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NO COPYRIGHT
Le idee non appartengono agli uomini ma li attraversano
per poi abbandonarli (nell’ordine del tempo).
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Ne consegue che
la riproduzione totale o parziale è permessa a tutti
sotto la condizione della fedeltà al testo e
della indicazione della fonte
proprietà dello SPIRITO
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Psicofania 34
collana diretta da Paolo Notarfranchi
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questa traduzione è di Guido Gerboni
la revisione editoriale è di Paolo Notarfranchi
l’edizione dalla quale è integralmente tradotta
è quella del 2000 edita da MAPS
(Multidisciplinary Association for Psychedelic Studies)
2105 Robinson Avenue, Sarasota, FL 34232
questo libro viene stampato in 100 copie
per gli studiosi/psiconauti italiani
consideriamo la MAPS una organizzazione altamente
benemerita nel campo della libertà: lotta – ad altissimo
livello culturale – per permettere la libera sperimentazione
degli psichedelici ad opera degli adetti ai lavori (psicologi
e psichiatri). Questo è in linea con il pensiero di Albert
Hofmann, ribadito il 13 gennaio 2006 al congresso di Basilea, che l’LSD è sacro.
Conquestospiritotraduciamoiltesto elo mettiamoadisposizione
degli studiosi qualificati, in Italia. Sorvoliamo sul vezzo – tipicamente imperial/capitalista – di porre il vincolo del copyright: glielo
perdoniamo per i meriti acquisiti sul campo della libertà. Non
diamo un danno economico alla MAPS e diffondiamo elementi
di verità circa la psicologia degli stati di coscienza. Ci sentiamo
autorizzati a ciò da una vita intera di studi nel campo della
psicoanalisi e dell’estasi.
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STANISLAV GROF
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PREFAZIONE
Colpisce che quasi mezzo secolo dopo che Stan Grof cominciò
ad impiegare l’LSD come farmaco nella psicoterapia, la sostanza
rimanga vietata per scopi terapeutici ed anche per la ricerca medica. In termini puramente fisiologici, la dietilamide dell’acido
lisergico è la sostanza meno tossica nota alla scienza. Non uccide,
anche in overdose massiccia, e, diversamente dai sensazionali
cambiamenti che produce nella coscienza, non ha effetti nocivi
o duraturi sul corpo.
Numerose testimonianze confermano il suo potenziale positivo nell’impiego psicoterapeutico – per il trattamento delle
dipendenze, nevrosi, e disturbi d’ansia – e ci sono indicazioni
di ulteriore utilità nella cura di malattie mediche croniche, comprese le sindromi dolorose. Tuttavia, all’alba del ventunesimo
secolo, l’LSD rimane una sostanza demonizzata in gran parte
della società, ufficialmente dichiarata sia pericolosa che priva
di valore terapeutico.
Le ragioni per questo assurdo stato di cose, sono diverse. Una
è che l’LSD ha frequentato “cattive compagnie” nel passato: gli
hippies, i rivoluzionari, i fanatici del rock and roll, ed altri elementi della società percepiti dalla cultura dominante come antisociali e sovversivi. È finita in compagnia di “sostanze d’abuso”,
comprendenti la cocaina e l’eroina , i cui pericoli sono evidenti
e spaventosi. Per di più, l’LSD ha la reputazione di essere un
tipo di sostanza nascosta (stealth), dato che produce i suoi effetti
con quantità così piccole da essere invisibili. La facilità di contrabbandarla e nasconderla ha alimentato fantasie sul suo poter
essere somministrata a vittime innocenti, come anche di essere
messa nelle riserve d’acqua per rendere un’intera popolazione
psicotica e inerme. Fu questa caratteristica dell’LSD che attirò
l’attenzione dei militari e della C.I.A. nel 1950, per un suo pos7
sibile impiego per scopi ben lontani da quelli terapeutici.
Per i medici e gli psichiatrici, l’LSD rappresenta un problema
per un’altra ragione. I suoi effetti sono altamente variabili da
persona a persona e manifestamente dipendenti dal set e dal
setting, cioè, dall’ aspettativa e dall’ambiente. Le sedute con LSD
possono rivelarsi viaggi al paradiso o all’inferno, e l’apparente
imprevedibilità della direzione che prendono, ha spaventato sia
i ricercatori che i terapeuti.
Nei fatti, la possibilità che una reazione all’LSD possa essere
infernale non è così imprevedibile. Aumenta con la dose, con
la mancanza di preparazione del soggetto, e con la mancanza di
attenzione ai fattori ambientali che favoriscono l’ansia o la sicurezza. Nelle mani di un abile ed esperto terapeuta come Stanislav
Grof, l’LSD è piuttosto sicuro, e le reazioni che produce sono
gestibili ed utili, anche se intense. “Esperto” in questo contesto
deve essere inteso come l’aver avuto esperienze personali con
la sostanza.
Questo non è un punto semplice da spiegare alla comunità medica. I medici considerano le sostanze che usano come pallottole
magiche – che hanno una azione precisa, prevedibile, relativamente costante da persona a persona e spiegabile in termini
di meccanismi biochimici, e non nei termini dell’esperienza, o
dell’aspettativa del paziente. Gli psichiatri ed altri, che lessero i
primi resoconti circa i successi terapeutici ottenuti con l’LSD e
provarono ad usarlo come una pallottola magica senza la dovuta
attenzione al set/setting, o alla loro propria esperienza, fallirono
nel cercare i risultati desiderati. Quasi mezzo secolo più tardi,
con la psicoterapia tradizionale largamente rimpiazzata dalla
soverchiante prescrizione di magiche pallottole psico-farmacologiche
(l’inibitore antidepressivo selettivo, che ripristina la serotonina,
fa la parte del leone nelle prescrizioni), le possibilità degli psichiatri e di altri di comprendere le sottigliezze e la articolazione
della psicoterapia con LSD sembrano più piccole che mai.
Nonostante ciò, credo che sia meglio sforzarsi di accrescere tale
comprensione, dato che il potenziale terapeutico dell’LSD non
è diminuito. Forse, ora che l’uso ricreativo della sostanza è diminuito e si è stabilizzato, e le autorità sono molto più preoccupate
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da altri agenti psicoattivi, è il momento giusto per una ripresa
della discussione. Non posso pensare ad un modo migliore, che
pubblicare questo rivoluzionario libro in una nuova edizione.
Psicoterapia con LSD è un opera ormai classica sia nella tradizione
psicoterapeutica che psicofarmacologica, e spero fortemente che
l’esperienza e la saggezza di Stan Grof, trovino un nuovo e più
esteso pubblico di lettori nel nuovo secolo.
Andrew Weil, MD
Tucson, Arizona
Ottobre, 2000
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INTRODUZIONE
Questo libro fu pubblicato la prima volta nel 1980: momento
peggiore non poteva esistere! Da quel giorno, la terapia psichedelica fu praticamente stroncata in tutti i paesi del mondo come
risultato di una legislazione estremamente repressiva. Ciò rese
la ricerca scientifica difficile, se non impossibile. L’immagine
collettiva dell’LSD non era l’esito della numerosa letteratura
scientifica che lo riguardava; era costruita dalla pubblicità che i
mass media fecero degli incidenti della auto-sperimentazione non
controllata, spargendo voci senza alcun fondamento scientifico
sui danni ai cromosomi e sui pericoli genetici associati a questa
sostanza. In siffatte condizioni, sembrò che Psicoterapia con LSD
fosse destinato a diventare un esoterico documento storico su
un eccitante, ma relativamente breve e transitoria fase della
storia psichiatrica.
Considerando la situazione descritta, sembra appropriato volgere lo sguardo ad alcuni dei recenti sviluppi che giustificano
una nuova edizione di questo lavoro. La ragione più importante per rendere le osservazioni tratte dalla ricerca psichedelica
accessibili ai professionisti, così come al pubblico in generale,
è la natura rivoluzionaria delle osservazioni associate ad essa.
Credo seriamente che uno studio sistematico senza pregiudizi
di questo materiale, condurrà a cambiamenti nella nostra comprensione della psiche umana e della natura della realtà, che
potrebbero essere così estesi e radicali come quelli che furono
introdotti nella fisica dalle teorie della relatività e dalla teoria
quantistica.
L’elemento critico è il riconoscimento che l’LSD e le altre sostanze psichedeliche funzionano più o meno come catalizzatori
o amplificatori non specifici della psiche. Ciò si riflette nel nome
che Humphrey Osmond diede a questo gruppo di sostanze: la
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parola greca psichedelico letteralmente tradotta come che rende manifesta la mente. Nei dosaggi usati nella sperimentazione umana,
gli psichedelici classici come l’LSD, la psilocibina e la mescalina,
non hanno alcun effetto farmacologico specifico. Aumentano
il livello energetico nella psiche e nel corpo, che conduce alla
manifestazione di processi psicologici altrimenti latenti.
Il contenuto e la natura delle esperienze che queste sostanze inducono sono quindi non prodotti artificiali della loro interazione
farmacologia con il cervello (psicosi tossiche), ma espressioni
autentiche della psiche che rivelano il suo funzionamento a livelli
ordinariamente non accessibili per l’osservazione e lo studio.
Una persona che ha preso l’LSD non ha una esperienza LSD, ma
intraprende un viaggio nei recessi profondi della propria psiche.
Quando questa sostanza è data nello stesso dosaggio e sotto
circostanze simili ad un esteso numero di individui, ciascuno di
essi avrà una esperienza differente che rifletterà le caratteristiche
della propria psiche. In aggiunta, sedute ripetute da parte della
stessa persona varieranno nel loro contenuto e mostreranno una
progressione caratteristica.
Per questa ragione, non è esagerato affermare che gli psichedelici, usati responsabilmente e con adeguata cautela, potrebbero
essere per la psichiatria ciò che il microscopio rappresenta per
la biologia e la medicina o il telescopio per l’astronomia. Questi
strumenti rendono possibile studiare importanti processi che in
condizioni usuali non sono accessibili all’osservazione diretta.
Nella prima edizione di questo libro, scrissi che il miglior modo
per comprendere l’LSD era di considerarlo un amplificatore non
specifico dei processi psicologici. Se avessi avuto ulteriori dubbi
a riguardo, essi sono stati dissolti dalle nostre osservazioni con la
Respirazione Olotropica. Questo approccio è un potente metodo
terapeutico e di esplorazione del Sé, che io e mia moglie Christina abbiamo sviluppato nel corso degli ultimi diciotto anni ed
abbiamo impiegato nei workshop e seminari in tutto il mondo.
Unisce mezzi estremamente semplici e non farmacologici, come
respirazione accelerata, musica evocativa, ed un sistema di manipolazioni del corpo, volti al rilascio di emozioni bloccate e di
energie fisiche bloccate. Come ho descritto in The Adventure of
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Self-Discovery, un libro specifi- catamente dedicato alla discussione
della teoria e pratica della Respirazione Olotropica, lo spettro di
esperienze evocato da questa procedura è praticamente identico
a quello delle sedute psichedeliche.
Le esperienze che si verificano nelle sedute psichedeliche e in
quelle olotropiche non possono essere descritte nei termini del
ristretto e superficiale modello concettuale usato nella psichiatria e psicologia accademiche, che sono limitate alla biologia,
alla biografia postnatale, e all’inconscio individuale freudiano.
Un profondo lavoro esperenziale richiede una cartografia più
estesa della psiche, che comprenda importanti dominî non
segnati dalla scienza tradizionale. La mia personale versione
di questo modello, descritto nel presente volume, include due
livelli aggiuntivi della psiche, per i quali uso i termini perinatale
e transpersonale.
I fenomeni che si originano ai livelli perinatali e transpersonali
della psiche comprendono le sequenze di morte e rinascita
psicologica, gli incontri con esseri archetipi, i viaggi nei regni
mitologici di diverse culture, memorie di passate incarnazioni,
percezioni extra-sensoriali, episodi di stati fuori dal corpo,
esperienze di ricerca della coscienza cosmica. Tutto ciò deve
essere considerato come manifestazioni naturali e normali delle
dinamiche profonde della psiche umana.
Sono stati ripetutamente descritti nel contesto delle varie procedure sciamaniche, dei riti di passaggio, delle cerimonie aborigene
di guarigione, e dei misteri di morte e rinascita, così come dalle
filosofie spirituali orientali e tradizioni mistiche di tutti i periodi
storici conosciuti. Per questa ragione, qualsiasi sforzo serio per
comprendere la spiritualità e la religione, richiede il riconoscimento delle dimensioni perinatali e transpersonali della psiche.
Tentativi di interpretare uno qualsiasi di questi fenomeni nel
contesto del ristretto e superficiale modello della psiche correntemente impiegato dalla scienza newtoniana-cartesiana, necessariamente conduce a gravi distorsioni ed alla patologizzazione
dell’intera storia spirituale dell’umanità.
Da questa prospettiva, i fondatori delle grandi religioni, così
come i loro profeti, santi, ed eminenti maestri, che hanno tutti
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avuto esperienze visionarie, sarebbero etichettati come psicotici.
Gli Sciamani sono diagnosticati come schizofrenici ambulanti,
isterici o epilettici. La religione e la spiritualità sono giudicate
come il risultato della superstizione, di mancanza d’educazione,
di regressione infantile al pensiero animistico e primitivo, o alla
malattia mentale. Simili criteri patologici sono applicati alla
vita spirituale ed ai rituali delle culture pre-industriali che non
possono essere adeguatamente comprese e non hanno senso
per gli scienziati occidentali con il loro limitato modello della
psiche umana.
Tra i fenomeni che eludono le interpretazioni riduttive della
materialistica scienza occidentale vi sono le esperienze in situazioni di quasi morte, i resoconti sulle abduzioni (abduction),
rapimenti da UFO, varie occorrenze parapsicologiche, così
come esperienze e comportamenti osservati in certe forme di
ipnosi ed in varie potenti psicoterapie esperienziali alternative
alla Respirazione Olotropica. Le esperienze indotte dal biofeedback training, la deprivazione e la sovrastimolazione sensoriale,
differenti mezzi elettronici e cinestetici, e la pratica del sogno
lucido, sono altri importanti esempi.
Lo stesso vale per un ampio sottogruppo di stati che la psichiatrica contemporanea diagnostica e tratta come psicosi funzionali, intendendo malattie mentali di eziologia sconosciuta. La
comprensione della psiche che abbraccia i livelli perinatale e
transpersonale presenta queste condizioni sotto una luce completamente nuova, come crisi psicospirituali o emergenze spirituali.
Se sono appropriatamente comprese e gli individui impegnati in
questo processo sono incoraggiati ad abbandonarsi alle proprie
esperienze, questi stati possono sfociare in guarigioni emotive
e psicosomatiche, profonde trasformazioni della personalità, ed
all’evoluzione della coscienza.
La cartografia della psiche descritta in questo volume, sebbene
originariamente basata sulla ricerca con l’LSD e con gli altri
psichedelici, è ugualmente applicabile a tutte le suddette situazioni. Permette di spiegare molti dei fenomeni che la psichiatria
e psicologia tradizionali devono negare, patologizzare, o spiegare
in un modo inadeguato e superficiale. Comunque, le nuove
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scoperte offrono molto di più che la revisione di un modello
teorico della psiche. Molti dei nuovi principî scoperti durante la
ricerca psichedelica sono di natura pratica e sono direttamente
applicabili alle situazioni terapeutiche senza l’obbligo di usare
sostanze psichedeliche. Fa parte di ciò, una nuova e rivoluzionaria comprensione della natura e struttura dei disordini emotivi
e psicosomatici, comprese alcune forme di psicosi, meccanismi
efficaci di guarigione e trasformazione, tecniche terapeutiche
e strategie di esplorazione del sé .
Le implicazioni future della ricerca psichedelica quindi si dividono in due categorie differenti. La prima comprende il destino
della psicoterapia psichedelica di per sé, l’altra, l’importanza
pratica e teoretica delle nuove scoperte sulla natura della psiche
e della coscienza. Se gli psichedelici rientreranno nel campo
della psichiatria e torneranno nuovamente a far parte dell’armamentario terapeutico è una questione complessa. Più verosimilmente, ciò che eserciterà un influenza decisiva non dipenderà
dai risultati della ricerca scientifica, ma da una varietà di fattori
politici, legali, economici e di psicologia di massa.
Dopo aver personalmente condotto nel corso degli anni più di
quattromila sedute psichedeliche, ho sviluppato un profondo
rispetto e gratitudine per queste sostanze e per il loro enorme
potenziale, sia esso positivo che negativo. Sono potenti strumenti
e come qualsiasi strumento possono essere usati con solerzia,
con inettitudine, e distruttivamente. La questione se l’LSD sia
una medicina fenomenale o una sostanza diabolica, assume
scarso significato, come se ponessimo una questione analoga
sul potenziale positivo e negativo di un coltello. Naturalmente,
avremmo una rappresentazione molto differente fatta da un
chirurgo, che basa il suo giudizio sulle operazioni eseguite, e
da un capo della polizia che investiga su un omicidio commesso
con un coltello. Ugualmente, l’immagine dell’LSD varierà se ci
basiamo sui risultati di un suo responsabile uso clinico e spirituale, o sulla sprovveduta sperimentazione di massa della giovane
generazione, o sugli esperimenti deliberatamente distruttivi
dell’esercito o della CIA.
I risultati della somministrazione di psichedelici sono criticamen15
te influenzati dai fattori del set e del setting. Fino a quando ciò
non verrà chiaramente compreso, non c’è speranza che possano
essere prese decisioni intelligenti circa la politica sulle sostanze
psichedeliche. Credo che gli psichedelici possano essere usati
in modo che i benefici superino di gran lunga i rischi. Questo
è stato ampiamente dimostrato da secoli di sicuro uso rituale e
spirituale degli psichedelici da generazioni di sciamani, singoli
guaritori, ed intere culture aborigene. Tuttavia, l’industrializzata società occidentale ha così abusato di tante scoperte, che
non c’è molta speranza che gli psichedelici possano essere una
eccezione, a meno che non ci eleviamo collettivamente ad un
livello superiore di consapevolezza e maturità.
Di positivo, può essere detto che la società occidentale è al
momento molto meglio preparata ad assimilare gli psichedelici
rispetto agli anni sessanta. Nel periodo in cui gli psichiatri e gli
psicologi avviarono la sperimentazione con LSD, l’immagine
ufficiale della psicoterapia era quella di civili conversazioni faccia a faccia o di una educata libera associazione sul divano. Le
emozioni intense ed i comportamenti attivi furono definiti come
acting-out ed erano visti come violazioni del contratto terapeutico
di base. Al contrario, le sedute psichedeliche erano associate ad
emozioni drammatiche, eccitazione psicomotoria, ed a vividi
cambiamenti della percezione.
Sembravano essere più vicini agli stati che gli psichiatri consideravano patologici e che volevano reprimere con tutti i mezzi,
piuttosto che a condizioni con un potenziale terapeutico. Ciò si
rifletteva nel termine “allucinogeno” e “psicosi sperimentali” utilizzato inizialmente per gli psichedelici e per gli stati in tal modo
indotti. In ogni caso, le sedute psichedeliche assomigliavano di
più alle scene tratte da documentari antropologici sui rituali
sciamanici delle culture “primitive” e alle cerimonie dei selvaggi
aborigeni che a quelle prese dallo studio dello psicoanalista.
Inoltre, molte delle esperienze ed osservazioni dalle sedute
psichedeliche sembravano seriamente sfidare l’immagine della
psiche umana e dell’universo, sviluppate dalla scienza newtoniana-cartesiana e considerate come descrizioni puntuali e definitive
della “realtà oggettiva”. I soggetti sotto psichedelici riportarono
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immedesimazioni con altre persone, animali e diversi aspetti
della natura durante i quali ottennero accesso a nuove informazioni su temi su cui precedentemente non avevano nessuna
conoscenza intellettuale. Lo stesso vale per le esperienze nella
vita di antenati umani o animali , così come di memorie razziali,
collettive e karmiche.
In alcuni casi, questa nuova informazione era tratta dalle esperienze che coinvolgevano esseri archetipi e regni mitologici di
culture differenti del mondo. In esperienze fuori dal corpo, i
soggetti dell’esperimento furono spesso testimoni e descrissero
accuratamente scene lontane che si verificavano in luoghi fuori
dalla loro portata sensoriale. Nessuno di tali accadimenti era
considerato possibile nel contesto della scienza materialistica tradizionale ed invece, nelle sedute psichedeliche, erano
osservati quotidianamente. Naturalmente tutto ciò causò un
profondo scompiglio concettuale e confusione nelle menti degli
sperimentatori preparati in modo convenzionale. Stando così le
cose, molti professionisti scelsero di rimanere lontani da questa
area per preservare la loro visione scientifica del mondo e per
proteggere il loro senso comune e la propria salute mentale.
Le ultime tre decadi hanno portato cambiamenti che hanno
profondamente influenzato l’atmosfera nel mondo della psicoterapia. Le psicologie umaniste e transpersonali hanno sviluppato
potenti tecniche esperienziali che danno rilievo alla regressione
profonda, all’espressione diretta di intense emozioni, ed al lavoro
sul corpo volto alla liberazione di energie fisiche. Le esperienze
interiori e le manifestazioni esterne, così come le strategie terapeutiche, in queste terapie mostrano una grande somiglianza con
quelle osservate nelle sedute psichedeliche. Come ho menzionato precedentemente in relazione alla Respirazione Olotropica,
questi approcci che non impiegano sostanze abbracciano uno
spettro di esperienze simile, così come una sfida concettuale.
Come risultato di ciò, per i terapeuti che seguono questa linea,
l’introduzione degli psichedelici rappresenterebbe il passo logico
successivo piuttosto che un drammatico cambiamento nella loro
pratica. Per di più, il pensiero newtoniano-cartesiano della scienza
che negli anni sessanta godeva di grande autorità e popolarità,
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è stato progressivamente indebolito dallo sbalorditivo sviluppo
in varie discipline. Questo ha raggiunto un tale livello che un
numero crescente di scienziati sente il bisogno urgente di una
visione del mondo interamente differente, un nuovo paradigma
scientifico. Le implicazioni filosofiche della fisica quanto-relativistica, la teoria del movimento olistico di David Bohm, la teoria
olografica del cervello di Karl Pribram, la teoria delle strutture
dissipative di Ilya Prigogine, la teoria dei campi morfogenetici
di Rupert Shekdrake, e la brillante antropologia e psicologia di
Gregory Bateson, sono solo alcuni esempi di questo sviluppo. È
molto incoraggiante notare che le evoluzioni che sono in conflitto inconciliabile con la scienza tradizionale, sembrano essere
compatibili con le scoperte della moderna ricerca sulla coscienza
e con la psicologia transpersonale.
Da un punto di vista pratico, è importante menzionare che la
sperimentazione legale con gli psichedelici è stata ripresa in
Svizzera ed in molti nuovi progetti di ricerca che sono stati recentemente approvati negli Stati Uniti. Nonostante tutti questi
incoraggianti sviluppi, il futuro della terapia psichedelica rimane
incerto. Però, la situazione è molto differente se guardiamo le
scoperte che ha prodotto circa la natura della psiche e della
coscienza umana. La loro rilevanza per la psichiatria e la psicologia è indipendente dal destino della modalità terapeutica. Dato
che è ormai evidente, che i fenomeni coinvolti rappresentano
manifestazioni autentiche della psiche che si verificano in molte
situazioni dove nessuna sostanza psicoattiva è impiegata, devono essere prese in considerazione in qualsiasi serio tentativo di
comprendere la psiche umana.
Se le esperienze osservate nelle sedute psichedeliche fossero
artefatti tossici, i professionisti avrebbero un ragionevole motivo per non occuparsi di ciò. Si può essere esperti del campo
senza aver alcuna conoscenza degli effetti farmacologici di un
gruppo esotico di sostanze psicoattive. Tuttavia, ignorare o male
interpretare le osservazioni di un ampia categoria di situazioni,
comprendenti antiche pratiche spirituali orientali, gli stati di
transe nei rituali aborigeni, le esperienze di quasi morte, le diverse
forme di psicoterapie esperienziali non farmacologiche, e le crisi
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psicospirituali, è tutt’altro affare. Un tale atteggiamento riflette
la rigida aderenza ad un modello superficiale ed inadeguato
della psiche ed assomiglia più al fondamentalismo religioso che
ad un buon atteggiamento scientifico.
La questione critica è lo status ontologico degli stati non ordinari
di coscienza – se li consideriamo come condizioni patologiche
che dovrebbero essere soppresse o viceversa, alternative credibili
al nostro stato di coscienza quotidiano, che possono contribuire
alla comprensione della psiche ed avere un grande potenziale
terapeutico. Di tutti i gruppi umani, la civiltà industriale occidentale è l’unica che ha preso la prima posizione. Tutte le società
antiche e preindustriali hanno tenuto gli stati non ordinari di
coscienza in alta considerazione e li hanno usati per una varietà
di scopi – diagnosi e cura delle malattie, attività rituali, spirituali
e religiose, lo sviluppo della percezione extrasensoriale, e per
l’ispirazione artistica. Queste culture hanno impiegato molto
tempo ed energie nello sviluppare diverse tecniche per indurre
questi stati, compresi un ampio ventaglio di approcci non farmacologici e di piante psichedeliche.
Michael Harner, noto antropologo che si è sottoposto personalmente all’iniziazione sciamanica durante il periodo di lavoro
in Amazzonia, descrive la psicologia e la psichiatria occidentale
come etnocentriche. Ciò significa che considerano il proprio punto
di vista, superiore a quello di tutti gli altri gruppi culturali ed
etichettano come patologica qualsiasi attività che non rientra
nella propria specifica cornice. Il nome che Harner assegna alla
seconda caratterizzazione della psicologia/psichiatria occidentale, è cognocentrismo, sebbene il termine più appropriato potrebbe
essere pragmacentrismo. Con ciò egli intende che le riflessioni
teoretiche nella psicologia e psichiatria accademiche, sono basate
esclusivamente sulle esperienze ed osservazioni fatte negli stati
ordinari di coscienza (con la possibile eccezione dei sogni). Ciò
che emerge dallo studio degli stati non ordinari di coscienza, è
sistematicamente ignorato o dichiarato patologico.
È proprio qui che si rivela l’importanza del materiale tratto
dalla terapia psichedelica. È l’esempio della sfida che la ricerca sugli stati non ordinari di coscienza lancia alla tradizionale
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scienza newtoniana-cartesiana. Uno studio sistematico e privo di
pregiudizi, delle prove accumulate in questo lavoro, suggerisce
con forza la necessità di una radicale revisione delle nostre idee
di base sulla psiche umana e sulla natura della coscienza. Ciò
condurrebbe ad una comprensione completamente differente
dei disordini emotivi e psicosomatici, così come del processo
terapeutico e della strategia di auto-esplorazione. Un esempio
estremo di questo tipo è la capacità degli individui nelle esperienze di quasi morte, di percepire accuratamente, senza l’uso
dei loro sensi, non solo l’ambiente circostante, ma anche luoghi
remoti. Osservazioni di siffatta natura mettono in serio dubbio
le più fondamentali assunzioni metafisiche della filosofia della
scienza occidentale.
Alla luce di questi fatti, Psicoterapia con LSD, rappresenta molto
di più che una fonte di informazione sugli psichedelici e sul
loro impiego. È sicuramente un libro che è di interesse per i
terapeuti che trattano gli incidenti dell’auto-sperimentazione
non controllata o per quelli che potrebbero condurre la terapia
psichedelica in un futuro. Può anche dimostrarsi utile per coloro
che hanno già sperimentato stati psichedelici ed hanno bisogno
di una maggior comprensione, così come per i lettori profani
interessati all’argomento. Comunque, la sua importanza supera
tutto questo; è un libro che descrive le più remote frontiere della
psiche umana, così come si manifestano negli stati non ordinari
di coscienza. Le esperienze ed osservazioni che descrive, portano lungimiranti implicazioni per la nostra comprensione della
coscienza, della natura umana, e della natura della realtà. Per
questa ragione, il materiale riportato dovrebbe essere accessibile
a tutti coloro che sono di mente aperta.
Stanislav Grof
novembre , 1993
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RINGRAZIAMENTI
Avendo completato la stesura di questo libro, vorrei ricordare con profonda gratitudine alcuni amici che mi hanno dato un importante aiuto.
Il dr. George Roubícek, primo professore associato del Dipartimento di
Psichiatria alla Scuola Università di Medicina di Charles, fu il mio primo
mentore e condusse la mia prima sessione di LSD nel 1956. Questa
esperienza fu l’inizio del mio profondo interesse ed impegno, che dura
ormai da una vita, nello studio degli stati non ordinari di coscienza. Il
dr. Milos Vojtechovsky era il capo del gruppo interdisciplinare con cui
iniziai la mia ricerca con sostanze psichedeliche. Mi introdusse a diverse
nuove sostanze psichedeliche e mi fornì la preparazione di base per la
ricerca scientifica e la sua metodologia.
Gran parte del lavoro che è stato importante per lo sviluppo delle idee
presentate in questo libro, fu condotto all’Istituto di Ricerca Psichiatrica
di Praga, Cecoslovacchia. Il suo direttore, dr. Lubomir Hanzlicek, durante tutti gli anni della mia ricerca clinica con LSD, dimostrò una inaspettata comprensione per questa non convenzionale avventura scientifica.
Nutro una profonda gratitudine per l’aiuto dei miei colleghi dell’Istituto
e per la dedizione e l’entusiasmo del gruppo di infermieri.
Il mio lavoro iniziale negli Stati Uniti è stato reso possibile grazie ad una
generosa donazione della Fondazione per la ricerca in Psichiatria del
New Haven, Connecticut. Il dr. Joel Elkes, professore del Dipartimento
di Psichiatria e di Scienze del Comportamento alla John Hopkins Università Scuola di Medicina di Baltimora, mi invitò alla Clinica Henry Phipps,
prima come ricercatore clinico e più tardi come Assistente Professore;
mi diede un inestimabile aiuto e guida durante la mia permanenza. Il
periodo tra il 1967 ed il 1973 che passai al Maryland Centro di ricerca
Psichiatrica in Catonsville, Maryland, fu un periodo di entusiasmante
cooperazione di un gruppo formato da ricercatori creativi e congeniali.
Vorrei ringraziare il dr. A. A. Kurland, direttore del centro ed Assistente
alla Commissione per la Ricerca del Dipartimento di Igiene Mentale
dello Stato del Maryland, così come i colleghi ed amici di Spring Grove,
per il loro contributo al mio lavoro ed alla mia crescita personale.
L’Istituto Esalen di Big Sur, California, ha giocato un ruolo molto im21
portante nella mia vita. Fin dalla mia prima visita nel 1965, mi furono
offerte parecchie opportunità di condurre seminari e workshop e condividere il mio materiale con un auditorio di ampie vedute. Negli ultimi
cinque anni è divenuta la mia casa base ed una insostituibile risorsa
emotiva ed intellettuale. In questo eccezionale laboratorio naturale del
movimento del Potenziale Umano, ho incontrato molte persone creative
all’avanguardia nelle psicoterapie esperenziali e ho avuto l’opportunità
di confrontare il loro lavoro con il mio. Ciò ha reso possibile per me integrare le osservazioni provenienti dalla ricerca con LSD in un contesto
teoretico più esteso. Di particolare valore sono state le esperienze che
io e mia moglie Christina conducemmo ad Esalen. Questi eventi, che
organicamente combinano una introduzione didattica, esplorazione
intrapsichica e lavoro di gruppo, ed una varietà di ospiti, dagli Sciamani
del Messico e del Nord America ai fisici teorici, divennero una incalcolabile fonte di ispirazione. Vorrei esprimere profonda gratitudine
a Michael e Dulce Murphy, Richard e Chris Price, Julian Silverman,
Janet Lederman, Beverly Silverman, Gregory e Lois Bateson, e a tutti
gli altri nostri amici di Esalen, per la loro assistenza e comprensione. Di
questi, Rick Tarnas fu di estremo aiuto durante il lavoro preliminare sul
manoscritto e Kathleen O’Shaughnessy nella battitura finale.
Altri amici, il cui interesse ed aiuto vorrei ringraziare con riconoscenza,
sono Louis e Hazel Valier, Edward Dreesen, e Joseph Chambeau. La
mia più profonda gratitudine è riservata alle centinaia di pazienti e
soggetti, che hanno partecipato alla mia ricerca psichedelica durante
gli anni. Senza la loro fiducia, dedizione e coraggio, questo libro non
sarebbe stato scritto.
Stanislav Grof
Big Sur, California
aprile, 1979
22
1-
LA STORIA DELLA
TERAPIA CON LSD
La scoperta dell’LSD e dei suoi effetti psichedelici
Prime ricerche cliniche e di laboratorio con LSD
Sperimentazione terapeutica con LSD
Studi sulle proprietà chemioterapeutiche dell’LSD
Psicoterapia coadiuvata con LSD
La necessità di una Teoria esaustiva della Terapia con LSD
LA SCOPERTA DELL’LSD E DEI SUOI EFFETTI PSICHEDELICI
L’LSD-25 (dietilamide dell’acido lisergico) fu per la prima volta
sintetizzato nel 1938 da Albert Hofmann nei laboratori di chimica-farmaceutica della Sandoz a Basilea, in Svizzera. Come il suo
nome indica, si trattò del venticinquesimo composto prodotto da
uno studio sistematico degli amidi dell’acido lisergico. L’LSD è
un prodotto chimico semisintetico; il suo componente naturale è
l’acido lisergico, che costituisce la base della maggior parte degli
alcaloidi dell’ergot, ed il gruppo della dietilamide è aggiunto in
laboratorio. In accordo con Stoll, Hofmann e Troxler (98)*, la
sua formula chimica è la seguente:
* i numeri si riferiscono alla bibliografia.
Le note presenti nel testo con numeri apicali,
si trovano alla fine di ciascun capitolo
23
Diversi alcaloidi dell’ergot hanno un importante impiego in
medicina, principalmente come sostanze che possono indurre le
contrazioni uterine, fermare le emorragie ginecologiche e dare
sollievo dalle emicranie. L’obiettivo della Sandoz, nello studio
dei derivati dell’ergot, era di ottenere composti con le migliori
proprietà terapeutiche ed il minor numero di effetti indesiderati.
Dopo che l’LSD fu sintetizzato, fu sottoposto a test farmacologici
dal professor Ernst Rothlin (88). Mostrò una marcata azione
tonica sull’utero e causò eccitazione in alcuni degli animali; in
quel momento questi effetti non furono considerati di sufficiente
interesse per ulteriori controlli.
Le eccezionali proprietà della nuova sostanza furono portate alla
attenzione dei ricercatori da una serie di eventi tra cui un fortuito
incidente. Nel 1943 Albert Hofmann stava riesaminando i risultati dei suoi primi test farmacologici sull’LSD e decise di investigare
gli effetti stimolanti sul sistema nervoso centrale risultanti dagli
esperimenti sugli animali. Per la sua similarità strutturale con lo
stimolante della circolazione, la Niketamide (coramina), l’LSD
sembrava proporsi come una sostanza analettica.
Intuendo che sarebbe stato utile condurre un approfondito
studio con questo composto, Albert Hofmann decise di sintetizzarne un nuovo campione. Comunque, anche i più sofisticati
esperimenti sugli animali non sarebbero stati in grado di rintracciare gli effetti psichedelici dell’LSD, dato che tali effetti così
specificatamente umani, non sarebbero potuti essere previsti
solo sulla base dei dati tratti dagli animali. Un incidente di laboratorio giunse in soccorso dei ricercatori; per uno strano scherzo
del destino, Albert Hofmann divenne il soggetto involontario
di uno dei più eccitanti ed influenti esperimenti nella storia
della scienza. Lavorando sulla sintesi di un nuovo campione di
LSD, accidentalmente si intossicò durante la purificazione dei
prodotti di condensazione. Quella che segue, è la descrizione
fatta da Hofmann dei cambiamenti di percezione ed emotivi
che sperimentò (38):
“Lo scorso venerdì 16 aprile, 1943, sono stato costretto ad interrompere il
24
mio lavoro nel laboratorio nel mezzo del pomeriggio e a tornare a casa, a
causa di una strana agitazione associata ad una sensazione di leggera
vertigine. Giunto a casa, mi allungai e caddi in una specie di ebbrezza,
che non era spiacevole ed era caratterizzata da una estrema attività dell’immaginazione. Come caddi in una condizione di stordimento con gli
occhi chiusi, (percepivo con fastidio la luminosità della luce del giorno)
fui inondato da un ininterrotto flusso di bizzarre immagini di straordinaria plasticità e vivacità, accompagnato da un intenso e caleidoscopico
gioco di colori. Questa condizione gradualmente svanì dopo due ore ”.
Ritornato al suo normale stato di coscienza, Hofmann prese in
considerazione l’ipotesi di un legame tra la sua straordinaria
esperienza e la possibilità di una intossicazione accidentale con
la sostanza con cui stava lavorando. Comunque, non riusciva a
spiegare come l’LSD fosse penetrato nel suo organismo in una
quantità sufficiente per produrre tale fenomeno. Era inoltre
sconcertato dalla natura degli effetti, che erano molto differenti
da quelli associati all’avvelenamento da ergot. Tre giorni dopo,
intenzionalmente ingerì una quantità dosata di LSD, per vagliare
la sua ipotesi sulla base di un solido esperimento scientifico.
Trattandosi di una persona molto prudente ed attenta, decise
di prendere solo 250 microgrammi 1, che considerava una dose
minima in base agli usuali livelli di dosaggio degli altri alcaloidi
dell’ergot. In quel momento non aveva modo di sapere che
stava sperimentando la più potente sostanza psicoattiva nota
all’uomo. La dose che scelse ed ingerì senza alcuna specifica
preparazione, o alcuna conoscenza degli stati psichedelici, ora
sarebbe considerata un alto dosaggio ed è indicato nella letteratura sull’LSD come “un singolo dosaggio soverchiante (single
overwhelming dose)”. Usato in un protocollo clinico, sarebbe preceduto da ore di psicoterapia di preparazione e richiederebbe
una guida esperta e capace di affrontare tutte le complicazioni
che potrebbero verificarsi. Circa quaranta minuti dopo l’ingestione, Hofmann iniziò a provare vertigini ed ansia; problemi di
concentrazione, disturbi nella percezione visiva, ed un immotivato desiderio di ridere. Gli fu impossibile tenere un resoconto
scritto sull’esperimento, come originariamente prestabilito.
25
Il seguente è un estratto dal successivo rapporto scritto per il
professor Stoll (38):
“A questo punto, le note di laboratorio si fanno confuse; le ultime parole
furono scritte solo con grande difficoltà. Chiesi al mio assistente di laboratorio di accompagnarmi a casa, pensando che avrei potuto avere una
ripetizione dei disturbi provati il venerdì precedente. Mentre stavamo
pedalando, tuttavia, divenne chiaro che i sintomi erano molto più forti
della prima volta. Avevo grande difficoltà nel parlare coerentemente, il
mio campo visivo ondeggiava di fronte a me, e gli oggetti apparivano
distorti come immagini in specchi ricurvi. Ebbi l’impressione di essere
incapace di muovermi dal punto in cui mi trovavo, sebbene il mio assistente in seguito mi disse che avevamo pedalato ad una buona andatura.
Una volta a casa, chiamammo il medico. All’arrivo del medico, il picco
della crisi era già passato. Per quello che ricordo, i sintomi più notevoli
furono: vertigine, disturbi visivi; i volti intorno a me apparivano grotteschi, maschere colorate; una marcata irrequietezza motoria, alternata
a paralisi; un’intermittente sensazione di pesantezza alla testa, agli arti
edall’interocorpo,comesefosseriempitodipiombo;secchezzaedunasensazione di costrizione alla gola; sensazione di soffocamento; una chiara
consapevolezzadellamiacondizione:inquestostatomiosservavo,come
fossi un osservatore indipendente, neutrale, urlare in parte come un folle
o biascicare parole incoerenti. Occasionalmente, provavo la sensazione
come di essere fuori dal corpo. Il medico trovò una pulsazione piuttosto
bassa, ma una normale circolazione... Sei ore dopo aver ingerito l’LSD,
la mia condizione era già notevolmente migliorata. Solo i disturbi visivi
erano ancora pronunciati. Tutto sembrava fluttuare e le proporzioni
erano distorte come i riflessi su una superficie di acqua in movimento.
In aggiunta, tutti gli oggetti apparivano in uno spiacevole cambiamento
di colori, le cui sfumature predominanti erano di un pallido verde e di
blu. Quando chiusi gli occhi, una interminabile serie di immagini molto
realistiche e bizzarre, piene di colore, mi sommerse. Una caratteristica
rimarchevoleerailmodoincuituttelepercezioniacustiche(peresempio,
il rumore di una macchina che passava ) erano trasformate in effetti
ottici, ogni suono evocando una corrispondente colorata allucinazione
che costantemente variava in tonalità e colore come una figura in un
caleidoscopio. Verso l’una di notte, mi addormentai e mi risvegliai la
26
mattina seguente in perfetta forma”.
Questo fu il primo esperimento pianificato con LSD , e dimostrò
in modo convincente, l’ipotesi di Hofmann riguardo gli effetti
dell’LSD. Esperimenti successivi con volontari del Laboratorio
di ricerca della Sandoz confermarono la straordinaria influenza
di questa sostanza sulla mente umana. Un’altra figura importante nella storia dell’LSD fu Walter Stoll, figlio del superiore di
Hofmann e psichiatra alla Clinica di Psichiatria di Zurigo. Trovò
di grande interesse la nuova sostanza psicoattiva e condusse il
primo studio scientifico sull’LSD in volontari sani ed in pazienti
psichiatrici. Le sue osservazioni sugli effetti dell’LSD in queste
due categorie di soggetti vennero pubblicati nel 1947(97).
Questo resoconto fece scalpore nel mondo scientifico e stimolò
un insolita quantità di ricerche cliniche e di laboratorio in molti
altri Stati.
PRI M E RICERCHE CLINICHE E DI LA B ORATORIO CON
LSD
Gran parte dell’iniziale ricerca sull’LSD fu ispirata al model
psychosis: considerare la sostanza capace di indurre stati psicotici. L’incredibile potenza dell’LSD ed il fatto che quantità
infinitesimalmente piccole potessero alterare profondamente il
funzionamento mentale di volontari normalmente sani, diede
una nuova spinta alle speculazioni sulla natura biochimica delle
psicosi endogene, in particolare della schizofrenia. Fu ripetutamente osservato che microscopiche dosi di LSD, comprese
tra i 25 ed i 100 microgrammi, erano sufficienti per produrre
cambiamenti nella percezione, nelle emozioni, nel pensiero e
nel comportamento, che assomigliavano a quelli dei pazienti
schizofrenici. Fu ipotizzato che il metabolismo del corpo umano poteva, sotto specifiche circostanze, produrre così piccole
quantità di una sostanza anormale identica o simile all’LSD.
In accordo con questa intrigante ipotesi, le psicosi endogene
27
come la schizofrenia non sarebbero più risultate disordini di
origine specificatamente mentale, ma manifestazioni di una
autointossicazione dell’organismo e del cervello causata da un
mutamento patologico della chimica dell’organismo. La possibilità di simulare i sintomi schizofrenici in volontari sani e di
condurre complessi test di laboratorio e di investigare prima,
durante e dopo, questa transitoria psicosi, sembrava offrire una
promettente chiave alla comprensione della più enigmatica
malattia psichiatrica.
Gran parte della ricerca durante gli anni successivi alla scoperta
dell’LSD, era finalizzata a confermare o confutare l’ipotesi del
modello psicotico. La sua influenza fu tale che per molti anni ci
si riferì alle sedute con LSD, condotte per i più svariati scopi,
come a “psicosi sperimentali”, e l’LSD e sostanze affini furono
classificate come allucinogeni, psicomimetici (composti simulanti psicosi) o psicodislettici (sostanze in grado di scindere,
frantumare la psiche). Questa situazione non venne rettificata
fino al 1957 quando Humphrey Osmond, dopo una corrispondenza reciprocamente stimolante con Aldous Huxley, coniò un
termine più appropriato: lo chiamò psichedelico (che manifesta
la psiche, che apre la mente)(74). In questi anni un grande
sforzo fu diretto ad una accurata descrizione fenomenologica
dell’esperienza con LSD ed alla valutazione delle similarità e
differenze tra gli stati psichedelici e la schizofrenia. Questi studi
descrittivi avevano come controparte le ricerche che esploravano parallelamente le due condizioni, come venivano riflesse in
misurazioni cliniche, test psicologici, dati elettro-fisiologici e
risultanze biochimiche. L’importanza di tale percorso di ricerca
trovò espressione nel numero di studi che portarono contributi
sugli effetti dell’LSD su diverse funzioni fisiologiche e biochimiche così come sul comportamento di animali in laboratorio,
su organi isolati, su colture di tessuto e sul sistema enzimatico.
Di particolare interesse dal punto di vista dell’ipotesi del modello
psicotico furono gli esperimenti che studiavano l’antagonismo tra
l’LSD e diverse altre sostanze. La possibilità di arrestare lo stato
indotto da LSD, mediante premedicazione con altra sostanza o
attraverso la sua somministrazione nel momento d’apice degli
28
effetti dell’LSD, era considerato un promettente approccio verso
la scoperta di nuove direzioni nella farmaco-terapia dei disordini
mentali. Innumerevoli ipotesi biochimiche sulla schizofrenia
furono formulate in quel periodo, individuando sostanze specifiche o l’intero ciclo metabolico come la causa primaria di
questa malattia. L’ipotesi serotoninica di Woolley e Shaw (104)
destò il maggiore interesse. In base al loro modello, l’LSD causa
un funzionamento anormale della mente interferendo con un
neurotrasmettitore, la serotonina (5-idrossiriptamina). Un meccanismo analogo fu postulato essere la causa biochimica della
schizofrenia. Questo approccio riduzionista ed ipersem- plificato
alla schizofrenia fu ripetutamente criticato dai clinici di orientamento psicoanalitico e fenomenologico e dai ricercatori biochimici, ed infine abbandonato dalla maggior parte degli studiosi.
Divenne sempre più evidente che lo stato indotto dall’LSD aveva
caratteristiche peculiari che lo distinguono dalla schizofrenia.
In aggiunta, nessuno dei meccanismi biochimici postulati per la
schizofrenia venne confermato dai dati clinici e di laboratorio.
Sebbene l’approccio del modello psicotico non risolse il problema
dell’eziologia della schizofrenia, né fu in grado di fornire una
cura in “provetta” per questa misteriosa malattia, fu una potente
fonte di ispirazione per molti ricercatori e contribuì in modo
decisivo alla rivoluzione neurofisiologica e psicofarmacologica
degli anni ’50 e primi anni ’60.
Un’altra area in cui gli straordinari effetti dell’LSD furono di
grande aiuto, fu quella dell’autosperimentazione per i professionisti
delle malattie mentali. Nei primi anni della ricerca sull’LSD, esperienze didattiche con LSD erano raccomandate come impareggiabile strumento per il tirocinio di psichiatri, psicologi, studenti
in medicina ed infermieri psichiatrici. Le sedute con LSD erano
pubblicizzate come brevi, sicure e reversibili incursioni,viaggi nel
mondo della schizofrenia. Fu ripetutamente riportato in libri ed
articoli sull’LSD che una singola esperienza psichedelica era in
grado di accrescere considerevolmente l’abilità del soggetto nella
comprensione di pazienti psicotici, nel trattarli con sensibilità e
per curarli efficacemente. Anche se la concezione dell’esperienza con LSD come modello schizofrenico fu più tardi scartata dalla
29
maggior parte degli scienziati, rimane un fatto incontestabile
che provare i profondi cambiamenti psicologici indotti dall’LSD,
è una esperienza di apprendimento di eccezionale valore per
tutti i clinici e i teorici che studiano gli stati mentali anormali.
La sperimentazione iniziale con LSD inoltre, portò nuove intuizioni sulla natura del processo creativo e contribuì ad una più
profonda comprensione della psicologia e psicopatologia dell’arte.
Per molti soggetti degli esperimenti, da artisti professionisti
ad avvocati, le sedute con LSD rappresentarono una profonda
esperienza estetica che donò loro una nuova comprensione
dei movimenti artistici moderni e dell’arte in generale. Pittori,
scultori e musicisti divennero i soggetti preferiti perché erano
portati a creare le più insolite, non convenzionali ed interessanti
opere d’arte sotto l’influenza di questa sostanza. Alcuni di loro,
furono in grado di esprimere e rendere nelle loro creazioni la
natura dell’esperienza psichedelica, che sfugge a qualsiasi soddisfacente descrizione verbale. L’incontro dell’esperienza con
LSD spesso divenne un sorprendente punto di riferimento nello
sviluppo dell’individualità degli artisti. Ugualmente profonda fu
l’influenza delle ricerche con LSD sulla psicologia e psicopatologia
della religione. Anche sotto le complesse e spesso difficoltose
condizioni delle prime sperimentazioni con LSD, alcuni soggetti
ebbero profonde esperienze religiose e mistiche che mostravano
una impressionante somiglianza con quelle descritte nei testi
sacri e negli scritti di mistici, santi, maestri religiosi e profeti di
tutti i tempi.
La possibilità di indurre tali esperienze con mezzi chimici avviò
una difficile discussione sulla autenticità ed il valore di questo
misticismo indotto. Nonostante il fatto che molti dei più importanti
scienziati, teologi e maestri spirituali abbiano discusso ampiamente su questo tema, la controversia tra misticismo “ chimico” e
“spontaneo” rimane tuttora irrisolta. Qualsiasi discussione delle
varie aree della ricerca e sperimentazione con LSD, rimarrebbe
incompleta senza menzionare alcune esplorazioni sistematiche
del suo potenziale negativo. Per ovvie ragioni, i risultati di questa
ricerca, condotta dalla polizia segreta e dalle forze armate di
molti paesi del mondo, non vennero sistematicamente riportati
30
e la maggior parte della informazione è considerata archiviata.
Alcune delle aree esplorate in questo contesto sono: strappare
una confessione, ottenere l’accesso a segreti nascosti ed informazioni,
lavaggio del cervello, rendere inoffensivi diplomatici stranieri e guerra
“non-violenta”. Le tecniche distruttive tentano di sfruttare il
crollo indotto chimicamente delle resistenze e dei meccanismi
di difesa degli individui; lavorano sull’accresciuta sugge- stionabilità e sull’intensificazione del processo di transfert. Nella prospettiva di una guerra chimica fu studiato l’effetto disgregante
dell’LSD. Le tecniche di diffusione suggerite per questo tipo
di guerra sono state varie forme di aerosol e contaminazione
delle riserve d’acqua. Per coloro che conoscono anche solo
approssimativamente gli effetti dell’LSD, questo tipo di guerra
chimica è una diabolica manipolazione. Definirla non-violenta
è un grossolano travisamento.
SPERIMENTAZIONE TERAPEUTICA CON LSD
Per quanto riguarda la nostra discussione, l’area più importante
di ricerca sull’LSD è stata la terapia sperimentale. Le osservazione
dei profondi e sensazionali effetti di quantità minime di LSD sui
processi mentali dei soggetti degli esperimenti, portò alla conclusione che sarebbe potuto risultare fecondo esplorare il potenziale
terapeutico di questo insolito composto. La possibilità dell’uso
terapeutico dell’LSD fu per la prima volta proposta da Condrau
(21) nel 1949, solo due anni dopo che Stoll aveva pubblicato
il primo studio scientifico sull’LSD in Svizzera. Nei primi anni
’50 parecchi ricercatori – indipendentemente l’uno dall’altro
– raccomandavano l’LSD come coadiuvo della psicoterapia,
come strumento in grado di approfondire ed intensificare il processo terapeutico. I pionieri di questo approccio furono Busch
e Johnson (17) e Abramson (1, 2) negli Stati Uniti; Sandison,
Spencer e Whitelaw (91) in Inghilterra; e Frederking (28) nella
Germania dell’Ovest. I loro resoconti attirarono una notevole
attenzione tra gli psichiatri e stimolarono i clinici di diversi paesi
del mondo ad avviare la sperimentazione terapeutica con LSD
31
nella propria pratica.
La maggior parte dei risultati pubblicati nei successivi quindici
anni confermarono l’iniziale affermazione che l’LSD poteva
accelerare il processo psicoterapeutico ed abbreviare il tempo
necessario per il trattamento di svariati disordini emotivi, il che
lo rendeva uno strumento potenzialmente prezioso nell’armamentario della psichiatria. In più, ci fu un numero crescente di
studi indicanti che la psicoterapia coadiuvata con LSD poteva
raggiungere alcune categorie di pazienti psichiatrici normalmente considerati inadatti per la psicoanalisi o per qualsiasi
altra forma di psicoterapia. Molti singoli ricercatori e team terapeutici riportarono successi clinici nel trattamento di alcolisti,
tossicodipendenti; in casi di sociopatie, psicopatie criminali, e
con soggetti con differenti disordini del carattere e deviazioni
sessuali. Nei primi anni ’60 una nuova ed affascinante area fu
scoperta per la psicoterapia con LSD: l’assistenza dei pazienti
terminali. Gli studi con questi pazienti rivelarono che la psicoterapia con LSD poteva non solo alleviare la sofferenza emotiva
e dare sollievo al dolore fisico derivato da malattie croniche, ma
poteva anche cambiare drasticamente la loro concezione della
morte e l’atteggiamento nei confronti del processo del morire.
Dalla comparsa dei primi resoconti clinici sull’LSD, molto tempo ed energia furono investiti nella ricerca del suo potenziale
terapeutico, e centinaia di ricerche furono pubblicate sui diversi
tipi di terapia con LSD. Molti congressi sulla psicofarmacologia,
psichiatria e sulla psicoterapia, avevano una sezione speciale sul
trattamento con LSD. In Europa, gli sforzi inizialmente isolati
dei singoli ricercatori, portarono a creare una struttura organizzativa omogenea. I terapeuti con LSD di diversi paesi di Europa
formarono la Società Medica Europea per la Terapia Psicolitica ed i
membri tenevano regolari incontri concernenti l’uso di sostanze
psichedeliche in psicoterapia. Questa organizzazione formulò
anche i criteri e le norme per la selezione ed il tirocinio dei terapeuti con LSD. L’equivalente di questa organizzazione negli
Stati Uniti e nel Canada, era l’Associazione di Terapia Psichedelica.
Durante la decade di maggior interesse per la ricerca con LSD,
svariate conferenze internazionali furono organizzate per lo
32
scambio di esperienze, osservazioni e concetti teoretici (Princeton, 1959 ; Goettingen, 1960; London, 1961; Amityville, 1965;
Amsterdam, 1967; e Bad Nauheim, 1968). Gli sforzi per usare
l’LSD nella terapia dei disordini mentali abbraccia un periodo
di almeno tre decadi. Andrebbe oltre lo scopo di questa presentazione descrivere tutti i contributi specifici a questo eccezionale
capitolo della storia del trattamento psichiatrico, così come dare
la dovuta attenzione a tutti gli scienziati che hanno preso parte
a questo percorso di ricerca. La storia della Terapia con LSD è
consistita in una serie di tentativi ed errori. Diverse tecniche di
uso terapeutico dell’LSD furono sviluppate ed esplorate durante i passati trent’anni. Approcci che non hanno avuto l’effetto
previsto o che non furono confermati dalla successiva ricerca
furono abbandonati; quelli che sembravano promettenti furono
assimilati da altri terapeuti o sviluppati ulteriormente e modificati. Invece di percorrere questo complicato sentiero lungo
tutte le sue fasi, proverò a delineare alcune tendenze di base e
le idee ed i concetti terapeutici più importanti. Tre decadi di
Terapia con LSD costituiscono un periodo sufficientemente lungo
per raccogliere osservazioni cliniche e per la verifica dei dati di
ricerca. Possiamo quindi tentare una rassegna critica dell’esperienza clinica in questa area, ricapitolare la attuale conoscenza
sul valore dell’LSD come strumento terapeutico in psichiatria, e
descrivere le più sicure ed efficaci tecniche per il suo utilizzo.
Diversi suggerimenti riguardanti l’uso terapeutico dell’LSD sono
basati su aspetti specifici della sua azione. La frequente presenza
di euforia nelle sedute con LSD con volontari normali, sembrò
suggerire la possibilità che questa sostanza potesse essere utile nel
trattamento di disordini depressivi. Il profondo effetto dell’LSD
sulle funzioni psicologiche e fisiologiche, corrispondente ad uno
shock emotivo o vegetativo, sembrava indicare che potesse avere
un uso terapeutico potenzialmente simile all’elettroshock, al
trattamento con insulina, o ad altre forme di terapia convulsiva.
Questa concezione era sostenuta dalle osservazioni dei sorprendenti cambiamenti nella sintomatologia clinica e nella struttura
di alcuni soggetti dopo la somministrazione di una singola dose
di LSD. Un altro aspetto dell’effetto dell’LSD che sembrò pro33
mettente dal punto di vista terapeutico, era l’insolita capacità
di questa sostanza nel facilitare intense abreazioni emotive. Il
successo terapeutico delle tecniche abreattive come la ipnoanalisi o la narcoanalisi nel trattamento di nevrosi di guerra o di
nevrosi da trauma emotivo, incoraggiò l’esplorazione di questa
proprietà dell’LSD. Un addizionale ed interessante possibilità
di uso terapeutico era basata sull’effetto attivante o “provocatorio” dell’LSD. La sostanza può mobilizzare ed intensificare
condizioni cliniche croniche, fisse e stazionarie, caratterizzate
da pochi sintomi torpidi e refrattari, e venne ipotizzato che tale
attivazione indotta chimicamente potesse rendere questi cosiddetti stati oligosintomatici più sensibili ai convenzionali metodi
di trattamento. Di gran lunga il più importante uso dell’LSD fu
trovato nella sua interazione con psicoterapie individuali o di
gruppo, di differenti orientamenti. La sua efficacia è basata su
una combinazione molto vantaggiosa dei diversi aspetti della
sua azione. La psicoterapia con LSD sembra intensificare tutti
i meccanismi operanti nelle psicoterapie che non utilizzano
sostanze ed in più coinvolge alcuni nuovi e potenti meccanismi
di cambiamento psicologico non ancora compresi e spiegati
dalla psichiatria ufficiale.
Nei successivi paragrafi, descriverò le più importanti aree di
sperimentazione terapeutica con LSD, le attuali tecniche di
trattamento e discuterò le loro basi empiriche e teoretiche. Una
speciale attenzione sarà riservata alla valutazione del modo in
cui i singoli approcci hanno resistito con successo al vaglio del
tempo.
STUDIO DELLE PROPRIETÁ CHE M IOTERAPEUTICHE
DELL’ LSD
Gli approcci che discuterò in questo paragrafo sono basati su
differenti osservazioni cliniche e su differenti premesse teoretiche; il denominatore comune è l’enfasi sull’LSD come agente
chemioterapeutico che ha effetti benefici solo in virtù della sua
azione farmacologica. Gli artefici di queste tecniche o non era34
no consapevoli dell’importanza dei fattori extrafar- macologici
o non li utilizzavano in modo specifico. Se la psicoterapia fosse
praticata solo con questi approcci, sarebbe solo di supporto e
del tipo più superficiale, senza un collegamento organico con
l’esperienza con LSD.
ESPLORAZIONE DEGLI EFFETTI EUFORICI ED ANTIDEPRESSIVI DELL’LSD
Quando Condrau (21) propose l’uso dell’LSD per la depressione
sulla base del suo effetto euforizzante su alcuni soggetti, seguì
il modello del trattamento con oppio. Somministrava piccole e
progressivamente aumentate dosi di LSD ai pazienti depressi e
si attendeva un alleviamento della depressione e cambiamenti
positivi dello stato d’animo. In base alle affermazioni di Condrau,
i risultati non furono convincenti ed i cambiamenti osservati
non superavano la soglia delle normali variazioni spontanee.
Inoltre notò che l’assunzione di LSD generalmente determinava un’intensificazione dello stato d’animo preesistente più che
una costante euforizzazione. Risultati simili furono riportati da
altri autori che seguivano sia il modello della somministrazione
quotidiana di LSD in pazienti depressi di Condrau o anche isolate somministrazioni di dosaggi medi di LSD con l’intenzione
di debellare la depressione. Esperienze negative o inconcludenti furono riportate da Becker (8), Anderson e Rawley (3),
Roubicek e Srnec (89) ed altri. In linea di massima, i risultati
di questo approccio alla terapia con LSD non giustificarono
una continuazione della ricerca in questa direzione. Gli studi
clinici chiaramente indicarono che l’LSD non ha di per sé, un
costante effetto farmacologico sulla depressione che possa essere terapeuticamente utilizzato, e perciò questo approccio fu
abbandonato.
35
LE PROPRIETÁ DELL’LSD DI INDURRE SHOCK ED I SUOI
EFFETTI SULLA STRUTTURA DELLA PERSONALITÁ
Nel periodo iniziale della ricerca con l’LSD, diversi autori
proposero che la profonda e disgregante esperienza indotta
dall’LSD poteva avere effetto positivo su alcuni pazienti in maniera comparabile all’effetto di diverse tecniche di trattamento
convulsivo come l’elettroshock, l’insulina-coma terapia, o gli
shock da cardiazole ed acetilcolina.
Occasionalmente, furono osservati inaspettati e sensazionali
miglioramenti clinici in pazienti psichiatrici dopo singole sedute
con LSD. Le osservazioni di questo tipo furono descritte nelle
relazioni di Stoll(97) Becker (8) Benedetti (10) Belanti (9) e
Giberti, Gregoretti e Boeri (30). Inoltre, un crescente numero
di relazioni sembrava suggerire che alcune volte una singola
somministrazione di LSD poteva avere una profonda influenza
sulla struttura della personalità del soggetto, sulla sua gerarchia
dei valori, sulle sue inclinazioni di base e su tutto il suo stile di
vita. I cambiamenti erano così drammatici che furono comparati alle conversioni psicologiche 2. Molti ricercatori riportano
simili osservazioni e divennero consapevoli del potenziale valore
terapeutico di queste esperienze di trasformazione. Il principale
ostacolo ad una loro sistematica utilizzazione per scopi terapeutici era dovuta al fatto che tendevano a sopravvenire in una forma
così elementare, essenziale, senza uno schema riconoscibile, e
spesso coglievano di sorpresa sia il paziente che il terapeuta.
Dato che le variabili che determinavano tali reazioni non erano
comprese, le trasformazioni terapeutiche di questo tipo non
erano replicabili. Tuttavia, fu questa categoria di osservazioni e
l’impegno sistematico ad indurre esperienze simili in modo che
fossero più prevedibili e controllate che infine portò allo sviluppo
di un importante modalità di trattamento, la cosiddetta terapia
psichedelica. I principi base di questo approccio terapeutico
saranno discussi più avanti. In conclusione, l’LSD può indubbiamente produrre un profondo shock emotivo e vegetativo in un
paziente o in un soggetto sperimentale. L’effetto-shock tende,
comunque, ad essere più disgregante e dirompente che tera36
peutico, a meno che non avvenga all’interno di una articolata
situazione di assistenza psicologica e dopo un accurata preparazione. Il meccanismo di conversione è troppo imprevedibile,
elementare e capriccioso per potersi affidare ad esso come ad
un meccanismo terapeutico di per sé.
USO TERAPEUTICO DELL’ E F F ETTO A B REATTI V O DELL’LSD
Molte delle prime osservazioni indicavano che la sostanza poteva
facilitare l’operazione di rivivere avvenimenti emotivi dell’infanzia, adolescenza o più in là nel corso della vita. Nel caso di ricordi
traumatici, questo processo era preceduto ed accompagnato da
forti abreazioni emotive e catarsi. Sembrò, quindi, logico esplorare il valore dell’LSD come agente per terapie abreattive in un
modo analogo all’iniziale uso dell’etere, dei barbiturici a corta
azione, o anfetamine, nelle stesse situazioni. Dal punto di vista
teoretico e storico, questo meccanismo può essere rintracciato
fino ai primi concetti di Freud e Breuer (29 ). In base ad essi, reazioni motorie ed emotive insufficienti di un paziente, dovute ad
un evento traumatico originario, determinano una compressione
del suo effetto: l’emozione strozzata in seguito fornisce l’energia
ai sintomi nevrotici. Il trattamento quindi consiste nel rivivere
il ricordo traumatico in condizioni che rendano possibile un
“ritardato” spostamento di questa energia emotiva alla periferia
e la sua scarica attraverso i canali percettivi, emotivi e motori.
Dal punto di vista pratico, il metodo abreattivo fu considerato di
particolare valore nel trattamento delle nevrosi traumatiche emotive e divenne popolare durante la Seconda Guerra Mondiale
come un veloce ed efficace rimedio per le conversioni isteriche
che si ripetevano in diverse situazioni di guerra.
Si trova difficilmente un terapeuta dell’LSD che mette in dubbio
l’eccezionali proprietà abreattive dell’LSD. Sarebbe, comunque,
una madornale semplificazione accostarsi e comprendere il
trattamento con LSD solo come una terapia abreattiva. Ciò fu
chiaramente dimostrato in uno studio diretto da Robinson (86).
37
L’opinione corrente è che l’abreazione è una componente importante della psicoterapia con LSD, ma rappresenta solo uno
dei molti meccanismi terapeutici che risultano dall’articolata
azione di questa sostanza.
EFFETTO ATTIVANTE DELL’LSD SU SINTOMI CRONICI E
FISSI
Questo approccio fu ispirato dalla esperienza clinica, che l’LSD
ha un effetto mobilizzante ed intensificante di sintomi psicopatologici manifesti o latenti. Il principio della terapia di attivazione
o di “provocazione” con LSD fu teoreticamente sviluppato ed
impiegato nella pratica dal ricercatore austriaco Jost (41). Questa
concezione fu basata sulle osservazioni cliniche di una interessante relazione tra la natura ed il decorso del processo psicotico
e la prognosi della malattia. Era un fatto clinico ben noto che gli
episodi di schizofrenia acuta con drammatici, ricchi ed appariscenti sintomi, hanno una favorevole prognosi. Frequentemente
si risolvono in una spontanea remissione, e la terapia di queste
condizione ottiene spesso successo. Contrariamente, gli stati
schizofrenici con un inizio poco appariscente ed insidioso, pochi
stagnanti e torpidi sintomi, ed un decorso stazionario hanno le
più sfavorevoli prognosi e non rispondono ai trattamenti convenzionali. Dopo aver analizzato un gran numero di evoluzioni
di episodi psicotici, Jost giunse alla conclusione che è possibile
individuare un certo punto culminante, d’apogeo nel decorso
naturale della psicosi oltre il quale la malattia mostra una tendenza verso una spontanea remissione. Nella schizofrenia, questi
punti di vertice sono solitamente caratterizzati da esperienze
allucinatorie di morte o distruzione, disin- tegrazione del corpo,
regressione e trasmutazione. Queste sequenze negative sono
quindi seguite da fantasie o esperienze di rinascita. Il raggiungimento di tale culmine nel decorso spontaneo della malattia
poteva spiegare, secondo Jost, alcune sconcertanti osservazioni
fatte durante la terapia con elettroshock. Dato che l’ECT sembra
accelerare lo sviluppo spontaneo della malattia lungo traiettorie
38
intrinseche, costituisce una grande differenza il momento in
cui esso è applicato. Se l’elettroshock è applicato prima che la
psicosi sia giunta al punto di culminazione, produce drammatiche manifestazioni ed aggrava il quadro clinico. Se è dato dopo
che il punto di culminazione è stato raggiunto, ne scaturisce
una veloce azione sedativa del paziente ed una remissione dei
sintomi. Nel loro approccio pratico, Jost e Vicari (42) intendevano accelerare lo sviluppo spontaneo della malattia ad opera
di una combinazione di mezzi chimici ed elettrofisiologici per
attivare le autonome forze di guarigione ed i processi interni
all’organismo. Somministrarono LSD e quando le condizioni
cliniche furono attivate dal suo effetto, applicarono una terapia
elettroconvulsiva. Gli autori descrissero il sostanziale accorciamento degli episodi schizofrenici, la riduzione del numero di
elettroshock necessari per ottenere un miglioramento clinico,
e spesso un profonda remissione.
Sandison e Whitelaw (92), due ricercatori britannici e pionieri
nella ricerca con LSD, usarono un principio simile nell’applicare una tecnica di trattamento convenzionale in pazienti le cui
condizioni cliniche erano attivate dall’LSD. Comunque, invece
di utilizzare ECT, sfruttarono l’effetto tranquillizzante della
clorpromazina (Torazina). Nel loro lavoro, ai pazienti psicotici
di vari gruppi diagnostici, era dato dell’LSD e due ore dopo una
iniezione di tranquillizzante. Nonostante i risultati sembrassero
incoraggianti, gli autori stessi più tardi abbandonarono l’idea
che la somministrazione di cloropromazina (Torazina) svolgesse
un ruolo positivo in questa procedura. In generale, l’idea della
terapia provocatoria con LSD non trovò una ampia accettazione
nella pratica clinica e rimase limitata ai tentativi precedentemente descritti. Comunque, le speculazioni teoriche di Jost
contengono diverse idee interessanti che possono dimostrarsi
molto feconde se sviluppate in un modo più creativo e dinamico.
Il principio di attivare i sintomi fissi attraverso l’LSD, può essere usato nel contesto della psicoterapia intensiva: una singola
seduta con LSD può spesso aiutare a superare una stagnazione
in un processo psicoterapeutico di lunga durata. In aggiunta,
i concetti di Jost riguardo la traiettoria del processo psicotico
39
ed il valore della sua accelerazione, sono in pieno accordo con
certi moderni approcci alla schizofrenia discussi negli scritti di
R. D. Laing (52), John Perry (80), Julian Silverman, (94, 95),
e Maurice Rappaport (84). Ugualmente, le osservazioni riguardanti il concetto di Jost del momento culminante del processo
schizofrenico e le esperienze specifiche ad esso associato con il
punto di rottura, acquistano un nuovo significato se sono viste
nel contesto delle matrici dinamiche dell’inconscio piuttosto
che nel modello meccanico di Jost. Discuteremo questo tema
in dettaglio in relazione con le matrici perinatali e del significato
terapeutico della morte dell’ego e dell’esperienza di rinascita.
PSICOTERAPIA COADIUVATA CON LSD
Come indicato nel precedente quadro generale della sperimentazione terapeutica con LSD, gli sforzi volti ad utilizzare
esclusivamente le proprietà farmacologiche di questa sostanza, fallirono nel raggiungere risultati positivi. La concezione
dell’LSD come di un semplice agente chemioterapeutico fu
abbandonata da tutti i seri ricercatori. L’uso dell’LSD come
sostanza attivante, nel senso di Jost e Vicari, non fece breccia
nella pratica clinica, almeno non nella sua originale formulazione meccanica. L’azione abreattiva dell’LSD è tenuta in alta
considerazione, ma è normalmente considerata solo uno dei
molti esiti nella terapia con LSD. L’effetto-shock dell’LSD non
può in sé, essere considerato terapeutico; se non si attua in una
situazione appositamente strutturata, può provocare più danni
che conseguenze benefiche. L’influenza dell’LSD sulla struttura
della personalità nel senso di una conversione è un ben consolidato fatto clinico; comunque, l’occorrenza di questo fenomeno
durante una somministrazione non controllata di LSD è rara,
imprevedibile ed incostante. Una speciale preparazione, una
fiduciosa relazione terapeutica, assistenza psicologica e set e setting appropriati, sono necessari per l’uso terapeutico di questo
aspetto dell’effetto dell’LSD.
Sembra esserci un generale accordo tra i terapeuti dell’LSD sul
40
fatto che la riuscita terapeutica delle sedute con LSD, dipenda
fondamentalmente da fattori di natura non farmacologica (variabili extra-farmacologiche). La sostanza in sé, è considerata un
catalizzatore che attiva i processi inconsci in un modo piuttosto
atipico. Valutare se la comparsa di materiale inconscio possa essere terapeutica o distruttiva, non è determinato semplicemente
dall’azione biochimica e fisiologica dell’LSD. È in funzione di
un numero di variabili non dipendenti dalla sostanza, come la
struttura della personalità del soggetto, il rapporto che ha con
la sua guida, assistente o persone presenti durante la seduta, la
natura ed il grado di uno specifico aiuto psicologico, ed il set e
setting dell’esperienza psichedelica. Per questa ragione tutti gli
approcci che provano ad utilizzare l’LSD semplicemente come
un agente chemioterapeutico sono, in linea di massima, condannati al fallimento. Questo non significa che non è possibile
beneficiare dell’esperienza con LSD se la sostanza è presa in
una situazione non controllata. Comunque, fattori extra- farmacologici hanno un così profondo impatto sulla seduta con LSD
e sulla sua riuscita, che non ci si può aspettare un buon esito
terapeutico a meno che le variabili extrafarmacologiche non
siano sufficientemente comprese e controllate. Così l’uso ottimale dell’LSD per scopi terapeutici dovrebbe sempre includere
la sua somministrazione all’interno di un articolato programma terapeutico; questo approccio offre le migliori possibilità
terapeutiche. Da questo punto di vista , il potenziale dell’LSD
appare unico e straordinario. La capacità dell’LSD di approfondire, intensificare ed accelerare il processo psicoterapeutico è
incomparabilmente più grande di qualsiasi altra sostanza utilizzata
in psicoterapia, con l’eccezione forse di alcuni altri membri del
gruppo psichedelico, come la psilocibina, mescalina, ibogaina,
MDA(metilenediossi-anfetamina)o DPT(dipropiltriptamina).
Nella letteratura professionale, la combinazione di LSD con varie
forme di psicoterapia è stata chiamata in diversi modi: psicolisi
(Sandison), terapia psichedelica (Osmond), simbolisi (van Rhijn),
hebesynthesis (Abramson), analisi lisergica (Giberti e Gregoretti ),
oneiroanalysis (Delay), LSD analisi (Martin e McCririck), terapia
transintegrativa (MacLean), trattamento ipnodelico (Levine e Lud41
wig), e psicosintesi (Roquet).
I terapeuti che usano LSD, non concordano circa il dosaggio
somministrato, circa la frequenza e il numero totale di sedute,
l’intensità ed il tipo di lavoro psicoterapeutico, e riguardo certe
caratteristiche del set e setting. In vista di tutte queste differenze
e variazioni, una qualsiasi discussione esaustiva sulla storia della
psicoterapia con LSD dovrebbe includerle, fornendo le diverse
descrizioni di tutti i singoli terapeuti e dei gruppi terapeutici.
Inoltre, è possibile con un alto grado di semplificazione, distinguere alcune linee di base nell’utilizzo dell’LSD nella psicoterapia. Queste modalità si dividono in due principali categorie,
che si distinguono nell’importanza attribuita al ruolo svolto
dalla sostanza. La prima categoria include gli approcci nei quali
l’enfasi cade sul lavoro psicoterapeutico sistematico; l’LSD è
utilizzato per intensificare il processo terapeutico o per superare resistenze, blocchi e periodi di stagnazione. Gli approcci
della seconda categoria, sono caratterizzati da una maggiore
enfasi sugli aspetti specifici dell’esperienza con la sostanza e la
psicoterapia è usata per preparare i soggetti alle sedute con LSD,
per dar loro assistenza durante tali esperienze e per aiutarli ad
integrarne il materiale emerso.
FACILITAZIONE DEL PROCESSO PSICOTERAPEUTICO
MEDIANTE LA SOMMINISTRAZIONE DI LSD
Durante gli anni della sperimentazione terapeutica, sono stati
fatti diversi sistematici tentativi di usare piccole dosi di LSD per
intensificare le dinamiche della psicoterapia individuale o di
gruppo. In generale, gli svantaggi di questo approccio sembrano superare i potenziali benefici. L’uso di piccoli dosaggi non
fa risparmiare molto tempo, dato che non si abbrevia la durata
dell’azione della sostanza abbastanza da decrescerne la sua profondità ed intensità. Ugualmente, i rischi implicati nell’uso di
piccole dosi in pazienti psichiatrici non sono necessariamente
bassi rispetto a quelli legati a sedute ad alto dosaggio. È di grande
importanza inserire sedute occasionali con LSD usando dosaggi
42
medi e alti nel corso di psicoterapie sistematiche di lungo periodo nel momento in cui ci sono piccoli progressi terapeutici.
Nei successivi paragrafi descriverò brevemente ognuno dei
suddetti approcci.
USO DI PICCOLE DOSI DI LSD IN PSICOTERAPIA INTENSIVA
In questa modalità di trattamento i pazienti che partecipano allo
svolgimento sistematico di una psicoterapia di lungo periodo, in
tutte le sedute sono sotto l’influenza di piccole dosi di LSD che
variano dai 25 ai 50 microgrammi. L’enfasi è chiaramente sulla
psicoterapia e l’LSD è utilizzato per intensificare ed approfondire
gli usuali processi psicodinamici coinvolti. In queste condizioni,
i meccanismi di difesa sono indeboliti, le resistenze psicologiche
tendono a diminuire, e l’emergere di ricordi repressi è notevolmente aumentato. L’LSD inoltre intensifica la relazione di
transfert in tutti i suoi aspetti e facilita il terapeuta così come il
paziente nel comprendere chiaramente la natura del processo
coinvolto. Sotto l’influenza della sostanza, i pazienti sono abitualmente più pronti a fronteggiare materiale represso e ad accettare
l’esistenza di profonde tendenze istintuali e conflitti dentro di
loro. Le sedute con LSD richiedono modificazioni appropriate
delle tecniche della psicoterapia dinamica. Il contenuto dell’esperienza emersa sotto effetto di LSD è interpretato ed utilizzato in gran parte nello stesso modo del contenuto manifesto
dei sogni nella consueta psicoterapia che non impiega sostanze.
Nel passato questo approccio fu il più usato in combinazione
con la psicoterapia di orientamento psicoanalitico, sebbene sia
teoricamente e praticamente compatibile con molte altre tecniche, come l’analisi Junghiana, la bioenergetica ed altre terapie
neo-reichiane e la pratica Gestaltica.
USO DI PICCOLE DOSI DI LSD NELLA PSICOTERAPIA DI
43
GRUPPO
In questa modalità di trattamento tutti i partecipanti, con
l’eccezione delle guide, sono sotto l’influenza di piccole dosi
di LSD. L’idea di base è che l’attivazione dei processi dinamici
del singolo risulterà più profonda ed efficace in una dinamica
di gruppo. I risultati di questo approccio non sono stati molto
incoraggianti. Il lavoro coordinato ed integrato di gruppo è
normalmente possibile solo con piccoli dosaggi di LSD che
non hanno un impatto psicologico particolarmente profondo
sui membri del gruppo. Se i dosaggi sono aumentati, la dinamica di gruppo tende a sfaldarsi e diventa progressivamente più
difficile spingere il gruppo a compiere un lavoro organizzato
e coordinato. Ciascun partecipante sperimenta la seduta nel
suo peculiare modo, e la maggior parte di loro ha difficoltà a
sacrificare il proprio processo individuale alla richiesta di coesione con il gruppo. Un approccio alternativo alle esperienze
psichedeliche di gruppo che potrebbe essere molto proficuo è
il suo uso rituale, come è praticato da certi gruppi aborigeni: le
cerimonie del Peyote della Chiesa dei Nativi Americani o Indiani
Huichol, le cerimonie degli Amahuaca o indiani Jivao nel Sud
America, l’ingestione di funghi sacri (Psilocibe Messicana) dei
Mazaztechi per la guarigione e scopi sacramentali, o i rituali con
l’ibocaina di alcune tribù nel Gabon e parti adiacenti del Congo.
Qui l’interazione verbale ed il livello cognitivo sono trascesi e la
coesione del gruppo è garantita con mezzi non verbali, come
scuotimenti collettivi, suonando percussioni, cantando o danzando. Dopo pochi tentativi iniziali di condurre i tradizionali gruppi
di psicoterapia con tutti i componenti sotto l’azione dell’ LSD,
questa tecnica fu abbandonata. Comunque esporsi ad un gruppo
o avere contatti con pazienti affini durante il periodo finale di
una seduta individuale con LSD può rivelarsi una esperienza
molto utile e produttiva. L’assistenza di un gruppo organizzato,
formato da co-pazienti non sotto l’influenza dell’LSD, può essere particolarmente di aiuto per lavorare su alcuni problemi
residui dalla seduta con la sostanza. Un’altra utile tecnica è la
combinazione di esperienze individuali di sedute con LSD, con
44
la susseguente analisi e discussione del materiale in sedute di
gruppo convenzionali che coinvolgono tutti i soggetti partecipanti al programma con l’LSD.
USO OCCASIONALE DELL’LSD IN SEDUTE DI PSICOTERAPIA INTENSIVA
Questo approccio include una regolare, sistematica, psicoterapia
di lungo periodo, con l’inserimento occasionale di una seduta
con LSD. I dosaggi somministrati in questo contesto sono di
medio ed alto livello, usualmente compresi tra i 100 ed i 300
microgrammi. L’obiettivo di queste sedute psichedeliche è di
superare i punti morti nella psicoterapia, intensificare ed accelerare il processo terapeutico, ridurre le resistenze, ed ottenere
nuovo materiale per le successive analisi. Una singola seduta
con LSD inserita in un momento critico può contribuire ad una
comprensione più approfondita dei sintomi del cliente, delle
dinamiche della sua personalità, e della natura dei problemi di
transfert. Il confronto con la mente inconscia fa rivivere eventi
biografici rimossi, manifesta importante materiale simbolico e
produce l’intensificazione della relazione terapeutica: tutto ciò
risulta da una singola seduta con LSD, e può costituire un forte
incentivo per lo sviluppo della psicoterapia.
TECNICHE DI TERAPIA CON LSD
Sebbene la psicoterapia sia una componente molto importante degli approcci in questa categoria, principale enfasi è sulla
specificità dell’esperienza con la sostanza. Le tecniche psicoterapeutiche coinvolte sono modificate ed adeguate alla natura
dello stato sotto LSD per formare una organica ed integra unità
con il processo psichedelico.
TERAPIA PSICOLITICA CON LSD
45
Il termine psicolitico fu coniato dal ricercatore e pioniere nella
terapia con LSD, Ronald A. Sandison. La sua radice, lisi (dal
greco lysis = scioglimento) si riferisce al processo di rilascio di
tensioni, e di dissolvimento dei conflitti della mente. Non dovrebbe essere confuso con il termine psicoanalitico (analizzare
la psiche). Questo metodo di trattamento rappresenta una
modificazione della psicoterapia psicoanaliticamente orientata.
Prescrive la somministrazione di LSD nell’intervallo di una o
due settimane, usualmente in dosaggi che variano dai 75 ai 300
microgrammi. Il numero di sedute con la sostanza varia in base
alla natura del problema clinico e dell’obiettivo terapeutico;
oscilla tra quindici e cento, la media è stimabile intorno a quaranta. Sebbene ci siano regolari colloqui nell’intervallo tra una
seduta e l’altra, c’è una forte enfasi posta sugli eventi accaduti
durante le sedute con LSD. Le sedute con LSD hanno luogo in
una stanza con luci soffuse, silenziosa ed arredata con gusto così
da creare una atmosfera accogliente. Il terapeuta è normalmente
presente per diverse ore al momento in cui la seduta culmina,
dando aiuto e fornendo interpretazioni specifiche quando
necessario. Durante le rimanenti ore i pazienti sono soli, ma
possono suonare per chiamare il terapeuta o un infermiere in
caso di bisogno. Alcuni programmi con LSD usano uno o più
co-pazienti come assistenti per i periodi terminali delle sedute,
o permettono al paziente di familiarizzare con lo staff ed altri
pazienti. Tutti i fenomeni che si verificano nelle sedute con
LSD o in connessione con la terapia con LSD, sono accostati
ed interpretati usando i principî base e le tecniche della psicoterapia dinamica. Certe specifiche reazioni all’LSD comunque,
richiedono alcune modificazioni delle tecniche usuali. Questo
implica una grande attività da parte del terapeuta, conoscenze di assistenza e di cura (per esempio, in caso di vomito, di
ipersa- livazione, di ipersecrezione di muco, tosse e minzione),
un approccio più diretto, contatto fisico occasionale ed aiuto,
coinvolgimento psicodrammatico nell’esperienza del paziente,
ed una più alta tolleranza per comportamenti di acting-out. Ciò
rende le procedure psicolitiche simili alle tecniche psicoana- li46
tiche modificate per la psicoterapia con pazienti schizofrenici.
È necessario abbandonare l’ortodosso contesto analitico dove il
paziente si sdraia sul divano e ci si aspetta che condivida le sue
libere associazioni mentre il distaccato analista siede nella sua
poltrona ed occasionalmente offre le sue interpretazioni. Nella
terapia psicolitica, è anche richiesto ai pazienti di stare nella
posizione allungata con gli occhi chiusi. Comunque, i soggetti
sottoposti all’LSD possono rimanere in alcuni casi in silenzio per
lunghi periodi di tempo, o viceversa , urlare e produrre suoni
disarticolati; potrebbero tossire e girarsi, sedersi, inginocchiarsi,
mettere la loro testa sul grembo di qualcuno, camminare per
la stanza o anche rotolarsi sul pavimento. Un maggior coinvolgimento personale ed intimo è necessario, ed il trattamento
frequentemente richiede un genuino sostegno umano. Nella
terapia psicolitica, i consueti meccanismi terapeutici sono
intensificati. È più intenso, complesso e sistematico il rivivere
le esperienze dell’infanzia e viene associato con l’abreazione
emotiva, con l’integrazione razionale e con notevoli intuizioni
3
. La relazione terapeutica è di solito ugualmente intensificata, e
l’analisi dei fenomeni del transfert diventa una parte essenziale
del processo del trattamento. Il prezzo che la terapia psicolitica
ha dovuto pagare alle sue origini teoretiche psicoanalitiche, è stato una certa confusione circa le dimensioni spirituali e mistiche
della terapia con LSD. I terapeuti psicolitici che aderiscono al
quadro concettuale freudiano, tendono a scoraggiare i pazienti
dall’avventurarsi nei territori delle esperienze trascendentali, e
lo fanno interpretando tutto ciò come una fuga dal materiale
psicodinamico, e definendo i pazienti come schizofrenici. Altri
terapeuti hanno giudicato il quadro di riferimento psicoanalitico come incompleto e si sono aperti ad un modello esteso
della mente umana. Il conflitto riguardo l’interpretazione delle
esperienze transpersonali nella terapia con LSD e l’atteggiamento
nei loro confronti, non è solo una questione di interesse accademico. I maggiori cambiamenti terapeutici possono avvenire
in connessione con stati trascendentali, e così la facilitazione o
l’ostruzioni di queste esperienze possono avere conseguenze
pratiche molto concrete.
47
Tipici rappresentanti dell’approccio psicolitico sono stati Sandison, Spencer e Whitelaw, Buckman, Ling e Blair in Inghilterra;
Arendsen-Hein e van Rhijn in Olanda; Johnsen in Norvegia; Hausner, Tauterman, Dytrych e Sobotkiewiczovà in Cecoslovacchia.
Questo approccio fu sviluppato in Europa ed è più caratteristico
dei terapeuti europei con LSD. Il solo terapeuta che impiega la
terapia psicolitica negli Stati Uniti in questo momento è Kenneth
Godfrey dell’Ospedale Amministrativo dei Veterani a Topeka,
Kansas. Nel passato era praticata da Eisner e Cohen, Chandler
e Hartman, Dahlberg ed altri.
TERAPIA PSICHEDELICA CON LSD
Questo approccio differisce dal precedente per molti aspetti importanti. Fu sviluppato sulla base dei sensazionali miglioramenti
clinici e dei profondi cambiamenti di personalità osservati nei
soggetti sottoposti ad LSD, le cui sedute ebbero una marcata
enfasi religiosa o mistica. Storicamente, è derivato dallo sviluppo di un straordinario programma per il trattamento con
LSD di alcolisti, diretto nei primi anni ’50 da Hoffer e Osmond
nel Saskatchewan, Canada. Essi furono ispirati dalle presunte
similarità tra lo stato sotto LSD ed il delirium tremens, riportate
da Ditman e Whittlesey (23) negli Stati Uniti. Hoffer e Osmond
associarono questa osservazione con l’esperienza clinica di molti
alcolisti cronici che smettevano di bere dopo la disgregante
esperienza del delirium tremens. Nel loro programma, inizialmente
davano LSD ai pazienti alcolisti con l’intenzione di usare come
deterrente al bere, gli orrori di una esperienza di delirium tremens
simulata. Paradossalmente, furono le esperienze positive con
LSD ad essere collegate con buoni risultati terapeutici. Sulla
base di queste inaspettate osservazioni, Hoffer e Osmond, in
cooperazione con Hubbard posero le fondamenta della tecnica
di trattamento psichedelico. Il principale obiettivo della terapia
psichedelica è di creare condizioni ottimali affinché il soggetto
sperimenti la morte dell’ego e la susseguente trascendenza nella
48
cosiddetta esperienza psichedelica di picco. È una condizione estatica,
caratterizzata dalla perdita dei confini tra il soggetto ed il mondo
oggettivo, seguito da sentimenti di unità con le altre persone, la
natura, l’intero Universo e Dio4. Nella maggior parte dei casi
questa esperienza è priva di contenuto ed è accompagnata dalla
visione di un bianco brillante o una luce dorata, dell’arcobaleno
o di elaborati disegni che riproducono il piumaggio del pavone.
Può, comunque, essere associata con visioni simboliche archetipe
di divinità e personaggi divini delle più diverse origini culturali.
I soggetti sotto LSD descrivono questa condizione in riferimento
al proprio retroterra culturale. Parlano di unità cosmica, unio mystica,mysteriumtremendum,coscienzacosmica,unioneconDio,unione
Atman-Brahman, Samadhi, satori, moksha, o dell’armonia delle sfere.
Varie modificazioni della terapia psichedelica usano differenti
combinazioni di elementi per aumentare la probabilità di esperienze psichedeliche di picco sopravvenienti nelle sedute di LSD.
Prima della seduta vera e propria, c’è un periodo di preparazione
senza utilizzo di LSD, condotta con il fine di facilitare l’esperienza di picco. Un importante parte della preparazione è l’enfasi
esplicita e implicita del terapeuta sulla crescita del potenziale
dei pazienti, ed un incoraggiamento a raggiungere le risorse
positive delle loro personalità. Diversamente dalla psicoterapia
convenzionale, che si spinge in una esplorazione dettagliata della
psicopatologia, la terapia psichedelica scoraggia le preoccupazioni del paziente riguardo il fenomeno patologico, sia che si tratti
di sintomi clinici sia di schemi di disadattamento inter- personale. In generale, c’è un maggior interesse nel trascendere la
psicopatologia rispetto all’interesse ad analizzarla.
Occasionalmente, i pazienti ricevono anche avvertimenti diretti
ed indicazioni sul modo in cui potrebbero funzionare, agire
con maggior efficacia. Questo approccio non è un insieme di
casuali suggerimenti riguardo le situazioni della vita; su ciò,
i terapeuti psicoanaliticamente orientati mettono in guardia
esplicitamente. Non riguarda suggerimenti specifici per risolvere
problemi della vita quotidiana, come il matrimonio o il divorzio,
relazioni extraconiugali, aborti, avere o non avere un figlio,
accettare o rifiutare un lavoro. La consultazione psichedelica
49
opera ad un livello generale di strategia di base dell’esistenza,
filosofia di vita e traccia una gerarchia nei valori. Alcuni degli
argomenti che potrebbero essere discussi in questo contesto
sono, per esempio, il relativo significato del passato, presente
e futuro; il buon senso di ottenere soddisfazione dalle cose ordinarie sempre disponibile nella vita; o l’assurdità di ambizioni
esagerate e del bisogno di dimostrare sempre a se stessi o a
qualcun altro. Dal punto di vista pratico, le indicazioni generali
nella consultazione psichedelica, sono basate su l’osservazione
dei cambiamenti avvenuti nei soggetti sottoposti con successo
alla psicoterapia con LSD. Questo implica un orientamento ed
un approccio verso la vita che sembra correlato con l’assenza di
sintomi clinici e con un generale senso di benessere, gioia ed
accettazione del processo vitale. Sebbene la filosofia psichedelica
e le strategie di vita furono sviluppate in modo completamente indipendente dal lavoro di Abraham Maslow (84), alcuni
dei principî di questo approccio sono strettamente legati alla
sua descrizione di una persona che si autorealizza ed alla sua
concezione dei metavalori e delle metamotivazioni. Un altro
importante aspetto delle discussioni nel periodo preparatorio è
l’esplorazione dell’orientamento filosofico e del credo religioso
del soggetto. Questo è particolarmente importante in vista del
fatto che le sedute psichedeliche di frequente ruotano intorno
alle questioni filosofiche e spirituali.
L’ultimo colloquio prima dell’esperienza con la sostanza è solitamente concentrato sulle questioni tecniche legate alla seduta
psichedelica. Il terapeuta descrive la natura dell’effetto della
sostanza e lo spettro dell’esperienza che potrebbe essere attivato;
particolare attenzione è data all’importanza di una totale resa
all’effetto della sostanza e all’abbandonarsi all’esperienza.
Nella terapia psichedelica vi è una grande enfasi su setting esteticamente ricchi e su un bel ambiente. Le sedute con LSD sono
condotte in stanze arredate con gusto, ornate di fiori, quadri,
sculture e selezionati oggetti d’arte. Dovunque sia possibile, gli
elementi naturali sono enfatizzati. Il luogo per il trattamento
dovrebbe idealmente essere vicino al mare, o presso montagne,
laghi o aree boscose, dato che l’esposizione dei soggetti sotto
50
LSD alla bellezza naturale durante il periodo terminale delle
sedute è una parte importante della procedura psichedelica.
Se questo non è possibile, esempi della creatività della natura
sono introdotti nella stanza di trattamento: belle piante in vasi
e fiori freschi, collezioni di minerali pieni di colore e di forme
interessanti, una varietà di conchiglie esotiche e fotografie di
scenari attraenti. Frutta fresca e secca, nocciole assortite, verdura
cruda ed altri cibi naturali sono articoli caratteristici nell’armamentario dei terapeuti psichedelici, così come spezie fragranti
ed incensi; questi offrono l’opportunità di impiegare sia l’olfatto
che il gusto nella riscoperta della natura. La musica svolge un
ruolo importante in questa modalità di trattamento; uno stereo
ad alta fedeltà, un lettore di cassette, molte coppie di cuffie ed
una buona collezione di registrazioni e cassette sono l’equipaggiamento standard nelle camere di trattamento psichedelico. La
selezione della musica è importante, in relazione alle differenti
fasi delle sedute o di specifiche sequenze d’esperienza.
I dosaggi usati in questo approccio sono molto alti, variando dai
300 ai 1500 microgrammi di LSD. Al contrario delle sedute in
serie come nel trattamento psicolitico, la terapia psichedelica
implica solo una seduta ad alto dosaggio o, al massimo, due o
tre. Questa procedura è stata definita come una “singola dose
soverchiante (single overwhelming dose)”. Durante l’esperienza con
la sostanza, i pazienti sono incoraggiati a rimanere nella posizione reclinata, allungata, a tenere la mascherina per gli occhi, e ad
ascoltare la musica stereofonica mediante le cuffie per l’intera
durata dell’effetto massimo della sostanza. Il contatto verbale
è generalmente sconsigliato e le varie forme di comunicazione
non verbale sono preferite ogni volta che sembra necessario
fornire assistenza.
Il contenuto delle sedute psichedeliche di frequente ha una
marcata enfasi archetipa e punta verso il simbolismo specifico
di alcune culture antiche e pre-industriali. Alcuni terapeuti psichedelici quindi tendono ad includere elementi d’arte Orientale
e primitiva nelle decorazione degli interni delle stanze di trattamento. Gli oggetti d’arte usati in questo contesto spaziano dalle
sculture, quadri e mandala Indù e Buddhisti, alle ceramiche Pre51
colombiane alle statuette Egizie fino all’arte tribale Africana e
agli idoli Polinesiani. Nei casi estremi di questo approccio, alcuni
terapeuti accendono un fragrante incenso, usano oggetti rituali
di specifiche tradizioni spirituali e leggono passaggi da antichi
testi sacri come l’I Ching o il libro Tibetano dei Morti (54). L’uso
sistematico di simboli universali è stato anche descritto come parte
del setting per le sedute psichedeliche (60).
Nell’approccio psichedelico, poca attenzione è prestata alle
questioni psicodinamiche a meno che non emergano e non
rappresentino un problema nel trattamento. Lo sviluppo dei
fenomeni di transfert è in generale esplicitamente o implicitamente scoraggiato; la limitazione del contatto visivo ad opera
della mascherina per gran parte della seduta favorisce una
considerevole diminuzione dal verificarsi di gravi problemi
di questa natura. Il meccanismo terapeutico considerato di
fondamentale importanza è l’esperienza psichedelica di picco, che
di solito prende la forma di una sequenza di morte-rinascita con
conseguenti sensazioni di unità cosmica. Nessuno dei teorici della
terapia psichedelica ha ancora formulato una teoria esaustiva
del trattamento psichedelico che renda conto di tutti i fenomeni
coinvolti e che sia supportata dai dati clinici e di laboratorio. Le
spiegazioni esistenti usano la cornice e la terminologia dei sistemi mistici e religiosi o fanno riferimenti generali ai meccanismi
della conversione religiosa. Alcuni autori che hanno provato ad
offrire interpretazioni fisiochimiche o neurofisiologiche non
sono stati in grado di progredire nelle loro speculazioni al di
là dei più generali ed astratti concetti. Questi comprendono
spiegazioni che suggeriscono che l’LSD facilita il processo di
oblio e ricordo mediante l’attivazione di meccanismi di pressione (stress) nell’organismo, o che l’effetto terapeutico dell’LSD
è basato sulla stimolazione chimica dei centri del piacere in
alcune zone arcaiche del cervello. Questa mancanza di un sistema teoretico esaustivo costituisce un importante differenza tra
l’approccio psichedelico e la terapia psicolitica, che si rifà nella
teoria e nella pratica ai sistemi di valore delle diverse scuole di
psicoterapia dinamica.
La terapia psichedelica non è diventata popolare in Europa e
52
con rare eccezioni non è stata accolta dai terapeuti europei. Il
suo uso è rimasto in linea di massima limitato al continente Nord
americano dove ha avuto origine. I suoi più noti rappresentanti
in Canada sono stati Hoffer, Osmond e Hubbard, Smith, Chwelos, Blewett, McLean, e McDonald. Negli Stati Uniti, gli albori
della terapia psichedelica furono legati ai nomi di Sherwood,
Harman e Stolaroff; Fadiman, Mogar e Ahllen; Leary, Alpert e
Metzner; Ditman, Hayman e Whittlesey. Durante gli ultimi quattordici anni, un gruppo di psichiatri e psicologi che lavoravano in
Catonsville, Maryland, hanno esplorato in maniera sistematica,
il potenziale della terapia psichedelica nel trattamento di vari
problemi psichiatrici, nella preparazione dei professionisti della
salute mentale, e nell’assistenza ai malati terminali di cancro.
Questo programma di ricerca, condotto inizialmente all’Unità
di Ricerca dell’Ospedale Statale di Spring Grove e, dal 1969, al
Centro di Ricerca Psichiatrica del Maryland in Catonsville, nel
Maryland, è diretto da Albert A. Kurland, M.D.
I principî di base del tipo di terapia psichedelica impiegati da
questo gruppo e l’approccio metodologico alla sua valutazione
clinica, furono formulati da Sanford Unger. Altri professionisti
che svolsero il ruolo di terapeuti dell’LSD e di ricercatori in
questo team furono Cimonetti, Bonny, Leihy, Di Leo, Lobell,
McCabe, Pahnke, Richards, Rush, Savage, Schiffman, Soskin,
Wolf, Yensen e Grof.
In generale, la terapia psichedelica sembra essere più efficace nel
trattamento degli alcolisti, delle dipendenze da sostanze narcotiche, dei pazienti depressi e degli individui gravemente malati
di cancro. Nei pazienti con psiconevrosi, disturbi psicosomatici
e nevrosi del carattere, i cambiamenti terapeutici non possono
solitamente essere ottenuti senza un lavoro sistematico dei livelli
indagati dalla psicoanalisi.
TERAPIA ANACLITICA CON LSD (ANALISI CON LSD)
53
Il termine anaclitico (dal greco anaklinein – appoggiarsi ) si riferisce a bisogni della prima infanzia e tendenze dirette verso un
oggetto d’amore pregenitale. Questo metodo fu sviluppato da
due psicoanalisti di Londra, Joyce Martin (62) e Pauline McCririck (68). È basato su osservazioni cliniche di profonde regressioni
d’età avvenute in sedute con LSD di pazienti psichiatrici. Durante
queste sedute molti di essi rivivevano episodi della prima infanzia
di frustrazione e di deprivazione emotiva. Questo è tipicamente
associato con un tormentato ed ardente desiderio d’amore, di
contatto fisico, e di altri bisogni istintuali provati ad un livello
molto primitivo. La tecnica della terapia con LSD praticata da
Martin e McCririck era basata sulla comprensione psicoanalitica e l’interpretazione di tutte le situazioni ed esperienze che
avvenivano durante le sedute con LSD ed in questo senso è
molto vicino agli approcci psicolitici. La differenza che distingue
questa terapia da qualsiasi altra era la soddisfazione diretta dei
bisogni anaclitici dei pazienti. In contrasto con il tradizionale
atteggiamento distaccato caratteristico della Psicoanalisi e del
trattamento psicolitico, Martin e McCririck assunsero un attivo
ruolo materno ed entrarono in uno stretto contatto fisico con i
loro pazienti per aiutarli a soddisfare primitivi bisogni infantili
riattivati dalla sostanza.
Aspetti più superficiali di questo approccio includono tenere il
paziente e nutrirlo di latte caldo da una bottiglia, accarezzarlo
e rassicurarlo, tenere le loro teste sul grembo, abbracciarli e
cullarli. Il punto estremo del coinvolgimento psicodrammatico
del terapeuta è la cosiddetta tecnica di fusione, che consiste in un
totale contatto fisico con il paziente. Il paziente giace sul divano
avvolto in una coperta ed il terapeuta si stende su di esso, in uno
stretto abbraccio, solitamente simulando i gentili e confortevoli
movimenti di una madre che accarezza il suo bambino.
I resoconti soggettivi dei pazienti su questi momenti di “fusione” con il terapeuta sono veramente rimarchevoli. Descrivono
autentici sentimenti di unione simbiotica con l’immagine della
madre che nutre, sperimentata simultaneamente al livello di
“seno buono” e di “grembo buono”. In questo stato, i pazienti
possono sentirsi come degli infanti che ricevono amore e nutri54
mento dal seno della madre che li allatta e nello stesso tempo
sentirsi totalmente identificati con il feto nel paradisiaco oceano
dell’utero. Questo stato può simultaneamente includere dimensioni archetipe ed elementi di rapimento mistico, e le situazioni
appena descritte, essere vissute come un contatto con la Grande
Madre o con Madre Natura. Non è raro che le forme più profonde di questa esperienza includano i sentimenti di unità con
l’intero cosmo e con il principio creativo, o Dio. La tecnica di
fusione sembra fornire un importante collegamento tra il livello
psicodinamico e biografico dell’esperienza con LSD e gli stati
trascendentali di coscienza. I pazienti in terapia anaclitica riferiscono che durante la loro nutrizione con l’immagine della madre, il latte sembrava provenire “direttamente dalla via Lattea”.
Nell’immaginario il ripristino della circolazione placentare, il
sangue che dà la vita, può essere vissuta come una comunione
sacramentale, non solo con l’organismo materiale, ma con la
fonte divina. Ripetutamente, le situazioni di “fusione” sono state
descritte come il soddisfacimento dei più profondi bisogni della
natura umana, e come esperienze estremamente curative. Alcuni
pazienti consideravano questa tecnica in grado di offrire la possibilità di un intervento retroattivo nelle loro infanzie deprivate.
