Potinija asiwija, Asia e le relazioni micenee con l`Anatolia

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Potinija asiwija, Asia e le relazioni micenee con l`Anatolia
POTINI]A ASIWI]A, ASIA E LE RELAZIONI MICENEE
CON L'ANATOLIA SETTENTRIONALE
di GIANFRANCO MADDOLI
La tabella pilia Fr 1206 + 1260 + 1210 1 ha ormai da tempo fornito
un altro epiteto relativo a 7t6't"JLOC: po-ti-ni-ja a-si-wi-ja to-so qe-te-jo OLEUM+
p A 5 V 4. I vari esempi in cui potinija ritorna nei testi micenei sono stati
ampiamente discussi e, sebbene non ne sia ancora da tutti accettata l'interpretazione univoca come designazione costante della stessa divinità, non
sembrano mancare buoni motivi per ravvisare nell'epic1esi la designazione
di Athena 2 o quanto meno di una dea che, allo sfociare dell'evoluzione del
pantheon greco nel più chiaro assetto dell' età' storica', arcaica e poi classica,
si è risolta o è definitivamente confluita in Athena.
La maggiore oscurità dell'epiteto asiwija ha invece soltanto consentito
qualche incerta ipotesi che, anche se talora avviata in direzione a mio giudizio feconda s, non è mai stata sviluppata con la necessaria ampiezza.
L'elemento di partenza che mi ha indotto a riprendere in esame il dato
della frammentaria tabella pilia è appunto la convinzione del nesso potinija1 E. L. BENNETT Jr., The Olive Oi! Tablets of Pylos, Suppl. a • Minos " n. 2, Salamanca 1958, p . 45.
• Cfr. G. PUGLIESE CARRATELLI, Aspetti e problemi della monarchia micenea, • PdP'
14 (1959), p. 41455.; MADDOLI, Studi sul pantheon miceneo, • Atti e Memorie dell'Accademia Toscana" La Colombaria '" 27 (1962-63), pp. 69 SS. e 78.
3 Cfr. J. CHADWICK, Potnia, • Minos ' 5 (1957), pp. 125-26; a suo tempo (art. cit.,
p. 77) espressi in realtà eccessiva diffidenza nei confronti del richiamo, peraltro generico, di ChadW'ick all' "Acrtoç Àe:tfJ.6Jv. Un breve cenno nel senso da me qui accolto e sviluppato era già in E. TowNsEND VERMEULE, 'AJA' 61 (1957) p. 199. Diversamente
C. GALLAVOTTI, Note brevi di filologia micenea, 'SIFC' 30 (1958) p . 53, intende asiwija
come nominativo plurale, nome delle offerenti della città di Asia; S. LURIA. Zu den neugefundenen pylischen Inschriften, 'PdP' 15 (1960) p. 257 parla di una località Asiwa
non meglio preci3ata. Per l'aspetto linguistico dell'interpretazione del termine si veda
anche la nota di A. HEUBECK, Praegraeca. Sprachliche Untersuchungen zum vorgriechischindogermanischen Substrat (Erlangen 1961), pp. 71-73.
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Athena che, come si vedrà, è in grado di richiamare suggestive concordanze
con una tarda ma significativa testimonianza classica.
L'interpretatio graeca del termine asiwija sembra trovare la maggior
parte degli studiosi orientata verso una lettura' AcrfLoc"" AcrLoc', senza peraltro
che dall'emergenza di questo nome così ricco di implicazioni storiche siano
state tratte conseguenze adeguate, sia pure a livello problematico.
Sulla storia del termine ' AcrLoc e la sua estensione fino alla classica opposizione con Europa si è già scritto con chiarezza e convincenti argomenti,
anche di recente 5. Riassumendo i dati essenziali, si può dire che fino al profilarsi delle guerre persiane non si dà una chiara e intenzionale opposizione
di Asia ad Europa, e che anteriormente al costituirsi dell'impero achemenide
il nome di Asia è limitato ad un'area parziale dell'Anatolia chiaramente identificabile nel VII secolo a. C. con la Lidia; per il periodo successivo il nome
di Asia segue le vicende politiche del regno di Lidia fino alla sua confluenza
nell'Impero persiano, con la cui estensione Asia viene a coincidere, superandola nello stesso tempo con un processo di ulteriore generalizzazione per estendersi a tutta la parte della terra oltre le rive orientali del Mediterraneo. Eca·teo, meglio di Anassimandro, può allora porre la prima distinzione geografica
della terra in Europa, Asia e Libia 6.
La rinnovata indagine sulle più antiche vicende di Asia mette oggi in
luce la possibilità di un ulteriore arretramento della storia di questo termine
sino a vedere in esso la designazione originaria di uno stato pre-lidio identificabile con il regno di Troia 7.
Ora, se la lettura asiwija I ' AcrfLoc è esatta, interessanti considerazioni e
conseguenze se ne possono trarre. In primo luogo l'età della testimonianza:
alla fine del XIII secolo il nome Asia è già attestato in ambiente greco e,
prescindendo dallo specifico carattere religioso del testo (dalla stessa radice
deriva del resto il nome asiwijo presente anche a Cnosso, dunque - forse già oltre un secolo prima), offre un pendant pressoché coevo alla testimonianza
di ambiente anatolico rilevata a suo tempo dal Forrer, che vide Asia nell' Assuwa dei testi ittiti di Tudb.aliyas IV 8 grazie a un'identificazione che è stata
rivalutata anche di recente e sembra ormai accettata generalmente.
