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1 Questo testo non è sottoposto ad alcun copyright Tutti i diritti sono liberi a norma della collaborazione, solidarietà e mutuo appoggio tra le persone che amano il sapere e l’informazione libera. Qualunque parte di questo libro può essere riprodotta con sistemi elettronici, meccanici o altro, senza l’autorizzazione né nostra né d’alcun altro. Ogni fotocopia che eviti l’acquisto di un libro, favorisce la trasmissione di un modo di diffondere la conoscenza che, altrimenti, rischia d’essere appannaggio di pochi. È caldeggiata quindi la riproduzione, anche parziale, con qualsiasi mezzo effettuata, anche ad uso interno e didattico. Chi fotocopia un libro, chi mette a disposizione i mezzi per fotocopiare, chi comunque favorisce questa pratica agisce in favore di chi desidera sapere e conoscere, avvantaggia un sapere avverso al censo e opera in favore della cultura di tutti. NO COPYRIGHT Le idee non appartengono agli uomini ma li attraversano per poi abbandonarli (nell’ordine del tempo). Degli uomini è proprio soltanto lo stile mediante il quale esprimono le idee. Il copyright è una legge fascista che protegge la proprietà delle idee. Ne consegue che la riproduzione totale o parziale è permessa a tutti sotto la condizione della fedeltà al testo e della indicazione della fonte proprietà dello SPIRITO 2 Psicofania 34 collana diretta da Paolo Notarfranchi 3 questa traduzione è di Guido Gerboni la revisione editoriale è di Paolo Notarfranchi l’edizione dalla quale è integralmente tradotta è quella del 2000 edita da MAPS (Multidisciplinary Association for Psychedelic Studies) 2105 Robinson Avenue, Sarasota, FL 34232 questo libro viene stampato in 100 copie per gli studiosi/psiconauti italiani consideriamo la MAPS una organizzazione altamente benemerita nel campo della libertà: lotta – ad altissimo livello culturale – per permettere la libera sperimentazione degli psichedelici ad opera degli adetti ai lavori (psicologi e psichiatri). Questo è in linea con il pensiero di Albert Hofmann, ribadito il 13 gennaio 2006 al congresso di Basilea, che l’LSD è sacro. Conquestospiritotraduciamoiltesto elo mettiamoadisposizione degli studiosi qualificati, in Italia. Sorvoliamo sul vezzo – tipicamente imperial/capitalista – di porre il vincolo del copyright: glielo perdoniamo per i meriti acquisiti sul campo della libertà. Non diamo un danno economico alla MAPS e diffondiamo elementi di verità circa la psicologia degli stati di coscienza. Ci sentiamo autorizzati a ciò da una vita intera di studi nel campo della psicoanalisi e dell’estasi. 4 STANISLAV GROF 5 6 PREFAZIONE Colpisce che quasi mezzo secolo dopo che Stan Grof cominciò ad impiegare l’LSD come farmaco nella psicoterapia, la sostanza rimanga vietata per scopi terapeutici ed anche per la ricerca medica. In termini puramente fisiologici, la dietilamide dell’acido lisergico è la sostanza meno tossica nota alla scienza. Non uccide, anche in overdose massiccia, e, diversamente dai sensazionali cambiamenti che produce nella coscienza, non ha effetti nocivi o duraturi sul corpo. Numerose testimonianze confermano il suo potenziale positivo nell’impiego psicoterapeutico – per il trattamento delle dipendenze, nevrosi, e disturbi d’ansia – e ci sono indicazioni di ulteriore utilità nella cura di malattie mediche croniche, comprese le sindromi dolorose. Tuttavia, all’alba del ventunesimo secolo, l’LSD rimane una sostanza demonizzata in gran parte della società, ufficialmente dichiarata sia pericolosa che priva di valore terapeutico. Le ragioni per questo assurdo stato di cose, sono diverse. Una è che l’LSD ha frequentato “cattive compagnie” nel passato: gli hippies, i rivoluzionari, i fanatici del rock and roll, ed altri elementi della società percepiti dalla cultura dominante come antisociali e sovversivi. È finita in compagnia di “sostanze d’abuso”, comprendenti la cocaina e l’eroina , i cui pericoli sono evidenti e spaventosi. Per di più, l’LSD ha la reputazione di essere un tipo di sostanza nascosta (stealth), dato che produce i suoi effetti con quantità così piccole da essere invisibili. La facilità di contrabbandarla e nasconderla ha alimentato fantasie sul suo poter essere somministrata a vittime innocenti, come anche di essere messa nelle riserve d’acqua per rendere un’intera popolazione psicotica e inerme. Fu questa caratteristica dell’LSD che attirò l’attenzione dei militari e della C.I.A. nel 1950, per un suo pos7 sibile impiego per scopi ben lontani da quelli terapeutici. Per i medici e gli psichiatrici, l’LSD rappresenta un problema per un’altra ragione. I suoi effetti sono altamente variabili da persona a persona e manifestamente dipendenti dal set e dal setting, cioè, dall’ aspettativa e dall’ambiente. Le sedute con LSD possono rivelarsi viaggi al paradiso o all’inferno, e l’apparente imprevedibilità della direzione che prendono, ha spaventato sia i ricercatori che i terapeuti. Nei fatti, la possibilità che una reazione all’LSD possa essere infernale non è così imprevedibile. Aumenta con la dose, con la mancanza di preparazione del soggetto, e con la mancanza di attenzione ai fattori ambientali che favoriscono l’ansia o la sicurezza. Nelle mani di un abile ed esperto terapeuta come Stanislav Grof, l’LSD è piuttosto sicuro, e le reazioni che produce sono gestibili ed utili, anche se intense. “Esperto” in questo contesto deve essere inteso come l’aver avuto esperienze personali con la sostanza. Questo non è un punto semplice da spiegare alla comunità medica. I medici considerano le sostanze che usano come pallottole magiche – che hanno una azione precisa, prevedibile, relativamente costante da persona a persona e spiegabile in termini di meccanismi biochimici, e non nei termini dell’esperienza, o dell’aspettativa del paziente. Gli psichiatri ed altri, che lessero i primi resoconti circa i successi terapeutici ottenuti con l’LSD e provarono ad usarlo come una pallottola magica senza la dovuta attenzione al set/setting, o alla loro propria esperienza, fallirono nel cercare i risultati desiderati. Quasi mezzo secolo più tardi, con la psicoterapia tradizionale largamente rimpiazzata dalla soverchiante prescrizione di magiche pallottole psico-farmacologiche (l’inibitore antidepressivo selettivo, che ripristina la serotonina, fa la parte del leone nelle prescrizioni), le possibilità degli psichiatri e di altri di comprendere le sottigliezze e la articolazione della psicoterapia con LSD sembrano più piccole che mai. Nonostante ciò, credo che sia meglio sforzarsi di accrescere tale comprensione, dato che il potenziale terapeutico dell’LSD non è diminuito. Forse, ora che l’uso ricreativo della sostanza è diminuito e si è stabilizzato, e le autorità sono molto più preoccupate 8 da altri agenti psicoattivi, è il momento giusto per una ripresa della discussione. Non posso pensare ad un modo migliore, che pubblicare questo rivoluzionario libro in una nuova edizione. Psicoterapia con LSD è un opera ormai classica sia nella tradizione psicoterapeutica che psicofarmacologica, e spero fortemente che l’esperienza e la saggezza di Stan Grof, trovino un nuovo e più esteso pubblico di lettori nel nuovo secolo. Andrew Weil, MD Tucson, Arizona Ottobre, 2000 9 10 INTRODUZIONE Questo libro fu pubblicato la prima volta nel 1980: momento peggiore non poteva esistere! Da quel giorno, la terapia psichedelica fu praticamente stroncata in tutti i paesi del mondo come risultato di una legislazione estremamente repressiva. Ciò rese la ricerca scientifica difficile, se non impossibile. L’immagine collettiva dell’LSD non era l’esito della numerosa letteratura scientifica che lo riguardava; era costruita dalla pubblicità che i mass media fecero degli incidenti della auto-sperimentazione non controllata, spargendo voci senza alcun fondamento scientifico sui danni ai cromosomi e sui pericoli genetici associati a questa sostanza. In siffatte condizioni, sembrò che Psicoterapia con LSD fosse destinato a diventare un esoterico documento storico su un eccitante, ma relativamente breve e transitoria fase della storia psichiatrica. Considerando la situazione descritta, sembra appropriato volgere lo sguardo ad alcuni dei recenti sviluppi che giustificano una nuova edizione di questo lavoro. La ragione più importante per rendere le osservazioni tratte dalla ricerca psichedelica accessibili ai professionisti, così come al pubblico in generale, è la natura rivoluzionaria delle osservazioni associate ad essa. Credo seriamente che uno studio sistematico senza pregiudizi di questo materiale, condurrà a cambiamenti nella nostra comprensione della psiche umana e della natura della realtà, che potrebbero essere così estesi e radicali come quelli che furono introdotti nella fisica dalle teorie della relatività e dalla teoria quantistica. L’elemento critico è il riconoscimento che l’LSD e le altre sostanze psichedeliche funzionano più o meno come catalizzatori o amplificatori non specifici della psiche. Ciò si riflette nel nome che Humphrey Osmond diede a questo gruppo di sostanze: la 11 parola greca psichedelico letteralmente tradotta come che rende manifesta la mente. Nei dosaggi usati nella sperimentazione umana, gli psichedelici classici come l’LSD, la psilocibina e la mescalina, non hanno alcun effetto farmacologico specifico. Aumentano il livello energetico nella psiche e nel corpo, che conduce alla manifestazione di processi psicologici altrimenti latenti. Il contenuto e la natura delle esperienze che queste sostanze inducono sono quindi non prodotti artificiali della loro interazione farmacologia con il cervello (psicosi tossiche), ma espressioni autentiche della psiche che rivelano il suo funzionamento a livelli ordinariamente non accessibili per l’osservazione e lo studio. Una persona che ha preso l’LSD non ha una esperienza LSD, ma intraprende un viaggio nei recessi profondi della propria psiche. Quando questa sostanza è data nello stesso dosaggio e sotto circostanze simili ad un esteso numero di individui, ciascuno di essi avrà una esperienza differente che rifletterà le caratteristiche della propria psiche. In aggiunta, sedute ripetute da parte della stessa persona varieranno nel loro contenuto e mostreranno una progressione caratteristica. Per questa ragione, non è esagerato affermare che gli psichedelici, usati responsabilmente e con adeguata cautela, potrebbero essere per la psichiatria ciò che il microscopio rappresenta per la biologia e la medicina o il telescopio per l’astronomia. Questi strumenti rendono possibile studiare importanti processi che in condizioni usuali non sono accessibili all’osservazione diretta. Nella prima edizione di questo libro, scrissi che il miglior modo per comprendere l’LSD era di considerarlo un amplificatore non specifico dei processi psicologici. Se avessi avuto ulteriori dubbi a riguardo, essi sono stati dissolti dalle nostre osservazioni con la Respirazione Olotropica. Questo approccio è un potente metodo terapeutico e di esplorazione del Sé, che io e mia moglie Christina abbiamo sviluppato nel corso degli ultimi diciotto anni ed abbiamo impiegato nei workshop e seminari in tutto il mondo. Unisce mezzi estremamente semplici e non farmacologici, come respirazione accelerata, musica evocativa, ed un sistema di manipolazioni del corpo, volti al rilascio di emozioni bloccate e di energie fisiche bloccate. Come ho descritto in The Adventure of 12 Self-Discovery, un libro specifi- catamente dedicato alla discussione della teoria e pratica della Respirazione Olotropica, lo spettro di esperienze evocato da questa procedura è praticamente identico a quello delle sedute psichedeliche. Le esperienze che si verificano nelle sedute psichedeliche e in quelle olotropiche non possono essere descritte nei termini del ristretto e superficiale modello concettuale usato nella psichiatria e psicologia accademiche, che sono limitate alla biologia, alla biografia postnatale, e all’inconscio individuale freudiano. Un profondo lavoro esperenziale richiede una cartografia più estesa della psiche, che comprenda importanti dominî non segnati dalla scienza tradizionale. La mia personale versione di questo modello, descritto nel presente volume, include due livelli aggiuntivi della psiche, per i quali uso i termini perinatale e transpersonale. I fenomeni che si originano ai livelli perinatali e transpersonali della psiche comprendono le sequenze di morte e rinascita psicologica, gli incontri con esseri archetipi, i viaggi nei regni mitologici di diverse culture, memorie di passate incarnazioni, percezioni extra-sensoriali, episodi di stati fuori dal corpo, esperienze di ricerca della coscienza cosmica. Tutto ciò deve essere considerato come manifestazioni naturali e normali delle dinamiche profonde della psiche umana. Sono stati ripetutamente descritti nel contesto delle varie procedure sciamaniche, dei riti di passaggio, delle cerimonie aborigene di guarigione, e dei misteri di morte e rinascita, così come dalle filosofie spirituali orientali e tradizioni mistiche di tutti i periodi storici conosciuti. Per questa ragione, qualsiasi sforzo serio per comprendere la spiritualità e la religione, richiede il riconoscimento delle dimensioni perinatali e transpersonali della psiche. Tentativi di interpretare uno qualsiasi di questi fenomeni nel contesto del ristretto e superficiale modello della psiche correntemente impiegato dalla scienza newtoniana-cartesiana, necessariamente conduce a gravi distorsioni ed alla patologizzazione dell’intera storia spirituale dell’umanità. Da questa prospettiva, i fondatori delle grandi religioni, così come i loro profeti, santi, ed eminenti maestri, che hanno tutti 13 avuto esperienze visionarie, sarebbero etichettati come psicotici. Gli Sciamani sono diagnosticati come schizofrenici ambulanti, isterici o epilettici. La religione e la spiritualità sono giudicate come il risultato della superstizione, di mancanza d’educazione, di regressione infantile al pensiero animistico e primitivo, o alla malattia mentale. Simili criteri patologici sono applicati alla vita spirituale ed ai rituali delle culture pre-industriali che non possono essere adeguatamente comprese e non hanno senso per gli scienziati occidentali con il loro limitato modello della psiche umana. Tra i fenomeni che eludono le interpretazioni riduttive della materialistica scienza occidentale vi sono le esperienze in situazioni di quasi morte, i resoconti sulle abduzioni (abduction), rapimenti da UFO, varie occorrenze parapsicologiche, così come esperienze e comportamenti osservati in certe forme di ipnosi ed in varie potenti psicoterapie esperienziali alternative alla Respirazione Olotropica. Le esperienze indotte dal biofeedback training, la deprivazione e la sovrastimolazione sensoriale, differenti mezzi elettronici e cinestetici, e la pratica del sogno lucido, sono altri importanti esempi. Lo stesso vale per un ampio sottogruppo di stati che la psichiatrica contemporanea diagnostica e tratta come psicosi funzionali, intendendo malattie mentali di eziologia sconosciuta. La comprensione della psiche che abbraccia i livelli perinatale e transpersonale presenta queste condizioni sotto una luce completamente nuova, come crisi psicospirituali o emergenze spirituali. Se sono appropriatamente comprese e gli individui impegnati in questo processo sono incoraggiati ad abbandonarsi alle proprie esperienze, questi stati possono sfociare in guarigioni emotive e psicosomatiche, profonde trasformazioni della personalità, ed all’evoluzione della coscienza. La cartografia della psiche descritta in questo volume, sebbene originariamente basata sulla ricerca con l’LSD e con gli altri psichedelici, è ugualmente applicabile a tutte le suddette situazioni. Permette di spiegare molti dei fenomeni che la psichiatria e psicologia tradizionali devono negare, patologizzare, o spiegare in un modo inadeguato e superficiale. Comunque, le nuove 14 scoperte offrono molto di più che la revisione di un modello teorico della psiche. Molti dei nuovi principî scoperti durante la ricerca psichedelica sono di natura pratica e sono direttamente applicabili alle situazioni terapeutiche senza l’obbligo di usare sostanze psichedeliche. Fa parte di ciò, una nuova e rivoluzionaria comprensione della natura e struttura dei disordini emotivi e psicosomatici, comprese alcune forme di psicosi, meccanismi efficaci di guarigione e trasformazione, tecniche terapeutiche e strategie di esplorazione del sé . Le implicazioni future della ricerca psichedelica quindi si dividono in due categorie differenti. La prima comprende il destino della psicoterapia psichedelica di per sé, l’altra, l’importanza pratica e teoretica delle nuove scoperte sulla natura della psiche e della coscienza. Se gli psichedelici rientreranno nel campo della psichiatria e torneranno nuovamente a far parte dell’armamentario terapeutico è una questione complessa. Più verosimilmente, ciò che eserciterà un influenza decisiva non dipenderà dai risultati della ricerca scientifica, ma da una varietà di fattori politici, legali, economici e di psicologia di massa. Dopo aver personalmente condotto nel corso degli anni più di quattromila sedute psichedeliche, ho sviluppato un profondo rispetto e gratitudine per queste sostanze e per il loro enorme potenziale, sia esso positivo che negativo. Sono potenti strumenti e come qualsiasi strumento possono essere usati con solerzia, con inettitudine, e distruttivamente. La questione se l’LSD sia una medicina fenomenale o una sostanza diabolica, assume scarso significato, come se ponessimo una questione analoga sul potenziale positivo e negativo di un coltello. Naturalmente, avremmo una rappresentazione molto differente fatta da un chirurgo, che basa il suo giudizio sulle operazioni eseguite, e da un capo della polizia che investiga su un omicidio commesso con un coltello. Ugualmente, l’immagine dell’LSD varierà se ci basiamo sui risultati di un suo responsabile uso clinico e spirituale, o sulla sprovveduta sperimentazione di massa della giovane generazione, o sugli esperimenti deliberatamente distruttivi dell’esercito o della CIA. I risultati della somministrazione di psichedelici sono criticamen15 te influenzati dai fattori del set e del setting. Fino a quando ciò non verrà chiaramente compreso, non c’è speranza che possano essere prese decisioni intelligenti circa la politica sulle sostanze psichedeliche. Credo che gli psichedelici possano essere usati in modo che i benefici superino di gran lunga i rischi. Questo è stato ampiamente dimostrato da secoli di sicuro uso rituale e spirituale degli psichedelici da generazioni di sciamani, singoli guaritori, ed intere culture aborigene. Tuttavia, l’industrializzata società occidentale ha così abusato di tante scoperte, che non c’è molta speranza che gli psichedelici possano essere una eccezione, a meno che non ci eleviamo collettivamente ad un livello superiore di consapevolezza e maturità. Di positivo, può essere detto che la società occidentale è al momento molto meglio preparata ad assimilare gli psichedelici rispetto agli anni sessanta. Nel periodo in cui gli psichiatri e gli psicologi avviarono la sperimentazione con LSD, l’immagine ufficiale della psicoterapia era quella di civili conversazioni faccia a faccia o di una educata libera associazione sul divano. Le emozioni intense ed i comportamenti attivi furono definiti come acting-out ed erano visti come violazioni del contratto terapeutico di base. Al contrario, le sedute psichedeliche erano associate ad emozioni drammatiche, eccitazione psicomotoria, ed a vividi cambiamenti della percezione. Sembravano essere più vicini agli stati che gli psichiatri consideravano patologici e che volevano reprimere con tutti i mezzi, piuttosto che a condizioni con un potenziale terapeutico. Ciò si rifletteva nel termine “allucinogeno” e “psicosi sperimentali” utilizzato inizialmente per gli psichedelici e per gli stati in tal modo indotti. In ogni caso, le sedute psichedeliche assomigliavano di più alle scene tratte da documentari antropologici sui rituali sciamanici delle culture “primitive” e alle cerimonie dei selvaggi aborigeni che a quelle prese dallo studio dello psicoanalista. Inoltre, molte delle esperienze ed osservazioni dalle sedute psichedeliche sembravano seriamente sfidare l’immagine della psiche umana e dell’universo, sviluppate dalla scienza newtoniana-cartesiana e considerate come descrizioni puntuali e definitive della “realtà oggettiva”. I soggetti sotto psichedelici riportarono 16 immedesimazioni con altre persone, animali e diversi aspetti della natura durante i quali ottennero accesso a nuove informazioni su temi su cui precedentemente non avevano nessuna conoscenza intellettuale. Lo stesso vale per le esperienze nella vita di antenati umani o animali , così come di memorie razziali, collettive e karmiche. In alcuni casi, questa nuova informazione era tratta dalle esperienze che coinvolgevano esseri archetipi e regni mitologici di culture differenti del mondo. In esperienze fuori dal corpo, i soggetti dell’esperimento furono spesso testimoni e descrissero accuratamente scene lontane che si verificavano in luoghi fuori dalla loro portata sensoriale. Nessuno di tali accadimenti era considerato possibile nel contesto della scienza materialistica tradizionale ed invece, nelle sedute psichedeliche, erano osservati quotidianamente. Naturalmente tutto ciò causò un profondo scompiglio concettuale e confusione nelle menti degli sperimentatori preparati in modo convenzionale. Stando così le cose, molti professionisti scelsero di rimanere lontani da questa area per preservare la loro visione scientifica del mondo e per proteggere il loro senso comune e la propria salute mentale. Le ultime tre decadi hanno portato cambiamenti che hanno profondamente influenzato l’atmosfera nel mondo della psicoterapia. Le psicologie umaniste e transpersonali hanno sviluppato potenti tecniche esperienziali che danno rilievo alla regressione profonda, all’espressione diretta di intense emozioni, ed al lavoro sul corpo volto alla liberazione di energie fisiche. Le esperienze interiori e le manifestazioni esterne, così come le strategie terapeutiche, in queste terapie mostrano una grande somiglianza con quelle osservate nelle sedute psichedeliche. Come ho menzionato precedentemente in relazione alla Respirazione Olotropica, questi approcci che non impiegano sostanze abbracciano uno spettro di esperienze simile, così come una sfida concettuale. Come risultato di ciò, per i terapeuti che seguono questa linea, l’introduzione degli psichedelici rappresenterebbe il passo logico successivo piuttosto che un drammatico cambiamento nella loro pratica. Per di più, il pensiero newtoniano-cartesiano della scienza che negli anni sessanta godeva di grande autorità e popolarità, 17 è stato progressivamente indebolito dallo sbalorditivo sviluppo in varie discipline. Questo ha raggiunto un tale livello che un numero crescente di scienziati sente il bisogno urgente di una visione del mondo interamente differente, un nuovo paradigma scientifico. Le implicazioni filosofiche della fisica quanto-relativistica, la teoria del movimento olistico di David Bohm, la teoria olografica del cervello di Karl Pribram, la teoria delle strutture dissipative di Ilya Prigogine, la teoria dei campi morfogenetici di Rupert Shekdrake, e la brillante antropologia e psicologia di Gregory Bateson, sono solo alcuni esempi di questo sviluppo. È molto incoraggiante notare che le evoluzioni che sono in conflitto inconciliabile con la scienza tradizionale, sembrano essere compatibili con le scoperte della moderna ricerca sulla coscienza e con la psicologia transpersonale. Da un punto di vista pratico, è importante menzionare che la sperimentazione legale con gli psichedelici è stata ripresa in Svizzera ed in molti nuovi progetti di ricerca che sono stati recentemente approvati negli Stati Uniti. Nonostante tutti questi incoraggianti sviluppi, il futuro della terapia psichedelica rimane incerto. Però, la situazione è molto differente se guardiamo le scoperte che ha prodotto circa la natura della psiche e della coscienza umana. La loro rilevanza per la psichiatria e la psicologia è indipendente dal destino della modalità terapeutica. Dato che è ormai evidente, che i fenomeni coinvolti rappresentano manifestazioni autentiche della psiche che si verificano in molte situazioni dove nessuna sostanza psicoattiva è impiegata, devono essere prese in considerazione in qualsiasi serio tentativo di comprendere la psiche umana. Se le esperienze osservate nelle sedute psichedeliche fossero artefatti tossici, i professionisti avrebbero un ragionevole motivo per non occuparsi di ciò. Si può essere esperti del campo senza aver alcuna conoscenza degli effetti farmacologici di un gruppo esotico di sostanze psicoattive. Tuttavia, ignorare o male interpretare le osservazioni di un ampia categoria di situazioni, comprendenti antiche pratiche spirituali orientali, gli stati di transe nei rituali aborigeni, le esperienze di quasi morte, le diverse forme di psicoterapie esperienziali non farmacologiche, e le crisi 18 psicospirituali, è tutt’altro affare. Un tale atteggiamento riflette la rigida aderenza ad un modello superficiale ed inadeguato della psiche ed assomiglia più al fondamentalismo religioso che ad un buon atteggiamento scientifico. La questione critica è lo status ontologico degli stati non ordinari di coscienza – se li consideriamo come condizioni patologiche che dovrebbero essere soppresse o viceversa, alternative credibili al nostro stato di coscienza quotidiano, che possono contribuire alla comprensione della psiche ed avere un grande potenziale terapeutico. Di tutti i gruppi umani, la civiltà industriale occidentale è l’unica che ha preso la prima posizione. Tutte le società antiche e preindustriali hanno tenuto gli stati non ordinari di coscienza in alta considerazione e li hanno usati per una varietà di scopi – diagnosi e cura delle malattie, attività rituali, spirituali e religiose, lo sviluppo della percezione extrasensoriale, e per l’ispirazione artistica. Queste culture hanno impiegato molto tempo ed energie nello sviluppare diverse tecniche per indurre questi stati, compresi un ampio ventaglio di approcci non farmacologici e di piante psichedeliche. Michael Harner, noto antropologo che si è sottoposto personalmente all’iniziazione sciamanica durante il periodo di lavoro in Amazzonia, descrive la psicologia e la psichiatria occidentale come etnocentriche. Ciò significa che considerano il proprio punto di vista, superiore a quello di tutti gli altri gruppi culturali ed etichettano come patologica qualsiasi attività che non rientra nella propria specifica cornice. Il nome che Harner assegna alla seconda caratterizzazione della psicologia/psichiatria occidentale, è cognocentrismo, sebbene il termine più appropriato potrebbe essere pragmacentrismo. Con ciò egli intende che le riflessioni teoretiche nella psicologia e psichiatria accademiche, sono basate esclusivamente sulle esperienze ed osservazioni fatte negli stati ordinari di coscienza (con la possibile eccezione dei sogni). Ciò che emerge dallo studio degli stati non ordinari di coscienza, è sistematicamente ignorato o dichiarato patologico. È proprio qui che si rivela l’importanza del materiale tratto dalla terapia psichedelica. È l’esempio della sfida che la ricerca sugli stati non ordinari di coscienza lancia alla tradizionale 19 scienza newtoniana-cartesiana. Uno studio sistematico e privo di pregiudizi, delle prove accumulate in questo lavoro, suggerisce con forza la necessità di una radicale revisione delle nostre idee di base sulla psiche umana e sulla natura della coscienza. Ciò condurrebbe ad una comprensione completamente differente dei disordini emotivi e psicosomatici, così come del processo terapeutico e della strategia di auto-esplorazione. Un esempio estremo di questo tipo è la capacità degli individui nelle esperienze di quasi morte, di percepire accuratamente, senza l’uso dei loro sensi, non solo l’ambiente circostante, ma anche luoghi remoti. Osservazioni di siffatta natura mettono in serio dubbio le più fondamentali assunzioni metafisiche della filosofia della scienza occidentale. Alla luce di questi fatti, Psicoterapia con LSD, rappresenta molto di più che una fonte di informazione sugli psichedelici e sul loro impiego. È sicuramente un libro che è di interesse per i terapeuti che trattano gli incidenti dell’auto-sperimentazione non controllata o per quelli che potrebbero condurre la terapia psichedelica in un futuro. Può anche dimostrarsi utile per coloro che hanno già sperimentato stati psichedelici ed hanno bisogno di una maggior comprensione, così come per i lettori profani interessati all’argomento. Comunque, la sua importanza supera tutto questo; è un libro che descrive le più remote frontiere della psiche umana, così come si manifestano negli stati non ordinari di coscienza. Le esperienze ed osservazioni che descrive, portano lungimiranti implicazioni per la nostra comprensione della coscienza, della natura umana, e della natura della realtà. Per questa ragione, il materiale riportato dovrebbe essere accessibile a tutti coloro che sono di mente aperta. Stanislav Grof novembre , 1993 20 RINGRAZIAMENTI Avendo completato la stesura di questo libro, vorrei ricordare con profonda gratitudine alcuni amici che mi hanno dato un importante aiuto. Il dr. George Roubícek, primo professore associato del Dipartimento di Psichiatria alla Scuola Università di Medicina di Charles, fu il mio primo mentore e condusse la mia prima sessione di LSD nel 1956. Questa esperienza fu l’inizio del mio profondo interesse ed impegno, che dura ormai da una vita, nello studio degli stati non ordinari di coscienza. Il dr. Milos Vojtechovsky era il capo del gruppo interdisciplinare con cui iniziai la mia ricerca con sostanze psichedeliche. Mi introdusse a diverse nuove sostanze psichedeliche e mi fornì la preparazione di base per la ricerca scientifica e la sua metodologia. Gran parte del lavoro che è stato importante per lo sviluppo delle idee presentate in questo libro, fu condotto all’Istituto di Ricerca Psichiatrica di Praga, Cecoslovacchia. Il suo direttore, dr. Lubomir Hanzlicek, durante tutti gli anni della mia ricerca clinica con LSD, dimostrò una inaspettata comprensione per questa non convenzionale avventura scientifica. Nutro una profonda gratitudine per l’aiuto dei miei colleghi dell’Istituto e per la dedizione e l’entusiasmo del gruppo di infermieri. Il mio lavoro iniziale negli Stati Uniti è stato reso possibile grazie ad una generosa donazione della Fondazione per la ricerca in Psichiatria del New Haven, Connecticut. Il dr. Joel Elkes, professore del Dipartimento di Psichiatria e di Scienze del Comportamento alla John Hopkins Università Scuola di Medicina di Baltimora, mi invitò alla Clinica Henry Phipps, prima come ricercatore clinico e più tardi come Assistente Professore; mi diede un inestimabile aiuto e guida durante la mia permanenza. Il periodo tra il 1967 ed il 1973 che passai al Maryland Centro di ricerca Psichiatrica in Catonsville, Maryland, fu un periodo di entusiasmante cooperazione di un gruppo formato da ricercatori creativi e congeniali. Vorrei ringraziare il dr. A. A. Kurland, direttore del centro ed Assistente alla Commissione per la Ricerca del Dipartimento di Igiene Mentale dello Stato del Maryland, così come i colleghi ed amici di Spring Grove, per il loro contributo al mio lavoro ed alla mia crescita personale. L’Istituto Esalen di Big Sur, California, ha giocato un ruolo molto im21 portante nella mia vita. Fin dalla mia prima visita nel 1965, mi furono offerte parecchie opportunità di condurre seminari e workshop e condividere il mio materiale con un auditorio di ampie vedute. Negli ultimi cinque anni è divenuta la mia casa base ed una insostituibile risorsa emotiva ed intellettuale. In questo eccezionale laboratorio naturale del movimento del Potenziale Umano, ho incontrato molte persone creative all’avanguardia nelle psicoterapie esperenziali e ho avuto l’opportunità di confrontare il loro lavoro con il mio. Ciò ha reso possibile per me integrare le osservazioni provenienti dalla ricerca con LSD in un contesto teoretico più esteso. Di particolare valore sono state le esperienze che io e mia moglie Christina conducemmo ad Esalen. Questi eventi, che organicamente combinano una introduzione didattica, esplorazione intrapsichica e lavoro di gruppo, ed una varietà di ospiti, dagli Sciamani del Messico e del Nord America ai fisici teorici, divennero una incalcolabile fonte di ispirazione. Vorrei esprimere profonda gratitudine a Michael e Dulce Murphy, Richard e Chris Price, Julian Silverman, Janet Lederman, Beverly Silverman, Gregory e Lois Bateson, e a tutti gli altri nostri amici di Esalen, per la loro assistenza e comprensione. Di questi, Rick Tarnas fu di estremo aiuto durante il lavoro preliminare sul manoscritto e Kathleen O’Shaughnessy nella battitura finale. Altri amici, il cui interesse ed aiuto vorrei ringraziare con riconoscenza, sono Louis e Hazel Valier, Edward Dreesen, e Joseph Chambeau. La mia più profonda gratitudine è riservata alle centinaia di pazienti e soggetti, che hanno partecipato alla mia ricerca psichedelica durante gli anni. Senza la loro fiducia, dedizione e coraggio, questo libro non sarebbe stato scritto. Stanislav Grof Big Sur, California aprile, 1979 22 1- LA STORIA DELLA TERAPIA CON LSD La scoperta dell’LSD e dei suoi effetti psichedelici Prime ricerche cliniche e di laboratorio con LSD Sperimentazione terapeutica con LSD Studi sulle proprietà chemioterapeutiche dell’LSD Psicoterapia coadiuvata con LSD La necessità di una Teoria esaustiva della Terapia con LSD LA SCOPERTA DELL’LSD E DEI SUOI EFFETTI PSICHEDELICI L’LSD-25 (dietilamide dell’acido lisergico) fu per la prima volta sintetizzato nel 1938 da Albert Hofmann nei laboratori di chimica-farmaceutica della Sandoz a Basilea, in Svizzera. Come il suo nome indica, si trattò del venticinquesimo composto prodotto da uno studio sistematico degli amidi dell’acido lisergico. L’LSD è un prodotto chimico semisintetico; il suo componente naturale è l’acido lisergico, che costituisce la base della maggior parte degli alcaloidi dell’ergot, ed il gruppo della dietilamide è aggiunto in laboratorio. In accordo con Stoll, Hofmann e Troxler (98)*, la sua formula chimica è la seguente: * i numeri si riferiscono alla bibliografia. Le note presenti nel testo con numeri apicali, si trovano alla fine di ciascun capitolo 23 Diversi alcaloidi dell’ergot hanno un importante impiego in medicina, principalmente come sostanze che possono indurre le contrazioni uterine, fermare le emorragie ginecologiche e dare sollievo dalle emicranie. L’obiettivo della Sandoz, nello studio dei derivati dell’ergot, era di ottenere composti con le migliori proprietà terapeutiche ed il minor numero di effetti indesiderati. Dopo che l’LSD fu sintetizzato, fu sottoposto a test farmacologici dal professor Ernst Rothlin (88). Mostrò una marcata azione tonica sull’utero e causò eccitazione in alcuni degli animali; in quel momento questi effetti non furono considerati di sufficiente interesse per ulteriori controlli. Le eccezionali proprietà della nuova sostanza furono portate alla attenzione dei ricercatori da una serie di eventi tra cui un fortuito incidente. Nel 1943 Albert Hofmann stava riesaminando i risultati dei suoi primi test farmacologici sull’LSD e decise di investigare gli effetti stimolanti sul sistema nervoso centrale risultanti dagli esperimenti sugli animali. Per la sua similarità strutturale con lo stimolante della circolazione, la Niketamide (coramina), l’LSD sembrava proporsi come una sostanza analettica. Intuendo che sarebbe stato utile condurre un approfondito studio con questo composto, Albert Hofmann decise di sintetizzarne un nuovo campione. Comunque, anche i più sofisticati esperimenti sugli animali non sarebbero stati in grado di rintracciare gli effetti psichedelici dell’LSD, dato che tali effetti così specificatamente umani, non sarebbero potuti essere previsti solo sulla base dei dati tratti dagli animali. Un incidente di laboratorio giunse in soccorso dei ricercatori; per uno strano scherzo del destino, Albert Hofmann divenne il soggetto involontario di uno dei più eccitanti ed influenti esperimenti nella storia della scienza. Lavorando sulla sintesi di un nuovo campione di LSD, accidentalmente si intossicò durante la purificazione dei prodotti di condensazione. Quella che segue, è la descrizione fatta da Hofmann dei cambiamenti di percezione ed emotivi che sperimentò (38): “Lo scorso venerdì 16 aprile, 1943, sono stato costretto ad interrompere il 24 mio lavoro nel laboratorio nel mezzo del pomeriggio e a tornare a casa, a causa di una strana agitazione associata ad una sensazione di leggera vertigine. Giunto a casa, mi allungai e caddi in una specie di ebbrezza, che non era spiacevole ed era caratterizzata da una estrema attività dell’immaginazione. Come caddi in una condizione di stordimento con gli occhi chiusi, (percepivo con fastidio la luminosità della luce del giorno) fui inondato da un ininterrotto flusso di bizzarre immagini di straordinaria plasticità e vivacità, accompagnato da un intenso e caleidoscopico gioco di colori. Questa condizione gradualmente svanì dopo due ore ”. Ritornato al suo normale stato di coscienza, Hofmann prese in considerazione l’ipotesi di un legame tra la sua straordinaria esperienza e la possibilità di una intossicazione accidentale con la sostanza con cui stava lavorando. Comunque, non riusciva a spiegare come l’LSD fosse penetrato nel suo organismo in una quantità sufficiente per produrre tale fenomeno. Era inoltre sconcertato dalla natura degli effetti, che erano molto differenti da quelli associati all’avvelenamento da ergot. Tre giorni dopo, intenzionalmente ingerì una quantità dosata di LSD, per vagliare la sua ipotesi sulla base di un solido esperimento scientifico. Trattandosi di una persona molto prudente ed attenta, decise di prendere solo 250 microgrammi 1, che considerava una dose minima in base agli usuali livelli di dosaggio degli altri alcaloidi dell’ergot. In quel momento non aveva modo di sapere che stava sperimentando la più potente sostanza psicoattiva nota all’uomo. La dose che scelse ed ingerì senza alcuna specifica preparazione, o alcuna conoscenza degli stati psichedelici, ora sarebbe considerata un alto dosaggio ed è indicato nella letteratura sull’LSD come “un singolo dosaggio soverchiante (single overwhelming dose)”. Usato in un protocollo clinico, sarebbe preceduto da ore di psicoterapia di preparazione e richiederebbe una guida esperta e capace di affrontare tutte le complicazioni che potrebbero verificarsi. Circa quaranta minuti dopo l’ingestione, Hofmann iniziò a provare vertigini ed ansia; problemi di concentrazione, disturbi nella percezione visiva, ed un immotivato desiderio di ridere. Gli fu impossibile tenere un resoconto scritto sull’esperimento, come originariamente prestabilito. 25 Il seguente è un estratto dal successivo rapporto scritto per il professor Stoll (38): “A questo punto, le note di laboratorio si fanno confuse; le ultime parole furono scritte solo con grande difficoltà. Chiesi al mio assistente di laboratorio di accompagnarmi a casa, pensando che avrei potuto avere una ripetizione dei disturbi provati il venerdì precedente. Mentre stavamo pedalando, tuttavia, divenne chiaro che i sintomi erano molto più forti della prima volta. Avevo grande difficoltà nel parlare coerentemente, il mio campo visivo ondeggiava di fronte a me, e gli oggetti apparivano distorti come immagini in specchi ricurvi. Ebbi l’impressione di essere incapace di muovermi dal punto in cui mi trovavo, sebbene il mio assistente in seguito mi disse che avevamo pedalato ad una buona andatura. Una volta a casa, chiamammo il medico. All’arrivo del medico, il picco della crisi era già passato. Per quello che ricordo, i sintomi più notevoli furono: vertigine, disturbi visivi; i volti intorno a me apparivano grotteschi, maschere colorate; una marcata irrequietezza motoria, alternata a paralisi; un’intermittente sensazione di pesantezza alla testa, agli arti edall’interocorpo,comesefosseriempitodipiombo;secchezzaedunasensazione di costrizione alla gola; sensazione di soffocamento; una chiara consapevolezzadellamiacondizione:inquestostatomiosservavo,come fossi un osservatore indipendente, neutrale, urlare in parte come un folle o biascicare parole incoerenti. Occasionalmente, provavo la sensazione come di essere fuori dal corpo. Il medico trovò una pulsazione piuttosto bassa, ma una normale circolazione... Sei ore dopo aver ingerito l’LSD, la mia condizione era già notevolmente migliorata. Solo i disturbi visivi erano ancora pronunciati. Tutto sembrava fluttuare e le proporzioni erano distorte come i riflessi su una superficie di acqua in movimento. In aggiunta, tutti gli oggetti apparivano in uno spiacevole cambiamento di colori, le cui sfumature predominanti erano di un pallido verde e di blu. Quando chiusi gli occhi, una interminabile serie di immagini molto realistiche e bizzarre, piene di colore, mi sommerse. Una caratteristica rimarchevoleerailmodoincuituttelepercezioniacustiche(peresempio, il rumore di una macchina che passava ) erano trasformate in effetti ottici, ogni suono evocando una corrispondente colorata allucinazione che costantemente variava in tonalità e colore come una figura in un caleidoscopio. Verso l’una di notte, mi addormentai e mi risvegliai la 26 mattina seguente in perfetta forma”. Questo fu il primo esperimento pianificato con LSD , e dimostrò in modo convincente, l’ipotesi di Hofmann riguardo gli effetti dell’LSD. Esperimenti successivi con volontari del Laboratorio di ricerca della Sandoz confermarono la straordinaria influenza di questa sostanza sulla mente umana. Un’altra figura importante nella storia dell’LSD fu Walter Stoll, figlio del superiore di Hofmann e psichiatra alla Clinica di Psichiatria di Zurigo. Trovò di grande interesse la nuova sostanza psicoattiva e condusse il primo studio scientifico sull’LSD in volontari sani ed in pazienti psichiatrici. Le sue osservazioni sugli effetti dell’LSD in queste due categorie di soggetti vennero pubblicati nel 1947(97). Questo resoconto fece scalpore nel mondo scientifico e stimolò un insolita quantità di ricerche cliniche e di laboratorio in molti altri Stati. PRI M E RICERCHE CLINICHE E DI LA B ORATORIO CON LSD Gran parte dell’iniziale ricerca sull’LSD fu ispirata al model psychosis: considerare la sostanza capace di indurre stati psicotici. L’incredibile potenza dell’LSD ed il fatto che quantità infinitesimalmente piccole potessero alterare profondamente il funzionamento mentale di volontari normalmente sani, diede una nuova spinta alle speculazioni sulla natura biochimica delle psicosi endogene, in particolare della schizofrenia. Fu ripetutamente osservato che microscopiche dosi di LSD, comprese tra i 25 ed i 100 microgrammi, erano sufficienti per produrre cambiamenti nella percezione, nelle emozioni, nel pensiero e nel comportamento, che assomigliavano a quelli dei pazienti schizofrenici. Fu ipotizzato che il metabolismo del corpo umano poteva, sotto specifiche circostanze, produrre così piccole quantità di una sostanza anormale identica o simile all’LSD. In accordo con questa intrigante ipotesi, le psicosi endogene 27 come la schizofrenia non sarebbero più risultate disordini di origine specificatamente mentale, ma manifestazioni di una autointossicazione dell’organismo e del cervello causata da un mutamento patologico della chimica dell’organismo. La possibilità di simulare i sintomi schizofrenici in volontari sani e di condurre complessi test di laboratorio e di investigare prima, durante e dopo, questa transitoria psicosi, sembrava offrire una promettente chiave alla comprensione della più enigmatica malattia psichiatrica. Gran parte della ricerca durante gli anni successivi alla scoperta dell’LSD, era finalizzata a confermare o confutare l’ipotesi del modello psicotico. La sua influenza fu tale che per molti anni ci si riferì alle sedute con LSD, condotte per i più svariati scopi, come a “psicosi sperimentali”, e l’LSD e sostanze affini furono classificate come allucinogeni, psicomimetici (composti simulanti psicosi) o psicodislettici (sostanze in grado di scindere, frantumare la psiche). Questa situazione non venne rettificata fino al 1957 quando Humphrey Osmond, dopo una corrispondenza reciprocamente stimolante con Aldous Huxley, coniò un termine più appropriato: lo chiamò psichedelico (che manifesta la psiche, che apre la mente)(74). In questi anni un grande sforzo fu diretto ad una accurata descrizione fenomenologica dell’esperienza con LSD ed alla valutazione delle similarità e differenze tra gli stati psichedelici e la schizofrenia. Questi studi descrittivi avevano come controparte le ricerche che esploravano parallelamente le due condizioni, come venivano riflesse in misurazioni cliniche, test psicologici, dati elettro-fisiologici e risultanze biochimiche. L’importanza di tale percorso di ricerca trovò espressione nel numero di studi che portarono contributi sugli effetti dell’LSD su diverse funzioni fisiologiche e biochimiche così come sul comportamento di animali in laboratorio, su organi isolati, su colture di tessuto e sul sistema enzimatico. Di particolare interesse dal punto di vista dell’ipotesi del modello psicotico furono gli esperimenti che studiavano l’antagonismo tra l’LSD e diverse altre sostanze. La possibilità di arrestare lo stato indotto da LSD, mediante premedicazione con altra sostanza o attraverso la sua somministrazione nel momento d’apice degli 28 effetti dell’LSD, era considerato un promettente approccio verso la scoperta di nuove direzioni nella farmaco-terapia dei disordini mentali. Innumerevoli ipotesi biochimiche sulla schizofrenia furono formulate in quel periodo, individuando sostanze specifiche o l’intero ciclo metabolico come la causa primaria di questa malattia. L’ipotesi serotoninica di Woolley e Shaw (104) destò il maggiore interesse. In base al loro modello, l’LSD causa un funzionamento anormale della mente interferendo con un neurotrasmettitore, la serotonina (5-idrossiriptamina). Un meccanismo analogo fu postulato essere la causa biochimica della schizofrenia. Questo approccio riduzionista ed ipersem- plificato alla schizofrenia fu ripetutamente criticato dai clinici di orientamento psicoanalitico e fenomenologico e dai ricercatori biochimici, ed infine abbandonato dalla maggior parte degli studiosi. Divenne sempre più evidente che lo stato indotto dall’LSD aveva caratteristiche peculiari che lo distinguono dalla schizofrenia. In aggiunta, nessuno dei meccanismi biochimici postulati per la schizofrenia venne confermato dai dati clinici e di laboratorio. Sebbene l’approccio del modello psicotico non risolse il problema dell’eziologia della schizofrenia, né fu in grado di fornire una cura in “provetta” per questa misteriosa malattia, fu una potente fonte di ispirazione per molti ricercatori e contribuì in modo decisivo alla rivoluzione neurofisiologica e psicofarmacologica degli anni ’50 e primi anni ’60. Un’altra area in cui gli straordinari effetti dell’LSD furono di grande aiuto, fu quella dell’autosperimentazione per i professionisti delle malattie mentali. Nei primi anni della ricerca sull’LSD, esperienze didattiche con LSD erano raccomandate come impareggiabile strumento per il tirocinio di psichiatri, psicologi, studenti in medicina ed infermieri psichiatrici. Le sedute con LSD erano pubblicizzate come brevi, sicure e reversibili incursioni,viaggi nel mondo della schizofrenia. Fu ripetutamente riportato in libri ed articoli sull’LSD che una singola esperienza psichedelica era in grado di accrescere considerevolmente l’abilità del soggetto nella comprensione di pazienti psicotici, nel trattarli con sensibilità e per curarli efficacemente. Anche se la concezione dell’esperienza con LSD come modello schizofrenico fu più tardi scartata dalla 29 maggior parte degli scienziati, rimane un fatto incontestabile che provare i profondi cambiamenti psicologici indotti dall’LSD, è una esperienza di apprendimento di eccezionale valore per tutti i clinici e i teorici che studiano gli stati mentali anormali. La sperimentazione iniziale con LSD inoltre, portò nuove intuizioni sulla natura del processo creativo e contribuì ad una più profonda comprensione della psicologia e psicopatologia dell’arte. Per molti soggetti degli esperimenti, da artisti professionisti ad avvocati, le sedute con LSD rappresentarono una profonda esperienza estetica che donò loro una nuova comprensione dei movimenti artistici moderni e dell’arte in generale. Pittori, scultori e musicisti divennero i soggetti preferiti perché erano portati a creare le più insolite, non convenzionali ed interessanti opere d’arte sotto l’influenza di questa sostanza. Alcuni di loro, furono in grado di esprimere e rendere nelle loro creazioni la natura dell’esperienza psichedelica, che sfugge a qualsiasi soddisfacente descrizione verbale. L’incontro dell’esperienza con LSD spesso divenne un sorprendente punto di riferimento nello sviluppo dell’individualità degli artisti. Ugualmente profonda fu l’influenza delle ricerche con LSD sulla psicologia e psicopatologia della religione. Anche sotto le complesse e spesso difficoltose condizioni delle prime sperimentazioni con LSD, alcuni soggetti ebbero profonde esperienze religiose e mistiche che mostravano una impressionante somiglianza con quelle descritte nei testi sacri e negli scritti di mistici, santi, maestri religiosi e profeti di tutti i tempi. La possibilità di indurre tali esperienze con mezzi chimici avviò una difficile discussione sulla autenticità ed il valore di questo misticismo indotto. Nonostante il fatto che molti dei più importanti scienziati, teologi e maestri spirituali abbiano discusso ampiamente su questo tema, la controversia tra misticismo “ chimico” e “spontaneo” rimane tuttora irrisolta. Qualsiasi discussione delle varie aree della ricerca e sperimentazione con LSD, rimarrebbe incompleta senza menzionare alcune esplorazioni sistematiche del suo potenziale negativo. Per ovvie ragioni, i risultati di questa ricerca, condotta dalla polizia segreta e dalle forze armate di molti paesi del mondo, non vennero sistematicamente riportati 30 e la maggior parte della informazione è considerata archiviata. Alcune delle aree esplorate in questo contesto sono: strappare una confessione, ottenere l’accesso a segreti nascosti ed informazioni, lavaggio del cervello, rendere inoffensivi diplomatici stranieri e guerra “non-violenta”. Le tecniche distruttive tentano di sfruttare il crollo indotto chimicamente delle resistenze e dei meccanismi di difesa degli individui; lavorano sull’accresciuta sugge- stionabilità e sull’intensificazione del processo di transfert. Nella prospettiva di una guerra chimica fu studiato l’effetto disgregante dell’LSD. Le tecniche di diffusione suggerite per questo tipo di guerra sono state varie forme di aerosol e contaminazione delle riserve d’acqua. Per coloro che conoscono anche solo approssimativamente gli effetti dell’LSD, questo tipo di guerra chimica è una diabolica manipolazione. Definirla non-violenta è un grossolano travisamento. SPERIMENTAZIONE TERAPEUTICA CON LSD Per quanto riguarda la nostra discussione, l’area più importante di ricerca sull’LSD è stata la terapia sperimentale. Le osservazione dei profondi e sensazionali effetti di quantità minime di LSD sui processi mentali dei soggetti degli esperimenti, portò alla conclusione che sarebbe potuto risultare fecondo esplorare il potenziale terapeutico di questo insolito composto. La possibilità dell’uso terapeutico dell’LSD fu per la prima volta proposta da Condrau (21) nel 1949, solo due anni dopo che Stoll aveva pubblicato il primo studio scientifico sull’LSD in Svizzera. Nei primi anni ’50 parecchi ricercatori – indipendentemente l’uno dall’altro – raccomandavano l’LSD come coadiuvo della psicoterapia, come strumento in grado di approfondire ed intensificare il processo terapeutico. I pionieri di questo approccio furono Busch e Johnson (17) e Abramson (1, 2) negli Stati Uniti; Sandison, Spencer e Whitelaw (91) in Inghilterra; e Frederking (28) nella Germania dell’Ovest. I loro resoconti attirarono una notevole attenzione tra gli psichiatri e stimolarono i clinici di diversi paesi del mondo ad avviare la sperimentazione terapeutica con LSD 31 nella propria pratica. La maggior parte dei risultati pubblicati nei successivi quindici anni confermarono l’iniziale affermazione che l’LSD poteva accelerare il processo psicoterapeutico ed abbreviare il tempo necessario per il trattamento di svariati disordini emotivi, il che lo rendeva uno strumento potenzialmente prezioso nell’armamentario della psichiatria. In più, ci fu un numero crescente di studi indicanti che la psicoterapia coadiuvata con LSD poteva raggiungere alcune categorie di pazienti psichiatrici normalmente considerati inadatti per la psicoanalisi o per qualsiasi altra forma di psicoterapia. Molti singoli ricercatori e team terapeutici riportarono successi clinici nel trattamento di alcolisti, tossicodipendenti; in casi di sociopatie, psicopatie criminali, e con soggetti con differenti disordini del carattere e deviazioni sessuali. Nei primi anni ’60 una nuova ed affascinante area fu scoperta per la psicoterapia con LSD: l’assistenza dei pazienti terminali. Gli studi con questi pazienti rivelarono che la psicoterapia con LSD poteva non solo alleviare la sofferenza emotiva e dare sollievo al dolore fisico derivato da malattie croniche, ma poteva anche cambiare drasticamente la loro concezione della morte e l’atteggiamento nei confronti del processo del morire. Dalla comparsa dei primi resoconti clinici sull’LSD, molto tempo ed energia furono investiti nella ricerca del suo potenziale terapeutico, e centinaia di ricerche furono pubblicate sui diversi tipi di terapia con LSD. Molti congressi sulla psicofarmacologia, psichiatria e sulla psicoterapia, avevano una sezione speciale sul trattamento con LSD. In Europa, gli sforzi inizialmente isolati dei singoli ricercatori, portarono a creare una struttura organizzativa omogenea. I terapeuti con LSD di diversi paesi di Europa formarono la Società Medica Europea per la Terapia Psicolitica ed i membri tenevano regolari incontri concernenti l’uso di sostanze psichedeliche in psicoterapia. Questa organizzazione formulò anche i criteri e le norme per la selezione ed il tirocinio dei terapeuti con LSD. L’equivalente di questa organizzazione negli Stati Uniti e nel Canada, era l’Associazione di Terapia Psichedelica. Durante la decade di maggior interesse per la ricerca con LSD, svariate conferenze internazionali furono organizzate per lo 32 scambio di esperienze, osservazioni e concetti teoretici (Princeton, 1959 ; Goettingen, 1960; London, 1961; Amityville, 1965; Amsterdam, 1967; e Bad Nauheim, 1968). Gli sforzi per usare l’LSD nella terapia dei disordini mentali abbraccia un periodo di almeno tre decadi. Andrebbe oltre lo scopo di questa presentazione descrivere tutti i contributi specifici a questo eccezionale capitolo della storia del trattamento psichiatrico, così come dare la dovuta attenzione a tutti gli scienziati che hanno preso parte a questo percorso di ricerca. La storia della Terapia con LSD è consistita in una serie di tentativi ed errori. Diverse tecniche di uso terapeutico dell’LSD furono sviluppate ed esplorate durante i passati trent’anni. Approcci che non hanno avuto l’effetto previsto o che non furono confermati dalla successiva ricerca furono abbandonati; quelli che sembravano promettenti furono assimilati da altri terapeuti o sviluppati ulteriormente e modificati. Invece di percorrere questo complicato sentiero lungo tutte le sue fasi, proverò a delineare alcune tendenze di base e le idee ed i concetti terapeutici più importanti. Tre decadi di Terapia con LSD costituiscono un periodo sufficientemente lungo per raccogliere osservazioni cliniche e per la verifica dei dati di ricerca. Possiamo quindi tentare una rassegna critica dell’esperienza clinica in questa area, ricapitolare la attuale conoscenza sul valore dell’LSD come strumento terapeutico in psichiatria, e descrivere le più sicure ed efficaci tecniche per il suo utilizzo. Diversi suggerimenti riguardanti l’uso terapeutico dell’LSD sono basati su aspetti specifici della sua azione. La frequente presenza di euforia nelle sedute con LSD con volontari normali, sembrò suggerire la possibilità che questa sostanza potesse essere utile nel trattamento di disordini depressivi. Il profondo effetto dell’LSD sulle funzioni psicologiche e fisiologiche, corrispondente ad uno shock emotivo o vegetativo, sembrava indicare che potesse avere un uso terapeutico potenzialmente simile all’elettroshock, al trattamento con insulina, o ad altre forme di terapia convulsiva. Questa concezione era sostenuta dalle osservazioni dei sorprendenti cambiamenti nella sintomatologia clinica e nella struttura di alcuni soggetti dopo la somministrazione di una singola dose di LSD. Un altro aspetto dell’effetto dell’LSD che sembrò pro33 mettente dal punto di vista terapeutico, era l’insolita capacità di questa sostanza nel facilitare intense abreazioni emotive. Il successo terapeutico delle tecniche abreattive come la ipnoanalisi o la narcoanalisi nel trattamento di nevrosi di guerra o di nevrosi da trauma emotivo, incoraggiò l’esplorazione di questa proprietà dell’LSD. Un addizionale ed interessante possibilità di uso terapeutico era basata sull’effetto attivante o “provocatorio” dell’LSD. La sostanza può mobilizzare ed intensificare condizioni cliniche croniche, fisse e stazionarie, caratterizzate da pochi sintomi torpidi e refrattari, e venne ipotizzato che tale attivazione indotta chimicamente potesse rendere questi cosiddetti stati oligosintomatici più sensibili ai convenzionali metodi di trattamento. Di gran lunga il più importante uso dell’LSD fu trovato nella sua interazione con psicoterapie individuali o di gruppo, di differenti orientamenti. La sua efficacia è basata su una combinazione molto vantaggiosa dei diversi aspetti della sua azione. La psicoterapia con LSD sembra intensificare tutti i meccanismi operanti nelle psicoterapie che non utilizzano sostanze ed in più coinvolge alcuni nuovi e potenti meccanismi di cambiamento psicologico non ancora compresi e spiegati dalla psichiatria ufficiale. Nei successivi paragrafi, descriverò le più importanti aree di sperimentazione terapeutica con LSD, le attuali tecniche di trattamento e discuterò le loro basi empiriche e teoretiche. Una speciale attenzione sarà riservata alla valutazione del modo in cui i singoli approcci hanno resistito con successo al vaglio del tempo. STUDIO DELLE PROPRIETÁ CHE M IOTERAPEUTICHE DELL’ LSD Gli approcci che discuterò in questo paragrafo sono basati su differenti osservazioni cliniche e su differenti premesse teoretiche; il denominatore comune è l’enfasi sull’LSD come agente chemioterapeutico che ha effetti benefici solo in virtù della sua azione farmacologica. Gli artefici di queste tecniche o non era34 no consapevoli dell’importanza dei fattori extrafar- macologici o non li utilizzavano in modo specifico. Se la psicoterapia fosse praticata solo con questi approcci, sarebbe solo di supporto e del tipo più superficiale, senza un collegamento organico con l’esperienza con LSD. ESPLORAZIONE DEGLI EFFETTI EUFORICI ED ANTIDEPRESSIVI DELL’LSD Quando Condrau (21) propose l’uso dell’LSD per la depressione sulla base del suo effetto euforizzante su alcuni soggetti, seguì il modello del trattamento con oppio. Somministrava piccole e progressivamente aumentate dosi di LSD ai pazienti depressi e si attendeva un alleviamento della depressione e cambiamenti positivi dello stato d’animo. In base alle affermazioni di Condrau, i risultati non furono convincenti ed i cambiamenti osservati non superavano la soglia delle normali variazioni spontanee. Inoltre notò che l’assunzione di LSD generalmente determinava un’intensificazione dello stato d’animo preesistente più che una costante euforizzazione. Risultati simili furono riportati da altri autori che seguivano sia il modello della somministrazione quotidiana di LSD in pazienti depressi di Condrau o anche isolate somministrazioni di dosaggi medi di LSD con l’intenzione di debellare la depressione. Esperienze negative o inconcludenti furono riportate da Becker (8), Anderson e Rawley (3), Roubicek e Srnec (89) ed altri. In linea di massima, i risultati di questo approccio alla terapia con LSD non giustificarono una continuazione della ricerca in questa direzione. Gli studi clinici chiaramente indicarono che l’LSD non ha di per sé, un costante effetto farmacologico sulla depressione che possa essere terapeuticamente utilizzato, e perciò questo approccio fu abbandonato. 