Quando le situazioni traumatiche originarie erano resuscitate in
tutta la loro complessità con l’aiuto della “macchina del tempo
psichedelica”, la cura amorevole del terapeuta, poteva riempire
il vuoto causato dalla deprivazione e dalla frustrazione. I dosaggi
usati in questa tecnica di trattamento variavano tra i 100 e 200
microgrammi di LSD, qualche volta con l’aggiunta di Ritalin
nelle ore avanzate della seduta. Martin e McCririck descrissero
buoni e relativamente rapidi risultati raggiunti in pazienti con
profonde nevrosi o disordini psicotici borderline, che avevano
vissuto esperienze di deprivazione emotiva nell’infanzia. Le
loro relazioni per congressi scientifici, ed un filmato che documentava la tecnica anaclitica, smossero un grande interesse tra
i terapeuti dell’LSD e suscitarono una accanita controversia. Le
reazioni dei colleghi a questa modalità di trattamento, spaziavano dall’ammirazione alla totale condanna. Dato che la maggior
parte delle critiche era indirizzata alla violazione del tabù psi55
coanalitico riguardo il contatto fisico e le possibili conseguenze
dannose della tecnica di fusione per le dinamiche di transfert e
controtransfert, è opportuno descrivere le risposte degli autori
a questa obiezione. Sia Martin che McCririck concordavano sul
fatto che avevano incontrato maggiori difficoltà circa il transfert
prima di aver iniziato ad usare la tecnica di fusione. Secondo
loro, è la mancanza di soddi- sfacimento nella convenzionale
relazione terapeutica che fomenta e perpetua il transfert. Le
situazioni traumatiche originarie sono continuamente rivissute
nella relazione terapeutica ed il paziente sperimenta ripetizioni
di passati e penosi rifiuti. Quando i bisogni anaclitici sono soddisfatti nella condizione di profonda regressione indotta dalla
sostanza, i pazienti sono in grado di staccarsi emotivamente dal
terapeuta e di ricercare oggetti più appropriati nella loro vita
reale. Questa situazione ha un parallelo nell’iniziale storia dello
sviluppo dell’individuo. Quei bambini i cui bisogni emotivi furono adeguatamente soddisfatti dai genitori, trovano relativamente
facile tagliare il cordone affettivo con la loro famiglia e sviluppare
un’esistenza indipendente. Al contrario, coloro che hanno vissuto deprivazione e frustrazione emotiva nell’infanzia, tendono a
rimanere intrappolati anche da adulti in modelli di interazione
simbiotica, comportamenti distruttivi ed autodistruttivi, problemi
durante la vita di dipendenza-indipendenza. In base a Martin e
McCririck, il punto critico nella terapia anaclitica è nell’ usare
la tecnica di fusione solo durante le fasi di profonda regressione,
e mantenere l’esperienza strettamente ad un livello pregenitale.
Non dovrebbe essere usata nella fase terminale della seduta
quando gli elementi anaclitici potrebbero essere facilmente confusi con comportamenti sessuali di adulti. La tecnica anaclitica
non è mai stata veramente accettata; il suo uso sembrò essere
strettamente legato alle singolari caratteristiche della personalità dei suoi autori. La maggior parte degli altri terapeuti, in
particolar modo uomini, trovarono emotivamente difficile e
disagevole entrare nella situazione di fusione con i loro clienti.
Tuttavia, l’importanza del contatto fisico nella psicoterapia con
LSD è indubitabile e molti terapeuti hanno usato nella pratica
diverse forme meno intense di contatto fisico.
56
TERAPIA IPNODELICA
Il nome di questa tecnica è un composto derivato dalle parole
ipnosi e psichedelico. Essa fu sviluppata da Levine e Ludwig (58)
nel tentativo di combinare l’effetto psicofanico dell’LSD, con
la suggestione ipnotica. Nel loro approccio la tecnica ipnotica
era usata per guidare il soggetto attraverso l’esperienza con
LSD e per modulare il contenuto e lo sviluppo della seduta. La
relazione tra ipnosi e la reazione all’LSD è molto interessante
e merita una breve menzione. Fogel e Hoffer (27) riferirono
di essere stati in grado di contrastare gli effetti dell’LSD con
la suggestione ipnotica e, viceversa, erano stati in grado in
sedute successive, di evocare un tipico fenomeno da LSD in
un soggetto che non aveva ingerito LSD in quel giorno. Tart
(100) condusse un affascinante esperimento di mutua ipnosi
nel quale due persone addestrate nei ruoli di ipnotizzatore e
soggetto da ipnotizzare, procedono ad ipnotizzarsi l’uno con
l’altro in una transe man mano più profonda. Da un certo punto
diventarono insensibili alle suggestioni di Tart, impegnati lungo un complicato viaggio interiore che aveva molte similarità
con gli stati psichedelici. Nel trattamento ipnodelico di Levine
e Ludwig, il primo colloquio era focalizzato sulla esplorazione
dei sintomi clinici del paziente, l’attuale condizione di vita, e la
storia passata. Successivamente, il paziente era preparato per
diventare un soggetto da ipnotizzare; la fissazione degli occhi
era il metodo principale per indurre la transe. Dieci giorni dopo
lo psichiatra conduceva una seduta psichedelica usando da
125 a 200 microgrammi di LSD. Durante il periodo di latenza,
che normalmente dura dai trenta ai quaranta minuti quando la
sostanza è somministrata oralmente, il paziente era sottoposto ad
induzione ipnotica così che al momento in cui cominciava a far
effetto l’LSD, si trovava in uno stato di transe. Data la similarità
di base tra le esperienze con LSD e il fenomeno dell’ipnosi, la
transizione dalla transe ipnotica allo stato sotto LSD tende ad
essere relativamente indolore. Durante la seduta, gli psichiatri
57
sommavano all’effetto della sostanza il rapporto ipnotico con i
pazienti. Li aiutavano a lavorare su diversi aree di problemi, li
incoraggiavano a superare resistenze e difese psicologiche, li
guidavano verso rilevanti ricordi dell’infanzia, e facilitavano la
catarsi e l’abreazione. Verso la fine della seduta, ai pazienti erano
date suggestioni postipnotiche per ricordare tutti i dettagli della
sessione e continuare a riflettere sui problemi emersi durante
la stessa. Una speciale stanza isolata era a loro disposizione per
il resto del giorno della seduta. Levine e Ludwig esplorarono
l’efficacia della tecnica ipnodelica in soggetti dipendenti da
sostanze narcotiche ed alcolisti. In base al loro originale lavoro,
la combinazione tra la somministrazione di LSD e l’ipnosi si dimostrò essere più efficace rispetto ad ognuna delle componenti
usate separatamente.
PSICOTERAPIA COLLETTIVA CON LSD
In questa forma di terapia con LSD en masse, i pazienti sperimentavano le loro sedute con LSD, usualmente di medio e alto
dosaggio, in compagnia di altri pazienti inseriti nello stesso
programma di trattamento psichedelico. La differenza tra questo
approccio terapeutico e la psicoterapia di gruppo coadiuvata con
LSD, descritta precedentemente, è l’assenza di qualsiasi sforzo di
coordinare il lavoro del gruppo durante l’azione della sostanza.
La più importante ragione per somministrare la sostanza simultaneamente ad un gran numero di individui è di risparmiare
tempo per il team terapeutico. A dispetto del fatto che condividono la stessa stanza, i pazienti sperimentano essenzialmente le
loro sedute individualmente con incontri solo occasionali e non
strutturati, ed interazioni d natura elementare. Un programma
standard di musica stereofonica è normalmente offerto all’intero
gruppo, o diversi altri canali alternativi possono essere usufruiti
mediante cuffie. Qualche volta la proiezione di diapositive di
materiale di rilevanza emotiva o figure esteticamente stimolanti
o mandala, puo far parte del programma. Il terapeuta ed i suoi
assistenti provvedono alla supervisione del gruppo; l’attenzione
58
individuale è fornita solo se assolutamente necessaria. Il giorno
successivo alla seduta con LSD, o anche dopo, le esperienze
individuali dei partecipanti sono condivise con gli altri membri
del gruppo. Questo approccio ha i suoi vantaggi e svantaggi. La
possibilità di trattare un numero di pazienti simultaneamente è
un fattore importante dal punto di vista economico, e potrebbe
rappresentare in futuro la risposta alla sproporzione tra professionisti delle malattie mentali e pazienti psichiatrici. D’altra
parte, la mancanza di assistenza specifica per il singolo potrebbe
rendere il suo trattamento meno efficace e non indirizzato a
lavorare su alcune aree di problemi personali, particolarmente
difficili ed impegnative. C’è inoltre, in una tale situazione collettiva, un problema di contagio psicologico; reazioni di panico,
comportamenti aggressivi ed abreazioni rumorose di pazienti
possono negativamente influenzare le esperienze degli altri.
Se l’approccio di gruppo è articolato con un lavoro individuale
quando necessario, allora i pregi possono superare i difetti. Il
più noto programma di trattamento di questo tipo era l’approccio multidimensionale alla psicoterapia psichedelica sviluppato
da Savador Roquet (87), uno psichiatra messicano e fondatore
dell’Associazione Albert Schweitzer a Città del Messico. Sebbene
il suo programma terapeutico utilizzasse altre sostanze psichedeliche e di origine vegetale in aggiunta all’LSD, merita una
discussione più dettagliata in questo contesto. Roquet unì alla
preparazione come psicanalista la conoscenza delle pratiche di
guarigione indigene e delle cerimonie dei vari gruppi di Indiani
Messicani e creò un nuovo approccio alla terapia con le sostanze psichedeliche che chiamò psicosintesi. Questa non dovrebbe
essere confusa con la teoria e la pratica dell’originale sistema
psicoterapeutico anch’esso chiamato psicosintesi sviluppato in
Italia da Roberto Assagioli. Quest’ultimo approccio è strettamente una procedura senza uso di sostanze, anche se condivide
con la terapia psichedelica una forte enfasi transpersonale.
Nell’approccio di Roquet, la terapia era condotta con gruppi
da dieci fino a ventotto pazienti di diversa età e sesso. I membri
di ciascun gruppo erano selezionati per renderli il più possibile
eterogenei nell’età, sesso, problemi clinici, sostanza psichedelica
59
somministrata, e periodo di tempo già trascorso nel trattamento.
Un importante obiettivo del processo di selezione era di offrire
un ampio spettro di figure sulle quali poter proiettare. I membri
di un gruppo tanto eterogeneo potevano rappresentare figure
d’autorità, immagini materne e paterne, sostituirsi a fratelli e
sorelle, o divenire oggetti di interesse sessuale.
Seguendo l’esempio dei rituali dei nativi americani, le sedute con
la sostanza avevano luogo di notte. Tutti i partecipanti si incontravano in un ampia stanza per una discussione non guidata di
gruppo, che durava circa due ore. Questi incontri permettevano
ai pazienti di conoscere nuovi membri e discutere delle loro
paure, speranze ed aspettative; davano inoltre ai partecipanti
un ampia opportunità per i processi di proiezione e di transfert
che svolgevano un importante influenza catalizzatrice sulle loro
sedute psichedeliche e frequentemente si rivelavano essere utili
esperienze di apprendimento. La stanza del trattamento era larga e decorata con quadri e poster dai temi evocativi. Un ampia
gamma di sostanze psichedeliche erano somministrate in questi
incontri, come LSD, peyote, una varietà dei funghi contenenti
psilocibina, semi di morning-glory, Datura ceratocaulum e ketamina. I pazienti trascorrevano gran parte del tempo in posizione
distesa su materassi posti lungo i muri, anche se era permesso
di muoversi liberamente per la stanza. Due sistemi stereo erano
usati e una ampia varietà di musica e suoni era disponibile per
agire sulla profondità ed intensità delle reazioni del gruppo.
Una parte importante delle sedute psiche- deliche consisteva
in un sovraccarico sensoriale mediante diapositive, film, effetti
stereo, e flash intermittenti di proiettori colorati. Diversi temi
considerati cruciali erano intrecciati nell’altrimenti bizzarra e
confusa serie di immagini e suoni; queste includevano nascita,
morte, violenza, sessualità, religione ed infanzia. Questa fase di
sovraccarico sensoriale delle sedute psichedeliche durava circa
sei ore ed era seguita da una fase di riflessione che si protraeva
fino all’alba. Dopo questa ultima, i terapeuti e tutti i partecipanti
si riposavano per un’ora.
La seduta integrativa comprendeva discussioni di gruppo e condivisione delle esperienze. Il principale obiettivo di questa fase
60
era di facilitare l’integrazione del materiale emerso nella seduta
psichedelica ed utilizzare le intuizioni per i problemi della vita
quotidiana. In base alla natura delle interazioni il processo prendeva dalle quattro alle dodici ore. Il corso della terapia consisteva
dalle dieci alle venti sedute psichedeliche, in base alla natura e
gravità dei problemi clinici coinvolti. Il gruppo di pazienti era
costituito prevalentemente da nevrotici non in ricovero ospedaliero, sebbene Roquet descrivesse anche vari gradi di successo
con alcune personalità antisociali e schizofrenici selezionati.
LA NECESSITÁ DI UNA TEORIA ESAUSTIVA DELLA TERAPIA CON LSD
La sperimentazione con LSD, e la ricerca psichedelica in generale, è stata influenzata negativamente dall’esistenza del
mercato nero, da una auto-sperimentazione non controllata,
dal sensazionalismo dei giornali e da irrazionali misure legislative. Nonostante il fatto che l’LSD è ormai conosciuto da
almeno tre decadi, la letteratura, descrivendo i suoi effetti ed
il suo potenziale terapeutico è controversa ed inconcludente.
Ulteriori sviluppi in questo campo richiederebbero che gruppi
indipendenti di differenti nazioni interagissero e cooperassero
nel raccogliere dati sperimentali e nello scambio di informazioni. Tuttavia, il numero di centri che studiano l’LSD è stato
ridotto considerevolmente e continua a diminuire. Sebbene le
attuali prospettive per l’estensione della ricerca psichedelica
siano piuttosto grigie, ci sono indicazioni che l’esplorazione
sistematica sarà ripristinata dopo che la generale confusione
sarà stata chiarita e razionalmente reintrodotta nello studio dei
problemi implicati.
Qualsiasi cosa avvenga alla ricerca con l’LSD in futuro, ci sono
buone ragioni per analizzare le osservazioni ed i risultati della
sperimentazione psichedelica del passato e presentare le più
importanti intuizioni e scoperte in una forma semplice. Un
tale sforzo sembra giustificato sia che questo studio diventi un
epitaffio all’era dell’LSD, sia un manifesto per i futuri ricercatori
61
psichedelici. Se stiamo assistendo al “canto del cigno” della ricerca psichedelica, sarebbe interessante in retrospettiva essere in
grado di gettare maggior luce sulle controversie e sulla mancanza
di una comprensione teoretica della natura degli effetti dell’LSD.
Se la ricerca sull’LSD continuerà nel futuro, la chiarificazione
della confusione e del disaccordo attuale si dimostrerà di grande
importanza pratica. Addizionali e controllati studi su larga scala
sono necessari per valutare l’efficacia dell’LSD come coadiuvo
della psicoterapia, sulla base di un soddisfacente livello di accuratezza scientifica. Comunque, a meno che le ragioni critiche
delle passate controversie non possano essere chiaramente
identificate e prese in considerazione dalla futura ricerca, i nuovi
studi probabilmente perpetueranno i vecchi errori e giungeranno agli stessi risultati inconcludenti. Come descritto sopra,
singoli autori e gruppi di ricerca utilizzarono l’LSD partendo
da premesse molto differenti. Seguivano obiettivi terapeutici,
aderivano a sistemi teoretici, impiegavano tecniche di approccio, e somministravano la sostanza nelle più disparate cornici e
setting. Penso che la ragione principale delle controversie circa
la terapia con LSD, sia una mancata comprensione della natura
degli effetti dell’LSD, e l’assenza di una cornice concettuale
che avrebbe ricondotto la vasta mole di dati osservati ad alcuni
comuni denominatori. Un tale sistema teoretico avrebbe provveduto alla comprensione del contenuto e del corso delle singole
sedute così come alle ripetute somministrazioni di LSD in serie
terapeutiche. Inoltre sarebbe in grado di spiegare l’importanza
primaria di fattori extrafarmacologici – le personalità del soggetto e della guida, la loro relazione mutua, e gli elementi del set e
del setting – nel procedere delle sedute con LSD. Altri problemi
importanti all’interno di un quadro teoretico esaustivo, sono
le occasionali e prolungate reazioni ed anche rotture psicotiche che avvengono dopo il termine delle sedute, o più avanti la
ricorrenza di stati come da LSD (flashback). La comprensione di
questi fenomeni è al presente molto incompleta ed insoddisfacente, una situazione che ha serie conseguenze pratiche. Un
risultato di questa scarsa comprensione è che l’approccio dei
professionisti della salute mentale alle complicazioni dell’uso
62
non medico degli psichedelici è generalmente inefficiente e
spesso dannosa. Una teoria esaustiva della psicoterapia con LSD
sarebbe in grado di colmare la distanza attualmente esistente tra
terapia psicolitica e terapia psichedelica, i due più vitali e rilevanti
approcci al trattamento con LSD, così come di altre forme di
terapia quale la terapia anaclitica e la terapia ipnodelica. Sarebbe
possibile trovare denominatori comuni per questi differenti
approcci e comprendere le loro indicazioni e controindicazioni, così come i successi ed i fallimenti. Un quadro concettuale
che correttamente rifletta i più importanti aspetti dell’effetto
dell’LSD, dovrebbe essere in grado di fornire direttive pratiche
riguardo le condizioni favorevoli per l’uso di questa sostanza
in psicoterapia. Ciò richiederebbe una generale strategia di
trattamento, così come precisazioni riguardo i dosaggi, approcci efficaci alle varie situazioni particolari, l’uso di tecniche
ausiliarie, e gli elementi specifici del set e del setting. Infine, una
teoria fornirebbe ipotesi di lavoro da verificate con l’uso della
metodologia scientifica. Alla luce della complessità dei problemi
coinvolti, è difficile formulare al presente una cornice concettuale
che possa soddisfare tutti i criteri esposti. Per il tempo presente,
anche una struttura teoretica sperimentale ed approssimativa,
che organizzi i dati più importanti e provveda a delle linee guida
per la pratica terapeutica, rappresenterebbe un netto progresso.
Penso che un sistema concettuale che possa spiegare almeno le
principali osservazioni della terapia con LSD, richieda non solo
una nuova comprensione degli effetti dell’LSD, ma un ampliato
modello della mente umana e della natura degli esseri umani. Le
mie ricerche si basano su una serie di studi clinici, ognuno dei
quali rappresentò una eccitante avventura nei nuovi territori della
mente non ancora esplorati dalla scienza occidentale. Sarebbe
irrealistico considerarle qualcosa di più che prime sommarie
mappe per futuri esploratori. Sono consapevole del fatto che,
seguendo l’esempio dei vecchi geografi, molte aree della mia
cartografia meriterebbero di essere indicate con la famosa iscrizione: Hic sunt leones 5. Il quadro teoretico e pratico proposto
dovrebbe essere considerato un tentativo di organizzare e classificare le nuove e sconcertanti osservazioni da diverse migliaia di
63
sedute con LSD e di presentarle in un modo logico ed esaustivo.
Anche nella sua presente rozza forma, questo quadro concettuale
si è dimostrato utile nella comprensione di eventi nelle sedute
psichedeliche che hanno avuto corso in setting clinici, così come
stati sperimentati con LSD in speri- mentazioni non-mediche;
seguire i suoi principi di base, ha reso possibile condurre la
terapia con LSD con il massimo beneficio ed il minimo rischio.
Credo che offra importanti linee guida per più efficaci interventi
durante una crisi legata all’uso di sostanza psichedelica ed una
cura più adatta alle diverse complicazioni in seguito ad un autosperimentazione non controllata.
64
Note
1 Un microgrammo o gama, è un milionesimo di grammo, circa 35
billionesimi di una oncia.
2 Le conversioni sono improvvisi e drammatici cambiamenti della
personalità, arrivano inaspettate in soggetti psicologicamente predisposti, in certe specifiche situazioni. La direzione di queste profonde
trasformazioni è usualmente contraria alle precedenti credenze del
soggetto, reazioni emotive, valori di vita, attitudini e modelli comportamentali. In base all’area che influenzano, possiamo distinguere
conversioni religiose, politiche, morali, sessuali ed altre ancora. Le
conversioni religiose che trasformano gli atei in veri credenti o addirittura in fanatici religiosi, sono state osservate durante riunioni di sette
estatiche e durante i sermoni di famosi e carismatici predicatori, come
John Wesley. Maya Deren nel suo Divine Horsemen (22) ci ha fornito
una eccezionale descrizione della sua conversione al voodo Haitiano,
che avvenne durante il suo studio delle danze aborigene. L’esempio
descritto da Victor Hugo nei Miserabili (39) della conversione morale
di Jean Valjean trovò la sua collocazione all’interno dei manuali psichiatrici e diede il nome ad uno speciale tipo di esperienza emotiva di
correzione. La più spettacolare illustrazione di una conversione politica
ed in seguito di una riconversione, fu descritta da Arthur Koestler nel
suo Arrow in the Blue (47) ed in The God that failed (46). Esempi biblici
di conversione morale e sessuale di natura religiosa sono le storie di
Barabba e Maria Maddalena.
3 L’importanza dei ricordi traumatici dell’infanzia per le dinamiche
della terapia psicolitica sono state sistematicamente studiate e descritte
da Hanscarl Leuner (57). Consulta anche la discussione di esperienze
psicodinamiche nel primo volume di questa collana, Stanislav Grof
Realms of the Human Unconscious : Observations from LSD research (32).
I successivi riferimenti a questo libro verranno indicati con un titolo
abbreviato: Realms of Humans Unconscious.
4 Walter Pahnke (76) riepilogò le caratteristiche di base delle esperienze di
65
picco sia spontanee che psichedeliche nelle sue nove categorie. Secondo
lui, le caratteristiche essenziali sono: 1) senso di unità, 2) trascendenza
del tempo e dello spazio, 3) forte inclinazione positiva, 4) senso di realtà
ed oggettività dell’esperienza, 5) sacralità, 6) ineffabilità, 7) paradossalità, 8) transitorietà e 9) successivi cambiamenti positivi negli atteggiamenti e comportamenti. Il Questionario dell’Esperienza Psichedelica
(PEQ) sviluppato da Pahnke e Richards rende possibile stimare se una
esperienza psichedelica di picco si è verificata durante una seduta con LSD
e ne permette una sua quantificazione approssimativa.
5 Hic sunt leones letteralmente significa “Qui ci sono i leoni” ; questa
espressione fu usata dai primi geografi nelle antiche carte geografiche
per indicare territori poco esplorati, probabilmente pullulanti di selvaggi, animali feroci ed altri pericoli.
66
2 - VARIABILI CRITICHE
NELLA TERAPIA CON LSD
Effetti farmacologici dell’Lsd
Personalità del soggetto
Personalità del terapeuta o della guida
Set e setting delle sedute
Non si possono comprendere le dinamiche della psicoterapia
con LSD, se non si ha consapevolezza dei fattori coinvolti nella
interazione con l’LSD. I primi modelli adottati per interpretare l’esperienza con l’LSD sono stati riduzionistici: si parlava
di “modello schizofrenico” e di “ psicosi tossica”; l’esperienza
con l’LSD veniva spiegata come il risultato dell’interferenza
della sostanza con i normali processi fisiologici e biochimici nel
cervello. Queste spiegazioni vennero abbandonate dai più seri
ricercatori. La letteratura sull’LSD abbonda di osservazioni che
mettono in rilievo l’importanza dei fattori non dipendenti dalla
sostanza ed il ruolo critico che giocano nel processo terapeutico.
Per comprendere la natura della reazione dell’LSD in tutta la sua
complessità, dobbiamo discutere non solo l’effetto diretto della
sostanza, ma anche i fattori extrafarmacologici – il ruolo della
personalità del soggetto, la sua condizione emotiva, la condizione
di vita, la personalità della guida o del terapeuta, la natura della
relazione tra il soggetto e la guida, e l’intero complesso di fattori
addizionali usualmente definiti set e setting.
EFFETTI FARMACOLOGICI DELL’LSD
Dato che la somministrazione dell’LSD è la conditio sine qua non,
67
ovvero la condizione assolutamente necessaria per l’interazione
con l’LSD, sembrerebbe ovvio considerare la sostanza di per sé,
come il fattore di principale importanza. Una attenta analisi
delle osservazioni cliniche dalla Psicoterapia con LSD, tuttavia,
mostra che la questione è molto più complicata. I fenomeni
che possono accadere nel corso delle sedute con LSD coprono
uno spettro molto ampio. Se soggetti diversi prendono lo stesso dosaggio di sostanza sotto condizioni relativamente uguali
(standard), ciascuno di loro avrà una esperienza completamente
differente. L’estrema variabilità inter-individuale dello stato sotto
LSD è complementare all’altrettanto sorprendente variabilità
intra-individuale. Se la stessa persona prende LSD ripetutamente, ciascuna seduta è di solito differente dalle altre riguardo il
contenuto specifico ed il suo corso. Questa variabilità è una seria
obiezione alla concezione che l’interazione dell’LSD sia riconducibile a semplici determinanti biochimiche e fisiologiche.
La questione se esistano invarianti, effetti standard e ripetibili
dell’LSD, di natura puramente farmacologica, è interessante
ed importante sia dal punto di vista teoretico che pratico. Tali
effetti dovrebbero essere indipendenti dalla struttura della
personalità e dalle condizioni e circostanze esterne; dovrebbero occorrere senza eccezioni in ciascun soggetto che ha preso
una sufficiente dose di LSD. Viceversa, le questioni riguardanti
l’ampiezza in cui i vari fattori extrafarmacologici intervengono
nell’esperienza con LSD, e la natura ed il meccanismo del loro
effetto, sono altrettanto interessanti teoricamente così come
rilevanti praticamente. La ricerca di tipici e vincolanti effetti
farmacologici dell’LSD rappresentò un importante aspetto del
mio lavoro analitico dei dati sull’LSD. Il risultato di questa ricerca
fu molto sorprendente: dopo aver esaminato quasi cinquemila
protocolli di sedute con LSD, non trovai un singolo sintomo che
fosse una costante sempre presente in ciascuno di essi e potesse
perciò essere realmente considerata un’invariante.
Cambiamenti nella percezione visiva sono di solito descritti come
manifestazioni tipiche dello stato sotto LSD e divengono così
seri candidati per essere considerati invarianti determinate dal
farmaco. Sebbene le relazioni su diversi anormali fenomeni visivi
68
fossero frequentemente riportati nelle mie documentazioni,
avevo osservato un numero di sedute ad alto dosaggio dove non
si erano verificate alterazioni nella percezione ottica. Alcune di
queste reazioni all’LSD dove erano assenti cambiamenti visivi
prendevano la forma di intense esperienze sessuali; altre erano
caratterizzate da una massiccia somatizzazione con sensazioni
di malessere generale e malattia fisica, o esperienze di dolore
lancinante in varie parti del corpo. Casi particolari di sedute
senza cambiamenti nella percezione ottica furono osservati nelle
fasi avanzate del trattamento psicolitico ed in alcune sedute psichedeliche. Coinvolgevano sia un brutale e primitivo complesso
di esperienze descritto dai soggetti come un rivivere la propria
nascita, sia esperienze trascendentali di unità cosmica e di Vuoto
sovracosmico che possedeva la paradossale qualità di essere “…..
vacuità eppur pienezza…..”, “senza contenuto eppure contenenti
la totalità, il tutto ” (contentless yet all-containing).
Le manifestazioni fisiche dello stato sotto LSD richiedono una
particolare attenzione, dato che nelle prime relazioni furono
considerati effetti esclusivamente farmacologici dovuti alla sostanza ed attribuiti direttamente alla stimolazione chimica dei
centri vegetativi nel cervello. Osservazioni accurate di moltissime
sedute non convalidano questa spiegazione. Le concomitanze
fisiche nell’interazione con LSD variano considerevolmente da
seduta a seduta. Lo spettro dei cosiddetti “ sintomi vegetativi” è
molto esteso e supera quello di qualsiasi altra sostanza conosciuta, con l’eccezione di qualche altro psichedelico. Piuttosto
stranamente, questi sintomi includono sia fenomeni riguardanti il simpatico che il parasimpatico. Si verificano con la stessa
frequenza ed intensità in sedute a basso ed alto dosaggio e non
esiste alcuna relazione dose/effetto dimostrabile. In molte sedute con LSD ad alto dosaggio, le manifestazioni fisiche sono
interamente assenti, o avvengono ad intermittenza in stretta
connessione con l’emergere di materiale inconscio. Viceversa,
alcune sedute a basso dosaggio sono caratterizzate da massicci
sintomi vegetativi durante l’intero corso della reazione alla sostanza. Non è raro che dopo la somministrazione di una dose
aggiuntiva di LSD un soggetto sofferente di gravi sintomi fisici
69
si abbandoni all’esperienza, lavori sui problemi sottostanti e si
liberi della difficoltà somatica. Un altro aspetto di questi sintomi
che è di rilievo nella nostra discussione, è la loro insolita sensibilità a diversi fattori psicologici; possono essere modificati o
anche essere eliminati grazie a specifiche influenze esterne e
interventi psicoterapeutici. I fattori che possono agire sui sintomi “vegetativi” o le manifestazioni fisiche nelle sedute con LSD,
vanno dalle interpretazioni, alla presenza di persone specifiche
fino all’uso di contatto fisico o di vari esercizi di bioenergetica.
Una delle manifestazioni fisiche in reazione all’LSD che richiede una speciale menzione è la dilatazione delle pupille. È così
comune che la sua presenza è stata usata da molti sperimentatori e terapeuti come una indicazione affidabile che una persona è ancora sotto l’effetto della sostanza. Per lungo tempo, la
mydriasis sembrò essere una seria candidata nelle mie ricerche
come manifestazione invariante dell’effetto dell’LSD. Più tardi,
fui testimone di molte sedute con LSD, alcune delle quali molto drammatiche, nelle quali le pupille dei soggetti apparivano
costrette o nelle quali oscillavano rapidamente da una estrema
dilatazione alla contrazione. Una situazione simile si riscontra
nell’area delle manifestazioni fisiche più evidenti, come eccitazione o inibizione psicomotoria, tensione muscolare, tremori,
spasmi,tic, attività di tipo convulsivo, e diversi movimenti contorti. Nessuno di questi sintomi è standard e prevedibile al punto da essere considerato un effetto farmacologico specifico dell’LSD. Questo non significa che l’LSD non abbia effetti fisiologici specifici; ciò può essere chiaramente dimostrato in esperimenti sugli animali usando dosaggi incomparabilmente più alti.
Sembrano riflettere una attivazione chimica delle matrici dinamiche nell’inconscio ed hanno una struttura simile alle conversioni isteriche. Altrettanto imprevedibili sono l’intensità della
reazione all’LSD e le risposte individuali allo stesso dosaggio. Il
grado di sensibilità o di resistenza all’LSD, sembra dipendere
da complicati fattori psicologici più che da variabili di natura
costituzionale, biologica o metabolica. I soggetti che nella vita
di tutti i giorni manifestano una forte bisogno di mantenere
l’auto-controllo, e hanno difficoltà nel rilassarsi e nel lasciarsi
70
andare, possono qualche volta resistere a dosaggi relativamente
alti di LSD ( 300-500 microgrammi ) e non mostrare un cambiamento apprezzabile. Occasionalmente, degli individui possono
resistere a considerevoli dosi di LSD se si sono prefissi questo
risultato come un personale obiettivo. Potrebbero farlo per
sconfiggere il terapeuta e competere con lui, per provare o dimostrare la loro “forza” psicologica, per durare di più dei copazienti, per impressionare gli amici, o per molti altri motivi.
Comunque, è ovvio che motivi inconsci più profondi dovrebbero essere ricercati dietro queste superficiali razionalizzazioni.
Cause addizionali per un alta resistenza agli effetti della sostanza, potrebbero essere una insufficiente preparazione, istruzione
e rassicurazione dei soggetti, mancanza del loro pieno accordo
e cooperazione, o assenza della fiducia di base nella relazione
terapeutica. In questo caso, la reazione all’LSD alcune volte non
ha il suo pieno decorso fino a quando i motivi della resistenza
non sono analizzati e compresi. Fattori simili sembrano essere
responsabili dell’incapacità di molte persone di abbandonarsi
all’effetto della sostanza sotto condizioni di auto-sperimentazione non controllata, in presenza di estranei ed in un ambiente
non familiare. Tali sedute conducono a risoluzioni ed integrazioni incomplete, dannosi effetti postumi, e più avanti a ricadute (flashback). Improvvisi “rinsavimenti” (instant sobering), che
possono verificarsi in qualsiasi momento della seduta e a qualsiasi livello di dosaggio, indicano una mobilitazione delle difese contro l’incombente emersione di spiacevole materiale inconscio. Tra i pazienti psichiatrici, i nevrotici ossessivo-compulsivi sono particolarmente resistenti all’effetto dell’LSD. Rappresentò una osservazione comune nella mia ricerca che tali pazienti possono frequentemente resistere a dosaggi di più di 500
microgrammi di LSD e mostrare solo leggeri segni di stress fisico e psicologico. In casi estremi possono volerci più di una
dozzina di sedute ad alto dosaggio di LSD prima che le resistenze psicologiche di questi individui siano ridotte ad un livello in
cui comincino ad avere episodi di regressione all’infanzia e diventino consapevoli del materiale inconscio su cui si deve lavorare. Dopo aver osservato diverse situazioni nelle quali anche
71
un drastico incremento del dosaggio – in un caso fino a 1500
microgrammi somministrati intramuscolo – non portò al pieno
sviluppo dell’esperienza con LSD, divenne ovvio che un alta
resistenza psicologica all’LSD non può essere superata solo con
un aumento del dosaggio; deve essere gradualmente ridotta in
una successione di sedute. Sembra esserci un punto di saturazione dell’LSD tra i 400 e 500 microgrammi; se i soggetti non
rispondono adeguatamente a questo dosaggio, aggiungere altro
LSD non cambierà nulla. C’è qualche evidenza, più aneddotica
che di natura sperimentale, che sostiene che una risposta più
bassa all’LSD possa accadere ad individui spiritualmente molto
sviluppati che hanno una ampia esperienza di stati inusuali
della mente o vivono in tali stati per la maggior parte del tempo.
Il più famoso esempio di ciò è il racconto di Ram Dass, in base
al quale il suo guru indiano non rispose in due occasioni a dosaggi estremamente alti di LSD (900 e 1200 microgrammi rispettivamente) (83). Questo indicherebbe la possibilità che una
mancanza di reazione alla sostanza possa essere associata paradossalmente a due opposte condizioni, vale a dire una eccessiva
rigidità e un forte sistema di difesa psicologica e d’altra parte
una estrema apertura e mancanza di barriere dfensive. Avendo
revisionato diversi tipi di evidenze che suggeriscono l’assenza di
un chiaro, specifico ed invariante effetto farmacologico dell’LSD
ai dosaggi comunemente usati nel lavoro sperimentale e clinico
con soggetti umani, possiamo provare a delineare quali sono gli
effetti dell’LSD veri e propri. In base alla mia esperienza, essi
sono molto generici e descrivibili in termini generali. Nella gran
parte delle sedute c’è una tendenza generale verso cambiamenti percettivi nelle varie sfere sensoriali. La coscienza è di solito
qualita- tivamente modificata ed ha un carattere simile alla condizione di sogno o onirica. L’accesso al materiale inconscio è
tipicamente facilitato e le difese psicologiche abbassate. La reattività emotiva è quasi sempre enormemente intensificata ed i
fattori affettivi giocano un ruolo importante nel determinare la
reazione all’LSD. Un aspetto piuttosto sorprendente dell’effetto
dell’LSD è una marcata intensificazione dei processi mentali e
neurali in generale; questo implica fenomeni di diversa natura
72
ed origine.
Sintomi psicogeni preesistenti o recenti, così come quelli di
cui l’individuo aveva sofferto nell’infanzia o in un periodo successivo della vita, possono essere amplificati ed esteriorizzati.
Sperimentandoli in una forma estrema, esagerata, l’individuo
frequentemente sviluppa intuizioni circa i processi inconsci che
sono alla base di essi, scoprendone le specifiche radici psicodinamiche, perinatali e transpersonali. Ricordi traumatici o positivi
con forte carica emotiva, sono attivati e rivissuti, ed il contenuto
di varie matrici dinamiche dai differenti livelli dell’inconscio
individuale e collettivo può emergere alla coscienza ed essere
vissuto in un modo complesso. Occasionalmente, fenomeni di
natura neurologica possono essere amplificati e manifestarsi
nelle sedute; questo è vero per i dolori associati con l’artrite,
dislocazione dei dischi vertebrali, processi infiammatori, o cambiamenti post-operatori e post-traumatici. Rivivere sensazioni
legate a incidenti passati o ad operazioni è particolarmente
comune. La cosa interessante dal punto di vista teoretico è che
i soggetti sotto LSD sembrano anche in grado di rivivere dolori
ed altre sensazioni legate a passate operazioni condotte sotto
una profonda anestesia totale. La propensione dell’LSD e di altri
psichedelici ad attivare ed amplificare diversi processi neurologici
è così sorprendente che è stata usata da alcuni neurologi cecoslovacchi come strumento diagnostico per rendere manifeste
paralisi latenti ed altri sottili danneggiamenti organici del sistema
nervoso centrale (24). L’aspetto negativo di questa interessante
proprietà dell’LSD è il fatto che può causare attacchi in pazienti
che soffrono di epilessia manifesta, o in quelli che hanno una
latente disposizione a questa malattia. Una rapida sequenza di
attacchi epilettici che potrebbe essere difficile da controllare, il
cosiddetto status epilepticus, rappresenta uno dei pochi seri rischi
fisici alla terapia con LSD. In linea di massima, non sono stato
in grado di scoprire durante la mia analisi dei dati un qualsiasi
effetto farmacologico distinto che fosse costante ed invariante
e che perciò potesse essere considerato specifico della sostanza.
Al momento, considero l’LSD come un potente amplificatore o
catalizzatore non specifico dei processi biochimici e neurofisio73
logici del cervello. Sembra creare una situazione di generale ed
indifferenziata attivazione, che facilita l’emergere di materiale
inconscio da vari livelli della personalità. La ricchezza, nonché la
non usuale variabilità inter e intra soggettiva, può essere spiegata
dalla presenza ed influenza di fattori extra-farmacologici. Nei
successivi paragrafi discuteremo in dettaglio tutte le maggiori
variabili non attribuibili alla sostanza, che sembrano avere una
influenza decisiva sul processo della psicoterapia con LSD. Ne
fanno parte la struttura della personalità e le condizioni concrete
di vita del soggetto, la personalità della guida, la natura della
loro relazione, ed il set e setting delle sedute.
PERSONALITÀ DEL SOGGETTO
Quando si discute della personalità del soggetto in relazione
all’esperienza con LSD, è necessario distinguere se si usano bassi
e medi dosaggi, o si tratti di sedute psichedeliche ad alto dosaggio. Inizialmente ci occuperemo delle variabili più superficiali
della personalità e più avanti delle più profonde strutture, che
agiscono come determinanti dell’esperienza con LSD. Alcune
interessanti variabili della personalità possono già essere osservate nella fase preparatoria del trattamento con LSD, durante
il colloquio iniziale e nel periodo preparatorio. Vi è un gruppo
molto caratteristico di individui che si avvicina alle sedute con
LSD con preoccupazione ed apprensione. Sollevano questioni
e dubbi concernenti l’effetto della sostanza ed il valore della
procedura terapeutica, basati su storie raccapriccianti che hanno
letto sul giornale o sentito alla radio ed in Tv, e mostrano una
tendenza a procrastinare e rimandare la seduta. Non è raro
che questi soggetti abbiano disturbi del sonno o terribili incubi
in vista della concreta prospettiva di prendere la sostanza. Tali
persone hanno bisogno di rassicurazioni di natura generale e
specifica prima di effettuare una seduta con la sostanza. Sembra
esistere una tipica configurazione di conflitti e problemi che
molti di questi individui condividono. Nella loro vita quotidiana
74
sono costantemente concentrati nel mantenere un controllo
sui loro sentimenti e comportamenti. Sono preoccupati dalla
possibilità di una temporanea o permanente liberazione delle
energie istintuali, in particolar modo di quelle di natura sessuale
ed aggressiva, e di involontari scoppi emotivi. C’è una preoccupazione costante riguardo la perdita del controllo e la paura di
vivere imbarazzo sociale o scandalo. La lotta con le forze che
minacciano di emergere dall’inconscio può richiedere molto
tempo ed energia nella vita di queste persone, ed è spesso associata a sentimenti di inferiorità, senso di colpa, e di auto-rimprovero riguardo le pulsioni istintive. Nei casi estremi, ciò può
prendere la forma di paura della follia o della morte. A queste
persone non piacciono le situazioni di affaticamento, malattie
con febbre, deprivazione del sonno, e della fase ipnagogica che
minacciano di ridurre il livello di controllo coscente sugli impulsi
inconsci. In alcuni casi la paura della transizione tra la coscienza
di veglia ed il sonno è così forte che questi pazienti fanno lunghe, faticose passeggiate prima di andare a letto o si tengono
impegnati fino a tarda notte per accorciare la fase ipnagogica
ed accelerare il passaggio al sonno. Dato che l’orgasmo sessuale
richiede una temporanea sospensione del controllo volontario,
tali difficoltà si esprimono nella loro vita sessuale. I problemi
in questa area spaziano dall’impotenza, frigidità, agli orgasmi
incompleti e superficiali, alla tendenza ad evitare del tutto le
situazioni sessuali. Discussioni sulle loro esperienze di relazione
erotica possono rivelare una paura di lasciar andare gli impulsi
aggressivi su se stessi o sui partners, ed un sentimento di terrore
al pensiero che la situazione possa andare “fuori controllo”. Ad
un livello più profondo le fantasie associate possono prendere la
forma di intense paure inconsce di divorare i partners o di essere
divorati da loro. Persone con tali problemi di solito sentono istintivamente o deducono dai racconti d’altre persone, che l’LSD
ha un effetto disinibente, e che la sua somministrazione può
condurre ad una perdita di controllo ed a un potente afflusso
di materiale inconscio. La prospettiva di avere una seduta con
LSD va direttamente al cuore delle paure di questi individui. I
problemi legati alle relazioni sessuali ed all’orgasmo che sono
75
qui descritti, tradiscono la manifestazione di energie perinatali
in queste persone.
Spesso la riluttanza ad avere una seduta con la sostanza è associata alla mancanza di fiducia in qualcuno, altre persone, la
società umana, ed il mondo in generale. Se questi sentimenti
sono all’interno del quadro nevrotico, è necessario impegnare
altro tempo con il paziente per sviluppare un sufficiente livello
di fiducia prima di somministrare la sostanza. Attitudini apertamente paranoiche sulla procedura, specialmente quando il
paziente tende ad includere il terapeuta tra i sospettati persecutori, sarebbero da considerare una controindicazione per la
terapia con LSD. Un approccio entusiastico al trattamento con
LSD, un interesse per la sostanza, ed un’impazienza ad avere
sedute psichedeliche, sono state osservate in un certo tipo di
intellettuali che insoddisfatti dalla opacità, torpore e monotonia
della loro vita quotidiana, sono alla ricerca di insolite, esotiche e
stimolanti esperienze. In questo gruppo, la possibilità di esplorare i recessi nascosti della mente è considerata una eccezionale
opportunità di apprendimento, ed aggiunge un particolare fascino all’esperienza. I pazienti con una forte componente positiva
nella relazione di transfert, qualche volta vedono la maggiore
attrattiva della seduta psichedelica nella prospettiva di avere la
completa e assoluta attenzione del terapeuta per l’intero giorno.
Alcuni di questi pazienti, inconsciamente o a diversi livelli di
consapevolezza, usano la situazione della seduta con la sostanza
come una opportunità di sperimentare, esprimere e manifestare
tendenze altrimenti inaccettabili.
Occasionalmente, si è osservato, in certi pazienti disperati
con poche alternative nella vita, una impazienza ed una forte
motivazione nell’avere la seduta psichedelica. Essi si trovano
nella situazione di conflitto intenso associato a grande angoscia
emotiva. Caratteristiche tipiche includono un serio interrogarsi
sul significato della vita, scherzare con fantasie suicide ed una
mancanza di cura ed un approccio rischioso alle varie situazioni della vita in generale. Incapaci di tollerare l’intensità delle
forze psicologiche conflittuali, e stanchi di fare compromessi
dolorosi, desiderano ardentemente un termine immediato a
76
questo stato agonizzante. Nelle loro fantasie l’LSD diventa la
bacchetta magica che darà sollievo immediato, o attraverso una
guarigione miracolosa, o accelerando la loro autodistruzione.
Se le sedute psichedeliche con questi individui non sfociano
in elementi di morte dell’ego e trascendenza, possono attivare
le esistenti tendenze autodistruttive. È importante cogliere tali
attitudini in anticipo, analizzare le ragioni sottostanti, e discutere
la situazione con il soggetto prima della somministrazione della
sostanza. Tutti i fattori sopra discussi sono di primaria importanza prima della prima seduta con LSD. Quando la sostanza è
stata ripetutamente somministrata nel contesto di una serie di
sedute, la maggior parte dei pazienti comprende le possibilità
che l’esperienza psichedelica può offrire in termini di profonda
auto-esplorazione, per ritrovare le radici dei sintomi emotivi, e
nel risolvere i problemi della vita. Anche quei pazienti che si
preoccupavano circa la perdita del controllo, di solito scoprono
il suo valore terapeutico. Il loro precedente concetto di controllo è sostituito dall’intuizione che la sospensione delle difese è
una esperienza liberatoria. Scoprono un nuovo modo di essere
al mondo, nel quale si può esercitare il controllo senza alcuno
sforzo perché le forze pressanti che richiedevano una costante
attenzione ansiosa sono state sconfitte, eliminate, scaricate. In
linea di massima, tutti i pazienti trattati con sedute ripetute
di LSD tendono a sviluppare un atteggiamento positivo verso
il trattamento. Sebbene dopo sedute particolarmente difficili
alcuni possano mostrare paura e riluttanza a continuare, di
solito non smarriscono la fiducia nel valore del processo. La
principale eccezione a questa regola sono i pazienti con gravi
nevrosi ossessivo-compulsive, che possono mantenere un atteggiamento generalmente pessimistico durante tutta la procedura.
Il loro pessimismo è di frequente rinforzato e confermato da
sedute prive di eventi e da un apparente mancanza di beneficio
terapeutico. Una menzione speciale deve essere fatta per quei
soggetti dotati di una intelligenza superiore e con forti interessi
intellettuali (psicologia, arte, filosofia, religione). Tali soggetti
scoprono rapidamente che le sedute con LSD trascendono
l’orizzonte della tradizionale analisi psicologica del profondo
77
ed offrono opportunità uniche per una seria ricerca filosofica e
spirituale. Come risultato di questa intuizione, intraprendono
l’autoesplorazione psichedelica con grande interesse e coinvolgimento emotivo. In questo contesto, le sedute con LSD possono
essere viste come una opportunità di confrontarsi con i misteri
dell’Universo e con l’enigma dell’esistenza umana. Assumono
una funzione comparabile alle pratiche spirituali delle culture
antiche ed orientali, o dei riti di passaggio, dei culti misterici, e
di varie pratiche esoteriche della tradizione mistica. Abbiamo
inoltre osservato interessanti collegamenti tra la diagnosi clinica
o la sintomatologia di alcuni pazienti e la natura delle loro sedute
con LSD. Queste relazioni sono davvero sorprendenti nel caso
di persone sofferenti di gravi nevrosi ossessivo-compulsive. Tali
pazienti di solito appartengono al gruppo di coloro che sono
spaventati dalla seduta con la sostanza prima di averla sperimentata; tendono a sollevare obiezioni e tipicamente ritardano
l’avvio del trattamento. La loro resistenza all’effetto dell’LSD è
elevata ed anche le sedute con dosaggi massicci sono frequentemente prive di rilievo. La fenomenologia delle loro sedute con
LSD è solitamente limitata ad una lotta contro l’effetto della
sostanza e ad uno sforzo estremo teso a mantenere un pieno
auto-controllo.
Non ci sono praticamente disturbi della percezione ottica e la
sola manifestazione dell’effetto dell’LSD sono le somatizzazioni.
Se provano qualche sentimento insolito, questi pazienti si lamentano a causa degli spiacevoli sintomi fisici, come mal di testa,
debolezza, affaticamento, malessere generale, una tendenza al
collasso o allo svenimento, nausea, abbondante sudora- zione,
brividi e vampate di calore. Potrebbero spaventarsi a causa
della sensazione di perdere il contatto con la realtà, oppure
essere turbati dall’intensificazione delle pulsioni sessuali ed
aggressive, preoccupati da conflitti riguardanti l’auto-stima e
questioni etiche. Le loro sedute sono caratterizzate da intense
lotte interiori e sono, di solito, seguite da sensazioni vistose di
affaticamento. Per i pazienti con nevrosi ossessivo-compulsiva di
forte intensità, potrebbero volerci molte sedute con LSD prima
che le loro resistenze siano intaccate e che le sedute inizino ad
78
avere un più concreto contenuto.
Negli individui con una struttura della personalità isterica, la
natura, il contenuto ed il corso delle sedute con LSD è di solito
differente; come dato di fatto, sembrano essere all’estremo
opposto rispetto alle nevrosi ossessivo-compulsive. L’eccitazione,
ed una forte curiosità riguardo il procedimento, è abbastanza
tipico di questi pazienti ed il loro atteggiamento verso l’esperienza è generalmente molto più positivo. Sono sensibili agli
effetti dell’LSD e frequentemente manifestano reazioni vistose
dopo dosi relativamente piccole. In questo gruppo, i cambiamenti della percezione sono ricchi, con una predominanza
degli elementi visivi e di intense sensazioni corporee. In base
alle osservazioni della psicoanalisi classica, le percezioni di natura erotica sembrano dominare il vissuto reale di questi pazienti. Le loro immagini tendono ad avere un carattere scenico
fluttuante; sono di solito sensazionali, vivide e ricche di colore
con la visualizzazione di incantevoli sogni ad occhi aperti ed
altri elementi di vita immaginativa pieni di desiderio. Questo
fluido sviluppo scenico può essere disturbato quando i pazienti
si avvicinano a costellazioni di ricordi traumatici e patogeni.
Come chiunque altro, i pazienti isterici non sono immuni dalle
esperienze difficili e dolorose nelle sedute psichedeliche. Comunque, sembrano avere una più alta tolleranza alla sofferenza
e possono confrontarsi sia con fasi di orrore disumano e torture,
così come con episodi di rapimento estatico. Durante la psicoterapia con LSD, come in una terapia tradizionale, questi pazienti possono rappresentare particolari sfide e problemi riguardo il transfert ed il controtransfert. Osservazioni tratte dalla
psicoterapia con LSD, confermano le scoperte di Freud riguardo una stretta relazione tra omosessualità e comportamenti
paranoici. Fu ripetutamente osservato che i pazienti con seri
problemi latenti o manifesti concernenti l’omosessualità avevano una maggior predisposizione verso attacchi di panico, percezioni paranoiche, uso della proiezione circa le loro esperienze con LSD, ed interpretazioni errate della situazione e della
seduta in generale. Queste difficoltà di solito si accentuavano
quando una preoccupazione sulle loro problematiche omoses79
suali diventava il centro focale della loro esperienza. Non siamo
stati in grado di individuare nessuna specifica correlazione tra
la depressione e l’esperienza psichedelica. Sebbene l’approfondimento di una depressione pre-esistente ed una intensificazione della ideazione suicida possono essere osservate nelle sedute
con LSD, la condizione clinica di persone depresse frequentemente appare piuttosto labile. Nelle depressioni nevrotiche, una
labilità affettiva può sfociare in una condizione nella quale il
pianto si manifesta simultaneamente con l’euforia e forti risate,
o in una rapida successione. Non è raro che un paziente depresso sperimenti gran parte della seduta in un modo euforico o
addirittura estatico e che un marcato e qualche volta duraturo
miglioramento possa essere notato dopo la seduta. Diverse osservazioni casuali, hanno suggerito che una singola seduta con
LSD possa causare una completa remissione di una grave depressione periodica, senza cambiare la struttura di base della
personalità o prevenire il ritorno di future depressioni nei consueti periodi di tempo. Osservazioni ripetute in pazienti depressi, suggeriscono che la sostanza possa essere utile nel discernere
tra diagnosi di depressioni esogene ed endogene. Pazienti la cui
depressione è di origine esogena solitamente si scontrano, nelle loro sedute, con ricco materiale biografico che è tematicamente e dinamicamente legato alla loro malattia. In pazienti
con depressioni endogene, il contenuto delle sedute è di solito
molto più ristretto e consiste in generale nella accentuazione
delle profonde e primordiali sensazioni che danno vita alla
depressione. In questi pazienti si corre un preciso rischio, che i
loro sintomi clinici possano essere temporaneamente intensificati dopo alcune sedute con LSD. Questa osservazione è in accordo con le esperienze di Arendsen-Hein (5), uno psichiatra
olandese e pioniere nella psicoterapia con LSD. In generale, si
può concludere che la relazione tra gruppi diagnostici e la natura dell’esperienza con LSD, non è sufficientemente distinta e
costante per essere di grande importanza clinica, tranne che in
alcuni casi estremi sopra menzionati. In questo senso, l’LSD sicuramente non può contribuire più di tanto alle diagnosi cliniche redatte mediante i colloqui psichiatrici e con le tecniche
80
diagnostiche convenzionali. La relazione tra la categoria diagnostica originaria del paziente e le sue esperienze psichedeliche
diventa anche più vaga e meno prevedibile nelle sedute con
LSD. Come discuteremo più avanti, ripetute somministrazioni
della sostanza sono associate con maggiori cambiamenti nella
struttura della personalità e frequenti remissioni dei sintomi. Il
valore limitato dell’LSD come strumento ausiliario alla convenzionale diagnosi clinica, contrasta nettamente con il suo potenziale per la diagnosi dinamica. È uno strumento impareggiabile
per l’esplorazione delle forze che formano la personalità di base,
e per lo studio delle strutture dinamiche profonde alla radice
dei sintomi clinici. Nelle sedute con bassi e medi dosaggi di LSD,
e nel periodo finale delle sedute ad alto dosaggio, si può spesso
osservare una marcata intensificazione delle pre-esistenti caratteristiche della personalità e degli schemi di comportamento.
Questo è tipicamente accompagnato dall’accentuazione dei
sintomi clinici o dal ricorrere di effetti emotivi e psicosomatici
di cui il paziente soffriva in passato. Qualche volta questo riattivamento include una storia relativamente recente, e qualche
volta periodi della primissima fanciullezza o addirittura dell’infanzia. Occasionalmente, sintomi completamente nuovi possono
emergere durante la sedute, dei quali il paziente non ricorda di
aver avuto mai prima esperienza. Questo offre una irripetibile
opportunità per il ricercatore di studiare la psicogenesi e fisiogenesi dei sintomi clinici nel processo della loro generazione,
in statu nascendi. La struttura dinamica generale di questi nuovi
sintomi, sembra essere identica con quella delle usuali manifestazioni nevrotiche; rappresenta una formazione di compromesso tra le potenti pulsioni inconsce e le tendenze ed i meccanismi
di difesa. I fenomeni di questo tipo sembrano essere riflessi
nella attivazione ed esteriorizzazione, manifestazione di matrici
latenti dell’inconscio che esistono nella struttura dinamica della personalità. La ragione per cui non si sono manifestate prima
nel corso della vita è che non sono state attivate da forze biochimiche o psicologiche ad un livello tale per influenzare l’ego del
paziente. I cosiddetti sintomi “vegetativi” di frequente sembrano
appartenere a questa categoria. Le caratteristiche individuali
81
che sono amplificate nei dosaggi di basso livello rappresentano
aspetti più superficiale ma di importanza pratica. Nella vita
quotidiana alcuni di questi elementi sono così nascosti che non
vengono identificati, o i soggetti usano vari stratagemmi per
contrastarli e nasconderli. L’LSD può intensificare tali sottili
caratteristiche ad un grado tale da raggiungere un livello caricaturale. Sotto l’effetto della sostanza diventano così espliciti che
non possono sfuggire all’attenzione né del terapeuta né del
soggetto. L’ampio spettro dei fenomeni appartenenti a questo
gruppo può essere diviso in diverse categorie. La prima categoria
include manifestazioni riflettenti reattività emotiva ed un generale
tono, timbro di sensazione. I soggetti possono entrare in profondo
contatto con la loro presente condizione emotiva ed esplorare
le dimensione vissute e le caratteristiche dei vari stati affettivi che
comporta. Probabilmente le intuizioni di maggior valore raggiungibili in questo contesto sono sui sentimenti positivi e negativi verso alcune persone e situazioni, specialmente nella forma
di atteggiamenti ambivalenti e conflittuali. Parimenti, molti pazienti potrebbero sperimentare pienamente ed esprimere le loro
ansietà e varie paure specifiche, depressione e disperazione,
stati di tensione aggressiva, irritabilità ed impulsività, o labilità
emotiva con alternanza di stati d’animo depressi ed euforici.
Un’esperienza che si verifica nei pazienti nevrotici è una sensazione angosciante di solitudine ed isolamento unito ad un senso
di inutilità. La sensazione di essere di troppo, superflui nel mondo e l’incapacità di vedere, cogliere il senso dell’esistenza, sono
frequentemente associate con un bisogno di essere necessari e
desiderati. Individui che hanno vissuto una marcata deprivazione
emotiva ed emarginazione nell’infanzia frequentemente mostrano un intenso bisogno di amore. Tale desiderio ardente usualmente ha forti connotazioni infantili ed include elementi anaclitici. Occasionalmente, esperienze di questo tipo possono sfociare in intuizioni sulla natura infantile di diversi bisogni che danno
dipendenza, e guidano alla comprensione di come questa confusione generi conflitti nella vita quotidiana.
La seconda categoria include problemi legati all’immagine di sé
ed alla stima personale. I fenomeni più frequenti in questa area
82
sono sentimenti angoscianti di inferiorità. Così i pazienti spesso esprimono insoddisfazione, infelicità, o anche si disperano
del loro aspetto fisico. Si lamentano di essere brutti, deformi o
repellenti, accusando difetti fisici immaginari o insignificanti,
ed esagerando enormemente la rilevanza di menomazioni reali.
Questa preoccupazione riguardo l’auto-stima è spesso messa in
relazione con le capacità intellettuali. I soggetti si descrivono
come stupidi, lenti di intelligenza, privi di immaginazione, incapaci, rozzi ed ignoranti, spesso in contraddizione con le loro
reali qualità e successi sociali. È tipico del gruppo nevrotico
comparare le loro abilità in modo sfavorevole con quelle di altre
persone importanti, come parenti, fratelli e sorelle, colleghi, ed
altri pazienti. Ciò è di solito proiettato sul terapeuta, che è altamente idealizzato e considerato di gran lunga superiore sotto
ogni aspetto. Come risultato, i pazienti possono impegnare molto
tempo ed energia emotiva nel rimugginare ossessivamente sul
fatto di non meritare l’attenzione che è loro offerta, e che altri
pazienti farebbero un miglior uso del tempo del terapeuta. Una
manifestazione di ciò è la scarsa stima morale di se stessi ed i
conflitti tra le pulsioni istintuali ed i principî etici ed estetici. Si
sentono esseri umani cattivi, malvagi, disgustosi e senza valore e
vedono le loro vite completamente immorali e peccaminose. Si
percepiscono nel ruolo di chi sfrutta, tradisce, offende le altre
persone. Ciò può raggiungere tali proporzioni che alcuni soggetti
parlano di sentirsi sporchi, pervertiti, bestiali o che addirittura
elementi criminali siano presenti nella loro personalità. In molti
casi queste ripugnanti caratteristiche coinvolgono tendenze ed
attività che sono piuttosto triviali. Un’altra variazione di bassa
auto-stima è il sentimento di inferiorità emotiva. Alcuni soggetti
si lamentano che mentre gli altri li trattano con amore e premura,
loro sono incapaci di ricambiare queste emozioni. Si sentono
incapaci di provare affetto genuino ed attenzione umana verso i
loro figli, mariti, amanti, genitori o fratelli e sorelle. Altre comuni
manifestazioni in questa area sono un angosciante senso di colpa,
rimorsi di coscienza, ed auto-accusa.
Meno frequentemente, si può osservare un’attivazione delle
tendenze di megalomania, come un innaturale vantarsi e va83
nagloriarsi, atteggiamenti condiscendenti e pseudoautoritari,
esagerate dimostrazioni di forza, indulgere in attacchi caustici e
commenti ipercritici o la tendenza al cinismo ed a ridicolizzare,
schernire. L’amplificata qualità caricaturale di queste manifestazione rende facile riconoscerle come stratagemmi compensatori
che nascondono sottostanti sentimenti di inferiorità e inadeguatezza di fondo. Queste dinamiche piuttosto regolarmente
riflettono importanti problemi pre-esistenti nel soggetto.
La terza categoria di fenomeni, include l’accentuazione di
schemi tipici nella reattività sociale del soggetto. Alcuni individui mostrano un marcato miglioramento della socialità, con
un incessante ricerca del contatto umano, parlano senza mai
fermarsi, ed una inclinazione a fare i pagliacci, scherzare ed
intrattenere gli altri. Qualche volta vi è un enorme bisogno
di attenzione e la sua mancanza, immaginata o reale, è vissuta
come molto dolorosa. Questo potrebbe essere legato a diverse
manovre per ottenere l’attenzione, tipicamente quelle usate
in qualche modo nella vita quotidiana. Possono variare da
rumorose e teatrali esibizioni a comportamenti affettuosi ed
alla ricerca di un contatto fisico. Alcune volte la componente
erotica può balzare in primo piano; questa prende la forma di
civetteria, seduzione, aggressione sessuale di livello minore, o
verbalizzazione piena di allusione sessuali o di manifeste oscenità.
Viceversa, si può osservare una marcata accentuazione dei meccanismi di desistenza, rinuncia che il soggetto usa abitualmente
nella vita quotidiana. La rinuncia psicologia e la riluttanza ad
interagire con le persone in una seduta con LSD può essere
espressione di una mancanza di interesse nella socializzazione
ed una preferenza per una introspezione esteticamente ed
intellettualmente più attraente. Comunque, in alcuni casi può
essere la manifestazione di complicati problemi interpersonali
e conflitti interni. Il rifiuto del contatto umano può riflettere
la paura che il paziente ha delle persone e la sua scarsa stima
personale. Qualche volta questo deriva da un sentimento sottostante di essere insignificante, poco interessante, sgradevole, o
disgustoso; in altri può essere legato ad una forte paura di essere
rifiutati. L’inclinazione a chiudersi può anche riflettere conflitti
84
e problemi legati all’aggressività: la presenza di altre persone, le
loro espressioni e comportamenti, sono vissuti come irritanti ed
innescano impulsi ostili che sono inaccettabili e spaventosi. In
questo caso, la rinuncia è messa al servizio dell’autocontrollo.
Un problema tipico che una seduta con LSD può amplificare è il
conflitto tra il bisogno di compagnia e l’inclinazione a rimanere
soli. Il paziente ha paura di rimanere solo ma allo stesso tempo
non può sopportare la compagnia degli altri; ha un desiderio
intenso di contatto umano ma è allo stesso tempo spaventato
da esso. Un’altra frequente occorrenza è l’intensificazione degli
schemi di comando e di sottomissione. Questo può riflettersi in
marcate tendenze a manipolare, controllare, criticare, o fare da
mentore agli altri. Il soggetto può creare situazioni di competizione o di prove di forza, o di discredito, umiliazione e derisione
degli altri. Allo stesso modo, manifestazioni di sottomissione
possono essere accentuate fino ad un estremo caricaturale. Alcuni soggetti cominciamo a scusarsi per i più inverosimili motivi
e richiedono rassicurazioni sul fatto che non stanno invadendo.
Altri prendono a domandare se stanno offendendo o ferendo
qualcuno, o vogliono essere rassicurati che nessuno sia arrabbiato
con loro. Irresolutezza, un ansia appiccicosa e comportamenti
di dipendenza passiva, possono raggiungere livelli estremi e
sfiorare comportamenti anaclitici. È frequentemente osservata
la disperata lotta per mantenere il pieno controllo di sé. Come
già descritto precedentemente, questa si verifica in soggetti
che hanno vari problemi con l’autocontrollo anche nella vita
di tutti i giorni. Viceversa, individui con una ricca vita interiore
alla quale possono rivolgersi come scudo protettivo contro la
traumatizzante realtà, spesso si lamentano nella seduta con
LSD della loro incapacità a collegarsi pienamente sia al mondo
esterno che alla loro esperienza interiore. Mentre bassissimi
dosaggi di LSD attivano ed accentuano strati superficiali della
struttura della personalità che svolgono un ruolo importante
nella interazione di tutti i giorni, più alti dosaggi portano alla
luce forze e tendenze dinamiche del profondo.
Dopo che la dose di LSD ha raggiunto una certa soglia critica,
che varia considerevolmente da persona a persona, una sor85
prendente inversione psicologica può essere spesso osservata.
A questo punto, diverse potenti tendenze che sono contrarie ai
suddetti elementi superficiali tendono ad emergere e a dominare il campo d’esperienza ed il comportamento del soggetto.
Queste rappresentano importanti tendenze dinamiche nascoste
che sono ostacolate e controllate nelle condizioni normali da
vari meccanismi di difesa. Mentre i fenomeni precedentemente
discussi conducono ad una migliore conoscenza degli aspetti
manifesti della personalità, l’emergenza delle tendenze profonde può contribuire significativamente alla comprensione delle
dinamiche della struttura della personalità.
Questa inversione è osservata nelle persone estremamente remissive ed ansiose che nella loro esistenza quotidiana sono timide,
timorose ed eccessivamente educate, e che evitano meticolosamente qualsiasi conflitto interpersonale. Dopo aver perso la
lotta per l’auto-controllo, questi individui mostrano una marcata
aggressività con tendenze ostili e distruttive. Una temporanea
conversione di natura analoga, è piuttosto comune in soggetti
che normalmente vivono forti inibizioni sessuali, pregiudizi
vittoriani, un’eccessiva propensione ad imbarazzarsi, ed inclinazioni verso l’ascetismo, il puritanesimo, severità di costumi.
Nelle sedute con LSD di tali persone, le manifestazioni sessuali
di frequente dominano l’esperienza. Questi soggetti tendono
verso la civetteria, verso un comportamento frivolo o di seduzione, ed un esibizionismo con un sottotono sessuale. Possono
abbandonarsi ad oscenità, mostrare segni di aggressività sessuale,
o tentare di masturbarsi in presenza dei terapeuti.
Cambiamenti improvvisi e sensazionali possono verificarsi nelle
persone che normalmente soffrono di intensi sentimenti di
inadeguatezza ed inferiorità. Tendono a diventare pomposi ed
eccessivamente sicuri di sé, a manifestare tendenze dittatoriali
e di dominio, ed a esprimere idee e fantasie megalomani. Viceversa, nelle persone marcatamente autoritarie che sono eccessivamente autocratiche nella loro vita normale e che ostentano
la forza, di frequente si manifesta il carattere compensatorio e
difensivo dei loro atteggiamenti. Sotto l’influenza dell’LSD, i
sentimenti sottostanti di insicurezza, scarsa stima di sé, di im86
potenza, emergono e dominano il campo d’esperienza. Molti
pazienti maschi che nella vita manifestano orgoglio maschile e
comportamenti da macho con un enfasi sulla cultura fisica, che
accentuano la superiorità e supremazia del maschio, e trattano
le donne con ironia e disprezzo, scoprono in queste sedute di
avere seri dubbi sulla loro mascolinità e coltivano intense paure
omosessuali. Ugualmente, l’ipersensibilità, la fragilità emotiva ed
una eccessiva vulnerabilità, appaiono nelle sedute di persone con
atteggiamenti cinici verso il mondo, che deridono i sentimenti
umani ed i valori positivi della vita.
È anche piuttosto comune che persone di orientamento religioso, che sono state allevate in famiglie dominate dal fanatismo
religioso e dal bigottismo, spesso manifestano forti tendenze
antireligiose e fanno commenti blasfemi ed eretici. Viceversa,
persone estremamente razionali e logiche, la cui aderenza
ai valori pragmatici della ragione ha un carattere difensivo,
spesso mostrano ad un livello più profondo, intense tendenze
verso paure metafisiche, ideazione irrazionale, superstizione, e
pensiero magico.
Diversi aspetti della struttura della personalità sopra discussi – la
facciata superficiale, le profonde forze dinamiche alla radice, e
l’interazione tra le due – possono manifestarsi nelle sedute con
LSD in molti differenti modi. Questi elementi possono essere
sperimentati nella forma di emozioni, sensazioni fisiche, specifici
processi di pensiero e schemi di comportamento. Comunque,
sono più tipicamente associati con una varietà di cambiamenti
percettivi in tutte le sfere sensoriali. Questo può risultare in
una sistematica distorsione dell’immagine del corpo, intricate
trasformazioni autosimboliche, ed esperienze di complesse
scene simboliche, nelle quali non solo l’autopercezione ma
la percezione delle persone ed anche dell’ambiente fisico è
drasticamente cambiata. Invece di tentare di descrivere l’intero
spettro di fenomeni che possono occorrere in questo contesto, riepilogheremo brevemente il simbolismo animale che è
particolarmente ricorrente. Molti soggetti si identificano con
animali che tradizionalmente rappresentano certe inclinazioni
o comportamenti. Così l’immedesimazione in uno stile di vita da
87
predatore come una tigre, un leone, un giaguaro, una pantera
nera può divenire veicolo della manifestazione degli intensi sentimenti aggressivi del soggetto. L’identificazione con una scimmia
può riflettere tendenze perverse polimorfe e l’abbandonarsi ai
piaceri genitali e pre-genitali. Una forte pulsione sessuale può
essere rappresentata dalla trasformazione in uno stallone o in
un toro. Una forte componente di lussuria e di promiscuità
indiscriminata, potrebbe essere simbolizzata da un cinghiale.
La vanità mascolina e di esibizionismo sessuale possono essere
messi in ridicolo da una rappresentazione autosimbolica nelle
vesti di un rumoroso uccello su una montagna di sterco. Una
scimmia o un bue possono simbolizzare la stupidità, un mulo
può indicare testardaggine, mentre un maiale solitamente rappresenta trascuratezza, sciatteria e vizi.
In sedute nelle quali il soggetto rimane ad occhi aperti, gli eventi
intrapsichici possono proiettarsi sulle altre persone o anche
sull’ambiente fisico. I terapeuti, infermieri, altri pazienti , amici
e parenti possono essere illusoriamente trasformati in rappresentanti delle tendenze istintuali del soggetto. Possono essere
percepiti come sadici, libertini, pervertiti, criminali, assassini, o
personaggi demonici. Viceversa, possono personificare inclinazioni critiche del Superego ed essere visti come figure di genitori,
giudici, poliziotti, carcerieri, o come carnefici, boia. All’estremo,
l’intera situazione umana ed ambientale può essere totalmente
trasformata in una scena di un bordello, harem, orgia sessuale,
di un sotterraneo medievale, di un campo di concentramento,
un aula giudiziaria o nel braccio della morte. Analisi dettagliate
della forma e del contenuto di questi fenomeni, usando il metodo della libera associazione, possono diventare una fonte di
informazioni addizionali, specifiche ed importanti sulla personalità del soggetto. Ciascuna di queste immagini può più tardi
essere usata per un ulteriore lavoro terapeutico; per esempio, le
scene complesse sopra menzionate sono particolarmente adatte
alle tecniche gestaltiche sviluppate da Fritz Perls per l’analisi dei
sogni (79). Così le esperienze con LSD rappresentano in una
forma condensata e simbolica i principali problemi emotivi del
paziente che sono strettamente legati alle diverse situazioni della
88
sua storia passata e della sua presente situazione di vita. Uno
studio degli elementi dell’esperienza con LSD, usando la tecnica
di Freud o i nuovi approcci esperienziali, rivela similitudini tra
la loro struttura dinamica e la struttura dei sogni. Freud chiamò
i sogni la “via regia” all’inconscio, e questo è ancora più vero
per le esperienze con LSD.
un paziente esprime il modo in
cui, durante una sessione psichedelica, vede la situazione nel suo
matrimonio. Sua moglie gli appare
come un mostruoso predatore;
lui è un indifeso topolino appeso
alla sua bocca. Questa esperienza
fu fortemente contraddistinta da
sottostanti elementi perinatali
Le associazioni sui contenuti sperimentati durante una seduta
con LSD, conducono direttamente ad importanti problemi
emotivi dei soggetti. La capacità dell’LSD ad attivare selet- tivamente il materiale inconscio con maggiore carica emotiva,
rende questa sostanza uno strumento eccezionale per le diagnosi
psicodinamiche. Anche una sola somministrazione di LSD può
essere sufficiente per identificare le aree dei più significativi
conflitti, ed aiutare a discriminare tra i problemi rilevanti e quelli
irrilevanti. Tutte le esperienze con LSD sono sovradeter- minate, ed esprimono nella criptica stenografia del loro linguaggio
simbolico i problemi chiave della personalità 1.
Il significato dei fattori della personalità, diventa più evidente
89
quando la sostanza è somministrata ripetutamente nella cornice
di una intera serie terapeutica. In queste condizioni il soggetto
è solitamente in grado di seguire le tracce di diversi sintomi
emotivi e psicosomatici, atteggiamenti interpersonali e schemi
di comportamento, fino alle loro fonti profonde nell’inconscio.
Questo accade piuttosto spontaneamente in alcuni casi, senza
l’uso di libere associazioni o dell’aiuto interpretativo da parte del
terapeuta. Più sedute con LSD possono essere comprese come un
processo di progressiva attivazione e rivelazione, manifestazione
del contenuto delle matrici dinamiche nell’inconscio. La natura
dell’esperienza con LSD dipende dal livello a cui viene attivato
l’inconscio e diventa il centro della consapevolezza conscia.
Sebbene la natura dell’inconscio sia olografica, multi- livello e
multidimensionale, è utile per scopi teoretici e pratici distinguere certe principali sfere d’esperienza. Ciascuna di esse ha un
contenuto distinto, è governata da specifici sistemi dinamici, e
ha un significato caratteristico per il funzionamento mentale.
Si possono evidenziare le seguenti tre categorie di fenomeni
indotti con l’LSD :
a.Esperienze psicodinamiche
b.Esperienze perinatali
c.Esperienze transpersonali
Ometteremo in questo contesto il livello astratto o estetico dell’esperienza con LSD che sembra riflettere la stimolazione chimica
degli organi di senso e non è rilevante dal punto di vista di una
più profonda comprensione della struttura della personalità 2.
ESPERIENZE PSICODINAMICHE
Le esperienze che appartengono a questa categoria derivano
dal materiale biografico del soggetto, particolarmente da eventi
di marcato rilievo emotivo. Sono legati ad importanti ricordi,
problemi e conflitti irrisolti dei vari periodi della vita dell’individuo fino alla prima infanzia. Le esperienze psicodinamiche si
originano in aree della personalità umana che sono generalmen90
te accessibili negli stati normali di coscienza, o nell’inconscio
individuale che contiene materiale biografico represso. I più
semplici fenomeni psicodinamici si presentano come eventi del
passato che riviviamo. Le esperienze più complicate includono
combinazioni di vari elementi della memoria, pittoresche concretizzazioni delle fantasie, drammatizzazioni di mirabolanti
sogni ad occhi aperti, visualizzazione di ricordi, ed altri complessi
intrecci di fantasia e realtà. Inoltre, il livello psicodinamico abbraccia una varietà di esperienze che contengono importante
materiale inconscio nella forma di maschere simboliche, criptiche
distorsione difensive, ed allusioni metaforiche. Le esperienze
a livello psicodinamico nelle sedute con LSD possono essere
comprese a grandi linee nei termini dei concetti base della
psicoanalisi. Se gli episodi psicodinamici fossero l’unico tipo
dell’esperienza con LSD, le osservazioni dalla psicoterapia con
LSD potrebbero essere considerate una prova di laboratorio
della cornice concettuale freudiana. Le dinamiche psicosessuali
e i conflitti di base descritti da Freud si rendono manifesti con
insolita chiarezza e vivacità, specialmente in soggetti ingenui.
Sotto l’influenza dell’LSD, queste persone sperimentano una
regressione alla fanciullezza ed alla prima infanzia, rivivono
vari traumi psicosessuali e si trovano di fronte a conflitti legati
alle attività nelle differenti zone libidiche. Devono fronteggiare
alcuni dei problemi psicologici di base descritti dalla psicoanalisi, come il complesso di Edipo e di Elettra, le inclinazioni al
cannibalismo, conflitti riguardo l’uso del vasetto, l’angoscia da
castrazione e l’invidia del pene. Comunque, per una più completa comprensione di queste sedute e delle conseguenze che
hanno per le condizioni cliniche di pazienti psichiatrici e per la
loro struttura della personalità, un nuovo principio deve essere
introdotto nel pensiero psicoanalitico. Molti fenomeni indotti
dall’LSD a questo livello possono essere compresi ed alcuni di essi
anche previsti, se si pensa in termini di specifiche costellazioni
di ricordi, per indicare le quali, uso il nome di sistemi COEX (
sistemi di esperienza condensata ) 3.
Questa concezione scaturì dalla mia analisi della fenomenologia
delle sedute terapeutiche con LSD condotte nella prima fase
91
della mia ricerca psichedelica a Praga. Si dimostrò di grande
aiuto per la comprensione delle dinamiche della fase iniziale
della terapia psicolitica con pazienti psichiatrici.
Un sistema COEX può essere definito come una specifica costellazione di ricordi, memorie (e fantasie associate) di diversi
periodi della vita dell’individuo. I ricordi appartenenti ad un
particolare sistema COEX hanno un tema di base affine o contengono elementi simili e sono accompagnati da una forte carica
emotiva della stessa qualità. Gli strati più profondi di questo sistema sono rappresentati da vividi ricordi di esperienze del periodo
della fanciullezza e della prima infanzia. Strati più superficiali
abbracciano ricordi di periodi successivi, che ricon- ducono alla
situazione attuale di vita. Questa eccessiva carica emotiva che è
unita ai sistemi COEX (come è indicato dalla potente abreazione
che spesso accompagna il manifestarsi di questi sistemi nelle
sedute con LSD ) sembra coagulare la somma delle emozioni
appartenenti a tutti i ricordi componenti un tipo specifico. I
sistemi COEX individuali includono peculiari meccanismi di
difesa, e sono connessi con specifici sintomi clinici. La dettagliata
interrelazione tra le parti costituenti un sistema COEX è in molti
casi in accordo con il pensiero freudiano: l’innovazione teoretica
è il concetto di un sistema dinamico organizzante. La struttura
della personalità dei pazienti psichiatrici solitamente implica
diversi ed importanti sistemi COEX. La loro forma specifica,
numero, estensione ed intensità varia considerevolmente da un
individuo all’altro. Il livello psicodinamico dell’inconscio, e così
il ruolo dei sistemi COEX, è molto meno incisivo in individui la
cui infanzia non è stata particolarmente traumatica. In accordo
alle qualità di base della carica emotiva, possiamo differenziare
tra sistemi COEX negativi (che condensano spiacevoli esperienze
emotive) e sistemi COEX positivi (che condensano piacevoli
esperienze emotive del passato individuale). Sebbene ci siano
certe interdipendenze e sovrapposizioni, i sistemi COEX individuali funzionano in modo relativamente autonomo. In una
complicata interazione con l’ambiente, possono influenzare
selettivamente la percezione che il soggetto ha di se stesso e
del mondo, i suoi sentimenti o pensieri, ed anche i processi so92
matici. I fenomeni osservati nelle sedute con LSD – nelle quali
predomina l’aspetto psicodinamico – possono essere compresi
come successive esteriorizzazioni, abreazioni, ed integrazioni
dei sistemi COEX negativi nel soggetto, come una apertura all’influenza di quelli positivi. Quando un sistema COEX negativo
si avvicina al campo d’esperienza, un cambiamento specifico
prende corpo nel contenuto delle sedute con LSD. Questo
sistema assume una influenza coercitiva, di comando su tutti
gli aspetti dell’esperienza psichedelica. Determina la direzione
nella quale l’ambiente fisico e la cornice interpersonale sono
illusoriamente trasformati; detta il modo in cui il soggetto vede
e percepisce se stesso, e domina le reazioni emotive, i processi di
pensiero, ed alcune manifestazioni fisiche. In generale, il sistema
COEX gioca un ruolo di comando fino a ché i vecchi ricordi,
o il suo contenuto essenziale, non siano stati completamente
rivissuti ed integrati. Dopo che ciò è avvenuto, un altro sistema
s’impone e domina il campo d’esperienza. Di frequente, molti
sistemi COEX si alternano durante la seduta o durante una sequenza di sedute, attivando un processo parallelo di abreazione
ed integrazione. Una interdipendenza molto interessante può
essere dimostrata tra le dinamiche dei sistemi COEX e gli eventi nel mondo esterno. È già stato menzionato che un sistema
COEX determina la percezione soggettiva dell’ambiente e le
reazioni ad esso. Viceversa, alcuni elementi del setting o eventi
particolari durante la seduta possono attivare un sistema COEX;
discuteremo questo meccanismo ancora in collegamento con
l’importanza del set e setting delle sedute con LSD. La funzione
di comando di un sistema COEX attivato, potrebbe non limitarsi
alla fase dell’azione farmacologia dell’LSD; può continuare per
giorni, settimane o nei mesi successivi alla seduta. I principî delle
dinamiche dei COEX sono così importanti per la comprensione
dell’effetto terapeutico delle sedute psicodinamiche con LSD,
così come delle loro complicazioni.
(Vedi i capitoli 5 e 6 sulle Complicazioni della Psicoterapia con LSD e sullo
Svolgimento della psicoterapia con LSD) .
Prima di concludere questa discussione degli aspetti psicodinamici e biografici delle sedute con LSD, è importante menzionare
93
una categoria di esperienze che rappresenta una transizione
tra l’area psicodinamica e il successivo livello perinatale, che è
focalizzato sui fenomeni di nascita e morte, o di morte e rinascita. Questo gruppo di transizione abbraccia il rivivere ricordi
traumatici della vita di un individuo che sono di natura fisica
piuttosto che di natura puramente psicologica. Tali ricordi hanno a che fare con situazione del passato che rappresentano una
minaccia per la sopravvivenza e l’integrità del corpo. Coprono
un ampio spettro: da gravi operazioni, pericolose ferite, malattie gravi, casi di quasi annegamento fino ad episodi di crudele
abuso psicologico e fisico. Ricordi di imprigionamento in campi
di concentramento, di essere sottoposti a lavaggio del cervello
ed a tecniche interrogatorie tipiche dei nazisti o dei comunisti, e maltrattamenti nell’infanzia, possono essere menzionati
come esempi specifici dell’ultimo gruppo. Questi ricordi sono
chiaramente di natura biografica, anche se tema- ticamente
sono strettamente legati alle esperienze perinatali. Non di rado,
l’esperienza di rivivere traumi fisici, si verifica simultaneamente
con l’esperienza della sofferenza della nascita.
Sembrano inoltre svolgere un ruolo importante nella psicogenesi
dei vari disordini emotivi, non ancora riconosciuto e compreso
dalle scuole di psicoterapia dinamica. Questo è particolarmente
vero nei casi di depressioni, comportamenti suicidi, sado- masochismo, ipocondrie, e disordini psicosomatici.
ESPERIENZE PERINATALI
Il fulcro delle esperienze che si originano in questa area dell’inconscio è l’insieme di questioni legate alla nascita biologica, al
dolore fisico, alla malattia, all’invecchiamento, al processo del
morire ed alla morte. Dobbiamo sottolineare che l’incontro con
questi aspetti critici, fondamentali della vita umana, prende la
forma di profonde esperienze “di prima mano”, direttamente vis94
sute, piuttosto che solo la forma di un confronto simbolico. Una
peculiare ideazione escatologica, visioni di guerre, rivoluzioni,
campi di concentramento, incidenti, cadaveri in decomposizione, bare, cimiteri e cortei funebri, ricorre come illustrazione
tipica e concomitante con le esperienze perinatali. Hanno tutte
una concretezza estrema al punto che il soggetto di frequente le
confonde con il reale morire. Non è raro che i pazienti in questa
situazione perdano il senso critico e sviluppino l’errata convinzione che il crollo fisico sia imminente. Il devastante confronto
con questi aspetti spaventosi dell’esistenza e la profonda presa
d’atto della vulnerabilità e della caducità in quanto creature
biologiche, hanno due importanti conseguenze. La prima è
una crisi emotiva e filosofica che costringe ad interrogarsi sul
significato dell’esistenza. Attraverso queste esperienze comincia una comprensione, non solo intellettuale, ma ad un livello
quasi cellulare, che, non importa cosa facciamo, non possiamo
sfuggire all’inevitabile. I pazienti sanno che dovranno lasciare
questo mondo, spogli di ogni cosa che abbiano conquistato o
accumulato. Questo processo di crisi ontologica è di solito associato ad un confronto con i valori fondamentali. Le ambizioni
mondane, le spinte alla competizione, la brama per la posizione
sociale, il potere, la fama, il prestigio ed i possessi, tendono a
sfumare quando sono percepiti alla luce della fine inevitabile,
nell’ottica dell’annullamento biologico.
L’altra conseguenza di questo incontro con la morte, è lo
schiudersi di esperienze spirituali che sembrano costituire una
parte naturale della personalità umana e sono indipendenti
dall’educazione culturale e religiosa dell’individuo. L’unico
modo per risolvere il dilemma descritto sopra, è accedere alla
Trascen- denza. L’individuo deve trovare punti di riferimento
oltre i confini del suo corpo ed oltre le limitazioni del tempo
della sua vita individuale. Sembra che chiunque sperimenti questi
livelli, sviluppi poi intuizioni sull’esistenza di una dimensione
spirituale nello schema universale delle cose. Anche scienziati
di orientamento positivista, materialisti convinti, scettici e cinici,
atei senza compromesso come i politici marxisti, improvvisamente vengono attratti dalla ricerca spirituale, dopo aver provato in
95
prima persona questi livelli. La sequenza di morte e nascita ( o
rinascita) che è caratteristica del processo, è di frequente molto
drammatica e implica concomitanti biologiche, evidenti anche
all’osservatore esterno. I soggetti possono trascorrere ore in
sofferenze agonizzanti, con contorsione facciali, respiro affannato e scaricando un enorme quantità di tensione muscolare
in tremori, tic, violenti scuotimenti e complessi movimenti di
contrazione. La faccia può farsi viola scuro o pallida come un
morto, ed il polso mostra una considerevole accelerazione. La
temperatura del corpo di solito oscilla in un ampio raggio, la
sudorazione può essere profusa, abbondante, e la nausea con
stimolo a vomitare è una occorrenza frequente. Non è chiaro
al momento attuale della ricerca come le suddette esperienze
siano legate alle circostanze della reale nascita biologica dell’individuo. Alcuni soggetti dell’esperienze con LSD si riferiscono
ad esse come ad un rivivere il trauma della nascita, altri non
fanno questo collegamento esplicito e concettualizzano il loro
incontro con la morte e la rinascita in termini puramente simbolici, filosofici e spirituali. Comunque, anche in questo ultimo
gruppo, le esperienze perinatali sono abbastanza regolarmente
accompagnate da un complesso di sintomi fisici che possono
meglio essere interpretati come un derivato della nascita biologica. In aggiunta alle scariche motorie simili all’epilessia ed alle
altre condizioni descritte, possono esserci difficoltà cardiache ed
irregolarità, ed una ipersecrezione di muco e saliva. Tali soggetti
assumono anche varie posture fetali e si muovono in sequenze
che hanno una similarità con quelle del neonato durante le
fasi del parto biologico. Inoltre, riferiscono di frequente visioni
o identificazioni con feti e bambini appena nati. Altrettanto
comune sono molte autentiche sensazioni neonatali, posture e
comportamenti, così come visioni di genitali femminili e seni.
Il più complesso e ricco contenuto delle sedute con LSD che
riflette questo livello dell’inconscio, sembra rientrare in quattro
categorie tipiche o schemi di esperienza. Cercando una semplice concettualizzazione di questa osservazione, fui colpito dal
sorprendente parallelo tra questi schemi e le fasi cliniche del
parto. Si dimostrò molto utile per scopi didattici, considerazioni
96
teoretiche, e per la pratica della psicoterapia con LSD, collegare
queste quattro categorie di fenomeni alle quattro fasi consecutive
del processo di nascita biologica e alle esperienze del bambino
nella fase perinatale. Per amor di brevità, mi riferisco alle strutture funzionali nell’inconscio che manifestano questi quattro
schemi d’esperienza come Matrici Perinatali di Base (MPB I-IV).
Li considero come ipotetici sistemi che hanno funzioni simili
– a livello perinatale – di quelle dei sistemi COEX a livello psicodinamico. Le matrici di base perinatali hanno propri contenuti
specifici; esperienze concrete, legate alle fasi del processo di
nascita biologica e alla loro controparte simbolica e spirituale
(esemplificata da elementi di unità cosmica, di essere risucchiati
dall’universo, nessuna via d’uscita, lotta tra la vita e la morte,
ed esperienza di morte-rinascita). Inoltre per manifestare un
contenuto specifico, le matrici perinatali di base funzionano
anche come principî organizzativi del materiale proveniente da
altri livelli dell’inconscio. Le esperienze perinatali possono così
presentarsi nelle sedute psichedeliche insieme con materiale
di natura psicodinamica legato a vari sistemi COEX, ed anche
in associazione con certi tipi di esperienze transper- sonali.
Concomitanti che con particolare frequenza accompagnano
l’esperienza di nascita sono i ricordi di malattie, operazioni ed
incidenti, fenomeni archetipici (specialmente immagini della
Madre Terribile e della Grande Madre), elementi di coscienza
collettiva, esperienze ancestrali e filogenetiche, e ricordi di
passate incarnazioni. Le matrici perinatali si collegano con
l’attivazione delle zone erogene studiate da Freud e con specifiche categorie di disturbi psichiatrici. Tutte queste complesse
interrelazioni sono mostrate, sotto forma di schema sinottico,
nelle pagine che seguono. Esso fornisce delle indicazioni per
la comprensione di aspetti delle esperienze con LSD altrimenti
enigmatici ed inoltre contiene lungimiranti implicazioni per la
teoria psichiatrica. Questo schema dimostra, sopra ogni cosa,
lo stretto parallelismo tra le fasi del parto biologico e le fasi del
prodursi dell’orgasmo sessuale. La similarità tra questi due schemi biologici è un fatto di fondamentale importanza teoretica.
Rende possibile spostare l’enfasi eziologica, nella psicogenesi
97
dei disordini emotivi, dalle dinamiche sessuali alle matrici perinatali, senza negare l’importanza e la validità dei principî di
base freudiani per la comprensione dei fenomeni psicodinamici
e la loro mutua interrelazione. Nei paragrafi seguenti, le Matrici
Perinatali di Base saranno discusse nella sequenza nella quale le
fasi del parto biologico si susseguono durante la nascita. Nelle
sedute con LSD questo ordine cronologico non è rispettato,
e le caratteristiche delle matrici possono presentarsi nei più
variegati schemi sequenziali. Il processo di morte-rinascita non
consiste di una singola esperienza di morte e di rinascita, non
importa quanto profonda e completa questa esperienza possa
apparire. Di regola ci vogliono un gran numero di sequenze
di morte-rinascita ed un intera serie di sedute di LSD ad alto
dosaggio per raggiungere il materiale a livello perinatale, in
tutte le sue manifestazioni biologiche, emotive, filosofiche e
spirituali. In questo processo l’individuo deve confrontarsi con
le radici della disperazione umana, angoscia metafisica e solitudine, brutale aggressività, abissale senso di colpa e sentimenti
di inferiorità, così come sopportare disagio fisico e l’agonia del
totale annichilimento.
Queste esperienze danno accesso all’estremo opposto dello
spettro: a sensazioni orgiastiche di proporzioni cosmiche, di liberazione spirituale e di illuminazione, ad un senso di connessione
estatica con tutto il creato, ed unione mistica con il principio
creatore nell’universo. La terapia psichedelica, coinvolgendo
esperienze del livello perinatale, sembra essere la versione attuale di un processo che è stato praticato per millenni in vari
culti misterici, riti di passaggio, iniziazioni segrete ed incontri
religiosi di sette estatiche.
98
MPB I
Sindromi Psicopatologiche:
psicosi schizofreniche (sintomatologia
paranoica, sentimenti di unione mistica,
incontro con malvagie forze metafisiche,
esperienze karmiche); ipocondria (basata
su sensazioni fisiche strane e bizzarre);
allucinazione isterica e confusioni di sogni
ad occhi aperti con la realtà
Attività corrispondenti nelle zone erogene freudiane:
soddisfazione della libido in tutte le zone erogene; sensazioni di
piacere durante immersione in acqua e dondolio; approssimazione a questa condizione dopo la soddisfazione orale, anale,
uretrale o genitale e dopo il parto
Ricordi relativi alla vita Postnatale:
situazioni relative alla vita biografica dove importanti bisogni
sono soddisfatti, come felici momenti dell’infanzia e fanciullezza
(buone cure materne, gioco con i compagni, periodi armoniosi
in famiglia ecc.), amore gratificante, gite o vacanze in bei paesaggi; contatto con creazioni artistiche di alto valore estetico;
nuotare nell’oceano o in limpidi laghi ecc.
Fenomenologia nelle sedute con LSD:
Vita intrauterina indisturbata: reminiscenze realistiche di esperienze di “buon grembo”; estasi di tipo “oceanica”; esperienza
di unità cosmica; visioni del Paradiso.
Disturbi della vita intrauterina: reminiscenze realistiche di “ esperienze di cattivo grembo” (crisi fetali, malattie e sbalzi emotivi
della madre, situazioni gemellari, aborti tentati), inabissamenti
cosmici; ideazione paranoica; sensazioni fisiche spiacevoli (postumi di una sbornia, brividi e spasmi acuti, sapori sgradevoli,
disgusto, sensazioni di essere avvelenati); relazione con varie
99
esperienze transpersonali (elementi archetipici, ricordi razziali
ed evoluzionistici, incontri con forze metafisiche, esperienze di
passate incarnazioni ecc.)
MPB II
Sindromi Psicopatologiche:
psicosi schizofreniche (elementi di torture
infernali, esperienze di un mondo privo
di senso, di “ cartapesta”); gravi depressioni endogene; sentimenti irrazionali di
inferiorità e colpa; ipocondria (basata su
sensazioni di dolore fisico); dipendenza
da alcool e droga
Attività corrispondenti nelle zone erogene freudiane:
frustrazione orale (sete, fame, stimoli dolorosi); ritenzione di
feci e/o di urina; frustrazione sessuale; esperienze di freddo,
dolore ed altre spiacevoli sensazioni
Ricordi relativi alla vita postnatale:
situazioni di pericolo per la sopravvivenza e l’integrità fisica (
esperienze di guerra, incidenti, ferite, operazioni, malattie dolorose, situazioni di quasi-annegamento, episodi di soffocamento,
imprigionamento, lavaggio del cervello ed interrogatori illegali,
abuso fisico ecc.); gravi traumi psicologici (deprivazione emotiva,
rifiuto, situazioni minacciose, atmosfera familiare opprimente,
derisione ed umiliazione ecc.)
Fenomenologia nelle sedute con LSD:
immensa sofferenza fisica e psicologica: situazione insopportabile e senza via di fuga che non finirà mai; varie immagini
dell’inferno; sensazione di essere intrappolati ed ingabbiati
(nessuna uscita); angosciante senso di colpa e sentimenti di
inferiorità; visione apocalittiche del mondo (orrori di guerra e
100
campi di concentramento, terrore dell’Inquisizione; epidemie
pericolose; malattie; decrepitezza e morte ecc.); mancanza di
senso ed assurdità dell’esistenza umana; “mondo di cartapesta”
o atmosfera artificiosa e meccanica; sinistri colori scuri e spiacevoli sintomi fisici (sensazione di oppressione e soffocamento,
difficoltà cardiaca, vampate di calore e brividi, sudorazione,
difficoltà della respirazione)
MPB III
Sindromi psicopatologiche:
psicosi schizofreniche (elementi sadomasochisti ed escatologici, autolesionismo,
comportamento sessuale anormale);
depressione agitata, deviazioni sessuali
(sadomasochismo, omosessualità maschile, ingestione di urina e di feci); nevrosi
ossessivo-compulsiva; asma psicogena , tic,
balbuzie; isteria d’angoscia e di conversione; frigidità ed impotenza; nevrastenia; nevrosi traumatiche;
nevrosi organiche; emicranie; enuresi ed encopressia; psoriasi;
ulcera peptica
Attività corrispondenti nelle zone erogene freudiane:
masticazione e deglutizione di cibo; aggressione orale e distruzione dell’oggetto; processo di defecazione e minzione;
aggressione anale ed uretrale; orgasmo sessuale; aggressione
fallica; parto, erotismo motorio ( salti, ginnastica, tuffi acrobatici,
paracadutismo)
Ricordi relativi alla vita postnatale:
lotte, combattimenti ed attività avventurose (attacchi attivi in
battaglie e rivoluzioni, esperienze di servizio militare, voli aerei
difficoltosi, navigazione nell’oceano tempestoso, guida speri- colata di auto, boxe); ricordi altamente sensuali (carnevale, parchi
101
di divertimento, night club, feste selvagge, orge sessuali ecc.)
attività sessuali di adulti viste con occhi da bambino; esperienze
di seduzione e stupro; nelle femmine: parto dei figli
Fenomenologia nelle sedute con LSD:
intensificazione della sofferenza a dimensioni cosmiche; fusione
della soglia tra il dolore ed il piacere; estasi di tipo “vulcanico”; colori brillanti; esplosioni e fuochi d’artificio; orge sadomasochiste;
omicidi e sacrifici sanguinosi, coinvolgimento attivo in battaglie
cruenti; atmosfera di avventura selvaggia ed esplorazioni pericolose; intense sensazioni sessuali orgiastiche e scene di harem e
baldoria (carnevale); esperienze di morte e rinascita; religioni
con rituali di sacrificio sanguinosi (Aztechi, la sofferenza di Cristo e la morte sulla croce, Dioniso ecc.); intense manifestazioni
fisiche (pressioni e dolori, soffocamento, tensione muscolare
e scarica in tremori e tic nervosi, nausea e vomito, vampate di
calore e brividi, sudorazione, difficoltà cardiaca, problemi di
controllo dello sfintere, fischi alle orecchie)
MPB IV
Sindromi psicopatologiche:
psicosi schizofreniche (esperienze di
morte-rinascita, allucinazioni messiani- che, elementi di distruzione e
nuova creazione del mondo, salvezza e
redenzione, identificazione con Cristo);
sintomatologia maniacale, omosessualità femminile; esibizionismo
Attività corrispondenti nelle zone erogene freudiane:
soddisfazione di sete e fame; piacere di succhiare; sensazioni
di libidine dopo defecazione, minzione, orgasmo sessuale, o
102
parto
Ricordi relativi alla vita postnatale:
fuga fortunosa da situazioni pericolose (fine di una guerra o
rivoluzione, sopravvivenza ad un incidente o ad una operazione); superamento di grandi ostacoli grazie ad uno sforzo attivo;
episodi di tensione e dura lotta terminati con un successo; scene
naturali (inizio della primavera, fine di una tempesta oceanica,
sorgere del sole ecc.)
Fenomenologia nelle sedute con LSD:
decompressione, dilatazione dello spazio, visioni di spazi enormi;
luce radiante e bei colori (blu cielo, oro, arcobaleno, piumaggio
del pavone); sensazioni di rinascita e redenzione; apprezzamento di modi di vita semplici; intensificazione sensoriale; sentimenti
di fratellanza; inclinazione umanitarie e caritatevoli; attività
talvolta maniacali e sentimenti di grandezza; transizione ad elementi della MPB I; sensazioni piacevoli possono essere interrotte
da crisi ombelicali : dolore acuto nell’ombelico – mancanza del
respiro, paura della morte e della castrazione, cambiamenti nel
corpo, ma nessuna pressione esterna
Matrice Perinatale I (unione simbiotica con la Madre)
La prima matrice perinatale (MPB I) è legata alla unione originaria con la madre, nell’originario stato di esistenza intrauterina
durante il quale l’organismo materno ed il bambino formano
una unità simbiotica. Quando nessuno stimolo dannoso interviene, le condizioni per il feto sono vicine all’essere ideali,
implicando protezione, sicurezza e la soddisfazione ininterrotta
di tutti i suoi bisogni. Tuttavia, una varietà di circostanze avverse
possono interferire con questa condizione. Queste includono
malattie e difficili stati emotivi della madre così come influenze
disturbanti dal mondo esterno, come fattori tossici, forti rumori,
103
scosse meccaniche e vibrazioni. La prima matrice perinatale ha
ovviamente aspetti positivi e negativi; i soggetti di frequente si
riferiscono ad essi come esperienze del “ buon grembo” e del
“cattivo grembo”. Gli elementi di una esistenza intrauterina
serena (indisturbata) possono essere sperimentati nelle sedute
con LSD in una forma concreta o nella corrispondente forma
spirituale, l’esperienza di unità cosmica. Sebbene i “ sentimenti
oceanici” dello stato embrionale non siano identici con l’esperienza dell’unità cosmica, sembra esserci una profonda associazione e sovrapposizione tra queste due condizioni. L’esperienza
di unità cosmica è caratterizzata dalla trascendenza della usuale
dicotomia soggetto-oggetto. L’individuo in questo stato diventa
profondamente consapevole della sua unità con le altre persone, la natura, e con l’intero universo, e con il principio creativo
fondamentale, o Dio. Ciò è accompagnato da una percezione
positiva che può spaziare dalla pace, serenità e beatitudine fino
al rapimento estatico. In questo stato le categorie di tempo e
spazio sono trascese ed i soggetti possono percepirsi come se
esistessero fuori dal normale continuum spazio-temporale. All’estremo, possono sperimentare l’eternità e l’infinito all’interno
di un intervallo temporale (dentro uno spazio di tempo) che
dura secondi o minuti d’orologio. Altre tipiche caratteristiche
di questo stato sono un senso di sacralità e di intuizione della
natura dell’esistenza. Resoconti e descrizioni di questa esperienza
rivelatoria sono usualmente pieni di paradossi e sembrano violare
le leggi della logica aristotelica. Questo stato mentale è indicato
come essere “ vacuità eppur pienezza” , “ricettacolo e scaturigine
di ogni forma” , di “ splendore cosmico ed estrema umiltà”, o
caratterizzato dalla perdita dell’ego mentre al contempo l’ego
si espande e diventa l’intero universo. I soggetti sperimentano
e descrivono questo evento all’interno di differenti sfondi simbolici. I riferimenti più frequenti sono al Paradiso, il Giardino
dell’Eden, il Cielo, I Campi Elisi, l’unio mystica, il Tao, l’unione
Atman-Brahman, o Tat Tvam asi (Tu sei quello).
Con gli occhi chiusi, il fenomeno di unità cosmica è sperimentato
come estasi oceanica. Con gli occhi aperti, sfocia in una esperienza di fusione con l’ambiente ed un senso di unione con gli oggetti
104
percepiti. È questa l’esperienza che è definita nelle categorie
mistiche di Walter Pahnke (76) e che Abraham Maslow (63)
chiama “esperienza di picco”. Nelle sedute con LSD, sentimenti
di unione cosmica sembrano strettamente legati alle esperienze
di “ buon grembo”, all’esperienze di “ buon seno”, e ricordi di
una felice fanciullezza. Sembrano rappresentare un importante
ingresso verso una varietà di esperienze transper- sonali, come
memorie ancestrali, elementi di inconscio razziale e collettivo,
fenomeni karmici, memorie dell’evoluzione, e varie costellazioni
archetipe. Le interferenze con l’esistenza intrauterina possono essere
vissute in concrete forme biologiche o simbolicamente come
incontri con varie apparizioni demoniche, metafisiche forze
malvagie, o malefiche influenze astrologiche.