, M. VENTRIS - J. CHADWICK, Documents in Mycenaean Greek (Cambridge 1956)
p. 416 (asiwijo '" Aswios); CHADWICK, art. cit., p . 12~; PUGLIESE, art. cit., p . 416;
HEUBECK, op. cit., p. 71; R. R. DYER, Asia / *Aswia and Archilochus Fr. 23, ' PdP'
20 (1965), p. 115 ss.; C. J. RUI]GH, Études sur la grammaire et le vocabulaire du grec
mycénien (Amsterdam 1967) pp. 108 e 156.
5 S. MAZZARINO, Fra Oriente e Occidente (Firenze 1947) p. 43 ss.; DYER, art. cito
I MAZZARINO, op. cit., p. 68 ss.
1 DYER, art. cit., p. 132.
8 E. FORRER, Vorhomerische Griechen in den Keilschrifttexten von Bogazk6i 'Mitteilungen der Deutschen Orient-Gesellschaft' fasc.63, (1924), pp. 7 e 16; ID., in Reallexikon der Assiriologie I (1932) p. 227 s. v. ' Assuva '. L'equazione, pur con qualche
iniziale riserva, è stata generalmente accolta con favore: per un ampio esame delle varie
Potinija asiwija, Asia e le relazioni micenee con l'Anatolia settentrionale
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Un secondo interessante elemento è rappresentato dal carattere religioso
della tabella pilia: che Asia figuri in età micenea come una divinità, o .che
eventualmente qualifichi con il proprio nome una divinità femminile ben nota
e pertanto designata con un termine generico quale 7tOT\lLtx, non deve costituire in fondo eccessiva sorpresa. Già la tradizione classica - e in una fonte
significativa quale la Teogon-ia di Esiodo (v. 359) - ci aveva conservato le
prime chiare tracce della componente religiosa nella storia di Asia: 'AaL'Yj è
una delle Oceanine (insieme, ma senza connessione alcuna, con Eùpw7t1j) e
come tale rinvia ad un mondo ctonio 9 i cui antefatti non sono certo contemporanei ad Esiodo ma risalgono al periodo di formazione della religione greca,
carico a sua volta di remote eredità anteriori.
Il processo evolutivo per cui divinità, che figurano con rilievo autonomo
in una fase più arcaica, compaiono successivamente nella luce attenuata
di un mondo religioso affidato più alla trama conservatrice della leggenda
e della tradizione dotta che non alla viva fede popolare (fatta eccezione per
alcuni arcaicissimi culti locali), è un fatto noto della religione greca. In particolare questo processo è stato rilevato per alcune figure del pantheon miceneo,
presenti nei testi in Lineare B con una propria personalità e ridotte a divinità
secondarie o addirittura a meri epiteti di dèi maggiori nell'assetto religioso
dell' età classica: si ricordino i casi della Diwia, di Ennesidaon, di Eleuthia,
di Enyalios, di Paiawon, di Iphimedeia lO. La 7tOT\lLtx asiwija rientra in questi
casi: oggetto di venerazione e di tributi nell'ambito del regno pilio (e la testimonianza proviene per l'appunto da un complesso di testi di notevole importanza religiosa) il, la sopravvivenza di Asia nel mondo religioso di età classica è per noi legata soltanto alla scarna menzione dell'elenco esiodeo delle
Oceanine e al ricordo delle sue nozze con Prometeo, delle quali favoleggiavano nell'VIII secolo i coloni della costa anatolica. Eppure anche le mitiche
nozze di Prometeo ed Asia, come ben vide il Mazzarino 12, sono segno della
remota venerazione di cui era circondata Asia; segno non solo di un'antichità ormai' mitica ' della regione Assuwa-Asia, e dunque tale da determinare
posizioni in proposito cfr. H. T., BOSSERT, Asia (Istanbul 1946) p. 23 sS.; dopo la
decisa rivalutazione di MAZZARINO op. cit., p . 47 ss., cfr. anche HEUBECK, op. cit., p. 72
(e già nella recensione a Mazzarino in ' Historia ' 2, 1953-54, p . 476 ss.) ; rinvii bibliografici in L. A. STELLA, La civiltà micenea nei documenti contemporanei (Roma 1965) p. 213
n . 57 (con riserve sulla identificazione); un accenno favorevole in R . D. BARNETT,
Phrygia and tlle PeoPles 01 Anatolia in the Iron Age, Revised Edition of C.A .H., VoL II,
Cap. XXX (Cambridge 1967), p. 4.
• Cfr. F . FISCHER, Nereiden und Okeaniden in Hesiods Theogonie (Halle 1934) p . 46 s.
10 MADDOLI, art. cit., passim.
II Si tratta delle cosidette 'Oi! Tablets' costituenti la serie pilia Fr (BENNETT,
op. cit.); su di esse si è lungamente fermata l'attenzione degli studiosi: rinvii bibliografici nelle sintesi di PALMER, The Interpretation 01 Mycenaean Greek Texts (Oxford
1963) p . 240 ss. e STELLA, op. cit., p. 227 ss.
12 Op. cit., p . 50.
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una proiezione in senso religioso della sua essenza spirituale, della sua' anima',
quanto proprio dell'antica natura divina di Asia, dea eponima della regione.