35 LE PROPRIETÁ DELL’LSD DI INDURRE SHOCK ED I SUOI EFFETTI SULLA STRUTTURA DELLA PERSONALITÁ Nel periodo iniziale della ricerca con l’LSD, diversi autori proposero che la profonda e disgregante esperienza indotta dall’LSD poteva avere effetto positivo su alcuni pazienti in maniera comparabile all’effetto di diverse tecniche di trattamento convulsivo come l’elettroshock, l’insulina-coma terapia, o gli shock da cardiazole ed acetilcolina. Occasionalmente, furono osservati inaspettati e sensazionali miglioramenti clinici in pazienti psichiatrici dopo singole sedute con LSD. Le osservazioni di questo tipo furono descritte nelle relazioni di Stoll(97) Becker (8) Benedetti (10) Belanti (9) e Giberti, Gregoretti e Boeri (30). Inoltre, un crescente numero di relazioni sembrava suggerire che alcune volte una singola somministrazione di LSD poteva avere una profonda influenza sulla struttura della personalità del soggetto, sulla sua gerarchia dei valori, sulle sue inclinazioni di base e su tutto il suo stile di vita. I cambiamenti erano così drammatici che furono comparati alle conversioni psicologiche 2. Molti ricercatori riportano simili osservazioni e divennero consapevoli del potenziale valore terapeutico di queste esperienze di trasformazione. Il principale ostacolo ad una loro sistematica utilizzazione per scopi terapeutici era dovuta al fatto che tendevano a sopravvenire in una forma così elementare, essenziale, senza uno schema riconoscibile, e spesso coglievano di sorpresa sia il paziente che il terapeuta. Dato che le variabili che determinavano tali reazioni non erano comprese, le trasformazioni terapeutiche di questo tipo non erano replicabili. Tuttavia, fu questa categoria di osservazioni e l’impegno sistematico ad indurre esperienze simili in modo che fossero più prevedibili e controllate che infine portò allo sviluppo di un importante modalità di trattamento, la cosiddetta terapia psichedelica. I principi base di questo approccio terapeutico saranno discussi più avanti. In conclusione, l’LSD può indubbiamente produrre un profondo shock emotivo e vegetativo in un paziente o in un soggetto sperimentale. L’effetto-shock tende, comunque, ad essere più disgregante e dirompente che tera36 peutico, a meno che non avvenga all’interno di una articolata situazione di assistenza psicologica e dopo un accurata preparazione. Il meccanismo di conversione è troppo imprevedibile, elementare e capriccioso per potersi affidare ad esso come ad un meccanismo terapeutico di per sé. USO TERAPEUTICO DELL’ E F F ETTO A B REATTI V O DELL’LSD Molte delle prime osservazioni indicavano che la sostanza poteva facilitare l’operazione di rivivere avvenimenti emotivi dell’infanzia, adolescenza o più in là nel corso della vita. Nel caso di ricordi traumatici, questo processo era preceduto ed accompagnato da forti abreazioni emotive e catarsi. Sembrò, quindi, logico esplorare il valore dell’LSD come agente per terapie abreattive in un modo analogo all’iniziale uso dell’etere, dei barbiturici a corta azione, o anfetamine, nelle stesse situazioni. Dal punto di vista teoretico e storico, questo meccanismo può essere rintracciato fino ai primi concetti di Freud e Breuer (29 ). In base ad essi, reazioni motorie ed emotive insufficienti di un paziente, dovute ad un evento traumatico originario, determinano una compressione del suo effetto: l’emozione strozzata in seguito fornisce l’energia ai sintomi nevrotici. Il trattamento quindi consiste nel rivivere il ricordo traumatico in condizioni che rendano possibile un “ritardato” spostamento di questa energia emotiva alla periferia e la sua scarica attraverso i canali percettivi, emotivi e motori. Dal punto di vista pratico, il metodo abreattivo fu considerato di particolare valore nel trattamento delle nevrosi traumatiche emotive e divenne popolare durante la Seconda Guerra Mondiale come un veloce ed efficace rimedio per le conversioni isteriche che si ripetevano in diverse situazioni di guerra. Si trova difficilmente un terapeuta dell’LSD che mette in dubbio l’eccezionali proprietà abreattive dell’LSD. Sarebbe, comunque, una madornale semplificazione accostarsi e comprendere il trattamento con LSD solo come una terapia abreattiva. Ciò fu chiaramente dimostrato in uno studio diretto da Robinson (86). 37 L’opinione corrente è che l’abreazione è una componente importante della psicoterapia con LSD, ma rappresenta solo uno dei molti meccanismi terapeutici che risultano dall’articolata azione di questa sostanza. EFFETTO ATTIVANTE DELL’LSD SU SINTOMI CRONICI E FISSI Questo approccio fu ispirato dalla esperienza clinica, che l’LSD ha un effetto mobilizzante ed intensificante di sintomi psicopatologici manifesti o latenti. Il principio della terapia di attivazione o di “provocazione” con LSD fu teoreticamente sviluppato ed impiegato nella pratica dal ricercatore austriaco Jost (41). Questa concezione fu basata sulle osservazioni cliniche di una interessante relazione tra la natura ed il decorso del processo psicotico e la prognosi della malattia. Era un fatto clinico ben noto che gli episodi di schizofrenia acuta con drammatici, ricchi ed appariscenti sintomi, hanno una favorevole prognosi. Frequentemente si risolvono in una spontanea remissione, e la terapia di queste condizione ottiene spesso successo. Contrariamente, gli stati schizofrenici con un inizio poco appariscente ed insidioso, pochi stagnanti e torpidi sintomi, ed un decorso stazionario hanno le più sfavorevoli prognosi e non rispondono ai trattamenti convenzionali. Dopo aver analizzato un gran numero di evoluzioni di episodi psicotici, Jost giunse alla conclusione che è possibile individuare un certo punto culminante, d’apogeo nel decorso naturale della psicosi oltre il quale la malattia mostra una tendenza verso una spontanea remissione. Nella schizofrenia, questi punti di vertice sono solitamente caratterizzati da esperienze allucinatorie di morte o distruzione, disin- tegrazione del corpo, regressione e trasmutazione. Queste sequenze negative sono quindi seguite da fantasie o esperienze di rinascita. Il raggiungimento di tale culmine nel decorso spontaneo della malattia poteva spiegare, secondo Jost, alcune sconcertanti osservazioni fatte durante la terapia con elettroshock. Dato che l’ECT sembra accelerare lo sviluppo spontaneo della malattia lungo traiettorie 38 intrinseche, costituisce una grande differenza il momento in cui esso è applicato. Se l’elettroshock è applicato prima che la psicosi sia giunta al punto di culminazione, produce drammatiche manifestazioni ed aggrava il quadro clinico. Se è dato dopo che il punto di culminazione è stato raggiunto, ne scaturisce una veloce azione sedativa del paziente ed una remissione dei sintomi. Nel loro approccio pratico, Jost e Vicari (42) intendevano accelerare lo sviluppo spontaneo della malattia ad opera di una combinazione di mezzi chimici ed elettrofisiologici per attivare le autonome forze di guarigione ed i processi interni all’organismo. Somministrarono LSD e quando le condizioni cliniche furono attivate dal suo effetto, applicarono una terapia elettroconvulsiva. Gli autori descrissero il sostanziale accorciamento degli episodi schizofrenici, la riduzione del numero di elettroshock necessari per ottenere un miglioramento clinico, e spesso un profonda remissione. Sandison e Whitelaw (92), due ricercatori britannici e pionieri nella ricerca con LSD, usarono un principio simile nell’applicare una tecnica di trattamento convenzionale in pazienti le cui condizioni cliniche erano attivate dall’LSD. Comunque, invece di utilizzare ECT, sfruttarono l’effetto tranquillizzante della clorpromazina (Torazina). Nel loro lavoro, ai pazienti psicotici di vari gruppi diagnostici, era dato dell’LSD e due ore dopo una iniezione di tranquillizzante. Nonostante i risultati sembrassero incoraggianti, gli autori stessi più tardi abbandonarono l’idea che la somministrazione di cloropromazina (Torazina) svolgesse un ruolo positivo in questa procedura. In generale, l’idea della terapia provocatoria con LSD non trovò una ampia accettazione nella pratica clinica e rimase limitata ai tentativi precedentemente descritti. Comunque, le speculazioni teoriche di Jost contengono diverse idee interessanti che possono dimostrarsi molto feconde se sviluppate in un modo più creativo e dinamico. Il principio di attivare i sintomi fissi attraverso l’LSD, può essere usato nel contesto della psicoterapia intensiva: una singola seduta con LSD può spesso aiutare a superare una stagnazione in un processo psicoterapeutico di lunga durata. In aggiunta, i concetti di Jost riguardo la traiettoria del processo psicotico 39 ed il valore della sua accelerazione, sono in pieno accordo con certi moderni approcci alla schizofrenia discussi negli scritti di R. D. Laing (52), John Perry (80), Julian Silverman, (94, 95), e Maurice Rappaport (84). Ugualmente, le osservazioni riguardanti il concetto di Jost del momento culminante del processo schizofrenico e le esperienze specifiche ad esso associato con il punto di rottura, acquistano un nuovo significato se sono viste nel contesto delle matrici dinamiche dell’inconscio piuttosto che nel modello meccanico di Jost. Discuteremo questo tema in dettaglio in relazione con le matrici perinatali e del significato terapeutico della morte dell’ego e dell’esperienza di rinascita. PSICOTERAPIA COADIUVATA CON LSD Come indicato nel precedente quadro generale della sperimentazione terapeutica con LSD, gli sforzi volti ad utilizzare esclusivamente le proprietà farmacologiche di questa sostanza, fallirono nel raggiungere risultati positivi. La concezione dell’LSD come di un semplice agente chemioterapeutico fu abbandonata da tutti i seri ricercatori. L’uso dell’LSD come sostanza attivante, nel senso di Jost e Vicari, non fece breccia nella pratica clinica, almeno non nella sua originale formulazione meccanica. L’azione abreattiva dell’LSD è tenuta in alta considerazione, ma è normalmente considerata solo uno dei molti esiti nella terapia con LSD. L’effetto-shock dell’LSD non può in sé, essere considerato terapeutico; se non si attua in una situazione appositamente strutturata, può provocare più danni che conseguenze benefiche. L’influenza dell’LSD sulla struttura della personalità nel senso di una conversione è un ben consolidato fatto clinico; comunque, l’occorrenza di questo fenomeno durante una somministrazione non controllata di LSD è rara, imprevedibile ed incostante. Una speciale preparazione, una fiduciosa relazione terapeutica, assistenza psicologica e set e setting appropriati, sono necessari per l’uso terapeutico di questo aspetto dell’effetto dell’LSD. Sembra esserci un generale accordo tra i terapeuti dell’LSD sul 40 fatto che la riuscita terapeutica delle sedute con LSD, dipenda fondamentalmente da fattori di natura non farmacologica (variabili extra-farmacologiche). La sostanza in sé, è considerata un catalizzatore che attiva i processi inconsci in un modo piuttosto atipico. Valutare se la comparsa di materiale inconscio possa essere terapeutica o distruttiva, non è determinato semplicemente dall’azione biochimica e fisiologica dell’LSD. È in funzione di un numero di variabili non dipendenti dalla sostanza, come la struttura della personalità del soggetto, il rapporto che ha con la sua guida, assistente o persone presenti durante la seduta, la natura ed il grado di uno specifico aiuto psicologico, ed il set e setting dell’esperienza psichedelica. Per questa ragione tutti gli approcci che provano ad utilizzare l’LSD semplicemente come un agente chemioterapeutico sono, in linea di massima, condannati al fallimento. Questo non significa che non è possibile beneficiare dell’esperienza con LSD se la sostanza è presa in una situazione non controllata. Comunque, fattori extra- farmacologici hanno un così profondo impatto sulla seduta con LSD e sulla sua riuscita, che non ci si può aspettare un buon esito terapeutico a meno che le variabili extrafarmacologiche non siano sufficientemente comprese e controllate. Così l’uso ottimale dell’LSD per scopi terapeutici dovrebbe sempre includere la sua somministrazione all’interno di un articolato programma terapeutico; questo approccio offre le migliori possibilità terapeutiche. Da questo punto di vista , il potenziale dell’LSD appare unico e straordinario. La capacità dell’LSD di approfondire, intensificare ed accelerare il processo psicoterapeutico è incomparabilmente più grande di qualsiasi altra sostanza utilizzata in psicoterapia, con l’eccezione forse di alcuni altri membri del gruppo psichedelico, come la psilocibina, mescalina, ibogaina, MDA(metilenediossi-anfetamina)o DPT(dipropiltriptamina). Nella letteratura professionale, la combinazione di LSD con varie forme di psicoterapia è stata chiamata in diversi modi: psicolisi (Sandison), terapia psichedelica (Osmond), simbolisi (van Rhijn), hebesynthesis (Abramson), analisi lisergica (Giberti e Gregoretti ), oneiroanalysis (Delay), LSD analisi (Martin e McCririck), terapia transintegrativa (MacLean), trattamento ipnodelico (Levine e Lud41 wig), e psicosintesi (Roquet). I terapeuti che usano LSD, non concordano circa il dosaggio somministrato, circa la frequenza e il numero totale di sedute, l’intensità ed il tipo di lavoro psicoterapeutico, e riguardo certe caratteristiche del set e setting. In vista di tutte queste differenze e variazioni, una qualsiasi discussione esaustiva sulla storia della psicoterapia con LSD dovrebbe includerle, fornendo le diverse descrizioni di tutti i singoli terapeuti e dei gruppi terapeutici. Inoltre, è possibile con un alto grado di semplificazione, distinguere alcune linee di base nell’utilizzo dell’LSD nella psicoterapia. Queste modalità si dividono in due principali categorie, che si distinguono nell’importanza attribuita al ruolo svolto dalla sostanza. La prima categoria include gli approcci nei quali l’enfasi cade sul lavoro psicoterapeutico sistematico; l’LSD è utilizzato per intensificare il processo terapeutico o per superare resistenze, blocchi e periodi di stagnazione. Gli approcci della seconda categoria, sono caratterizzati da una maggiore enfasi sugli aspetti specifici dell’esperienza con la sostanza e la psicoterapia è usata per preparare i soggetti alle sedute con LSD, per dar loro assistenza durante tali esperienze e per aiutarli ad integrarne il materiale emerso. FACILITAZIONE DEL PROCESSO PSICOTERAPEUTICO MEDIANTE LA SOMMINISTRAZIONE DI LSD Durante gli anni della sperimentazione terapeutica, sono stati fatti diversi sistematici tentativi di usare piccole dosi di LSD per intensificare le dinamiche della psicoterapia individuale o di gruppo. In generale, gli svantaggi di questo approccio sembrano superare i potenziali benefici. L’uso di piccoli dosaggi non fa risparmiare molto tempo, dato che non si abbrevia la durata dell’azione della sostanza abbastanza da decrescerne la sua profondità ed intensità. Ugualmente, i rischi implicati nell’uso di piccole dosi in pazienti psichiatrici non sono necessariamente bassi rispetto a quelli legati a sedute ad alto dosaggio. È di grande importanza inserire sedute occasionali con LSD usando dosaggi 42 medi e alti nel corso di psicoterapie sistematiche di lungo periodo nel momento in cui ci sono piccoli progressi terapeutici. Nei successivi paragrafi descriverò brevemente ognuno dei suddetti approcci. USO DI PICCOLE DOSI DI LSD IN PSICOTERAPIA INTENSIVA In questa modalità di trattamento i pazienti che partecipano allo svolgimento sistematico di una psicoterapia di lungo periodo, in tutte le sedute sono sotto l’influenza di piccole dosi di LSD che variano dai 25 ai 50 microgrammi. L’enfasi è chiaramente sulla psicoterapia e l’LSD è utilizzato per intensificare ed approfondire gli usuali processi psicodinamici coinvolti. In queste condizioni, i meccanismi di difesa sono indeboliti, le resistenze psicologiche tendono a diminuire, e l’emergere di ricordi repressi è notevolmente aumentato. L’LSD inoltre intensifica la relazione di transfert in tutti i suoi aspetti e facilita il terapeuta così come il paziente nel comprendere chiaramente la natura del processo coinvolto. Sotto l’influenza della sostanza, i pazienti sono abitualmente più pronti a fronteggiare materiale represso e ad accettare l’esistenza di profonde tendenze istintuali e conflitti dentro di loro. Le sedute con LSD richiedono modificazioni appropriate delle tecniche della psicoterapia dinamica. Il contenuto dell’esperienza emersa sotto effetto di LSD è interpretato ed utilizzato in gran parte nello stesso modo del contenuto manifesto dei sogni nella consueta psicoterapia che non impiega sostanze. Nel passato questo approccio fu il più usato in combinazione con la psicoterapia di orientamento psicoanalitico, sebbene sia teoricamente e praticamente compatibile con molte altre tecniche, come l’analisi Junghiana, la bioenergetica ed altre terapie neo-reichiane e la pratica Gestaltica. USO DI PICCOLE DOSI DI LSD NELLA PSICOTERAPIA DI 43 GRUPPO In questa modalità di trattamento tutti i partecipanti, con l’eccezione delle guide, sono sotto l’influenza di piccole dosi di LSD. L’idea di base è che l’attivazione dei processi dinamici del singolo risulterà più profonda ed efficace in una dinamica di gruppo. I risultati di questo approccio non sono stati molto incoraggianti. Il lavoro coordinato ed integrato di gruppo è normalmente possibile solo con piccoli dosaggi di LSD che non hanno un impatto psicologico particolarmente profondo sui membri del gruppo. Se i dosaggi sono aumentati, la dinamica di gruppo tende a sfaldarsi e diventa progressivamente più difficile spingere il gruppo a compiere un lavoro organizzato e coordinato. Ciascun partecipante sperimenta la seduta nel suo peculiare modo, e la maggior parte di loro ha difficoltà a sacrificare il proprio processo individuale alla richiesta di coesione con il gruppo. Un approccio alternativo alle esperienze psichedeliche di gruppo che potrebbe essere molto proficuo è il suo uso rituale, come è praticato da certi gruppi aborigeni: le cerimonie del Peyote della Chiesa dei Nativi Americani o Indiani Huichol, le cerimonie degli Amahuaca o indiani Jivao nel Sud America, l’ingestione di funghi sacri (Psilocibe Messicana) dei Mazaztechi per la guarigione e scopi sacramentali, o i rituali con l’ibocaina di alcune tribù nel Gabon e parti adiacenti del Congo. Qui l’interazione verbale ed il livello cognitivo sono trascesi e la coesione del gruppo è garantita con mezzi non verbali, come scuotimenti collettivi, suonando percussioni, cantando o danzando. Dopo pochi tentativi iniziali di condurre i tradizionali gruppi di psicoterapia con tutti i componenti sotto l’azione dell’ LSD, questa tecnica fu abbandonata. Comunque esporsi ad un gruppo o avere contatti con pazienti affini durante il periodo finale di una seduta individuale con LSD può rivelarsi una esperienza molto utile e produttiva. L’assistenza di un gruppo organizzato, formato da co-pazienti non sotto l’influenza dell’LSD, può essere particolarmente di aiuto per lavorare su alcuni problemi residui dalla seduta con la sostanza. Un’altra utile tecnica è la combinazione di esperienze individuali di sedute con LSD, con 44 la susseguente analisi e discussione del materiale in sedute di gruppo convenzionali che coinvolgono tutti i soggetti partecipanti al programma con l’LSD. USO OCCASIONALE DELL’LSD IN SEDUTE DI PSICOTERAPIA INTENSIVA Questo approccio include una regolare, sistematica, psicoterapia di lungo periodo, con l’inserimento occasionale di una seduta con LSD. I dosaggi somministrati in questo contesto sono di medio ed alto livello, usualmente compresi tra i 100 ed i 300 microgrammi. L’obiettivo di queste sedute psichedeliche è di superare i punti morti nella psicoterapia, intensificare ed accelerare il processo terapeutico, ridurre le resistenze, ed ottenere nuovo materiale per le successive analisi. Una singola seduta con LSD inserita in un momento critico può contribuire ad una comprensione più approfondita dei sintomi del cliente, delle dinamiche della sua personalità, e della natura dei problemi di transfert. Il confronto con la mente inconscia fa rivivere eventi biografici rimossi, manifesta importante materiale simbolico e produce l’intensificazione della relazione terapeutica: tutto ciò risulta da una singola seduta con LSD, e può costituire un forte incentivo per lo sviluppo della psicoterapia. TECNICHE DI TERAPIA CON LSD Sebbene la psicoterapia sia una componente molto importante degli approcci in questa categoria, principale enfasi è sulla specificità dell’esperienza con la sostanza. Le tecniche psicoterapeutiche coinvolte sono modificate ed adeguate alla natura dello stato sotto LSD per formare una organica ed integra unità con il processo psichedelico. TERAPIA PSICOLITICA CON LSD 45 Il termine psicolitico fu coniato dal ricercatore e pioniere nella terapia con LSD, Ronald A. Sandison. La sua radice, lisi (dal greco lysis = scioglimento) si riferisce al processo di rilascio di tensioni, e di dissolvimento dei conflitti della mente. Non dovrebbe essere confuso con il termine psicoanalitico (analizzare la psiche). Questo metodo di trattamento rappresenta una modificazione della psicoterapia psicoanaliticamente orientata. Prescrive la somministrazione di LSD nell’intervallo di una o due settimane, usualmente in dosaggi che variano dai 75 ai 300 microgrammi. Il numero di sedute con la sostanza varia in base alla natura del problema clinico e dell’obiettivo terapeutico; oscilla tra quindici e cento, la media è stimabile intorno a quaranta. Sebbene ci siano regolari colloqui nell’intervallo tra una seduta e l’altra, c’è una forte enfasi posta sugli eventi accaduti durante le sedute con LSD. Le sedute con LSD hanno luogo in una stanza con luci soffuse, silenziosa ed arredata con gusto così da creare una atmosfera accogliente. Il terapeuta è normalmente presente per diverse ore al momento in cui la seduta culmina, dando aiuto e fornendo interpretazioni specifiche quando necessario. Durante le rimanenti ore i pazienti sono soli, ma possono suonare per chiamare il terapeuta o un infermiere in caso di bisogno. Alcuni programmi con LSD usano uno o più co-pazienti come assistenti per i periodi terminali delle sedute, o permettono al paziente di familiarizzare con lo staff ed altri pazienti. Tutti i fenomeni che si verificano nelle sedute con LSD o in connessione con la terapia con LSD, sono accostati ed interpretati usando i principî base e le tecniche della psicoterapia dinamica. Certe specifiche reazioni all’LSD comunque, richiedono alcune modificazioni delle tecniche usuali. Questo implica una grande attività da parte del terapeuta, conoscenze di assistenza e di cura (per esempio, in caso di vomito, di ipersa- livazione, di ipersecrezione di muco, tosse e minzione), un approccio più diretto, contatto fisico occasionale ed aiuto, coinvolgimento psicodrammatico nell’esperienza del paziente, ed una più alta tolleranza per comportamenti di acting-out. Ciò rende le procedure psicolitiche simili alle tecniche psicoana- li46 tiche modificate per la psicoterapia con pazienti schizofrenici. È necessario abbandonare l’ortodosso contesto analitico dove il paziente si sdraia sul divano e ci si aspetta che condivida le sue libere associazioni mentre il distaccato analista siede nella sua poltrona ed occasionalmente offre le sue interpretazioni. Nella terapia psicolitica, è anche richiesto ai pazienti di stare nella posizione allungata con gli occhi chiusi. Comunque, i soggetti sottoposti all’LSD possono rimanere in alcuni casi in silenzio per lunghi periodi di tempo, o viceversa , urlare e produrre suoni disarticolati; potrebbero tossire e girarsi, sedersi, inginocchiarsi, mettere la loro testa sul grembo di qualcuno, camminare per la stanza o anche rotolarsi sul pavimento. Un maggior coinvolgimento personale ed intimo è necessario, ed il trattamento frequentemente richiede un genuino sostegno umano. Nella terapia psicolitica, i consueti meccanismi terapeutici sono intensificati. È più intenso, complesso e sistematico il rivivere le esperienze dell’infanzia e viene associato con l’abreazione emotiva, con l’integrazione razionale e con notevoli intuizioni 3 . La relazione terapeutica è di solito ugualmente intensificata, e l’analisi dei fenomeni del transfert diventa una parte essenziale del processo del trattamento. Il prezzo che la terapia psicolitica ha dovuto pagare alle sue origini teoretiche psicoanalitiche, è stato una certa confusione circa le dimensioni spirituali e mistiche della terapia con LSD. I terapeuti psicolitici che aderiscono al quadro concettuale freudiano, tendono a scoraggiare i pazienti dall’avventurarsi nei territori delle esperienze trascendentali, e lo fanno interpretando tutto ciò come una fuga dal materiale psicodinamico, e definendo i pazienti come schizofrenici. Altri terapeuti hanno giudicato il quadro di riferimento psicoanalitico come incompleto e si sono aperti ad un modello esteso della mente umana. Il conflitto riguardo l’interpretazione delle esperienze transpersonali nella terapia con LSD e l’atteggiamento nei loro confronti, non è solo una questione di interesse accademico. I maggiori cambiamenti terapeutici possono avvenire in connessione con stati trascendentali, e così la facilitazione o l’ostruzioni di queste esperienze possono avere conseguenze pratiche molto concrete. 47 Tipici rappresentanti dell’approccio psicolitico sono stati Sandison, Spencer e Whitelaw, Buckman, Ling e Blair in Inghilterra; Arendsen-Hein e van Rhijn in Olanda; Johnsen in Norvegia; Hausner, Tauterman, Dytrych e Sobotkiewiczovà in Cecoslovacchia. Questo approccio fu sviluppato in Europa ed è più caratteristico dei terapeuti europei con LSD. Il solo terapeuta che impiega la terapia psicolitica negli Stati Uniti in questo momento è Kenneth Godfrey dell’Ospedale Amministrativo dei Veterani a Topeka, Kansas. Nel passato era praticata da Eisner e Cohen, Chandler e Hartman, Dahlberg ed altri. TERAPIA PSICHEDELICA CON LSD Questo approccio differisce dal precedente per molti aspetti importanti. Fu sviluppato sulla base dei sensazionali miglioramenti clinici e dei profondi cambiamenti di personalità osservati nei soggetti sottoposti ad LSD, le cui sedute ebbero una marcata enfasi religiosa o mistica. Storicamente, è derivato dallo sviluppo di un straordinario programma per il trattamento con LSD di alcolisti, diretto nei primi anni ’50 da Hoffer e Osmond nel Saskatchewan, Canada. Essi furono ispirati dalle presunte similarità tra lo stato sotto LSD ed il delirium tremens, riportate da Ditman e Whittlesey (23) negli Stati Uniti. Hoffer e Osmond associarono questa osservazione con l’esperienza clinica di molti alcolisti cronici che smettevano di bere dopo la disgregante esperienza del delirium tremens. Nel loro programma, inizialmente davano LSD ai pazienti alcolisti con l’intenzione di usare come deterrente al bere, gli orrori di una esperienza di delirium tremens simulata. Paradossalmente, furono le esperienze positive con LSD ad essere collegate con buoni risultati terapeutici. Sulla base di queste inaspettate osservazioni, Hoffer e Osmond, in cooperazione con Hubbard posero le fondamenta della tecnica di trattamento psichedelico. Il principale obiettivo della terapia psichedelica è di creare condizioni ottimali affinché il soggetto sperimenti la morte dell’ego e la susseguente trascendenza nella 48 cosiddetta esperienza psichedelica di picco. È una condizione estatica, caratterizzata dalla perdita dei confini tra il soggetto ed il mondo oggettivo, seguito da sentimenti di unità con le altre persone, la natura, l’intero Universo e Dio4. Nella maggior parte dei casi questa esperienza è priva di contenuto ed è accompagnata dalla visione di un bianco brillante o una luce dorata, dell’arcobaleno o di elaborati disegni che riproducono il piumaggio del pavone. Può, comunque, essere associata con visioni simboliche archetipe di divinità e personaggi divini delle più diverse origini culturali. I soggetti sotto LSD descrivono questa condizione in riferimento al proprio retroterra culturale. Parlano di unità cosmica, unio mystica,mysteriumtremendum,coscienzacosmica,unioneconDio,unione Atman-Brahman, Samadhi, satori, moksha, o dell’armonia delle sfere. Varie modificazioni della terapia psichedelica usano differenti combinazioni di elementi per aumentare la probabilità di esperienze psichedeliche di picco sopravvenienti nelle sedute di LSD. Prima della seduta vera e propria, c’è un periodo di preparazione senza utilizzo di LSD, condotta con il fine di facilitare l’esperienza di picco. Un importante parte della preparazione è l’enfasi esplicita e implicita del terapeuta sulla crescita del potenziale dei pazienti, ed un incoraggiamento a raggiungere le risorse positive delle loro personalità. Diversamente dalla psicoterapia convenzionale, che si spinge in una esplorazione dettagliata della psicopatologia, la terapia psichedelica scoraggia le preoccupazioni del paziente riguardo il fenomeno patologico, sia che si tratti di sintomi clinici sia di schemi di disadattamento inter- personale. In generale, c’è un maggior interesse nel trascendere la psicopatologia rispetto all’interesse ad analizzarla. Occasionalmente, i pazienti ricevono anche avvertimenti diretti ed indicazioni sul modo in cui potrebbero funzionare, agire con maggior efficacia. Questo approccio non è un insieme di casuali suggerimenti riguardo le situazioni della vita; su ciò, i terapeuti psicoanaliticamente orientati mettono in guardia esplicitamente. Non riguarda suggerimenti specifici per risolvere problemi della vita quotidiana, come il matrimonio o il divorzio, relazioni extraconiugali, aborti, avere o non avere un figlio, accettare o rifiutare un lavoro. La consultazione psichedelica 49 opera ad un livello generale di strategia di base dell’esistenza, filosofia di vita e traccia una gerarchia nei valori. Alcuni degli argomenti che potrebbero essere discussi in questo contesto sono, per esempio, il relativo significato del passato, presente e futuro; il buon senso di ottenere soddisfazione dalle cose ordinarie sempre disponibile nella vita; o l’assurdità di ambizioni esagerate e del bisogno di dimostrare sempre a se stessi o a qualcun altro. Dal punto di vista pratico, le indicazioni generali nella consultazione psichedelica, sono basate su l’osservazione dei cambiamenti avvenuti nei soggetti sottoposti con successo alla psicoterapia con LSD. Questo implica un orientamento ed un approccio verso la vita che sembra correlato con l’assenza di sintomi clinici e con un generale senso di benessere, gioia ed accettazione del processo vitale. Sebbene la filosofia psichedelica e le strategie di vita furono sviluppate in modo completamente indipendente dal lavoro di Abraham Maslow (84), alcuni dei principî di questo approccio sono strettamente legati alla sua descrizione di una persona che si autorealizza ed alla sua concezione dei metavalori e delle metamotivazioni. Un altro importante aspetto delle discussioni nel periodo preparatorio è l’esplorazione dell’orientamento filosofico e del credo religioso del soggetto. Questo è particolarmente importante in vista del fatto che le sedute psichedeliche di frequente ruotano intorno alle questioni filosofiche e spirituali. L’ultimo colloquio prima dell’esperienza con la sostanza è solitamente concentrato sulle questioni tecniche legate alla seduta psichedelica. Il terapeuta descrive la natura dell’effetto della sostanza e lo spettro dell’esperienza che potrebbe essere attivato; particolare attenzione è data all’importanza di una totale resa all’effetto della sostanza e all’abbandonarsi all’esperienza. Nella terapia psichedelica vi è una grande enfasi su setting esteticamente ricchi e su un bel ambiente. Le sedute con LSD sono condotte in stanze arredate con gusto, ornate di fiori, quadri, sculture e selezionati oggetti d’arte. Dovunque sia possibile, gli elementi naturali sono enfatizzati. Il luogo per il trattamento dovrebbe idealmente essere vicino al mare, o presso montagne, laghi o aree boscose, dato che l’esposizione dei soggetti sotto 50 LSD alla bellezza naturale durante il periodo terminale delle sedute è una parte importante della procedura psichedelica. Se questo non è possibile, esempi della creatività della natura sono introdotti nella stanza di trattamento: belle piante in vasi e fiori freschi, collezioni di minerali pieni di colore e di forme interessanti, una varietà di conchiglie esotiche e fotografie di scenari attraenti. Frutta fresca e secca, nocciole assortite, verdura cruda ed altri cibi naturali sono articoli caratteristici nell’armamentario dei terapeuti psichedelici, così come spezie fragranti ed incensi; questi offrono l’opportunità di impiegare sia l’olfatto che il gusto nella riscoperta della natura. La musica svolge un ruolo importante in questa modalità di trattamento; uno stereo ad alta fedeltà, un lettore di cassette, molte coppie di cuffie ed una buona collezione di registrazioni e cassette sono l’equipaggiamento standard nelle camere di trattamento psichedelico. La selezione della musica è importante, in relazione alle differenti fasi delle sedute o di specifiche sequenze d’esperienza. I dosaggi usati in questo approccio sono molto alti, variando dai 300 ai 1500 microgrammi di LSD. Al contrario delle sedute in serie come nel trattamento psicolitico, la terapia psichedelica implica solo una seduta ad alto dosaggio o, al massimo, due o tre. Questa procedura è stata definita come una “singola dose soverchiante (single overwhelming dose)”. Durante l’esperienza con la sostanza, i pazienti sono incoraggiati a rimanere nella posizione reclinata, allungata, a tenere la mascherina per gli occhi, e ad ascoltare la musica stereofonica mediante le cuffie per l’intera durata dell’effetto massimo della sostanza. Il contatto verbale è generalmente sconsigliato e le varie forme di comunicazione non verbale sono preferite ogni volta che sembra necessario fornire assistenza. Il contenuto delle sedute psichedeliche di frequente ha una marcata enfasi archetipa e punta verso il simbolismo specifico di alcune culture antiche e pre-industriali. Alcuni terapeuti psichedelici quindi tendono ad includere elementi d’arte Orientale e primitiva nelle decorazione degli interni delle stanze di trattamento. Gli oggetti d’arte usati in questo contesto spaziano dalle sculture, quadri e mandala Indù e Buddhisti, alle ceramiche Pre51 colombiane alle statuette Egizie fino all’arte tribale Africana e agli idoli Polinesiani. Nei casi estremi di questo approccio, alcuni terapeuti accendono un fragrante incenso, usano oggetti rituali di specifiche tradizioni spirituali e leggono passaggi da antichi testi sacri come l’I Ching o il libro Tibetano dei Morti (54). L’uso sistematico di simboli universali è stato anche descritto come parte del setting per le sedute psichedeliche (60). Nell’approccio psichedelico, poca attenzione è prestata alle questioni psicodinamiche a meno che non emergano e non rappresentino un problema nel trattamento. Lo sviluppo dei fenomeni di transfert è in generale esplicitamente o implicitamente scoraggiato; la limitazione del contatto visivo ad opera della mascherina per gran parte della seduta favorisce una considerevole diminuzione dal verificarsi di gravi problemi di questa natura. Il meccanismo terapeutico considerato di fondamentale importanza è l’esperienza psichedelica di picco, che di solito prende la forma di una sequenza di morte-rinascita con conseguenti sensazioni di unità cosmica. Nessuno dei teorici della terapia psichedelica ha ancora formulato una teoria esaustiva del trattamento psichedelico che renda conto di tutti i fenomeni coinvolti e che sia supportata dai dati clinici e di laboratorio. Le spiegazioni esistenti usano la cornice e la terminologia dei sistemi mistici e religiosi o fanno riferimenti generali ai meccanismi della conversione religiosa. Alcuni autori che hanno provato ad offrire interpretazioni fisiochimiche o neurofisiologiche non sono stati in grado di progredire nelle loro speculazioni al di là dei più generali ed astratti concetti. Questi comprendono spiegazioni che suggeriscono che l’LSD facilita il processo di oblio e ricordo mediante l’attivazione di meccanismi di pressione (stress) nell’organismo, o che l’effetto terapeutico dell’LSD è basato sulla stimolazione chimica dei centri del piacere in alcune zone arcaiche del cervello. Questa mancanza di un sistema teoretico esaustivo costituisce un importante differenza tra l’approccio psichedelico e la terapia psicolitica, che si rifà nella teoria e nella pratica ai sistemi di valore delle diverse scuole di psicoterapia dinamica. La terapia psichedelica non è diventata popolare in Europa e 52 con rare eccezioni non è stata accolta dai terapeuti europei. Il suo uso è rimasto in linea di massima limitato al continente Nord americano dove ha avuto origine. I suoi più noti rappresentanti in Canada sono stati Hoffer, Osmond e Hubbard, Smith, Chwelos, Blewett, McLean, e McDonald. Negli Stati Uniti, gli albori della terapia psichedelica furono legati ai nomi di Sherwood, Harman e Stolaroff; Fadiman, Mogar e Ahllen; Leary, Alpert e Metzner; Ditman, Hayman e Whittlesey. Durante gli ultimi quattordici anni, un gruppo di psichiatri e psicologi che lavoravano in Catonsville, Maryland, hanno esplorato in maniera sistematica, il potenziale della terapia psichedelica nel trattamento di vari problemi psichiatrici, nella preparazione dei professionisti della salute mentale, e nell’assistenza ai malati terminali di cancro. Questo programma di ricerca, condotto inizialmente all’Unità di Ricerca dell’Ospedale Statale di Spring Grove e, dal 1969, al Centro di Ricerca Psichiatrica del Maryland in Catonsville, nel Maryland, è diretto da Albert A. Kurland, M.D. I principî di base del tipo di terapia psichedelica impiegati da questo gruppo e l’approccio metodologico alla sua valutazione clinica, furono formulati da Sanford Unger. Altri professionisti che svolsero il ruolo di terapeuti dell’LSD e di ricercatori in questo team furono Cimonetti, Bonny, Leihy, Di Leo, Lobell, McCabe, Pahnke, Richards, Rush, Savage, Schiffman, Soskin, Wolf, Yensen e Grof. In generale, la terapia psichedelica sembra essere più efficace nel trattamento degli alcolisti, delle dipendenze da sostanze narcotiche, dei pazienti depressi e degli individui gravemente malati di cancro. Nei pazienti con psiconevrosi, disturbi psicosomatici e nevrosi del carattere, i cambiamenti terapeutici non possono solitamente essere ottenuti senza un lavoro sistematico dei livelli indagati dalla psicoanalisi. TERAPIA ANACLITICA CON LSD (ANALISI CON LSD) 53 Il termine anaclitico (dal greco anaklinein – appoggiarsi ) si riferisce a bisogni della prima infanzia e tendenze dirette verso un oggetto d’amore pregenitale. Questo metodo fu sviluppato da due psicoanalisti di Londra, Joyce Martin (62) e Pauline McCririck (68). È basato su osservazioni cliniche di profonde regressioni d’età avvenute in sedute con LSD di pazienti psichiatrici. Durante queste sedute molti di essi rivivevano episodi della prima infanzia di frustrazione e di deprivazione emotiva. Questo è tipicamente associato con un tormentato ed ardente desiderio d’amore, di contatto fisico, e di altri bisogni istintuali provati ad un livello molto primitivo. La tecnica della terapia con LSD praticata da Martin e McCririck era basata sulla comprensione psicoanalitica e l’interpretazione di tutte le situazioni ed esperienze che avvenivano durante le sedute con LSD ed in questo senso è molto vicino agli approcci psicolitici. La differenza che distingue questa terapia da qualsiasi altra era la soddisfazione diretta dei bisogni anaclitici dei pazienti. In contrasto con il tradizionale atteggiamento distaccato caratteristico della Psicoanalisi e del trattamento psicolitico, Martin e McCririck assunsero un attivo ruolo materno ed entrarono in uno stretto contatto fisico con i loro pazienti per aiutarli a soddisfare primitivi bisogni infantili riattivati dalla sostanza. Aspetti più superficiali di questo approccio includono tenere il paziente e nutrirlo di latte caldo da una bottiglia, accarezzarlo e rassicurarlo, tenere le loro teste sul grembo, abbracciarli e cullarli. Il punto estremo del coinvolgimento psicodrammatico del terapeuta è la cosiddetta tecnica di fusione, che consiste in un totale contatto fisico con il paziente. Il paziente giace sul divano avvolto in una coperta ed il terapeuta si stende su di esso, in uno stretto abbraccio, solitamente simulando i gentili e confortevoli movimenti di una madre che accarezza il suo bambino. I resoconti soggettivi dei pazienti su questi momenti di “fusione” con il terapeuta sono veramente rimarchevoli. Descrivono autentici sentimenti di unione simbiotica con l’immagine della madre che nutre, sperimentata simultaneamente al livello di “seno buono” e di “grembo buono”. In questo stato, i pazienti possono sentirsi come degli infanti che ricevono amore e nutri54 mento dal seno della madre che li allatta e nello stesso tempo sentirsi totalmente identificati con il feto nel paradisiaco oceano dell’utero. Questo stato può simultaneamente includere dimensioni archetipe ed elementi di rapimento mistico, e le situazioni appena descritte, essere vissute come un contatto con la Grande Madre o con Madre Natura. Non è raro che le forme più profonde di questa esperienza includano i sentimenti di unità con l’intero cosmo e con il principio creativo, o Dio. La tecnica di fusione sembra fornire un importante collegamento tra il livello psicodinamico e biografico dell’esperienza con LSD e gli stati trascendentali di coscienza. I pazienti in terapia anaclitica riferiscono che durante la loro nutrizione con l’immagine della madre, il latte sembrava provenire “direttamente dalla via Lattea”. Nell’immaginario il ripristino della circolazione placentare, il sangue che dà la vita, può essere vissuta come una comunione sacramentale, non solo con l’organismo materiale, ma con la fonte divina. Ripetutamente, le situazioni di “fusione” sono state descritte come il soddisfacimento dei più profondi bisogni della natura umana, e come esperienze estremamente curative. Alcuni pazienti consideravano questa tecnica in grado di offrire la possibilità di un intervento retroattivo nelle loro infanzie deprivate. Quando le situazioni traumatiche originarie erano resuscitate in tutta la loro complessità con l’aiuto della “macchina del tempo psichedelica”, la cura amorevole del terapeuta, poteva riempire il vuoto causato dalla deprivazione e dalla frustrazione. I dosaggi usati in questa tecnica di trattamento variavano tra i 100 e 200 microgrammi di LSD, qualche volta con l’aggiunta di Ritalin nelle ore avanzate della seduta. Martin e McCririck descrissero buoni e relativamente rapidi risultati raggiunti in pazienti con profonde nevrosi o disordini psicotici borderline, che avevano vissuto esperienze di deprivazione emotiva nell’infanzia. Le loro relazioni per congressi scientifici, ed un filmato che documentava la tecnica anaclitica, smossero un grande interesse tra i terapeuti dell’LSD e suscitarono una accanita controversia. Le reazioni dei colleghi a questa modalità di trattamento, spaziavano dall’ammirazione alla totale condanna. Dato che la maggior parte delle critiche era indirizzata alla violazione del tabù psi55 coanalitico riguardo il contatto fisico e le possibili conseguenze dannose della tecnica di fusione per le dinamiche di transfert e controtransfert, è opportuno descrivere le risposte degli autori a questa obiezione. Sia Martin che McCririck concordavano sul fatto che avevano incontrato maggiori difficoltà circa il transfert prima di aver iniziato ad usare la tecnica di fusione. Secondo loro, è la mancanza di soddi- sfacimento nella convenzionale relazione terapeutica che fomenta e perpetua il transfert. Le situazioni traumatiche originarie sono continuamente rivissute nella relazione terapeutica ed il paziente sperimenta ripetizioni di passati e penosi rifiuti. Quando i bisogni anaclitici sono soddisfatti nella condizione di profonda regressione indotta dalla sostanza, i pazienti sono in grado di staccarsi emotivamente dal terapeuta e di ricercare oggetti più appropriati nella loro vita reale. Questa situazione ha un parallelo nell’iniziale storia dello sviluppo dell’individuo. Quei bambini i cui bisogni emotivi furono adeguatamente soddisfatti dai genitori, trovano relativamente facile tagliare il cordone affettivo con la loro famiglia e sviluppare un’esistenza indipendente. Al contrario, coloro che hanno vissuto deprivazione e frustrazione emotiva nell’infanzia, tendono a rimanere intrappolati anche da adulti in modelli di interazione simbiotica, comportamenti distruttivi ed autodistruttivi, problemi durante la vita di dipendenza-indipendenza. In base a Martin e McCririck, il punto critico nella terapia anaclitica è nell’ usare la tecnica di fusione solo durante le fasi di profonda regressione, e mantenere l’esperienza strettamente ad un livello pregenitale. Non dovrebbe essere usata nella fase terminale della seduta quando gli elementi anaclitici potrebbero essere facilmente confusi con comportamenti sessuali di adulti. La tecnica anaclitica non è mai stata veramente accettata; il suo uso sembrò essere strettamente legato alle singolari caratteristiche della personalità dei suoi autori. La maggior parte degli altri terapeuti, in particolar modo uomini, trovarono emotivamente difficile e disagevole entrare nella situazione di fusione con i loro clienti. Tuttavia, l’importanza del contatto fisico nella psicoterapia con LSD è indubitabile e molti terapeuti hanno usato nella pratica diverse forme meno intense di contatto fisico. 56 TERAPIA IPNODELICA Il nome di questa tecnica è un composto derivato dalle parole ipnosi e psichedelico. Essa fu sviluppata da Levine e Ludwig (58) nel tentativo di combinare l’effetto psicofanico dell’LSD, con la suggestione ipnotica. Nel loro approccio la tecnica ipnotica era usata per guidare il soggetto attraverso l’esperienza con LSD e per modulare il contenuto e lo sviluppo della seduta. La relazione tra ipnosi e la reazione all’LSD è molto interessante e merita una breve menzione. Fogel e Hoffer (27) riferirono di essere stati in grado di contrastare gli effetti dell’LSD con la suggestione ipnotica e, viceversa, erano stati in grado in sedute successive, di evocare un tipico fenomeno da LSD in un soggetto che non aveva ingerito LSD in quel giorno. Tart (100) condusse un affascinante esperimento di mutua ipnosi nel quale due persone addestrate nei ruoli di ipnotizzatore e soggetto da ipnotizzare, procedono ad ipnotizzarsi l’uno con l’altro in una transe man mano più profonda. Da un certo punto diventarono insensibili alle suggestioni di Tart, impegnati lungo un complicato viaggio interiore che aveva molte similarità con gli stati psichedelici. Nel trattamento ipnodelico di Levine e Ludwig, il primo colloquio era focalizzato sulla esplorazione dei sintomi clinici del paziente, l’attuale condizione di vita, e la storia passata. Successivamente, il paziente era preparato per diventare un soggetto da ipnotizzare; la fissazione degli occhi era il metodo principale per indurre la transe. Dieci giorni dopo lo psichiatra conduceva una seduta psichedelica usando da 125 a 200 microgrammi di LSD. Durante il periodo di latenza, che normalmente dura dai trenta ai quaranta minuti quando la sostanza è somministrata oralmente, il paziente era sottoposto ad induzione ipnotica così che al momento in cui cominciava a far effetto l’LSD, si trovava in uno stato di transe. Data la similarità di base tra le esperienze con LSD e il fenomeno dell’ipnosi, la transizione dalla transe ipnotica allo stato sotto LSD tende ad essere relativamente indolore. Durante la seduta, gli psichiatri 57 sommavano all’effetto della sostanza il rapporto ipnotico con i pazienti. Li aiutavano a lavorare su diversi aree di problemi, li incoraggiavano a superare resistenze e difese psicologiche, li guidavano verso rilevanti ricordi dell’infanzia, e facilitavano la catarsi e l’abreazione. Verso la fine della seduta, ai pazienti erano date suggestioni postipnotiche per ricordare tutti i dettagli della sessione e continuare a riflettere sui problemi emersi durante la stessa. Una speciale stanza isolata era a loro disposizione per il resto del giorno della seduta. Levine e Ludwig esplorarono l’efficacia della tecnica ipnodelica in soggetti dipendenti da sostanze narcotiche ed alcolisti. In base al loro originale lavoro, la combinazione tra la somministrazione di LSD e l’ipnosi si dimostrò essere più efficace rispetto ad ognuna delle componenti usate separatamente. PSICOTERAPIA COLLETTIVA CON LSD In questa forma di terapia con LSD en masse, i pazienti sperimentavano le loro sedute con LSD, usualmente di medio e alto dosaggio, in compagnia di altri pazienti inseriti nello stesso programma di trattamento psichedelico. La differenza tra questo approccio terapeutico e la psicoterapia di gruppo coadiuvata con LSD, descritta precedentemente, è l’assenza di qualsiasi sforzo di coordinare il lavoro del gruppo durante l’azione della sostanza. La più importante ragione per somministrare la sostanza simultaneamente ad un gran numero di individui è di risparmiare tempo per il team terapeutico. A dispetto del fatto che condividono la stessa stanza, i pazienti sperimentano essenzialmente le loro sedute individualmente con incontri solo occasionali e non strutturati, ed interazioni d natura elementare. Un programma standard di musica stereofonica è normalmente offerto all’intero gruppo, o diversi altri canali alternativi possono essere usufruiti mediante cuffie. Qualche volta la proiezione di diapositive di materiale di rilevanza emotiva o figure esteticamente stimolanti o mandala, puo far parte del programma. Il terapeuta ed i suoi assistenti provvedono alla supervisione del gruppo; l’attenzione 58 individuale è fornita solo se assolutamente necessaria. Il giorno successivo alla seduta con LSD, o anche dopo, le esperienze individuali dei partecipanti sono condivise con gli altri membri del gruppo. Questo approccio ha i suoi vantaggi e svantaggi. La possibilità di trattare un numero di pazienti simultaneamente è un fattore importante dal punto di vista economico, e potrebbe rappresentare in futuro la risposta alla sproporzione tra professionisti delle malattie mentali e pazienti psichiatrici. D’altra parte, la mancanza di assistenza specifica per il singolo potrebbe rendere il suo trattamento meno efficace e non indirizzato a lavorare su alcune aree di problemi personali, particolarmente difficili ed impegnative. C’è inoltre, in una tale situazione collettiva, un problema di contagio psicologico; reazioni di panico, comportamenti aggressivi ed abreazioni rumorose di pazienti possono negativamente influenzare le esperienze degli altri. Se l’approccio di gruppo è articolato con un lavoro individuale quando necessario, allora i pregi possono superare i difetti. Il più noto programma di trattamento di questo tipo era l’approccio multidimensionale alla psicoterapia psichedelica sviluppato da Savador Roquet (87), uno psichiatra messicano e fondatore dell’Associazione Albert Schweitzer a Città del Messico. Sebbene il suo programma terapeutico utilizzasse altre sostanze psichedeliche e di origine vegetale in aggiunta all’LSD, merita una discussione più dettagliata in questo contesto. Roquet unì alla preparazione come psicanalista la conoscenza delle pratiche di guarigione indigene e delle cerimonie dei vari gruppi di Indiani Messicani e creò un nuovo approccio alla terapia con le sostanze psichedeliche che chiamò psicosintesi. Questa non dovrebbe essere confusa con la teoria e la pratica dell’originale sistema psicoterapeutico anch’esso chiamato psicosintesi sviluppato in Italia da Roberto Assagioli. Quest’ultimo approccio è strettamente una procedura senza uso di sostanze, anche se condivide con la terapia psichedelica una forte enfasi transpersonale. Nell’approccio di Roquet, la terapia era condotta con gruppi da dieci fino a ventotto pazienti di diversa età e sesso. I membri di ciascun gruppo erano selezionati per renderli il più possibile eterogenei nell’età, sesso, problemi clinici, sostanza psichedelica 59 somministrata, e periodo di tempo già trascorso nel trattamento. Un importante obiettivo del processo di selezione era di offrire un ampio spettro di figure sulle quali poter proiettare. I membri di un gruppo tanto eterogeneo potevano rappresentare figure d’autorità, immagini materne e paterne, sostituirsi a fratelli e sorelle, o divenire oggetti di interesse sessuale. Seguendo l’esempio dei rituali dei nativi americani, le sedute con la sostanza avevano luogo di notte. Tutti i partecipanti si incontravano in un ampia stanza per una discussione non guidata di gruppo, che durava circa due ore. Questi incontri permettevano ai pazienti di conoscere nuovi membri e discutere delle loro paure, speranze ed aspettative; davano inoltre ai partecipanti un ampia opportunità per i processi di proiezione e di transfert che svolgevano un importante influenza catalizzatrice sulle loro sedute psichedeliche e frequentemente si rivelavano essere utili esperienze di apprendimento. La stanza del trattamento era larga e decorata con quadri e poster dai temi evocativi. Un ampia gamma di sostanze psichedeliche erano somministrate in questi incontri, come LSD, peyote, una varietà dei funghi contenenti psilocibina, semi di morning-glory, Datura ceratocaulum e ketamina. I pazienti trascorrevano gran parte del tempo in posizione distesa su materassi posti lungo i muri, anche se era permesso di muoversi liberamente per la stanza. Due sistemi stereo erano usati e una ampia varietà di musica e suoni era disponibile per agire sulla profondità ed intensità delle reazioni del gruppo. Una parte importante delle sedute psiche- deliche consisteva in un sovraccarico sensoriale mediante diapositive, film, effetti stereo, e flash intermittenti di proiettori colorati. Diversi temi considerati cruciali erano intrecciati nell’altrimenti bizzarra e confusa serie di immagini e suoni; queste includevano nascita, morte, violenza, sessualità, religione ed infanzia. Questa fase di sovraccarico sensoriale delle sedute psichedeliche durava circa sei ore ed era seguita da una fase di riflessione che si protraeva fino all’alba. Dopo questa ultima, i terapeuti e tutti i partecipanti si riposavano per un’ora. La seduta integrativa comprendeva discussioni di gruppo e condivisione delle esperienze. Il principale obiettivo di questa fase 60 era di facilitare l’integrazione del materiale emerso nella seduta psichedelica ed utilizzare le intuizioni per i problemi della vita quotidiana. In base alla natura delle interazioni il processo prendeva dalle quattro alle dodici ore. Il corso della terapia consisteva dalle dieci alle venti sedute psichedeliche, in base alla natura e gravità dei problemi clinici coinvolti. Il gruppo di pazienti era costituito prevalentemente da nevrotici non in ricovero ospedaliero, sebbene Roquet descrivesse anche vari gradi di successo con alcune personalità antisociali e schizofrenici selezionati. LA NECESSITÁ DI UNA TEORIA ESAUSTIVA DELLA TERAPIA CON LSD La sperimentazione con LSD, e la ricerca psichedelica in generale, è stata influenzata negativamente dall’esistenza del mercato nero, da una auto-sperimentazione non controllata, dal sensazionalismo dei giornali e da irrazionali misure legislative. Nonostante il fatto che l’LSD è ormai conosciuto da almeno tre decadi, la letteratura, descrivendo i suoi effetti ed il suo potenziale terapeutico è controversa ed inconcludente. Ulteriori sviluppi in questo campo richiederebbero che gruppi indipendenti di differenti nazioni interagissero e cooperassero nel raccogliere dati sperimentali e nello scambio di informazioni. Tuttavia, il numero di centri che studiano l’LSD è stato ridotto considerevolmente e continua a diminuire. Sebbene le attuali prospettive per l’estensione della ricerca psichedelica siano piuttosto grigie, ci sono indicazioni che l’esplorazione sistematica sarà ripristinata dopo che la generale confusione sarà stata chiarita e razionalmente reintrodotta nello studio dei problemi implicati. Qualsiasi cosa avvenga alla ricerca con l’LSD in futuro, ci sono buone ragioni per analizzare le osservazioni ed i risultati della sperimentazione psichedelica del passato e presentare le più importanti intuizioni e scoperte in una forma semplice. Un tale sforzo sembra giustificato sia che questo studio diventi un epitaffio all’era dell’LSD, sia un manifesto per i futuri ricercatori 61 psichedelici. Se stiamo assistendo al “canto del cigno” della ricerca psichedelica, sarebbe interessante in retrospettiva essere in grado di gettare maggior luce sulle controversie e sulla mancanza di una comprensione teoretica della natura degli effetti dell’LSD. Se la ricerca sull’LSD continuerà nel futuro, la chiarificazione della confusione e del disaccordo attuale si dimostrerà di grande importanza pratica. Addizionali e controllati studi su larga scala sono necessari per valutare l’efficacia dell’LSD come coadiuvo della psicoterapia, sulla base di un soddisfacente livello di accuratezza scientifica. Comunque, a meno che le ragioni critiche delle passate controversie non possano essere chiaramente identificate e prese in considerazione dalla futura ricerca, i nuovi studi probabilmente perpetueranno i vecchi errori e giungeranno agli stessi risultati inconcludenti. Come descritto sopra, singoli autori e gruppi di ricerca utilizzarono l’LSD partendo da premesse molto differenti. Seguivano obiettivi terapeutici, aderivano a sistemi teoretici, impiegavano tecniche di approccio, e somministravano la sostanza nelle più disparate cornici e setting. Penso che la ragione principale delle controversie circa la terapia con LSD, sia una mancata comprensione della natura degli effetti dell’LSD, e l’assenza di una cornice concettuale che avrebbe ricondotto la vasta mole di dati osservati ad alcuni comuni denominatori. Un tale sistema teoretico avrebbe provveduto alla comprensione del contenuto e del corso delle singole sedute così come alle ripetute somministrazioni di LSD in serie terapeutiche. Inoltre sarebbe in grado di spiegare l’importanza primaria di fattori extrafarmacologici – le personalità del soggetto e della guida, la loro relazione mutua, e gli elementi del set e del setting – nel procedere delle sedute con LSD. Altri problemi importanti all’interno di un quadro teoretico esaustivo, sono le occasionali e prolungate reazioni ed anche rotture psicotiche che avvengono dopo il termine delle sedute, o più avanti la ricorrenza di stati come da LSD (flashback). La comprensione di questi fenomeni è al presente molto incompleta ed insoddisfacente, una situazione che ha serie conseguenze pratiche. Un risultato di questa scarsa comprensione è che l’approccio dei professionisti della salute mentale alle complicazioni dell’uso 62 non medico degli psichedelici è generalmente inefficiente e spesso dannosa. Una teoria esaustiva della psicoterapia con LSD sarebbe in grado di colmare la distanza attualmente esistente tra terapia psicolitica e terapia psichedelica, i due più vitali e rilevanti approcci al trattamento con LSD, così come di altre forme di terapia quale la terapia anaclitica e la terapia ipnodelica. Sarebbe possibile trovare denominatori comuni per questi differenti approcci e comprendere le loro indicazioni e controindicazioni, così come i successi ed i fallimenti. Un quadro concettuale che correttamente rifletta i più importanti aspetti dell’effetto dell’LSD, dovrebbe essere in grado di fornire direttive pratiche riguardo le condizioni favorevoli per l’uso di questa sostanza in psicoterapia. Ciò richiederebbe una generale strategia di trattamento, così come precisazioni riguardo i dosaggi, approcci efficaci alle varie situazioni particolari, l’uso di tecniche ausiliarie, e gli elementi specifici del set e del setting. Infine, una teoria fornirebbe ipotesi di lavoro da verificate con l’uso della metodologia scientifica. Alla luce della complessità dei problemi coinvolti, è difficile formulare al presente una cornice concettuale che possa soddisfare tutti i criteri esposti. Per il tempo presente, anche una struttura teoretica sperimentale ed approssimativa, che organizzi i dati più importanti e provveda a delle linee guida per la pratica terapeutica, rappresenterebbe un netto progresso. Penso che un sistema concettuale che possa spiegare almeno le principali osservazioni della terapia con LSD, richieda non solo una nuova comprensione degli effetti dell’LSD, ma un ampliato modello della mente umana e della natura degli esseri umani. Le mie ricerche si basano su una serie di studi clinici, ognuno dei quali rappresentò una eccitante avventura nei nuovi territori della mente non ancora esplorati dalla scienza occidentale. Sarebbe irrealistico considerarle qualcosa di più che prime sommarie mappe per futuri esploratori. Sono consapevole del fatto che, seguendo l’esempio dei vecchi geografi, molte aree della mia cartografia meriterebbero di essere indicate con la famosa iscrizione: Hic sunt leones 5. Il quadro teoretico e pratico proposto dovrebbe essere considerato un tentativo di organizzare e classificare le nuove e sconcertanti osservazioni da diverse migliaia di 63 sedute con LSD e di presentarle in un modo logico ed esaustivo. Anche nella sua presente rozza forma, questo quadro concettuale si è dimostrato utile nella comprensione di eventi nelle sedute psichedeliche che hanno avuto corso in setting clinici, così come stati sperimentati con LSD in speri- mentazioni non-mediche; seguire i suoi principi di base, ha reso possibile condurre la terapia con LSD con il massimo beneficio ed il minimo rischio. Credo che offra importanti linee guida per più efficaci interventi durante una crisi legata all’uso di sostanza psichedelica ed una cura più adatta alle diverse complicazioni in seguito ad un autosperimentazione non controllata. 64 Note 1 Un microgrammo o gama, è un milionesimo di grammo, circa 35 billionesimi di una oncia. 2 Le conversioni sono improvvisi e drammatici cambiamenti della personalità, arrivano inaspettate in soggetti psicologicamente predisposti, in certe specifiche situazioni. La direzione di queste profonde trasformazioni è usualmente contraria alle precedenti credenze del soggetto, reazioni emotive, valori di vita, attitudini e modelli comportamentali. In base all’area che influenzano, possiamo distinguere conversioni religiose, politiche, morali, sessuali ed altre ancora. Le conversioni religiose che trasformano gli atei in veri credenti o addirittura in fanatici religiosi, sono state osservate durante riunioni di sette estatiche e durante i sermoni di famosi e carismatici predicatori, come John Wesley. Maya Deren nel suo Divine Horsemen (22) ci ha fornito una eccezionale descrizione della sua conversione al voodo Haitiano, che avvenne durante il suo studio delle danze aborigene. L’esempio descritto da Victor Hugo nei Miserabili (39) della conversione morale di Jean Valjean trovò la sua collocazione all’interno dei manuali psichiatrici e diede il nome ad uno speciale tipo di esperienza emotiva di correzione. La più spettacolare illustrazione di una conversione politica ed in seguito di una riconversione, fu descritta da Arthur Koestler nel suo Arrow in the Blue (47) ed in The God that failed (46). Esempi biblici di conversione morale e sessuale di natura religiosa sono le storie di Barabba e Maria Maddalena. 3 L’importanza dei ricordi traumatici dell’infanzia per le dinamiche della terapia psicolitica sono state sistematicamente studiate e descritte da Hanscarl Leuner (57). Consulta anche la discussione di esperienze psicodinamiche nel primo volume di questa collana, Stanislav Grof Realms of the Human Unconscious : Observations from LSD research (32). I successivi riferimenti a questo libro verranno indicati con un titolo abbreviato: Realms of Humans Unconscious. 