Per quanto la relazione con i meccanismi della memoria sia
implicata, gli aspetti positivi della MPB I sono legati ai sistemi
COEX positivi. Il lato positivo della MPB I sembra rappresentare
la base per la registrazione di tutte le situazioni future di vita nelle
quali l’individuo è rilassato, relativamente libero dai bisogni, e
non disturbato da alcun spiacevole stimolo. Gli aspetti negativi
della MPB I hanno collegamenti analoghi con certi sistemi COEX
negativi. Per quanto riguarda le zone erogene freudiane, gli
aspetti positivi della MPB I coincidono con la condizione biologica e psicologica nella quale non ci sono tensioni in nessuna
di queste zone e tutte le pulsioni vengono soddisfatte. Inoltre,
la soddisfazione dei bisogni in queste zone (sazietà dalla fame,
rilascio della tensione attraverso la minzione, defecazione, orgasmo sessuale, o parto) corrisponde all’esperienza estatica libera
da tensione, descritta sopra.
Matrice Perinatale II (antagonismo con la Madre)
I soggetti sotto LSD affrontavano questo schema d’esperienza
in relazione con il vero e proprio inizio del parto biologico e
con la sua prima fase clinica. In questa situazione l’equilibrio
originario dell’esistenza intrauterina è disturbato, primo dagli
105
allarmanti segnali chimici ed in seguito dagli spasmi muscolari.
Più tardi, il feto è periodicamente compresso dalle contrazioni
uterine; la cervice è chiusa e la via d’uscita non è ancora aperta.
Come nella precedente matrice, le situazioni biologiche possono
essere rivissute in modo realistico. La concomitante simbolica del
parto è l’esperienza di inabissamento cosmico. Abbraccia sensazioni di
crescente angoscia e consapevolezza di una imminente minaccia
vitale. La fonte di questo pericolo non può essere chiaramente
identificata ed il soggetto ha la tendenza ad interpretare il suo
ambiente circostante o l’intero mondo in termini paranoici.
Non di rado individui in questo stato descrivono esperienze di
influenze malvagie provenienti da membri di organizzazioni segrete, da alieni, ipnotizzatori con cattive intenzioni, magia nera,
o strumenti diabolici che emanano radiazioni nocive o gas tossici.
Una ulteriore intensificazione dell’angoscia sfocia in una esperienza che riguarda un mostro, un gorgo, un vortice gigantesco,
un Maelstrom che risucchia inesorabilmente il soggetto ed il suo
mondo verso il suo centro. Una variazione frequente di questo
inabissamento universale, è una esperienza di essere inghiottiti
da un mostro terrificante, come un drago gigantesco, una piovra,
un pitone, un coccodrillo, una balena, o un ragno. Una forma
meno drammatica sembra essere il tema della discesa agli inferi,
nelle profondità terrestri e l’incontro con diverse pericolose creature ed entità. La controparte simbolica della prima fase clinica
del parto è l’esperienza senza uscita. Una caratteristica di questo
schema d’esperienza, è l’oscurità del campo visivo ed i minacciosi e sinistri colori di tutte le immagini che l’accompagnano.
I soggetti si sentono ingabbiati o intrappolati in una mostruosa
situazione claustrofobica e sperimentano incredibili torture
fisiche e psicologiche. La situazione è di norma assolutamente
insopportabile ed appare senza fine e disperata. Mentre è sotto
l’influenza di questa matrice, l’individuo non riesce a vedere né
la possibilità di porre fine ai suoi tormenti né di sfuggire ad essi. Il
desiderio di morire e di suicidarsi può combinarsi con sentimenti
di futilità e con la convinzione che neanche la morte fisica potrà
porre termine a questo stato infernale e portare sollievo. Siffatto
schema d’esperienza può essere manifestato su molteplici livelli,
106
che possono essere vissuti separatamente, simultaneamente, o
alternativamente. Il livello più profondo è legato a varie concezioni dell’inferno – una situazione di sofferenza insopportabile
che non finirà mai – così come è stato raffigurato da molte
religioni. In una versione più superficiale dello stesso schema
d’esperienza, il soggetto è messo di fronte ad immagini del nostro pianeta e vede l’intero mondo come un luogo apocalittico
pieno di terrore cruento, sofferenza senza senso, guerre di genocidio, odio razziale, epidemie pericolose e catastrofi naturali.
L’esistenza in questo mondo appare come priva di significato,
insensata ed assurda, e la ricerca di qualsiasi significato nella
vita umana diventa inutile. Mentre è sotto l’influenza di questa
matrice, l’individuo percepisce il mondo e l’umana esistenza
come se fossero marchiate negativamente; il soggetto è incapace
di vedere aspetti positivi nella vita. Nella forma più superficiale
dell’esperienza, il soggetto vede la sua concreta situazione di vita
nei termini di una routine totalmente disperata, insopportabile, e
piena di insolubili problemi. Sentimenti di solitudine metafisica,
alienazione, impotenza, disperazione, inferiorità e colpa, sono
sempre presenti in questa matrice. Il simbolismo che accompagna più frequentemente questo schema d’esperienza, coinvolge
immagini dell’inferno, dell’umiliazione e sofferenza di Cristo,
e il tema della dannazione eterna come esemplificate da Ahasverus, l’olandese volante, Sisifo, Issione, Tantalo o Prometeo.
La caratteristica più importante che differenzia questo schema
dal successivo, è l’enfasi sul ruolo di vittima ed il fatto che la situazione è insopportabile, senza via di fughe ed eterna. La MPB
II sembra rappresentare la base per il ricordo di tutte le future
situazioni estremamente spiacevoli, nelle quali sperimentiamo
il ruolo di vittima di una soverchiante forza esterna. Riguardo
le zone erogene freudiane, questa matrice sembra essere legata
ad una condizione di tensione spiacevole in ciascuna di esse. A
livello orale, è fame, sete, nausea e stimoli dolorosi; a livello anale, ritenzione delle feci; e a livello uretrale, ritenzione di urine.
I fenomeni corrispondenti a livello genitale sono frustrazione
sessuale ed eccessiva tensione, così come i dolori provati dalla
partoriente nella prima fase del parto.
107
Matrice perinatale III (sinergia con la Madre)
Molti aspetti di questa complessa matrice possono essere compresi con la sua associazione alla seconda fase clinica del parto.
In questa fase, le contrazioni uterine continuano, ma la cervice
è completamente dilatata e rende possibile la graduale e difficile
spinta attraverso il canale di nascita. Ha luogo una grande lotta
per la sopravvivenza, schiaccianti pressioni meccaniche, e spesso
un alto grado di anossia e soffocamento. Nelle fasi terminali del
parto il feto può sperimentare un contatto immediato con una
varietà di materiali biologici, come sangue, muco, liquido fetale,
urina ed anche feci. Dal punto di vista dell’esperienza, questa
matrice è piuttosto complessa: affianco al realistico rivivere della
lotta attraverso il canale di nascita, possono presentarsi atmosfere di scontro titanico, orge sadomaso, intense sensazioni sessuali,
coinvolgimento scatologico, e l’elemento del fuoco purificatore; il tutto
in varie combinazioni. I suddetti elementi costituiscono la lotta
morte-rinascita.
Il soggetto sperimenta, in questo stato, potenti correnti di energia che fluiscono attraverso il suo intero corpo e che sembrano
trascendere tutti i limiti immaginabili. Ciò è seguito da episodi
di scarica esplosiva e sensazioni di liberazione estatica. Le visioni,
che tipicamente accompagnano queste esperienze, abbracciano
lotte titaniche di proporzioni universali, imprese archetipiche
di super-eroi, esplosioni di bombe atomiche, lancio di missili e
razzi spaziali, centrali d’energia, centrali idroelettriche, linee
ad alto voltaggio, scene drammatiche di distruzione in guerre
moderne, enormi conflagrazioni, vulcani in eruzione, terremoti,
tornadi ed altre catastrofi naturali. Una forma mitigata di questa
matrice, è associato con la visione di battaglie medievali, rivoluzioni cruente, pericolose caccie ad animali selvaggi, o scoperte
e conquiste di nuovi continenti.
Un altro importante aspetto di questa matrice d’esperienza è
l’attivazione di elementi sadomasochisti nella personalità del
soggetto. Quantità enormi di energia aggressiva sono consumati
108
in fantasia di auto-distruzione e distruzione, immagini e vivide
esperienze. L’individuo si abbandona a stupri, a varie perversioni
sessuali che includono dolore, omicidi bestiali, torture e crudeltà
di ogni tipo, esecuzioni, mutilazioni, sacrifici sanguinosi. Questo
può essere accompagnato da ideazione suicida, fantasie o anche
inclinazioni che riguardano una brutale e mutilante auto-distruzione. L’eccitamento sessuale può raggiungere un insolito alto
grado ed essere espresso in complesse scene di orge sfrenate,
sequenze pornografiche, visioni di harem medio-orientali,
sfumature orientali senza fine dell’arte d’amare, feste lascive,
e sensuali danze ritmiche. In questo contesto, molti soggetti
scoprono una stretta relazione tra l’esperienza dell’agonia, sofferenza e l’estasi sessuale; realizzano che un intensa eccitazione
orgiastica può lambire la sofferenza e che una agonia mitigata
può essere sperimentata come piacere sessuale.
La sfaccettatura scatologica del processo di morte-rinascita può
essere molto completa e non avere solo dimensioni visive e
tattile, ma anche olfattive e del senso del gusto. Il soggetto può
sperimentarsi come se stesse sguazzando negli escrementi, annegando in un pozzo nero, strisciando nei rifiuti o nelle fogne,
mangiando le feci, trangugiando del muco, bevendo sangue o
urina, e succhiando ferite putrescenti. Ciò è spesso seguito da
una esperienza di passaggio attraverso un fuoco purificatore e
ringiovanente; le sue fiamme sembrano distruggere tutto ciò che
è corrotto e marcio nell’individuo e prepararlo per l’esperienza
della rinascita spirituale.
Il simbolismo religioso e mitologico di questa matrice è più frequentemente derivato da religioni che usano sacrifici sanguinosi
come parte delle loro cerimonie. Abbastanza comuni, sono le
allusioni al Vecchio Testamento; immagini della sofferenza e
morte sulla croce di Cristo; scene di venerazioni di Moloch, Astarte o Kali; e le visioni di rituali da varie culture pre-Colombiane
che utilizzavano sacrifici, come furono praticati nelle religioni
azteche, olmeche e dei Maya. Un altro gruppo di immagini è
legato ai rituali religiosi ed alle cerimonie che includono sesso e
selvagge danze ritmiche: riti della fertilità, venerazione del fallo,
o varie religioni tribali degli aborigeni. Un simbolo di frequente
109
associato con il fuoco purificatore è l’immagine della leggendaria Fenice. Una simbolizzazione particolarmente appropriata
dell’aspetto scatologico della lotta morte-rinascita è Ercole che
pulisce le stalle del Re Augia, o la dea azteca Tlazolteotl, divoratrice della lordura, una divinità del parto e della lussuria carnale.
Quadri da sedute ad alto dosaggio di LSD governati dalla MPB I, raffiguranti ricordi di esistenza intrauterina indisturbata
L’universo amniotico. Identificazione con l’esperienza di beatitudine del
feto in un buon grembo, accompagnato da sensazioni di unione cosmica.
La galassia a forma di seno riflette il fatto che questa esperienza è anche
connessa con un ricordo di beata unione simbiotica con la madre durante
la nutrizione
110
Il grembo
oceanico.
Identificazione con il
feto associato all’oceano
e a diverse
creature marine (pesci,
balene, delfini, meduse, alghe ed
altri)
Quadro che rappresenta una esperienza di “ grembo cattivo”
in una seduta psichedelica ad alto dosaggio.
La tossicità del
grembo è ritratta come una ordalia dolorosa
e spaventosa in
un laboratorio
infernale pieno
di demoni insidiosi. Questa
esperienza è
accompagnata
dall’identificazione con un
pesce e acque
inquinate e con
un embrione
di pollo in una
fase avanzata di
sviluppo in cui
l’interno dell’uovo è contaminato da prodotti
metabolici di
111
Quadro che rappresenta
una esperienza di “grembo cattivo” in una seduta
psichedelica ad alto dosaggio.
L’ostilità del grembo è
sperimentata nella forma di attacchi da parte
di pericolosi animali.
(di Robin MaynardDobbs)
Visioni di una tarantola gigantesca, simbolizzante il femminile divorante, sono
comuni nelle sedute perinatali governate dalla MPB II.
U n q u a d ro
che rappresenta una
visione avuta
durante una
seduta ad
alto dosaggio.
Mostra un
ragno-madre
che sottopone feti indifesi
112
Un quadro simile, da una seduta di respirazione olotropica, indica che questo tema
non è un prodotto patologico dell’azione farmacologia della sostanza, ma riflette
un genuino contenuto della psiche. L’immagine del soggetto come una mummia
strettamente fasciata, enfatizza l’elemento di confinamento e di costrizione durante
le contrazioni uterine (da Jarina Moss).
Da una seduta ad
alto dosaggio che
ritrae l’inizio del
processo di morte-rinascita (transizione dalla MPB
I alla MPB II), sperimentato come
un inabissamento in un gigantesco Maelstrom.
La piccola barca
con uno scheletro
suggerisce che
questo processo
implica un incontro con la morte
113
Un quadro che rappresenta l’esperienza combinata di dare alla luce e di essere nata
in una seduta di respirazione olotropica. Le esperienze di questa natura possono
essere molto curative e trasformative, e sfociare nella sensazione di dare alla vita un
nuovo sé (da Jean Perkins ).
Gli orrori del trauma della nascita.
Mostri simili ad uccelli insidiano l’indifeso e fragile feto, che si aggrappa
al cordone ombelicale al vertice della
volta uterina. I loro giganteschi artigli
e becchi, simbolizzano le forze biologiche distruttive del parto.
114
Il risorgere della Fenice.
Uno schizzo a colori di Stanislav Grof della mitica Fenice che risorge dalle sue
ceneri, come fu sperimentata in una delle sue sedute ad alto dosaggio.
115
Intuizione della connessione
tra nascita e
crocifissione
– il feto crocifisso
La connessione
tra l’esistenza intrauterina
e la sensazione di pace
– un feto dentro una piramide
Molte caratteristiche distinguono questa matrice dalla precedente. La situazione qui non appare disperata ed il soggetto non
116
è indifeso. È attivamente coinvolto ed ha la sensazione che la
sofferenza abbia una direzione ed un fine. In termini religiosi,
questa situazione sarebbe più vicina alla concezione del purgatorio che a quella dell’inferno. Inoltre, il soggetto non gioca
esclusivamente il ruolo di vittima indifesa. Diventa un osservatore e può allo stesso tempo identificarsi con ambedue i ruoli,
al punto che sarebbe difficile distinguere se è l’aggressore o la
vittima. Mentre la situazione senza-uscita include la sofferenza
pura, l’esperienza di lotta-morte-rinascita, rappresenta la soglia
tra l’agonia, sofferenza e l’estasi e la fusione di entrambe. Sembra appropriato riferirsi a questo tipo di esperienza come estasi
vulcanica in contrasto all’estasi oceanica dell’unione cosmica.
Come matrice della memoria, la MPB III è legata alle esperienze
che abbracciano intensa sensualità ed elementi sessuali, fino a
selvagge, spericolate ed eccitanti avventure, così come rilasci
scatologici. Ricordi di abuso sessuale, orge e stupri violenti, sono
anche registrati in questo contesto. Riguardo le zone erogene
freudiane, questa matrice è legata a quelle attività che portano
improvviso sollievo e rilassamento dopo un prolungato periodo
di tensione. A livello orale è l’atto di masticare e di deglutire cibo
(o viceversa, di vomitare); a livello anale ed uretrale, il processo
della defecazione e della minzione; a livello genitale, il meccanismo dell’orgasmo sessuale, e le sensazioni della partoriente
nella seconda fase del parto.
Matrice perinatale IV (separazione dalla Madre)
Questa matrice perinatale sembra significativamente legata alla
terza fase clinica del parto. In questa fase finale, il processo agonizzante della intensa lotta culmina; la spinta attraverso il canale
di nascita è completata e l’estrema intensificazione della tensione
e della sofferenza, sono seguiti da un repentino sollievo e rilassamento. Dopo che il cordone ombelicale è tagliato il sangue cessa
di fluire attraverso i suoi vasi, ed il bambino deve sviluppare il
proprio apparato respiratorio, digerente e di eliminazione. La
117
separazione fisica dalla madre è stata completata ed il neonato
comincia la propria esistenza come individuo anatomicamente
indipendente.
Come nel caso delle precedenti matrici, alcune delle esperienze
appartenenti a questa, sembrano rappresentare una realistica
riattivazione degli eventi biologici, così come degli interventi
ostetrici. La controparte simbolica di questa fase finale del parto è
l’esperienza di morte-rinascita; rappresenta il termine e la risoluzione
della lotta morte-rinascita. L’agonia fisica ed emotiva culmina in
una sensazione di assoluto e totale annichilimento su tutti i livelli
immaginabili. Abbraccia un abissale senso di distruzione fisica,
catastrofe emotiva, sconfitta intellettuale, il fallimento morale
finale, e la dannazione assoluta di proporzioni trascendentali.
Questa esperienza è di solito descritta come morte dell’ego; sembra
comportare una istantanea e spietata distruzione di tutti i precedenti punti di riferimento nella vita dell’individuo.
Dopo che il soggetto ha sperimentato il totale annichilimento
e “toccato il fondo cosmico”, è attraversato dalle visioni di un
bianco brillante o di una luce dorata. Il claustrofobico ed opprimente mondo della lotta per la nascita, improvvisamente si
apre ed espande dentro l’infinito. L’atmosfera generale è di
liberazione, salvazione, redenzione, amore, e perdono. Il soggetto si sente alleggerito, liberato e purificato, e racconta di aver
eliminato, di essersi sbarazzato, di una incredibile quantità di “
immondizia” personale, colpa, aggressione, ed angoscia. Questo
è tipicamente associato con sentimenti di fratellanza verso tutti
ed un apprezzamento delle relazioni umane, amicizia ed amore.
Le irrazionali ed esagerate ambizioni, così come il desiderio
ardente per il denaro, la posizione sociale, la fama , il prestigio
ed il potere, appaiono in questo stato infantili, irrilevanti ed assurdi. C’è spesso una forte inclinazione a condividere e prender
parte ad attività benefiche e caritatevoli. L’universo è percepito
indescrivibilmente bello e radiante. Tutte le porte della percezione sembrano essere totalmente aperte e la sensibilità e l’apprezzamento degli stimoli esterni è enormemente aumentato.
L’individuo sintonizzato in questa area d’esperienza, di solito
scopre dentro di sé valori genuinamente positivi, come senso
118
di giustizia, apprezzamento della bellezza, sentimenti d’amore,
rispetto di sé e degli altri. Questi valori, così come le motivazioni
a perseguirli e a vivere in armonia con essi, appaiono – a questo
livello – appartenere alla natura umana 4. Non possono essere
spiegati in modo soddisfacente nei termini di compensazione,
formazione-reattiva, o di sublimazione delle primitive pulsioni
istintuali. L’individuo le sperimenta come parti integrali e genuine
dell’ordine universale. Il simbolismo associato con l’esperienza di
morte e rinascita può essere descritto da molti differenti orizzonti
culturali. L’elemento della morte dell’ego può essere collegato
con le visioni di varie divinità distruttive, come Moloch, Shiva il
distruttore, Huitzilopochtli, e la terribile dea Kali e Coatlicue, o
sperimentate in una totale identificazione con la morte di Cristo,
Osiris, Adone, o Dioniso. Il simbolismo tipico del momento della
rinascita include visioni straordinarie di fonti radiose di luce,
sperimentate come divini, celestiali spazi cosmici, apparizioni
di magnifici arcobaleni, o disegni di stilizzate piume di pavone.
Il più delle volte sono immagini non raffigurative di Dio, come
esemplificato dal Tao, Atman-Brahman, Allah, o il Sole Cosmico.
Occasionalmente i soggetti possono vedere immagini personificate e raffigurazioni tradizionali di Dio e delle varie divinità della
specifiche religioni. In tal modo, Dio può apparire nella forma
cristiana come archetipo di un saggio anziano seduto su un trono
circondato da cherubini e serafini in uno splendore radioso.
È anche piuttosto comune, in questo contesto, l’esperienza di
unione con la Grande Madre, come la Divina Iside degli Egiziani,
Cibele, o la vergine Maria. Unendosi con gli dei greci sul Monte
Olimpo a bere nettare e gustare ambrosia, entrare nel Valhalla
germanico, o raggiungere i campi Elisi sono alcune delle addizionali alternative simboliche per l’esperienza della rinascita. Altre
visioni includono valli gigantesche con colonne sfarzosamente
decorate, statue meravigliose e lampadari di cristallo, o scenari
naturali – un cielo ricolmo di stelle, montagne imponenti, valli
deliziose , campi in fiore, o limpidi laghi ed oceani.
Per quanto riguarda la memoria, la MPB IV rappresenta una
matrice per la registrazione dei ricordi di tutte le successive
situazioni che coinvolgono un maggior successo personale e la
119
fine di condizioni di prolungato e grave pericolo, come fine di
guerre o rivoluzioni, sopravvivenza ad incidenti, o riprendersi da
gravi malattie. Per quanto concerne le zone erogene freu- diane,
la MPB IV è associata in tutti i livelli dello sviluppo libidinale con
la condizione di soddisfazione successiva ad una attività che riduce o scarica tensione (deglutire del cibo, liberarsi dal vomito,
defecazione, minzione, orgasmo sessuale e parto).
Le matrici perinatali di base hanno una funzione, a livello perinatale, che è comparabile con quella che i sistemi COEX svolgono
nella sfera psicodinamica. I fenomeni che avvengono in sedute
psichedeliche, possono essere compresi come il risultato di manifestazioni ed integrazioni del contenuto delle matrici perinatali negative (MPB II e III), in collegamento con quelle positive
(MPB I e MPB IV). Quando una matrice perinatale domina il
campo d’esperienza, il suo contenuto determina non solo le
reazioni emotive del soggetto, i processi del pensiero e le manifestazioni fisiche, ma anche la sua percezione del contesto fisico
ed interpersonale. L’egemonia della MPB I fornisce uno stampo
totalmente positivo che consente al soggetto di vedere il mondo
come radioso, bello, sicuro, nutriente ed essenzialmente come una
manifestazione del divino. La transizione dalla MBP I alla MBP II
(inabissamento cosmico) introduce l’elemento di una insidiosa
minaccia. Il mondo ed i suoi componenti sembrano stringersi sul
soggetto e sembrano rappresentare un pericolo grave per la sua
sicurezza, sanità mentale e vita. Il soggetto teme una trappola e
potrebbe fare un tentativo di fuga dalla stanza del trattamento,
non riconoscendo che la trappola è dentro di lui.
Sensazioni di panico e paranoia sono tipicamente presenti in
questo stato. In termini di stampo d’esperienza, la MPB II è
l’esatto opposto della MPB I. Il mondo è visto come un luogo
disperato di sofferenza diabolica, assurda e senza senso. Può
apparire anche vuoto, come di cartone o assumere il carattere
bizzarro e grottesco di una parata circense. L’influenza della MPB
III dipinge il mondo con la qualità di un pericoloso campo di
battaglia, dove bisogna rimanere in guardia e combattere duramente per difendere la propria vita. La componente sessuale,
sadomasochista e scatologica di questa matrice, può anche trova120
re la sua espressione nel modellare la percezione del mondo. La
MPB IV dà al mondo un tocco di freschezza, originalità, purezza
e gioia, associati con un senso di trionfo.
Le descrizioni precedenti riflettono solo le caratteristiche più
generali delle matrici perinatali nella loro funzione di sistemi
regolanti; le esperienze individuali che avvengono all’interno di questo contesto rappresentano manifestazioni del loro
contenuto specifico come descritto all’inizio. Come i sistemi
COEX, le matrici perinatali mostrano una complicata reciproca
interrelazione con gli elementi dell’ambiente. Dopo una seduta con LSD scarsamente risolutiva, l’influenza dinamica della
matrice negativa attivata può continuare nella vita quotidiana
del soggetto per un periodo di tempo indefinito. Dopo una seduta di natura perinatale con un buon risultato integrativo, il
soggetto può essere sotto la prolungata influenza della matrice
positiva che ha dominato il campo d’esperienza al momento
in cui l’effetto della droga stava svanendo. Viceversa, influenze
esterne che coinvolgono elementi caratteristici delle matrici
peri- natali, possono facilitare specifiche esperienze legate al
processo di morte-rinascita.
ESPERIENZE TRANSPERSONALI
Il denominatore comune di questo ramificato gruppo di fenomeni, è la sensazione del soggetto che la sua coscienza si sia espansa
oltre gli usuali confini dell’ego ed abbia trasceso le categorie
di tempo e spazio. Nel normale o abituale stato di coscienza,
percepiamo noi stessi come esistenti dentro i confini del corpo
fisico e la nostra percezione dell’ambiente è ristretta allo spazio
colto attraverso la percezione esterna. Sia la nostra percezione
interna che la percezione del mondo esterno, sono limitate dalle
usuali categorie di tempo e spazio. Sotto condizioni ordinarie
sperimentiamo vividamente solo la nostra presente situazione e
l’ambiente circostante; richiamiamo, ricordiamo eventi passati ed
anticipiamo, ipotizziamo il futuro o lo immaginiamo.
121
Nelle esperienze transpersonali, così come avvengono nelle
sedute psichedeliche o in contesti in cui non si impiegano sostanze, una o più limitazioni sembrano essere trascese. Molte
esperienze appartenenti a questa categoria sono interpretate
dai soggetti come regressioni nel tempo storico ed esplorazioni del loro passato biologico e spirituale. Non è raro nelle
sedute psichedeliche sperimentare episodi piuttosto concreti
e realistici identificati come ricordi fetali ed embrionali. Molti
soggetti raccontano sequenze vivide a livello di consapevolezza
cellulare che sembrano riflettere la loro esistenza nella forma di
spermatozoo o ovulo al momento del concepimento. Qualche
volta la regressione sembra andare ancora oltre e l’individuo
ha sensazioni convincenti di rivivere ricordi delle vite dei suoi
antenati, o che conducono all’inconscio razziale e collettivo.
Occasio- nalmente, i soggetti riferiscono esperienze nelle quali
si identificano con vari animali ancestrali nella scala evolutiva
o hanno una distinta sensazione di rivivere episodi dalle loro
esistenze nelle precedenti incarnazioni.
Altri fenomeni transpersonali includono la trascendenza delle
barriere spaziali. Ad esse appartengono le esperienze di unirsi
con un’altra persona in uno stato di unità duale o identificandosi
completamente con lui o lei; sintonizzandosi nella consapevolezza di un intero gruppo di persone o espandendo la propria
coscienza a tal punto che sembra racchiudere tutta l’umanità. In
un modo simile, si possono trascendere i limiti dell’esperienza
specificamente umana e sintonizzarsi con ciò che sembra essere la coscienza di animali, piante, o anche oggetti inanimati.
All’estremo, è possibile aver esperienza della consapevolezza di
tutto il creato, del nostro pianeta, dell’interno universo materiale. Un altro fenomeno legato alla trascendenza delle normali
limitazioni spaziali è la coscienza di alcune parti del corpo come
vari organi, tessuti, o singole cellule. Una categoria importante
di esperienze transpersonali riguardanti la trascendenza del
tempo e/o dello spazio sono i vari fenomeni ESP, come esperienze fuori dal corpo, telepatia, premonizione, chiaroveggenza
e clairaudienza e viaggi spazio-temporali.
In un gran numero di esperienze transpersonali, l’estensione
122
della coscienza sembra superare il mondo fenomenico ed il
continuum spazio-temporale come lo percepiamo nella vita quotidiana. Esempi piuttosto comuni sono le esperienze di incontri
con spiriti di defunti o entità spirituali sovraumane. I soggetti
(sottoposti ad LSD) riferiscono anche numerose visioni di forme
archetipiche, singole divinità e demoni e complesse sequenze
mitologiche. Una comprensione intuitiva dei simboli universali,
o il risveglio della Kundalini e l’attivazione dei diversi chakra,
sono altri esempi di questa categoria. Nella forma estrema, la
coscienza individuale sembra abbracciare la totalità dell’esistenza ed identificarsi con la Mente Universale. L’esperienza
finale sembra essere la sperimentazione del Vuoto Sovracosmico e
Metacosmico, la misteriosa vacuità originaria ed il Nulla conscio di se
stesso e contenente tutta l’esistenza in forma germinale. Sebbene
abbiamo discusso delle esperienze transpersonali nel contesto
delle variabili extra-farmacologiche legate alla personalità del
soggetto, un tale approccio presenta serie difficoltà. Da una parte, i fenomeni transpersonali si verificano sullo stesso continuum
come le esperienze psicodinamiche e perinatali nel processo di
profonda auto-esplorazione del soggetto e scandagliando il suo
inconscio. D’altra parte, dal punto di vista del presente quadro
concettuale, le loro fonti di frequente appaiono essere fuori dal
contesto dell’individuo – nella preistoria, futuro, luoghi remoti,
o altre dimensioni dell’esistenza. Il livello psicodinamico deriva
dalla storia individuale ed è chiaramente di origine biografica.
Le esperienze perinatali sembrano rappresentare una frontiera
tra il personale ed il transindividuale, come è mostrato dalla loro
profonda associazione con la nascita biologica e morte. La sfera
transpersonale, quindi, riflette la connessione tra l’individuo
ed il cosmo attraverso canali che sembrano al momento oltre la
nostra comprensione. Tutto ciò che possiamo dire al riguardo,
è che – in qualche punto nel processo perinatale – sembra avvenire un salto qualitativo, mediante il quale questo processo di
esplorazione dell’inconscio individuale diventa una avventura
nell’universo in generale ed abbraccia ciò che al meglio può
essere descritto come mente superconscia.
La conoscenza intima della sfera transpersonale è essenziale
123
non solo per la comprensione del processo psichedelico, ma per
qualsiasi serio approccio a certi fenomeni come lo sciamanismo,
la religione, il misticismo, i riti di passaggio, la mitologia, la
parapsicologia, e la schizofrenia. Le esperienze transpersonali
nelle sedute con LSD, così come in stati non indotti da sostanze, si presentano in gruppi tematici. Ad esempio, le esperienze
embrionali sono associate con le memorie filogenetiche e
con immagini di beate o adirate divinità, in base alla natura
dell’esperienza intrauterina. Comunque, la loro struttura è più
elusiva e non consente di parlare di sistemi dinamici di regolazione e di matrici come nel caso del materiale psicodinamico
e perinatale. Nel processo transpersonale i principî cardine
che consentirebbero l’organizzazione e la classificazione, come
i concetti di tempo lineare, spazio tridimensionale, materia,
causalità, ed infine della forma stessa, sono progressivamente
messi in dubbio, scalzati e trascesi. Le esperienze transpersonali
tendono ad influenzare la percezione di se stessi, delle persone
presenti nella stanza e la percezione dell’ambiente fisico. Tutti
questi elementi possono trasformarsi per adattarsi al contenuto
del tema emergente, sia esso una memoria ancestrale o filogenetica, elementi dell’inconscio razziale e collettivo, strutture
archetipiche, o modelli karmici. Un’esperienza transpersonale
potente che non ha avuto completamento in una seduta psichedelica, come la manifestazione di un importante archetipo o il
rivivere di memorie di una passata incarnazione, può continuare
ad influenzare il soggetto per un lungo periodo di tempo dopo
che l’effetto della sostanza è terminato.
PERSONALITÀ DEL TERAPEUTA O DELLA GUIDA
Osservazioni fatte durante la ricerca clinica con LSD indicano
che le personalità del terapeuta, dei suoi assistenti, o di qualsiasi persona presente, sono fattori di enorme importanza nello
strutturare il contenuto e l’esito delle sessioni psichedeliche.
Probabilmente l’elemento più importante nelle sessioni con
124
LSD, è il senso di sicurezza e fiducia da parte dello sperimentante. Questo dipende dalla presenza o assenza della guida, dalle
sue personali caratteristiche, e dalla natura della relazione tra
il soggetto e questa persona. Per il buon esito della seduta con
LSD è necessario che il soggetto lasci andare le sue usuali difese
e si abbandoni al processo psichedelico. Ciò di solito richiede la
possibilità di affidare il contatto con la realtà e tutte le decisioni
sulle questioni pratiche ad un fidato accompagnatore.
La persona che prende una sostanza psichedelica da solo, non
può abbandonare completamente il controllo nei momenti
cruciali dell’esperienza, perché una sua parte deve continuare a
svolgere il ruolo di controllo orientato verso la realtà. Comunque,
l’abbandono totale è essenziale per completare l’esperienza della
morte dell’ego, uno dei nodi cruciale nel processo con LSD. Alcuni problemi che hanno origine nelle relazioni interpersonali
– come difficoltà con la fiducia di base – non possono essere
superati in modo soddisfacente senza una esperienza di relazione
che svolga il ruolo di correzione. Ho osservato ripetutamente
nelle prime fasi del lavoro terapeutico con LSD 5, quando il
ruolo della guida non era stato sufficientemente compreso, che
i pazienti non erano in grado di superare certi impasse, blocchi
ricorrenti, fino a ché il terapeuta non promettesse di rimanere
per l’intero corso dell’esperienza.
Se le sedute psichedeliche sono condotte con scopi terapeutici,
l’importanza del terapeuta per il paziente ha due distinte componenti. La prima è basata sulla realtà della situazione attuale di
vita del paziente, e riflette il fatto che il terapeuta è una persona
che presta soccorso, aiuto circa i deficitari, invalidanti sintomi
emotivi e le difficoltà del vivere. L’investimento di tempo e di
energia, così come di risorse finanziare necessarie per il trattamento, accentuano ulteriormente l’intensità del coinvolgi- mento emotivo del paziente. La seconda componente della relazione
terapeutica è il processo di transfert. Nella terapia con LSD
questo elemento è generalmente molto più potente che nella
psicoterapia convenzionale, e tende ad aumentare con il numero
di sedute con LSD fino alla sua risoluzione. Si basa sul fatto che
i pazienti, nel corso dell’interazione psicoterapeutica di lungo
125
periodo nelle sedute e fuori di esse, proiettano sul terapeuta una
varietà di forti attitudini emotive derivate da importanti figure
nella loro vita passata e presente, specialmente stretti membri
della cerchia familiare. Sebbene ci siano delle tecniche che possono minimizzare i problemi di transfert durante gli intervalli
liberi tra le sedute psichedeliche, questo elemento gioca un
ruolo importante al momento dell’azione della sostanza. Non
è raro che le azioni del terapeuta abbiano una influenza molto
marcata sul contenuto e lo sviluppo delle sedute. In certi momenti dell’esperienza psichedelica, i soggetti possono mostrare
inusuali, forti reazioni, all’uscita o all’ingresso del terapeuta nella
stanza, offrendo o rifiutando il contatto fisico, o manifestando
vistosamente indifferenza o altri commenti. Occasionalmente,
anche certi fenomeni come i colori delle illusioni ottiche e visioni, o intensi sintomi fisici come una grave nausea o vomito,
soffocamento, sofferenze atroce e difficoltà cardiache, possono
cambiare in modo sensazionale come risultato del comportamento, intervento, o delle interpretazioni del terapeuta.
L’importanza del terapeuta aumenta considerevolmente se
l’LSD è somministrato dopo un lungo periodo di sistematica
ed intensiva psicoterapia o se la sostanza è data ripetutamente
all’interno della cornice di una serie psicolitica. In questo caso,
non è raro che i fenomeni di transfert svolgano un ruolo dominante nel contenuto manifesto di una intera seduta 6. Il livello di
interesse umano e professionale del terapeuta, la sua esperienza
clinica ed abilità terapeutica, la sua fiducia in se stesso, libertà
da ansia, le sue condizioni fisiche e mentali, sono fattori molto
importanti per la riuscita della terapia con LSD. È necessario che,
prima della somministrazione dell’LSD, il terapeuta esamini le
proprie motivazione ed inclinazioni verso il soggetto, stabilisca
una buona alleanza terapeutica, e chiarifichi la situazione di
transfert e controtransfert. Il terapeuta non dovrebbe mai presentare l’LSD come una procedura impressionante e “magica”
al paziente che sta stagnando in psicoterapia, solo perché non
può tollerare l’atmosfera di fallimento, insicurezza, o impotenza. Un altro approccio criticabile è di somministrare la sostanza
ad un paziente che è stato trascurato per un lungo periodo per
126
ragioni personali od oggettive, in modo da compensare queste
circostanze. Forse la più pericolosa motivazione ad utilizzare
l’LSD è il bisogno di dimostrare potere ed autorità ad un paziente
problematico che sta scuotendo il senso di sicurezza del terapeuta. Tutti questi ed altri problemi, se non appropriatamente
analizzati, possono facilmente contaminare le sedute con LSD,
specialmente se accade che ripetano esperienze traumatiche del
passato del paziente.
La chiarezza nella relazione tra il terapeuta ed il soggetto è un
prerequisito necessario per il buon esito dello sviluppo della
terapia. Come abbiamo menzionato all’inizio, l’LSD può al meglio essere definito come un amplificatore dei processi mentali.
Attivando gli elementi intrapsichici nel soggetto, esso amplifica
anche la situazione interpersonale tra lui/lei e le altre persone
presenti nella seduta. Questo rende possibile vedere gli aspetti
del transfert della relazione in modo chiaro e così esaminare
anche la natura disadattata degli schemi interpersonali del paziente. Se la situazione tra il terapeuta ed il paziente è chiara ed
aperta, ciò diventa una grande opportunità per il miglioramento
terapeutico. Comunque, se ci sono incomprensioni manifeste o
latenti, conflitti e distorsioni nella relazione terapeutica prima
della seduta, possono essere amplificate dall’effetto della sostanza a tal punto che possono diventare una seria impasse e mettere
addirittura in pericolo il processo di cura, di trattamento. È importante quindi che la guida sia consapevole dei propri schemi
interpersonali ed intrapsichici, così che non interferiscano con
il processo psichedelico.
Tutti i fenomeni nelle sedute con LSD che coinvolgono il soggetto, le guide, e la loro mutua relazione, sono il risultato di
una complicata interazione tra le peculiari caratteristiche della
personalità di entrambi. La percentuale dei singoli contributi
varia da situazione a situazione e da seduta a seduta. Comunque,
dato che i processi mentali del soggetto sono potentemente
amplificati dall’LSD, essi solitamente svolgono un ruolo molto
più importante nel determinare il contenuto e la natura di tali
interazioni a meno che problemi gravi di controtransfert non
coinvolgano la guida.
127
Il livello di distorsione transferale sembra essere legato al dosaggio e alla natura del materiale inconscio che sta emergendo
nella seduta. Nei periodi in cui il soggetto è sotto l’influenza della
sostanza ma non è impegnato con qualche difficile materiale
emotivo, può mostrare una insolita profondità e chiarezza di
percezione. L’abilità per la comprensione intuitiva ed empatica
degli altri, può essere acutizzata ed approfondita ad un livello
sbalorditivo. In alcuni casi, i soggetti possono fare accurate ‘letture’ delle guide anche mentre stanno fronteggiando problemi
emotivi di vario livello. Questo accade quando la natura dei
problemi che stanno affrontando è simile o identica con le aree
problematiche del terapeuta. L’esplorazione di certe strutture
inconsce dentro una persona, può condurre alla comprensione
intuitiva dei corrispondenti elementi negli altri.
In queste situazioni, le personalità delle guide, i loro processi
di pensiero, reazioni emotive, inclinazione e schemi di comportamento, diventano particolarmente importanti. Abbiamo
ripetu- tamente osservato che i soggetti sotto LSD sono capaci
di sintonizzarsi con gli intimi sentimenti dei terapeuti con
grande accuratezza. Sono in grado di dire quando il terapeuta
è concentrato, dedito alla seduta e soddisfatto del suo sviluppo,
o viceversa, quando è distratto da problemi personali e professionali, annoiato, stanco, insoddisfatto per il corso della seduta,
o preoccupato dal suo sfavorevole sviluppo. Questo è abbastanza comprensibile in quei casi dove il soggetto può vedere le
espressioni facciali del terapeuta. Si può pensare che l’effetto
della sostanza sensibilizzi il paziente verso tracce subliminali al
punto che queste possano fornire informazioni adeguate e un
sufficiente feedback per un attenta lettura. Ciò poteva accadere
laddove i fenomeni coinvolti erano così sottili che sotto le condizioni della psicoterapia convenzionale sarebbero sfuggiti alla
attenzione conscia del paziente. Comunque in alcuni casi i soggetti avevano gli occhi chiusi o coperti da mascherine; in altri,
i loro occhi erano aperti ma non erano di fronte al terapeuta.
Va aggiunto che il giudizio del soggetto e del terapeuta su cosa
costituisca una “buona” e produttiva seduta non necessariamente coincide, specialmente in avvio di trattamento. Perciò non
128
è possibile per il soggetto sotto LSD intuire le sensazioni del
terapeuta sulla seduta automaticamente sulla base della propria
valutazione. In alcuni casi, l’abilità dei soggetti nel “leggere” il
terapeuta, era veramente sorprendente e sembrava lambire un
autentica percezione extrasensoriale. Alcuni pazienti intuivano
non solo il tono emotivo del terapeuta, ma anche il contenuto
specifico dei suoi processi di pensiero, o si sentivano connessi
con i suoi ricordi e descrivevano accuratamente certe concrete
circostanze e remoti o recenti eventi della sua vita.
Percezioni accurate sono frequenti in sedute a basso-dosaggio,
nelle quali la quantità di LSD non è sufficiente ad attivare importante materiale emotivo. In sedute ad alto dosaggio ciò avviene,
generalmente, all’inizio, prima che il campo d’esperienza del
soggetto sia occupato dai contenuti inconsci emergenti; oppure
più tardi, dopo che difficili aspetti dell’esperienza siano stati
penetrati e risolti. Comunque, questa non è una regola e ci
sono significative eccezioni; episodi di insolita chiarezza occasionalmente si verificano con qualsiasi dosaggio ed in qualsiasi
momento della seduta. Sembrano essere associati con la natura
dell’esperienza o ad un particolare stato mentale, piuttosto che
ad un momento specifico dell’azione della sostanza. Quando
i soggetti sotto LSD sono profondamente impegnati nei loro
problemi, la maggior parte delle percezioni, pensieri, sentimenti ed anticipazioni riguardanti il terapeuta, hanno scarsa
corrispondenza con la realtà. Si tratta, per lo più, di proiezioni,
riflettenti le proprie emozioni, inclinazioni istintive, e funzioni
del superego. In sedute ad alto dosaggio una buona relazione terapeutica è importante. Deve, però, essere chiaro che anche una
ideale situazione interpersonale non può evitare il manifestarsi
di distorsioni vistose sotto l’influenza della sostanza. Comunque,
se c’è una alleanza terapeutica, fuori dal contesto della seduta,
le distorsioni indotte dalla sostanza diventano una importante
opportunità per imparare e per esperienze emotive correttive,
piuttosto che un pericolo per il processo psichedelico. Una buona relazione terapeutica aiuta il paziente ad abbassare le difese
psicologiche, ad abbandonarsi all’esperienza, e a sopportare i
momenti difficili delle sedute, nei quali si presentano intense
129
sofferenze fisiche ed emotive e marcata confusione. La buona
relazione terapeutica è essenziale per lavorare sulle crisi della
fiducia di base, che costituiscono uno degli snodi critici nella
terapia psichedelica.
Se il terapeuta non interferisce con un forte controtransfert, le
esperienze del soggetto sotto LSD riguardanti la situazione terapeutica, riflettono la natura del materiale inconscio emergente.
Esistono molte differenti forme e gradi di distorsione proiettiva
nella relazione terapeutica. La più superficiale è fantasticare o
visualizzare il terapeuta e fargli assumere certe specifiche opinioni ed atteggiamenti. Se questo accade in un momento in cui
il soggetto ha il contatto visivo con il terapeuta, può prendere la
forma di vere e proprie trasformazioni illusorie dell’espressione
facciale. Così il paziente può vedere il terapeuta ridere sotto i
baffi, sorridere o sghignazzare, o esprimere condiscendenza,
ironia e derisione. Potrà trovare chiare indicazioni di interesse
sessuale o anche eccitamento nel volto del terapeuta o segni
di seduzione nei suoi gesti. Il terapeuta può apparire critico,
arrabbiato, pieno d’odio e aggressivo, o emanare compassione,
comprensione ed amore. La sua faccia sembra mostrare incertezza, interesse, paura, o sentimenti di colpa. La natura di queste
trasformazioni riflette la varietà di sensazioni ed inclinazioni che
il soggetto proietta sul terapeuta. Abbastanza di frequente, le
proiezioni assumono una forma molto più elaborata ed intricata:
il volto, il corpo e l’abbigliamento del terapeuta vengono stravolti. Qualche volta il significato simbolico di tali cambiamenti è
immediatamente chiaro ed ovvio; altre volte la loro comprensione richiede un sistematico ed attento lavoro analitico. In queste
trasformazioni simboliche si riflettono i problemi del paziente.
Le più comuni sono quelle immagini che rappresentano proiezioni delle tendenze istintive di natura sessuale o aggressiva del
soggetto. Così il terapeuta può essere illusoriamente trasformato
in figure rappresentanti violenza, crudeltà e sadismo. Ad esse
appartengono, per esempio, rappresentazioni di professioni
come macellaio, boxer, boia, mercenario, o inquisitore; infauste
figure storiche come Genghis Khan, l’imperatore Nerone, il
conte Dracula, Hitler o Stalin; ed un intera galleria di assassini,
130
sicari, ladri, membri delle SS e della Gestapo, commissari comunisti, selvaggi cacciatori di teste, ed altri. Personaggi famosi
dei film dell’orrore che spesso compaiono in questo contesto,
prendono le sembianze di Frankenstein, la creatura della laguna
nera, Dracula, King Kong, e Godzilla. Un’altra manifestazione
dell’aggressività del soggetto è la trasformazione simbolica del
terapeuta in un predatore a sangue caldo – aquila, leone, tigre,
pantera nera, giaguaro, squalo o tirannosauro. Un significato
simile può essere associato con la trasformazione del terapeuta
in uno dei tradizionali avversari di tali animali – un gladiatore, un
cacciatore, ed un domatore di bestie feroci. Immagini archetipiche
simbolizzanti aggressione sono ugualmente comuni: spaziano da
maghi neri, streghe maligne e vampiri, fino a diavoli, demoni,
divinità distruttive. Un soggetto sintonizzato su temi aggressivi nel
proprio inconscio può vedere la stanza del trattamento trasformata
nello studio del dottor Caligaris, in una segreta, in camera delle
torture, in una baracca di un campo di concentramento o in una
cella della morte. Oggetti innocenti nelle mani del terapeuta,
come una matita, una penna stilografica, o un foglio di carta, si
trasformano in pugnali, accette, seghe, pistole ed altri strumenti
criminali.
Allo stesso modo, le inclinazioni sessuali possono essere manifestate nella forma di proiezioni simboliche. Il terapeuta è
percepito come il tenutario di un harem orientale, come un
lascivo libertino, come una prostituta, magnaccia di periferia,
uno swinger metropolitano, o un frivolo e promiscuo pittore
bohemien. Don Giovanni, Rasputin, Poppea, Casanova e Hugh
Hefner, erano alcune delle proiezioni osservate in questo contesto. Immagini che esprimono attrazione sessuale senza una
sottolineatura peggiorativa, spaziano dalle famose star dei film
a leggendari amanti romantici fino alle divinità dell’amore. In
sedute con LSD personificazioni di divinità dei principî maschile e femminile come le diadi Apollo-Afrodite o Shiva-Shakti si
verificano di frequente, ed immagini di sacerdoti o sacerdotesse
dei vari culti dell’amore, riti di fertilità, o venerazione del fallo,
o rituali tribali riguardanti la sessualità sono altrettanto comuni.
In diverse occasioni, la trasformazione del volto del terapeuta
131
nel “volto leonino” di un lebbroso o nella faccia deformata di un
sifilitico, può essere decifrata come una proiezione di desideri
sessuali combinati con la minaccia di una punizione. Un’altra
categoria tipica di trasformazioni illusorie include le proiezione del
Superego del soggetto. Il terapeuta è di frequente percepito sotto
la forma di vari personaggi che valutano, giudicano, o criticano.
Queste possono essere figure parentali, insegnanti e anche autorità: preti, giudici e membri di una giuria, varie personificazioni
archetipche della Giustizia, ed anche Dio o il Diavolo.
.
Tre rappresentazioni di trasformazione
illusoria del terapeuta. Egli appare come un
mercante arabo che ha a che fare con pericolose droghe (sopra a sinistra); un selvaggio e
primitivo nativo africano (in basso a sinistra);
e come un saggio Indiano che emana una
perenne saggezza (sopra a destra). Ciascuna
immagine rifletteva la natura ed il contenuto
dell’esperienza psichedelica del paziente in
quel particolare momento.
132
Trasformazioni illusorie del terapeuta. Qui egli diventa un mostro sadico
che adora infliggere sofferenze al paziente. La figura angelica sulla sinistra
rappresenta la consapevolezza del paziente che le torture infine condurranno ad una apertura spirituale. Il castello sulla destra riflette la sua vaga
consapevolezza di una scena medievale di tortura che sentiva come una
memoria karmica. L’esperienza si verificò durante una sessione caratterizzata dalla transizione dalla MPB III alla MPB IV.
Altre visioni sembrano riflettere la parte del Superego del soggetto che rappresenta l’Io ideale. Il terapeuta è allora percepito
come perfetto, una persona dotata di tutte le virtù, che ha
raggiunto ciò che il paziente ha sempre desiderato – bellezza
fisica, integrità morale, intelligenza superiore, stabilità emotiva
e una vita equilibrata. Una tipica trasformazione riflette il forte
bisogno di amore incondizionato e di attenzione assoluta del soggetto,
così come l’irritazione a non avere il possesso esclusivo ed il
controllo del terapeuta. Questa è una caratteristica delle sedute
psicodinamiche che coinvolgono una profonda regressione alla
prima infanzia ed intensi bisogni anaclitici. Molti pazienti trovano difficile accettare il fatto che devono dividere il terapeuta
con altri pazienti, che il terapeuta abbia una vita privata, o che
la cornice terapeutica pone alcuni chiari limiti all’intimità.
Molti pazienti si sentono trattati con freddezza professionale e
con oggettività scientifica, o come cavie da esperimento. Anche
se il contatto fisico è usato nelle sedute, un cliente sensibile in
questa area può sperimentarlo come una tecnica terapeutica o
133
uno stratagemma professionale piuttosto che come espressione
autentica di affetto umano.
La curiosità del terapeuta riguardante la storia del paziente o
le dinamiche dei suoi problemi, può essere in questo contesto
derisa mediante un cambiamento illusorio del terapeuta in
Sherlock Holmes, Hercule Poirot, Leon Clifton, o solo una
caricatura di un detective con una grande pipa, occhiali, e
una lente di ingrandimento. Il suo approccio professionale,
oggettivo e scientifico al paziente può essere reso caricaturale
mediante la trasformazione illusoria in un barbagianni dotto,
dall’aspetto divertente, seduto su una pila di volumi ricoperti
di ragnatele. L’irritante mancanza di una adeguata risposta
emotiva e la “freddezza” professionale possono essere riflessi
in una illusione visiva che lo mostra nella dura protettiva divisa
di un cavaliere medievale, di un astronauta, di un pompiere, o
di un sommozzatore. La registrazione della seduta può irritare
il paziente, anche se non solo egli ha dato il suo consenso, ma
l’abbia specificatamente richiesta. Questa può essere ridicolizzata
da una visione satirica del terapeuta come un burocrate filisteo,
uno scolaro ambizioso e diligente, o un impiegato di provincia. Il
camice bianco, un simbolo comune dello scienziato, può giocare
una parte importante in questo contesto; il ruolo medico del terapeuta può essere attaccato trasformandolo nelle rappresentazioni
di altre professioni che usano camici bianchi, come droghieri,
barbieri, o macellai. Le trasformazioni del terapeuta nel Doctor
Faust, osservate in passato, erano decifrate come allusioni alla sua
raffinatezza e qualifica, alla non convenzionale natura della sua
ricerca scientifica, e alle proprietà magiche della sostanza usata;
in alcuni casi esse riflettevano anche il desiderio che egli segua
l’esempio di Faust e baratti la scienza per il piacere mondano 7.
Una interessante illustrazione, tipo cartone animato, di alcuni
di questi problemi avvenne in una delle prime sedute di Agnes,
che si stava sottoponendo al trattamento psicolitico per una grave
nevrosi cronica. Nella fase della terapia in cui voleva disperatamente il terapeuta solo per lei ed era gelosa di tutti gli altri pazienti, sperimentò, nella seduta con LSD, una serie di immagini
di un allevamento di polli, che rappresentava una satira del suo
134
trattamento con LSD. L’allevamento simboleggiava l’Istituto
di Ricerca Psichiatrica dove lei si trovava in terapia ed i suoi copazienti apparivano come uova con varie crepe e difetti che si
trovano nelle differenti fasi della cova. Dato che l’esperienza della
nascita è un importante fase nella terapia con LSD, lo schiudersi
simbolizzava la conclusione positiva del trattamento e la cura della
nevrosi. Le uova-pazienti erano in competizione l’una con l’altra
nell’accelerare il processo della cova, ma anche ad aggiudicarsi
l’affetto del terapeuta. Quest’ultimo era rappresentato da un
sistema di lampadine elettriche che provvedeva a fornire una
quantità scientificamente dosata di luce e calore. La paziente era
una insoddisfatto piccolo embrione di pollo che era in competizione per il calore artificiale, dato che era l’unico disponibile. In
realtà , voleva essere l’unica progenie di una reale madre chioccia
e non riusciva a rassegnarsi al surrogato elettrico.
Trasformazione illusoria del terapeuta
in la
untrasformazione
detective ficcanaso
con una
Come indicato da questo esempio,
del terapeugrande
pipa
(“Sherlock
Holmes”
). Il
ta non avviene come un fenomeno isolato, ma è accompagnata
paziente sta rappresentando la sua
da una simultanea trasformazione autosimbolica del paziente
irritazione per la curiosità ed oggete/o un cambiamento illusorio tività
dell’intero
ambiente. Come la
del terapeuta.
maggior parte dei fenomeni indotti da LSD, la trasformazione
135
della guida e dell’ambiente ha una struttura su più livelli ed è
sovradeterminata. Sebbene uno specifico significato è al centro
della consapevolezza, è possibile trovare un numero addizionale
di funzioni per la stessa immagine. Come nel caso dei sogni, ci
sono di frequente diverse interpretazioni per lo stesso fenomeno.
Includono materiale da differenti livelli dell’inconscio e tendenze ed emozioni opposte possono trovare rappresentazione congiunta in una singola condensata immagine simbolica. Sebbene
abbiamo così a lungo discusso manifestazioni visive, che sono le
più sorprendenti, le distorsioni proiettive possono riguardare gli
altri sensi, come udito, olfatto, gusto e tatto. Il contenuto concreto delle trasformazioni illusorie riflette la natura dell’esperienza
con LSD ed il livello dell’inconscio che è attivato. I cambiamenti
più superficiali sono di natura astratta e non sembrano avere
alcun profondo significato simbolico. Il volto del terapeuta può
apparire ondulante, distorto, o in cangianti colori. In alcuni casi,
la sua pelle è coperta con mosaici ed intricati disegni geometrici
che sembrano come tatuaggi o decorazioni aborigene. Questi
cambiamenti riproducono il segnale disturbato sullo schermo
del televisore che è fuori sintonia e sembrano riflettere la stimolazione chimica dell’apparato sensoriale.
A livello psicodinamico, le trasformazioni illusorie riflettono i
temi base dei sistemi COEX individuali caratterizzati dal contenuto specifico dello strato che è in quel momento al centro del
campo d’esperienza. Il terapeuta può essere percepito come
una figura genitoriale, fratello o sorella, un parente stretto, una
balia, un vicino, o qualsiasi persona significativa che era attiva in
importanti esperienze dell’infanzia. I dottori e gli infermieri che
condussero dolorosi interventi medici, conoscenti che svolsero
il ruolo di sostituti dei genitori, adulti che fisicamente o sessualmente abusarono del soggetto, e protagonisti in diversi spaventosi episodi, rientrano in questa categoria. Occasio- nalmente, il
terapeuta può assumere le sembianze di animali preferiti, come
un cane, coniglio o gallina, o anche di un gioco emotivamente
rilevante nell’infanzia, che fungeva da surrogato di compagnia
del soggetto. Qualche volta le trasformazioni proiettive non riflettono direttamente gli eventi biografici registrati in un sistema
136
COEX, ma variazioni sul suo tema centrale. Il seguente esempio
da una seduta con LSD di Renata 8, una paziente che soffriva di
un grave fobia del cancro, mostra come anche una insignificante
trasformazione del terapeuta possa condensare materiale rilevante
di differenti livelli.
Quando Renata guardò il terapeuta, la luce riflessa nei suoi occhi
prese le sembianze di una grande Sfinge. Le libere associazioni
di Renata fecero emergere il seguente materiale: la Sfinge è una
farfalla notturna che visita i fiori che emanano una fragranza
inebriante, intossicante, e succhia il loro nettare. Ha una distinta
impronta di un teschio umano sulla parte posteriore ed è usualmente associata nel folklore alla morte.
Questo riflette un tema importante per Renata che costituiva le
basi della sua fobia del cancro. Come risultato di alcune espeUnaabuso
Sfinge sessuale
(farfalla notturna)
rienze dell’infanzia, in particolare un
da partevista
del
nell’occhio
del
terapeuta.
patrigno all’età di otto anni, sesso e morte erano intimamente
legate nel suo inconscio. Le notti d’estate e le forti fragranze
dolci, suggeriscono l’atmosfera romantica e di unione amorosa; la Sfinge che vola intorno è un presagio di morte. Alcune
associazioni mostrarono la complicata, sovradeterminata, ed
ingegnosa struttura alla radice di questa trasformazione. Renata
aveva letto che i bruchi della Sfinge vivono sull’Atropa Belladonna
o mortifera ombra della notte (deadly nightshade), che è nota
per le sue proprietà psicoattive ed era usata nelle pozioni ed
137
unguenti medievali durante i Sabba. Piccole dosi di Belladonna
sono allucinogene e dosi più grandi estremamente tossiche.
Le proprietà allucinogene della Belladonna rappresentano un
collegamento con il processo dell’LSD. Il suo nesso con le orge
dei Sabba, allude agli aspetti pericolosi del sesso. La sua connessione con la morte inoltre riconduce al processo dell’LSD
che ha nell’esperienza della morte un importante elemento.
Renata ricordò di aver letto che i bruchi della Sfinge dormono
in posizione eretta. Trovò un collegamento diretto da qui alla
situazione traumatica di seduzione da parte del patrigno nella
quale fu posta di fronte al suo pene. A livello più profondo il
nome Sfinge la riportò alla Sfinge egiziana. Questa immagine di
una femmina distruttiva – una creatura con testa umana e corpo
di animale, che strangola le sue vittime – ricorre di frequente
nelle sedute con LSD che hanno a che fare con l’agonia della
nascita e la trascendenza. Fu a livello perinatale, nel processo
di nascita biologica, che Renata trovò le più profonde radici
inconsce della fusione e confusione in lei presenti, tra il sesso
e la morte.
Le trasformazioni del terapeuta nelle sedute con forte enfasi
perinatale, hanno una qualità differente. La proiezione dipende
dalla fase del processo di morte-rinascita, o dalla matrice perinatale che è attivata in quel momento. Gli elementi associati con
ciascuna delle matrici, presentano caratteristiche distinte. Per
la MPB I sono bellezza trascendentale, amore incondizionato,
perdita dei confini, una atmosfera numinosa ed un senso di
nutrimento e protezione. Il principio della MPB II comprende:
profonda paura metafisica, sensazioni di minaccia e paranoia
ed un senso di perdita d’autonomia. Un pieno sviluppo della
MPB II è caratterizzato da una atmosfera di imprigionamento
irreversibile, vittimizzazione disperata, esperienza di torture
diaboliche senza fine, e perdita dell’anima. La MPB III rivela
elementi di scontro titanico e cruento con caratteristiche sadomasochiste, sessuali e scatologiche. La transizione dalla MPB III
alla MPB IV è sperimentata come una pressione soverchiante a
cui abbandonarsi completamente ed incondizionatamente, paura
abissale di annichilimento ed aspettative catastrofiche. La MPB
138
IV infine, ha la inconfondibile qualità della liberazione spirituale,
abbandono dell’oscurità, salvezza ed illuminazione.
Se il soggetto è sotto l’influenza di una delle matrice perinatali
negative, il terapeuta può apparire nelle sembianze di qualcosa
che minaccia non solo gli individui ma l’intero mondo: il capo
di una pericolosa organizzazione segreta, il rappresentante di
una civiltà aliena che sta provando a ridurre in schiavitù l’umanità, un importante leader nazista o comunista, uno squilibrato
fanatico religioso, uno scienziato pazzo, o il Diavolo in persona.
Confrontato con queste immagini, il soggetto può smarrire la
consapevolezza di vivere un processo simbolico e quindi può avere una reazione paranoica vistosa. In esperienze più superficiali
e meno persuasive, alcuni elementi del simbolismo perinatale
possono essere proiettati sul terapeuta: può mutarsi in un mostro mitologico che minaccia di divorare il soggetto, nel Grande
Inquisitore, nel comandante di un campo di concentramento,
o in un malvagio sadico. Può assumere le sembianze di varie
importanti figure storiche, note per la loro crudeltà, perversione sessuale, coprofilia; guerrieri, persone gravemente malate
o ferite, conquistatori, sacerdoti pre-colombiani, maschere del
Carnevale, o il Cristo crocifisso. La forma specifica di queste
trasformazioni dipende dal livello nel quale è sperimentato il
processo di morte-rinascita e dal ruolo, attivo o passivo, che il
soggetto vi svolge.
Quando le matrici positive dominano la seduta con LSD, le
trasformazioni hanno una qualità nettamente differente. Se è
vissuta la MPB IV, il terapeuta può essere percepito come un
trionfante condottiero militare che celebra la vittoria su un
nemico crudele, il Redentore, l’incarnazione della saggezza cosmica, un maestro che conosce i segreti della vita e della natura,
una manifestazione del principio divino, o semplicemente Dio.
L’attivazione della MPB I ha molti elementi in comune con la
MPB IV, come la radiosità, la sacralità, e lo stato d’animo; tuttavia,
questi elementi hanno la qualità di essere percepiti come eterni
invece di presentarsi come una fase nel processo di transizione dalla morte alla rinascita. Il soggetto può sperimentare la
perdita dei confini e sentire una simbiosi con il terapeuta, asso139
ciata con un senso di assoluta sicurezza e di totale nutrimento.
Frequentemente, durante il processo di morte-rinascita, il terapeuta assume per il soggetto il ruolo della madre partoriente e
può realmente essere visto così; questo può accadere con terapeuti di ambo i sessi senza riguardo alla reale identità sessuale.
In queste condizioni la relazione di transfert può assumere una
qualità simbiotica: è caratterizzata da una profonda ambivalenza
biologicamente radicata, e la sua rilevanza è tale da apparire
una questione di vita o di morte. Il terapeuta può diventare
per il paziente una figura magica e potente di proporzioni
cosmiche. Il paziente può avere sia la sensazione di prendere
parte a questo potere sia di essere in una posizione totalmente
passiva, dipendente e vulnerabile. Un fattore critico in questa
situazione sembra essere la capacità del paziente di avere fiducia
nel mondo e negli essere umani – cosa che riflette il suo lontano
passato. La natura delle esperienze dell’infanzia fa sì che questo
ruolo di totale dipendenza possa essere “recitato” o diventi la
fonte di una minaccia per la vita e di una ideazione paranoica.
Spesso il paziente deve attraversare una profonda crisi di fiducia per essere in grado di riconnettersi con gli aspetti nutritivi
della relazione madre-bambino. Quando l’iniziale situazione
simbiotica del periodo perinatale è proiettata sul terapeuta, i
pazienti sotto LSD spesso perdono la capacità di discriminare
chiaramente tra il terapeuta e loro stessi. Le loro percezioni,
emozioni e pensieri sembrano fondersi con quelle del terapeuta.
Questo può sfociare in una sensazione di essere magicamente
influenzati o controllati da suggestione, ipnosi, telepatia, o anche psicocinesi. Il terapeuta appare in grado di leggere le loro
menti e conoscere i loro pensieri; il contrario è anche comune,
ovvero, il senso di avere accesso alla mente del terapeuta e condividere le sue sensazioni e processi di pensiero. Stando così le
cose, i pazienti di frequente trovano inutile comunicare le loro
esperienze verbalmente. Sentono che il terapeuta condivide e
conosce l’esperienza in tutti i suoi dettagli, o che egli l’abbia
precedentemente preparata e ora la controlli. In fasi critiche
del processo di morte-rinascita, il terapeuta può trasformarsi nel
grembo che dà o toglie la vita, e può anche essere sperimentato
140
come l’ostetrico o la levatrice al momento del parto. Questo è
specialmente frequente se la tecnica di trattamento include un
reale contatto fisico ed assistenza.
I problemi nella relazione di transfert a livello perinatale culminano quando il paziente si avvicina al momento della morte
dell’ego, che coincide con il rivivere il momento della nascita biologica. Questo implica un abbandono completo di tutte le difese,
di tutti i controlli e di tutti i punti di riferimento, ed è associato
con una profonda frattura nella fiducia di base. In questo stato
di estrema vulnerabilità, il paziente mette in dubbio il carattere
e le ragioni del terapeuta, nel mentre valuta il pericolo che corre
abbandonandosi totalmente. Importanti aspetti negativi della
storia del paziente emergono in una forma amplificata e sono
proiettati sul terapeuta in varie forme simboliche. Inoltre, i difetti
reali della personalità del terapeuta ed i problemi ed i conflitti
nella relazione terapeutica, sono visti come attraverso una lente
di ingrandimento. La percezione che ha il paziente del terapeuta
può essere un riflesso della propria esperienza nel brutale canale
di nascita, ed il processo con LSD può apparire a questo punto
come uno schema diabolico per distruggere i pazienti, far loro
il lavaggio del cervello, renderli schiavi per l’eternità, o rubare
la loro anima. Dopo che la crisi di fiducia è stata superata ed il
legame di confidenza ristabilito, i fenomeni di transfert tendono
ad oscillare verso l’altro estremo. Un soggetto influenzato dalla
MPB I o IV può vedere il terapeuta come la fonte ultima dell
amore, sicurezza e nutrimento. Può sperimentare il terapeuta
come se fosse il buon seno e il buon grembo contemporaneamente.
Non sembra esserci alcun confine individuale, solo un continuo,
libero flusso di pensieri, emozioni e buona energia. Il paziente
lo sperimenta come il processo di allattamento, nel quale il
latte sembra venire da una fonte spirituale ed avere miracolose
proprietà curative. La stessa esperienza ha anche qualità embrionali: la circolazione di emozioni spirituali ed energie, sembra
riprodurre lo scambio placentare tra la madre ed il bambino.
Una volta che questo legame biologico, emotivo e spirituale è
stabilito, il terapeuta può essere percepito non solo come la
propria madre, ma anche come la buona madre in assoluto
141
– l’immagine archetipica della Grande Madre, Madre Natura,
ed in definitiva come l’intero cosmo o Dio.
Nelle sedute con LSD di natura transpersonale, la relazione di
transfert ha una qualità completamente differente. Le trasformazioni del terapeuta non possono essere interpretate nello stesso
modo come quelle a livello psicodinamico – come complicate
immagini simboliche con una struttura multilivello e sovradeterminata, o come proiezioni riflettenti vari strati dei sistemi COEX.
Queste trasformazioni differiscono anche dai fenomeni di transfert perinatale, che possono essere compresi come ripetizioni
degli aspetti nutritivi e distruttivi della relazione simbiotica con
la madre. Le proiezioni transpersonali sono fenomeni sui generis
che si mostrano refrattarie ad ulteriori analisi psicologiche. Il
terapeuta può assumere le sembianze di potenti immagini archetipiche, o di divinità o demoni. La trasformazione nell’Uomo
Cosmico, nel Saggio, nel Grande Erma- frodita, nell’Animus o
nell’Anima, Shiva, Kali, Ganesha, Zeus, Venere, Apollo, Satana,
Isis, Cibele, o Coatlicue, potrebbero essere esempi di questa
categoria. Ugualmente frequenti sono le trasformazioni del
terapeuta in grandi maestri religiosi – Gesù, Mosè, Mohammed,
Buddha, Sri Ramana Maharishi, ed altri. Quando il paziente sta
sperimentando elementi dell’inconscio razziale o collettivo, il
terapeuta può essere trasformato nel rappresentante di un’altra
cultura e/o una persona di un’altra epoca. Un tale episodio può
anche avere la “qualità di una esperienza di passate incarnazioni”.
In quel caso, i pazienti sono convinti di star rivivendo ricordi
dalle loro vite passate e che la presente situazione sia una replica,
ripetizione o una variazione di un evento accaduto nel passato
remoto. È piuttosto comune che i pazienti dicano di aver incontrato il terapeuta in precedenti incarnazioni. Occasionalmente,
questo può implicare situazioni complesse a causa della diversità
di cultura rivissuta. L’inclusione del terapeuta in ricordi ancestrali o filogenetici si verifica frequentemente. In questo caso il
terapeuta appare trasformato nell’antenato umano o animale
dello stesso o del sesso opposto. In generale, le trasformazioni
proiettive del terapeuta a livello transpersonale, sono diverse
rispetto a quelle di natura psicodinamica, freudiana. Le prime
142
sembrano particolarmente autentiche, genuine e convincenti:
contengono informazioni corrette ed oggettivamente verificabili
che vanno al di là del background educativo del soggetto e del
suo livello di informazione. Diversamente dalle trasformazioni
proiettive a livello psicodinamico, non possono essere decifrate ed interpretate come rappresentazioni simboliche di certi
aspetti della attuale esistenza del paziente. Anche quei pazienti
che con entusiasmo si adoperano ad analizzare i vari fenomeni
proiettivi a livello psicodinamico rifiutano l’approccio freudiano
nella sfera transpersonale in quanto superficiale, inadeguato,
ed inappro- priato.
L’importanza del terapeuta durante le sedute con LSD, ha
conseguenze per la pratica psicoterapeutica. Il terapeuta è
soggetto a pressioni emotive e deve essere attento alle insidie
della situazione di transfert e controtransfert. Inoltre, l’intensificazione della relazione terapeutica va ben oltre i limiti della
psicoterapia convenzionale, raggiungendo spesso un punto caricaturale. Questo rende più semplice, sia per il paziente che per
il terapeuta, riconoscere e comprendere la natura transferale dei
problemi coinvolti. Ad un terapeuta esperto, le dimensioni della
relazione terapeutica durante le sedute psichedeliche, offrono una
opportunità eccezionale per mediare potenti esperienze emotive
di correzione a livelli così profondi come difficilmente vengono
raggiunti nella psicoterapia convenzionale. Per essere in grado
di affrontare tutte le sfide che la terapia psichedelica lancia, il
terapeuta deve avere una speciale preparazione che include
esperienze personali con la sostanza. Data la straordinaria natura
degli stati sotto LSD e le limitazioni del nostro linguaggio nel
descriverli, è impossibile per i futuri terapeuti con LSD acquisire
una più profonda comprensione del processo senza una esperienza diretta, di prima mano. Documentarsi su quanto riguarda
le esperienze psichedeliche, partecipare a seminari e letture, o
anche assistere a sedute di altre persone, può fornire solo una
conoscenza superficiale ed inadeguata. Le esperienze in prima
persona offrono l’opportunità di penetrare nelle proprie aree
conflittuali ai livelli omeopatici con quelli dei pazienti. Alcune
delle questioni cruciali con cui un futuro terapeuta con LSD
143
deve confrontarsi rimangono inattinte nella terapia convenzionale. Paura della morte, perdita totale del controllo, e lo spettro
della pazzia possono essere menzionati qui come esempi salienti.
A meno che il terapeuta non si sia confrontato con successo con
queste questioni, le manifestazioni dell’inconscio profondo del
paziente tenderanno ad attivare le proprie aree problematiche
e a scatenare difficili risposte emotive e psico- somatiche. Questo può portare a gravi problemi di transfert e controtransfert e
richiede maggiore impegno del sistema di difesa e di auto-controllo. Le sedute con LSD nelle quali il terapeuta deve affrontare
i suoi problemi irrisolti possono diventare un reale fardello:
sono sperimentate, di solito, come reciprocamente svuotanti.
Un buono terapeuta dell’LSD, ha bisogno anche di una lunga
esperienza clinica. Con il crescere del numero delle sedute a cui
ha partecipato, il terapeuta comincia a trovarsi più a suo agio e
meno minacciato dagli insoliti fenomeni che sono comuni nella
terapia psichedelica. Nella pratica quotidiana osserva un gran
numero di persone coinvolte in drammatiche esperienze di
morte, di divenir pazze e di sentirsi possedute da spiriti malvagi,
o che affermano di aver oltrepassato il punto di non ritorno.
Assistendo alla risoluzione positiva di tali stati e vedendo che gli
stessi soggetti solo poche ore dopo sono raggianti e scherzano,
il terapeuta gradualmente sviluppa equanimità, confidenza e
tolleranza riguardo l’intero spettro dei fenomeni psichedelici.
Questo atteggiamento è trasmesso ai pazienti e rende possibile
per loro abbandonarsi all’esperienza, qualsiasi cosa stia emergendo nelle sedute con LSD, in modo da rintracciare le radici
dei loro problemi emotivi.
SET E SETTING DELLE SEDUTE
In aggiunta ai fattori legati alla personalità del soggetto e del terapeuta, vi è un esteso complesso di parametri non-farmacologici
indicati con set e setting. La comprensione delle reazioni all’LSD
resta superficiale ed incompleta se non tiene in considerazione
144
gli elementi appartenenti a questa categoria.
Il termine set include le aspettative, le motivazioni e le intenzioni
del soggetto riguardo la seduta; la valutazione che il terapeuta ha
sulla natura dell’esperienza con LSD; l’obiettivo concordato della
procedura psichedelica; la preparazione e la programmazione
della seduta; e la tecnica specifica di conduzione usata durante
l’esperienza sotto sostanza. Il termine setting si riferisce all’ambiente, sia fisico che interpersonale ed alle concrete circostanze
in cui la sostanza è assunta.
L’IMPORTANZA DEL SET
Dato che l’LSD è un amplificatore non-specifico dei processi
mentali, i fenomeni sotto LSD coprono un raggio estremamente
ampio, che si estende potenzialmente a tutti gli aspetti dell’esperienza e dei comportamenti umani. Per questa ragione possono
esserci molti differenti set per le sedute con LSD. La controversia
che circonda l’LSD potrebbe essere facilmente risolta se coloro
che ne sono coinvolti riconoscessero chiaramente l’importanza
dei fattori non-farmacologici. In molti casi, le discussioni che
pretendono di essere sull’LSD, sono in realtà sui differenti usi
della sostanza e sull’influenza del set . Humphrey Osmond, uno
dei primi pionieri della ricerca sull’LSD, analizzò la situazione
in una conferenza sulla psicoterapia con LSD. Sottolineò il fatto
che l’LSD è uno strumento, e la modalità del suo impiego è di
cruciale importanza. Per illustrare il suo punto di vista, domandò
ai presenti di immaginare una situazione nella quale un gruppo
di persone con differenti background e differenti punti di vista,
provassero a valutare se un coltello è un oggetto pericoloso o
un utile utensile. In questo contesto, un chirurgo presenterebbe statistiche di riuscite operazioni chirurgiche, un capo della
polizia parlerebbe di omicidi e mutilazioni, una casalinga considererebbe il coltello in relazione al tagliare carne e vegetali,
ed un artista lo immaginerebbe in connessione all’intaglio del
legno. In tale situazione qualsiasi tentativo di anteporre un
145
punto di vista ad un altro è chiaramente assurdo: appare chiaro
che il fattore chiave è l’uso che si fa del coltello. Nessuno considererebbe seriamente che i pericoli ed il potenziale positivo di
questo strumento rappresentino una sua intrinseca proprietà.
Ebbene questo è esattamente ciò che è stato fatto nel passato
nelle diverse discussioni sull’LSD.
Qui di seguito, riepilogheremo brevemente i più importanti
set in cui l’LSD è stato somministrato, e discuteremo le loro
specifiche caratteristiche. La prima cornice concettuale per la
somministrazione dell’LSD, fu il cosiddetto approccio del modello
psicotico. Dominò la sperimentazione negli anni immediatamente
successivi alla scoperta della sostanza. Le esperienze con LSD
erano viste alla luce di una connessione psicopatologica ed
etichettate come “psicosi sperimentali” o “schizofrenia indotta
chimicamente”. In questa fase, la sostanza era somministrata a
volontari per motivi di ricerca, con lo scopo di esplorare le basi
delle psicosi endogene, o dai professionisti della salute mentale
per scopi didattici e di tirocinio – per spingerli in un viaggio (con
biglietto di ritorno) nel mondo della schizofrenia.
Un set completamente differente emerse quando divenne ovvio
che le esperienze con la sostanza potevano aumentare il potenziale creativo. La sostanza acquistò popolarità tra gli artisti come
fonte di ispirazione e molte centinaia di pittori, scultori, musicisti,
architetti e scrittori si offrirono volontari per esperimenti con
LSD. Un po’ più tardi, scienziati, filosofi e altri individui altamente creativi, divennero i soggetti preferiti per le sedute con
LSD. Ciò era basato sull’osservazione che gli stati non ordinari
di coscienza indotti da LSD, possono generare importanti intuizione, facilitare la risoluzione di problemi, e condurre a valide
intuizioni o inaspettate rielaborazioni degli studi pregressi.
Un altro importante set fu sviluppato dopo che gli sperimentatori
ebbero ripetutamente osservato che l’esperienza con la sostanza
poteva prendere la forma di una profonda esperienza religiosa o
mistica. Alcuni ricercatori interessati nell’esplorazione di questo “istantaneo” o “chimico misticismo” provarono a creare le
strutture e le circostanze in grado di facilitare l’insorgenza dei
fenomeni spirituali. Differenti set furono impiegati nelle sedute
146
che esploravano il potenziale terapeutico dell’LSD per pazienti
psichiatrici e malati terminali. Vari metodi di terapia con LSD
sono stati descritti nel primo capitolo e saranno solo brevemente
riassunti qui. In alcuni di questi studi, l’LSD fu somministrato
regolarmente, come qualsiasi altro agente farmacologico, senza
tener conto delle sue peculiari proprietà psichedeliche. Questo
modello strettamente medico fu applicato in approcci che usavano
l’LSD come antidepressivo, per le abreazioni, o come agente attivante. In altri, l’LSD era considerato un catalizzatore dei processi
mentali ed un coadiuvo per la psicoterapia; la terapia psicolitica,
anaclitica, e ipnodelica sono esempi di questo approccio. Alcuni
orientamenti terapeutici come la terapia psichedelica o la psicosintesi
di Salvador Roquet hanno una enfasi chiaramente religiosa e
mettono in rilievo gli effetti “misticomimetici” dell’LSD.
La sostanza può essere somministrata nel contesto di psicoterapie
individuali o di gruppo, ed il suo uso dipende dai vari sistemi
terapeutici – la psicoanalisi freudiana, la psicologia analitica di
Jung, lo psicodramma di Moreno, la pratica gestaltica di Perls,
o la psicoterapia esistenziale – che va ad integrare. L’approccio
anaclitico pone una grande enfasi sul contatto fisico e su comportamenti materni. La terapia psichedelica può sfruttare come
sfondo il racconto di differenti religioni; la sua variabilità individuale mette anche in rilievo particolari aspetti del set e del setting
come la musica, elementi naturali, l’uso di simboli universali, o la
lettura di specifici passaggi tratti da libri sacri. Altrettante infinite
variazioni del set sono legate all’uso non-medico e di auto-sperimentazione non controllata. Alcuni individui hanno una guida per le
loro sedute, mentre altri prendono LSD per conto proprio o partecipano ad esperienze di gruppo. I setting per queste esperienze
coprono un ampio raggio, da appartamenti privati, belle località
immerse nella natura, o concerti rock fino a strade trafficate e
macchine sull’autostrada. La qualità delle dosi di LSD acquistati
in strada è dubbia, e con possibili impurità incluse sostanze come
amfetamine, fenciclidina, STP, e anche stricnina. La quantità
di principio attivo è ugualmente imprevedibile. L’inaffidabilità
delle sostanze, l’assenza di un sistema di assistenza, una cornice
di illegalità di tali auto-sperimentazioni, portano alla paranoia
147
e a reazioni di panico. Per questa ragione l’incidenza di gravi
complicazioni psicologiche in siffatte circostanze non può essere
addotta come prova che l’uso dell’LSD sia pericoloso.
L’LSDè stato catalogato come narcotico. Questo non è corretto
e non ha una giustificazione scientifica. Nessuna dipendenza
fisiologica da LSD o sostanze derivate è stata dimostrata. Le
ragioni per il loro uso ed abuso sono estremamente complesse
e possono avere radici psicologiche molto profonde. Qualsiasi
legislazione che ignora questo fatto è condannata inevitabilmente al fallimento. Gli individui coinvolti in auto-sperimentazione
non-medica con gli psichedelici, appartengono a differenti
categorie ed hanno motivazioni molto differenti. Alcuni di essi
sono giovinetti immaturi ed irresponsabili che non hanno informazioni sulla natura degli effetti con LSD e prendono la droga
per piacere, ribellione o per orge di gruppo. Altri sono ricercatori di piacere che tentano di intensificare la loro esperienza
sensoriale per motivi estetici, ricreativi ed edonistici. Qualche
coppia usa insieme le esperienze psichedeliche per affrontare
problemi emotivi interni alla coppia, migliorare la qualità della
loro relazione, aprire nuovi canali di comunicazione ed esplorare vari livelli della loro interazione sessuale. Un gruppo non
da sottovalutare di auto-sperimentatori, sembra essere quello di
persone con gravi problemi emotivi ai quali la psicoterapia tradizionale è inaccessibile, o che sono delusi dalla sua inefficacia.
Sono disperatamente alla ricerca di alternative terapeutiche, e
dato che un trattamento con LSD responsabile e professionale
non è disponibile, fanno tentativi di auto-terapia. C’è anche un
consistente numero di intellettuali responsabili e raffinati che
considerano ripetute sedute psichedeliche come una opportunità eccezionale per la ricerca filosofica e spirituale, comparabile
al percorso offerto dalle tradizioni come il Vajrayana Tibetano,
Buddismo Zen, Taoismo, Sufismo, o i diversi sistemi di Yoga. Così le
motivazioni per la sperimentazione psichedelica possono essere
estremamente serie e riflettere i più fondamentali bisogni degli
esseri umani – desiderio di benessere emotivo, realizzazione spirituale e senso del significato della vita. Comunque, qualsiasi siano
le motivazioni personali, le sedute con LSD dovrebbero essere
148
condotte in situazioni sicure e nel contesto di una relazione di
fiducia con un esperto e responsabile terapeuta. Se questi requisiti non sussistono, i pericoli ed i rischi di una somministrazione
superano di gran lunga i benefici.
L’ultima area della sperimentazione con LSD che verrà menzionata, è quella dei set distruttivi. Ad essa appartengono gli
“esperimenti” che esplorano il potenziale dell’LSD per la “liquidazione” psicologica di certi individui, l’estorsione di confessioni,
lavaggio del cervello e guerra chimica. Potremmo includere le
situazioni nelle quali un individuo ingerisce LSD senza saperlo
e di frequente senza nessuna nozione sui suoi effetti. Il pericolo
di questa situazione non sarà mai sufficientemente enfatizzato:
non solo la salute, ma anche la vita del soggetto può essere
messa in gioco. Qualche volta questo può accadere per un
incidente quando l’LSD è erroneamente scambiato per altre
pillole, o contenitori per lo zucchero contenenti LSD invece
che zucchero. Comunque, la polizia segreta, le intelligence e gli
esperti militari hanno, in passato, sistematicamente esposto
ingenui ed impreparati soggetti agli effetti della sostanza per
testarne il potenziale distruttivo. In diverse occasioni questo è
stato fatto anche dai ricercatori psichiatrici; l’obiettivo di questi
esperimenti era di verificare se soggetti impreparati e sorpresi
dalla reazione all’LSD avrebbero riprodotto uno stato schizofrenico più intensamente di quando la sostanza era somministrata
con il consenso informato. È accaduto nel passato che individui
irresponsabili aggiungessero di nascosto l’LSD nel cibo o nelle
bevande dei parenti, amici o estranei, come una “iniziazione”,
una “deflorazione psichedelica”, un divertimento, o solo come
un atto meschino e di vendetta. Qualche volta ciò è stato combinato con altre attività che accentuano ulteriormente l’azzardo
della situazione. Posso riportare qui di un incontro con un
gruppo di giovinetti molti anni fa in Washington Square a New
York. Quando seppero che stavo conducendo una ricerca con
LSD, con orgoglio mi confidarono i loro propri “esperimenti”,
nei quali a degli sconosciuti veniva dato LSD a loro insaputa.
Dopo aver ingerito la sostanza, queste involontarie cavie erano
portate in un appartamento privato. Qui gli “sperimentatori”
149
si esibivano in una danza selvaggia intorno alle loro vittime,
rivestiti con bizzarre maschere e costumi aborigeni, facendo
oscillare lance. L’obiettivo di questa “ricerca” era di studiare le
reazioni di vari soggetti a questa inusuale situazione. È ovvio che
in queste condizioni, l’LSD può avere un effetto profondamente
disgregante e gettare in un acuto panico ed addirittura in uno
scompenso psicotico. Se l’LSD è dato di nascosto, senza il consenso informato, non esiterei ad usare il termine di set criminale
per tale situazione.
Durante gli ultimi venti anni ho avuto l’opportunità di condurre,
osservare e sperimentare personalmente sedute psichedeliche in
differenti set. Iniziai a lavorare con l’LSD al tempo dell’approccio
del modello psicotico, e presi anche parte a sedute didattiche con
i miei colleghi durante questo periodo. Occasional- mente, artisti, filosofi e scienziati raggiunsero la nostra struttura ed ebbero
sedute con LSD a fini ispirativi e di intuizione. Più tardi, iniziai
ad usare l’LSD come coadiuvo per una sistematica psicoterapia
dinamica e condussi uno studio esplorativo del suo potenziale
diagnostico e terapeutico all’interno della cornice di una comunità di pazienti ben organizzata. Durante questo lavoro, sviluppai
una tecnica terapeutica consistente in ripetute somministrazioni
di LSD. Sebbene fosse originariamente concepita come psicoanalisi coadiuvata da uso di sostanza, basandosi in teoria e nella
pratica sui concetti freudiani, divenne gradualmente una modalità di trattamento sui generis. Penetrando il materiale traumatico
dell’infanzia, come praticato nella psicoanalisi e nella terapia
psicolitica, questo approccio pone grande enfasi sull’importanza
del processo di morte-rinascita e sulle esperienze transpersonali.
Dopo molti anni di sperimentazione clinica con l’LSD a Praga,
trascorsi del tempo a Londra ed acquisii esperienza diretta della
terapia anaclitica come veniva praticata da Joyce Martin e Pauline McCririck. Nel 1967, mi trasferii negli Stati Uniti e mi unii
al gruppo di ricerca di Spring Grove a Baltimora, dove imparai e
praticai la tecnica di trattamento psichedelico. Durante questo
tempo fui occasionalmente consultato sui casi di sperimentazione non-medica con LSD che implicavano varie complicazioni
e divenni piuttosto familiare con l’uso degli psichedelici nella
150
controcultura. Tutte queste esperienze sono state una ricca fonte
di osservazioni, e indicano il significato primario del set come
uno dei determinanti delle reazioni all’LSD.
Certi aspetti del set sono abbastanza ovvi. Non è difficile vedere
che una specifica programmazione durante il periodo di preparazione, certe tecniche di conduzione delle sedute, o sostegni
ed accessori ai quali il soggetto è esposto possono influenzare
l’esperienza con LSD. Comunque, alcuni altri fattori importanti sono stati accantonati nel passato, o non furono apprezzati
adeguatamente perché sono molto più sottili e non facilmente
identificabili. Uno di essi è la presenza o l’assenza di comunicazione verbale tra il soggetto ed il terapeuta. Un colloquio
che si prolunga oltre un minimo necessario durante le sedute,
tende a rendere l’esperienza più superficiale ed è in generale
controproducente nei termini di effettiva esplorazione del sé.
Comunque, in quelle situazioni dove c’è un continuo dialogo
tra il soggetto e il terapeuta, la natura del loro scambio verbale
diventa un fattore di considerevole importanza. Questo è particolarmente vero in relazione alla scelta ed alla formulazione delle
domande poste. Nel rivolgersi al soggetto, il terapeuta rinforza
e ridefinisce il set che è stato stabilito nel periodo preparatorio
della seduta. Una specifica enunciazione delle domande può
attirare l’attenzione del soggetto su certi aspetti della sfaccettata
esperienza con LSD. All’estremo, può determinare la direzione
nella quale l’esperienza si muoverà, e modificarne il contenuto
ed influenzarne il corso. Nell’approccio descrittivo alla seduta con
LSD, che tenta di afferrare la fenomenologia della reazione alla
sostanza, il soggetto è incoraggiato a concentrarsi su alcuni
aspetti dell’esperienza. Gli elementi che sono di interesse in
questo contesto sono la presenza o l’assenza di sintomi fisici, i
cambiamenti emotivi, le distorsioni percettive e il livello di eccitazione ed inibizione psicomotoria. Il ricercatore vuole sapere
se la visione del soggetto è chiara o confusa, se gli oggetti sono
percepiti fermi o ondulanti, se le visioni sono di natura geometrica o figurativa, se l’udito è più o meno acuto del normale e se
sinestesie sono presenti. In queste condizioni, il soggetto di solito
sperimenta i fenomeni secondo una modalità impersonale, come
151
fosse uno spettatore che guarda un film interessante. Qualsiasi
cosa stia avvenendo nella seduta è considerata come il risultato della interazione tra la sostanza ed il cervello del soggetto;
l’esperente è usato come un osservatore ed un relatore di questi
cambiamenti. Anche se sono coinvolte emozioni relativamente
forti, sono attribuite all’effetto chimico della sostanza più che
viste come manifestazione della personalità del soggetto; sono
semplicemente annotate e registrate. Nelle sedute focalizzate sulla descrizione psicopatologica, il rilevante materiale dinamico è
raramente riconosciuto e non è mai ulteriormente approfondito.
Domande tipiche che ridefiniscono questa cornice sperimentale
sono frasi come: “Stai sudando ?” , “ Le tue mani tremano?”, “
Ti gira la testa?”, “ I colori sono differenti dal normale?”, “ Hai
qualche sensazione strana nel corpo?”. Le registrazioni dei primi esperimenti con LSD ed i questionari usati in quel periodo
abbondano di domande di questo tipo.
Quando l’LSD venne somministrato nel contesto della ricerca
basata sulla modello psicotico, le sedute erano vincolate ad una
aspettativa negativa. Erano esplicitamente designate come
“psicosi sperimentali” e le sostanze psichedeliche come “allucinogeni”, “ psicomitetici” o “psicodislettici”. Ci si attendeva
che i soggetti focalizzassero la propria attenzione su fenomeni
che di norma sono associati alla schizofrenia, come sentimenti
paranoici, panico, dissociazione tra affetto e pensiero, varie
distorsioni percettive, interpretazioni illusorie dell’ambiente,
o disorganizzazione e frammentazione dell’ego. Nelle sedute
con LSD condotte da professionisti della salute mentale per
motivi di tirocinio, l’attenzione sulla psicopatologia era particolarmente forte. Questi apprendisti terapeuti avrebbero appreso
ad identificare ed a diagnosticare i disturbi percettivi, i processi
di pensiero anormali, ed inusuali qualità emotive, assegnando
loro le appropriate etichette nosografiche, per comparali, poi,
con quelli che ricorrevano nei pazienti schizofrenici. Le domande caratteristiche di questo approccio erano: “ Hai qualche
allucinazione visiva o acustica ?”, “Le tue emozioni non sono
appropriate al contenuto dei tuoi pensieri e delle tue visioni ?”,
“ Hai qualche strana sensazione o qualche bizzarro cambiamento
152
della tua immagine del corpo?”, “Come si paragona la tua esperienza con la schizofrenia ?”, “ Stai avendo qualche intuizione
sul processo psicotico?”.
In sedute dove l’enfasi è sulle esperienze estetiche e di ispirazione
artistica, i soggetti sotto LSD sono interessati ai cambiamenti
della percezione delle forme, dei colori e dei suoni. Focalizzano
la propria attenzione su fenomeni come l’intreccio di schemi
geometrici, le dinamiche delle illusioni ottiche, e la ricchezza
delle sinestesie. Di frequente provano a collegare le loro esperienze a vari movimenti dell’arte moderna o al lavoro di singoli
artisti. L’astrattismo, l’impressionismo, il cubismo, il surrealismo,
il superrealismo e la musica sembrano essere di particolare
rilievo da questo punto di vista. Sono caratteristiche di questo
tipo di seduta le seguenti domande: “ Le tue visioni assomigliano al lavoro di qualche famoso artista ?”, “Quali sono i colori
predominanti che vedi ?”, “Le tue visioni sono geometriche o
figurative ?”, “Quale materiale e tecnica renderebbe al meglio le
tue visioni ?”, “Questo disegno è di una visione che hai avuto o
è un disegno automatico ?”, “ Come è la tua coordinazione ?”, “
Trovi difficoltà a concentrarti nel dipingere ?” , “ La musica che
stai allucinando, ti ricorda qualche pezzo che conosci ?”, “Quale
strumento useresti per suonare questa musica ?”, “Comprendi
meglio ora l’arte moderna ?”.
Nelle sedute psicoterapeutiche di orientamento psicolitico, i pazienti
sono spinti ad usare le sedute per l’esplorazione del sé e per la
comprensione dinamica dei loro problemi emotivi. I fenomeni
sotto LSD sono visti come complesse formazioni simboliche che
riflettono importanti processi inconsci nel paziente. Viene fatto
uno sforzo sistematico per decifrare tutte le manifestazioni dell’esperienza ed utilizzarle come indizi per rintracciare i sintomi
psicopatologici fino alle loro fonti originarie. Il set psicodinamico
è continuamente ridefinito da affermazioni come: “ prova a
comprendere perché hai questa particolare esperienza”, “ cosa
pensi che significhi ?”, “Ti ricorda qualcosa del tuo passato ?”, “
Prova a collegare questi sentimenti di aggressione al loro originario bersaglio”, “Da dove viene la tua paura? Seguila fino alla
sua origine”, “Secondo te perché mi vedi trasformato in questo
153
modo particolare; può avere qualche significato simbolico?”, “C’è
qualche ricordo o associazione legata con questa visione ?”.
Nelle sedute dove l’obiettivo principale è di avere esperienze mistiche o religiose, c’è una tendenza a limitare l’importanza degli
aspetti descrittivi, dei fenomeni psicopatologici e del materiale
traumatico personale. Gli elementi estetici sono considerati importanti, ma l’attenzione maggiore è sulla sfera sopraindividuale,
transpersonale e trascendentale. In generale, questa è anche una
caratteristica della terapia psichedelica. Nelle sedute condotte per
raggiungere una esperienza psichedelica di picco, c’è di solito una
ridotta interazione verbale tra il terapeuta ed il paziente. Se occorre, tende a prendere la forma di semplici direttive piuttosto
che di domande. Alcuni esempi tipici sono i seguenti: “Non
aver paura di morire; non è una morte reale. Il momento in cui
accetterai la morte, sperimenterai la rinascita”, “Non è realmente
l’annichilimento e la disintegrazione; è disciogliersi nell’universo”, “Prova ad usare la musica, lasciati trascinare dalla musica;
entra in essa e stai con essa, prova a diventare la musica”, “ non
opporti: lascia che accada, lasciati andare, prova ad abbandonarti
completamente all’esperienza”, “possiamo pensare e parlare più
tardi; per adesso prova solo a sperimentare qualsiasi cosa stia
avvenendo, sii te stesso, semplicemente esisti!”.
L’IMPORTANZA DEL SETTING
Durante il mio lavoro clinico con l’LSD, feci numerose osservazioni che indicavano come gli elementi fisici ed interpersonali
del setting possono influenzare profondamente la natura della
reazione all’LSD. Situazioni nelle quali stimoli esterni influenzano il soggetto e modificano la sua esperienza con LSD, possono
essere comprese in riferimento all’attivazione di sistemi dinamici
154
sottostanti. Se il setting include elementi di sistemi COEX positivi o di matrici perinatali positive, questi tendono a facilitare
l’emergenza di piacevoli o anche estatiche esperienze. Dato che
tali esperienze hanno un grande potenziale terapeutico, queste
associazioni dovrebbero essere utilizzate nelle sedute psichedeliche e dovrebbero essere inserite nel setting del trattamento.
L’importanza di questo principio fu scoperto empiricamente
ed è utilizzato dai terapeuti psichedelici.
La camera del trattamento dovrebbe essere silenziosa, confortevole, decorata con gusto, arredata in un modo familiare.
Molta attenzione dovrà essere prestata alla scelta dei tessuti,
dei quadri e delle decorazioni floreali. Bei scenari naturali o
alcuni oggetti che riflettono la creatività, hanno una influenza
positiva sull’esperienza con LSD. Questo può essere compreso
dal fatto che le visioni di bei paesaggi ricorrono nel contesto
della MPB I come parte di un simbolismo di questa matrice.
Ugualmente, ricordi di escursioni o di stare in paesaggi naturali
costituiscono strati importanti di alcuni sistemi COEX positivi.
C’è una evidenza empirica sufficiente che indica che la locazione ideale per le strutture psichedeliche del futuro dovrebbe
trovarsi in un ambiente naturale come laghi montani, su spiagge
oceaniche, su piccole isole, nel deserto, in aree boscose, o in
vecchi parchi. L’acqua limpida in qualsiasi forma, sembra avere
un impatto particolarmente forte sui soggetti sotto LSD; una
nuotata, una doccia, un bagno può frequentemente scaricare
esperienze negative e facilitare un ritorno estatico. Uno dei più
significativi fattori del setting è una buona musica stereofonica
di alta qualità estetica.
In contrasto, elementi che sono di solito associati con sistemi
COEX negativi, tendono a precipitare verso spiacevoli esperienze
sotto LSD quando sono parte del setting o occorrono come stimoli
accidentali. Un esempio estremo di questo potrebbe essere una
camera di trattamento piccola, sgradevole, claustrofobica, ed
arredata senza gusto, con una finestra che dà su uno spiacevole
scenario come aree industriali, discariche di rottamazione, alte
ciminiere, ed una atmosfera di inquinamento chimico. Forti
voci umane, musica spiacevole, il rumore di macchinari, ed il
155
suono di sirene, ambulanze, motori a scoppio e jet, esemplificano le interferenze che possono avere una influenza disturbante
sull’esperienza psichedelica. Per la stessa ragione, il setting delle
sedute non dovrebbe ricordare al soggetto un ospedale, l’ufficio
di un dottore, o un laboratorio. Come risultato delle dinamiche
COEX e delle MPB, gli elementi ospedalieri come piastrelle
bianche, confezioni di medicinali, camici bianchi, siringhe, fiale
con pillole, ed in generale un ambiente asettico tendono a facilitare esperienze legate a malattie, operazioni, incidenti, dolore,
agonia, morte. Per ovvie ragioni, l’atmosfera tradizionale delle
strutture psichiatriche può, in aggiunta, facilitare esperienze
legate a prigioni, campi di concentramento, caserme. Relazioni
simili esistono riguardo gli elementi dei setting interpersonali. In
questo senso, la disposizione ottimale sembra essere la presenza
di poche persone ben conosciute di cui il soggetto si fida, questo
ha una influenza favorevole sul corso della seduta. Come discuteremo più avanti, una diade terapeutica che combina l’elemento
maschile e femminile in una atmosfera di fiducia sembra essere
la soluzione ideale. Conseguenze negative possono essere attese
da cambiamenti frequenti della situazione interpersonale, dove
molte persone estranee al soggetto appaiono e scompaiono in
modo imprevedibile. Questo è il caso delle esperienze con LSD
nei party o anche in alcune sedute negli ospedali universitari dove
studenti in medicina occasionalmente si introducono, osservano
il soggetto per breve tempo, fanno scherzi o commenti inappropriati e se ne vanno. Lo stesso vale per i setting sperimentali
nei quali il soggetto è spedito da una situazione di prova all’altra,
è legato e collegato a varie strumentazioni, deve passare sotto
esami di laboratorio, gli viene chiesto di urinare in contenitori
e deve dare campioni di sangue ad ogni momento.
È già stato menzionato che alcuni stimoli fisici dell’ambiente
possono cambiare la seduta in un modo molto drammatico se
accade che siano simili ad elementi di un sistema COEX o di una
matrice perinatale che è stata attivata in quel momento. Questo
può essere osservato in relazione con certi suoni accidentali;
l’abbaiare di un cane, il rumore di un jet, l’esplosione di fuochi
d’artificio, la sirena di una fabbrica o di una ambulanza, anche
156
una particolare tonalità può avere un significato biografico
che può provocare risposte piuttosto singolari nel soggetto.
Qualche volta il carattere della camera di trattamento, specifici
parti dell’arredamento od oggetti triviali, o alcuni aspetti della
visuale dalla finestra possono funzionare come potenti fattori
scatenanti delle esperienze.
Lo stesso meccanismo può essere osservato riguardo le persone
che il soggetto vede durante le sedute. Alcune persone tendono
ad evocare risposte piuttosto specifiche. Abbiamo osservato numerose situazioni nelle quali drammatiche reazioni occorsero
ogni volta che infermieri entravano nella stanza del trattamento.
Le manifestazioni scatenate in questo modo si prolungavano
nel tempo ed includevano violente convulsioni, nausea con
vomito, intense emicranie, scomparsa dei colori dalla visuale,
ed allucinazioni di un colore particolare. Viceversa, abbiamo
anche notato improvvise esperienze di luce, di sentimenti estatici,
un senso di tranquillità, o sensazioni di nutrimento emotivo.
Occasionalmente il carattere intero della seduta cambiava con
il cambio tra il turno giornaliero e quello notturno, quando un
nuovo gruppo di infermieri entrava nel campo d’esperienza del
paziente. Con alcuni infermieri i pazienti si sentivano al sicuro e
protetti e avevano esperienze in preponderanza positive; con altri, gli stessi soggetti nella stessa seduta diventavano ansiosi, ostili,
o sospettosi. Queste differenze erano in larga misura individuali
ed erano biograficamente determinate. Non riscontrammo che
la personalità degli infermieri avesse con assoluta costanza una
influenza negativa o positiva sui soggetti.
Analisi successive di solito mostravano una spiegazione di queste
idiosincrasie nei termini della storia personale del soggetto e
della sua interazione con un determinato infermiere. In alcuni
casi la traccia sembrò essere la somiglianza fisica dell’infermiere
con una figura rilevante nel passato del soggetto; in altri, la similarità con schemi di comportamento, abitudini, o approccio al
soggetto. Qualche volta le reazioni del paziente potevano essere
spiegate dal fatto che inserivano l’infermiere in una categoria
interpersonale verso la quale nutrivano o un atteggiamento
particolarmente buono o conflittuale, per esempio, un possibile
157
partner sessuale, una pericolosa seduttrice, un rivale in amore, un
avversario, una donna materna, una persona comprensiva, un
tipo dominante, una figura autoritaria, o una personi- ficazione
del superego. Una terapia con LSD che intenda raggiungere un
buon esito, richiede una intima comprensione dell’importanza
del set e del setting, così che questi fattori diventino strumenti
potenti nel processo terapeutico invece di operare in un modo
primitivo e di provocare complicazioni imprevedibili.
158
Note
1 Il lettore interessato troverà maggiori informazioni sulla sovra-determinazione delle esperienze con LSD nel primo volume di questa serie,
Stanislav Grof: Realms of the Human Unconscious (32).
