita saranno rimosse e rifatte con malte idrauliche a basso contenuto di sali
solubili; l’intonaco sarà preceduto da rinzaffo consolidante antisale con superficie scabra di
spessore non inferiore a cm 1.00. La preparazione delle superfici avverrà inoltre attraverso
l’abrasione delle tinteggiature esistenti mediante l’uso di carta smerigliata e di altro ausilio atto
alla rimozione delle tinte esistenti. Nell’intervento di eventuali rifacimenti o risanamento
dell’intonaco si impiegheranno malte idrauliche ad esclusione assoluta di cementi e materiali
plastici, anche per semplici parti di addizioni, così da approssimarsi ad una resa paragonabile
e soprattutto compatibile con l’intonaco tradizionale. Considerata la necessità di ripristinare
parti di intonaco cadute o decoese (facciata su strada di palazzo Tabarino), di reintonacare le
aperture da tamponare del prospetto sul retro del palazzo della Pretura, e di effettuare
eventuali rappezzi degli intonaci è prevista la stesura sulle superfici di una colletta a calce da
applicarsi a spatola e/o a pennello al fine di assicurare la migliore adesione delle tinte e di
assicurare un risultato omogeneo alle nuove coloriture a base di calce.
Le tinte saranno additivate con terre o inerti inorganici per ridare le coloriture originarie
emerse dai tasselli di descialbo eseguiti sui prospetti ( giallo paglierino, rosa mattone).
Le operazioni di restauro sugli intonaci sono sostanzialmente di tre tipi:
- Restauro degli intonaci che manifestassero fenomeni di scarsa coesione e/o di distacco dal
supporto murario, previa rimozione delle parti degradate o incongrue per uso di materiale
(esempio intonaci cementizi), mediante consolidamento delle malte e riadesione al supporto
murario
- Rifacimento degli intonaci caduti e/o irreversibilmente degradati con malte ci composizione
analoga a quelli preesistenti ancora in sito previa rimozione dei residui dei vecchi intonaci
degradati o incongrui per uso di materiale (cementizi).
- Reintegrazione di lacune o rinnovo di parti degradate di intonaci da eseguirsi con materiali e
tecniche analoghe a quelle dell’intonaco originario.
Per la rimozione di polveri, particellato e depositi incoerenti, potrà essere utilizzato un getto di
aria compressa a pressione adeguata seguita eventualmente da un lavaggio limitato con
acqua nebulizzata e blanda spazzolatura.
Tutte le integrazioni inidonee vanno rimosse meccanicamente, con cura mediante l’impiego di
strumentazioni adeguate e controllabili. Qualora le integrazioni a malta fossero sovrapposte a
parti lapidee è importante che la rimozione venga effettuate senza arrecare danno al
substrato lapideo curando di pulire in profondità i giunti tra le pietre fino a rimuovere
totalmente le malte ammalorate o di composizione incompatibile (cementizie) lasciando
quelle a base di calce purché in buono stato di conservazione.
Consolidamenti
L’attività di ripresa delle murature sarà estesa anche alla sarcitura delle lesioni e delle
fessurazioni che appaiono presenti in vari punti delle murature. L’opera sarà condotta intanto
con il rilevamento dello stato dei distacchi e l’accertamento delle condizioni statiche.
Successivamente saranno ripulite tutte le cavità dai residui esistenti, lavate e bagnate le
superfici. La sarcitura sarà eseguita con l’uso di materiale laterizio legato con malta idraulica
composta da calce e pozzolana. L’integrazione delle lesioni potrà inoltre avvenire con la
tecnica dello “scuci e cuci ”. La stessa tecnica è prescritta, quale che sia loro stato di
conservazione superficiale, per gli interventi di ripristino di paramenti murari interessati da
dissesti statici ed in particolare in corrispondenza di lesioni e fratture. Non sono, in genere,
ammesse integrali demolizioni e ricostruzioni dei paramenti murari a faccia vista oggetto di
questa analisi. E’ fatta eccezione nei casi di dissesti statici di entità e gravità tali da rendere
improponibile qualsiasi ragionevole forma di restauro. In questi casi la porzione del
paramento potrà essere rimossa e successivamente ricostruita nell'
esatta forma e tessitura
preesistente, impiegando gli stessi materiali rimossi, od altri analoghi, ed adottando i criteri di
finitura superficiale già prescritti per altri tipi di lavorazione. Le reintegrazioni di ampiezza
significativa dovranno preferibilmente essere integrate con materiali simili agli originali.
Impianto di smaltimento delle acque pluviali
La fase di lavoro prevede la rimozione di tutti gli elementi costituenti l’esistente sistema di
raccolta e scarico delle acque pluviali: gronde, discendenti e converse. Le opere di distacco
devono essere eseguite con particolare attenzione alla tenuta degli elementi di sostegno ed
alla composizione delle parti. La nuova sistemazione sarà eseguita in ordine alla revisione
dell’andamento dei sistemi di displuvio. In corso d’opera, solo successivamente
all’installazione del ponteggio e la messa in sicurezza del cantiere, sarà possibile visionare in
dettaglio i sistemi di raccolta e smaltimento delle acque meteoriche; il palazzo Tabarino infatti
non presenta allo stato attuale pluviali a vista ; originariamente le acque meteoriche venivano
convogliate entro canalizzazioni verticali incassate nei muri; dovrà essere pertanto verificata
l’efficienza di tali canalizzazioni e valutare insieme alla Direzione dei lavori i più opportuni
lavori da compiersi, nel rispetto dell’organismo architettonico originario.