Non è possibile decidere quale delle due accezioni di Asia - la religiosa o la
geografica - preceda l'altra; è tuttavia certo, se questa lettura e interpretazione di asiwija sono esatte, che i due valori sussistevano entrambi già nel
XIII secolo a. C.; seguendo comunque a ritroso la storia del nome verso una
età in cui la nostra indagine non è peraltro in grado di documentarsi, si potrebbe supporre che la più ristretta e originaria area geografica designata come
Asia coincidesse con l'area di influenza di un luogo di culto connesso a una
divinità di tale nome. Ma restiamo sul piano dell'ipotesi e, pur riuscendo a
vedere un po' più addietro di quanto non fosse possibile ad Erodoto, dobbiamo con lui convenire in ultima analisi nel riconoscere impossibile cru!L~oc­
Àécr&OCL • •• 6&e:\I é&e:\l1"o 1"00; È1tCù\lU!LLocç (IV 45, 2) .
A questo punto è lecito peraltro chiedersi, anche se l'interrogativo non è
certo nuovo, quale possa essere in età micenea, nell' età cioè della tabella pilia e della coeva testimonianza ittita, l'area geografica corrispondente ad Assuwa-Asia.
Nel suo studio sopra ricordato 13 il Dyer ha creduto di poter ravvisare,
analizzando le testimonianze greche più antiche sul nome Asia, una fase in
cui non è ancora accettata l'equazione Asia = Lidia: indurrebbero a supporla
il frg. 80 (Traversa = M 1 Merkelbach) del Catalogo delle Donne esiodeo,
alcune tracce nell'onomastica omerica (Asios, Asiades) e, probabilmente,
Saffo frg. 55 a D (= 44, 2 LP) ed Eschilo, Supplici 547. Questi testi non hanno
naturalmente evidenza obiettiva e incontestabile, ma l'ipotesi sembra tutt'altro che illegittima stando ai molteplici indizi (particolarmente probanti
sembrano quelli dell'onomastica omerica) e al quadro storico che ne consegue.
Se infatti una collocazione del regno di Abbiawa sotto la costa meridionale
dell' Anatolia intorno a Rodi, o comunque in pieno ambito insulare egeo,
sembra riscuotere maggiore probabilità u, la Troade e più in generale l'AnatoCfr. nota 4.
Per A!J!Jiawà = Rodi cfr. B. HROZNY, Hethiter und Griechen, ' Archiv Orientalni '
I (1929) p. 323 ss. e poi in Die èilteste Geschichte Vorderasiens (Prag. 1940), p. 127; C.
LAURENZI, Rodi e l'Asia degli Ittiti, 'Nuova Antologia' 1940, p. 372 ss. (e già prima
in ' Memorie dell'1st. storico-archeologico FERT di Rodi' II, 1938, p. 52 ss.); G. MoNACO, Scavi nella zona micenea di Ialiso, 'Clara Rhodos' lO (1941) p. 169.; PUGLIESE
CARRATELLI, A!J!Jiavii, Lazpa et leurs divinités dans KUB V 6, ' Jahrbuch f. Kl. Forschung , I (1950) p. 156 ss.; lo., Il ' re di A!J!Jiawii ' nel trattato di Tud!Jalijas IV con
Utarmuwa, ' PdP' 15 (1960) p. 321 ss.; lo., Gli Ittiti nella storia del vicino Oriente, • Rivista Storica Italiana' 77 (1964) p. 287 ss. (segnatam. p. 296 s.); K. VOLKL, Achijawa,
, La nouvelle Clio' 4 (1952) p. 329 ss.; HEUBECK, M ythologische Vorstellungen des alten
Orients im archaischen Griechentum, 'Gymnasium' 62 (1955) p. 508 ss. (segnatam.
p . 520 s .); F. CASSOLA, La Ionia nel mondo miceneo (Napoli 1957) p. 337; P. E. PECORELLA, Aspetti e problemi dell'espansione micenea verso l'oriente, ' Atti e Mem. " La Colombaria '" 27 (1962-63) p. 47 ; VERMEULE, Greece in the Bronze Age (Chicago 1964),
p. 272 s.; alla tesi rodia sembra ora più favorevole, dopo averla a suo tempo criticata, F. SCHACHERMEYR, Zur Frage der Lokalisierung von Achiawa, in Minoica Sund13
U
Potinija asiwija, Asia e le relazioni micenee con l'Anatolia settentrionale
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lia nord-occidentale restano disponibili per uno stato pre-lidio, comprendente
almeno in parte anche l'area della Lidia storica, fortemente influenzato (soprattutto nella sua fascia costiera) dalla cultura micenea, tale da poter ben
corrispondere insomma all' Assuwa dei testi ittiti.
Sono note le perplessità con cui oggi si guarda all'identificazione di Troia
VII-a con l'omerica Troia di Priamo, perplessità e dubbi che sono stati da
poco riproposti in sintesi dal Nylander 15 e in base ai quali si delinea un ritorno all'antica tesi che vedeva in Troia VI la Troia di Omero. Troia VII-a,
" a poor and pathetic village in the ruins of the great Troy VI" (Nylander),
distrutta nel Miceneo III C l - cioè verso la fine del sec. XIII - è un centro rinato sulle rovine della grande Ilion distrutta dalla grecità micenea nel
pieno della sua vitalità espansiva (Miceneo III B) e con molta probabilità
fa parte di quello stato dell' Anatolia nord-occidentale in cui sembra possibile
vedere l'Assuwa sottomessa da Tuclb.alijas IV; non è escluso che proprio alla spedizione del sovrano ittita contro i 22 paesi dell' Assuwa vada connessa la distruzione di Troia VII-a16 • Sono noti del resto i tentativi di ravvisare i nomi di Ilion
e Troia in rfilusija e in Taruisa di KUB XXIII 11 II, 19 e 12 II, 13 17 •
Il tentativo di riconoscere la consistenza geografico politica di AssuwaAsia nell'area nord-occidentale della penisola anatolica sembra ora trovare
- nel quadro delle connessioni deducibili dalla presente interpretazione di
potinija asiwija - un interessante quanto inatteso elemento d'appoggio in
una per la verità tarda testimonianza di Pausania, a mio avviso peraltro portatrice di ben antica tradizione.