4 Walter Pahnke (76) riepilogò le caratteristiche di base delle esperienze di 65 picco sia spontanee che psichedeliche nelle sue nove categorie. Secondo lui, le caratteristiche essenziali sono: 1) senso di unità, 2) trascendenza del tempo e dello spazio, 3) forte inclinazione positiva, 4) senso di realtà ed oggettività dell’esperienza, 5) sacralità, 6) ineffabilità, 7) paradossalità, 8) transitorietà e 9) successivi cambiamenti positivi negli atteggiamenti e comportamenti. Il Questionario dell’Esperienza Psichedelica (PEQ) sviluppato da Pahnke e Richards rende possibile stimare se una esperienza psichedelica di picco si è verificata durante una seduta con LSD e ne permette una sua quantificazione approssimativa. 5 Hic sunt leones letteralmente significa “Qui ci sono i leoni” ; questa espressione fu usata dai primi geografi nelle antiche carte geografiche per indicare territori poco esplorati, probabilmente pullulanti di selvaggi, animali feroci ed altri pericoli. 66 2 - VARIABILI CRITICHE NELLA TERAPIA CON LSD Effetti farmacologici dell’Lsd Personalità del soggetto Personalità del terapeuta o della guida Set e setting delle sedute Non si possono comprendere le dinamiche della psicoterapia con LSD, se non si ha consapevolezza dei fattori coinvolti nella interazione con l’LSD. I primi modelli adottati per interpretare l’esperienza con l’LSD sono stati riduzionistici: si parlava di “modello schizofrenico” e di “ psicosi tossica”; l’esperienza con l’LSD veniva spiegata come il risultato dell’interferenza della sostanza con i normali processi fisiologici e biochimici nel cervello. Queste spiegazioni vennero abbandonate dai più seri ricercatori. La letteratura sull’LSD abbonda di osservazioni che mettono in rilievo l’importanza dei fattori non dipendenti dalla sostanza ed il ruolo critico che giocano nel processo terapeutico. Per comprendere la natura della reazione dell’LSD in tutta la sua complessità, dobbiamo discutere non solo l’effetto diretto della sostanza, ma anche i fattori extrafarmacologici – il ruolo della personalità del soggetto, la sua condizione emotiva, la condizione di vita, la personalità della guida o del terapeuta, la natura della relazione tra il soggetto e la guida, e l’intero complesso di fattori addizionali usualmente definiti set e setting. EFFETTI FARMACOLOGICI DELL’LSD Dato che la somministrazione dell’LSD è la conditio sine qua non, 67 ovvero la condizione assolutamente necessaria per l’interazione con l’LSD, sembrerebbe ovvio considerare la sostanza di per sé, come il fattore di principale importanza. Una attenta analisi delle osservazioni cliniche dalla Psicoterapia con LSD, tuttavia, mostra che la questione è molto più complicata. I fenomeni che possono accadere nel corso delle sedute con LSD coprono uno spettro molto ampio. Se soggetti diversi prendono lo stesso dosaggio di sostanza sotto condizioni relativamente uguali (standard), ciascuno di loro avrà una esperienza completamente differente. L’estrema variabilità inter-individuale dello stato sotto LSD è complementare all’altrettanto sorprendente variabilità intra-individuale. Se la stessa persona prende LSD ripetutamente, ciascuna seduta è di solito differente dalle altre riguardo il contenuto specifico ed il suo corso. Questa variabilità è una seria obiezione alla concezione che l’interazione dell’LSD sia riconducibile a semplici determinanti biochimiche e fisiologiche. La questione se esistano invarianti, effetti standard e ripetibili dell’LSD, di natura puramente farmacologica, è interessante ed importante sia dal punto di vista teoretico che pratico. Tali effetti dovrebbero essere indipendenti dalla struttura della personalità e dalle condizioni e circostanze esterne; dovrebbero occorrere senza eccezioni in ciascun soggetto che ha preso una sufficiente dose di LSD. Viceversa, le questioni riguardanti l’ampiezza in cui i vari fattori extrafarmacologici intervengono nell’esperienza con LSD, e la natura ed il meccanismo del loro effetto, sono altrettanto interessanti teoricamente così come rilevanti praticamente. La ricerca di tipici e vincolanti effetti farmacologici dell’LSD rappresentò un importante aspetto del mio lavoro analitico dei dati sull’LSD. Il risultato di questa ricerca fu molto sorprendente: dopo aver esaminato quasi cinquemila protocolli di sedute con LSD, non trovai un singolo sintomo che fosse una costante sempre presente in ciascuno di essi e potesse perciò essere realmente considerata un’invariante. Cambiamenti nella percezione visiva sono di solito descritti come manifestazioni tipiche dello stato sotto LSD e divengono così seri candidati per essere considerati invarianti determinate dal farmaco. Sebbene le relazioni su diversi anormali fenomeni visivi 68 fossero frequentemente riportati nelle mie documentazioni, avevo osservato un numero di sedute ad alto dosaggio dove non si erano verificate alterazioni nella percezione ottica. Alcune di queste reazioni all’LSD dove erano assenti cambiamenti visivi prendevano la forma di intense esperienze sessuali; altre erano caratterizzate da una massiccia somatizzazione con sensazioni di malessere generale e malattia fisica, o esperienze di dolore lancinante in varie parti del corpo. Casi particolari di sedute senza cambiamenti nella percezione ottica furono osservati nelle fasi avanzate del trattamento psicolitico ed in alcune sedute psichedeliche. Coinvolgevano sia un brutale e primitivo complesso di esperienze descritto dai soggetti come un rivivere la propria nascita, sia esperienze trascendentali di unità cosmica e di Vuoto sovracosmico che possedeva la paradossale qualità di essere “….. vacuità eppur pienezza…..”, “senza contenuto eppure contenenti la totalità, il tutto ” (contentless yet all-containing). Le manifestazioni fisiche dello stato sotto LSD richiedono una particolare attenzione, dato che nelle prime relazioni furono considerati effetti esclusivamente farmacologici dovuti alla sostanza ed attribuiti direttamente alla stimolazione chimica dei centri vegetativi nel cervello. Osservazioni accurate di moltissime sedute non convalidano questa spiegazione. Le concomitanze fisiche nell’interazione con LSD variano considerevolmente da seduta a seduta. Lo spettro dei cosiddetti “ sintomi vegetativi” è molto esteso e supera quello di qualsiasi altra sostanza conosciuta, con l’eccezione di qualche altro psichedelico. Piuttosto stranamente, questi sintomi includono sia fenomeni riguardanti il simpatico che il parasimpatico. Si verificano con la stessa frequenza ed intensità in sedute a basso ed alto dosaggio e non esiste alcuna relazione dose/effetto dimostrabile. In molte sedute con LSD ad alto dosaggio, le manifestazioni fisiche sono interamente assenti, o avvengono ad intermittenza in stretta connessione con l’emergere di materiale inconscio. Viceversa, alcune sedute a basso dosaggio sono caratterizzate da massicci sintomi vegetativi durante l’intero corso della reazione alla sostanza. Non è raro che dopo la somministrazione di una dose aggiuntiva di LSD un soggetto sofferente di gravi sintomi fisici 69 si abbandoni all’esperienza, lavori sui problemi sottostanti e si liberi della difficoltà somatica. Un altro aspetto di questi sintomi che è di rilievo nella nostra discussione, è la loro insolita sensibilità a diversi fattori psicologici; possono essere modificati o anche essere eliminati grazie a specifiche influenze esterne e interventi psicoterapeutici. I fattori che possono agire sui sintomi “vegetativi” o le manifestazioni fisiche nelle sedute con LSD, vanno dalle interpretazioni, alla presenza di persone specifiche fino all’uso di contatto fisico o di vari esercizi di bioenergetica. Una delle manifestazioni fisiche in reazione all’LSD che richiede una speciale menzione è la dilatazione delle pupille. È così comune che la sua presenza è stata usata da molti sperimentatori e terapeuti come una indicazione affidabile che una persona è ancora sotto l’effetto della sostanza. Per lungo tempo, la mydriasis sembrò essere una seria candidata nelle mie ricerche come manifestazione invariante dell’effetto dell’LSD. Più tardi, fui testimone di molte sedute con LSD, alcune delle quali molto drammatiche, nelle quali le pupille dei soggetti apparivano costrette o nelle quali oscillavano rapidamente da una estrema dilatazione alla contrazione. Una situazione simile si riscontra nell’area delle manifestazioni fisiche più evidenti, come eccitazione o inibizione psicomotoria, tensione muscolare, tremori, spasmi,tic, attività di tipo convulsivo, e diversi movimenti contorti. Nessuno di questi sintomi è standard e prevedibile al punto da essere considerato un effetto farmacologico specifico dell’LSD. Questo non significa che l’LSD non abbia effetti fisiologici specifici; ciò può essere chiaramente dimostrato in esperimenti sugli animali usando dosaggi incomparabilmente più alti. Sembrano riflettere una attivazione chimica delle matrici dinamiche nell’inconscio ed hanno una struttura simile alle conversioni isteriche. Altrettanto imprevedibili sono l’intensità della reazione all’LSD e le risposte individuali allo stesso dosaggio. Il grado di sensibilità o di resistenza all’LSD, sembra dipendere da complicati fattori psicologici più che da variabili di natura costituzionale, biologica o metabolica. I soggetti che nella vita di tutti i giorni manifestano una forte bisogno di mantenere l’auto-controllo, e hanno difficoltà nel rilassarsi e nel lasciarsi 70 andare, possono qualche volta resistere a dosaggi relativamente alti di LSD ( 300-500 microgrammi ) e non mostrare un cambiamento apprezzabile. Occasionalmente, degli individui possono resistere a considerevoli dosi di LSD se si sono prefissi questo risultato come un personale obiettivo. Potrebbero farlo per sconfiggere il terapeuta e competere con lui, per provare o dimostrare la loro “forza” psicologica, per durare di più dei copazienti, per impressionare gli amici, o per molti altri motivi. Comunque, è ovvio che motivi inconsci più profondi dovrebbero essere ricercati dietro queste superficiali razionalizzazioni. Cause addizionali per un alta resistenza agli effetti della sostanza, potrebbero essere una insufficiente preparazione, istruzione e rassicurazione dei soggetti, mancanza del loro pieno accordo e cooperazione, o assenza della fiducia di base nella relazione terapeutica. In questo caso, la reazione all’LSD alcune volte non ha il suo pieno decorso fino a quando i motivi della resistenza non sono analizzati e compresi. Fattori simili sembrano essere responsabili dell’incapacità di molte persone di abbandonarsi all’effetto della sostanza sotto condizioni di auto-sperimentazione non controllata, in presenza di estranei ed in un ambiente non familiare. Tali sedute conducono a risoluzioni ed integrazioni incomplete, dannosi effetti postumi, e più avanti a ricadute (flashback). Improvvisi “rinsavimenti” (instant sobering), che possono verificarsi in qualsiasi momento della seduta e a qualsiasi livello di dosaggio, indicano una mobilitazione delle difese contro l’incombente emersione di spiacevole materiale inconscio. Tra i pazienti psichiatrici, i nevrotici ossessivo-compulsivi sono particolarmente resistenti all’effetto dell’LSD. Rappresentò una osservazione comune nella mia ricerca che tali pazienti possono frequentemente resistere a dosaggi di più di 500 microgrammi di LSD e mostrare solo leggeri segni di stress fisico e psicologico. In casi estremi possono volerci più di una dozzina di sedute ad alto dosaggio di LSD prima che le resistenze psicologiche di questi individui siano ridotte ad un livello in cui comincino ad avere episodi di regressione all’infanzia e diventino consapevoli del materiale inconscio su cui si deve lavorare. Dopo aver osservato diverse situazioni nelle quali anche 71 un drastico incremento del dosaggio – in un caso fino a 1500 microgrammi somministrati intramuscolo – non portò al pieno sviluppo dell’esperienza con LSD, divenne ovvio che un alta resistenza psicologica all’LSD non può essere superata solo con un aumento del dosaggio; deve essere gradualmente ridotta in una successione di sedute. Sembra esserci un punto di saturazione dell’LSD tra i 400 e 500 microgrammi; se i soggetti non rispondono adeguatamente a questo dosaggio, aggiungere altro LSD non cambierà nulla. C’è qualche evidenza, più aneddotica che di natura sperimentale, che sostiene che una risposta più bassa all’LSD possa accadere ad individui spiritualmente molto sviluppati che hanno una ampia esperienza di stati inusuali della mente o vivono in tali stati per la maggior parte del tempo. Il più famoso esempio di ciò è il racconto di Ram Dass, in base al quale il suo guru indiano non rispose in due occasioni a dosaggi estremamente alti di LSD (900 e 1200 microgrammi rispettivamente) (83). Questo indicherebbe la possibilità che una mancanza di reazione alla sostanza possa essere associata paradossalmente a due opposte condizioni, vale a dire una eccessiva rigidità e un forte sistema di difesa psicologica e d’altra parte una estrema apertura e mancanza di barriere dfensive. Avendo revisionato diversi tipi di evidenze che suggeriscono l’assenza di un chiaro, specifico ed invariante effetto farmacologico dell’LSD ai dosaggi comunemente usati nel lavoro sperimentale e clinico con soggetti umani, possiamo provare a delineare quali sono gli effetti dell’LSD veri e propri. In base alla mia esperienza, essi sono molto generici e descrivibili in termini generali. Nella gran parte delle sedute c’è una tendenza generale verso cambiamenti percettivi nelle varie sfere sensoriali. La coscienza è di solito qualita- tivamente modificata ed ha un carattere simile alla condizione di sogno o onirica. L’accesso al materiale inconscio è tipicamente facilitato e le difese psicologiche abbassate. La reattività emotiva è quasi sempre enormemente intensificata ed i fattori affettivi giocano un ruolo importante nel determinare la reazione all’LSD. Un aspetto piuttosto sorprendente dell’effetto dell’LSD è una marcata intensificazione dei processi mentali e neurali in generale; questo implica fenomeni di diversa natura 72 ed origine. Sintomi psicogeni preesistenti o recenti, così come quelli di cui l’individuo aveva sofferto nell’infanzia o in un periodo successivo della vita, possono essere amplificati ed esteriorizzati. Sperimentandoli in una forma estrema, esagerata, l’individuo frequentemente sviluppa intuizioni circa i processi inconsci che sono alla base di essi, scoprendone le specifiche radici psicodinamiche, perinatali e transpersonali. Ricordi traumatici o positivi con forte carica emotiva, sono attivati e rivissuti, ed il contenuto di varie matrici dinamiche dai differenti livelli dell’inconscio individuale e collettivo può emergere alla coscienza ed essere vissuto in un modo complesso. Occasionalmente, fenomeni di natura neurologica possono essere amplificati e manifestarsi nelle sedute; questo è vero per i dolori associati con l’artrite, dislocazione dei dischi vertebrali, processi infiammatori, o cambiamenti post-operatori e post-traumatici. Rivivere sensazioni legate a incidenti passati o ad operazioni è particolarmente comune. La cosa interessante dal punto di vista teoretico è che i soggetti sotto LSD sembrano anche in grado di rivivere dolori ed altre sensazioni legate a passate operazioni condotte sotto una profonda anestesia totale. La propensione dell’LSD e di altri psichedelici ad attivare ed amplificare diversi processi neurologici è così sorprendente che è stata usata da alcuni neurologi cecoslovacchi come strumento diagnostico per rendere manifeste paralisi latenti ed altri sottili danneggiamenti organici del sistema nervoso centrale (24). L’aspetto negativo di questa interessante proprietà dell’LSD è il fatto che può causare attacchi in pazienti che soffrono di epilessia manifesta, o in quelli che hanno una latente disposizione a questa malattia. Una rapida sequenza di attacchi epilettici che potrebbe essere difficile da controllare, il cosiddetto status epilepticus, rappresenta uno dei pochi seri rischi fisici alla terapia con LSD. In linea di massima, non sono stato in grado di scoprire durante la mia analisi dei dati un qualsiasi effetto farmacologico distinto che fosse costante ed invariante e che perciò potesse essere considerato specifico della sostanza. Al momento, considero l’LSD come un potente amplificatore o catalizzatore non specifico dei processi biochimici e neurofisio73 logici del cervello. Sembra creare una situazione di generale ed indifferenziata attivazione, che facilita l’emergere di materiale inconscio da vari livelli della personalità. La ricchezza, nonché la non usuale variabilità inter e intra soggettiva, può essere spiegata dalla presenza ed influenza di fattori extra-farmacologici. Nei successivi paragrafi discuteremo in dettaglio tutte le maggiori variabili non attribuibili alla sostanza, che sembrano avere una influenza decisiva sul processo della psicoterapia con LSD. Ne fanno parte la struttura della personalità e le condizioni concrete di vita del soggetto, la personalità della guida, la natura della loro relazione, ed il set e setting delle sedute. PERSONALITÀ DEL SOGGETTO Quando si discute della personalità del soggetto in relazione all’esperienza con LSD, è necessario distinguere se si usano bassi e medi dosaggi, o si tratti di sedute psichedeliche ad alto dosaggio. Inizialmente ci occuperemo delle variabili più superficiali della personalità e più avanti delle più profonde strutture, che agiscono come determinanti dell’esperienza con LSD. Alcune interessanti variabili della personalità possono già essere osservate nella fase preparatoria del trattamento con LSD, durante il colloquio iniziale e nel periodo preparatorio. Vi è un gruppo molto caratteristico di individui che si avvicina alle sedute con LSD con preoccupazione ed apprensione. Sollevano questioni e dubbi concernenti l’effetto della sostanza ed il valore della procedura terapeutica, basati su storie raccapriccianti che hanno letto sul giornale o sentito alla radio ed in Tv, e mostrano una tendenza a procrastinare e rimandare la seduta. Non è raro che questi soggetti abbiano disturbi del sonno o terribili incubi in vista della concreta prospettiva di prendere la sostanza. Tali persone hanno bisogno di rassicurazioni di natura generale e specifica prima di effettuare una seduta con la sostanza. Sembra esistere una tipica configurazione di conflitti e problemi che molti di questi individui condividono. Nella loro vita quotidiana 74 sono costantemente concentrati nel mantenere un controllo sui loro sentimenti e comportamenti. Sono preoccupati dalla possibilità di una temporanea o permanente liberazione delle energie istintuali, in particolar modo di quelle di natura sessuale ed aggressiva, e di involontari scoppi emotivi. C’è una preoccupazione costante riguardo la perdita del controllo e la paura di vivere imbarazzo sociale o scandalo. La lotta con le forze che minacciano di emergere dall’inconscio può richiedere molto tempo ed energia nella vita di queste persone, ed è spesso associata a sentimenti di inferiorità, senso di colpa, e di auto-rimprovero riguardo le pulsioni istintive. Nei casi estremi, ciò può prendere la forma di paura della follia o della morte. A queste persone non piacciono le situazioni di affaticamento, malattie con febbre, deprivazione del sonno, e della fase ipnagogica che minacciano di ridurre il livello di controllo coscente sugli impulsi inconsci. In alcuni casi la paura della transizione tra la coscienza di veglia ed il sonno è così forte che questi pazienti fanno lunghe, faticose passeggiate prima di andare a letto o si tengono impegnati fino a tarda notte per accorciare la fase ipnagogica ed accelerare il passaggio al sonno. Dato che l’orgasmo sessuale richiede una temporanea sospensione del controllo volontario, tali difficoltà si esprimono nella loro vita sessuale. I problemi in questa area spaziano dall’impotenza, frigidità, agli orgasmi incompleti e superficiali, alla tendenza ad evitare del tutto le situazioni sessuali. Discussioni sulle loro esperienze di relazione erotica possono rivelare una paura di lasciar andare gli impulsi aggressivi su se stessi o sui partners, ed un sentimento di terrore al pensiero che la situazione possa andare “fuori controllo”. Ad un livello più profondo le fantasie associate possono prendere la forma di intense paure inconsce di divorare i partners o di essere divorati da loro. Persone con tali problemi di solito sentono istintivamente o deducono dai racconti d’altre persone, che l’LSD ha un effetto disinibente, e che la sua somministrazione può condurre ad una perdita di controllo ed a un potente afflusso di materiale inconscio. La prospettiva di avere una seduta con LSD va direttamente al cuore delle paure di questi individui. I problemi legati alle relazioni sessuali ed all’orgasmo che sono 75 qui descritti, tradiscono la manifestazione di energie perinatali in queste persone. Spesso la riluttanza ad avere una seduta con la sostanza è associata alla mancanza di fiducia in qualcuno, altre persone, la società umana, ed il mondo in generale. Se questi sentimenti sono all’interno del quadro nevrotico, è necessario impegnare altro tempo con il paziente per sviluppare un sufficiente livello di fiducia prima di somministrare la sostanza. Attitudini apertamente paranoiche sulla procedura, specialmente quando il paziente tende ad includere il terapeuta tra i sospettati persecutori, sarebbero da considerare una controindicazione per la terapia con LSD. Un approccio entusiastico al trattamento con LSD, un interesse per la sostanza, ed un’impazienza ad avere sedute psichedeliche, sono state osservate in un certo tipo di intellettuali che insoddisfatti dalla opacità, torpore e monotonia della loro vita quotidiana, sono alla ricerca di insolite, esotiche e stimolanti esperienze. In questo gruppo, la possibilità di esplorare i recessi nascosti della mente è considerata una eccezionale opportunità di apprendimento, ed aggiunge un particolare fascino all’esperienza. I pazienti con una forte componente positiva nella relazione di transfert, qualche volta vedono la maggiore attrattiva della seduta psichedelica nella prospettiva di avere la completa e assoluta attenzione del terapeuta per l’intero giorno. Alcuni di questi pazienti, inconsciamente o a diversi livelli di consapevolezza, usano la situazione della seduta con la sostanza come una opportunità di sperimentare, esprimere e manifestare tendenze altrimenti inaccettabili. Occasionalmente, si è osservato, in certi pazienti disperati con poche alternative nella vita, una impazienza ed una forte motivazione nell’avere la seduta psichedelica. Essi si trovano nella situazione di conflitto intenso associato a grande angoscia emotiva. Caratteristiche tipiche includono un serio interrogarsi sul significato della vita, scherzare con fantasie suicide ed una mancanza di cura ed un approccio rischioso alle varie situazioni della vita in generale. Incapaci di tollerare l’intensità delle forze psicologiche conflittuali, e stanchi di fare compromessi dolorosi, desiderano ardentemente un termine immediato a 76 questo stato agonizzante. Nelle loro fantasie l’LSD diventa la bacchetta magica che darà sollievo immediato, o attraverso una guarigione miracolosa, o accelerando la loro autodistruzione. Se le sedute psichedeliche con questi individui non sfociano in elementi di morte dell’ego e trascendenza, possono attivare le esistenti tendenze autodistruttive. È importante cogliere tali attitudini in anticipo, analizzare le ragioni sottostanti, e discutere la situazione con il soggetto prima della somministrazione della sostanza. Tutti i fattori sopra discussi sono di primaria importanza prima della prima seduta con LSD. Quando la sostanza è stata ripetutamente somministrata nel contesto di una serie di sedute, la maggior parte dei pazienti comprende le possibilità che l’esperienza psichedelica può offrire in termini di profonda auto-esplorazione, per ritrovare le radici dei sintomi emotivi, e nel risolvere i problemi della vita. Anche quei pazienti che si preoccupavano circa la perdita del controllo, di solito scoprono il suo valore terapeutico. Il loro precedente concetto di controllo è sostituito dall’intuizione che la sospensione delle difese è una esperienza liberatoria. Scoprono un nuovo modo di essere al mondo, nel quale si può esercitare il controllo senza alcuno sforzo perché le forze pressanti che richiedevano una costante attenzione ansiosa sono state sconfitte, eliminate, scaricate. In linea di massima, tutti i pazienti trattati con sedute ripetute di LSD tendono a sviluppare un atteggiamento positivo verso il trattamento. Sebbene dopo sedute particolarmente difficili alcuni possano mostrare paura e riluttanza a continuare, di solito non smarriscono la fiducia nel valore del processo. La principale eccezione a questa regola sono i pazienti con gravi nevrosi ossessivo-compulsive, che possono mantenere un atteggiamento generalmente pessimistico durante tutta la procedura. Il loro pessimismo è di frequente rinforzato e confermato da sedute prive di eventi e da un apparente mancanza di beneficio terapeutico. Una menzione speciale deve essere fatta per quei soggetti dotati di una intelligenza superiore e con forti interessi intellettuali (psicologia, arte, filosofia, religione). Tali soggetti scoprono rapidamente che le sedute con LSD trascendono l’orizzonte della tradizionale analisi psicologica del profondo 77 ed offrono opportunità uniche per una seria ricerca filosofica e spirituale. Come risultato di questa intuizione, intraprendono l’autoesplorazione psichedelica con grande interesse e coinvolgimento emotivo. In questo contesto, le sedute con LSD possono essere viste come una opportunità di confrontarsi con i misteri dell’Universo e con l’enigma dell’esistenza umana. Assumono una funzione comparabile alle pratiche spirituali delle culture antiche ed orientali, o dei riti di passaggio, dei culti misterici, e di varie pratiche esoteriche della tradizione mistica. Abbiamo inoltre osservato interessanti collegamenti tra la diagnosi clinica o la sintomatologia di alcuni pazienti e la natura delle loro sedute con LSD. Queste relazioni sono davvero sorprendenti nel caso di persone sofferenti di gravi nevrosi ossessivo-compulsive. Tali pazienti di solito appartengono al gruppo di coloro che sono spaventati dalla seduta con la sostanza prima di averla sperimentata; tendono a sollevare obiezioni e tipicamente ritardano l’avvio del trattamento. La loro resistenza all’effetto dell’LSD è elevata ed anche le sedute con dosaggi massicci sono frequentemente prive di rilievo. La fenomenologia delle loro sedute con LSD è solitamente limitata ad una lotta contro l’effetto della sostanza e ad uno sforzo estremo teso a mantenere un pieno auto-controllo. Non ci sono praticamente disturbi della percezione ottica e la sola manifestazione dell’effetto dell’LSD sono le somatizzazioni. Se provano qualche sentimento insolito, questi pazienti si lamentano a causa degli spiacevoli sintomi fisici, come mal di testa, debolezza, affaticamento, malessere generale, una tendenza al collasso o allo svenimento, nausea, abbondante sudora- zione, brividi e vampate di calore. Potrebbero spaventarsi a causa della sensazione di perdere il contatto con la realtà, oppure essere turbati dall’intensificazione delle pulsioni sessuali ed aggressive, preoccupati da conflitti riguardanti l’auto-stima e questioni etiche. Le loro sedute sono caratterizzate da intense lotte interiori e sono, di solito, seguite da sensazioni vistose di affaticamento. Per i pazienti con nevrosi ossessivo-compulsiva di forte intensità, potrebbero volerci molte sedute con LSD prima che le loro resistenze siano intaccate e che le sedute inizino ad 78 avere un più concreto contenuto. Negli individui con una struttura della personalità isterica, la natura, il contenuto ed il corso delle sedute con LSD è di solito differente; come dato di fatto, sembrano essere all’estremo opposto rispetto alle nevrosi ossessivo-compulsive. L’eccitazione, ed una forte curiosità riguardo il procedimento, è abbastanza tipico di questi pazienti ed il loro atteggiamento verso l’esperienza è generalmente molto più positivo. Sono sensibili agli effetti dell’LSD e frequentemente manifestano reazioni vistose dopo dosi relativamente piccole. In questo gruppo, i cambiamenti della percezione sono ricchi, con una predominanza degli elementi visivi e di intense sensazioni corporee. In base alle osservazioni della psicoanalisi classica, le percezioni di natura erotica sembrano dominare il vissuto reale di questi pazienti. Le loro immagini tendono ad avere un carattere scenico fluttuante; sono di solito sensazionali, vivide e ricche di colore con la visualizzazione di incantevoli sogni ad occhi aperti ed altri elementi di vita immaginativa pieni di desiderio. Questo fluido sviluppo scenico può essere disturbato quando i pazienti si avvicinano a costellazioni di ricordi traumatici e patogeni. Come chiunque altro, i pazienti isterici non sono immuni dalle esperienze difficili e dolorose nelle sedute psichedeliche. Comunque, sembrano avere una più alta tolleranza alla sofferenza e possono confrontarsi sia con fasi di orrore disumano e torture, così come con episodi di rapimento estatico. Durante la psicoterapia con LSD, come in una terapia tradizionale, questi pazienti possono rappresentare particolari sfide e problemi riguardo il transfert ed il controtransfert. Osservazioni tratte dalla psicoterapia con LSD, confermano le scoperte di Freud riguardo una stretta relazione tra omosessualità e comportamenti paranoici. Fu ripetutamente osservato che i pazienti con seri problemi latenti o manifesti concernenti l’omosessualità avevano una maggior predisposizione verso attacchi di panico, percezioni paranoiche, uso della proiezione circa le loro esperienze con LSD, ed interpretazioni errate della situazione e della seduta in generale. Queste difficoltà di solito si accentuavano quando una preoccupazione sulle loro problematiche omoses79 suali diventava il centro focale della loro esperienza. Non siamo stati in grado di individuare nessuna specifica correlazione tra la depressione e l’esperienza psichedelica. Sebbene l’approfondimento di una depressione pre-esistente ed una intensificazione della ideazione suicida possono essere osservate nelle sedute con LSD, la condizione clinica di persone depresse frequentemente appare piuttosto labile. Nelle depressioni nevrotiche, una labilità affettiva può sfociare in una condizione nella quale il pianto si manifesta simultaneamente con l’euforia e forti risate, o in una rapida successione. Non è raro che un paziente depresso sperimenti gran parte della seduta in un modo euforico o addirittura estatico e che un marcato e qualche volta duraturo miglioramento possa essere notato dopo la seduta. Diverse osservazioni casuali, hanno suggerito che una singola seduta con LSD possa causare una completa remissione di una grave depressione periodica, senza cambiare la struttura di base della personalità o prevenire il ritorno di future depressioni nei consueti periodi di tempo. Osservazioni ripetute in pazienti depressi, suggeriscono che la sostanza possa essere utile nel discernere tra diagnosi di depressioni esogene ed endogene. Pazienti la cui depressione è di origine esogena solitamente si scontrano, nelle loro sedute, con ricco materiale biografico che è tematicamente e dinamicamente legato alla loro malattia. In pazienti con depressioni endogene, il contenuto delle sedute è di solito molto più ristretto e consiste in generale nella accentuazione delle profonde e primordiali sensazioni che danno vita alla depressione. In questi pazienti si corre un preciso rischio, che i loro sintomi clinici possano essere temporaneamente intensificati dopo alcune sedute con LSD. Questa osservazione è in accordo con le esperienze di Arendsen-Hein (5), uno psichiatra olandese e pioniere nella psicoterapia con LSD. In generale, si può concludere che la relazione tra gruppi diagnostici e la natura dell’esperienza con LSD, non è sufficientemente distinta e costante per essere di grande importanza clinica, tranne che in alcuni casi estremi sopra menzionati. In questo senso, l’LSD sicuramente non può contribuire più di tanto alle diagnosi cliniche redatte mediante i colloqui psichiatrici e con le tecniche 80 diagnostiche convenzionali. La relazione tra la categoria diagnostica originaria del paziente e le sue esperienze psichedeliche diventa anche più vaga e meno prevedibile nelle sedute con LSD. Come discuteremo più avanti, ripetute somministrazioni della sostanza sono associate con maggiori cambiamenti nella struttura della personalità e frequenti remissioni dei sintomi. Il valore limitato dell’LSD come strumento ausiliario alla convenzionale diagnosi clinica, contrasta nettamente con il suo potenziale per la diagnosi dinamica. È uno strumento impareggiabile per l’esplorazione delle forze che formano la personalità di base, e per lo studio delle strutture dinamiche profonde alla radice dei sintomi clinici. Nelle sedute con bassi e medi dosaggi di LSD, e nel periodo finale delle sedute ad alto dosaggio, si può spesso osservare una marcata intensificazione delle pre-esistenti caratteristiche della personalità e degli schemi di comportamento. Questo è tipicamente accompagnato dall’accentuazione dei sintomi clinici o dal ricorrere di effetti emotivi e psicosomatici di cui il paziente soffriva in passato. Qualche volta questo riattivamento include una storia relativamente recente, e qualche volta periodi della primissima fanciullezza o addirittura dell’infanzia. Occasionalmente, sintomi completamente nuovi possono emergere durante la sedute, dei quali il paziente non ricorda di aver avuto mai prima esperienza. Questo offre una irripetibile opportunità per il ricercatore di studiare la psicogenesi e fisiogenesi dei sintomi clinici nel processo della loro generazione, in statu nascendi. La struttura dinamica generale di questi nuovi sintomi, sembra essere identica con quella delle usuali manifestazioni nevrotiche; rappresenta una formazione di compromesso tra le potenti pulsioni inconsce e le tendenze ed i meccanismi di difesa. I fenomeni di questo tipo sembrano essere riflessi nella attivazione ed esteriorizzazione, manifestazione di matrici latenti dell’inconscio che esistono nella struttura dinamica della personalità. La ragione per cui non si sono manifestate prima nel corso della vita è che non sono state attivate da forze biochimiche o psicologiche ad un livello tale per influenzare l’ego del paziente. I cosiddetti sintomi “vegetativi” di frequente sembrano appartenere a questa categoria. Le caratteristiche individuali 81 che sono amplificate nei dosaggi di basso livello rappresentano aspetti più superficiale ma di importanza pratica. Nella vita quotidiana alcuni di questi elementi sono così nascosti che non vengono identificati, o i soggetti usano vari stratagemmi per contrastarli e nasconderli. L’LSD può intensificare tali sottili caratteristiche ad un grado tale da raggiungere un livello caricaturale. Sotto l’effetto della sostanza diventano così espliciti che non possono sfuggire all’attenzione né del terapeuta né del soggetto. L’ampio spettro dei fenomeni appartenenti a questo gruppo può essere diviso in diverse categorie. La prima categoria include manifestazioni riflettenti reattività emotiva ed un generale tono, timbro di sensazione. I soggetti possono entrare in profondo contatto con la loro presente condizione emotiva ed esplorare le dimensione vissute e le caratteristiche dei vari stati affettivi che comporta. Probabilmente le intuizioni di maggior valore raggiungibili in questo contesto sono sui sentimenti positivi e negativi verso alcune persone e situazioni, specialmente nella forma di atteggiamenti ambivalenti e conflittuali. Parimenti, molti pazienti potrebbero sperimentare pienamente ed esprimere le loro ansietà e varie paure specifiche, depressione e disperazione, stati di tensione aggressiva, irritabilità ed impulsività, o labilità emotiva con alternanza di stati d’animo depressi ed euforici. Un’esperienza che si verifica nei pazienti nevrotici è una sensazione angosciante di solitudine ed isolamento unito ad un senso di inutilità. La sensazione di essere di troppo, superflui nel mondo e l’incapacità di vedere, cogliere il senso dell’esistenza, sono frequentemente associate con un bisogno di essere necessari e desiderati. Individui che hanno vissuto una marcata deprivazione emotiva ed emarginazione nell’infanzia frequentemente mostrano un intenso bisogno di amore. Tale desiderio ardente usualmente ha forti connotazioni infantili ed include elementi anaclitici. Occasionalmente, esperienze di questo tipo possono sfociare in intuizioni sulla natura infantile di diversi bisogni che danno dipendenza, e guidano alla comprensione di come questa confusione generi conflitti nella vita quotidiana. La seconda categoria include problemi legati all’immagine di sé ed alla stima personale. I fenomeni più frequenti in questa area 82 sono sentimenti angoscianti di inferiorità. Così i pazienti spesso esprimono insoddisfazione, infelicità, o anche si disperano del loro aspetto fisico. Si lamentano di essere brutti, deformi o repellenti, accusando difetti fisici immaginari o insignificanti, ed esagerando enormemente la rilevanza di menomazioni reali. Questa preoccupazione riguardo l’auto-stima è spesso messa in relazione con le capacità intellettuali. I soggetti si descrivono come stupidi, lenti di intelligenza, privi di immaginazione, incapaci, rozzi ed ignoranti, spesso in contraddizione con le loro reali qualità e successi sociali. È tipico del gruppo nevrotico comparare le loro abilità in modo sfavorevole con quelle di altre persone importanti, come parenti, fratelli e sorelle, colleghi, ed altri pazienti. Ciò è di solito proiettato sul terapeuta, che è altamente idealizzato e considerato di gran lunga superiore sotto ogni aspetto. Come risultato, i pazienti possono impegnare molto tempo ed energia emotiva nel rimugginare ossessivamente sul fatto di non meritare l’attenzione che è loro offerta, e che altri pazienti farebbero un miglior uso del tempo del terapeuta. Una manifestazione di ciò è la scarsa stima morale di se stessi ed i conflitti tra le pulsioni istintuali ed i principî etici ed estetici. Si sentono esseri umani cattivi, malvagi, disgustosi e senza valore e vedono le loro vite completamente immorali e peccaminose. Si percepiscono nel ruolo di chi sfrutta, tradisce, offende le altre persone. Ciò può raggiungere tali proporzioni che alcuni soggetti parlano di sentirsi sporchi, pervertiti, bestiali o che addirittura elementi criminali siano presenti nella loro personalità. In molti casi queste ripugnanti caratteristiche coinvolgono tendenze ed attività che sono piuttosto triviali. Un’altra variazione di bassa auto-stima è il sentimento di inferiorità emotiva. Alcuni soggetti si lamentano che mentre gli altri li trattano con amore e premura, loro sono incapaci di ricambiare queste emozioni. Si sentono incapaci di provare affetto genuino ed attenzione umana verso i loro figli, mariti, amanti, genitori o fratelli e sorelle. Altre comuni manifestazioni in questa area sono un angosciante senso di colpa, rimorsi di coscienza, ed auto-accusa. Meno frequentemente, si può osservare un’attivazione delle tendenze di megalomania, come un innaturale vantarsi e va83 nagloriarsi, atteggiamenti condiscendenti e pseudoautoritari, esagerate dimostrazioni di forza, indulgere in attacchi caustici e commenti ipercritici o la tendenza al cinismo ed a ridicolizzare, schernire. L’amplificata qualità caricaturale di queste manifestazione rende facile riconoscerle come stratagemmi compensatori che nascondono sottostanti sentimenti di inferiorità e inadeguatezza di fondo. Queste dinamiche piuttosto regolarmente riflettono importanti problemi pre-esistenti nel soggetto. La terza categoria di fenomeni, include l’accentuazione di schemi tipici nella reattività sociale del soggetto. Alcuni individui mostrano un marcato miglioramento della socialità, con un incessante ricerca del contatto umano, parlano senza mai fermarsi, ed una inclinazione a fare i pagliacci, scherzare ed intrattenere gli altri. Qualche volta vi è un enorme bisogno di attenzione e la sua mancanza, immaginata o reale, è vissuta come molto dolorosa. Questo potrebbe essere legato a diverse manovre per ottenere l’attenzione, tipicamente quelle usate in qualche modo nella vita quotidiana. Possono variare da rumorose e teatrali esibizioni a comportamenti affettuosi ed alla ricerca di un contatto fisico. Alcune volte la componente erotica può balzare in primo piano; questa prende la forma di civetteria, seduzione, aggressione sessuale di livello minore, o verbalizzazione piena di allusione sessuali o di manifeste oscenità. Viceversa, si può osservare una marcata accentuazione dei meccanismi di desistenza, rinuncia che il soggetto usa abitualmente nella vita quotidiana. La rinuncia psicologia e la riluttanza ad interagire con le persone in una seduta con LSD può essere espressione di una mancanza di interesse nella socializzazione ed una preferenza per una introspezione esteticamente ed intellettualmente più attraente. Comunque, in alcuni casi può essere la manifestazione di complicati problemi interpersonali e conflitti interni. Il rifiuto del contatto umano può riflettere la paura che il paziente ha delle persone e la sua scarsa stima personale. Qualche volta questo deriva da un sentimento sottostante di essere insignificante, poco interessante, sgradevole, o disgustoso; in altri può essere legato ad una forte paura di essere rifiutati. L’inclinazione a chiudersi può anche riflettere conflitti 84 e problemi legati all’aggressività: la presenza di altre persone, le loro espressioni e comportamenti, sono vissuti come irritanti ed innescano impulsi ostili che sono inaccettabili e spaventosi. In questo caso, la rinuncia è messa al servizio dell’autocontrollo. Un problema tipico che una seduta con LSD può amplificare è il conflitto tra il bisogno di compagnia e l’inclinazione a rimanere soli. Il paziente ha paura di rimanere solo ma allo stesso tempo non può sopportare la compagnia degli altri; ha un desiderio intenso di contatto umano ma è allo stesso tempo spaventato da esso. Un’altra frequente occorrenza è l’intensificazione degli schemi di comando e di sottomissione. Questo può riflettersi in marcate tendenze a manipolare, controllare, criticare, o fare da mentore agli altri. Il soggetto può creare situazioni di competizione o di prove di forza, o di discredito, umiliazione e derisione degli altri. Allo stesso modo, manifestazioni di sottomissione possono essere accentuate fino ad un estremo caricaturale. Alcuni soggetti cominciamo a scusarsi per i più inverosimili motivi e richiedono rassicurazioni sul fatto che non stanno invadendo. Altri prendono a domandare se stanno offendendo o ferendo qualcuno, o vogliono essere rassicurati che nessuno sia arrabbiato con loro. Irresolutezza, un ansia appiccicosa e comportamenti di dipendenza passiva, possono raggiungere livelli estremi e sfiorare comportamenti anaclitici. È frequentemente osservata la disperata lotta per mantenere il pieno controllo di sé. Come già descritto precedentemente, questa si verifica in soggetti che hanno vari problemi con l’autocontrollo anche nella vita di tutti i giorni. Viceversa, individui con una ricca vita interiore alla quale possono rivolgersi come scudo protettivo contro la traumatizzante realtà, spesso si lamentano nella seduta con LSD della loro incapacità a collegarsi pienamente sia al mondo esterno che alla loro esperienza interiore. Mentre bassissimi dosaggi di LSD attivano ed accentuano strati superficiali della struttura della personalità che svolgono un ruolo importante nella interazione di tutti i giorni, più alti dosaggi portano alla luce forze e tendenze dinamiche del profondo. Dopo che la dose di LSD ha raggiunto una certa soglia critica, che varia considerevolmente da persona a persona, una sor85 prendente inversione psicologica può essere spesso osservata. A questo punto, diverse potenti tendenze che sono contrarie ai suddetti elementi superficiali tendono ad emergere e a dominare il campo d’esperienza ed il comportamento del soggetto. Queste rappresentano importanti tendenze dinamiche nascoste che sono ostacolate e controllate nelle condizioni normali da vari meccanismi di difesa. Mentre i fenomeni precedentemente discussi conducono ad una migliore conoscenza degli aspetti manifesti della personalità, l’emergenza delle tendenze profonde può contribuire significativamente alla comprensione delle dinamiche della struttura della personalità. Questa inversione è osservata nelle persone estremamente remissive ed ansiose che nella loro esistenza quotidiana sono timide, timorose ed eccessivamente educate, e che evitano meticolosamente qualsiasi conflitto interpersonale. Dopo aver perso la lotta per l’auto-controllo, questi individui mostrano una marcata aggressività con tendenze ostili e distruttive. Una temporanea conversione di natura analoga, è piuttosto comune in soggetti che normalmente vivono forti inibizioni sessuali, pregiudizi vittoriani, un’eccessiva propensione ad imbarazzarsi, ed inclinazioni verso l’ascetismo, il puritanesimo, severità di costumi. Nelle sedute con LSD di tali persone, le manifestazioni sessuali di frequente dominano l’esperienza. Questi soggetti tendono verso la civetteria, verso un comportamento frivolo o di seduzione, ed un esibizionismo con un sottotono sessuale. Possono abbandonarsi ad oscenità, mostrare segni di aggressività sessuale, o tentare di masturbarsi in presenza dei terapeuti. Cambiamenti improvvisi e sensazionali possono verificarsi nelle persone che normalmente soffrono di intensi sentimenti di inadeguatezza ed inferiorità. Tendono a diventare pomposi ed eccessivamente sicuri di sé, a manifestare tendenze dittatoriali e di dominio, ed a esprimere idee e fantasie megalomani. Viceversa, nelle persone marcatamente autoritarie che sono eccessivamente autocratiche nella loro vita normale e che ostentano la forza, di frequente si manifesta il carattere compensatorio e difensivo dei loro atteggiamenti. Sotto l’influenza dell’LSD, i sentimenti sottostanti di insicurezza, scarsa stima di sé, di im86 potenza, emergono e dominano il campo d’esperienza. Molti pazienti maschi che nella vita manifestano orgoglio maschile e comportamenti da macho con un enfasi sulla cultura fisica, che accentuano la superiorità e supremazia del maschio, e trattano le donne con ironia e disprezzo, scoprono in queste sedute di avere seri dubbi sulla loro mascolinità e coltivano intense paure omosessuali. Ugualmente, l’ipersensibilità, la fragilità emotiva ed una eccessiva vulnerabilità, appaiono nelle sedute di persone con atteggiamenti cinici verso il mondo, che deridono i sentimenti umani ed i valori positivi della vita. È anche piuttosto comune che persone di orientamento religioso, che sono state allevate in famiglie dominate dal fanatismo religioso e dal bigottismo, spesso manifestano forti tendenze antireligiose e fanno commenti blasfemi ed eretici. Viceversa, persone estremamente razionali e logiche, la cui aderenza ai valori pragmatici della ragione ha un carattere difensivo, spesso mostrano ad un livello più profondo, intense tendenze verso paure metafisiche, ideazione irrazionale, superstizione, e pensiero magico. Diversi aspetti della struttura della personalità sopra discussi – la facciata superficiale, le profonde forze dinamiche alla radice, e l’interazione tra le due – possono manifestarsi nelle sedute con LSD in molti differenti modi. Questi elementi possono essere sperimentati nella forma di emozioni, sensazioni fisiche, specifici processi di pensiero e schemi di comportamento. Comunque, sono più tipicamente associati con una varietà di cambiamenti percettivi in tutte le sfere sensoriali. Questo può risultare in una sistematica distorsione dell’immagine del corpo, intricate trasformazioni autosimboliche, ed esperienze di complesse scene simboliche, nelle quali non solo l’autopercezione ma la percezione delle persone ed anche dell’ambiente fisico è drasticamente cambiata. Invece di tentare di descrivere l’intero spettro di fenomeni che possono occorrere in questo contesto, riepilogheremo brevemente il simbolismo animale che è particolarmente ricorrente. Molti soggetti si identificano con animali che tradizionalmente rappresentano certe inclinazioni o comportamenti. Così l’immedesimazione in uno stile di vita da 87 predatore come una tigre, un leone, un giaguaro, una pantera nera può divenire veicolo della manifestazione degli intensi sentimenti aggressivi del soggetto. L’identificazione con una scimmia può riflettere tendenze perverse polimorfe e l’abbandonarsi ai piaceri genitali e pre-genitali. Una forte pulsione sessuale può essere rappresentata dalla trasformazione in uno stallone o in un toro. Una forte componente di lussuria e di promiscuità indiscriminata, potrebbe essere simbolizzata da un cinghiale. La vanità mascolina e di esibizionismo sessuale possono essere messi in ridicolo da una rappresentazione autosimbolica nelle vesti di un rumoroso uccello su una montagna di sterco. Una scimmia o un bue possono simbolizzare la stupidità, un mulo può indicare testardaggine, mentre un maiale solitamente rappresenta trascuratezza, sciatteria e vizi. In sedute nelle quali il soggetto rimane ad occhi aperti, gli eventi intrapsichici possono proiettarsi sulle altre persone o anche sull’ambiente fisico. I terapeuti, infermieri, altri pazienti , amici e parenti possono essere illusoriamente trasformati in rappresentanti delle tendenze istintuali del soggetto. Possono essere percepiti come sadici, libertini, pervertiti, criminali, assassini, o personaggi demonici. Viceversa, possono personificare inclinazioni critiche del Superego ed essere visti come figure di genitori, giudici, poliziotti, carcerieri, o come carnefici, boia. All’estremo, l’intera situazione umana ed ambientale può essere totalmente trasformata in una scena di un bordello, harem, orgia sessuale, di un sotterraneo medievale, di un campo di concentramento, un aula giudiziaria o nel braccio della morte. Analisi dettagliate della forma e del contenuto di questi fenomeni, usando il metodo della libera associazione, possono diventare una fonte di informazioni addizionali, specifiche ed importanti sulla personalità del soggetto. Ciascuna di queste immagini può più tardi essere usata per un ulteriore lavoro terapeutico; per esempio, le scene complesse sopra menzionate sono particolarmente adatte alle tecniche gestaltiche sviluppate da Fritz Perls per l’analisi dei sogni (79). Così le esperienze con LSD rappresentano in una forma condensata e simbolica i principali problemi emotivi del paziente che sono strettamente legati alle diverse situazioni della 88 sua storia passata e della sua presente situazione di vita. Uno studio degli elementi dell’esperienza con LSD, usando la tecnica di Freud o i nuovi approcci esperienziali, rivela similitudini tra la loro struttura dinamica e la struttura dei sogni. Freud chiamò i sogni la “via regia” all’inconscio, e questo è ancora più vero per le esperienze con LSD. un paziente esprime il modo in cui, durante una sessione psichedelica, vede la situazione nel suo matrimonio. Sua moglie gli appare come un mostruoso predatore; lui è un indifeso topolino appeso alla sua bocca. Questa esperienza fu fortemente contraddistinta da sottostanti elementi perinatali Le associazioni sui contenuti sperimentati durante una seduta con LSD, conducono direttamente ad importanti problemi emotivi dei soggetti. La capacità dell’LSD ad attivare selet- tivamente il materiale inconscio con maggiore carica emotiva, rende questa sostanza uno strumento eccezionale per le diagnosi psicodinamiche. Anche una sola somministrazione di LSD può essere sufficiente per identificare le aree dei più significativi conflitti, ed aiutare a discriminare tra i problemi rilevanti e quelli irrilevanti. Tutte le esperienze con LSD sono sovradeter- minate, ed esprimono nella criptica stenografia del loro linguaggio simbolico i problemi chiave della personalità 1. Il significato dei fattori della personalità, diventa più evidente 89 quando la sostanza è somministrata ripetutamente nella cornice di una intera serie terapeutica. In queste condizioni il soggetto è solitamente in grado di seguire le tracce di diversi sintomi emotivi e psicosomatici, atteggiamenti interpersonali e schemi di comportamento, fino alle loro fonti profonde nell’inconscio. Questo accade piuttosto spontaneamente in alcuni casi, senza l’uso di libere associazioni o dell’aiuto interpretativo da parte del terapeuta. Più sedute con LSD possono essere comprese come un processo di progressiva attivazione e rivelazione, manifestazione del contenuto delle matrici dinamiche nell’inconscio. La natura dell’esperienza con LSD dipende dal livello a cui viene attivato l’inconscio e diventa il centro della consapevolezza conscia. Sebbene la natura dell’inconscio sia olografica, multi- livello e multidimensionale, è utile per scopi teoretici e pratici distinguere certe principali sfere d’esperienza. Ciascuna di esse ha un contenuto distinto, è governata da specifici sistemi dinamici, e ha un significato caratteristico per il funzionamento mentale. Si possono evidenziare le seguenti tre categorie di fenomeni indotti con l’LSD : a.Esperienze psicodinamiche b.Esperienze perinatali c.Esperienze transpersonali Ometteremo in questo contesto il livello astratto o estetico dell’esperienza con LSD che sembra riflettere la stimolazione chimica degli organi di senso e non è rilevante dal punto di vista di una più profonda comprensione della struttura della personalità 2. ESPERIENZE PSICODINAMICHE Le esperienze che appartengono a questa categoria derivano dal materiale biografico del soggetto, particolarmente da eventi di marcato rilievo emotivo. Sono legati ad importanti ricordi, problemi e conflitti irrisolti dei vari periodi della vita dell’individuo fino alla prima infanzia. Le esperienze psicodinamiche si originano in aree della personalità umana che sono generalmen90 te accessibili negli stati normali di coscienza, o nell’inconscio individuale che contiene materiale biografico represso. I più semplici fenomeni psicodinamici si presentano come eventi del passato che riviviamo. Le esperienze più complicate includono combinazioni di vari elementi della memoria, pittoresche concretizzazioni delle fantasie, drammatizzazioni di mirabolanti sogni ad occhi aperti, visualizzazione di ricordi, ed altri complessi intrecci di fantasia e realtà. Inoltre, il livello psicodinamico abbraccia una varietà di esperienze che contengono importante materiale inconscio nella forma di maschere simboliche, criptiche distorsione difensive, ed allusioni metaforiche. Le esperienze a livello psicodinamico nelle sedute con LSD possono essere comprese a grandi linee nei termini dei concetti base della psicoanalisi. Se gli episodi psicodinamici fossero l’unico tipo dell’esperienza con LSD, le osservazioni dalla psicoterapia con LSD potrebbero essere considerate una prova di laboratorio della cornice concettuale freudiana. Le dinamiche psicosessuali e i conflitti di base descritti da Freud si rendono manifesti con insolita chiarezza e vivacità, specialmente in soggetti ingenui. Sotto l’influenza dell’LSD, queste persone sperimentano una regressione alla fanciullezza ed alla prima infanzia, rivivono vari traumi psicosessuali e si trovano di fronte a conflitti legati alle attività nelle differenti zone libidiche. Devono fronteggiare alcuni dei problemi psicologici di base descritti dalla psicoanalisi, come il complesso di Edipo e di Elettra, le inclinazioni al cannibalismo, conflitti riguardo l’uso del vasetto, l’angoscia da castrazione e l’invidia del pene. Comunque, per una più completa comprensione di queste sedute e delle conseguenze che hanno per le condizioni cliniche di pazienti psichiatrici e per la loro struttura della personalità, un nuovo principio deve essere introdotto nel pensiero psicoanalitico. Molti fenomeni indotti dall’LSD a questo livello possono essere compresi ed alcuni di essi anche previsti, se si pensa in termini di specifiche costellazioni di ricordi, per indicare le quali, uso il nome di sistemi COEX ( sistemi di esperienza condensata ) 3. Questa concezione scaturì dalla mia analisi della fenomenologia delle sedute terapeutiche con LSD condotte nella prima fase 91 della mia ricerca psichedelica a Praga. Si dimostrò di grande aiuto per la comprensione delle dinamiche della fase iniziale della terapia psicolitica con pazienti psichiatrici. Un sistema COEX può essere definito come una specifica costellazione di ricordi, memorie (e fantasie associate) di diversi periodi della vita dell’individuo. I ricordi appartenenti ad un particolare sistema COEX hanno un tema di base affine o contengono elementi simili e sono accompagnati da una forte carica emotiva della stessa qualità. Gli strati più profondi di questo sistema sono rappresentati da vividi ricordi di esperienze del periodo della fanciullezza e della prima infanzia. Strati più superficiali abbracciano ricordi di periodi successivi, che ricon- ducono alla situazione attuale di vita. Questa eccessiva carica emotiva che è unita ai sistemi COEX (come è indicato dalla potente abreazione che spesso accompagna il manifestarsi di questi sistemi nelle sedute con LSD ) sembra coagulare la somma delle emozioni appartenenti a tutti i ricordi componenti un tipo specifico. I sistemi COEX individuali includono peculiari meccanismi di difesa, e sono connessi con specifici sintomi clinici. La dettagliata interrelazione tra le parti costituenti un sistema COEX è in molti casi in accordo con il pensiero freudiano: l’innovazione teoretica è il concetto di un sistema dinamico organizzante. La struttura della personalità dei pazienti psichiatrici solitamente implica diversi ed importanti sistemi COEX. La loro forma specifica, numero, estensione ed intensità varia considerevolmente da un individuo all’altro. Il livello psicodinamico dell’inconscio, e così il ruolo dei sistemi COEX, è molto meno incisivo in individui la cui infanzia non è stata particolarmente traumatica. In accordo alle qualità di base della carica emotiva, possiamo differenziare tra sistemi COEX negativi (che condensano spiacevoli esperienze emotive) e sistemi COEX positivi (che condensano piacevoli esperienze emotive del passato individuale). Sebbene ci siano certe interdipendenze e sovrapposizioni, i sistemi COEX individuali funzionano in modo relativamente autonomo. In una complicata interazione con l’ambiente, possono influenzare selettivamente la percezione che il soggetto ha di se stesso e del mondo, i suoi sentimenti o pensieri, ed anche i processi so92 matici. I fenomeni osservati nelle sedute con LSD – nelle quali predomina l’aspetto psicodinamico – possono essere compresi come successive esteriorizzazioni, abreazioni, ed integrazioni dei sistemi COEX negativi nel soggetto, come una apertura all’influenza di quelli positivi. Quando un sistema COEX negativo si avvicina al campo d’esperienza, un cambiamento specifico prende corpo nel contenuto delle sedute con LSD. Questo sistema assume una influenza coercitiva, di comando su tutti gli aspetti dell’esperienza psichedelica. Determina la direzione nella quale l’ambiente fisico e la cornice interpersonale sono illusoriamente trasformati; detta il modo in cui il soggetto vede e percepisce se stesso, e domina le reazioni emotive, i processi di pensiero, ed alcune manifestazioni fisiche. In generale, il sistema COEX gioca un ruolo di comando fino a ché i vecchi ricordi, o il suo contenuto essenziale, non siano stati completamente rivissuti ed integrati. Dopo che ciò è avvenuto, un altro sistema s’impone e domina il campo d’esperienza. Di frequente, molti sistemi COEX si alternano durante la seduta o durante una sequenza di sedute, attivando un processo parallelo di abreazione ed integrazione. Una interdipendenza molto interessante può essere dimostrata tra le dinamiche dei sistemi COEX e gli eventi nel mondo esterno. È già stato menzionato che un sistema COEX determina la percezione soggettiva dell’ambiente e le reazioni ad esso. Viceversa, alcuni elementi del setting o eventi particolari durante la seduta possono attivare un sistema COEX; discuteremo questo meccanismo ancora in collegamento con l’importanza del set e setting delle sedute con LSD. La funzione di comando di un sistema COEX attivato, potrebbe non limitarsi alla fase dell’azione farmacologia dell’LSD; può continuare per giorni, settimane o nei mesi successivi alla seduta. I principî delle dinamiche dei COEX sono così importanti per la comprensione dell’effetto terapeutico delle sedute psicodinamiche con LSD, così come delle loro complicazioni. (Vedi i capitoli 5 e 6 sulle Complicazioni della Psicoterapia con LSD e sullo Svolgimento della psicoterapia con LSD) . Prima di concludere questa discussione degli aspetti psicodinamici e biografici delle sedute con LSD, è importante menzionare 93 una categoria di esperienze che rappresenta una transizione tra l’area psicodinamica e il successivo livello perinatale, che è focalizzato sui fenomeni di nascita e morte, o di morte e rinascita. Questo gruppo di transizione abbraccia il rivivere ricordi traumatici della vita di un individuo che sono di natura fisica piuttosto che di natura puramente psicologica. Tali ricordi hanno a che fare con situazione del passato che rappresentano una minaccia per la sopravvivenza e l’integrità del corpo. Coprono un ampio spettro: da gravi operazioni, pericolose ferite, malattie gravi, casi di quasi annegamento fino ad episodi di crudele abuso psicologico e fisico. Ricordi di imprigionamento in campi di concentramento, di essere sottoposti a lavaggio del cervello ed a tecniche interrogatorie tipiche dei nazisti o dei comunisti, e maltrattamenti nell’infanzia, possono essere menzionati come esempi specifici dell’ultimo gruppo. Questi ricordi sono chiaramente di natura biografica, anche se tema- ticamente sono strettamente legati alle esperienze perinatali. Non di rado, l’esperienza di rivivere traumi fisici, si verifica