Ripresa delle murature
L’attività di ripresa delle murature riguarderà essenzialmente la chiusura dei tre vani finestra
posti al primo piano del prospetto retrostante del palazzo della pretura ; sono previsti altri
limitati interventi di consolidamento sull’esistente struttura verticale delle due palazzine che si
presenta in buone condizioni conservative.
Grossa orditura lignea delle coperture del palazzo Tabarino
E’ prevista la conservazione in sito dell’attuale orditura primaria del tetto del palazzo
Tabarino. La rimozione del manto di copertura e del sottostante tavolato e tavellinato
consentirà una visione e verifica ravvicinata delle condizioni conservative del legnane che da
un accertamento di stato appare un buone condizioni. Qualora si rendessero necessari
consolidamenti delle testate si procederà con tecniche del restauro conservativo.
A discrezione della direzione lavori potrà pertanto rendersi necessario intervenire in corso
d’opera, dopo l’accertamento di stato delle travature principali e secondarie, sulle orditure
lignee in vario modo e con metodiche specialistiche. In tali casi occorrerà effettuare interventi
di consolidamento e di miglioramento strutturale; sostituire parti mancanti o ammalorate con
protesi metalliche o di altri materiali compositi . Se ne traccia una sintetica casistica:
Ricostruzione totale o parziale delle testate delle travi in legno, in corrispondenza degli
appoggi sulle murature, mediante asportazione della parte marcia e riproduzione di quella
nuova con beton epossidico colato in apposita cassaforma modellata in opera secondo la
forma originale. L’armatura costituita in barre di vetroresina o di acciao inox, in numero e
diametro prefissato, viene ancorata al legno sano attraverso perforazioni ed assicurata contro
lo scorrimento con sigillante epossidico, previa stuccatura del tratto perforato di tutte le
fenditure presenti per bloccare la fuoriuscita della resina durante la lavorazione. Qualora,
durante lo svolgimento dei lavori, si rendesse necessario, (a salvaguardia della struttura
stessa), diminuire il volume da ricostruire, secondo la stima precedentemente eseguita, e
consolidarla con infiltrazioni di resina liquida sotto pressione, la valutazione economica
rimane inalterata. Pulizia e disarmo si effettuano a stagionatura avvenuta. Solidarizzazione
del nodo (puntone-catena) di capriate in legno mediante perforazioni e inserimento di una
barra di vetroresina, di adeguato diametro fissate con pasta di resina epossidica e
posizionate inclinarmente per arrestare sotto carico l’eventuale scorrimento longitudinale.
Previa stuccatura di tutte le fenditure profonde per bloccare la fuoriuscita della resina durante
le lavorazioni. Pulizia del legno a lavoro ultimato, compreso ogni onere e magistero per un
intervento ad opera d’arte.
Solidarizzazione del nodo complesso (puntone-monaco-puntone) di capriate in legno
mediante perforazioni e inserimento di due barre di vetroresina o di acciaio, di adeguato
diametro,fissate con pasta di resina epossidica in contrapposizione per bloccare, sotto carico,
lo spostamento dell’asse di simmetria. Previa stuccatura con stucco epossidico delle fenditure
sulle zone d’intervento per bloccare la fuoriuscita della resina durante la lavorazione. Pulizia
del legno a lavoro ultimato,compreso ogni onere e magistero per un intervento ad opera
d’arte.
Solidarizzazione dei nodi (puntone-saetta e monaco-saetta) di capriate o false capriate in
legno mediante perforazione e inserimento di una barra di vetroresina per nodo, di adeguato
diametro, fissata con pasta di resina epossidica e posizionate inclinate per bloccare sotto
carico, sia l’eventuale scorrimento longitudinale, che lo spostamento dell’asse dal suo
appoggio. Previa stuccatura di tutte le fenditure profonde e delle parti di contatto del nodo
interessato per bloccare la fuoriuscita della resina durante le lavorazioni.
Pulizia del legno a lavoro ultimato, compreso ogni onere e magistero per un intervento ad
opera d’arte.
Cuciture con barre di vetroresina di adeguato diametro per rinforzi di travi,puntoni, ecc. di
strutture lignee portanti, qualora sia in pregiudizio la resistenza statica delle stesse. Il
posizionamento delle barre avviene attraverso perforazioni trasversali sulle fessurazioni
profonde, e successivamente sigillate con pasta di resina epossidica iniettata sotto pressione
attraverso appositi connettori predisposti sulle spaccature esistenti. Previa stuccatura di tutta
la parte interessata all’intervento per evitare la fuoriuscita del prodotto durante le lavorazioni.
