La casa di tanto tempo fa

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La casa di tanto tempo fa
Territorio cl V
A.S. 2008 – ‘09 abpr
La casa di tanto tempo fa
Alloggiavamo al secondo piano di una villa di due piani di proprietà di un ingegnere che aveva tenuto per sé
il piano terra circondato da un bel giardino.
Ricordo un grande albero di mimosa che fioriva improvviso al primo sole di febbraio; quando mia mamma
stendeva il bucato sul nostro terrazzo, mi ingegnavo a strappare qualcuno dei ciuffi gialli, piumosi come
canarini, sugli ultimi rami che arrivavano fino a noi.
Come spesso avviene in Liguria, anche i giardini sono a livelli diversi, a “fasce” come si dice là, e anche il
giardino, che io guardavo dal terrazzo, si stendeva piano sulla facciata e sui lati dell’appartamento del
padrone della villa, per cingerlo dolcemente in salita nella parte posteriore. Era quella che mi affascinava di
più nelle lunghe ore in cui giocavo da sola con le bambole, in terrazzo o nel grande ingresso che faceva da
soggiorno: era una collina tutta verde e folta e sulla cima c’era una chiesetta.
Ora, quando sono tornata, non ho più riconosciuto niente, la mia casa è uno dei cento parallelepipedi che
fanno del luogo un quartiere inserito nella città, dopo la nuova costruzione della stazione ferroviaria, e sulla
collina della Madonna del Monte il verde degli alberi ha ceduto al bianco e rosa delle case.
Ma allora la zona era del tutto periferica, vera e propria campagna, appena interrotta da qualche villa,
pochi rustici e dalla grande piazza d’armi dove qualche volta arrivavano i soldati a fare esercitazioni e
normalmente giocavano i bambini in assoluta libertà, senza pericolo di alcun traffico di automobili.
Gina Lagorio – La terra negli occhi
Indice Gulpease: 48 - indice Gunnig’s Fog: 17
Testo connotativo
Descrizione del luogo (casa e paesaggio)nel ricordo.
Cambiamenti di oggi.
Ripresa del ricordo.
Descrizione centrata sul giardino e sull’albero di mimosa, nel ricordo.
Descrizione dell’oggi, precisa e sintetica.
Alloggiavamo al secondo piano di una villa di due
Io narrante
piani di proprietà di un ingegnere che aveva tenuto
La casa e il giardino nel ricordo.
per sé il piano terra circondato da un bel giardino.
Il luogo
Ricordo un grande albero di mimosa che fioriva
Oggi: cosa è cambiato?
improvviso al primo sole di febbraio; quando mia
mamma stendeva il bucato sul nostro terrazzo, mi
Caratteristiche della periferia.
ingegnavo a strappare qualcuno dei ciuffi gialli,
Uso del tempo imperfetto come tempo - cornice del
ricordo; uso del presente e del passato prossimo
come tempo – cornice del presente, introdotto da
“ORA”.
piumosi come canarini, sugli ultimi rami che
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arrivavano fino a noi.
Piano descrittivo: dal particolare al generale.
Come spesso avviene in Liguria, anche i giardini
sono a livelli diversi, a “fasce” come si dice là, e
anche il giardino, che io guardavo dal terrazzo, si
Possibili utilizzi:
spostamento di paragrafi (ora – allora/allora)
(allora/allora – ora)
stendeva piano sulla facciata e sui lati
Illustrazione abbinata: prima/ora
dell’appartamento del padrone della villa, per
Spostamento di punti di vista?
cingerlo dolcemente in salita nella parte posteriore.
Era quella che mi affascinava di più nelle lunghe ore
Scrittura di testi simili:
la casa delle vacanze
l’aula della prima.. (uso dei tempi verbali)
in cui giocavo da sola con le bambole, in terrazzo o
nel grande ingresso che faceva da soggiorno: era
una collina tutta verde e folta e sulla cima c’era una
Di questo testo mi interessa:
- l’uso narrativo del ricordo
- l’uso dell’imperfetto
chiesetta.
-
il contrasto con il presente
-
l’aspetto lessicale
Ora, quando sono tornata, non ho più riconosciuto
niente, la mia casa è uno dei cento parallelepipedi
che fanno del luogo un quartiere inserito nella città,
dopo la nuova costruzione della stazione ferroviaria,
e sulla collina della Madonna del Monte il verde
degli alberi ha ceduto al bianco e rosa delle case.