simultaneamente con l’esperienza della sofferenza della nascita. Sembrano inoltre svolgere un ruolo importante nella psicogenesi dei vari disordini emotivi, non ancora riconosciuto e compreso dalle scuole di psicoterapia dinamica. Questo è particolarmente vero nei casi di depressioni, comportamenti suicidi, sado- masochismo, ipocondrie, e disordini psicosomatici. ESPERIENZE PERINATALI Il fulcro delle esperienze che si originano in questa area dell’inconscio è l’insieme di questioni legate alla nascita biologica, al dolore fisico, alla malattia, all’invecchiamento, al processo del morire ed alla morte. Dobbiamo sottolineare che l’incontro con questi aspetti critici, fondamentali della vita umana, prende la forma di profonde esperienze “di prima mano”, direttamente vis94 sute, piuttosto che solo la forma di un confronto simbolico. Una peculiare ideazione escatologica, visioni di guerre, rivoluzioni, campi di concentramento, incidenti, cadaveri in decomposizione, bare, cimiteri e cortei funebri, ricorre come illustrazione tipica e concomitante con le esperienze perinatali. Hanno tutte una concretezza estrema al punto che il soggetto di frequente le confonde con il reale morire. Non è raro che i pazienti in questa situazione perdano il senso critico e sviluppino l’errata convinzione che il crollo fisico sia imminente. Il devastante confronto con questi aspetti spaventosi dell’esistenza e la profonda presa d’atto della vulnerabilità e della caducità in quanto creature biologiche, hanno due importanti conseguenze. La prima è una crisi emotiva e filosofica che costringe ad interrogarsi sul significato dell’esistenza. Attraverso queste esperienze comincia una comprensione, non solo intellettuale, ma ad un livello quasi cellulare, che, non importa cosa facciamo, non possiamo sfuggire all’inevitabile. I pazienti sanno che dovranno lasciare questo mondo, spogli di ogni cosa che abbiano conquistato o accumulato. Questo processo di crisi ontologica è di solito associato ad un confronto con i valori fondamentali. Le ambizioni mondane, le spinte alla competizione, la brama per la posizione sociale, il potere, la fama, il prestigio ed i possessi, tendono a sfumare quando sono percepiti alla luce della fine inevitabile, nell’ottica dell’annullamento biologico. L’altra conseguenza di questo incontro con la morte, è lo schiudersi di esperienze spirituali che sembrano costituire una parte naturale della personalità umana e sono indipendenti dall’educazione culturale e religiosa dell’individuo. L’unico modo per risolvere il dilemma descritto sopra, è accedere alla Trascen- denza. L’individuo deve trovare punti di riferimento oltre i confini del suo corpo ed oltre le limitazioni del tempo della sua vita individuale. Sembra che chiunque sperimenti questi livelli, sviluppi poi intuizioni sull’esistenza di una dimensione spirituale nello schema universale delle cose. Anche scienziati di orientamento positivista, materialisti convinti, scettici e cinici, atei senza compromesso come i politici marxisti, improvvisamente vengono attratti dalla ricerca spirituale, dopo aver provato in 95 prima persona questi livelli. La sequenza di morte e nascita ( o rinascita) che è caratteristica del processo, è di frequente molto drammatica e implica concomitanti biologiche, evidenti anche all’osservatore esterno. I soggetti possono trascorrere ore in sofferenze agonizzanti, con contorsione facciali, respiro affannato e scaricando un enorme quantità di tensione muscolare in tremori, tic, violenti scuotimenti e complessi movimenti di contrazione. La faccia può farsi viola scuro o pallida come un morto, ed il polso mostra una considerevole accelerazione. La temperatura del corpo di solito oscilla in un ampio raggio, la sudorazione può essere profusa, abbondante, e la nausea con stimolo a vomitare è una occorrenza frequente. Non è chiaro al momento attuale della ricerca come le suddette esperienze siano legate alle circostanze della reale nascita biologica dell’individuo. Alcuni soggetti dell’esperienze con LSD si riferiscono ad esse come ad un rivivere il trauma della nascita, altri non fanno questo collegamento esplicito e concettualizzano il loro incontro con la morte e la rinascita in termini puramente simbolici, filosofici e spirituali. Comunque, anche in questo ultimo gruppo, le esperienze perinatali sono abbastanza regolarmente accompagnate da un complesso di sintomi fisici che possono meglio essere interpretati come un derivato della nascita biologica. In aggiunta alle scariche motorie simili all’epilessia ed alle altre condizioni descritte, possono esserci difficoltà cardiache ed irregolarità, ed una ipersecrezione di muco e saliva. Tali soggetti assumono anche varie posture fetali e si muovono in sequenze che hanno una similarità con quelle del neonato durante le fasi del parto biologico. Inoltre, riferiscono di frequente visioni o identificazioni con feti e bambini appena nati. Altrettanto comune sono molte autentiche sensazioni neonatali, posture e comportamenti, così come visioni di genitali femminili e seni. Il più complesso e ricco contenuto delle sedute con LSD che riflette questo livello dell’inconscio, sembra rientrare in quattro categorie tipiche o schemi di esperienza. Cercando una semplice concettualizzazione di questa osservazione, fui colpito dal sorprendente parallelo tra questi schemi e le fasi cliniche del parto. Si dimostrò molto utile per scopi didattici, considerazioni 96 teoretiche, e per la pratica della psicoterapia con LSD, collegare queste quattro categorie di fenomeni alle quattro fasi consecutive del processo di nascita biologica e alle esperienze del bambino nella fase perinatale. Per amor di brevità, mi riferisco alle strutture funzionali nell’inconscio che manifestano questi quattro schemi d’esperienza come Matrici Perinatali di Base (MPB I-IV). Li considero come ipotetici sistemi che hanno funzioni simili – a livello perinatale – di quelle dei sistemi COEX a livello psicodinamico. Le matrici di base perinatali hanno propri contenuti specifici; esperienze concrete, legate alle fasi del processo di nascita biologica e alla loro controparte simbolica e spirituale (esemplificata da elementi di unità cosmica, di essere risucchiati dall’universo, nessuna via d’uscita, lotta tra la vita e la morte, ed esperienza di morte-rinascita). Inoltre per manifestare un contenuto specifico, le matrici perinatali di base funzionano anche come principî organizzativi del materiale proveniente da altri livelli dell’inconscio. Le esperienze perinatali possono così presentarsi nelle sedute psichedeliche insieme con materiale di natura psicodinamica legato a vari sistemi COEX, ed anche in associazione con certi tipi di esperienze transper- sonali. Concomitanti che con particolare frequenza accompagnano l’esperienza di nascita sono i ricordi di malattie, operazioni ed incidenti, fenomeni archetipici (specialmente immagini della Madre Terribile e della Grande Madre), elementi di coscienza collettiva, esperienze ancestrali e filogenetiche, e ricordi di passate incarnazioni. Le matrici perinatali si collegano con l’attivazione delle zone erogene studiate da Freud e con specifiche categorie di disturbi psichiatrici. Tutte queste complesse interrelazioni sono mostrate, sotto forma di schema sinottico, nelle pagine che seguono. Esso fornisce delle indicazioni per la comprensione di aspetti delle esperienze con LSD altrimenti enigmatici ed inoltre contiene lungimiranti implicazioni per la teoria psichiatrica. Questo schema dimostra, sopra ogni cosa, lo stretto parallelismo tra le fasi del parto biologico e le fasi del prodursi dell’orgasmo sessuale. La similarità tra questi due schemi biologici è un fatto di fondamentale importanza teoretica. Rende possibile spostare l’enfasi eziologica, nella psicogenesi 97 dei disordini emotivi, dalle dinamiche sessuali alle matrici perinatali, senza negare l’importanza e la validità dei principî di base freudiani per la comprensione dei fenomeni psicodinamici e la loro mutua interrelazione. Nei paragrafi seguenti, le Matrici Perinatali di Base saranno discusse nella sequenza nella quale le fasi del parto biologico si susseguono durante la nascita. Nelle sedute con LSD questo ordine cronologico non è rispettato, e le caratteristiche delle matrici possono presentarsi nei più variegati schemi sequenziali. Il processo di morte-rinascita non consiste di una singola esperienza di morte e di rinascita, non importa quanto profonda e completa questa esperienza possa apparire. Di regola ci vogliono un gran numero di sequenze di morte-rinascita ed un intera serie di sedute di LSD ad alto dosaggio per raggiungere il materiale a livello perinatale, in tutte le sue manifestazioni biologiche, emotive, filosofiche e spirituali. In questo processo l’individuo deve confrontarsi con le radici della disperazione umana, angoscia metafisica e solitudine, brutale aggressività, abissale senso di colpa e sentimenti di inferiorità, così come sopportare disagio fisico e l’agonia del totale annichilimento. Queste esperienze danno accesso all’estremo opposto dello spettro: a sensazioni orgiastiche di proporzioni cosmiche, di liberazione spirituale e di illuminazione, ad un senso di connessione estatica con tutto il creato, ed unione mistica con il principio creatore nell’universo. La terapia psichedelica, coinvolgendo esperienze del livello perinatale, sembra essere la versione attuale di un processo che è stato praticato per millenni in vari culti misterici, riti di passaggio, iniziazioni segrete ed incontri religiosi di sette estatiche. 98 MPB I Sindromi Psicopatologiche: psicosi schizofreniche (sintomatologia paranoica, sentimenti di unione mistica, incontro con malvagie forze metafisiche, esperienze karmiche); ipocondria (basata su sensazioni fisiche strane e bizzarre); allucinazione isterica e confusioni di sogni ad occhi aperti con la realtà Attività corrispondenti nelle zone erogene freudiane: soddisfazione della libido in tutte le zone erogene; sensazioni di piacere durante immersione in acqua e dondolio; approssimazione a questa condizione dopo la soddisfazione orale, anale, uretrale o genitale e dopo il parto Ricordi relativi alla vita Postnatale: situazioni relative alla vita biografica dove importanti bisogni sono soddisfatti, come felici momenti dell’infanzia e fanciullezza (buone cure materne, gioco con i compagni, periodi armoniosi in famiglia ecc.), amore gratificante, gite o vacanze in bei paesaggi; contatto con creazioni artistiche di alto valore estetico; nuotare nell’oceano o in limpidi laghi ecc. Fenomenologia nelle sedute con LSD: Vita intrauterina indisturbata: reminiscenze realistiche di esperienze di “buon grembo”; estasi di tipo “oceanica”; esperienza di unità cosmica; visioni del Paradiso. Disturbi della vita intrauterina: reminiscenze realistiche di “ esperienze di cattivo grembo” (crisi fetali, malattie e sbalzi emotivi della madre, situazioni gemellari, aborti tentati), inabissamenti cosmici; ideazione paranoica; sensazioni fisiche spiacevoli (postumi di una sbornia, brividi e spasmi acuti, sapori sgradevoli, disgusto, sensazioni di essere avvelenati); relazione con varie 99 esperienze transpersonali (elementi archetipici, ricordi razziali ed evoluzionistici, incontri con forze metafisiche, esperienze di passate incarnazioni ecc.) MPB II Sindromi Psicopatologiche: psicosi schizofreniche (elementi di torture infernali, esperienze di un mondo privo di senso, di “ cartapesta”); gravi depressioni endogene; sentimenti irrazionali di inferiorità e colpa; ipocondria (basata su sensazioni di dolore fisico); dipendenza da alcool e droga Attività corrispondenti nelle zone erogene freudiane: frustrazione orale (sete, fame, stimoli dolorosi); ritenzione di feci e/o di urina; frustrazione sessuale; esperienze di freddo, dolore ed altre spiacevoli sensazioni Ricordi relativi alla vita postnatale: situazioni di pericolo per la sopravvivenza e l’integrità fisica ( esperienze di guerra, incidenti, ferite, operazioni, malattie dolorose, situazioni di quasi-annegamento, episodi di soffocamento, imprigionamento, lavaggio del cervello ed interrogatori illegali, abuso fisico ecc.); gravi traumi psicologici (deprivazione emotiva, rifiuto, situazioni minacciose, atmosfera familiare opprimente, derisione ed umiliazione ecc.) Fenomenologia nelle sedute con LSD: immensa sofferenza fisica e psicologica: situazione insopportabile e senza via di fuga che non finirà mai; varie immagini dell’inferno; sensazione di essere intrappolati ed ingabbiati (nessuna uscita); angosciante senso di colpa e sentimenti di inferiorità; visione apocalittiche del mondo (orrori di guerra e 100 campi di concentramento, terrore dell’Inquisizione; epidemie pericolose; malattie; decrepitezza e morte ecc.); mancanza di senso ed assurdità dell’esistenza umana; “mondo di cartapesta” o atmosfera artificiosa e meccanica; sinistri colori scuri e spiacevoli sintomi fisici (sensazione di oppressione e soffocamento, difficoltà cardiaca, vampate di calore e brividi, sudorazione, difficoltà della respirazione) MPB III Sindromi psicopatologiche: psicosi schizofreniche (elementi sadomasochisti ed escatologici, autolesionismo, comportamento sessuale anormale); depressione agitata, deviazioni sessuali (sadomasochismo, omosessualità maschile, ingestione di urina e di feci); nevrosi ossessivo-compulsiva; asma psicogena , tic, balbuzie; isteria d’angoscia e di conversione; frigidità ed impotenza; nevrastenia; nevrosi traumatiche; nevrosi organiche; emicranie; enuresi ed encopressia; psoriasi; ulcera peptica Attività corrispondenti nelle zone erogene freudiane: masticazione e deglutizione di cibo; aggressione orale e distruzione dell’oggetto; processo di defecazione e minzione; aggressione anale ed uretrale; orgasmo sessuale; aggressione fallica; parto, erotismo motorio ( salti, ginnastica, tuffi acrobatici, paracadutismo) Ricordi relativi alla vita postnatale: lotte, combattimenti ed attività avventurose (attacchi attivi in battaglie e rivoluzioni, esperienze di servizio militare, voli aerei difficoltosi, navigazione nell’oceano tempestoso, guida speri- colata di auto, boxe); ricordi altamente sensuali (carnevale, parchi 101 di divertimento, night club, feste selvagge, orge sessuali ecc.) attività sessuali di adulti viste con occhi da bambino; esperienze di seduzione e stupro; nelle femmine: parto dei figli Fenomenologia nelle sedute con LSD: intensificazione della sofferenza a dimensioni cosmiche; fusione della soglia tra il dolore ed il piacere; estasi di tipo “vulcanico”; colori brillanti; esplosioni e fuochi d’artificio; orge sadomasochiste; omicidi e sacrifici sanguinosi, coinvolgimento attivo in battaglie cruenti; atmosfera di avventura selvaggia ed esplorazioni pericolose; intense sensazioni sessuali orgiastiche e scene di harem e baldoria (carnevale); esperienze di morte e rinascita; religioni con rituali di sacrificio sanguinosi (Aztechi, la sofferenza di Cristo e la morte sulla croce, Dioniso ecc.); intense manifestazioni fisiche (pressioni e dolori, soffocamento, tensione muscolare e scarica in tremori e tic nervosi, nausea e vomito, vampate di calore e brividi, sudorazione, difficoltà cardiaca, problemi di controllo dello sfintere, fischi alle orecchie) MPB IV Sindromi psicopatologiche: psicosi schizofreniche (esperienze di morte-rinascita, allucinazioni messiani- che, elementi di distruzione e nuova creazione del mondo, salvezza e redenzione, identificazione con Cristo); sintomatologia maniacale, omosessualità femminile; esibizionismo Attività corrispondenti nelle zone erogene freudiane: soddisfazione di sete e fame; piacere di succhiare; sensazioni di libidine dopo defecazione, minzione, orgasmo sessuale, o 102 parto Ricordi relativi alla vita postnatale: fuga fortunosa da situazioni pericolose (fine di una guerra o rivoluzione, sopravvivenza ad un incidente o ad una operazione); superamento di grandi ostacoli grazie ad uno sforzo attivo; episodi di tensione e dura lotta terminati con un successo; scene naturali (inizio della primavera, fine di una tempesta oceanica, sorgere del sole ecc.) Fenomenologia nelle sedute con LSD: decompressione, dilatazione dello spazio, visioni di spazi enormi; luce radiante e bei colori (blu cielo, oro, arcobaleno, piumaggio del pavone); sensazioni di rinascita e redenzione; apprezzamento di modi di vita semplici; intensificazione sensoriale; sentimenti di fratellanza; inclinazione umanitarie e caritatevoli; attività talvolta maniacali e sentimenti di grandezza; transizione ad elementi della MPB I; sensazioni piacevoli possono essere interrotte da crisi ombelicali : dolore acuto nell’ombelico – mancanza del respiro, paura della morte e della castrazione, cambiamenti nel corpo, ma nessuna pressione esterna Matrice Perinatale I (unione simbiotica con la Madre) La prima matrice perinatale (MPB I) è legata alla unione originaria con la madre, nell’originario stato di esistenza intrauterina durante il quale l’organismo materno ed il bambino formano una unità simbiotica. Quando nessuno stimolo dannoso interviene, le condizioni per il feto sono vicine all’essere ideali, implicando protezione, sicurezza e la soddisfazione ininterrotta di tutti i suoi bisogni. Tuttavia, una varietà di circostanze avverse possono interferire con questa condizione. Queste includono malattie e difficili stati emotivi della madre così come influenze disturbanti dal mondo esterno, come fattori tossici, forti rumori, 103 scosse meccaniche e vibrazioni. La prima matrice perinatale ha ovviamente aspetti positivi e negativi; i soggetti di frequente si riferiscono ad essi come esperienze del “ buon grembo” e del “cattivo grembo”. Gli elementi di una esistenza intrauterina serena (indisturbata) possono essere sperimentati nelle sedute con LSD in una forma concreta o nella corrispondente forma spirituale, l’esperienza di unità cosmica. Sebbene i “ sentimenti oceanici” dello stato embrionale non siano identici con l’esperienza dell’unità cosmica, sembra esserci una profonda associazione e sovrapposizione tra queste due condizioni. L’esperienza di unità cosmica è caratterizzata dalla trascendenza della usuale dicotomia soggetto-oggetto. L’individuo in questo stato diventa profondamente consapevole della sua unità con le altre persone, la natura, e con l’intero universo, e con il principio creativo fondamentale, o Dio. Ciò è accompagnato da una percezione positiva che può spaziare dalla pace, serenità e beatitudine fino al rapimento estatico. In questo stato le categorie di tempo e spazio sono trascese ed i soggetti possono percepirsi come se esistessero fuori dal normale continuum spazio-temporale. All’estremo, possono sperimentare l’eternità e l’infinito all’interno di un intervallo temporale (dentro uno spazio di tempo) che dura secondi o minuti d’orologio. Altre tipiche caratteristiche di questo stato sono un senso di sacralità e di intuizione della natura dell’esistenza. Resoconti e descrizioni di questa esperienza rivelatoria sono usualmente pieni di paradossi e sembrano violare le leggi della logica aristotelica. Questo stato mentale è indicato come essere “ vacuità eppur pienezza” , “ricettacolo e scaturigine di ogni forma” , di “ splendore cosmico ed estrema umiltà”, o caratterizzato dalla perdita dell’ego mentre al contempo l’ego si espande e diventa l’intero universo. I soggetti sperimentano e descrivono questo evento all’interno di differenti sfondi simbolici. I riferimenti più frequenti sono al Paradiso, il Giardino dell’Eden, il Cielo, I Campi Elisi, l’unio mystica, il Tao, l’unione Atman-Brahman, o Tat Tvam asi (Tu sei quello). Con gli occhi chiusi, il fenomeno di unità cosmica è sperimentato come estasi oceanica. Con gli occhi aperti, sfocia in una esperienza di fusione con l’ambiente ed un senso di unione con gli oggetti 104 percepiti. È questa l’esperienza che è definita nelle categorie mistiche di Walter Pahnke (76) e che Abraham Maslow (63) chiama “esperienza di picco”. Nelle sedute con LSD, sentimenti di unione cosmica sembrano strettamente legati alle esperienze di “ buon grembo”, all’esperienze di “ buon seno”, e ricordi di una felice fanciullezza. Sembrano rappresentare un importante ingresso verso una varietà di esperienze transper- sonali, come memorie ancestrali, elementi di inconscio razziale e collettivo, fenomeni karmici, memorie dell’evoluzione, e varie costellazioni archetipe. Le interferenze con l’esistenza intrauterina possono essere vissute in concrete forme biologiche o simbolicamente come incontri con varie apparizioni demoniche, metafisiche forze malvagie, o malefiche influenze astrologiche. Per quanto la relazione con i meccanismi della memoria sia implicata, gli aspetti positivi della MPB I sono legati ai sistemi COEX positivi. Il lato positivo della MPB I sembra rappresentare la base per la registrazione di tutte le situazioni future di vita nelle quali l’individuo è rilassato, relativamente libero dai bisogni, e non disturbato da alcun spiacevole stimolo. Gli aspetti negativi della MPB I hanno collegamenti analoghi con certi sistemi COEX negativi. Per quanto riguarda le zone erogene freudiane, gli aspetti positivi della MPB I coincidono con la condizione biologica e psicologica nella quale non ci sono tensioni in nessuna di queste zone e tutte le pulsioni vengono soddisfatte. Inoltre, la soddisfazione dei bisogni in queste zone (sazietà dalla fame, rilascio della tensione attraverso la minzione, defecazione, orgasmo sessuale, o parto) corrisponde all’esperienza estatica libera da tensione, descritta sopra. Matrice Perinatale II (antagonismo con la Madre) I soggetti sotto LSD affrontavano questo schema d’esperienza in relazione con il vero e proprio inizio del parto biologico e con la sua prima fase clinica. In questa situazione l’equilibrio originario dell’esistenza intrauterina è disturbato, primo dagli 105 allarmanti segnali chimici ed in seguito dagli spasmi muscolari. Più tardi, il feto è periodicamente compresso dalle contrazioni uterine; la cervice è chiusa e la via d’uscita non è ancora aperta. Come nella precedente matrice, le situazioni biologiche possono essere rivissute in modo realistico. La concomitante simbolica del parto è l’esperienza di inabissamento cosmico. Abbraccia sensazioni di crescente angoscia e consapevolezza di una imminente minaccia vitale. La fonte di questo pericolo non può essere chiaramente identificata ed il soggetto ha la tendenza ad interpretare il suo ambiente circostante o l’intero mondo in termini paranoici. Non di rado individui in questo stato descrivono esperienze di influenze malvagie provenienti da membri di organizzazioni segrete, da alieni, ipnotizzatori con cattive intenzioni, magia nera, o strumenti diabolici che emanano radiazioni nocive o gas tossici. Una ulteriore intensificazione dell’angoscia sfocia in una esperienza che riguarda un mostro, un gorgo, un vortice gigantesco, un Maelstrom che risucchia inesorabilmente il soggetto ed il suo mondo verso il suo centro. Una variazione frequente di questo inabissamento universale, è una esperienza di essere inghiottiti da un mostro terrificante, come un drago gigantesco, una piovra, un pitone, un coccodrillo, una balena, o un ragno. Una forma meno drammatica sembra essere il tema della discesa agli inferi, nelle profondità terrestri e l’incontro con diverse pericolose creature ed entità. La controparte simbolica della prima fase clinica del parto è l’esperienza senza uscita. Una caratteristica di questo schema d’esperienza, è l’oscurità del campo visivo ed i minacciosi e sinistri colori di tutte le immagini che l’accompagnano. I soggetti si sentono ingabbiati o intrappolati in una mostruosa situazione claustrofobica e sperimentano incredibili torture fisiche e psicologiche. La situazione è di norma assolutamente insopportabile ed appare senza fine e disperata. Mentre è sotto l’influenza di questa matrice, l’individuo non riesce a vedere né la possibilità di porre fine ai suoi tormenti né di sfuggire ad essi. Il desiderio di morire e di suicidarsi può combinarsi con sentimenti di futilità e con la convinzione che neanche la morte fisica potrà porre termine a questo stato infernale e portare sollievo. Siffatto schema d’esperienza può essere manifestato su molteplici livelli, 106 che possono essere vissuti separatamente, simultaneamente, o alternativamente. Il livello più profondo è legato a varie concezioni dell’inferno – una situazione di sofferenza insopportabile che non finirà mai – così come è stato raffigurato da molte religioni. In una versione più superficiale dello stesso schema d’esperienza, il soggetto è messo di fronte ad immagini del nostro pianeta e vede l’intero mondo come un luogo apocalittico pieno di terrore cruento, sofferenza senza senso, guerre di genocidio, odio razziale, epidemie pericolose e catastrofi naturali. L’esistenza in questo mondo appare come priva di significato, insensata ed assurda, e la ricerca di qualsiasi significato nella vita umana diventa inutile. Mentre è sotto l’influenza di questa matrice, l’individuo percepisce il mondo e l’umana esistenza come se fossero marchiate negativamente; il soggetto è incapace di vedere aspetti positivi nella vita. Nella forma più superficiale dell’esperienza, il soggetto vede la sua concreta situazione di vita nei termini di una routine totalmente disperata, insopportabile, e piena di insolubili problemi. Sentimenti di solitudine metafisica, alienazione, impotenza, disperazione, inferiorità e colpa, sono sempre presenti in questa matrice. Il simbolismo che accompagna più frequentemente questo schema d’esperienza, coinvolge immagini dell’inferno, dell’umiliazione e sofferenza di Cristo, e il tema della dannazione eterna come esemplificate da Ahasverus, l’olandese volante, Sisifo, Issione, Tantalo o Prometeo. La caratteristica più importante che differenzia questo schema dal successivo, è l’enfasi sul ruolo di vittima ed il fatto che la situazione è insopportabile, senza via di fughe ed eterna. La MPB II sembra rappresentare la base per il ricordo di tutte le future situazioni estremamente spiacevoli, nelle quali sperimentiamo il ruolo di vittima di una soverchiante forza esterna. Riguardo le zone erogene freudiane, questa matrice sembra essere legata ad una condizione di tensione spiacevole in ciascuna di esse. A livello orale, è fame, sete, nausea e stimoli dolorosi; a livello anale, ritenzione delle feci; e a livello uretrale, ritenzione di urine. I fenomeni corrispondenti a livello genitale sono frustrazione sessuale ed eccessiva tensione, così come i dolori provati dalla partoriente nella prima fase del parto. 107 Matrice perinatale III (sinergia con la Madre) Molti aspetti di questa complessa matrice possono essere compresi con la sua associazione alla seconda fase clinica del parto. In questa fase, le contrazioni uterine continuano, ma la cervice è completamente dilatata e rende possibile la graduale e difficile spinta attraverso il canale di nascita. Ha luogo una grande lotta per la sopravvivenza, schiaccianti pressioni meccaniche, e spesso un alto grado di anossia e soffocamento. Nelle fasi terminali del parto il feto può sperimentare un contatto immediato con una varietà di materiali biologici, come sangue, muco, liquido fetale, urina ed anche feci. Dal punto di vista dell’esperienza, questa matrice è piuttosto complessa: affianco al realistico rivivere della lotta attraverso il canale di nascita, possono presentarsi atmosfere di scontro titanico, orge sadomaso, intense sensazioni sessuali, coinvolgimento scatologico, e l’elemento del fuoco purificatore; il tutto in varie combinazioni. I suddetti elementi costituiscono la lotta morte-rinascita. Il soggetto sperimenta, in questo stato, potenti correnti di energia che fluiscono attraverso il suo intero corpo e che sembrano trascendere tutti i limiti immaginabili. Ciò è seguito da episodi di scarica esplosiva e sensazioni di liberazione estatica. Le visioni, che tipicamente accompagnano queste esperienze, abbracciano lotte titaniche di proporzioni universali, imprese archetipiche di super-eroi, esplosioni di bombe atomiche, lancio di missili e razzi spaziali, centrali d’energia, centrali idroelettriche, linee ad alto voltaggio, scene drammatiche di distruzione in guerre moderne, enormi conflagrazioni, vulcani in eruzione, terremoti, tornadi ed altre catastrofi naturali. Una forma mitigata di questa matrice, è associato con la visione di battaglie medievali, rivoluzioni cruente, pericolose caccie ad animali selvaggi, o scoperte e conquiste di nuovi continenti. Un altro importante aspetto di questa matrice d’esperienza è l’attivazione di elementi sadomasochisti nella personalità del soggetto. Quantità enormi di energia aggressiva sono consumati 108 in fantasia di auto-distruzione e distruzione, immagini e vivide esperienze. L’individuo si abbandona a stupri, a varie perversioni sessuali che includono dolore, omicidi bestiali, torture e crudeltà di ogni tipo, esecuzioni, mutilazioni, sacrifici sanguinosi. Questo può essere accompagnato da ideazione suicida, fantasie o anche inclinazioni che riguardano una brutale e mutilante auto-distruzione. L’eccitamento sessuale può raggiungere un insolito alto grado ed essere espresso in complesse scene di orge sfrenate, sequenze pornografiche, visioni di harem medio-orientali, sfumature orientali senza fine dell’arte d’amare, feste lascive, e sensuali danze ritmiche. In questo contesto, molti soggetti scoprono una stretta relazione tra l’esperienza dell’agonia, sofferenza e l’estasi sessuale; realizzano che un intensa eccitazione orgiastica può lambire la sofferenza e che una agonia mitigata può essere sperimentata come piacere sessuale. La sfaccettatura scatologica del processo di morte-rinascita può essere molto completa e non avere solo dimensioni visive e tattile, ma anche olfattive e del senso del gusto. Il soggetto può sperimentarsi come se stesse sguazzando negli escrementi, annegando in un pozzo nero, strisciando nei rifiuti o nelle fogne, mangiando le feci, trangugiando del muco, bevendo sangue o urina, e succhiando ferite putrescenti. Ciò è spesso seguito da una esperienza di passaggio attraverso un fuoco purificatore e ringiovanente; le sue fiamme sembrano distruggere tutto ciò che è corrotto e marcio nell’individuo e prepararlo per l’esperienza della rinascita spirituale. Il simbolismo religioso e mitologico di questa matrice è più frequentemente derivato da religioni che usano sacrifici sanguinosi come parte delle loro cerimonie. Abbastanza comuni, sono le allusioni al Vecchio Testamento; immagini della sofferenza e morte sulla croce di Cristo; scene di venerazioni di Moloch, Astarte o Kali; e le visioni di rituali da varie culture pre-Colombiane che utilizzavano sacrifici, come furono praticati nelle religioni azteche, olmeche e dei Maya. Un altro gruppo di immagini è legato ai rituali religiosi ed alle cerimonie che includono sesso e selvagge danze ritmiche: riti della fertilità, venerazione del fallo, o varie religioni tribali degli aborigeni. Un simbolo di frequente 109 associato con il fuoco purificatore è l’immagine della leggendaria Fenice. Una simbolizzazione particolarmente appropriata dell’aspetto scatologico della lotta morte-rinascita è Ercole che pulisce le stalle del Re Augia, o la dea azteca Tlazolteotl, divoratrice della lordura, una divinità del parto e della lussuria carnale. Quadri da sedute ad alto dosaggio di LSD governati dalla MPB I, raffiguranti ricordi di esistenza intrauterina indisturbata L’universo amniotico. Identificazione con l’esperienza di beatitudine del feto in un buon grembo, accompagnato da sensazioni di unione cosmica. La galassia a forma di seno riflette il fatto che questa esperienza è anche connessa con un ricordo di beata unione simbiotica con la madre durante la nutrizione 110 Il grembo oceanico. Identificazione con il feto associato all’oceano e a diverse creature marine (pesci, balene, delfini, meduse, alghe ed altri) Quadro che rappresenta una esperienza di “ grembo cattivo” in una seduta psichedelica ad alto dosaggio. La tossicità del grembo è ritratta come una ordalia dolorosa e spaventosa in un laboratorio infernale pieno di demoni insidiosi. Questa esperienza è accompagnata dall’identificazione con un pesce e acque inquinate e con un embrione di pollo in una fase avanzata di sviluppo in cui l’interno dell’uovo è contaminato da prodotti metabolici di 111 Quadro che rappresenta una esperienza di “grembo cattivo” in una seduta psichedelica ad alto dosaggio. L’ostilità del grembo è sperimentata nella forma di attacchi da parte di pericolosi animali. (di Robin MaynardDobbs) Visioni di una tarantola gigantesca, simbolizzante il femminile divorante, sono comuni nelle sedute perinatali governate dalla MPB II. U n q u a d ro che rappresenta una visione avuta durante una seduta ad alto dosaggio. Mostra un ragno-madre che sottopone feti indifesi 112 Un quadro simile, da una seduta di respirazione olotropica, indica che questo tema non è un prodotto patologico dell’azione farmacologia della sostanza, ma riflette un genuino contenuto della psiche. L’immagine del soggetto come una mummia strettamente fasciata, enfatizza l’elemento di confinamento e di costrizione durante le contrazioni uterine (da Jarina Moss). Da una seduta ad alto dosaggio che ritrae l’inizio del processo di morte-rinascita (transizione dalla MPB I alla MPB II), sperimentato come un inabissamento in un gigantesco Maelstrom. La piccola barca con uno scheletro suggerisce che questo processo implica un incontro con la morte 113 Un quadro che rappresenta l’esperienza combinata di dare alla luce e di essere nata in una seduta di respirazione olotropica. Le esperienze di questa natura possono essere molto curative e trasformative, e sfociare nella sensazione di dare alla vita un nuovo sé (da Jean Perkins ). Gli orrori del trauma della nascita. Mostri simili ad uccelli insidiano l’indifeso e fragile feto, che si aggrappa al cordone ombelicale al vertice della volta uterina. I loro giganteschi artigli e becchi, simbolizzano le forze biologiche distruttive del parto. 114 Il risorgere della Fenice. Uno schizzo a colori di Stanislav Grof della mitica Fenice che risorge dalle sue ceneri, come fu sperimentata in una delle sue sedute ad alto dosaggio. 115 Intuizione della connessione tra nascita e crocifissione – il feto crocifisso La connessione tra l’esistenza intrauterina e la sensazione di pace – un feto dentro una piramide Molte caratteristiche distinguono questa matrice dalla precedente. La situazione qui non appare disperata ed il soggetto non 116 è indifeso. È attivamente coinvolto ed ha la sensazione che la sofferenza abbia una direzione ed un fine. In termini religiosi, questa situazione sarebbe più vicina alla concezione del purgatorio che a quella dell’inferno. Inoltre, il soggetto non gioca esclusivamente il ruolo di vittima indifesa. Diventa un osservatore e può allo stesso tempo identificarsi con ambedue i ruoli, al punto che sarebbe difficile distinguere se è l’aggressore o la vittima. Mentre la situazione senza-uscita include la sofferenza pura, l’esperienza di lotta-morte-rinascita, rappresenta la soglia tra l’agonia, sofferenza e l’estasi e la fusione di entrambe. Sembra appropriato riferirsi a questo tipo di esperienza come estasi vulcanica in contrasto all’estasi oceanica dell’unione cosmica. Come matrice della memoria, la MPB III è legata alle esperienze che abbracciano intensa sensualità ed elementi sessuali, fino a selvagge, spericolate ed eccitanti avventure, così come rilasci scatologici. Ricordi di abuso sessuale, orge e stupri violenti, sono anche registrati in questo contesto. Riguardo le zone erogene freudiane, questa matrice è legata a quelle attività che portano improvviso sollievo e rilassamento dopo un prolungato periodo di tensione. A livello orale è l’atto di masticare e di deglutire cibo (o viceversa, di vomitare); a livello anale ed uretrale, il processo della defecazione e della minzione; a livello genitale, il meccanismo dell’orgasmo sessuale, e le sensazioni della partoriente nella seconda fase del parto. Matrice perinatale IV (separazione dalla Madre) Questa matrice perinatale sembra significativamente legata alla terza fase clinica del parto. In questa fase finale, il processo agonizzante della intensa lotta culmina; la spinta attraverso il canale di nascita è completata e l’estrema intensificazione della tensione e della sofferenza, sono seguiti da un repentino sollievo e rilassamento. Dopo che il cordone ombelicale è tagliato il sangue cessa di fluire attraverso i suoi vasi, ed il bambino deve sviluppare il proprio apparato respiratorio, digerente e di eliminazione. La 117 separazione fisica dalla madre è stata completata ed il neonato comincia la propria esistenza come individuo anatomicamente indipendente. Come nel caso delle precedenti matrici, alcune delle esperienze appartenenti a questa, sembrano rappresentare una realistica riattivazione degli eventi biologici, così come degli interventi ostetrici. La controparte simbolica di questa fase finale del parto è l’esperienza di morte-rinascita; rappresenta il termine e la risoluzione della lotta morte-rinascita. L’agonia fisica ed emotiva culmina in una sensazione di assoluto e totale annichilimento su tutti i livelli immaginabili. Abbraccia un abissale senso di distruzione fisica, catastrofe emotiva, sconfitta intellettuale, il fallimento morale finale, e la dannazione assoluta di proporzioni trascendentali. Questa esperienza è di solito descritta come morte dell’ego; sembra comportare una istantanea e spietata distruzione di tutti i precedenti punti di riferimento nella vita dell’individuo. Dopo che il soggetto ha sperimentato il totale annichilimento e “toccato il fondo cosmico”, è attraversato dalle visioni di un bianco brillante o di una luce dorata. Il claustrofobico ed opprimente mondo della lotta per la nascita, improvvisamente si apre ed espande dentro l’infinito. L’atmosfera generale è di liberazione, salvazione, redenzione, amore, e perdono. Il soggetto si sente alleggerito, liberato e purificato, e racconta di aver eliminato, di essersi sbarazzato, di una incredibile quantità di “ immondizia” personale, colpa, aggressione, ed angoscia. Questo è tipicamente associato con sentimenti di fratellanza verso tutti ed un apprezzamento delle relazioni umane, amicizia ed amore. Le irrazionali ed esagerate ambizioni, così come il desiderio ardente per il denaro, la posizione sociale, la fama , il prestigio ed il potere, appaiono in questo stato infantili, irrilevanti ed assurdi. C’è spesso una forte inclinazione a condividere e prender parte ad attività benefiche e caritatevoli. L’universo è percepito indescrivibilmente bello e radiante. Tutte le porte della percezione sembrano essere totalmente aperte e la sensibilità e l’apprezzamento degli stimoli esterni è enormemente aumentato. L’individuo sintonizzato in questa area d’esperienza, di solito scopre dentro di sé valori genuinamente positivi, come senso 118 di giustizia, apprezzamento della bellezza, sentimenti d’amore, rispetto di sé e degli altri. Questi valori, così come le motivazioni a perseguirli e a vivere in armonia con essi, appaiono – a questo livello – appartenere alla natura umana 4. Non possono essere spiegati in modo soddisfacente nei termini di compensazione, formazione-reattiva, o di sublimazione delle primitive pulsioni istintuali. L’individuo le sperimenta come parti integrali e genuine dell’ordine universale. Il simbolismo associato con l’esperienza di morte e rinascita può essere descritto da molti differenti orizzonti culturali. L’elemento della morte dell’ego può essere collegato con le visioni di varie divinità distruttive, come Moloch, Shiva il distruttore, Huitzilopochtli, e la terribile dea Kali e Coatlicue, o sperimentate in una totale identificazione con la morte di Cristo, Osiris, Adone, o Dioniso. Il simbolismo tipico del momento della rinascita include visioni straordinarie di fonti radiose di luce, sperimentate come divini, celestiali spazi cosmici, apparizioni di magnifici arcobaleni, o disegni di stilizzate piume di pavone. Il più delle volte sono immagini non raffigurative di Dio, come esemplificato dal Tao, Atman-Brahman, Allah, o il Sole Cosmico. Occasionalmente i soggetti possono vedere immagini personificate e raffigurazioni tradizionali di Dio e delle varie divinità della specifiche religioni. In tal modo, Dio può apparire nella forma cristiana come archetipo di un saggio anziano seduto su un trono circondato da cherubini e serafini in uno splendore radioso. È anche piuttosto comune, in questo contesto, l’esperienza di unione con la Grande Madre, come la Divina Iside degli Egiziani, Cibele, o la vergine Maria. Unendosi con gli dei greci sul Monte Olimpo a bere nettare e gustare ambrosia, entrare nel Valhalla germanico, o raggiungere i campi Elisi sono alcune delle addizionali alternative simboliche per l’esperienza della rinascita. Altre visioni includono valli gigantesche con colonne sfarzosamente decorate, statue meravigliose e lampadari di cristallo, o scenari naturali – un cielo ricolmo di stelle, montagne imponenti, valli deliziose , campi in fiore, o limpidi laghi ed oceani. Per quanto riguarda la memoria, la MPB IV rappresenta una matrice per la registrazione dei ricordi di tutte le successive situazioni che coinvolgono un maggior successo personale e la 119 fine di condizioni di prolungato e grave pericolo, come fine di guerre o rivoluzioni, sopravvivenza ad incidenti, o riprendersi da gravi malattie. Per quanto concerne le zone erogene freu- diane, la MPB IV è associata in tutti i livelli dello sviluppo libidinale con la condizione di soddisfazione successiva ad una attività che riduce o scarica tensione (deglutire del cibo, liberarsi dal vomito, defecazione, minzione, orgasmo sessuale e parto). Le matrici perinatali di base hanno una funzione, a livello perinatale, che è comparabile con quella che i sistemi COEX svolgono nella sfera psicodinamica. I fenomeni che avvengono in sedute psichedeliche, possono essere compresi come il risultato di manifestazioni ed integrazioni del contenuto delle matrici perinatali negative (MPB II e III), in collegamento con quelle positive (MPB I e MPB IV). Quando una matrice perinatale domina il campo d’esperienza, il suo contenuto determina non solo le reazioni emotive del soggetto, i processi del pensiero e le manifestazioni fisiche, ma anche la sua percezione del contesto fisico ed interpersonale. L’egemonia della MPB I fornisce uno stampo totalmente positivo che consente al soggetto di vedere il mondo come radioso, bello, sicuro, nutriente ed essenzialmente come una manifestazione del divino. La transizione dalla MBP I alla MBP II (inabissamento cosmico) introduce l’elemento di una insidiosa minaccia. Il mondo ed i suoi componenti sembrano stringersi sul soggetto e sembrano rappresentare un pericolo grave per la sua sicurezza, sanità mentale e vita. Il soggetto teme una trappola e potrebbe fare un tentativo di fuga dalla stanza del trattamento, non riconoscendo che la trappola è dentro di lui. Sensazioni di panico e paranoia sono tipicamente presenti in questo stato. In termini di stampo d’esperienza, la MPB II è l’esatto opposto della MPB I. Il mondo è visto come un luogo disperato di sofferenza diabolica, assurda e senza senso. Può apparire anche vuoto, come di cartone o assumere il carattere bizzarro e grottesco di una parata circense. L’influenza della MPB III dipinge il mondo con la qualità di un pericoloso campo di battaglia, dove bisogna rimanere in guardia e combattere duramente per difendere la propria vita. La componente sessuale, sadomasochista e scatologica di questa matrice, può anche trova120 re la sua espressione nel modellare la percezione del mondo. La MPB IV dà al mondo un tocco di freschezza, originalità, purezza e gioia, associati con un senso di trionfo. Le descrizioni precedenti riflettono solo le caratteristiche più generali delle matrici perinatali nella loro funzione di sistemi regolanti; le esperienze individuali che avvengono all’interno di questo contesto rappresentano manifestazioni del loro contenuto specifico come descritto all’inizio. Come i sistemi COEX, le matrici perinatali mostrano una complicata reciproca interrelazione con gli elementi dell’ambiente. Dopo una seduta con LSD scarsamente risolutiva, l’influenza dinamica della matrice negativa attivata può continuare nella vita quotidiana del soggetto per un periodo di tempo indefinito. Dopo una seduta di natura perinatale con un buon risultato integrativo, il soggetto può essere sotto la prolungata influenza della matrice positiva che ha dominato il campo d’esperienza al momento in cui l’effetto della droga stava svanendo. Viceversa, influenze esterne che coinvolgono elementi caratteristici delle matrici peri- natali, possono facilitare specifiche esperienze legate al processo di morte-rinascita. ESPERIENZE TRANSPERSONALI Il denominatore comune di questo ramificato gruppo di fenomeni, è la sensazione del soggetto che la sua coscienza si sia espansa oltre gli usuali confini dell’ego ed abbia trasceso le categorie di tempo e spazio. Nel normale o abituale stato di coscienza, percepiamo noi stessi come esistenti dentro i confini del corpo fisico e la nostra percezione dell’ambiente è ristretta allo spazio colto attraverso la percezione esterna. Sia la nostra percezione interna che la percezione del mondo esterno, sono limitate dalle usuali categorie di tempo e spazio. Sotto condizioni ordinarie sperimentiamo vividamente solo la nostra presente situazione e l’ambiente circostante; richiamiamo, ricordiamo eventi passati ed anticipiamo, ipotizziamo il futuro o lo immaginiamo. 121 Nelle esperienze transpersonali, così come avvengono nelle sedute psichedeliche o in contesti in cui non si impiegano sostanze, una o più limitazioni sembrano essere trascese. Molte esperienze appartenenti a questa categoria sono interpretate dai soggetti come regressioni nel tempo storico ed esplorazioni del loro passato biologico e spirituale. Non è raro nelle sedute psichedeliche sperimentare episodi piuttosto concreti e realistici identificati come ricordi fetali ed embrionali. Molti soggetti raccontano sequenze vivide a livello di consapevolezza cellulare che sembrano riflettere la loro esistenza nella forma di spermatozoo o ovulo al momento del concepimento. Qualche volta la regressione sembra andare ancora oltre e l’individuo ha sensazioni convincenti di rivivere ricordi delle vite dei suoi antenati, o che conducono all’inconscio razziale e collettivo. Occasio- nalmente, i soggetti riferiscono esperienze nelle quali si identificano con vari animali ancestrali nella scala evolutiva o hanno una distinta sensazione di rivivere episodi dalle loro esistenze nelle precedenti incarnazioni. Altri fenomeni transpersonali includono la trascendenza delle barriere spaziali. Ad esse appartengono le esperienze di unirsi con un’altra persona in uno stato di unità duale o identificandosi completamente con lui o lei; sintonizzandosi nella consapevolezza di un intero gruppo di persone o espandendo la propria coscienza a tal punto che sembra racchiudere tutta l’umanità. In un modo simile, si possono trascendere i limiti dell’esperienza specificamente umana e sintonizzarsi con ciò che sembra essere la coscienza di animali, piante, o anche oggetti inanimati. All’estremo, è possibile aver esperienza della consapevolezza di tutto il creato, del nostro pianeta, dell’interno universo materiale. Un altro fenomeno legato alla trascendenza delle normali limitazioni spaziali è la coscienza di alcune parti del corpo come vari organi, tessuti, o singole cellule. Una categoria importante di esperienze transpersonali riguardanti la trascendenza del tempo e/o dello spazio sono i vari fenomeni ESP, come esperienze fuori dal corpo, telepatia, premonizione, chiaroveggenza e clairaudienza e viaggi spazio-temporali. In un gran numero di esperienze transpersonali, l’estensione 122 della coscienza sembra superare il mondo fenomenico ed il continuum spazio-temporale come lo percepiamo nella vita quotidiana. Esempi piuttosto comuni sono le esperienze di incontri con spiriti di defunti o entità spirituali sovraumane. I soggetti (sottoposti ad LSD) riferiscono anche numerose visioni di forme archetipiche, singole divinità e demoni e complesse sequenze mitologiche. Una comprensione intuitiva dei simboli universali, o il risveglio della Kundalini e l’attivazione dei diversi chakra, sono altri esempi di questa categoria. Nella forma estrema, la coscienza individuale sembra abbracciare la totalità dell’esistenza ed identificarsi con la Mente Universale. L’esperienza finale sembra essere la sperimentazione del Vuoto Sovracosmico e Metacosmico, la misteriosa vacuità originaria ed il Nulla conscio di se stesso e contenente tutta l’esistenza in forma germinale. Sebbene abbiamo discusso delle esperienze transpersonali nel contesto delle variabili extra-farmacologiche legate alla personalità del soggetto, un tale approccio presenta serie difficoltà. Da una parte, i fenomeni transpersonali si verificano sullo stesso continuum come le esperienze psicodinamiche e perinatali nel processo di profonda auto-esplorazione del soggetto e scandagliando il suo inconscio. D’altra parte, dal punto di vista del presente quadro concettuale, le loro fonti di frequente appaiono essere fuori dal contesto dell’individuo – nella preistoria, futuro, luoghi remoti, o altre dimensioni dell’esistenza. Il livello psicodinamico deriva dalla storia individuale ed è chiaramente di origine biografica. Le esperienze perinatali sembrano rappresentare una frontiera tra il personale ed il transindividuale, come è mostrato dalla loro profonda associazione con la nascita biologica e morte. La sfera transpersonale, quindi, riflette la connessione tra l’individuo ed il cosmo attraverso canali che sembrano al momento oltre la nostra comprensione. Tutto ciò che possiamo dire al riguardo, è che – in qualche punto nel processo perinatale – sembra avvenire un salto qualitativo, mediante il quale questo processo di esplorazione dell’inconscio individuale diventa una avventura nell’universo in generale ed abbraccia ciò che al meglio può essere descritto come mente superconscia. La conoscenza intima della sfera transpersonale è essenziale 123 non solo per la comprensione del processo psichedelico, ma per qualsiasi serio approccio a certi fenomeni come lo sciamanismo, la religione, il misticismo, i riti di passaggio, la mitologia, la parapsicologia, e la schizofrenia. Le esperienze transpersonali nelle sedute con LSD, così come in stati non indotti da sostanze, si presentano in gruppi tematici. Ad esempio, le esperienze embrionali sono associate con le memorie filogenetiche e con immagini di beate o adirate divinità, in base alla natura dell’esperienza intrauterina. Comunque, la loro struttura è più elusiva e non consente di parlare di sistemi dinamici di regolazione e di matrici come nel caso del materiale psicodinamico e perinatale. Nel processo transpersonale i principî cardine che consentirebbero l’organizzazione e la classificazione, come i concetti di tempo lineare, spazio tridimensionale, materia, causalità, ed infine della forma stessa, sono progressivamente messi in dubbio, scalzati e trascesi. Le esperienze transpersonali tendono ad influenzare la percezione di se stessi, delle persone presenti nella stanza e la percezione dell’ambiente fisico. Tutti questi elementi possono trasformarsi per adattarsi al contenuto del tema emergente, sia esso una memoria ancestrale o filogenetica, elementi dell’inconscio razziale e collettivo, strutture archetipiche, o modelli karmici. Un’esperienza transpersonale potente che non ha avuto completamento in una seduta psichedelica, come la manifestazione di un importante archetipo o il rivivere di memorie di una passata incarnazione, può continuare ad influenzare il soggetto per un lungo periodo di tempo dopo che l’effetto della sostanza è terminato. PERSONALITÀ DEL TERAPEUTA O DELLA GUIDA Osservazioni fatte durante la ricerca clinica con LSD indicano che le personalità del terapeuta, dei suoi assistenti, o di qualsiasi persona presente, sono fattori di enorme importanza nello strutturare il contenuto e l’esito delle sessioni psichedeliche. Probabilmente l’elemento più importante nelle sessioni con 124 LSD, è il senso di sicurezza e fiducia da parte dello sperimentante. Questo dipende dalla presenza o assenza della guida, dalle sue personali caratteristiche, e dalla natura della relazione tra il soggetto e questa persona. Per il buon esito della seduta con LSD è necessario che il soggetto lasci andare le sue usuali difese e si abbandoni al processo psichedelico. Ciò di solito richiede la possibilità di affidare il contatto con la realtà e tutte le decisioni sulle questioni pratiche ad un fidato accompagnatore. La persona che prende una sostanza psichedelica da solo, non può abbandonare completamente il controllo nei momenti cruciali dell’esperienza, perché una sua parte deve continuare a svolgere il ruolo di controllo orientato verso la realtà. Comunque, l’abbandono totale è essenziale per completare l’esperienza della morte dell’ego, uno dei nodi cruciale nel processo con LSD. Alcuni problemi che hanno origine nelle relazioni interpersonali – come difficoltà con la fiducia di base – non possono essere superati in modo soddisfacente senza una esperienza di relazione che svolga il ruolo di correzione. Ho osservato ripetutamente nelle prime fasi del lavoro terapeutico con LSD 5, quando il ruolo della guida non era stato sufficientemente compreso, che i pazienti non erano in grado di superare certi impasse, blocchi ricorrenti, fino a ché il terapeuta non promettesse di rimanere per l’intero corso dell’esperienza. Se le sedute psichedeliche sono condotte con scopi terapeutici, l’importanza del terapeuta per il paziente ha due distinte componenti. La prima è basata sulla realtà della situazione attuale di vita del paziente, e riflette il fatto che il terapeuta è una persona che presta soccorso, aiuto circa i deficitari, invalidanti sintomi emotivi e le difficoltà del vivere. L’investimento di tempo e di energia, così come di risorse finanziare necessarie per il trattamento, accentuano ulteriormente l’intensità del coinvolgi- mento emotivo del paziente. La seconda componente della relazione terapeutica è il processo di transfert. Nella terapia con LSD questo elemento è generalmente molto più potente che nella psicoterapia convenzionale, e tende ad aumentare con il numero di sedute con LSD fino alla sua risoluzione. Si basa sul fatto che i pazienti, nel corso dell’interazione psicoterapeutica di lungo 125 periodo nelle sedute e fuori di esse, proiettano sul terapeuta una varietà di forti attitudini emotive derivate da importanti figure nella loro vita passata e presente, specialmente stretti membri della cerchia familiare. Sebbene ci siano delle tecniche che possono minimizzare i problemi di transfert durante gli intervalli liberi tra le sedute psichedeliche, questo elemento gioca un ruolo importante al momento dell’azione della sostanza. Non è raro che le azioni del terapeuta abbiano una influenza molto marcata sul contenuto e lo sviluppo delle sedute. In certi momenti dell’esperienza psichedelica, i soggetti possono mostrare inusuali, forti reazioni, all’uscita o all’ingresso del terapeuta nella stanza, offrendo o rifiutando il contatto fisico, o manifestando vistosamente indifferenza o altri commenti. Occasionalmente, anche certi fenomeni come i colori delle illusioni ottiche e visioni, o intensi sintomi fisici come una grave nausea o vomito, soffocamento, sofferenze atroce e difficoltà cardiache, possono cambiare in modo sensazionale come risultato del comportamento, intervento, o delle interpretazioni del terapeuta. L’importanza del terapeuta aumenta considerevolmente se l’LSD è somministrato dopo un lungo periodo di sistematica ed intensiva psicoterapia o se la sostanza è data ripetutamente all’interno della cornice di una serie psicolitica. In questo caso, non è raro che i fenomeni di transfert svolgano un ruolo dominante nel contenuto manifesto di una intera seduta 6. Il livello di interesse umano e professionale del terapeuta, la sua esperienza clinica ed abilità terapeutica, la sua fiducia in se stesso, libertà da ansia, le sue condizioni fisiche e mentali, sono fattori molto importanti per la riuscita della terapia con LSD. È necessario che, prima della somministrazione dell’LSD, il terapeuta esamini le proprie motivazione ed inclinazioni verso il soggetto, stabilisca una buona alleanza terapeutica, e chiarifichi la situazione di transfert e controtransfert. Il terapeuta non dovrebbe mai presentare l’LSD come una procedura impressionante e “magica” al paziente che sta stagnando in psicoterapia, solo perché non può tollerare l’atmosfera di fallimento, insicurezza, o impotenza. Un altro approccio criticabile è di somministrare la sostanza ad un paziente che è stato trascurato per un lungo periodo per 126 ragioni personali od oggettive, in modo da compensare queste circostanze. Forse la più pericolosa motivazione ad utilizzare l’LSD è il bisogno di dimostrare potere ed autorità ad un paziente problematico che sta scuotendo il senso di sicurezza del terapeuta. Tutti questi ed altri problemi, se non appropriatamente analizzati, possono facilmente contaminare le sedute con LSD, specialmente se accade che ripetano esperienze traumatiche del passato del paziente. La chiarezza nella relazione tra il terapeuta ed il soggetto è un prerequisito necessario per il buon esito dello sviluppo della terapia. Come abbiamo menzionato all’inizio, l’LSD può al meglio essere definito come un amplificatore dei processi mentali. Attivando gli elementi intrapsichici nel soggetto, esso amplifica anche la situazione interpersonale tra lui/lei e le altre persone presenti nella seduta. Questo rende possibile vedere gli aspetti del transfert della relazione in modo chiaro e così esaminare anche la natura disadattata degli schemi interpersonali del paziente. Se la situazione tra il terapeuta ed il paziente è chiara ed aperta, ciò diventa una grande opportunità per il miglioramento terapeutico. Comunque, se ci sono incomprensioni manifeste o latenti, conflitti e distorsioni nella relazione terapeutica prima della seduta, possono essere amplificate dall’effetto della sostanza a tal punto che possono diventare una seria impasse e mettere addirittura in pericolo il processo di cura, di trattamento. È importante quindi che la guida sia consapevole dei propri schemi interpersonali ed intrapsichici, così che non interferiscano con il processo psichedelico. Tutti i fenomeni nelle sedute con LSD che coinvolgono il soggetto, le guide, e la loro mutua relazione, sono il risultato di una complicata interazione tra le peculiari caratteristiche della personalità di entrambi. La percentuale dei singoli contributi varia da situazione a situazione e da seduta a seduta. Comunque, dato che i processi mentali del soggetto sono potentemente amplificati dall’LSD, essi solitamente svolgono un ruolo molto più importante nel determinare il contenuto e la natura di tali interazioni a meno che problemi gravi di controtransfert non coinvolgano la guida. 