2 È interessante confrontare la cartografia psichedelica con i quattro
livelli e con le fasi descritte da R. E. L. Masters e Jean Houston nel loro
pionieristico lavoro, The Varieties of Psychedelic Experience (65). Gli autori
distinguono: 1) il livello sensoriale (immagini eidetiche e altri cambiamenti percettivi, immagine del corpo alterata, distorsioni spaziali e
temporali), 2) il livello di reminiscenza – analitica (rivivere importanti
esperienze emotive del passato, confrontarsi con problemi personali,
conflitti nelle relazioni, obiettivi nella vita), 3) il livello simbolico (immagini storiche, leggendarie, mitologiche, dei rituali, ed archetipiche), 4)
il livello integrale (illuminazione religiosa, unione mistica, illuminazione,
integrazione psicologica). I primi due livelli di entrambe le cartografie
mostrano una corrispondenza. La mappa di Masters-Houston non menziona specificamente il livello del processo di morte-rinascita che gioca un
ruolo importante nel mio modello concettuale. I loro livelli simbolico
ed integrale sono uniti nella mia cartografia presentata in questo testo
ed appaiono nella categoria delle esperienze transpersonali.
3 In questo contesto, l’importanza dei sistemi COEX per le dinamiche
delle sedute con LSD, può solo essere brevemente delineato. Il lettore
interessato potrà trovare una discussione dettagliata di questo tema con
molti esempi clinici nel mio primo libro: Realms of the Human Unconscious (32). Un’altra fonte di informazioni su questo tema è il libro di
Hanscarl Leuner, Die experimentelle Psychose (Experimental Psychosis)
(57). La sua concezione dei sistemi dinamici transfenomenici è strettamente
legata, ma non identica, con quella dei sistemi COEX. La definizione
di C. G. Jung di un complesso rappresenta ancora un altro approccio
alla stessa area di problema.
4 È interessante sottolineare il sorprendente parallelo tra questa osservazione derivata dalla terapia psichedelica e la concezione di Abraham
159
Maslow dei metavalori e delle metamotivazioni, derivati dallo studio di
esperienze spontanee di picco, avvenute senza l’impiego di sostanze.
5 La filosofia terapeutica di quei primi giorni, può essere esemplificata
dall’approccio del dr. Van Rhjin (2) dell’Olanda, che descrisse in una
conferenza sull’LSD, la sua visione delle strutture psichiatriche del
futuro. Includeva un sistema di piccole celle di trattamento nelle quali
i pazienti avrebbero trascorso i loro giorni da soli, lavorando sui loro
problemi emotivi con l’aiuto dell’LSD.
6 Il lettore interessato troverà un buon esempio di una seduta con LSD
interamente dominata dagli aspetti transferali nel mio primo libro,
Realms of the Human Unconscious (32) (Il caso di Charlotte, p. 224 ).
7 La descrizione della seduta con LSD di Charlotte, pubblicato nel mio
primo libro, Realms of the Human Unconscious, p. 224, contiene molti
buoni esempi di trasformazioni illusorie qui descritte (32).
8 Il lettore interessato troverà una sintetica documentazione su Renata
nel mio libro Realms of the Human Unconscious, p. 52 (32).
160
3 - TERAPIA PSICOLITICA e
TERAPIA PSICHEDELICA con LSD:
VERSO UNA INTEGRAZIONE DEGLI APPROCCI
La ricerca di una tecnica efficace per la psicoterapia con LSD
Vantaggi e svantaggi dell’approccio psicolitico
Pro e contro della terapia psichedelica
LA RICERCA DI UNA TECNICA EFFICACE PER LA PSICOTERAPIA CON LSD
Non mi è semplice descrivere in modo esauriente la mia ricerca clinica con LSD a Praga. Quando lo studio iniziò, si sapeva
molto poco sull’LSD e sul suo potenziale terapeutico. Lo scopo
della ricerca era di investigare sulle potenzialità dell’LSD, come
strumento utile per le diagnosi sulla personalità e per la terapia dei disordini emotivi. Dato che il progetto era uno studio
pilota destinato a raccogliere nuove osservazioni, unì lo sforzo
terapeutico tradizionale, con l’osservazione di fenomeni clinici
interamente nuovi. Come risultato, la tecnica di trattamento fu
costantemente modificata lungo il corso della ricerca. I cambiamenti nell’approccio terapeutico riflettevano la mia crescente
esperienza clinica, una più approfondita comprensione degli effetti dell’LSD, ed improvvise intuizioni generate da osservazioni
accidentali. Nel testo che seguirà, delineerò le fasi di sviluppo
della nuova tecnica terapeutica.
Quando cominciai a condurre sedute terapeutiche con LSD su
pazienti psichiatrici, ero un convinto ed entusiasta psicoanalista
e scelsi il classico paradigma freudiano. Non avevo dubbi sulla
cornice concettuale della psicoanalisi e sulla validità della sua
161
tecnica terapeutica. La mia intenzione era di accelerare il processo psicoanalitico, che trovavo intellettualmente affascinante
ma dolorosamente inefficace nella pratica. Speravo che l’uso
dell’LSD come coadiuvo per la terapia, avrebbe permesso di
raggiungere risultati più consistenti dell’analisi classica, che
richiede anni di intenso lavoro ed offre relativamente magri
profitti rispetto all’investimento di tempo ed energia. Comunque, nel corso della ricerca sull’LSD, ho dovuto allontanarmi
non solo dalla tecnica terapeutica freudiana, ma anche dalla sua
cornice concettuale.
Nelle prime sedute terapeutiche con LSD, chiesi ai pazienti di
sdraiarsi su di un divano e mi sedetti in una poltrona posta dietro
ad esso così che non potessero vedermi facilmente. Mi aspettavo
di ottenere resoconti piuttosto continui dalle loro esperienze
con l’LSD e di offrire occasionalmente interpretazioni. Divenne immediatamente chiaro che questa sistemazione non era
appropriata per la psicoterapia con LSD e non fui in grado di
mantenerla per più di qualche seduta. La natura dell’esperienza
era incompatibile con la tecnica freudiana e richiedeva maggior
contatto umano, assistenza genuina e coinvolgimento personale. Come primo cambiamento spostai la mia sedia al fianco del
divano, e più tardi presi a lasciarla sempre più frequentemente
e a sedermi sul lato del divano, entrando in un diretto contatto
fisico con il paziente. Questo spaziava dal tenergli la mano, carezze di rassicurazione o cullarlo fino a un massaggio intenso,
strategie del tipo bioenergetico, o partecipazione psicodrammatica alle lotte da lui vissute. A causa della mia preparazione da
psicoanalista, il cambiamento da un atteggiamento distaccato ad
una diretta partecipazione nel processo, avvenne gradualmente
e non senza esitazione e conflitti. Apparve chiaro, però, che
dovessi offrire questo livello di assistenza a soggetti che stavano
soffrendo, presi in incredibili prove emotive e che di frequente
mostravano segni di regressioni autentiche ai primi periodi
dell’infanzia. Comunque, la descrizione di questo processo deve
essere considerata nel suo contesto storico; potrebbe apparire
abbastanza comica nell’epoca dei centri di crescita, gruppi di
incontro, allenamento della sensibilità, terapie neo-reichiane
162
e maratone nude. Non muovevo che i primi passi nel violare il
tabù freudiano del contatto: nei seminari a quali partecipavo, i
miei insegnanti discutevano seriamente se stringere la mano ai
pazienti presentasse pericoli per il processo di transfert e controtransfert. Un’altra importante modificazione della tecnica di
trattamento fu l’abbandono dell’interazione verbale e il passaggio a sedute interiorizzate, con un minimo scambio di parole,
l’uso di mascherine per gli occhi, cuffie e musica stereofonica.
Ancora più drastici, furono i cambiamenti della cornice concettuale e del paradigma alla base della psicoterapia. Osservazioni
quotidiane durante le sedute psichedeliche mettevano a dura
prova molte assunzioni scientifiche comunemente accettate, e
mostravano l’urgente bisogno di una revisione riguardo questioni
fondamentali come la cartografia e le dinamiche dell’inconscio,
la natura della memoria, l’origine della coscienza, la definizione
di salute e malattia mentale, gli obiettivi terapeutici e la scala di
valori, la filosofia e la strategia della psicoterapia, ed anche la
natura della realtà e degli esseri umani.
Oggi molti professionisti sentono il bisogno di apprendere la
saggezza delle antiche discipline spirituali, e le assimilano all’interno della psicologia e della psichiatria. La psicologia transpersonale sta diventando sempre più popolare, e sta ottenendo un
ampio riconoscimento. È difficile che un professionista che vive
alla fine degli anni ’70, possa apprezzare le difficoltà con cui ci
confrontammo alla fine degli anni ’50 ed inizio degli anni ’60,
nell’esplorazione della psicoterapia con LSD, equipaggiati della
cornice concettuale e della visione del mondo della psicoanalisi
freudiana. Quasi ogni giorno, eravamo posti di fronte, nelle
sedute psichedeliche, a nuovi e sconcertanti fenomeni come le
sequenze di morte e rinascita; memorie intrauterine, ancestrali,
razziali e filogenetiche; consapevolezza animale e vegetale; o
esperienze di passate incarnazioni. Le trasformazioni tera- peutiche associate con queste inusuali esperienze, erano spesso molto
più drammatiche che quelle registrate nel contesto del lavoro a
livello biografico. All’inizio, il ricercatore sull’LSD, incontrando
questi straordinari episodi, rischiava di mettere a dura prova la
propria razionalità, ed imparava a censurare i propri resoconti
163
per evitare che qualcun altro mettesse in dubbio la sua sanità
mentale. Oggi, venti anni dopo, siamo molto più aperti verso
l’esistenza di tali fenomeni, ma ancora ci manca una cornice
concettuale esaustiva per spiegarli.
Le descrizioni delle eccitanti avventure nella prima ricerca clinica
che portarono allo sviluppo della attuale tecnica terapeutica,
potrebbero essere di interesse storico, ma sono di scarso valore
pratico. Invece di condurre il lettore nei complicati meandri di
tentativi ed errori, mi focalizzerò sul prodotto finale di questo
processo – una tecnica terapeutica che è emersa dagli anni della
sperimentazione clinica e si è cristallizzata in una procedura più
o meno standard. Nella mia esperienza, questo approccio minimizza i rischi e massimizza i benefici del processo psiche- delico.
Rende la psicoterapia coadiuvata con LSD un potente, efficace
e relativamente sicuro metodo di trattamento e di cambiamento
della personalità.
A questo punto, devo trattare brevemente le principali tecniche
per l’uso terapeutico dell’LSD, ed indicare i loro vantaggi e
svantaggi. Questa discussione fornisce una comprensione del
trattamento, che sarà descritto più avanti in dettaglio. In un paragrafo iniziale, ho descritto le tecniche ed i concetti di base dei
quattro approcci alla psicoterapia con LSD: la tecnica psicolitica,
la psichedelica, la anaclitica e la ipnodelica. L’uso dell’LSD in
un contesto ipnodelico offre la minore utilità. È una procedura
specializzata, la cui discussione richiederebbe una incursione
nella teoria e pratica dell’ipnosi. È stata usata solo da pochi
ricercatori nel passato e probabilmente non sarà molto usata in
futuro. Anche la terapia anaclitica nella sua forma estrema – la
tecnica di fusione – è praticata solo eccezionalmente, anche se
in una versione moderata è stata accettata da molti terapeuti
dell’LSD. Per scopi pratici centreremo la nostra discussione
su i due principali approcci, la terapia psicolitica e la terapia
psichedelica, con riferimenti occasionali a specificità introdotte
dal trattamento analitico.
A prima vista, le terapie psicolitica e psichedelica sembrerebbero
differire sia nella teoria che nella pratica in modo così netto, che
molti terapeuti le considerarono inconciliabili. Sentivano che
164
la distanza tra di esse e tra le filosofie fondanti, fosse profonda
al punto che non potevano concepirne il collegamento; come
risultato, si affidavano o all’una o all’altra modalità. Solo pochi
ricercatori furono in grado di sentirsi a loro agio con ambedue gli
approcci ed usarli alternativamente. Questa dicotomia è piuttosto
sorprendente alla luce del fatto che ambedue gli approcci usano
lo stesso composto chimico, hanno a che fare con esseri umani
emotivamente disturbati, e hanno lo stesso obiettivo – l’aiuto
terapeutico dei pazienti. Sebbene i fattori extrafarmacologici,
come la personalità del terapeuta o del set e del setting , giochino
un ruolo molto importante nell’esperienza con l’LSD, sembra
ragionevole supporre che i terapeuti psicolitici e psichedelici
abbiano a che fare con fenomeni che si verificano sullo stesso
continuum. La differenza sembra risiedere non nella natura delle
esperienze, ma nell’incidenza di alcuni elementi nelle sedute,
e nell’enfasi del terapeuta su alcuni fenomeni e la tendenza a
scoraggiarne altre. È noto che i terapeuti psicolitici di frequente
osservano fenomeni transpersonali nella loro pratica clinica.
Tuttavia, tendono a screditarli, sia interpretandoli come una
fuga dal materiale traumatico dell’infanzia, sia come indesiderabili zone “psicotiche” nella procedura con LSD 1. Nel quadro
psicolitico, i fenomeni transpersonali non sono ammessi ed il
loro valore terapeutico non è riconosciuto. I pazienti sono così
implicitamente o esplicitamente scoraggiati dall’entrare in stati
trascendentali; ancor di più, i dosaggi bassi e medi usati nella
terapia psicolitica conducono meno di frequente ad esperienze
perinatali e transpersonali rispetto agli alti dosaggi impiegati dai
terapeuti psichedelici.
Il contatto frequente con stati transpersonali nel trattamento
psicolitico, ha come controparte il fatto che molti pazienti nella
terapia psichedelica rivivono traumatici ricordi dell’infanzia e
sono posti di fronte ad altro materiale di natura chiaramente
biografica. Molti terapeuti psichedelici, con la loro enfasi unilaterale sulla trascendenza e sulle esperienze mistiche e religiose,
prestano scarsa attenzione a tali questioni psicodinamiche. Il
messaggio implicito o esplicito nella terapia psichedelica è che
una seduta impiegata in questo modo è inferiore ad una che
165
coinvolge esperienze transpersonali. Stando così le cose, i pazienti che hanno sedute in predominanza biografiche nel corso
della terapia psichedelica, tendono a sviluppare un sentimento
di fallimento. Non di rado, il senso di una “ opportunità persa”
è condiviso dal terapeuta psichedelico, senza riguardo per la
rilevanza del materiale biografico evidenziatosi.
La mia formazione fu tale che ebbi esperienze di prima mano
delle terapie psicolitica, psichedelica e anaclitica. Essendo uno
psicoanalista ortodosso, iniziai il lavoro con l’LSD a Praga seguendo i principî della terapia psicolitica. Quando le osservazioni
cliniche resero questo orientamento insostenibile, mi mossi
oltre la cornice psicoanalitica, verso un pieno riconoscimento
dell’importanza pratica e teoretica del processo di morte-rinascita e dei fenomeni transpersonali. Durante il mio soggiorno a
Londra nel 1964, partecipai al lavoro di Joyce Martin e Pauline
McCririck, ed acquisii la conoscenza della terapia anaclitica sia
come esperente che come osservatore. Dal mio arrivo negli Stati
Uniti nel marzo del 1967, ho praticato la terapia psichedelica
per un alcuni anni al Centro di Ricerca Psichiatrica Maryland di
Baltimora, lavorando con alcoolisti, eroinomani, nevrotici, professionisti della salute mentale e malati terminali di cancro.
Inoltre, ho avuto contatti diretti con la maggior parte dei terapeuti sia di orientamento psicolitico che psichedelico durante
conferenze sull’LSD e durante le mie visite alle strutture terapeutiche in Europa, Stati Uniti e Canada. Le discussioni avute,
lo studio della letteratura sull’LSD, e la mia propria esperienza
clinica, mi hanno gradualmente convinto che le differenze tra
le due tecniche di trattamento non sono inconciliabili come è
di solito assunto. Giunsi alla conclusione che è possibile ricondurre i fenomeni coinvolti in ambedue gli approcci ad alcuni
denominatori comuni e formulare una teoria generale della
psicoterapia con LSD. L’implicazione pratica di questa nuova
comprensione, è lo sviluppo di una procedura di trattamento
integrata che combina i vantaggi delle terapie psicolitica e psichedelica, e minimizza le loro imperfezioni.
166
VANTAGGI E S VANTAGGI DELL’APPROCCIO PSICOLITI CO
Un vantaggio della terapia psicolitica è il suo valore euristico.
La lenta e progressiva rivelazione dei vari livelli dell’inconscio
è stata comparata da alcuni pazienti ad uno scavo chimico, un
attento lavoro archeologico che esplora, strato dopo strato. Altri
soggetti indicano questo processo come “sbucciare la cipolla”
della mente inconscia. La ricchezza del materiale ottenuto in
sedute ripetute usando medi dosaggi di LSD, fornisce incomparabili intuizioni non solo sulla natura della reazione all’LSD, ma
anche sulle dinamiche dei disordini emotivi e del funzionamento
della mente umana in generale.
Questo aspetto può essere importante per il terapeuta, ma anche
per coloro che hanno una inclinazione scientifica, artistica o
filosofica. In aggiunta al beneficio terapeutico, questi individui
ricevono insegnamenti sulla natura umana, sull’arte, la filosofia, la storia e le scienze naturali. La terapia psicolitica di solito
richiede più tempo della terapia psichedelica; comunque, dà
all’individuo una migliore conoscenza dei territori della mente
e dei meccanismi attraverso cui il cambiamento è raggiunto,
e potrebbe essere il trattamento adatto per i soggetti con problemi meno urgenti e gravi, che hanno un profondo interesse
intellettuale sulla natura del processo. Essendo una situazione
senza precisi limiti, la terapia psicolitica dà l’opportunità al paziente di penetrare rilevanti problemi della propria vita, rispetto
all’approccio casuale della terapia psichedelica, che è limitata
ad una o poche sedute con alto dosaggio di LSD. Attualmente,
la terapia psicolitica è meglio accettata nei circoli professionali
convenzionali e dalla comunità scientifica, dato che si appoggia
nella teoria e nella pratica a concetti psicoterapeutici ampiamente
condivisi. Ciò resta valido anche se molte osservazioni derivanti
dalla ricerca psichedelica, rivelano i limiti dei paradigma esistenti
e la necessità di una loro revisione e riformulazione 2. L’enfasi
psicolitica interdice la sfida lanciata da queste scoperte.
Un’evidente svantaggio della terapia psicolitica è che richiede
167
molto più tempo. Sebbene secondo uno dei suoi maggiori
rappresentanti, Hanscarl Leuner, la terapia psicolitica può abbreviare il processo psicoterapeutico prendendo circa un terzo
del tempo richiesto dalla psicoanalisi, richiede ancora molto
tempo. La prima affermazione è basata solo su impressioni cliniche: nessun studio comparativo delle due terapie è stato mai
condotto. Qualsiasi tentativo di confrontare l’efficacia di questi
due approcci sulla base della letteratura esistente va incontro a
difficoltà considerevoli. In aggiunta ai problemi generali legati
alla valutazione dei risultati terapeutici, che sono stati discussi
nella letteratura delle ultime due decadi, si incontrano alcune
complicazioni specifiche alla terapia con LSD.
Mentre la terapia psichedelica è stata usata principalmente con
alcoolisti, drogati e malati terminali di cancro, il trattamento
psicolitico è stato utilizzato per altre categorie di disordini
emotivi, come psiconevrosi, disordini del carattere e malattie
psicosomatiche. Si è notato che il risultato della terapia psicolitica è più stabile e permanente, perché il sottostante materiale è
stato approfondito e penetrato, più dello spostamento dinamico
o della transmodulazione che avviene nel trattamento psichedelico. Se i risultati dei due metodi fossero comparabili, per
quanto riguarda la durata, la preferenza sarebbe nettamente
per la terapia psichedelica. La mia impressione è che l’uso di
alti dosaggi e l’interiorizzazione del processo, come praticato
dai terapeuti psichedelici, approfondisce l’effetto dell’LSD ed
è più produttivo terapeuticamente. Comunque, preferirei vedere una situazione senza limiti imposti, che consentirebbe una
serie di esperienze, piuttosto che la filosofia del tutto o nulla
dell’approccio psichedelico. Come già menzionato, uno studio
comparativo sistematico e ben controllato, anche se desiderabile,
non esiste.
Per coloro che vogliono tenere una posizione prudente, il numero di esposizioni all’LSD e l’ammontare totale della sostanza
usata nella terapia psicolitica può rappresentare una importante
questione. Sebbene nessuno dei sospetti sui pericoli biologici
dell’LSD sia stato dimostrato, dovrebbe essere ancora considerata una sostanza sperimentale i cui effetti fisiologici di lungo
168
termine non sono conosciuti.
Un altro aspetto della terapia psicolitica che dovrebbe essere
discusso, è l’uso di bassi e medi dosaggi di LSD se comparati
agli alti o altissimi dosaggi usati nel trattamento psichedelico.
Sebbene questo potrebbe essere contrario alla credenza comune,
sedute ad alto dosaggio sono in genere più sicure. Non ci sono
dubbi che sedute ad alto dosaggio presentano potenzialmente
maggiori problemi riguardo all’effetto farmacologico della
sostanza. In circostanze di uso non controllato, il collasso delle
difese psicologiche, il massiccio emergere di contenuti inconsci,
la perdita del controllo e la risultante mancanza di contatto con
la realtà, creano i presupposti per potenziali pericoli. Nel lungo
periodo, però, ciò che lo rende un rischio si trasforma in un
vantaggio. La diminuita capacità di contrastare l’effetto della
sostanza ed il più totale abbandono, conducono ad una migliore
risoluzione ed integrazione dell’esperienza. Medi e bassi dosaggi attivano materiale inconscio latente con molta efficacia e lo
portano in prossimità della superficie, ma consentono ancora
al soggetto riluttante di evitare di affrontarlo. Sedute di questo
tipo possono sfociare in sensazioni di eccessivo affaticamento
dopo l’esperienza, un senso di incompiutezza, vari spiacevoli
effetti collaterali emotivi e psicosomatici, che conducono a successive ricadute (flashback). Nel prossimo capitolo discuteremo
le tecniche per condurre sedute psichedeliche che portano
ad una migliore risoluzione e riducono l’incidenza di reazioni
prolungate e flashback.
La terapia psicolitica abbraccia una serie di sedute di medio
dosaggio – da sedici a ottanta o di più, in base alla natura del
problema clinico – e così offre numerose opportunità per
l’attivazione temporanea delle gestalt dell’inconscio, insufficientemente completate. Nel corso della terapia psicolitica, le
condizioni cliniche del paziente sono soggette a cambiamenti
sensazionali in ambedue le direzioni, ed alcune volte il terapeuta
deve affrontare un grave peggioramento transitorio dei sintomi
o anche una decompensazione, quando il paziente si avvicina
ad un area di profondi ed importanti conflitti. Questa intensificazione dei sintomi qualche volta avviene dopo che l’iniziale
169
terapia aveva portato ad un considerevole miglioramento, ed
il terapeuta prosegue le sedute con l’intento di “assicurare il
risultato e di prevenire una ricaduta”. Sebbene la terapia psichedelica non elimina la possibilità di attivazione seguita da una
incompleta integrazione del materiale inconscio, sicuramente
riduce considerevolmente la probabilità di tale occorrenza.
Un aspetto potenzialmente negativo della terapia psicolitica è
l’enorme intensificazione del transfert che quasi inevitabilmente
si sviluppa nel suo corso. Questo offre una eccezionale opportunità terapeutica, ma anche considerevoli pericoli e difficoltà.
La questione del transfert e la sua analisi è un importante problema teoretico e pratico nella psicoterapia con LSD e nella
psicoterapia in generale. Non ci sono dubbi che la qualità della
relazione terapeutica sia uno dei più importanti fattori determinanti il corso e l’esito delle sedute con LSD. Tuttavia, è meno
certo che lo sviluppo del transfert e la sua analisi siano essenziali
per il miglioramento terapeutico. Questo è dato per scontato
nella psicoanalisi classica e nella psicoterapia di orientamento
psicoanalitico, ma non esclude la possibilità che esistano altri
meccanismi di cambiamento terapeutico. Osservazioni dalla
psicoterapia con LSD, suggeriscono che l’intensità del transfert
è direttamente proporzionale alla resistenza nell’affrontare
l’originario materiale traumatico. In un certo senso, un terapeuta dell’LSD che mette grande enfasi sull’identificazione e
sull’analisi dei fenomeni di transfert, invece di riconoscerli e di
dirigere l’attenzione del paziente oltre di essi, sta cooperando
con i meccanismi di difesa. Accade piuttosto regolarmente nel
corso della psicoterapia con LSD che diversi problemi di transfert
celino materiale inconscio di natura psicodinamica, perinatale
o transpersonale.
Un sicuro svantaggio della terapia psicolitica è la sua dipendenza
teoretica dalla psicoterapia dinamica convenzionale. Per questa
ragione, non offre un adeguata cornice per le molte esperienze
che avvengono nelle sedute con LSD. Alcune di esse hanno
un enorme potenziale terapeutico, come il processo di morterinascita, le memorie di passate incarnazioni, diversi fenomeni
archetipi e, in special modo, le esperienze di unità cosmica. Le
170
ultime sono più strettamente legate, sebbene non identiche,
con le sensazioni oceaniche provate dall’infante al seno e nel
grembo. Sembrano avere una importanza fondamentale per la
riuscita della terapia con LSD, così come le esperienze naturali
di unità simbiotica con la madre lo hanno per lo sviluppo di
una personalità emotivamente sana e stabile. Una tendenza a
screditare e scoraggiare i fenomeni perinatali e transpersonali,
o ad interpretarli in termini molto più superficiali, limita il potenziale terapeutico della psicoterapia con LSD e di frequente
confonde il paziente.
PRO E CONTRO DELLA TERAPIA PSICHEDELICA
Alcuni dei vantaggi della terapia psichedelica sono pratici, altri
sono di natura teoretica. In generale, i cambiamenti terapeutici
registrati in una singola seduta psichedelica sono molto più
marcati e profondi che quelli osservati come risultato di una
singola seduta psicolitica. Alcuni aspetti della tecnica di trattamento psichedelica rappresentano una grande accelerazione ed
approfondimento dell’efficacia del processo terapeutico. Questo
approccio sembra aver compreso l’importanza delle esperienze
positive, che sono solitamente poco apprezzate nella terapia
psicolitica; quest’ultima condivide con la psicoanalisi l’enfasi
unilaterale sulla psicopatologia e sul materiale traumatico. Una
attenzione esplicita sul potenziale positivo degli esseri umani è
un importante fattore terapeutico; così lo è l’enfasi sulla positiva
predisposizione del set e del setting delle sedute psichedeliche.
Circostanze esterne hanno un profondo effetto sulla fase terminale della seduta e così sulla riuscita dell’esperienza psichedelica.
La scoperta dell’importanza critica di questa fase rappresenta
un grande contributo dei terapeuti psichedelici alla procedura
con LSD.
Sembrano esserci molte ragioni per la maggior efficacia e sicurezza della terapia psichedelica. Alti dosaggi e l’interiorizzazione
del processo, conducono ad una maggior profondità, intensità,
171
e sviluppo spontaneo dell’esperienza; questo sfocia in una agitazione emotiva maggiore, ma è anche una miglior opportunità
per una positiva svolta. Una singola seduta psichedelica può
raggiungere sensazionali risultati terapeutici penetrando o superando i livelli psicodinamici ed utilizzando i potenti meccanismi
di trasformazione ai livelli perinatale e transpersonale. Questo
è facilitato da un pieno riconoscimento teoretico della realtà
transpersonale. Una attenta preparazione del rientro, è un altro
fattore importante di cambiamento terapeutico.
Come risultato della favorevole combinazione dei suddetti fattori, una buona riuscita terapeutica può essere ottenuta anche
se il paziente non si confronta esplicitamente con alcune aree
di conflitto a livello psicodinamico; nel sistematico trattamento
psicolitico queste dovrebbero essere inevitabilmente affrontate.
In queste condizioni, c’è un minor rischio di un peggioramento
delle condizioni cliniche, anche con pazienti seriamente disturbati, che dopo sedute psicolitiche individuali.
Se consideriamo gli altri importanti vantaggi della terapia
psichedelica, come un minor investimento di tempo, una esposizione meno intensificata alla sostanza e pochi problemi di
transfert, sembrerebbe che la procedura psichedelica sia chiaramente superiore all’approccio psicolitico. È però doveroso
discutere alcuni degli svantaggi teoretici e pratici della terapia
psichedelica, che bisognerebbe prendere in considerazione
nella formulazione di un approccio terapeutico integrato. Una
questione importante è la natura dei cambiamenti osservati
durante la terapia psichedelica. La maggior obiezione sollevata nei confronti di questi improvvisi miglioramenti clinici e
trasformazioni della personalità, è che essi rappresentano solo
mutamenti temporanei piuttosto che profondi cambiamenti
delle strutture dinamiche. Da questo punto di vista la terapia
psicolitica, confrontandosi lentamente e pazientemente con i
vari livelli dei conflitti inconsci, frutterebbe risultati più duraturi.
Non ci sono studi comparativi che rispondano alla questione se
profondi e permanenti cambiamenti terapeutici siano possibili
senza penetrare sul materiale della prima infanzia, riattivando
l’originaria relazione traumatica nel processo di transfert, e sot172
toponendo queste repliche anacronistiche all’analisi. Sebbene
osservazioni dalla ricerca sull’LSD suggeriscano con forza che
esistono importanti alternative, queste sono destinate a rimanere
ad un livello di impressione clinica fino al momento in cui non
verranno sistematicamente studiate e convalidate.
Un problema molto più serio che la terapia psichedelica – come è
praticata attualmente – deve fronteggiare, è il fatto che nonostante
gli sforzi per la strutturazione delle sedute con LSD, non è possibile garantire che tutti i soggetti raggiungano profonde esperienze
trasformative. Nel programma a Spring Grove, dove il potenziale
terapeutico della terapia psichedelica di una sola seduta fu sistematicamente esplorato in varie categorie di soggetti, l’incidenza di
“esperienze psichedeliche di picco” variava tra il 25 ed il 78 %, in
base alla popolazione statistica studiata. Era più bassa nei pazienti
nevrotici e più alta nei tossicodipendenti da sostanze narcotiche,
mentre i professionisti della salute mentale, con i malati terminali
di cancro, e gli alcoolisti stavano nel mezzo.
L’esperienza psichedelica di picco è sicuramente un fattore importante che rende possibile profonde trasformazioni della personalità;
comunque, la sua occorrenza non è una conditio sine qua non per
una terapia ben riuscita. Differenti gradi di miglioramento possono essere osservati in molti pazienti che non hanno raggiunto
il livello trascendentale della coscienza nelle loro sedute psichedeliche. Sfortunatamente, i candidati per una soddisfacente e
produttiva seduta psichedelica non possono essere selezionati
in anticipo con un ragionevole livello di sicurezza in base ad
un qualsiasi criterio. Dato che le variabili che determinano il
buon esito della seduta non sono sufficientemente comprese,
l’approccio psichedelico, con la sua filosofia estrema del “tutto
o nulla”, rimane ancora una procedura che si affida al caso.
Gli svantaggi teoretici della terapia psichedelica sono probabilmente più importanti delle sue mancanze pratiche. Questo approccio può produrre cambiamenti terapeutici molto
drammatici con una comprensione minima dei meccanismi
sottostanti. Il materiale delle sedute psichedeliche può offrire
nuove intuizioni circa fenomeni di natura molto generale, come
le dinamiche della memoria, l’esistenza dimeccanismi di trasfor173
mazione della personalità, dimensioni dell’esperienza umana e
della mente umana, stati di coscienza associati al morire, o sulla
natura mistica dell’universo. Contribuisce relativamente poco
alla nostra conoscenza degli effetti dell’LSD, alla cartografia
della mente umana, alla psicodinamica della malattia mentale,
o ai meccanismi di cambiamento terapeutico.
Questo aspetto della terapia psichedelica verrà considerato
un grande svantaggio da coloro che giudicano il rendimento
scientifico di questa procedura in base ai parametri occidentali.
Sarà invece altamente gratificante per coloro che cercano un
alternativa agli approcci lineari, razionali e logici alla conoscenza. Le intuizioni che emergono da sedute psichedeliche ad
alto dosaggio sono di natura globale, intuitiva ed olografica. Il
trascendentale “ah! (aha)” di questo tipo d’esperienza non può
essere sviscerato facilmente da una mente analitica occidentale,
né può essere sfruttato in un senso pragmatico. È una intuizione
illuminante circa la reale essenza dell’esistenza. Lo sperimentante non ottiene una comprensione razionale del processo
cosmico, ma raggiunge una comprensione istantanea mediante
la perdita della propria separata identità e letteralmente diventa
il processo stesso.
Questo discernimento intuitivo dentro lo schema universale delle
cose è piuttosto simile al processo descritto nelle Upanishad come
“Conoscere ciò, la conoscenza di ciò dona la conoscenza della
totalità”. Questa conoscenza non implica una comprensione
intellettuale dell’universo, nel senso di connessioni causali e di
un pragmatico know-how concernente gli oggetti e gli eventi nel
mondo fenomenico, ma una trascendenza dei fenomeni, spazio,
tempo e causalità.
Bisogna aggiungere che questo è frequentemente accompagnato dalla convinzione che alcune delle domande che erano
precedentemente considerate importanti o anche impellenti,
sono irrilevanti nel contesto del nuovo sistema di riferimento.
Invece di trovare risposte a specifiche domande, si raggiunge
uno stato in cui queste domande non esistono o sono irrilevanti, o dove non c’è bisogno di porsele; sia trovare le risposte che
trascenderle rappresentano soluzioni al problema, sebbene su
174
livelli differenti e di tipo diverso.
Il fatto che certe domande appaiano irrilevanti al soggetto sotto
LSD nel contesto della coscienza mistica, non porterà sollievo
alla frustrazione del ricercatore dalla mentalità scientifica che sta
tentando di trarre alcune conclusioni generali dalle osservazioni
della terapia psichedelica. L’enorme variabilità individuale, preclude una valida generalizzazione basata sul materiale derivante
dalle sedute con differenti soggetti. L’evidente enfasi spirituale
della terapia psichedelica, il suo riconoscimento degli stati mistici
di coscienza, e l’inclusione di ciò che potrebbe apparire ad un
osservatore superficiale, essere elemento di indottrinamento
religioso, renderà sicuramente questo approccio meno appetibile ad un auditorio di professionisti scettici e critici. Questa
situazione continuerà ad esser vera fino allo sviluppo di un nuovo
paradigma, tale da rendere possibile l’assimilazione di questi
straordinari fenomeni all’interno del corpo di conoscenze della
175
Note
1 Arthur Janov aveva un approccio simile alle esperienze spirituali
che si verificavano in alcuni pazienti durante la terapia primale. La sua
enfasi era sul materiale della prima infanzia. Più tardi, fu costretto
dalle osservazioni cliniche, ad incorporare il trauma della nascita, il cui
significato inizialmente negava. Al momento, egli manca ancora di un
autentico riconoscimento del valore delle esperienze transpersonali,
e le considera una “scappatoia dalla sofferenza primaria”. Il più serio
dilemma della terapia primale è il fatto che usa uno strumento che ha
il potere di provocare esperienze per le quali la limitata teoria primale
non ha un adeguata cornice concettuale.
2 La psicologia transpersonale e la visione mistica del mondo sono di
frequente, ed erroneamente, definite non scientifiche. Questo riflette
il fatto che la psicologia e la psichiatria ancora aderiscono al vecchio
modello del mondo, basato sulla descrizione newtoniana dell’Universo
e sulla dicotomia cartesiana tra mente e materia. In realtà, la visione
mistica del mondo è sorprendentemente compatibile con le rivoluzionarie scoperte nella scienza moderna, come la teoria della relatività
e la fisica quantistica. Sia la fisica moderna che la visione mistica del
mondo violano il senso comune e sono incoerenti con ciò che può essere
chiamata “la pedestre coscienza e visione del mondo” che non ci ha
imprigionato. Il lettore interessato troverà una eccellente discussione
della convergenza della fisica moderna e del misticismo nel libro di
Fritjof Capra, The Tao of Phisics (18).
176
^
4- I PRINCIPI della
PSICOTERAPIA con LSD
Il periodo di preparazione
Le sedute psichedeliche
L’integrazione delle esperienze sperimentate
Discussi i problemi generali legati alla psicoterapia con LSD,
descriverò ora i principî di base della procedura con LSD che,
secondo la mia esperienza clinica, può ottenere migliori risultati
terapeutici nel più breve tempo possibile e con il minor rischio
di complicazioni. La procedura è anche in consonanza con il
senso comune clinico e con l’attuale comprensione teoretica
dei meccanismi della reazione all’LSD.
La psicoterapia con LSD prevede una serie di sedute senza un
limite temporale deciso a priori. In generale, il trattamento consiste di tre fasi separate ma mutuamente interrelate. La prima è il
periodo di preparazione: implica colloqui, interazioni senza impiego
di sostanza durante le quali il soggetto è avviato all’esperienza
con l’LSD. È ovvio che la preparazione alla prima seduta, sarà
più accurata: quando le sedute vengono ripetute, alcune generalità saranno omesse e una maggior attenzione sarà data a certi
specifici problemi emersi nelle precedenti sedute. La seconda
fase è la seduta con la sostanza: nel giorno della seduta il paziente
trascorre molte ore in una speciale camera di trattamento, assistito, possibilmente, da una coppia maschile-femminile terapeutica.
La terza fase include diversi colloqui nel periodo seguente la seduta
psichedelica vera e propria: lo scopo di questi è di aiutare il soggetto
ad integrare il contenuto delle esperienze psichedeliche nella
sua vita quotidiana.
177
IL PERIODO DI PREPARAZIONE
Un periodo sufficientemente lungo di interazione tradizionale
tra il soggetto ed i terapeuti, dovrebbe precedere la prima seduta
con LSD. Il tempo che è necessario per preparare adeguatamente alla seduta psichedelica, dipende dalla natura dei problemi
coinvolti e dalle circostanze; normalmente varia tra le cinque e
le venti ore di terapia. Ci vorrà molto meno tempo per lavorare
su un soggetto emotivamente stabile che si offre volontario per
la seduta con LSD allo scopo di tirocinio, training professionale,
per crescita personale, o aumento della creatività, che nel preparare un paziente gravemente disturbato con una seria nevrosi,
sintomi psicosomatici o psicosi borderline.
Dato che ogni situazione è differente ed ogni paziente presenta
problemi specifici, non si può offrire una dettagliata guida sulla
natura, contenuto e durata del periodo di preparazione. Tuttavia,
è possibile dare alcune raccomandazioni generali e delineare le
strategie per il lavoro preparatorio.
Se la seduta è intrapresa per motivi terapeutici, il terapeuta
dovrebbe discutere in dettaglio l’attuale situazione di vita del
soggetto, il cambiamento emotivo, interpersonale e professionale, e le dinamiche dei sintomi psicopatologici. È necessario
conoscere i dati biografici del candidato dalla prima infanzia fino
al recente passato. Questo sarà utile per la comprensione degli
episodi psicodinamici che potrebbero verificarsi nelle sedute con
LSD: un terapeuta che ha familiarità con lo sviluppo storico del
paziente sarà in grado di offrire una efficace assistenza e guida. La
conoscenza delle dinamiche familiari del soggetto, dei caratteristici schemi interpersonali, e le idiosincratiche reazioni emotive
nei differenti periodi della sua vita, agevolano il riconoscimento
delle distorsioni biograficamente determinate nella relazione
terapeutica e permette di affrontarle. È importante saper riconoscere certi temi ricorrenti, schemi ripetitivi, circoli viziosi, ed
elementi che si auto-perpetuano nelle interazioni del paziente,
dato che questi vengono riattivati nella relazione di transfert.
Durante l’esplorazione della storia della vita del soggetto, il te178
rapeuta dovrebbe condividere qualsiasi intuizione significativa
che egli ha a riguardo del materiale che sta emergendo. Un importante obiettivo è sviluppare una cornice per dare ordine alla
comprensione del soggetto circa la relazione tra il suo passato
traumatico e gli attuali problemi e difficoltà. Un’altra area che
merita speciale attenzione è il collegamento tra i sintomi psicopatologici e le deficienze interpersonali. A questo riguardo bisogna staccarsi dall’approccio classico psicoanalitico, e condurre
colloqui nello spirito della filosofia che è alla base della terapia
psichedelica. L’approccio psicoanalitico è psicopatolo- gico, e
si sofferma selettivamente sugli aspetti negativi della personalità
del paziente. La costruzione concettuale freudiana dell’uomo
è istintiva ed essenzialmente pessimista. La psicoanalisi vede il
comportamento umano motivato da pulsioni primitive di natura
sessuale ed aggressiva, ed interpreta un qualsiasi più alto ideale
come una formazione di reazione o di compromesso con le forze
repressive della società. Nella preparazione di una seduta con
LSD, discutiamo anche i sintomi ed i problemi di vita. Comunque,
il terapeuta cerca di relazionarsi con i nuclei sani della personalità del paziente. Il messaggio di base è che c’è un potenziale
positivo in ciascun essere umano che è nascosto dietro i sintomi,
per quanto possano sembrare soverchianti e dannosi. Il passato
traumatico è visto come un complesso di fattori e situazioni che
hanno alienato il paziente dal suo sé reale.
L’immagine della natura umana sulla quale questo approccio è
basato è più vicino alla filosofia indù che alla psicoanalisi freudiana. Dietro le barriere delle istintuali forze negative associate
ai primi traumi biografici ed ai regni infernali delle matrici
perinatali, esistono reami, sfere transpersonali della mente superconscia, ed un sistema di positivi valori universali non diversi
dai metavalori di Abraham Maslow. Nel modello psichedelico la
mente umana non è limitata agli elementi necessitati dalla biografia infantile: non ha confini o limiti e le sue dimensioni sono
commensurate a quelle dell’intero universo. Da questo punto di
vista, è più corretto vedere la natura umana come divina piuttosto
che bestiale. Sebbene gli elementi specifici di questa filosofia non
siano comunicati al paziente come parte della preparazione per
179
le sedute, questa visione del mondo caratterizza l’approccio del
terapeuta psichedelico.
Nel lavorare con pazienti sotto trattamento con LSD, non necessariamente si evitano giudizi e consigli diretti. Il terapeuta
non dovrebbe dare al paziente indicazioni specifiche riguardo
situazioni concrete di vita, come sposarsi o non sposarsi, richiedere il divorzio, avere bambini, abortire, accettare o lasciare un
lavoro. Qui le regole psicoanalitiche sono sicuramente giustificate. Le situazioni coinvolte sono solitamente troppo complesse
e contengono molti fattori imprevedibili; il terapeuta non può
valutarli oggettivamente fino a prevederne uno sviluppo ottimale
dal punto di vista dei bisogni del paziente. È molto probabile
che il consiglio rifletterebbe paure del terapeuta, suoi desideri e
bisogni, invece di rappresentare un “ giudizio professionalmente
oggettivo”. Comunque, un approccio diretto sembra essere utile
riguardo una filosofia generale dell’esistenza e sulla strategia di
vita. Qui il terapeuta può basare la sua guida su un insieme di
valori che sembrano essere universali. Questi valori tendono ad
emergere indipendentemente ed in modo vistoso durante la
terapia psichedelica che ha avuto buon esito, con diversi soggetti
ed appare essere associata ad un sano “funzionamento”.
Uno dei messaggi di base di questa strategia esistenziale è l’enfasi sulla vita nel qui e ora – il momento presente, in questa ora,
oggi – se paragonato al rimuginare di ricordi di molte decadi
passate e l’indulgere in fantasie per il futuro. Allo stesso tempo,
la consapevolezza del cliente è spostata da progetti pomposi,
verso situazioni semplici ed ordinarie della vita di tutti i giorni,
non solo come fonte nuova e non utilizzata di potenziale gratificazione ma come la sola base reale di soddisfazione nella vita.
Il cliente non è necessariamente scoraggiato dal perseguire
articolati e coinvolgenti progetti di lungo termine, ma è guidato all’intuizione che i successi esterni da soli non porteranno
la soddisfazione prevista e la pace della mente. Un profondo
confronto con la morte, che è parte del processo psichedelico,
porterà inevitabilmente le persone a realizzare che una buona
immagine di sé e sentimenti positivi su di sé, la capacità di gioire
del processo vitale, ed un profondo senso del significato della vita
180
non sono dipendenti da qualche complicata condizione esterna.
Rappresentano uno stato primario dell’organismo ed un modo
di stare al mondo che è indipendente dalle condizioni materiali
di vita, con l’eccezione di alcuni estremi drastici.
Se questa affermazione dell’esistenza è presente, allora anche
le condizioni più comuni di vita possono essere vissute come
proficue. Il semplice fatto di partecipare alla coscienza ed al
meccanismo cosmico, in qualsiasi modo, appare essere molto
prezioso. Le attività ordinarie come il lavoro quotidiano, l’esercizio fisico, mangiare, fare una passeggiata, guardare un tramonto,
fare l’amore, possono diventare un espressione gioiosa ed una
celebrazione della vita. Quando questo apprezzamento del semplice fatto di esistere è dimenticato, perso, allora nessun successo
o traguardo esterno ce lo restituirà. La ricerca sfrenata di quelli
che appaiono essere obiettivi per la realizzazione di sé e nella
vita, intrappolerà l’individuo dentro una rete di circoli viziosi,
senza ottenere la soddisfazione attesa. I sentimenti positivi di vita,
se assenti, devono essere ricercati interiormente, attraverso un
processo di esplorazione del sé e trasformazione interiore, non
manipolando esclusivamente le circostanze esterne. La filosofia
di base della terapia psichedelica in definitiva enfatizza la direzione sul processo, più che il raggiungimento di un obiettivo. Il
modo con cui un individuo pone in essere certe attività, diventa
molto importante, non solo per quello che riguarda le specifiche
scelte e per quello che sarà il risultato finale del suo sforzo.
Durante la preparazione per la seduta, il suddetto sistema di
valori può essere esplicitamente o implicitamente comunicato
al cliente ogni volta che se ne presenta una buona opportunità.
È appropriato scoraggiare attivamente eccessive fissazioni sul
passato per ragioni sentimentali o per nostalgia, l’interrogarsi su
vecchie decisioni e scelte, l’analizzare azioni associate a senso di
colpa, o un rimuginare retrospettivo sui fallimenti. Ugualmente, i pazienti possono essere avvertiti che non raggiungeranno
l’attesa felicità perseguendo piani elaborati per il futuro volti
alla ricerca del denaro, del potere, della reputazione, e della
fama. Questo è particolarmente importante se i piani per il
futuro sono irrazionali, irrealistici ed esagerati, o se il paziente
181
sta perdendo tempo in futili sogni ad occhi aperti e costruendo
castelli in aria.
È giustificato enfatizzare la profonda saggezza dell’orientamento
emotivo e filosofico (anche se non necessariamente prag- matico) verso il momento presente, e della rilevanza delle situazioni
ordinarie per la soddisfazione di fondo nella vita. Possiamo anche
sottolineare la futilità e la natura auto-distruttiva di atteggiamenti
e comportamenti che riflettono disperati bisogni di provare
qualcosa a qualcuno, far piacere o convincere un genitore, amico
o un non specifico “ altro”, o combattere irrazionalmente l’autorità. Dato che il suddetto sistema di valori e di strategia di vita
è desunto dal processo psichedelico, c’è una buona possibilità
che le sedute con la sostanza forniscano una potente ratifica,
convalida d’esperienza, delle varie questioni trattate durante la
preparazioni in modo intellettuale.
Una parte importante del lavoro iniziale si focalizza sulle questioni filosofiche e religiose. Sebbene sia stato fatto occasionalmente dai terapeuti psichedelici, non raccomanderei l’uso
di uno specifico sistema religioso come parte del quadro per le
sedute, non importa se sia cristianesimo, giudaismo, induismo, o
buddismo tibetano. Ciò può interferire con la cornice simbolica
che sta emergendo spontaneamente dall’inconscio collettivo del
soggetto e che costituisce la forma più appropriata per l’esperienza spirituale della persona. Inoltre, l’introduzione esplicita
degli elementi di una specifica religione o di una chiesa, può
essere vissuta come inappropriata ed irritante non solo dagli atei
e dagli scettici o seguaci di altri credo, ma anche da coloro che
sono cresciuti nella stessa tradizione ed hanno sviluppato un
atteggiamento conflittuale con essa. Tuttavia, è utile accrescere
la consapevolezza del paziente sugli aspetti estetici della vita,
il suo interesse nelle questioni filosofiche e il riconoscimento
della dimensione spirituale dell’esistenza.
La chiarificazione è spesso richiesta riguardo la comprensione
del termine “religione”, del ruolo della spiritualità nella vita
umana, della relazione tra religione e scienza e dei conflitti tra
i vari credo. Per quei pazienti che a priori hanno forti sentimenti
negativi sugli aspetti religiosi della terapia psichedelica, è di aiuto
182
sottolineare che le esperienze spirituali nelle sedute con LSD di
solito non prendono la forma descritta dalle religioni ortodosse.
Piuttosto, sono simili a ciò che Albert Einstein descrisse come
religione cosmica. Questa forma di spiritualità non implica un Dio
personificato, un pantheon di santi intermedi, regolari funzioni
in chiesa, ed un servizio divino formalizzato. L’attenzione è sull’incapacità dell’approccio razionale ad afferrare i molti misteri
della natura e sullo sgomento e meraviglia sperimentate nel porsi
di fronte alle forze creative dell’universo.
I sentimenti spirituali sono legati con questioni come l’enigma
del tempo e dello spazio; l’origine della materia, della vita, e della
coscienza; le dimensioni dell’universo e dell’esistenza; il significato della vita umana e lo scopo ultimo del processo di creazione
del mondo fenomenico. Le esperienze spirituali di questo tipo
possono verificarsi in individui di alta levatura intellettuale e
con una rigorosa preparazione scientifica, infatti, sono compatibili con le osservazioni della ricerca moderna. Un’importante
rappresentazione di questo punto, per coloro che enfatizzano
la visione scientifica del mondo, è la recente convergenza della
fisica quanto-relativistica e delle diverse tradizioni mistiche. In
alcuni casi, le esperienze perinatali e transper- sonali nelle sedute
psichedeliche, possono verificarsi in forme simboliche tipiche di
certe culture e periodi storici. Anche senza una preparazione in
archeologia o mitologia, conoscenza dell’eredità culturale coinvolta, o anche un adeguato generale background intellettuale, un
individuo può sperimentare sequenze simboliche e mitologiche
dell’antico Egitto o Grecia, Africa, India, Tibet, Cina, Giappone,
Australia, o paesi pre-Colombiani. Comunque, le immagini di
specifiche divinità personificate in queste culture, non sono, di
solito, vissute come le supreme ed ultime forze nell’universo.
Come l’infinita varietà di esseri ed oggetti che costituiscono
il mondo fenomenico, tali divinità appaiono essere la manifestazione del principio creativo che è trascendente ed oltre la
forma. Se l’esperienza psichedelica si verifica nel contesto di
una tradizione dottrinale, è, di solito, congruente con gli insegnamenti della branca mistica in questione piuttosto che con la
sua forma ortodossa. Sarà più vicino al misticismo cristiano che
183
al cristianesimo tradizionale, alla Cabala o Hassidism piuttosto
che al Giudaismo del Vecchio Testamento, al Sufismo piuttosto
che alla fede mussulmana.
L’esperienza psichedelica in genere comprende elementi estranei alla tradizione religiosa propria dell’individuo sperimentante.
Così un buddista può sperimentare l’identificazione con il Cristo
crocifisso ed uscire dalla seduta con una nuova comprensione
del cristianesimo; un cristiano può avere sequenze d’esperienza
nelle quali scopre ed apprezza il Sufismo; un mussulmano può
avere intuizioni sulla legge del Karma e dei cicli della reincarnazione; ed un Rabbi può sperimentare una conversione verso
il Buddismo Zen. In qualsiasi modo il soggetto sperimenti e
concettualizzi le realtà trascendentali, di solito accetterà quella
forma come la più appropriata e pienamente compatibile con
la propria personalità.
Un elemento importante della preparazione, è lo sviluppo di una
relazione di fiducia tra la guida ed il paziente. La capacità del
soggetto di lasciar cadere le difese psicologiche e di abbandonarsi
all’esperienza, che è cruciale per il buon esito della seduta, è
direttamente proporzionale al livello di fiducia nei terapeuti. La
fiducia è così il prerequisito più importante per l’efficacia della
terapia psichedelica. È di grande rilevanza per il corso di ogni
seduta con LSD; comunque, ci sono certe specifiche situazioni
nelle quali l’elemento della fiducia di base gioca un ruolo particolare. Il lavoro sulle radici della sfiducia di un individuo verso le
altre persone e verso il mondo intero, dipende in modo critico
dalla qualità della relazione tra l’esperente e le guide. Ugualmente, l’abilità ad affrontare l’esperienza della morte dell’ego in tutta
la sua complessità e profondità, richiede un buon ancoramento
nella relazione con il terapeuta. Alla luce dell’importanza della
relazione tra guide e pazienti, la preparazione per la seduta non
dovrebbe essere solo un flusso di informazione a senso univoco,
ma dovrebbe dare al soggetto la possibilità di conoscere i futuri
terapeuti. Idealmente, invece di essere uno scambio convenzionale di luoghi comuni, il periodo di preparazione dovrebbe
consistere un autentico incontro umano.
Quando i terapeuti sentono che la preparazione ha raggiunto gli
184
obiettivi descritti precedentemente ed il paziente è psicologicamente pronto per la prima esperienza con la sostanza, fissano un
ultimo incontro prima della seduta. Questo incontro si concentra
esclusivamente su aspetti tecnici della procedura e di solito ha
luogo il giorno immediatamente precedente alla seduta con la
sostanza. La discussione concerne la natura dell’esperienza psichedelica, gli stati non-ordinari di coscienza che possono essere
indotti dall’LSD ed i modi più proficui di calarsi nell’esperienza.
A questo punto, a meno che non sia accaduto prima, i terapeuti
incoraggiano il paziente ad esporre tutte le paure ed i dubbi
che potrebbero nutrire sulla sostanza e sulla procedura. Questa
è l’ultima opportunità per rispondere a domande specifiche o
generali e per chiarificare le errate concezioni e mezze verità che
il soggetto può aver ripreso dalla pubblicistica sensazionalistica o
anche dalla letteratura professionale. Fra questi, i più importanti
sono l’affermazione che lo stato sotto LSD sia interpretabile secondo il “modello schizofrenico” e sull’LSD come una sostanza
che può causare psicosi; la questione del prolungarsi delle reazioni e del flashback; il pericolo di danneg- giamenti organici del
cervello e la possibile influenza negativa dell’LSD sulla struttura
cromosomica ed ereditaria.
La concezione della “modello psicotico” è stata già discussa; è datata e fu rimpiazzata da una nuova comprensione dell’LSD come
catalizzatore o amplificatore dei processi mentali. Il verificarsi
di stati psicotici transitori dopo alcune sedute rappresenta uno
dei rischi della terapia con LSD anche in condizioni controllate.
Tuttavia, nel lavoro con LSD ciò si verifica molto raramente, e
solo in persone con gravi problemi emotivi ed una sintomatologia
borderline. Questi scompensi non sono creati dalla sostanza ma
rappresentano la manifestazione di profondo materiale inconscio. L’attivazione e la manifestazione conscia di tale materiale
può rappresentare un problema clinico; comunque, è anche
l’opportunità per un cambiamento terapeutico, se avvicinato e
gestito in modo appropriato. In un paragrafo successivo discuteremo in dettaglio i meccanismi delle reazioni prolungate, dei
flashback e degli scompensi psicotici associati alla somministrazione di LSD, così come del modo di condurre le sedute al fine
185
di minimizzare il verificarsi di questi fenomeni.
L’unico serio pericolo associato alle sedute psichedeliche è lo
sforzo del sistema cardiovascolare causato dall’intensità delle
emozioni e dalle tensioni fisiche provocate dalla sostanza. Una
attenta selezione dei candidati ed una scrematura delle persone
con precedenti di infarto del miocardio, insufficienza cardiaca,
ipertensione, grave arteriosclerosi, predisposizione all’emorragia
cerebrale e condizioni simili, eliminano questo rischio. La predisposizione alle convulsioni potrebbe essere una controindicazione
per le sedute psichedeliche, a meno di non avere a portata di
mano una ben fornita farmacia. Negli individui con precedenti
di epilessia, l’LSD può occasionalmente provocare una sequenza
di convulsioni, o status epilepticus, che può essere estremamente
difficile da controllare fuori da una struttura medica.
Non ci sono indicazioni che l’LSD farmaceuticamente puro
nei dosaggi somministrati in psicoterapie (50-1500 microgrammi) causi danneggiamenti organici del cervello. Le allusioni a
questa possibilità presenti nella letteratura professionale sono
basate su due osservazioni . La prima di queste era il frequente
verificarsi di tremori, scatti e complessi movimenti contorti nei
soggetti durante le sedute con LSD. Queste manifestazioni motorie possono essere osservate anche negli individui senza un
comportamento epilettico ed hanno una certa somiglianza con
i sintomi osservati in diverse malattie organiche del sistema nervoso centrale. In base alle osservazioni cliniche della Terapia con
LSD, rappresentano il rilascio e la scarica di profonde, represse
energie legate ad abreazione emotiva e che hanno veramente
un grande potenziale terapeutico. Le più drammatiche abreazioni motorie di questo tipo si verificano in connessione con il
processo di morte-rinascita. Tendono a diminuire o scomparire
quando l’individuo supera il livello perinatale, a dispetto del fatto
che da allora la quantità totale di sostanza ingerita sia maggiore
che al momento del loro verificarsi. Inoltre, la grande variabilità
individuale e la mancanza di una diretta relazione dose-effetti
pende fortemente contro l’ipotesi di una base organica per i
fenomeni motori nelle sedute con LSD. In generale, controlli
dei soggetti durante le varie fasi delle sedute psicolitiche, hanno
186
fallito nel rintracciare qualsiasi indicazione di danneggiamento
cerebrale, anche in quei casi dove il numero totale di sedute era
prossimo a cento. Le tecniche usate in questo contesto sono esami neurologici di base, elettroencefalografia, e test psicologici
che sono usati di routine per stabilire danneggiamenti organici
nella pratica clinica.
La seconda osservazione che alcuni autori interpretarono come
indicativa di un danno cerebrale, fu l’incidenza di certi cambiamenti della personalità osservati in alcuni consumatori di LSD.
Tra di essi vi erano perdita di ambizione, abbandono della scuola,
farsi crescere lunghi capelli e la barba, indossare indumenti insoliti, una ridotta attenzione riguardo l’igiene personale, il distacco
da un atteggiamento razionale, e attenzione riguardo questioni
filosofiche e religiose. Un analisi più accurata della personalità
hippie indica che non può essere attribuita esclusivamente all’uso
di sostanze psichedeliche. Si tratta di un fenomeno che coinvolge
fattori sociopolitici ed elementi di rivolta giovanile riflettenti una
frattura generazionale. Fu dimostrato nella nostra popolazione
di pazienti, che cambiamenti della personalità comprendenti
trasformazioni filosofiche e spirituali, possono verificarsi senza
le manifestazioni esterne che caratterizzano la personalità degli
hippie. Mettere sullo stesso piano i cambiamenti della personalità
dei consumatori di LSD, con il deterioramento osservato nei
pazienti con malattie organiche del cervello come i tumori del
lobo prefrontale, è un fraintendimento dei problemi coinvolti. Inoltre, la scarsa qualità di gran parte delle dosi di LSD di
“strada” e l’uso congiunto di esso con anfetamine, barbiturici,
fenciclidina, STP e altre sostanze, solleva seri dubbi sull’opportunità di trarre qualsiasi conclusione sull’LSD, dalle osservazioni
fatte in connessione con l’uso non-medico del cosiddetto “acido
di strada”. Sfortunatamente, la pubblicità negativa riguardante
l’LSD e gli altri psichedelici, non solo influenza l’atteggiamento
dell’opinione pubblica, degli educatori e legislatori, ma anche
l’opinione di molti professionisti. L’isteria nazionale degli
anni ’60 ed i titoli sensazionalisti dei giornali, influenzarono
gli psichiatri e gli psicologi molto più che i risultati degli studi
clinici indicanti una relativa sicurezza dell’LSD quando usato
187
responsabilmente in condizioni controllate. Come risultato di
tutto ciò, molte delle affermazioni fatte sulla sostanza dai professionisti, riflettevano un marcato ed irrazionale pregiudizio
emotivo piuttosto che una evidenza scientifica. Questa situazione
è espressa bene dal fatto che tra gli psichiatri che sollevarono
forti obiezioni sull’uso dell’LSD come strumento terapeutico
– in quanto ritenevano che potesse causare alcuni sottili danni
cerebrali non ancora individuabili con i nostri metodi attuali
– c’erano alcuni individui che non esitavano a consigliare ai
pazienti una lobotomia prefrontale 1.
L’ultima area che dovrebbe essere menzionata in questo contesto
è l’effetto dell’LSD sui cromosomi, sullo sviluppo fetale e sull’ereditarietà. L’opera di disinformazione ha avuto un tale successo
nel plasmare l’opinione pubblica, che è pressoché certo che questa questione emerga durante i colloqui preparatori. Il problema
è di importanza decisiva per la psicoterapia psichedelica e per il
suo futuro, ed in una delle appendici di questo libro presento
una revisione critica di circa un centinaio di scritti scientifici sull’argomento. Riassumerò brevemente la mia personale opinione
sulla questione, basata su venti anni di esperienza clinica e su un
accurato studio della letteratura esistente. Non sembra esserci
alcuna indicazione che la somministrazione di LSD farmaceuticamente puro abbia qualche effetto deleterio sui cromosomi o
sull’ereditarietà. Non dovrebbe essere somministrato a donne
incinte, comunque, perché incrementa il rischio di abortire e
di possibili interferenze con lo sviluppo fetale.
L’LSD, quindi, è una sostanza biologicamente sicura, se evitiamo
di somministrarlo a persone con gravi problemi cardio- vascolari
e alle donne incinte, e procediamo con attenzione quando c’è
una predisposizione alla convulsione epilettica. Tutti i pericoli
sono di natura psicologica. A grandi linee questi non sono inerenti la sostanza in sé, ma sono determinati da un insieme di
fattori extrafarmacologici, come la personalità del soggetto, il set
ed il setting, e le specifiche tecniche usate nel processo. Gli aspetti
più importanti di questo problema sono discussi in dettaglio in
altre parti di questo libro.
Dopo che le paure, i dubbi e le apprensioni sono state discusse
188
con il paziente, il terapeuta dovrebbe comunicare la propria
conoscenza dell’effetto della sostanza e del suo potenziale terapeutico. Bisogna enfatizzare il fatto che l’LSD è un catalizzatore o
amplificatore dei processi mentali, uno strumento che facilita la
esplorazione profonda del sé. L’ingestione di esso non spedisce
qualcuno in un mondo alieno di “psicosi tossica” o di “fantasmagoria chimica”, ma rende possibile un avventuroso viaggio nei
recessi nascosti della propria mente inconscia e attraverso questa
nei regni che possono essere descritti come superconsci.
Nei primi anni della ricerca sull’LSD, influenzati dall’ipotesi
del “modello schizofrenico”, le sedute psichedeliche erano di
routine definite come “psicosi sperimentali” anche quando erano condotte per motivi terapeutici. È importante evitare una
terminologia e metafore di questo tipo, dato che non solo sono
scientificamente errate, ma creano un pericolo di negativa programmazione per la seduta. In tale contesto, episodi di ansietà,
aggressività, sfiducia e altre difficoltà emotive saranno interpretati dal soggetto come indicazioni dell’effetto “psicomimetico”
della sostanza, invece di essere viste come occasioni eccezionali
per confrontarsi e penetrare in certe aree problematiche della
propria mente. Inoltre, l’allusione alla schizofrenia o alla psicosi,
ha la sinistra connotazione di alludere ad un irreversibile e permanente perdita della sanità mentale. Metafore più appropriate
ed utili sono quelle che usano le immagini di “film intra- psichico”, “vivida fantasia”, o “sogno ad occhi aperti”. Ci aiuta, in
questa direzione, ricordare al futuro candidato per la terapia
psichedelica, che nel nostro sonno, tutti quanti abbiamo episodi
di stati non ordinari di coscienza, durante i quali possiamo in
modo realistico vedere, sentire, odorare, gustare e percepire
cose che non esistono nel mondo fenomenico. Questo riferimento ai sogni è una utile enfasi del fatto che tutti i fenomeni
che deviano dall’esperienza comune della realtà e dalla logica
usuale delle cose, non implicano necessariamente la follia.
Un altro momento importante della preparazione è quello di
informare circa la varietà delle esperienze che possono verificarsi
durante la seduta: come cambiamenti percettivi nelle varie aree
sensoriali, il rivivere rilevanti esperienze emotive dall’infanzia,
189
sensazioni legate a malattie ed operazioni, elementi del processo
di morte-rinascita e diversi fenomeni transpersonali. Dato che
molti di questi oltrepassano la cornice convenzionale, è utile
incoraggiare il cliente ad abbandonare l’analisi intellettuale
durante le sedute e a concentrarsi sull’esperienza stessa. In caso
contrario, la ragione può diventare un serio ostacolo all’esplorazione di nuove aree di esperienza. L’intensità degli stati psichedelici merita anch’essa qualche osservazione; è importante
preparare il cliente sul fatto che le dimensioni dell’esperienza,
saranno probabilmente al di là di qualsiasi cosa egli abbia mai
vissuto prima o che abbia mai immaginato nello stato ordinario
di coscienza. Sebbene nessuna descrizione può adeguatamente
rappresentare l’intensità di una esperienza ad alto dosaggio di
LSD, un tale avvertimento può salvare il candidato dal panico
durante la seduta.
Bisogna discutere in anticipo le cause delle ricorrenti difficoltà
durante le sedute con LSD. La prima di queste è l’esperienza del
morire, che può essere a tal punto realistica e convincente che il
soggetto può scambiarla per una reale emergenza fisiologica. Ciò
è particolarmente vero per l’incontro con la morte che si verifica
a livello perinatale; può essere associato con molti acuti sintomi
biologici che possono allarmare non solo il soggetto ma anche un
terapeuta inesperto. I drastici cambiamenti del colorito, attività
motorie di tipo convulsivo, l’impulso a vomitare, una profusa sudorazione, e fast thread-like pulse che accompagna l’esperienza del
morire, possono essere indicatori molto convincenti di una crisi
fisica, e possono indurre al mancato riconoscimento della loro
natura simbolica. C’è un altro tipo di incontro con la morte che
si verifica a livello transpersonale. Non ha di solito la stessa forte
enfasi biologica o la forma di un violento attacco che minaccia la
vita. L’accento è posto su un diminuito attaccamento alla vita e
sul desiderio di abbandonarla. Come processo è molto più sottile
e si presenta come una libera scelta. È l’incontro perinatale con
la morte che comporta problemi durante sedute, e dovrebbe
essere discusso in anticipo con il paziente. Bisogna comunicargli
che l’esperienza perinatale del morire si verifica nel contesto del
processo di morte-rinascita, e che un abbandono totale ad esso
190
è sempre seguito da sensazioni di liberazione, mentre l’opporsi
ad esso prolunga la sofferenza.
Il secondo problema nelle sedute con LSD, è la sensazione che
l’esperienza non finirà mai o che è imminente la perdita permanente
della sanità mentale. Un caso speciale di questo stato è l’esperienza di non avere più vie di uscita, descritta precedentemente. Il
paziente deve sapere che il modo più veloce per por termine a
questa condizione, è di accettare il contenuto dell’esperienza.
Nessun giudizio sulla riuscita della seduta, fatto mentre essa è
in corso, dovrebbe essere considerato come una valutazione
obbiettiva di essa: le valutazioni vanno trattate come una parte
dell’esperienza. Quindi, paradossalmente, con l’accettere che si
rimarrà per sempre nell’esperienza infernale, la si fa terminare,
ed un abbandono completo alla follia permanente si rivela una
mossa vincente verso una più alta sanità mentale. Come nel caso
dell’esperienza di morte che frequentemente accompagna la
paura della psicosi, combattere lo spettro di un destino avverso
e la follia, prolunga lo spiacevole stato e mantiene il soggetto
nella sua sfera di influenza.
La terza più comune fonte di panico è la paura di diventare omosessuale. Di solito essa è avviata da una identificazione marcata
con rappresentanti del sesso opposto. Un soggetto maschio può
sperimentare non solo una autentica immagine del corpo femminile, ma anche una genuina sensazione di cosa si provi ad essere
incinta, a partorire, o ad avere un orgasmo vaginale e clitorideo.
L’esperienza corrispettiva nelle femmine, è meno frequente e
di solito non include la sensazione di avere un corpo maschile,
ma le caratteristiche psicologiche di un maschio. Bisogna rassicurare il soggetto che questa è una eccezionale opportunità di
aver accesso alla sfera d’esperienza del sesso opposto. Rafforzerà
infine il senso della propria sessualità piuttosto che causare una
trasformazione omosessuale. Un’altra causa di fobie omosessuali
può essere provare improvvise sensazioni di attrazione fisica per
il terapeuta dello stesso sesso. Queste possono essere decodificate
come transfert delle originarie sensazioni sessuali verso il genitore
dello stesso sesso. La più profonda causa di panico omosessuale
in un soggetto maschio, sembra essere l’emergere di spaventosi
191
ricordi della nascita; in questo contesto la vagina appare come
un organo divoratore e l’individuo non può immaginare di
avvicinarsi ancora ad esso come fonte di piacere.
Diverse sensazioni fisiche che possono verificarsi nelle sedute
con LSD, dovrebbero essere menzionate in questo contesto.
In alcuni casi, raggiungono una intensità tale da rappresentare
problemi reali. Bisogna chiarire al paziente che l’LSD nei dosaggi comunemente usati nella psicoterapia, non produce alcun
sintomo somatico solo in virtù del suo effetto farmacologico.
Nausea, vomito, emicranie, vari dolori muscolari, soffocamento,
dolorosi crampi all’utero o al tratto gastrointestinale, aumento
dell’attività motoria, ed altre manifestazioni fisiche, sono sempre
di natura psicosomatica. Sono associate con importante materiale psicologico e sperimentarle consapevolmente è di grande
valore terapeutico.
La preparazione per una seduta psichedelica dovrebbe includere la discussione sulla possibilità che il paziente sperimenti
una profonda crisi di fiducia di base, non importa quanto buona
sia stata la relazione terapeutica prima dell’esperienza con la
sostanza. Le caratteristiche di questa importante crisi sono state
descritte precedentemente. È importante preparare il paziente
a questa eventualità e consigliargli di guardare dentro se stesso
per ricercare le possibili origini di tale sfiducia, prima di rivolgere l’attenzione sulle circostanze esterne. È ovvio che è più
facile pensare che la percezione del paziente sia stata cambiata
dall’influenza di una potente sostanza psicoattiva, piuttosto
che sospettare che nel giro di mezz’ora un drastico mutamento
si sia verificato nella situazione esterna o nelle personalità dei
terapeuti. Discutere in anticipo la crisi di fiducia, di solito aiuta
a mitigarla quando si verifica.
Una regola che è importante nella psicoterapia con LSD è tenere
le sedute interiorizzate. Dato che l’esperienza psichedelica rappresenta un processo di profonda esplorazione del sé, un viaggio
nella propria mente, un orientamento introspettivo è di gran
lunga l’approccio più produttivo. I soggetti sotto LSD sono incoraggiati a rimanere in una confortevole posizione sdraiata con
gli occhi chiusi; la soluzione tecnica migliore è l’uso di leggere
192
mascherine per gli occhi. L’esposizione agli stimoli dal mondo
esterno, specialmente se combinato con il movimento, con una
eccessiva conversazione ed interazione sociale è, in generale,
controproducente. Tende a mantenere l’esperienza ad un livello
superficiale ed interferisce con il processo di esplorazione del sé.
Occasionalmente, una danza espressiva può essere molto utile
nelle sedute psichedeliche se il soggetto tiene i suoi occhi chiusi e
non perde la connessione introspettiva con il processo interiore.
Non voglio, però, negare che ci possa essere un valore positivo
nelle esperienze psichedeliche nelle quali il soggetto è orientato
verso l’ambiente esterno. La sostanza può aprire e sensibilizzare
i canali sensoriali ad un livello straordinario e rendere possibile
al soggetto di percepire il mondo in un modo totalmente nuovo.
La ricerca di una partecipazione estetica, emotiva e spirituale
all’ambiente esterno, può essere una esperienza profonda e di
valore, specialmente se la seduta ha luogo in un bel ambiente
naturale. Una esperienza psichedelica all’aperto, in montagne,
sulla spiaggia, nei boschi, o anche nel proprio giardino, può
diventare un evento indimenticabile. Comunque, se si prende
l’LSD per questo motivo, è importante rimanere sui dosaggi
più bassi, sotto i 100 microgrammi. Gli alti dosaggi tendono ad
attivare materiale inconscio che può emergere e distorcere la
percezione dell’ambiente. Per una persona che prende l’LSD
in un complesso setting fisico e sociale, elementi psicologici
rilevanti e stimoli sensoriali esterni si fondono insieme in un
inestricabile amalgama che oscura il materiale individuale che sta
emergendo. In queste condizioni, lo stato indotto dall’LSD tende
a diventare un incomprensibile mistura di percezione esterna
ed esperienze del proprio mondo interiore; come risultato di
ciò, tali situazioni non sono generalmente molto adatte per
una introspezione proficua. Le sedute che usano alti dosaggi al
fine della crescita personale, per il lavoro su problemi emotivi,
e come ricerca filosofica e mistica, dovrebbero quindi, essere
volte verso la propria interiorità.
Un’altra importante ragione per mantenere l’attenzione focalizzata sul processo interno, è la sicurezza. Il rapporto tra i benefici
potenziali ed i rischi possibili, è di gran lunga più favorevole
193
per le sedute introspettive condotte in un protettivo setting, che
per le esperienze orientate verso il mondo esterno praticato
da molte persone nella controcultura. È essenziale, per una
buon riuscita della seduta, che sia mantenuto un equilibrio tra
l’abbassamento delle difese psicologiche ed un efficace lavoro
sul materiale inconscio emergente. Qualunque contenuto sia
stato rilasciato, l’energia associata ad esso dovrebbe essere canalizzata. La massima consapevolezza del processo interno e la
sua piena espressione emotiva, percettiva e fisica, è di enorme
importanza per una buona integrazione dell’esperienza con
LSD. Le sedute nelle quali la sostanza attiva materiale emotivo
molto problematico, possono portare a prolungate reazioni, ad
una insoddisfacente integrazione, a successivi residui problemi
emotivi e psicosomatici, ad un precario equilibrio mentale che
diventa la base di futuri flashback.
Alla luce di ciò, molta attenzione è posta, durante il periodo di
preparazione, nello spiegare quanto sia importante mantenere
la posizione supina durante la seduta con LSD, mantenere la
mascherina sugli occhi e le cuffie, ed affrontare, sperimentare ed
esprimere pienamente qualsiasi cosa stia emergendo. La maggior
parte dei problemi tecnici nelle sedute si verificano quando il
paziente, invece di trattare l’esperienza come un processo interno, proietta il materiale inconscio emergente sui terapeuti e
sulla situazione del trattamento. Questo atteggiamento funziona
come una potente difesa e rappresenta un serio ostacolo per il
miglioramento terapeutico. Invece di affrontare il problema nel
proprio mondo interiore dove può essere identificato e risolto,
il paziente crea una situazione pseudoreale proiettando e focalizzando l’attenzione sulla manipolazione del mondo esterno.
Prevenire tali situazioni controproducenti è uno dei compiti dei
terapeuti ed inizia nel periodo di preparazione con una dettagliata descrizione e spiegazione delle regole di base.
Altro aspetto della terapia psichedelica che dovrebbe essere discusso con il paziente in dettaglio. Nella medicina e psichiatria
convenzionale, c’è una regola implicita che recita che in una
terapia di successo, il grado di miglioramento dovrebbe essere
proporzionale al numero di interventi terapeutici o alla durata
194
del trattamento. Nella procedura psichedelica, come in altre forme di terapie che puntano alla risoluzione dei problemi invece
che sull’alleviamento dei sintomi, questo non è necessariamente
vero. Può accadere che i sintomi siano temporaneamente intensificati dopo alcune sedute; questo di solito avviene prima che si
verifichi un significativo miglioramento terapeutico. Dovrebbe
essere esplicitato nelle indicazioni, che non rappresenta un fallimento della terapia con LSD, se dopo alcune sedute il paziente
si sente peggio. Riflette semplicemente il fatto che è stato attivato
nella precedente seduta importante materiale inconscio ed è rimasto irrisolto. La concezione di un temporaneo peggioramento
come di una gestalt incompleta, aiuta i pazienti a tollerare difficili
intervalli post-seduta, a valutarli costruttivamente, e mantiene
l’ottimismo riguardo la finale riuscita del trattamento.
Prima di iniziare la descrizione della tecnica di condurre le
sedute con LSD, mi piacerebbe menzionare brevemente diverse osservazioni tratte dalla mia pratica in Europa della terapia
psicolitica. Possono essere usate come giustificazione teoretica
ed empirica di alcuni dei principî delineati più avanti. Durante
la terapia psicolitica, la condizione clinica dei pazienti negli intervalli tra le sedute con LSD, mostra considerevoli oscillazioni
in ambedue le direzioni. Dopo alcune sedute, i sintomi clinici
erano alleviati o anche scomparsi ed i pazienti si sentivano “guariti”, liberi da conflitti e problemi, e pronti ad aprire un capitolo
nuovo nelle loro vite. Dopo altre sedute la condizione clinica
ovviamente si deteriorava. Qualche volta i sintomi originari erano
intensificati, ed altre volte manifestazioni nuove ed inaspettate di
psicopatologia emersero dopo una seduta scarsamente risolutiva.
Occasionalmente, assistemmo a prolungate reazioni o anche
a temporanee decompensazioni psicotiche in alcuni pazienti
borderline. In molti casi un sorprendente miglioramento clinico
era conseguito con pazienti che avevano una diagnosi vaga, ma il
prosieguo della terapia con LSD con l’intenzione di stabilizzare i
risultati, sfociava in nuove aree di problemi.
Sebbene con LSD ci sia una tendenza verso esperienze più
positive ed un migliore adattamento nella vita con il crescere
del numero delle sedute, è impossibile eliminare tutte le aree
195
conflittuali. Tuttavia, la natura di questi problemi cambia: dalle questioni psicodinamiche, determinate dalla biografia del
paziente attraverso i derivati del processo di morte-rinascita ai
vari elementi transpersonali. In generale, è possibile parlare di
fasi freudiana, rankiana e junghiana della terapia psichedelica.
La successione di queste fasi non è necessariamente lineare e ci
sono molte variabili individuali. Comunque, se guardiamo statisticamente al gran numero di registrazioni dalle sedute seriali
con LSD, il materiale biografico tende a manifestarsi nelle prime
sedute, la parte centrale della terapia è dominata dal processo di
morte-rinascita, e le sedute nelle fasi avanzate, tendono ad essere
di natura metafisica e filosofica. In tutte queste fasi, è possibile
che una seduta prenda una piega negativa e determini un peggioramento della condizione clinica.
Un’analisi delle registrazioni dalla terapia psicolitica, mostra che
intervalli liberi dai sintomi, di solito seguivano sedute nelle quali
erano conseguite risoluzioni delle problematiche. Il periodo
finale di tali sedute era caratterizzato da mancanza di tensione
e da esperienze estatiche. In questo stato, non c’erano spiacevoli
sintomi fisici o emotivi e nessuna preoccupazione riguardo il
passato o il futuro; solo un sentimento di esistere, radicato nella
consapevolezza sensoriale del momento presente. Il raggiungimento di tale condizione dovrebbe essere l’obiettivo ideale
di ogni esperienza psichedelica. Dato che la positiva riuscita di
una seduta con LSD sembra correlata con una buona risoluzione del materiale inconscio attivato e con un piacevole periodo
terminale della seduta, i terapeuti dovrebbero, nel momento in
cui l’azione farmacologia della sostanza sta svanendo, agire per
facilitare un positivo completamento delle esperienze.
Le osservazioni tratte dalla terapia psicolitica, forniscono elementi sul modo in cui ciò può essere fatto nella maniera più efficace.
Esperienze spontanee di assenza di tensione, estasi oceaniche,
sono tipicamente associate con le visioni di belle scene naturali
come laghi limpidi, oceani calmi, isole tropicali, foreste rigogliose, prati in fiore e cieli blu o stellati. Ugualmente comune
in questo contesto, è l’esperienza di creazioni artistiche di alto
valore estetico – visioni di meravigliosi templi, sculture o quadri,
196
e ascolto di musica ispirativa. L’esperienza assume un’enfasi
spirituale e mistica, e questa prende la forma di un’allusione ai
misteri della natura e alle forze creative dell’Universo, sebbene
sia anche frequente un concreto simbolismo archetipico legato
a specifiche religioni e mitologie. Alcuni pazienti riferiscono
anche esperienze autentiche di buon grembo e di buon seno,
così come episodi che includono ideali attenzioni materne,
amore ed amicizia.
Molti degli elementi che si verificano spontaneamente nel
contesto degli episodi estatici nelle sedute con LSD, sono stati
usati nella prassi dei terapeuti psichedelici ed anaclitici come
strumenti per facilitare esperienze positive. Passeggiate immersi
nella natura e l’uso di vari oggetti riflettenti la creatività della
natura, begli oggetti d’arte, quadri simbolici delle tradizioni
sacre, sculture legate a varie discipline spirituali, passi dai testi
religiosi, e l’uso del contatto fisico possono essere menzionati
qui come esempi salienti. Sebbene l’influenza positiva di questi
fattori fu scoperta empiricamente, il loro impiego può essere
giustificato teoreticamente e la loro insolita efficacia spiegata
sulla base dell’associazione tra l’estasi oceanica e le esperienze
della bellezza naturale, di ispirate creazioni artistiche, sentimenti
spirituali, e relazioni umane altamente gratificanti. Questi elementi e principî facilitano il verificarsi di positive esperienze
durante le sedute psichedeliche, così come nei periodi terminali
di esse. Questo rende il trattamento psichedelico più significativo
ed efficace e ne aumenta il potenziale terapeutico.
SEDUTE PSICHEDELICHE
In ciò che segue, delineerò le caratteristiche principali di un
ideale setting per il trattamento, come lo immagino sulla base
della passata esperienza clinica con la terapia psichedelica.
197
Ovviamente, nella pratica queste esigenze saranno raramente
soddisfatte in maniera completa ed i terapeuti dell’LSD devono
essere preparati a vari gradi di compromesso. Idealmente, le
sedute con LSD dovrebbero essere tenute in una stanza specificamente designata per il trattamento. Questa dovrebbe essere
situata al pianoterra ed isolata dal resto della struttura, con un
ingresso separato. Un piccolo angolo di cottura e servizi igienici
facilmente accessibili dovrebbero rendere possibile per i terapeuti di rimanere con il paziente il giorno intero senza interruzioni
non necessarie, e scegliere i momenti ottimali per una pausa
fisiologica e per uno spuntino. È importante che il paziente sia
in grado di raggiungere il bagno in breve tempo senza dover
interagire con il mondo esterno. Certe volte, gli episodi di abreazione nelle sedute rendono necessario incoraggiare ad emettere
forti rumori come urlare, ringhiare, o battere violentemente,
il che potrebbe disturbare altri pazienti o visitatori. Adeguate
provvigioni devono essere fatte così che il terapeuta ed i pazienti
non si sentano vincolati a condizioni esterne e possano seguire
pienamente le dinamiche del processo. Se il luogo della terapia
non è separatao ma fa parte di un più ampio complesso, un
adeguato isolamento acustico potrebbe essere necessario.
La camera del trattamento dovrebbe essere accogliente, arredata
in maniera confortevole e decorata con gusto. Soffici imbottiture
e cuscini sono preferibili a spigoli taglienti e dure superfici metalliche. Questo non solo dà al paziente un senso di conforto e
protezione, ma può diventare un importante fattore di sicurezza
negli episodi parossistici delle sedute che coinvolgono movimento fisico e l’attivazione di conflitti psicodrammatici. Fiori
freschi, un vassoio di frutta fresca e secca assortita e nocciole, una
collezione di quadri ispiranti e libri d’arte, vari oggetti naturali
di grande bellezza, come conchiglie e pietre, sono divenute nel
corso degli anni parte integrale del nostro setting di trattamento.
La musica è essenziale nella terapia psichedelica ed uno stereo
ad alta fedeltà, diverse coppie di cuffie, ed una ampia collezione
di cassette e registrazioni di buona qualità dovrebbero essere
sempre disponibili.
Se possibile, la struttura di trattamento dovrebbe essere situata
198
in bei scenari naturali. Sebbene questo è di poco rilievo nelle
prime quattro o cinque ore che il paziente trascorre con la
mascherina sugli occhi e le cuffie, diventa importante durante
la fase terminale della seduta. L’esperienza psichedelica tende
a far entrare il soggetto in intimo contatto con la natura ed
intensifica in modo sorprendente la sua percezione sensoriale
del mondo, ed un incontro con lo splendore della natura, può
diventare una esperienza estetica e spirituale di duraturo valore.
Non solo contribuisce all’integrazione della seduta, ma connette
le energie positive e le emozioni con gli elementi del mondo
quotidiano. L’acqua merita una nota particolare: durante le
sedute assume un significato quasi magico per molti soggetti ed
ha una straordinaria capacità di facilitare una positiva riuscita
della seduta. Una nuotata nell’oceano, in un lago limpido, o
un ruscello possono fare meraviglie nel periodo terminale delle
sedute con LSD. In più modeste condizioni, l’uso di una piscina
o di una vasca da bagno, o una buona doccia serviranno per lo
stesso scopo.
È preferibile iniziare le sedute con LSD al mattino; se la sostanza
è presa nel pomeriggio, l’esperienza può continuare fino a tarda
sera ed il soggetto potrebbe trovare difficoltà nell’addormentarsi.
Il dosaggio ottimale di LSD sembra essere all’incirca tra i 200 e
400 microgrammi. Bisogna considerare che esso è determinato
dalla natura dei problemi psicologici coinvolti, dalla struttura
della personalità del soggetto, e da alcuni dati fisici come l’età e
la salute in generale. Il peso del corpo sembra giocare un ruolo
relativamente minore: la sensibilità o resistenza alla sostanza
appare essere principalmente in funzione del sistema di difese
psicologiche. Menzionammo precedentemente che i pazienti
con gravi nevrosi ossessivo-compulsive sembrano rappresentare
l’estremo della resistenza, mentre le persone con una struttura
della personalità o sintomatologia isterica sono all’altro estremo
dello spettro. Sembra esserci un punto di saturazione per l’LSD
intorno ai 400 o 500 microgrammi: aumentare la dose oltre questo punto non sembra produrre un ulteriore effetto addizionale.
È più utile identificare gli specifici meccanismi di resistenza e
provare ad influenzarli psicologicamente, più che aumentare i
199
dosaggi nello sforzo di “rompere le difese”.
L’LSD preso per via orale è efficace nella maggior parte dei
casi; la somministrazione tramite iniezione è di scarso valore
pratico. Ha il pregio di diminuire il periodo di latenza, ma introduce la scomodità dell’iniezione e di un marcato elemento
medico nel setting. La somministrazione intramuscolare è utile
per i pazienti con una marcata predisposizione alla nausea ed
al vomito. Nel caso di vomito nella fase iniziale della seduta, un
dubbio potrebbe sorgere riguardo l’effettiva quantità di LSD
che è stata assorbita. Per questi motivi, l’LSD fu somministrato
tramite iniezione ad alcuni malati di cancro, in quanto esistevano
preoccupazioni sul grado di assorbimento a causa della malattia
che affliggeva il sistema gastrointestinale.
In generale, digiunare per uno o due giorni prima della seduta
con LSD sembra portare qualche vantaggio. Tende a potenziare
l’effetto dell’LSD, rende il soggetto più aperto agli stati non
ordinari di coscienza, e riduce l’incidenza di spiacevoli sintomi
gastrointestinali durante la seduta, in particolare nausea e vomito. Dovrebbe essere attuata una soluzione di compromesso nel
caso in cui il soggetto non ha digiunato: normalmente raccomandiamo una cena leggera la notte immediatamente precedente la
seduta e solo liquidi per colazione. Questo tende ad abbreviare
il tempo di assorbimento e riduce l’incidenza della nausea.
Il soggetto dovrebbe indossare pantaloni leggeri, comodi e
confortevoli; qualsiasi indumento che stringe o effetti personali
potenzialmente pericolosi dovrebbero essere rimossi dal corpo.
Se questo non è fatto prima della seduta il paziente può chiederlo
più avanti nel corso dell’esperienza, o potrebbe diventare necessario in vista di alcune specifiche situazioni. È molto più semplice
liberarsi anticipatamente di catenine, cinture, pantaloni stretti,
orologi, gioielli, dentiere o apparecchi per i denti, occhiali, lenti
a contatto, chiavi, coltelli tascabili, ed oggetti simili.
L’LSD dovrebbe essere somministrato senza troppi ritardi,
dopo una rapida concentrazione sul “qui ed ora”. Molti pazienti
mostrano un alto livello di eccitazione, apprensione, ansietà
, e come risultato perdono qualche ora di sonno prima della
seduta. Ciò è abbastanza comune prima della prima esperienza
200
psichedelica, ma non è raro anche per soggetti esperti nell’uso.
È utile discutere brevemente le condizioni fisiche ed emotive e
concedere del tempo per le domande dell’ultimo minuto che
potrebbero essere il risultato della nottata insonne. Comunque,
un maggior ritardo tende ad aumentare l’ansietà invece di ridurla. Immergersi nello stato prodotto dalla sostanza una volta
avviato il processo, è di solito più semplice che avere a che fare
con tutto il fantasticare su come essa potrebbe essere.
Dopo la somministrazione dell’LSD c’è un periodo di latenza di
circa venti-quaranta minuti prima che la sostanza faccia effetto.
La sua durata dipende dal modo di somministrazione, dalla
quantità di cibo nello stomaco – se la sostanza è ingerita – e dalle
difese psicologiche. Il tempo precedente all’azione dell’effetto
della sostanza può essere trascorso in meditazione, ascoltando
della musica serena, osservando dei quadri, o in conversazioni rilassanti. Qualche volta è interessante scorrere l’album di
famiglia, se si vuole usare l’esperienza per una più profonda
penetrazione e riflessione sulle relazioni con i parenti stretti.
Quando il paziente inizia a sentire l’effetto della sostanza, è invitato a sdraiarsi sul divano e ad indossare la mascherina per gli
occhi. Questo aiuta a concentrarsi sul mondo interiore che inizia
a svelarsi e a prevenire distrazioni ed interferenze dall’esterno.
Da questo momento la posizione reclinata è generalmente
consigliata per le successive quattro o cinque ore, e l’esperienza
è quasi completamente interiorizzata. Il soggetto riceve cuffie
stereofoniche ed ascolta musica selezionata con cura; l’obiettivo
è di lasciarsi andare e di abbandonarsi all’esperienza. Il compito
dei terapeuti è di dare assistenza e protezione, prendersi cura
dei vari bisogni psicologici e fisiologici, facilitare il completo
manifestarsi dell’esperienza, ed affrontare le resistenze che
potrebbero presentarsi durante la seduta.
In generale, la conversazione dovrebbe essere evitata durante il
periodo di effetto intenso della sostanza; questo è particolarmente vero quando si riferisce ad un compulsivo analizzare, che è
di solito una manifestazione della resistenza ed interferisce con
l’esperienza. Lunghe spiegazioni ed interpretazioni offerte dal
terapeuta, o discussioni coinvolgenti, sono controproducenti.
201
Le esperienze psichedeliche nelle sedute ad alto dosaggio hanno molti livelli e sfaccettature; il loro rapido rivelarsi e mutare,
rendono impossibile fare resoconti esaustivi. Inoltre, l’abilità ad
articolare e comunicare verbalmente è di frequente indebolita
dall’influenza della sostanza.
Scambi verbali tra i terapeuti e il paziente – sebbene utili durante
il periodo preparatorio, nella fase terminale delle sedute, e nei
giorni successivi ad essa – dovrebbero essere molto contenuti
durante le ore culminanti della seduta con la sostanza. Il soggetto
è occasionalmente sollecitato a dare un breve resoconto limitato
a poche frasi per fornire tracce ai terapeuti. Un terapeuta esperto può raggiungere una sufficiente comprensione sulla natura
dello stato psichedelico del soggetto, sulla base del comportamento esteriore e delle sporadiche comunicazioni verbali. Ciò
è particolarmente vero se il terapeuta può contare su proprie
esperienze dello stesso tipo. Così, una generale tensione, o una
espressione del volto aggressiva, serrare le mani o mostrare le
unghie, ed occasionalmente emettere suoni primitivi, insieme
con affermazioni come: “ che incredibile strage” o “ ho preso
parte a tutte le guerre dall’inizio del mondo”, danno sufficienti
informazioni al terapeuta. Ugualmente, una affermazione come
“non riesco a distinguere i confini; tutto sembra unirsi, fluttuare
in Uno”, da un soggetto rilassato in estasi, non richiede ulteriori
spiegazioni. Movimenti sensuali del corpo con un intenso coinvolgimento dell’area pelvica ed occasionali frasi sul fare l’amore,
sul sesso, o sulle orge, comunicano un contenuto sufficiente.
Qualsiasi ulteriore descrizione o racconto asseconda i bisogni
del terapeuta più che dell’esperente. I ricordi delle sedute sono
solitamente adeguati e le discussioni e le analisi possono essere
posposti. La sola eccezione è una situazione di forte resistenza
dove il terapeuta ha bisogno di avere una esatta informazione
per aiutare l’esperente ad attraversare l’impasse.
Se il paziente non dà nessuna risposta, il terapeuta dovrebbe
interrompere brevemente ogni mezz’ora o pressappoco; lo
scopo di questo “controllo” è di ristabilire il contatto, ottenere
degli indizi sul processo, e dare rassicurazione se necessario.
Una delle ragioni per le quali i terapeuti dovrebbero conoscere
202
la natura dell’esperienza del soggetto, è che la musica per la
seduta deve essere scelta con sensibilità in rapporto allo stato
psicologico dell’esperente. A parte ciò, gran parte dell’assistenza
non specifica dovrebbe essere data attraverso canali non verbali.
Ciò può includere tenere la mano, fare carezze di rassicurazione, cullare, o varie forme di coinvolgimento psicodrammatico
nell’esperienza. Potrebbe dimostrarsi d’aiuto in alcuni momenti
offrire resistenza al paziente che ha bisogno di lottare e spingere,
enfatizzare alcune sensazioni fisiche mediante pressioni o massaggio, o usare altri stratagemmi dello stesso tipo. Ciò diventa più
comune quando la seduta si sta avvicinando alla fase terminale.
Inizialmente nell’esperienza interventi fisici richiedono una
grande sensibilità ed un buon rapporto. È importante mantenere una relazione di fiducia, un senso di cooperazione, ed una
generale atmosfera di gioco, recita . Tuttavia, l’atmosfera “come
se” di un gioco sinergico può essere facilmente persa nell’intensità dell’esperienza ed il terapeuta potrebbe rischiare di essere
percepito come un nemico piuttosto che come un aiutante. A
meno che i terapeuti non abbiamo una certezza intuitiva sulla
qualità della relazione, queste manovre non dovrebbero essere
usate nelle fasi iniziali della seduta. Un altro importante aspetto
dell’interazione terapeutica è rispondere con sensibilità ai bisogni del paziente – offrendo una coperta quando sembra avere
freddo, asciugando il sudore dalla fronte, pulendo il viso dal
muco o dalla saliva, inumidendo le labbra quando sono secche,
o dando un bicchiere d’acqua.
Quanto detto, si applica alle sedute psichedeliche che scorrono relativamente lisce e senza complicazioni. In tali sedute il
paziente è in grado di mantenere la posizione allungata, stare
con la mascherina sugli occhi e le cuffie, mantenere l’esperienza
interiorizzata, ed è capace di maneggiare il materiale inconscio
emergente in modo adeguato. Nelle sedute di questo tipo, c’è
poco lavoro per i terapeuti: ascoltano la musica, meditano, e
provano a sintonizzarsi empaticamente con l’esperienza del
cliente. Un situazione completamente differente si verifica
quando il soggetto non è in grado di tollerare le esperienze e si
rifiuta di “andare con esse”.
203
Esempi di minor gravità di questo tipo, sono vari stratagemmi
evasivi, come una tendenza a togliersi la mascherina dagli occhi
e sedersi, volere una tazza di caffè o una sigaretta, ciarlare su
cose triviali, girare intorno, o uscire per una passeggiata. Una
manifestazione più drammatica di resistenza è la proiezione del
materiale emergente sui terapeuti e sul luogo di trattamento. Il
paziente vuole guardare i terapeuti, essere coinvolto in argomenti intellettuali, discutere la loro condizione di vita e problemi, o
criticare le regole e le circostanze della seduta. Complicazioni
estreme includono una totale perdita di consapevolezza della
natura simbolica dell’esperienza ed il confonderla con la realtà.
Queste di solito si verificano in connessione con l’esperienza del
morire, paura di impazzire, o panico omosessuale. Il paziente
può sperimentare una acuta sfiducia e la voglia di scappare dalla situazione e dalla stanza, confondendo il pericolo che sente
interiormente con la situazione esterna. Quando il paziente
non è in grado di mantenere la posizione raccomandata, inizia
a percepire ed interpretare la situazione in un modo grossolanamente distorto, o mostra una tendenza verso comportamenti
di acting-out, i terapeuti devono abbandonare l’atteggiamento
passivo per un intervento attivo. Una indicazione meno urgente
per l’azione terapeutica è una situazione nella quale il paziente
mantiene la mascherina e le cuffie ma tende a proiettare i suoi
sentimenti sui terapeuti, piuttosto che a ricondurli fino alla loro
origine. La strategia e le tecniche per affrontare alcune difficili
situazioni durante le sedute psichedeliche, verranno discusse
più avanti in una sezione speciale.
Una atmosfera di sicurezza, riservatezza, e di totale impegno, è
necessaria per raggiungere risultati positivi. I terapeuti che rispondono al telefono durante le sedute, che consentono alle persone di bussare alla porta, o che lasciano la stanza del trattamento
per portare avanti altre attività parallele, possono difficilmente
attendersi sedute scorrevoli, profondamente proficue e di buon
esito. La distrazione o l’assenza di assistenza in un momento critico della seduta, possono diventare un ostacolo per il trattamento.
Il paziente può perdere la fiducia nell’assistenza del terapeuta
e non oserà abbandonare il controllo e fronteggiare gli aspetti
204
difficili del proprio inconscio. Idealmente, il paziente dovrebbe
essere assistito durante l’intero periodo di azione della sostanza
da due terapeuti, una diade terapeutica maschile-femminile,
che non abbandoni mai il luogo del trattamento. I terapeuti
dovrebbero conoscersi bene l’un l’altro, andare d’accordo, ed
essere abituati a lavorare insieme. Ci sono molte ragioni per
preferire terapeuti di ambedue i sessi nelle sedute. Ci sono
alcune attività che sono più naturali per gli uomini che per le
donne, e viceversa. In linea di massima, le donne sembrano più
adatte per confortare, cullare e per l’assistenza fisica, a meno
che la natura dell’esperienza non richieda specificatamente una
figura maschile. Per esempio situazioni nelle quali il soggetto
ha a che fare con l’impatto psicologico dell’assenza del padre
nell’infanzia, o sente il bisogno di esprimere affetto in relazione
alla figura paterna.
Viceversa, l’attivazione psicodrammatica di una lotta potrebbe richiedere forza fisica e meglio essere interpretata da un terapeuta
maschio, a meno che il contenuto dell’esperienza non richiami
specificatamente una figura femminile. È anche comune che
problemi legati al triangolo edipico del paziente, inizialmente, diventino manifesti come distorsioni proiettive della relazione con
la diade terapeutica. Ci sono anche esperienze transpersonali,
come costellazioni archetipe e memorie di passate incarnazioni,
per le quali la presenza di ambo i sessi è importante o facilita
l’esperienza. Così la rappresentazioni di ambedue gli elementi
maschile e femminile, è utile non solo in termini di divisione
dei compiti, ma anche come specifica facilitazione di alcune
esperienze e come evocativo schermo di proiezione. Sebbene
un profondo coinvolgimento nelle proiezioni è generalmente
controproducente e dovrebbe essere scoraggiato, le distorsioni
proiettive possono diventare una fonte potente di intuizione se
il soggetto si approssima ad esse in maniera costruttiva.
Dato che la musica costituisce una parte importante della
psicoterapia con LSD, discuteremo brevemente il suo ruolo, i
principî di base nel selezionare i pezzi appropriati, ed il modo
nel quale usarli. La musica sembra svolgere importanti funzioni
nel contesto della terapia psichedelica. Tende ad evocare potenti
205
emozioni e facilita un più profondo coinvolgimento nel processo
psichedelico. Fornisce una struttura per l’esperienza e crea una
continua onda portante che aiuta i pazienti a superare momenti
difficili delle sedute e a muoversi attraverso le difficoltà, le impasse. I soggetti di frequente riferiscono che il flusso della musica li
aiuta a lasciar andare le difese psicologiche e ad abbandonarsi
pienamente all’esperienza. Un’altra funzione della musica è di
creare un senso di continuità e connessione nel corso dei diversi
stati non ordinari di coscienza. È esperienza ricorrente che i
pazienti abbiano difficoltà nelle fasi in cui la musica è interrotta,
come quando si cambiano le cassette o i nastri: riferiscono di
sentirsi sospesi a mezz’aria, con un senso di dolorosa mancanza.
Una funzione addizionale della musica ha a che vedere con il suo
contenuto: si può facilitare l’emergere di certe qualità emotive,
come aggressività, sensazioni sessuali, “ svolte psichedeliche” , o
esperienze trascendentali, in base ad una specifica scelta della
musica. L’importanza della musica per la positività del rientro,
è già stata descritta.
Per quanto concerne la scelta della musica, delineerò solo i
principî generali e darò alcuni suggerimenti sulla base della mia
esperienza personale2. Ciascun gruppo terapeutico sviluppa, con
l’esperienza, una lista dei pezzi musicali preferiti per le varie
fasi delle sedute con LSD e per specifiche situazioni. La regola
di base è che la musica deve rispondere alla fase, intensità e
contenuto dell’esperienza, piuttosto che imporle un percorso
specifico. La preferenza dovrebbe essere data a musica di alta
qualità artistica, ma di scarso contenuto concreto. Bisognerebbe
evitare canzoni e altri pezzi vocali nei quali il testo suggerisce
temi specifici. Dove usati, i componimenti verbali dovrebbero
essere in un linguaggio sconosciuto all’esperente così che la voce
umana diventi uno stimolo non specifico. Per la stessa ragione, è
preferibile evitare pezzi con i quali i clienti hanno già specifiche
associazioni intellettuali. Così, l’inizio della Quinta sinfonia di
Beethoven in Mi minore è di solito legata con l’imminenza di
un evento fatale (Sinfonia del Destino); l’uso delle marce nuziali
dal Lohengrin di Wagner o dal Sogno di una notte di mezza estate di
Mendelssohn suggeriscono una atmosfera nuziale; e la Carmen
206
di Bizet evocherebbe attraverso un meccanismo simile il tema
della corrida. In soggetti cechi, i Preludi di Liszt tendono a far
emergere ricordi di guerra, perché erano usate dalla propaganda
nazista come introduzione alle notizie quotidiane trasmesse con
gli altoparlanti in strada.