Chiodature tra elementi strutturali, (arcarecci su puntoni, connessioni, incastri, ecc.) per
rendere stabile l’unione ed evitare scorrimenti o spostamenti. Essa si realizza attraverso
l’inserimento di una barra di vetroresina fissata e sigillata con pasta di resina epossidica.
Previa perforazione delle due o più parti di contatto, stuccatura di queste e di tutte le
fessurazioni esistenti con stucco epossidico per evitare la fuoriuscita della resina durante le
lavorazioni.
Rinforzo di elementi portanti in legno dei tetti come (puntoni,travi,ecc.) mediante l’inserimento
su apposite sedi, precedentemente eseguite, di una lamina di acciaio posizionata
longitudinalmente sull’estradosso della trave e sigillata con malta di resina epossidica ed
inerti, allo scopo di ottenere una maggiore resistenza al carico da sopportare. Previa
stuccatura con stucco epossidico di tutte le fessurazioni più o meno profonde esistenti sulle
zone d’intervento, per arrestare la fuoriuscita della resina durante le lavorazioni.
Rinforzo delle travi portanti in legno, o con l’inserimento di una lamina in fibra di carbonio
all’interno dell’elemento ligneo su sede predisposta, o con il sistema beton-plaquet, per
aumentarne la portanza statica della stessa. Ciò si realizza rispettivamente, o eseguendo una
fresatura longitudinale su cui inserire la lamina, o fissandola nella parte intradossale della
trave. Predisponendo sulla sede dei connettori per l’iniettaggio della resina sotto pressione
previa stuccatura di tutte le fessurazioni, fori, ecc. per bloccare la fuoriuscita del prodotto
durante le lavorazioni nel primo caso o con spianamento della superficie nel secondo caso.
Fornitura e posa in opera della piccola orditura
Diversamente dalla grossa orditura è stata prevista la completa sostituzione con legname di
castagno o di altro legname forte la piccola orditura del palazzo Tabarino per adeguarla ai
maggiori carichi imposti dal tetto ventilato di nuova realizzazione al fine di un miglior confort
termico degli ambienti del sottotetto destinati nel nuovo utilizzo ad uffici e laboratori.
Consolidamento di solai lignei
Considerato l’uso museale pubblico è previsto il rafforzamento degli attuali solai del piano
primo del palazzo Tabarino costituiti da travature portanti in legno localmente rafforzate con
putrelle metalliche, tavolato ligneo e soletta armata in C.A..La demolizione delle
controsoffittature permetterà una accurata ispezione delle orditure lignee portanti e la verifica
dello stati di conservazione e delle capacità portanti. Particolare attenzione dovrà essere
posta all’accertamento delle testate ammorsate alle murature. Dopo la rimozione del
pavimento in marmette o marmettoni sarà effettuata la spinottatura con connettori metallici in
acciaio e resina epossidica bicomponente delle sottostanti travi in legno per la
solidarizzazione delle stesse con la soprastante soletta armata. Ulteriori interventi di
miglioramento strutturale ( dormienti in legno, staffe e placcature metalliche, messa in opera
di profilati metallici a rinforzo e/o supplenza delle travi in legno saranno decisi in corso
d’opera dalla D.L. . Gli interventi dovranno assicurare una portata di 600 kg/mq. prescritta
dall’uso museale.
Il solaio ligneo della soffitta del palazzo Tabarino sarà rinforzato per permettere l’uso ad
ufficio per un carico di esercizio minimo di kg 400/mq. Il miglioramento delle caratteristiche
strutturale del solaio sarà realizzato con la sovrapposizione a secco di due tavolati lignei di
essenza forte a scelta della D.L. ( quercia, castagno, teak) maschiettati di spessore minimo
cad, di cm 3.00 sovrapposti ortogonalmente all’attuale tavolato ligneo e collegati tra di loro da
connettori a vite. Il tavolato superiore montato a tolda di nave costituirà la pavimentazione
finale. Anche in tale caso lo smontaggio e la rimozione delle attuali controsoffittature in
camera a canne o pannelli di gesso ( in alcuni ambienti sovrapposti gli uni agli altri)
consentirà una accurata ispezione delle orditure lignee portanti e la verifica dello stati di
conservazione. Particolare attenzione dovrà essere posta all’accertamento delle testate
ammorsate alle murature. Ulteriori interventi di miglioramento strutturale ( dormienti in legno,
staffe e placcature metalliche, messa in opera di profilati metallici a rinforzo e/o supplenza
delle travi in legno) potranno essere decisi in corso d’opera dalla D.L. .
Trattamenti antiparassitari
Al fine di garantire la lunga durata dell’intervento e l’efficienza delle parti strutturali lignee sarà
disposta una completa e totale azione di trattamento antiparassitario. Tutto il legname nuovo
prima di essere messo in opera deve essere necessariamente trattato per immersione con
prodotti specifici che garantiscano una profonda imbibizione idonea a distruggere qualsiasi
infestazione in atto. Il trattamento potrà essere effettuato preventivamente all’uso ed
all’impiego in opera, in questo caso durante la sosta del materiale in laboratorio, oppure
successivamente alla fase di collocazione delle strutture. Nel primo caso è possibile che si
renda necessaria l’attrezzatura di vasche e/o di un contenitore sigillato e chiuso
ermeticamente per la somministrazione a pressione di aerosol biocidi e disinfestanti. In
questo caso dovranno adoperarsi strumentazioni testate e certificate dalle aziende produttrici.
