Siliquini (An), Vietti (Udc), Laurini (Fi): basta annunci, serve la
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Siliquini (An), Vietti (Udc), Laurini (Fi): basta annunci, serve la
ItaliaOggi Numero 223, pag. 37 del 20/9/2007 Autore: di Ignazio Marino Siliquini (An), Vietti (Udc), Laurini (Fi): basta annunci, serve la proposta Riforma con il freno tirato L'opposizione chiede un testo su cui discutere Basta parole. Serve un testo ufficiale per cominciare a discutere sui pilastri della riforma delle professioni. Maria Grazia Siliquini (An) e Giancarlo Laurini (Forza Italia) hanno chiesto ieri, alla commissione giustizia, la relazione scritta sui principi generali indicati dai relatori Pierluigi Mantini e Giuseppe Chicchi nel corso del comitato ristretto riunitosi il 18 settembre. Un passaggio ritenuto indispensabile anche da Michele Vietti (Udc) «perché la riforma si gioca sulle sfumature». Insomma, l'opposizione fa quadrato contro i due parlamentari di maggioranza e chiede di passare ai fatti dopo «l'ennesimo annuncio» relativo al restyling del disegno di legge governativo, quest'ultimo approvato quasi un anno fa. In casa dei professionisti, poi, non è certo l'ottimismo a regnare. Il Cup (ordini) continua la raccolta firme su un testo di iniziativa popolare. Colap e Assoprofessioni (associazioni) hanno più di qualche perplessità sull'iter legislativo, L'opposizione. La prima a replicare alle affermazioni dei due relatori di maggioranza (si veda ItaliaOggi di ieri) circa i contenuti del nuovo testo base che Mantini e Chicchi hanno annunciato più volte nelle ultime settimane è stata Maria Grazia Siliquini, responsabile del dipartimento delle professioni di Alleanza nazionale. Che a ItaliaOggi ha spiegato: «Concluse le audizioni, è indispensabile e opportuno che i relatori, a seguito della loro relazione sui principi esposti solo oralmente, prendano atto delle singole posizioni politiche prima di elaborare il testo da presentare in commissione». Necessario quindi mettere nero su bianco i cardini del futuro provvedimento, «indispensabile per poter aprire e intervenire nel dibattito che si terrà la prossima settimana». Il confronto della prossima settimana, infatti, secondo l'esponente di An, «consentirà all'opposizione di far conoscere con precisione i punti fermi e i paletti che intende porre come inderogabili nell'affrontare la riforma delle professioni». D'accordo con l'ex sottosegretario all'università Giancarlo Laurini. Il parlamentare di Forza Italia, autore di una proposta di legge che dovrebbe entrare nell'annunciato testo unificato, ammette che «il governo in tema di riforma delle professioni ha fatto diverse aperture, ma bisogna verificarle. Perché», argomenta Laurini, «ogni categoria ha le sue specificità che vanno rispettate. Allora, prima vediamo un testo, prima cominciamo a lavorare concretamente». E Michele Vietti dell'Udc aggiunge: «Che serve la riforma siamo tutti d'accordo ormai da anni, ma per dare il nostro contributo vogliamo vedere i dettagli. Tutto si gioca su sfumature che aspettiamo di conoscere». I professionisti. Solo l'altro ieri Raffaele Sirica, presidente del Comitato unitario delle professioni, ha annunciato a Milano i dati circa la raccolta delle firme per il progetto di legge di iniziativa popolare: 19 mila adesioni solo nel Nord Italia (si veda ItaliaOggi di ieri). Il tutto all'indomani dell'appello di Mantini ad Agrigento di sospendere la raccolta delle firme. «La politica non decide», spiega Giuseppe Lupoi del Colap (espressione di una parte delle associazioni), «e di questo siamo sconfortati. Bisogna avere il coraggio in certe scelte, invece la riforma sembra una tela di Penelope, quindi sempre inconclusa». Giorgio Berloffa, numero uno di Assoprofessioni, comincia a perdere il suo ottimismo: «Con il ridimensionamento delle deleghe l'iter legislativo non potrà che rallentare». In casa dei tributaristi, l'Ancot non nasconde la sua «amarezza per le lungaggini che riguardano il riconoscimento delle associazioni». E mentre la Lapet scende in campo per dire «no a nuove riserve», l'Int con una lettera chiede a Pierluigi Bersani di andare avanti con le liberalizzazioni. riproduzione riservata