Pausania (III 24, 6-7), descrivendo l'estrema parte meridionale della
Laconia, dà le seguenti notizie:
Toc ~è Èv 8e:~Lif rU&LOU Aaç Ècr"t'L, &ocÀ&.crO"Y)ç flèv ~Éxoc cr"t'&.~LOC, ru&(ou ~è "t'e:crcrocp&.xov"t'oc &'7tÉxoucroc. <j}XLcr"t'OCL ~è vvv flèv 'IÀLou xocÀoUflÉvOU xocl. 'Acr(ocç xocl. KvocXOC~LOU, "t'c7>v òpwv "t'OU"t'lùV "t'O fle:"t'oc~ù È7tÉXoucroc, 7tpo"t'e:pov ~è -rijç 'AcrLocç "t'ov ISpouç
wall (Berlin 1958) p. 365 ss .. Del problema si veda la sintesi in STELLA, op. cit., p. 28 ss.,
con bibliografia per le altre ipotesi. Lo stesso A. GOETZE, Kleinasien (2& ed., Miinchen
1957), che colloca Ab-b-iawa. nella zona della Troade, è in proposito estremamente dubbioso (cfr. p. 183 e n. 5) .
16 The FaU oj Troy,
'Antiquity' 37 (1963) p. 6 ss.; cfr. anche HEUBECK nella recensione a PAGE, History and the Homeric Iliad in 'Gnomon' 33 (1961) p. l1S. Per
la tesi Troia VII-a = Troia di Priamo, distrutta verso la fine del LH III B, cfr. invece
G. E . MYLONAS, Priam's Troy and tlle date oj its Fall, 'Hesperia' 33 (1964) p . 352 ss.
18 DYER, art. cit., p. 122; più genericamente il NYLANDER, art. cit., p. 9 s., la connette
alle vaste perturbazioni che, sul finire del XIII secolo, interessano tutta l'area egeoanatolica (migrazione illirica, crollo dell'impero ittita, movimenti dei' popoli del mare 'l.
17 Sui 22 paesi dell'Assuwa cfr. BOSSERT, op. cit., p. 24 ss.; ibid., p. 32 s. per QUusiia e TaruiSa; J. GARSTANG - O. R. GURNEY, The GeograPhy oj the Hittite EmPire (London 1959) p. 105 ss. La possibilità di identificare TaruiSa con Troia fu avanzata dal
FORRER, art. cit., p. 6. Contro l'equazione Qilusiia (Wilusas) / Ilios cfr. ora E . EDEL,
Die Ortsnamen aus dem Totentempel Amenophis III (Bonn 1966) p. 47 s.
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È7tL -r1i xopucp?i' XotL VUV ~'t"L TIje; 7t6Àe&>e; Ècm TIje; cXpXotLotc; ÈpeL7tLot, XotL 7tpÒ
't"wv 't"eLXwv &yotÀ(.l.ot 'HpotxÀÉoue;, XotL CX7tÒ 't"wv MotxeMvCùv 't"p67totLOV .... ~cr't"L 8è Èv
't"o'Le; ÈpemtoLe; VotÒe; 'A.&1Jv~e; È7ttXÀlJcrLV 'Acrtotc;, 7tOL1jcrotL 8è IIoÀu8el)xlJv XotL K&.cr't"op&.
cpotcrLV cXVotcrCù&Év't"otc; Èx K6ÀXCùv' e!votL yò:p XotL K6ÀXOLe; 'A&lJv~e; 'Acrtotc; tep6v.
(.l.e't"otcrx.6V't"otc; (.l.èv oov o!8ot 'I&.crovL 't"ou cr't"6Àou 't"olle; TuvMpeCù 7tot'L8otc;' 5't"L 8è 'A&lJv~v
'Acrtotv 't"L(.l.WcrLV ot K6ÀXOL, 7totpò: Aotwv cXxoucrotc; yp&.cpCù.
~xeL't"O
Il passo di Pausania è in grado di offrire alla soluzione, o almeno alla
impostazione, del problema alcuni interessanti elementi: il culto di un' Athena
È7ttXÀlJcrLV 'Acrtot; la toponomastica, indubbiamente molto arcaica, del territorio di Las; la tradizione argonautica.
Come si accennava all'inizio, chi, a prescindere dal dato di Pausania,
ravvisa univocamente Athena (o una dea comunque destinata a confluire
o a risolversi in Athena) nelle varie attestazioni micenee di potinija, non può
non guardare con interesse al parallelo che si viene a istituire fra il potinija
asiwija di PY Fr 1206 e l' 'A.&1Jv~ 'Acrtot ricordata dal Periegeta. L'antica origine
della città di Las - menzionata nel Catalogo delle Navi, v. 585: oL 't"e A&.otv
e!xov ~8' O'L-ruÀov cX(.l.cpevÉ(.l.ov't"o, a chiusura del contributo laconico (cui subito
seguono ot 8è IIuÀov't"'ÈvÉ(.l.ov't"o) e ridotta in rovine al tempo di Pausania già di per sé fa arretrare di almeno 8-9 secoli un cuI to ricordato per l'inizio
dell'epoca volgare. E quantunque non si possa a mio avviso vedere nel catalogo omerico l'assetto politico-geografico del mondo miceneo trasmesso immutato dall'epica attraverso i secoli del 'medioevo greco', non mancano
indizi logici - ed archeologici, seppur labili questi in mancanza di una sistematica attività di scavo, per individuare una presenza micenea sulla collina
di Las; presenza che è comunque chiaramente attestata per la zona dall'importante insediamento di Mavrovouni 18.