In altri casi (tavolati) si tratterà di esporre le superfici lignee ad un trattamento anti-xilofago a
mezzo di pennello o di strumento a spruzzo.
TINTEGGIATURA PROTETTIVA DI TUTTA LA STRUTTURA LIGNEA DI COPERTURA A VISTA
PRINCIPALE E SECONDARIA
Tutta la superficie lignea a vista di copertura (capriate, arcarecci, puntoni, travi, murali,ecc.)
verranno trattate dopo la messa in opera con prodotti impregnanti protettivi antimuffa a
colorazione naturale per una completa velatura di protezione dei materiali lignei a maggior
prevenzione nel tempo. Le tinteggiature verranno eseguite con pennello a mano o con
spruzzatrice automatica.
Posa del manto di copertura e strati di sottoposizione
La fase di lavoro prevede dopo la sistemazione del pianellato la stesura di uno strato di
sottoposizione del materiale isolante da predisporre in funzione della successiva posa delle
membrane impermeabili e del manto di copertura medesimo. Saranno adottate malte di tipo
bastarde di calce, pozzolana e cemento, ovvero malte di sola calce e pozzolana. La
predisposizione di un strato di guaina impermeabilizzante e di coibentazione per l’isolamento
termico sovrapposti alle coperture in latero cemento del palazzo dell’ex pretura. Sulle falde di
copertura del palazzo Tabarino al fine del miglioramento del confort termico del sottostante
sottotetto verrà realizzato un tetto ventilato. Il sistema proposto dall’impresa e accettato dalla
Direzione dei lavori dovrà rispondere alle norme UNI: 8178/5.17 – 8627/5.2 - 5.4 – 6.2 –
9460/13.4 – U 32035110. La fase conclusiva di lavoro prevede la ricollocazione in opera del
manto di copertura composto in genere da coppi ed embrici, fatti a mano o con materiale di
recupero accettato dalla direzione dei lavori.
Restauro degli elementi architettonici e delle superfici lapidee.
Il restauro dei manufatti lapidei esistenti sarà affidato a maestranze specializzate
(restauratori) e seguirà l’ordinario procedimento codificato dall’Istituto Centrale del Restauro e
indicato nella manualistica del settore consistente , come descritto nella SCHEDA TECNICA
sinteticamente in:
a) TRATTAMENTI DI DISINFEZIONE E DISINFESTAZIONE
L’operazione è mirata alla prevenzione o alla eliminazione di attacchi biologici e può essere
effettuata con varie metodologie. L’intervento consiste, nella maggior parte dei casi, in
trattamenti con idonei prodotti biocidi da applicare sull’opera con metodi diversi in funzione
dell’organismo da eliminare e dello stato di conservazione del materiale lapideo. E’
necessario selezionare il biocidi più efficace nei confronti della specie biodeteriogena in
esame e valutare le concentrazioni ottimali per il trattamento( cfr NORMAL 38/93). I prodotti
biocidi impiegati devono agire esclusivamente sugli agenti da eliminare senza interferire con
gli aspetti cromatici e strutturali del materiale lapideo. Vanno rispettate durante e dopo
l’operazione le norme di sicurezza degli addetti. Il trattamento dovrà essere attentamente
valutato per stabilire le dosi (quantità/superficie) più efficaci e le modalità di applicazione
(spruzzo, pennello, ecc.) in funzione degli organismi da eliminare e dello stato di
conservazione delle superfici. Andrà privilegiato tra i biocidi quello che, oltre ad una specifica
efficacia, possa garantire anche un’azione residuale nel tempo. Per impedire la rapida
evaporazione della soluzione impiegata e prolungare l’azione biocida, il manufatto può essere
isolato schermando la superficie d’applicazione con un ausiliario (fogli di melinex o altro) che
riduca gli scambi con l’ambiente esterno. I formulati da utilizzare devono essere scelti in base
a una specifica conoscenza del prodotto e corredati dalla scheda tecnica di sicurezza..