La maggiore obiezione all’uso della musica nelle sedute psichedeliche è che se anche evitiamo una grossolana manipolazione,
eserciteremo comunque un effetto strutturante sull’esperienza
con la nostra scelta della musica. Questo sembra in contraddizione con la tendenza ad interiorizzare le sedute ed eliminare
gli stimoli ottici tramite l’uso di mascherine, ed in effetti vi è
un elemento di verità in questa obiezione. La soluzione ideale
sembra essere di far scorrere un nastro di “rumore bianco” – una
sequenza di campioni acustici casuali, prodotti da un generatore
di suoni. Ascoltando l’intenso rumore bianco attraverso le cuffie, i soggetti sotto LSD di solito creano la loro propria musica
interiore, la quale si adatta meglio alla natura ed al contenuto
dell’esperienza, dato che proviene dalla stessa fonte. Le stimolazioni acustiche non specifiche, vengono trasformate dal soggetto
in musica. Suoni monotoni, rumori provenienti da diversi apparecchi elettrici, o registrazioni della corrente oceanica possono
svolgere un ruolo simile.
Comunque, il pericolo della programmazione legata ad una
musica specifica non è così grave come potrebbe sembrare. La
possibilità di manipolare e controllare l’esperienza, è piuttosto
limitata. Se il soggetto è in una posizione difficile emotivamente, qualsiasi musica, non importa quanto ispirata o eterea, sarà
distorta e potrà suonare come un lamento funebre. Viceversa,
durante una profonda esperienza positiva, qualsiasi musica sarà
entusiasticamente accettata dal soggetto, che la troverà adatta
ed interessante dal suo punto di vista. Solo nel medio raggio tra
queste due situazioni estreme la musica può effettivamente dar
forma all’esperienza. Anche allora – sebbene una certa atmosfera generale sarà suggerita dall’ambiente esterno – il soggetto
la elaborerà in modo peculiare. Le sequenze risultanti saranno
ancora manifestazioni del proprio inconscio individuale, rifletteranno il contenuto della sua memoria, e rappresenteranno una
207
significativa gestalt rivelativa del sé. Ancor di più, l’input esterno
non sembra ridurre il significato dell’esperienza psichedelica
che attiva o modifica.
È utile conoscere il gusto musicale del soggetto prima della
seduta e farsi un idea delle sue preferenze, idiosincrasie, e
livello generale della sua educazione musicale. Comunque, la
selezione dei brani, di solito riflette più la comprensione del
processo da parte dei terapeuti che la scelta del soggetto. Solo
le ore tardive della seduta, quando non c’è lavoro terapeutico
da svolgere, rappresentano una eccezione: questo è un periodo di rilassamento ed il soggetto ha l’opportunità di scegliere
la natura dell’intrattenimento. In generale, la musica scelta
riflette la traiettoria d’esperienza delle sedute psichedeliche.
Nel periodo di latenza, prima che faccia effetto la sostanza,
sembra appropriata una musica serena, calma e scorrevole.
Questa è sostituita, nel momento in cui l’esperienza comincia,
con musica che allude ad aperture. In circa un’ora e mezza, il
paziente è pienamente sotto l’influenza della sostanza: questo
è il momento per una musica potente ed emotivamente molto
evocativa. Se stiamo scegliendo dal repertorio Occidentale, saranno appropriati brani di buona musica classica, come le meno
note sinfonie, concerti, o preludi di famosi maestri. Johannes
Brahms, Robert Schumann, Sergei Rachmaninoff, Edvard Grieg,
Ludwig van Beethoven, Hector Berlioz, Richard Strauss, Richard
Wagner, Anton Dvorak ed in particolare Alexander Nikolaevich
Scriabin, sono compositori le cui musiche sono di frequente
usate dai terapeuti di Spring Grove in questa fase. Nella quarta
ora, la seduta con LSD tende a raggiungere l’apice, ed in molti
casi sembra incrementarsi fino alla risoluzione. Questa è una
opportunità per una svolta emotiva o spirituale, a seconda del
livello in cui la seduta è sperimentata. Sembra appropriato a
questo punto introdurre una musica potente, soverchiante con
qualità trascendentale: orazioni, requiem, e messe, combinate
con un orchestra completa con una moltitudine di voci umane,
possono essere estremamente evocative ed efficaci. La musica
sacra di Wolfgang Amadeus Mozart, Johann Sebastian Bach,
George Frederick Handel, Hector Berlioz, Giuseppe Verdi,
208
Charles Gounod, o Francis Poulenc sono esempi tipici di questa
categoria. La musica del compositore americano di estrazione
armena-scozzese, Alan Hovhanness, può essere potente ed efficace in questo contesto. È fortemente evocativa e trascendentale,
ma non sufficientemente conosciuta da produrre associazioni
usuali, standard. Per il periodo terminale della seduta, è preferibile una musica calma, rilassante e scorrevole con una qualità
senza tempo: come la chitarra classica, composizioni per arpa,
e certi pezzi di Johann Sebastian Bach o Antonio Vivaldi. Altri
nastri di compositori contemporanei come George Deuter, Steve
Halpern, Paul Horn e Paul Winter sono utili in questo contesto.
Una selezione orientale includerebbe nastri di Ravi Shankar,
musica per la meditazione Zen, musica giapponese per il flauto
di bambù, o canzoni Polinesiane.
Queste considerazioni rappresentano una linea guida molto generale; nella pratica la scelta della musica dipenderà dal soggetto
e dalle circostanze. I terapeuti dovrebbero rispondere con sensibilità al contenuto delle sedute, fornendo musica russa, medio
orientale, indiana, africana, cinese o di altro tipo, se il soggetto
riferisce di esperienze in questi contesti culturali. Pezzi specifici
di musica dovrebbero anche essere selezionati per approfondire
esperienze di aggressività, sessualità, sofferenza fisica ed emotiva,
o sensazioni trascendentali.
Nel corso degli anni sono stato colpito dal profondo impatto della musica etnica, specialmente i suoni eseguiti in certe tradizioni
religiose che erano specificatamente designati come tecniche per
alterare la coscienza. Alcune di queste musiche sono così insolite
per l’occidentale medio che dovrebbero essere usate solo con
individui raffinati che hanno familiarità con queste tradizioni.
Tra le più potenti composizioni in questa categoria ci sono i canti
polifonici della tradizione Tantrica Buddista in Tibet; i kirtan Indù;
il canto della scimmia, o ketjak, ed altre musiche che inducono
la trance di Bali; la musica sciamanica da varie parti dell’Asia,
Nord America e Sud America; hocketing dei Pigmei congolesi; la
musica transe dei boscimani, I Kung del deserto del Kalahari ed
i canti dalle cerimonie Sufi. Ugualmente, le danze con il sirtaki
greco, la musica per flauto delle Ande, composizioni degli africa209
ni Oud, le canzoni dei Baul del Bengala, i canti liturgici Armeni,
il flamenco spagnolo per chitarra, ed altri ancora.
Se il soggetto riesce a rimanere nell’esperienza, il compito del
terapeuta è di cambiare i nastri con sensibilità durante il processo, dare assistenza, protezione, ed incoraggiamento e prendersi cura dei bisogni fondamentali del paziente. Il momento
in cui l’effetto farmacologico inizia a svanire – di solito a sei
ore dall’ingestione – è la fase più critica della seduta. Questo è
il momento per il terapeuta di agire attivamente per facilitare
una buona risoluzione ed integrazione dell’esperienza. La
condizione emotiva e psicosomatica dei soggetti al momento
in cui termina la seduta è di cruciale importanza per la riuscita
finale della seduta e per i suoi effetti. Anche se i soggetti hanno
avuto profonde esperienze trascendentali all’inizio della seduta,
possono avere effetti negativi in seguito se, durante il rientro, si
trovano “incastrati” in qualche materiale psicodinamico irrisolto. Viceversa, una seduta molto difficile con stati paranoici ed
esperienze infernali, può essere estremamente terapeutica se si
è risolta bene. Due modi nei quali i terapeuti possono facilitare
la risoluzione ed aumentare la probabilità di un buon esito della
seduta, sono di aiutare il soggetto a lavorare sul materiale irrisolto, e introducendo nella situazione elementi che conducono
a stati emotivi positivi .
Nel momento in cui l’effetto della sostanza comincia a diminuire
è importante avere uno scambio verbale con il soggetto, per
ottenere un dettagliato resoconto sulla sua condizione emotiva
e psicosomatica. Se in questo momento sta provando disagio, depressione, ansietà, aggressività bloccata, sensi di colpa, pensiero
circolare, emicranie, nausea, dolori muscolari, crampi intestinali,
o difficoltà respiratorie, è il momento di suggerire un intervento
attivo. Questa eventualità dovrebbe essere discussa nel periodo
della preparazione. Il primo passo è di scoprire quale tipo di
esperienza si è provata: se si tratta del rivivere incompleto di un
ricordo dell’infanzia, di una sequenza perinatale, di un tema
da una passata incarnazione, o qualche altro tipo di fenomeno
transpersonale. È anche importante incoraggiare il soggetto a
sondare il suo corpo alla ricerca di segni di dolore, tensione, o
210
altre forme di difficoltà indicanti energia bloccata. Non c’è, in
generale, nessuna difficoltà emotiva o gestalt psicologica incompleta che non mostri specifiche manifestazioni somatiche. Questi
sintomi psicosomatici concomitanti allora diventano i punti dove
il terapeuta può intervenire.
I terapeuti chiedono al soggetto di rimanere nella posizione distesa con gli occhi chiusi o coperti dalla mascherina. L’istruzione
è di interrompere l’analisi intellettuale (“staccare il cervello”) ed
iniziare una intensa iperventilazione. Il respiro dovrebbe essere
più veloce del solito e molto profondo; il soggetto dovrebbe seguire, con l’occhio della mente, il transito dell’aria fin giù alla
zona pelvica. Questa iperventilazione tende ad attivare materiale
emotivo. I terapeuti domandano al soggetto di prestar attenzione
al suo corpo e di abbandonarsi pienamente all’esperienza che
inizia a manifestarsi – consentendogli ogni postura, movimento, smorfia, suoni, scuotimenti, pianti, tossire, o gagging. Ad un
certo punto, i terapeuti intervengono e, dopo aver concordato
i loro ruoli, iniziano ad intensificare le sensazioni descritte in
precedenza dal soggetto. Per esempio, se c’è una pressione sulla
testa o mal di testa, uno dei terapeuti produce una pressione
ancor maggiore dello stesso tipo, premendo le mani sulla testa
del soggetto. Se il disturbo è una costrizione al petto o difficoltà respiratorie, una maggior pressione è applicata sulla gabbia
toracica o sotto le clavicole. La nausea può essere attivata da
una stimolazione ritmica sull’alto addome, combinato con un
massaggio dello stomaco; i dolori muscolari aumentati da una
profonda pressione mediante rolfing, e la tensione nell’area
pelvica intensificata tenendo la zona dei reni in una posizione
sollevata. Tutto questo è fatto in sincronia con il ritmo respiratorio ed in sintonia con il tema generale dell’esperienza. I terapeuti
devono usare la loro immaginazione ed intuizione per mettere
in esecuzione il contenuto di una gestalt incompleta nel modo
più realistico. Sebbene questa tecnica fu sviluppata nel contesto
del lavoro con LSD, da allora la utilizzai con grande successo in
workshop di esperienze dove la sostanza non era somministrata.
Il concetto di base di questo approccio, è che le difficoltà emotive
e fisiche di cui il soggetto è conscio sono una forma mitigata
211
di ciò che sta provando ad emergere. La risoluzione di quella
matrice si verifica quando il contenuto inconscio è sperimentato
coscientemente nella sua forma originaria in piena intensità.
Intensificando le sensazioni esistenti, si facilita la convergenza
dell’esperienza conscia e della gestalt inconscia emergente, al
punto che diventano la stessa cosa e si fondono insieme. In
questo modo il tema inconscio è ridotto energeticamente e cessa
di esistere come struttura dinamica che produce il sintomo; ciò
è seguito da un immediato sollievo e senso di completamento.
Sebbene non sempre è possibile raggiungere una risoluzione
ottimale e la liberazione dalla tensione, uno stato “oceanico”, i
terapeuti dovrebbero lavorare in questa direzione.
Questa tecnica sembra essere la via più potente per raggiungere una positiva conclusione ed una buona integrazione di una
seduta con LSD. Come descriveremo più avanti, è compatibile
con altri approcci di psicoterapia esperienziale e può essere
combinata con essi. Un terapeuta eclettico può usare tecniche
di pratica gestaltica, esercizi bioenergetici, il rolfing, indirizzare
l’immaginario affettivo, gli asana dall’Hatha yoga, elementi di
urlo primordiale , e molti altri metodi. Se le sedute sono condotte nel contesto di una comunità terapeutica, altri membri del
gruppo possono essere introdotti nel processo durante la sua
fase terminale per assistere il soggetto nel lavoro con i problemi
residuali. Possono facilitare l’esperienza attivando una lotta simulata nel canale di nascita, offrendo confortante sostegno fisico,
lavorando con il soggetto in warm pool , o creando un campo
transpersonale cantando in gruppo. Quando diventa evidente
che l’energia repressa accessibile è stata rilasciata ed un ulteriore
lavoro di liberazione richiederebbe stratagemmi troppo forzati,
i terapeuti offrono messaggi positivi per facilitare l’integrazione.
Il contatto fisico, individuale o di gruppo, può trasmettere conforto e sicurezza. Una passeggiata nella natura, con la sua varietà
di esperienze sensoriali, sembra portare a stati emotivi positivi
se non addirittura estatici. Osservare fiori o alberi, sedersi sul
prato, odorare il fieno, o guardare il tramonto possono essere
potenti esperienze da ricordare a lungo. È già stato menzionato
che l’esposizione all’acqua nella forma di una nuotata, bagno
212
o doccia sembra avere uno speciale significato. I soggetti di
frequente sperimentano il contatto con l’acqua in questa fase
non solo come pulizia fisica, ma anche come purificazione emotiva e spirituale. Può condurli in contatto con ricordi di bagni
nell’infanzia, all’esistenza prenatale, o alle prime fasi filo-genetiche, e può indurre uno stato di beata immersione e di unità
indifferenziata. Quando i principali problemi residui sono stati
penetrati, è il momento per la socializzazione. A questo punto i
terapeuti invitano nella stanza di trattamento, previo accordo con
il paziente, amici e parenti che stavano aspettando all’esterno.
In base alle circostanze si può trattare di una persona, come il
coniuge, o un partner sessuale o un buon amico, o un gruppo
di familiari ed amici. A tutti i partecipanti a questa “riunione”
è richiesto di rispondere ai bisogni del soggetto e rispettare il
suo particolare stato di mente. Dipende dal soggetto se questo
incontro prenderà la forma di una serena meditazione ed uno
stare insieme senza parlare, o di un gioviale evento sociale. Nuovi
canali di più diretta ed onesta comunicazione possono spesso
aprirsi in questa situazione.
Nella nostra organizzazione, una speciale “cena psichedelica”
era di solito preparata da parenti ed amici. Consisteva di vari
cibi, stuzzichini e frutta di attraenti colori, gusti e caratteristiche. Piatti cinesi, indonesiani, indiani e giapponesi divennero
particolarmente popolari in questo contesto. Dopo esperienze
psichedeliche ben risolte la maggior parte dei soggetti ama
sperimentare nuovi cibi, e scopre che mangiare può essere
una avventura. Comunque, potrebbe accadere che l’individuo
si senta nauseato o non mostri interesse per il cibo. Questo è
accettato con comprensione e nessuna pressione viene fatta per
spingerlo a partecipare al banchetto preparato. La direttiva data
ai partecipanti alla “riunione” è di rispettare lo spazio psicologico
del paziente. Questo approccio è coerente con l’orientamento
di base dell’intero giorno della seduta. Il soggetto dove sentirsi
libero di fare ciò che vuole o che ha bisogno di fare, e considerare i terapeuti e più tardi gli amici e parenti, come aiutanti ed
assistenti. “Questo è il tuo giorno” è il messaggio dato al soggetto
prima della seduta e rinforzato e ripetuto in vari modi durante
213
il giorno. Il tema della riunione è importante e dovrebbe essere
affrontato con grande sensibilità. Non dovrebbe essere fatto
come routine, ma sempre con rispetto alle specifiche circostanze.
In alcuni casi, potrebbe essere più saggio e più appropriato non
invitare i genitori, o anche cancellare precedenti disposizioni se
la condizione generale o il particolare stato emotivo del soggetto
sembra indicarlo.
La notte successiva alla seduta il soggetto dovrebbe trascorrerla
nella camera speciale del trattamento. A meno che le circostanze
o le condizioni del paziente non lo consentano o lo rendano
sconsigliabile, il coniuge, un parente stretto o un buon amico,
dovrebbe passare la notte con il soggetto. Un infermiere ed
almeno uno dei terapeuti dovrebbe essere a disposizione in
caso che una qualsiasi difficoltà si presenti. In alcuni casi, specialmente dopo sedute scarsamente risolte, un ritardato afflusso
di intense emozioni potrebbe verificarsi nella fase ipnagogica, a
notte inoltrata, o al mattino.
Se la seduta è iniziata nel mattino non ci sono generalmente
problemi nell’addormentarsi; questo è particolarmente vero se
l’esperienza è stata ben risolta ed integrata e se la fase terminale è stata positiva. Dopo sedute che hanno avuto una ritardata
partenza, o nelle quali il soggetto non ha completato le emergenti gestalt emotive e psicosomatiche, dormire potrebbe non
essere semplice. Generalmente, è meglio non usare ipnotici
e tranquillanti, perché inibiscono il processo di integrazione
naturale del materiale inconscio. Anche se il soggetto perde
alcune ore di sonno, il completamento è di solito depurante ed
i risultati di lungo periodo migliori senza di essi. Se un esagerato
eccitamento interferisce con una buona notte di sonno, e ciò
diventa un problema emotivo per il soggetto, Librium, Valium
, o un barbiturico potrebbero essere appropriati. La regola di
base è che il soggetto non dovrebbe essere lasciato solo per le
ventiquattro ore dopo l’ingestione di LSD. Durante la sera e la
notte è raccomandato che mantenga uno stato d’animo sereno
e meditativo e non si imbarchi nel tentativo di risolvere pesanti
problemi interpersonali. Se il compagno per la notte è il partner
sessuale, il suggerimento è di passare il tempo in una serena
214
comunicazione non-verbale. Una interazione verbale o sessuale
non dovrebbe essere forzata dal partner e dovrebbe riflettere le
inclinazioni del soggetto.
INTEGRAZIONE DELLE ESPERIENZE SPERIMENTATE
La mattina dopo la seduta, il paziente dovrebbe essere lasciato
dormire fin che vuole. Il suggerimento generale per il giorno è
di rimanere rilassati e di stare in uno stato di mente meditativo.
Serene passeggiate immersi nella natura, prendere il sole, o nuotare sono altamente consigliati. Ascoltare musica, specialmente i
pezzi che erano stati suonati durante l’esperienza con LSD, può
rivelarsi particolarmente utile. Più tardi nella giornata i terapeuti
dovrebbero mettere in programma un lungo colloquio con il
paziente. Questa è una opportunità per condividere in dettaglio
le esperienze del giorno precedente ed anche per discutere
eventuali aspetti sconcertanti della seduta psichedelica; serve
anche per facilitare l’integrazione del materiale e la sua applicazione alla vita quotidiana. Un attenzione particolare dovrebbe
essere data ai fenomeni di transfert che si sono verificati durante
la seduta, ed alla loro analisi. Al Centro di Ricerca Psichiatrica del
Maryland tutte le unità di trattamento erano equipaggiate con
videocamere a circuito chiuso. Quei soggetti che erano d’accordo nel registrare le loro sedute con LSD, di solito guardavano la
videocassetta il giorno seguente. Trovammo questa procedura
estremamente utile: forniva una opportunità per completare la
dimensione soggettiva dell’esperienza con un punto di vista più
oggettivo.
Il soggetto dovrebbe essere incoraggiato a scrivere un resoconto
dettagliato della sua esperienza psichedelica. Questo processo
implica una attenta concentrazione e sembra facilitare il ricordo
di episodi altrimenti persi. Emozioni intense possono emergere
durante questo lavoro, ed il paziente potrebbe avere l’opportunità di completare una gestalt incompleta. In generale, sembra
215
che il lavoro sul racconto faciliti enormemente l’integrazione
della seduta e più tardi questo scritto diventa la base per una più
profonda e dettagliata discussione dell’esperienza psichedelica
con i terapeuti. Se le sedute sono proseguite, le registrazioni
dettagliate diventano essenziali, dato che vecchio materiale può
assumere nuove dimensioni di significato in virtù di successive
esperienze psichedeliche.
Ai pazienti dovrebbe essere data la possibilità di esprimere le
proprie esperienze in diverse forme artistiche, come pittura,
disegnare mandala, scrivere storie o poemi, sculture, danza, o
composizioni musicali. Oltre il loro valore estetico, catartico e di
documentazione, queste creazioni spesso costituiscono materiale
importante per una approfondita comprensione della seduta.
Per molti nostri pazienti, il disegnare o dipingere d’impulso,
divennero importanti canali per venire a contatto con difficile
materiale inconscio.
Qualche volta l’integrazione della seduta richiede alcuni giorni
o settimane. È importante incoraggiare il paziente a mantenere
aperti i canali emotivi e a proseguire il processo di manifestazione, piuttosto che provare a chiuderli prematuramente per motivi
psicologici o con tranquillanti. Un ritardato completamento di
una gestalt inconscia è più verosimile che accada negli stati intermedi tra la veglia cosciente ed il sonno che caratterizza le fasi
ipnagogica ed ipnopompa. Un’altra importante opportunità di
questo tipo è la vita onirica. Dopo una seduta ben integrata, le
notti tendono ad essere senza sogni ed il sonno molto profondo
e riposante. Viceversa, una seduta nella quale il soggetto non
raggiunge una conclusione emotiva e psicosomatica è di solito
seguita da una vita onirica straordinariamente intensa. Un sogno
potente può spesso mediare il completamento e l’integrazione
finale del materiale che è stato attivato dalla sostanza ma è rimasto irrisolto.
Quando il processo spontaneo non ha una sufficiente forza dinamica per completare se stesso, i terapeuti dovrebbero fare un
intenso lavoro di attivazione con il paziente, seguendo i principî
delineati precedentemente per la fase di rientro. Una interessante alternativa all’approccio che incoraggia l’abreazione, è
216
l’uso dell’iperventilazione prolungata. Questa tecnica, basata
sulla scienza indiana del respiro, Pranayama, fu recentemente
riscoperta da Leonard Orr (72) ed adottata nei suoi programmi di rebirthing. Una intensa respirazione, proseguita per un
periodo che varia dai trenta ai quarantacinque minuti, tende
a riunire le tensioni nel corpo in schemi di assembramento ed
infine a rilasciarle. Ciò è associato con l’attivazione di importante
materiale dai vari livelli dell’inconscio. Le tensioni muscolari
si concentrano nelle braccia e nelle gambe (i cosiddetti spasmi
carpopedali della terminologia medica ) ed in molte contrazioni
circolari (circular constrictions) della testa e del corpo corrispondenti ai livelli dei differenti chakras nel sistema indiano dello Yoga
Kundalini. In questa tecnica, la verbalizzazione e l’abreazione
convenzionale sono sconsigliate, ed al soggetto è chiesto di
continuare a respirare fino a che tutte le tensioni non siano state
rilasciate. Questo costituisce un modo molto efficace di chiarire i
problemi residui dopo una esperienza psichedelica. Anche senza
una precedente somministrazione della sostanza questo metodo
può mediare l’accesso a profonde e drammatiche esperienze di
natura biografica, perinatale e transpersonale in tempi molto
brevi. L’uso di questa tecnica richiede certe informazioni di
sfondo e speciali istruzioni, e sarà discussa in maggior dettaglio
in un successivo volume.
Se nessuna delle suddette tecniche porta una soddisfacente
risoluzione psicologica, un’altra seduta psichedelica dovrebbe
essere programmata al più presto. Il principio applicato in
questo caso potrebbe sembrare paradossale ad uno psichiatra
convenzionale: la terapia psichedelica può essere interrotta in
qualsiasi momento dopo una seduta positiva ben integrata. Se
sfocia in una intensificazione dei sintomi clinici o in una prolungata reazione, il proseguimento della terapia è consigliato.
L’idea di base è che ciò non è dovuto a qualche imprevedibile
effetto dell’LSD, ma rappresenta una gestalt inconscia irrisolta
che dovrebbe essere completata.
L’uso di psicoterapia di gruppo come parte di un programma di
trattamento esaustivo con LSD, merita una attenta discussione.
Dopo diversi tentativi falliti nell’usare l’LSD come coadiuvo
217
nella psicoterapia di gruppo, abbandonammo questo modello.
Tuttavia, si dimostrò estremamente utile combinare il trattamento individuale con LSD con il lavoro di gruppo (senza sostanze) nel contesto di una comunità terapeutica. L’atmosfera
di responsabilità collettiva ed assistenza, possibilità di mutuo
soccorso, e la forza specifica del processo di gruppo, rappresentano uno straordinario potenziale terapeutico. Nel contesto
di una comunità terapeutica, i pazienti sotto LSD trascorrono
le ultime ore delle sedute in compagnia dei loro co-pazienti. In
quella fase possono avere varie interessanti percezioni delle altre
persone e della loro interazione; gli altri hanno modo di fare
osservazioni interessanti sulle persone che provengono dalle
sedute con LSD e sulle loro reazioni verso di essi. Nel successivo
incontro, nel quale il paziente condivide le sue esperienze psichedeliche, questo materiale diventa una aggiunta importante
alle dinamiche di gruppo. L’interazione del soggetto con gli
altri membri nel gruppo, può contribuire significativamente
ad una più profonda comprensione del materiale della seduta
con LSD, e fornisce anche nuove intuizioni sui problemi degli
altri pazienti del gruppo. Questi incontri di gruppo hanno una
forza evocativa tale che alcuni pazienti, invece di comunicare
verbalmente, sono spinti in profondi stati emotivi che possono
condurre a sedute di esperienza terapeutica.
L’uso del materiale ricavato dalle esperienze psichedeliche
negli incontri della comunità terapeutica, sfocia in un insolito
approfondimento ed intensificazione del processo di gruppo.
Le sedute con LSD fanno emergere materiale inconscio che
altrimenti apparirebbe raramente nel lavoro di gruppo. Lo
spettro delle esperienze discusse in questi incontri spazia da
episodi riguardanti perversioni sessuali, aggressione brutale,
istinti sadomasochisti, tendenze incestuose, ed un primitivo
indulgere in materiale biologico, a stati di rapimento estatico,
sensazioni di unità cosmica e ricordi di passate incarnazioni.
Questo fornisce opportunità uniche per esperienze emotive di
correzione per i membri del gruppo e permette al terapeuta di
analizzare materiale inconscio ripugnante. L’approccio realistico
del tera- peuta a questioni come le tendenze sadiche, sproposi218
tate fantasie e sogni ad occhi aperti, desideri sessuali proibiti, o
perdita del controllo dei visceri e della vescica che potrebbero
essersi verificate nelle sedute di vari membri del gruppo, aiuta
gli altri ad accettare tali evenienze e concedersi di sperimentare
tali situazioni se iniziano a presentarsi nelle loro proprie sedute
psichedeliche. In questo contesto, il materiale inconscio che
è di solito impedito a manifestarsi da ansietà, senso di colpa e
conflitto, può essere trattato con leggerezza ed anche umorismo.
In aggiunta ai vantaggi ora descritti, l’uso del lavoro di gruppo
fa risparmiare tempo al terapeuta; molti dei principî generali
della terapia, strategie esperienziali, e possibilità interpretative,
possono essere comunicate al gruppo invece che ripetute ad
ogni singolo partecipante individualmente.
Fin qui ho delineato solo i principî generali di un programma
esaustivo di psicoterapia con LSD. La strategia terapeutica e la
tattica in ciascun caso individuale, dipendono da molti fattori e
devono essere creativamente sviluppate dai terapeuti sulla base
della loro esperienza clinica e delle proprie esperienzi dirette
avute nelle sedute con LSD di training. Attualmente la terapia
psichedelica è basata sia sull’intuizione che sulla conoscenza
dei principî terapeutici, e probabilmente combinerà sempre
elementi d’arte e di scienza.
219
Note
1 La lobotomia prefrontale è una operazione psico-chirurgica sviluppata
dal neurologo portoghese Edgar Moniz, insignito del premio Nobel
per la medicina nel 1949. Fu adoperata per le psicosi croniche, per il
comportamento impulsivo e per alcuni gravi stati ossessivo-compulsivio.
La sua forma originale implicava una cieca resezione delle connessioni
tra i lobi frontali ed il resto del cervello. Il danno era, in certi casi, così
eccessivo che gran parte dell’emisfero cerebrale si trasformava in una
larga ciste di sangue.
2 Il lettore interessato troverà una più dettagliata informazione sull’uso della musica nelle sedute psichedeliche e sul lavoro esperienziale
senza sostanze, in un articolo di Helen Bonny e Walter Pahnke, The use
of Music in Psychedelic (LSD) Therapy (14) e nel libro di Helen Bonny e
Louis Savary, Music and Your Mind (15).
3 Nei manuali di medicina questa è indicata come “sindrome da iperventilazione”, e descritta come una reazione fisiologica alla respirazione
intensa. Osservazioni ripetute sul lavoro psicoterapeutico che utilizza
tecniche del respiro, indicano che ciò non è vero. Se il soggetto è incoraggiato a continuare l’iperventilazione, dopo che questi spasmi si
sono sviluppati, ciò paradossalmente porterà a sciogliere le tensioni.
Inoltre, dopo diverse sedute iniziali impieganti questo metodo, l’organismo cessa di rispondere all’intensa respirazione con la “ sindrome
da iperventilazione”.
220
5 - COMPLICAZIONI della PSICOTERAPIA
con LSD: INCIDENTI, PREVENZIONE
Controindicazioni fisiche ed emotive
Situazioni critiche nelle sedute con LSD
Effetti collaterali avversi della psicoterapia con LSD
Prevenzione e gestione delle complicazioni nella psicoterapia con LSD
Discutendo dei pericoli della psicoterapia con LSD, dobbiamo
distinguere tra quelli intrinseci alla sostanza ed al processo
psichedelico e quelli che sono dipendenti da fattori extrafarmacologici. I primi sono chiamati in causa ogni volta che la
sostanza è presa senza rispetto per le sue specifiche catteristiche;
gli altri sono determinati dal set, dal setting e dalla tecnica di
conduzione delle sedute. I pericoli della psicoterapia con LSD
possono essere ridotti considerevolmente se escludiamo da essa
gli individui con un alto rischio specifico, e se conduciamo le
sedute con consapevolezza e rispetto per le dinamiche specifiche
della reazione all’LSD.
CONTROINDICAZIONI FISICHE ED EMOTIVE
Le prove cliniche e di laboratorio acquisite nelle ultime tre
decadi, indicano che dal punto di vista biologico l’LSD farmaceuticamente puro è una sostanza sicura. Questa affermazione
non deve essere estesa al cosiddetto “acido di strada”. La qualità
dei campioni venduti al mercato nero varia considerevolmente
ed alcune delle impurità e delle aggiunte in essi contenuti,
221
sono fisiologicamente molto più pericolosi dell’LSD. L’analisi
chimica rintracciò anfetamine, stricnina, STP, fenciclidina (PCP
o “polvere d’angelo”) ed altre sostanze in diversi campioni di
strada di ciò che era spacciato per LSD.
Nel lavoro clinico con LSD puro, il maggior pericolo non è la
sostanza di per sé, ma l’intensità delle emozioni che scatena. È
rarissimo che in una seduta ad alto dosaggio il paziente non
sperimenti un grado estremo di tensione fisica ed emotiva,
provando esperienze che vanno al di là di qualsiasi cosa vissuta
nella vita quotidiana. È perciò necessario escludere in anticipo
gli individui per i quali intense emozioni possono essere pericolose o addirittura fatali. Ciò vale per le persone con gravi
problemi cardiovascolari, come arterio-sclerosi, trombosi con
rischio di embolia, ipertensione maligna, aneurismi vascolari,
precedenti di infarto del miocardio, miocarditi, insufficienza
cardiaca scompensata ed emorragia cerebrale. Dove è presente
anche un solo dubbio, il candidato per una seduta con LSD dovrebbe essere visitato, compreso l’elettrocardiogramma. Nel caso
di lievi problemi cardio-vascolari, si dovrebbe essere prudenti con
il dosaggio e procedere con cautela. Teniamo presente che non
stiamo parlando di effetti nocivi diretti dell’LSD sul cuore e sui
vasi, ma dei rischi legati ad intense emozioni. Sebbene alti dosaggi
di solito stimolano risposte emotive più forti, questa relazione non
è lineare. Negli individui molto emotivi e che hanno materiale inconscio prossimo alla superficie, una dose relativamente modesta
di LSD può far scattare una reazione molto forte.
La gravidanza dovrebbe essere una controindicazione assoluta. Sebbene l’esistenza di un diretto effetto teratogeno degli
usuali dosaggi di LSD sia discutibile, c’è il pericolo di turbare
l’equilibrio biochimico tra il feto e l’organismo materno. Un
rischio ancor più grande sono le intense contrazioni uterine
che sono parte di molte sedute ad alto dosaggio, specialmente
quelle che coinvolgono materiale perinatale. Come risultato di
una potente seduta con LSD i soggetti femminili possono spesso iniziare le mestruazioni a metà del loro ciclo. La questione
del danno cromosomico e degli effetti avversi sull’ereditarietà
hanno provocato molte controversie nel passato; al momento
222
sono pochi gli scienziati che credono alla realtà di tali pericoli.
Per la loro importanza pratica, questi problemi sono discussi in
una specifica appendice di questo libro.
Gli altri rischi biologici sono relativi. Molte osservazioni cliniche
suggeriscono che una particolare cautela è indicata per le persone che hanno predisposizione epilettica, specialmente per quelli
con una storia di convulsioni grand mal . In questi individui l’LSD
può occasionalmente innescare non solo attacchi singoli ma una
intera catena di convulsioni che si susseguono in rapida sequenza. Questo cosiddetto status epilepticus, può risultare difficile da
controllare. Comunque, alcune forme di epilessia ed altri tipi di
attività motorie di tipo convulsivo, hanno risposto positivamente al trattamento con LSD nel passato, e così questa questione
dovrebbe essere considerata singolarmente in relazione ad ogni
caso. Questa osservazione sembra particolarmente vera per la
temporanea epilessia dei lobi (lobe epilepsy), nonostante non ci
sia ancora una chiara spiegazione biologica.
Qualche volta l’eccessiva attività muscolare che di frequente si verifica nelle sedute ad alto dosaggio, può essere un pericolo specifico per alcuni pazienti. Tensioni estreme, tremori, crampi, spasmi
muscolari e complessi movimenti contorti, potrebbero portare
complicazioni negli individui con fragilità patologica delle ossa,
fratture non sufficientemente guarite, o una predisposizione a
ricorrenti slogature delle articolazioni. Ci sono indicazioni che gli
individui con gravi danni al fegato hanno la tendenza a prolungate le reazioni all’LSD, in ragione del fatto che il fegato svolge un
importante lavoro nel disintossicarsi dall’LSD e nell’eliminarlo
dal corpo. Alcuni ricercatori quindi tendevano nel passato ad
escludere le persone con insufficiente funzionamento del fegato
legato a cirrosi, ad un passato di epatite, o ad altre condizioni
patologiche. La nostra esperienza con gli alcoolisti cronici ed i
malati di cancro, molti dei quali avevano danni considerevoli al
fegato, indicano che questo fattore è trascurabile, a meno che
la disfunzione non sia di un livello critico.
Se seguiamo le regole delineate sopra, l’LSD si comporta come
una sostanza sicura dal punto di vista biologico. I dosaggi tra i
25 ed i 2000 microgrammi che sono stati impiegati nel setting
223
clinico, non hanno mostrato un effetto fisiologico nocivo. Nella
nostra ricerca, abbiamo somministrato LSD a persone fino ad
una età di ottantatre anni ed ad un elevato numero di malati
di cancro nella fase terminale della loro malattia. La nostra
esperienza mostra che le analisi di laboratorio usate di routine
nella pratica medica per individuare malattie e disfunzioni,
come l’elettroencefalografia, l’elettrocardiografia, il conteggio
globulare del sangue, la sedimentazione, l’analisi delle urine ed
i test al fegato, non mostrano nessuna modificazione patologica
anche dopo serie da ottanta fino a cento sedute con LSD.
La situazione è molto più complicata riguardo i rischi emotivi.
Qui il grado di sicurezza dipende dall’equilibrio emotivo del soggetto fin dalla prima seduta, e dalle circostanze esterne. Non ho
mai visto effetti distruttivi di una seduta con LSD, in un individuo
che non avesse nessun considerevole problema emotivo prima
della seduta. In una persona che sia ragionevolmente equilibrata
ed adattata, i postumi negativi dopo una seduta psichedelica
controllata, raramente superano lamentele come una sensazione
di fatica, emicrania, o uno stato di confusione (come i postumi
di una sbornia) . Queste conseguenze negative possono essere
molto più gravi dopo esperienze che hanno luogo in complesse
e bizzarre situazioni sociali, in quei casi dove la sostanza è stata
data ad un soggetto impreparato o anche ignaro, o dove circostanze traumatiche ed interazioni patologiche complicavano il
corso della reazione psichedelica.
Il rischio di negativi effetti collaterali devastanti cresce considerevolmente quando la sostanza è somministrata a persone con
gravi problemi emotivi, che mostrano un serio disadattamento
interpersonale, o hanno già avuto ricoveri psichiatrici nel loro
passato. Il lavoro con i pazienti psichiatrici, anche quando condotto da un esperto terapeuta dell’LSD sotto le migliori condizioni, implica sempre rischi. Una preparazione accurata dei
pazienti, l’interiorizzazione dell’esperienza, ed un attivo lavoro
psicoterapeutico riducono i rischi, ma non li eliminano completamente. Ci sarà sempre il pericolo che a dispetto di tutte le
precauzioni e le misure palliative, qualche importante materiale
inconscio possa rimanere irrisolto. Questo può significare una
224
intensificazione del preesistente disturbo, la formazione di un
nuovo insieme di sintomi, l’incidenza di prolungate reazioni, o
successive ricorrenze di stati non ordinari di coscienza (flashback).
Quando lavoriamo con persone che hanno sintomi schizofrenici
borderline o hanno avuto episodi psicotici nel passato, innescare
reazioni emotive di natura temporanea rappresenta un rischio
calcolato.
Diversamente dal caso delle controindicazioni somatiche, dove
certi divieti sono assoluti, la selezione dei candidati per l’LSD
sulla base della condizione emotiva, dipende da molti fattori
esterni. Nelle migliori condizioni, che implicano in particolar
modo una struttura ben organizzata per il trattamento ed un
gruppo di terapeuti con esperienza, la psicoterapia con LSD può
essere condotta con un paziente psichiatrico la cui condizione
sia chiaramente non di natura organica. Comunque, questo
richiede una situazione flessibile, dove non è posto un limite
al numero di sedute. Nel trattare individui con seri disturbi
emotivi, dobbiamo essere preparati ad affrontare stati psicotici
transitori, comportamenti aggressivi, o tendenze suicide. Terapeuti esperti, infermieri preparati, ed una atmosfera di sostegno
di una comunità terapeutica, sono prerequisiti necessari per
un tale tentativo. Quando questi criteri non sono soddisfatti,
dobbiamo accuratamente scremare, selezionare gli individui
con problemi psicotici e con predisposizione psicotica. Un
esempio di ciò era la situazione al Centro di Ricerca Psichiatrica
del Maryland. Lì, il numero di sedute per tutte le categorie di
pazienti – ad eccezione dei malati di cancro – era limitato dal
progetto di ricerca a tre. Il Centro aveva laboratori e stanze per
il trattamento, ma nessuna struttura di ricovero. Nel caso di una
prolungata reazione o di altre complicazioni, i pazienti dovevano
essere ricoverati all’Ospedale dello Stato di Spring Grove e, in base
alla locale prassi di intervento, questo significava essere reclusi
in un reparto di sicurezza e la somministrazione di fenotiazine.
Nonostante queste condizioni sfavorevoli lavorammo con una
numerosa popolazione di pazienti gravemente disturbati, come
alcoolisti cronici ed eroinomani che erano detenuti in prigione,
senza essere eccessivamente angosciati durante il processo di
225
selezione, scrematura. Si verificarono solo due casi di prolungate
reazioni all’LSD nei soggetti, ambedue in pazienti che avevano
avuto episodi psicotici in passato. Durarono alcuni giorni, e poterono essere gestite facilmente con i mezzi convenzionali.
SITUAZIONI CRITICHE NELLE SEDUTE CON LSD
Mentre gravi effetti negativi durante le sedute con LSD controllate tendono a verificarsi solo negli individui con considerevoli
problemi emotivi preesistenti, emergenze possono verificarsi
con chiunque – indipendentemente dalla sua stabilità emotiva
– nel corso di sedute psichedeliche ad alto dosaggio. È necessario informare il paziente – durante il periodo di preparazione
– che potrebbe avere difficili esperienze nel corso delle sedute,
e che queste rappresentano una parte significativa della procedura. Uno dei problemi maggiori nell’uso non controllato
degli psichedelici è la falsa aspettativa che il soggetto sperimenti
esclusivamente stati di beatitudine trascendentale. Stando questa
credenza, il verificarsi di difficili stati emotivi viene percepito
come una inaspettata complicazione, che facilmente provoca
panico nel soggetto o nei suoi amici.
Il problema più comune nelle sedute psichedeliche è la resistenza
all’emergente materiale inconscio e la riluttanza ad “andare con
l’esperienza”. La forma che questa resistenza assume è di solito
indicativa dei meccanismi di difesa del paziente. Gli stratagemmi
evasivi con cui i terapeuti hanno a che fare, coprono un raggio
molto ampio. Qualche volta, il soggetto accetta la mascherina per
gli occhi e le cuffie, ma si oppone all’uso di musica evocativa. In
questo caso i terapeuti devono essere molto attenti a distinguere
le obiezioni costruttive ed appropriate, dai tentativi di respingere
le emozioni emergenti. Un costante parlare ed intellettualizzare
che non lascia spazio per più profonde esperienze, è un’altra
comune scappatoia. Alcuni individui provano a rivolgere la loro
attenzione verso l’ambiente esterno e si richiamano alla realtà
circostante nei minimi particolari. Provano a ricordare i nomi
226
de co-pazienti, a ricostruire la pianta della struttura ospitante, ed
a visualizzare la forma ed i colori dell’arredamento nella stanza.
Improvvisi attacchi di sobrietà, di rinsavimento nel mezzo di una
seduta ad alto dosaggio rappresentano un’altra comune forma
di resistenza psicologica all’esperienza psichedelica.
Il passo successivo comprende la riluttanza a mantenere la seduta interiorizzata. Alcune volte il soggetto chiede di fare una
pausa, fumarsi una sigaretta, bere una tazza di caffè, farsi una
chiacchierata, o una passeggiata. Visite frequenti al bagno sono
una difesa comune; qualche volta sono fisiologicamente giustificate, ma spesso hanno motivi puramente psicologici. Una più
seria forma di resistenza implica la rimozione della mascherina e
delle cuffie e semplicemente il rifiuto di continuare, senza scuse
o spiegazioni. Quando questo accade i terapeuti devono usare le
loro capacità psicologiche per ricondurre il paziente nell’originale modalità introspettiva. Le sole eccezioni a questa regola si
presentano quando il soggetto vuole esplorare il mondo esterno
e non vi è dubbio che la richiesta sia sincera e non abbia lo scopo
di evitare l’esperienza interiore. In queste situazioni invece di
negoziare con il paziente, i terapeuti possono ricordargli l’accordo originario, preso durante il periodo di preparazione, quando
varie forme di resistenza erano state esplicitamente discusse ed
egli aveva accettato di tenere la seduta introvertita.
In casi estremi, il rapporto tra i terapeuti ed il soggetto può
spezzarsi a tal punto che quest’ultimo lo percepisce come un
antagonismo e non una cooperazione, e prova ad agire per conto proprio. Questo può culminare nel tentativo del paziente di
abbandonare il trattamento. Questi episodi non sono frequenti,
ma sono estremamente critici per i terapeuti. La regola di base
è di tenere i soggetti sulle premesse e proteggerli dal fare del
male a se stessi o a qualcun altro. Vari livelli di compromesso
devono essere fatti tra la necessità di contenere il soggetto, e di
impedire uno scontro diretto che potrebbe ulteriormente incrinare la relazione terapeutica. Nelle situazioni più drammatiche
di questo tipo, la cosa migliore da fare è giocare sul tempo e
tenere il soggetto al sicuro fino a che lo svanire dell’effetto farmacologico lo metta più a proprio agio. Fortunatamente, tali
227
situazioni estreme sono rare nelle sedute terapeutiche con LSD
condotte da terapeuti esperti.
Prima di discutere le complicazioni specifiche che possono verificarsi durante le sedute con LSD, menzioneremo alcuni dei
principî generali. Il fattore più importante nel gestire le crisi, è
la reazione emotiva del terapeuta alla situazione di emergenza.
Un atteggiamento sereno, equilibrato, e di aiuto verso le manifestazioni che si verificano nelle sedute psichedeliche è molto più
importante di qualsiasi cosa il terapeuta dica o faccia. L’abilità
a rimanere imperturbabili mentre si affronta una drammatica
esplosione emotiva, un acting-out sessuale, ostilità ed aggressività,
tendenze autodistruttive, reazioni paranoiche, o estrema sofferenza psichica e fisica, aumenta con l’esperienza clinica e con
il numero di sedute condotte. Prender parte ad un numero di
situazione critiche ed assistere alla loro risoluzione positiva è la
miglior preparazione per le future emergenze. Lavorare sulle
proprie difficoltà emotive nelle sedute psichedeliche condotte
per motivi di tirocinio, è ugualmente utile, se non più importante. Qualsiasi serio problema non risolto nei terapeuti può essere
attivato partecipando alle sedute di altre persone.
Se la situazione di emergenza evoca ansietà, aggressività, senso
di colpa o qualche altra inappropriata reazione di “contro- transfert” nei terapeuti, questo può sfociare in una interazione pericolosa con il paziente. Dato che i terapeuti sono l’unico aggancio
dei pazienti con la realtà, la loro reazione costituisce il criterio
fondamentale per i pazienti, nella valutazione della gravità della
situazione. Così, l’ansia manifestata dal terapeuta rappresenta
per il paziente l’evidenza che la situazione è realmente pericolosa. Non solo i terapeuti devono essere equilibrati e capaci
di un controllo sulla realtà, ma agli occhi del paziente devono
essere esperti nell’avere a che fare con gli stati non ordinari di
coscienza. La capacità di valutazione la situazione e la reazione
emotiva del terapeuta, riflettono il giudizio professionale che su
di loro dà il paziente. Ogni volta che i terapeuti mostrano forti
reazioni negative a situazioni di emergenza nelle sedute con LSD,
è probabile che si sviluppino rovinosi circoli viziosi tra i pazienti e
loro stessi. Il terapeuta potrebbe essere scombussolato da alcuni
228
comportamenti o esperienze che il paziente manifesta, e la sua
reazione emotiva ha un effetto rinforzante sul paziente. Questa
intensificazione delle difficoltà del paziente, causa un ritorno
negativo nel terapeuta. A causa di questo effetto “a valanga”, tali
situazioni possono raggiungere proporzioni critiche in brevissimo tempo. Schemi simili sono stati descritti nella letteratura
psicodinamica come “circoli diabolici” (circoli diaboli); sebbene
questo termine possa sembrare leggermente esagerato, se usato
nelle circostanze della vita quotidiana, è invece sicuramente appropriato per le drammatiche situazioni che possono svilupparsi
nelle sedute con LSD.
L’adeguata gestione delle situazioni critiche è uno dei problemi
cruciali della psicoterapia con LSD. Una seduta nella quale il
processo va fuori controllo non solo è infruttuosa, ma dannosa:
crea frustrazione e delusione sia nel terapeuta che nel paziente,
mina la loro fiducia reciproca, e può sconvolgere il loro vissuto di sicurezza personale. Per il terapeuta una preparazione
adeguata comprende le proprie personali esperienze con LSD.
Al tempo della mia ricerca in Cecoslovacchia, il tirocinio per i
futuri terapeuti con LSD seguiva il modello psicoanalitico. Richiedeva un minimo di cinque sedute personali con LSD sotto
la guida di un terapeuta esperto, e trenta sedute terapeutiche
con pazienti psichiatrici condotte sotto supervisione. Le sedute
con LSD di training erano anche considerate molto utili per
quelle infermiere psichiatriche che svolgevano la funzione di
co-terapeuta femminile o entravano in contatto con i pazienti
sotto l’azione dell’LSD.
L’uso dei tranquillanti è una questione importante sul piano
pratico è merita una nota. In generale, una diade terapeutica
esperta può gestire quasi tutte le situazioni che si verificano nelle
sedute con LSD, affidandosi solo all’armamentario psicologico.
Ho personalmente condotto più di tremila sedute nel corso
degli anni, e solo tre furono concluse mediante l’uso di tranquillanti. Tutte è tre occorsero nei primi anni della mia ricerca
sull’LSD quando la mia esperienza con le sostanze era limitata.
La Torazina ed altri tranquillanti maggiori, non sono inibitori
specifici dell’effetto dell’LSD. Usati in alti dosaggi, hanno un
229
generale effetto inibitorio che si sovrappone e maschera l’azione
psichedelica dell’LSD. Una dettagliata analisi retrospettiva di
questa situazione mostra che il paziente sperimenta l’azione di
ambedue le sostanze simultaneamente, e che l’effetto combinato
è piuttosto spiacevole.
L’uso di tranquillanti nel corso di sedute psichedeliche è potenzialmente nocivo. Le più drammatiche esperienze negative con
LSD tendono verso risoluzioni positive; se sono ben risolte, sono
di beneficio per il soggetto nel lungo periodo. Se i tranquillanti
sono somministrati durante un difficoltoso stato psichedelico,
tendono ad impedire la naturale risoluzione e la positiva integrazione del materiale emerso. Congelano il soggetto in un fotogramma psicologico negativo e così contribuiscono all’incidenza
di prolungate reazioni, negativi effetti collaterali, e flashback.
La somministrazione di tranquillanti nel mezzo di esperienze
psichedeliche negative è quindi una pratica dannosa che dovrebbe essere evitata. Questo è ancor più vero per il loro uso nel
contesto della psicoterapia con LSD, che segue in generale la
strategia della tecnica di manifestazione del rimosso. Spiacevoli
esperienze sono causate dall’emergenza di materiale inconscio
traumatico ad alta carica emotiva. Dato che questo materiale è la
fonte delle difficoltà del paziente nella vita quotidiana, episodi
negativi nelle sedute con LSD, se appropriatamente avvicinati e
gestiti, rappresentano grandi opportunità per il miglioramento
terapeutico.
Nella psicoterapia con LSD, c’è una continuità tra le sedute. Se
terminiamo una spiacevole esperienza somministrando tranquillanti, il materiale irrisolto continuerà ad emergere nelle sedute
future fino a che il paziente raggiungerà la capacità di confrontarsi con esse e risolverle. Quindi, il terapeuta dovrebbe mettere
in atto l’intervento psicologico, prima di considerare l’uso dei
tranquillanti. Se si è sviluppata tra il terapeuta ed il paziente una
specifica interazione viziata e la situazione appare essere irrisolvibile, un altro terapeuta dovrebbe intervenire per condurre a termine la seduta; provvedimenti di questo tipo dovrebbero essere
previsti in anticipo. Se tutti gli approcci psicologici falliscono ed
i tranquillanti devono essere usati, è molto meglio iniziare con il
230
Librium ( 30-60 milligrammi ) o il Valium ( 10-30 milligrammi
), che sembrano alleviare le emozioni dolorose senza interferire
con il corso della seduta. Appena possibile, il paziente dovrebbe
riprendere la posizione allungata con la mascherina e le cuffie,
per continuare l’approccio introspettivo all’esperienza.
La situazione che crea i maggiori problemi nelle sedute psichedeliche è l’esperienza del morire che si verifica nel contesto del
processo di morte-rinascita. Questo incontro con la morte è
così autentico e convincente che può essere facilmente preso
per una reale emergenza, non solo dal soggetto ma anche dagli
osservatori esterni e dai terapeuti inesperti che si trovano in uno
stato ordinario di coscienza. A causa di questa confusione tra
il morire simbolico ed il morire biologico, la resistenza contro
il processo psichedelico può essere particolarmente forte. Una
ansia profondamente radicata e l’attivazioni di meccanismi
di sopravvivenza, possono spingere il soggetto a combattere
l’effetto della sostanza con la determinazione di una lotta tra
la vita e la morte.
Dal punto di vista tecnico questa è la situazione più critica
ma anche più importante. È necessario per la positiva riuscita
della seduta, che a questo punto i soggetti rimangano con la
mascherina e le cuffie, e mantengano il processo interiorizzato.
Se gli aspetti psicologici di questa esperienza sono proiettati
nella situazione terapeutica, ciò può sfociare in pericolosi comportamenti di acting-out. I soggetti possono sentirsi attratti da
finestre e porte, vedendoli come vie di fuga da una situazione
insopportabile; possono fisicamente lottare con i terapeuti
vedendoli come agenti oppressivi; o essere spinti ad azioni autodistruttive confondendole con la liberatoria morte dell’ego.
I pericoli della estroversione di questo processo vanno oltre la
cornice della seduta con la sostanza. Esperienze psichedeliche
irrisolte di questo tipo possono sfociare in difficili stati emotivi
nel periodo post-seduta, che possono durare per giorni o mesi
se non appropriatamente trattati.
Se il paziente prova a togliersi la mascherina, e crea una situazione proiettiva pseudoreale del tipo descritto sopra, questo è
il momento per un intervento attivo. Dato che la questione è
231
già stata discussa durante il periodo di preparazione, i terapeuti
possono fare riferimento a quella conversazione per collegare la
conoscenza intellettiva del processo con la concreta esperienza.
Questo in sé può essere d’aiuto, sebbene ci sia una differenza
abissale tra l’esperienza della morte e la sua descrizione verbale.
Il processo può essere così elementare e di tali dimensioni, che
non esistono parole adeguate per descriverlo. In ogni caso, i
fattori critici nell’affrontare la situazione sono gli aspetti nonverbali dell’approccio dei terapeuti: in questi casi, la metacomunicazione è più efficace di qualsiasi cosa detta.
I terapeuti dovrebbero enfatizzare, ripetutamente se necessario,
che il paziente non è di fronte ad una reale morte biologica,
indipendentemente da come venga percepita dal soggetto. Dovrebbero offrire rassicurazioni circa il fatto che la mancanza di
ossigeno è solo soggettiva, e che la respirazione stessa è adeguata.
È anche importante incoraggiare il soggetto ad abbandonarsi
al processo e ad accettare la morte psicologica. L’insistenza sul
fatto che il modo più rapido per por termine a questa esperienza
stia nell’attraversare le sue parti più difficili, ed i riferimenti al
positivo “altro lato”, possono essere di grande aiuto. Comunque,
la centralità del ruolo dei terapeuti, la familiarità con il processo,
e la fiducia nella bontà della sua traiettoria, sono i fattori più
importanti, dato che forniscono le componenti non-verbali o
metacomunicative che rendono le affermazioni dei terapeuti
reali e concrete dal punto di vista dell’esperienza.
Nel corso di ripetute sedute con LSD che si incentrano sul livello
perinatale, le esperienze del morire diventano più profonde e
complete. Quando il processo raggiunge le fasi della conclusiva
morte dell’ego, possono verificarsi specifici problemi tecnici. La
morte dell’ego include una esperienza di distruzione totale del
soggetto. Le sue caratteristiche sono un senso di totale annichilimento ad ogni livello immaginabile, perdita dei sistema di
relazione e di riferimento, e distruzione del mondo oggettivo.
Mentre è avvicinato, il processo richiede un sacrificio psicologico sempre più grande. Nelle fasi conclusive, i soggetti devono
confrontarsi con esperienze, situazioni e circostanze che sono
inaccettabili o addirittura inimmaginabili.
232
La natura delle esperienze che rappresentano l’ostacolo finale
al completamento del processo di morte-rinascita varia da soggetto a soggetto. Per alcuni, può trattarsi di condizioni fisiche
critiche, come un alto grado di soffocamento, sofferenza fisica,
perdita dei sensi, o una violenta attività di tipo convulsivo. Altri
devono fronteggiare una situazione che è per loro inaccettabile
dal punto di vista psicologico, ed abbandonarsi ad essa. Le più
frequenti sono: il vomito, perdita del controllo delle viscere e
della vescica, comportamenti sessuali inusuali, confusione e disorientamento, emettere diversi suoni disumani, umiliazione o
perdita del prestigio. Una esperienza difficile che si verifica nel
contesto della morte dell’ego, è la prospettiva di una catastrofe
di enormi dimensioni. I soggetti posti di fronte a una tensione
crescente fino a proporzioni inimmaginabili, sviluppano la convinzione che esploderanno e che l’intero mondo sarà distrutto.
Questa paura di disintegrazione rappresenta una barriera per
l’esperienza; i soggetti possono convincersi che non solo il loro
destino, ma il destino del mondo intero dipende dalla loro
capacità di resistere. In questa situazione è importante che
i terapeuti sottolineino la sicurezza dell’esperienza in corso.
Non importa quanto catastrofica possa apparire dal punto di
vista del soggetto, questa esplosione è liberatoria emotivamente e spiritualmente. Ciò che è distrutto in questo processo, è il
vecchio, limitante, concetto del sé e la corrispondente ristretta
visione dell’esistenza e dell’Universo. Una volta che il processo
raggiunge questo punto, è necessario completare la gestalt dell’esperienza. Sedute non completate o scarsamente integrate in
questa area, possono sfociare in gravi comportamenti distruttivi
e nell’ideazione suicida.
Un’altra situazione che può causare problemi nelle sedute con
LSD è l’esperienza senza via d’uscita. Sebbene si verifichi più frequentemente nel contesto della MPB II, ci sono stretti paralleli
che possono essere osservati nelle sedute che raggiungono il
livello transpersonale. La versione transpersonale manca del
concreto elemento dell’imprigionamento meccanico e della
grossolana dimensione biologica, ed ha una qualità puramente
metafisica. La persona che è in uno stato senza via d’uscita, spe233
rimenta una estrema difficoltà ed è incapace di vedere qualsiasi
soluzione. Il pensiero sembra diventare circolare ed i soggetti
paragonano i loro processi mentali con il nastro che gira in un
registratore. Una descrizione appropriata di questo stato è di
paragonare la peculiare circolarità di idee ed emozioni con un
nastro di Moebius che si muove e si rigira su se stesso e nello
stesso tempo include anche un paradosso concernente l’usuale
configurazione spazio-temporale.
La strategia nell’affrontare le situazioni senza via d’uscita dovrebbe essere di enfatizzare la distinzione tra tempo psicologico e
tempo dell’orologio. La sensazione di dannazione eterna senza
nessuna speranza di fuga è una caratteristica essenziale dell’esperienza
della situazione senza via d’uscita. Per penetrare ed integrare
l’esperienza, bisogna accettarne il contenuto, compresa la sensazione che durerà per sempre e che non c’è alcuna via di fuga1.
Paradossalmente, chi si oppone e resiste disperatamente alle
sue sensazioni , vivrà una esperienza di infinita sofferenza, e si
prolungheranno le sue torture; viceversa, se capitola ed accetta
di rimanere all’inferno per sempre, l’estrema profondità della
matrice infernale sarà stata sperimentata, così che la gestalt sarà
completata, ed il processo avanzerà.
Una difficile situazione che sembra essere strettamente legata alla
matrice senza via d’uscita include ripetitivi comportamenti verbali o
motori; nella classica terminologia psichiatrica questo è noto come
verbigerazione e perseverazione. Per un periodo di tempo che
può durare da minuti ad ore, l’individuo si comporta come un
robot i cui meccanismi sono andati in cortocircuito. I soggetti in
questo stato continuano a ripetere gli stessi movimenti, frasi e
parole. Non c’è, di solito, alcun contatto significativo con loro
e nessun intervento esterno può rompere il comportamento
da automa. Nella maggior parte dei casi, la sola soluzione è
aspettare fino a che la reazione termini spontaneamente ed
il contatto possa essere ristabilito. Questo problema sembra
verificarsi quando L’LSD attiva materiale inconscio dotato di
eccessiva carica emotiva. Forme meno drammatiche possono
accompagnare l’emergenza di forti sistemi COEX; casi estremi
sono quasi sempre associati con il processo perinatale. I soggetti
234
di frequente hanno amnesie totali, o ricordi molto incompleti
riguardo episodi di questo tipo.
Un problema ricorrente nelle sedute psichedeliche è la paura
di impazzire, solitamente associata con la sensazione di perdere
il controllo. Si verifica più di frequente in individui che hanno
un forte bisogno di mantenere il controllo e sono preoccupati
di perderlo anche nelle circostanze della vita quotidiana. La
strategia generale – discussa durante il periodo di preparazione
e ricordata durante la seduta quando la perdita del controllo si
evidenzia – è di incoraggiare ad abbandonare il controllo. Alla
base di questo problema c’è la paura che anche un momentaneo
abbandono del controllo, sfocerà in una perdita permanente, e
ne conseguirà la follia. La nuova concezione offerta al paziente,
è che abbandonare il controllo crea una situazione nella quale
il materiale rimosso può emergere ed essere integrato. Dopo
un episodio di drammatico e spesso caotico rilascio di energie
bloccate attraverso i vari canali disponibili, il problema perde la
sua carica e l’individuo recupera senza sforzo il controllo. Questo
nuovo tipo di padronanza, di abilità, di maestria, non implica un
più forte auto-controllo, ma l’abbandono del bisogno di esso,
dato che non c’è nulla da tener sotto controllo. La frequente
associazione di problemi legati alla perdita del controllo con
preoccupazioni sul funzionamento dello sfintere sarà discussa
più avanti nel capitolo.
In generale, qualsiasi tipo di esperienza “psicotica” dovrebbe
essere incoraggiata durante le sedute, e – in situazioni particolarmente protette – anche negli intervalli liberi tra le sedute, sempre
che non mettano in pericolo il paziente o qualcun altro. Ricordiamo che non abbiamo a che fare qui con esperienze prodotte dalla
sostanza chimica, ma con aree di potenziale attività psicotica del
paziente che sono state chimicamente stimolate a manifestarsi.
Bisogna considerare tali episodi come opportunità terapeutiche
piuttosto che come problemi clinici. Le reazioni psicotiche che
meritano una particolare attenzione sono quelle associate alla
percezione paranoica. Presentano peculiari difficoltà tecniche dato
che insidiano il nucleo dell’alleanza terapeutica, la relazione con
i terapeuti. I problemi in questa area coprono un ampio raggio,
235
dal più piccolo sospetto fino al pieno “ sbocciare” di illusioni
paranoiche. Si verificano in molte varietà e possono ancorarsi su
differenti livelli dell’inconscio. Durante il lavoro a livello psicodinamico possono essere ricondotte a situazioni dell’infanzia nelle
quali il paziente venne attivamente oltraggiato e maltrattato, o
ad episodi nella prima infanzia riguardanti deprivazione emotiva
ed abbandono. Fonti importanti di sensazioni paranoiche sono
le MPB II e MPB III, particolarmente l’inizio di una situazione
senza via d’uscita. Biologicamente, questo corrisponderebbe
con l’inizio del parto, quando il mondo intrauterino del feto è
invaso da insidiose ed intangibili forze chimiche e comincia a
collassare. Alcune delle sensazioni paranoiche possono essere
risalite fino alle prime crisi embrionali, a traumatiche esperienze
di passate incarnazioni, a strutture archetipe negative, ed altri
tipi di fenomeni transpersonali.
Forme meno marcate di sfiducia possono essere risolte ricordando ai pazienti gli accordi iniziali e incoraggiandoli a volgersi al
proprio interno e a ricercare l’origine della sfiducia nel materiale
inconscio emergente. Ciò è possibile se al paziente è rimasto
sufficiente discernimento per riconoscere la propria perdita di
fiducia. Altrimenti il paziente si confronterà con i pensieri paranoici nel suo intimo, ed i terapeuti ne verranno a conoscenza
solo al termine dell’esperienza, quando il legame di fiducia
sarà ristabilito. Gradi estremi di paranoia possono implicare
comportamenti di acting-out: situazioni nelle quali un soggetto
profondamente paranoico sotto LSD, prova a lasciare la stanza
o tenta di aggredire i terapeuti, sono tra le sfide più difficile per
la terapia psichedelica. La sola risorsa potrebbe essere di evitare
danni irreversibili a persone ed oggetti, e far giocare il tempo.
Quando la reazione si placa, i terapeuti dovrebbero ricondurre
il paziente nella posizione distesa, con la mascherina, e le cuffie,
e provare a facilitare una completa risoluzione ed integrazione
del problema con i metodi precedentemente descritti.
In alcuni casi, un acting-out sessuale può provocare problemi tecnici. Quando non si rivolge direttamente ai terapeuti – come nel
caso di masturbazione genitale o anale – essi dovrebbero avere
una apertura mentale tale da consentirla. Occasional- mente,
236
un episodio di questo tipo gestito dai terapeuti, può procurare
una potente esperienza correttiva che guarirà un trauma psicologico perdurante da tempo, causato da genitori insensibili, che
potrebbero aver drasticamente punito le istintive attività infantili.
Se i terapeuti hanno difficoltà ad accettare tali comportamenti,
questo potrebbe essere un incentivo per esplorare le radici delle
loro proprie inibizioni.
La situazione è più difficile se il comportamento di acting-out
include attività sessuali dirette verso i terapeuti. La regola generale è di escludere qualsiasi esplicita interazione tra adulti che
coinvolga i genitali, i seni, o la bocca. Le motivazioni sono molto
serie e vanno oltre le considerazione di naturale morale. Questo
tipo di attività sessuale da parte del paziente, è quasi sempre una
manifestazione di resistenza nei confronti di profondi problemi.
Un esempio potrebbe essere quello di un paziente maschio che
sente il bisogno di un contatto di conforto a livello infantile e,
temendo la dipendenza e l’impotenza che ciò comporta, tenta di
avvicinare una terapeuta donna con un comportamento sessuale
da adulto. In situazioni come questa, i terapeuti dovrebbero
sempre dirigere il paziente su un livello più profondo di esperienza e scoraggiare l’acting-out. Ciò può essere fatto in modo
costruttivo e non deve implicare un rifiuto. Far riferimento ai
ruoli espliciti concordati prima della seduta può rendere questa
situazione più semplice per i terapeuti.
Attività sessuali da adulti nelle sedute con LSD possono essere
molto rischiose; non importa quali siano le circostanze esterne,
esse sono vissute dal paziente su molti differenti livelli dato che
la capacità di un rigoroso ed accurato controllo della realtà è
menomata dalla sostanza. Il frequente coinvolgimento di livelli
infantili può risultare in una specifica vulnerabilità, in particolar
modo la paura associata al tabù dell’incesto. C’è il pericolo che
tali esperienze risultino traumatiche ed abbiano durature conseguenze negative per il paziente e sulla relazione con il terapeuta.
Ho visto molti esempi di questo genere al di fuori dal contesto
medico, specialmente in comuni dove giovani condividevano le
esperienze psichedeliche, incluso il libero accoppiamento sessuale. Il risultato è sempre stato la contaminazione delle relazioni
237
interpersonali nella vita quotidiana da parte di profondi problemi di transfert irrisolti e la confusione sessuale. In generale, non
dovrebbero esserci limiti a ciò che il paziente può sperimentare
al livello della fantasia. Comunque, i terapeuti dovrebbero essere
molto chiari sui propri atteggiamenti, ed avvicinare il soggetto
con integrità e sensibilità. Nella mia esperienza, non vi è posto
per attività sessuali tra adulti nella terapia psichedelica, e casomai
un terapeuta la considerasse seriamente, dovrebbe esaminare le
proprie motivazioni. Il solo spazio per le attività sessuali tra adulti
durante l’esperienza psichedelica dovrebbe essere tra partners
che hanno una intimità sessuale ed emotiva anche nella vita di
tutti i giorni. Un tale approccio può aggiungere interessanti dimensioni all’unione sessuale, ma non è senza pericoli: dovrebbe
verificasi solo tra partners maturi con una profonda conoscenza
della natura del processo psichedelico.
È chiaro che la questione dei confini sessuali è molto più problematica nelle sedute che comprendono intimità fisica che in
quelle dove i terapeuti mantengono un atteggiamento distaccato
verso il cliente. Dato che l’uso di contatto fisico è utile nella
terapia psichedelica, questa questione sarà ora brevemente
discussa. Una profonda regressione d’età nelle sedute con LSD
è di frequente accompagnata da intense sensazioni e tendenze
anaclitiche, specialmente nei pazienti che hanno vissuto gravi
deprivazioni emotive nella prima infanzia. Potrebbero voler tenere, vezzeggiare, o succhiare la mano del terapeuta, mettere la
testa sul grembo, o rannicchiarsi ed essere cullati ed accarezzati.
Qualche volta la qualità regressiva dei fenomeni è fuori di ogni
dubbio ed i pazienti mostrano segni convincenti di profonda
regressione. Altre volte queste attività possono presentare problemi tecnici perché potrebbe non essere facile distinguere se un
certo comportamento sia un genuino fenomeno di regressione
o una proposta sessuale ad un livello più o meno adulto. Ciò
è particolarmente vero nelle fasi avanzate delle sedute quando
l’effetto della sostanza si è indebolito. Qualche volta ambedue
i livelli sembrano manifestarsi simultaneamente, ed il paziente
può oscillare tra l’uno e l’altro.
Nei primi anni del mio lavoro terapeutico con LSD tendevo a
238
scoraggiare e rifiutare tali manifestazioni, sulla base del mio
ristretto bagaglio freudiano. Più tardi, mi divenne chiaro che i
periodi di profonda regressione con forti bisogni anaclitici sono
di cruciale importanza dal punto di vista terapeutico. Mi convinsi
che l’approccio del terapeuta a tali situazioni può costituire una
profonda esperienza emotiva correttiva, o viceversa, perpetuare
e rinforzare i vecchi, patologici schemi di deprivazione e rifiuto. Anche quando già usavo il contatto fisico quasi per prassi,
prendevo le distanze se il paziente superava i confini sessuali.
Al momento attuale, non considero questa come una situazione
di aut-aut. I confini possono essere definiti e negoziati in modi
verbali e non-verbali molto sottili. Se la situazione si sposta verso
aree problematiche, è possibile ristabilire limiti accettabili senza
rifiutare insieme lo stretto contatto. La chiave sembra essere la
chiarezza del terapeuta sulle proprie motivazioni e la capacità
di comunicare chiaramente con il paziente, verbalmente e nonverbalmente. Sono l’ambiguità ed i messaggi contraddittori che
generano problemi. Questa è un’area complessa, ed è difficile
stabilire qualsiasi regola fissa. Il terapeuta deve affidarsi all’intuizione ed all’esperienza clinica in ogni singolo caso. La natura e
le caratteristiche della relazione terapeu- tica e la fiducia in essa,
rimarranno i fattori più importanti nel pianificarne il corso.
Altre importanti aree con cui i terapeuti psichedelici devono fare
i conti, sono le varie forme di ostilità ed aggressività. Se le sedute
sono condotte nella cornice di una buona alleanza terapeutica,
problemi con le manifestazioni di aggressività saranno rari,
anche nelle sedute nelle quali le tendenze distruttive sono predominanti. Nella maggior parte dei casi è possibile mantenere
una relazione sinergica anche nel contesto di una intensa lotta
psicodrammatica. Gran parte dei problemi tecnici si verificano
quando i terapeuti sono fisicamente coinvolti con i soggetti sotto
LSD in una lotta simulata che comprende premere, spingere,
restringere, e qualche volta infliggere dolore. In queste condizioni, è importante ridefinire la cornice del “ come se” ed evitare
che la situazione diventi reale e seria per il soggetto. Un abile
combinazione di comunicazione verbale e di metacomunicazione può mantenere il gioco, la rappresentazione, in un territorio
239
di ambiguità che sembra ottimale per il lavoro terapeutico. Da
una parte, la situazione deve essere sufficientemente reale per
il soggetto da consentirgli il pieno coinvolgimento ed il rilascio
delle emozioni; d’altra parte, non deve essere così reale da essere
confusa per una situazione pericolosa e traumatica. Il mantenimento di una relazione di fiducia deve essere la condizione
primaria.
Un acting-out elementare ed incontrollato di tendenze distruttive
è estremamente raro nelle sedute con LSD controllate. Quando
una situazione di questo tipo sembra essere imminente, il miglior
approccio è di incoraggiarne la manifestazione esterna in uno
sfondo di cooperazione, come descritto sopra. Un’altra efficace
tecnica è di collegarsi al più profondo livello di ansietà, offesa, ed
impotenza che, di solito, sono alla radice dei fenomeni di aggressività. Così conforto e rassicurazione possono avere un’influenza
quasi magica sul paziente che è aggressivo e prova a minacciare i
terapeuti con una ostentata manifestazione di potere. Approcci
efficaci nel gestire l’aggressività, comprendono l’identificazione
del problema specifico coinvolto nel caso, ed il trovare la soluzione appropriata. Come in altri tipi di emergenze, il fattore di
importanza critica è la reazione e l’atteggiamento dei terapeuti
alla situazione. Se il comportamento del paziente evoca ansietà
o aggressività nel terapeuta, potrebbero cacciarsi in un circolo
vizioso di interazione che tende a rinforzare le reazioni patologiche. Il seguente esempio tratto dal mio iniziale lavoro a Praga
può essere usato per illustrare queste problematiche.
240
Un simbolico autoritratto da una seduta che era caratterizzata da un intensa aggressività diretta sia all’interno che all’esterno. Uno stilizzato rapace schiaccia un
indifeso topolino con il suo artiglio destro; l’artiglio sinistro è trasformato in una
pistola puntata verso la testa del rapace stesso. L’auto d’epoca in alto, rappresenta
un gioco di parole (self-portrait = auto-portrait), ma anche suggerisce la relazione
tra la mescolanza di aggressività ed impulsi autodistruttivi di frequente incontrati
nelle sedute perinatali come in guide al volante, imprudenti e spericolate.
Un giorno mentre stavo conducendo una seduta con LSD con
un paziente nevrotico, fui interrotto da un forte bussare alla
porta. Sorpreso da questa interferenza, che era contro le regole,
andai ad aprire alla porta. Una infermiera allarmata mi disse
che la mia presenza era urgentemente richiesta nell’altra stanza
di trattamento dove Henry, un altro paziente sotto LSD, aveva
perso completamente il controllo e stava dando di matto (had
241
gone “berserk”). Lasciai l’infermiera nel corridoio e mi precipitai
sul luogo dell’emergenza. Trovai la stanza del trattamento in
una condizione catastrofica: il paziente aveva rotto uno specchio
contro il lavandino, rovesciato tutto l’arredo, e aveva ridotto
in brandelli molti libri e giornali. Era in piedi al centro nella
stanza urlando e ringhiando; il suo aspetto ricordava quello di
una scimmia arrabbiata. Nell’angolo c’era Giulia, una giovane
collega che si era recentemente unita al nostro team. Aveva già
preso parte a sedute con LSD prima, sebbene questa fosse la
prima volta che la conduceva da sola. Era pallida, palesemente
spaventata, e le sue mani tremavano.
Mi diressi verso Henry e lo presi per la mano; questo stabilì un
contatto ed inoltre ridusse le sue possibilità di aggredirmi. “È tutto a posto, non essere spaventato, nessuno vuol farti del male”, gli
dissi con voce rassicurante, ed indicai il divano. “Possiamo sederci
? Mi piacerebbe sapere cosa hai sperimentato”. Ci sedemmo ed
incominciai a porgli delle domande, cercando di scoprire cosa
avesse scatenato la sua aggressione. Divenne immediatamente
chiaro che all’inizio della seduta era regredito alla prima infanzia
ed aveva vissuto un bisogno di intimità ed affetto. Stava cercando
un contatto fisico con Giulia e aveva bisogno di poggiare la testa
sul grembo della terapeuta. Lei presa dal panico, l’aveva respinto
e rimproverato per aver introdotto elementi sessuali nella terapia.
Ciò aveva fatto emergere il doloroso ricordo di una situazione
dell’infanzia nella quale Henry era stato scoperto a masturbarsi
dalla madre. Lei gli fece una scenata e lo riferì al padre che lo
punì in una maniera molto crudele. Questa sequenza di eventi
aveva bloccato l’accesso di Henry ad ambedue i canali: quello
della dipendenza infantile e delle stimolazioni sessuali. Inoltre,
la combinazione di sessualità e di una risposta punitiva, resero
accessibile all’esperienza il livello perinatale corrispondente. A
questo punto, Henry “scelse” il percorso: lo schema (pattern) del
comportamento aggressivo.
Durante questa discussione, Giulia si riprese dallo shock del suo
‘battesimo’ psichedelico. Con la mia assistenza psicologica, consentì ad Henry di poggiare la testa sul suo grembo e gli tenne
la mano. Tuttavia, un’altra difficile prova doveva ancora arriva242
re. Dopo circa un ora e mezzo, Henry ritornò sull’esperienza,
stando con gli occhi chiusi, ed iniziò a trastullarsi con il pene.
Mentre lo faceva, ogni tanto apriva gli occhi, per controllare la
nostra reazione. Visto che la risposta che si attendeva per il suo
comportamento non gli venne riproposta, egli si sfilò i pantaloni
ed iniziò a masturbarsi tirando il suo prepuzio avanti ed indietro. L’eiaculazione portò sollievo alla tensione fisica ed emotiva
di Henry; il suo impatto psicologico andò ben oltre il rilascio
fisiologico. Henry sentiva che avendo potuto masturbarsi alla
presenza di un surrogato delle figure genitoriali senza essere
respinto, ciò lo aveva aiutato a superare il trauma sessuale dalla
sua infanzia e determinò una duratura liberazione della sua vita
sessuale. Questa seduta fu anche importante per lo sviluppo di
Giulia come terapeuta. In retrospettiva, apprezzò la difficile
esperienza vissuta, come una opportunità di apprendimento. La
aiutò ad accrescere la sua tolleranza delle manifestazioni non
convenzionali nelle sedute con LSD e, successivamente, divenne
una terapeuta migliore e più efficace.
Per completare l’elenco delle situazioni difficili che possono
verificarsi durante le sedute con LSD, dovremmo discutere di
alcune manifestazioni fisiche, che sono spesso concomitanti delle
esperienze psichedeliche. Nella forma più mite, non presentano
una sfida tecnica particolarmente seria, ma nelle forme estreme
possono essere piuttosto allarmanti. Come ho menzionato inizialmente, nessuna di esse è semplicemente un effetto farmacologico
dell’LSD; sono, piuttosto, complesse manifestazioni psicosomatiche. La strategia generale verso gli aspetti somatici nelle sedute
con LSD dovrebbe essere di viverli il più pienamente possibile;
le esperienze cliniche hanno confermato il valore terapeutico
di questo approccio.
Probabilmente le più comuni manifestazioni fisiche durante le
sedute con LSD, sono vari fenomeni motori, come una tensione
muscolare generalizzata, complesse posture e movimenti contorti, ed una ampia varietà di tremori, spasmi muscolari, tic nervosi
ed episodi di tipo convulsivo. Il soggetto dovrebbe essere incoraggiato a lasciare che essi si manifestino; rappresentano canali
243
importanti per la liberazione di profonde e represse energie. È
importante che i terapeuti facciano attenzione a qualsiasi tentativo da parte del soggetto di controllare tali fenomeni, per motivi
estetici o di altra natura. Dovrebbero costantemente incoraggiare
la scarica disinibita dell’energia, anche se la sua manifestazione
prende una forma bizzarra o di un attacco di tipo epilettico. Se
l’effetto della sostanza non è abbastanza forte per produrre uno
spontaneo rilascio della tensione, questo può essere indotto dal
soggetto mettendo volutamente in tensione le aree implicate, e
mantenendo posture, quasi fosse una statua, per lunghi periodi.
Intense pressioni esterne ed un profondo massaggio, sono utili
a questo scopo.
Le difficoltà respiratorie sono comuni durante le sedute psichedeliche. In alcuni casi, si manifestano come autentici attacchi
d’asma: questi di solito si verificano in persone che hanno avuto
problemi di questo tipo nel passato. Nel contesto delle sedute con
LSD è importante incoraggiare una piena esperienza di spiacevoli sensazioni di soffocamento, e allo stesso tempo rassicurare il
soggetto che non c’è alcun pericolo reale, dato che le difficoltà
respiratorie sono solo soggettive e la respirazione è adeguata.
Bisogna che i terapeuti forniscano al soggetto risposte oneste
ed oggettive su questa questione. Mentre si vive il soffocamento,
il tossire, o urlare – se costituiscono parte integrale dell’esperienza – possono dare sollievo. Dovrebbero essere incoraggiati,
se il processo si muove in quella direzione, ma non suggeriti
meccanicamente come un rimedio specifico.
La sofferenza fisica è parte del processo psichedelico e dovrebbe,
quindi, essere sperimentata pienamente se inizia ad emergere
nella seduta. Solitamente si verifica quando si rivivono traumi
fisici come malattie, incidenti ed operazioni, o il trauma della
nascita, sebbene possa avere diverse connotazioni simboliche.
Un intenso dolore fisico può talvolta essere associato con vari
fenomeni transpersonali come memorie di passate incarnazioni
ed esperienze ancestrali o filogenetiche. Nelle fasi finali delle
sedute, quando l’effetto farmacologico non è più forte, è utile
aumentare le sensazioni con la pressione o un profondo massaggio nelle zone indicate dal paziente. Nel lavoro con il dolore
244
i terapeuti dovrebbero sempre sottolineare che una piena esperienza del dolore è inevitabile. Spesso i pazienti richiedono una
più intensa manipolazione, talvolta al di là di ciò che i terapeuti
sono disposti a concedere. In condizioni non controllate, gli
individui possono concretamente provare a ferirsi per esternare
il dolore. Questo sembra essere il meccanismo che ha agito in
alcune automutilazioni sotto l’effetto dell’LSD che hanno ricevuto così tanta pubblicità dai media.
La nausea ed il vomito di solito si verificano negli individui che
hanno sofferto di questo problema nell’infanzia o nei quali
questa è una abituale reazione allo stress nella vita quotidiana.
La nausea non dovrebbe essere alleviata con nessun mezzo ed i
terapeuti dovrebbero incoraggiare il vomito ogni volta che il paziente sembra opporsi ad esso. L’atto di rimettere ha un potente
effetto purificante, e in molti casi rappresenta un punto di svolta
positivo in una difficile seduta con LSD. Può essere importante
per chi ha un atteggiamento negativo riguardo ad esso nella vita
quotidiana. La riluttanza a vomitare può rappresentare un blocco
e può essere associata con materiale emotivo su vari livelli. Dopo
aver rimesso nel mezzo di una seduta con LSD, alcuni pazienti
riferiscono di aver scaricato immondizia interna. Altri sentono di
essersi sbarazzati dell’immagine introiettata di un cattivo genitore o patrigno o matrigna. In alcuni casi, la spinta a vomitare può
essere associata con il senso di espellere forme di aliena energia
transpersonale, quasi nel senso di un esorcismo.
Problemi legati alla minzione ed alla defecazione sono di solito
frequenti nelle sedute psichedeliche. Prendono la forma sia di
spasmi uretrali ed anali e dell’incapacità ad evacuare, o viceversa, un intensa urgenza fisiologica in queste aree e la paura di
perdere il controllo delle viscere e della vescica. Le difficoltà con
la minzione si verificano in persone che nella vita quotidiana
reagiscono alle pressioni con frequenti minzioni, o mostrano
le classiche caratteristiche freudiane di una personalità uretrale, come una veemente ambizione, preoccupazioni riguardo il
prestigio, una inclinazione a vergognarsi, e la paura di sbagliare,
di commettere un errore grossolano. Se il soggetto sotto LSD
ha avuto problemi con l’enuresi (farsela nei pantaloni o a letto)
245
in qualche fase del suo passato, bisognerebbe aspettarsi che i
problemi in questa area siano riattivati prima o poi nelle sedute.
Questo è anche vero per le donne che soffrono di insufficienza
orgasmica o frigidità associata alla paura di perdere il controllo
della vescica allo stesso modo di come si pensa che si verifichi
l’orgasmo sessuale. A livello psicodinamico, i problemi uretrali
sono associati con materiale traumatico biografico in accordo
con le descrizioni psicoanalitiche. Comunque, hanno sempre
radici più profonde a livello del processo di nascita; ci sono
associazioni tra la disfunzione uretrale ed alcuni aspetti delle
matrici perinatali. Così, un blocco della minzione si presenta
nel contesto della MPB II; una dolorosa urgenza di svuotarsi
ed i conflitti relativi, sono una componente quasi standard della
MPB III, e la perdita del controllo della vescica caratterizza la
transizione dalla MPB III alla MPB IV.
Nei primi anni del mio lavoro con l’LSD, i pazienti con questi
problemi spesso rimandavano il confronto con il materiale
uretrale per settimane o mesi interrompendo l’esperienza ed
andandosene in bagno. Alcuni di loro facevano dalle quindici
alle venti visite al bagno in una singola seduta, molte di esse
non necessarie. Quando riconobbi in ciò una manifestazione
di resistenza, presi le necessarie misure per la minzione involontaria nella forma di gomma in fogli (rubber sheet) e scoraggiai
la modalità adulta alle urgenze uretrali. I pazienti che si opposero a questo accorgimento, erano invitati ad usare pantaloni
di gomma chirurgici. Così, gravi conflitti uretrali e blocchi
poterono essere risolti in poche sedute, sia che si verificassero
o meno, involontarie minzioni. Quando un paziente perde il
controllo della vescica durante una seduta con LSD, è di solito
associato con il rivivere incidenti traumatici dell’infanzia che
comprendevano l’essere derisi da amici e genitori a causa di
questi incidenti uretrali. Il rilascio apre la via al piacere libidico originariamente legato ad una minzione senza restrizioni,
rimuove il blocco psicologico, facilita il lasciarsi andare. Ad un
livello più profondo connette il paziente con il momento della
nascita, nel quale un forte sollievo dopo ore di sofferenza, può
talvolta essere associato alla minzione.
246
I problemi legati alla defecazione seguono uno schema simile.
Si verificano in pazienti ossessivo-compulsivi di ambedue i sessi,
nei maschi con tendenza omosessuali latenti o manifeste e nelle
personalità anali. A livello psicodinamico sono associati con
conflitti riguardanti la preparazione ad usare il vasino, disordini
gastrointestinali nell’infanzia, e ad un passato di enteroclisma,
clisteri. Le radici perinatali più profonde della ritenzione anale
sono nella MPB II; un bisogno urgente a defecare ed i contrasti sul farlo, caratterizzano la MPB III, ed un rilascio esplosivo
delle viscere o perdita del controllo anale è psicologicamente
associato con la morte dell’ego e con il momento della nascita.
Sebbene problemi anali sono molto comuni nelle sedute con
LSD, una reale defecazione incontrollata e manipolazione delle
feci è risultata estremamente rara; mi si è presentata solo circa
dieci volte su cinquemila sedute con LSD che ho praticato. Ciò
può essere un artificio della programmazione culturale e una
tecnica terapeutica, piuttosto che una realtà clinica. Il nostro
tabù verso le feci è più forte di quello verso l’urina, e la comune riluttanza dell’esperente e dei terapeuti a vedersela con il
prodotto del lasciarsi andare rettale, è anche un fatto che non
dovrebbe essere sottovalutato. Mi rendo conto in retrospettiva
che per molti anni discutemmo con i candidati la possibilità
della perdita del controllo della vescica e provammo ad alleviare
le loro preoccupazioni al riguardo; però una simile rassicurazione non fu mai offerta riguardo la defecazione. Nel 1972,
osservai un forte miglioramento in un paziente con una grave
nevrosi ossessivo-compulsiva che aveva resistito alla psicoanalisi
classica per diciotto anni; si verificò in una seduta con LSD
nella quale perse il controllo delle viscere ed in un profondo
stato di regressione giocò per molte ore con le feci. Ciò mi rese
evidenti alcuni dei fattori che potrebbero essere responsabili
del fallimento terapeutico con i pazienti con gravi nevrosi ossessivo-compulsive. Se i problemi di natura anale continuano
a verificarsi nella terapia con LSD, il paziente dovrebbe essere
incoraggiato ad abbandonare le preoccupazioni dell’adulto ed
essere disposto ad abbandonare il controllo se diventa necessario
durante l’esperienza. Come nel caso della minzione, i pantaloni
247
chirurgici possono essere di grande aiuto psicologico, sia per il
paziente che per i terapeuti.
EFFETTI COLLATERALI
CON LSD
AVVERSI
DELLA PSICOTERAPIA
La psicoterapia con LSD implica l’attivazione di materiale inconscio profondo, la sua manifestazione e la sua integrazione
conscia. Sebbene le sedute con LSD rappresentino l’aspetto più
drammatico di questa modalità di trattamento ed idealmente
formino una gestalt psicologica relativamente completa, la terapia
psichedelica è un processo di continua scoperta che si estende
anche negli intervalli liberi tra le sedute.
Nella cornice di una serie di sedute con LSD, nessun confine
netto può essere tracciato tra le sedute e gli eventi che la precedono e seguono. La dinamica inconscia che si attiva, continua ad
agire in modi più o meno sottili per un lungo tempo dopo che
l’effetto farmacologico è svanito. Una rappresentazione molto
convincente di questo processo si ritrova nei sogni. Il contenuto
dei sogni sembra formare un continuum con il contenuto delle
sedute psichedeliche. È comune che i sogni pre-seduta anticipino
il contenuto dell’esperienza con LSD e che i sogni post-seduta
siano tentativi di completare le gestalt che sono rimaste incomplete e per elaborare il materiale coinvolto.
Sebbene l’interiorizzazione delle sedute con LSD e l’attivo
lavoro psicologico nelle fasi terminali facilitano l’integrazione
del materiale, non c’è mai nessuna garanzia che tutte le gestalt
psicologiche siano state completate dal momento in cui l’effetto
farmacologico dell’LSD termina. Il rischio che l’integrazione di
una seduta possa dimostrarsi incompleto e che possa sfociare in
complicazioni cliniche, sembra essere direttamente proporzionale al livello di problemi emotivi preesistenti nel soggetto e alle
circostanze negative nella seduta che ostacolano il lavoro introspettivo. Gli esempi estremi di questo sono l’intensificazione dei
248
sintomi originali, l’emergenza di nuove forme di psicopa- tologia,
reazioni prolungate, crolli psicotici e il ripresentarsi di sintomi da
LSD in un momenti successivi (flashback). Tutto ciò rappresenta
un rischio calcolato della psicoterapia con LSD.
Si è pensato che ciò fosse dovuto ad una prolungata presenza di
una certa quantità di LSD nel cervello per periodi di tempo indefiniti. Questa spiegazione è incoerente con i principî di base
della farmacologia ed anche con le risultanze di laboratorio
sul metabolismo e sulla diffusione dell’LSD nel corpo. In base
ad esse, la sostanza ha lasciato il cervello dal momento in cui
l’esperienza psichedelica culmina. Sembrano esserci sufficienti
evidenze cliniche che gli effetti collaterali avversi delle sedute
con LSD, riflettano dinamiche dei processi inconsci e dovrebbero
essere comprese e considerate in questo contesto.
I sintomi psicopatologici che possono manifestarsi come risultato
delle sedute con LSD parzialmente risolte, coprono un raggio
molto ampio. Qualsiasi aspetto di una matrice dinamica attivata
o di uno specifico materiale inconscio che rimane irrisolto può
persistere dopo la seduta per un periodo di tempo indefinito,
o ricorrere in un momento successivo. Più frequentemente:
depressione, senso di inferiorità, sentimenti suicidi, labilità
affettiva o incontinenza, senso di solitudine, ansietà, senso di
colpa, sensazioni paranoiche, tensione aggressiva, o esaltazione maniacale. I sintomi psicosomatici che possono verificarsi
in questo contesto comprendono nausea e vomito, difficoltà
respiratorie, tosse e soffocamento psicogeno, difficoltà cardiache, costipazione o diarrea, emicranie e dolori in varie parti del
corpo, brividi e vampate, aumento della sudorazione, sensazioni
di “postumi di sbornia”, sintomi di tipo influenzale, ipersalivazione, irritazione cutanea, e diverse manifestazioni psicomotorie
come una generale inibizione o eccitamento, tremori muscolari,
spasmi muscolari, crampi. Una gestalt inconscia attivata ed irrisolta può anche influenzare i processi di pensiero del soggetto.
Alcuni stili di pensiero su questioni come il sesso, gli uomini,
le donne, il matrimonio, l’autorità, o le riflessioni filosofiche
sul significato dell’esistenza, il ruolo della religione nella vita,
la sofferenza, l’ingiustizia e molti altri problemi, possono essere
249
dirette dal materiale inconscio attivato. Giudizi e sistemi di valori,
possono cambiare drasticamente quando una precedentemente
incompleta gestalt inconscia viene completata.
Il verificarsi di cambiamenti percettivi dopo sedute irrisolte è
frequente. Molto dopo che l’effetto farmacologico della sostanza
è svanito, il paziente potrebbe ancora riferire di anomalie nella
percezione del colore, visione offuscata, immagini residue, immagini spontanee, alterazioni dell’immagine del corpo, acutizzazione dell’udito, fischi alle orecchie, o varie strane sensazioni
fisiche. Qualche volta, varie combinazioni dei suddetti cambiamenti emotivi, psicosomatici, ideativi e percettivi, danno vita a
nuove sindromi cliniche di cui il soggetto non aveva mai sofferto
prima. Il verificarsi di nuove forme di psicopatologia, può essere
compreso come il risultato dell’attivazione e manifestazione del
contenuto di matrici inconsce precedentemente latenti. Questi
sintomi di solito scompaiono quando il materiale che ne è alla
radice, viene integrato.
La natura generale e le caratteristiche specifiche degli effetti
collaterali avversi delle sedute con LSD, dipendono dal livello
dell’inconscio che è stato attivato e dallo specifico contenuto
della matrice implicata. Una matrice attiva ed irrisolta, sia di
natura psicodinamica, perinatale, o transpersonale, influenzerà
le percezioni che il soggetto ha di sé e del mondo, le sue reazioni
emotive, i processi di pensiero e gli schemi di comportamento. I
sintomi clinici che sono psicogeneticamente collegati con i sistemi di funzionamento attivati potrebbero persistere per giorni o
settimane ed anche per periodi di tempo illimitati. Qualche volta
gli effetti collaterali avversi della seduta, si limitano all’accentuazione ed intensificazione dei problemi emotivi, psicosomatici
o interpersonali originari del paziente. Altre volte le difficoltà
del dopo-seduta, rappresentano un ritorno dei sintomi di cui
il soggetto soffrì nell’infanzia, adolescenza, o in altre fasi della
vita. In altri casi ancora, gli effetti collaterali avversi costituiscono
una ripetizione della situazione che caratterizzò l’insorgere dei
sintomi psicotici o nevrotici manifesti del soggetto; questo è vero
non solo nei termini di sintomi clinici, ma anche per specifici
schemi interpersonali.
250
Deve essere menzionato un meccanismo importante. Abbiamo
descritto come una matrice dinamica attivata determini la natura
dell’esperienza del paziente ed i modi specifici in cui percepisce
l’ambiente. Tutto ciò è associato, piuttosto regolarmente, con
una forte tendenza a manifestare il contenuto della costellazione
inconscia ed a riprodurne una replica sia nella situazione del
trattamento, che nella vita quotidiana. Se analizziamo le dinamiche di questo fenomeno, troviamo un meccanismo sottostante
molto interessante che può essere descritto come intolleranza
alla dissonanza emotiva-cognitiva. Apparentemente, è molto
difficile e fastidioso sperimentare una profonda incongruenza
tra le proprie sensazioni e la natura degli accadimenti nel mondo
esterno, per come esso è cognitivamente interpretato. Sembra
essere molto più accettabile provare emozioni spiacevoli come
appropriate reazioni alle concrete circostanze esistenti nella
realtà oggettiva, che percepirle come elementi assurdi ed incomprensibili che provengono da dentro se stessi. Così, irrazionali
sensazioni di ansia ed un senso di minaccia che si originano
nell’inconscio, possono sfociare in strategie per provocare
l’ostilità nel terapeuta, compagna/o, o nel datore di lavoro.
Quando questi stratagemmi raggiungono lo scopo, sensazioni
di ansia precedentemente incomprensibili, assumono la forma
di paure concrete, di perdere l’aiuto del terapeuta e di mettere
a rischio la continuazione del trattamento, preoccupazioni sulla
disgregazione del matrimonio, o timori di perdere la propria
posizione o il lavoro. In forme più intense, il paziente potrebbe concretamente cacciarsi in situazioni pericolose, in attività
come guida spericolata, paracadutismo, passeggiare in quartieri
pericolosi, o visitare bar e locali notturni di dubbia reputazione.
Analogamente, un paziente sotto LSD sintonizzato su profondi
ed irrazionali sentimenti di colpa, potrebbe comportarsi in un
mondo inappropriato, rompere le regole di base della terapia,
provare ad offendere, irritare, o ad attaccare verbalmente il
terapeuta. Può anche fare cose nella vita quotidiane che sono
biasimevoli e generanti senso di colpa. Come risultato, le preesistenti sensazioni di colpa possono essere razionalizzate, dato che
sono state unite con reali eventi esterni ed appaiono coerenti
251
con la situazione oggettiva. Questi sono solo un paio di esempi
concreti dei meccanismi che possono creare difficoltà nella situazione terapeutica, così come nella vita quotidiana del paziente.
Per il decorso positivo della terapia psichedelica, è necessario
che il terapeuta abbia familiarità con questo fenomeno e sia
capace di gestirlo.
I cambiamenti causati dall’attivazione di differenti livelli dei
sistemi COEX sono di solito poco drammatici e si mantengono
nel raggio di manifestazioni nevrotiche e psicosomatiche, a
meno che lo strato attivato non sia dalla primissima infanzia
e/o la sua carica emotiva sia eccessiva. Quando un importante
sistema COEX è attivato e rimane irrisolto, il soggetto sperimenta
nel periodo post-seduta una intensificazione dei sintomi clinici
legati a questo sistema e percepisce l’ambiente con distorsioni
che ne deformano il contenuto. Inoltre, potrebbe manifestare
una tendenza ad esteriorizzare il tema generale del sistema, o
alcune caratteristiche specifiche di uno dei suoi strati, sia nella
situazione di trattamento che in vari aspetti della vita quotidiana.
Potrebbe mostrare idiosincrasie e reagire bruscamente a certe
circostanze. Il comportamento dei soggetti in queste condizioni,
può implicare complicati stratagemmi psicologici che tendono
a provocare atteggiamenti reciproci negli altri. Le situazioni
esterne che prendono forma da tali interazioni, rappresentano
ripetizioni, repliche approssimate, degli originari eventi traumatici che sono rimasti irrisolti nelle precedenti sedute. Dato
che questa sezione si incentra sulle complicazioni della terapia
con LSD, stiamo naturalmente discutendo l’attivazione di sistemi COEX negativi. Comunque, è importante sottolineare che
l’attivazione di un sistema COEX positivo può avere potenti
conseguenze favorevoli di tipo simile.
Quando gli effetti collaterali avversi di una seduta con LSD risultano dalla risoluzione incompleta di un sistema COEX, la loro
natura ed il contenuto specifico possono essere compresi una
volta che il materiale inconscio diventa accessibile. Le caratteristiche di base dei problemi emotivi ed interpersonali coinvolti
rifletteranno il tema generale del sistema; i dettagli specifici
assumeranno significato nei termini dello strato individuale
252
della costellazione COEX che è stata attivata. Il terapeuta spesso non è in grado di comprendere le dinamiche del problema
quando si verifica e dovrebbe aspettare fino al momento in cui
il materiale inconscio, che è alla radice, emerga e la gestalt è
completata. Tuttavia, un terapeuta esperto non si limita solo ad
una comprensione retrospettiva. In molti casi la natura del materiale che verrà sperimentato, può essere previsto, almeno nella
forma generale, sulla base delle caratteristiche specifiche della
reazione avversa. Molti degli elementi discussi sono illustrati dal
seguente esempio clinico: Tom, uno studente di 26 anni, che aveva abbandonato gli studi, fu accettato nel programma di terapia
con LSD per una grave nevrosi impulsiva con periodiche fughe
da casa, vagabondaggio e abuso di alcool e varie droghe. Il suo
comportamento durante questi periodi comprendeva elementi
marcatamente antisociali. Di solito non pagava nei ristoranti e
negli alberghi: scappava senza pagare il conto o lasciava qualche
bagaglio personale come garanzia per il pagamento futuro. Occasionalmente, rubava denaro e vari oggetti dai parenti, amici
o sconosciuti per coprire le sue spese. Dormiva nei boschi, parchi
pubblici e stazioni ferroviarie, trascurava vistosamente l’igiene
personale. Tom fu indirizzato al programma con LSD dopo due
anni di psicoterapia, che non avevano portato ad alcun risultato.
Qualcuno dei suo precedenti psichiatri, lo aveva diagnosticato
come schizofrenico, e la storia del suo trattamento comprendeva
una serie di sedute di coma insulinico.
Le sue prime ventisei sedute con LSD ebbero un decorso insolitamente monotono. Provò ansia, occasionalmente trasformata
in panico, e mostrò una grande agitazione associata con spasmi
muscolari e tremori. Ciò era accompagnato da ricorrenti visioni
di un pallido, smorfioso volto femminile. Nelle ulteriori sedute,
un nuovo elemento si aggiunse al contenuto delle sue esperienze.
Ogni volta che sentiva il suono dello scorrere dell’acqua in un
bagno vicino, era sopraffatto dalla collera e aveva grande difficoltà nel controllare l’aggressività. Inoltre non poteva tollerare la
presenza di una terapeuta donna o di una infermiera, e rispondeva alla loro presenza con irritazione e rudi attacchi verbali. Le
visioni del pallido volto femminile erano ora supportate dalle
253
immagini relative all’acqua. In questo contesto, diverse situazioni
pericolose associate con il mare, i laghi ed i fiumi si alternavano
con immagini di valorosi marinai e coraggiose creature marine,
simbolizzanti la padronanza dell’elemento acquatico.
I problemi di Tom, negli intervalli tra le sedute con LSD, lambivano la psicosi. Sperimentò attacchi di panico e provò un
intenso odio verso le donne. La sua idiosincrasia riguardo lo
scorrere dell’acqua continuò, ed egli aggrediva chiunque aprisse il rubinetto dell’acqua. Il comportamento di Tom sfociò in
numerosi contrasti con i co-pazienti e gli infermieri, dato che
tendeva a provocare ostilità con la sua intolleranza, il suo disprezzo ed aggressività. Appariva agitato e manifestava molteplici
involontari fenomeni motori, in particolare spasmi muscolari.
Dopo molte sedute, nuovi elementi apparvero nelle visioni che
accompagnavano le sue esperienze con LSD. All’inizio, il loro
contenuto era piuttosto enigmatico ed incomprensibile. Vedeva
rapide sequenze di oggetti legati al bagno, come effusori della
doccia, rubinetti, saponette, tipi di piastrelle, spugne, spazzole
per il bagno e giochi per il bagno. La natura innocente di queste
visioni sembrava incongruente con l’intensità dell’ansia e la potente scarica motoria che l’accompagnavano. Tom provò insoddisfazione per queste sedute e le trovò confuse; descriveva le sue
esperienze come “follemente alla rinfusa”, “un guazzabuglio”,
o un “caos”. Queste esperienze improvvisamente acquistarono
senso quando Tom rivisse in modo articolato alcuni traumatici
ricordi dalla sua primissima infanzia. All’età di due o tre anni,
era accudito da una balia emotivamente disturbata che infine
si rivelò essere psicotica. Era solita maltrattarlo e spaventarlo in
un modo molto sadico, in particolare durante il bagno. L’autenticità delle reminiscenze di Tom fu più tardi confermata dalla
sua matrigna; licenziò la balia dopo aver scoperto quanto aveva
abusato del suo bambino. Dopo una vivida ricapitola- zione di
questi ricordi traumatici, molti degli elementi descritti sopra
scomparvero dalle sedute di Tom. Tuttavia, l’ansia e gli spasmi
muscolari persistettero, nonostante il fatto che sembravano
originariamente appartenere al ricordo traumatico implicante
la balia. A questo punto, l’ansia di Tom nelle sedute con LSD
254
divenne molto più primitiva ed elementare; gli spasmi ora erano
associati con spiacevolissimi sapori e sensazioni orali. Questo gradualmente si sviluppò nel rivivere esperienze della prima infanzia
che comprendevano l’applicazione di varie soluzioni disinfettanti
alle mucose della sua bocca quando aveva sofferto di una malattia
da fungo. Gli spasmi muscolari erano particolarmente marcati
intorno alla testa ed il collo ed egli li identificò come reazioni di
fuga associata con questi interventi medici. Negli intervalli tra le
sedute, Tom mostrò un atteggiamento negativo verso gli ospedali
e le medicine; criticò e sbeffeggiò gli aspetti medici delle nostre
procedure di trattamento e si ribellò contro di essi.