Ora, proprio i nomi delle colline di Las e in particolare l'accostamento
di Ilion e Asia - questi due nomi così significativi e così legati l'uno all'altro,
soprattutto nella delineata prospettiva di una originaria connessione di Asia
con la Troade - sono in grado di riportarci indietro almeno fino agli estremi
limiti dell'epoca micenea, quando i contatti commerciali con la Troade prima,
e successivamente la fama dell'impresa panellenica in terra anatolica (sia
pure nelle sue prime espressioni epiche affidate alla poesia e tenendo ben
presenti limiti e obiezioni sollevati oggi dalla critica a proposito della' guerra
18 Si vedano i recenti lavori di H. WATERHOUSE - R. HOPE SIMPSON, Prehistoric
Laconia; Part I, ' ABSA' 55 (1960) p. 67 ss. e tav. 24; Parto II, ' ABSA' 56 (1961)
p. 114 ss. (Mavrovouni), p. 118 e 173 ss. (Las); P. ALIN, Das Ende der Mykenischen Fundstiitten aul dem griechischen Festland (Lund 1962) p. 95; K. e. :El'PIOllOl'AOl', 'H
llpo"cr't"op(oc -r'ijc; ll&ÀOTCOVV7)crOU (Atene 1964) p. 500 e passiro. Decisamente da escludere è
l'identificazione di Las con l'Asine menzionata da Polibio (V 19), identificazione a suo
tempo avanzata da Boblaye e da Curtius, e ricordata - ma per respingerla - da J. G.
FRAZER, Pausanias's Description 01 Greece, voI. III (London 1898) p. 393.
Potinija asiwija, Asia e le relazioni micenee con 1'Anatolia settentrionale
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di Troia ') potevano aver reso familiari i nomi di Ilion e dell'Asia nel conti·
nente greco.
Più arduo è per noi stabilire il significato del nome Kvocx&8LOV, proprio
della terza collina, manifestamente connesso ad una oscura serie onomastica
diffusa in Peloponneso e soprattutto in Arcadia e Laconia (il monte Kv&xocÀoc;
in Arcadia, il fiume KVOCXLWV in Laconia, l'epiteto Kvocxeii:nc; proprio di Artemis a Tegea, ecc.); serie in cui rientra come componente il termine xviix6c;
(ion. xV1Jx6ç < *ken~k6-) legato alla pianta del cartamo forse attraverso
l'originaria designazione del colore giallo-oro. Ad ogni modo, quale che sia
l'esatto valore del toponimo ricordato insieme a Ilion e Asia, è per noi importante rilevare che xvocx6c; ha già un antecedente nel lessico miceneo, ka-nako, ricorrente in molteplici elenchi di aromi della serie Ge di Micene 19. Con
buona ragione si può ritenere pertanto che il nome della collina appartenga
ad un'età molto antica e possa comunque essere coevo ad Ilion e Asia • micenei '.
Il conservatorismo tipico della toponomastica trasmetterà dunque nei
secoli i nomi delle colline di Las, oltre la decadenza e la rovina dell'antico
insediamento che, disceso l'abitato a mezza costa, conserverà a lungo fra i
resti della vecchia città (probabilmente quella omerica del Catalogo) il suo
centro religioso più antico, il luogo di culto di Athena Asìa. Ed è il conservatorismo della sfera religiosa che - senza affatto attenuare la portata del generale sconvolgimento avvenuto alla fine del II millennio - induce a ricollegare
il culto attestato da Pausania all'ambiente miceneo da cui proviene potinija
asiwija. Se, come sembra, sussiste la possibilità di una presenza micenea
sulle colline di Las e se la continuità del luogo di culto (ben provata ormai
per la Grecia arcaica al di là di ogni intervento di rottura a livello etnico,
militare, politico) 20 è una delle poche ma relativamente sicure linee di trasmissione di certe tradizioni, è a mio giudizio del tutto legittimo stabilire
questo ponte al di sopra dei secoli di silenzio che dividono il culto laconico
di cui fu testimone Pausania da quello di cui è indizio nella tabella pilia. Del
resto l'Athena AsÌa vista dal Periegeta altro non è se non uno dei tanti esempi
di quell' Athena delle xopuq>oc( - l'Athena delle acropoli - per la quale sembra ormai chiara la persistenza di tratti arcaicissirni confluiti dalla dea preellenica venerata sulla cima dei monti 21.
ID Cfr. in The Mycenae Tablets II (Philadelphia 1958) il relativo commento di
BENNETT, pp. 91, 100 ss., e di CHADWICK, p . 107; in The Mycenae Tablets III (Philadelphia 1963) le note di BENNETT, p. 72; v. anche A. MORPU·RGO, Mycenaeae Graecitatis
Lexicon (Roma 1963) s. v. kanako e STELLA, op. cit., p. 136 n. 17, 178 n. 40. Sul nome
KVlX.x&.lhov cfr. già L. GRASBERGER, Studien zu den griechischen Ortsnamen (Wiirzburg
1888) p. 229 e 293; A. PRELLER - C. ROBERT, Griechische Mythologie l' (Berlin 1894),
p. 302 n . 4.
20 Cfr. M. P. NILSSON, Geschichte der griechischen Religion, 12 (Miinchen 1955) pp. 74,
306 e soprattutto 338 ss.