b) PULITURA DEGLI STRATI SUPERFICIALI
Intervento su materiali non originali di varia natura (guano, polveri incoerenti, vernici,
ridipinture, fissativi, scialbi, residui di stuccature, ecc.) alterati e alteranti. Scopo
dell’operazione, che deve essere preceduta da precise valutazioni critiche e da indagini
conoscitive preliminari, è quello di migliorare la leggibilità, le condizioni conservative delle
superfici lapidee e rendere più omogenee e ricettive le superfici ai trattamenti successivi. La
pulitura deve interessare solo i materiali da alleggerire o da rimuovere senza causare la
perdita di strati pur minimi del materiale lapideo, né degli strati soprammessi originali o
individuati come storicamente significativi. Non deve produrre alterazione alla
caratterizzazione del materiale, né rimuovere quelle alterazioni superficiali che si sono
prodotte naturalmente. La pulitura interviene su diverse categorie di materiali: resine naturali
o sintetiche, proteine, polisaccaridi, grassi e oli, cere naturali o sintetiche, depositi di natura
biologica, materiali inorganici di diversa costituzione. L’operazione si effettua con agenti
chimici, chimo/fisicio biochimici (solventi, reattivi chimici ad azione debolmente alcalina,
enzimi, tensioattivi) con mezzi meccanici (piccole apparecchiatura tipo bisturi, spatole
metalliche, spazzole di saggina e pennelli di varie forme e dimensioni e durezze, sistemi
aeroabrasivi ecc.) o, come di frequente, facendo ricorso ad entrambi i sistemi integrati. LA
SCELTA DEL METODO DI PULITURA E’ CONDIZIONATA DALLA NATURA DEI
MATERIALI COSTITUENTI IL MANUFATTO. In riferimento allo stato di conservazione dei
materiali costitutivi dovrà essere valutata la necessità di eseguire preventivamente operazioni
di consolidamento. Il sistema e le sostanze impiegate devono poter essere facilmente
controllabili in ogni momento e in ogni parte della superficie nonché svolgere un’azione
selettiva e graduabile. Le caratteristiche del materiale prescelto e le modalità della sua
applicazione, devono consentire un’azione limitata alla superficie, la facile rimozione senza
ritenzione da parte dei materiali originali, la possibilità di controllare l’operazione al fine di
evitare un’azione protratta nel tempo. Si dovrà tenere conto della tossicità per l’operatore
eliminando quelle sostanze di maggiore pericolosità e prevedendo dunque, in fase di
progetto, scelte di prodotti che a parità di efficacia presentino meno rischi per la superficie e
per l’operatore. Si dovranno prevedere anche gli adeguati accorgimenti di protezione
individuale e di smaltimento secondo le normative vigenti Si procede eseguendo saggi
preliminari per mettere a punto il sistema giudicato ottimale in funzione del risultato ottenuto.
Dovrà essere curata un’esauriente documentazione delle varie fasi operative (prima, durante
e dopo) e d una accurata relazione che descriva il metodo e i materiali impiegati (qualità,
quantità, tempi e modi di applicazione) e le finalità critiche dell’intervento.
c) CONSOLIDAMENTO
Lo scopo è quello di conferire i valori di coesione sufficienti a migliorare la resistenza
meccanica del materiale lapideo, rendendolo maggiormente resistente agli sforzi e alle
tensioni provocate sia da eventi esterni che interni al materiale. Si interviene con
l’applicazione di prodotti consolidanti sulle zone interessate da fenomeni di mancanza di
coesione. Il ristabilimento della coesione potrà essere realizzato con prodotti inorganici,
organici sintetici applicati per infiltrazione o per impregnazione. Si dovrà valutare caso per
caso la necessità di eseguire preventivamente le operazioni di pulitura degli strati superficiali.
Il consolidante e la metodologia di applicazione dovranno essere scelti in relazione alla
caratterizzazione del amateriale lapideo al suo stato di conservazione e alle caratteristiche
termoigrometriche dell’ambiente. La scelta del prodotto non dovrà inoltre interferire
negativamente, per quanto possibile, con le successive fasi del restauro, ad esempio la
pulitura, né indurre fenomeni di alterazione ottica (alterazione cromatica, alterazione della
brillantezza). I prodotti dovranno presentare caratteristiche di permeabilità, penetrabilità,
compatibilità con i materiali costitutivi, di durabilità e di potenziale reversibilità, anche in
relazione alle condizioni termoigrometriche del supporto e dell’ambiente.
d) RIMOZIONE DI STUCCATURE NON IDONEE
L’operazione consiste nella rimozione meccanica totale o parziale delle stuccature eseguite in
precedenti interventi manutentivi o di restauro. La finalità è quelle di eliminare materiali che
per composizione, conformazione o localizzazione possano costituire causa di degrado
oppure occultino porzioni anche limitate della superficie. L’azione meccanica necessaria non
deve causare la perdita né il danneggiamento di parti lapidee; a tale scopo ci si potrà
avvalere di consolidamenti localizzati, sia nella fase preliminare che nel corso dell’intervento.
Nel caso si proceda con mezzi chimici (acqua, soluzioni basiche, solventi organici) la scelta di
tali mezzi e la metodologia di applicazione non dovranno interferire negativamente con i
materiali costitutivi, né provocare fenomeni di solubilizzazione e cristallizzazione di sali
solubili; a tale scopo sarà opportuno caratterizzare preliminarmente i materiali da rimuovere.
e) RIMOZIONE DI ELEMENTI METALLICI IMPROPRI
Oggetto improprio è da considerarsi soltanto l’elemento aggiunto, sia di restauro (staffe, viti di
sostegno o ancoraggio ecc.) sia totalmente estraneo (mensole, chiodi, perni, grappe,
materiale elettrico, idraulico, ecc.). L’operazione consiste nella rimozione (smontaggio,
demolizione) di elementi metallici che possono alterare la continuità e la lettura dei paramenti
lapidei (inquinamento visivo) o creare ed aggravare problemi legati alla conservazione
dell’opera stessa. L’operazione, essendo per sua natura sottrattiva e distruttiva, deve essere
motivata da una reale e documentata estraneità e pericolosità degli elementi che si è
intenzionati a rimuovere, accertando in sede diagnostica l’influenza e i meccanismi del
degrado arrecato da tali parti, effettuando indagini storiche per la datazione degli interventi.