127 Il livello di distorsione transferale sembra essere legato al dosaggio e alla natura del materiale inconscio che sta emergendo nella seduta. Nei periodi in cui il soggetto è sotto l’influenza della sostanza ma non è impegnato con qualche difficile materiale emotivo, può mostrare una insolita profondità e chiarezza di percezione. L’abilità per la comprensione intuitiva ed empatica degli altri, può essere acutizzata ed approfondita ad un livello sbalorditivo. In alcuni casi, i soggetti possono fare accurate ‘letture’ delle guide anche mentre stanno fronteggiando problemi emotivi di vario livello. Questo accade quando la natura dei problemi che stanno affrontando è simile o identica con le aree problematiche del terapeuta. L’esplorazione di certe strutture inconsce dentro una persona, può condurre alla comprensione intuitiva dei corrispondenti elementi negli altri. In queste situazioni, le personalità delle guide, i loro processi di pensiero, reazioni emotive, inclinazione e schemi di comportamento, diventano particolarmente importanti. Abbiamo ripetu- tamente osservato che i soggetti sotto LSD sono capaci di sintonizzarsi con gli intimi sentimenti dei terapeuti con grande accuratezza. Sono in grado di dire quando il terapeuta è concentrato, dedito alla seduta e soddisfatto del suo sviluppo, o viceversa, quando è distratto da problemi personali e professionali, annoiato, stanco, insoddisfatto per il corso della seduta, o preoccupato dal suo sfavorevole sviluppo. Questo è abbastanza comprensibile in quei casi dove il soggetto può vedere le espressioni facciali del terapeuta. Si può pensare che l’effetto della sostanza sensibilizzi il paziente verso tracce subliminali al punto che queste possano fornire informazioni adeguate e un sufficiente feedback per un attenta lettura. Ciò poteva accadere laddove i fenomeni coinvolti erano così sottili che sotto le condizioni della psicoterapia convenzionale sarebbero sfuggiti alla attenzione conscia del paziente. Comunque in alcuni casi i soggetti avevano gli occhi chiusi o coperti da mascherine; in altri, i loro occhi erano aperti ma non erano di fronte al terapeuta. Va aggiunto che il giudizio del soggetto e del terapeuta su cosa costituisca una “buona” e produttiva seduta non necessariamente coincide, specialmente in avvio di trattamento. Perciò non 128 è possibile per il soggetto sotto LSD intuire le sensazioni del terapeuta sulla seduta automaticamente sulla base della propria valutazione. In alcuni casi, l’abilità dei soggetti nel “leggere” il terapeuta, era veramente sorprendente e sembrava lambire un autentica percezione extrasensoriale. Alcuni pazienti intuivano non solo il tono emotivo del terapeuta, ma anche il contenuto specifico dei suoi processi di pensiero, o si sentivano connessi con i suoi ricordi e descrivevano accuratamente certe concrete circostanze e remoti o recenti eventi della sua vita. Percezioni accurate sono frequenti in sedute a basso-dosaggio, nelle quali la quantità di LSD non è sufficiente ad attivare importante materiale emotivo. In sedute ad alto dosaggio ciò avviene, generalmente, all’inizio, prima che il campo d’esperienza del soggetto sia occupato dai contenuti inconsci emergenti; oppure più tardi, dopo che difficili aspetti dell’esperienza siano stati penetrati e risolti. Comunque, questa non è una regola e ci sono significative eccezioni; episodi di insolita chiarezza occasionalmente si verificano con qualsiasi dosaggio ed in qualsiasi momento della seduta. Sembrano essere associati con la natura dell’esperienza o ad un particolare stato mentale, piuttosto che ad un momento specifico dell’azione della sostanza. Quando i soggetti sotto LSD sono profondamente impegnati nei loro problemi, la maggior parte delle percezioni, pensieri, sentimenti ed anticipazioni riguardanti il terapeuta, hanno scarsa corrispondenza con la realtà. Si tratta, per lo più, di proiezioni, riflettenti le proprie emozioni, inclinazioni istintive, e funzioni del superego. In sedute ad alto dosaggio una buona relazione terapeutica è importante. Deve, però, essere chiaro che anche una ideale situazione interpersonale non può evitare il manifestarsi di distorsioni vistose sotto l’influenza della sostanza. Comunque, se c’è una alleanza terapeutica, fuori dal contesto della seduta, le distorsioni indotte dalla sostanza diventano una importante opportunità per imparare e per esperienze emotive correttive, piuttosto che un pericolo per il processo psichedelico. Una buona relazione terapeutica aiuta il paziente ad abbassare le difese psicologiche, ad abbandonarsi all’esperienza, e a sopportare i momenti difficili delle sedute, nei quali si presentano intense 129 sofferenze fisiche ed emotive e marcata confusione. La buona relazione terapeutica è essenziale per lavorare sulle crisi della fiducia di base, che costituiscono uno degli snodi critici nella terapia psichedelica. Se il terapeuta non interferisce con un forte controtransfert, le esperienze del soggetto sotto LSD riguardanti la situazione terapeutica, riflettono la natura del materiale inconscio emergente. Esistono molte differenti forme e gradi di distorsione proiettiva nella relazione terapeutica. La più superficiale è fantasticare o visualizzare il terapeuta e fargli assumere certe specifiche opinioni ed atteggiamenti. Se questo accade in un momento in cui il soggetto ha il contatto visivo con il terapeuta, può prendere la forma di vere e proprie trasformazioni illusorie dell’espressione facciale. Così il paziente può vedere il terapeuta ridere sotto i baffi, sorridere o sghignazzare, o esprimere condiscendenza, ironia e derisione. Potrà trovare chiare indicazioni di interesse sessuale o anche eccitamento nel volto del terapeuta o segni di seduzione nei suoi gesti. Il terapeuta può apparire critico, arrabbiato, pieno d’odio e aggressivo, o emanare compassione, comprensione ed amore. La sua faccia sembra mostrare incertezza, interesse, paura, o sentimenti di colpa. La natura di queste trasformazioni riflette la varietà di sensazioni ed inclinazioni che il soggetto proietta sul terapeuta. Abbastanza di frequente, le proiezioni assumono una forma molto più elaborata ed intricata: il volto, il corpo e l’abbigliamento del terapeuta vengono stravolti. Qualche volta il significato simbolico di tali cambiamenti è immediatamente chiaro ed ovvio; altre volte la loro comprensione richiede un sistematico ed attento lavoro analitico. In queste trasformazioni simboliche si riflettono i problemi del paziente. Le più comuni sono quelle immagini che rappresentano proiezioni delle tendenze istintive di natura sessuale o aggressiva del soggetto. Così il terapeuta può essere illusoriamente trasformato in figure rappresentanti violenza, crudeltà e sadismo. Ad esse appartengono, per esempio, rappresentazioni di professioni come macellaio, boxer, boia, mercenario, o inquisitore; infauste figure storiche come Genghis Khan, l’imperatore Nerone, il conte Dracula, Hitler o Stalin; ed un intera galleria di assassini, 130 sicari, ladri, membri delle SS e della Gestapo, commissari comunisti, selvaggi cacciatori di teste, ed altri. Personaggi famosi dei film dell’orrore che spesso compaiono in questo contesto, prendono le sembianze di Frankenstein, la creatura della laguna nera, Dracula, King Kong, e Godzilla. Un’altra manifestazione dell’aggressività del soggetto è la trasformazione simbolica del terapeuta in un predatore a sangue caldo – aquila, leone, tigre, pantera nera, giaguaro, squalo o tirannosauro. Un significato simile può essere associato con la trasformazione del terapeuta in uno dei tradizionali avversari di tali animali – un gladiatore, un cacciatore, ed un domatore di bestie feroci. Immagini archetipiche simbolizzanti aggressione sono ugualmente comuni: spaziano da maghi neri, streghe maligne e vampiri, fino a diavoli, demoni, divinità distruttive. Un soggetto sintonizzato su temi aggressivi nel proprio inconscio può vedere la stanza del trattamento trasformata nello studio del dottor Caligaris, in una segreta, in camera delle torture, in una baracca di un campo di concentramento o in una cella della morte. Oggetti innocenti nelle mani del terapeuta, come una matita, una penna stilografica, o un foglio di carta, si trasformano in pugnali, accette, seghe, pistole ed altri strumenti criminali. Allo stesso modo, le inclinazioni sessuali possono essere manifestate nella forma di proiezioni simboliche. Il terapeuta è percepito come il tenutario di un harem orientale, come un lascivo libertino, come una prostituta, magnaccia di periferia, uno swinger metropolitano, o un frivolo e promiscuo pittore bohemien. Don Giovanni, Rasputin, Poppea, Casanova e Hugh Hefner, erano alcune delle proiezioni osservate in questo contesto. Immagini che esprimono attrazione sessuale senza una sottolineatura peggiorativa, spaziano dalle famose star dei film a leggendari amanti romantici fino alle divinità dell’amore. In sedute con LSD personificazioni di divinità dei principî maschile e femminile come le diadi Apollo-Afrodite o Shiva-Shakti si verificano di frequente, ed immagini di sacerdoti o sacerdotesse dei vari culti dell’amore, riti di fertilità, o venerazione del fallo, o rituali tribali riguardanti la sessualità sono altrettanto comuni. In diverse occasioni, la trasformazione del volto del terapeuta 131 nel “volto leonino” di un lebbroso o nella faccia deformata di un sifilitico, può essere decifrata come una proiezione di desideri sessuali combinati con la minaccia di una punizione. Un’altra categoria tipica di trasformazioni illusorie include le proiezione del Superego del soggetto. Il terapeuta è di frequente percepito sotto la forma di vari personaggi che valutano, giudicano, o criticano. Queste possono essere figure parentali, insegnanti e anche autorità: preti, giudici e membri di una giuria, varie personificazioni archetipche della Giustizia, ed anche Dio o il Diavolo. . Tre rappresentazioni di trasformazione illusoria del terapeuta. Egli appare come un mercante arabo che ha a che fare con pericolose droghe (sopra a sinistra); un selvaggio e primitivo nativo africano (in basso a sinistra); e come un saggio Indiano che emana una perenne saggezza (sopra a destra). Ciascuna immagine rifletteva la natura ed il contenuto dell’esperienza psichedelica del paziente in quel particolare momento. 132 Trasformazioni illusorie del terapeuta. Qui egli diventa un mostro sadico che adora infliggere sofferenze al paziente. La figura angelica sulla sinistra rappresenta la consapevolezza del paziente che le torture infine condurranno ad una apertura spirituale. Il castello sulla destra riflette la sua vaga consapevolezza di una scena medievale di tortura che sentiva come una memoria karmica. L’esperienza si verificò durante una sessione caratterizzata dalla transizione dalla MPB III alla MPB IV. Altre visioni sembrano riflettere la parte del Superego del soggetto che rappresenta l’Io ideale. Il terapeuta è allora percepito come perfetto, una persona dotata di tutte le virtù, che ha raggiunto ciò che il paziente ha sempre desiderato – bellezza fisica, integrità morale, intelligenza superiore, stabilità emotiva e una vita equilibrata. Una tipica trasformazione riflette il forte bisogno di amore incondizionato e di attenzione assoluta del soggetto, così come l’irritazione a non avere il possesso esclusivo ed il controllo del terapeuta. Questa è una caratteristica delle sedute psicodinamiche che coinvolgono una profonda regressione alla prima infanzia ed intensi bisogni anaclitici. Molti pazienti trovano difficile accettare il fatto che devono dividere il terapeuta con altri pazienti, che il terapeuta abbia una vita privata, o che la cornice terapeutica pone alcuni chiari limiti all’intimità. Molti pazienti si sentono trattati con freddezza professionale e con oggettività scientifica, o come cavie da esperimento. Anche se il contatto fisico è usato nelle sedute, un cliente sensibile in questa area può sperimentarlo come una tecnica terapeutica o 133 uno stratagemma professionale piuttosto che come espressione autentica di affetto umano. La curiosità del terapeuta riguardante la storia del paziente o le dinamiche dei suoi problemi, può essere in questo contesto derisa mediante un cambiamento illusorio del terapeuta in Sherlock Holmes, Hercule Poirot, Leon Clifton, o solo una caricatura di un detective con una grande pipa, occhiali, e una lente di ingrandimento. Il suo approccio professionale, oggettivo e scientifico al paziente può essere reso caricaturale mediante la trasformazione illusoria in un barbagianni dotto, dall’aspetto divertente, seduto su una pila di volumi ricoperti di ragnatele. L’irritante mancanza di una adeguata risposta emotiva e la “freddezza” professionale possono essere riflessi in una illusione visiva che lo mostra nella dura protettiva divisa di un cavaliere medievale, di un astronauta, di un pompiere, o di un sommozzatore. La registrazione della seduta può irritare il paziente, anche se non solo egli ha dato il suo consenso, ma l’abbia specificatamente richiesta. Questa può essere ridicolizzata da una visione satirica del terapeuta come un burocrate filisteo, uno scolaro ambizioso e diligente, o un impiegato di provincia. Il camice bianco, un simbolo comune dello scienziato, può giocare una parte importante in questo contesto; il ruolo medico del terapeuta può essere attaccato trasformandolo nelle rappresentazioni di altre professioni che usano camici bianchi, come droghieri, barbieri, o macellai. Le trasformazioni del terapeuta nel Doctor Faust, osservate in passato, erano decifrate come allusioni alla sua raffinatezza e qualifica, alla non convenzionale natura della sua ricerca scientifica, e alle proprietà magiche della sostanza usata; in alcuni casi esse riflettevano anche il desiderio che egli segua l’esempio di Faust e baratti la scienza per il piacere mondano 7. Una interessante illustrazione, tipo cartone animato, di alcuni di questi problemi avvenne in una delle prime sedute di Agnes, che si stava sottoponendo al trattamento psicolitico per una grave nevrosi cronica. Nella fase della terapia in cui voleva disperatamente il terapeuta solo per lei ed era gelosa di tutti gli altri pazienti, sperimentò, nella seduta con LSD, una serie di immagini di un allevamento di polli, che rappresentava una satira del suo 134 trattamento con LSD. L’allevamento simboleggiava l’Istituto di Ricerca Psichiatrica dove lei si trovava in terapia ed i suoi copazienti apparivano come uova con varie crepe e difetti che si trovano nelle differenti fasi della cova. Dato che l’esperienza della nascita è un importante fase nella terapia con LSD, lo schiudersi simbolizzava la conclusione positiva del trattamento e la cura della nevrosi. Le uova-pazienti erano in competizione l’una con l’altra nell’accelerare il processo della cova, ma anche ad aggiudicarsi l’affetto del terapeuta. Quest’ultimo era rappresentato da un sistema di lampadine elettriche che provvedeva a fornire una quantità scientificamente dosata di luce e calore. La paziente era una insoddisfatto piccolo embrione di pollo che era in competizione per il calore artificiale, dato che era l’unico disponibile. In realtà , voleva essere l’unica progenie di una reale madre chioccia e non riusciva a rassegnarsi al surrogato elettrico. Trasformazione illusoria del terapeuta in la untrasformazione detective ficcanaso con una Come indicato da questo esempio, del terapeugrande pipa (“Sherlock Holmes” ). Il ta non avviene come un fenomeno isolato, ma è accompagnata paziente sta rappresentando la sua da una simultanea trasformazione autosimbolica del paziente irritazione per la curiosità ed oggete/o un cambiamento illusorio tività dell’intero ambiente. Come la del terapeuta. maggior parte dei fenomeni indotti da LSD, la trasformazione 135 della guida e dell’ambiente ha una struttura su più livelli ed è sovradeterminata. Sebbene uno specifico significato è al centro della consapevolezza, è possibile trovare un numero addizionale di funzioni per la stessa immagine. Come nel caso dei sogni, ci sono di frequente diverse interpretazioni per lo stesso fenomeno. Includono materiale da differenti livelli dell’inconscio e tendenze ed emozioni opposte possono trovare rappresentazione congiunta in una singola condensata immagine simbolica. Sebbene abbiamo così a lungo discusso manifestazioni visive, che sono le più sorprendenti, le distorsioni proiettive possono riguardare gli altri sensi, come udito, olfatto, gusto e tatto. Il contenuto concreto delle trasformazioni illusorie riflette la natura dell’esperienza con LSD ed il livello dell’inconscio che è attivato. I cambiamenti più superficiali sono di natura astratta e non sembrano avere alcun profondo significato simbolico. Il volto del terapeuta può apparire ondulante, distorto, o in cangianti colori. In alcuni casi, la sua pelle è coperta con mosaici ed intricati disegni geometrici che sembrano come tatuaggi o decorazioni aborigene. Questi cambiamenti riproducono il segnale disturbato sullo schermo del televisore che è fuori sintonia e sembrano riflettere la stimolazione chimica dell’apparato sensoriale. A livello psicodinamico, le trasformazioni illusorie riflettono i temi base dei sistemi COEX individuali caratterizzati dal contenuto specifico dello strato che è in quel momento al centro del campo d’esperienza. Il terapeuta può essere percepito come una figura genitoriale, fratello o sorella, un parente stretto, una balia, un vicino, o qualsiasi persona significativa che era attiva in importanti esperienze dell’infanzia. I dottori e gli infermieri che condussero dolorosi interventi medici, conoscenti che svolsero il ruolo di sostituti dei genitori, adulti che fisicamente o sessualmente abusarono del soggetto, e protagonisti in diversi spaventosi episodi, rientrano in questa categoria. Occasio- nalmente, il terapeuta può assumere le sembianze di animali preferiti, come un cane, coniglio o gallina, o anche di un gioco emotivamente rilevante nell’infanzia, che fungeva da surrogato di compagnia del soggetto. Qualche volta le trasformazioni proiettive non riflettono direttamente gli eventi biografici registrati in un sistema 136 COEX, ma variazioni sul suo tema centrale. Il seguente esempio da una seduta con LSD di Renata 8, una paziente che soffriva di un grave fobia del cancro, mostra come anche una insignificante trasformazione del terapeuta possa condensare materiale rilevante di differenti livelli. Quando Renata guardò il terapeuta, la luce riflessa nei suoi occhi prese le sembianze di una grande Sfinge. Le libere associazioni di Renata fecero emergere il seguente materiale: la Sfinge è una farfalla notturna che visita i fiori che emanano una fragranza inebriante, intossicante, e succhia il loro nettare. Ha una distinta impronta di un teschio umano sulla parte posteriore ed è usualmente associata nel folklore alla morte. Questo riflette un tema importante per Renata che costituiva le basi della sua fobia del cancro. Come risultato di alcune espeUnaabuso Sfinge sessuale (farfalla notturna) rienze dell’infanzia, in particolare un da partevista del nell’occhio del terapeuta. patrigno all’età di otto anni, sesso e morte erano intimamente legate nel suo inconscio. Le notti d’estate e le forti fragranze dolci, suggeriscono l’atmosfera romantica e di unione amorosa; la Sfinge che vola intorno è un presagio di morte. Alcune associazioni mostrarono la complicata, sovradeterminata, ed ingegnosa struttura alla radice di questa trasformazione. Renata aveva letto che i bruchi della Sfinge vivono sull’Atropa Belladonna o mortifera ombra della notte (deadly nightshade), che è nota per le sue proprietà psicoattive ed era usata nelle pozioni ed 137 unguenti medievali durante i Sabba. Piccole dosi di Belladonna sono allucinogene e dosi più grandi estremamente tossiche. Le proprietà allucinogene della Belladonna rappresentano un collegamento con il processo dell’LSD. Il suo nesso con le orge dei Sabba, allude agli aspetti pericolosi del sesso. La sua connessione con la morte inoltre riconduce al processo dell’LSD che ha nell’esperienza della morte un importante elemento. Renata ricordò di aver letto che i bruchi della Sfinge dormono in posizione eretta. Trovò un collegamento diretto da qui alla situazione traumatica di seduzione da parte del patrigno nella quale fu posta di fronte al suo pene. A livello più profondo il nome Sfinge la riportò alla Sfinge egiziana. Questa immagine di una femmina distruttiva – una creatura con testa umana e corpo di animale, che strangola le sue vittime – ricorre di frequente nelle sedute con LSD che hanno a che fare con l’agonia della nascita e la trascendenza. Fu a livello perinatale, nel processo di nascita biologica, che Renata trovò le più profonde radici inconsce della fusione e confusione in lei presenti, tra il sesso e la morte. Le trasformazioni del terapeuta nelle sedute con forte enfasi perinatale, hanno una qualità differente. La proiezione dipende dalla fase del processo di morte-rinascita, o dalla matrice perinatale che è attivata in quel momento. Gli elementi associati con ciascuna delle matrici, presentano caratteristiche distinte. Per la MPB I sono bellezza trascendentale, amore incondizionato, perdita dei confini, una atmosfera numinosa ed un senso di nutrimento e protezione. Il principio della MPB II comprende: profonda paura metafisica, sensazioni di minaccia e paranoia ed un senso di perdita d’autonomia. Un pieno sviluppo della MPB II è caratterizzato da una atmosfera di imprigionamento irreversibile, vittimizzazione disperata, esperienza di torture diaboliche senza fine, e perdita dell’anima. La MPB III rivela elementi di scontro titanico e cruento con caratteristiche sadomasochiste, sessuali e scatologiche. La transizione dalla MPB III alla MPB IV è sperimentata come una pressione soverchiante a cui abbandonarsi completamente ed incondizionatamente, paura abissale di annichilimento ed aspettative catastrofiche. La MPB 138 IV infine, ha la inconfondibile qualità della liberazione spirituale, abbandono dell’oscurità, salvezza ed illuminazione. Se il soggetto è sotto l’influenza di una delle matrice perinatali negative, il terapeuta può apparire nelle sembianze di qualcosa che minaccia non solo gli individui ma l’intero mondo: il capo di una pericolosa organizzazione segreta, il rappresentante di una civiltà aliena che sta provando a ridurre in schiavitù l’umanità, un importante leader nazista o comunista, uno squilibrato fanatico religioso, uno scienziato pazzo, o il Diavolo in persona. Confrontato con queste immagini, il soggetto può smarrire la consapevolezza di vivere un processo simbolico e quindi può avere una reazione paranoica vistosa. In esperienze più superficiali e meno persuasive, alcuni elementi del simbolismo perinatale possono essere proiettati sul terapeuta: può mutarsi in un mostro mitologico che minaccia di divorare il soggetto, nel Grande Inquisitore, nel comandante di un campo di concentramento, o in un malvagio sadico. Può assumere le sembianze di varie importanti figure storiche, note per la loro crudeltà, perversione sessuale, coprofilia; guerrieri, persone gravemente malate o ferite, conquistatori, sacerdoti pre-colombiani, maschere del Carnevale, o il Cristo crocifisso. La forma specifica di queste trasformazioni dipende dal livello nel quale è sperimentato il processo di morte-rinascita e dal ruolo, attivo o passivo, che il soggetto vi svolge. Quando le matrici positive dominano la seduta con LSD, le trasformazioni hanno una qualità nettamente differente. Se è vissuta la MPB IV, il terapeuta può essere percepito come un trionfante condottiero militare che celebra la vittoria su un nemico crudele, il Redentore, l’incarnazione della saggezza cosmica, un maestro che conosce i segreti della vita e della natura, una manifestazione del principio divino, o semplicemente Dio. L’attivazione della MPB I ha molti elementi in comune con la MPB IV, come la radiosità, la sacralità, e lo stato d’animo; tuttavia, questi elementi hanno la qualità di essere percepiti come eterni invece di presentarsi come una fase nel processo di transizione dalla morte alla rinascita. Il soggetto può sperimentare la perdita dei confini e sentire una simbiosi con il terapeuta, asso139 ciata con un senso di assoluta sicurezza e di totale nutrimento. Frequentemente, durante il processo di morte-rinascita, il terapeuta assume per il soggetto il ruolo della madre partoriente e può realmente essere visto così; questo può accadere con terapeuti di ambo i sessi senza riguardo alla reale identità sessuale. In queste condizioni la relazione di transfert può assumere una qualità simbiotica: è caratterizzata da una profonda ambivalenza biologicamente radicata, e la sua rilevanza è tale da apparire una questione di vita o di morte. Il terapeuta può diventare per il paziente una figura magica e potente di proporzioni cosmiche. Il paziente può avere sia la sensazione di prendere parte a questo potere sia di essere in una posizione totalmente passiva, dipendente e vulnerabile. Un fattore critico in questa situazione sembra essere la capacità del paziente di avere fiducia nel mondo e negli essere umani – cosa che riflette il suo lontano passato. La natura delle esperienze dell’infanzia fa sì che questo ruolo di totale dipendenza possa essere “recitato” o diventi la fonte di una minaccia per la vita e di una ideazione paranoica. Spesso il paziente deve attraversare una profonda crisi di fiducia per essere in grado di riconnettersi con gli aspetti nutritivi della relazione madre-bambino. Quando l’iniziale situazione simbiotica del periodo perinatale è proiettata sul terapeuta, i pazienti sotto LSD spesso perdono la capacità di discriminare chiaramente tra il terapeuta e loro stessi. Le loro percezioni, emozioni e pensieri sembrano fondersi con quelle del terapeuta. Questo può sfociare in una sensazione di essere magicamente influenzati o controllati da suggestione, ipnosi, telepatia, o anche psicocinesi. Il terapeuta appare in grado di leggere le loro menti e conoscere i loro pensieri; il contrario è anche comune, ovvero, il senso di avere accesso alla mente del terapeuta e condividere le sue sensazioni e processi di pensiero. Stando così le cose, i pazienti di frequente trovano inutile comunicare le loro esperienze verbalmente. Sentono che il terapeuta condivide e conosce l’esperienza in tutti i suoi dettagli, o che egli l’abbia precedentemente preparata e ora la controlli. In fasi critiche del processo di morte-rinascita, il terapeuta può trasformarsi nel grembo che dà o toglie la vita, e può anche essere sperimentato 140 come l’ostetrico o la levatrice al momento del parto. Questo è specialmente frequente se la tecnica di trattamento include un reale contatto fisico ed assistenza. I problemi nella relazione di transfert a livello perinatale culminano quando il paziente si avvicina al momento della morte dell’ego, che coincide con il rivivere il momento della nascita biologica. Questo implica un abbandono completo di tutte le difese, di tutti i controlli e di tutti i punti di riferimento, ed è associato con una profonda frattura nella fiducia di base. In questo stato di estrema vulnerabilità, il paziente mette in dubbio il carattere e le ragioni del terapeuta, nel mentre valuta il pericolo che corre abbandonandosi totalmente. Importanti aspetti negativi della storia del paziente emergono in una forma amplificata e sono proiettati sul terapeuta in varie forme simboliche. Inoltre, i difetti reali della personalità del terapeuta ed i problemi ed i conflitti nella relazione terapeutica, sono visti come attraverso una lente di ingrandimento. La percezione che ha il paziente del terapeuta può essere un riflesso della propria esperienza nel brutale canale di nascita, ed il processo con LSD può apparire a questo punto come uno schema diabolico per distruggere i pazienti, far loro il lavaggio del cervello, renderli schiavi per l’eternità, o rubare la loro anima. Dopo che la crisi di fiducia è stata superata ed il legame di confidenza ristabilito, i fenomeni di transfert tendono ad oscillare verso l’altro estremo. Un soggetto influenzato dalla MPB I o IV può vedere il terapeuta come la fonte ultima dell amore, sicurezza e nutrimento. Può sperimentare il terapeuta come se fosse il buon seno e il buon grembo contemporaneamente. Non sembra esserci alcun confine individuale, solo un continuo, libero flusso di pensieri, emozioni e buona energia. Il paziente lo sperimenta come il processo di allattamento, nel quale il latte sembra venire da una fonte spirituale ed avere miracolose proprietà curative. La stessa esperienza ha anche qualità embrionali: la circolazione di emozioni spirituali ed energie, sembra riprodurre lo scambio placentare tra la madre ed il bambino. Una volta che questo legame biologico, emotivo e spirituale è stabilito, il terapeuta può essere percepito non solo come la propria madre, ma anche come la buona madre in assoluto 141 – l’immagine archetipica della Grande Madre, Madre Natura, ed in definitiva come l’intero cosmo o Dio. Nelle sedute con LSD di natura transpersonale, la relazione di transfert ha una qualità completamente differente. Le trasformazioni del terapeuta non possono essere interpretate nello stesso modo come quelle a livello psicodinamico – come complicate immagini simboliche con una struttura multilivello e sovradeterminata, o come proiezioni riflettenti vari strati dei sistemi COEX. Queste trasformazioni differiscono anche dai fenomeni di transfert perinatale, che possono essere compresi come ripetizioni degli aspetti nutritivi e distruttivi della relazione simbiotica con la madre. Le proiezioni transpersonali sono fenomeni sui generis che si mostrano refrattarie ad ulteriori analisi psicologiche. Il terapeuta può assumere le sembianze di potenti immagini archetipiche, o di divinità o demoni. La trasformazione nell’Uomo Cosmico, nel Saggio, nel Grande Erma- frodita, nell’Animus o nell’Anima, Shiva, Kali, Ganesha, Zeus, Venere, Apollo, Satana, Isis, Cibele, o Coatlicue, potrebbero essere esempi di questa categoria. Ugualmente frequenti sono le trasformazioni del terapeuta in grandi maestri religiosi – Gesù, Mosè, Mohammed, Buddha, Sri Ramana Maharishi, ed altri. Quando il paziente sta sperimentando elementi dell’inconscio razziale o collettivo, il terapeuta può essere trasformato nel rappresentante di un’altra cultura e/o una persona di un’altra epoca. Un tale episodio può anche avere la “qualità di una esperienza di passate incarnazioni”. In quel caso, i pazienti sono convinti di star rivivendo ricordi dalle loro vite passate e che la presente situazione sia una replica, ripetizione o una variazione di un evento accaduto nel passato remoto. È piuttosto comune che i pazienti dicano di aver incontrato il terapeuta in precedenti incarnazioni. Occasionalmente, questo può implicare situazioni complesse a causa della diversità di cultura rivissuta. L’inclusione del terapeuta in ricordi ancestrali o filogenetici si verifica frequentemente. In questo caso il terapeuta appare trasformato nell’antenato umano o animale dello stesso o del sesso opposto. In generale, le trasformazioni proiettive del terapeuta a livello transpersonale, sono diverse rispetto a quelle di natura psicodinamica, freudiana. Le prime 142 sembrano particolarmente autentiche, genuine e convincenti: contengono informazioni corrette ed oggettivamente verificabili che vanno al di là del background educativo del soggetto e del suo livello di informazione. Diversamente dalle trasformazioni proiettive a livello psicodinamico, non possono essere decifrate ed interpretate come rappresentazioni simboliche di certi aspetti della attuale esistenza del paziente. Anche quei pazienti che con entusiasmo si adoperano ad analizzare i vari fenomeni proiettivi a livello psicodinamico rifiutano l’approccio freudiano nella sfera transpersonale in quanto superficiale, inadeguato, ed inappro- priato. L’importanza del terapeuta durante le sedute con LSD, ha conseguenze per la pratica psicoterapeutica. Il terapeuta è soggetto a pressioni emotive e deve essere attento alle insidie della situazione di transfert e controtransfert. Inoltre, l’intensificazione della relazione terapeutica va ben oltre i limiti della psicoterapia convenzionale, raggiungendo spesso un punto caricaturale. Questo rende più semplice, sia per il paziente che per il terapeuta, riconoscere e comprendere la natura transferale dei problemi coinvolti. Ad un terapeuta esperto, le dimensioni della relazione terapeutica durante le sedute psichedeliche, offrono una opportunità eccezionale per mediare potenti esperienze emotive di correzione a livelli così profondi come difficilmente vengono raggiunti nella psicoterapia convenzionale. Per essere in grado di affrontare tutte le sfide che la terapia psichedelica lancia, il terapeuta deve avere una speciale preparazione che include esperienze personali con la sostanza. Data la straordinaria natura degli stati sotto LSD e le limitazioni del nostro linguaggio nel descriverli, è impossibile per i futuri terapeuti con LSD acquisire una più profonda comprensione del processo senza una esperienza diretta, di prima mano. Documentarsi su quanto riguarda le esperienze psichedeliche, partecipare a seminari e letture, o anche assistere a sedute di altre persone, può fornire solo una conoscenza superficiale ed inadeguata. Le esperienze in prima persona offrono l’opportunità di penetrare nelle proprie aree conflittuali ai livelli omeopatici con quelli dei pazienti. Alcune delle questioni cruciali con cui un futuro terapeuta con LSD 143 deve confrontarsi rimangono inattinte nella terapia convenzionale. Paura della morte, perdita totale del controllo, e lo spettro della pazzia possono essere menzionati qui come esempi salienti. A meno che il terapeuta non si sia confrontato con successo con queste questioni, le manifestazioni dell’inconscio profondo del paziente tenderanno ad attivare le proprie aree problematiche e a scatenare difficili risposte emotive e psico- somatiche. Questo può portare a gravi problemi di transfert e controtransfert e richiede maggiore impegno del sistema di difesa e di auto-controllo. Le sedute con LSD nelle quali il terapeuta deve affrontare i suoi problemi irrisolti possono diventare un reale fardello: sono sperimentate, di solito, come reciprocamente svuotanti. Un buono terapeuta dell’LSD, ha bisogno anche di una lunga esperienza clinica. Con il crescere del numero delle sedute a cui ha partecipato, il terapeuta comincia a trovarsi più a suo agio e meno minacciato dagli insoliti fenomeni che sono comuni nella terapia psichedelica. Nella pratica quotidiana osserva un gran numero di persone coinvolte in drammatiche esperienze di morte, di divenir pazze e di sentirsi possedute da spiriti malvagi, o che affermano di aver oltrepassato il punto di non ritorno. Assistendo alla risoluzione positiva di tali stati e vedendo che gli stessi soggetti solo poche ore dopo sono raggianti e scherzano, il terapeuta gradualmente sviluppa equanimità, confidenza e tolleranza riguardo l’intero spettro dei fenomeni psichedelici. Questo atteggiamento è trasmesso ai pazienti e rende possibile per loro abbandonarsi all’esperienza, qualsiasi cosa stia emergendo nelle sedute con LSD, in modo da rintracciare le radici dei loro problemi emotivi. SET E SETTING DELLE SEDUTE In aggiunta ai fattori legati alla personalità del soggetto e del terapeuta, vi è un esteso complesso di parametri non-farmacologici indicati con set e setting. La comprensione delle reazioni all’LSD resta superficiale ed incompleta se non tiene in considerazione 144 gli elementi appartenenti a questa categoria. Il termine set include le aspettative, le motivazioni e le intenzioni del soggetto riguardo la seduta; la valutazione che il terapeuta ha sulla natura dell’esperienza con LSD; l’obiettivo concordato della procedura psichedelica; la preparazione e la programmazione della seduta; e la tecnica specifica di conduzione usata durante l’esperienza sotto sostanza. Il termine setting si riferisce all’ambiente, sia fisico che interpersonale ed alle concrete circostanze in cui la sostanza è assunta. L’IMPORTANZA DEL SET Dato che l’LSD è un amplificatore non-specifico dei processi mentali, i fenomeni sotto LSD coprono un raggio estremamente ampio, che si estende potenzialmente a tutti gli aspetti dell’esperienza e dei comportamenti umani. Per questa ragione possono esserci molti differenti set per le sedute con LSD. La controversia che circonda l’LSD potrebbe essere facilmente risolta se coloro che ne sono coinvolti riconoscessero chiaramente l’importanza dei fattori non-farmacologici. In molti casi, le discussioni che pretendono di essere sull’LSD, sono in realtà sui differenti usi della sostanza e sull’influenza del set . Humphrey Osmond, uno dei primi pionieri della ricerca sull’LSD, analizzò la situazione in una conferenza sulla psicoterapia con LSD. Sottolineò il fatto che l’LSD è uno strumento, e la modalità del suo impiego è di cruciale importanza. Per illustrare il suo punto di vista, domandò ai presenti di immaginare una situazione nella quale un gruppo di persone con differenti background e differenti punti di vista, provassero a valutare se un coltello è un oggetto pericoloso o un utile utensile. In questo contesto, un chirurgo presenterebbe statistiche di riuscite operazioni chirurgiche, un capo della polizia parlerebbe di omicidi e mutilazioni, una casalinga considererebbe il coltello in relazione al tagliare carne e vegetali, ed un artista lo immaginerebbe in connessione all’intaglio del legno. In tale situazione qualsiasi tentativo di anteporre un 145 punto di vista ad un altro è chiaramente assurdo: appare chiaro che il fattore chiave è l’uso che si fa del coltello. Nessuno considererebbe seriamente che i pericoli ed il potenziale positivo di questo strumento rappresentino una sua intrinseca proprietà. Ebbene questo è esattamente ciò che è stato fatto nel passato nelle diverse discussioni sull’LSD. Qui di seguito, riepilogheremo brevemente i più importanti set in cui l’LSD è stato somministrato, e discuteremo le loro specifiche caratteristiche. La prima cornice concettuale per la somministrazione dell’LSD, fu il cosiddetto approccio del modello psicotico. Dominò la sperimentazione negli anni immediatamente successivi alla scoperta della sostanza. Le esperienze con LSD erano viste alla luce di una connessione psicopatologica ed etichettate come “psicosi sperimentali” o “schizofrenia indotta chimicamente”. In questa fase, la sostanza era somministrata a volontari per motivi di ricerca, con lo scopo di esplorare le basi delle psicosi endogene, o dai professionisti della salute mentale per scopi didattici e di tirocinio – per spingerli in un viaggio (con biglietto di ritorno) nel mondo della schizofrenia. Un set completamente differente emerse quando divenne ovvio che le esperienze con la sostanza potevano aumentare il potenziale creativo. La sostanza acquistò popolarità tra gli artisti come fonte di ispirazione e molte centinaia di pittori, scultori, musicisti, architetti e scrittori si offrirono volontari per esperimenti con LSD. Un po’ più tardi, scienziati, filosofi e altri individui altamente creativi, divennero i soggetti preferiti per le sedute con LSD. Ciò era basato sull’osservazione che gli stati non ordinari di coscienza indotti da LSD, possono generare importanti intuizione, facilitare la risoluzione di problemi, e condurre a valide intuizioni o inaspettate rielaborazioni degli studi pregressi. Un altro importante set fu sviluppato dopo che gli sperimentatori ebbero ripetutamente osservato che l’esperienza con la sostanza poteva prendere la forma di una profonda esperienza religiosa o mistica. Alcuni ricercatori interessati nell’esplorazione di questo “istantaneo” o “chimico misticismo” provarono a creare le strutture e le circostanze in grado di facilitare l’insorgenza dei fenomeni spirituali. Differenti set furono impiegati nelle sedute 146 che esploravano il potenziale terapeutico dell’LSD per pazienti psichiatrici e malati terminali. Vari metodi di terapia con LSD sono stati descritti nel primo capitolo e saranno solo brevemente riassunti qui. In alcuni di questi studi, l’LSD fu somministrato regolarmente, come qualsiasi altro agente farmacologico, senza tener conto delle sue peculiari proprietà psichedeliche. Questo modello strettamente medico fu applicato in approcci che usavano l’LSD come antidepressivo, per le abreazioni, o come agente attivante. In altri, l’LSD era considerato un catalizzatore dei processi mentali ed un coadiuvo per la psicoterapia; la terapia psicolitica, anaclitica, e ipnodelica sono esempi di questo approccio. Alcuni orientamenti terapeutici come la terapia psichedelica o la psicosintesi di Salvador Roquet hanno una enfasi chiaramente religiosa e mettono in rilievo gli effetti “misticomimetici” dell’LSD. La sostanza può essere somministrata nel contesto di psicoterapie individuali o di gruppo, ed il suo uso dipende dai vari sistemi terapeutici – la psicoanalisi freudiana, la psicologia analitica di Jung, lo psicodramma di Moreno, la pratica gestaltica di Perls, o la psicoterapia esistenziale – che va ad integrare. L’approccio anaclitico pone una grande enfasi sul contatto fisico e su comportamenti materni. La terapia psichedelica può sfruttare come sfondo il racconto di differenti religioni; la sua variabilità individuale mette anche in rilievo particolari aspetti del set e del setting come la musica, elementi naturali, l’uso di simboli universali, o la lettura di specifici passaggi tratti da libri sacri. Altrettante infinite variazioni del set sono legate all’uso non-medico e di auto-sperimentazione non controllata. Alcuni individui hanno una guida per le loro sedute, mentre altri prendono LSD per conto proprio o partecipano ad esperienze di gruppo. I setting per queste esperienze coprono un ampio raggio, da appartamenti privati, belle località immerse nella natura, o concerti rock fino a strade trafficate e macchine sull’autostrada. La qualità delle dosi di LSD acquistati in strada è dubbia, e con possibili impurità incluse sostanze come amfetamine, fenciclidina, STP, e anche stricnina. La quantità di principio attivo è ugualmente imprevedibile. L’inaffidabilità delle sostanze, l’assenza di un sistema di assistenza, una cornice di illegalità di tali auto-sperimentazioni, portano alla paranoia 147 e a reazioni di panico. Per questa ragione l’incidenza di gravi complicazioni psicologiche in siffatte circostanze non può essere addotta come prova che l’uso dell’LSD sia pericoloso. L’LSDè stato catalogato come narcotico. Questo non è corretto e non ha una giustificazione scientifica. Nessuna dipendenza fisiologica da LSD o sostanze derivate è stata dimostrata. Le ragioni per il loro uso ed abuso sono estremamente complesse e possono avere radici psicologiche molto profonde. Qualsiasi legislazione che ignora questo fatto è condannata inevitabilmente al fallimento. Gli individui coinvolti in auto-sperimentazione non-medica con gli psichedelici, appartengono a differenti categorie ed hanno motivazioni molto differenti. Alcuni di essi sono giovinetti immaturi ed irresponsabili che non hanno informazioni sulla natura degli effetti con LSD e prendono la droga per piacere, ribellione o per orge di gruppo. Altri sono ricercatori di piacere che tentano di intensificare la loro esperienza sensoriale per motivi estetici, ricreativi ed edonistici. Qualche coppia usa insieme le esperienze psichedeliche per affrontare problemi emotivi interni alla coppia, migliorare la qualità della loro relazione, aprire nuovi canali di comunicazione ed esplorare vari livelli della loro interazione sessuale. Un gruppo non da sottovalutare di auto-sperimentatori, sembra essere quello di persone con gravi problemi emotivi ai quali la psicoterapia tradizionale è inaccessibile, o che sono delusi dalla sua inefficacia. Sono disperatamente alla ricerca di alternative terapeutiche, e dato che un trattamento con LSD responsabile e professionale non è disponibile, fanno tentativi di auto-terapia. C’è anche un consistente numero di intellettuali responsabili e raffinati che considerano ripetute sedute psichedeliche come una opportunità eccezionale per la ricerca filosofica e spirituale, comparabile al percorso offerto dalle tradizioni come il Vajrayana Tibetano, Buddismo Zen, Taoismo, Sufismo, o i diversi sistemi di Yoga. Così le motivazioni per la sperimentazione psichedelica possono essere estremamente serie e riflettere i più fondamentali bisogni degli esseri umani – desiderio di benessere emotivo, realizzazione spirituale e senso del significato della vita. Comunque, qualsiasi siano le motivazioni personali, le sedute con LSD dovrebbero essere 148 condotte in situazioni sicure e nel contesto di una relazione di fiducia con un esperto e responsabile terapeuta. Se questi requisiti non sussistono, i pericoli ed i rischi di una somministrazione superano di gran lunga i benefici. L’ultima area della sperimentazione con LSD che verrà menzionata, è quella dei set distruttivi. Ad essa appartengono gli “esperimenti” che esplorano il potenziale dell’LSD per la “liquidazione” psicologica di certi individui, l’estorsione di confessioni, lavaggio del cervello e guerra chimica. Potremmo includere le situazioni nelle quali un individuo ingerisce LSD senza saperlo e di frequente senza nessuna nozione sui suoi effetti. Il pericolo di questa situazione non sarà mai sufficientemente enfatizzato: non solo la salute, ma anche la vita del soggetto può essere messa in gioco. Qualche volta questo può accadere per un incidente quando l’LSD è erroneamente scambiato per altre pillole, o contenitori per lo zucchero contenenti LSD invece che zucchero. Comunque, la polizia segreta, le intelligence e gli esperti militari hanno, in passato, sistematicamente esposto ingenui ed impreparati soggetti agli effetti della sostanza per testarne il potenziale distruttivo. In diverse occasioni questo è stato fatto anche dai ricercatori psichiatrici; l’obiettivo di questi esperimenti era di verificare se soggetti impreparati e sorpresi dalla reazione all’LSD avrebbero riprodotto uno stato schizofrenico più intensamente di quando la sostanza era somministrata con il consenso informato. È accaduto nel passato che individui irresponsabili aggiungessero di nascosto l’LSD nel cibo o nelle bevande dei parenti, amici o estranei, come una “iniziazione”, una “deflorazione psichedelica”, un divertimento, o solo come un atto meschino e di vendetta. Qualche volta ciò è stato combinato con altre attività che accentuano ulteriormente l’azzardo della situazione. Posso riportare qui di un incontro con un gruppo di giovinetti molti anni fa in Washington Square a New York. Quando seppero che stavo conducendo una ricerca con LSD, con orgoglio mi confidarono i loro propri “esperimenti”, nei quali a degli sconosciuti veniva dato LSD a loro insaputa. Dopo aver ingerito la sostanza, queste involontarie cavie erano portate in un appartamento privato. Qui gli “sperimentatori” 149 si esibivano in una danza selvaggia intorno alle loro vittime, rivestiti con bizzarre maschere e costumi aborigeni, facendo oscillare lance. L’obiettivo di questa “ricerca” era di studiare le reazioni di vari soggetti a questa inusuale situazione. È ovvio che in queste condizioni, l’LSD può avere un effetto profondamente disgregante e gettare in un acuto panico ed addirittura in uno scompenso psicotico. Se l’LSD è dato di nascosto, senza il consenso informato, non esiterei ad usare il termine di set criminale per tale situazione. Durante gli ultimi venti anni ho avuto l’opportunità di condurre, osservare e sperimentare personalmente sedute psichedeliche in differenti set. Iniziai a lavorare con l’LSD al tempo dell’approccio del modello psicotico, e presi anche parte a sedute didattiche con i miei colleghi durante questo periodo. Occasional- mente, artisti, filosofi e scienziati raggiunsero la nostra struttura ed ebbero sedute con LSD a fini ispirativi e di intuizione. Più tardi, iniziai ad usare l’LSD come coadiuvo per una sistematica psicoterapia dinamica e condussi uno studio esplorativo del suo potenziale diagnostico e terapeutico all’interno della cornice di una comunità di pazienti ben organizzata. Durante questo lavoro, sviluppai una tecnica terapeutica consistente in ripetute somministrazioni di LSD. Sebbene fosse originariamente concepita come psicoanalisi coadiuvata da uso di sostanza, basandosi in teoria e nella pratica sui concetti freudiani, divenne gradualmente una modalità di trattamento sui generis. Penetrando il materiale traumatico dell’infanzia, come praticato nella psicoanalisi e nella terapia psicolitica, questo approccio pone grande enfasi sull’importanza del processo di morte-rinascita e sulle esperienze transpersonali. Dopo molti anni di sperimentazione clinica con l’LSD a Praga, trascorsi del tempo a Londra ed acquisii esperienza diretta della terapia anaclitica come veniva praticata da Joyce Martin e Pauline McCririck. Nel 1967, mi trasferii negli Stati Uniti e mi unii al gruppo di ricerca di Spring Grove a Baltimora, dove imparai e praticai la tecnica di trattamento psichedelico. Durante questo tempo fui occasionalmente consultato sui casi di sperimentazione non-medica con LSD che implicavano varie complicazioni e divenni piuttosto familiare con l’uso degli psichedelici nella 150 controcultura. Tutte queste esperienze sono state una ricca fonte di osservazioni, e indicano il significato primario del set come uno dei determinanti delle reazioni all’LSD. Certi aspetti del set sono abbastanza ovvi. Non è difficile vedere che una specifica programmazione durante il periodo di preparazione, certe tecniche di conduzione delle sedute, o sostegni ed accessori ai quali il soggetto è esposto possono influenzare l’esperienza con LSD. Comunque, alcuni altri fattori importanti sono stati accantonati nel passato, o non furono apprezzati adeguatamente perché sono molto più sottili e non facilmente identificabili. Uno di essi è la presenza o l’assenza di comunicazione verbale tra il soggetto ed il terapeuta. Un colloquio che si prolunga oltre un minimo necessario durante le sedute, tende a rendere l’esperienza più superficiale ed è in generale controproducente nei termini di effettiva esplorazione del sé. Comunque, in quelle situazioni dove c’è un continuo dialogo tra il soggetto e il terapeuta, la natura del loro scambio verbale diventa un fattore di considerevole importanza. Questo è particolarmente vero in relazione alla scelta ed alla formulazione delle domande poste. Nel rivolgersi al soggetto, il terapeuta rinforza e ridefinisce il set che è stato stabilito nel periodo preparatorio della seduta. Una specifica enunciazione delle domande può attirare l’attenzione del soggetto su certi aspetti della sfaccettata esperienza con LSD. All’estremo, può determinare la direzione nella quale l’esperienza si muoverà, e modificarne il contenuto ed influenzarne il corso. Nell’approccio descrittivo alla seduta con LSD, che tenta di afferrare la fenomenologia della reazione alla sostanza, il soggetto è incoraggiato a concentrarsi su alcuni aspetti dell’esperienza. Gli elementi che sono di interesse in questo contesto sono la presenza o l’assenza di sintomi fisici, i cambiamenti emotivi, le distorsioni percettive e il livello di eccitazione ed inibizione psicomotoria. Il ricercatore vuole sapere se la visione del soggetto è chiara o confusa, se gli oggetti sono percepiti fermi o ondulanti, se le visioni sono di natura geometrica o figurativa, se l’udito è più o meno acuto del normale e se sinestesie sono presenti. In queste condizioni, il soggetto di solito sperimenta i fenomeni secondo una modalità impersonale, come 151 fosse uno spettatore che guarda un film interessante. Qualsiasi cosa stia avvenendo nella seduta è considerata come il risultato della interazione tra la sostanza ed il cervello del soggetto; l’esperente è usato come un osservatore ed un relatore di questi cambiamenti. Anche se sono coinvolte emozioni relativamente forti, sono attribuite all’effetto chimico della sostanza più che viste come manifestazione della personalità del soggetto; sono semplicemente annotate e registrate. Nelle sedute focalizzate sulla descrizione psicopatologica, il rilevante materiale dinamico è raramente riconosciuto e non è mai ulteriormente approfondito. Domande tipiche che ridefiniscono questa cornice sperimentale sono frasi come: “Stai sudando ?” , “ Le tue mani tremano?”, “ Ti gira la testa?”, “ I colori sono differenti dal normale?”, “ Hai qualche sensazione strana nel corpo?”. Le registrazioni dei primi esperimenti con LSD ed i questionari usati in quel periodo abbondano di domande di questo tipo. Quando l’LSD venne somministrato nel contesto della ricerca basata sulla modello psicotico, le sedute erano vincolate ad una aspettativa negativa. Erano esplicitamente designate come “psicosi sperimentali” e le sostanze psichedeliche come “allucinogeni”, “ psicomitetici” o “psicodislettici”. Ci si attendeva che i soggetti focalizzassero la propria attenzione su fenomeni che di norma sono associati alla schizofrenia, come sentimenti paranoici, panico, dissociazione tra affetto e pensiero, varie distorsioni percettive, interpretazioni illusorie dell’ambiente, o disorganizzazione e frammentazione dell’ego. Nelle sedute con LSD condotte da professionisti della salute mentale per motivi di tirocinio, l’attenzione sulla psicopatologia era particolarmente forte. Questi apprendisti terapeuti avrebbero appreso ad identificare ed a diagnosticare i disturbi percettivi, i processi di pensiero anormali, ed inusuali qualità emotive, assegnando loro le appropriate etichette nosografiche, per comparali, poi, con quelli che ricorrevano nei pazienti schizofrenici. Le domande caratteristiche di questo approccio erano: “ Hai qualche allucinazione visiva o acustica ?”, “Le tue emozioni non sono appropriate al contenuto dei tuoi pensieri e delle tue visioni ?”, “ Hai qualche strana sensazione o qualche bizzarro cambiamento 152 della tua immagine del corpo?”, “Come si paragona la tua esperienza con la schizofrenia ?”, “ Stai avendo qualche intuizione sul processo psicotico?”. In sedute dove l’enfasi è sulle esperienze estetiche e di ispirazione artistica, i soggetti sotto LSD sono interessati ai cambiamenti della percezione delle forme, dei colori e dei suoni. Focalizzano la propria attenzione su fenomeni come l’intreccio di schemi geometrici, le dinamiche delle illusioni ottiche, e la ricchezza delle sinestesie. Di frequente provano a collegare le loro esperienze a vari movimenti dell’arte moderna o al lavoro di singoli artisti. L’astrattismo, l’impressionismo, il cubismo, il surrealismo, il superrealismo e la musica sembrano essere di particolare rilievo da questo punto di vista. Sono caratteristiche di questo tipo di seduta le seguenti domande: “ Le tue visioni assomigliano al lavoro di qualche famoso artista ?”, “Quali sono i colori predominanti che vedi ?”, “Le tue visioni sono geometriche o figurative ?”, “Quale materiale e tecnica renderebbe al meglio le tue visioni ?”, “Questo disegno è di una visione che hai avuto o è un disegno automatico ?”, “ Come è la tua coordinazione ?”, “ Trovi difficoltà a concentrarti nel dipingere ?” , “ La musica che stai allucinando, ti ricorda qualche pezzo che conosci ?”, “Quale strumento useresti per suonare questa musica ?”, “Comprendi meglio ora l’arte moderna ?”. Nelle sedute psicoterapeutiche di orientamento psicolitico, i pazienti sono spinti ad usare le sedute per l’esplorazione del sé e per la comprensione dinamica dei loro problemi emotivi. I fenomeni sotto LSD sono visti come complesse formazioni simboliche che riflettono importanti processi inconsci nel paziente. Viene fatto uno sforzo sistematico per decifrare tutte le manifestazioni dell’esperienza ed utilizzarle come indizi per rintracciare i sintomi psicopatologici fino alle loro fonti originarie. Il set psicodinamico è continuamente ridefinito da affermazioni come: “ prova a comprendere perché hai questa particolare esperienza”, “ cosa pensi che significhi ?”, “Ti ricorda qualcosa del tuo passato ?”, “ Prova a collegare questi sentimenti di aggressione al loro originario bersaglio”, “Da dove viene la tua paura? Seguila fino alla sua origine”, “Secondo te perché mi vedi trasformato in questo 153 modo particolare; può avere qualche significato simbolico?”, “C’è qualche ricordo o associazione legata con questa visione ?”. Nelle sedute dove l’obiettivo principale è di avere esperienze mistiche o religiose, c’è una tendenza a limitare l’importanza degli aspetti descrittivi, dei fenomeni psicopatologici e del materiale traumatico personale. Gli elementi estetici sono considerati importanti, ma l’attenzione maggiore è sulla sfera sopraindividuale, transpersonale e trascendentale. In generale, questa è anche una caratteristica della terapia psichedelica. Nelle sedute condotte per raggiungere una esperienza psichedelica di picco, c’è di solito una ridotta interazione verbale tra il terapeuta ed il paziente. Se occorre, tende a prendere la forma di semplici direttive piuttosto che di domande. Alcuni esempi tipici sono i seguenti: “Non aver paura di morire; non è una morte reale. Il momento in cui accetterai la morte, sperimenterai la rinascita”, “Non è realmente l’annichilimento e la disintegrazione; è disciogliersi nell’universo”, “Prova ad usare la musica, lasciati trascinare dalla musica; entra in essa e stai con essa, prova a diventare la musica”, “ non opporti: lascia che accada, lasciati andare, prova ad abbandonarti completamente all’esperienza”, “possiamo pensare e parlare più tardi; per adesso prova solo a sperimentare qualsiasi cosa stia avvenendo, sii te stesso, semplicemente esisti!”. L’IMPORTANZA DEL SETTING Durante il mio lavoro clinico con l’LSD, feci numerose osservazioni che indicavano come gli elementi fisici ed interpersonali del setting possono influenzare profondamente la natura della reazione all’LSD. Situazioni nelle quali stimoli esterni influenzano il soggetto e modificano la sua esperienza con LSD, possono essere comprese in riferimento all’attivazione di sistemi dinamici 154 sottostanti. Se il setting include elementi di sistemi COEX positivi o di matrici perinatali positive, questi tendono a facilitare l’emergenza di piacevoli o anche estatiche esperienze. Dato che tali esperienze hanno un grande potenziale terapeutico, queste associazioni dovrebbero essere utilizzate nelle sedute psichedeliche e dovrebbero essere inserite nel setting del trattamento. L’importanza di questo principio fu scoperto empiricamente ed è utilizzato dai terapeuti psichedelici. La camera del trattamento dovrebbe essere silenziosa, confortevole, decorata con gusto, arredata in un modo familiare. Molta attenzione dovrà essere prestata alla scelta dei tessuti, dei quadri e delle decorazioni floreali. Bei scenari naturali o alcuni oggetti che riflettono la creatività, hanno una influenza positiva sull’esperienza con LSD. Questo può essere compreso dal fatto che le visioni di bei paesaggi ricorrono nel contesto della MPB I come parte di un simbolismo di questa matrice. Ugualmente, ricordi di escursioni o di stare in paesaggi naturali costituiscono strati importanti di alcuni sistemi COEX positivi. C’è una evidenza empirica sufficiente che indica che la locazione ideale per le strutture psichedeliche del futuro dovrebbe trovarsi in un ambiente naturale come laghi montani, su spiagge oceaniche, su piccole isole, nel deserto, in aree boscose, o in vecchi parchi. L’acqua limpida in qualsiasi forma, sembra avere un impatto particolarmente forte sui soggetti sotto LSD; una nuotata, una doccia, un bagno può frequentemente scaricare esperienze negative e facilitare un ritorno estatico. Uno dei più significativi fattori del setting è una buona musica stereofonica di alta qualità estetica. In contrasto, elementi che sono di solito associati con sistemi COEX negativi, tendono a precipitare verso spiacevoli esperienze sotto LSD quando sono parte del setting o occorrono come stimoli accidentali. Un esempio estremo di questo potrebbe essere una camera di trattamento piccola, sgradevole, claustrofobica, ed arredata senza gusto, con una finestra che dà su uno spiacevole scenario come aree industriali, discariche di rottamazione, alte ciminiere, ed una atmosfera di inquinamento chimico. Forti voci umane, musica spiacevole, il rumore di macchinari, ed il 155 suono di sirene, ambulanze, motori a scoppio e jet, esemplificano le interferenze che possono avere una influenza disturbante sull’esperienza psichedelica. Per la stessa ragione, il setting delle sedute non dovrebbe ricordare al soggetto un ospedale, l’ufficio di un dottore, o un laboratorio. Come risultato delle dinamiche COEX e delle MPB, gli elementi ospedalieri come piastrelle bianche, confezioni di medicinali, camici bianchi, siringhe, fiale con pillole, ed in generale un ambiente asettico tendono a facilitare esperienze legate a malattie, operazioni, incidenti, dolore, agonia, morte. Per ovvie ragioni, l’atmosfera tradizionale delle strutture psichiatriche può, in aggiunta, facilitare esperienze legate a prigioni, campi di concentramento, caserme. Relazioni simili esistono riguardo gli elementi dei setting interpersonali. In questo senso, la disposizione ottimale sembra essere la presenza di poche persone ben conosciute di cui il soggetto si fida, questo ha una influenza favorevole sul corso della seduta. Come discuteremo più avanti, una diade terapeutica che combina l’elemento maschile e femminile in una atmosfera di fiducia sembra essere la soluzione ideale. Conseguenze negative possono essere attese da cambiamenti frequenti della situazione interpersonale, dove molte persone estranee al soggetto appaiono e scompaiono in modo imprevedibile. Questo è il caso delle esperienze con LSD nei party o anche in alcune sedute negli ospedali universitari dove studenti in medicina occasionalmente si introducono, osservano il soggetto per breve tempo, fanno scherzi o commenti inappropriati e se ne vanno. Lo stesso vale per i setting sperimentali nei quali il soggetto è spedito da una situazione di prova all’altra, è legato e collegato a varie strumentazioni, deve passare sotto esami di laboratorio, gli viene chiesto di urinare in contenitori e deve dare campioni di sangue ad ogni momento. È già stato menzionato che alcuni stimoli fisici dell’ambiente possono cambiare la seduta in un modo molto drammatico se accade che siano simili ad elementi di un sistema COEX o di una matrice perinatale che è stata attivata in quel momento. Questo può essere osservato in relazione con certi suoni accidentali; l’abbaiare di un cane, il rumore di un jet, l’esplosione di fuochi d’artificio, la sirena di una fabbrica o di una ambulanza, anche 156 una particolare tonalità può avere un significato biografico che può provocare risposte piuttosto singolari nel soggetto. Qualche volta il carattere della camera di trattamento, specifici parti dell’arredamento od oggetti triviali, o alcuni aspetti della visuale dalla finestra possono funzionare come potenti fattori scatenanti delle esperienze. Lo stesso meccanismo può essere osservato riguardo le persone che il soggetto vede durante le sedute. Alcune persone tendono ad evocare risposte piuttosto specifiche. Abbiamo osservato numerose situazioni nelle quali drammatiche reazioni occorsero ogni volta che infermieri entravano nella stanza del trattamento. Le manifestazioni scatenate in questo modo si prolungavano nel tempo ed includevano violente convulsioni, nausea con vomito, intense emicranie, scomparsa dei colori dalla visuale, ed allucinazioni di un colore particolare. Viceversa, abbiamo anche notato improvvise esperienze di luce, di sentimenti estatici, un senso di tranquillità, o sensazioni di nutrimento emotivo. Occasionalmente il carattere intero della seduta cambiava con il cambio tra il turno giornaliero e quello notturno, quando un nuovo gruppo di infermieri entrava nel campo d’esperienza del paziente. Con alcuni infermieri i pazienti si sentivano al sicuro e protetti e avevano esperienze in preponderanza positive; con altri, gli stessi soggetti nella stessa seduta diventavano ansiosi, ostili, o sospettosi. Queste differenze erano in larga misura individuali ed erano biograficamente determinate. Non riscontrammo che la personalità degli infermieri avesse con assoluta costanza una influenza negativa o positiva sui soggetti. Analisi successive di solito mostravano una spiegazione di queste idiosincrasie nei termini della storia personale del soggetto e della sua interazione con un determinato infermiere. In alcuni casi la traccia sembrò essere la somiglianza fisica dell’infermiere con una figura rilevante nel passato del soggetto; in altri, la similarità con schemi di comportamento, abitudini, o approccio al soggetto. Qualche volta le reazioni del paziente potevano essere spiegate dal fatto che inserivano l’infermiere in una categoria interpersonale verso la quale nutrivano o un atteggiamento particolarmente buono o conflittuale, per esempio, un possibile 157 partner sessuale, una pericolosa seduttrice, un rivale in amore, un avversario, una donna materna, una persona comprensiva, un tipo dominante, una figura autoritaria, o una personi- ficazione del superego. Una terapia con LSD che intenda raggiungere un buon esito, richiede una intima comprensione dell’importanza del set e del setting, così che questi fattori diventino strumenti potenti nel processo terapeutico invece di operare in un modo primitivo e di provocare complicazioni imprevedibili. 