21 Ibid., p . 433 e n . 3; v. anche il mio Studi, cit., p. 73.
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Anche la connessione fra i Dioscuri ed Athena ha l'aspetto di essere molto
antica e le stesse' oil tablets ' di Pilo l'avevano fatta supporre se, come pare,
in esse è traccia di un certo nesso cultuale nei tributi destinati ai Wanakes
[Dioscuri ,...., focv!Xxe(ç)] e alla Potnia; connessione particolarmente evidente
in PY Fr 1235 (wanasoi potinija pakowe OIL+PA QT 3), dove, stando alla
interpretazione del Pugliese, è ricordata un'offerta di olio alla Potnia (Athena)
in occasione della festa dei Wanakes (Dioscuri). Del legame Potnia-Wanakes
(Athena-Dioscuri) può dare significativa conferma l'edificazione del tempio
di Athena X!XÀ>c.(QLxoç a Sparta ad opera per l'appunto dei Dioscuri (Paus.
III 17,2), laddove si tenga presente la connessione, a suo tempo da me richiamata, tra la Potnia, i potinijawejo kakewe di PY Jn 310 e Jn 431, Athena e
le feste X!XÀxeL!X~.
Resta da precisare meglio nell'ambito di quali relazioni una tale onomastica possa essersi trasferita dall'ambiente anatolico a quello peloponnesiaco.
Si è già indicato il possibile termine post quem nell'ultimo periodo miceneo,
per il quale la più recente indagine archeologica non manca di fornire dati
sempre più abbondanti relativi a una presenza di micenei lungo tutta la fascia
costiera anatolica dalla Cilicia alla Troade; sì che diviene sempre più difficile
dubitare della realtà di una prima" migrazione greca" in Asia Minore avvenuta già nel Tardo Elladico 23. Con questo dato, che mi pare ormai lecito accogliere senza eccessiva esitazione quanto meno ammettendo se non una vera
e propria "migrazione" certo una tensione stabile verso la sponda orientale
dell'Egeo, bene collima la tradizione argonautica posta da Pausania - in base
all'antica tradizione locale (7t!Xpoc A!Xwv <xxoucr!Xç ypocrpeù) - a fondamento del
culto laconico di Athena Asìa. E questo non tanto per spiegare la presenza
di AsÌa su territorio greco in età micenea legandone mitologicamente l'importazione alle avventurose vicende e all'itinerario degli eroi di Giasone, quanto
soprattutto per verificare l'antichità e l'autenticità del nucleo (pur minimo)
del mito argonautico e della sua componente peloponnesiaca. In altri termini,
se 'A!hlv(i 'Acr(!X è veramente erede storica di potinija asiwija presente in Peloponneso già nel XIII secolo a. C., ed asiwija è a sua volta un portato d'oltre
Egeo, risulta chiaro che il particolare dei Dioscuri latori del culto dalla Colchide è, nella sua proiezione storica, tutt'altro che una gratuita e tarda invenzione. Noi non siamo in grado di vedere se, nella tarda età micenea, già sussistessero il nome di Colchide e il relativo spazio geografico, comunque localizzato; la prima menzione della regione come mèta degli eroi di Giasone sembra
essere quella di Eumelo di Corinto, sul finire del secolo VIII; 24 tuttavia non
•• Per i Dioscuri,...., fav~xE:(<;) cfr. PUGLIESE CARRATELLI, Aspetti Il problemi, cito
p. 410 SS.; ID., Dal regno miceneo alla polis, in Atti del Convegno' Dalla tribù allo stato'
(Roma 1962, Accad. Naz. dei Lincei, Quad. n. 54) p. 177 ss.; per il nesso Potnia-Wanakes cfr. il mio Studi, cit., pp. 78 e 100 sS.
23 Cfr. CASSOLA, op. cit., p. 6 S.
.. Su Eumelo di Corinto cfr. E. WILL, Korinthiaka (Paris 1955) p. 124 ss.; un sin-
Potinija asiwija, Asia e le relazioni micenee con l'Anatolia settentrionale
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sarei dell'avviso di dover collegare la genesi prima dell'itinerario argonautico
verso il Mar Nero al sorgere delle colonie greche di età storica nella Propontide e sulle coste dell'Eusino. A quest'epoca - fine VIII, VII secolo a. c.
- il tracciato della spedizione e il quadro degli episodi in essa inseriti dovettero certamente allargarsi e definirsi in più ampi dettagli grazie al nuovo
affluire di precise informazioni e al consolidarsi di una più salda e consapevole coscienza geografica; ma la presenza micenea in Troade (e, se fosse esatta
l'ancor troppo dubbia interpretazione di certi etnici presenti nelle tabelle
pilie - raminijoj-ja, imirijo, rapasako 25 - fino nel mare tracio e all'interno
dell'Ellesponto) è di per sé chiaro indizio che la via del Ponto già si pone,
al declinare del II millennio, se non altro come richiamo ed invito, come
colonne d'Eracle' orientali che i naviganti egei non tarderanno a varcare
in modo definitivo. Questo è in perfetta consonanza con quei nascenti impulsi
alla ricerca di nuove fonti di metalli che si ebbero - come la tradizione concordemente sembra indicare - all'epoca della guerra di Troia nell'ambito
della generale crisi dell'industria metallurgica che interessò tutto il mondo
mediterraneo verso i secoli XII-XI a. C., determinando il primo afflusso di
naviganti egeo-anatolici fin sulle coste del Mediterraneo occidentale. Se dunque la stessa guerra di Troia', nel suo nucleo storico, rientra in questa crisi
di ricerca di nuove fonti di ricchezza, il fatto che la Troade sia una delle tappe
del viaggio degli Argonauti da un lato conferma che l'itinerario argonautico
ricalca quello, arduo e contrastato ma reale, dei navigatori tardo-micenei,
e poi sub-micenei, verso l'Eusino (con ogni probabilità protesi verso la zona
sud-orientale del Ponto e la regione caucasica, ricca di miniere e sede dei cnal)po't'é)(:t"O'J~ XocÀU~~) 28; d'altro lato, stante l'additata possibilità di un'originaria identificazione dell' Asia con la Troade, la tradizione laconica dell'importazione del culto di (Athena) 'Aa(oc nell'ambito di una linea direttrice
caratterizzata da precise garanzie storiche, geografiche e cronologiche appare
sostanzialmente veritiera e degna di fede, qualunque sia l'epoca di nascita
e di ubicazione della Colchide favolosa.