Successivamente, alla sua ansia si aggiunsero una fame e sete
intense, sensazioni di freddo e di stagnazione emotiva. Nelle
sedute con LSD, stava ora rivivendo traumatiche esperienze del
periodo dell’asilo nido, dove fu tenuto per i primi sette mesi di
vita. In quei momenti, desiderava ardentemente la presenza ed
il contatto fisico con le donne, e richiedeva la presenza della
terapeuta donna e di infermiere, persone che precedentemente non poteva sopportare. Ora esse sembravano compensare
la frustrazione e la deprivazione emotiva che aveva provato
all’asilo nido, dove il superficiale atteggiamento professionale
del personale aveva fallito nel soddisfare i suoi bisogni infantili.
Negli intervalli liberi da queste sedute, Tom era ossessionato
dal desiderio di trovare la donna ideale; la sua depressione si
accentuò ed egli provava un irresistibile bisogno di consumare
grandi quantità di alcool e di droghe.
Quando Tom cominciò a rivivere la sua difficile nascita – durante
la quale la madre era morta ed egli stesso era sopravvissuto per
miracolo – riconobbe che molti dei suoi sintomi erano radicati
a livello perinatale. Il suo panico, l’aggressività, il senso di colpa,
improvvisamente acquistarono senso come conseguenze del
trauma della nascita. Ora vedeva le sue contrazioni muscolari
come scariche ritardate di energie bloccate legate agli aspetti “
idraulici” del parto. Il comportamento di Tom in prossimità delle
sedute nelle quali riviveva la nascita, era impulsivo, crudele, e
stravagante; era caratterizzato dall’acting-out di strane tendenze
ambivalenti e conflitti tra dipendenza ed indipendenza. Molto
255
di questo fu espresso nel contesto della relazione di transfert; in
base ai criteri convenzionali, il comportamento di Tom durante
questo periodo sarebbe stato etichettato come psicotico. Nella
sua sessantacinquesima seduta psicolitica, Tom sembrò aver
completato il processo di nascita ed ebbe la sua prima esperienza
trascendentale, seguita da un netto ma non duraturo miglioramento. Ci vollero sei sedute ulteriori e molti mesi di condizione
clinica variabile, prima che raggiungesse un nuovo equilibrio.
Negli anni successivi alla sua terapia con LSD, Tom non ha avuto
più bisogno di essere ricoverato e di affidarsi all’assistenza psichiatrica. Si sposò e fu in grado di mantenere un lavoro ed aver
cura dei suoi due bambini.
Qualche volta sensazioni, emozioni, pensieri apparentemente
bizzarri che si verificano nel contesto di una avversa reazione
all’LSD, possono essere spiegati quando si identifica il materiale
inconscio sottostante. La paura di un paziente maschio che il
suo pene si stia accorciando, può così essere collegata ad una
fissazione emotiva sull’immagine del corpo corrispondente all’età di un irrisolto ricordo dell’infanzia. In un modo analogo,
una paziente femmina che è psicologicamente sintonizzata in
un ricordo attivato dal periodo pre-adolescenziale, può perdere
la consapevolezza dei suoi seni dall’immagine del corpo, o può
sviluppare la convinzione che sta perdendo i capelli quando
è connessa emotivamente con ricordi della prima infanzia. La
percezione ingenua e come da bambino, dell’ambiente, paure
inappropriate, accresciuti bisogni di dipendenza, o dubbi sul
controllo della vescica e delle viscere, sono alcuni altri esempi
di questa categoria. Di particolare interesse per la medicina
psicosomatica ed interna sono quei casi in cui, successivamente
ad una seduta con LSD, un problema apparentemente somatico
si rivela essere parte integrante di un ricordo traumatico dall’infanzia. Per la particolare importanza clinica di questo fenomeno,
lo illustrerò con diversi esempi.
Renata, una paziente sofferente di una grave cancerofobia, rivisse
un episodio sessuale che presumibilmente accadde quando aveva
quattro anni. In questa scena, il suo patrigno era sdraiato sul
letto e lei si era infilata sotto il lenzuolo aspettandosi di essere
256
coccolata ed accarezzata. Durante questo loro gioco, tuttavia,
egli gradualmente la diresse verso i propri genitali e sfruttò la
situazione per la sua soddisfazione sessuale. La scoperta del
membro eretto era un aspetto eccitante ma anche spaventoso
della situazione. Mentre riviveva una parte di questo episodio,
nel quale il suo avambraccio era la parte più importante del
contatto con il corpo del patrigno, improvvisamente sviluppò
una massiccia infiltrazione circoscritta ed arrossamento della
pelle. Davanti ai miei occhi e nel giro di pochi minuti questa
area raggiunse la consistenza del cuoio delle calzature; divenne
spessa, dura e coperta da una sporgente eruzione cutanea. Questa
condizione, che fu diagnosticata come eczema da un dermatologo
consultato, persistette per dieci giorni fino alla successiva seduta
con LSD. Dopo che il ricordo traumatico fu pienamente rivissuto
ed integrato, scomparve nel giro di alcune ore.
In un’altra delle sue sedute, Renata rivisse una scena dell’infanzia nella quale era caduta sul ghiaccio mentre stava pattinando
ed aveva urtato malamente la testa ed il ginocchio. Durante le
successive settimane provò un intenso dolore nelle parti del
corpo “infortunate”. Non poteva girare la testa, zoppicava considerevolmente, e manteneva una tipica postura di protezione
della gamba destra. Tutti questi fenomeni scomparvero dopo
che l’incidente fu pienamente rivissuto.
Un altro interessante esempio dello stesso genere fu osservato
durante la terapia con LSD di Dana, una paziente con complicati
problemi nevrotici. In una delle sue sedute, iniziò a rivivere un
episodio traumatico che si era verificato quando aveva sofferto
di una grave bronchite. In questo contesto, improvvisamente
incominciò a manifestare tutti i sintomi tipici di una infezione dei
bronchi. Questi sintomi persistettero anche dopo che i concreti
effetti farmacologici dell’LSD erano svaniti; durante la settimana
seguente, continuò a tossire in maniera eccessiva e si lamentò di
un serio dolore al torace. L’internista che la visitò, diagnosticò
una bronchite sulla base dell’alta temperatura, caratteristici soffi
durante l’esame con lo stetoscopio, tosse e la produzione di muco
solido. I soli segni che distinguevano questa condizione da una
autentica bronchite erano il suo improvviso avvio al momento
257
in cui la memoria traumatica aveva cominciato ad emergere ed
il suo altrettanto brusco termine quando la gestalt psicologica
era stata completata.
L’influenza delle matrici perinatali di base che è attivata negli
intervalli post-seduta, è di solito molto più drammatica, sensazionale ed è di grande importanza pratica e teoretica. Se il
soggetto è sotto una forte influenza di una di queste matrici al
momento che l’azione farmacologia della sostanza svanisce, può
sperimentare la sua influenza in una forma leggera per giorni,
settimane o anche mesi. Se un livello profondo di una matrice
negativa è attivato, le difficoltà individuali successive alla seduta
possono raggiungere dimensioni psicotiche. Le conseguenze
sono piuttosto distinte e caratteristiche per ciascuna delle matrici perinatali.
Quando il periodo terminale di una seduta con LSD è dominato
dalla MPB II ed il soggetto si stabilizza sotto la sua influenza,
l’intervallo post-seduta è caratterizzato da profonda depressione.
In queste circostanze, gli individui sono vessati da pensieri e sensazioni fisiche altamente spiacevoli. Hanno accesso solo a ricordi
spiacevoli e non riescono a vedere alcun elemento positivo nella
propria storia. Senso di colpa, inferiorità e vergogna sembrano
dominare i loro pensieri sul passato. La loro vita attuale appare
essere insopportabile e carica di problemi che non hanno soluzione; non hanno alcuna prospettiva su nulla, ed il loro futuro
appare ugualmente disperato. La vita è svuotata di qualsiasi
significato, e c’è una assoluta incapacità ad assaporare la vita.
Il mondo è percepito come minaccioso, sinistro, opprimente e
senza colore. L’ideazione suicida non è rara in questa situazione;
assume tipicamente la forma del desiderio di cadere addormentati o essere incoscienti, dimenticare ogni cosa e non svegliarsi
mai più. Le persone in questo stato di mente, immaginano di
prendere una overdose di sonniferi o narcotici, ingerirli fino a
morire, inalare il gas dei fornelli, affogare in acque profonde, o
camminare sulla neve e congelarsi.
Sintomi fisici tipici che accompagnano questa condizione sono
emicranie, oppressione al torace, difficoltà respiratorie, varie
difficoltà cardiache, fischi alle orecchie, costipazione, perdita
258
dell’appetito ed una totale mancanza di interesse verso il sesso.
Sono anche comuni sensazioni di esaurimento ed affaticamento,
sonnolenza e la tendenza a passare l’intera giornata a letto o in
una stanza buia.
La stabilizzazione di una seduta con LSD sotto il dominio della
MPB III sfocia in sensazioni di intensa tensione aggressiva, di
frequente associata con una forte ma vaga apprensione e previsione di una catastrofe. I soggetti in questo stato si paragonano
a “bombe ad orologeria” pronte ad esplodere da un momento
all’altro. Oscillano tra impulsi distruttivi ed auto-distruttivi e
sono preoccupati di ferire le altre persone o se stessi. Un alto
livello di irritabilità e una forte tendenza a causare contrasti
violenti è tipico. Il mondo è percepito come un luogo pericoloso
ed imprevedibile, dove bisogna costantemente essere all’erta e
prepararsi a combattere e lottare per la sopravvivenza. Una consapevolezza dolorosa di una menomazione reale o immaginata
e di limitazioni, si combina con ambizioni sproporzionate e con
lo sforzo di mettersi alla prova. In contrasto con la depressione
inibita e senza lacrime legata alla MPB II, il quadro clinico qui
può prendere la forma di una depressione agitata accompagnata
da incontinenza emotiva ed eccitamento motorio. Pensieri, fantasie e tendenze suicide sono piuttosto frequenti, e seguono un
percorso distintamente differente da quelli descritti per la MPB
II. Gli individui in questo stato contemplano suicidi violenti e
sanguinosi, come gettarsi sotto al treno, saltare da una finestra
o un precipizio, hara-kiri, o spararsi. Le fantasie di suicidio osservate in questo contesto che non implicavano spargimento di
sangue, erano legate al soffocamento e all’impicca- gione. Questo
sembra riflettere il fatto che alti livelli di soffocamento sono di
frequente provati nelle fasi finali della nascita. Sintomi fisici tipici
associati con questa sindrome, comprendono una intensa tensione muscolare, di frequente espressa in tremori, spasmi e crampi,
emicranie opprimenti, dolori in varie parti del corpo, nausea
con vomito occasionale, intensificazione dell’attività intestinale
e diarrea, frequente minzione o spasmi uretrali e abbondante
sudorazione. Una manifestazione caratteristica nell’area sessuale è l’eccessivo aumento dell’istinto libidico, per il quale anche
259
orgasmi ripetuti non portano alcun sollievo soddisfacente. Nei
soggetti maschi, questa intensificazione della tensione sessuale è
talvolta associata con impotenza ed eiaculazione precoce; nelle
femmine, con una incapacità a raggiungere l’orgasmo, agitazione
emotiva premestruale, dismenorrea e dolorosi crampi genitali
durante il rapporto (vaginismo).
I soggetti le cui sedute terminano sotto l’influenza della MPB IV
presentano un quadro molto differente. L’aspetto più rimarchevole di questo stato è un netto alleviamento o anche la scomparsa
dei precedenti sintomi psicopatologici, ed una diminuzione dei
problemi emotivi di tutti i tipi. Gli individui sentono di essersi
lasciati il passato alle spalle e che ora sono in grado di cominciare
un capitolo completamente nuovo della loro vita. Sensazioni
euforiche di liberazione dall’ansia, dalla depressione e dal senso
di colpa, sono associate con un rilassamento del corpo ed un
senso di perfetto funzionamento di tutti i processi fisiologici. La
vita appare semplice ed eccitante, e l’individuo ha sensazioni di
insolita ricchezza sensoriale e di intensa gioia.
Per quanto riguarda la MPB I, l’individuo può stabilizzarsi sotto
l’influenza dei suoi aspetti positivi o negativi. Nel primo caso,
l’intervallo tra le sedute assomiglierà a quelli descritti per la
MPB IV. Comunque, tutte le sensazioni comprese sono molto
più profonde e sono sperimentate su uno sfondo religioso o
mistico. I soggetti scoprono nuove dimensioni nel mondo e
nell’universo, hanno la percezione di partecipare al creato, e
tendono a considerare le ordinarie faccende e cose della vita
quotidiana – come mangiare, passeggiare immersi nella natura,
giocare con i bambini, o avere rapporti sessuali – come manifestazioni del divino. L’esperienza di unità cosmica ha un insolito
potenziale terapeutico e può portare durature conseguenze
benefiche per l’individuo.
Se il soggetto rimane dopo una seduta con LSD sotto l’influenza
degli aspetti negativi della MPB I o matrici transpersonali negative, sperimenta varie forme e gradi di difficoltà emotive e fisiche
associate con una confusione concettuale. Queste difficoltà sono
tipicamente interpretate in una cornice metafisica – in termini
spirituali, occulti, mistici o religiosi. Queste spiacevoli condizio260
ni sono attribuite a forze avverse del destino, “ karma cattivo”,
malefiche influenze astrologiche o cosmobiologiche, o a diverse
entità spirituale malvagie. Nei casi estremi questa condizione
può assumere dimensioni psicotiche. Dopo il lavoro individuale
e l’integrazione dell’esperienza, il soggetto assume un approccio
più sperimentale e metaforico a tali estreme interpretazioni.
Le quattro maggiori complicazioni delle sedute con LSD che
sono di rilevanza pratica e dovrebbero essere specificatamente
discusse sono: l’attivazione di sintomi preesistenti, reazioni prolungate,
decompensazioni psicotiche e “flashback”. Possono essere ricondotte
ad un comune denominatore, vale a dire, l’indebolimento
del sistema di difesa e l’incompleta risoluzione del materiale
inconscio emerso. L’indebolimento della resistenza è più evidente quando i sintomi originari vengono intensificati dopo
una seduta con LSD. In questo caso non si è verificato nessun
cambiamento; la sottostante matrice rimane la stessa ma la sua
influenza viene sperimentata con maggiore intensità. Nel caso
di una reazione prolungata, il sistema di difesa collassa non a
causa della persistente azione farmacologia dell’LSD, ma come
risultato di una carica emotiva del materiale inconscio reso libero. Il tema inconscio emergente è ora troppo carico e troppo
prossimo alla coscienza per essere represso e coperto di nuovo,
ma un soggetto che non ha familiarità con le psicodinamiche
di questo processo di solito prova a prevenirne la sua piena
emersione ed il suo completamento.
Uno scompenso psicotico temporaneo dopo una seduta con
LSD, può essere osservato come esempio particolare di una reazione prolungata. Si verifica quando il materiale inconscio che
è diventato attivo ed è rimasto irrisolto, rappresenta un tema di
fondamentale rilevanza e porta una eccessiva carica emotiva.
Può trattarsi di un trauma risalente alla primissima infanzia; o
anche di un episodio che coinvolge materiale perinatale o alcune potenti matrici transpersonali negative. Non ho mai visto
un incidente di questo tipo in sedute controllate e con persone
che mostravano un ragionevole grado di adattamento emotivo,
interpersonale e sociale prima dell’esperienza. Negli individui
che hanno seri problemi psichiatrici che sfiorano la psicosi, o
261
hanno avuto episodi schizofrenici nel passato, il verificarsi di
reazioni avverse transitorie di questa profondità non è raro.
Il ripresentarsi di stati da LSD nei giorni, settimane, o anche
mesi successivi alla concreta somministrazione della sostanza,
ha attirato l’attenzione pubblica e merita una particolare nota
in questo contesto. Un attento studio delle psicodinamiche
della reazione all’LSD nel corso di molti anni, mi ha convinto
che questi episodi, popolarmente noti come flashback, hanno
una base simile alle reazioni prolungate e ai crolli psicotici che
seguono immediatamente le sedute. La differenza è che in questo
caso i meccanismi di difesa sono abbastanza forti da ricoprire il
materiale attivato ed irrisolto nella fase terminale. L’esperienza
appare essere completa, ma questo è vero solo in superficie; il
risultato è un equilibrio dinamico molto precario tra le forze
inconsce e la resistenza psicologica ad esse. Con il passare del
tempo, qualsiasi circostanza può far traballare questo equilibrio
precario, e l’individuo comincia a sperimentare coscientemente
la gestalt non esaurita. Dato che si tratta della continuazione di un
processo che si è avviato durante l’esperienza con LSD, il soggetto
disinformato lo considererà come un insidioso attacco ritardato
della sostanza, piuttosto che una manifestazione del proprio
inconscio. Episodi di questo tipo si verificano in circostanze fisiologiche nelle quali si ha un abbassamento delle difese dell’Io:
come i periodi tra la veglia ed il sonno (lo stato ipnagogico e lo
stato ipnopompo), l’affaticamento fisico, o la deprivazione del
sonno. Casi più drammatici sono di solito associati con l’uso di
sostanze come alcool, marijuana e psicosti- molanti, o malattie
virali ed altri processi somatici. Occasional- mente, sedute psicoterapeutiche successive, specialmente quelle che comprendono
tecniche che utilizzano l’iperventilazione, possono facilitare ciò
che il soggetto considera essere un flashback da LSD. La meditazione ed altre pratiche spirituali o esercizi individuali o di gruppo
usati nei centri di crescita spirituale possono avere effetti simili.
In aggiunta va detto che il meccanismo dei flashback è spesso
influenzato dallo stato di pressione psicologica. Questo meccanismo è così importante che merita attenzione. Fattori scatenanti
del ripresentarsi di stati da LSD, sono situazioni della vita quoti262
diana che comprendono elementi simili o identici alla matrice
inconscia o al tema che è rimasto irrisolto. Un esempio è la situazione di un soggetto la cui ultima seduta con LSD, trascorsa sotto
l’influenza della MPB II, non si è conclusa con una risoluzione
soddisfacente. In queste circostanze una metropolitana affollata,
surriscaldata, scarsamente ventilata e rumorosa, può produrre
una esperienza che è simile alle caratteristiche strutturali di una
situazione “senza via di uscita”. Guidare una macchina nell’ora
di punta su una autostrada trafficata o prendere un ascensore
affollato possono avere un impatto simile. Tutte queste situazioni
possono così funzionare come facilitatori del contenuto della
seconda matrice perinatale.
In un modo analogo, un soggetto psicologicamente sintonizzato sulla MPB III potrebbe avere un flashback come risultato del
guardare un film o uno show televisivo che coinvolge uno stupro,
sadismo e violenza, o mentre guida una auto raggiungendo una
velocità pericolosa. Qualche volta lo stimolo scatenante proviene
dal mondo esterno, più o meno accidentalmente e senza la partecipazione attiva del soggetto. In alcuni casi, il soggetto è attivo
nel creare una situazione nella vita quotidiana che è una replica
approssimativa della gestalt traumatica irrisolta. Il meccanismo
alla radice di tali situazioni è stato descritto precedentemente
in dettaglio. Dato che questo processo tipicamente coinvolge
i compagni di vita e le circostanze esterne, ci vuole del tempo
perché assuma dimensioni critiche. Il periodo necessario per
tale sviluppo spiega i lunghi tempi che spesso intercorrono tra
l’esperienza con la sostanze e la “ ricorrenza”. Esempi di questo
meccanismo potrebbero essere: ricrearsi una situazione “senza
via d’uscita” nella vita quotidiana, contaminare la relazione
sessuale con elementi della terza matrice perinatale, riattivare
un problema irrisolto con il proprio padre nella quotidiana
interazione con il proprio datore di lavoro.
La comprensione che gli effetti collaterali avversi delle sedute
con LSD sono fenomeni comprensibili e legittimi, riflettenti le
psicodinamiche fondamentali dell’inconscio e non capricciosi
scherzi degli effetti farmacologici di una bizzarra ed imprevedibile sostanza, suggerisce una strategia generale ed alcune
263
specifiche tecniche per la loro prevenzione e terapia.
PREVENZIONE E GESTIONE DELLE COMPLICAZIONI
NELLA PSICOTERAPIA CON LSD
L’attivazione occasionale del materiale inconscio associato con
vari tipi e gradi di disagio emotivo e psicosomatico, è parte di ogni
processo di disvelamento. Casi di questo tipo sono stati osservati
anche nel corso del tradizionale trattamento psicoa- nalitico,
e ricorrono con costanza nelle varie psicoterapie esperienziali
– lavoro neo-reichiano, la terapia primale, la pratica Gestaltica,
gruppi di incontro – dove nessuna sostanze psicoattiva è usata.
L’intensificazione drammatica dei sintomi psicosomatici ed
emotivi ed il disadattamento interpersonale, indicano che un
paziente si è avvicinato ad aree di importanti problemi inconsci.
Nella terapia con LSD, che approfondisce ed intensifica considerevolmente tutti i processi psicologici, questo meccanismo è
più evidente che nelle forme tradizionali di terapia, ma non è
in alcun modo specifica solo ad essa.
La comprensione delle dinamiche di base delle complicazioni
che si presentano nella psicoterapia con LSD, è essenziale per
la loro prevenzione e trattamento. Una parte importante di
questo lavoro deve essere fatta durante la preparazione per la
prima seduta con LSD. Il terapeuta deve spiegare chiaramente al
paziente che l’intensificazione dei sintomi, profondi turbamenti
emotivi, ed anche manifestazioni psicosomatiche nel corso della
terapia con LSD, non significano il fallimento del trattamento ma
sono parti significative e coerenti del processo. Tali fenomeni si
verificano prima di una svolta terapeutica . Un altro importante
messaggio che deve essere comunicato prima che la sostanza sia
somministrata, è che l’incidenza di queste complicazioni può essere considerevolmente ridotta da una costante interiorizzazione
delle sedute con LSD. Una piena esperienza di qualsiasi cosa
stia affiorando durante le sedute con la sostanza, ed il trovare
264
gli appropriati canali per scaricare le profonde energie represse,
sono di cruciale importanza per una terapia psichedelica sicura
ed efficace. È anche di essenziale importanza che i pazienti comprendano la funzione del lavoro durante il periodo terminale
della seduta sulle questioni irrisolte. La spiegazione della ragione
effettiva, dei principî di base e delle regole per la cooperazione,
accresce le possibilità di una buona integrazione delle sedute e
riduce l’incidenza di reazioni prolungate o flashback.
I principî fondamentali per condurre le sedute con LSD sono già
stati descritti e saranno solo brevemente riassunti. Un paziente
che si toglie la mascherina per evitare il confronto con il difficile materiale emotivo che sta emergendo, è probabile che non
abbia un rientro pacifico e sereno e dovrebbe essere preparato
per le difficoltà che si presenteranno nell’intervallo dopo la
seduta. Ugualmente, la riluttanza a lavorare con impegno sul
materiale incompleto nel periodo terminale della seduta, potrebbe significare un prolungato processo di integrazione con
l’investimento di tempo ed energia del terapeuta e del paziente
per i giorni a venire.
Anche se questi criteri vengono rispettati, non è possibile eliminare con assoluta certezza il ripresentarsi ritardato di vari effetti
collaterali avversi, sia emotivi che psicosomatici. Le esperienze
psichedeliche rappresentano interventi potenti nelle dinamiche
dell’inconscio e richiedono tempo per essere integrate. Anche
una seduta ben risolta potrebbe essere seguita da tardivi afflussi
di materiale inconscio addizionale, perché l’esperienza potrebbe
aver rimosso un importante blocco e reso accessibili nuovi contenuti che erano precedentemente repressi con successo.
Ricordo in questo contesto una similitudine molto bella e calzante che i miei pazienti cecoslovacchi usavano per descrivere
il processo. I tronchi dei boscaioli, che scorrono lungo un fiume, occasionalmente si ritrovano in una situazione nella quale
vanno a formare una barriera che ne ostruisce il flusso. Il loro
approccio a questa situazione non è di rimuovere ogni pezzo
sistematicamente, ma cercare ciò che è chiamato il tronco-chiave,
e di rimuoverlo con un gancio. Dopo questo intervento, i tronchi prendono a muoversi in un modo che infine ristabilisce il
265
libero flusso del fiume. Questo processo può richiedere giorni,
settimane, ma è reso possibile rimuovendo il blocco cruciale.
Ugualmente, le sedute con LSD possono eliminare i blocchi
dinamici nell’inconscio; questo apre la strada alla liberazione
emotiva, sebbene il suo processo effettivo possa estendersi su
un lungo periodo.
Per i pazienti che sono appropriatamente istruiti e guidati, queste
reazioni di solito non presentano seri problemi. Sono preparati
ad affrontare stati non ordinari di coscienza e li vedono come
finestre sul loro inconscio ed opportunità per l’esplorazione del
sé, piuttosto che come minacce per la loro sanità mentale. Dato
che il materiale emotivo tende ad affiorare in superficie nei periodi ipnagogico ed ipnopompo, non è difficile, concedendosi
un po’ di tempo, avvicinarsi a tali episodi come a “ micro-sedute”.
Un breve periodo di iperventilazione può aiutare ad attivare il
problema sottostante ed a facilitarne la risoluzione mediante una
più piena esperienza e scarica energetica. Questo approccio è di
gran lunga preferibile allo sforzo di sopprimere e controllare il
materiale emergente, che ne impedisce una soluzione duratura
ed imprigiona molta dell’energia del paziente. Di frequente,
emozioni difficili e sintomi fisici possono scomparire dopo
mezz’ora di lavoro introspettivo.
Questa situazione è più complicata se il materiale è così vicino
alla superficie e la sua carica affettiva così forte che tende ad
emergere nelle circostanze della vita quotidiana. In quel caso, il
paziente dovrebbe essere istruito a crearsi delle situazioni dove
è possibile affrontare ed esprimere qualsiasi cosa stia emergendo. Se non è possibile, dovrebbero essere programmate sedute
terapeutiche regolari ed un sistematico lavoro di manifestazione
delle questioni irrisolte con l’aiuto dei terapeuti. Le tecniche
usate in questo lavoro sono essenzialmente le stesse di quelle
descritte per il periodo terminale delle sedute con LSD. Dopo
un breve periodo di iperventilazione, che tende ad attivare in
maniera non specifica la struttura emotiva sottostante, i terapeuti
assistono il paziente accentuandone le sensazioni fisiche e gli stati
che già stanno sperimentando. In base alla natura del problema,
possono usare una combinazione di esercizi bioenergetici o altri
266
approcci neo-reichiani, la tecnica gestaltica, lo psicodramma, l’immaginazione guidata ed un profondo massaggio per mobilizzare
e lavorare sulle matrici non finite. La musica, specialmente i
pezzi che furono ascoltati nella seduta, può essere di grande
aiuto durante questo lavoro.
Se la terapia con LSD è condotta in una comunità terapeutica,
può essere molto utile coinvolgere un gruppo di co-pazienti nel
lavoro di manifestazione dell’inconscio. Per esempio, il gruppo
può attivare in un modo convincente l’esperienza dell’invasione
del canale di nascita, l’atmosfera della lotta tra la vita e la morte,
o il confortante e nutriente grembo. Occasionalmente, suoni
stimolanti o rilassanti prodotti dai membri del gruppo durante
questo lavoro possono essere molto efficaci. Gli individui in
questo gruppo potrebbero anche volontariamente offrirsi, o
essere scelti dal paziente o dal terapeuta per uno specifico ruolo
psicodrammatico – sostituire la madre, il padre, il fratello, la sorella, la compagna, il bambino, o il padrone. Questo approccio
non è solo efficace per lavorare su gestalt irrisolte, ma può anche
avere un effetto catalizzatore potente sulle persone partecipanti.
Non è raro che in queste condizioni le intense esperienze del
protagonista, possano far scattare reazioni emotive in alcuni degli
aiutanti. Il materiale e le osservazioni di tali episodi terapeutici, possono diventare un’importante aggiunta alle successive
sedute di gruppo. L’esperienza del ruolo di aiutante ha anche
un’importante funzione per l’autostima dei membri del gruppo
e contribuisce al loro senso di sicurezza. Gli sforzi collettivi di
questo tipo tendono a creare un senso di vicinanza, intimità ed
unione che contribuisce alla coesione sociale della comunità
terapeutica e al suo potenziale di guarigione.
Nei rari casi dove gli effetti collaterali avversi sono molto intensi
ed i pazienti diventano potenzialmente pericolosi per gli altri e
per se stessi, potrebbe essere necessario mantenerli nella struttura terapeutica per ventiquattro ore o fino a che queste reazioni
svaniscono. Infermieri e co-pazienti dovrebbero essere preparati
ad assumersi la responsabilità collettiva in queste situazioni, e
fornire assistenza continua e sorveglianza. Se il lavoro (senza
sostanza) fallisce nel portare i risultati desiderati è consigliabile
267
abbreviare l’intervallo libero ed avviare un’altra seduta con LSD
al più presto possibile, per completare la gestalt incompleta. Un
intervallo di meno di cinque o sette giorni tende a far decrescere l’intensità e l’efficacia terapeutica della seduta successiva,
a ragione della tolleranza biologica incorsa con la precedente
somministrazione di LSD.
In casi di particolare resistenza il terapeuta potrebbe decidere
di ricorrere all’uso di altre sostanze farmacologiche. I tranquillizzanti maggiori dovrebbero essere evitati, dato che il loro
effetto è contrario alla strategia di base di qualsiasi approccio di
manifestazione e alla terapia psichedelica in particolare. Inibendo il processo, offuscando l’esperienza ed oscurando la natura
del problema sottostante, ne impediscono la risoluzione. Nei
casi nei quali il materiale inconscio è prossimo alla superficie,
ma è bloccato da una barriera di intensa resistenza psicologica,
l’inalazione del composto di Meduna (Meduna’s misture – trenta
percento di biossido di carbonio e settanta percento di ossigeno
) può essere molto utile. Poche inalazioni di questo composto,
possono causare una breve ma potente attivazione della matrice
inconscia sottostante e facilitare un significativo passo in avanti.
Una seduta con Ritaline (40-100 milligrammi) può occasionalmente aiutare nell’integrazione del materiale di una precedente
seduta con LSD. Le sostanze psichedeliche con una affinità ai
sistemi dinamici positivi, come il tetraidrocannabinolo (THC)
o metilenediossianfetamina ( MDA) possono essere usate con
vantaggio. Una sostanza che promette prodigi in questa direzione ma non è stata sufficientemente sperimentata, è la ketamina
(Ketalar). Si tratta di una sostanza approvata per scopi medici,
che è stata usata dai chirurghi per la anestesia generale 2. Questa
anestesia è di tipo dissociativo ed è molto differente da quella
indotta dagli anestetici convenzionali. Sotto l’influenza della
ketamina la coscienza non è rimossa ma profondamente alterata
e drasticamente riconcentrata. Induce uno stato fuori dal corpo,
nel quale il paziente perde il contatto con la realtà esterna e viene
coinvolto in varie avventure cosmiche, ad un livello che rende
possibile le operazioni chirurgiche. I dosaggi ottimali per gli scopi psichedelici sono relativamente piccoli, 50-150 milligrammi,
268
che è circa da un dodicesimo ad un sesto della dose anestetica
standard. L’effetto psicoattivo anche con questo basso dosaggio
è così potente che catapulta il paziente oltre il punto di impasse
della precedente seduta con LSD, e può agevolarlo a raggiungere
un miglior livello di integrazione. Questo approccio dovrebbe
essere esplorato con soggetti che hanno sviluppato stati psicotici
di lungo periodo come risultato di una auto-sperimentazione
con LSD non controllata.
269
Note
1 Dato che il livello più profondo della MPB II comprende esperienze
descritte da molte religioni come l’essere all’inferno, alcuni riferimenti
ai sistemi spirituali sembrano appropriati a questo punto. L’inferno è
definito multiculturalmente come comprendente torture insopportabili
senza fine; è una esperienza di eterna sofferenza. L’elemento di disperazione è un attributo d’esperienza necessario dell’inferno; l’esperienza
di enorme sofferenza fisica ed emotiva dove invece c’è speranza di
liberazione non è l’inferno, ma il purgatorio . Sembra che la teologia
della tradizione cristiana abbia fatto lo stesso errore di alcuni pazienti
sotto LSD e confuso il tempo psicologico con il tempo d’orologio. Nei
sistemi spirituali che hanno una più profonda comprensione della coscienza, come l’Induismo ed il Buddhismo, non si rimane eternamente
all’inferno o nel paradiso; quando si sperimentano stati infernali o
paradisiaci, si vivono soggettivamente come se dovessero durare per
sempre. L’eternità non dovrebbe essere confusa con un periodo infinitamente lungo di tempo storico. È uno stato dove il tempo lineare è
trasceso nell’esperienza e cessa di esistere.
2 Negli ultimi anni c’è stata una tendenza tra i chirurghi ad usare la
ketamina solo nei bambini e nelle persone anziane nonostante la sua
sicurezza biologica ed i particolari vantaggi come anestetico. La ragione
di ciò è stato il verificarsi di alcuni stati psicologici durante il risveglio che
sono stati chiamati fenomeni di emergenza. Questo riflette l’ignoranza
di base sulla natura degli effetti della ketamina. Dato che le straordinarie
esperienze di tipo psichedelico sono la più profonda essenza dell’azione
della ketamina, ogni somministrazione di questa sostanza dovrebbe
essere preceduta da specifiche indicazioni che rendano chiaro che si
sta per adoperare un anestetico di tipo molto insolito.
270
La rappresentazione fatta da un paziente, della dinamica e colorata
visualizzazione di schemi ornamentali che caratterizza la fase iniziale
in una seduta psichedelica
271
Trasformazioni illusorie sotto l’influenza dell’LSD. Due rappresentazioni di una infermiera psichiatrica vista nei suoi abiti normali.
272
Sopra.
La svolta psichedelica durante
un’esperienza perinatale. La
parte inferiore del quadro
mostra un area scatologica
che la paziente descrive come
‘il pantano’ del suo inconscio:
numerosi animali pericolosi
rappresentano le emozioni
negative. Nella parte superiore un cele- stiale tunnel
blu simbolizza la rinascita e
la trascendenza. La paziente
è seduta su un animale simile
ad un delfino, reso amichevole dalla presenza dell’elemento divino. Lei è rappresentata
come una piccola e nuda
principessa con una corona
dorata, una bambina divina.
Questa esperienza era collegata al momento della nascita
biologica.
Sotto.
Le influenze provenienti dal
mondo esterno distruggono
lo stato positivo da poco
raggiunto; ad un livello più
profondo le contrazioni uterine invadono la pace oceanica
273
La transizione dalla MPB III alla MPB IV.
Una gigantesca e minacciosa figura simile
ad un Golem impedisce l’accesso alla
fonte di luce.
Il soggetto in una
fase successiva è
di fronte al sole nascente e lo abbraccia (dalla collezione
del dr. Milan Hausner,
Praga).
274
In una esperienza della
fase finale del processo di
morte-rinascita, il paziente è attaccato da feroci
uccelli predatori mentre
si arrampica su una ripida
montagna verso il sole.
La transizione dalla MPB III
alla MPB IV nel contesto del
processo di morte-rinascita.
La sezione in basso rappresenta le forze oscure, opprimenti e la parte superiore
la fonte cosmica di luce. La
parte centrale simbolizza
l’agonia fisica ed emotiva
determinata dall’apertura
del chakra del cuore. Il cuore
fiammeggiante con il disegno a piuma di pavone, si
protende oltre ogni limite
immaginabile.
275
Una esperienza perinatale di nausea abissale.
Mostra il soggetto nudo,
malato, abbattuto, che
vomita dentro un gigantesco corridoio va-
Una rappresentazione di tortura, mutilazione
e privazione dei
propri organi di
senso; sperimentata nel contesto
del processo pe-
276
A
B
C
D
277
Una eccezionale sequenza di quadri che illustrano la trasformazione dei
genitali materni da strumento brutale a simbolo di sicurezza, bellezza e
trascendenza.
altra pagina A. La vagina partoriente come combinazione di una prigione,
di una camera delle torture e di una gigantesco torchio.
altra pagina B. I genitali visti come deformi e disgustosi ( la ‘ vagina di
Kali ‘ ).
altra pagina C. In una fase più avanzata del processo di nascita, l’enfasi si
sposta dagli aspetti spaventosi e biologici a quelli decorativi e ad un calmo
flusso di energia cosmica attraverso l’organo.
altra pagina D. le caratteristiche della vagina sono quasi scomparse in una
gloriosa aureola a forma di coda di pavone.
Sopra. L’ultimo quadro della serie, rappresenta l’esperienza finale della
nascita biologica e spirituale. Il soggetto appare in un mandala a forma di
coda di pavone, incorniciato da un aureola di fuoco purificatore; il soggetto è sorretto, protetto e nutrito da mani divine. La vagina di sua madre, i
suoi genitali e le mani della Divinità che la sostengono, portano identici
ornamenti di pavone.
278
Un’esperienza di morte e rinascita in una seduta perinatale. Il corpo del
soggetto si eleva alla luce dal regno dell’oscurità (dei cimiteri, delle casse
da morto e delle candele); le sue braccia si protendono per abbracciare il
sole, la sua testa si fonde con la sorgente trascendentale.
279
Un’esperienza di soverchiante
minaccia, che provoca anche
disgusto. L’ elemento di pericolo era associato ad un mostro simile ad un uccello nella
metà superiore del quadro, le
sensazioni di repulsione con
‘la rognosa coda di topo‘ in
Una terrificante visione
di un incontro con il demonio,
il “Signore dell’Inferno”.
280
Tre illustrazioni del ruolo del simbolismo del serpente
nel processo di morte-rinascita.
Una profonda ansia è associata
con la visione di serpenti velenosi e pericolosi, con i denti
esposti e lingue biforcute.
Gli elementi serpentini sono
ancora presenti ma la paziente può immaginare la
possibilità di fuggire a questa situazione; la ‘ tana del
serpente ‘ senza uscita si è
trasformata in un tunnel e la
paziente può vedere la luce
alla fine di esso.
281
Una rappresentazione di ciò che i terapeuti dell’LSD chiamano ‘svolta psichedelica’. L’ essenza della personalità del paziente da poco raggiunta, è
rappresentata da un embrione umano e da un seme germinante, ambedue
simbolizzanti la prospettiva di una nuova vita, di un nuovo inizio. Il serpente
ora rappresenta le forze nel proprio inconscio che potrebbero mettere in
pericolo e distruggere questo stato oceanico di coscienza.
282
Un’esperienza estatica di epifania divina successiva alla morte dell’ego. La
paziente si sentì sommersa dall’amore trascendentale e da una luce di indescrivibile splendore; le sue sensazioni profonde di alienazione si dissolsero
e per la prima volta nella sua vita ebbe la sensazione di “ essere parte”.
283
‘ Il flagellante’ è il titolo di questo tentativo di rappresentare l’esperienza di
estasi vulcanica caratterizzante le fasi finali del processo di morte-rinascita
(MPB III), dove la sofferenza ed il piacere si fondono in un amalgama inestricabile. Varie parti del quadro possono essere percepite collegate sia alla
sofferenza fisica che al piacere dei sensi; ferite con carne dilaniata, perdita
e tracce di sangue dopo le flagellazioni o bei motivi di tessuti esotici e di
tappeti persiani.
284
L’ esperienza di estasi vulcanica nelle sedute perinatali è frequentemente
associata con visioni di fuoco purificatore (pirocatarsi). Durante il rilascio di
enormi quantità di energia distruttiva, i soggetti sotto LSD si identificano
con vulcani in eruzione, esplosioni atomiche, reazioni termonucleari, ed
addirittura con catastrofi cosmiche.
285
Gli ultimi secondi prima della nascita biologica e spirituale in una seduta
con LSD. L’area triangolare al centro del quadro è dove la cima della testa
o vortice passa attraverso; la corrente altamente carica di energia, riflette
l’estrema tensione che è tipicamente associata con questo momento.
Gli individui affrontano il rilascio finale delle aspettative di esperienza di
catastrofi apocalittiche, come la paura di una esplosione imminente nella
quale l’intero mondo verrà annichilito.
286
Una rappresentazione dell’identificazione con l’universo. Questa esperienza, tratta da una fase progredita della psicoterapia con LSD, è associata a
rapimento estatico e visioni di processi cosmici di dimensioni galattiche.
287
Identificazione con il Cristo crocifisso nel contesto della MPB III
Gesù circondato dall’odio della
folla ostile.
I brutali aspetti biologici
della crocifissione.
L’ira, che sarebbe una appropriata
reazione umana alle torture che
furono inflitte a Gesù.
288
Tre manifestazioni dello stesso tema espresso nei livelli
psicodinamico, perinatale e transpersonale
‘Pega’, un compagno immaginario importante nell’infanzia del soggetto.
Soldati in costumi antichi sono schiacciati tra due enormi cilindri. In
questo simbolo, fondamentalmente perinatale, i soldati rappresentano
gli elementi di una sottostante esperienza transpersonale che è indicata
nell’ultimo disegno.
289
Una spedizione militare di un antico (africano?) esercito. L’immagine di
‘Pega’ ora ricompare come motivo nello stendardo.
Le energie esplosive e le emozioni
soverchianti coinvolte nelle fasi
finali del rivelarsi perinatale
(MPB III).
290
La connessione tra questo processo
e l’apertura del chakra del cuore.
L’esperienza, durante una seduta
transpersonale, di elementi dell’inconscio collettivo. Il paziente diventava un membro di una antica cultura
di cui non sapeva identificare il nome,
il periodo storico e la collocazione
geografica. Tuttavia, fu capace di
disegnarla e dipingerla nel suo stile
artistico
291
Tre quadri raffiguranti coscienza embrionale
a livello dei tessuti e delle cellule.
Una iniziale esperienza intrauterina con la consapevolezza
della circolazione placentare ed
un senso di articolata comunicazione con l’organismo materno.
Consapevolezza del rapido
sviluppo dei tessuti dentro lo
stesso embrione; l’energia chimica dei processi metabolici è
vista come una esplosione di
luce dorata.
292
L’esperienza conscia delle cellule individuali costituenti i tessuti embrionali.
Questa è associata con l’intuizione che la coscienza non è limitata al cervello
umano, ma pervade tutte le manifestazioni di vita.
293
Entità archetipiche demoniche visualizzate
durante le sedute transpersonali.
Un dragone stilizzato di dimensioni cosmiche, che rappresenta
il principio del male metafisico.
Immagine di una creatura alata
demoniaca che protegge la fonte di luce divina ed impedisce
al soggetto di raggiungerla ed
unirsi ad essa.
294
Una serie di quadri tratti da sedute transpersonali che rappresentano
intuizioni sulla natura della realtà e la relazione tra
l’ego, il Sé e l’universo.
‘Attraverso la sofferenza al Sole Nero’, la manifestazione del nucleo più
essenziale dell’esistenza umana, il Sé divino. È simbolizzato dal Sole Nero
che, diversamente dal sol niger dell’alchimia, è associato con la beatitudine
trascendentale. Le bande rosse rappresentano la sofferenza che deve essere
sopportata in modo da realizzare la propria reale natura.
295
Il Sole Nero è qui indicato come la fonte ultima dell’energia creativa nel
cosmo. In combinazione con il quadro precedente questo stimola l’idea dell’
“Oltre dentro (Beyond Within) “, l’identità essenziale tra il Sé individuale ed il
Sé universale. L’intuizione mostra una somiglianza con la concezione Indù
che collega Jiva con l’Atma-Brahma ed è particolarmente sorprendente in
quanto il soggetto non aveva familiarità con la filosofia Indiana.
296
Il processo della creazione e la sua relazione con l’individuo così come con
il Sé universale. Il flusso della cosmica creativa ‘energia-consapevolezza’
emana dalla sua fonte, il Sole Nero, e genera l’infinita ricchezza delle forme.
In questo caso gli elementi creati sono legati al regno vegetale; alberi in
fiore, prati fioriti e gruppi di piante acquatiche.
297
Il processo di creazione cosmica espressa dall’attività vulcanica. La paziente,
che nel processo perinatale aveva sperimentato la potenza distruttiva dei
vulcani, stava ora apprezzando il potenziale creativo nel dar forma alle
montagne del magma incandescente. Lo associò allo stato primordiale ed
intermedio tra la coscienza e la materia, dal quale tutte le forme emergono
e nel quale infine fanno ritorno.
298
Motivi legati alla tradizione Indiana del Nord America; tratti da sedute
transpersonali.
299
Motivi egiziani da una seduta progredita con LSD di un soggetto che
aveva esperienze spontanee di Kundalini nella sua vita quotidiana.
Intuizione delle somiglianze tra
la concezione Indiana del potere del serpente ed il simbolismo Egiziano comprendente
i serpenti. Un’enfasi speciale
era posta sul parallelo tra il
sistema dei chakra ed il djed
o colonna vertebrale di Osiris
e la relazione tra l’apertura del
terzo occhio ed il simbolo del
uraeus.
Il blocco dell’energia di Kundalini
nell’occhio sinistro è collegato al
simbolismo dell’occhio di Horus
(occhio udjat) .
L’occhio del soggetto, mentre
guarda il sorgere del sole, è trasformato in una combinazione
tra l’occhio udjat e il disco solare
alato della mitologia Egiziana.
300
6 - DECORSO
della PSICOTERAPIA con LSD
Cambiamenti nel contenuto delle sedute psichedeliche
Cambiamenti emotivi e psicosomatici negli intervalli post-seduta
Cambiamenti di lungo termine nella struttura della personalità, visione
del mondo e nella gerarchia dei valori di base
La discussione sullo svolgimento della psicoterapia con LSD
presentata in questo capitolo è basata sulle osservazioni fatte
durante uno studio condotto all’Istituto di Ricerca Psichiatrica di
Praga tra gli anni 1960 e 1967. Si trattava di un progetto clinico
di esplorazione del potenziale dell’LSD per la diagnosi della
personalità e come aiuto per la psicoterapia. L’orientamento
nelle primissime fasi di questo studio era psicolitico; tuttavia, nel
corso del lavoro, molti dei principî dell’approccio psichedelico
furono scoperti ed assimilati nella procedura di trattamento. I
più importanti di essi furono l’aumento dei dosaggi, l’interiorizzazione del processo, l’ascolto della musica e la comprensione del
potenziale curativo delle esperienze perinatali e transpersonali.
Il risultato finale fu il metodo terapeutico di utilizzo dell’LSD
descritto in questo libro.
Molti dei soggetti erano pazienti psichiatrici, sebbene psichiatri,
psicologi, infermieri psichiatrici, scienziati di varie discipline
ed artisti, furono occasionalmente coinvolti in serie di sedute
con LSD fuori dal contesto terapeutico, per training ma anche
per autoesplorazione. Nel selezionare i pazienti seguimmo tre
criteri. Volevamo che i principali quadri nosografici fossero
rappresentati nel nostro studio, per valutare indicazioni e
controindicazioni per questo tipo di terapia e per esplorare se
301
l’azione dell’LSD avesse specifiche caratteristiche collegate alla
diagnosi clinica ed alla struttura della personalità. C’era una inclinazione a scegliere pazienti che avevano gravi disordini cronici
e che non avevano risposto alle terapie convenzionali. Questo
rilievo sembrò fornirci una giustificazione etica per sottoporre
i pazienti al trattamento sperimentale con una nuova, potente
e poco conosciuta sostanza psicoattiva. Dato che un feedback di
alta qualità sui processi psichedelici e sui risultati terapeutici era
essenziale per la ricerca, tendevamo a scegliere persone con un
livello intellettuale al di sopra della media, un buon retroterra
culturale ed un’attitudine all’introspezione.
Tenemmo dettagliate registrazioni di ciascuna esperienza con
la sostanza, così come degli intervalli tra le sedute. Queste registrazioni provenivano principalmente da due fonti – i pazienti
stessi, e dai terapeuti che conducevano le sedute. Informazioni
addizionali erano fornite dagli infermieri e dai co-pazienti
che trascorrevano un po’ di tempo con i soggetti della ricerca
durante le ultime ore dell’esperienza psichedelica. Con l’aiuto
di due colleghi che si aggregarono successivamente, raccolsi
registrazioni delle sedute in serie di cinquantaquattro pazienti.
I dosaggi variavano tra i 150 ed i 450 microgrammi e il numero
complessivo di sedute con LSD per paziente era compreso tra
quindici e centotre.
Lo studio così coinvolse pazienti intelligenti, con una gamma di
gravi disordini emotivi e psicosomatici di natura cronica e fissa.
Tra le condizioni che trattammo con sedute seriali di LSD vi
erano depressioni inibite ed agitate, tutte le maggiori forme di
psiconevrosi, malattie psicosomatiche come l’asma, la psoriasi ed
emicranie, varie disfunzioni e deviazioni sessuali, dipendenza da
alcool e sostanze narcotiche, disordini del carattere, stati psicotici
borderline e molti pazienti con manifesti sintomi schizofrenici. Più
tardi, quando stavo conducendo il progetto di ricerca psichedelica
al Centro di Ricerca Psichiatrica del Maryland a Baltimora, ebbi anche
l’opportunità di condurre sedute in serie con LSD con malati di
cancro. La varietà dei soggetti e delle circostanze, rese possibile
pervenire a conclusioni generali sullo svolgimento naturale della
psicoterapia con LSD, così come sulle strategie terapeutiche che
302
possono avere un’influenza favorevole.
Registrare dettagliatamente le esperienze psichedeliche e gli
intervalli tra le sedute, è una parte importante della psicoterapia
con LSD. È essenziale per gli scopi della ricerca, se si intende trarre delle conclusioni generali ed usare le osservazioni come base
per la riflessione teoretica. Buone e dettagliate registrazioni sono
anche utili nella pratica clinica quotidiana. Un terapeuta che
tratta un gran numero di pazienti in sedute seriali con LSD, di
solito dimentica molti dettagli, ed anche i pazienti non ricordano
tutte le sequenze dalle loro precedenti esperienze psichedeliche.
Materiale emerso nelle prime sedute inaspettatamente acquista
nuovo significato alla luce di successivi episodi; registrazioni
affidabili possono essere di aiuto in queste circostanze. Ciò è
anche più evidente se il paziente ha documentato il corso della
sua terapia con disegni e quadri.
Durante la mia ricerca, un attento studio retrospettivo delle
registrazioni, rivelò collegamenti che mi erano sfuggiti nel
trattamento che si estendeva per mesi o anni. Riguardando e
ricostruendo il manifestarsi del processo psichedelico di ciascun
singolo individuo come si rifletteva nelle annotazioni, potevo
riconoscere certi temi ripetitivi, certi nuclei d’esperienza ricorrenti, importanti tendenze sottostanti, fasi tipiche e caratteristici
punti di svolta. Ciò mi portò ad importanti intuizioni sulla natura
e lo svolgimento dell’azione dell’LSD in individui specifici e
permise la comparazione con scoperte significative dai dati di
altri pazienti. In seguito ciò fornì una iniziale cartografia dello
spazio interiore, reso accessibile dall’LSD e così estese il modello
dell’inconscio umano. Gettò nuova luce anche sulle caratteristiche dei processi di trasformazione psichica.
Nel testo che seguirà, discuteremo in dettaglio i processi di
manifestazione, durante lo svolgimento della terapia con LSD,
concentrando l’attenzione su tre importanti aspetti:
a) cambiamenti nel contenuto delle sedute psichedeliche;
b) cambiamenti emotivi e psicosomatici negli intervalli postseduta;
c) cambiamenti di lungo termine nella struttura della personalità, nella visione del mondo e nella gerarchia dei valori di base.
303
CA M B IA M ENTI NEL CONTENUTO DELLE SEDUTE PSI CHEDELICHE
Nella prima parte di questo libro, abbiamo considerato i fenomeni astratti, psicodinamici, perinatali e transpersonali come
le quattro categorie principali delle esperienze che si verificano
nelle sedute con LSD. La sistemazione delle matrici generative
di queste modalità d’esperienza e la loro interconnessione sono
intricate e complesse. Non possono essere ridotte a nessun
modello lineare, e sono meglio comprese in termini olonomici
1
. Non è preciso parlare di un inconscio stratificato e definire
alcune delle sue manifestazioni più superficiali di altre. Tuttavia
nel lavoro clinico quotidiano con l’LSD, alcuni di questi fenomeni sembrano essere generalmente più accessibili di altri, e
nelle sedute psichedeliche in serie tendono ad emergere in un
certa sequenza caratteristica.
Nelle prime sedute con LSD, specialmente se il dosaggio è tenuto tra i 100-150 microgrammi, vi è di solito una preponderanza
delle esperienze astratte di vario tipo. Con gli occhi chiusi, molti
soggetti sotto LSD hanno visioni incredibilmente ricche di colore, di disegni geometrici, forme architettoniche, configurazioni
caleidoscopiche, fontane magiche o di bizzarri fuochi d’artificio.
Talvolta, questo può prendere forme più complesse: l’interno di
enormi templi, navate di cattedrali gotiche, cupole di moschee
monumentali o decorazioni dei palazzi moreschi. Quando gli
occhi sono aperti, l’ambiente appare in un movimento fluido o
ritmicamente ondulato. I colori sono insolitamente brillanti ed
esplosivi, contrastano molto di più del solito, ed il mondo può
essere percepito nel modo nel quale è stato caratterizzato da vari
movimenti dell’arte moderna, come impressionismo, cubismo,
surrealismo o iperrealismo. Qualche volta oggetti inanimati
sono descritti come se prendessero vita; altre volte il mondo
intero può apparire geometrico e decorato. Probabilmente i
fenomeni percettivi più interessanti in questo gruppo, sono le
illusioni ottiche. I vari elementi ordinari dell’ambiente posso304
no essere trasformati in animali fantastici, volti grotteschi o in
scenari esotici. Sebbene i cambiamenti della percezione sono
più sorprendenti nella sfera ottica, possono riguardare anche
l’udito, il tatto, l’odorato o il gusto. Occorrenze caratteristiche
in questa fase sono le sinestesie, nelle quali gli stimoli esterni
producono risposte negli organi sensoriali non appropriate, non
corrispondenti: così i soggetti sotto LSD possono riferire certi
fenomeni straordinari come vedere la musica, udire il dolore,
o assaporare i colori.
Le suddette esperienze, sebbene affascinanti dal punto di vista
estetico ed artistico, sembrano avere una piccolissima rilevanza
dal punto di vista terapeutico, per l’esplorazione del sé e per la
crescita personale. Gli aspetti più importanti di queste esperienze possono essere spiegate in termini fisiologici come risultato
della stimolazione chimica degli organi di senso e riflettenti la
loro struttura anatomica e caratteristiche funzionali. Molti di
essi possono essere prodotti mediante anossia, iperventilazione,
inalazione di biossido di carbonio, o attraverso diversi mezzi
fisici, come pressione meccanica sul globo oculare, stimolazione
elettrica del sistema visivo ed esposizione alla luce stroboscopia o
a suoni di varie frequenze. I soggetti sotto LSD occasionalmente
riferiscono fenomeni nella vita quotidiana che si avvicinano a
queste esperienze. Così lo schermo della televisione non sintonizzato, può produrre un duplicato analogo alla distorsione
visiva o alla geometrizzazione di una immagine. Ugualmente, i
cambiamenti acustici illusori prodotti dall’LSD possono essere
simulati da una radio che sta producendo i rumori delle bande
intermedie tra due stazioni.
Visioni di schemi geometrici sono così comuni nelle sedute a
basso dosaggio di LSD che furono inizialmente considerate una
reazione tipica e regolare alla sostanza. Comunque, tendono a
scomparire dalle sedute quando la dose aumenta o la som- ministrazione dell’LSD viene ripetuta. Questa è una osservazione
che non è facile da spiegare. È probabile che rappresentino
la ripetizione dei fenomeni sensoriali indotti dalla mancanza
di ossigeno durante il parto, e così costituiscono il livello più
superficiale del ricordo della nascita. La loro affinità alla ter305
za matrice perinatale sembra andare in questa direzione. Per
prevenire malintesi, è importante sottolineare che non tutte le
esperienze astratte e geometriche nelle sedute con LSD appartengono a questa categoria. I soggetti sotto LSD possono avere
varie visioni di natura geometrica nelle sedute transpersonali
progredite. Questi due tipi di visioni geometriche sono differenti
e possono essere facilmente distinte l’una dall’altra. Le immagini geometriche superiori sono legate a specifiche forme del
micro e macrocosmo o rappresentano elementi di geometrie
spirituali. Visioni tipiche di questa categoria rappresentano
strutture atomiche e molecolari, elementi cellulari e di tessuti,
conchiglie (strutture a spirale), alveari (strutture a nido d’ape),
fiori ed alberi in fioritura, o diversi simboli universali e complessi mandala. Il ricco contenuto filosofico e spirituale di questi
fenomeni chiaramente li distingue dalle esperienze astratte ed
estetiche descritte prima.
Qualche volta, i cambiamenti sensoriali possono assumere una
qualità emotiva ed anche un contenuto specifico. Possono diventare violenti, pericolosi ed aggressivi, di un colore rosso scuro
che suggerisce incidenti, operazioni, assassini, o incesto. I loro
colori potrebbero essere fecali con sensazioni di repulsione,
disgusto o vergogna. Altre forme e colori delle visioni astratte,
possono essere percepite come lascive e oscene o molto sensuali, sessualmente stimolanti e seducenti. Ugualmente, calde,
morbide e lenitive, possono evocative il mondo dell’infanzia.
Tali qualità riflettono sempre un sottostante materiale biografico emotivamente rilevante. Lo stesso vale per i cambiamenti
percettivi in altre aree, sia che essi avvengano spontaneamente
o come specifica trasformazione illusoria di qualche concreto
input sensoriale. Le esperienze di questo tipo rappresentano una
transizione dal livello astratto a quello psicodinamico.
Nello studio della terapia psicolitica a Praga, molti pazienti
ebbero, nelle fasi iniziali delle loro sedute di trattamento con
LSD, elementi astratti e psicodinamici in varie combinazioni e
dimensioni. Con il crescere del numero delle sedute, i fenomeni
astratti progressivamente scomparvero ed il processo si concentrò sulla complessa esplorazione del sé a livello biografico. Alcuni
306
aspetti delle sedute psicodinamiche rappresentavano il rivivere
eventi emotivamente importanti della vita dell’individuo, dalla
primissima infanzia, da altri periodi o anche dal recente passato.
La maggior parte delle esperienze a questo livello potevano essere identificate, immediatamente o in periodi successivi, come
derivati di tale materiale biografico. La decifrazione di queste
complesse formazioni spesso si verificava spontaneamente nel
corso della terapia con LSD quando si poteva risalire alle loro
fonti originarie. Comunque, dato che questi fenomeni psicodinamici hanno una struttura simile ai sogni, possono essere
anche soggette ad ulteriore analisi con le varie tecniche usate
nell’interpretazione dei sogni.
La comprensione del contenuto e delle dinamiche delle sedute
con LSD a questo livello, è facilitata se pensiamo in termini di
specifiche costellazioni di ricordi, o sistemi COEX , che sono stati
descritti precedentemente. Questi aiutano a spiegare l’altrimenti
enigmatica osservazione che nelle sedute con LSD successive, il
contenuto tende a subire un cambiamento costante, sebbene la
struttura complessiva dell’esperienza, la qualità delle emozioni e
i sintomi psicosomatici associati, possono rimanere relativamente stabili per lunghi periodi di tempo. Ciò riflette il fatto che
ogni sistema COEX ha un tema generale che lo caratterizza, ma
ciascuno degli strati storici rappresenta una concreta e specifica
versione di questo tema concatenato a molti dettagli biografici.
Non appena l’intero sistema COEX è scoperto, i cambiamenti
nel contenuto specifico delle sedute (e le corrispondenti trasformazioni illusorie del terapeuta e del setting) possono essere
retrospettivamente comprese come espressione dei vari livelli
storici. Con un po’ di esperienza clinica, è anche possibile
usare la conoscenza dei sistemi COEX per prevedere la natura
approssimativa delle esperienze nei loro strati più profondi
prima che questi si siano concretamente manifestati nel processo con l’LSD. Come abbiamo discusso prima, la concezione
delle costellazioni COEX, e dei sistemi dinamici di controllo
in generale, è particolarmente utile per la comprensione delle
complicazioni dalla somministrazione di LSD, come le reazioni
prolungate o le ricorrenze.
307
Nella nostra ricerca a Praga, il contenuto delle sedute psicodi- namiche tendeva a svilupparsi, a grandi linee, dal rivivere
ricordi traumatici di natura psicologica ai ricordi di gravi malattie, operazioni ed incidenti. Questo potrebbe essere inteso
in termini statistici, come la tendenza in un gran numero di
pazienti; non significa che questo sviluppo sia assolutamente
lineare o che è vincolante per ogni singolo individuo o per
ogni circostanza di trattamento. Ad una certa fase del loro
trattamento con LSD, molti pazienti si spostavano dai conflitti,
problemi e ricordi di eventi emotivamente rilevanti, al rivivere
situazioni che avevano messo in pericolo la loro sopravvivenza
o integrità fisica. Eventi di minaccia biologica e di gravi traumi
psicologici nella primissima infanzia, sembrano rappresentare
un collegamento tematico tra il livello biografico ed il livello
perinatale dell’inconscio. Dato che c’è solitamente una considerevole sovrapposizione d’esperienze tra questi due livelli, la
transizione potrebbe essere graduale e quasi impercettibile. Così,
molti pazienti sotto LSD che stavano rivivendo episodi di quasi
annegamento, difterite, pertosse, polmonite, o tonsillectomia,
improvvisamente riconobbero che alcuni dei dolori, paure e
soffocamento, che sembravano legati a questi eventi biografici
erano concretamente parte del trauma della nascita. Ugualmente, altri pazienti che stavano penetrando nella collera violenta,
apparentemente legata ai primi disturbi orali, riconobbero che
parte dell’enorme aggressività che avevano attribuito alla loro
insoddisfazione infantile legata alle condizioni di allattamento,
era, ad un livello più profondo, associata con la lotta per la nascita. Nel contesto perinatale, la tensione e chiusura delle fauci che
caratterizza l’aggressione orale, apparve essere una situazione
naturale nella fase finale della nascita, dove la testa è schiacciata
contro le pareti del canale di nascita. Un terapeuta esperto può
così riconoscere gli elementi perinatali dietro certe reazioni
emotive e manifestazioni psicosomatiche che il paziente associa a vari ricordi dell’infanzia. Quando le sedute psichedeliche
hanno una continuità, prima o poi, ciascun singolo soggetto
sotto LSD trascende la fase biografica e si sposta nell’area perinatale. Il numero di sedute necessarie per questo processo
308
varia considerevolmente da un individuo all’altro. In generale,
nel contesto dello studio psicolitico condotto a Praga, i soggetti
senza seri problemi emotivi passavano un tempo molto breve
nell’affrontare il materiale biografico e si spostavano relativamente presto alle questioni connesse al morire ed al nascere,
alla riflessione filosofica sul significato della vita umana, e alla
scoperta delle dimensioni spirituali dell’esistenza. Viceversa, i
pazienti psichiatrici con gravi problemi nevrotici e psicosomatici,
talvolta avevano bisogno dalle venti alle trenta sedute prima di
entrare pienamente nei reami del processo di morte-rinascita.
Retrospettivamente, molti di essi compresero che la loro fissazione al livello psicodinamico era stata di natura difensiva; stavano
cercando di evitare il più spaventevole materiale perinatale.
Questo atteggiamento era certamente supportato ed incoraggiato dall’ enfasi esclusiva sui dati biografici implicita all’iniziale
orientamento freudiano dei terapeuti. Il tempo necessario per il
lavoro psicodinamico può essere considerevolmente abbreviato
se i terapeuti hanno familiarità con le dimensioni perinatali e
transpersonali dell’esperienza psichedelica e si trovano a loro
agio con esse.
Non appena i pazienti sono coinvolti nel processo di morte-rinascita, l’attenzione delle sedute con LSD si sposta sulle manifestazioni perinatali, con tutte le loro ramificazioni e sfumature. In
generale, questo processo consiste in esperienze comprendenti
il simbolismo delle matrici perinatali individuali. Non siamo stati
capaci di individuare nessuno schema universale o regolarità ed
ordine nel quale queste matrici sono affrontate. Alcuni soggetti
hanno accesso diretto agli elementi della MPB I ed ai fenomeni transpersonali prima di confrontarsi con gli elementi delle
matrici perinatali negative. L’accesso alla MPB IV e I aumenta
in seguito al lavoro che i soggetti svolgono sugli aspetti difficili
della MPB II e III. In generale, gli schemi delle successioni
perinatali sono molto individuali: i fattori che li determinano
sono complessi ed al momento poco compresi. Le circostanze
del processo biologico di nascita e le caratteristiche specifiche
della storia individuale che hanno rinforzato ed accentuato
certe sfaccettature del trauma della nascita, sembrano essere di
309
considerevole importanza in questo senso.
In aggiunta, una varietà di fattori esterni sembra essere ugualmente decisiva. Ciò comprende la personalità del terapeuta, il
suo orientamento e il suo approccio terapeutico, e gli elementi
del set e del setting nel senso più ampio. Varie osservazioni, inoltre,
suggeriscono un’incidenza delle influenze delle stagione e degli
eventi nel calendario, come compleanni, anniversari importanti,
il Natale, o Pasqua. A volte elementi interessanti vengono attinti
dalla carta astrologica del soggetto e dal transito dei pianeti 2,
e l’area forse più feconda per la futura ricerca potrebbe essere
quella delle determinanti cosmobiologiche delle sedute psichedeliche in generale e del processo perinatale in particolare.
Mentre l’attenzione è sul livello perinatale, molti importanti
episodi legati alle matrici individuali possono essere sperimentati
in una singola seduta. Tuttavia, in ognuna di queste sequenze
l’enfasi è su un aspetto differente, su una sfaccettatura, o livello del principale schema d’esperienza. In alcune sequenze
comprendenti le matrici negative, l’attenzione è sulla qualità
delle emozioni, come depressione, ansia, senso di colpa, rabbia,
aggressività, o repulsione. In altre l’accento può essere su manifestazioni psicosomatiche – una sensazione di soffocamento,
pressione sulla testa o sul corpo, diversi dolori fisici, scarica di
tensione in tremori, nausea e vomito, o difficoltà cardiache. In
aggiunta, ciascuna fase del processo perinatale può essere sperimentata su livelli differenti, da allusioni simboliche, a sequenze
di natura primordiale ed elementare che hanno dimensioni
sconvolgenti. La ricchezza è aumentata dal fatto che il processo
comprende una varietà infinita di materiale, proveniente dalla
biologia, zoologia, antropologia, storia, mitologia e religione.
Questi elementi contribuiscono anche al contenuto delle matrici
perinatali positive, le cui manifestazioni emotive e fisiologiche
sono molto più uniformi e semplici di quelle negative. Per
queste ragioni, le sedute psichedeliche che si concentrano sul
processo di morte-rinascita non solo hanno un grande potenziale
terapeutico, ma sono anche una fonte di incalcolabili intuizioni
scientifiche, sociopolitiche, filosofiche e spirituali.
310
Una complessa esperienza combinante sensazioni di costrizione con dolorose sensazioni genitali ed ombelicali. Rappresenta l’origine del complesso
di castrazione e le sue radici nel trauma della nascita.
311
Gli orrori del trauma della nascita. Mostri simili ad uccelli assediano l’indifeso
e fragile feto appeso in cima alla volta uterina al suo cordone ombelicale. I
loro artigli e becchi giganteschi simbolizzano le distruttive forze biologiche
del parto.
Sebbene i soggetti sotto LSD possano avere ripetute esperienze
312
di morte e rinascita in una singola esperienza psichedelica, di
solito ci vogliono molte sedute prima che questo processo sia
completato. Ciò è in accordo con le osservazioni antropologiche
nelle varie culture non Occidentali dove potenti sequenze di
morte e rinascita sono indotte con sostanze o con altri metodi
nel contesto dei cosiddetti riti di passaggio. Ci sono indicazioni
che nella seconda parte della vita, gli episodi di stati non ordinari
di coscienza durante tali rituali diventano meno drammatici e
perdono gli elementi perinatali. La descrizione di Kilton Stewart
(96) della cultura dei Senoi può essere citata a conferma. Man
mano che il processo perinatale va manifestandosi, l’intensità
delle esperienze negative tende a diminuire e le sensazioni di rilassamento e liberazione diventano più profonde e complete.
Alcuni aspetti del processo perinatale possono essere usati come
indicatori della sua progressione. Se il soggetto trascorre lunghi
periodi durante molte sedute nel ruolo di vittima sofferente – indifesa, disperata e con sensazioni “ senza via d’uscita” – di solito
significa che si trova nella fase iniziale del processo. L’accesso a
vissuti aggressivi ed il ruolo attivo nelle sequenze sperimentate,
sono caratteristiche delle fasi più progredite del processo di
morte-rinascita. È stato menzionato prima che, nel contesto
della terza matrice perinatale, la sofferenza fisica e quella emotiva, sono intimamente intrecciate con un intenso eccitamento
sessuale. Come risultato di questa connessione durante la terapia
con LSD a bassi dosaggi, parte della sofferenza della nascita può
essere scaricata ed elaborata nella forma di sequenze orgiastiche
di dolorosa intensità. Se sono usati alti dosaggi, l’aumento di
contenuto sessuale nelle sedute è un importante indicatore che
il processo perinatale si sta muovendo verso la fase finale. Lo
stesso vale per gli incontri intimi con materiale biologico come
sangue, muco, feci, urina, o diverse altre maleodoranti sostanze.
Altro segno che il processo di morte-rinascita sta pervenendo alla
conclusione, è la predominanza nell’esperienza dell’elemento
fuoco, nella forma di immagini concrete di vulcani, reazioni
termonucleari, esplosioni e conflagrazioni e specialmente nella
più astratta e trascendentale forma del fuoco purificatore e di
ringiovanimento (pirocatarsi).
313
Per una buona pratica della psicoterapia con LSD, bisogna avere
familiarità con la transizione dalla morte alla rinascita. Alcuni
degli stati che il soggetto deve fronteggiare in questo contesto,
sono così insopportabili che potrebbe non essere in grado di
farlo senza una preliminare preparazione, ed il costante incoraggiamento ed aiuto del terapeuta. Se questo non è disponibile, la disperata fuga dagli aspetti spaventosi, può diventare un
impedimento di lungo termine o anche un blocco permanente
al completamento del processo perinatale. L’aspettativa di una
catastrofica esplosione globale, un eccessivo livello di soffocamento, il sentire una irrimediabile perdita di coscienza, un
senso di disintegrazione del corpo ed il collasso di tutti i punti
di riferimento, sono i più frequenti ostacoli che il soggetto deve
affrontare nel processo di morte-rinascita.
Le esperienze perinatali hanno un’interessante posizione intermedia tra l’inconscio individuale biograficamente determinato
ed i reami transpersonali dell’inconscio collettivo. Il grado di
coinvolgimento del materiale psicodinamico o transpersonale
nelle sedute perinatali, è un altro indice di progresso. Nelle fasi
iniziali c’è una considerevole accentuazione biografica; mentre
i soggetti sotto LSD stanno lavorando su ricordi traumatici dell’infanzia, l’esperienza occasionalmente si approfondisce in un
processo perinatale. Più tardi, l’attenzione viene spostata quasi
interamente al contenuto delle matrici perinatali e gli elementi
psicodinamici sono di solito ridotti all’occasionale rivivere di
malattie, operazioni o incidenti. Contemporaneamente, vari
regni transpersonali sono sempre più rappresentati nelle sedute,
sia come illustrazioni e concomitanti delle sequenze perinatali
che come episodi indipendenti. Frequentemente, i soggetti
sotto LSD che stanno sperimentando aspetti del trauma della
nascita, riferiscono di simultanee reviviscenze di ricordi di passate
incarnazioni che comprendono elementi simili. Sensazioni di
soffocamento nel canale di nascita possono così essere associate
con ciò che sembra essere un ricordo di annegamento o impiccagione in un’altra vita. Acuti dolori perinatali possono dare la
percezione di essere trafitti da una spada o da un animale selvaggio
in una precedente incarnazione, e le sensazioni di mancanza di
314
via d’uscita della MPB II, possono essere affiancate da una scena
di reclusione in una prigione sotterranea medioevale. In un modo
analogo, le esperienze della morte dell’ego possono coincidere
con esecuzioni, assassini o sacrifici rituali.
Altre forme di fenomeni transpersonali possono fare la loro
apparizione in connessione con le sequenze perinatali. Immagini archetipe di divinità e demoni possono accompagnare le
esperienze di nascita, come visioni individuali o nel contesto di
intere sequenze mitologiche. Versioni della Terribile o Grande
Madre, di Satana, Moloch, Shiva il distruttore, Osiris, Dioniso
e Gesù Cristo, sembrano avere una specifica associazione con
le matrici perinatali individuali e con aspetti del processo di
nascita. In alcuni casi, ricordi delle esistenze degli antenati
umani dell’individuo, o esperienze di crisi filogenetiche, possono verificarsi con la stessa funzione descritta per i suddetti
elementi karmici. Identificazione con persone di differenti razze,
professioni, gruppi sociali e categorie, come soldati in guerra,
ambiziosi leader militari, rivoluzionari, dittatori, prigionieri nei
campi di concentramento, reclusi in un manicomio, avventurieri,
esploratori, martiri, santi e saggi, è piuttosto caratteristica. Una
simile identificazione può essere sperimentata con riferimento
a gruppi interi di persone, ed essere accompagnata da diverse
intuizioni sulle dinamiche di importanti movimenti religiosi,
storici e sociopolitici. All’estremo, l’esperienza di morte-rinascita
può sembrare che abbia trasceso tutti i limiti e che diventi un
dramma che coinvolge l’intera umanità.
Il numero di sedute psichedeliche necessarie per il completamento del processo perinatale, varia considerevolmente da
persona a persona e dipende anche dai fattori esterni come il
dosaggio, il terapeuta, il set ed il setting. Per questa ragione, una
stima numerica valida in assoluto è impossibile. Nella mia esperienza, alcuni individui erano in grado di penetrare ed integrare
il materiale perinatale in meno di dieci sedute, con LSD ad alto
dosaggio, interiorizzate. Altri avevano bisogno di un maggior
numero di esperienze psichedeliche nello stesso contesto, prima
di essere in grado di muoversi verso il livello transpersonale. Ho
incontrato anche persone che avevano preso l’LSD per conto
315
proprio, in una modalità non controllata e questo processo non
aveva avuto inizio a dispetto delle centinaia di esposizioni alla
sostanza.
Se sono usati alti dosaggi di LSD puro e le sedute sono intraprese con la motivazione sentita di esplorare il Sé, la maggior
parte degli individui presto o tardi, completerà il processo di
morte dell’ego e di rinascita. Oltre questo punto, tutte le loro
sedute diverranno di natura transpersonale e rappresenteranno una continua ricerca filosofica e spirituale. Che il processo
sia stato inziato come terapia o per un’altra ragione, diventerà
una avventura cosmica nella coscienza, volta a sciogliere, chiarire,
gli enigmi della identità personale, dell’esistenza umana, e del
progetto universale.
Nel programma della terapia psicolitica a Praga, un tipico paziente psichiatrico con problemi nevrotici o psicosomatici si muoveva
in successione dal lavoro sulle questioni psicodinamiche verso
il processo di morte e rinascita, per approdare all’esplorazione
filosofica e spirituale nella fase transpersonale. Se vogliamo
collegare questo sviluppo alle attuali scuole di psicoterapia, possiamo riferirci alla prima fase come freudiana, perché gran parte
dell’azione dell’LSD a livello psicodinamico può essere compreso
nei termini psicoanalitici. Dato che un importante aspetto del
processo perinatale è il rivivere il trauma della nascita, possiamo
riferirci ad esso come fase rankiana. Una delle caratteristiche
essenziali di questa fase è l’enorme rilascio di energie bloccate
attraverso scariche di tipo orgasmico ed il dissolversi delle difese caratteriali; ed ha così anche una importante dimensione
reichiana. Il solo psichiatra che ha sistematicamente esplorato e
descritto molti dei fenomeni transpersonali è stato Carl Gustav
Jung. Sebbene la sua cornice concettuale non copra l’intero
raggio delle esperienze transpersonali, è appropriato chiamare la
terza fase junghiana. Gran parte della cartografia delle esperienze
nelle aree perinatali e transpersonali è stata inoltre descritta da
molti sistemi religiosi e tradizioni 3.
La progressione attraverso le suddette fasi ed i corrispondenti
cambiamenti di contenuto, possono essere illustrati nelle sedute
con LSD di Erwin, un paziente di ventidue anni con una ne316
vrosi ossessivo-compulsiva grave. Sebbene dal punto di vista del
risultato terapeutico il suo sia stato uno dei pochi fallimenti, le
sue sedute erano un esempio interessante di cambiamento del
contenuto simbolico. Mostravano come il serpente, un classico
simbolo fallico freudiano, assumesse differenti significati in
base al livello del processo psichedelico. Durante la sua terapia
con LSD, Erwin sperimentò in successione diversi fenomeni
psico- dinamici, perinatali e transpersonali, ma tutti di natura
negativa. Non fu mai in grado di sperimentare gli stati di unione
estatica che, in base alle nostre osservazioni, hanno il più grande
potenziale terapeutico.
Erwin fu accettato nel programma di trattamento con LSD
dopo quattro anni di infruttuosa terapia psichiatrica con vari
metodi convenzionali. Il suo problema clinico principale era
una forte compulsione a pensare un sistema di riferimento
geometrico con due assi di coordinate, e cercare al suo interno
l’appropriata collocazione per persone, situazioni e problemi
della vita. Quando opponeva resistenza a questo impulso, era
assalito da una paura insostenibile e da altre spiacevolissime
emozioni. Questa coazione assorbiva così tanta parte del suo
tempo ed energia, da interferire con le sue attività quotidiane
e di frequente lo paralizzava completamente. Qualche volta trascorreva ore nel tentativo di trovare le coordinate appropriate
per un certo aspetto della sua vita, ma non era mai in grado di
raggiungere l’obiettivo in modo soddisfacente. Poco prima della
sua accettazione, sviluppò la sensazione allarmante che il centro
del suo sistema immaginario stesse scivolando a sinistra. Ciò era
accompagnato da un senso di urgenza, tensione, depressione e
generale insicurezza. In quel momento aveva anche sviluppato
diversi sintomi psicosomatici e tendeva ad interpretarli in modo
ipocondriaco. Fu indirizzato alla terapia con LSD dopo diversi
ricoveri psichiatrici e fallimentari trattamenti con tranquillanti,
antidepressivi e psicoterapia tradizionale.
All’inizio Erwin mostrò una estrema opposizione verso l’LSD;
ad un certo punto, fu in grado di resistere con pieno successo
all’impatto di 1500 microgrammi di LSD della Sandoz somministrati intramuscolo4. Una lunga serie di sedute ad alto dosag317
gio fu totalmente priva di eventi; il contenuto di gran parte di
esse consisteva in una massiccia somatizzazione e lotta per il
controllo. Dopo questo, gradualmente iniziò a dare accesso a
qualche materiale biografico recente, come alcuni ricordi del
suo servizio militare. Infine, nella sua trentottesima seduta con
LSD, improvvisamente regredì all’infanzia in un modo molto
convincente e realistico. Si sentiva piccolo ed indifeso ed aveva
diverse strane sensazioni intorno all’area genitale. Gli sembrava
che il suo pene si fosse rimpicciolito e che fosse minuscolo come
quello di un bambino. Questa percezione era associata con
ansiose preoccupazioni di perdere il controllo delle viscere, e
sensazioni imbarazzanti di aver i pantaloni bagnati e macchiati.
Il suo solito impulso ossessivo fu intensificato ad un livello abnorme e sembrò essere connesso alle visioni di corpi di rettili
che si muovevano e schemi di pelle di serpente. Gli spostamenti
dei vari elementi dentro il suo immaginario sistema geometrico
sembravano essere sincronizzati e a volte identici con i movimenti
dei serpenti. In queste sedute, stava penetrando nei problemi
legati alla preparazione all’uso del gabinetto e nella ribellione
all’autorità dei genitori. Le funzioni escretorie avevano un significato ambivalente per lui, essendo contemporaneamente o
alternativamente piacevoli e repellenti.
In questo contesto, rivisse in un modo complesso ed in una piena regressione d’età un evento che era occorso quando aveva
due anni e mezzo. Sua madre l’aveva portato al circo, e lui stava
guardano lo spettacolo mentre sedeva sul suo grembo nei posti
davanti. Dopo una performance di una danzatrice del ventre con
un grande boa constrictor, il suo partner portò il serpente intorno
all’arena, mostrandolo al pubblico. Quando si avvicinò ad Erwin
e sua madre, il serpente fece un movimento imprevedibile. In
un improvviso attacco di panico, Erwin si bagnò e macchiò i
pantaloni mentre era seduto sul grembo della madre. Lei fu
incredibilmente imbarazzata dall’incidente e lasciarono subito
il circo. L’autenticità di questo ricordo fu in seguito confermata
dalla madre di Erwin. Ci volle un lungo periodo di lavoro sulle
complicate emozioni associate a questo evento. Spaziavano dal
disgusto, imbarazzo, vergogna e sentimenti di inferiorità ad
318
intenso piacere libidico e un senso di trionfo legato al superamento delle esagerate regole dei genitori riguardo la pulizia.
A questo livello, l’immagine del serpente ed i sintomi nevrotici
avevano una evidente connotazione anale: le forme serpentine
rappresentavano le feci e la preoccupazione ossessiva riguardo
lo spostamento del sistema di coordinate rifletteva i movimenti
delle viscere. Più avanti, elementi interamente nuovi comparvero
nelle sedute con LSD di Erwin. Le visioni delle scaglie di pelle di
serpente e dei movimenti serpentini divennero ora associati ad
un forte eccitamento erotico e a tensione sessuale. Occasionalmente, Erwin ora vedeva scene che coinvolgevano corpi nudi
maschili e femminili in un rapporto sessuale. Queste sequenze
infine si aprirono in un complesso rivivere di una classica scena
primaria di freudiana memoria – l’osservazione di attività sessuali
dei genitori alle quali aveva dato una interpretazione sadica. Sentiva che questo evento aveva avuto luogo approssimativamente
lo stesso periodo della scena del circo. I due ricordi sembravano
avere una profonda somiglianza; ambedue comprendevano
una figura maschile ed una femminile con egli stesso come osservatore. Il boa constrictor della scena del circo ed il pene della
scena primaria, apparivano essere simbolicamente equivalenti.
A questo livello, il serpente era chiaramente un simbolo fallico
in pieno accordo con la tradizione freudiana.
Quando Erwin raggiunse il livello perinatale, molti dei fenomeni
precedentemente descritti furono significativamente collegati
alla sofferenza, agonia della nascita. In questo contesto, il serpente divenne il simbolo del distruttivo elemento femminile, che
schiaccia ed opprime il bambino durante il parto. Erwin ricordò
libri e film che mostravano serpenti che strangolavano la preda
e la inghiottivano. La similarità tra questi atti e la nascita sembrò
rappresentare il ponte di collegamento tra la connotazione fallica del simbolo del serpente e la sua relazione con il processo
di morte e rinascita. I sintomi ossessivi continuarono ad essere
strettamente legati ai movimenti del corpo del serpente, ma ora
riflettevano le forze in conflitto durante la spinta attraverso il
canale di nascita. Le sensazioni di sporco si estendevano dall’area
genitale ed anale all’intero corpo e potevano essere identificate
319
come la condizione del nascituro durante ed immediatamente
dopo il parto. I problemi di perdere il controllo delle viscere
e della vescica erano ora legati alla minzione e defecazione
riflessa, che si verifica come reazione alla sofferenza, agonia,
della nascita.
Le visioni serpentine persistettero anche in alcune successive
sedute che avevano elementi di natura transpersonale. Qui il
serpente era percepito in una varietà di contesti archetipici e
mitologici. Erwin descrisse numerose visioni di sacerdotesse di
alto rango, che accudivano e veneravano i sacri pitoni, serpenti
che incarnavano le forze primordiali della natura, giganteschi
Ouroboros che si mordevano la coda, serpenti piumati, ed altre
misteriose divinità serpenti.
Le esperienze con LSD descritte nei vari livelli, sembravano in
accordo con i sintomi di Erwin. Sfortunatamente, nessuna di
queste connessioni si dimostrò essere terapeuticamente utile.
Sebbene Erwin di frequente sentisse che si stava avvicinando
alla soluzione dei suoi problemi, la lunga serie di sedute psichedeliche non riuscì a portare i risultati sperati.
CAMBIAMENTI EMOTIVI E PSICOSOMATICI NEGLI INTERVALLI POST-SEDUTA
I cambiamenti che si verificano nel contenuto delle sedute con
LSD durante il corso della terapia psichedelica, hanno un corrispettivo nei cambiamenti che si verificano nel soggetto al di
fuori del trattamento. Le dinamiche specifiche degli intervalli
post-seduta e l’approccio terapeutico alle complicazioni sono
state discusse in un precedente capitolo. Qui descriveremo
alcuni modelli generali di cambiamento associati con sedute in
serie di LSD. Concentreremo la nostra attenzione sulla ricerca
psicolitica svolta a Praga; prima però, introdurremo il principio
della interiorizzazione delle sedute e parleremo degli sforzi attivi
verso una risoluzione positiva e della necessità di strutturare il
320
periodo terminale. L’uso di questi due accorgimenti diminuisce
l’incidenza di effetti collaterali negativi e così riduce le oscillazioni della condizione clinica.
La discussione dell’azione dell’LSD in condizioni meno strutturate, è importante per due ragioni: permette una miglior comprensione delle dinamiche coinvolte, e fornisce un fondamento
logico ai futuri terapeuti per l’intervento attivo nel periodo di
rientro. Sebbene le sedute con LSD fossero supervisionate, la
mancanza di intervento terapeutico nel periodo di rientro rendeva il procedimento più simile ad una auto-sperimentazione
non medica. Le osservazioni fatte in questo contesto sono quindi
anche di grande valore per quei professionisti che praticano
interventi nelle crisi e trattano le complicazioni delle auto-sperimentazioni con LSD non controllate.
Anche quando non è offerto alcun aiuto terapeutico attivo
durante il periodo terminale, gli effetti collaterali nelle sedute
con LSD sono minimi negli individui che mostrano un ragionevole equilibrio emotivo. Come è stato già menzionato, non
ho mai visto in questa categoria effetti collaterali che avessero
la forma e l’intensità della psicopatologia clinica. Occasionalmente, osservammo sensazioni di tristezza, irritabilità, fatica, di
interrogazione esistenziale, emicranie, o “postumi da sbornia”
nel giorno successivo alla seduta; tali manifestazioni, comunque
rimanevano sempre dentro un raggio accettabile. Anche nel momento in cui questi individui stavano affrontando un impervio
materiale perinatale, le sequenze negative delle loro sedute con
LSD, non interferivano con il loro funzionamento quotidiano.
Infatti, concentrarsi unilateralmente sulle conseguenze negative
delle sedute con LSD in persone “normali” sarebbe fuorviante.
In molti casi, si osserva un netto accrescimento della vitalità, un
aumento dell’entusiasmo, un senso di euforia, insolita ricchezza
percettiva, ed altri cambiamenti distintamente positivi per giorni
o settimane successive alla seduta psichedelica.
La situazione era differente nei pazienti psichiatrici con gravi
disordini nevrotici e psicosomatici. Nel momento in cui questi
pazienti stavano penetrando, nelle loro sedute con LSD, nel
materiale psicodinamico, la loro condizione clinica mostrava un
321
considerevole grado di variazione ed oscillazione. Dopo alcune
sedute con LSD, manifestavano segni di enorme miglioramento;
dato che la nostra conoscenza della natura e delle dimensioni
dell’azione dell’LSD era a quel tempo piuttosto limitata, ciò
occasionalmente dava la falsa impressione che la terapia si
avvicinasse ad una conclusione positiva. Tuttavia, altre sedute
con LSD erano seguite da una drammatica accentuazione dei
sintomi preesistenti. Nei casi rimanenti, i cambiamenti positivi o
negativi erano piccoli e talvolta trascurabili. In aggiunta a queste
oscillazioni in termini di miglioramento o peggioramento dei
sintomi clinici, osservammo trasformazioni sorprendenti dei
sintomi. Nel giro di poche ore di una seduta con LSD, le vecchie
manifestazioni psicopatologiche, che in alcuni casi avevano perseverato per molti anni, scomparvero come per magia e furono
sostituite da sintomi clinici differenti che il paziente non aveva
mai avuto prima. In alcuni casi, questi cambiamenti erano così
radicali che il paziente era ricollocato in una categoria clinica
completamente differente. Questo fenomeno è così sorprendente e di così grande rilievo teoretico e pratico che merita di
essere illustrato da un piccolo esempio clinico.
Richard era uno studente di ventisei anni che aveva sofferto
per più di quattro anni di una grave depressione, ed aveva seriamente tentato di suicidarsi per sei volte, una di queste con
del veleno per topi. Inoltre, aveva frequenti attacchi di ansia,
emicranie strazianti, dolori cardiaci e palpitazioni, ed una grave
insonnia. Richard stesso collegava gran parte di questi problemi
emotivi ai disturbi nella sua vita sessuale. Sebbene avesse molte
relazioni d’amicizia con le donne, non era capace di avvicinarle
sessualmente e non aveva mai avuto un rapporto sessuale con
una donna. Provava a ridurre la sua tensione sessuale con la
masturbazione; tuttavia, questo lo portava ad un disprezzo di
sé ed a tormentanti sentimenti di colpa. Ad intervalli irregolari,
si trovò coinvolto in attività omosessuali, sempre nel ruolo del
partner passivo. Sebbene potesse raggiungere una soddisfazione
momentanea in queste situazioni, i sentimenti di colpa associati
ad essa, raggiungevano dimensioni di auto-distruzione. Nello
stato di disperazione che seguiva le sue relazioni omosessuali,
322
tentò varie volte il suicidio ed una volta provò a castrarsi prendendo una forte dose di ormoni estrogeni.
Nella sua diciottesima seduta con LSD, Richard completò il rivivere e l’integrazione di un potente sistema COEX negativo che
era funzionalmente legato alla MPB II 5. Questo fu seguito da
una esperienza estatica della durata di molte ore. Si sentiva protetto, guarito, integro ed ottimista. Tuttavia, durante il periodo di
rientro si sintonizzò su una differente costellazione di memoria,
associata con la terza matrice perinatale. Fu una spiacevole scoperta per lui, dopo ciò che credeva essere la risoluzione finale
della sua malattia. Sconcertato e riluttante nel fronteggiare i
nuovi problemi, aveva mobilizzato le sue difese prematuramente.
Ritornò dalla seduta raggiante, felice, e con un senso di benessere
fisico; tuttavia, con nostra sorpresa, il complesso dei suoi vecchi
sintomi era stato sostituito da una classica paralisi isterica del
braccio destro. Aveva tutte le caratteristiche tipiche di una reazione di conversione isterica, compresa la “belle indifférence”– un
atteggiamento emotivo sorprendentemente indifferente verso
un sintomo apparentemente grave e invalidante.
La continuazione del trattamento psichedelico portò risultati
piuttosto interessanti. In molte sedute successive, la paralisi di
Richard svaniva ogni volta che l’LSD cominciava a fare effetto.
Due importanti aree di problemi sottostanti la sua paralisi isterica cominciarono ad emergere e dovettero essere penetrate.
La prima era il rapporto di Richard con il padre, carica di aggressività e di conflitti centrati sul patricidio. Suo padre era un
brutale e dispotico alcolista che aveva abusato fisicamente sia di
Richard che di sua madre. In molte occasioni, suo padre l’aveva
colpito così duramente che Richard dovette essere ricoverato in
ospedale. Durante la pubertà, Richard era solito avere violente
fantasie e sogni sull’uccidere il padre.
Nelle sedute con LSD di questo periodo, Richard mi vide trasformarmi ripetutamente in suo padre. Non appena il suo braccio e
la sua mano potevano muoversi sotto l’influenza della sostanza,
inevitabilmente puntava il pugno contro la mia faccia. Tuttavia,
non completò mai il movimento; la sua mano si fermava molti
centimetri prima del mio naso, si ritirava, e di nuovo si slanciava
323
con forza. In quei momenti, il pugno oscillava per diverse ore
davanti alla mia faccia, come se fosse sballottato dagli impulsi
opposti dell’Es e del Superego freudiano. Mentre ciò si verificava,
Richard prese a rivivere diversi ricordi traumatici che coinvolgevano suo padre, ed ebbe un numero di visioni simboliche
legate al patricidio.
Il secondo tema alla radice della paralisi di Richard, comprendeva i problemi legati alla masturbazione. Dato che sperimentava
un forte conflitto tra il suo ardente desiderio di masturbarsi
ed il senso di colpa, la sua mano prese a dirigersi verso l’area
genitale e quindi spinta in una posizione vicino alla giuntura
femorale. Mentre la mano oscillava involontariamente avanti ed
indietro, Richard ebbe numerose esperienze riguardanti il sesso
e le punizioni. Infine, rivisse con intense emozioni un ricordo
traumatico dell’essere stato scoperto e punito da suo padre per
essersi masturbato.
Ambedue le aree di conflitto descritte sopra, hanno le loro più
profonde radici nell’area perinatale e così riflettono anche il
rapporto di Richard con la madre. In queste sedute, sequenze
di lotta tra la vita e la morte erano strettamente intrecciate con
il materiale biografico legato al suo rapporto con il padre. Ci
vollero sette sedute per penetrare queste due aree di conflitto.
Quando ciò fu completato, Richard riacquistò pieno controllo
della mano e del braccio; questa volta nessun nuovo sintomo
emerse e quelli vecchi non ritornarono. Molte settimane dopo,
ebbe il primo rapporto eterosessuale della sua vita.
A dispetto delle oscillazioni nella loro condizione clinica, una
generale tendenza verso il miglioramento fu osservata in gran
parte dei pazienti nevrotici del nostro studio. Dopo un certo
numero di sedute – che differivano enormemente da persona a
persona – molti di loro raggiunsero un punto dove i loro sintomi
erano considerevolmente diminuiti o anche scomparsi e c’era
un buon livello di correzione complessiva. Con poche eccezioni,
potevano essere dimessi e continuare la terapia con LSD non
più da pazienti ricoverati.
Questo livello di miglioramento era probabilmente comparabile al risultato di un riuscitissimo trattamento di psicoanalisi
324
o di qualche altro tipo di psicoterapia sistematica di lungo
periodo.
In retrospettiva, dal punto di vista convenzionale, questo sarebbe
stato un buon momento per terminare la terapia. Tuttavia, con
la maggior parte dei nostri pazienti ciò non avvenne. Per molte
ragioni, sembrò opportuno continuare la psicoterapia con LSD.
La mia ortodossa preparazione psicoanalitica influenzò la decisione di continuare, e così mi spalancò un percorso di ricerca
sulla mente umana completamente nuovo.
Sebbene in questa fase i pazienti mostrassero un livello soddisfacente di miglioramento dei sintomi, nei periodi tra le
sedute con LSD, le esperienze psichedeliche continuavano
a coinvolgere episodi di aggressività, ansia, senso di colpa, e
diversi sintomi psicosomatici. In un certo senso, questi stavano
concretamente diventando più primitivi ed elementari. Molto
del materiale che i pazienti affrontavano, aveva una precisa connotazione orale. Questa era per me una indicazione che la loro
terapia stava giungendo al termine, e proseguii le sedute con
LSD nella convinzione di dover trattare solo pochi “problemi
residui”, per prevenire una ricaduta. Secondo la psicoanalisi,
noi nasciamo come una “tabula rasa”– un foglio bianco – ed i
problemi psicologici del nostro sviluppo iniziano nella fase orale;
non c’è nulla prima della nascita e quindi non ci sarebbe stato
modo di procedere oltre. La mia aspettativa a quel tempo, era
che la quantità di materiale biografico sarebbe stata limitata e
che avremmo raggiunto un punto dove nuove aree di problemi
non sarebbero state individuate ed attivate dall’LSD. Dato che il
rivivere ricordi traumatici era frequentemente seguito da episodi
estatici e senza contenuto, mi aspettavo che somministrazioni
in serie di LSD, sarebbero infine sfociate in esperienze di unità
ed indifferenziazione di grande potenziale curativo ed integrativo. Questa premessa di base si dimostrò essere corretta, ma il
percorso di tali esperienze era molto più lungo e complicato di
quanto avessi supposto.
La prosecuzione della terapia fu così il risultato dell’ignoranza
della natura e delle leggi fondamentali dell’azione dell’LSD;
rifletteva anche l’uso di un inadeguato e limitato modello teo325
retico, che sottovalutava le dimensioni della personalità umana.
Il prezzo pagato per questo, fu una inattesa sofferenza emotiva
e psicosomatica da parte dei miei pazienti, ed una confusione
concettuale ed una dura prova per il mio ottimismo terapeutico.
A dispetto di tutte queste difficoltà, quel periodo divenne la più
affascinante avventura intellettuale e spirituale della mia vita. Mi
rivelò nuove ed inesplorate aree dell’inconscio umano, condusse ad inimmaginabili situazioni ed eventi, e mi pose di fronte
a centinaia di osservazioni incomprensibili ed enigmatiche. Il
risultato finale fu la rottura radicale con il vecchio paradigma
concettuale, una più ampia comprensione della mente umana,
ed anche un drastico cambiamento della mia concezione riguardante la natura della realtà.
Come le sedute con LSD si inoltrarono nei regni perinatali, le
qualità emotive e le sensazioni psicosomatiche incontrate, si
estesero oltre limiti inimmaginabili. Prima o poi, ogni singolo
paziente iniziò a sperimentare sofferenze ed estasi di dimensioni
cosmiche. Come i pazienti si confrontarono con diversi aspetti
del processo di morte-rinascita, una analoga dicotomia si presentò anche negli intervalli tra le esperienze psichedeliche. Dopo
alcune sedute con LSD, la condizione clinica dei pazienti peggiorava drasticamente. In alcuni casi, le persone che incominciavano
il trattamento con gravi sintomi nevrotici e che ad un certo punto
apparivano quasi guarite, improvvisamente mostravano sintomi
psicotici transitori. Non di rado, un temporaneo ricovero era
necessario per i pazienti che erano già rientrati nella loro situazione di vita ordinaria e stavano proseguendo la terapia come
esterni. Meno frequentemente, le sedute con LSD in questa fase
terminavano in stati di profonda estasi ed erano seguite da un
miglioramento clinico di un grado qualitativamente differente
da qualsiasi altro osservato precedentemente al livello psicodinamico. Questi cambiamenti erano caratterizzati non solo da una
considerevole riduzione dei sintomi, ma anche da un ritorno alla
vita caratterizzato da un peculiare tono spirituale.
Quando i pazienti si approssimavano al momento finale della
morte dell’ego, alcuni degli intervalli liberi tra le sedute diventarono piuttosto rischiosi. Profonde depressioni, tensione aggres326
siva, tendenze auto-distruttive, stati maniacali, non erano rari in
questa fase. Sebbene complicazioni di questo tipo possano essere
ridotte dal lavoro attivo nel periodo di rientro, una specifica
struttura di trattamento con personale preparato dovrebbe essere accessibile quando gli individui con gravi problemi emotivi
raggiungono questa fase critica della psicoterapia con LSD.
A questo punto alcuni dei sintomi clinici originari che sono stati
alleviati o addirittura eliminati dalla precedente terapia vengono
accentuati o ricompaiono. Quando il paziente si muove lungo il
processo psichedelico dalla sfera psicodinamica all’area perinatale, diverse sindromi psicopatologiche possono gradualmente
perdere le loro specifiche caratteristiche ed essere ridotte alle
loro radici perinatali. I pazienti psichiatrici che intrapresero la
terapia con LSD con i più variegati sintomi clinici, mostrano una
straordinaria convergenza, ed infine manifestano nelle sedute
con LSD e negli intervalli liberi, una sintomatologia piuttosto
simile. In questa fase, potrebbe esserci poca differenza tra pazienti che si presentano con sintomi di claustrofobia, alcolismo
o depressione inibita; tutti manifestano sintomi caratteristici
dell’attivata seconda matrice perinatale. Ugualmente, il sadomasochismo, l’asma, le convulsioni isteriche e la depressione
agitata, possono essere spogliate delle loro specifiche differenze
biograficamente determinate ed essere ridotte alla caratteristica
fenomenologia della MPB III. Osservazioni di questo tipo gettano
una luce completamente nuova sulla struttura dinamica delle
diverse sindromi psicopatologiche e rendono possibile costruire
un rivoluzionario modello della malattia mentale e della psicoterapia. Le implicazioni teoretiche di questo tipo verranno
discusse in un prossimo libro.
Dopo molte sequenze di agonia, morte e rinascita, i pazienti
nello studio psicolitico a Praga, tipicamente raggiungevano
l’esperienza finale della morte dell’ego. Questo è un importante
punto di svolta nella psicoterapia con LSD; oltre questo punto,
gli elementi caratteristici della MPB II,III e IV non appaiono più
a lungo nelle sedute o come determinanti degli intervalli liberi.
La prima matrice perinatale e varie combinazioni di matrici transpersonali subentrano e controllano le esperienze psichedeliche
327
da questo punto in avanti. Dal punto di vista clinico, questo è
di solito associato con sensazionali miglioramenti su un ampio
spettro di disordini nevrotici e psicosomatici. Tuttavia, il completo spostamento dell’esperienza dal perinatale all’area transpersonale, non significa che tutte le esperienze negative vengono
espunte dal contenuto delle sedute con LSD o dagli intervalli
post-seduta. Il contenuto delle sedute puramente transpersonali
mostra la stessa dicotomia esistente tra le esperienze biografiche e perinatali. Lo stesso vale per le dinamiche dei periodi
post-seduta; anche qui, la condizione emotiva e psicosomatica
dell’individuo può essere fortemente influenzata dalle matrici
transpersonali positive e negative. Così le sensazioni, i pensieri,
i comportamenti quotidiani, l’intera visione del mondo e lo stile
di vita può riflettere elementi della beatitudine oceanica dello
stato intrauterino o l’orrore delle crisi fetali; positivi modelli
karmici o tragedie di passate incarnazioni; e l’energia di nutritive
o distruttive costellazioni archetipiche.
Il fatto che il soggetto abbia trasceso i livelli biografico e perinatale non significa che il contenuto delle sue sedute con LSD non
abbia rilevanza personale. La storia biografica è ora liberamente
accessibile in maniera adulta senza repressione e distorsione
emotiva. Non c’è più un doloroso rivivere degli eventi traumatici individuali né un’enfasi nel decifrare i drammi della storia
famigliare ed il loro impatto sulla vita del soggetto. Ugualmente,
la lotta tra la vita e la morte, gli incubi claustrofobici, le scene
scatologiche e le orge sadomasochiste della nascita non riappaiono nelle sedute. Tuttavia, non importa quanto sia grandiosa
e cosmica la dimensione delle esperienze transpersonali, sono
sempre intimamente connesse con la vita quotidiana dell’individuo. Penetrare nelle matrici transpersonali negative e collegarle
con quelle positive ha una influenza terapeutica sui processi
emotivi, psicosomatici ed interpersonali del soggetto. Fornisce
anche nuovi livelli di comprensione della propria identità, delle
dimensioni dell’essere, della vita umana e dell’esistenza in generale. Sebbene non ci sia più uno specifico lavoro “archeologico”
da fare sulla vita del soggetto, l’interpretazione del suo significato
cambia in proporzione ai nuovi orizzonti concettuali, frutto dei
328
nuovi dati d’esperienza.