158 Note 1 Il lettore interessato troverà maggiori informazioni sulla sovra-determinazione delle esperienze con LSD nel primo volume di questa serie, Stanislav Grof: Realms of the Human Unconscious (32). 2 È interessante confrontare la cartografia psichedelica con i quattro livelli e con le fasi descritte da R. E. L. Masters e Jean Houston nel loro pionieristico lavoro, The Varieties of Psychedelic Experience (65). Gli autori distinguono: 1) il livello sensoriale (immagini eidetiche e altri cambiamenti percettivi, immagine del corpo alterata, distorsioni spaziali e temporali), 2) il livello di reminiscenza – analitica (rivivere importanti esperienze emotive del passato, confrontarsi con problemi personali, conflitti nelle relazioni, obiettivi nella vita), 3) il livello simbolico (immagini storiche, leggendarie, mitologiche, dei rituali, ed archetipiche), 4) il livello integrale (illuminazione religiosa, unione mistica, illuminazione, integrazione psicologica). I primi due livelli di entrambe le cartografie mostrano una corrispondenza. La mappa di Masters-Houston non menziona specificamente il livello del processo di morte-rinascita che gioca un ruolo importante nel mio modello concettuale. I loro livelli simbolico ed integrale sono uniti nella mia cartografia presentata in questo testo ed appaiono nella categoria delle esperienze transpersonali. 3 In questo contesto, l’importanza dei sistemi COEX per le dinamiche delle sedute con LSD, può solo essere brevemente delineato. Il lettore interessato potrà trovare una discussione dettagliata di questo tema con molti esempi clinici nel mio primo libro: Realms of the Human Unconscious (32). Un’altra fonte di informazioni su questo tema è il libro di Hanscarl Leuner, Die experimentelle Psychose (Experimental Psychosis) (57). La sua concezione dei sistemi dinamici transfenomenici è strettamente legata, ma non identica, con quella dei sistemi COEX. La definizione di C. G. Jung di un complesso rappresenta ancora un altro approccio alla stessa area di problema. 4 È interessante sottolineare il sorprendente parallelo tra questa osservazione derivata dalla terapia psichedelica e la concezione di Abraham 159 Maslow dei metavalori e delle metamotivazioni, derivati dallo studio di esperienze spontanee di picco, avvenute senza l’impiego di sostanze. 5 La filosofia terapeutica di quei primi giorni, può essere esemplificata dall’approccio del dr. Van Rhjin (2) dell’Olanda, che descrisse in una conferenza sull’LSD, la sua visione delle strutture psichiatriche del futuro. Includeva un sistema di piccole celle di trattamento nelle quali i pazienti avrebbero trascorso i loro giorni da soli, lavorando sui loro problemi emotivi con l’aiuto dell’LSD. 6 Il lettore interessato troverà un buon esempio di una seduta con LSD interamente dominata dagli aspetti transferali nel mio primo libro, Realms of the Human Unconscious (32) (Il caso di Charlotte, p. 224 ). 7 La descrizione della seduta con LSD di Charlotte, pubblicato nel mio primo libro, Realms of the Human Unconscious, p. 224, contiene molti buoni esempi di trasformazioni illusorie qui descritte (32). 8 Il lettore interessato troverà una sintetica documentazione su Renata nel mio libro Realms of the Human Unconscious, p. 52 (32). 160 3 - TERAPIA PSICOLITICA e TERAPIA PSICHEDELICA con LSD: VERSO UNA INTEGRAZIONE DEGLI APPROCCI La ricerca di una tecnica efficace per la psicoterapia con LSD Vantaggi e svantaggi dell’approccio psicolitico Pro e contro della terapia psichedelica LA RICERCA DI UNA TECNICA EFFICACE PER LA PSICOTERAPIA CON LSD Non mi è semplice descrivere in modo esauriente la mia ricerca clinica con LSD a Praga. Quando lo studio iniziò, si sapeva molto poco sull’LSD e sul suo potenziale terapeutico. Lo scopo della ricerca era di investigare sulle potenzialità dell’LSD, come strumento utile per le diagnosi sulla personalità e per la terapia dei disordini emotivi. Dato che il progetto era uno studio pilota destinato a raccogliere nuove osservazioni, unì lo sforzo terapeutico tradizionale, con l’osservazione di fenomeni clinici interamente nuovi. Come risultato, la tecnica di trattamento fu costantemente modificata lungo il corso della ricerca. I cambiamenti nell’approccio terapeutico riflettevano la mia crescente esperienza clinica, una più approfondita comprensione degli effetti dell’LSD, ed improvvise intuizioni generate da osservazioni accidentali. Nel testo che seguirà, delineerò le fasi di sviluppo della nuova tecnica terapeutica. Quando cominciai a condurre sedute terapeutiche con LSD su pazienti psichiatrici, ero un convinto ed entusiasta psicoanalista e scelsi il classico paradigma freudiano. Non avevo dubbi sulla cornice concettuale della psicoanalisi e sulla validità della sua 161 tecnica terapeutica. La mia intenzione era di accelerare il processo psicoanalitico, che trovavo intellettualmente affascinante ma dolorosamente inefficace nella pratica. Speravo che l’uso dell’LSD come coadiuvo per la terapia, avrebbe permesso di raggiungere risultati più consistenti dell’analisi classica, che richiede anni di intenso lavoro ed offre relativamente magri profitti rispetto all’investimento di tempo ed energia. Comunque, nel corso della ricerca sull’LSD, ho dovuto allontanarmi non solo dalla tecnica terapeutica freudiana, ma anche dalla sua cornice concettuale. Nelle prime sedute terapeutiche con LSD, chiesi ai pazienti di sdraiarsi su di un divano e mi sedetti in una poltrona posta dietro ad esso così che non potessero vedermi facilmente. Mi aspettavo di ottenere resoconti piuttosto continui dalle loro esperienze con l’LSD e di offrire occasionalmente interpretazioni. Divenne immediatamente chiaro che questa sistemazione non era appropriata per la psicoterapia con LSD e non fui in grado di mantenerla per più di qualche seduta. La natura dell’esperienza era incompatibile con la tecnica freudiana e richiedeva maggior contatto umano, assistenza genuina e coinvolgimento personale. Come primo cambiamento spostai la mia sedia al fianco del divano, e più tardi presi a lasciarla sempre più frequentemente e a sedermi sul lato del divano, entrando in un diretto contatto fisico con il paziente. Questo spaziava dal tenergli la mano, carezze di rassicurazione o cullarlo fino a un massaggio intenso, strategie del tipo bioenergetico, o partecipazione psicodrammatica alle lotte da lui vissute. A causa della mia preparazione da psicoanalista, il cambiamento da un atteggiamento distaccato ad una diretta partecipazione nel processo, avvenne gradualmente e non senza esitazione e conflitti. Apparve chiaro, però, che dovessi offrire questo livello di assistenza a soggetti che stavano soffrendo, presi in incredibili prove emotive e che di frequente mostravano segni di regressioni autentiche ai primi periodi dell’infanzia. Comunque, la descrizione di questo processo deve essere considerata nel suo contesto storico; potrebbe apparire abbastanza comica nell’epoca dei centri di crescita, gruppi di incontro, allenamento della sensibilità, terapie neo-reichiane 162 e maratone nude. Non muovevo che i primi passi nel violare il tabù freudiano del contatto: nei seminari a quali partecipavo, i miei insegnanti discutevano seriamente se stringere la mano ai pazienti presentasse pericoli per il processo di transfert e controtransfert. Un’altra importante modificazione della tecnica di trattamento fu l’abbandono dell’interazione verbale e il passaggio a sedute interiorizzate, con un minimo scambio di parole, l’uso di mascherine per gli occhi, cuffie e musica stereofonica. Ancora più drastici, furono i cambiamenti della cornice concettuale e del paradigma alla base della psicoterapia. Osservazioni quotidiane durante le sedute psichedeliche mettevano a dura prova molte assunzioni scientifiche comunemente accettate, e mostravano l’urgente bisogno di una revisione riguardo questioni fondamentali come la cartografia e le dinamiche dell’inconscio, la natura della memoria, l’origine della coscienza, la definizione di salute e malattia mentale, gli obiettivi terapeutici e la scala di valori, la filosofia e la strategia della psicoterapia, ed anche la natura della realtà e degli esseri umani. Oggi molti professionisti sentono il bisogno di apprendere la saggezza delle antiche discipline spirituali, e le assimilano all’interno della psicologia e della psichiatria. La psicologia transpersonale sta diventando sempre più popolare, e sta ottenendo un ampio riconoscimento. È difficile che un professionista che vive alla fine degli anni ’70, possa apprezzare le difficoltà con cui ci confrontammo alla fine degli anni ’50 ed inizio degli anni ’60, nell’esplorazione della psicoterapia con LSD, equipaggiati della cornice concettuale e della visione del mondo della psicoanalisi freudiana. Quasi ogni giorno, eravamo posti di fronte, nelle sedute psichedeliche, a nuovi e sconcertanti fenomeni come le sequenze di morte e rinascita; memorie intrauterine, ancestrali, razziali e filogenetiche; consapevolezza animale e vegetale; o esperienze di passate incarnazioni. Le trasformazioni tera- peutiche associate con queste inusuali esperienze, erano spesso molto più drammatiche che quelle registrate nel contesto del lavoro a livello biografico. All’inizio, il ricercatore sull’LSD, incontrando questi straordinari episodi, rischiava di mettere a dura prova la propria razionalità, ed imparava a censurare i propri resoconti 163 per evitare che qualcun altro mettesse in dubbio la sua sanità mentale. Oggi, venti anni dopo, siamo molto più aperti verso l’esistenza di tali fenomeni, ma ancora ci manca una cornice concettuale esaustiva per spiegarli. Le descrizioni delle eccitanti avventure nella prima ricerca clinica che portarono allo sviluppo della attuale tecnica terapeutica, potrebbero essere di interesse storico, ma sono di scarso valore pratico. Invece di condurre il lettore nei complicati meandri di tentativi ed errori, mi focalizzerò sul prodotto finale di questo processo – una tecnica terapeutica che è emersa dagli anni della sperimentazione clinica e si è cristallizzata in una procedura più o meno standard. Nella mia esperienza, questo approccio minimizza i rischi e massimizza i benefici del processo psiche- delico. Rende la psicoterapia coadiuvata con LSD un potente, efficace e relativamente sicuro metodo di trattamento e di cambiamento della personalità. A questo punto, devo trattare brevemente le principali tecniche per l’uso terapeutico dell’LSD, ed indicare i loro vantaggi e svantaggi. Questa discussione fornisce una comprensione del trattamento, che sarà descritto più avanti in dettaglio. In un paragrafo iniziale, ho descritto le tecniche ed i concetti di base dei quattro approcci alla psicoterapia con LSD: la tecnica psicolitica, la psichedelica, la anaclitica e la ipnodelica. L’uso dell’LSD in un contesto ipnodelico offre la minore utilità. È una procedura specializzata, la cui discussione richiederebbe una incursione nella teoria e pratica dell’ipnosi. È stata usata solo da pochi ricercatori nel passato e probabilmente non sarà molto usata in futuro. Anche la terapia anaclitica nella sua forma estrema – la tecnica di fusione – è praticata solo eccezionalmente, anche se in una versione moderata è stata accettata da molti terapeuti dell’LSD. Per scopi pratici centreremo la nostra discussione su i due principali approcci, la terapia psicolitica e la terapia psichedelica, con riferimenti occasionali a specificità introdotte dal trattamento analitico. A prima vista, le terapie psicolitica e psichedelica sembrerebbero differire sia nella teoria che nella pratica in modo così netto, che molti terapeuti le considerarono inconciliabili. Sentivano che 164 la distanza tra di esse e tra le filosofie fondanti, fosse profonda al punto che non potevano concepirne il collegamento; come risultato, si affidavano o all’una o all’altra modalità. Solo pochi ricercatori furono in grado di sentirsi a loro agio con ambedue gli approcci ed usarli alternativamente. Questa dicotomia è piuttosto sorprendente alla luce del fatto che ambedue gli approcci usano lo stesso composto chimico, hanno a che fare con esseri umani emotivamente disturbati, e hanno lo stesso obiettivo – l’aiuto terapeutico dei pazienti. Sebbene i fattori extrafarmacologici, come la personalità del terapeuta o del set e del setting , giochino un ruolo molto importante nell’esperienza con l’LSD, sembra ragionevole supporre che i terapeuti psicolitici e psichedelici abbiano a che fare con fenomeni che si verificano sullo stesso continuum. La differenza sembra risiedere non nella natura delle esperienze, ma nell’incidenza di alcuni elementi nelle sedute, e nell’enfasi del terapeuta su alcuni fenomeni e la tendenza a scoraggiarne altre. È noto che i terapeuti psicolitici di frequente osservano fenomeni transpersonali nella loro pratica clinica. Tuttavia, tendono a screditarli, sia interpretandoli come una fuga dal materiale traumatico dell’infanzia, sia come indesiderabili zone “psicotiche” nella procedura con LSD 1. Nel quadro psicolitico, i fenomeni transpersonali non sono ammessi ed il loro valore terapeutico non è riconosciuto. I pazienti sono così implicitamente o esplicitamente scoraggiati dall’entrare in stati trascendentali; ancor di più, i dosaggi bassi e medi usati nella terapia psicolitica conducono meno di frequente ad esperienze perinatali e transpersonali rispetto agli alti dosaggi impiegati dai terapeuti psichedelici. Il contatto frequente con stati transpersonali nel trattamento psicolitico, ha come controparte il fatto che molti pazienti nella terapia psichedelica rivivono traumatici ricordi dell’infanzia e sono posti di fronte ad altro materiale di natura chiaramente biografica. Molti terapeuti psichedelici, con la loro enfasi unilaterale sulla trascendenza e sulle esperienze mistiche e religiose, prestano scarsa attenzione a tali questioni psicodinamiche. Il messaggio implicito o esplicito nella terapia psichedelica è che una seduta impiegata in questo modo è inferiore ad una che 165 coinvolge esperienze transpersonali. Stando così le cose, i pazienti che hanno sedute in predominanza biografiche nel corso della terapia psichedelica, tendono a sviluppare un sentimento di fallimento. Non di rado, il senso di una “ opportunità persa” è condiviso dal terapeuta psichedelico, senza riguardo per la rilevanza del materiale biografico evidenziatosi. La mia formazione fu tale che ebbi esperienze di prima mano delle terapie psicolitica, psichedelica e anaclitica. Essendo uno psicoanalista ortodosso, iniziai il lavoro con l’LSD a Praga seguendo i principî della terapia psicolitica. Quando le osservazioni cliniche resero questo orientamento insostenibile, mi mossi oltre la cornice psicoanalitica, verso un pieno riconoscimento dell’importanza pratica e teoretica del processo di morte-rinascita e dei fenomeni transpersonali. Durante il mio soggiorno a Londra nel 1964, partecipai al lavoro di Joyce Martin e Pauline McCririck, ed acquisii la conoscenza della terapia anaclitica sia come esperente che come osservatore. Dal mio arrivo negli Stati Uniti nel marzo del 1967, ho praticato la terapia psichedelica per un alcuni anni al Centro di Ricerca Psichiatrica Maryland di Baltimora, lavorando con alcoolisti, eroinomani, nevrotici, professionisti della salute mentale e malati terminali di cancro. Inoltre, ho avuto contatti diretti con la maggior parte dei terapeuti sia di orientamento psicolitico che psichedelico durante conferenze sull’LSD e durante le mie visite alle strutture terapeutiche in Europa, Stati Uniti e Canada. Le discussioni avute, lo studio della letteratura sull’LSD, e la mia propria esperienza clinica, mi hanno gradualmente convinto che le differenze tra le due tecniche di trattamento non sono inconciliabili come è di solito assunto. Giunsi alla conclusione che è possibile ricondurre i fenomeni coinvolti in ambedue gli approcci ad alcuni denominatori comuni e formulare una teoria generale della psicoterapia con LSD. L’implicazione pratica di questa nuova comprensione, è lo sviluppo di una procedura di trattamento integrata che combina i vantaggi delle terapie psicolitica e psichedelica, e minimizza le loro imperfezioni. 166 VANTAGGI E S VANTAGGI DELL’APPROCCIO PSICOLITI CO Un vantaggio della terapia psicolitica è il suo valore euristico. La lenta e progressiva rivelazione dei vari livelli dell’inconscio è stata comparata da alcuni pazienti ad uno scavo chimico, un attento lavoro archeologico che esplora, strato dopo strato. Altri soggetti indicano questo processo come “sbucciare la cipolla” della mente inconscia. La ricchezza del materiale ottenuto in sedute ripetute usando medi dosaggi di LSD, fornisce incomparabili intuizioni non solo sulla natura della reazione all’LSD, ma anche sulle dinamiche dei disordini emotivi e del funzionamento della mente umana in generale. Questo aspetto può essere importante per il terapeuta, ma anche per coloro che hanno una inclinazione scientifica, artistica o filosofica. In aggiunta al beneficio terapeutico, questi individui ricevono insegnamenti sulla natura umana, sull’arte, la filosofia, la storia e le scienze naturali. La terapia psicolitica di solito richiede più tempo della terapia psichedelica; comunque, dà all’individuo una migliore conoscenza dei territori della mente e dei meccanismi attraverso cui il cambiamento è raggiunto, e potrebbe essere il trattamento adatto per i soggetti con problemi meno urgenti e gravi, che hanno un profondo interesse intellettuale sulla natura del processo. Essendo una situazione senza precisi limiti, la terapia psicolitica dà l’opportunità al paziente di penetrare rilevanti problemi della propria vita, rispetto all’approccio casuale della terapia psichedelica, che è limitata ad una o poche sedute con alto dosaggio di LSD. Attualmente, la terapia psicolitica è meglio accettata nei circoli professionali convenzionali e dalla comunità scientifica, dato che si appoggia nella teoria e nella pratica a concetti psicoterapeutici ampiamente condivisi. Ciò resta valido anche se molte osservazioni derivanti dalla ricerca psichedelica, rivelano i limiti dei paradigma esistenti e la necessità di una loro revisione e riformulazione 2. L’enfasi psicolitica interdice la sfida lanciata da queste scoperte. Un’evidente svantaggio della terapia psicolitica è che richiede 167 molto più tempo. Sebbene secondo uno dei suoi maggiori rappresentanti, Hanscarl Leuner, la terapia psicolitica può abbreviare il processo psicoterapeutico prendendo circa un terzo del tempo richiesto dalla psicoanalisi, richiede ancora molto tempo. La prima affermazione è basata solo su impressioni cliniche: nessun studio comparativo delle due terapie è stato mai condotto. Qualsiasi tentativo di confrontare l’efficacia di questi due approcci sulla base della letteratura esistente va incontro a difficoltà considerevoli. In aggiunta ai problemi generali legati alla valutazione dei risultati terapeutici, che sono stati discussi nella letteratura delle ultime due decadi, si incontrano alcune complicazioni specifiche alla terapia con LSD. Mentre la terapia psichedelica è stata usata principalmente con alcoolisti, drogati e malati terminali di cancro, il trattamento psicolitico è stato utilizzato per altre categorie di disordini emotivi, come psiconevrosi, disordini del carattere e malattie psicosomatiche. Si è notato che il risultato della terapia psicolitica è più stabile e permanente, perché il sottostante materiale è stato approfondito e penetrato, più dello spostamento dinamico o della transmodulazione che avviene nel trattamento psichedelico. Se i risultati dei due metodi fossero comparabili, per quanto riguarda la durata, la preferenza sarebbe nettamente per la terapia psichedelica. La mia impressione è che l’uso di alti dosaggi e l’interiorizzazione del processo, come praticato dai terapeuti psichedelici, approfondisce l’effetto dell’LSD ed è più produttivo terapeuticamente. Comunque, preferirei vedere una situazione senza limiti imposti, che consentirebbe una serie di esperienze, piuttosto che la filosofia del tutto o nulla dell’approccio psichedelico. Come già menzionato, uno studio comparativo sistematico e ben controllato, anche se desiderabile, non esiste. Per coloro che vogliono tenere una posizione prudente, il numero di esposizioni all’LSD e l’ammontare totale della sostanza usata nella terapia psicolitica può rappresentare una importante questione. Sebbene nessuno dei sospetti sui pericoli biologici dell’LSD sia stato dimostrato, dovrebbe essere ancora considerata una sostanza sperimentale i cui effetti fisiologici di lungo 168 termine non sono conosciuti. Un altro aspetto della terapia psicolitica che dovrebbe essere discusso, è l’uso di bassi e medi dosaggi di LSD se comparati agli alti o altissimi dosaggi usati nel trattamento psichedelico. Sebbene questo potrebbe essere contrario alla credenza comune, sedute ad alto dosaggio sono in genere più sicure. Non ci sono dubbi che sedute ad alto dosaggio presentano potenzialmente maggiori problemi riguardo all’effetto farmacologico della sostanza. In circostanze di uso non controllato, il collasso delle difese psicologiche, il massiccio emergere di contenuti inconsci, la perdita del controllo e la risultante mancanza di contatto con la realtà, creano i presupposti per potenziali pericoli. Nel lungo periodo, però, ciò che lo rende un rischio si trasforma in un vantaggio. La diminuita capacità di contrastare l’effetto della sostanza ed il più totale abbandono, conducono ad una migliore risoluzione ed integrazione dell’esperienza. Medi e bassi dosaggi attivano materiale inconscio latente con molta efficacia e lo portano in prossimità della superficie, ma consentono ancora al soggetto riluttante di evitare di affrontarlo. Sedute di questo tipo possono sfociare in sensazioni di eccessivo affaticamento dopo l’esperienza, un senso di incompiutezza, vari spiacevoli effetti collaterali emotivi e psicosomatici, che conducono a successive ricadute (flashback). Nel prossimo capitolo discuteremo le tecniche per condurre sedute psichedeliche che portano ad una migliore risoluzione e riducono l’incidenza di reazioni prolungate e flashback. La terapia psicolitica abbraccia una serie di sedute di medio dosaggio – da sedici a ottanta o di più, in base alla natura del problema clinico – e così offre numerose opportunità per l’attivazione temporanea delle gestalt dell’inconscio, insufficientemente completate. Nel corso della terapia psicolitica, le condizioni cliniche del paziente sono soggette a cambiamenti sensazionali in ambedue le direzioni, ed alcune volte il terapeuta deve affrontare un grave peggioramento transitorio dei sintomi o anche una decompensazione, quando il paziente si avvicina ad un area di profondi ed importanti conflitti. Questa intensificazione dei sintomi qualche volta avviene dopo che l’iniziale 169 terapia aveva portato ad un considerevole miglioramento, ed il terapeuta prosegue le sedute con l’intento di “assicurare il risultato e di prevenire una ricaduta”. Sebbene la terapia psichedelica non elimina la possibilità di attivazione seguita da una incompleta integrazione del materiale inconscio, sicuramente riduce considerevolmente la probabilità di tale occorrenza. Un aspetto potenzialmente negativo della terapia psicolitica è l’enorme intensificazione del transfert che quasi inevitabilmente si sviluppa nel suo corso. Questo offre una eccezionale opportunità terapeutica, ma anche considerevoli pericoli e difficoltà. La questione del transfert e la sua analisi è un importante problema teoretico e pratico nella psicoterapia con LSD e nella psicoterapia in generale. Non ci sono dubbi che la qualità della relazione terapeutica sia uno dei più importanti fattori determinanti il corso e l’esito delle sedute con LSD. Tuttavia, è meno certo che lo sviluppo del transfert e la sua analisi siano essenziali per il miglioramento terapeutico. Questo è dato per scontato nella psicoanalisi classica e nella psicoterapia di orientamento psicoanalitico, ma non esclude la possibilità che esistano altri meccanismi di cambiamento terapeutico. Osservazioni dalla psicoterapia con LSD, suggeriscono che l’intensità del transfert è direttamente proporzionale alla resistenza nell’affrontare l’originario materiale traumatico. In un certo senso, un terapeuta dell’LSD che mette grande enfasi sull’identificazione e sull’analisi dei fenomeni di transfert, invece di riconoscerli e di dirigere l’attenzione del paziente oltre di essi, sta cooperando con i meccanismi di difesa. Accade piuttosto regolarmente nel corso della psicoterapia con LSD che diversi problemi di transfert celino materiale inconscio di natura psicodinamica, perinatale o transpersonale. Un sicuro svantaggio della terapia psicolitica è la sua dipendenza teoretica dalla psicoterapia dinamica convenzionale. Per questa ragione, non offre un adeguata cornice per le molte esperienze che avvengono nelle sedute con LSD. Alcune di esse hanno un enorme potenziale terapeutico, come il processo di morterinascita, le memorie di passate incarnazioni, diversi fenomeni archetipi e, in special modo, le esperienze di unità cosmica. Le 170 ultime sono più strettamente legate, sebbene non identiche, con le sensazioni oceaniche provate dall’infante al seno e nel grembo. Sembrano avere una importanza fondamentale per la riuscita della terapia con LSD, così come le esperienze naturali di unità simbiotica con la madre lo hanno per lo sviluppo di una personalità emotivamente sana e stabile. Una tendenza a screditare e scoraggiare i fenomeni perinatali e transpersonali, o ad interpretarli in termini molto più superficiali, limita il potenziale terapeutico della psicoterapia con LSD e di frequente confonde il paziente. PRO E CONTRO DELLA TERAPIA PSICHEDELICA Alcuni dei vantaggi della terapia psichedelica sono pratici, altri sono di natura teoretica. In generale, i cambiamenti terapeutici registrati in una singola seduta psichedelica sono molto più marcati e profondi che quelli osservati come risultato di una singola seduta psicolitica. Alcuni aspetti della tecnica di trattamento psichedelica rappresentano una grande accelerazione ed approfondimento dell’efficacia del processo terapeutico. Questo approccio sembra aver compreso l’importanza delle esperienze positive, che sono solitamente poco apprezzate nella terapia psicolitica; quest’ultima condivide con la psicoanalisi l’enfasi unilaterale sulla psicopatologia e sul materiale traumatico. Una attenzione esplicita sul potenziale positivo degli esseri umani è un importante fattore terapeutico; così lo è l’enfasi sulla positiva predisposizione del set e del setting delle sedute psichedeliche. Circostanze esterne hanno un profondo effetto sulla fase terminale della seduta e così sulla riuscita dell’esperienza psichedelica. La scoperta dell’importanza critica di questa fase rappresenta un grande contributo dei terapeuti psichedelici alla procedura con LSD. Sembrano esserci molte ragioni per la maggior efficacia e sicurezza della terapia psichedelica. Alti dosaggi e l’interiorizzazione del processo, conducono ad una maggior profondità, intensità, 171 e sviluppo spontaneo dell’esperienza; questo sfocia in una agitazione emotiva maggiore, ma è anche una miglior opportunità per una positiva svolta. Una singola seduta psichedelica può raggiungere sensazionali risultati terapeutici penetrando o superando i livelli psicodinamici ed utilizzando i potenti meccanismi di trasformazione ai livelli perinatale e transpersonale. Questo è facilitato da un pieno riconoscimento teoretico della realtà transpersonale. Una attenta preparazione del rientro, è un altro fattore importante di cambiamento terapeutico. Come risultato della favorevole combinazione dei suddetti fattori, una buona riuscita terapeutica può essere ottenuta anche se il paziente non si confronta esplicitamente con alcune aree di conflitto a livello psicodinamico; nel sistematico trattamento psicolitico queste dovrebbero essere inevitabilmente affrontate. In queste condizioni, c’è un minor rischio di un peggioramento delle condizioni cliniche, anche con pazienti seriamente disturbati, che dopo sedute psicolitiche individuali. Se consideriamo gli altri importanti vantaggi della terapia psichedelica, come un minor investimento di tempo, una esposizione meno intensificata alla sostanza e pochi problemi di transfert, sembrerebbe che la procedura psichedelica sia chiaramente superiore all’approccio psicolitico. È però doveroso discutere alcuni degli svantaggi teoretici e pratici della terapia psichedelica, che bisognerebbe prendere in considerazione nella formulazione di un approccio terapeutico integrato. Una questione importante è la natura dei cambiamenti osservati durante la terapia psichedelica. La maggior obiezione sollevata nei confronti di questi improvvisi miglioramenti clinici e trasformazioni della personalità, è che essi rappresentano solo mutamenti temporanei piuttosto che profondi cambiamenti delle strutture dinamiche. Da questo punto di vista la terapia psicolitica, confrontandosi lentamente e pazientemente con i vari livelli dei conflitti inconsci, frutterebbe risultati più duraturi. Non ci sono studi comparativi che rispondano alla questione se profondi e permanenti cambiamenti terapeutici siano possibili senza penetrare sul materiale della prima infanzia, riattivando l’originaria relazione traumatica nel processo di transfert, e sot172 toponendo queste repliche anacronistiche all’analisi. Sebbene osservazioni dalla ricerca sull’LSD suggeriscano con forza che esistono importanti alternative, queste sono destinate a rimanere ad un livello di impressione clinica fino al momento in cui non verranno sistematicamente studiate e convalidate. Un problema molto più serio che la terapia psichedelica – come è praticata attualmente – deve fronteggiare, è il fatto che nonostante gli sforzi per la strutturazione delle sedute con LSD, non è possibile garantire che tutti i soggetti raggiungano profonde esperienze trasformative. Nel programma a Spring Grove, dove il potenziale terapeutico della terapia psichedelica di una sola seduta fu sistematicamente esplorato in varie categorie di soggetti, l’incidenza di “esperienze psichedeliche di picco” variava tra il 25 ed il 78 %, in base alla popolazione statistica studiata. Era più bassa nei pazienti nevrotici e più alta nei tossicodipendenti da sostanze narcotiche, mentre i professionisti della salute mentale, con i malati terminali di cancro, e gli alcoolisti stavano nel mezzo. L’esperienza psichedelica di picco è sicuramente un fattore importante che rende possibile profonde trasformazioni della personalità; comunque, la sua occorrenza non è una conditio sine qua non per una terapia ben riuscita. Differenti gradi di miglioramento possono essere osservati in molti pazienti che non hanno raggiunto il livello trascendentale della coscienza nelle loro sedute psichedeliche. Sfortunatamente, i candidati per una soddisfacente e produttiva seduta psichedelica non possono essere selezionati in anticipo con un ragionevole livello di sicurezza in base ad un qualsiasi criterio. Dato che le variabili che determinano il buon esito della seduta non sono sufficientemente comprese, l’approccio psichedelico, con la sua filosofia estrema del “tutto o nulla”, rimane ancora una procedura che si affida al caso. Gli svantaggi teoretici della terapia psichedelica sono probabilmente più importanti delle sue mancanze pratiche. Questo approccio può produrre cambiamenti terapeutici molto drammatici con una comprensione minima dei meccanismi sottostanti. Il materiale delle sedute psichedeliche può offrire nuove intuizioni circa fenomeni di natura molto generale, come le dinamiche della memoria, l’esistenza dimeccanismi di trasfor173 mazione della personalità, dimensioni dell’esperienza umana e della mente umana, stati di coscienza associati al morire, o sulla natura mistica dell’universo. Contribuisce relativamente poco alla nostra conoscenza degli effetti dell’LSD, alla cartografia della mente umana, alla psicodinamica della malattia mentale, o ai meccanismi di cambiamento terapeutico. Questo aspetto della terapia psichedelica verrà considerato un grande svantaggio da coloro che giudicano il rendimento scientifico di questa procedura in base ai parametri occidentali. Sarà invece altamente gratificante per coloro che cercano un alternativa agli approcci lineari, razionali e logici alla conoscenza. Le intuizioni che emergono da sedute psichedeliche ad alto dosaggio sono di natura globale, intuitiva ed olografica. Il trascendentale “ah! (aha)” di questo tipo d’esperienza non può essere sviscerato facilmente da una mente analitica occidentale, né può essere sfruttato in un senso pragmatico. È una intuizione illuminante circa la reale essenza dell’esistenza. Lo sperimentante non ottiene una comprensione razionale del processo cosmico, ma raggiunge una comprensione istantanea mediante la perdita della propria separata identità e letteralmente diventa il processo stesso. Questo discernimento intuitivo dentro lo schema universale delle cose è piuttosto simile al processo descritto nelle Upanishad come “Conoscere ciò, la conoscenza di ciò dona la conoscenza della totalità”. Questa conoscenza non implica una comprensione intellettuale dell’universo, nel senso di connessioni causali e di un pragmatico know-how concernente gli oggetti e gli eventi nel mondo fenomenico, ma una trascendenza dei fenomeni, spazio, tempo e causalità. Bisogna aggiungere che questo è frequentemente accompagnato dalla convinzione che alcune delle domande che erano precedentemente considerate importanti o anche impellenti, sono irrilevanti nel contesto del nuovo sistema di riferimento. Invece di trovare risposte a specifiche domande, si raggiunge uno stato in cui queste domande non esistono o sono irrilevanti, o dove non c’è bisogno di porsele; sia trovare le risposte che trascenderle rappresentano soluzioni al problema, sebbene su 174 livelli differenti e di tipo diverso. Il fatto che certe domande appaiano irrilevanti al soggetto sotto LSD nel contesto della coscienza mistica, non porterà sollievo alla frustrazione del ricercatore dalla mentalità scientifica che sta tentando di trarre alcune conclusioni generali dalle osservazioni della terapia psichedelica. L’enorme variabilità individuale, preclude una valida generalizzazione basata sul materiale derivante dalle sedute con differenti soggetti. L’evidente enfasi spirituale della terapia psichedelica, il suo riconoscimento degli stati mistici di coscienza, e l’inclusione di ciò che potrebbe apparire ad un osservatore superficiale, essere elemento di indottrinamento religioso, renderà sicuramente questo approccio meno appetibile ad un auditorio di professionisti scettici e critici. Questa situazione continuerà ad esser vera fino allo sviluppo di un nuovo paradigma, tale da rendere possibile l’assimilazione di questi straordinari fenomeni all’interno del corpo di conoscenze della 175 Note 1 Arthur Janov aveva un approccio simile alle esperienze spirituali che si verificavano in alcuni pazienti durante la terapia primale. La sua enfasi era sul materiale della prima infanzia. Più tardi, fu costretto dalle osservazioni cliniche, ad incorporare il trauma della nascita, il cui significato inizialmente negava. Al momento, egli manca ancora di un autentico riconoscimento del valore delle esperienze transpersonali, e le considera una “scappatoia dalla sofferenza primaria”. Il più serio dilemma della terapia primale è il fatto che usa uno strumento che ha il potere di provocare esperienze per le quali la limitata teoria primale non ha un adeguata cornice concettuale. 2 La psicologia transpersonale e la visione mistica del mondo sono di frequente, ed erroneamente, definite non scientifiche. Questo riflette il fatto che la psicologia e la psichiatria ancora aderiscono al vecchio modello del mondo, basato sulla descrizione newtoniana dell’Universo e sulla dicotomia cartesiana tra mente e materia. In realtà, la visione mistica del mondo è sorprendentemente compatibile con le rivoluzionarie scoperte nella scienza moderna, come la teoria della relatività e la fisica quantistica. Sia la fisica moderna che la visione mistica del mondo violano il senso comune e sono incoerenti con ciò che può essere chiamata “la pedestre coscienza e visione del mondo” che non ci ha imprigionato. Il lettore interessato troverà una eccellente discussione della convergenza della fisica moderna e del misticismo nel libro di Fritjof Capra, The Tao of Phisics (18). 176 ^ 4- I PRINCIPI della PSICOTERAPIA con LSD Il periodo di preparazione Le sedute psichedeliche L’integrazione delle esperienze sperimentate Discussi i problemi generali legati alla psicoterapia con LSD, descriverò ora i principî di base della procedura con LSD che, secondo la mia esperienza clinica, può ottenere migliori risultati terapeutici nel più breve tempo possibile e con il minor rischio di complicazioni. La procedura è anche in consonanza con il senso comune clinico e con l’attuale comprensione teoretica dei meccanismi della reazione all’LSD. La psicoterapia con LSD prevede una serie di sedute senza un limite temporale deciso a priori. In generale, il trattamento consiste di tre fasi separate ma mutuamente interrelate. La prima è il periodo di preparazione: implica colloqui, interazioni senza impiego di sostanza durante le quali il soggetto è avviato all’esperienza con l’LSD. È ovvio che la preparazione alla prima seduta, sarà più accurata: quando le sedute vengono ripetute, alcune generalità saranno omesse e una maggior attenzione sarà data a certi specifici problemi emersi nelle precedenti sedute. La seconda fase è la seduta con la sostanza: nel giorno della seduta il paziente trascorre molte ore in una speciale camera di trattamento, assistito, possibilmente, da una coppia maschile-femminile terapeutica. La terza fase include diversi colloqui nel periodo seguente la seduta psichedelica vera e propria: lo scopo di questi è di aiutare il soggetto ad integrare il contenuto delle esperienze psichedeliche nella sua vita quotidiana. 177 IL PERIODO DI PREPARAZIONE Un periodo sufficientemente lungo di interazione tradizionale tra il soggetto ed i terapeuti, dovrebbe precedere la prima seduta con LSD. Il tempo che è necessario per preparare adeguatamente alla seduta psichedelica, dipende dalla natura dei problemi coinvolti e dalle circostanze; normalmente varia tra le cinque e le venti ore di terapia. Ci vorrà molto meno tempo per lavorare su un soggetto emotivamente stabile che si offre volontario per la seduta con LSD allo scopo di tirocinio, training professionale, per crescita personale, o aumento della creatività, che nel preparare un paziente gravemente disturbato con una seria nevrosi, sintomi psicosomatici o psicosi borderline. Dato che ogni situazione è differente ed ogni paziente presenta problemi specifici, non si può offrire una dettagliata guida sulla natura, contenuto e durata del periodo di preparazione. Tuttavia, è possibile dare alcune raccomandazioni generali e delineare le strategie per il lavoro preparatorio. Se la seduta è intrapresa per motivi terapeutici, il terapeuta dovrebbe discutere in dettaglio l’attuale situazione di vita del soggetto, il cambiamento emotivo, interpersonale e professionale, e le dinamiche dei sintomi psicopatologici. È necessario conoscere i dati biografici del candidato dalla prima infanzia fino al recente passato. Questo sarà utile per la comprensione degli episodi psicodinamici che potrebbero verificarsi nelle sedute con LSD: un terapeuta che ha familiarità con lo sviluppo storico del paziente sarà in grado di offrire una efficace assistenza e guida. La conoscenza delle dinamiche familiari del soggetto, dei caratteristici schemi interpersonali, e le idiosincratiche reazioni emotive nei differenti periodi della sua vita, agevolano il riconoscimento delle distorsioni biograficamente determinate nella relazione terapeutica e permette di affrontarle. È importante saper riconoscere certi temi ricorrenti, schemi ripetitivi, circoli viziosi, ed elementi che si auto-perpetuano nelle interazioni del paziente, dato che questi vengono riattivati nella relazione di transfert. Durante l’esplorazione della storia della vita del soggetto, il te178 rapeuta dovrebbe condividere qualsiasi intuizione significativa che egli ha a riguardo del materiale che sta emergendo. Un importante obiettivo è sviluppare una cornice per dare ordine alla comprensione del soggetto circa la relazione tra il suo passato traumatico e gli attuali problemi e difficoltà. Un’altra area che merita speciale attenzione è il collegamento tra i sintomi psicopatologici e le deficienze interpersonali. A questo riguardo bisogna staccarsi dall’approccio classico psicoanalitico, e condurre colloqui nello spirito della filosofia che è alla base della terapia psichedelica. L’approccio psicoanalitico è psicopatolo- gico, e si sofferma selettivamente sugli aspetti negativi della personalità del paziente. La costruzione concettuale freudiana dell’uomo è istintiva ed essenzialmente pessimista. La psicoanalisi vede il comportamento umano motivato da pulsioni primitive di natura sessuale ed aggressiva, ed interpreta un qualsiasi più alto ideale come una formazione di reazione o di compromesso con le forze repressive della società. Nella preparazione di una seduta con LSD, discutiamo anche i sintomi ed i problemi di vita. Comunque, il terapeuta cerca di relazionarsi con i nuclei sani della personalità del paziente. Il messaggio di base è che c’è un potenziale positivo in ciascun essere umano che è nascosto dietro i sintomi, per quanto possano sembrare soverchianti e dannosi. Il passato traumatico è visto come un complesso di fattori e situazioni che hanno alienato il paziente dal suo sé reale. L’immagine della natura umana sulla quale questo approccio è basato è più vicino alla filosofia indù che alla psicoanalisi freudiana. Dietro le barriere delle istintuali forze negative associate ai primi traumi biografici ed ai regni infernali delle matrici perinatali, esistono reami, sfere transpersonali della mente superconscia, ed un sistema di positivi valori universali non diversi dai metavalori di Abraham Maslow. Nel modello psichedelico la mente umana non è limitata agli elementi necessitati dalla biografia infantile: non ha confini o limiti e le sue dimensioni sono commensurate a quelle dell’intero universo. Da questo punto di vista, è più corretto vedere la natura umana come divina piuttosto che bestiale. Sebbene gli elementi specifici di questa filosofia non siano comunicati al paziente come parte della preparazione per 179 le sedute, questa visione del mondo caratterizza l’approccio del terapeuta psichedelico. Nel lavorare con pazienti sotto trattamento con LSD, non necessariamente si evitano giudizi e consigli diretti. Il terapeuta non dovrebbe dare al paziente indicazioni specifiche riguardo situazioni concrete di vita, come sposarsi o non sposarsi, richiedere il divorzio, avere bambini, abortire, accettare o lasciare un lavoro. Qui le regole psicoanalitiche sono sicuramente giustificate. Le situazioni coinvolte sono solitamente troppo complesse e contengono molti fattori imprevedibili; il terapeuta non può valutarli oggettivamente fino a prevederne uno sviluppo ottimale dal punto di vista dei bisogni del paziente. È molto probabile che il consiglio rifletterebbe paure del terapeuta, suoi desideri e bisogni, invece di rappresentare un “ giudizio professionalmente oggettivo”. Comunque, un approccio diretto sembra essere utile riguardo una filosofia generale dell’esistenza e sulla strategia di vita. Qui il terapeuta può basare la sua guida su un insieme di valori che sembrano essere universali. Questi valori tendono ad emergere indipendentemente ed in modo vistoso durante la terapia psichedelica che ha avuto buon esito, con diversi soggetti ed appare essere associata ad un sano “funzionamento”. Uno dei messaggi di base di questa strategia esistenziale è l’enfasi sulla vita nel qui e ora – il momento presente, in questa ora, oggi – se paragonato al rimuginare di ricordi di molte decadi passate e l’indulgere in fantasie per il futuro. Allo stesso tempo, la consapevolezza del cliente è spostata da progetti pomposi, verso situazioni semplici ed ordinarie della vita di tutti i giorni, non solo come fonte nuova e non utilizzata di potenziale gratificazione ma come la sola base reale di soddisfazione nella vita. Il cliente non è necessariamente scoraggiato dal perseguire articolati e coinvolgenti progetti di lungo termine, ma è guidato all’intuizione che i successi esterni da soli non porteranno la soddisfazione prevista e la pace della mente. Un profondo confronto con la morte, che è parte del processo psichedelico, porterà inevitabilmente le persone a realizzare che una buona immagine di sé e sentimenti positivi su di sé, la capacità di gioire del processo vitale, ed un profondo senso del significato della vita 180 non sono dipendenti da qualche complicata condizione esterna. Rappresentano uno stato primario dell’organismo ed un modo di stare al mondo che è indipendente dalle condizioni materiali di vita, con l’eccezione di alcuni estremi drastici. Se questa affermazione dell’esistenza è presente, allora anche le condizioni più comuni di vita possono essere vissute come proficue. Il semplice fatto di partecipare alla coscienza ed al meccanismo cosmico, in qualsiasi modo, appare essere molto prezioso. Le attività ordinarie come il lavoro quotidiano, l’esercizio fisico, mangiare, fare una passeggiata, guardare un tramonto, fare l’amore, possono diventare un espressione gioiosa ed una celebrazione della vita. Quando questo apprezzamento del semplice fatto di esistere è dimenticato, perso, allora nessun successo o traguardo esterno ce lo restituirà. La ricerca sfrenata di quelli che appaiono essere obiettivi per la realizzazione di sé e nella vita, intrappolerà l’individuo dentro una rete di circoli viziosi, senza ottenere la soddisfazione attesa. I sentimenti positivi di vita, se assenti, devono essere ricercati interiormente, attraverso un processo di esplorazione del sé e trasformazione interiore, non manipolando esclusivamente le circostanze esterne. La filosofia di base della terapia psichedelica in definitiva enfatizza la direzione sul processo, più che il raggiungimento di un obiettivo. Il modo con cui un individuo pone in essere certe attività, diventa molto importante, non solo per quello che riguarda le specifiche scelte e per quello che sarà il risultato finale del suo sforzo. Durante la preparazione per la seduta, il suddetto sistema di valori può essere esplicitamente o implicitamente comunicato al cliente ogni volta che se ne presenta una buona opportunità. È appropriato scoraggiare attivamente eccessive fissazioni sul passato per ragioni sentimentali o per nostalgia, l’interrogarsi su vecchie decisioni e scelte, l’analizzare azioni associate a senso di colpa, o un rimuginare retrospettivo sui fallimenti. Ugualmente, i pazienti possono essere avvertiti che non raggiungeranno l’attesa felicità perseguendo piani elaborati per il futuro volti alla ricerca del denaro, del potere, della reputazione, e della fama. Questo è particolarmente importante se i piani per il futuro sono irrazionali, irrealistici ed esagerati, o se il paziente 181 sta perdendo tempo in futili sogni ad occhi aperti e costruendo castelli in aria. È giustificato enfatizzare la profonda saggezza dell’orientamento emotivo e filosofico (anche se non necessariamente prag- matico) verso il momento presente, e della rilevanza delle situazioni ordinarie per la soddisfazione di fondo nella vita. Possiamo anche sottolineare la futilità e la natura auto-distruttiva di atteggiamenti e comportamenti che riflettono disperati bisogni di provare qualcosa a qualcuno, far piacere o convincere un genitore, amico o un non specifico “ altro”, o combattere irrazionalmente l’autorità. Dato che il suddetto sistema di valori e di strategia di vita è desunto dal processo psichedelico, c’è una buona possibilità che le sedute con la sostanza forniscano una potente ratifica, convalida d’esperienza, delle varie questioni trattate durante la preparazioni in modo intellettuale. Una parte importante del lavoro iniziale si focalizza sulle questioni filosofiche e religiose. Sebbene sia stato fatto occasionalmente dai terapeuti psichedelici, non raccomanderei l’uso di uno specifico sistema religioso come parte del quadro per le sedute, non importa se sia cristianesimo, giudaismo, induismo, o buddismo tibetano. Ciò può interferire con la cornice simbolica che sta emergendo spontaneamente dall’inconscio collettivo del soggetto e che costituisce la forma più appropriata per l’esperienza spirituale della persona. Inoltre, l’introduzione esplicita degli elementi di una specifica religione o di una chiesa, può essere vissuta come inappropriata ed irritante non solo dagli atei e dagli scettici o seguaci di altri credo, ma anche da coloro che sono cresciuti nella stessa tradizione ed hanno sviluppato un atteggiamento conflittuale con essa. Tuttavia, è utile accrescere la consapevolezza del paziente sugli aspetti estetici della vita, il suo interesse nelle questioni filosofiche e il riconoscimento della dimensione spirituale dell’esistenza. La chiarificazione è spesso richiesta riguardo la comprensione del termine “religione”, del ruolo della spiritualità nella vita umana, della relazione tra religione e scienza e dei conflitti tra i vari credo. Per quei pazienti che a priori hanno forti sentimenti negativi sugli aspetti religiosi della terapia psichedelica, è di aiuto 182 sottolineare che le esperienze spirituali nelle sedute con LSD di solito non prendono la forma descritta dalle religioni ortodosse. Piuttosto, sono simili a ciò che Albert Einstein descrisse come religione cosmica. Questa forma di spiritualità non implica un Dio personificato, un pantheon di santi intermedi, regolari funzioni in chiesa, ed un servizio divino formalizzato. L’attenzione è sull’incapacità dell’approccio razionale ad afferrare i molti misteri della natura e sullo sgomento e meraviglia sperimentate nel porsi di fronte alle forze creative dell’universo. I sentimenti spirituali sono legati con questioni come l’enigma del tempo e dello spazio; l’origine della materia, della vita, e della coscienza; le dimensioni dell’universo e dell’esistenza; il significato della vita umana e lo scopo ultimo del processo di creazione del mondo fenomenico. Le esperienze spirituali di questo tipo possono verificarsi in individui di alta levatura intellettuale e con una rigorosa preparazione scientifica, infatti, sono compatibili con le osservazioni della ricerca moderna. Un’importante rappresentazione di questo punto, per coloro che enfatizzano la visione scientifica del mondo, è la recente convergenza della fisica quanto-relativistica e delle diverse tradizioni mistiche. In alcuni casi, le esperienze perinatali e transper- sonali nelle sedute psichedeliche, possono verificarsi in forme simboliche tipiche di certe culture e periodi storici. Anche senza una preparazione in archeologia o mitologia, conoscenza dell’eredità culturale coinvolta, o anche un adeguato generale background intellettuale, un individuo può sperimentare sequenze simboliche e mitologiche dell’antico Egitto o Grecia, Africa, India, Tibet, Cina, Giappone, Australia, o paesi pre-Colombiani. Comunque, le immagini di specifiche divinità personificate in queste culture, non sono, di solito, vissute come le supreme ed ultime forze nell’universo. Come l’infinita varietà di esseri ed oggetti che costituiscono il mondo fenomenico, tali divinità appaiono essere la manifestazione del principio creativo che è trascendente ed oltre la forma. Se l’esperienza psichedelica si verifica nel contesto di una tradizione dottrinale, è, di solito, congruente con gli insegnamenti della branca mistica in questione piuttosto che con la sua forma ortodossa. Sarà più vicino al misticismo cristiano che 183 al cristianesimo tradizionale, alla Cabala o Hassidism piuttosto che al Giudaismo del Vecchio Testamento, al Sufismo piuttosto che alla fede mussulmana. L’esperienza psichedelica in genere comprende elementi estranei alla tradizione religiosa propria dell’individuo sperimentante. Così un buddista può sperimentare l’identificazione con il Cristo crocifisso ed uscire dalla seduta con una nuova comprensione del cristianesimo; un cristiano può avere sequenze d’esperienza nelle quali scopre ed apprezza il Sufismo; un mussulmano può avere intuizioni sulla legge del Karma e dei cicli della reincarnazione; ed un Rabbi può sperimentare una conversione verso il Buddismo Zen. In qualsiasi modo il soggetto sperimenti e concettualizzi le realtà trascendentali, di solito accetterà quella forma come la più appropriata e pienamente compatibile con la propria personalità. Un elemento importante della preparazione, è lo sviluppo di una relazione di fiducia tra la guida ed il paziente. La capacità del soggetto di lasciar cadere le difese psicologiche e di abbandonarsi all’esperienza, che è cruciale per il buon esito della seduta, è direttamente proporzionale al livello di fiducia nei terapeuti. La fiducia è così il prerequisito più importante per l’efficacia della terapia psichedelica. È di grande rilevanza per il corso di ogni seduta con LSD; comunque, ci sono certe specifiche situazioni nelle quali l’elemento della fiducia di base gioca un ruolo particolare. Il lavoro sulle radici della sfiducia di un individuo verso le altre persone e verso il mondo intero, dipende in modo critico dalla qualità della relazione tra l’esperente e le guide. Ugualmente, l’abilità ad affrontare l’esperienza della morte dell’ego in tutta la sua complessità e profondità, richiede un buon ancoramento nella relazione con il terapeuta. Alla luce dell’importanza della relazione tra guide e pazienti, la preparazione per la seduta non dovrebbe essere solo un flusso di informazione a senso univoco, ma dovrebbe dare al soggetto la possibilità di conoscere i futuri terapeuti. Idealmente, invece di essere uno scambio convenzionale di luoghi comuni, il periodo di preparazione dovrebbe consistere un autentico incontro umano. Quando i terapeuti sentono che la preparazione ha raggiunto gli 184 obiettivi descritti precedentemente ed il paziente è psicologicamente pronto per la prima esperienza con la sostanza, fissano un ultimo incontro prima della seduta. Questo incontro si concentra esclusivamente su aspetti tecnici della procedura e di solito ha luogo il giorno immediatamente precedente alla seduta con la sostanza. La discussione concerne la natura dell’esperienza psichedelica, gli stati non-ordinari di coscienza che possono essere indotti dall’LSD ed i modi più proficui di calarsi nell’esperienza. A questo punto, a meno che non sia accaduto prima, i terapeuti incoraggiano il paziente ad esporre tutte le paure ed i dubbi che potrebbero nutrire sulla sostanza e sulla procedura. Questa è l’ultima opportunità per rispondere a domande specifiche o generali e per chiarificare le errate concezioni e mezze verità che il soggetto può aver ripreso dalla pubblicistica sensazionalistica o anche dalla letteratura professionale. Fra questi, i più importanti sono l’affermazione che lo stato sotto LSD sia interpretabile secondo il “modello schizofrenico” e sull’LSD come una sostanza che può causare psicosi; la questione del prolungarsi delle reazioni e del flashback; il pericolo di danneg- giamenti organici del cervello e la possibile influenza negativa dell’LSD sulla struttura cromosomica ed ereditaria. La concezione della “modello psicotico” è stata già discussa; è datata e fu rimpiazzata da una nuova comprensione dell’LSD come catalizzatore o amplificatore dei processi mentali. Il verificarsi di stati psicotici transitori dopo alcune sedute rappresenta uno dei rischi della terapia con LSD anche in condizioni controllate. Tuttavia, nel lavoro con LSD ciò si verifica molto raramente, e solo in persone con gravi problemi emotivi ed una sintomatologia borderline. Questi scompensi non sono creati dalla sostanza ma rappresentano la manifestazione di profondo materiale inconscio. L’attivazione e la manifestazione conscia di tale materiale può rappresentare un problema clinico; comunque, è anche l’opportunità per un cambiamento terapeutico, se avvicinato e gestito in modo appropriato. In un paragrafo successivo discuteremo in dettaglio i meccanismi delle reazioni prolungate, dei flashback e degli scompensi psicotici associati alla somministrazione di LSD, così come del modo di condurre le sedute al fine 185 di minimizzare il verificarsi di questi fenomeni. L’unico serio pericolo associato alle sedute psichedeliche è lo sforzo del sistema cardiovascolare causato dall’intensità delle emozioni e dalle tensioni fisiche provocate dalla sostanza. Una attenta selezione dei candidati ed una scrematura delle persone con precedenti di infarto del miocardio, insufficienza cardiaca, ipertensione, grave arteriosclerosi, predisposizione all’emorragia cerebrale e condizioni simili, eliminano questo rischio. La predisposizione alle convulsioni potrebbe essere una controindicazione per le sedute psichedeliche, a meno di non avere a portata di mano una ben fornita farmacia. Negli individui con precedenti di epilessia, l’LSD può occasionalmente provocare una sequenza di convulsioni, o status epilepticus, che può essere estremamente difficile da controllare fuori da una struttura medica. Non ci sono indicazioni che l’LSD farmaceuticamente puro nei dosaggi somministrati in psicoterapie (50-1500 microgrammi) causi danneggiamenti organici del cervello. Le allusioni a questa possibilità presenti nella letteratura professionale sono basate su due osservazioni . La prima di queste era il frequente verificarsi di tremori, scatti e complessi movimenti contorti nei soggetti durante le sedute con LSD. Queste manifestazioni motorie possono essere osservate anche negli individui senza un comportamento epilettico ed hanno una certa somiglianza con i sintomi osservati in diverse malattie organiche del sistema nervoso centrale. In base alle osservazioni cliniche della Terapia con LSD, rappresentano il rilascio e la scarica di profonde, represse energie legate ad abreazione emotiva e che hanno veramente un grande potenziale terapeutico. Le più drammatiche abreazioni motorie di questo tipo si verificano in connessione con il processo di morte-rinascita. Tendono a diminuire o scomparire quando l’individuo supera il livello perinatale, a dispetto del fatto che da allora la quantità totale di sostanza ingerita sia maggiore che al momento del loro verificarsi. Inoltre, la grande variabilità individuale e la mancanza di una diretta relazione dose-effetti pende fortemente contro l’ipotesi di una base organica per i fenomeni motori nelle sedute con LSD. In generale, controlli dei soggetti durante le varie fasi delle sedute psicolitiche, hanno 186 fallito nel rintracciare qualsiasi indicazione di danneggiamento cerebrale, anche in quei casi dove il numero totale di sedute era prossimo a cento. Le tecniche usate in questo contesto sono esami neurologici di base, elettroencefalografia, e test psicologici che sono usati di routine per stabilire danneggiamenti organici nella pratica clinica. La seconda osservazione che alcuni autori interpretarono come indicativa di un danno cerebrale, fu l’incidenza di certi cambiamenti della personalità osservati in alcuni consumatori di LSD. Tra di essi vi erano perdita di ambizione, abbandono della scuola, farsi crescere lunghi capelli e la barba, indossare indumenti insoliti, una ridotta attenzione riguardo l’igiene personale, il distacco da un atteggiamento razionale, e attenzione riguardo questioni filosofiche e religiose. Un analisi più accurata della personalità hippie indica che non può essere attribuita esclusivamente all’uso di sostanze psichedeliche. Si tratta di un fenomeno che coinvolge fattori sociopolitici ed elementi di rivolta giovanile riflettenti una frattura generazionale. Fu dimostrato nella nostra popolazione di pazienti, che cambiamenti della personalità comprendenti trasformazioni filosofiche e spirituali, possono verificarsi senza le manifestazioni esterne che caratterizzano la personalità degli hippie. Mettere sullo stesso piano i cambiamenti della personalità dei consumatori di LSD, con il deterioramento osservato nei pazienti con malattie organiche del cervello come i tumori del lobo prefrontale, è un fraintendimento dei problemi coinvolti. Inoltre, la scarsa qualità di gran parte delle dosi di LSD di “strada” e l’uso congiunto di esso con anfetamine, barbiturici, fenciclidina, STP e altre sostanze, solleva seri dubbi sull’opportunità di trarre qualsiasi conclusione sull’LSD, dalle osservazioni fatte in connessione con l’uso non-medico del cosiddetto “acido di strada”. Sfortunatamente, la pubblicità negativa riguardante l’LSD e gli altri psichedelici, non solo influenza l’atteggiamento dell’opinione pubblica, degli educatori e legislatori, ma anche l’opinione di molti professionisti. L’isteria nazionale degli anni ’60 ed i titoli sensazionalisti dei giornali, influenzarono gli psichiatri e gli psicologi molto più che i risultati degli studi clinici indicanti una relativa sicurezza dell’LSD quando usato 187 responsabilmente in condizioni controllate. Come risultato di tutto ciò, molte delle affermazioni fatte sulla sostanza dai professionisti, riflettevano un marcato ed irrazionale pregiudizio emotivo piuttosto che una evidenza scientifica. Questa situazione è espressa bene dal fatto che tra gli psichiatri che sollevarono forti obiezioni sull’uso dell’LSD come strumento terapeutico – in quanto ritenevano che potesse causare alcuni sottili danni cerebrali non ancora individuabili con i nostri metodi attuali – c’erano alcuni individui che non esitavano a consigliare ai pazienti una lobotomia prefrontale 1. L’ultima area che dovrebbe essere menzionata in questo contesto è l’effetto dell’LSD sui cromosomi, sullo sviluppo fetale e sull’ereditarietà. L’opera di disinformazione ha avuto un tale successo nel plasmare l’opinione pubblica, che è pressoché certo che questa questione emerga durante i colloqui preparatori. Il problema è di importanza decisiva per la psicoterapia psichedelica e per il suo futuro, ed in una delle appendici di questo libro presento una revisione critica di circa