Un ulteriore prezioso elemento a conferma di questo quadro di rapporti
viene dalla figura di Resione, figlia del re troiano Laomedonte, e dall'episoI
I
tetico quadro dei rapporti col Mar Nero a questa epoca in C. ROEBUCK, Ionian Trade
and Colonization (New York 1959) p. 116 ss. e N. J. LOMOURI, Sur la question de la co1onisation grecque de la cote de Colchide, Commun. de l'Acad. des Se. de Groznij 25 (1960)
p. 249 ss. (in russo; riassunto in' tedesco in ' Bibliotheca Classica Orientalis' 9 (1964)
p. 336 s.); per i problemi connessi al mito degli Argonauti e la relativa bibliografia cfr.
le sintesi di CASSOLA, op. cit., p. 130 ss. e WILL, op. cit., p. 127 n. 3.
2& A~!LVLOç, "I!L~pLOç, A.x!LIjJ()()(oç? Cfr. STELLA, op. cit., p. 212 e n. 52.
za PUGLIESE CARRATELLI, Achei nell'Etruria e nel Lazio?, 'PdP' 17 (1962) p. 12
ss.; ID., Gli Ittiti, cit., p. 297 55. Lo stesso Tucidide sembra essere consapevole di questi
remoti ed arditi viaggi esplorativi nel mare settentrionale quando, a proposito della
guerra di Troia, scrive che i Greci )(()(t 'r()(OTIjV ..-ì)v O';'P()(,;,e;(()(V &iV..xoO'!) ~81) 7tÀe;[w XPW!LE:VOL
!;UVE!;'ijÀ&OV (I 3, 4).
20
Gianfranco Maddoli
dio argonautico della sua liberazione ad opera di Eracle, localizzato appunto
in Troade 21; elemento particolarmente significativo per la connessione, che
sfiora !'identità, fra 'Hen6v'1j principessa troiana ed ' AcrLOC (entrambe dette spose
di Prometeo) e ancora ravvisabile nel nome 'HcrLOV~Eç (= ' AcrLo\le~ç) con cui
Callino (frg. 5 B) designa i Lidi all'epoca in cui il toponimo è esteso a indicare l'intera regione lidia 28.
Se dunque, come si deve ritenere, alla radice dei dati tradizionali e dei
racconti epico-mitologici c'è un nucleo storico intorno al quale la fantasia e
il tempo hanno costruito la rete mirabile delle vicende fantastiche, il racconto
di Pausania ricollegato al dato miceneo sulla potinija asiwija è in grado di
addurre specifiche conferme e precisazioni al chiarimento di questo nucleo:
una corrente di rapporti e di scambi tra la fascia costiera dell' Anatolia nordoccidentale e il mondo miceneo continentale, peloponnesiaco e laconico in
particolare. Può, in questa luce, rivelarsi tutt'altro che casuale il fatto che
l'epos ponga a causa formale della guerra di Troia il ratto di una donna spartana (e non di una donna qualsiasi, ma di Elena, nella quale la mitologia
vide appunto la sorella dei Dioscuri!), mentre la originaria natura panellenica
(e non esclusivamente tessalica, come da molti e a lungo si è preteso) della
leggenda argonautica trova, negli elementi ora addotti, nuova occasione per
essere ribadita. Un panellenismo legato all'estensione della grecità micenea
continentale, che nell'area tessalo-beotica e nel Peloponneso aveva il nucleo
più fecondo dell'espansione culturale, politica e commerciale. Un'area che,
non a caso forse, coincide con quella toccata, già nel Medio Elladico, dagli
itinerari migratori lungo i quali giunse in Grecia la ceramica' minia' e che
legarono in particolare la Grecia alla Troade e alle fasi più antiche di Troia
VI in particolare 29; fu certo su questi itinerari già sperimentati che si costruirono anche i successivi rapporti tra mondo anatolico settentrionale e Grecia
continentale nel Tardo Elladico I, II e III so.
Questo, naturalmente, senza voler retrocedere la sistemazione del mito
argonautico - come del mito in genere - all'età micenea, ma solo per definire l'ambito da cui certi dati di fatto, fissatisi nella coscienza storica della
grecità, poterono tramandarsi arricchendosi di sempre nuovi elementi e rivestirsi progressivamente di una complessa forma fantastica e poetica.
Un'ultima considerazione sembra a questo punto necessaria: l'attenzione
dedicata alla Laconia come polo, anche se non esclusivo, di questi rapporti, e
in particolare all' ,A&rjvii ' AcrLOC della città di Las, non significa necessariamente
21 Cfr. JESSEN in ' R.E. ' II l, s. v. Argonautai (col. 756 s.); WEICKER in R.E·
VIII l, s. v. Hesione 5. Cfr. anche FISCHER, op . cit., p. 106 s.