Ma allora la zona era del tutto periferica, vera e
propria campagna, appena interrotta da qualche
villa, pochi rustici e dalla grande piazza d’armi dove
qualche volta arrivavano i soldati a fare
esercitazioni e normalmente giocavano i bambini in
assoluta libertà, senza pericolo di alcun traffico di
automobili.
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Territorio cl V
A.S. 2008 – ‘09 abpr
Alloggiavamo al secondo piano di una villa di due
piani di proprietà di un ingegnere che aveva tenuto
Individuare le informazioni relative ai diversi
ambienti: la casa, il giardino, la collina, l’albero di
mimosa, le persone, il luogo, altri edifici.
per sé il piano terra circondato da un bel giardino.
Aspetto lessicale: riflettere sul significato di
Ricordo un grande albero di mimosa che fioriva
arrivavano fino a noi.
-
Come spesso avviene in Liguria, anche i giardini
-
improvviso al primo sole di febbraio; quando mia
mamma stendeva il bucato sul nostro terrazzo, mi
ingegnavo a strappare qualcuno dei ciuffi gialli,
piumosi come canarini, sugli ultimi rami che
di proprietà
fioriva improvviso
mi ingegnavo
ciuffi gialli, piumosi come canarini
fasce e livelli
si stendeva piano
cingerlo dolcemente
il grande ingresso che faceva da soggiorno
cento parallelepipedi
il verde degli alberi ha ceduto al bianco e
rosa delle case
piazza d’armi ed esercitazioni
sono a livelli diversi, a “fasce” come si dice là, e
anche il giardino, che io guardavo dal terrazzo, si
stendeva piano sulla facciata e sui lati
dell’appartamento del padrone della villa, per
cingerlo dolcemente in salita nella parte posteriore.
Era quella che mi affascinava di più nelle lunghe ore
in cui giocavo da sola con le bambole, in terrazzo o
nel grande ingresso che faceva da soggiorno: era
una collina tutta verde e folta e sulla cima c’era una
chiesetta.
Ora, quando sono tornata, non ho più riconosciuto
niente, la mia casa è uno dei cento parallelepipedi
che fanno del luogo un quartiere inserito nella città,
dopo la nuova costruzione della stazione ferroviaria,
e sulla collina della Madonna del Monte il verde
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degli alberi ha ceduto al bianco e rosa delle case.
Ma allora la zona era del tutto periferica, vera e
propria campagna, appena interrotta da qualche
villa, pochi rustici e dalla grande piazza d’armi dove
qualche volta arrivavano i soldati a fare
esercitazioni e normalmente giocavano i bambini in
assoluta libertà, senza pericolo di alcun traffico di
automobili.
Riscrittura di esempio
Alloggiavamo al primo piano della casa che aveva costruito per noi il mio papà. Il piano terra era circondato
da un bel giardino, da un cortile e da un orto grandissimo.
Ricordo, ai due lati della casa, due alberi di ciliegie che fiorivano improvvisi al primo sole di marzo; quando
uscivo sui terrazzi piccoli, ai lati della casa, mi ingegnavo a toccare qualcuno dei fiori bianchi, leggeri come
farfalle, sugli ultimi rami che arrivavano fino alla casa.
L’orto, che io guardavo dal terrazzo principale, si stendeva davanti alla facciata. Era quello che mi
affascinava di più nelle lunghe ore in cui giocavo da sola con le bambole, in terrazzo o nel cortile, all’ombra:
era uno spazio riquadrato in tanti piccoli spazi, tutti di un verde diverso; in fondo c’era il pollaio.
Intorno alla casa c’erano campi coltivati a grano e prati per il fieno; una stradina polverosa correva dietro
la mia casa, separata dal prato da una siepe che provavo a potare ogni tanto. In fondo, una cascina,
preceduta da un filare di pioppi
Ora, quando sono tornata, non ho più riconosciuto niente, la mia casa è uno dei cento parallelepipedi che
fanno del luogo un quartiere inserito nella città, dopo la nuova costruzione dei caseggiati e degli alberghi,
delle strade e delle piazzette; la cascina è nascosta dietro alti palazzi ed è diventata un centro sociale. Non ci
sono più i pioppi.
Ma allora la zona era del tutto periferica, vera e propria campagna, appena interrotta da qualche casa,
poche cascine e grandi prati dove qualche volta arrivavano i bambini in assoluta libertà, senza pericolo di
alcun traffico di automobili.
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