un centinaio di scritti scientifici sull’argomento. Riassumerò brevemente la mia personale opinione sulla questione, basata su venti anni di esperienza clinica e su un accurato studio della letteratura esistente. Non sembra esserci alcuna indicazione che la somministrazione di LSD farmaceuticamente puro abbia qualche effetto deleterio sui cromosomi o sull’ereditarietà. Non dovrebbe essere somministrato a donne incinte, comunque, perché incrementa il rischio di abortire e di possibili interferenze con lo sviluppo fetale. L’LSD, quindi, è una sostanza biologicamente sicura, se evitiamo di somministrarlo a persone con gravi problemi cardio- vascolari e alle donne incinte, e procediamo con attenzione quando c’è una predisposizione alla convulsione epilettica. Tutti i pericoli sono di natura psicologica. A grandi linee questi non sono inerenti la sostanza in sé, ma sono determinati da un insieme di fattori extrafarmacologici, come la personalità del soggetto, il set ed il setting, e le specifiche tecniche usate nel processo. Gli aspetti più importanti di questo problema sono discussi in dettaglio in altre parti di questo libro. Dopo che le paure, i dubbi e le apprensioni sono state discusse 188 con il paziente, il terapeuta dovrebbe comunicare la propria conoscenza dell’effetto della sostanza e del suo potenziale terapeutico. Bisogna enfatizzare il fatto che l’LSD è un catalizzatore o amplificatore dei processi mentali, uno strumento che facilita la esplorazione profonda del sé. L’ingestione di esso non spedisce qualcuno in un mondo alieno di “psicosi tossica” o di “fantasmagoria chimica”, ma rende possibile un avventuroso viaggio nei recessi nascosti della propria mente inconscia e attraverso questa nei regni che possono essere descritti come superconsci. Nei primi anni della ricerca sull’LSD, influenzati dall’ipotesi del “modello schizofrenico”, le sedute psichedeliche erano di routine definite come “psicosi sperimentali” anche quando erano condotte per motivi terapeutici. È importante evitare una terminologia e metafore di questo tipo, dato che non solo sono scientificamente errate, ma creano un pericolo di negativa programmazione per la seduta. In tale contesto, episodi di ansietà, aggressività, sfiducia e altre difficoltà emotive saranno interpretati dal soggetto come indicazioni dell’effetto “psicomimetico” della sostanza, invece di essere viste come occasioni eccezionali per confrontarsi e penetrare in certe aree problematiche della propria mente. Inoltre, l’allusione alla schizofrenia o alla psicosi, ha la sinistra connotazione di alludere ad un irreversibile e permanente perdita della sanità mentale. Metafore più appropriate ed utili sono quelle che usano le immagini di “film intra- psichico”, “vivida fantasia”, o “sogno ad occhi aperti”. Ci aiuta, in questa direzione, ricordare al futuro candidato per la terapia psichedelica, che nel nostro sonno, tutti quanti abbiamo episodi di stati non ordinari di coscienza, durante i quali possiamo in modo realistico vedere, sentire, odorare, gustare e percepire cose che non esistono nel mondo fenomenico. Questo riferimento ai sogni è una utile enfasi del fatto che tutti i fenomeni che deviano dall’esperienza comune della realtà e dalla logica usuale delle cose, non implicano necessariamente la follia. Un altro momento importante della preparazione è quello di informare circa la varietà delle esperienze che possono verificarsi durante la seduta: come cambiamenti percettivi nelle varie aree sensoriali, il rivivere rilevanti esperienze emotive dall’infanzia, 189 sensazioni legate a malattie ed operazioni, elementi del processo di morte-rinascita e diversi fenomeni transpersonali. Dato che molti di questi oltrepassano la cornice convenzionale, è utile incoraggiare il cliente ad abbandonare l’analisi intellettuale durante le sedute e a concentrarsi sull’esperienza stessa. In caso contrario, la ragione può diventare un serio ostacolo all’esplorazione di nuove aree di esperienza. L’intensità degli stati psichedelici merita anch’essa qualche osservazione; è importante preparare il cliente sul fatto che le dimensioni dell’esperienza, saranno probabilmente al di là di qualsiasi cosa egli abbia mai vissuto prima o che abbia mai immaginato nello stato ordinario di coscienza. Sebbene nessuna descrizione può adeguatamente rappresentare l’intensità di una esperienza ad alto dosaggio di LSD, un tale avvertimento può salvare il candidato dal panico durante la seduta. Bisogna discutere in anticipo le cause delle ricorrenti difficoltà durante le sedute con LSD. La prima di queste è l’esperienza del morire, che può essere a tal punto realistica e convincente che il soggetto può scambiarla per una reale emergenza fisiologica. Ciò è particolarmente vero per l’incontro con la morte che si verifica a livello perinatale; può essere associato con molti acuti sintomi biologici che possono allarmare non solo il soggetto ma anche un terapeuta inesperto. I drastici cambiamenti del colorito, attività motorie di tipo convulsivo, l’impulso a vomitare, una profusa sudorazione, e fast thread-like pulse che accompagna l’esperienza del morire, possono essere indicatori molto convincenti di una crisi fisica, e possono indurre al mancato riconoscimento della loro natura simbolica. C’è un altro tipo di incontro con la morte che si verifica a livello transpersonale. Non ha di solito la stessa forte enfasi biologica o la forma di un violento attacco che minaccia la vita. L’accento è posto su un diminuito attaccamento alla vita e sul desiderio di abbandonarla. Come processo è molto più sottile e si presenta come una libera scelta. È l’incontro perinatale con la morte che comporta problemi durante sedute, e dovrebbe essere discusso in anticipo con il paziente. Bisogna comunicargli che l’esperienza perinatale del morire si verifica nel contesto del processo di morte-rinascita, e che un abbandono totale ad esso 190 è sempre seguito da sensazioni di liberazione, mentre l’opporsi ad esso prolunga la sofferenza. Il secondo problema nelle sedute con LSD, è la sensazione che l’esperienza non finirà mai o che è imminente la perdita permanente della sanità mentale. Un caso speciale di questo stato è l’esperienza di non avere più vie di uscita, descritta precedentemente. Il paziente deve sapere che il modo più veloce per por termine a questa condizione, è di accettare il contenuto dell’esperienza. Nessun giudizio sulla riuscita della seduta, fatto mentre essa è in corso, dovrebbe essere considerato come una valutazione obbiettiva di essa: le valutazioni vanno trattate come una parte dell’esperienza. Quindi, paradossalmente, con l’accettere che si rimarrà per sempre nell’esperienza infernale, la si fa terminare, ed un abbandono completo alla follia permanente si rivela una mossa vincente verso una più alta sanità mentale. Come nel caso dell’esperienza di morte che frequentemente accompagna la paura della psicosi, combattere lo spettro di un destino avverso e la follia, prolunga lo spiacevole stato e mantiene il soggetto nella sua sfera di influenza. La terza più comune fonte di panico è la paura di diventare omosessuale. Di solito essa è avviata da una identificazione marcata con rappresentanti del sesso opposto. Un soggetto maschio può sperimentare non solo una autentica immagine del corpo femminile, ma anche una genuina sensazione di cosa si provi ad essere incinta, a partorire, o ad avere un orgasmo vaginale e clitorideo. L’esperienza corrispettiva nelle femmine, è meno frequente e di solito non include la sensazione di avere un corpo maschile, ma le caratteristiche psicologiche di un maschio. Bisogna rassicurare il soggetto che questa è una eccezionale opportunità di aver accesso alla sfera d’esperienza del sesso opposto. Rafforzerà infine il senso della propria sessualità piuttosto che causare una trasformazione omosessuale. Un’altra causa di fobie omosessuali può essere provare improvvise sensazioni di attrazione fisica per il terapeuta dello stesso sesso. Queste possono essere decodificate come transfert delle originarie sensazioni sessuali verso il genitore dello stesso sesso. La più profonda causa di panico omosessuale in un soggetto maschio, sembra essere l’emergere di spaventosi 191 ricordi della nascita; in questo contesto la vagina appare come un organo divoratore e l’individuo non può immaginare di avvicinarsi ancora ad esso come fonte di piacere. Diverse sensazioni fisiche che possono verificarsi nelle sedute con LSD, dovrebbero essere menzionate in questo contesto. In alcuni casi, raggiungono una intensità tale da rappresentare problemi reali. Bisogna chiarire al paziente che l’LSD nei dosaggi comunemente usati nella psicoterapia, non produce alcun sintomo somatico solo in virtù del suo effetto farmacologico. Nausea, vomito, emicranie, vari dolori muscolari, soffocamento, dolorosi crampi all’utero o al tratto gastrointestinale, aumento dell’attività motoria, ed altre manifestazioni fisiche, sono sempre di natura psicosomatica. Sono associate con importante materiale psicologico e sperimentarle consapevolmente è di grande valore terapeutico. La preparazione per una seduta psichedelica dovrebbe includere la discussione sulla possibilità che il paziente sperimenti una profonda crisi di fiducia di base, non importa quanto buona sia stata la relazione terapeutica prima dell’esperienza con la sostanza. Le caratteristiche di questa importante crisi sono state descritte precedentemente. È importante preparare il paziente a questa eventualità e consigliargli di guardare dentro se stesso per ricercare le possibili origini di tale sfiducia, prima di rivolgere l’attenzione sulle circostanze esterne. È ovvio che è più facile pensare che la percezione del paziente sia stata cambiata dall’influenza di una potente sostanza psicoattiva, piuttosto che sospettare che nel giro di mezz’ora un drastico mutamento si sia verificato nella situazione esterna o nelle personalità dei terapeuti. Discutere in anticipo la crisi di fiducia, di solito aiuta a mitigarla quando si verifica. Una regola che è importante nella psicoterapia con LSD è tenere le sedute interiorizzate. Dato che l’esperienza psichedelica rappresenta un processo di profonda esplorazione del sé, un viaggio nella propria mente, un orientamento introspettivo è di gran lunga l’approccio più produttivo. I soggetti sotto LSD sono incoraggiati a rimanere in una confortevole posizione sdraiata con gli occhi chiusi; la soluzione tecnica migliore è l’uso di leggere 192 mascherine per gli occhi. L’esposizione agli stimoli dal mondo esterno, specialmente se combinato con il movimento, con una eccessiva conversazione ed interazione sociale è, in generale, controproducente. Tende a mantenere l’esperienza ad un livello superficiale ed interferisce con il processo di esplorazione del sé. Occasionalmente, una danza espressiva può essere molto utile nelle sedute psichedeliche se il soggetto tiene i suoi occhi chiusi e non perde la connessione introspettiva con il processo interiore. Non voglio, però, negare che ci possa essere un valore positivo nelle esperienze psichedeliche nelle quali il soggetto è orientato verso l’ambiente esterno. La sostanza può aprire e sensibilizzare i canali sensoriali ad un livello straordinario e rendere possibile al soggetto di percepire il mondo in un modo totalmente nuovo. La ricerca di una partecipazione estetica, emotiva e spirituale all’ambiente esterno, può essere una esperienza profonda e di valore, specialmente se la seduta ha luogo in un bel ambiente naturale. Una esperienza psichedelica all’aperto, in montagne, sulla spiaggia, nei boschi, o anche nel proprio giardino, può diventare un evento indimenticabile. Comunque, se si prende l’LSD per questo motivo, è importante rimanere sui dosaggi più bassi, sotto i 100 microgrammi. Gli alti dosaggi tendono ad attivare materiale inconscio che può emergere e distorcere la percezione dell’ambiente. Per una persona che prende l’LSD in un complesso setting fisico e sociale, elementi psicologici rilevanti e stimoli sensoriali esterni si fondono insieme in un inestricabile amalgama che oscura il materiale individuale che sta emergendo. In queste condizioni, lo stato indotto dall’LSD tende a diventare un incomprensibile mistura di percezione esterna ed esperienze del proprio mondo interiore; come risultato di ciò, tali situazioni non sono generalmente molto adatte per una introspezione proficua. Le sedute che usano alti dosaggi al fine della crescita personale, per il lavoro su problemi emotivi, e come ricerca filosofica e mistica, dovrebbero quindi, essere volte verso la propria interiorità. Un’altra importante ragione per mantenere l’attenzione focalizzata sul processo interno, è la sicurezza. Il rapporto tra i benefici potenziali ed i rischi possibili, è di gran lunga più favorevole 193 per le sedute introspettive condotte in un protettivo setting, che per le esperienze orientate verso il mondo esterno praticato da molte persone nella controcultura. È essenziale, per una buon riuscita della seduta, che sia mantenuto un equilibrio tra l’abbassamento delle difese psicologiche ed un efficace lavoro sul materiale inconscio emergente. Qualunque contenuto sia stato rilasciato, l’energia associata ad esso dovrebbe essere canalizzata. La massima consapevolezza del processo interno e la sua piena espressione emotiva, percettiva e fisica, è di enorme importanza per una buona integrazione dell’esperienza con LSD. Le sedute nelle quali la sostanza attiva materiale emotivo molto problematico, possono portare a prolungate reazioni, ad una insoddisfacente integrazione, a successivi residui problemi emotivi e psicosomatici, ad un precario equilibrio mentale che diventa la base di futuri flashback. Alla luce di ciò, molta attenzione è posta, durante il periodo di preparazione, nello spiegare quanto sia importante mantenere la posizione supina durante la seduta con LSD, mantenere la mascherina sugli occhi e le cuffie, ed affrontare, sperimentare ed esprimere pienamente qualsiasi cosa stia emergendo. La maggior parte dei problemi tecnici nelle sedute si verificano quando il paziente, invece di trattare l’esperienza come un processo interno, proietta il materiale inconscio emergente sui terapeuti e sulla situazione del trattamento. Questo atteggiamento funziona come una potente difesa e rappresenta un serio ostacolo per il miglioramento terapeutico. Invece di affrontare il problema nel proprio mondo interiore dove può essere identificato e risolto, il paziente crea una situazione pseudoreale proiettando e focalizzando l’attenzione sulla manipolazione del mondo esterno. Prevenire tali situazioni controproducenti è uno dei compiti dei terapeuti ed inizia nel periodo di preparazione con una dettagliata descrizione e spiegazione delle regole di base. Altro aspetto della terapia psichedelica che dovrebbe essere discusso con il paziente in dettaglio. Nella medicina e psichiatria convenzionale, c’è una regola implicita che recita che in una terapia di successo, il grado di miglioramento dovrebbe essere proporzionale al numero di interventi terapeutici o alla durata 194 del trattamento. Nella procedura psichedelica, come in altre forme di terapie che puntano alla risoluzione dei problemi invece che sull’alleviamento dei sintomi, questo non è necessariamente vero. Può accadere che i sintomi siano temporaneamente intensificati dopo alcune sedute; questo di solito avviene prima che si verifichi un significativo miglioramento terapeutico. Dovrebbe essere esplicitato nelle indicazioni, che non rappresenta un fallimento della terapia con LSD, se dopo alcune sedute il paziente si sente peggio. Riflette semplicemente il fatto che è stato attivato nella precedente seduta importante materiale inconscio ed è rimasto irrisolto. La concezione di un temporaneo peggioramento come di una gestalt incompleta, aiuta i pazienti a tollerare difficili intervalli post-seduta, a valutarli costruttivamente, e mantiene l’ottimismo riguardo la finale riuscita del trattamento. Prima di iniziare la descrizione della tecnica di condurre le sedute con LSD, mi piacerebbe menzionare brevemente diverse osservazioni tratte dalla mia pratica in Europa della terapia psicolitica. Possono essere usate come giustificazione teoretica ed empirica di alcuni dei principî delineati più avanti. Durante la terapia psicolitica, la condizione clinica dei pazienti negli intervalli tra le sedute con LSD, mostra considerevoli oscillazioni in ambedue le direzioni. Dopo alcune sedute, i sintomi clinici erano alleviati o anche scomparsi ed i pazienti si sentivano “guariti”, liberi da conflitti e problemi, e pronti ad aprire un capitolo nuovo nelle loro vite. Dopo altre sedute la condizione clinica ovviamente si deteriorava. Qualche volta i sintomi originari erano intensificati, ed altre volte manifestazioni nuove ed inaspettate di psicopatologia emersero dopo una seduta scarsamente risolutiva. Occasionalmente, assistemmo a prolungate reazioni o anche a temporanee decompensazioni psicotiche in alcuni pazienti borderline. In molti casi un sorprendente miglioramento clinico era conseguito con pazienti che avevano una diagnosi vaga, ma il prosieguo della terapia con LSD con l’intenzione di stabilizzare i risultati, sfociava in nuove aree di problemi. Sebbene con LSD ci sia una tendenza verso esperienze più positive ed un migliore adattamento nella vita con il crescere del numero delle sedute, è impossibile eliminare tutte le aree 195 conflittuali. Tuttavia, la natura di questi problemi cambia: dalle questioni psicodinamiche, determinate dalla biografia del paziente attraverso i derivati del processo di morte-rinascita ai vari elementi transpersonali. In generale, è possibile parlare di fasi freudiana, rankiana e junghiana della terapia psichedelica. La successione di queste fasi non è necessariamente lineare e ci sono molte variabili individuali. Comunque, se guardiamo statisticamente al gran numero di registrazioni dalle sedute seriali con LSD, il materiale biografico tende a manifestarsi nelle prime sedute, la parte centrale della terapia è dominata dal processo di morte-rinascita, e le sedute nelle fasi avanzate, tendono ad essere di natura metafisica e filosofica. In tutte queste fasi, è possibile che una seduta prenda una piega negativa e determini un peggioramento della condizione clinica. Un’analisi delle registrazioni dalla terapia psicolitica, mostra che intervalli liberi dai sintomi, di solito seguivano sedute nelle quali erano conseguite risoluzioni delle problematiche. Il periodo finale di tali sedute era caratterizzato da mancanza di tensione e da esperienze estatiche. In questo stato, non c’erano spiacevoli sintomi fisici o emotivi e nessuna preoccupazione riguardo il passato o il futuro; solo un sentimento di esistere, radicato nella consapevolezza sensoriale del momento presente. Il raggiungimento di tale condizione dovrebbe essere l’obiettivo ideale di ogni esperienza psichedelica. Dato che la positiva riuscita di una seduta con LSD sembra correlata con una buona risoluzione del materiale inconscio attivato e con un piacevole periodo terminale della seduta, i terapeuti dovrebbero, nel momento in cui l’azione farmacologia della sostanza sta svanendo, agire per facilitare un positivo completamento delle esperienze. Le osservazioni tratte dalla terapia psicolitica, forniscono elementi sul modo in cui ciò può essere fatto nella maniera più efficace. Esperienze spontanee di assenza di tensione, estasi oceaniche, sono tipicamente associate con le visioni di belle scene naturali come laghi limpidi, oceani calmi, isole tropicali, foreste rigogliose, prati in fiore e cieli blu o stellati. Ugualmente comune in questo contesto, è l’esperienza di creazioni artistiche di alto valore estetico – visioni di meravigliosi templi, sculture o quadri, 196 e ascolto di musica ispirativa. L’esperienza assume un’enfasi spirituale e mistica, e questa prende la forma di un’allusione ai misteri della natura e alle forze creative dell’Universo, sebbene sia anche frequente un concreto simbolismo archetipico legato a specifiche religioni e mitologie. Alcuni pazienti riferiscono anche esperienze autentiche di buon grembo e di buon seno, così come episodi che includono ideali attenzioni materne, amore ed amicizia. Molti degli elementi che si verificano spontaneamente nel contesto degli episodi estatici nelle sedute con LSD, sono stati usati nella prassi dei terapeuti psichedelici ed anaclitici come strumenti per facilitare esperienze positive. Passeggiate immersi nella natura e l’uso di vari oggetti riflettenti la creatività della natura, begli oggetti d’arte, quadri simbolici delle tradizioni sacre, sculture legate a varie discipline spirituali, passi dai testi religiosi, e l’uso del contatto fisico possono essere menzionati qui come esempi salienti. Sebbene l’influenza positiva di questi fattori fu scoperta empiricamente, il loro impiego può essere giustificato teoreticamente e la loro insolita efficacia spiegata sulla base dell’associazione tra l’estasi oceanica e le esperienze della bellezza naturale, di ispirate creazioni artistiche, sentimenti spirituali, e relazioni umane altamente gratificanti. Questi elementi e principî facilitano il verificarsi di positive esperienze durante le sedute psichedeliche, così come nei periodi terminali di esse. Questo rende il trattamento psichedelico più significativo ed efficace e ne aumenta il potenziale terapeutico. SEDUTE PSICHEDELICHE In ciò che segue, delineerò le caratteristiche principali di un ideale setting per il trattamento, come lo immagino sulla base della passata esperienza clinica con la terapia psichedelica. 197 Ovviamente, nella pratica queste esigenze saranno raramente soddisfatte in maniera completa ed i terapeuti dell’LSD devono essere preparati a vari gradi di compromesso. Idealmente, le sedute con LSD dovrebbero essere tenute in una stanza specificamente designata per il trattamento. Questa dovrebbe essere situata al pianoterra ed isolata dal resto della struttura, con un ingresso separato. Un piccolo angolo di cottura e servizi igienici facilmente accessibili dovrebbero rendere possibile per i terapeuti di rimanere con il paziente il giorno intero senza interruzioni non necessarie, e scegliere i momenti ottimali per una pausa fisiologica e per uno spuntino. È importante che il paziente sia in grado di raggiungere il bagno in breve tempo senza dover interagire con il mondo esterno. Certe volte, gli episodi di abreazione nelle sedute rendono necessario incoraggiare ad emettere forti rumori come urlare, ringhiare, o battere violentemente, il che potrebbe disturbare altri pazienti o visitatori. Adeguate provvigioni devono essere fatte così che il terapeuta ed i pazienti non si sentano vincolati a condizioni esterne e possano seguire pienamente le dinamiche del processo. Se il luogo della terapia non è separatao ma fa parte di un più ampio complesso, un adeguato isolamento acustico potrebbe essere necessario. La camera del trattamento dovrebbe essere accogliente, arredata in maniera confortevole e decorata con gusto. Soffici imbottiture e cuscini sono preferibili a spigoli taglienti e dure superfici metalliche. Questo non solo dà al paziente un senso di conforto e protezione, ma può diventare un importante fattore di sicurezza negli episodi parossistici delle sedute che coinvolgono movimento fisico e l’attivazione di conflitti psicodrammatici. Fiori freschi, un vassoio di frutta fresca e secca assortita e nocciole, una collezione di quadri ispiranti e libri d’arte, vari oggetti naturali di grande bellezza, come conchiglie e pietre, sono divenute nel corso degli anni parte integrale del nostro setting di trattamento. La musica è essenziale nella terapia psichedelica ed uno stereo ad alta fedeltà, diverse coppie di cuffie, ed una ampia collezione di cassette e registrazioni di buona qualità dovrebbero essere sempre disponibili. Se possibile, la struttura di trattamento dovrebbe essere situata 198 in bei scenari naturali. Sebbene questo è di poco rilievo nelle prime quattro o cinque ore che il paziente trascorre con la mascherina sugli occhi e le cuffie, diventa importante durante la fase terminale della seduta. L’esperienza psichedelica tende a far entrare il soggetto in intimo contatto con la natura ed intensifica in modo sorprendente la sua percezione sensoriale del mondo, ed un incontro con lo splendore della natura, può diventare una esperienza estetica e spirituale di duraturo valore. Non solo contribuisce all’integrazione della seduta, ma connette le energie positive e le emozioni con gli elementi del mondo quotidiano. L’acqua merita una nota particolare: durante le sedute assume un significato quasi magico per molti soggetti ed ha una straordinaria capacità di facilitare una positiva riuscita della seduta. Una nuotata nell’oceano, in un lago limpido, o un ruscello possono fare meraviglie nel periodo terminale delle sedute con LSD. In più modeste condizioni, l’uso di una piscina o di una vasca da bagno, o una buona doccia serviranno per lo stesso scopo. È preferibile iniziare le sedute con LSD al mattino; se la sostanza è presa nel pomeriggio, l’esperienza può continuare fino a tarda sera ed il soggetto potrebbe trovare difficoltà nell’addormentarsi. Il dosaggio ottimale di LSD sembra essere all’incirca tra i 200 e 400 microgrammi. Bisogna considerare che esso è determinato dalla natura dei problemi psicologici coinvolti, dalla struttura della personalità del soggetto, e da alcuni dati fisici come l’età e la salute in generale. Il peso del corpo sembra giocare un ruolo relativamente minore: la sensibilità o resistenza alla sostanza appare essere principalmente in funzione del sistema di difese psicologiche. Menzionammo precedentemente che i pazienti con gravi nevrosi ossessivo-compulsive sembrano rappresentare l’estremo della resistenza, mentre le persone con una struttura della personalità o sintomatologia isterica sono all’altro estremo dello spettro. Sembra esserci un punto di saturazione per l’LSD intorno ai 400 o 500 microgrammi: aumentare la dose oltre questo punto non sembra produrre un ulteriore effetto addizionale. È più utile identificare gli specifici meccanismi di resistenza e provare ad influenzarli psicologicamente, più che aumentare i 199 dosaggi nello sforzo di “rompere le difese”. L’LSD preso per via orale è efficace nella maggior parte dei casi; la somministrazione tramite iniezione è di scarso valore pratico. Ha il pregio di diminuire il periodo di latenza, ma introduce la scomodità dell’iniezione e di un marcato elemento medico nel setting. La somministrazione intramuscolare è utile per i pazienti con una marcata predisposizione alla nausea ed al vomito. Nel caso di vomito nella fase iniziale della seduta, un dubbio potrebbe sorgere riguardo l’effettiva quantità di LSD che è stata assorbita. Per questi motivi, l’LSD fu somministrato tramite iniezione ad alcuni malati di cancro, in quanto esistevano preoccupazioni sul grado di assorbimento a causa della malattia che affliggeva il sistema gastrointestinale. In generale, digiunare per uno o due giorni prima della seduta con LSD sembra portare qualche vantaggio. Tende a potenziare l’effetto dell’LSD, rende il soggetto più aperto agli stati non ordinari di coscienza, e riduce l’incidenza di spiacevoli sintomi gastrointestinali durante la seduta, in particolare nausea e vomito. Dovrebbe essere attuata una soluzione di compromesso nel caso in cui il soggetto non ha digiunato: normalmente raccomandiamo una cena leggera la notte immediatamente precedente la seduta e solo liquidi per colazione. Questo tende ad abbreviare il tempo di assorbimento e riduce l’incidenza della nausea. Il soggetto dovrebbe indossare pantaloni leggeri, comodi e confortevoli; qualsiasi indumento che stringe o effetti personali potenzialmente pericolosi dovrebbero essere rimossi dal corpo. Se questo non è fatto prima della seduta il paziente può chiederlo più avanti nel corso dell’esperienza, o potrebbe diventare necessario in vista di alcune specifiche situazioni. È molto più semplice liberarsi anticipatamente di catenine, cinture, pantaloni stretti, orologi, gioielli, dentiere o apparecchi per i denti, occhiali, lenti a contatto, chiavi, coltelli tascabili, ed oggetti simili. L’LSD dovrebbe essere somministrato senza troppi ritardi, dopo una rapida concentrazione sul “qui ed ora”. Molti pazienti mostrano un alto livello di eccitazione, apprensione, ansietà , e come risultato perdono qualche ora di sonno prima della seduta. Ciò è abbastanza comune prima della prima esperienza 200 psichedelica, ma non è raro anche per soggetti esperti nell’uso. È utile discutere brevemente le condizioni fisiche ed emotive e concedere del tempo per le domande dell’ultimo minuto che potrebbero essere il risultato della nottata insonne. Comunque, un maggior ritardo tende ad aumentare l’ansietà invece di ridurla. Immergersi nello stato prodotto dalla sostanza una volta avviato il processo, è di solito più semplice che avere a che fare con tutto il fantasticare su come essa potrebbe essere. Dopo la somministrazione dell’LSD c’è un periodo di latenza di circa venti-quaranta minuti prima che la sostanza faccia effetto. La sua durata dipende dal modo di somministrazione, dalla quantità di cibo nello stomaco – se la sostanza è ingerita – e dalle difese psicologiche. Il tempo precedente all’azione dell’effetto della sostanza può essere trascorso in meditazione, ascoltando della musica serena, osservando dei quadri, o in conversazioni rilassanti. Qualche volta è interessante scorrere l’album di famiglia, se si vuole usare l’esperienza per una più profonda penetrazione e riflessione sulle relazioni con i parenti stretti. Quando il paziente inizia a sentire l’effetto della sostanza, è invitato a sdraiarsi sul divano e ad indossare la mascherina per gli occhi. Questo aiuta a concentrarsi sul mondo interiore che inizia a svelarsi e a prevenire distrazioni ed interferenze dall’esterno. Da questo momento la posizione reclinata è generalmente consigliata per le successive quattro o cinque ore, e l’esperienza è quasi completamente interiorizzata. Il soggetto riceve cuffie stereofoniche ed ascolta musica selezionata con cura; l’obiettivo è di lasciarsi andare e di abbandonarsi all’esperienza. Il compito dei terapeuti è di dare assistenza e protezione, prendersi cura dei vari bisogni psicologici e fisiologici, facilitare il completo manifestarsi dell’esperienza, ed affrontare le resistenze che potrebbero presentarsi durante la seduta. In generale, la conversazione dovrebbe essere evitata durante il periodo di effetto intenso della sostanza; questo è particolarmente vero quando si riferisce ad un compulsivo analizzare, che è di solito una manifestazione della resistenza ed interferisce con l’esperienza. Lunghe spiegazioni ed interpretazioni offerte dal terapeuta, o discussioni coinvolgenti, sono controproducenti. 201 Le esperienze psichedeliche nelle sedute ad alto dosaggio hanno molti livelli e sfaccettature; il loro rapido rivelarsi e mutare, rendono impossibile fare resoconti esaustivi. Inoltre, l’abilità ad articolare e comunicare verbalmente è di frequente indebolita dall’influenza della sostanza. Scambi verbali tra i terapeuti e il paziente – sebbene utili durante il periodo preparatorio, nella fase terminale delle sedute, e nei giorni successivi ad essa – dovrebbero essere molto contenuti durante le ore culminanti della seduta con la sostanza. Il soggetto è occasionalmente sollecitato a dare un breve resoconto limitato a poche frasi per fornire tracce ai terapeuti. Un terapeuta esperto può raggiungere una sufficiente comprensione sulla natura dello stato psichedelico del soggetto, sulla base del comportamento esteriore e delle sporadiche comunicazioni verbali. Ciò è particolarmente vero se il terapeuta può contare su proprie esperienze dello stesso tipo. Così, una generale tensione, o una espressione del volto aggressiva, serrare le mani o mostrare le unghie, ed occasionalmente emettere suoni primitivi, insieme con affermazioni come: “ che incredibile strage” o “ ho preso parte a tutte le guerre dall’inizio del mondo”, danno sufficienti informazioni al terapeuta. Ugualmente, una affermazione come “non riesco a distinguere i confini; tutto sembra unirsi, fluttuare in Uno”, da un soggetto rilassato in estasi, non richiede ulteriori spiegazioni. Movimenti sensuali del corpo con un intenso coinvolgimento dell’area pelvica ed occasionali frasi sul fare l’amore, sul sesso, o sulle orge, comunicano un contenuto sufficiente. Qualsiasi ulteriore descrizione o racconto asseconda i bisogni del terapeuta più che dell’esperente. I ricordi delle sedute sono solitamente adeguati e le discussioni e le analisi possono essere posposti. La sola eccezione è una situazione di forte resistenza dove il terapeuta ha bisogno di avere una esatta informazione per aiutare l’esperente ad attraversare l’impasse. Se il paziente non dà nessuna risposta, il terapeuta dovrebbe interrompere brevemente ogni mezz’ora o pressappoco; lo scopo di questo “controllo” è di ristabilire il contatto, ottenere degli indizi sul processo, e dare rassicurazione se necessario. Una delle ragioni per le quali i terapeuti dovrebbero conoscere 202 la natura dell’esperienza del soggetto, è che la musica per la seduta deve essere scelta con sensibilità in rapporto allo stato psicologico dell’esperente. A parte ciò, gran parte dell’assistenza non specifica dovrebbe essere data attraverso canali non verbali. Ciò può includere tenere la mano, fare carezze di rassicurazione, cullare, o varie forme di coinvolgimento psicodrammatico nell’esperienza. Potrebbe dimostrarsi d’aiuto in alcuni momenti offrire resistenza al paziente che ha bisogno di lottare e spingere, enfatizzare alcune sensazioni fisiche mediante pressioni o massaggio, o usare altri stratagemmi dello stesso tipo. Ciò diventa più comune quando la seduta si sta avvicinando alla fase terminale. Inizialmente nell’esperienza interventi fisici richiedono una grande sensibilità ed un buon rapporto. È importante mantenere una relazione di fiducia, un senso di cooperazione, ed una generale atmosfera di gioco, recita . Tuttavia, l’atmosfera “come se” di un gioco sinergico può essere facilmente persa nell’intensità dell’esperienza ed il terapeuta potrebbe rischiare di essere percepito come un nemico piuttosto che come un aiutante. A meno che i terapeuti non abbiamo una certezza intuitiva sulla qualità della relazione, queste manovre non dovrebbero essere usate nelle fasi iniziali della seduta. Un altro importante aspetto dell’interazione terapeutica è rispondere con sensibilità ai bisogni del paziente – offrendo una coperta quando sembra avere freddo, asciugando il sudore dalla fronte, pulendo il viso dal muco o dalla saliva, inumidendo le labbra quando sono secche, o dando un bicchiere d’acqua. Quanto detto, si applica alle sedute psichedeliche che scorrono relativamente lisce e senza complicazioni. In tali sedute il paziente è in grado di mantenere la posizione allungata, stare con la mascherina sugli occhi e le cuffie, mantenere l’esperienza interiorizzata, ed è capace di maneggiare il materiale inconscio emergente in modo adeguato. Nelle sedute di questo tipo, c’è poco lavoro per i terapeuti: ascoltano la musica, meditano, e provano a sintonizzarsi empaticamente con l’esperienza del cliente. Un situazione completamente differente si verifica quando il soggetto non è in grado di tollerare le esperienze e si rifiuta di “andare con esse”. 203 Esempi di minor gravità di questo tipo, sono vari stratagemmi evasivi, come una tendenza a togliersi la mascherina dagli occhi e sedersi, volere una tazza di caffè o una sigaretta, ciarlare su cose triviali, girare intorno, o uscire per una passeggiata. Una manifestazione più drammatica di resistenza è la proiezione del materiale emergente sui terapeuti e sul luogo di trattamento. Il paziente vuole guardare i terapeuti, essere coinvolto in argomenti intellettuali, discutere la loro condizione di vita e problemi, o criticare le regole e le circostanze della seduta. Complicazioni estreme includono una totale perdita di consapevolezza della natura simbolica dell’esperienza ed il confonderla con la realtà. Queste di solito si verificano in connessione con l’esperienza del morire, paura di impazzire, o panico omosessuale. Il paziente può sperimentare una acuta sfiducia e la voglia di scappare dalla situazione e dalla stanza, confondendo il pericolo che sente interiormente con la situazione esterna. Quando il paziente non è in grado di mantenere la posizione raccomandata, inizia a percepire ed interpretare la situazione in un modo grossolanamente distorto, o mostra una tendenza verso comportamenti di acting-out, i terapeuti devono abbandonare l’atteggiamento passivo per un intervento attivo. Una indicazione meno urgente per l’azione terapeutica è una situazione nella quale il paziente mantiene la mascherina e le cuffie ma tende a proiettare i suoi sentimenti sui terapeuti, piuttosto che a ricondurli fino alla loro origine. La strategia e le tecniche per affrontare alcune difficili situazioni durante le sedute psichedeliche, verranno discusse più avanti in una sezione speciale. Una atmosfera di sicurezza, riservatezza, e di totale impegno, è necessaria per raggiungere risultati positivi. I terapeuti che rispondono al telefono durante le sedute, che consentono alle persone di bussare alla porta, o che lasciano la stanza del trattamento per portare avanti altre attività parallele, possono difficilmente attendersi sedute scorrevoli, profondamente proficue e di buon esito. La distrazione o l’assenza di assistenza in un momento critico della seduta, possono diventare un ostacolo per il trattamento. Il paziente può perdere la fiducia nell’assistenza del terapeuta e non oserà abbandonare il controllo e fronteggiare gli aspetti 204 difficili del proprio inconscio. Idealmente, il paziente dovrebbe essere assistito durante l’intero periodo di azione della sostanza da due terapeuti, una diade terapeutica maschile-femminile, che non abbandoni mai il luogo del trattamento. I terapeuti dovrebbero conoscersi bene l’un l’altro, andare d’accordo, ed essere abituati a lavorare insieme. Ci sono molte ragioni per preferire terapeuti di ambedue i sessi nelle sedute. Ci sono alcune attività che sono più naturali per gli uomini che per le donne, e viceversa. In linea di massima, le donne sembrano più adatte per confortare, cullare e per l’assistenza fisica, a meno che la natura dell’esperienza non richieda specificatamente una figura maschile. Per esempio situazioni nelle quali il soggetto ha a che fare con l’impatto psicologico dell’assenza del padre nell’infanzia, o sente il bisogno di esprimere affetto in relazione alla figura paterna. Viceversa, l’attivazione psicodrammatica di una lotta potrebbe richiedere forza fisica e meglio essere interpretata da un terapeuta maschio, a meno che il contenuto dell’esperienza non richiami specificatamente una figura femminile. È anche comune che problemi legati al triangolo edipico del paziente, inizialmente, diventino manifesti come distorsioni proiettive della relazione con la diade terapeutica. Ci sono anche esperienze transpersonali, come costellazioni archetipe e memorie di passate incarnazioni, per le quali la presenza di ambo i sessi è importante o facilita l’esperienza. Così la rappresentazioni di ambedue gli elementi maschile e femminile, è utile non solo in termini di divisione dei compiti, ma anche come specifica facilitazione di alcune esperienze e come evocativo schermo di proiezione. Sebbene un profondo coinvolgimento nelle proiezioni è generalmente controproducente e dovrebbe essere scoraggiato, le distorsioni proiettive possono diventare una fonte potente di intuizione se il soggetto si approssima ad esse in maniera costruttiva. Dato che la musica costituisce una parte importante della psicoterapia con LSD, discuteremo brevemente il suo ruolo, i principî di base nel selezionare i pezzi appropriati, ed il modo nel quale usarli. La musica sembra svolgere importanti funzioni nel contesto della terapia psichedelica. Tende ad evocare potenti 205 emozioni e facilita un più profondo coinvolgimento nel processo psichedelico. Fornisce una struttura per l’esperienza e crea una continua onda portante che aiuta i pazienti a superare momenti difficili delle sedute e a muoversi attraverso le difficoltà, le impasse. I soggetti di frequente riferiscono che il flusso della musica li aiuta a lasciar andare le difese psicologiche e ad abbandonarsi pienamente all’esperienza. Un’altra funzione della musica è di creare un senso di continuità e connessione nel corso dei diversi stati non ordinari di coscienza. È esperienza ricorrente che i pazienti abbiano difficoltà nelle fasi in cui la musica è interrotta, come quando si cambiano le cassette o i nastri: riferiscono di sentirsi sospesi a mezz’aria, con un senso di dolorosa mancanza. Una funzione addizionale della musica ha a che vedere con il suo contenuto: si può facilitare l’emergere di certe qualità emotive, come aggressività, sensazioni sessuali, “ svolte psichedeliche” , o esperienze trascendentali, in base ad una specifica scelta della musica. L’importanza della musica per la positività del rientro, è già stata descritta. Per quanto concerne la scelta della musica, delineerò solo i principî generali e darò alcuni suggerimenti sulla base della mia esperienza personale2. Ciascun gruppo terapeutico sviluppa, con l’esperienza, una lista dei pezzi musicali preferiti per le varie fasi delle sedute con LSD e per specifiche situazioni. La regola di base è che la musica deve rispondere alla fase, intensità e contenuto dell’esperienza, piuttosto che imporle un percorso specifico. La preferenza dovrebbe essere data a musica di alta qualità artistica, ma di scarso contenuto concreto. Bisognerebbe evitare canzoni e altri pezzi vocali nei quali il testo suggerisce temi specifici. Dove usati, i componimenti verbali dovrebbero essere in un linguaggio sconosciuto all’esperente così che la voce umana diventi uno stimolo non specifico. Per la stessa ragione, è preferibile evitare pezzi con i quali i clienti hanno già specifiche associazioni intellettuali. Così, l’inizio della Quinta sinfonia di Beethoven in Mi minore è di solito legata con l’imminenza di un evento fatale (Sinfonia del Destino); l’uso delle marce nuziali dal Lohengrin di Wagner o dal Sogno di una notte di mezza estate di Mendelssohn suggeriscono una atmosfera nuziale; e la Carmen 206 di Bizet evocherebbe attraverso un meccanismo simile il tema della corrida. In soggetti cechi, i Preludi di Liszt tendono a far emergere ricordi di guerra, perché erano usate dalla propaganda nazista come introduzione alle notizie quotidiane trasmesse con gli altoparlanti in strada. La maggiore obiezione all’uso della musica nelle sedute psichedeliche è che se anche evitiamo una grossolana manipolazione, eserciteremo comunque un effetto strutturante sull’esperienza con la nostra scelta della musica. Questo sembra in contraddizione con la tendenza ad interiorizzare le sedute ed eliminare gli stimoli ottici tramite l’uso di mascherine, ed in effetti vi è un elemento di verità in questa obiezione. La soluzione ideale sembra essere di far scorrere un nastro di “rumore bianco” – una sequenza di campioni acustici casuali, prodotti da un generatore di suoni. Ascoltando l’intenso rumore bianco attraverso le cuffie, i soggetti sotto LSD di solito creano la loro propria musica interiore, la quale si adatta meglio alla natura ed al contenuto dell’esperienza, dato che proviene dalla stessa fonte. Le stimolazioni acustiche non specifiche, vengono trasformate dal soggetto in musica. Suoni monotoni, rumori provenienti da diversi apparecchi elettrici, o registrazioni della corrente oceanica possono svolgere un ruolo simile. Comunque, il pericolo della programmazione legata ad una musica specifica non è così grave come potrebbe sembrare. La possibilità di manipolare e controllare l’esperienza, è piuttosto limitata. Se il soggetto è in una posizione difficile emotivamente, qualsiasi musica, non importa quanto ispirata o eterea, sarà distorta e potrà suonare come un lamento funebre. Viceversa, durante una profonda esperienza positiva, qualsiasi musica sarà entusiasticamente accettata dal soggetto, che la troverà adatta ed interessante dal suo punto di vista. Solo nel medio raggio tra queste due situazioni estreme la musica può effettivamente dar forma all’esperienza. Anche allora – sebbene una certa atmosfera generale sarà suggerita dall’ambiente esterno – il soggetto la elaborerà in modo peculiare. Le sequenze risultanti saranno ancora manifestazioni del proprio inconscio individuale, rifletteranno il contenuto della sua memoria, e rappresenteranno una 207 significativa gestalt rivelativa del sé. Ancor di più, l’input esterno non sembra ridurre il significato dell’esperienza psichedelica che attiva o modifica. È utile conoscere il gusto musicale del soggetto prima della seduta e farsi un idea delle sue preferenze, idiosincrasie, e livello generale della sua educazione musicale. Comunque, la selezione dei brani, di solito riflette più la comprensione del processo da parte dei terapeuti che la scelta del soggetto. Solo le ore tardive della seduta, quando non c’è lavoro terapeutico da svolgere, rappresentano una eccezione: questo è un periodo di rilassamento ed il soggetto ha l’opportunità di scegliere la natura dell’intrattenimento. In generale, la musica scelta riflette la traiettoria d’esperienza delle sedute psichedeliche. Nel periodo di latenza, prima che faccia effetto la sostanza, sembra appropriata una musica serena, calma e scorrevole. Questa è sostituita, nel momento in cui l’esperienza comincia, con musica che allude ad aperture. In circa un’ora e mezza, il paziente è pienamente sotto l’influenza della sostanza: questo è il momento per una musica potente ed emotivamente molto evocativa. Se stiamo scegliendo dal repertorio Occidentale, saranno appropriati brani di buona musica classica, come le meno note sinfonie, concerti, o preludi di famosi maestri. Johannes Brahms, Robert Schumann, Sergei Rachmaninoff, Edvard Grieg, Ludwig van Beethoven, Hector Berlioz, Richard Strauss, Richard Wagner, Anton Dvorak ed in particolare Alexander Nikolaevich Scriabin, sono compositori le cui musiche sono di frequente usate dai terapeuti di Spring Grove in questa fase. Nella quarta ora, la seduta con LSD tende a raggiungere l’apice, ed in molti casi sembra incrementarsi fino alla risoluzione. Questa è una opportunità per una svolta emotiva o spirituale, a seconda del livello in cui la seduta è sperimentata. Sembra appropriato a questo punto introdurre una musica potente, soverchiante con qualità trascendentale: orazioni, requiem, e messe, combinate con un orchestra completa con una moltitudine di voci umane, possono essere estremamente evocative ed efficaci. La musica sacra di Wolfgang Amadeus Mozart, Johann Sebastian Bach, George Frederick Handel, Hector Berlioz, Giuseppe Verdi, 208 Charles Gounod, o Francis Poulenc sono esempi tipici di questa categoria. La musica del compositore americano di estrazione armena-scozzese, Alan Hovhanness, può essere potente ed efficace in questo contesto. È fortemente evocativa e trascendentale, ma non sufficientemente conosciuta da produrre associazioni usuali, standard. Per il periodo terminale della seduta, è preferibile una musica calma, rilassante e scorrevole con una qualità senza tempo: come la chitarra classica, composizioni per arpa, e certi pezzi di Johann Sebastian Bach o Antonio Vivaldi. Altri nastri di compositori contemporanei come George Deuter, Steve Halpern, Paul Horn e Paul Winter sono utili in questo contesto. Una selezione orientale includerebbe nastri di Ravi Shankar, musica per la meditazione Zen, musica giapponese per il flauto di bambù, o canzoni Polinesiane. Queste considerazioni rappresentano una linea guida molto generale; nella pratica la scelta della musica dipenderà dal soggetto e dalle circostanze. I terapeuti dovrebbero rispondere con sensibilità al contenuto delle sedute, fornendo musica russa, medio orientale, indiana, africana, cinese o di altro tipo, se il soggetto riferisce di esperienze in questi contesti culturali. Pezzi specifici di musica dovrebbero anche essere selezionati per approfondire esperienze di aggressività, sessualità, sofferenza fisica ed emotiva, o sensazioni trascendentali. Nel corso degli anni sono stato colpito dal profondo impatto della musica etnica, specialmente i suoni eseguiti in certe tradizioni religiose che erano specificatamente designati come tecniche per alterare la coscienza. Alcune di queste musiche sono così insolite per l’occidentale medio che dovrebbero essere usate solo con individui raffinati che hanno familiarità con queste tradizioni. Tra le più potenti composizioni in questa categoria ci sono i canti polifonici della tradizione Tantrica Buddista in Tibet; i kirtan Indù; il canto della scimmia, o ketjak, ed altre musiche che inducono la trance di Bali; la musica sciamanica da varie parti dell’Asia, Nord America e Sud America; hocketing dei Pigmei congolesi; la musica transe dei boscimani, I Kung del deserto del Kalahari ed i canti dalle cerimonie Sufi. Ugualmente, le danze con il sirtaki greco, la musica per flauto delle Ande, composizioni degli africa209 ni Oud, le canzoni dei Baul del Bengala, i canti liturgici Armeni, il flamenco spagnolo per chitarra, ed altri ancora. Se il soggetto riesce a rimanere nell’esperienza, il compito del terapeuta è di cambiare i nastri con sensibilità durante il processo, dare assistenza, protezione, ed incoraggiamento e prendersi cura dei bisogni fondamentali del paziente. Il momento in cui l’effetto farmacologico inizia a svanire – di solito a sei ore dall’ingestione – è la fase più critica della seduta. Questo è il momento per il terapeuta di agire attivamente per facilitare una buona risoluzione ed integrazione dell’esperienza. La condizione emotiva e psicosomatica dei soggetti al momento in cui termina la seduta è di cruciale importanza per la riuscita finale della seduta e per i suoi effetti. Anche se i soggetti hanno avuto profonde esperienze trascendentali all’inizio della seduta, possono avere effetti negativi in seguito se, durante il rientro, si trovano “incastrati” in qualche materiale psicodinamico irrisolto. Viceversa, una seduta molto difficile con stati paranoici ed esperienze infernali, può essere estremamente terapeutica se si è risolta bene. Due modi nei quali i terapeuti possono facilitare la risoluzione ed aumentare la probabilità di un buon esito della seduta, sono di aiutare il soggetto a lavorare sul materiale irrisolto, e introducendo nella situazione elementi che conducono a stati emotivi positivi . Nel momento in cui l’effetto della sostanza comincia a diminuire è importante avere uno scambio verbale con il soggetto, per ottenere un dettagliato resoconto sulla sua condizione emotiva e psicosomatica. Se in questo momento sta provando disagio, depressione, ansietà, aggressività bloccata, sensi di colpa, pensiero circolare, emicranie, nausea, dolori muscolari, crampi intestinali, o difficoltà respiratorie, è il momento di suggerire un intervento attivo. Questa eventualità dovrebbe essere discussa nel periodo della preparazione. Il primo passo è di scoprire quale tipo di esperienza si è provata: se si tratta del rivivere incompleto di un ricordo dell’infanzia, di una sequenza perinatale, di un tema da una passata incarnazione, o qualche altro tipo di fenomeno transpersonale. È anche importante incoraggiare il soggetto a sondare il suo corpo alla ricerca di segni di dolore, tensione, o 210 altre forme di difficoltà indicanti energia bloccata. Non c’è, in generale, nessuna difficoltà emotiva o gestalt psicologica incompleta che non mostri specifiche manifestazioni somatiche. Questi sintomi psicosomatici concomitanti allora diventano i punti dove il terapeuta può intervenire. I terapeuti chiedono al soggetto di rimanere nella posizione distesa con gli occhi chiusi o coperti dalla mascherina. L’istruzione è di interrompere l’analisi intellettuale (“staccare il cervello”) ed iniziare una intensa iperventilazione. Il respiro dovrebbe essere più veloce del solito e molto profondo; il soggetto dovrebbe seguire, con l’occhio della mente, il transito dell’aria fin giù alla zona pelvica. Questa iperventilazione tende ad attivare materiale emotivo. I terapeuti domandano al soggetto di prestar attenzione al suo corpo e di abbandonarsi pienamente all’esperienza che inizia a manifestarsi – consentendogli ogni postura, movimento, smorfia, suoni, scuotimenti, pianti, tossire, o gagging. Ad un certo punto, i terapeuti intervengono e, dopo aver concordato i loro ruoli, iniziano ad intensificare le sensazioni descritte in precedenza dal soggetto. Per esempio, se c’è una pressione sulla testa o mal di testa, uno dei terapeuti produce una pressione ancor maggiore dello stesso tipo, premendo le mani sulla testa del soggetto. Se il disturbo è una costrizione al petto o difficoltà respiratorie, una maggior pressione è applicata sulla gabbia toracica o sotto le clavicole. La nausea può essere attivata da una stimolazione ritmica sull’alto addome, combinato con un massaggio dello stomaco; i dolori muscolari aumentati da una profonda pressione mediante rolfing, e la tensione nell’area pelvica intensificata tenendo la zona dei reni in una posizione sollevata. Tutto questo è fatto in sincronia con il ritmo respiratorio ed in sintonia con il tema generale dell’esperienza. I terapeuti devono usare la loro immaginazione ed intuizione per mettere in esecuzione il contenuto di una gestalt incompleta nel modo più realistico. Sebbene questa tecnica fu sviluppata nel contesto del lavoro con LSD, da allora la utilizzai con grande successo in workshop di esperienze dove la sostanza non era somministrata. Il concetto di base di questo approccio, è che le difficoltà emotive e fisiche di cui il soggetto è conscio sono una forma mitigata 211 di ciò che sta provando ad emergere. La risoluzione di quella matrice si verifica quando il contenuto inconscio è sperimentato coscientemente nella sua forma originaria in piena intensità. Intensificando le sensazioni esistenti, si facilita la convergenza dell’esperienza conscia e della gestalt inconscia emergente, al punto che diventano la stessa cosa e si fondono insieme. In questo modo il tema inconscio è ridotto energeticamente e cessa di esistere come struttura dinamica che produce il sintomo; ciò è seguito da un immediato sollievo e senso di completamento. Sebbene non sempre è possibile raggiungere una risoluzione ottimale e la liberazione dalla tensione, uno stato “oceanico”, i terapeuti dovrebbero lavorare in questa direzione. Questa tecnica sembra essere la via più potente per raggiungere una positiva conclusione ed una buona integrazione di una seduta con LSD. Come descriveremo più avanti, è compatibile con altri approcci di psicoterapia esperienziale e può essere combinata con essi. Un terapeuta eclettico può usare tecniche di pratica gestaltica, esercizi bioenergetici, il rolfing, indirizzare l’immaginario affettivo, gli asana dall’Hatha yoga, elementi di urlo primordiale , e molti altri metodi. Se le sedute sono condotte nel contesto di una comunità terapeutica, altri membri del gruppo possono essere introdotti nel processo durante la sua fase terminale per assistere il soggetto nel lavoro con i problemi residuali. Possono facilitare l’esperienza attivando una lotta simulata nel canale di nascita, offrendo confortante sostegno fisico, lavorando con il soggetto in warm pool , o creando un campo transpersonale cantando in gruppo. Quando diventa evidente che l’energia repressa accessibile è stata rilasciata ed un ulteriore lavoro di liberazione richiederebbe stratagemmi troppo forzati, i terapeuti offrono messaggi positivi per facilitare l’integrazione. Il contatto fisico, individuale o di gruppo, può trasmettere conforto e sicurezza. Una passeggiata nella natura, con la sua varietà di esperienze sensoriali, sembra portare a stati emotivi positivi se non addirittura estatici. Osservare fiori o alberi, sedersi sul prato, odorare il fieno, o guardare il tramonto possono essere potenti esperienze da ricordare a lungo. È già stato menzionato che l’esposizione all’acqua nella forma di una nuotata, bagno 212 o doccia sembra avere uno speciale significato. I soggetti di frequente sperimentano il contatto con l’acqua in questa fase non solo come pulizia fisica, ma anche come purificazione emotiva e spirituale. Può condurli in contatto con ricordi di bagni nell’infanzia, all’esistenza prenatale, o alle prime fasi filo-genetiche, e può indurre uno stato di beata immersione e di unità indifferenziata. Quando i principali problemi residui sono stati penetrati, è il momento per la socializzazione. A questo punto i terapeuti invitano nella stanza di trattamento, previo accordo con il paziente, amici e parenti che stavano aspettando all’esterno. In base alle circostanze si può trattare di una persona, come il coniuge, o un partner sessuale o un buon amico, o un gruppo di familiari ed amici. A tutti i partecipanti a questa “riunione” è richiesto di rispondere ai bisogni del soggetto e rispettare il suo particolare stato di mente. Dipende dal soggetto se questo incontro prenderà la forma di una serena meditazione ed uno stare insieme senza parlare, o di un gioviale evento sociale. Nuovi canali di più diretta ed onesta comunicazione possono spesso aprirsi in questa situazione. Nella nostra organizzazione, una speciale “cena psichedelica” era di solito preparata da parenti ed amici. Consisteva di vari cibi, stuzzichini e frutta di attraenti colori, gusti e caratteristiche. Piatti cinesi, indonesiani, indiani e giapponesi divennero particolarmente popolari in questo contesto. Dopo esperienze psichedeliche ben risolte la maggior parte dei soggetti ama sperimentare nuovi cibi, e scopre che mangiare può essere una avventura. Comunque, potrebbe accadere che l’individuo si senta nauseato o non mostri interesse per il cibo. Questo è accettato con comprensione e nessuna pressione viene fatta per spingerlo a partecipare al banchetto preparato. La direttiva data ai partecipanti alla “riunione” è di rispettare lo spazio psicologico del paziente. Questo approccio è coerente con l’orientamento di base dell’intero giorno della seduta. Il soggetto dove sentirsi libero di fare ciò che vuole o che ha bisogno di fare, e considerare i terapeuti e più tardi gli amici e parenti, come aiutanti ed assistenti. “Questo è il tuo giorno” è il messaggio dato al soggetto prima della seduta e rinforzato e ripetuto in vari modi durante 213 il giorno. Il tema della riunione è importante e dovrebbe essere affrontato con grande sensibilità. Non dovrebbe essere fatto come routine, ma sempre con rispetto alle specifiche circostanze. In alcuni casi, potrebbe essere più saggio e più appropriato non invitare i genitori, o anche cancellare precedenti disposizioni se la condizione generale o il particolare stato emotivo del soggetto sembra indicarlo. La notte successiva alla seduta il soggetto dovrebbe trascorrerla nella camera speciale del trattamento. A meno che le circostanze o le condizioni del paziente non lo consentano o lo rendano sconsigliabile, il coniuge, un parente stretto o un buon amico, dovrebbe passare la notte con il soggetto. Un infermiere ed almeno uno dei terapeuti dovrebbe essere a disposizione in caso che una qualsiasi difficoltà si presenti. In alcuni casi, specialmente dopo sedute scarsamente risolte, un ritardato afflusso di intense emozioni potrebbe verificarsi nella fase ipnagogica, a notte inoltrata, o al mattino. Se la seduta è iniziata nel mattino non ci sono generalmente problemi nell’addormentarsi; questo è particolarmente vero se l’esperienza è stata ben risolta ed integrata e se la fase terminale è stata positiva. Dopo sedute che hanno avuto una ritardata partenza, o nelle quali il soggetto non ha completato le emergenti gestalt emotive e psicosomatiche, dormire potrebbe non essere semplice. Generalmente, è meglio non usare ipnotici e tranquillanti, perché inibiscono il processo di integrazione naturale del materiale inconscio. Anche se il soggetto perde alcune ore di sonno, il completamento è di solito depurante ed i risultati di lungo periodo migliori senza di essi. Se un esagerato eccitamento interferisce con una buona notte di sonno, e ciò diventa un problema emotivo per il soggetto, Librium, Valium , o un barbiturico potrebbero essere appropriati. La regola di base è che il soggetto non dovrebbe essere lasciato solo per le ventiquattro ore dopo l’ingestione di LSD. Durante la sera e la notte è raccomandato che mantenga uno stato d’animo sereno e meditativo e non si imbarchi nel tentativo di risolvere pesanti problemi interpersonali. Se il compagno per la notte è il partner sessuale, il suggerimento è di passare il tempo in una serena 214 comunicazione non-verbale. Una interazione verbale o sessuale non dovrebbe essere forzata dal partner e dovrebbe riflettere le inclinazioni del soggetto. INTEGRAZIONE DELLE ESPERIENZE SPERIMENTATE La mattina dopo la seduta, il paziente dovrebbe essere lasciato dormire fin che vuole. Il suggerimento generale per il giorno è di rimanere rilassati e di stare in uno stato di mente meditativo. Serene passeggiate immersi nella natura, prendere il sole, o nuotare sono altamente consigliati. Ascoltare musica, specialmente i pezzi che erano stati suonati durante l’esperienza con LSD, può rivelarsi particolarmente utile. Più tardi nella giornata i terapeuti dovrebbero mettere in programma un lungo colloquio con il paziente. Questa è una opportunità per condividere in dettaglio le esperienze del giorno precedente ed anche per discutere eventuali aspetti sconcertanti della seduta psichedelica; serve anche per facilitare l’integrazione del materiale e la sua applicazione alla vita quotidiana. Un attenzione particolare dovrebbe essere data ai fenomeni di transfert che si sono verificati durante la seduta, ed alla loro analisi. Al Centro di Ricerca Psichiatrica del Maryland tutte le unità di trattamento erano equipaggiate con videocamere a circuito chiuso. Quei soggetti che erano d’accordo nel registrare le loro sedute con LSD, di solito guardavano la videocassetta il giorno seguente. Trovammo questa procedura estremamente utile: forniva una opportunità per completare la dimensione soggettiva dell’esperienza con un punto di vista più oggettivo. Il soggetto dovrebbe essere incoraggiato a scrivere un resoconto dettagliato della sua esperienza psichedelica. Questo processo implica una attenta concentrazione e sembra facilitare il ricordo di episodi altrimenti persi. Emozioni intense possono emergere durante questo lavoro, ed il paziente potrebbe avere l’opportunità di completare una gestalt incompleta. In generale, sembra 215 che il lavoro sul racconto faciliti enormemente l’integrazione della seduta e più tardi questo scritto diventa la base per una più profonda e dettagliata discussione dell’esperienza psichedelica con i terapeuti. Se le sedute sono proseguite, le registrazioni dettagliate diventano essenziali, dato che vecchio materiale può assumere nuove dimensioni di significato in virtù di successive esperienze psichedeliche. Ai pazienti dovrebbe essere data la possibilità di esprimere le proprie esperienze in diverse forme artistiche, come pittura, disegnare mandala, scrivere storie o poemi, sculture, danza, o composizioni musicali. Oltre il loro valore estetico, catartico e di documentazione, queste creazioni spesso costituiscono materiale importante per una approfondita comprensione della seduta. Per molti nostri pazienti, il disegnare o dipingere d’impulso, divennero importanti canali per venire a contatto con difficile materiale inconscio. Qualche volta l’integrazione della seduta richiede alcuni giorni o settimane. È importante incoraggiare il paziente a mantenere aperti i canali emotivi e a proseguire il processo di manifestazione, piuttosto che provare a chiuderli prematuramente per motivi psicologici o con tranquillanti. Un ritardato completamento di una gestalt inconscia è più verosimile che accada negli stati intermedi tra la veglia cosciente ed il sonno che caratterizza le fasi ipnagogica ed ipnopompa. Un’altra importante opportunità di questo tipo è la vita onirica. Dopo una seduta ben integrata, le notti tendono ad essere senza sogni ed il sonno molto profondo e riposante. Viceversa, una seduta nella quale il soggetto non raggiunge una conclusione emotiva e psicosomatica è di solito seguita da una vita onirica straordinariamente intensa. Un sogno potente può spesso mediare il completamento e l’integrazione finale del materiale che è stato attivato dalla sostanza ma è rimasto irrisolto. Quando il processo spontaneo non ha una sufficiente forza dinamica per completare se stesso, i terapeuti dovrebbero fare un intenso lavoro di attivazione con il paziente, seguendo i principî delineati precedentemente per la fase di rientro. Una interessante alternativa all’approccio che incoraggia l’abreazione, è 216 l’uso dell’iperventilazione prolungata. Questa tecnica, basata sulla scienza indiana del respiro, Pranayama, fu recentemente riscoperta da Leonard Orr (72) ed adottata nei suoi programmi di rebirthing. Una intensa respirazione, proseguita per un periodo che varia dai trenta ai quarantacinque minuti, tende a riunire le tensioni nel corpo in schemi di assembramento ed infine a rilasciarle. Ciò è associato con l’attivazione di importante materiale dai vari livelli dell’inconscio. Le tensioni muscolari si concentrano nelle braccia e nelle gambe (i cosiddetti spasmi carpopedali della terminologia medica ) ed in molte contrazioni circolari (circular constrictions) della testa e del corpo corrispondenti ai livelli dei differenti chakras nel sistema indiano dello Yoga Kundalini. In questa tecnica, la verbalizzazione e l’abreazione convenzionale sono sconsigliate, ed al soggetto è chiesto di continuare a respirare fino a che tutte le tensioni non siano state rilasciate. Questo costituisce un modo molto efficace di chiarire i problemi residui dopo una esperienza psichedelica. Anche senza una precedente somministrazione della sostanza questo metodo può mediare l’accesso a profonde e drammatiche esperienze di natura biografica, perinatale e transpersonale in tempi molto brevi. L’uso di questa tecnica richiede certe informazioni di sfondo e speciali istruzioni, e sarà discussa in maggior dettaglio in un successivo volume. Se nessuna delle suddette tecniche porta una soddisfacente risoluzione psicologica, un’altra seduta psichedelica dovrebbe essere programmata al più presto. Il principio applicato in questo caso potrebbe sembrare paradossale ad uno psichiatra convenzionale: la terapia psichedelica può essere interrotta in qualsiasi momento dopo una seduta positiva ben integrata. Se sfocia in una intensificazione dei sintomi clinici o in una prolungata reazione, il proseguimento della terapia è consigliato. L’idea di base è che ciò non è dovuto a qualche imprevedibile effetto dell’LSD, ma rappresenta una gestalt inconscia irrisolta che dovrebbe essere completata. L’uso di psicoterapia di gruppo come parte di un programma di trattamento esaustivo con LSD, merita una attenta discussione. Dopo diversi tentativi falliti nell’usare l’LSD come coadiuvo 217 nella psicoterapia di gruppo, abbandonammo questo modello. Tuttavia, si dimostrò estremamente utile combinare il trattamento individuale con LSD con il lavoro di gruppo (senza sostanze) nel contesto di una comunità terapeutica. L’atmosfera di responsabilità collettiva ed assistenza, possibilità di mutuo soccorso, e la forza specifica del processo di gruppo, rappresentano uno straordinario potenziale terapeutico. Nel contesto di una comunità terapeutica, i pazienti sotto LSD trascorrono le ultime ore delle sedute in compagnia dei loro co-pazienti. In quella fase possono avere varie interessanti percezioni delle altre persone e della loro interazione; gli altri hanno modo di fare osservazioni interessanti sulle persone che provengono dalle sedute con LSD e sulle loro reazioni verso di essi. Nel successivo incontro, nel quale il paziente condivide le sue esperienze psichedeliche, questo materiale diventa una aggiunta importante alle dinamiche di gruppo. L’interazione del soggetto con gli altri membri nel gruppo, può contribuire significativamente ad una più profonda comprensione del materiale della seduta con LSD, e fornisce anche nuove intuizioni sui problemi degli altri pazienti del gruppo. Questi incontri di gruppo hanno una forza evocativa tale che alcuni pazienti, invece di comunicare verbalmente, sono spinti in profondi stati emotivi che possono condurre a sedute di esperienza terapeutica. L’uso del materiale ricavato dalle esperienze psichedeliche negli incontri della comunità terapeutica, sfocia in un insolito approfondimento ed intensificazione del processo di gruppo. Le sedute con LSD fanno emergere materiale inconscio che altrimenti apparirebbe raramente nel lavoro di gruppo. Lo spettro delle esperienze discusse in questi incontri spazia da episodi riguardanti perversioni sessuali, aggressione brutale, istinti sadomasochisti, tendenze incestuose, ed un primitivo indulgere in materiale biologico, a stati di rapimento estatico, sensazioni di unità cosmica e ricordi di passate incarnazioni. Questo fornisce opportunità uniche per esperienze emotive di correzione per i membri del gruppo e permette al terapeuta di analizzare materiale inconscio ripugnante. L’approccio realistico del tera- peuta a questioni come le tendenze sadiche, sproposi218 tate fantasie e sogni ad occhi aperti, desideri sessuali proibiti, o perdita del controllo dei visceri e della vescica che potrebbero essersi verificate nelle sedute di vari membri del gruppo, aiuta gli altri ad accettare tali evenienze e concedersi di sperimentare tali situazioni se iniziano a presentarsi nelle loro proprie sedute psichedeliche. In questo contesto, il materiale inconscio che è di solito impedito a manifestarsi da ansietà, senso di colpa e conflitto, può essere trattato con leggerezza ed anche umorismo. In aggiunta ai vantaggi ora descritti, l’uso del lavoro di gruppo fa risparmiare tempo al terapeuta; molti dei principî generali della terapia, strategie esperienziali, e possibilità interpretative, possono essere comunicate al gruppo invece che ripetute ad ogni singolo partecipante individualmente. Fin qui ho delineato solo i principî generali di un programma esaustivo di psicoterapia con LSD. La strategia terapeutica e la tattica in ciascun caso individuale, dipendono da molti fattori e devono essere creativamente sviluppate dai terapeuti sulla base della loro esperienza clinica e delle proprie esperienzi dirette avute nelle sedute con LSD di training. Attualmente la terapia psichedelica è basata sia sull’intuizione che sulla conoscenza dei principî terapeutici, e probabilmente combinerà sempre elementi d’arte e di scienza. 