28 MAZZARINO, op. cit., p. 46 ss. e 329 n. 88; DYER, art. cit., p. 125.
2t J. MELLAART, The End oftlle Early Bronze Age in Anatolia and the Aegean, ' AJA.
62 (1958) p. 9 SS. e specialmente p. 15 ss.
30 PECORELLA, art. cit., p. 5 sS., 17 sS., 45.
Potinija asiwija, Asia e le relazioni micenee con l'Anatolia settentrionale
21
che quest'ultima sia proprio la potinija asiwija di PY Fr 1206, la stessa dea
còlta in due momenti, lontanissimi l'uno dall'altro, della sua vicenda storica.
Il culto testimoniato nella tabella pilia poteva benissimo essere tributato a
un'identica ma distinta ipostasi della medesima dea, venerata in altra parte del
regno pilio, ove il culto poteva essersi esteso irradiandosi dalla vicina Laconia.
Tuttavia la posizione geografica di Las e il fatto che l'epiteto di quell'Athena sembra tratto direttamente dall'lSpoc; su cui essa era venerata, e
non viceversa, inducono a non escludere la possibilità che la dea di Pausania
e quella della tavoletta micenea siano una cosa sola. È nota l'obiettiva difficoltà di identificare con sicurezza la maggior parte dei numerosi toponimi
presenti nelle tabelle pilie, difficoltà che impedisce di precisare definitivamente l'estensione del regno di Pilo. Si sa ad esempio che alcune indagini
globali condotte in proposito, come quelle della Kerschensteiner 31 o del Pugliese Carratelli 32, tendono a proiettare l'egemonia di Pilo più verso l'Elide,
l'Acaia e l'Arcadia occidentale che non verso il Peloponneso meridionale,
laddove il Palmer 33 vede viceversa estendersi parte dei distretti del regno
pilio ad oriente del Capo Akritas, intorno al golfo Messenico. Non è questa
la sede per riprendere in esame il complesso problema, per la cui soluzione
gli elementi non sono del resto ancora maturi; va tuttavia sottolineato come
l'ipotesi della continuità di potinija asiwija nell' 'A.&l)voc ' Acr(oc di Las non contrasti in sé con la possibile estensione del regno pilio, per cui - sebbene non
sia in definitiva strettamente necessario supporre il famoso luogo di culto entro
i confini politici dell'&.vocX'ropov di Pilo - l'offerta annotata sul frammento
trovato fra le tabelle dell'olio del palazzo di Englianòs potrebbe bene essere
destinata al 'santuario' della futura Las. Questo soprattutto ove si tenga
conto: (a) della· probabile identificazione del pur tanto discusso re-u-ko-to-ro
con il Aeux"t'pov della costa orientale del golfo messenico; 34 (b) del fatto che,
non lontano da 'PLOV (sulla costa orientale dell'Akritas : ri-jo, ultimo distretto
della de-we-ro-ai-ko-ra-ja), si trovano, teste Strabone (VIII 4, 4, 360), la città
di Xocpoc~poc posta fra Aeux"t'pov e 8oc)..OCfLoL (ta-ra-ma-ta di PY Ea 338?), e il
fiume IIocfLLcròç XocpOC~pW~ì'jç, fLLxp6c;, n-epL Aeux"t'pov pÉ(J}v "t'ò AOCXOVLX6v (ibid.,
6, 361), i quali richiamano appunto il distretto di ka-ra-do-ro, costantemente
31 Pylostafeln und homerischer Schiffskatalog, ' M iinchener Studien zu Sprachwissenschaft' 9 (1956) p. 35 ss.
32 Sull'estensione del regno miceneo di Pilo, 'Studi Classici e Orientali' 7 (1958)
p. 32 ss.
33 Military Arrangements for the defence of Pylos, 'Minos ' 4 (1956) p. 120 ss.; ID.,
Tlte Interpretation, cit., p. 65 ss. Si vedano anche le comideiazbni di F. KIECHLE,
Ostarkadische Ortsnamen auf pylisclten Linear B -Tafeln. Ein Beitrag zur Besiedlungsgeschichte
Arcadiens, 'Kadmos' I (1962) p. 98 S5.
34 Per AEU)('t"PO\l cfr., oltre il vecchio ma fondamentale M. N. V ALMIN, Études topograPhiques sur la Messénie ancienne (Lund 1930) p. 203 s., HOPE SIMPSON, Identifying
a Mycenaean State, 'ABSA' 52 (1957) p. 233 s.; ÀLIN, op. cit., p. 89; LYPIOIIOYAOY,
op. cit., p. 60 s. e passim.
Gianfranco Maddoli
22
elencato nelle tabelle accanto a quello di ri-jo; (c) dei rilevanti insediamenti
micenei sulla fascia costiera occidentale del golfo laconico, a Gythion e Mavrovouni, e della probabile, anche se priva di definitiva certezza, occupazione
micenea della collina di Passawa, ai cui piedi sembra certo che sorgesse Las
classica; insediamenti che nel loro insieme attestano l'importanza di quel distretto miceneo; (d) del facile accesso a Las dalla Pilo messenica per via marina
e del rilievo che Asia e il suo culto dovevano avere nell'ambito del regno pilio,
soprattutto se la sede del culto non aveva duplicati e restava legata alla collina laconica che aveva fornito l'epiteto ad Athena. Rilievo del resto evidente
nel nome stesso a-si-wi-jo, pure derivato da' AcrLot e diffuso non soltanto a Pilo
ma in tutto il mondo miceneo 35.
35
PY Cn 285, 12; Eq 146, 11; MY Au 653, 5; Au 657, 11; KN Df 1469
+ 1584
B.