Gli elementi rimossi, ove ritenuto opportuno, dovranno essere catalogati e conservati. Prima
del lavoro si dovrà verificare lo stato di conservazione della superficie per adottare tutte le
misure necessarie a preservare da danni di tipo meccanico le porzioni limitrofe alle zone
dell’intervento, trattandosi di operazioni che possono apportare sollecitazioni anche di
notevole entità. Tutti gli elementi metallici conservati dovranno essere neutralizzati e trattati,
dopo la rimozione meccanica delle ossidazioni superficiali, con convertitore /inibitore di
corrosione a base di copolimeri chelanti (FRESTAB o simile) su elementi in ferro; di
benzotriazolo su elementi in rame. A seguire verrà attuato il trattamento protettivo con
applicazione di film di resina acrilica in soluzione (Paraloid B72 eventualmente addizionato a
INCRALAC).
f) STUCCATURA
La stuccatura ha lo scopo di riprestare la continuità delle superfici in presenza di fratture,
fessure e mancanze. Può avere anche carattere temporaneo ed essere limitata a ripristinare
la continuità di livelli diversi. L’operazione consiste nell’applicazione di un impasto idoneo e
nella successiva lavorazione dello stesso al fine di ottenere la superficie desiderata. I
materiali utilizzati per le stuccature dovranno essere scelti sulla base dell’omogeneità e della
compatibilità con i materiali originali, al fine di evitare difformità di comportamento nel tempo e
alterazioni alle parti con cui entrano in contatto. Si dovranno inoltre privilegiare i materiali che
assicurino una migliore reversibilità nel tempo e che presentino una resistenza meccanica
lievemente inferiore a quella del materiale su cui vengono applicate, nonché caratteristiche
fisiche analoghe. Le stuccature devono essere eseguite su superfici possibilmente pulite ed
esenti da depositi incoerenti e che abbiano buone caratteristiche di compattezza e coesione.
Le malte utilizzate per le stuccature non devono contenere sostanze dannose (per es. sali
solubili), ed essere applicate in modo da non provocare alterazioni cromatiche sul materiale
circostante. La scelta del tipo di malta, la sua composizione e formulazione dovrà tenere
conto delle condizioni termoigrometriche dell’ambiente, del contenuto di umidità del materiale
originario, nonché della tipologia delle mancanze da riempire (profonde o superficiali). Di
norma il legante delle malte sarà grassello di calce stagionata (tipo Sinopia ) e /o cemento
destalinizzato tipo C30 (casa produttrice Tecnoedile Toscana ) addittivati con graniglie di
varia colorazione e composizione ( casa produttrice Sinopia) e coccio pesto ( casa produttrice
Sinopia). Saranno accettati grasselli di calce stagionati di diversa provenienza e fornitura.
L’impiego di leganti o addittivi organici è consentito in casi assolutamente particolare e deve
essere valutato tenendo conto sia della loro reattività nei confronti dell’ambiente circostante in
cui viene impiegato (legislazione vigente) sia di una possibile interazione di tipo biologico.
g) PROTEZIONE SUPERFICI Lo scopo è quello di conferire idrorepellenza al materiale
lapideo mantenendo la permeabilità all’acqua liquida. L’applicazione del protettivo, eseguita
con mezzi e modalità diverse (spruzzo, pennello, tampone ecc.) a seconda delle esigenze
specifiche, deve essere uniforme in modo da realizzare una distribuzione omogenea, regolare
e non eccedente. Particolare attenzione deve essere posta nel controllo delle condizioni
microclimatiche ambientali e della superficie in relazione alle caratteristiche tecniche del
prodotto che si intende applicare. Considerate le caratteristiche dei prodotti attualmente
disponibili ed usualmente impiegati, si dovrà comunque operare una scelta in grado di
commisurare le esigenze in contrasto: da una parte limitare il contatto diretto con sostanze
estranee provenienti dall’ambiente (acque meteoriche e di condensa, aerosoli liquidi e solidi,
ecc.), dall’altra mantenere la naturale permeabilità delle superfici anche al fine di non
ostacolare gli eventuali flussi salini non controllabili.
Restauro e sostituzione con nuovi tipi di manufatti metallici
E’ previsto il restauro dei manufatti metallici originari ( vedi SCHEDA TECNICA) e la
sostituzione con nuovi tipi di quei manufatti aggiunti in tempi successivi e non rispondenti per
disegno e caratteristiche estetiche tecniche e normative alla nuova configurazione dei due
edifici che dovranno recuperare nel maggiore grado possibile l’originario aspetto
architettonico.