Un aspetto dell’esistenza quotidiana che mostra connessioni
particolarmente intime con il processo psichedelico è la vita onirica dell’individuo. Nel corso della psicoterapia comprendente
sedute con LSD in serie, vi è una chiara continuità di natura e
di contenuto tra le esperienze indotte dalla sostanza e l’attività
durante il sonno e nel periodo ipnagogico. I sogni prima delle
sedute con LSD spesso ne anticipano il contenuto, e la vita onirica nei periodi post-seduta elabora vari temi della seduta con
la sostanza. Questo è particolarmente impressionante quando
importanti gestalt rimangono irrisolte nella precedente seduta
e molto materiale inconscio con forte carica emotiva diventa
accessibile all’esperienza.
Quando l’enfasi nel processo psichedelico è su questioni biografiche, i sogni hanno la tipica struttura dinamica nota alla psicoanalisi freudiana. Molto del loro contenuto sembra prendere
senso nei termini della storia emotiva dell’individuo, e può essere
facilmente decifrata da un interprete che ha familiarità con i
principî fondamentali del lavoro sui sogni. Quando i pazienti
sotto LSD entrano nell’esperienza dell’area perinatale, la qualità
dei loro sogni cambia e l’approccio freudiano all’interpretazione
non è più adeguato. Sebbene l’analisi psicoanalitica produca
materiale proveniente dalla storia individuale che è rilevante e
tematicamente associato con il contenuto di tali sogni, qualsiasi
interpretazione semplicemente biografica si dimostra superficiale e poco convincente. I sogni di questa fase sono molto
primordiali, elementari, e carichi di intensa emozione. Il loro
contenuto è di solito un derivato più o meno diretto dai temi
tipici associati con le matrici perinatali. Così i sogni perinatali
legati alla MPB II coinvolgono esperienze passive di torture in
prigioni, campi di concentramento e camere a gas; spaventose
esperienze claustrofobiche in grotte, passaggi subacquei o corridoi che si restringono progressivamente, tunnel e condutture; e
un mondo di insensate figure di cartone, attrazioni circensi, ed
automi e robot. Forme più mitigate di questi sogni comprendono
una varietà di disperate situazioni senza via d’uscita. Vari aspetti
della MPB III generano sogni di guerre titaniche o di catastrofi
329
naturali di proporzioni gigantesche; omicidi, incidenti, massacri
sanguinosi, stupri ed orge sadomasochiste; scene pornografiche
piene di oltraggiose deviazioni sessuali e perversioni ed una
atmosfera di decadenza e sudiciume inimmaginabile. Le fasi
finali di questa matrice sono associate con i sogni di avventure
emozionati in spedizioni militari, battute di caccia, parchi del
divertimento e feste particolarmente variopinte. La transizione
dalla MPB III alla MPB IV si riflette nei sogni sulla morte di singoli individui o di masse, enormi fuochi, eruzioni vulcaniche,
guerre atomiche e la distruzione del mondo. I sogni derivati dalla
MPB IV comprendono elementi di rivelazioni divine, vittorie
trionfanti, fuga da situazioni di pericolo, riconciliazioni o riunioni amorose e gioiose celebrazioni. Reami celestiali, atmosfere
paradisiache, meravigliosi scenari naturali, stati oceanici, rivelano
il coinvolgimento nella prima matrice perinatale.
La seguente descrizione è un esempio eccellente di un sogno il
cui contenuto riflette le dinamiche perinatali. In questo caso il
soggetto stesso riconobbe la relazione col processo di nascita.
“Era una domenica pomeriggio e tutta la mia famiglia era nell’ampio
soggiorno di casa situato su una scogliera che si affacciava sul Pacifico.
Ognuno si rilassava nel proprio solito modo in vacanza, quando notai
che una tempesta incominciava a prendere forza di fuori. Improvvisamente, il vento e la pioggia presero tale potenza che cominciarono a
penetrare dalle finestre; a questo punto mio padre disse con tono molto
significativo : “ è il Quinto vento ( Fifth wind )”. Allora, in un modo
che appare maestoso anche in retrospettiva, l’intera casa iniziò a ruotare
sulle sue fondamenta e a sprofondare oltre la scogliera nel Pacifico. Durante i pochi secondi tra l’inizio della caduta ed il momento dell’impatto,
realizzai che tutta la mia famiglia ed io stesso stavamo per morire nel
cataclisma. Nel momento esatto in cui avevo accettato pienamente la
mia morte e quella dei miei amati, mi svegliai, giusto prima che la casa
sprofondasse nell’oceano”.
“Una volta sveglio, mi alzai con una straordinaria sensazione di
euforia; compresi che il sogno aveva una profonda rassomiglianza con alcune sensazioni che avevo recentemente provato nelle
sedute con LSD. In queste sedute mi sembrava di rivivere la mia
nascita e accettare la mia morte, la fine del mondo, le tremende
330
forze degli elementi coinvolti in una esplosione cataclismica, ed
infine la peculiare sensazione che la mia testa (percepita come
più grande del normale), la stanza e l’edificio in cui mi trovavo,
ed in realtà l’intero universo, fossero sul punto di ruotare sul
proprio asse nel modo più inesplicabile ed imponente – tutti
questi elementi erano apparsi nelle sedute ed erano riproposti in
uno splendido stile nel sogno. Infine, ricordai come, al momento
della nascita di mio figlio, la sua testa sembrò ruotare al culmine
del processo di nascita, e l’intero quadro parve combaciare perfettamente – questo sogno sembrava rappresentare in un modo
simbolico, più aspetti essenziali della morte dell’ego”.
Una volta che l’individuo si sposta nella fase transpersonale
del processo con LSD, ciò ha importanti conseguenze per il
contenuto dei suoi sogni. Molti degli elementi e sequenze, o
anche l’intero contenuto di certi sogni, possono rappresentare fenomeni transpersonali in una forma più o meno pura.
Tali sogni non possono essere adeguatamente interpretati in
termini freudiani ed i risultati di tali analisi sono condannati
ad essere superficiali ed imprecisi. Questi sogni non mostrano
la caratteristica distorsione e condensazione di quelli che sono
biograficamente determinati, ed hanno la qualità dei ricordi di
passate incarnazioni, di esperienze ancestrali o filogenetiche,
incontri con entità archetipiche, percezioni extrasensoriali, o
viaggi fuori dal corpo. Il riconoscimento e l’identificazione della
specifica natura di tali sogni, è essenziale per la loro corretta
comprensione ed interpretazione. Dato il profondo legame tra
la vita onirica e le esperienze psichedeliche, la riflessione sui
sogni dovrebbe essere parte integrante di qualsiasi programma
completo di terapia psichedelica.
Ciò vale per la psicoterapia con LSD di soggetti con sintomi nevrotici e psicosomatici sufficientemente gravi da richiedere un
ricovero psichiatrico. Spendo ora qualche parola per gli individui
che si trovano ai due estremi dello spettro psicopa- tologico: le
persone “normali” e i pazienti schizofrenici.
331
Una rappresentazione sinottica di un sogno che l’autore ebbe durante il suo training
analitico. Si trovava in un orribile sotterraneo, incatenato ad un lastrone e sottoposto
a disumane torture. Queste erano associate al motivo della piccola tazza che fornisce
quantità illimitata di crema di grano a chiunque conosca la parola magica – un tema
di una popolare favola Ceca. Nel sogno questa tazza magica era fuori dalla prigione,
versando enormi quantità di liquido nutriente. Era chiaro che i tormenti sarebbero
finiti nel momento in cui la crema di grano avesse raggiunto la finestra ed iniziato
a fluire dentro. Le libere associazioni sviluppate da questo sogno comprendevano
l’Inquisizione Spagnola e gli ingegnosi strumenti di tortura adoperati; la vita istintiva delle scimmie; molti motivi orali, come le guance pienotte dei criceti; e dettagli
riguardanti un re Ceco che trascorse la vita intera in prigione. Diversi reali incidenti
dell’infanzia, tra cui il disagio delle zone erogene, erano anche richiamati; la bocca
scottata dal latte caldo, un operazione alla fimosi, dolorosi clisteri ed altro. L’analista
interpretò il sogno come una forma composita, condensante tutte le interferenze
alla soddisfazione libidica di cui l’analizzando aveva sofferto nella primissima fase
di vita. Questa spiegazione apparve superficiale ed insoddisfacente. Più tardi gli elementi del sogno riapparvero in una seduta ad alto dosaggio di LSD e acquistarono
senso nel contesto del trauma della nascita. Il sotterraneo è l’utero partoriente e le
torture finiranno quando la fase di nutrizione verrà raggiunta. L’identificazione con il
re illustra la connessione tra la nascita e l’archetipo del bambino-re ( “incoronazione”
). L’identificazione con le scimmie e con la loro disinibita indulgenza, appagamento
biologico, indica lo sguinzagliarsi dei diversi impulsi istintuali (perversione polimorfa)
nel processo perinatale.
Soggetti che non presentavano seri problemi emotivi e prende332
vano parte al programma con LSD per motivi di training o per
curiosità intellettuale, fondamentalmente seguivano lo stesso
decorso dei pazienti nevrotici. Tuttavia, questo gruppo era caratterizzato da una rapida progressione dalle esperienze astratte
a quelle perinatali. Non sostavano molto tempo sulle questioni
biografiche ed entravano velocemente nella sfera del processo
di morte-rinascita. Nelle sedute perinatali, le esperienze difficili
erano di solito limitate al momento in cui l’effetto della sostanza
giungeva al culmine, e molti dei rientri erano piacevoli o addirittura estatici senza il bisogno di alcun aiuto attivo da parte dei
terapeuti. Erano rari, o solo minimi, strascichi negativi come
conseguenza delle sedute con LSD durante gli intervalli liberi,
e non furono osservate reazioni prolungate o crolli psicotici in
persone che non avevano gravi problemi emotivi prima della
somministrazione della sostanza.
Il numero di pazienti psicotici che trattammo, era troppo piccolo
per consentirci una generalizzazione. Comunque, l’azione dell’LSD in questi pazienti aveva alcune interessanti caratteristiche
che meritano di essere menzionate. Le persone in trattamento
con LSD in un periodo nel quale manifestavano una sintomatologia schizofrenica, mostrarono una considerevole oscillazione
nelle loro condizioni cliniche dopo le sedute iniziali. Sebbene
queste fluttuazioni fossero profonde e drammatiche, nel suo
insieme il processo assomigliava a quello descritto per il gruppo
nevrotico. Solo prima che questi pazienti entrassero nella sfera
perinatale, la loro condizione clinica appariva enormemente
migliorata. I loro sintomi psicotici erano alleviati o del tutto
scomparsi, e mostravano sorprendente acume critico circa le
loro precedenti difficoltà. Le loro sedute con LSD e i sintomi
negli intervalli tra di esse, sembravano simili a quelle del gruppo nevrotico, ed il loro processo perinatale era ugualmente
burrascoso.
La maggiore differenza si notava dopo il completamento del
processo di morte-rinascita. A questo punto i pazienti improvvisamente sviluppavano vari gradi di ciò che può essere descritto
come “psicosi di transfert”. Tale condizione è caratterizzata dal
ritorno dei sintomi psicotici originari, ma con il terapeuta dive333
nuto centro principale e bersaglio di tutti i pensieri, le emozioni
e i comportamenti del paziente. Ritornerò su questo processo
più dettagliatamente in un paragrafo successivo e lo illustrerò
con un esempio clinico. Quando le sedute con LSD venivano
proseguite a dispetto della deteriorata condizione clinica e della
persistente psicosi di transfert, i pazienti erano infine in grado di
raggiungere un livello interamente nuovo di integrazione e di
funzionamento mentale. Un ciclo di trattamento è necessario per
il raggiungimento di questo risultato ed il terapeuta deve essere
preparato a lavorare per molte settimane in difficili condizioni
di psicosi di transfert.
Il decorso della terapia con LSD è considerevolmente differente
da quello descritto sopra, se il terapeuta usa l’approccio delineato
in questo libro. L’uso di alti dosaggi, mascherine per gli occhi e
musica, approfondiscono l’esperienza.
In queste condizioni, non si assiste al graduale rivelarsi dei vari
livelli dell’inconscio da una seduta all’altra come descritto per
l’approccio psicolitico. Tutte le categorie dei fenomeni psichede- lici possono essere incontrate in una singola esperienza con
LSD. All’inizio di una seduta il soggetto di solito sperimenta un
breve periodo di natura astratta, nel quale vede colori e dinamici schemi geometrici. Quindi l’attenzione si sposta nella sfera
psico- dinamica, e l’individuo potrebbe brevemente entrare in
contatto con alcuni elementi biografici legati ad uno specifico
sistema COEX. Quando la seduta con LSD raggiunge il culmine,
ci si confronta di solito con i livelli profondi delle costellazioni di
ricordi che hanno a che vedere con la sopravvivenza e l’integrità
fisica o con il materiale delle matrici perinatali di base. Ricordi
di quasi-annegamento, ferite, operazioni e pericolose malattie,
così come profondi incontri con la morte che vanno oltre i veri
e propri eventi biografici, sono frequenti. Dopo molte sequenze
di morte e rinascita, la seduta può stabilizzarsi al livello della
MPB I, o il soggetto può entrare nella sfera transpersonale e
sperimentare varie sequenze mitologiche, memorie ancestrali
o filogenetiche, elementi dell’inconscio collettivo o fenomeni
di passate incarnazioni.
Durante il rientro, quando l’effetto della sostanza è diminuito,
334
potrebbero ripetersi episodi di natura psicodinamica. In questo
momento, le intuizioni acquisite precedentemente nella seduta,
sono spesso applicate alle concrete condizioni e circostanze della
propria vita. Tuttavia, il fatto che il soggetto abbia avuto accesso
all’esperienza della sfera transpersonale non significa che abbia
completato il processo di morte-rinascita. Ci vorranno ancora
serie di sedute interiorizzate ad alti dosaggi di LSD, per penetrare
ed integrare il materiale perinatale e gli elementi psicodinamici
associati. Tuttavia, se i principî della terapia psichedelica sono
applicati, il tempo complessivo richiesto per completare questo
processo è molto più breve che nella terapia psicolitica. Inoltre,
ci sono poche difficoltà e complicazioni negli intervalli tra le
sedute, in particolar modo quando l’approccio terapeutico comprende un intenso lavoro esperienziale nel periodo terminale
ed i terapeuti fanno uno sforzo attivo per un positivo assetto
dei rientri.
CAMBIAMENTI DI LUNGO TERMINE NELLA STRUTTURA
DELLA PERSONALITÁ, VISIONE DEL MONDO E GERARCHIA DEI VALORI DI BASE
Visto che abbiamo discusso la procedura con LSD in un contesto terapeutico, la questione della sua duratura influenza sulle
caratteristiche della personalità, è di particolare interesse. In
certe condizioni anche una singola esperienza psichedelica può
avere profonde e durature conseguenze. Se la struttura della
personalità del soggetto ha un potenziale di cambiamento positivo o negativo, la somministrazione dell’LSD può catalizzare
ed accelerare una improvvisa e sorprendente trasformazione.
In alcuni casi, una esperienza con LSD ha cambiato drasti- camente la visione del mondo, la filosofia di vita e l’intero modo
d’essere dell’individuo. Ha reso possibile una profonda apertura
spirituale negli atei, scettici, e negli scienziati di orientamento
materialista e ha prodotto cambiamenti radicali nel sistema dei
335
valori e nello stile di vita di base.
All’altro estremo dello spettro, individui meno fortunati sono
stati profondamente scossi da una singola esposizione alla sostanza e l’esperienza psichedelica ha rappresentato “l’ultima
goccia” che ha scatenato un episodio psicotico. Gravi disturbi
emotivi determinati dall’ingestione della sostanza e durati mesi
o anche anni, non sono rari tra le persone che si avvicinano
all’auto-esplorazione con l’LSD casualmente e lo prendono in
condizioni inadeguate. Ciò non dovrebbe avvenire nel contesto
di un lavoro con LSD controllato. Gli individui con gravi problemi emotivi che sfiorano la psicosi, dovrebbero essere scremati in
anticipo, a meno che il team terapeutico non sia volenteroso ed
equipaggiato per affrontare i problemi che potrebbero essere
attivati dalla somministrazione della sostanza, e portare la terapia ad un soddisfacente completamento. In questo paragrafo,
discuteremo i cambiamenti che si verificano nel corso di una
sistematica ed assennata psicoterapia con LSD di lungo periodo
che segue i principî ispiratori di questo libro.
Sebbene il processo di trasformazione psichedelica mostri molte
variazioni individuali, è possibile delineare alcune tendenze di
fondo che sono piuttosto costanti e prevedibili. Nella fase freudiana della psicoterapia con LSD, che comprende l’esplorazione
del sé biografico, i soggetti tendono a scoprire che diversi aspetti
della loro vita sono “inautentici”. Certe percezioni del mondo,
reazioni emotive a persone e situazioni, e specifici schemi di
comportamento, improvvisamente appaiono processi ciechi e
meccanici, che riflettono la fissazione psicologica originata nell’infanzia. Come il materiale traumatico proveniente dal passato
è affrontato e penetrato, i soggetti si liberano da percezioni idiosincratiche, da risposte emotive inappropriate, da rigidi sistemi di
valori, da atteggiamenti irrazionali e schemi di comportamento
disadattato, che sono il risultato della loro primissima programmazione. Questo processo può anche condurre all’eliminazione
o all’alleviamento di alcuni sintomi psicopatologici e di alcuni
problemi di vita. Dato che la storia individuale varia enormemente da persona a persona, i cambiamenti a questo livello possono
assumere forme differenti.
336
Le esperienze perinatali hanno un impatto molto più strutturale
sui soggetti. Le intuizioni che si verificano in questo profondo
confronto con gli estremi dell’esperienza umana, possono drasticamente cambiare la percezione di sé e del mondo, e sfociare in
un approccio completamente nuovo circa la propria esistenza.
In questo processo, molti soggetti realizzano che l’inautenticità
della loro vita non è limitata ad alcune distorsioni parziali biograficamente determinate, come mancanza di fiducia e scarsa stima
di sé, problemi cronici con le figure autoritarie o difficoltà con
i partner sessuali. Improvvisamente comprendono che l’intera
concezione della vita e l’approccio ad essa, sono contaminati da
una profonda, inconscia, paura della morte. Un forte bisogno
di mettersi alla prova, un cronico senso di insoddisfazione ed
inadeguatezza, ambizioni esagerate, tendenze a confrontarsi e
competere, sensazioni di essere sotto pressione e di mancanza di
tempo, ed un tipo di esistenza come “corsa dei topi” o “ girare a
vuoto”, che erano prima considerati aspetti della vita intrinseci
ed inevitabili, improvvisamente appaiono sotto una luce completamente nuova. Sembrano riflettere la consapevolezza subliminale delle energie perinatali e della loro insidiosa influenza
sull’ego. Un individuo che è sotto il loro incantesimo, in un certo
senso, è ancora psicologicamente coinvolto nella lotta tra la vita
e la morte nel canale di nascita. Questo implica una peculiare
paradossale miscela di sensazioni inconsce; da un certo punto
di vista, non si è ancora nati, da un altro, si è spaventati dalla
morte. In queste condizioni, molte situazioni triviali diventano
gli equivalenti simbolici del processo di nascita e sono visti come
aventi una rilevanza vitale per la sopravvivenza. In un senso più
concreto, certi approcci ai problemi, ai progetti e alle situazioni
sono visti come ripetizioni degli aspetti di base della propria
nascita biologica.
Quando l’individuo si muove attraverso il processo perinatale,
scarica ed integra enormi quantità di tensione fisica e di emozioni
negative, e si guadagna l’accesso all’esperienza degli stati unitivi,
associati con la MPB I e la MPB IV. Questo tende a cambiare il
modo d’essere nel mondo e l’approccio di fondo alla vita. La
capacità di rilassarsi fisicamente ed emotivamente e di godere
337
delle cose quotidiane, viene notevolmente accresciuta. L’enfasi
si sposta dal perseguire complicati progetti esterni, all’apprezzamento degli aspetti semplici dell’esistenza. L’individuo scopre
nuovi modi per godersi i suoi processi fisiologici e sviluppa un
maggior rispetto per la vita in tutte le sue manifestazioni. Una
intima soddisfazione può essere ora ottenuta da cose che sono
state disponibili per tutto il tempo ma erano precedentemente
ignorate o scarsamente notate. La piena partecipazione allo
svolgersi della vita diventa più importante che perseguire uno
specifico obiettivo. Diviene piuttosto ovvio che bisognerebbe
essere interessati alla qualità dell’esperienza della vita piuttosto
che alla quantità di possessi e successi esteriori. I sentimenti
di separazione ed alienazione sono sostituiti da un senso di
appartenenza e di essere parte del flusso della vita. Ciò è accompagnato da un definitivo spostamento da un orientamento
competitivo verso un modello di comportamento cooperativo.
Un approccio egoistico e competitivo all’esistenza è visto come
insipiente, inferiore, ed infine autodistruttivo. Atteggiamenti
sinergici diventano il nuovo ideale da applicare a tutti i livelli
– nelle relazioni intime, in situazioni di lavoro, nei gruppi sociali
e con riguardo all’intera popolazione del pianeta.
La vecchia credenza che “di più e più grande” automaticamente
significa migliore – sia sulla scala individuale che sociale – è rigettata come un illusorio e pericoloso errore. La filosofia di vita
occidentale, che confonde il consumo di risorse con una vita
“ricca”, è sostituito da una nuova enfasi sul “massimo benessere
con il minimo consumo” e da un deciso spostamento verso “una
semplicità volontaria”. La nuova visione del mondo olistica, quasi
automaticamente comprende una accresciuta coscienza ecologica ed il bisogno di vivere in armonia con l’ambiente. Sembra che
la necessità di controllare e manipolare le persone e la natura
sia legato all’influenza di matrici perinatali negative e riflette il
ricordo della lotta tra la vita e la morte con l’organismo materno.
Viceversa, l’approccio olistico e sinergico all’ambiente umano e
naturale, sembra essere legato alle matrici perinatali positive e
basato sul ricordo dello scambio reciprocamente soddisfacente
e nutritivo con l’organismo materno.
338
Un altro aspetto sorprendente della trasformazione psichedelica
è lo sviluppo di un intenso interesse per la coscienza, l’esplorazione del sé e la ricerca spirituale. Una inclinazione spontanea
verso il misticismo, le antiche discipline spirituali, la pratica dello
yoga e della meditazione, e l’attrazione verso la mitologia e l’arte
religiosa, diventano cose comuni. Sono associate con l’emergenza
spontanea di una nuova etica trascendentale, piuttosto simile alla
concezione dei metavalori e delle metamotivazioni di Maslow.
L’individuo sembra aver accesso ad un sistema di valori che non
è comprensibile nei termini della propria storia recente o delle
abitudini culturali vigenti. Abbraccia un senso di compassione,
tolleranza, giustizia di fondo, ed apprezzamento estetico, che
possiedono una qualità transpersonale o addirittura cosmica. Il
completamento positivo del processo di morte-rinascita sfocia così
in un più gioioso, interessante e soddisfacente modo di stare al
mondo, con un senso di appartenenza, significato, spiritualità
naturale e partecipazione cooperativa.
Questa evoluzione implica una grande espansione mentale in
molti modi, ma non sembra influenzare certe pietre angolari
filosofiche della visione del mondo newtoniana-cartesiana. Il
mondo è ancora visto come oggettivamente reale e materiale
nella sua essenza. Lo spazio è tridimensionale, il tempo è lineare
e la causalità è accettata come vincolante principio di governo,
controllo, del corso degli eventi, sebbene le sue radici siano
state estese addentro le sfere transpersonali. Le esperienze
intrauterine, le memorie razziali e filogenetiche, la metafisica
del DNA, le dinamiche archetipiche e la legge del karma, dovrebbero essere incorporate al modo di pensare del soggetto per
spiegare l’enorme espansione dell’esperienza. Un individuo con
una preparazione scientifica accetta ancora a questo punto, la
divisione cartesiana tra mente e materia e prova a rintracciare i
sostrati materiali per le sue esperienze con LSD nella struttura
del sistema nervoso centrale.
Come il processo psichedelico prosegue ed i soggetti esplorano
il mondo dei fenomeni transpersonali, molte delle suddette
categorie della visione del mondo newtoniana-cartesiana diventano filosoficamente insostenibili. La possibilità di trascendere le
339
limitazioni della materia, del tempo, dello spazio e della causalità
lineare, è sperimentata così tante volte ed in molti modi differenti,
che deve essere integrata nella nuova visione del mondo. Sebbene
per gli scopi pratici della vita quotidiana l’individuo pensi ancora
nei termini di materia, tempo lineare e causalità, la comprensione filosofica dell’esistenza si avvicina a quella dello Shivaismo
del Kashmir, del Taoismo, del Buddhismo Tantrico, o della fisica
moderna. L’universo cessa di essere un gigantesco assemblaggio
di oggetti materiali; diventa un sistema infinito di avventure nella
coscienza, consapevolezza. La nuova comprensione ha caratteristiche olonomiche distinte, e la dicotomia tra la parte ed il tutto, tra
lo sperimentatore e ciò che viene sperimentato, tra il determinismo
ed il libero arbitrio, tra la forma e la vacuità, o anche tra l’esistenza
e la non-esistenza, viene trascesa.
Dato che molte delle informazioni contenute in questo libro
sono state ottenute nel contesto clinico, qualche parola dovrebbe essere detta sulle implicazioni della suddetta trasformazione
per la comprensione dei disordini emotivi e della psicoterapia.
L’azione dell’LSD può essere vista come terapia nel senso classico solo quando l’esplorazione del sé rimane limitata alle aree
biografiche. Non appena raggiunge il livello perinatale, può
meglio essere descritta nei termini di un rituale di passaggio
o di una trasformazione spirituale. Sebbene il paziente stia
ancora lavorando sui problemi emotivi, psicosomatici ed interpersonali, l’enfasi tende a spostarsi verso la ricerca filosofica
e spirituale. Molti sintomi e difficoltà nel vivere, scompaiono
durante il processo; alcuni di essi in un contesto psicodinamico,
altri durante il processo di morte-rinascita, o come risultato di
certe esperienze transpersonali. Tuttavia, quando il processo
si approfondisce, i pazienti, senza eccezione, devono anche
vedersela con un numero di problemi che erano precedentemente latenti ed emersi solo durante il trattamento con LSD.
In generale, l’enfasi dovrebbe essere sulla buona integrazione
di ciascuna seduta con LSD, piuttosto che su obiettivi di lungo
periodo come l’eliminazione di tutte le negatività dalle sedute,
che è un obiettivo irrealistico.
Ci sono aspetti dell’approccio psichedelico tuttavia, che sono
340
molto più importanti delle preoccupazioni riguardo il semplice
sollievo dai sintomi. L’intensità e la magnitudo delle esperienze
con LSD sono così grandi che cambia la tolleranza di fondo
verso le difficoltà della vita e si modifica alla base il concetto
di ciò che costituisce un avversità. Il semplicistico approccio
alla vita, che prova ad eliminare qualsiasi esperienza difficile e a
creare un utopico mondo libero dai problemi, è sostituito da
un “realismo trascendentale” che vede il lato oscuro e quello
luminoso dell’universo come due componenti intrinseche ed
inseparabili, nello stesso senso dello Yin e Yang del Taoismo. Da
questo punto di vista, l’obiettivo non è eliminare gli elementi
negativi dalla vita, ma sviluppare un atteggiamento che dovrebbe abbracciare affermativamente l’universo così come è nella
sua complessa dialettica cosmica. In questo contesto, gli aspetti
della vita che precedentemente sarebbero stati considerati
negativi, appaiono avere nuove multiple dimensioni e possono
essere visti da così tanti punti di vista che diventano intriganti ed
interessanti. La definitiva riconciliazione con l’universo – non
necessariamente con il suo status quo ma con il processo di svelamento, rivelazione cosmica – è frutto dell’intuizione che la
totalità dell’esistenza forma un campo unificato o una rete che è
a portata dell’esperienza di ciascuno di noi. Dal punto di vista di
un soggetto allo stato avanzato del trattamento con LSD, siamo
tutti ramificazioni del principio che ha creato questo universo
nella sua infinita complessità e siamo quindi responsabili per
tutti i processi coinvolti.
341
Note
1 La teoria olonomica dell’universo e del cervello umano, fu sviluppata
dal fisico David Bohm (13) e dal neuroscienziato Karl Pribram (81, 82).
È un paradigma rivoluzionario che offre la possibilità per una nuova
sintesi di campi del sapere come il misticismo, la moderna ricerca sulla
coscienza, la parapsicologia, la neurofisiologia e la fisica quanto-relativistica, precedentemente considerati separati. Questo modello rende
possibile collegare le differenze tra la parte ed il tutto, o tra gli oggetti
separati e l’unità indifferenziata. Offre anche un nuovo approccio alla
comprensione delle caratteristiche spaziali e temporali del mondo fenomenico. Data la sua importanza per una teoria esaustiva della mente
umana, sarà discussa in dettaglio in un prossimo volume.
2 Il dr. Rick Tarnas (99), che ha sistematicamente studiato le correlazioni
tra i diversi aspetti del processo di evoluzione spirituale e dei maggiori
transiti planetari, attirò la mia attenzione sul fatto che le caratteristiche
archetipiche dei pianeti Nettuno, Saturno, Plutone ed Urano, come
descritte dagli astrologi, mostrano una sorprendente analogia con le
mie descrizioni delle caratteristiche d’esperienza della MPB I, MPB II,
MPB III e MPB IV rispettivamente.
3 Una comprensione simile della connessione tra le diverse scuole della
psicoterapia ed i livelli specifici della coscienza è stata di recente espressa
da Ken Wilber (103) nel suo concetto di spectrum psychology.
4 Questo episodio è descritto in dettaglio nel mio libro, Realms of the
Human Unconscious, p. 30 (32).
5 Vedi la descrizione di questa costellazione di ricordi in Realms of the
Human Unconscious, pp. 57-60 (32).
342
7 - INDICAZIONI per la PSICOTERAPIA
con LSD, POTENZIALE TERAPEUTICO
e RISULTATI CLINICI
Problemi nella valutazione dei risultati clinici
Depressioni, Nevrosi e Sintomi psicosomatici
Alcolismo, Tossicodipendenza, Disordini del Carattere e Deviazioni
sessuali
Stati psicotici borderline e Psicosi endogene
Sofferenza emotiva e Dolore fisico di individui in punto di morte
PROBLEMI NELLA VALUTAZIONE DEI RISULTATI CLINICI
C’è disaccordo sulla valutazione dell’efficacia della terapia con
LSD. La letteratura al riguardo si divide in tre categorie. Il primo
gruppo, consiste di resoconti entusiastici da parte di terapeuti
secondo i quali, risultati rimarchevoli e relativamente veloci
erano stati raggiunti nella terapia dei disordini emotivi, non solo
di quelli che di solito rispondono al trattamento convenzionale,
ma anche di molti che altrimenti avrebbero una infausta prognosi clinica. In alcuni studi sull’LSD, il successo riportato con
alcolisti cronici, eroinomani, soggetti con gravi disordini del
carattere, criminali recidivi e con pazienti terminali di cancro,
era sorprendente. Il secondo gruppo di articoli sulla terapia
con LSD, comprende quegli studi che producevano risultati
clinici negativi, e tendevano ad invalidare i resoconti entusiastici
del primo gruppo. Infine, il terzo gruppo di documentazioni
cliniche sull’LSD, si concentra sulle descrizioni degli svariati
deleteri effetti collaterali della auto-sperimentazione con LSD.
343
L’immagine dell’LSD nella letteratura professionale copre
così un ampio raggio, da panacea terapeutica per i disordini
psicogeni, a pericolosa sostanza che provoca psicosi. Senza una
più profonda comprensione della natura dell’effetto dell’LSD,
quindi, è difficile trarre qualsiasi chiara conclusione dal materiale pubblicato.
La valutazione del potenziale terapeutico della psicoterapia con
LSD presenta molte difficoltà. Alcune di esse non sono specifiche
della terapia coadiuvata con LSD, ma si riferiscono a qualsiasi
tipo di psicoterapia o terapia psichiatrica in generale. Queste
includono non solo le difficoltà riguardo l’accuratezza e l’affidabilità degli strumenti di misurazione, ma una mancanza di
accordo sia su quali siano gli indicatori di base sia in cosa consista
il cambiamento terapeutico. Quegli autori che limitano i loro
sforzi agli approcci sintomatici tendono ad enfatizzare la riduzione delle difficoltà emotive e psicosomatiche come maggior
criterio di progresso terapeutico. Quelli che sono più orientati
dinamicamente, preferiscono focalizzare la capacità del paziente
di risolvere conflitti e problemi della vita e la qualità delle relazioni interpersonali. Alcuni autori valutano indici più oggettivi
ma meno specifici, come cambiamenti in certi parametri psicofisiologici o biochimici. Ciò è ulteriormente complicato da
criteri che riflettono alcuni valori della società contemporanea,
come il reddito, i traguardi professionali, o una corretta sistemazione residenziale. Le difficoltà nella valutazione dei risultati
psicoterapeutici, sono illustrate dal fatto che ricercatori della
levatura di Eysenck affermano che non esiste nessuna evidenza
scientifica sull’efficacia terapeutica di qualsiasi psicoterapia di
orientamento psicoanalitico (25).
La valutazione della psicoterapia con LSD presenta molti problemi aggiuntivi di natura più specifica. Questa modalità di
trattamento implica molto di più che la sola somministrazione
di una potente sostanza psicoattiva; è un complesso processo
che è criticamente dipendente da molte variabili esterne alla sostanza. La personalità e l’approccio del terapeuta ed una varietà
di fattori legati al set e al setting, devono essere considerati parti
integranti del processo di trattamento. Nel passato, molti autori
344
si avvicinavano alla terapia con LSD semplicemente come ad una
chemioterapia, aspettandosi risultati terapeutici esclusivamente
dalla somministrazione della sostanza senza riguardo per tutti
gli altri fattori extrafarmacologici coinvolti. Altri che avevano
diversi gradi di comprensione della complessità del processo,
prendevano in considerazione l’importanza della psicoterapia
che precede, accompagna e segue le sedute con la sostanza.
Sfortunatamente, gran parte dei resoconti clinici sulla terapia
con LSD, non forniscono sufficienti informazioni sul grado e la
qualità dell’attenzione psicoterapeutica coinvolta. Nel discutere i
risultati terapeutici raggiunti con l’impiego dell’LSD, è essenziale
capire che la sostanza può fare emergere il materiale inconscio;
la riuscita della terapia dipende dal modo in cui questo materiale
è affrontato ed integrato. Non c’è nulla di benefico o nocivo
nell’effetto della sostanza di per sé.
Lo stato mentale ed il livello di consapevolezza del terapeuta,
sono una importante variabile nel processo di cura. La sua abilità
a mantenersi calmo nel confronto con straordinarie esperienze ed emozioni insolitamente intense, ed il grado di apertura
mentale e tolleranza, mantenute rispetto all’intero spettro dei
fenomeni psichedelici, sono fattori critici per il buon esito terapeutico. Il ruolo del terapeuta nel processo è così vitale che gli
è impossibile stendere una valutazione oggettiva dell’efficacia
della psicoterapia con LSD senza aver criticamente stimato il suo
ruolo in essa. Per questa ragione, la preparazione specialistica
del terapeuta, che abbraccia esperienze dirette, di prima mano
degli stati psichedelici di coscienza, è un elemento importante
nella psicoterapia con LSD. È più facile per i terapeuti con LSD
tollerare, incoraggiare ed apprezzare certe insolite esperienze
di natura perinatale o transpersonale che hanno valore terapeutico, se si sono positivamente confrontati con esse nelle proprie
sedute psichedeliche.
La valutazione dei risultati della terapia psichedelica, è ulteriormente complicata dal fatto che il miglioramento clinico è di
frequente associato con profondi cambiamenti della strategia
di vita, della visione scientifica e filosofica del mondo e della
gerarchia di fondo dei valori. L’alleviamento di gravi sintomi
345
psicopatologici può essere accompagnato da una perdita di interesse circa la corsa al potere, alla reputazione e alla posizione
sociale. Un orientamento verso la competizione ed il successo,
può essere sostituito da uno teso verso il massimo benessere al
minimo costo di energia e di sforzo. Gli individui prima pragmatici e materialisti, possono sviluppare un profondo interesse
circa l’aspetto spirituale dell’esistenza. Una tendenza a controllare e dominare le altre persone e la natura, potrebbe essere
sostituita da interessi verso la cooperazione e l’ecologia. Uno
psichiatra che considera l’attuale sistema di valori occidentale,
fondato sull’ambizione e la competizione, come naturale, sano,
ed in definitiva obbligatorio, potrebbe considerare i suddetti
cambiamenti in una cornice psicopatologica e descriverli come
indicativi di mancanza di iniziativa, perdita di interesse verso
traguardi socialmente desiderabili, o anche come lo sviluppo
di un sistema psicotico illusorio. Ciò può essere illustrato da
un episodio che si verificò durante la mia lezione alla Scuola
di Medicina dell’Università di Harvard nel 1968, dopo che avevo
descritto i sensazionali miglioramenti clinici che avevo osservato in molti dei miei pazienti durante la psicoterapia con LSD.
Questi cambiamenti seguivano ad esperienze di morte-rinascita,
a sensazioni di unità con l’intero universo, ed a vari fenomeni
transpersonali. Nella discussione, uno dei partecipanti propose
l’interpretazione che la condizione precedentemente nevrotica
dei pazienti, fosse cambiata in psicosi, dato che ora mostravano
interesse verso esperienze spirituali, prendevano in considerazione la possibilità della reincarnazione, ed erano profondamente
interessati allo yoga e alla meditazione.
Al momento, la situazione nel mondo è piuttosto differente da
quella che era negli anni settanta del Novecento. Le limitazioni
ed i pericoli del sistema di valori occidentali, sono ora manifesti.
La critica dell’orientamento unidirezionale verso la crescita industriale illimitata viene da molte direzioni diverse; il fallimento
delle politiche della competizione e della tecnocrazia sta iniziando ad oscurarne i successi, e la coscienza ecologica sta prendendo terreno alla luce dell’incombente disastro ambientale. I
principî della sanità mentale cambiano rapidamente; secondo
346
Abraham Maslow ed altri psicologi umanisti e transpersonali, i
sentimenti di unione con l’universo o altre esperienze mistiche
non richiedono di essere definiti fenomeni psicopatologici.
Possono verificarsi in individui sani e conducono alla realizzazione e consapevolezza di sé. I sistemi orientali di pensiero e
le pratiche spirituali, stanno attirando un numero crescente di
individui maturi e beneducati, che non possono essere liquidati
come schizofrenici. La psicologia transpersonale recentemente
sviluppata, rappresenta un tentativo di integrare la spiritualità
ed il misticismo con la moderna psicologia e psichiatria; verso
di essa si orientano sempre più numerosi professionisti.
Molti fisici teorici stanno giungendo alla conclusione che la
visione mistica del mondo è compatibile con le implicazioni
filosofiche della scienza moderna, in particolar modo con la
teoria della relatività e la fisica quantistica 1. È pensabile – se la
tendenza presente continuerà – che l’opposizione al misticismo
sarà nel prossimo futuro considerata come un momento di
retroguardia dell’evoluzione culturale. Al momento, tuttavia,
la teoria e la pratica della psicologia e della psichiatria tradizionali, sono basate sul modello meccanicistico newtoniano
dell’Universo e sulla dicotomia cartesiana tra mente e corpo.
La congruenza percettiva e cognitiva con la visione del mondo
newtoniana-cartesiana e l’accordo con l’attuale sistema di valori
occidentali, sono usati come criteri di sanità mentale. Questo
fatto non può essere ignorato nella valutazione dei risultati della
terapia psichedelica.
Perciò presenterò la mia personale visione del potenziale della
psicoterapia con LSD, piuttosto che una sinossi della letteratura
clinica sull’argomento. Sebbene occasionalmente farò riferimento al lavoro d’altri, le affermazioni che seguiranno vanno
inquadrate nel contesto della filosofia e della pratica terapeutica
descritti in questo volume.
In generale, la psicoterapia con LSD è indicata per quelle afflizioni che hanno una base psicologica piuttosto che organica, e
sono il risultato dell’apprendimento nell’accezione più vasta. Ciò
non significa escludere i disordini con evidenti manifestazioni
fisiche, a condizione che i fattori psicogeni abbiano giocato
347
un ruolo importante nel loro sviluppo. Questa indicazione per
la terapia psichedelica è piuttosto ampia e lascia molto spazio
per la sperimentazione terapeutica individuale. Se un certo
disturbo è considerato psicogeno o somatogeno dipende dal
livello di sviluppo della scienza medica in generale e dal grado
di comprensione della specifica malattia in particolare. Dato che
il giudizio medico concernente la natura e la genesi dei diversi
disordini è raramente unanime, la diagnosi di un problema
come funzionale o organico rifletterà quasi sempre la filosofia
personale del clinico. Ci sono condizioni per le quali l’accordo
tra i ricercatori sarà molto alto. I fattori psicologici sono chiaramente di grande importanza nella genesi delle varie psiconevrosi,
come l’ansia o la conversione isterica o le nevrosi ossessivo-compulsive. Parimenti, nei disordini del carattere, nell’alcolismo,
nella dipendenza da droghe ed in varie disfunzioni e deviazioni
sessuali, la componente psicogena sembra indubitabile. L’asma
bronchiale, l’ulcera peptica, la psoriasi e la colite ulcerosa, sono
tradizionalmente considerate di origine psicosomatica. I giudizi
dei clinici circa il rapporto tra fattori psicogeni e somatogeni nelle
depressioni, negli stati psicotici borderline e nelle cosiddette psicosi
endogene come la schizofrenia e le malattie maniaco-depressive,
variano considerevolmente. In alcuni casi solo una minoranza di
ricercatori considera i fattori psicologici di rilievo; il cancro e le
malattie del tessuto connettivo sono esempi di ciò.
Fortunatamente, la natura della reazione all’LSD sembra offrire
aiuto nei casi in cui il terapeuta è dubbioso. Una o due sedute
psichedeliche di esplorazione renderanno chiaro se il disordine ha una importante componente psicologica o non ne ha. I
sintomi emotivi e fisici di origine psicogena tendono ad essere
accentuati dall’effetto dell’LSD, ed il contenuto dell’esperienza
psichedelica porterà intuizioni rilevanti sulle radici psicodinamiche, perinatali e transpersonali dei problemi. Durante le
esperienze iniziali, il paziente ha anche una chiara percezione
delle possibilità di modificare il disturbo con il lavoro psicoterapeutico nelle sedute con LSD. Come ho menzionato prima,
uno degli aspetti più rimarchevoli dell’effetto dell’LSD, è la sua
capacità di individuare le strutture dinamiche dotate di una
348
intensa carica emotiva e di farle emergere alla coscienza, rendendole disponibili all’analisi introspettiva ed alla elaborazione.
Sebbene la psicoterapia con LSD possa essere di beneficio su un
ampio spettro di disordini emotivi e psicosomatici, non dovrebbe
essere considerata una panacea psichiatrica di facile portata. È
una procedura altamente esigente e specialistica, e richiede una
rigorosa preparazione del terapeuta. Il decorso del trattamento
con LSD non fila sempre in modo liscio e sicuro, e la sua riuscita non è sempre prevedibile e soddisfacente. Ci sono pazienti
che abbisognano di un gran numero di sedute con LSD, e per
i quali il progresso terapeutico è lento e doloroso. Per motivi
che sono ancora scarsamente compresi, c’è una percentuale di
individui gravemente disturbati, che mostrano un miglioramento
terapeutico molto ristretto nonostante il gran numero di sedute
psichedeliche ed un grande investimento di tempo ed energia.
In altri, il processo non è limitato al periodo dell’azione farmacologia della sostanza e gli intervalli tra le sedute sono difficili o
addirittura potenzialmente pericolosi.
Le condizioni cliniche nelle quali la psicoterapia con LSD si è
dimostrata soddisfacente si possono dividere in quattro categorie:
1) depressioni, nevrosi e sintomi psicosomatici; 2) alcolismo, dipendenza da droga, disordini del carattere e deviazioni sessuali;
3) stati borderline e psicosi endogene; 4 ) sofferenza emotiva e fisica
dei morenti, in particolar modo dei malati di cancro.
DEPRESSIONI NEVROSI E SINTOMI PSICOSOMATICI
In generale, meno grave è il problema clinico, più rapido è
l’esito favorevole. I migliori candidati per la psicoterapia con
LSD sembrano essere i soggetti che hanno un buon intelletto
ed un adeguato adattamento interpersonale e professionale, ma
mancano del gusto della vita e non sanno attribuirle un significato. Sebbene appaiano adattati in base ai canoni della società
che li circonda, non possono coincidere con i loro traguardi e
349
goderseli. Questi sintomi potrebbero rientrare nella categoria di
ciò che Victor Frankl definisce depressione noogenica. Una singola
seduta psichedelica ad alto dosaggio è di solito sufficiente per
cambiare la situazione in maniera sensazionale. L’accentuazione
selettiva degli aspetti negativi del mondo e di una filosofia pessimistica dell’esistenza associata a questa condizione, può essere
eliminata nel giro di poche ore. Questi individui prima quasidepressi, ritornano da una seduta con LSD integrata, con uno
stato d’animo elevato, un gioioso apprezzamento dell’esistenza,
una accresciuta stima e accettazione di sé, ed una maggiore
disponibilità per significative relazioni umane. La loro vita interiore è arricchita, sono più aperti, e mostrano un accresciuta
considerazione per la bellezza della natura e dell’arte. Inoltre,
molti di loro sono capaci di applicare le intuizioni avute nelle
sedute psichedeliche in modo creativo.
Diverse forme di depressione sembrano rispondere insolitamente bene alla psicoterapia con LSD. In generale, la depressione
è un sintomo psichiatrico molto variabile, che mostra grandi
fluttuazione anche senza un qualsiasi specifico trattamento.
Due differenti tipi di cambiamenti della depressione possono
verificarsi come risultato di sedute psichedeliche, ed è importante distinguerli. Una singola seduta con LSD, ben risolta ed
integrata, può eliminare la depressione clinica, in alcuni casi
anche profonda, che è durata per mesi. Tuttavia, ciò non significa
che la depressione è stata definitivamente curata e non possa
ritornare; il paziente potrebbe avere una ricaduta come risultato
di vari fattori psicologici o fisiologici.
Questo può essere meglio illustrato dall’influenza dell’LSD sulle
cosiddette depressioni periodiche. Un paziente che soffre di
questo disturbo ha attacchi regolari di depressione che seguono
uno schema piuttosto rigido, in termini di comparsa di sintomi
in certi periodi dell’anno e di durata specifica degli episodi. Una
singola somministrazione di LSD può di frequente porre termine
ad una profonda depressione periodica, che in base all’usuale
schema sarebbe durata molte settimane o mesi. Tuttavia, ciò
non modifica necessariamente il corso generale del disturbo,
ed il successivo episodio di depressione potrebbe comparire
350
al solito momento e durare il periodo di tempo previsto. Un
lavoro sistematico in sedute successive con LSD è necessario
per modificare la complessa struttura dinamica sottostante ed
influenzare lo schema complessivo della malattia.
Molti disordini nevrotici tendono a rispondere bene alla psicoterapia con LSD; tuttavia, anche con il potente effetto catalizzatore
della sostanza, è preferibile non aspettarsi guarigioni lampo
e prodigi terapeutici. Le varie psiconevrosi richiedono sedute
psichedeliche nel lungo periodo. In generale, gran parte degli
autori sembrano concordare che la prognosi è migliore in quei
casi in cui l’ansia e la depressione sono componenti importanti.
I pazienti psichiatrici che soffrono di nevrosi d’ansia o di ansia
fluttuante, così come quelli la cui ansia è circoscritta nella forma
di varie fobie, rispondono bene al trattamento psichedelico. La
conversione isterica di solito presenta maggiori difficoltà, ma la
terapia con LSD ha di frequente successo con questo disordine.
Come nella psicoanalisi classica, l’ansia e l’isteria di conversione
potrebbero presentare specifici problemi in termini di transfert
e controtransfert. Le nevrosi monosintomatiche non sono necessariamente più semplici da trattare di quelle che presentano un
quadro clinico ricco, ramificato e complicato. Di frequente, un
singolo sintomo condensa problemi aventi origine in differenti
aree e livelli del paziente, ed un gran numero di sedute con LSD
potrebbero essere necessarie per risolverlo.
Sebbene il successo nel trattamento di nevrotici ossessivo-complusivi sia stato occasionalmente registrato 2, nella mia esperienza
sembrano avere la più sfavorevole prognosi fra tutte le categorie
di pazienti. Gli stati ossessivo-compulsivi meno debilitanti, sono
stati influenzati con successo da una sistematica terapia con
LSD di lungo periodo, ma i casi gravi di questa categoria fanno
parte dei nostri fallimenti. Solitamente dosaggi più alti devono
essere usati per superare le massicce resistenze di questi pazienti
e un gran numero di sedute è necessario per un qualsiasi progresso terapeutico. Tuttavia, è ipotizzabile che questi fallimenti
terapeutici riflettano la nostra limitata comprensione ed una
tecnica inadeguata, piuttosto che un aspetto intrinseco di questo disturbo emotivo. Il fatto che le resistenze di questi pazienti
351
siano collegate al problema del controllo dello sfintere anale,
potrebbe essere una delle variabili importanti.
Nevrosi da trauma emotivo dipendenti da singoli traumi oggettivi, come situazioni di guerra, catastrofi naturali o incidenti di
massa, sono state nel passato la principale indicazione per la
terapia abreativa coadiuvata da sostanza (narcoanalisi) o interventi ipnotici (ipnoanalisi). L’LSD può essere usato con grande
successo per questi disordini a ragione delle sue eccezionali
proprietà come agente abreativo. Una singola seduta con LSD
ad alto dosaggio può di frequente alleviare o rimuovere sintomi
molto debilitanti in questi casi. Occasionalmente, è possibile
usare lo stesso approccio in casi dove l’effetto traumatico era
prolungato e cronico. Menzioneremo in questo contesto un eccezionale programma con LSD per le vittime del regime nazista
condotto da A. Bastians ed il suo team all’Università di Leiden in
Olanda. Questi ricercatori hanno ottenuto successo nel lavorare
sulle conseguenze traumatiche postume dell’incarcerazione, in
persone che erano state internate nei campi di concentramento
(la cosiddetta “ sindrome da campo di concentramento”) (7).
Il comportamento sessuale può essere profondamente influenzati dall’azione dell’LSD. L’intensità, profondità e pienezza
dell’orgasmo sessuale e la facilità con cui si verifica, sembrano
essere legati al processo di abbandono delle difese psicologiche.
Molti problemi in questa area possono essere rintracciati nella
confusione inconscia tra lo schema dell’orgasmo genitale e
quello del totale rilascio fisico che caratterizza l’orgasmo della
nascita. Come i soggetti sotto LSD apprendono a lasciarsi andare
nel processo di morte-rinascita, la loro capacità nel raggiungere
l’orgasmo aumenta considerevolmente; questo miglioramento
delle esperienze sessuali può essere osservato sia nei maschi
che nelle femmine. In quegli individui che non hanno più
specifici sintomi psicopatologici, lo stesso effetto può di solito
essere osservato dopo uno o più esperienze psichedeliche ad
alto dosaggio. Le nevrosi sessuali, come la frigidità, gli spasmi
vaginali (vaginismo), dolore genitale durante il rapporto, impotenza ed eiaculazione precoce, di frequente rispondono bene
alla psicoterapia con LSD; tuttavia, un trattamento efficace di
352
questi disturbi di solito richiede somministrazioni in serie della
sostanza ed esperienze di confronto con le radici dei disordini
a livello perinatale.
Una ampia gamma di problemi fisici psicogeni sono stati favorevolmente influenzati dalla psicoterapia con LSD; questo si
applica anche alle manifestazioni organo-nevrotiche, sintomi
che hanno la struttura dinamica delle conversioni isteriche o
pregenitali, e alle malattie psicosomatiche. Condizioni dolorose
di vario tipo, come ordinari mal di testa o emicranie, crampi
mestruali, spasmi gastrici o intestinali, dolori ai muscoli del collo o nell’area lombare, ed anche dolori artritici senza una base
organica individuabile, possono essere rintracciati fin nelle loro
origini e penetrati nel corso della terapia con LSD. I disturbi
nevrotici di vari organi, come disfunzione cardiaca, difficoltà gastrica, difficoltà respiratorie, sudorazione eccessiva, tremori muscolari, costipazione o diarrea, ed irregolarità mestruali, spesso
scompaiono nel corso del trattamento con LSD. Il miglioramento
della miopia – al quale proprio non pensavamo – che si verificò
come inaspettato effetto collaterale durante la psicoterapia con
LSD di due pazienti nevrotici a Praga, suggerisce che in alcune
forme di questo disturbo, c’è una componente psicogena della
tensione muscolare che può essere risolta con il trattamento
psichedelico. Le conversioni pregenitali, come l’asma psicogena,
diversi tic muscolari e la balbuzie, che sono di solito relativamente
resistenti alla terapia con LSD, potrebbero essere legate ad una
sottostante struttura della personalità ossessivo-compulsiva. Comunque, la situazione non è disperata, ed i pazienti con questi
disordini sono stati in alcuni casi trattati con successo con sedute
in serie di LSD. Una indicazione di particolare interesse per la
psicoterapia con LSD sembra essere la psoriasi; miglioramenti
sensazionali anche in casi gravi, sono stati registrati da molti
gruppi terapeutici. La scomparsa di vari disturbi della pelle,
in particolar modo di vari eczemi, sono osservazioni piuttosto
comuni nel trattamento psichedelico.
In alcuni pazienti, la psicoterapia con LSD può condurre ad un
miglioramento eccezionale di certi problemi fisici recalcitranti
che sono tradizionalmente considerati di natura organica; alcune
353
infezioni croniche come cistite, bronchite e sinusite, ne sono
esempi. Un possibile meccanismo terapeutico è suggerito dal
fatto che certi cambiamenti fisici seguono immediatamente alla
risoluzione e all’integrazione di una gestalt psicologica nella quale
l’area corrispondente è significativamente coinvolta. L’esperienza di Tanya – che verrà descritta in un paragrafo successivo
–può essere menzionata come esempio di ciò. Questo suggerisce che l’agente infettivo è solo un elemento nello sviluppo e
nella perpetuazione della condizione, e probabilmente anche
di secondaria importanza. Una fattore molto più rilevante sembra essere la diminuzione di vitalità dell’organo o del tessuto,
che spiega l’inefficace difesa contro l’invasione batterica. Non
è difficile riscontrare come i fattori psicologici possano giocare
un ruolo importante in questa situazione. Uno dei meccanismi
possibili potrebbe essere, per esempio, la costrizione psicogena
dei vasi afferenti che provocano un limitato afflusso di sangue
e riducono le risorse immunobiologiche dell’area afflitta. È
interessante che durante la seduta precedente il miglioramento
clinico di un problema fisico di questo tipo, i soggetti di solito
riferiscono che un blocco è stato rimosso ed il flusso libero di
sangue ed energia ristabilito nell’area afflitta. Ciò è tipicamente
associato ad una sensazione rinvigorente di piacevole calore, e
sensazioni di formicolio.
ALCOLISMO TOSSICODIPENDENZA DISORDINI DEL CARATTERE E DEVIAZIONI SESSUALI
Molti dei disturbi emotivi e psicosomatici descritti precedentemente sono, in linea di massima, nel raggio di intervento della
psicoterapia tradizionale di orientamento psicoanalitico. L’uso
dell’LSD come coadiuvo in questi casi, intensifica, approfondisce ed accelera il processo terapeutico. Tuttavia, la psicoterapia
con LSD può essere applicata con successo in alcune categorie
diagnostiche che sono fuori dalla portata dell’usuale psicoterapia
354
dinamica. Studi clinici sulla terapia psichedelica hanno registrato risultati vistosi negli alcolisti cronici. Sfortunatamente, nella
maggior parte di essi la valutazione era basata sulle impressioni
cliniche. Come molti risultati riportati nella letteratura psicoanalitica, questi sono aperti al dubbio ed alla critica, dal punto
di vista di una rigorosa metodologia di ricerca.
In un ampio e controllato studio condotto dal nostro gruppo
al Centro di Ricerca Psichiatrica del Maryland, a 135 alcoolisti ricoverati furono casualmente somministrati o alti dosaggi (450 microgrammi) o bassi dosaggi (50 microgrammi) nel trattamento
con LSD.
Dopo sei mesi, una stima indipendente dal team, valutò il 53 %
del gruppo ad alto dosaggio come “essenzialmente riabilitato”,
a confronto del 33 % del gruppo a basso dosaggio. In termini
statistici questa differenza aveva solo cinque possibilità su cento
di essere casuale. La differenza tra gruppi ad alto e basso dosaggio non era più così grande dopo diciotto mesi, con il 54 % per
i pazienti ad alto dosaggio considerata fortemente migliorata,
contro il 47 % dei pazienti a basso dosaggio.
I risultati complessivi di questo studio furono piuttosto impressionanti, considerando che i pazienti erano volontari selezionati
tra i componenti dell’Unità di Riabilitazione Alcolisti di un ospedale
psichiatrico dello Stato, e molti di essi ebbero solo una seduta ad
alto dosaggio di LSD e molte ore di psicoterapia “normale”, prima
ed in seguito ad essa. Una inaspettata scoperta della ricerca, fu il
vistoso miglioramento in alcuni pazienti nel gruppo di controllo
che presero solo 50 microgrammi di LSD, a confronto dei 450 microgrammi del gruppo sperimentale. Nel nostro progetto iniziale
il dosaggio di 50 microgrammi era considerato essere un placebo
attivo, essendone l’effetto terapeutico trascurabile. In realtà, molti
pazienti nel gruppo a basso dosaggio ebbero esperienze piuttosto
significative, mentre pochi individui nella categoria ad alto dosaggio ebbero sedute psichedeliche tranquille. Il lettore interessato
troverà una più dettagliata descrizione di questo studio nello
scritto del gruppo di Spring Grove intitolato The Experimental Use
of Psychedelic (LSD) Psychotherapy (77).
Questi risultati del team di Spring Grove sono in netto contrasto
355
con il risultato di un esteso studio controllato condotto da
Ludwig, Levine e Stark (59) all’Ospedale dello Stato di Mendola in
Madison, Wisconsin. Gli autori assegnarono casualmente 176
pazienti alcolisti, che si erano volontariamente offerti per questo
progetto, ad uno dei seguenti quattro gruppi :
1. “terapia psichedelica” con LSD
2. trattamento ipnodelico con LSD
3. semplice somministrazione di LSD
4. nessuna specifica terapia (terapia milieu).
Inoltre, a metà di ciascun gruppo fu offerta medicazione con
Antabuse (Disulfiram) dopo il completamento dell’esperimento. I
risultati di questo studio furono negativi: gli autori non trovarono
differenze significative tra i gruppi, e la percentuale complessiva
di remissione fu estremamente bassa. Dopo sei mesi tra il 70 ed
80% dei pazienti in tutte le categorie aveva ripreso a bere, e dopo
un anno questo numero spaziava tra l’80% ed il 90 %. Anche la
somministrazione dell’Antabuse, non sortì alcun effetto in questo
contesto.
Lo studio seguiva così bene i criteri formali della ricerca medica,
che ricevette il riconoscimento Hoffheimer dalla Associazione
Psichiatrica Americana. Per questa ragione i risultati negativi
di questo progetto meritano una speciale attenzione; possono
essere usati per dimostrare alcuni dei principî di base enfatizzati
in questo libro. In ciò che segue, mi riferirò ad una critica incisiva
che Charles Savage presentò nel marzo del 1971 all’incontro
dello staff del Centro di Ricerca Psichiatrica del Maryland, di cui era
direttore associato. Mise in rilievo che in questo studio potevano
essere individuate molte gravi mancanze e che solo in superficie
sembrava essere metodologicamente accurato e meticolosamente progettato. Nel passato, affermazioni di un rapido successo
terapeutico nell’alcolismo erano state fatte solo per il modello
psichedelico; nessun terapeuta dell’LSD, ha mai indicato che una
seduta psicolitica con LSD potesse avere un profondo effetto sui
pazienti alcolisti. Ludwig ed i suoi collaboratori avevano familiarità con la terapia psichedelica, come è evidente dall’accurata definizione data nel loro libro. Tuttavia, nello studio vero e proprio
rigettarono il modello psichedelico, mentre invece pretendevano
356
di testarlo, e trascurarono molti degli elementi che i terapeuti
psichedelici considerano vincolanti per il successo terapeutico.
I terapeuti coinvolti in questo progetto erano tredici psichiatri
interni dell’ospedale di Stato che non erano ‘impegnati’ nella
ricerca, ma che la seguivano come attività marginale. Nessuno
di essi aveva personalmente esplorato lo stato psichedelico o
ipnotico; non avevano esperienza né della terapia con LSD né
dell’ipnoterapia ed avevano solo una superficiale “preparazioneintensiva” su ambedue. La preparazione per la seduta con LSD
era limitata ad una seduta di due ore, metà della quale trascorsa
in misurazioni della suggestionabilità. La giustificazione a posteriori che gli autori diedero per questa drastica condensazione
del lavoro preparatorio, fu che nessuno dei pazienti divenne
psicotico. Questo fatto potrebbe essere usato come esempio della
sicurezza dell’LSD, ma sicuramente non prova che la procedura
fosse adeguata agli scopi terapeutici.
Sebbene i dosaggi che utilizzarono erano in un raggio più ristretto di quelli usati nella terapia psichedelica, (3 microgrammi
per kg), l’approccio era essenzialmente psicolitico. Vi era una
continua comunicazione verbale, che è noto aumenta la resistenza del paziente ed interferisce con la regressione profonda.
I terapeuti assistevano i pazienti per sole tre ore della seduta e
li lasciavano soli per le restanti ore d’azione della sostanza. Le
esperienze mistiche che sono considerate di massima importanza
nel modello psichedelico erano riferite da solo l’8% dei pazienti,
se comparato al 78% della ricerca a Spring Grove. Charles Savage
concluse che il progetto rifletteva un forte pregiudizio degli autori. Nel momento in cui l’LSD era popolare, Levine e Ludwig
(58) riportarono risultati positivi usando la tecnica ipnodelica
con i tossicomani, un gruppo generalmente molto più difficile
da trattare degli alcolisti. Quando l’LSD era caduto in disgrazia
ed i risultati positivi erano divenuti politicamente imprudenti,
ricavarono risultati negativi. Inconsapevolmente o consapevolmente, inserirono nella loro ricerca un numero di elementi
antiterapeutici che ne garantirono il fallimento. L’impiego di
terapeuti senza esperienza e motivazioni, una lacunosa preparazione, orientamento antimistico, la violazione delle regole di
357
fondo della terapia psichedelica, ed una cruciale mancanza di
assistenza umana e di attenzione, possono essere menzionati
qui come elementi importanti. L’LSD può nel modo migliore
essere descritto come un facilitatore; nel loro studio sembra
aver agevolato la mediocrità, tuttavia brillantemente descritta
con raffinate tecniche statistiche.
Sulla base degli incoraggianti risultati con gli alcolisti, il team del
Centro di Ricerca Psichiatrica del Maryland portò avanti una ricerca
di psicoterapia con LSD con gli eroinomani. I volontari per questo programma erano tossicodipendenti maschi che scontavano
la pena negli istituti di correzione del Maryland, la maggior parte
dei quali erano ladri, rapinatori ed implicati nel traffico illegale
di stupefacenti. Gli interessati ebbero una udienza presso il Consiglio per il rilascio e la libertà vigilata. Solo gli individui a cui fu
concessa la libertà sulla parola, furono accettati nel programma
di ricerca. Una metà dei volontari seguì una seduta psichedelica
ad alto dosaggio dopo una media di ventitre ore di preparazione
psicologica, mentre l’altra metà prese parte ad un programma
di terapia senza uso di sostanza alla clinica per esterni, che ebbe
la stessa durata. L’assegnazione ai gruppi sperimentali e a quelli
di controllo fu fatta su base casuale. Ad ambedue i gruppi fu
richiesto di rimanere in contatto con la clinica esterna dopo il
trattamento e fornire campioni di urine per l’analisi chimica. I
risultati di questo programma di trattamento sperimentale furono relazionati da due membri del gruppo di Spring Grove, Charles
Savage e Lee McCabe (93). Undici dei trentaquattro pazienti nel
gruppo dell’LSD non ritornarono ad usare narcotici durante i
sei mesi successivi al trattamento, mentre solo un soggetto del
gruppo di controllo mostrò un miglioramento comparabile. Ad
un anno, otto pazienti dell’LSD erano ancora disintossicati a
confronto di zero nel gruppo di controllo. Sebbene in termini
assoluti questo non rappresenti un risultato sensazionale, deve
essere considerato un risultato molto promettente per una
categoria così difficile di pazienti. Studi sulle conseguenze di
breve periodo nella dipendenza da narcotici indicavano che il
94-97% dei pazienti ricominciavano a drogarsi nel giro di poche
settimane nonostante i trattamenti convenzionali.
358
Un aspetto della terapia psichedelica con gli alcolisti e gli eroinomani merita una nota particolare. Mentre il trattamento positivo
dei disturbi psiconevrotici e psicosomatici di solito richiede una
intera serie di sedute psichedeliche, in queste due categorie,
miglioramenti piuttosto sorprendenti potevano essere osservati
dopo una singola esperienza con l’LSD. È stato detto precedentemente che questo potrebbe essere collegato alla facilità con
cui molti alcolisti e tossicodipendenti raggiungono stati trascendentali della mente. Nel programma di Spring Grove, il numero
di sedute per paziente fu limitato dal progetto di ricerca. Tutti
gli eroinomani e la maggior parte degli alcolisti parteciparono
ad una sola seduta con LSD; alcuni pazienti alcolisti ne fecero
due o eccezionalmente tre. C’è ragione di credere che risultati
clinici migliori si sarebbero potuti raggiungere se il progetto di
ricerca fosse stato meno rigido. Nella situazione che ho vissuto
a Praga, più libera da vincoli, dove era possibile somministrare
sedute in serie con LSD senza alcuna limitazione, osservammo
in molti casi non solo una duratura astinenza, ma una profonda
ristrutturazione della personalità degli alcolisti o dei tossici.
Menziono ora una categoria di pazienti con prognosi difficile.
Individui con tendenze asociali, antisociali e criminali, possano
beneficiare del trattamento con LSD. Molti aspetti del processo
psichedelico rendono possibile ottenere risultati positivi con
questi soggetti. Il più serio ostacolo per una efficace psicoterapia
degli individui sociopatici in condizioni normali è la loro incapacità a formare, sviluppare e mantenere delle relazioni. Questo
interferisce significativamente con il processo di trattamento,
dato che un forte collegamento emotivo con il terapeuta è considerato un importante elemento di cambiamento tera- peutico. È
noto che durante la psicoanalisi solo la condivisione di materiale
personale intimo tende a portare allo sviluppo di una relazione
di transfert. Questo fattore è molto più potente nella terapia
psichedelica; partecipare semplicemente con un atteggiamento
comprensivo e di sostegno alle sedute di una persona creerà
automaticamente un forte legame emotivo. Questo legame
può essere positivo, negativo o ambivalente, ma il paziente non
può facilmente evitare ogni tipo di risposta. Sebbene questo sia
359
solo un prerequisito per l’efficacia della terapia e non necessariamente un elemento terapeutico di per se, è una condizione
essenziale per il trattamento positivo di individui con tratti sociopatici. Inoltre, l’esperienza con LSD fornisce canali efficaci
per la scarica e l’integrazione di enormi quantità di sentimenti
aggressivi e distruttivi che sono alla radice delle azioni antisociali.
L’accesso all’esperienza trascendentale ed il collegamento con
il sistema di metavalori, sembra essere anche più importante in
questo contesto. Come risultato, il comportamento criminale è
spesso estrapolato dal ristretto contesto della rivolta contro la
società e può improvvisamente essere visto come una violazione
dell’ordine cosmico.
Molti terapeuti dell’LSD occasionalmente descrissero buoni
risultati, in pazienti singoli con tendenze antisociali, nel contesto di più ampi studi clinici comprendenti un esteso raggio di
categorie diagnostiche. In molti casi, i ricercatori condussero
studi specifici concentrati sulla popolazione criminale ed antisociale. Arendsen-Hein (4) trattarono ventuno gravi criminali
psicopatici con sedute regolari di LSD usando dosaggi di 50-450
microgrammi. Dopo un periodo dalle dieci alle dodici settimane di terapia, dodici risultarono clinicamente migliorati e due
vistosamente migliorati.
Nei primi anni sessanta, un team di psicologi di Harvard alla
cui guida c’era Timothy Leary iniziò un programma di ricerca
di terapia psichedelica con recidivi, alla Prigione dello Stato di
Concord nel Massachusetts ( 55). La sostanza impiegata in questo
progetto non era l’LSD, ma un suo parente stretto, la psilocibina,
il principio attivo psichedelico dal fungo sacro Messicano Psilocybe
mexicana. L’aspetto sorprendente della ricerca fu che gli psicologi
presero la sostanza insieme agli imputati, sebbene una “base di
controllo” sobria e la supervisione psichiatrica furono sempre
presenti. Il risultato di questo studio, nel quale si ebbero circa
duecento sedute psichedeliche con uomini incarcerati a causa
dei loro comportamenti antisociali, fu una significativa riduzione
del coinvolgimento in nuovi crimini del gruppo che aveva avuto
esperienze con la psilocibina. Molti anni dopo, Walter Huston
Clark portò avanti uno studio informale successivo, con risultati
360
impressionanti. Almeno un tentativo interessante è stato fatto per
integrare la terapia con LSD in un complesso regime terapeutico
sotto condizioni di massima sicurezza. I risultati di questo esperimento condotto nella Divisione di Massima Sicurezza al Centro di
Salute Mentale a Penetanguishene, Ontario, è stato descritto da G.
J. Maier, D. L. Tate, e B. D. Paris (61).
Risultati clinici favorevoli sono stati riscontrati in pazienti con
varie anomalie sessuali che sono di solito intrattabili con la
psicoterapia convenzionale o la terapia in generale. Tra di essi,
gli individui che mostravano tendenze sadiche e masochistiche
sembrano avere la prognosi più favorevole. Non appena il processo psichedelico raggiunge il livello perinatale, potenti canali
diventano accessibili per la scarica e l’integrazione di enormi
quantità di impulsi aggressivi e autodistruttivi. Le esperienze
delle sequenze di morte-rinascita offrono opportunità eccezionali per la risoluzione dell’intimo legame perinatale tra la
sessualità e l’aggressività che è alla radice del sadomasochismo.
Altre deviazioni sessuali che rispondono alla terapia psichedelica, comprendono il feticismo, l’esibizionismo e la coprofilia.
Sebbene risultati favorevoli siano stati occasionalmente riportati
per l’omosessualità maschile e femminile, è difficile fare qualsiasi affermazione generalizzata in questa area a causa della
eterogeneità e complessità dei problemi implicati. La prognosi
dei pazienti in questa categoria è criticamente dipendente
dalla natura del loro problema, dal proprio atteggiamento
verso il loro comportamento sessuale e dalla motivazione per
la terapia. Ci si può attendere una positiva riuscita solo quando
l’individuo considera la deviazione come un problema: ha un
forte conflitto intrapsichico su di essa, e mostra un interesse
attivo al trattamento.
Disturbi del carattere di vario genere, talvolta anche gravi e
complicati, possono essere trattati mediante terapia con LSD,
se è disponibile una struttura equipaggiata con personale qualificato. Solitamente, poche sedute di esplorazione forniranno
al terapeuta una indicazione sufficiente per la prognosi. Nel
corso della terapia con LSD di disordini del carattere che erano
originariamente privi di sintomi, si può di frequente osservare
361
la manifestazione temporanea di vari sintomi nevrotici e psicosomatici negli intervalli liberi tra le sedute.
STATI PSICOTICI BORDERLINE E PSICOSI ENDOGENE
Pazienti psichiatrici borderline e con condizioni psicotiche manifeste, non devono essere esclusi necessariamente dalla terapia
psichedelica. Sebbene le esperienze del trattamento di stati
schizofrenici e di altri stati psicotici con LSD, siano piuttosto
limitate, è possibile trarre alcune conclusioni generali. In linea
di massima, le prognosi negli individui psicotici sembrano essere molto migliori che in certi nevrotici gravi, in particolare
i pazienti ossessivo-compulsivi. Tuttavia, questa affermazione
necessita una chiarificazione. Il lavoro con l’LSD rivolto ad individui gravemente disturbati è un processo molto impegnativo ed
intenso, che richiede una speciale preparazione ed esperienza.
Non dovrebbe essere tentato da nessuno che non abbia la sufficiente esperienza di sedute con LSD con individui “normali” e
nevrotici. Gli intervalli tra le sedute possono essere caratterizzati
da una sensazionale manifestazione ed intensificazione di vari
sintomi psicotici. In alcune fasi critiche del processo psichedelico le esperienze interiori ed il comportamento del paziente,
possono essere interamente concentrati sul terapeuta, nel senso
di una “psicosi di transfert”. Una speciale unità di trattamento
con personale qualificato ed una supervisione di 24 ore su 24 ,
è una necessità assoluta per questo impegno.
Le radici più profonde della sintomatologia schizofrenica possono sempre essere rintracciate nelle varie matrici perinatali e
nelle esperienze transpersonali negative. Un terapeuta che sta
condividendo il complesso viaggio avviato nel paziente psicotico
dall’LSD, deve rimanere saldo ed equilibrato durante l’intero
processo, che potrebbe rivelarsi una sfrenata giostra, una montagna russa emotiva e concettuale. Data la sua importanza, non
362
solo per la terapia con LSD della schizofrenia, ma anche per la
comprensione delle dinamiche della psicosi, descriverò questo
processo mediante la storia di Milada.
Milada era una psicologa di 38 anni che da molti anni soffriva di
un complicato disturbo nevrotico comprendente una varietà di
sintomi ossessivo-compulsivi, di nevrosi organiche e di conversione isteriche. Iniziò un sistematico trattamento psicoanalitico,
ma quattro mesi dopo dovette essere ricoverata, in quanto aveva
sviluppato acuti sintomi psicotici. Una parte importante della
sua sintomatologia clinica era un delirante sistema erotomane. Milada era convinta che il suo capo fosse profondamente
innamorato di lei e lei stessa provava un irresistibile amore ed
attrazione sessuale nei suoi confronti. Sentiva che tra di loro
esisteva una intesa erotica e spirituale, ben oltre la facciata della
loro relazione sociale, che era molto formale. Alcune settimane
dopo, cominciò ad avere l’allucinazione di sentire la voce del suo
amante immaginario. In queste allucinazioni, lo udiva descrivere
in dettaglio i sentimenti che provava per lei, prometterle una
splendida vita futura da condividere e le dava consigli o specifici
suggerimenti. Durante le ore serali e notturne Milada provava
potenti sensazioni sessuali che interpretava come un rapporto a
distanza, magicamente consumato con il suo “amante”. Sebbene
nelle situazioni sessuali reali fosse sempre stata frigida, durante
questi episodi provava orgasmi cosmici.
Il ricovero di Milada si rese inevitabile quando iniziò ad agire
sotto l’influenza delle sue illusioni ed allucinazioni. Un giorno,
lasciò il marito, e provò ad entrare nell’appartamento del capo
con i suoi bambini, ne nacque una colluttazione con la moglie.
Disse che la sua “voce” le aveva detto che i divorzi erano stati
sistemati e che ora potevano vivere insieme. Dopo molti mesi di
trattamento farmacologico infruttuoso, tranquillanti e antidepressivi, accompagnato da psicoterapia individuale e di gruppo,
fu selezionata per la terapia psicolitica con LSD. Dopo dodici sedute con LSD, i sintomi psicotici scomparvero completamente
e Milada ebbe una piena comprensione riguardo il suo passato
comportamento delirante. In circa trenta successive sedute,
elaborò una varietà di complicati sintomi nevrotici e psicoso363
matici, rivivendo ricordi traumatici da differenti periodi della
sua vita e riconducendo i suoi problemi attuali alle loro fonti
emotive nella sua infelice infanzia. Molto tempo fu dedicato a
dipanare la complicata situazione matrimoniale. Suo marito era
crudele, insensibile e fisicamente offensivo; era emotivamente
immerso nella rincorsa di una carriera politica e non le forniva
alcun sostegno emotivo. Ambedue i loro bambini iniziavano a
mostrare segni di gravi disturbi emotivi che richiedevano intervento terapeutico.
Successivamente le sedute con LSD si spostarono nel registro
perinatale e Milada sperimentò l’intero spettro delle esperienze
del processo di morte-rinascita. Le emozioni e le sensazioni fisiche associate con il rivivere le sue difficoltà di nascita, durante
la quale suo fratello gemello era morto, furono così abissali che
definì queste sedute come un “Hiroshima psicologico”. Quando
infine completò il processo di nascita e sperimentò la morte
dell’ego, mi aspettavo un netto miglioramento, come era il caso
di molti pazienti nevrotici. Invece, con mia grande sorpresa, fui
testimone di una improvvisa e completa riapparizione della sintomatologia psicotica originaria – scomparsa da molti mesi. La sola
differenza era che questa volta divenni io il bersaglio principale
di tutti i fenomeni psicotici: nel processo della psicoterapia con
LSD aveva sviluppato una psicosi di transfert.
A questo punto Milada credeva di essere sotto la mia influenza
ipnotica e si sentiva in costante rapporto con me, nelle sedute con
LSD, così come negli intervalli liberi. Sperimentò uno scambio
reciproco di pensieri ed anche di comunicazione verbale. Era
interessante che in alcuni di questi colloqui allucinati noi “continuavamo la psicoterapia”. Milada “discusse” vari aspetti della
sua vita con me ed intraprese attività suggeritele dalla mia voce
illusoria, così come, nel suo delirio, condivise con me molte ore
di bagni ed esercizi fisici. In queste allucinatorie conversazioni,
le dissi che avevo deciso di abbandonare la situazione terapeutica
e diventare il suo amante e marito; le consentii anche di usare
il mio cognome invece di quello del marito. Era ripetutamente
rassicurata circa il mio amore, le avrei detto che il suo divorzio
era già stato sistemato e le avrei chiesto di spostarsi con i suoi
364
bambini nel mio appartamento. Era chiaro dal contesto delle
sue sedute con LSD, che questo ardente pensiero magico, era
un fenomeno di transfert riflettente la sua primissima relazione
simbiotica con la madre. Tra le altre cose Milada parlò delle “sedute ipnogamiche” che riceveva da me nelle ore serali e notturne.
Sensazioni sessuali ed allucinazioni di rapporti erano interpretati
da lei come deliberate lezioni nello sperimentare il sesso, che
avevo deciso di darle per accelerare la terapia.
Milada arrivò a trascorrere molte ore al giorno in bizzarre posture
che assomigliavano alla catatonia; tuttavia, era sempre possibile
strapparla ad esse, parlandole. Allora riprendeva la postura normale, rispondeva alle domande e spiegava logicamente il proprio
comportamento. La sua condizione emotiva e psicosomatica
dipendeva dalla posizione assunta dal corpo. In alcune posture
sperimentava beatitudine estatica, sensazioni oceaniche ed un
senso di unità cosmica; in altre, profonda depressione, nausea
ed una inquietudine metafisica.
Lei stessa collegò questo fenomeno alla situazione durante la
sua vita intrauterina in cui doveva competere fisiologicamente
e meccanicamente con il suo fratello gemello.
Sulla base delle esperienze con altri pazienti, proseguii con
regolari somministrazioni settimanali di LSD nonostante i suoi
sintomi psicotici. Queste sedute consistevano quasi interamente
di esperienze negative di natura transpersonale. Vi era una forte
enfasi nel rivivere spiacevoli ricordi intrauterini, che collegò
alle difficoltà emotive ed alle malattie di sua madre durante
la gravidanza, a varie crisi embrionali ed al disagio di essere in
due nell’utero. Sperimentò, inoltre, alcune sequenze karmiche
negative ed esperienze archetipiche di natura demonica.
Nella fase finale del trattamento si presentò un insolito fenomeno: improvvisamente l’LSD ebbe un effetto chiaramente paradossale. Sotto l’influenza dell’LSD Milada appariva normale e
riacquistava buon senso e giudizio critico; quando l’effetto della
sostanza stava scomparendo, i sintomi della psicosi di transfert
riapparivano. Infine, nella sua diciannovesima seduta sperimentò
per molte ore profonde sensazioni estatiche, dove l’unità cosmica
era il modello prevalente. Con mia sorpresa, ritornò da questa
365
seduta senza i precedenti sintomi psicotici e nevrotici e con un
personalità completamente ristrutturata.
In base alla sua stessa descrizione, era ora capace di sentire se stessa ed il mondo in una maniera completamente differente e mai
prima sperimentata. Provava gusto per la vita, una nuova considerazione per la natura e l’arte, un atteggiamento completamente
trasformato verso i suoi bambini e la capacità di abbandonare
le sue precedenti ambizioni irrealistiche e fantasie. Fu in grado
di riprendere il lavoro e di compierlo adeguatamente, ottenne
il divorzio dal marito ed andò a vivere da sola prendendosi cura
dei figli. A quanto mi risulta, non ha avuto più bisogno di cure
psichiatriche durante i dodici anni successivi alla conclusione
del suo trattamento con LSD.
In altri pazienti schizofrenici che trattai mediante terapia con
LSD, il processo fu simile ma meno complicato e drammatico di
quello appena descritto3. Kenneth Godfrey, psichiatra americano, tentò questo difficile obiettivo e riportò trattamenti positivi
con pazienti psicotici con sedute in serie di LSD (31).
Anche nelle migliori condizioni, i pazienti con marcate tendenze
paranoiche non dovrebbero essere trattati con la psicoterapia
con LSD, finché coinvolgono il terapeuta nel loro sistema paranoico e lo considerano uno dei persecutori. Una buona relazione
terapeutica con un fondamento di fiducia di base, è l’elemento
più importante per un positivo trattamento psichedelico. Il
consenso informato, l’interesse partecipe ed una buona cooperazione, sono condizioni necessarie per un agevole decorso
della terapia. Ciò è molto difficile da raggiungere con i pazienti
paranoici; anche nei casi più miti, richiede un lungo ed intenso
lavoro prima di usare la sostanza. Se l’LSD è somministrato ad
un paziente paranoico, tenderà a sperimentare la seduta in un
totale isolamento psicologico e a scaricare tutte le difficoltà
emotive e psicosomatiche sul terapeuta. La natura straordinaria
e lo scopo delle esperienze psichedeliche possono, in queste
condizioni, non solo rinforzare la convinzione delle intenzioni
malvagie del terapeuta, ma ingigantire la sua immagine agli occhi
del paziente, trasformandola in quella di una figura malefica di
proporzioni cosmiche.
366
Le condizioni psicotiche di tipo maniaco-depressivo possono
essere trattate con la psicoterapia con LSD, sebbene potrebbero
incontrarsi problemi specifici. Una singola seduta con LSD può
determinare una completa remissione dell’episodio depressivo
o maniacale. In modo analogo, una singola somministrazione
della sostanza può cambiare la fase della malattia, volgendo
la depressione in mania o viceversa. In questo senso, l’effetto
dell’LSD è paragonabile a quello della terapia dell’elettroshock.
Nella cornice concettuale presentata in questo libro, tali cambiamenti possono essere compresi come transmo- dulazioni COEX
o MPB – spostamenti chimicamente avviati nei sistemi dinamici
di controllo che influenzano l’ego del paziente. Sembra che nei
disturbi maniaco-depressivi l’LSD possa precipitare, accelerare
tali cambiamenti molto più facilmente e molto più di frequente che in altre categorie diagnostiche. Questo potrebbe essere
dovuto alla labilità e periodicità che sono caratteristiche tipiche
di questa malattia.
Le transmodulazioni COEX e MPB, non dovrebbero essere confuse con la guarigione dalla malattia. C’è sempre la possibilità
che un’altra fase depressiva o maniacale si ripresenterà in futuro
quando il sistema negativo addormentato verrà attivato da vari
stimoli fisici, specifiche difficoltà psicologiche, o cambiamenti
fisiologici nell’organismo. Tuttavia, in alcuni casi sembra possibile influenzare le radici psicologiche ed i meccanismi alla base
di questo disordine con un sistematico lavoro intrapsichico in
sedute seriali con LSD. Questa procedura ha i suoi rischi, il principale dei quali è la possibilità di attivare profonde depressioni
con tendenze suicide dopo alcune sedute. Nello stesso modo che
con le condizioni psicotiche borderline e con le psicosi schizofreniche, la psicoterapia con LSD dei disordini maniaco-depressivi
dovrebbe essere intrapresa in una situazione di ricovero, o una
struttura idonea dovrebbe essere almeno accessibile in ogni
momento per un temporaneo ricovero se la condizione del
paziente lo richiedesse.
SOFFERENZA EMOTIVA E DOLORE FISICO DI INDIVIDUI
367
IN PUNTO DI MORTE
Probabilmente l’indicazione più interessante e promettente per
la psicoterapia con LSD è il suo impiego in persone gravemente malate, che stanno affrontando la morte. Sebbene questo
approccio sia stato per lo più sistematicamente esplorato nei
malati di cancro, è applicabile alle persone con altre malattie
che mettono a rischio la vita. L’uso della terapia psichedelica in
queste condizioni è stata discussa in dettaglio in un precedente
libro4 e sarà solo brevemente ripresa qui.
L’iniziale intuizione, che la terapia psichedelica potesse essere
utile per le persone con malattie terminali, scaturì indipendentemente dalla pediatra americana di origine russa Valentina
Pavlovna Wasson e dallo scrittore e filosofo Aldous Huxley.
Wasson giunse a questa conclusione sulla base della sua esperienza con i funghi sacri del Messico, e Huxley sulla base dei
risultati delle sue sedute psichedeliche con mescalina ed LSD.
Il pionieristico lavoro clinico con i malati di cancro fu condotto
nei primissimi anni sessanta alla Scuola di Medicina di Chicago da
Eric Kast che si era inizialmente interessato dell’uso analgesico
dell’LSD. Un sistematico studio degli effetti della terapia psichedelica sui malati di cancro in relazione alla loro condizione
emotiva, alla sofferenza fisica, alla concezione della morte, ed
all’atteggiamento verso il processo del morire, fu intrapreso
dal gruppo del Centro di Ricerca Psichiatrica del Maryland. L’iniziatore ed originario direttore di questo progetto di ricerca, fu
Walter Pahnke; dopo la sua scomparsa, assunsi la responsabilità
medica e lo completai in cooperazione con William Richards.
In questo programma, più di un centinaio di malati di cancro
vennero trattati nel corso degli anni con la terapia psichedelica
usando l’LSD e una sostanza simile ad azione più ridotta, la DPT
(dipropiltriptamina). Cambiamenti positivi furono osservati
in aree differenti. Molti pazienti mostrarono un netto alleviamento dei diversi sintomi emotivi, come depressione, tensione
generale, disturbi del sonno e rinuncia psicologica. La terapia
con LSD ottenne anche un sorprendente, sebbene non prevedibile, effetto su molti dolori fisici. In alcuni pazienti che non
368
rispondevano agli analgesici ed ai narcotici, il dolore fu alleviato
o addirittura completamente eliminato per periodi di settimane
o mesi dopo una singola seduta con LSD. I cambiamenti più rimarchevoli furono osservati riguardo la concezione della morte
dei pazienti e nell’atteggiamento verso il morire. Quei pazienti
che ebbero esperienze perinatali o transpersonali tendevano a
mostrare una marcata diminuzione della paura della morte. La
loro comprensione del processo del morire, tendeva a spostarsi
verso un sistema di credenze antico o non-Occidentale, in base
al quale la coscienza o qualche forma di esistenza continua al
di là del momento della morte biologica.
Ho detto prima che la trasformazione psichedelica osservata
dopo le sedute con LSD caratterizzate da enfasi trascendentale,
coinvolge drastici cambiamenti nella gerarchia dei valori. Avendo sperimentato la morte e la rinascita e/o sensazioni di unità
cosmica, i soggetti tendono a indulgere meno sul passato e sul
futuro ed a mostrare un accresciuto apprezzamento del presente.
La preoccupazione riguardo tetre prospettive per il futuro, viene
sostituita dall’attenzione per un miglior uso possibile di ogni
giorno. La capacità di trarre soddisfazione dalle cose semplici
ed ordinarie della vita è accompagnata da una acuta consapevolezza della fondamentale futilità dell’ansiosa rincorsa allo
status, al potere ed ai possessi. Non è difficile comprendere che
questi cambiamenti nei valori e nella strategia di vita, possono
rendere la situazione della malattia terminale più tollerabile.
Il lavoro psicologico con i pazienti ed i loro familiari sembrava
inoltre avere una positiva influenza su questi ultimi. Non solo
facilitava la loro reazione al morire ed alla morte dei loro cari,
ma li aiutava ad affrontare il dolore ed ad integrare la scomparsa
in un modo costruttivo.
In base alle stime cliniche, approssimativamente il 30% dei
malati di cancro mostrarono sensazionali miglioramenti nelle
suddette aree dopo una singola seduta con LSD ed un addizionale 40% mostrò un moderato livello di cambiamento positivo.
Nel rimanente 30% non ci furono differenze manifeste, positive
o negative, tra le misurazioni pre e post-trattamento. I risultati
della psicoterapia con DPT furono simili, sebbene meno sor369
prendenti e consistenti.
Di tutte le indicazioni per la psicoterapia con LSD, il suo impiego per il lavoro con i soggetti in punto di morte, sembra essere
il più interessante ed il meno controverso o problematico. La
possibilità di alleviare in un tempo breve la sofferenza emotiva
e fisica delle persone che affrontano l’ultima crisi della vita
umana, dovrebbe essere di grande interessi per tutti. Molte
delle obiezioni sollevate contro l’uso dell’LSD sono di scarso
rilievo qui, sicuramente quelle riguardanti l’ereditarietà ed i
cromosomi. Inoltre, la recente ricerca, che mostra il possibile
ruolo svolto dai fattori psicologici nel cancro, così come alcune
nostre osservazione sull’argomento, sembrano suggerire che
almeno per alcuni malati di cancro, la psicoterapia con LSD
possa diventare un fattore che contribuisca alla guarigione e
non solo nella preparazione alla morte.
Note
1 Il lettore interessato troverà informazioni dettagliate sulla recente
convergenza della fisica quanto-relativistica, il misticismo e la moderna
ricerca sulla coscienza, nei libri di Itzak Bentos (11), Fritjof Capra (18),
Nick Herbert (37), Larry Le Shan (56), Kenneth Pelletier (78), Bob
Toben (101) e Arthur Young (105) .
2 Un esempio di sensazionale e duraturo successo in un grave caso di
nevrosi compulsiva fu pubblicato in Scandinavia da E. Brandrup e T.
Vangaard (16).
3 La storia riassunta di un altro di questi pazienti, Michael, è presentata nel mio primo libro, Realms of the Human Unconscious (32), pp.66
e 235.
4 Stanislav Grof e Joan Halifax: The Human Encounter with Death (34).
La bibliografia di questo libro fornisce tutti i riferimenti agli scritti
originali in quest’area.
370
8 - USI NON TERAPEUTICI DELL’LSD
Sedute di Training per i professionisti della salute mentale
Somministrazione dell’LSD ad Individui Creativi
Esperienze Religiose e Mistiche indotte mediante uso di sostanze
Ruolo dell’LSD nella crescita personale e nella realizzazione del Sé
Impiego dell’LSD nello sviluppo di facoltà paranormali
SEDUTE DI TRAINING PER I PROFESSIONISTI DELLA
SALUTE MENTALE
Lo straordinario valore dell’LSD per la preparazione di psichiatri e psicologi divenne evidente già nella primissima fase della
sua ricerca. Negli scritti pionieristici, pubblicati nel 1947, Stoll
enfatizzava che un auto-esperimento con questa sostanza, dava
ai professionisti una irripetibile opportunità di sperimentare
direttamente in prima persona i mondi alieni che incontrano
nel loro lavoro quotidiano con i pazienti psichiatrici. Durante
la fase del “modello psicotico” della ricerca sull’LSD, quando
lo stato psichedelico era considerato una schizofrenia indotta
chimicamente, le sedute erano indicate come viaggi reversibili
nel mondo d’esperienza degli psicotici, aventi una eccezionale rilevanza didattica. L’esperienza era raccomandata per gli
psichiatri, gli psicologi, le infermiere/i, gli assistenti sociali e
gli studenti in medicina, come mezzo per acquisire intuizioni,
gettare luce sulla natura della malattia mentale. Rinkel (85),
Roubicek (90) ed altri ricercatori che condussero esperimenti
didattici di questo tipo, riferirono che una singola seduta con
371
LSD, può cambiare in modo sensazionale la comprensione che
i professionisti della salute mentale hanno dei pazienti psicotici,
e sfociare in un atteggiamento più umano nei loro confronti.
Il fatto che la concezione del “modello psicotico” dello stato
indotto da LSD, fu infine rigettata, non diminuisce il valore
educativo dell’esperienza psichedelica. Sebbene i cambiamenti
mentali indotti dall’LSD, siano ovviamente non identici alla
schizofrenia, l’ingestione della sostanza rappresenta ancora una
opportunità veramente unica per i professionisti e gli studenti,
di sperimentare molti stati mentali che si verificano spontaneamente nel contesto dei diversi disordini mentali.
Questi comprendono distorsioni della percezione nella sfera ottica, tattile, olfattiva e papillare; disturbi quantitativi e qualitativi dei
processi del pensiero e qualità emotive anormali di straordinaria
intensità. Sotto l’influenza dell’LSD è possibile provare illusioni
sensoriali e pseudoallucinazioni, il rallentamento o l’accelerazione
del processo del pensiero, interpretazioni illusorie del mondo
ed un’intera gamma di intense emozioni patologiche come la
depressione, stati d’animo maniacali, aggressività, un forte impulso all’autodistruzione, e strazianti sentimenti di inferiorità e
di colpa, o viceversa, rapimento estatico, serenità e pace trascendentale ed un senso di unità cosmica. L’esperienza psichede- lica
può diventare anche la fonte di illuminanti intuizioni estetiche,
scientifiche, filosofiche o spirituali.
L’autosperimentazione con LSD non esaurisce il suo potenziale
didattico. Un’altra esperienza di apprendimento di grande valore è la partecipazione alle sedute di altri soggetti. Questa offre
l’opportunità per i giovani professionisti di osservare un’intera
gamma di fenomeni anormali, di essere esposti ad essi e di
prendere familiarità con stati emotivi estremi e schemi di comportamento non convenzionali. Questo si verifica in condizioni
specificatamente organizzate, al momento opportuno, e nel
contesto di una già esistente relazione con il soggetto esperente.
Tutti questi fattori rendono la situazione più idonea alla didattica che non le sale di smistamento o le unità d’emergenza degli
ospedali psichiatrici. Detto in maniera più esplicita, assistere
alle sedute con LSD è raccomandato come un ineguagliabile
372
tirocinio per i futuri psicoterapeuti. L’intensificazione della
relazione con i terapeuti che è caratteristica delle sedute con
LSD, offre una rara opportunità per un giovane professionista,
di osservare i fenomeni del transfert e come affrontarli. L’uso
dell’LSD nel contesto di un programma di training per futuri
psicote- rapeuti è stato discusso in uno scritto specifico di Feld,
Goodman e Guido (26).
Un ampio e sistematico studio del potenziale didattico delle
sedute con LSD, fu condotto al Centro di Ricerca Psichiatrica del
Maryland. In questo programma, furono proposte fino a tre
sedute ad alto dosaggio di LSD per i professionisti della salute
mentale come training. Oltre cento persone parteciparono a
questo programma tra il 1970, anno in cui ebbe inizio, ed il
1977 in cui terminò. Molti di questi individui erano interessati
all’esperienza psichedelica perché era strettamente legata alle
attività della loro professione. Alcuni di essi realmente lavoravano nelle unità di intervento di emergenza o con pazienti che
avevano problemi legati all’uso di sostanze psichedeliche. Altri
erano praticanti di varie tecniche psicoterapeutiche e volevano
paragonare la psicoterapia con LSD alla loro specifica disciplina
– psicoanalisi, psicodramma, terapia della Gestalt, psicosintesi,
o bioenergetica. Pochi erano i ricercatori specifici degli stati
alterati di coscienza, delle dinamiche dell’inconscio, o della
psicologia della religione. Un piccolo gruppo era composto di
professionisti che volevano espressamente diventare terapeuti
dell’LSD. Di solito trascorrevano molti mesi con noi, assistendo
agli incontri dello staff, guardando videocassette sulla pratica
della terapia con LSD, o conducendo sedute psichedeliche
sotto supervisione. Quindi fu loro concessa la possibilità di sottoporsi a proprie sedute con LSD come parte del programma
di formazione. Tutti i partecipanti al programma dell’LSD per
professionisti erano d’accordo nel cooperare nella valutazione
psicologica pre e post seduta, ed a completare un questionario
a distanza di sei, dodici mesi, ed a due anni dalla seduta. Le
domande in questo modulo si concentravano sui cambiamenti
che avevano osservato dopo la seduta con LSD nella loro pratica
professionale, filosofia di vita, convinzioni religiose, condizione
373
fisica ed emotiva, ed adattamento interpersonale. Sebbene ci
siano a disposizione molte prove aneddotiche sul valore di questo
programma di formazione, i dati delle valutazioni psicologiche
pre e post-seduta e dei questionari ‘posticipati’, non sono ancora
stati sistematicamente elaborati e valutati.
Come ho sottolineato precedentemente, le sedute con LSD di
training, sono una qualifica essenziale per ogni terapeuta dell’LSD. Data la natura unica dello stato psichedelico è impossibile
raggiungere una reale comprensione della sua qualità e delle sue
dimensioni, a meno che non siano sperimentate direttamente.
Inoltre, l’esperienza di confronto con le diverse aree del proprio inconscio, è assolutamente necessaria per lo sviluppo delle
abilità necessarie per assistere altre persone con competenza ed
equanimità nel loro processo di esplorazione profonda del sé.
Le sedute di training con LSD sono anche raccomandate per infermieri/e ed altri membri dello staff delle unità di trattamento
psichedelico che entrano in stretto contatto con i clienti immersi
in stati non ordinari di coscienza.
SOMMINISTRAZIONE DELL’LSD AD INDIVIDUI CREATIVI
Uno degli aspetti più interessanti della ricerca con LSD è la
relazione tra lo stato psichedelico ed il processo creativo. La
letteratura sull’argomento riflette un contrasto di fondo. Robert
Morgan (71), che esaminò i dati sperimentali esistenti sul funzionamento di diverse attività legate al lavoro creativo, trovò i risultati inconcludenti e contraddittori. Così alcuni studi concentrati
sull’apprendimento attivo, dimostrarono un deterioramento
durante l’esperienza con la sostanza, mentre altri indicarono un
netto miglioramento della capacità di apprendimento. Risultati
contrastanti furono anche riportati per la percezione del colore,
il ricordo e il riconoscimento, l’apprendimento delle differenze,
la concentrazione, il pensiero simbolico e l’accuratezza percettiva. Gli studi che utilizzavano test specificatamente designati per
374
misurare la creatività, di solito fallivano nel dimostrare miglioramenti significativi come risultato della sommi- nistrazione di
LSD. Tuttavia, quanto questi test siano rilevanti in relazione al
processo creativo e quanto sensibili ad individuare i cambiamenti
indotti dall’LSD, rimane una questione aperta. Un altro fattore
importante da considerare, è la generale mancanza di motivazione nei soggetti sotto LSD a cooperare in procedure formali
di controllo psicologico mentre sono profondamente coinvolti
nelle loro esperienze interiori. Alla luce dell’importanza del
set e del setting per l’esperienza psichedelica, dovrebbe anche
essere menzionato che molti dei suddetti studi erano condotti
nel contesto “modello psicotico”, e quindi con l’intenzione di
dimostrare il deterioramento psicotico della prestazione.
Il risultato, in generale negativo, degli studi sulla creatività, è
in netto contrasto con la quotidiana esperienza dei terapeuti
dell’LSD. Il lavoro di molti artisti – pittori, musicisti, scrittori e
poeti – che parteciparono alla sperimentazione con LSD in vari
paesi del mondo, è stato intensamente influenzato dalle loro
esperienze psichedeliche1. Molti di loro, trovarono la via d’accesso a profonde fonti di ispirazione nella loro mente inconscia,
sperimentarono un sorprendete incremento dell’immaginazione, e raggiunsero una straordinaria vitalità, originalità e libertà di
espressione artistica. In molti casi, la qualità delle loro creazioni
migliorò considerevolmente, non solo in base al loro giudizio o
all’opinione dei ricercatori dell’LSD, ma in base ai canoni dei
loro colleghi. Alle mostre, che marcano lo sviluppo cronologico
dell’artista, è di solito facile riconoscere il momento in cui ha
vissuto l’esperienza psichedelica. Si può osservare un salto quantico nel contenuto e nello stile dei quadri. Ciò è particolarmente
vero per i pittori che, prima della loro esperienza psichedelica,
erano convenzionali e conservatori nello stile artistico.
Comunque, gran parte delle opere presenti nelle collezioni
dei terapeuti psichedelici, proviene da soggetti che non erano
artisti di professione ma che si sottoposero a sedute con LSD
per motivi terapeutici, didattici o di altra natura. Di frequente,
gli individui che non mostravano nessuna inclinazione artistica
prima dell’esperienza con LSD, potevano produrre straordinarie
375
rappresentazioni. In molti casi, l’intensità dell’effetto è dovuto
alla natura insolita ed alla potenza del materiale che emerge dalle
profondità dell’inconscio, piuttosto che alla capacità artistica.
Frequentemente anche gli aspetti tecnici dei disegni o dei quadri, sono di gran lunga superiori alle creazioni precedenti dello
stesso soggetto. Alcuni individui continuano a coltivare anche
nella vita quotidiana le nuove abilità scoperte durante le sedute
psichedeliche. In casi eccezionali è emerso un genuino talento
artistico. Una delle mie pazienti a Praga, che aveva detestato
disegnare e dipingere per tutta la sua vita ed era stata costretta a
frequentare scuole d’arte, sviluppò un notevole talento artistico
nel giro di pochi mesi. La sua arte trovò entusiastica accoglienza
tra i pittori professionisti ed ebbe esibizioni pubbliche di successo. In casi come questo, bisogna ipotizzare che il talento già esista
in forma latente, e che la sua espressione fosse bloccata da forti
emozioni patologiche. La liberazione affettiva mediante la terapia psichedelica, ne aveva consentito una piena manifestazione.
È interessante che l’esperienza con l’LSD tende ad accrescere
la considerazione e la comprensione dell’arte in individui che
erano precedentemente ad essa indifferenti e insensibili. Una
osservazione ricorrente nella ricerca psichedelica, è l’improvviso
sviluppo di interesse verso l’arte moderna. Soggetti che erano
indifferenti o anche ostili verso le forme di arte non-convenzionale, possono sviluppare intuizioni sul suprematismo, puntinismo,
cubismo, impressionismo, dadaismo, surrealismo, o iperrealismo
dopo una singola esposizione all’LSD. Ci sono pittori la cui arte
sembra essere particolarmente legata alle esperienze visionarie
indotte dall’LSD. Così molti soggetti sotto LSD, sviluppano una
profonda comprensione empatica delle opere di Hieronymus
Bosch, Vincent van Gogh, Salvador Dali, Max Ernst, Pablo Ricasso, René Magritte, Maurits Escher, o H. R. Giger. Un’altra
conseguenza tipica dell’esperienza psichedelica è il sorprendente cambiamento di atteggiamento verso la musica; molti sotto
LSD scoprono nuove dimensioni nella musica e nuovi modi di
ascoltarla. Nostri pazienti, che erano alcolisti ed eroinomani con
scarsa preparazione culturale, svilupparono un così profondo
interesse per la musica classica, come risultato della loro unica
376
seduta con LSD, che decisero di investire le loro magre risorse
finanziarie per comprarsi uno stereo ed iniziare un ascolto in
proprio delle opere scoperte. Il ruolo degli psichedelici nello
sviluppo della musica contemporanea ed il loro impatto sui
compositori, interpreti e pubblico, è così evidente e ben noto
che non richiede particolare enfasi.