SCHEDA TECNICA PARTI METALLICHE
Alcuni elementi in ferro presentano gravi fenomeni di ossidazione che hanno causato gravi
danni agli elementi lapidei ai quali sono imperniati. In particolare laddove il disancoraggio sia
possibile e non rechi ulteriori danni agli elementi lapidei si consiglia la rimozione di elementi
metallici incassati nella pietra che non hanno più una necessità estetica , storica e funzionale
(spezzoni di antiche inferriate). Il restauro delle parti metalliche originarie (inferriate, parapetti
balconi, grappe ecc.) sarà affidato a maestranze specializzate (restauratori) e seguirà
l’ordinario procedimento codificato dall’Istituto Centrale del Restauro e indicato nella
manualistica del settore consistente sinteticamente in:
Operazioni di pulitura
Pulitura meccanica degli elementi metallici mantenuti in opera con rimozione dei residui di
ossidi e strati carboniosi con lavaggi localizzati di acqua distillata.
Trattamento antiossidante
Trattamento con Ferstab (convertitore/inibitore di corrosione a base di copolimeri chelanti) se
a base di ferro; benzotriazolo al 3% in alcool etilico se a base di rame.
Operazioni di protezione finale
Protezione finale con resine acriliche tipo Paraloid B72 al 205 in solvente nel caso del ferro o
con Incralac nel caso di rame.
SCHEDA TECNICA INTONACI E STUCCHI
Il restauro degli esistenti elementi architettonici modanati e/o modellati a stucco (cornici,
marcapiani, lesene, ecc.) sarà affidato (cfr Art.lo 9 CAPITOLATO SPECIALE) a maestranze
specializzate (restauratori) e seguirà l’ordinario procedimento codificato dall’Istituto Centrale
del Restauro e indicato nella manualistica del settore consistente sinteticamente in:
OPERAZIONI PRELIMINARI PREVISTE SU TUTTE LE SUPERFICI
Operazioni di pronto intervento
Rimozione di depositi superficiali incoerenti o parzialmente aderenti, eseguita
spazzole e pennelli morbidi solo sulle superfici in buone condizioni di coesione.
Operazioni di disinfestazione
Trattamento delle superfici con l’irrorazione di un biocidi ad ampio spettro,
N5810/101 (tributilstagnonaftenato + ammonio quaternario) al 4% in acqua,
spruzzo che a pennello. Operazione ripetuta dopo le operazioni di pulitura e
delle vecchie stuccature.
a secco con
tipo Metatin
eseguita sia
di rimozione
INTERVENTI
Operazioni di consolidamento
Ristabilimento della coesione eseguita con impregnazioni ripetute (da due a cinque
applicazioni successive) di Eurostac ACS 2001 e/o Primal WS24E. Consolidamento di parti
parzialmente aderenti eseguita con iniezioni di malta idraulica tipo Microlime history della
Volteco o Ledan SM02.
Operazioni di pulitura
Asportazione di parti non idonee per composizione o colore eseguita con utilizzo di strumenti
meccanici elencati per i materiali lapidei.
Rimozione di depositi incoerenti o debolmente coerenti di polveri o sostanze carboniose
attraverso risciacquo delle superfici con spazzolatura, eseguita con spazzole o pennelli
morbidi e acqua.
Rimozione di depositi cartonatati e concrezioni di polveri ed inquinanti attraverso:
Impacchi di sostanze solventi e/o tensioattivi:
Tensioattivo tipo Tween 20 (detergente non ionico poliossietilene sorbitano monolaurate)
della UNIQEMA al 2% di acqua;
Carbonato d’ammonio (180 gr/lt).
Con supportante: polpa di cellulosa tipo Technocell 200 della Cellulose-Fulistoff-Fabrik;
Tempi di applicazione da 5 a 15 minuti.
Rimozione con mezzi meccanici manuali e/o con strumentazioni di precisione di depositi
coerenti con utilizzo di :
Microscalpelli o bisturi;
Microscalpelli a percussione;
Vibroincisori;
Micromartelli pneumatici;
Laser;
Microsabbiatrici utilizzate a pressione di 2 atmosfere con inerti abrasivi per microsabbiatura
quali Calcio carbonato precipitato tipo TRADECO; Carbonato di Calcio sferoidale tipo
Bresciani; Ossido di Alluminio tipo Caborundum Universal Corindone.
Operazioni di stuccatura
Stuccatura delle lacune di profondità con malte di calce idraulica tipo Lafarge o Saint Astier,
sabbia di fiume di diversi colori e granulometrie e polveri di marmo bianche e colorate.
Microstuccatura di fessurazioni da eseguire con malte di calce idraulica tipo Lafarge o Saint
Aster, sabbia di fiume di diversi colori e granulometrie e polveri di marmo bianche e colorate.
SCHEDA TECNICA SUPERFICI LAPIDEE
Il restauro dei manufatti lapidei in pietra botticino (cfr Art.lo 18 CAPITOLATO SPECIALE) sarà
affidato a maestranze specializzate (restauratori) e seguirà l’ordinario procedimento codificato
dall’Istituto Centrale del Restauro e indicato nella manualistica del settore consistente
sinteticamente in:
OPERAZIONI PRELIMINARI PREVISTE SU TUTTE LE SUPERFICI
Operazioni di pronto intervento
Rimozione di depositi superficiali incoerenti o parzialmente aderenti, eseguita a secco con
spazzole e pennelli morbidi solo sulle superfici in buone condizioni di coesione.
Operazioni di disinfestazione
Trattamento delle superfici con l’irrorazione di un biocidi ad ampio spettro, tipo Metatin
N5810/101 (tributilstagnonaftenato + ammonio quaternario) al 4% in acqua, eseguita sia
spruzzo che a pennello. Operazione ripetuta dopo le operazioni di pulitura e di rimozione
delle vecchie stuccature.
INTERVENTI
Operazioni preliminari di ristabilimento parziale della coesione
Preconsolidamento delle zone disgregate, esfoliate o polverizzate mediante impregnazioni
locali con microemulsione acrilica tipo Albaria e/o tipo Eurostac ACS 2001;
Fissaggio di scaglie con garza di cotone fissata con resina acrilica in soluzione tipo Paraloid
B72 al 20% in acetone.
Operazioni di consolidamento
Dopo le operazioni di pulitura consolidamento eseguito con impregnazioni ripetute (da due a
tre applicazioni successive) di Eurostac ACS 2001 e/o Primal WS24 E.
Fissaggio di scagliature di modeste dimensioni con percolazioni di resina acrilica in soluzione
tipo Paraloid B72, dal 5% al 20% in solvente, o, in caso di totale distacco o di maggiori
dimensioni, con infiltrazione o applicazione di un film di resina epossidica tipo Eurostac 2501
della STAC (pura, o diluita non oltre il 70% in una miscela del 30% di diacetonalcool e del
70% di alcool etilico puro): Utilizzo di un sigillante temporaneo, destinato a contenere le
fuoruscite dell’adesivo tipo gomma siliconica RTV 584), o tipo malta idraulica ad iniezione
Microlime history della Volteco.
Operazioni di pulitura
Rimozione di depositi incoerenti o debolmente coerenti di polveri o sostanze carboniose
attraverso risciacquo delle superfici con spazzolatura, eseguita con spazzole di saggina e
pennelli morbidi, e acqua, nebulizzata con pistola ad aria compressa a due atmosfere limitata
a superfici in buone condizioni di conservazione.
Rimozione di depositi carbonatati e concrezioni di polveri ed inquinanti, incrostazioni calcaree
e saline e residui di malte attraverso:
Impacchi di sostanze solventi e/o tensioattivi:
tensioattivo tipo Tween 20 (detergente non ionico poliossietilene sorbitano monolaurate) della
UNIQEMA al 2% di acqua;
carbonato d’ammonio (180 gr /lt);
EDTA 2Na, Sale bidosico di acido etilendiaminotetracetico (5 gr/lt);
EDTA 4 Na, Sale tetrasodico di acido etilendiaminotetracetico (5gr/lt);
Con supportante:polpa di cellulosa tipo Technocell 200 della Cellulose-Fulistoff-Fabrik;
Tempi di applicazione da 5 a 15 minuti.
Rimozione di strati compatti di spessore variabile (da qualche decimo di millimetro al
centimetro) con un primo intervento di rimozione meccanica e con applicazioni successive di
resine scambiatrici di ioni in acqua distillata Amber SH (resina a scambio ionico cationico) o
Amber SOH (resina a scambio ionico anionico).
Rimozione con mezzi meccanici manuali e/o con strumentazioni di precisione di depositi
coerenti di notevole spessore quali croste nere, strati di calcare dovuti a percolazione e
residui di malte cementizie con utilizzo di :
Microscalpelli o bisturi;
Microscalpelli a percussione;
Vibroincisori;
Micromartelli pneumatici;
Laser;
Microsabbiatrici utilizzate a pressione di 2 atmosfere con inerti abrasivi per microsabbiatura
quali calcio carbonato precipitato tipo TRADECO; Carbonato di calcio sferoidale tipo
Bresciani; Ossido di alluminio tipo Caborundum Universal Corindone.
Rimozione di resti di gomme siliconiche applicate in momenti diversi con impacchi localizzati
di solventi volatili;
Rimozione meccanica delle stuccature non idonee per materiale, composizione, messa in
opera o colorazione da eseguire con gli stessi strumenti utilizzati per il completamento della
pulitura delle superfici.
Operazioni di stuccatura
Stuccatura delle lacune di profondità e delle giunzioni tra i conci con malte di calce idraulica
tipo Lafarge o Saint Astier, sabbia di fiume di diversi colori e granulometrie e polveri di marmo
bianche e colorate.
Microstuccatura di fessurazioni, fratturazioni, zone disgregate ed esfoliazioni da eseguire con
malte di calce idraulica tipo Lafarge o Saint Aster, sabbia di fiume di diversi colori e
granulometrie e polveri di marmo bianche e colorate.
Operazioni di revisione estetica
Revisione cromatica delle nuove stuccature, di preesistenti stuccature mantenute in opera, di
alcuni strati ad ossalato o di calcare che arrecano disturbo ad una visione d’insieme eseguita
con colori ad acquerello o con polveri inerti colorate miscelate a adesivo tipo Primal WS24E
diluito al 5% in acqua.
Operazioni di protezione
Protezione finale della superficie lapidea con applicazione di protettivo polisilossanico tipo
Rhoximat 224, applicato in solvente al 4% a al 10%.