Sebbene l’influenza dell’LSD sull’espressione artistica sia più
evidente nei campi della musica e della pittura, l’esperienza
psichedelica può avere un analogo effetto stimolante su altre
branche dell’arte. Gli stati visionari indotti dalla mescalina e
dall’LSD ebbero un profondo significato nella vita, arte e filosofia
di Aldous Huxley. Molti dei suoi scritti, compresi Il Mondo Nuovo,
L’Isola, Paradiso ed Inferno e le Porte della percezione, sono stati direttamente influenzati dalle sue esperienze psichedeliche. Alcuni
dei più potenti poemi di Allen Ginsberg furono ispirati dalle sue
auto-sperimentazioni con sostanze psichedeliche. Il ruolo dell’hashish nell’arte francese di fin de siècle, può essere menzionata
in questo contesto. L’architetto canadese-nipponico Kiyo Izumi fu
capace di fare un uso eccezionale delle sue esperienze con LSD,
progettando moderne strutture psichiatriche (40).
Dato che l’LSD media l’accesso ai contenuti e alle dinamiche
dell’inconscio profondo – in termini psicoanalitici, al processo
primario – non desta particolare stupore il fatto che le esperienze psichedeliche possano giocare un ruolo importante nello
sviluppo creativo degli artisti. Tuttavia, molte osservazioni della
ricerca psichedelica indicano che l’LSD possa anche essere di
straordinario valore in diverse discipline scientifiche che sono
tradizionalmente considerate dominio della logica e della
ragione. Due aspetti dell’effetto dell’LSD, sembrano essere di
particolare importanza in questo contesto. Primo, la sostanza può
rendere accessibili vasti depositi di informazioni nell’inconscio
collettivo e renderle disponibili al soggetto sperimentante. In
base alle mie osservazioni, la conoscenza rivelata può essere
molto specifica, accurata e dettagliata; i dati ottenuti in questo
modo possono essere legati a campi molto differenti. Nei nostri
limitati programmi di training con LSD per scienziati, si verificarono intuizioni in aree diverse, come la cosmogonia, la natura
377
dello spazio e del tempo, la fisica sub-atomica, l’eziologia, la psicologia animale, la storia, l’antropologia, la sociologia, la politica,
religione comparata, filosofia, genetica, medicina psicosomatica,
psicologica, psicopatologia e tanatologia 2.
Il secondo aspetto dell’effetto dell’LSD di rilievo per il processo
creativo, è che facilita nuove ed inaspettate sintesi di dati, che
sfociano nella risoluzione non convenzionale di problemi. È
noto che molte importanti idee non ebbero origine nel contesto del ragionamento logico, ma in vari stati non ordinari della
mente – nei sogni, cadendo addormentati o risvegliandosi, nei
momenti di estremo affaticamento fisico e mentale o durante
una malattia con febbre alta. Ci sono esempi famosi. Così, il
chimico Friedrich August von Kekulé arrivò alla formula chimica del benzene in un sogno nel quale vide l’anello di benzene
nella forma di un serpente che si mordeva la coda. Nikola Tesla
costruì il generatore di elettricità, una invenzione che rivoluzionò l’industria, dopo che il disegno completo gli apparve in una
visione. Il disegno dell’esperimento, che portò al conseguimento
del Premio Nobel per la scoperta della trasmissione chimica
degli impulsi nervosi, si presentò al fisiologo Otto Loewi mentre
dormiva. Albert Einstein scoprì i principî della sua teoria della
relatività in uno stato non ordinario della mente; in base al suo
racconto, molte delle sue intuizioni gli pervennero nella forma
di sensazioni cinestetiche.
Potremmo menzionare tanti casi nei quali un individuo creativo
si confrontò senza successo e per molto tempo con un difficile
problema, usando la logica e la ragione, mentre la soluzione
emerse in maniera inaspettata dall’inconscio, nei momenti in
cui la sua razionalità era sospesa 3. Nella vita quotidiana, eventi
di questo tipo accadono raramente e in modo elementare. Le
sostanze psichedeliche sembrano facilitare l’incidenza di certe
soluzioni creative al punto che possono essere deliberatamente
programmate. In uno stato indotto da LSD, la vecchia cornice
concettuale crolla, le barriere cognitive si dissolvono ed il materiale può essere visto e sintetizzato in un modo totalmente
nuovo, che non era possibile all’interno dei vecchi sistemi di
pensiero. Questo meccanismo può produrre non solo nuove e
378
sorprendenti soluzioni, ma anche paradigmi che rivoluzionano
intere discipline scientifiche.
Sebbene la sperimentazione psichedelica è stata drasticamente
interrotta prima che questo percorso potesse essere sistematicamente esplorato, lo studio della risoluzione creativa di problemi
condotto da Willis Harman e James Fadiman (36) all’Istituto di
Ricerca di Stanford, portò alla luce sufficienti evidenze per incoraggiare la futura ricerca. La sostanza usata in questo esperimento
non era l’LSD ma la mescalina, la componente attiva del cactus
Messicano Anhalonium Lewinii, o peyote. Data la generale somiglianza degli effetti di queste due sostanze, risultati paragonabili
dovrebbero essere previsti con l’uso dell’LSD; diverse osservazioni accidentali tratte dal nostro programma di addestramento con
LSD per scienziati e dall’impiego terapeutico di questa sostanza,
sembrano confermarlo. I soggetti dello studio di Harman-Fadiman erano ventisette maschi impiegati in diverse professioni. Il
gruppo era composto da sedici ingegneri, un ingegnere-fisico,
due matematici, due architetti, uno psicologo, un disegnatore
di mobili, un artista commerciale, un manager delle vendite
ed un manager del personale. L’obiettivo dello studio era di
accertare se sotto l’influenza di 200 milligrammi di mescalina,
questi individui avrebbero mostrato un accresciuta creatività e
prodotto concrete, valide e realizzabili soluzioni ai problemi,
sulla base dei criteri di giudizio della moderna industria e scienza
positivistica. I risultati di questa ricerca furono incoraggianti;
molte soluzioni furono accettate per la costruzione e la produzione, altre poterono essere sviluppate ulteriormente o aprirono
nuovi percorsi di ricerca. I soggetti sotto mescalina riferirono
coerentemente, che la sostanza induceva in loro una varietà di
cambiamenti che facilitavano il processo creativo. Abbassava le
inibizioni e le preoccupazioni, aumentava la fluidità e flessibilità
del processo ideativo, elevava la capacità per l’immaginazione
visiva e la fantasia, ed accresceva la capacità di concentrazione
sul progetto. La somministrazione di mescalina facilitò anche
l’empatia con persone ed oggetti, rendeva i dati subconsci più
accessibili, rinforzava la motivazione nel perseguire l’obiettivo e,
in alcuni casi, permetteva l’immediata e completa visualizzazione
379
della soluzione.
È ovvio che il potenziale dell’LSD per incrementare la creatività,
dovrebbe essere proporzionale alla capacità intellettuale e alla
raffinatezza dell’individuo esperente. Per molte delle intuizioni
creative, è necessario conoscere lo stato attuale della disciplina
implicata, essere in grado di formulare nuovi problemi, e trovare
i mezzi tecnici per descrivere i risultati. Se questo tipo di ricerca
sarà ripetuta, i logici candidati dovrebbero essere i promettenti
scienziati delle varie discipline: fisici nucleari, astrofisici, genetisti, fisiologi del cervello, antropologi, psicologi e psichiatri 4.
ESPERIENZE MISTICHE E RELIGIOSE INDOTTE MEDIANTE L’USO DI SOSTANZE
L’uso di sostanze psichedeliche per scopi ritualistici, religiosi e
magici, risale alle ancestrali tradizioni sciamaniche ed è probabilmente antica quanto l’umanità stessa. La leggendaria pozione
divina, il soma, preparato da una pianta dallo stesso nome, la cui
identità è andata perduta, svolse un ruolo cruciale nella religione
Vedica. La lavorazione della canapa (Cannabis indica e sativa) fu
praticata in Asia ed in Africa per molti secoli sotto nomi differenti
– hashish, charas, bhang, ganja, kif – in cerimonie religiose e
nella medicina popolare. Hanno svolto un importante ruolo nel
Bramanesimo, sono state usate nel contesto delle pratiche Sufi
e rappresentano il sacramento principale dei Rastafari. L’uso
magico-religioso delle piante psichedeliche era diffuso nelle
culture pre-colombiane, tra gli Aztechi, i Maya, gli Olmechi,
ed altri gruppi indiani. Il noto cactus messicano Lophophora williamsii (peyote), il fungo sacro Psylocibe messicana (teonanacatl),
e molte varietà di semi della morning glory (ololiuqui) erano
tra le piante usate. L’uso rituale del peyote e del fungo sacro
sopravvive ancora in alcune tribù messicane; la caccia al peyote
ed altre cerimonie sacre degli Indiani Huichol e dei rituali di
guarigione dei Mazatechi che impiegavano i funghi, possono
380
essere menzionati qui come esempi. Il Peyote fu integrato nella
cultura di molti gruppi di Indiani del Nord America e circa
cento anni fa divenne il sacramento della sincretistica Chiesa dei
Nativi Americani. I guaritori del Sud America (ayahua- scheros) e
le tribù primitive dell’Amazzonia, come gli Amahuaca e i Jivaro,
usano lo yagé , estratti psichedelici dalla liana visionaria (visionary
vine), un rampicante della giungla, Banisteriopsis caapi. La più
conosciuta pianta allucinogena dell’Africa è la Tabernanthe iboga
(eboga), che in piccolissime dosi serve come stimolante ed è
usato in grandi quantità come sostanza preparatoria ai riti. Nel
Medioevo, le pozioni e gli unguenti contenenti piante psicoattive
ed ingredienti animali erano largamente impiegati nel contesto
dei Sabba e dei rituali delle messe nere. I più famosi costituenti
delle misture delle streghe erano la deadly nightshade (Atropa Belladonna), la mandragola (Mandragora Officinarum), la thornapple o
jimson weed (Datura Stramonium), il giusquiamo nero (Hyoscyamus
niger) e la pelle di rospo. La moderna analisi chimica ha individuato nella pelle dei rospi (Bufo bufo) una sostanza chiamata
bufotenina (o dimetilserotonina) che ha proprietà psichedeliche. Le
piante psichedeliche sopra menzionate, rappresentano solo una
piccola selezione di quelle più famose. Secondo l’etnobotanico
Richard Schultes del Dipartimento Botanico dell’Università
di Harvard, ci sono più di cento piante con spiccate proprietà
psichedeliche.
La capacità delle sostanze psichedeliche di indurre stati visionari
di natura religiosa e mistica, è documentata in molte fonti storiche ed antropologiche. La scoperta dell’LSD, ed il verificarsi,
ampiamente pubblicizzato, di queste esperienze in soggetti
della nostra cultura, ha portato la questione all’attenzione degli
scienziati. Il fatto che le esperienze religiose potessero essere
avviate tramite l’ingestione di agenti chimici, stimolò una interessante discussione sul “misticismo istantaneo o chimico”. Alcuni,
scienziati comportamentisti, filosofi e teologi, vennero coinvolti
in accese polemiche sulla natura di questi fenomeni, sul loro
significato, validità ed autenticità. Le opinioni si riassumono
in tre atteggiamenti distinti. Alcuni sperimentatori vedevano
la possibilità di indurre esperienze religiose con mezzi chimici
381
come una opportunità di portare i fenomeni religiosi dalla sfera
sacrale alla stanza del laboratorio, e quindi infine, spiegarli in
termini scientifici. In conclusione, non ci sarebbe più stato alcun
mistero nella religione, e le esperienze spirituali sarebbero state
ridotte alla fisiologia del cervello ed alla biochimica. Tuttavia,
altri ricercatori presero una posizione differente. Secondo loro,
i fenomeni mistici indotti dall’LSD e da altre sostanze psichedeliche erano genuini e queste sostanze sarebbero dovute essere
considerate sacramenti, dato che possono mediare il contatto
con le realtà trascendentali. Questa fu la posizione presa dagli
sciamani e sacerdoti delle culture psichedeliche dove le piante visionarie, come il soma, il peyote ed il teonanacatl, erano viste come
sostanze divine o esse stesse incarnazione di divinità. Un altro
approccio al problema fu di considerare le esperienze con LSD
come fenomeni “quasi-religiosi”, che assomigliavano superficialmente all’autentica spiritualità che proviene dalla “ Grazia Divina
”, o come risultato di disciplina, devozione e pratiche austere.
In questa cornice, l’apparente facilità con cui queste esperienze
potevano essere innescate dalla chimica, gettava discredito sul
loro valore spirituale.
Tuttavia, quelli che argomentano che le esperienze spirituali
indotte con l’LSD non possono essere valide perché sono troppo facilmente accessibili e che il loro verificarsi e la loro durata
dipende dalla volontà dell’individuo, non comprendono la natura
dello stato psichedelico. L’esperienza psichedelica non è né facile,
né prevedibile. Molti soggetti non presentano elementi spirituali
nelle loro sedute a dispetto di ripetute somministrazioni della
sostanza. Coloro che hanno una esperienza mistica, di frequente
devono sottoporsi ad ordalie, ardue prove psicologiche, che sono
difficili e dolorose quanto quelle associate con i riti aborigeni di
passaggio o con le rigorose ed austere discipline religiose.
Molti ricercatori concordano che non è possibile distinguere tra
le esperienze mistiche spontanee ed il “misticismo chimico” sulla
base dell’analisi fenomenologica o degli approcci sperimentali 5.
Questo tema è ulteriormente complicato dalla relativa mancanza
di specifici effetti farmacologici dell’LSD e dal fatto che alcune
delle situazioni che conducono al misticismo spontaneo sono
382
associate a drammatici cambiamenti fisiologici e biochimici nel
corpo.
Digiuno prolungato, deprivazione del sonno, sostare nel deserto
con l’esposizione alla disidratazione ed alle alte temperature,
tecniche di costrizione della respirazione, eccessiva sofferenza
emotiva, esercizio fisico e torture, lunghi e monotoni canti ed
altre pratiche popolari della “tecnologia del sacro”, causano
alterazioni così vertiginose nella chimica del corpo che è difficile trarre una chiara linea di demarcazione tra misticismo
spontaneo e chimico.
La decisione se le esperienze indotte chimicamente siano genuine
ed autentiche o no, riguarda i maestri spirituali. Sfortunatamente, i rappresentanti delle diverse religioni hanno espresso un
ampia gamma di opinioni contrastanti; rimane una questione
aperta capire chi dovrebbe essere considerato una autorità in materia. Alcuni di questi esperti religiosi emettono il loro giudizio
senza aver mai avuto una esperienza psichedelica e possono difficilmente essere considerati delle autorità sull’LSD; altri hanno
fatto delle estese generalizzazioni sulla base di una sola seduta.
Differenze di opinione esistono anche tra i rappresentanti-guida
della stessa religione – i sacerdoti cattolici, i ministri protestanti,
i Rabbini ed i Santi Indù – che hanno avuto esperienze psichedeliche. Al momento, dopo trenta anni di discussione, la questione se l’LSD e gli altri psichedelici possano indurre esperienze
spirituali genuine, è ancora aperta. Giudizi negativi da parte di
autorità come Meher Baba o R. C. Zachner, vengono bilanciati
da quelli positivi emessi da maestri del Buddhismo Tibetano, e
da sciamani delle culture psichedeliche come Walter Clark, Huston
Smith e Alan Watts.
Se le esperienze indotte dall’LSD siano autentiche rivelazioni
mistiche o solo una simulazione molto convincente di esse,
rimane una questione di grande interesse per teologi, ministri
del culto e studenti di religione.
383
Una esperienza di inappagato desiderio religioso. Gruppi di persone si
stanno sforzando nell’attraversare paludose ed insidiose acque su barche
malmesse per raggiungere una divinità all’orizzonte. Tuttavia, affondano
ed annegano prima di raggiungere l’agognato obiettivo.
Nel giro di poche ore si ottengono profonde intuizioni sulla
natura della religione e in alcuni casi una comprensione puramente teoretica cede il posto ad una profonda esperienza
personale delle sfere trascendentali. Questa opportunità può
essere importante per quei ministri del culto che professano
una religione, ma allo stesso tempo nutrono seri dubbi sulla
verità e rilevanza di ciò che predicano. Molti sacerdoti e teologi
che volontariamente parteciparono al nostro programma di
addestramento con LSD al Centro di Ricerca Psichiatrica del Maryland erano scettici o atei, coinvolti nella loro professione per
una varietà di ragioni esterne. Per loro, le esperienze spirituali
sperimentate nelle sedute con LSD furono prove importanti che
la spiritualità è una forza autentica e profondamente importante
dell’esistenza umana. Questa scoperta li liberava dal conflitto
384
che avevano avuto circa le loro professioni, e dal fardello dell’ipocrisia. In molti casi, i loro parenti e amici, riferirono che i
sermoni successivi alla seduta con LSD, mostravano un insolita
forza e una naturale autorità. Le esperienze spirituali che si hanno durante le sedute psichedeliche, di frequente attingono al
simbolismo dell’inconscio collettivo e possono quindi collocarsi
nella cornice di tradizioni culturali e religiose diverse da quelle
proprie dello sperimentatore. Le sedute di addestramento con
LSD, sono quindi di particolare interesse per gli studiosi delle
religioni comparate. I ministri del culto affiliati ad una specifica
chiesa, sono talvolta sorpresi quando hanno profonde esperienze
religiose nel contesto di un credo totalmente differente. A ragione della natura fondamentalmente unitaria dell’esperienza
psichedelica, ciò di solito non scredita la propria religione, ma
la colloca in una prospettiva cosmica più vasta.
Disegni che illustrano
la relazione tra la patologia spirituale ed
il trauma biologico
della nascita. I primi
quattro, mostrano
immagini dei più sacri temi cristiani – la
Crocifissione – contaminata da ciò che
il paziente chiama
“ biologia oscena”.
Durante la seduta, la
paziente comprese
che questa confusione rifletteva non solo
specifiche esperienze
dell’infanzia, ma in
particolare il trauma
biologico della na385
Il sacro momento del parto è inestricabilmente collegato con i genitali, la
sessualità, l’aggressività, la defecazione e la minzione. Nella figura finale
il conflitto è risolto. La figura del “Cristo Purificato” si eleva dal regno della
“biologia oscena”, separandosi da essa. Tuttavia, le mani del paziente sono
tese verso il Sole Nero che è un simbolo della realtà interiore che va oltre
Cristo; è il divino che trascende tutte le forme e tutti i limiti.
RUOLO DELL’LSD NELLA CRESCITA PERSONALE E
NELLA REALIZZAZIONE DEL SÉ
386
Negli anni della ricerca sull’LSD, l’attenzione fu posta – come
sempre accade – sulla terapia psichiatrica, o su alcuni impieghi
specifici, quali l’espressione artistica o l’induzione dell’esperienza religiosa. Scarsa fu l’attenzione prestata alle esperienze
psichedeliche come potenziamento personale di individui “normali”. A metà degli anni sessanta, questa questione emerse in
modo semplice e fragoroso sull’onda dell’autosperimentazione
di massa non controllata.
Nell’atmosfera di generale isteria che ne seguì, i pro ed i contro
vennero discussi in maniera appassionata ma, in fondo, generando solo confusione. I proseliti dell’LSD descrivevano la sostanza
in modo acritico come una panacea accessibile e sicura per tutti
i problemi che investono l’esistenza umana. L’auto-esplorazione
psichedelica e la trasformazione della personalità, furono presentate come la sola via percorribile in alternativa alla distruzione
in un olocausto nucleare o ad una lenta morte tra i rifiuti industriali. Si diceva con passione, che se più persone avessero preso
l’LSD in qualsiasi circostanza ed il più frequentemente possibile,
ciò avrebbe accelerato l’avvento dell’Età dell’Acquario. Le sedute
con LSD erano viste come un rito di passaggio obbligatorio per
tutti gli adolescenti.
Il fallimento nel mettere in guardia il pubblico sui pericoli e le
insidie dell’autosperimentazione psichedelica, portò ad un gran
numero di incidenti. Titoli apocalittici dei quotidiani descrivevano gli orrori dei “fiaschi (bummers)” dell’LSD; gli incidenti
collegati all’impiego della sostanza, accesero una “caccia alle
streghe” da parte dei legislatori, politici, educatori, e anche di
molti professionisti psichiatrici. Ignorando i dati di quasi due decadi di responsabile sperimentazione scientifica, la propaganda
anti-LSD si collocò all’estremo opposto e presentò l’LSD come
una diabolica sostanza totalmente imprevedibile che rappresentava un grave pericolo per la salute mentale della generazione
presente e per la salute fisica delle generazioni a venire.
Oggi che la carica emotiva di questa controversia si è sgonfiata, è
possibile avere una visione più sobria ed oggettiva dei problemi
coinvolti. L’evidenza clinica suggerisce che le persone “normali”
possono beneficiare dell’azione dell’LSD e correre ben pochi
387
rischi prendendo parte ad un programma psichedelico controllato. Una singola seduta ad alto dosaggio di LSD può essere di
straordinario valore per quelle persone che non hanno nessun
serio problema clinico. La qualità delle loro vite può essere considerevolmente migliorata e l’esperienza può indirizzarli verso la
realizzazione e la consapevolezza di sé. Questo processo sembra
essere paragonabile a quello che Abraham Maslow descrisse per
gli individui che hanno spontanee “esperienze di picco”.
La propaganda ufficiale anti-psichedelici è basata su una comprensione molto superficiale delle motivazioni che spingono
verso l’impiego delle sostanze psichedeliche. È vero che in molti
casi la sostanza è stata usata per il divertimento o nel contesto
della ribellione giovanile contro l’autorità parentale o contro
l’establishment. Tuttavia, anche coloro che prendono l’LSD nelle peggiori condizioni, di frequente afferrano un barlume del
potenziale reale della sostanza, e ciò può diventare una potente
spinta al suo impiego futuro. Il fatto che molte persone prendono l’LSD nel tentativo di trovare una soluzione ai loro dilemmi
emotivi o per un profondo bisogno di risposte filosofiche e
spirituali non dovrebbe essere sottovalutato. L’ardente desiderio di entrare in contatto con le realtà trascendenti può essere
molto più potente del desiderio sessuale. Nel corso della storia
umana moltissimi furono disposti a correre rischi e a sacrificare
anni o decadi delle loro vite nella ricerca spirituale. Qualsiasi
misura ragionevole che regoli l’uso delle sostanze psichedeliche
dovrebbe tener conto di questi fatti.
Sono pochi gli scienziati sani di mente che credono ancora
che la sperimentazione con l’LSD puro rappresenti un rischio
genetico. Nelle condizioni appropriate, i rischi psicologici, che
rappresentano il solo pericolo serio, possono essere ridotti al
minimo. Io penso che non ci sia alcuna prova scientifica che
precluda la creazione di una rete di strutture nelle quali chiunque sia seriamente interessato all’auto-esplorazione psichedelica,
possa intraprenderla con sostanze pure e nelle migliori condizioni. Questi soggetti sono così profondamente motivati che,
impossibilitati a farlo a causa delle leggi repressive, potrebbero
intraprendere l’auto-sperimentazione illegale che implica rischi
388
elevati. L’esistenza di centri tutelali dalla collettività, avrebbe un
effetto inibente sulle motivazioni immature delle persone per le
quali le attuali proibizioni rappresentano una sfida ed una tentazione. Un vantaggio aggiuntivo di questo approccio, potrebbe
essere l’opportunità di raccogliere ed elaborare in un modo
sistematico le informazioni sugli psichedelici che, altrimenti,
andrebbero perse nella caotica sperimentazione non controllata. Ciò porrebbe rimedio all’assurda situazione esistente, nella
quale nessuna seria ricerca professionale è condotta in un campo
nel quale milioni di persone stanno sperimentando per conto
proprio e sulla propria pelle.
IMPIEGO DELL’LSD NELLO SVILUPPO DI FACOLTÁ PARANORMALI
Molte testimonianze storiche ed antropologiche e numerose
osservazioni tratte dalla ricerca clinica, suggeriscono che le
sostanze psichedeliche possono, in alcuni casi, facilitare la percezione extrasensoriale. In alcune culture le piante visionarie
erano somministrate nel contesto delle cerimonie di guarigione
spirituale come mezzi per diagnosticare e guarire le malattie.
Allo stesso modo furono frequentemente usate per scopi magici,
come la localizzazione di oggetti e persone perduti, le proiezioni
astrali, la percezione di eventi lontani, la precognizione e la chiaroveggenza. Le sostanze usate per questi scopi sono menzionate
in connessione con i rituali religiosi. Esse comprendono la resina
o le foglie della canapa (Cannabis indica o sativa) in Africa e in
Asia; il fungo Amanita Muscaria tra le tribù Siberiane e gli Indiani
del Nord America; la pianta Tabernanthe iboga tra certi gruppi
etnici africani; il tabacco (snuffs) cohoba (Anadenanthera peregrina) e l’epenà (Virola theidora) del Sud America e dei Caraibi; ed
i tre psichedelici di base delle culture pre-colombiane – il cactus
peyote (Lophophora williamsii), il fungo sacro teonanacatl (Psilocibe
messicana), e l’ololiuqui o semi di morning glory (Ipomea violacea).
389
Di particolare interesse sembra essere lo yagé, una mistura preparata dalla pianta rampicante della giungla, Banisteriopisi caapi ed
altri “ viticci dei morti (vines of the dead)” usati dagli Indiani del
Sud America nella foresta amazzonica. Harmin, denominò anche
yageina o banisterina, uno degli alcaloidi attivi isolati dalla pianta
Banisteriopsis, che attualmente è stata indicata come telepatina. Gli
stati psichedelici indotti dagli estratti di queste piante sembrano
essere potentissimi stimolatori dei fenomeni paranormali. Il più
famoso esempio delle insolite proprietà dello yagé può essere
scovato nei resoconti di McGovern (69), uno degli antropologi
che descrisse la pianta. In base alla sua descrizione, un medicineman del posto ebbe la visione chiara e dettagliata della morte
del capo di una lontana tribù nel momento in cui questa stava
avvenendo; la precisione del racconto fu verificata molte settimane dopo. Un’esperienza simile fu riportata da Manuel Còrdova
Rios (53) che ebbe la visione chiara della morte di sua madre
nella sua seduta con yagé e fu più tardi capace di verificarne
tutti i dettagli. Tutte le culture psichedeliche sembrano condividere la credenza che non solo la percezione extrasen- soriale
sia potenziata durante l’intossicazione da piante sacre, ma che
l’uso sistematico di queste sostanze facilita lo sviluppo di facoltà
paranormali nella vita quotidiana.
Molto materiale aneddotico raccolto nel corso degli anni dai
ricercatori psichedelici conferma queste credenze. Masters e
Houston (65) hanno descritto il caso di una casalinga che in una
seduta con LSD vide sua figlia nella cucina di casa che cercava
il contenitore dei biscotti. Riferì inoltre di vedere la bambina
colpire un recipiente di zucchero sulla credenza e far cadere
lo zucchero sul pavimento. Questo episodio fu più tardi confermato dal marito. Gli stessi autori riferirono di un soggetto sotto
LSD che vide “una nave intrappolata tra banchi di ghiaccio, da
qualche parte nei mari del nord”. La nave aveva sulla prua il
nome “Francia”. Fu più tardi confermato che la “Francia” era
realmente rimasta intrappolata tra i ghiacci vicino alla Groenlandia, al momento della seduta. Il noto psicologo e parapsicologo
Stanley Krippner (49) visualizzò, durante una sedute con psilocibina nel 1962, l’assassinio di John F. Kennedy che ebbe luogo
390
l’anno dopo. Osservazioni simili furono riportate da Humphrey
Osmond, Duncan Blewett, Abram Hoffer, ed altri ricercatori. La
letteratura sull’argomento è stata criticamente esaminata in uno
studio sinottico di Krippner e Davidson (50).
Nella mia personale esperienza clinica, fenomeni che suggeriscono la percezione extrasensoriale, sono di relativa frequenza
nella psicoterapia con LSD, in particolare nelle sedute progredite. Spaziano da una più o meno vaga premonizione di
eventi futuri, alla consapevolezza di accadimenti lontani o di
dettagliate e complesse scene, percepite nella forma di vivide
visioni chiaroveggenti. Ciò viene di solito associato con suoni,
parole o frasi pronunciate, rumori di veicoli, suoni di motori a
scoppio ed ambulanze, o il suono di clacson. Alcune di queste
esperienze, a volte, vengono controllate e corrispondono ad
eventi reali. Il controllo oggettivo è difficile. A meno che questi
casi non siano registrati durante le sedute psichedeliche, c’è il
rischio di contaminazione dei dati. Libere interpretazioni degli
eventi, distorsioni della memoria, e la possibilità di fenomeni
di déja vu durante la percezione di successive occorrenze, sono
alcune delle maggiori insidie.
I fenomeni paranormali più interessanti che si verificano durante
le sedute psichedeliche sono le esperienze fuori dal corpo e i casi
di passeggere chiaroveggenze e chiaroudienze. La sensazione
di lasciare il proprio corpo è piuttosto comune in stati indotti
da sostanze e può prendere diverse forme. Alcuni sentono di
essere completamente distaccati dal corpo fisico, di librarsi
sopra di esso o di osservarsi da un’altra posizione nella stanza.
Occasionalmente, i soggetti possono perdere la consapevolezza
della loro reale collocazione fisica e la loro coscienza può spostarsi in regni d’esperienze e di realtà soggettive, che appaiono
essere completamente indipendenti dal mondo materiale. Si
possono quindi identificare interamente con l’immagini dei
corpi dei protagonisti di queste scene, essere loro le persone,
gli animali o le entità archetipe. In casi eccezionali l’individuo
può avere un’esperienza vivida e complessa nella quale agisce in
uno specifico luogo nel mondo fisico, ed è capace di darne una
descrizione dettagliata. Tentativi di verifica a volte sfociano in
391
entusiasmanti conferme. In casi rari, il soggetto può attivamente
controllare un tale processo e “viaggiare” a volontà verso qualsiasi
posto che scelga. Una descrizione dettagliata di una esperienza
di questo tipo che illustra la natura e la complessità dei problemi
implicati, è stata pubblicata nel mio libro Realms of the Human
Unconscious (32).
La verifica oggettiva mediante le canoniche, standard, tecniche
di laboratorio usate nella ricerca parapsicologica, è stata generalmente deludente ed ha fallito nel dimostrare un aumento della
percezione extrasensoriale come aspetto costante dell’effetto
dell’LSD. Masters e Houston (65) controllarono soggetti sotto
LSD mediante l’uso di uno speciale mazzo di carte sviluppato
nel Laboratorio di Parapsicologia all’Università di Duke. Il mazzo
conteneva venticinque carte, ciascuna di esse con un simbolo
geometrico: una stella, un cerchio, una croce, un quadrato o
linee ondulate. I risultati degli esperimenti – nei quali i soggetti
sotto LSD tentavano di indovinare le carte – furono statisticamente insignificanti. Uno studio simile condotto da Whittlesey (102)
ed un esperimento di intuizione delle carte con soggetti sotto
psilocibina riportato da van Asperen de Boer, Barkema e Kappers
(6), furono altrettanto deludenti, sebbene un interessante scoperta nel primo di questi studi fu la sorprendente diminuzione
della varianza: i soggetti indovinarono realmente di più rispetto
alla previsione matematica. Scoperte non pubblicate della ricerca
parapsicologica di Walter Pahnke al Centro di Ricerca Psichiatrica
del Maryland suggeriscono che l’approccio statistico a questo
problema potrebbe essere fuorviante. Nel progetto, Walter
Pahnke usò una versione modificata delle carte della Università
di Duke sotto forma di pannelli elettronici. I soggetti sotto LSD
dovevano intuire la chiave che era stata accesa sul pannello in
una stanza adiacente o manualmente o mediante il computer.
Sebbene il risultato per l’intero gruppo di soggetti sotto LSD non
fu statisticamente rilevante, alcuni individui ottennero risultati
sorprendentemente alti.
Alcuni ricercatori sollevarono obiezioni su tutta la procedura
affermando che il ripetitivo tentativo di indovinare le carte, è
fortemente demotivante e noioso. In generale, una tale pro392
cedura non ha alcuna possibilità di attirare l’attenzione del
soggetto a paragone delle eccitanti esperienze soggettive che
caratterizzano lo stato psichedelico. Nel tentativo di rendere
l’obiettivo più attraente, Capanna e Servadio (19) utilizzarono
materiali emotivamente significativi al posto delle carte: fotografie a colori di raffigurazioni incoerenti furono preparate per
l’esperimento. Sebbene un soggetto fece notevolmente bene,
il risultato complessivo fu insignificante. Karlis Osis (73) somministrò l’LSD ad un numero di “medium” a cui venivano dati
oggetti e chiesto di descriverne i proprietari. Un medium riscosse
un insolito successo, ma gran parte degli altri furono così presi
dagli aspetti estetici e filosofici dell’esperienza, o così coinvolti
dai loro problemi personali, che trovarono difficile mantenere
la concentrazione sull’obiettivo richiesto.
Il dato di gran lunga più interessante emerse da uno studio pilota
progettato da Masters e Houston (65) che impiegava immagini
emotivamente significative con sessantadue soggetti sotto LSD.
Gli esperimenti furono condotti nelle fasi finali delle sedute,
quando è relativamente più facile concentrarsi su un obiettivo
specifico. Quarantotto tra gli individui controllati si avvicinarono
all’immagine scelta almeno due volte su dieci, mentre cinque
soggetti ebbero successo almeno sette volte su dieci. Per esempio,
un soggetto visualizzò “il mare agitato” quando l’immagine corretta era di una nave vichinga in una tempesta. Lo stesso soggetto
indovinò “vegetazione lussureggiante” quando l’immagine era
delle foresti pluviali nell’Amazzonia, “un cammello” quando
l’immagine era di un Arabo su un cammello, “le Alpi” quando
la figura era dell’Himalaya, ed “un negro che raccoglie cotone
in un campo” quando si trattava di una piantagione nel sud.
Lo studio dei fenomeni paranormali durante le sedute psichedeliche presenta molti problemi tecnici. Oltre a quello di far
rimanere il soggetto interessato ed attirare la sua attenzione
sull’obiettivo, Blewett (12) notò anche il rapido flusso di immaginazione eidetica che interferisce con la capacità del soggetto
di stabilizzare e scegliere la risposta che potrebbe essere stata
innescata dall’obiettivo. Le difficoltà metodologiche nello studio
dell’effetto delle sostanze psichedeliche sulla percezione extra393
sensoriale o su altre facoltà paranormali e la mancanza di prove
negli studi esistenti non possono, comunque, invalidare alcune
osservazioni straordinarie in questa area. Ogni terapeuta dell’LSD con sufficiente esperienza clinica, ha raccolto un numero
tale di osservazioni che spingono a considerare sul serio questo
argomento. Io stesso non ho dubbi che gli psiche- delici possano
occasionalmente indurre autentiche percezioni extrasensoriali.
In alcuni casi, l’attivazione di certe facoltà e fenomeni paranormali può estendersi oltre il giorno della seduta. Una stimolante
osservazione legata a questo contesto, è il gran numero di coincidenze nelle vite delle persone che hanno sperimentato fenomeni
transpersonali durante le sedute psichedeliche. Tali coincidenze
sono fatti oggettivi, non solo interpretazioni soggettive dei dati
della percezione: sono simili alle osservazioni che Carl Gustav
Jung descrisse nel suo saggio sulla sincronicità (44).
La discrepanza tra il verificarsi di fenomeni parapsicologici nelle
sedute con LSD ed i risultati negativi quando sono sottoposti a
studi di laboratorio, sembra riflettere il fatto che un aumento
degli ESP non è un aspetto costante dell’effetto dell’LSD. Gli stati
psicologici che conducono ai fenomeni paranormali e che sono
caratterizzati da una insolita alta incidenza di ESP, fanno parte
delle molte condizioni mentali che possono essere attivate dalla
sostanza; in altri tipi di esperienze indotte da LSD, le facoltà ESP
sembrano essere allo stesso livello in cui si trovano nello stato di
coscienza ordinario o addirittura ulteriormente ridotte. La ricerca futura dovrà verificare se l’incidenza delle facoltà paranormali
durante gli stati psichedelici possa essere incanalata e coltivata,
come è indicato nella letteratura sciamanica.
394
Note
1 Il lettore interessato troverà una discussione più esaustiva nell’eccellente libro di Robert Master e Jean Houston, Psychedelic Art (66).
L’influenza dell’LSD e della psilocibina sulla creatività di pittori di
professione, è stata documentata nel libro Experimental Psychoses (90)
dallo psichiatra ceco J. Roubìeck. La raccolta non pubblicata di Oscar
Janiger di quadri d’autore composti sotto l’influenza dell’LSD, merita
di essere menzionata in questo contesto.
2 Alcuni esempi concreti di notevoli intuizioni di questa natura sono
descritti nel mio libro Realms of the Human Unconscious (32).
3 Molti esempi addizionali di questo fenomeno possono essere trovati
nel libro di Arthur Koestler, The Act of Creation (48).
4 Il lettore interessato troverà maggiori informazioni sull’argomento
nello studio sinottico di Stanley Krippner, Research in Creativity and
Psychedelic Drugs (51).
5 Lo studio più interessante di questo tipo fu di Walter Pahnke (75),
L’esperimento del Venerdì Santo condotto nel 1964 nella Cappella di Harvard a Cambridge, Massachusetts. In questo studio, dieci studenti di
teologia cristiana presero 30 milligrammi di psilocibina, e dieci altri
che componevano il gruppo di controllo, presero 200 milligrammi
di acido nicotinico come placebo. L’assegnazione a ciascun gruppo
fu stabilito su due lemmi di base. Tutti assistettero a due ore e mezza
di funzione religiosa che consisteva in musica d’organo, assoli vocali,
letture, preghiere e meditazione personale. I soggetti a cui fu somministrata la psilocibina ottennero un punteggio molto alto nel questionario
sull’esperienza mistica preparato da Pahnke, mentre la risposta del
gruppo di controllo fu minima.
395
9 - DINAMICHE TERAPEUTICHE
operanti nella TERAPIA con LSD
Intensificazione delle dinamiche terapeutiche convenzionali
Cambiamenti nelle Dinamiche dei sistemi di controllo
Potenziale terapeutico del processo di Morte-Rinascita
Dinamiche terapeutiche al livello Transpersonale
La capacità dell’LSD di incidere sui sintomi emotivi e psicosomatici, ha sollevato domande sulle dinamiche terapeutiche
coinvolte nei cambiamenti. Sebbene alcune di queste trasformazioni possano essere spiegate secondo i canoni interpretativi convenzionali, la maggioranza di esse sembrano implicare
processi non ancora riconosciuti dalla psicologia e psichiatria
tradizionali. Ciò non vuol dire che questi fenomeni non siano
mai stati incontrati o discussi prima. Le descrizioni di alcuni di
essi si trovano nella letteratura religiosa che descrive guarigioni spirituali. Gli antropologi potrebbero inoltre riconoscere
elementi che si presentano nelle pratiche sciamaniche, nei riti
aborigeni di passaggio ed in varie cerimonie di guarigione.
Ho già spiegato che l’LSD non ha alcuna proprietà terapeutica
legata semplicemente ai suoi effetti farmacologici. È necessario
strutturare l’esperienza in un modo specifico per dare una
valenza terapeutica, piuttosto che distruttiva, all’emergere del
materiale inconscio. I risultati della psicoterapia con LSD, suggeriscono che i cambiamenti terapeutici che hanno luogo, sono
complessi e non possono essere ridotti ad un singolo fattore.
L’esperienza con LSD abbraccia una varietà di fattori su molti
differenti livelli: ciascuno di essi ha un distinto potenziale terapeutico e può essere utilizzato per un trattamento efficace e per
il cambiamento della personalità. In ciò che segue, discuteremo
397
brevemente le dinamiche principali che operano nelle sedute
con LSD. L’opportunità per profondi mutamenti – che rappresenta una caratteristica degli stati psichedelici – rende l’LSD un
coadiuvo molto speciale per la psicoterapia.
INTENSIFICAZIONE DELLE DINAMICHE TERAPEUTICHE
CONVENZIONALI
I fattori di cambiamento terapeutico accessibili nelle fasi iniziali
delle serie psicolitiche, sono i meccanismi che sono stati descritti
nel contesto delle tradizionali scuole psicoterapeutiche. Tuttavia,
anche nelle esperienze psichedeliche superficiali, queste dinamiche sono enormemente intensificate. In queste condizioni, i
sistemi di difesa risultano indeboliti e la resistenza psicologica
diminuisce. Le risposte emotive del soggetto sono drammaticamente accresciute e si possono osservare potenti abreazioni e
catarsi. Il materiale inconscio rimosso, comprendente i ricordi
della primissima infanzia, si rende facilmente accessibile, e ciò
può sfociare non solo in un intenso richiamare alla memoria, ma
anche in una autentica regressione d’età ed in un vivido ed
articolato rivivere dei ricordi emotivamente rilevanti. Il materiale inconscio inoltre, si presenta di frequente nella forma di fenomeni
simbolici con una struttura simile a quella dei sogni. L’emergere
di questo materiale e la sua integrazione sono associati con intuizioni emotive ed intellettuali sulla psicodinamica dei sintomi
del paziente e sugli schemi interpersonali di adattamento.
Il potenziale terapeutico del rivivere episodi emotivamente importanti dell’infanzia, riguarda due elementi. Uno di essi è un
profondo rilascio di energie bloccate e la loro scarica periferica
nella forma di abreazioni emotive e fisiche. Il secondo è l’integrazione conscia del contenuto che è ora privo di carica affettiva.
Questo è reso possibile dal doppio stato di coscienza che gli
individui possono assumere sotto LSD, o simultaneamente o in
alternanza. Da una parte, sperimentano una piena e complessa
398
regressione d’età ai primi periodi di vita quando gli eventi traumatici ebbero luogo; dall’altra, mantengono la consapevolezza
che hanno al momento della seduta con LSD. In questo modo,
diventa possibile rivalutare da un punto di vista adulto la rilevanza degli eventi che furono un tempo soverchianti, eccessivi
per l’organismo immaturo. La ripetizione dei primissimi eventi
biografici è quindi sperimentata dal soggetto che è ora un interessante ibrido tra un ingenuo bambino, totalmente coinvolto,
e un più o meno distaccato osservatore adulto.
Questo ruolo duplice si riflette nella relazione terapeutica. Il
soggetto può percepire il terapeuta ed interpretare la realtà
oggettiva, in un modo condizionato dal materiale irrisolto
proveniente dal passato. Tuttavia, ad un altro livello, può anche
mantenere un adeguato contatto con la realtà ed analizzare in
dettaglio l’origine ed il meccanismo di queste distorsioni. La
relazione di transfert è intensificata e sperimentata in una vivida
forma pittoresca. Come indicato in un capitolo iniziale, le distorsioni della relazione terapeutica sono di frequente esagerate
fino ad un livello caricaturale, così che la natura transferale
dei fenomeni diventa evidente sia al paziente che al terapeuta.
L’intensificazione della relazione, prodotta dalla sostanza, non
solo facilita l’analisi del transfert, ma offre anche numerose opportunità per esperienze emotive di correzione. È essenziale che il
terapeuta rimanga comprensivo, imperturbabile e di costante
aiuto, senza riguardo alla natura del materiale emergente ed al
comportamento del paziente. Questo può avere un potentissimo impatto terapeutico sul paziente che spesso vive fantasie di
disapprovazione e di rifiuto, o anche aspettative catastrofiche
circa la reazione del terapeuta verso certi aspetti della sua esperienza. Qualsiasi deviazione da questo approccio, a meno che
non sia esplicitamente prospettato e concordato in funzione di
uno scopo terapeutico, può rinforzare l’impatto della situazione
traumatica originaria piuttosto che agire in modo correttivo.
L’impegnativo, e spesso difficoltoso obiettivo del terapeuta, è in
qualche modo facilitato dal fatto che il paziente sotto l’influenza
dell’LSD è di solito meno sulla difensiva e più disponibile. Come
risultato, il paziente spesso accetta ed utilizza delle intuizioni ed
399
interpretazione che sarebbero impossibili o inopportune nella
psicoterapia che non impiega sostanze.
La suggestionabilità è marcatamente intensificata ed un terapeuta
che usa la suggestione nella psicoterapia può avvantaggiarsene;
tuttavia, questo approccio dovrebbe essere usato con estrema
cautela. Nella mia esperienza qualsiasi deviazione da una onesta
ed aperta interazione con il paziente, o l’uso di vari espedienti
e stratagemmi, è fondamentalmente dannoso per il progresso
terapeutico.
CAMBIAMENTI
CONTROLLO
NELLE
DINAMICHE
DEI
SISTEMI
DI
Aumentando il dosaggio o ripetendo le sedute con LSD, entrano
in gioco nuovi e potenti meccanismi, in aggiunta ai precedenti.
Molti cambiamenti terapeutici a livelli più profondi possono
essere spiegati come il risultato dell’intervento chimico nell’interazione delle costellazioni inconsce, che svolgono la funzione
di sistemi di controllo. I più importanti di essi sono i sistemi di
esperienza condensata (sistemi COEX), che organizzano il materiale di natura biografica, e le matrici perinatali di base (MPB),
che hanno un ruolo simile in relazione ai depositi d’esperienze
legati al processo di morte-rinascita. Le caratteristiche essenziali
di questi due sistemi di controllo, sono state descritte precedentemente. Potremmo parlare anche delle matrici dinamiche
transpersonali; tuttavia, data la ricchezza e libertà di organizzazione delle sfere transpersonali, sarebbe difficile descriverle in
una maniera esaustiva.
In base alla natura della carica emotiva, possiamo distinguere
sistemi di controllo negativi (sistemi COEX negativi, MPB II, MPB
III, aspetti negativi della MPB I e matrici transpersonali negative)
e sistemi di controllo positivi (sistemi COEX positivi, aspetti positivi della MPB I, MPB IV, e matrici transpersonali positive). La
strategia generale della terapia con LSD consiste nella riduzione
400
della carica emotiva fissata ai sistemi negativi e la facilitazione
dell’accesso all’esperienza di quelli positivi. Una regola tattica
specifica è di organizzare il periodo terminale di ciascuna seduta
in un modo che faciliti il completamento e l’integrazione del
materiale che si era reso accessibile quel giorno. La condizione
clinica manifesta dell’individuo non è espressione della natura
e della quantità del materiale inconscio; dipende da una attenzione selettiva e dalla sintonizzazione, che rende alcuni aspetti
del materiale accessibile all’esperienza. Gli individui che sono
sintonizzati su vari livelli di sistemi negativi psicodinamici, perinatali o transpersonali, percepiscono se stessi ed il mondo in un
modo pessimistico e provano difficoltà emotiva e psicosomatica.
Viceversa, coloro che sono sotto l’influenza di sistemi dinamici
di controllo positivi, sono in uno stato emotivo di benessere e
di funzionamento psicosomatico ottimale. Le qualità specifiche
degli stati risultanti dipendono in ambedue i casi dalla natura
del materiale attivato. Per una discussione dettagliata dell’influenza dei sistemi COEX, delle MPB e delle diverse matrici
transpersonali sui soggetti sotto LSD, vedi il capitolo sugli intervalli post-seduta.
Cambiamenti nell’influenza delle matrici dinamiche possono
verificarsi come risultato di processi biochimici o fisiologici
all’interno dell’organismo, o come reazione ad un numero di
influenze esterne di natura fisica o psicologica. Le sedute con
LSD sembrano rappresentare un profondo intervento nelle
dinamiche dei sistemi di controllo e sulla loro interrelazione
funzionale. L’analisi della fenomenologia delle esperienze
indotte da LSD, indica che improvvisi miglioramenti durante
la terapia possono essere spiegati sulla base del passaggio dal
predominio di un sistema di controllo negativo ad uno stato in
cui l’individuo è sotto l’influenza di una costellazione positiva.
Un tale cambiamento non significa necessariamente che tutto il
materiale inconscio alla base di quel particolare stato psicopatologico sia stato elaborato. Indica semplicemente un spostamento
dinamico interno, da un sistema di controllo ad un altro. Questa
situazione può essere indicata come transmodulazione; può verificarsi su molti differenti livelli. Un cambiamento tra costellazioni
401
di ricordi che comprendono materiale autobiografico può essere
definito transmodulazione COEX. Data l’interrelazione funzionale
tra i sistemi COEX e le MPB, gran parte del risperimentare ricordi traumatici dell’infanzia, rappresenta un parziale e mitigato
rivivere di alcuni aspetti del trauma della nascita. Ugualmente,
esperienze positive dell’infanzia possono essere viste come
un parziale riassaporare le piacevoli condizioni post-natali o
intrauterine. Uno spostamento dinamico comparabile da una
matrice perinatale dominante ad un’altra, può essere definita
una transmodulazione MPB. Una transmodulazione transper- sonale
quindi comprende sistemi funzionali di controllo nelle sfere
transindividuali dell’inconscio.
Una tipica transmodulazione positiva si sviluppa in due fasi: comprende un’intensificazione del sistema dominante negativo ed
un improvviso spostamento a quello positivo. Tuttavia, se un
sistema molto positivo è facilmente accessibile, può dominare
l’esperienza con l’LSD dall’inizio della seduta, ed il sistema negativo recede sullo sfondo. Uno spostamento da una costellazione
dinamica ad un’altra, non implica necessariamente un miglioramento clinico. Vi è la possibilità che una seduta scarsamente
risolta ed integrata, sfoci in una transmodulazione negativa – uno
spostamento da un sistema positivo ad uno negativo. Questa
situazione è caratterizzata da un improvviso manifestarsi dei
sintomi psicopatologici, che non erano manifesti prima della
seduta. Un’altra interessante possibilità è uno spostamento da un
sistema negativo ad un altro che è ancora di natura negativa. La
manifestazione esterna di questo evento intrapsichico è un netto
cambiamento qualitativo nella psicopatologia, da una sindrome
clinica ad un’altra. In alcuni casi, questa trasformazione può essere così drammatica che il paziente si sposterà in una categoria
diagnostica completamente differente: un esempio clinico di
questo fenomeno è stato già descritto in questo libro. Sebbene
la condizione risultante potrebbe apparire in superficie completamente nuova, tutti i suoi elementi essenziali esistevano in
forma potenziale nei recessi delle esperienze del paziente, prima
che lo spostamento dinamico si verificasse. È quindi importante
comprendere che, oltre al lavoro sul materiale inconscio, la pro402
cedura con LSD può anche implicare sensazionali spostamenti
di attenzione che cambiano il significato dell’esperienza.
Mi piace citare un’interessante metafora che una mia paziente
utilizzò per illustrare la sua concezione di questo processo. La
paziente descrisse l’inconscio umano come un magazzino oscuro, pieno di vari oggetti di tutti i tipi, alcuni brutti, altri belli.
Percepiva l’azione dell’LSD come la rimozione di cianfrusaglie e
spazzatura, ma anche come il cambiamento di direzione di una
torcia elettrica che illumina lo spazio interno. Solo quegli oggetti nel magazzino che vengono illuminati dalla torcia possono
essere percepiti in un preciso momento. Ugualmente, solo quei
contenuti inconsci che sono nella zona d’illuminazione della
consapevolezza conscia possono in realtà essere pienamente
sperimentati.
Una questione che merita particolare considerazione, a questo
punto, è il significato terapeutico delle esperienze negative e
positive nelle sedute con LSD. Il problema se l’enfasi nella psicoterapia con LSD debba porsi sul rivivere i ricordi conflittuali e
traumatici o sul raggiungimento delle esperienze trascendentali,
ha rappresentato una delle questioni più controverse tra i terapeuti psicolitici e psichedelici. In base alla mia esperienza, sia
lavorare sul materiale traumatico che sperimentare stati estatici,
rappresentano momenti importanti del processo di guarigione.
Ancora, questi due aspetti della psicoterapia con LSD sembrano
essere interrelati in modo dialettico. La riduzione dei sistemi
negativi e la penetrazione delle aree problematiche, apre la via a
profondi episodi positivi. Viceversa, se il soggetto sotto LSD sperimenta stati transpersonali nelle sedute psichedeliche iniziali,
ciò ha una influenza benefica sul futuro sviluppo della terapia.
I pazienti trascendono la ristretta cornice personale e vedono i
loro problemi in un contesto cosmico. Questo si concretizza in un
atteggiamento tendenzialmente ottimista che è di grande aiuto
nell’affrontare il materiale psicodinamico e perinatale negativo
quando esso emerge durante il trattamento. Un individuo che
ha sperimentato stati trascendentali ha un forte sentimento di
identità cosmica e comprende lo scopo fondamentale del trattamento. L’azione dell’LSD è vista come un lavoro sulle barriere,
403
gli ostacoli, che lo separano dal Sé e non solo un cieco scavare
nel cul-de-sac dell’inconscio individuale. L’enfasi simultanea
su ambedue gli aspetti del processo con l’incoraggiamento al
suo spontaneo sviluppo, sembra essere la migliore soluzione a
questo dilemma terapeutico. Tuttavia, esperienze positive sono
di fondamentale importanza per la riuscita terapeutica, ed ogni
concezione del trattamento con LSD che le sottovaluti, si sta
privando di un potente principio terapeutico.
POTENZIALE TERAPEUTICO DEL PROCESSO DI MORTERINASCITA
I cambiamenti terapeutici associati con le esperienze a livello
psicodinamico, sembrano essere di importanza relativamente
minore se comparati a quelli che risultano dalle sequenze perinatali. La pratica clinica della psicoterapia con LSD, fornisce
ripetute evidenze dell’enorme potenziale curativo del processo
di morte-rinascita. La scoperta di questo meccanismo terapeutico, che non è ancora riconosciuta e compresa dalla scienza
occidentale, rappresenta una delle più sorprendenti scoperte
della mia ricerca sull’LSD. Le sequenze d’esperienza del morire
e del rinascere possono produrre un alleviamento sensazionale
di una varietà di problemi emotivi e psicosomatici. Le matrici
perinatali negative sono un importante deposito di emozioni e
sensazioni fisiche di straordinaria intensità: funzionano come
una potente sorgente di molte sindromi psicopato- logiche.
Certi sintomi come ansia, aggressività, depressione, paura della
morte, sentimenti di colpa, senso di inferiorità, impotenza ed
una generale tensione emotiva, sembrano avere profonde radici
al livello perinatale. Molti aspetti di questi fenomeni, e le loro
interrelazioni, acquistano significato se considerate nel contesto
del trauma della nascita. Ugualmente, sono stato di frequente in
grado di ricondurre le preoccupazioni del paziente circa varie
funzioni fisiologiche o materiale biologico, lamentele ipocon404
driache ed una varietà di sintomi psicosomatici, ad alcuni aspetti
del processo di morte-rinascita. Ciò era particolarmente centrato
per le emicranie, per la mancanza di ossigeno e soffocamento, le
difficoltà cardiache, la nausea e vomito, varie discinesie e tensioni
muscolari, dolori e tremori in varie parti del corpo.
Un’osservazione piuttosto comune nella terapia psicolitica, era
che i pazienti che avevano superato la soglia psicodinamica nel
loro processo, continuavano ad avere difficili esperienze sotto
LSD ed un numero di problemi clinici nella loro vita quotidiana.
Si rese evidente che certi sintomi psicopatologici erano radicati
al livello perinatale e non sarebbero scomparsi a meno che e fino
a che, il materiale sottostante non fosse stato penetrato. Perciò
era necessario confrontarsi con l’esperienza della matrice “senza
via d’uscita” in modo da raggiungere una duratura risoluzione
– non solo una temporanea remissione – della claustrofobia o
di una depressione inibita. Ugualmente, le radici profonde di
una depressione agitata, furono trovate nella lotta tra la vita e
la morte della terza matrice perinatale.
Le tendenze suicide spesso scomparivano completamente dopo
che i pazienti penetravano ed integravano il materiale perinatale.
Molti individui che avevano completato il processo di morte-rinascita, riferirono che le loro precedenti tendenze suicide erano
in realtà ardenti desideri mal compresi: di morte dell’ego e di
trascendenza. Dato che questa intuizione non era accessibile in
quel momento, si concentravano psicologicamente su una situazione nella realtà oggettiva che aveva una stretta somiglianza con
la morte dell’ego, ovvero, la distruzione fisica. L’esperienza della
morte psicologica tende ad eliminare o a ridurre enormemente
le tendenze e l’ideazione suicida. Potenti impulsi aggressivi ed
auto-distruttivi sono consumati nelle drammatiche sequenze
d’esperienza del processo di morte-rinascita. Inoltre, dopo il
completamento del processo della morte dell’ego, gli individui
considerano l’esistenza umana come parte di una cornice spirituale molto più estesa. La coscienza è vista come sopraordinata
alla materia e gli stratagemmi sul piano materiale appaiono
essere rimedi assurdi ed inefficaci per le difficoltà dello sviluppo individuale. Non importa quanto difficile possano essere le
405
situazioni e condizioni di vita da un punto di vista oggettivo, il
suicidio in qualche modo non appare più esserne la soluzione.
Nel nostro lavoro con gli alcolisti e gli eroinomani, facemmo
interessanti osservazioni che erano simili a quelle fatte circa gli
individui con tendenze suicide. Da un certo punto di vista, l’alcolismo e la dipendenza da eroina possono essere viste come suicidi
dilazionati su un lungo periodo di tempo: le dinamiche alla
radice del suicidio e della dipendenza hanno molto in comune. I
pazienti sotto LSD, che hanno sperimentato profondi sentimenti
di unità cosmica, di frequente svilupparono un atteggiamento
negativo verso gli stati della mente prodotti dall’intossicazione
da alcol e narcotici. Le intuizioni di questi pazienti sulla natura
della loro dipendenza, somigliavano a quelle delle persone con
tendenze suicide. Dopo che avevano scoperto e sperimentato
sensazioni di unità cosmica nelle loro sedute, realizzavano che lo
stato che desideravano ardentemente era la trascendenza e non
l’intossicazione da droghe. Riconoscevano un certa superficiale
somiglianza e sovrapposizione tra l’intossicazione da alcol o
eroina e le sensazioni di unità evocate dall’LSD, ed iniziavano a
comprendere che il loro desiderio di queste sostanze era basato
sulla confusione delle due condizioni. Gli elementi che lo stato
trascendentale ha in comune con le intossi- cazioni sono la scomparsa o la diminuzione di varie emozioni o sensazioni dolorose,
l’indifferenza emotiva verso il proprio passato o futuro, la liberazione dai confini corporali ed un fluido, indifferenziato stato
di coscienza. Tuttavia, molte caratteristiche dello stato di unità
cosmica non sono riprodotte nell’esperienza di intossicazione
da alcol o narcotici. Invece di indurre uno stato di coscienza
cosmica nella sua totalità, queste sostanze ne riproducono una
caricatura; tuttavia, la somiglianza è sufficientemente stretta da
fuorviare l’individuo che ne rimane coinvolto e lo spingono
all’abuso sistematico che conduce alla dipendenza biologica ed
a danni fisici, emotivi, sociali, irreversibili.
Dopo esperienze di morte dell’ego e di unità cosmica, l’abuso di
alcol o di narcotici e le tendenze suicide, sono visti come errori
fatali causati dal mancato riconoscimento del desiderio spirituale
di trascendenza. La presenza di forti sensazioni di questo tipo,
406
impensabile se vista alla luce degli schemi di comportamento
e dello stile di vita dei tossicodipendenti e degli alcolisti, può
essere mostrata dalle statistiche prese dalla terapia psichedelica.
Nella ricerca a Spring Grove, gli alcolisti e gli eroino- mani ebbero la più alta incidenza di esperienze mistiche di tutti i gruppi
studiati, inclusi i nevrotici, i professionisti della salute mentale
e gli individui gravemente malati di cancro.
Una crudele aggressività, i comportamenti impulsivi e le tendenze sadomasochiste, hanno anche importanti radici a livello perinatale. L’attivazione del potenziale distruttivo e auto-distruttivo
nell’individuo, è uno dei più importanti aspetti del processo di
morte-rinascita. Scene di incontrollabile aggressività e di distruzione di massa, così come di orge sadomaso, sono componenti
canoniche delle manifestazioni perinatali 1. In questo contesto,
enormi quantità di energia distruttiva sono mobilizzate e scaricate; il risultato è una sensazionale riduzione dei sentimenti e
delle tendenze aggressive. L’esperienza della rinascita è tipicamente associata con un senso di amore, compassione, rispetto
verso la vita.
Gli elementi perinatali svolgono un importante ruolo anche
nelle dinamiche dei vari stati d’ansia e delle fobie, dei sintomi
di conversione isterica e di certi aspetti delle nevrosi ossessivo-compulsive. Molti disordini e deviazioni sessuali sembrano
essere ancorati al livello perinatale e possono essere spiegati da
aspetti e sfaccettature del trauma della nascita. Questo è vero
per l’impotenza, la frigidità, i crampi mestruali, i dolorosi spasmi
vaginali durante il rapporto, le ossessioni riguardo il materiale
biologico nel contesto sessuale – come mangiare le feci e bere
l’urina, sadomasochismo clinico e certi casi di feticismo ed
omosessualità.
Molti aspetti importanti del processo schizofrenico sembrano
rappresentare elementi perinatali in una forma più o meno
pura. Qui, questi profondi contenuti inconsci non sono mitigati
e modificati da ulteriore materiale biografico, così è il caso in
molti dei disordini su menzionati. Quindi gli episodi di torture
diaboliche, di estreme sofferenze fisiche e mentali che sembrano
senza fine, un profondo senso di assurdità della vita, o le visioni
407
di mondi mostruosi di persone di cartone e di automi, descritti
da pazienti psicotici, indicano il coinvolgimento della MPB II.
Le sequenze che comprendono la morte, lo smembramento,
l’annichilimento del mondo, catastrofi cosmiche, distorsioni
degli impulsi aggressivi e sessuali, preoccupazioni riguardo il
materiale biologico e la concentrazione dell’esperienza sulla
triade nascita-sesso-morte, sono caratteristiche della MPB III.
La allucinazione messianica, l’identificazione con Cristo, e le
esperienze di rinascita o di una nuova creazione del mondo,
sono associate con la transizione dalla terza alla quarta matrice
perinatale. La facilitazione ed il completamento del processo di
morte-rinascita è associato con la scomparsa di molti dei suddetti
sintomi psicotici.
L’area perinatale dell’inconscio, quindi, sembra rappresentare
una universale, indifferenziata matrice, per un numero esteso
di sintomi e sindromi psicopatologiche e psicosomatiche. Se
la patologia avrà uno sviluppo, la forma che essa assumerà,
dipenderà dalla qualità e dalla natura dell’esistenza postnatale
dell’individuo. Questo spiega perché le esperienze di morte e
rinascita possono essere associate con sensazionali miglioramenti
in un estesa varietà di condizioni e problemi clinici. I meccanismi
terapeutici accessibili a questo livello sono molto più potenti di
qualsiasi altro tipo, noto alla psichiatria e psicoterapia tradizionali. I profondi cambiamenti osservati sembrano abbracciare una
combinazione di due importanti fattori terapeutici. Il primo è il
rilascio e la scarica di enormi quantità di emozioni e di sensazioni
fisiche bloccate, associate con la MPB II e III, che forniscono
energia ai sintomi clinici. La seconda è il potenziale di guarigione
degli stati estatici di unione, sperimentati nel contesto della MPB
IV e I. Queste esperienze hanno una così profonda influenza su
sintomi clinici di diverso genere, sulla struttura della personalità,
sulla gerarchia dei valori e sulla visione del mondo, da meritare
una nota speciale.
Credo che il contenuto d’esperienza delle matrici perinatali, non
possa essere ridotto al ricordo della nascita biologica. Tuttavia,
un modo di avvicinarsi a questo nuovo principio terapeutico, è
di concentrarsi sugli aspetti biologici del processo perinatale.
408
Sia che un reale nesso causale possa essere stabilito o meno,
le esperienze di estasi oceanica e di unione cosmica sembrano
essere profondamente legate allo stato di coscienza indifferenziata che l’infante sperimenta nell’interazione sim- biotica con
l’organismo materno durante l’indisturbata e nutritiva esistenza
intrauterina. L’associazione delle sensazioni di unità cosmica
con le esperienze del buon grembo e del buon seno, offrono
alcuni elementi per la comprensione del loro esteso potenziale
curativo. È un fatto ben accertato dalla psicologia dello sviluppo,
che gli stati di beatitudine senza ego, che un bambino prova nei
primissimi periodi della sua vita, sono molto importanti per il
suo futuro sviluppo emotivo, stabilità e salute mentale.
Le esperienze di unità cosmica indotte in un adulto dall’LSD o
con varie tecniche, sembrano essere in questo senso equivalenti
alle esperienze del buon grembo e del buon seno. Soddisfano
fondamentali bisogni psicologici e biologici nell’individuo e
facilitano la guarigione emotiva e psicosomatica. L’esperienza
di sciogliersi, fondersi nell’estasi, può quindi essere vista come
un intervento retroattivo nella storia individuale e come una
soddisfazione anacronistica dei bisogni fondamentali dell’infante. Tuttavia, per quanto importante possa essere il meccanismo
appena descritto, esso riflette solo una sfaccettatura relativamente superficiale dell’esperienza di unità cosmica. Una eccessiva
enfatizzazione del lato biologico di questo fenomeno, sarebbe
una negazione delle sue dimensioni filosofiche e spirituali.
Un individuo che ha un’esperienza trascendentale, sviluppa
una immagine totalmente nuova della propria identità e della
propria condizione cosmica. La rappresentazione materialista
dell’universo in cui l’individuo è un insignificante granello di
polvere nella vastità del cosmo, è istantaneamente sostituita
dall’alternativa visione mistica. Nella nuova visione del mondo,
il principio creativo dell’universo è accessibile all’esperienza
dell’individuo ed in un certo senso è commensurato ed identico
a lui (o lei). Questo è un cambiamento drastico della prospettiva,
ed ha conseguenze che si estendono ad ogni aspetto della vita.
Nella storia culturale dell’umanità, esperienze di questo genere
sono state descritte in cornici differenti nel corso dei secoli o
409
addirittura dei millenni. Possono verificarsi spontaneamente
in certi individui sotto condizioni particolari, o essere facilitate
con vari rituali spirituali preposti allo scopo. A dispetto del fatto che sia l’esistenza di queste esperienze e sia il loro benefico
impatto sull’esperente sono noti da così tanto tempo, vengono
menzionati raramente nel contesto della psicoterapia moderna
o della terapia in generale. Fino alla pubblicazione del lavoro
di Abraham Maslow, la sola cornice accessibile in psichiatria
per le “esperienze di picco” era quella della sintomatologia
schizofrenica. Il potenziale curativo degli stati estatici è di così
grande portata, comunque, che suggerisce un orientamento interamente nuovo nella terapia psichiatrica. Dovremmo studiare
le caratteristiche di questi stati e sviluppare nuovi metodi per la
loro facilitazione ed induzione.
MECCANISMI TERAPEUTICI A LIVELLO TRANSPERSONALE
Le terapie con LSD ci dicono che le esperienze transpersonali
sono molto più che fenomeni curiosi. In molti casi, specifici
sintomi sono ancorati a strutture di natura transpersonale e non
possono essere risolti al livello di esperienze psicodinamiche o
anche perinatali. Cercando di eliminare uno specifico problema
emotivo, psicosomatico o interpersonale, il paziente talvolta
deve sperimentare sequenze drammatiche di natura transpersonale. Molte osservazioni, insolite ed interessanti, indicano la
necessità di incorporare gli aspetti transpersonali nella pratica
clinica quotidiana.
Con sorpresa del paziente e del terapeuta, esperienze apparentemente bizzarre ed inspiegabili, talvolta hanno un impatto
sorprendente su certi sintomi clinici e problemi. Dato che il
processo terapeutico di frequente conduce in territori inesplorati
e non segnati sulla mappa della psiche, richiede una considerevole apertura mentale ed uno spirito di ricerca sia nel paziente
410
che nel terapeuta. Un terapeuta che aderisca rigidamente ai
paradigmi convenzionali e non abbia accesso ai livelli non ordinari di coscienza, generalmente sarà meno efficace con quei
pazienti i cui problemi hanno una forte enfasi transpersonale.
Il terapeuta non incoraggerà i pazienti ad avere esperienze che
risolverebbero i loro sintomi, o potrebbe anche implicitamente
o esplicitamente scoraggiarli dall’entrare nelle sfere transpersonali. Un tale approccio – oltre ad essere terapeuticamente poco
efficace – non sa venire incontro agli intensi bisogni spirituali
di questi pazienti e non fornisce loro una direzione nella quale
muoversi.
In alcuni pazienti sotto LSD, sintomi emotivi che non erano stati
risolti al livello psicodinamico scomparivano o erano mitigati
in connessione con esperienze embrionali. Il rivivere tentativi di
aborto, malattie materne o crisi emotive durante la gravidanza,
e le esperienze fetali di non essere desiderati (“ grembo rifiutante”), possono essere di grande valore terapeutico. Casi di vistosi
cambiamenti terapeutici sono stati osservati in connessione alle
esperienze di passate incarnazioni. Qualche volta queste si verificano
simultaneamente a fenomeni perinatali, altre volte sono gestalt
tematiche indipendenti. Il soggetto sperimenta una sequenza di
insieme, in un altro luogo e/o in un differente periodo storico,
di solito con un profondo coinvolgimento emotivo e drammatica
abreazione.
Ciò è associato con un forte senso di rivivere un episodio da
una precedente incarnazione. Uno specifico problema emotivo, interpersonale o psicosomatico, è percepito come una
parte significativa di uno schema karmico, e scompare quando
questa gestalt è completata. In alcuni casi ciò è accompagnato
da cambiamenti sincronici nelle vite e nei comportamenti delle
persone che il soggetto indicava come protagonisti delle scene
karmiche. Il resoconto clinico che segue è un buon esempio di
questo insolito fenomeno.
Tanya, insegnante di 34 anni, madre divorziata con due bambini,
si stava sottoponendo alla psicoterapia con LSD per depressione,
stati d’ansia ed una predisposizione all’affaticamento. Una delle
sue sedute con LSD portò l’inaspettata soluzione di un grave
411
problema fisico che era stato considerato di natura puramente
organica. Per i precedenti dodici anni aveva sofferto di sinusite
cronica con occasionali acute infiammazioni dovute al freddo
o ad allergie. Questi sintomi erano cominciati poco dopo il suo
matrimonio e rappresentavano un serio inconveniente nella sua
vita. Le maggiori manifestazioni erano mal di testa e forti dolori
alle mascelle ed ai denti, febbre lieve, pesanti scariche nasali,
attacchi di starnuti ed asma. In molti casi era svegliata da un
colpo di tosse; alcune mattine questi sintomi duravano da tre a
quattro ore. Tanya fece numerosi controlli per le allergie e fu
trattata da specialisti con antistaminici, antibiotici, e pulendo le
fistole con soluzioni disinfettanti. Quando tutto ciò non ottenne
risultati, i medici le suggerirono l’operazione alle fistole, che
Tanya rifiutò.
In una delle sedute con LSD, Tanya stava sperimentando soffocamento, congestione e pressione alla testa nel contesto dell’esperienza di nascita. Riconobbe che alcune di queste sensazioni
avevano una stretta somiglianza con i sintomi associati con i suoi
problemi di sinusite; tuttavia, erano grandemente amplificati.
Dopo molte sequenze che erano chiaramente di natura perinatale, l’esperienza si aprì al rivivere ciò che apparve essere il ricordo
di una passata incarnazione. In questo contesto, le esperienze di
oppressione, soffocamento e congestione che precedentemente
erano state collegate con il trauma della nascita, divennero sintomi di annegamento. Tanya sentì che era legata ad un asse che un
gruppo di persone stava lentamente spingendo sott’acqua. Dopo
una drammatica abreazione emotiva associata ad urla, violento
soffocamento, tosse e profusa secrezione di enormi quantità di
verdognola scarica nasale, fu in grado di riconoscere il posto, le
circostanze e le persone coinvolte. Era una giovane ragazza in
un villaggio nel New England ed era stata accusata dai vicini di
stregoneria, dato che stava avendo insolite esperienze di natura
spirituale. Un gruppo di compaesani la trascinò una notte in un
vicino bosco di betulle, e là, la legarono ad un asse e le immersero la testa in un freddo laghetto. Al vivido chiarore lunare, fu
in grado di riconoscere tra i suoi esecutori, i volti di suo padre
e di suo marito dell’attuale vita. A questo punto, Tanya poteva
412
vedere molti elementi dell’esistenza odierna come una replica
approssimativa delle scene karmiche originarie. Certi aspetti
della sua vita, compresi gli schemi specifici di interazione con il
marito e il padre, improvvisamente acquisirono un senso, fino
al minimo dettaglio.
Questa esperienza del dramma nel New England e tutte le intricate connessioni che Tanya fece, per quanto convincenti fossero
ad un livello soggettivo, ovviamente non costituivano una prova
della validità storica dell’episodio e del nesso causale tra l’evento
ed i suoi problemi di sinusite. Né poteva, la sua convinzione che
si stesse confrontando con uno schema karmico, essere considerata una evidenza della realtà della reincarnazione. Tuttavia, con
sbalordimento di tutti noi, questa esperienza fece scomparire la
condizione di sinusite cronica che aveva tormentato Tanya per
un periodo di dodici anni e che si era dimostrata refrattaria al
trattamento medico convenzionale.
L’esperienza di Tanya di
una precedente incarnazione. Sopra di lei, le scure
figure della folla formano
un cerchio contrapposto
al cielo notturno ed alla
luna piena.
È interessante notare che questo meccanismo non è limitato
agli stati psichedelici. Osservazioni simili sono state riportate
da terapeuti che utilizzano tecniche che non comprendono
l’uso di sostanze, come l’ipnosi, la pratica gestaltica o la terapia
413
primale. Dennys Kelsey e Joan Grant (45) inducono una transe
ipnotica nei loro soggetti e li spingono ad andare indietro nel
tempo alla ricerca della sorgente dei loro problemi emotivi e
fisici. Senza una speciale programmazione, preparazione, molti
di loro rivivono memorie di passate incarnazioni e risolvono i
sintomi in questo contesto.
Voglio menzionare uno dei loro pazienti, perché il meccanismo
coinvolto ha una stretta somiglianza con ciò che ho osservato
molte volte durante la psicoterapia con LSD. La paziente soffriva
di una grave fobia da ali e piume di uccelli, che aveva resistito al
trattamento psicologico convenzionale per anni. Il suo difficile
sintomo fu risolto dopo che rivisse con una drammatica abreazione una scena che aveva la qualità d’esperienza di una passata
incarnazione. Sperimentò se stessa in un corpo maschile, come
un guerriero persiano che era stato ferito da una freccia e stava
morendo sul campo di battaglia. Mentre giaceva lì, approssimandosi la sua agonia finale, gli avvoltoi cominciavano a radunarglisi
intorno, in attesa della sua morte. Presero a saltare verso di lui e
a beccarlo, mentre lo colpivano in faccia con le ali. La paziente
trovò le radici della sua fobia delle piume di uccello, in questa
orribile esperienza: la scarica emotiva insieme alla nuova intuizione, la liberarono permanentemente dal fastidioso sintomo.
Emmett Miller (70) ha riportato occasionalmente osservazioni
simili usando la tecnica ipnotica che lei chiama della consapevolezza selettiva. Ci sono psicologi e psichiatri negli Stati Uniti che
sono specializzati nel far regredire i loro pazienti al livello delle
passate incarnazioni per trovare le radici dei problemi individuali
ed interpersonali. Molte esperienze di passate incarnazioni sono
state descritte nel contesto dell’auditing nella scientologia. Le
letture di Edgar Cayce inoltre contengono spesso riferimenti a
livelli karmici come cause dei problemi dei clienti. In alcuni casi,
le memorie di passate incarnazioni emergono spontaneamente
nella vita quotidiana; possono avere le stesse benefiche conseguenze, se è loro consentito di raggiungere il completamento.
Questo solleva una questione su come molte opportunità di un
efficace intervento terapeutico siano state perse dagli psichiatri
con mentalità cartesiana-newtoniana, i cui pazienti riportavano
414
l’accesso ai livelli karmici. L’importanza delle esperienze transpersonali per l’approccio terapeutico alla schizofrenia è stato
illustrato in questo libro dalla storia di Milada.
Le esperienze ancestrali possono talvolta svolgere un ruolo simile ai
ricordi delle passate incarnazioni. In alcuni casi i sintomi scompaiono dopo che i pazienti rivivono ciò che sentono essere memorie dalle vite dei loro antenati. Ho visto pazienti cogliere certi
loro problemi intrapsichici come conflitti interiorizzati dai loro
antenati e risolverli a questo livello. Alcuni sintomi psicopatologici e psicosomatici possono occasionalmente essere fatti risalire
ad elementi di coscienza vegetale o animale. Così, le sensazioni
complesse ed apparentemente bizzarre di una paziente furono
risolte quando le riconobbe come stati di coscienza vegetale e
si concesse l’identificazione con l’esperienza di essere un albero. In un altro paziente, insolite sensazioni fisiche e sintomi di
una grave febbre da fieno, furono amplificati dall’effetto della
sostanza e divennero sensazioni autentiche di essere un animale
di un’altra specie. Per illustrare la complessità e le affascinanti
dimensioni dei problemi in questione, mi piacerebbe descrivere
un caso che non porta ad una chiara riuscita terapeutica, ma
fornisce intuizioni molto interessanti.
Ero stato contattato da Arthur, un matematico di 46 anni, che
aveva avuto esperienze con l’LSD per motivi didattici e come
mezzo per scoprire le radici dei suoi sintomi nevrotici. Molto
del lavoro che aveva fatto nelle sue sedute si concentrava sui
problemi dello sviluppo embrionale e della nascita. Dovette
affrontare particolari complicazioni in queste aree dovute al
fatto che aveva una sorella gemella. In molte sue sedute con
LSD, ebbe visioni ed esperienze di creature con una complessa
struttura geometrica. Si sentì molto coinvolto emotivamente in
queste esperienze, sebbene fossero strane e non avessero alcun
senso. Non riusciva a comprendere il perché trascorresse così
tanto tempo su queste forme bizzarre ed incomprensibili.
Anni dopo, ed era passato molto tempo da quando aveva interrotto le sedute con LSD, si sovraffatico mentre lavorava su un
complesso progetto. Per molti mesi aveva dormito poco, bevuto
caffè in eccesso e fumato due pacchetti di sigarette al giorno.
415
Durante il periodo di convalescenza successivo ad un attacco di
cuore, comprò il libro di Ernst Haeckel, Art Forms in Nature (35),
una collezione di incisioni raffiguranti diverse forme animali
nella scala evolutiva. Fu sbalordito quando riconobbe molte delle
forme che avevano rappresentato una parte così importante delle
sue sedute con LSD. In un istante pervenne alla comprensione
sulla natura del processo che non aveva mai completato. Come
gemello, doveva affrontare i problemi specifici legati alla simmetria durante il suo sviluppo embriologico. Le esperienze delle
fasi del suo sviluppo di embrione erano associate, nelle sedute
con LSD, con le corrispondenti forme animali in accordo con
la legge biogenetica di Haeckel 2. Nel contesto, riconobbe che
il cuore, in quanto organo asimmetrico, presenta problemi particolari durante l’embriogenesi. Era a questo livello, nella sfera
delle geometrie di base della natura, che Arthur trovò le radici
profonde del suo interesse di tutta una vita, per la matematica,
la simmetria e le forme geometriche.
Alcuni pazienti sotto LSD riconoscevano che alcuni dei loro
sintomi, atteggiamenti e comportamenti, erano manifestazioni
di una sottostante struttura archetipica. Una identificazione con
le entità archetipiche può condurre alla risoluzione di certi problemi. Occasionalmente, le forme d’energia coinvolte hanno
una qualità talmente aliena, che il comportamento dei soggetti
sotto LSD somiglia a ciò che gli antropologi hanno descritto
come possessione spiritica. In tali casi la procedura terapeutica
può assumere le caratteristiche dell’esorcismo come era praticato
nella Chiesa medioevale, o dell’espulsione degli spiriti malvagi
nelle culture aborigene. Tali situazioni possono essere molto
impegnative per il paziente ed il terapeuta. La seguente storia
è l’esempio più drammatico di questo fenomeno a cui io abbia
assistito: il fatto che il paziente abbia sofferto di amnesia durante
gran parte del processo, lo distingue da altri episodi simili.
Mentre lavoravo al Centro di Ricerca Psichiatrica del Maryland, fui
invitato ad una conferenza dello staff all’Ospedale di Stato di
Spring Grove. Uno degli psichiatri stava descrivendo il caso di
Flora, una paziente single di 28 anni che era stata ricoverata
da più di otto mesi in un reparto di sicurezza. Tutte le terapie
416
disponibili, compreso l’uso di tranquillanti, antidepressivi, la
psicoterapia e la terapia occupazionale, erano state provate ma
avevano fallito, e stava per essere trasferita nel reparto cronici. Flora presentava una delle più complesse combinazioni di
sintomi e problemi che io abbia incontrato nella mia pratica
psichiatrica. Quando aveva sedici anni, faceva parte di una gang
ed aveva preso parte ad una rapina a mano armata, in cui era
rimasta uccisa una guardia notturna. Come autista della macchina preposta per la fuga, Flora trascorse quattro anni in prigione
e fu quindi rimessa in libertà sulla parola per il resto della sua
condanna. Durante i tempestosi anni che seguirono, sviluppò
tossicodipendenze multiple. Era alcolista ed eroinomane, e di
frequente usava alti dosaggi di psicostimolanti e barbiturici. Le
sue gravi depressioni erano associate a violente tendenze suicide:
aveva l’impulso a dirigere la macchina oltre un precipizio o a
scontrarsi con un altro veicolo. Soffriva di vomito isterico che si
verificava facilmente in situazioni nelle quali era emotivamente
agitata. Probabilmente il più preoccupante dei suoi disturbi era
un doloroso crampo facciale, “ tic doloreux”, per il quale un
neurochirurgo del John Hopkins aveva proposto una operazione al
cervello consistente nella resezione dei nervi coinvolti. Flora era
lesbica e viveva questa condizione con conflitti e sensi di colpa;
non aveva mai avuto un rapporto eterosessuale. A complicare
ulteriormente la situazione, fu citata in giudizio perché aveva
gravemente ferito la sua compagna di stanza mentre tentava di
pulire la pistola sotto l’influenza dell’eroina.
Alla fine del convegno di Spring Grove sul caso clinico, lo psichiatra che l’aveva in cura, chiese al dr. Charles Savage e a me, se la
avremmo presa in considerazione per la psicoterapia con LSD.
Trovammo questa decisione difficile, specialmente perché ciò
avveniva in un momento di isteria nazionale contro l’LSD. Flora
aveva già una fedina penale sporca, poteva accedere alle armi e
aveva gravi tendenze suicide. Eravamo consapevoli che l’atmosfera era tale per cui, se l’avessimo trattata con LSD, qualunque cosa
fosse successo dopo, la colpa sarebbe automaticamente ricaduta
sulla sostanza, senza che i suoi trascorsi venissero considerati.
D’altronde, ogni alternativa era stata tentata senza successo e a
417
Flora sarebbe toccata una vita in un reparto cronici. Alla fine,
decidemmo di correre il rischio e di provare con lei il trattamento
con LSD, pensando che la sua disperata situazione giustificasse il
rischio. Le prime due sedute di Flora con forti dosi di LSD, non
furono differenti dalle altre che avevo tenuto in passato. Dovette
affrontare svariate situazioni, a partire dalla tempestosa infanzia
e dalle sequenze di lotta nel canale della nascita ripetutamente
rivissute. Fu in grado di collegare le sue violente tendenze ed i
dolorosi crampi facciali a certi aspetti del trauma della nascita,
abreagendo forti quantità di intensa emozione e tensione fisica.
Ciononostante, il progresso terapeutico sembrò minimo. Nella
terza seduta con LSD, non avvenne nulla di straordinario nelle
prime due ore; ebbe esperienze simili a quelle delle prime due
sedute. Improvvisamente, cominciò a lamentarsi che il dolore
causato dai crampi facciali stava diventando insopportabile.
Davanti ai nostri occhi, gli spasmi facciali si accentuarono grottescamente e la sua faccia si irrigidì in ciò che al meglio può
definirsi una maschera del male.
Cominciò a parlare con una voce maschile profonda e tutto ciò
che la riguardava era così diverso da non permettermi di vedere
alcuna connessione tra il suo aspetto attuale e quello precedente.
I suoi occhi avevano un’espressione di malvagità indescrivibile
e le mani erano spastiche e sembravano artigli. L’energia aliena
che aveva preso il controllo del suo corpo e della sua voce si
presentò come il demonio. “Lui” si rivolse direttamente a me,
ordinando di stare lontano da Flora e di abbandonare ogni
tentativo di aiutarla. Lei gli apparteneva ed egli avrebbe punito
chiunque avesse osato invadere il suo territorio. Ciò che seguì
fu un esplicito ricatto, una serie di truci descrizioni di quel che
sarebbe successo a me, ai miei colleghi e al programma, se non
avessi obbedito. È difficile rendere nel racconto l’inquietante
atmosfera evocata da questa scena; si poteva quasi percepire la
presenza di qualcosa di alieno nella stanza. La forza del ricatto
aumentò ulteriormente perché coinvolgeva certe informazioni
reali, alle quali la paziente non poteva avere accesso nella sua
vita di tutti i giorni. Mi trovai preso da una tensione emotiva
di dimensioni metafisiche. Sebbene avessi visto manifestazioni
418
simili in alcune sedute con LSD, queste non erano mai state
così realistiche né così convincenti. Mi era difficile controllare
la paura e temevo di intraprendere quella che sentivo sarebbe
stata una lotta con questa presenza. Mi ritrovai a pensare in
modo veloce, cercando di scegliere la strategia più adatta alla
situazione. A un certo punto, mi sorpresi a pensare seriamente
che avremmo dovuto tenere un crocefisso nell’armamentario
terapeutico. La mia razionalizzazione era che si trattasse di un
archetipo che si stava manifestando e che la croce potesse, in
queste circostanze, fungere da rimedio specifico.
Mi apparve presto chiaro che le mie emozioni, sia di paura che di
aggressività, stavano rendendo l’entità più reale. Non potevo fare
a meno di pensare a scene tratte da storie di fantascienza, in cui
un’entità aliena si nutriva di emozioni. Infine mi resi conto che
era essenziale per me rimanere calmo e concentrato. Decisi di
assumere un atteggiamento meditativo, mentre tenevo la mano
contratta di Flora e tentavo di mettermi in relazione con lei nella
forma in cui l’avevo conosciuta prima. Al tempo stesso, cercai di
visualizzare un involucro di luce che ci avviluppava entrambi,
cosa che intuitivamente mi sembrava l’approccio migliore. La
situazione durò più di due ore; soggettivamente queste furono
le ore più lunghe mai vissute.
Passato tale tempo, le mani di Flora si rilassarono e il viso riprese l’aspetto solito; questi cambiamenti furono tanto improvvisi
quanto la comparsa di quello strano stato. Presto scoprii che non
ricordava nulla delle due ore precedenti. Più tardi, nella sua relazione, descrisse le prime ore della seduta e passò poi al periodo
successivo allo “stato di posseduta”. Mi domandai seriamente se
avessi dovuto discutere con lei del pezzo di seduta scomparso
nella sua amnesia, e decisi che non fosse il caso. Non mi parve
che ci fosse alcuna ragione per portare alla sua attenzione conscia
un tema tanto macabro.
Con mia grande sorpresa, il risultato di questa seduta fu uno
straordinario progresso terapeutico. Flora perse le tendenze
suicide e sviluppò un nuovo apprezzamento del valore della
vita. Smise di prendere alcol, eroina, barbiturici e cominciò a
frequentare con zelo le riunioni di un piccolo gruppo religioso di
419
Catonsville. Per la maggior parte del tempo non ebbe più crampi
facciali; l’energia alla radice di essi, sembrava essersi esaurita
nella “maschera del Male” che aveva mantenuto per due ore.
Il ritorno occasionale del dolore, fu di intensità trascurabile e
non richiese nemmeno medicine. Cominciò a vivere delle relazioni eterosessuali e infine si sposò. Tuttavia il suo adattamento
sessuale non fu buono; riusciva ad avere rapporti, ma li trovava
dolorosi e non piacevoli. Il matrimonio finì dopo tre mesi e
Flora tornò alle relazioni lesbiche, questa volta, comunque, con
minor senso di colpa. Il suo stato era tanto migliorato che le fu
concesso di fare la taxista. Sebbene negli anni successivi ebbe
alti e bassi, non dovette far ritorno in un ospedale psichiatrico,
che sarebbe potuto diventare la sua dimora permanente.
Gli esempi riportati, rappresentano solo un piccolo campione
delle osservazioni che ho fatto durante venti anni di ricerca
sull’LSD , ed indicano che le esperienze transpersonali possono avere una grande efficacia terapeutica. Indipendentemente
dall’opinione filosofica che il terapeuta ne ha, egli dovrebbe
conoscere il loro potenziale curativo ed incoraggiare i pazienti,
nel caso in cui la loro esplorazione del sé, li conducesse nella
sfera transpersonale.
Nessuna delle esistenti scuole psicologiche copre l’intero spettro
né fornisce una cornice esplicativa adeguata per tutti i processi coinvolti nell’accadimento psichico. Alcuni dei principali
orientamenti psicoterapeutici offrono utili prescrizioni nell’area
dell’inconscio su cui si concentrano. La psicoanalisi freudiana
è di grande aiuto quando le sedute con LSD si concentrano a
livello biografico. La cornice rankiana, con alcune importanti
modificazioni, è rilevante per la comprensione degli aspetti
biologici del processo di morte-rinascita. Gli approcci reichiani
e neo-reichiani, forniscono importanti elementi teorici e pratici
per affrontare gli aspetti fisici ed energetici dei livelli biografici
o perinatale. La psicologia junghiana ha esplorato e segnato
molti importanti regni d’esperienza del dominio transpersonale. Perciò ciascuno dei suddetti sistemi è solo parzialmente
appli- cabile al processo psichedelico, ed una aderenza rigida a
qualsiasi cornice concettuale è in definitiva antiterapeutica. In
420
questa materia, psicologia e psicoterapia possono imparare una
importante lezione dalla fisica moderna. Recentemente il fisico
teorico Geoffrey Chew (20) ha formulato un approccio rivoluzionario che chiama “filosofia delle stringhe (bootstrap philosophy
)”. In questo approccio, l’universo è visto non più come un gigantesco ingranaggio, un insieme di oggetti che interagiscono
l’un l’altro seguendo i principî della meccanica newtoniana, ma
come una rete infinitamente intricata di eventi correlati. Nessuna delle proprietà di ciascuna parte della rete è fondamentale;
tutte dipendono dalle proprietà delle altre parti e la complessiva
coerenza delle loro interrelazioni determina la struttura della
rete intera. Il modo in cui le diverse discipline dividono la realtà
è in definitiva arbitrario, e tutte le teorie scientifiche sono solo
approssimazioni più o meno utili.
Nel campo della ricerca sulla coscienza, il più stretto parallelo
alla filosofia di Geoffre Chew, è la concezione della psicologia
dello spettro, formulata da Ken Wilber (103). Essa suggerisce
che le varie scuole descrivono accuratamente differenti livelli
o bande di coscienza, ma non sono applicabili alla psiche nella
sua totalità. È essenziale per una efficace psicoterapia con LSD
avvicinarsi al processo di esplorazione del sé, dal punto di vista
della psicologia dello spettro e nello spirito della “filosofia delle
stringhe”. I modelli teorici di qualsiasi natura essi siano, sono
solo organizzazioni approssimative dei dati accessibili in quel
momento. Non dovrebbero essere presi per descrizioni definitive
ed esaustive del mondo. Per funzionare come un agevolatore
del progresso scientifico, piuttosto che come un ostacolo, una
cornice concettuale deve essere sperimentale e flessibile: dovrebbe condurre a nuove osservazioni. La realtà è sempre più vasta
e complessa della più elaborata e comprensiva delle teorie. Se
il terapeuta confonde un sistema teoretico con la “verità” sulla
realtà, ciò, presto o tardi, interferirà con il processo terapeutico
e creerà una seria impasse nel trattamento dei pazienti, le cui
necessità terapeutiche riguardano esperienze che il sistema non
comprende o non consente.
La mia attuale opinione, è che i sintomi emotivi e psicosomatici
indicano un blocco di energia, ed in ultima analisi rappresen421
tano esperienze potenziali che stanno provando ad emergere
in una forma condensata. Credo che il ruolo di un terapeuta
dovrebbe essere di aiutare la mobilitazione dell’energia e facilitarne il libero flusso d’esperienza. Egli non dovrebbe avere
nessuna aspettativa emotiva o concettuale sulla natura dell’esperienza risultante e dovrebbe essere disposto ad incoraggiare e
convalidare il processo per quanto non costituisca un pericolo
per l’incolumità fisica del cliente o di altre persone. Infine non
sembra far alcuna differenza quale forma prenda l’esperienza,
quando il paziente è centrato, è in sintonia con il suo processo
e si abbandona ad esso totalmente. Può trattarsi di un ricordo
dell’infanzia, di una sequenza di nascita, di una costellazione
karmica, di episodi filogenetici o di manifestazioni demoniche.
Il terapeuta dovrebbe essere di ampie vedute così da incoraggiare il paziente a seguire il flusso di energia, senza riguardo al
contenuto specifico del processo. Il completamento della gestalt
d’esperienza porta risultati terapeutici, indipendentemente
dalla comprensione intellettuale di esso. Dopo che il processo è
completato, il terapeuta ed il paziente possono fare dei tentativi
per inserire gli eventi della seduta in una cornice teoretica. In
base alla natura ed al livello dell’esperienza, il sistema che offre
la migliore mappa potrebbe essere la psicoanalisi freudiana, la
psicologia di Rank, i costrutti teorici di C. G. Jung, il Buddhismo
Tibetano, l’Alchimia, la Cabala, o alcune altre antiche cartografie
della coscienza,come la mitologia di una particolare cultura, o un
particolare sistema spirituale. Comunque, l’analisi intellettuale
dovrebbe essere considerata un interessante esercizio accademico non essenziale per il progresso terapeutico. Sebbene in
superficie ciò possa essere visto come anarchia intellettuale che
genera il caos concettuale, ha una propria logica profonda e
può essere significativamente collegato ad un nuovo modello
dell’universo e della natura umana. La discussione di questo
argomento è rimandata ad un mio prossimo volume. [Oltre il cervello
– nota redazionale ]
422
Note
1 Le possibili implicazioni socio-politiche di questa osservazione sono
state discusse in dettaglio nel mio articolo, Perinatal Roots of Wars, Totalitarianism and Revolutions (33).
2 La legge biogenetica di Ernst Haeckel afferma che durante il suo sviluppo individuale (ontogenesi) l’organismo ripete in modo condensato
la storia della specie (filogenesi).
423
424
EPILOGO :
il FUTURO della PSICOTERAPIA
con LSD
Nei precedenti capitoli di questo libro ho provato ad esprimere ed illustrare la mia convinzione che l’LSD è uno strumento
potente ed eccezionale per l’esplorazione della mente umana e
della natura umana. Le esperienze psichedeliche mediano l’accesso alle sfere profonde della psiche che non sono ancora state
scoperte e riconosciute dalla psicologia e psichiatria tradizionale.
Il fatto che l’esperienza indotta da LSD, appaia sconcertante a
molti professionisti e che non possa essere spiegata mediante le
cornici teoretiche esistenti, non significa che gli effetti dell’LSD
siano totalmente imprevedibili. La sicurezza ed un uso efficace
di questa sostanza, richiedono una fondamentale revisione della
teoria e della pratica della psicoterapia. Comunque, è possibile
formulare i principî base della psicoterapia coadiuvata con LSD,
che massimizzano i suoi benefici terapeutici e ne riducono i
rischi.
È difficile predire il futuro della psicoterapia con LSD. Il fatto
che possa essere usata efficacemente ed in piena sicurezza, non
significa automaticamente che verrà assimilata dalla psichiatria
tradizionale. Questa questione è complicata da molti fattori di
natura emotiva, amministrativa, politica e legale. Comunque, differenzieremo nettamente tra il futuro della psicoterapia con LSD
ed il suo contributo alla teoria ed alla pratica della psichiatria.
Ho già affermato che l’LSD è un catalizzatore o un amplificatore
dei processi mentali. Usato in modo adeguato, diventa qualcosa
di simile al microscopio o al telescopio della psichiatria. Se la
ricerca sull’LSD proseguirà in futuro o meno, le intuizioni che
sono state raggiunte nella sperimentazione con LSD restano
425
comunque, di duraturo valore ed importanza.
Le formulazioni teoretiche ed i principî pratici che la psicoterapia con LSD ha scoperto o convalidato, includono una nuova,
ampliata cartografia della mente umana, nuovi ed efficaci meccanismi terapeutici, una nuova strategia psicoterapeutica ed
una sintesi di spiritualità e scienza nel contesto dell’approccio
transpersonale. Inoltre, la recente convergenza tra misticismo,
ricerca sulla coscienza e fisica quanto-relativistica, suggerisce
che l’esperienza psichedelica potrebbe contribuire in futuro
alla comprensione della natura della realtà.
È vero che la sperimentazione psichedelica ha i suoi pericoli e le
sue insidie. Ma le spedizioni in territori inesplorati non sono mai
prive di rischi. Wilhelm Conrad Roentgen, lo scopritore dei raggi
x, perse le dita come risultato degli esperimenti con la nuova
forma di radiazione. La percentuale di morte dei primi piloti,
che hanno aperto la strada alla sicurezza dei viaggi aerei d’oggi,
era presumibilmente del 75 %. Il grado di rischio è direttamente
proporzionato all’importanza della scoperta ed al suo potenziale:
così l’invenzione della polvere da sparo implicava un differente
livello di rischio rispetto allo sviluppo dell’energia nucleare.
L’LSD è uno strumento di straordinaria potenza; dopo più di
venti anni di ricerca clinica nutro un grande timore reverenziale sia per il suo potenziale positivo che per quello negativo.
Qualsiasi cosa prospetti il futuro della psicoterapia con LSD, è
importante capire che, proibendo la ricerca psichedelica, non
abbiamo soltanto abbandonato lo studio di una importante
sostanza o di un gruppo di sostanze, ma abbiamo anche abbandonato gli approcci più promettenti alla comprensione della
mente e della coscienza umana.
Le prospettive attuali per una sistematica ricerca sull’LSD e per
il suo uso estensivo nella psicoterapia appaiono piuttosto grigie.
È difficile pronosticare se la situazione cambierà, sebbene ci
siano indicazioni che il clima generale potrebbe diventare più
favorevole nei prossimi anni.
Uno dei problemi maggiori nella psicoterapia con LSD era la
natura insolita dell’esperienza psichedelica. L’intensità dell’
espressione emotiva e fisica delle sedute con LSD, era in netto
426
contrasto con la canonica immagine della psicoterapia, con le
sue discussioni faccia a faccia o con l’educata libera associazione
sul divano. I temi della nascita, morte, follia, ESP, unità cosmica,
entità archetipiche o memorie di passate incarnazioni, che si
verificano negli stati psichedelici, vanno ben oltre gli argomenti
convenzionali della psicoterapia assestata sui dati biografici. Un
medio professionista a quel tempo, provava riluttanza o anche
paura nei confronti delle sfere d’esperienza di questa natura, e
ciò a causa della loro associazione con la psicosi. Oggi, intense
esplosioni emotive, drammatiche manifestazioni fisiche e diverse
esperienze perinatali e transpersonali, sono molto più accettate
e meno spaventose per molti terapeuti, dato che possono essere
incontrate, quasi di routine, nel contesto delle nuove terapie esperenziali come la pratica Gestaltica, i gruppi di incontro, sedute
di maratona e maratona nuda, terapia primale e diversi approcci
neo-reichiani. Oggi sono sempre più numerosi i terapeuti che
danno valore ed incoraggiano esperienze drammatiche, che
nella cornice dell’analisi classica, sarebbero state viste come
pericoloso acting-out e considerate motivo per l’interruzione
del trattamento o addirittura per il ricovero psichiatrico. Alcuni
approcci attuali alla schizofrenia, incoraggiano concretamente,
la profonda immersione nell’esperienza del processo, invece che
la sua inibizione chimica. Per i terapeuti del suddetto orientamento, gli psichedelici rappresenterebbero un ulteriore passo
per aiutare ad accelerare ed approfondire il processo.
L’LSD entrò in scena al momento della rivoluzione psicofarmacologica, quando nuovi tranquillanti ed antidepressivi riportarono i primi trionfi e generarono una eccessiva speranza in
facili soluzioni chimiche. Al momento, molto dell’entusiasmo
originario in questa area si è ridotto. Sebbene sia apprezzabile
l’umanizzazione degli ospedali psichiatrici e la pacificazione dei
reparti psichiatrici, che ha reso la loro atmosfera più simile a
quello degli ospedali normali, sta diventano sempre più evidente
che i tranquillanti e gli antidepressivi sono, in linea di massima,
solo rimedi per i sintomi. Non risolvono i problemi e nei casi
più gravi conducono alla dipendenza per tutta la vita, cioè
necessitano della continua somministrazione della medicina.
427
Inoltre, c’è un numero crescente di studi di professionisti, che
sottolineano i pericoli derivante dall’impiego massiccio di queste
sostanze – sintomi neurologici irreversibili di ritardata discinesia,
cambiamenti degenerativi nella retina o concreta dipendenza
fisiologica con sindrome da astinenza.
Dovremmo anche menzionare importanti forze sociali che potrebbero giocare un ruolo nei cambiamenti futuri della politica
riguardo la ricerca psichedelica. Molti dei giovani che sono o
ricopriranno posizioni di rilievo sociale – come avvocati, educatori, amministratori o professionisti della salute mentale – hanno
avuto intense esposizioni agli psichedelici durante il loro periodo
studentesco. Quegli individui che hanno sperimentato, o hanno
avuto l’opportunità di osservare il processo in amici stretti o parenti, si saranno formati un’idea propria e non dipenderanno
da informazioni di seconda mano. Elementi di buon senso nelle
nuove leggi sulla marijuana in molti Stati, potrebbero essere i
primi frutti di questo sviluppo. Il fatto che l’uso responsabile e
ritualizzato degli psichedelici ricevesse l’approvazione sociale
in alcune antiche società e paesi pre-industrializzati e fosse
significativamente intessuto nella struttura sociale, rappresenta
in qualche modo un precedente incoraggiante.
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INDICE
pag. 7 Prefazione
pag. 11 Introduzione
pag. 21 Ringraziamenti
pag. 23 Cap. 1- La storia della terapia con LSD
pag. 67 Cap. 2 - Variabili critiche nella terapia con LSD
pag. 161 Cap. 3 - Terapia psicolitica e terapia psichedelica con LSD: verso
una
integrazione degli approcci
pag. 177 Cap. 4 - I principî della psicoterapia con LSD
pag. 221 Cap. 5 - Complicazioni della psicoterapia con LSD: incidenti, preven zione
pag. 301 Cap. 6 - Decorso della psicoterapia con LSD
pag. 343 Cap. 7 - Indicazioni per la psicoterapia con LSD, potenziale terapeutico e risultati clinici
pag. 371 Cap. 8 - Usi non terapeutici dell’LSD
pag. 397 Cap.9 - Dinamiche terapeutiche operanti nella terapia con LSD
pag. 425 Epilogo: il futuro della psicoterapi con LSD
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Finito di stampare nel mese di maggio 2005
Stampato in proprio - Samizdat
Pescara via Valle di rose n° 19
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