219 Note 1 La lobotomia prefrontale è una operazione psico-chirurgica sviluppata dal neurologo portoghese Edgar Moniz, insignito del premio Nobel per la medicina nel 1949. Fu adoperata per le psicosi croniche, per il comportamento impulsivo e per alcuni gravi stati ossessivo-compulsivio. La sua forma originale implicava una cieca resezione delle connessioni tra i lobi frontali ed il resto del cervello. Il danno era, in certi casi, così eccessivo che gran parte dell’emisfero cerebrale si trasformava in una larga ciste di sangue. 2 Il lettore interessato troverà una più dettagliata informazione sull’uso della musica nelle sedute psichedeliche e sul lavoro esperienziale senza sostanze, in un articolo di Helen Bonny e Walter Pahnke, The use of Music in Psychedelic (LSD) Therapy (14) e nel libro di Helen Bonny e Louis Savary, Music and Your Mind (15). 3 Nei manuali di medicina questa è indicata come “sindrome da iperventilazione”, e descritta come una reazione fisiologica alla respirazione intensa. Osservazioni ripetute sul lavoro psicoterapeutico che utilizza tecniche del respiro, indicano che ciò non è vero. Se il soggetto è incoraggiato a continuare l’iperventilazione, dopo che questi spasmi si sono sviluppati, ciò paradossalmente porterà a sciogliere le tensioni. Inoltre, dopo diverse sedute iniziali impieganti questo metodo, l’organismo cessa di rispondere all’intensa respirazione con la “ sindrome da iperventilazione”. 220 5 - COMPLICAZIONI della PSICOTERAPIA con LSD: INCIDENTI, PREVENZIONE Controindicazioni fisiche ed emotive Situazioni critiche nelle sedute con LSD Effetti collaterali avversi della psicoterapia con LSD Prevenzione e gestione delle complicazioni nella psicoterapia con LSD Discutendo dei pericoli della psicoterapia con LSD, dobbiamo distinguere tra quelli intrinseci alla sostanza ed al processo psichedelico e quelli che sono dipendenti da fattori extrafarmacologici. I primi sono chiamati in causa ogni volta che la sostanza è presa senza rispetto per le sue specifiche catteristiche; gli altri sono determinati dal set, dal setting e dalla tecnica di conduzione delle sedute. I pericoli della psicoterapia con LSD possono essere ridotti considerevolmente se escludiamo da essa gli individui con un alto rischio specifico, e se conduciamo le sedute con consapevolezza e rispetto per le dinamiche specifiche della reazione all’LSD. CONTROINDICAZIONI FISICHE ED EMOTIVE Le prove cliniche e di laboratorio acquisite nelle ultime tre decadi, indicano che dal punto di vista biologico l’LSD farmaceuticamente puro è una sostanza sicura. Questa affermazione non deve essere estesa al cosiddetto “acido di strada”. La qualità dei campioni venduti al mercato nero varia considerevolmente ed alcune delle impurità e delle aggiunte in essi contenuti, 221 sono fisiologicamente molto più pericolosi dell’LSD. L’analisi chimica rintracciò anfetamine, stricnina, STP, fenciclidina (PCP o “polvere d’angelo”) ed altre sostanze in diversi campioni di strada di ciò che era spacciato per LSD. Nel lavoro clinico con LSD puro, il maggior pericolo non è la sostanza di per sé, ma l’intensità delle emozioni che scatena. È rarissimo che in una seduta ad alto dosaggio il paziente non sperimenti un grado estremo di tensione fisica ed emotiva, provando esperienze che vanno al di là di qualsiasi cosa vissuta nella vita quotidiana. È perciò necessario escludere in anticipo gli individui per i quali intense emozioni possono essere pericolose o addirittura fatali. Ciò vale per le persone con gravi problemi cardiovascolari, come arterio-sclerosi, trombosi con rischio di embolia, ipertensione maligna, aneurismi vascolari, precedenti di infarto del miocardio, miocarditi, insufficienza cardiaca scompensata ed emorragia cerebrale. Dove è presente anche un solo dubbio, il candidato per una seduta con LSD dovrebbe essere visitato, compreso l’elettrocardiogramma. Nel caso di lievi problemi cardio-vascolari, si dovrebbe essere prudenti con il dosaggio e procedere con cautela. Teniamo presente che non stiamo parlando di effetti nocivi diretti dell’LSD sul cuore e sui vasi, ma dei rischi legati ad intense emozioni. Sebbene alti dosaggi di solito stimolano risposte emotive più forti, questa relazione non è lineare. Negli individui molto emotivi e che hanno materiale inconscio prossimo alla superficie, una dose relativamente modesta di LSD può far scattare una reazione molto forte. La gravidanza dovrebbe essere una controindicazione assoluta. Sebbene l’esistenza di un diretto effetto teratogeno degli usuali dosaggi di LSD sia discutibile, c’è il pericolo di turbare l’equilibrio biochimico tra il feto e l’organismo materno. Un rischio ancor più grande sono le intense contrazioni uterine che sono parte di molte sedute ad alto dosaggio, specialmente quelle che coinvolgono materiale perinatale. Come risultato di una potente seduta con LSD i soggetti femminili possono spesso iniziare le mestruazioni a metà del loro ciclo. La questione del danno cromosomico e degli effetti avversi sull’ereditarietà hanno provocato molte controversie nel passato; al momento 222 sono pochi gli scienziati che credono alla realtà di tali pericoli. Per la loro importanza pratica, questi problemi sono discussi in una specifica appendice di questo libro. Gli altri rischi biologici sono relativi. Molte osservazioni cliniche suggeriscono che una particolare cautela è indicata per le persone che hanno predisposizione epilettica, specialmente per quelli con una storia di convulsioni grand mal . In questi individui l’LSD può occasionalmente innescare non solo attacchi singoli ma una intera catena di convulsioni che si susseguono in rapida sequenza. Questo cosiddetto status epilepticus, può risultare difficile da controllare. Comunque, alcune forme di epilessia ed altri tipi di attività motorie di tipo convulsivo, hanno risposto positivamente al trattamento con LSD nel passato, e così questa questione dovrebbe essere considerata singolarmente in relazione ad ogni caso. Questa osservazione sembra particolarmente vera per la temporanea epilessia dei lobi (lobe epilepsy), nonostante non ci sia ancora una chiara spiegazione biologica. Qualche volta l’eccessiva attività muscolare che di frequente si verifica nelle sedute ad alto dosaggio, può essere un pericolo specifico per alcuni pazienti. Tensioni estreme, tremori, crampi, spasmi muscolari e complessi movimenti contorti, potrebbero portare complicazioni negli individui con fragilità patologica delle ossa, fratture non sufficientemente guarite, o una predisposizione a ricorrenti slogature delle articolazioni. Ci sono indicazioni che gli individui con gravi danni al fegato hanno la tendenza a prolungate le reazioni all’LSD, in ragione del fatto che il fegato svolge un importante lavoro nel disintossicarsi dall’LSD e nell’eliminarlo dal corpo. Alcuni ricercatori quindi tendevano nel passato ad escludere le persone con insufficiente funzionamento del fegato legato a cirrosi, ad un passato di epatite, o ad altre condizioni patologiche. La nostra esperienza con gli alcoolisti cronici ed i malati di cancro, molti dei quali avevano danni considerevoli al fegato, indicano che questo fattore è trascurabile, a meno che la disfunzione non sia di un livello critico. Se seguiamo le regole delineate sopra, l’LSD si comporta come una sostanza sicura dal punto di vista biologico. I dosaggi tra i 25 ed i 2000 microgrammi che sono stati impiegati nel setting 223 clinico, non hanno mostrato un effetto fisiologico nocivo. Nella nostra ricerca, abbiamo somministrato LSD a persone fino ad una età di ottantatre anni ed ad un elevato numero di malati di cancro nella fase terminale della loro malattia. La nostra esperienza mostra che le analisi di laboratorio usate di routine nella pratica medica per individuare malattie e disfunzioni, come l’elettroencefalografia, l’elettrocardiografia, il conteggio globulare del sangue, la sedimentazione, l’analisi delle urine ed i test al fegato, non mostrano nessuna modificazione patologica anche dopo serie da ottanta fino a cento sedute con LSD. La situazione è molto più complicata riguardo i rischi emotivi. Qui il grado di sicurezza dipende dall’equilibrio emotivo del soggetto fin dalla prima seduta, e dalle circostanze esterne. Non ho mai visto effetti distruttivi di una seduta con LSD, in un individuo che non avesse nessun considerevole problema emotivo prima della seduta. In una persona che sia ragionevolmente equilibrata ed adattata, i postumi negativi dopo una seduta psichedelica controllata, raramente superano lamentele come una sensazione di fatica, emicrania, o uno stato di confusione (come i postumi di una sbornia) . Queste conseguenze negative possono essere molto più gravi dopo esperienze che hanno luogo in complesse e bizzarre situazioni sociali, in quei casi dove la sostanza è stata data ad un soggetto impreparato o anche ignaro, o dove circostanze traumatiche ed interazioni patologiche complicavano il corso della reazione psichedelica. Il rischio di negativi effetti collaterali devastanti cresce considerevolmente quando la sostanza è somministrata a persone con gravi problemi emotivi, che mostrano un serio disadattamento interpersonale, o hanno già avuto ricoveri psichiatrici nel loro passato. Il lavoro con i pazienti psichiatrici, anche quando condotto da un esperto terapeuta dell’LSD sotto le migliori condizioni, implica sempre rischi. Una preparazione accurata dei pazienti, l’interiorizzazione dell’esperienza, ed un attivo lavoro psicoterapeutico riducono i rischi, ma non li eliminano completamente. Ci sarà sempre il pericolo che a dispetto di tutte le precauzioni e le misure palliative, qualche importante materiale inconscio possa rimanere irrisolto. Questo può significare una 224 intensificazione del preesistente disturbo, la formazione di un nuovo insieme di sintomi, l’incidenza di prolungate reazioni, o successive ricorrenze di stati non ordinari di coscienza (flashback). Quando lavoriamo con persone che hanno sintomi schizofrenici borderline o hanno avuto episodi psicotici nel passato, innescare reazioni emotive di natura temporanea rappresenta un rischio calcolato. Diversamente dal caso delle controindicazioni somatiche, dove certi divieti sono assoluti, la selezione dei candidati per l’LSD sulla base della condizione emotiva, dipende da molti fattori esterni. Nelle migliori condizioni, che implicano in particolar modo una struttura ben organizzata per il trattamento ed un gruppo di terapeuti con esperienza, la psicoterapia con LSD può essere condotta con un paziente psichiatrico la cui condizione sia chiaramente non di natura organica. Comunque, questo richiede una situazione flessibile, dove non è posto un limite al numero di sedute. Nel trattare individui con seri disturbi emotivi, dobbiamo essere preparati ad affrontare stati psicotici transitori, comportamenti aggressivi, o tendenze suicide. Terapeuti esperti, infermieri preparati, ed una atmosfera di sostegno di una comunità terapeutica, sono prerequisiti necessari per un tale tentativo. Quando questi criteri non sono soddisfatti, dobbiamo accuratamente scremare, selezionare gli individui con problemi psicotici e con predisposizione psicotica. Un esempio di ciò era la situazione al Centro di Ricerca Psichiatrica del Maryland. Lì, il numero di sedute per tutte le categorie di pazienti – ad eccezione dei malati di cancro – era limitato dal progetto di ricerca a tre. Il Centro aveva laboratori e stanze per il trattamento, ma nessuna struttura di ricovero. Nel caso di una prolungata reazione o di altre complicazioni, i pazienti dovevano essere ricoverati all’Ospedale dello Stato di Spring Grove e, in base alla locale prassi di intervento, questo significava essere reclusi in un reparto di sicurezza e la somministrazione di fenotiazine. Nonostante queste condizioni sfavorevoli lavorammo con una numerosa popolazione di pazienti gravemente disturbati, come alcoolisti cronici ed eroinomani che erano detenuti in prigione, senza essere eccessivamente angosciati durante il processo di 225 selezione, scrematura. Si verificarono solo due casi di prolungate reazioni all’LSD nei soggetti, ambedue in pazienti che avevano avuto episodi psicotici in passato. Durarono alcuni giorni, e poterono essere gestite facilmente con i mezzi convenzionali. SITUAZIONI CRITICHE NELLE SEDUTE CON LSD Mentre gravi effetti negativi durante le sedute con LSD controllate tendono a verificarsi solo negli individui con considerevoli problemi emotivi preesistenti, emergenze possono verificarsi con chiunque – indipendentemente dalla sua stabilità emotiva – nel corso di sedute psichedeliche ad alto dosaggio. È necessario informare il paziente – durante il periodo di preparazione – che potrebbe avere difficili esperienze nel corso delle sedute, e che queste rappresentano una parte significativa della procedura. Uno dei problemi maggiori nell’uso non controllato degli psichedelici è la falsa aspettativa che il soggetto sperimenti esclusivamente stati di beatitudine trascendentale. Stando questa credenza, il verificarsi di difficili stati emotivi viene percepito come una inaspettata complicazione, che facilmente provoca panico nel soggetto o nei suoi amici. Il problema più comune nelle sedute psichedeliche è la resistenza all’emergente materiale inconscio e la riluttanza ad “andare con l’esperienza”. La forma che questa resistenza assume è di solito indicativa dei meccanismi di difesa del paziente. Gli stratagemmi evasivi con cui i terapeuti hanno a che fare, coprono un raggio molto ampio. Qualche volta, il soggetto accetta la mascherina per gli occhi e le cuffie, ma si oppone all’uso di musica evocativa. In questo caso i terapeuti devono essere molto attenti a distinguere le obiezioni costruttive ed appropriate, dai tentativi di respingere le emozioni emergenti. Un costante parlare ed intellettualizzare che non lascia spazio per più profonde esperienze, è un’altra comune scappatoia. Alcuni individui provano a rivolgere la loro attenzione verso l’ambiente esterno e si richiamano alla realtà circostante nei minimi particolari. Provano a ricordare i nomi 226 de co-pazienti, a ricostruire la pianta della struttura ospitante, ed a visualizzare la forma ed i colori dell’arredamento nella stanza. Improvvisi attacchi di sobrietà, di rinsavimento nel mezzo di una seduta ad alto dosaggio rappresentano un’altra comune forma di resistenza psicologica all’esperienza psichedelica. Il passo successivo comprende la riluttanza a mantenere la seduta interiorizzata. Alcune volte il soggetto chiede di fare una pausa, fumarsi una sigaretta, bere una tazza di caffè, farsi una chiacchierata, o una passeggiata. Visite frequenti al bagno sono una difesa comune; qualche volta sono fisiologicamente giustificate, ma spesso hanno motivi puramente psicologici. Una più seria forma di resistenza implica la rimozione della mascherina e delle cuffie e semplicemente il rifiuto di continuare, senza scuse o spiegazioni. Quando questo accade i terapeuti devono usare le loro capacità psicologiche per ricondurre il paziente nell’originale modalità introspettiva. Le sole eccezioni a questa regola si presentano quando il soggetto vuole esplorare il mondo esterno e non vi è dubbio che la richiesta sia sincera e non abbia lo scopo di evitare l’esperienza interiore. In queste situazioni invece di negoziare con il paziente, i terapeuti possono ricordargli l’accordo originario, preso durante il periodo di preparazione, quando varie forme di resistenza erano state esplicitamente discusse ed egli aveva accettato di tenere la seduta introvertita. In casi estremi, il rapporto tra i terapeuti ed il soggetto può spezzarsi a tal punto che quest’ultimo lo percepisce come un antagonismo e non una cooperazione, e prova ad agire per conto proprio. Questo può culminare nel tentativo del paziente di abbandonare il trattamento. Questi episodi non sono frequenti, ma sono estremamente critici per i terapeuti. La regola di base è di tenere i soggetti sulle premesse e proteggerli dal fare del male a se stessi o a qualcun altro. Vari livelli di compromesso devono essere fatti tra la necessità di contenere il soggetto, e di impedire uno scontro diretto che potrebbe ulteriormente incrinare la relazione terapeutica. Nelle situazioni più drammatiche di questo tipo, la cosa migliore da fare è giocare sul tempo e tenere il soggetto al sicuro fino a che lo svanire dell’effetto farmacologico lo metta più a proprio agio. Fortunatamente, tali 227 situazioni estreme sono rare nelle sedute terapeutiche con LSD condotte da terapeuti esperti. Prima di discutere le complicazioni specifiche che possono verificarsi durante le sedute con LSD, menzioneremo alcuni dei principî generali. Il fattore più importante nel gestire le crisi, è la reazione emotiva del terapeuta alla situazione di emergenza. Un atteggiamento sereno, equilibrato, e di aiuto verso le manifestazioni che si verificano nelle sedute psichedeliche è molto più importante di qualsiasi cosa il terapeuta dica o faccia. L’abilità a rimanere imperturbabili mentre si affronta una drammatica esplosione emotiva, un acting-out sessuale, ostilità ed aggressività, tendenze autodistruttive, reazioni paranoiche, o estrema sofferenza psichica e fisica, aumenta con l’esperienza clinica e con il numero di sedute condotte. Prender parte ad un numero di situazione critiche ed assistere alla loro risoluzione positiva è la miglior preparazione per le future emergenze. Lavorare sulle proprie difficoltà emotive nelle sedute psichedeliche condotte per motivi di tirocinio, è ugualmente utile, se non più importante. Qualsiasi serio problema non risolto nei terapeuti può essere attivato partecipando alle sedute di altre persone. Se la situazione di emergenza evoca ansietà, aggressività, senso di colpa o qualche altra inappropriata reazione di “contro- transfert” nei terapeuti, questo può sfociare in una interazione pericolosa con il paziente. Dato che i terapeuti sono l’unico aggancio dei pazienti con la realtà, la loro reazione costituisce il criterio fondamentale per i pazienti, nella valutazione della gravità della situazione. Così, l’ansia manifestata dal terapeuta rappresenta per il paziente l’evidenza che la situazione è realmente pericolosa. Non solo i terapeuti devono essere equilibrati e capaci di un controllo sulla realtà, ma agli occhi del paziente devono essere esperti nell’avere a che fare con gli stati non ordinari di coscienza. La capacità di valutazione la situazione e la reazione emotiva del terapeuta, riflettono il giudizio professionale che su di loro dà il paziente. Ogni volta che i terapeuti mostrano forti reazioni negative a situazioni di emergenza nelle sedute con LSD, è probabile che si sviluppino rovinosi circoli viziosi tra i pazienti e loro stessi. Il terapeuta potrebbe essere scombussolato da alcuni 228 comportamenti o esperienze che il paziente manifesta, e la sua reazione emotiva ha un effetto rinforzante sul paziente. Questa intensificazione delle difficoltà del paziente, causa un ritorno negativo nel terapeuta. A causa di questo effetto “a valanga”, tali situazioni possono raggiungere proporzioni critiche in brevissimo tempo. Schemi simili sono stati descritti nella letteratura psicodinamica come “circoli diabolici” (circoli diaboli); sebbene questo termine possa sembrare leggermente esagerato, se usato nelle circostanze della vita quotidiana, è invece sicuramente appropriato per le drammatiche situazioni che possono svilupparsi nelle sedute con LSD. L’adeguata gestione delle situazioni critiche è uno dei problemi cruciali della psicoterapia con LSD. Una seduta nella quale il processo va fuori controllo non solo è infruttuosa, ma dannosa: crea frustrazione e delusione sia nel terapeuta che nel paziente, mina la loro fiducia reciproca, e può sconvolgere il loro vissuto di sicurezza personale. Per il terapeuta una preparazione adeguata comprende le proprie personali esperienze con LSD. Al tempo della mia ricerca in Cecoslovacchia, il tirocinio per i futuri terapeuti con LSD seguiva il modello psicoanalitico. Richiedeva un minimo di cinque sedute personali con LSD sotto la guida di un terapeuta esperto, e trenta sedute terapeutiche con pazienti psichiatrici condotte sotto supervisione. Le sedute con LSD di training erano anche considerate molto utili per quelle infermiere psichiatriche che svolgevano la funzione di co-terapeuta femminile o entravano in contatto con i pazienti sotto l’azione dell’LSD. L’uso dei tranquillanti è una questione importante sul piano pratico è merita una nota. In generale, una diade terapeutica esperta può gestire quasi tutte le situazioni che si verificano nelle sedute con LSD, affidandosi solo all’armamentario psicologico. Ho personalmente condotto più di tremila sedute nel corso degli anni, e solo tre furono concluse mediante l’uso di tranquillanti. Tutte è tre occorsero nei primi anni della mia ricerca sull’LSD quando la mia esperienza con le sostanze era limitata. La Torazina ed altri tranquillanti maggiori, non sono inibitori specifici dell’effetto dell’LSD. Usati in alti dosaggi, hanno un 229 generale effetto inibitorio che si sovrappone e maschera l’azione psichedelica dell’LSD. Una dettagliata analisi retrospettiva di questa situazione mostra che il paziente sperimenta l’azione di ambedue le sostanze simultaneamente, e che l’effetto combinato è piuttosto spiacevole. L’uso di tranquillanti nel corso di sedute psichedeliche è potenzialmente nocivo. Le più drammatiche esperienze negative con LSD tendono verso risoluzioni positive; se sono ben risolte, sono di beneficio per il soggetto nel lungo periodo. Se i tranquillanti sono somministrati durante un difficoltoso stato psichedelico, tendono ad impedire la naturale risoluzione e la positiva integrazione del materiale emerso. Congelano il soggetto in un fotogramma psicologico negativo e così contribuiscono all’incidenza di prolungate reazioni, negativi effetti collaterali, e flashback. La somministrazione di tranquillanti nel mezzo di esperienze psichedeliche negative è quindi una pratica dannosa che dovrebbe essere evitata. Questo è ancor più vero per il loro uso nel contesto della psicoterapia con LSD, che segue in generale la strategia della tecnica di manifestazione del rimosso. Spiacevoli esperienze sono causate dall’emergenza di materiale inconscio traumatico ad alta carica emotiva. Dato che questo materiale è la fonte delle difficoltà del paziente nella vita quotidiana, episodi negativi nelle sedute con LSD, se appropriatamente avvicinati e gestiti, rappresentano grandi opportunità per il miglioramento terapeutico. Nella psicoterapia con LSD, c’è una continuità tra le sedute. Se terminiamo una spiacevole esperienza somministrando tranquillanti, il materiale irrisolto continuerà ad emergere nelle sedute future fino a che il paziente raggiungerà la capacità di confrontarsi con esse e risolverle. Quindi, il terapeuta dovrebbe mettere in atto l’intervento psicologico, prima di considerare l’uso dei tranquillanti. Se si è sviluppata tra il terapeuta ed il paziente una specifica interazione viziata e la situazione appare essere irrisolvibile, un altro terapeuta dovrebbe intervenire per condurre a termine la seduta; provvedimenti di questo tipo dovrebbero essere previsti in anticipo. Se tutti gli approcci psicologici falliscono ed i tranquillanti devono essere usati, è molto meglio iniziare con il 230 Librium ( 30-60 milligrammi ) o il Valium ( 10-30 milligrammi ), che sembrano alleviare le emozioni dolorose senza interferire con il corso della seduta. Appena possibile, il paziente dovrebbe riprendere la posizione allungata con la mascherina e le cuffie, per continuare l’approccio introspettivo all’esperienza. La situazione che crea i maggiori problemi nelle sedute psichedeliche è l’esperienza del morire che si verifica nel contesto del processo di morte-rinascita. Questo incontro con la morte è così autentico e convincente che può essere facilmente preso per una reale emergenza, non solo dal soggetto ma anche dagli osservatori esterni e dai terapeuti inesperti che si trovano in uno stato ordinario di coscienza. A causa di questa confusione tra il morire simbolico ed il morire biologico, la resistenza contro il processo psichedelico può essere particolarmente forte. Una ansia profondamente radicata e l’attivazioni di meccanismi di sopravvivenza, possono spingere il soggetto a combattere l’effetto della sostanza con la determinazione di una lotta tra la vita e la morte. Dal punto di vista tecnico questa è la situazione più critica ma anche più importante. È necessario per la positiva riuscita della seduta, che a questo punto i soggetti rimangano con la mascherina e le cuffie, e mantengano il processo interiorizzato. Se gli aspetti psicologici di questa esperienza sono proiettati nella situazione terapeutica, ciò può sfociare in pericolosi comportamenti di acting-out. I soggetti possono sentirsi attratti da finestre e porte, vedendoli come vie di fuga da una situazione insopportabile; possono fisicamente lottare con i terapeuti vedendoli come agenti oppressivi; o essere spinti ad azioni autodistruttive confondendole con la liberatoria morte dell’ego. I pericoli della estroversione di questo processo vanno oltre la cornice della seduta con la sostanza. Esperienze psichedeliche irrisolte di questo tipo possono sfociare in difficili stati emotivi nel periodo post-seduta, che possono durare per giorni o mesi se non appropriatamente trattati. Se il paziente prova a togliersi la mascherina, e crea una situazione proiettiva pseudoreale del tipo descritto sopra, questo è il momento per un intervento attivo. Dato che la questione è 231 già stata discussa durante il periodo di preparazione, i terapeuti possono fare riferimento a quella conversazione per collegare la conoscenza intellettiva del processo con la concreta esperienza. Questo in sé può essere d’aiuto, sebbene ci sia una differenza abissale tra l’esperienza della morte e la sua descrizione verbale. Il processo può essere così elementare e di tali dimensioni, che non esistono parole adeguate per descriverlo. In ogni caso, i fattori critici nell’affrontare la situazione sono gli aspetti nonverbali dell’approccio dei terapeuti: in questi casi, la metacomunicazione è più efficace di qualsiasi cosa detta. I terapeuti dovrebbero enfatizzare, ripetutamente se necessario, che il paziente non è di fronte ad una reale morte biologica, indipendentemente da come venga percepita dal soggetto. Dovrebbero offrire rassicurazioni circa il fatto che la mancanza di ossigeno è solo soggettiva, e che la respirazione stessa è adeguata. È anche importante incoraggiare il soggetto ad abbandonarsi al processo e ad accettare la morte psicologica. L’insistenza sul fatto che il modo più rapido per por termine a questa esperienza stia nell’attraversare le sue parti più difficili, ed i riferimenti al positivo “altro lato”, possono essere di grande aiuto. Comunque, la centralità del ruolo dei terapeuti, la familiarità con il processo, e la fiducia nella bontà della sua traiettoria, sono i fattori più importanti, dato che forniscono le componenti non-verbali o metacomunicative che rendono le affermazioni dei terapeuti reali e concrete dal punto di vista dell’esperienza. Nel corso di ripetute sedute con LSD che si incentrano sul livello perinatale, le esperienze del morire diventano più profonde e complete. Quando il processo raggiunge le fasi della conclusiva morte dell’ego, possono verificarsi specifici problemi tecnici. La morte dell’ego include una esperienza di distruzione totale del soggetto. Le sue caratteristiche sono un senso di totale annichilimento ad ogni livello immaginabile, perdita dei sistema di relazione e di riferimento, e distruzione del mondo oggettivo. Mentre è avvicinato, il processo richiede un sacrificio psicologico sempre più grande. Nelle fasi conclusive, i soggetti devono confrontarsi con esperienze, situazioni e circostanze che sono inaccettabili o addirittura inimmaginabili. 232 La natura delle esperienze che rappresentano l’ostacolo finale al completamento del processo di morte-rinascita varia da soggetto a soggetto. Per alcuni, può trattarsi di condizioni fisiche critiche, come un alto grado di soffocamento, sofferenza fisica, perdita dei sensi, o una violenta attività di tipo convulsivo. Altri devono fronteggiare una situazione che è per loro inaccettabile dal punto di vista psicologico, ed abbandonarsi ad essa. Le più frequenti sono: il vomito, perdita del controllo delle viscere e della vescica, comportamenti sessuali inusuali, confusione e disorientamento, emettere diversi suoni disumani, umiliazione o perdita del prestigio. Una esperienza difficile che si verifica nel contesto della morte dell’ego, è la prospettiva di una catastrofe di enormi dimensioni. I soggetti posti di fronte a una tensione crescente fino a proporzioni inimmaginabili, sviluppano la convinzione che esploderanno e che l’intero mondo sarà distrutto. Questa paura di disintegrazione rappresenta una barriera per l’esperienza; i soggetti possono convincersi che non solo il loro destino, ma il destino del mondo intero dipende dalla loro capacità di resistere. In questa situazione è importante che i terapeuti sottolineino la sicurezza dell’esperienza in corso. Non importa quanto catastrofica possa apparire dal punto di vista del soggetto, questa esplosione è liberatoria emotivamente e spiritualmente. Ciò che è distrutto in questo processo, è il vecchio, limitante, concetto del sé e la corrispondente ristretta visione dell’esistenza e dell’Universo. Una volta che il processo raggiunge questo punto, è necessario completare la gestalt dell’esperienza. Sedute non completate o scarsamente integrate in questa area, possono sfociare in gravi comportamenti distruttivi e nell’ideazione suicida. Un’altra situazione che può causare problemi nelle sedute con LSD è l’esperienza senza via d’uscita. Sebbene si verifichi più frequentemente nel contesto della MPB II, ci sono stretti paralleli che possono essere osservati nelle sedute che raggiungono il livello transpersonale. La versione transpersonale manca del concreto elemento dell’imprigionamento meccanico e della grossolana dimensione biologica, ed ha una qualità puramente metafisica. La persona che è in uno stato senza via d’uscita, spe233 rimenta una estrema difficoltà ed è incapace di vedere qualsiasi soluzione. Il pensiero sembra diventare circolare ed i soggetti paragonano i loro processi mentali con il nastro che gira in un registratore. Una descrizione appropriata di questo stato è di paragonare la peculiare circolarità di idee ed emozioni con un nastro di Moebius che si muove e si rigira su se stesso e nello stesso tempo include anche un paradosso concernente l’usuale configurazione spazio-temporale. La strategia nell’affrontare le situazioni senza via d’uscita dovrebbe essere di enfatizzare la distinzione tra tempo psicologico e tempo dell’orologio. La sensazione di dannazione eterna senza nessuna speranza di fuga è una caratteristica essenziale dell’esperienza della situazione senza via d’uscita. Per penetrare ed integrare l’esperienza, bisogna accettarne il contenuto, compresa la sensazione che durerà per sempre e che non c’è alcuna via di fuga1. Paradossalmente, chi si oppone e resiste disperatamente alle sue sensazioni , vivrà una esperienza di infinita sofferenza, e si prolungheranno le sue torture; viceversa, se capitola ed accetta di rimanere all’inferno per sempre, l’estrema profondità della matrice infernale sarà stata sperimentata, così che la gestalt sarà completata, ed il processo avanzerà. Una difficile situazione che sembra essere strettamente legata alla matrice senza via d’uscita include ripetitivi comportamenti verbali o motori; nella classica terminologia psichiatrica questo è noto come verbigerazione e perseverazione. Per un periodo di tempo che può durare da minuti ad ore, l’individuo si comporta come un robot i cui meccanismi sono andati in cortocircuito. I soggetti in questo stato continuano a ripetere gli stessi movimenti, frasi e parole. Non c’è, di solito, alcun contatto significativo con loro e nessun intervento esterno può rompere il comportamento da automa. Nella maggior parte dei casi, la sola soluzione è aspettare fino a che la reazione termini spontaneamente ed il contatto possa essere ristabilito. Questo problema sembra verificarsi quando L’LSD attiva materiale inconscio dotato di eccessiva carica emotiva. Forme meno drammatiche possono accompagnare l’emergenza di forti sistemi COEX; casi estremi sono quasi sempre associati con il processo perinatale. I soggetti 234 di frequente hanno amnesie totali, o ricordi molto incompleti riguardo episodi di questo tipo. Un problema ricorrente nelle sedute psichedeliche è la paura di impazzire, solitamente associata con la sensazione di perdere il controllo. Si verifica più di frequente in individui che hanno un forte bisogno di mantenere il controllo e sono preoccupati di perderlo anche nelle circostanze della vita quotidiana. La strategia generale – discussa durante il periodo di preparazione e ricordata durante la seduta quando la perdita del controllo si evidenzia – è di incoraggiare ad abbandonare il controllo. Alla base di questo problema c’è la paura che anche un momentaneo abbandono del controllo, sfocerà in una perdita permanente, e ne conseguirà la follia. La nuova concezione offerta al paziente, è che abbandonare il controllo crea una situazione nella quale il materiale rimosso può emergere ed essere integrato. Dopo un episodio di drammatico e spesso caotico rilascio di energie bloccate attraverso i vari canali disponibili, il problema perde la sua carica e l’individuo recupera senza sforzo il controllo. Questo nuovo tipo di padronanza, di abilità, di maestria, non implica un più forte auto-controllo, ma l’abbandono del bisogno di esso, dato che non c’è nulla da tener sotto controllo. La frequente associazione di problemi legati alla perdita del controllo con preoccupazioni sul funzionamento dello sfintere sarà discussa più avanti nel capitolo. In generale, qualsiasi tipo di esperienza “psicotica” dovrebbe essere incoraggiata durante le sedute, e – in situazioni particolarmente protette – anche negli intervalli liberi tra le sedute, sempre che non mettano in pericolo il paziente o qualcun altro. Ricordiamo che non abbiamo a che fare qui con esperienze prodotte dalla sostanza chimica, ma con aree di potenziale attività psicotica del paziente che sono state chimicamente stimolate a manifestarsi. Bisogna considerare tali episodi come opportunità terapeutiche piuttosto che come problemi clinici. Le reazioni psicotiche che meritano una particolare attenzione sono quelle associate alla percezione paranoica. Presentano peculiari difficoltà tecniche dato che insidiano il nucleo dell’alleanza terapeutica, la relazione con i terapeuti. I problemi in questa area coprono un ampio raggio, 235 dal più piccolo sospetto fino al pieno “ sbocciare” di illusioni paranoiche. Si verificano in molte varietà e possono ancorarsi su differenti livelli dell’inconscio. Durante il lavoro a livello psicodinamico possono essere ricondotte a situazioni dell’infanzia nelle quali il paziente venne attivamente oltraggiato e maltrattato, o ad episodi nella prima infanzia riguardanti deprivazione emotiva ed abbandono. Fonti importanti di sensazioni paranoiche sono le MPB II e MPB III, particolarmente l’inizio di una situazione senza via d’uscita. Biologicamente, questo corrisponderebbe con l’inizio del parto, quando il mondo intrauterino del feto è invaso da insidiose ed intangibili forze chimiche e comincia a collassare. Alcune delle sensazioni paranoiche possono essere risalite fino alle prime crisi embrionali, a traumatiche esperienze di passate incarnazioni, a strutture archetipe negative, ed altri tipi di fenomeni transpersonali. Forme meno marcate di sfiducia possono essere risolte ricordando ai pazienti gli accordi iniziali e incoraggiandoli a volgersi al proprio interno e a ricercare l’origine della sfiducia nel materiale inconscio emergente. Ciò è possibile se al paziente è rimasto sufficiente discernimento per riconoscere la propria perdita di fiducia. Altrimenti il paziente si confronterà con i pensieri paranoici nel suo intimo, ed i terapeuti ne verranno a conoscenza solo al termine dell’esperienza, quando il legame di fiducia sarà ristabilito. Gradi estremi di paranoia possono implicare comportamenti di acting-out: situazioni nelle quali un soggetto profondamente paranoico sotto LSD, prova a lasciare la stanza o tenta di aggredire i terapeuti, sono tra le sfide più difficile per la terapia psichedelica. La sola risorsa potrebbe essere di evitare danni irreversibili a persone ed oggetti, e far giocare il tempo. Quando la reazione si placa, i terapeuti dovrebbero ricondurre il paziente nella posizione distesa, con la mascherina, e le cuffie, e provare a facilitare una completa risoluzione ed integrazione del problema con i metodi precedentemente descritti. In alcuni casi, un acting-out sessuale può provocare problemi tecnici. Quando non si rivolge direttamente ai terapeuti – come nel caso di masturbazione genitale o anale – essi dovrebbero avere una apertura mentale tale da consentirla. Occasional- mente, 236 un episodio di questo tipo gestito dai terapeuti, può procurare una potente esperienza correttiva che guarirà un trauma psicologico perdurante da tempo, causato da genitori insensibili, che potrebbero aver drasticamente punito le istintive attività infantili. Se i terapeuti hanno difficoltà ad accettare tali comportamenti, questo potrebbe essere un incentivo per esplorare le radici delle loro proprie inibizioni. La situazione è più difficile se il comportamento di acting-out include attività sessuali dirette verso i terapeuti. La regola generale è di escludere qualsiasi esplicita interazione tra adulti che coinvolga i genitali, i seni, o la bocca. Le motivazioni sono molto serie e vanno oltre le considerazione di naturale morale. Questo tipo di attività sessuale da parte del paziente, è quasi sempre una manifestazione di resistenza nei confronti di profondi problemi. Un esempio potrebbe essere quello di un paziente maschio che sente il bisogno di un contatto di conforto a livello infantile e, temendo la dipendenza e l’impotenza che ciò comporta, tenta di avvicinare una terapeuta donna con un comportamento sessuale da adulto. In situazioni come questa, i terapeuti dovrebbero sempre dirigere il paziente su un livello più profondo di esperienza e scoraggiare l’acting-out. Ciò può essere fatto in modo costruttivo e non deve implicare un rifiuto. Far riferimento ai ruoli espliciti concordati prima della seduta può rendere questa situazione più semplice per i terapeuti. Attività sessuali da adulti nelle sedute con LSD possono essere molto rischiose; non importa quali siano le circostanze esterne, esse sono vissute dal paziente su molti differenti livelli dato che la capacità di un rigoroso ed accurato controllo della realtà è menomata dalla sostanza. Il frequente coinvolgimento di livelli infantili può risultare in una specifica vulnerabilità, in particolar modo la paura associata al tabù dell’incesto. C’è il pericolo che tali esperienze risultino traumatiche ed abbiano durature conseguenze negative per il paziente e sulla relazione con il terapeuta. Ho visto molti esempi di questo genere al di fuori dal contesto medico, specialmente in comuni dove giovani condividevano le esperienze psichedeliche, incluso il libero accoppiamento sessuale. Il risultato è sempre stato la contaminazione delle relazioni 237 interpersonali nella vita quotidiana da parte di profondi problemi di transfert irrisolti e la confusione sessuale. In generale, non dovrebbero esserci limiti a ciò che il paziente può sperimentare al livello della fantasia. Comunque, i terapeuti dovrebbero essere molto chiari sui propri atteggiamenti, ed avvicinare il soggetto con integrità e sensibilità. Nella mia esperienza, non vi è posto per attività sessuali tra adulti nella terapia psichedelica, e casomai un terapeuta la considerasse seriamente, dovrebbe esaminare le proprie motivazioni. Il solo spazio per le attività sessuali tra adulti durante l’esperienza psichedelica dovrebbe essere tra partners che hanno una intimità sessuale ed emotiva anche nella vita di tutti i giorni. Un tale approccio può aggiungere interessanti dimensioni all’unione sessuale, ma non è senza pericoli: dovrebbe verificasi solo tra partners maturi con una profonda conoscenza della natura del processo psichedelico. È chiaro che la questione dei confini sessuali è molto più problematica nelle sedute che comprendono intimità fisica che in quelle dove i terapeuti mantengono un atteggiamento distaccato verso il cliente. Dato che l’uso di contatto fisico è utile nella terapia psichedelica, questa questione sarà ora brevemente discussa. Una profonda regressione d’età nelle sedute con LSD è di frequente accompagnata da intense sensazioni e tendenze anaclitiche, specialmente nei pazienti che hanno vissuto gravi deprivazioni emotive nella prima infanzia. Potrebbero voler tenere, vezzeggiare, o succhiare la mano del terapeuta, mettere la testa sul grembo, o rannicchiarsi ed essere cullati ed accarezzati. Qualche volta la qualità regressiva dei fenomeni è fuori di ogni dubbio ed i pazienti mostrano segni convincenti di profonda regressione. Altre volte queste attività possono presentare problemi tecnici perché potrebbe non essere facile distinguere se un certo comportamento sia un genuino fenomeno di regressione o una proposta sessuale ad un livello più o meno adulto. Ciò è particolarmente vero nelle fasi avanzate delle sedute quando l’effetto della sostanza si è indebolito. Qualche volta ambedue i livelli sembrano manifestarsi simultaneamente, ed il paziente può oscillare tra l’uno e l’altro. Nei primi anni del mio lavoro terapeutico con LSD tendevo a 238 scoraggiare e rifiutare tali manifestazioni, sulla base del mio ristretto bagaglio freudiano. Più tardi, mi divenne chiaro che i periodi di profonda regressione con forti bisogni anaclitici sono di cruciale importanza dal punto di vista terapeutico. Mi convinsi che l’approccio del terapeuta a tali situazioni può costituire una profonda esperienza emotiva correttiva, o viceversa, perpetuare e rinforzare i vecchi, patologici schemi di deprivazione e rifiuto. Anche quando già usavo il contatto fisico quasi per prassi, prendevo le distanze se il paziente superava i confini sessuali. Al momento attuale, non considero questa come una situazione di aut-aut. I confini possono essere definiti e negoziati in modi verbali e non-verbali molto sottili. Se la situazione si sposta verso aree problematiche, è possibile ristabilire limiti accettabili senza rifiutare insieme lo stretto contatto. La chiave sembra essere la chiarezza del terapeuta sulle proprie motivazioni e la capacità di comunicare chiaramente con il paziente, verbalmente e nonverbalmente. Sono l’ambiguità ed i messaggi contraddittori che generano problemi. Questa è un’area complessa, ed è difficile stabilire qualsiasi regola fissa. Il terapeuta deve affidarsi all’intuizione ed all’esperienza clinica in ogni singolo caso. La natura e le caratteristiche della relazione terapeu- tica e la fiducia in essa, rimarranno i fattori più importanti nel pianificarne il corso. Altre importanti aree con cui i terapeuti psichedelici devono fare i conti, sono le varie forme di ostilità ed aggressività. Se le sedute sono condotte nella cornice di una buona alleanza terapeutica, problemi con le manifestazioni di aggressività saranno rari, anche nelle sedute nelle quali le tendenze distruttive sono predominanti. Nella maggior parte dei casi è possibile mantenere una relazione sinergica anche nel contesto di una intensa lotta psicodrammatica. Gran parte dei problemi tecnici si verificano quando i terapeuti sono fisicamente coinvolti con i soggetti sotto LSD in una lotta simulata che comprende premere, spingere, restringere, e qualche volta infliggere dolore. In queste condizioni, è importante ridefinire la cornice del “ come se” ed evitare che la situazione diventi reale e seria per il soggetto. Un abile combinazione di comunicazione verbale e di metacomunicazione può mantenere il gioco, la rappresentazione, in un territorio 239 di ambiguità che sembra ottimale per il lavoro terapeutico. Da una parte, la situazione deve essere sufficientemente reale per il soggetto da consentirgli il pieno coinvolgimento ed il rilascio delle emozioni; d’altra parte, non deve essere così reale da essere confusa per una situazione pericolosa e traumatica. Il mantenimento di una relazione di fiducia deve essere la condizione primaria. Un acting-out elementare ed incontrollato di tendenze distruttive è estremamente raro nelle sedute con LSD controllate. Quando una situazione di questo tipo sembra essere imminente, il miglior approccio è di incoraggiarne la manifestazione esterna in uno sfondo di cooperazione, come descritto sopra. Un’altra efficace tecnica è di collegarsi al più profondo livello di ansietà, offesa, ed impotenza che, di solito, sono alla radice dei fenomeni di aggressività. Così conforto e rassicurazione possono avere un’influenza quasi magica sul paziente che è aggressivo e prova a minacciare i terapeuti con una ostentata manifestazione di potere. Approcci efficaci nel gestire l’aggressività, comprendono l’identificazione del problema specifico coinvolto nel caso, ed il trovare la soluzione appropriata. Come in altri tipi di emergenze, il fattore di importanza critica è la reazione e l’atteggiamento dei terapeuti alla situazione. Se il comportamento del paziente evoca ansietà o aggressività nel terapeuta, potrebbero cacciarsi in un circolo vizioso di interazione che tende a rinforzare le reazioni patologiche. Il seguente esempio tratto dal mio iniziale lavoro a Praga può essere usato per illustrare queste problematiche. 240 Un simbolico autoritratto da una seduta che era caratterizzata da un intensa aggressività diretta sia all’interno che all’esterno. Uno stilizzato rapace schiaccia un indifeso topolino con il suo artiglio destro; l’artiglio sinistro è trasformato in una pistola puntata verso la testa del rapace stesso. L’auto d’epoca in alto, rappresenta un gioco di parole (self-portrait = auto-portrait), ma anche suggerisce la relazione tra la mescolanza di aggressività ed impulsi autodistruttivi di frequente incontrati nelle sedute perinatali come in guide al volante, imprudenti e spericolate. Un giorno mentre stavo conducendo una seduta con LSD con un paziente nevrotico, fui interrotto da un forte bussare alla porta. Sorpreso da questa interferenza, che era contro le regole, andai ad aprire alla porta. Una infermiera allarmata mi disse che la mia presenza era urgentemente richiesta nell’altra stanza di trattamento dove Henry, un altro paziente sotto LSD, aveva perso completamente il controllo e stava dando di matto (had 241 gone “berserk”). Lasciai l’infermiera nel corridoio e mi precipitai sul luogo dell’emergenza. Trovai la stanza del trattamento in una condizione catastrofica: il paziente aveva rotto uno specchio contro il lavandino, rovesciato tutto l’arredo, e aveva ridotto in brandelli molti libri e giornali. Era in piedi al centro nella stanza urlando e ringhiando; il suo aspetto ricordava quello di una scimmia arrabbiata. Nell’angolo c’era Giulia, una giovane collega che si era recentemente unita al nostro team. Aveva già preso parte a sedute con LSD prima, sebbene questa fosse la prima volta che la conduceva da sola. Era pallida, palesemente spaventata, e le sue mani tremavano. Mi diressi verso Henry e lo presi per la mano; questo stabilì un contatto ed inoltre ridusse le sue possibilità di aggredirmi. “È tutto a posto, non essere spaventato, nessuno vuol farti del male”, gli dissi con voce rassicurante, ed indicai il divano. “Possiamo sederci ? Mi piacerebbe sapere cosa hai sperimentato”. Ci sedemmo ed incominciai a porgli delle domande, cercando di scoprire cosa avesse scatenato la sua aggressione. Divenne immediatamente chiaro che all’inizio della seduta era regredito alla prima infanzia ed aveva vissuto un bisogno di intimità ed affetto. Stava cercando un contatto fisico con Giulia e aveva bisogno di poggiare la testa sul grembo della terapeuta. Lei presa dal panico, l’aveva respinto e rimproverato per aver introdotto elementi sessuali nella terapia. Ciò aveva fatto emergere il doloroso ricordo di una situazione dell’infanzia nella quale Henry era stato scoperto a masturbarsi dalla madre. Lei gli fece una scenata e lo riferì al padre che lo punì in una maniera molto crudele. Questa sequenza di eventi aveva bloccato l’accesso di Henry ad ambedue i canali: quello della dipendenza infantile e delle stimolazioni sessuali. Inoltre, la combinazione di sessualità e di una risposta punitiva, resero accessibile all’esperienza il livello perinatale corrispondente. A questo punto, Henry “scelse” il percorso: lo schema (pattern) del comportamento aggressivo. Durante questa discussione, Giulia si riprese dallo shock del suo ‘battesimo’ psichedelico. Con la mia assistenza psicologica, consentì ad Henry di poggiare la testa sul suo grembo e gli tenne la mano. Tuttavia, un’altra difficile prova doveva ancora arriva242 re. Dopo circa un ora e mezzo, Henry ritornò sull’esperienza, stando con gli occhi chiusi, ed iniziò a trastullarsi con il pene. Mentre lo faceva, ogni tanto apriva gli occhi, per controllare la nostra reazione. Visto che la risposta che si attendeva per il suo comportamento non gli venne riproposta, egli si sfilò i pantaloni ed iniziò a masturbarsi tirando il suo prepuzio avanti ed indietro. L’eiaculazione portò sollievo alla tensione fisica ed emotiva di Henry; il suo impatto psicologico andò ben oltre il rilascio fisiologico. Henry sentiva che avendo potuto masturbarsi alla presenza di un surrogato delle figure genitoriali senza essere respinto, ciò lo aveva aiutato a superare il trauma sessuale dalla sua infanzia e determinò una duratura liberazione della sua vita sessuale. Questa seduta fu anche importante per lo sviluppo di Giulia come terapeuta. In retrospettiva, apprezzò la difficile esperienza vissuta, come una opportunità di apprendimento. La aiutò ad accrescere la sua tolleranza delle manifestazioni non convenzionali nelle sedute con LSD e, successivamente, divenne una terapeuta migliore e più efficace. Per completare l’elenco delle situazioni difficili che possono verificarsi durante le sedute con LSD, dovremmo discutere di alcune manifestazioni fisiche, che sono spesso concomitanti delle esperienze psichedeliche. Nella forma più mite, non presentano una sfida tecnica particolarmente seria, ma nelle forme estreme possono essere piuttosto allarmanti. Come ho menzionato inizialmente, nessuna di esse è semplicemente un effetto farmacologico dell’LSD; sono, piuttosto, complesse manifestazioni psicosomatiche. La strategia generale verso gli aspetti somatici nelle sedute con LSD dovrebbe essere di viverli il più pienamente possibile; le esperienze cliniche hanno confermato il valore terapeutico di questo approccio. Probabilmente le più comuni manifestazioni fisiche durante le sedute con LSD, sono vari fenomeni motori, come una tensione muscolare generalizzata, complesse posture e movimenti contorti, ed una ampia varietà di tremori, spasmi muscolari, tic nervosi ed episodi di tipo convulsivo. Il soggetto dovrebbe essere incoraggiato a lasciare che essi si manifestino; rappresentano canali 243 importanti per la liberazione di profonde e represse energie. È importante che i terapeuti facciano attenzione a qualsiasi tentativo da parte del soggetto di controllare tali fenomeni, per motivi estetici o di altra natura. Dovrebbero costantemente incoraggiare la scarica disinibita dell’energia, anche se la sua manifestazione prende una forma bizzarra o di un attacco di tipo epilettico. Se l’effetto della sostanza non è abbastanza forte per produrre uno spontaneo rilascio della tensione, questo può essere indotto dal soggetto mettendo volutamente in tensione le aree implicate, e mantenendo posture, quasi fosse una statua, per lunghi periodi. Intense pressioni esterne ed un profondo massaggio, sono utili a questo scopo. Le difficoltà respiratorie sono comuni durante le sedute psichedeliche. In alcuni casi, si manifestano come autentici attacchi d’asma: questi di solito si verificano in persone che hanno avuto problemi di questo tipo nel passato. Nel contesto delle sedute con LSD è importante incoraggiare una piena esperienza di spiacevoli sensazioni di soffocamento, e allo stesso tempo rassicurare il soggetto che non c’è alcun pericolo reale, dato che le difficoltà respiratorie sono solo soggettive e la respirazione è adeguata. Bisogna che i terapeuti forniscano al soggetto risposte oneste ed oggettive su questa questione. Mentre si vive il soffocamento, il tossire, o urlare – se costituiscono parte integrale dell’esperienza – possono dare sollievo. Dovrebbero essere incoraggiati, se il processo si muove in quella direzione, ma non suggeriti meccanicamente come un rimedio specifico. La sofferenza fisica è parte del processo psichedelico e dovrebbe, quindi, essere sperimentata pienamente se inizia ad emergere nella seduta. Solitamente si verifica quando si rivivono traumi fisici come malattie, incidenti ed operazioni, o il trauma della nascita, sebbene possa avere diverse connotazioni simboliche. Un intenso dolore fisico può talvolta essere associato con vari fenomeni transpersonali come memorie di passate incarnazioni ed esperienze ancestrali o filogenetiche. Nelle fasi finali delle sedute, quando l’effetto farmacologico non è più forte, è utile aumentare le sensazioni con la pressione o un profondo massaggio nelle zone indicate dal paziente. Nel lavoro con il dolore 244 i terapeuti dovrebbero sempre sottolineare che una piena esperienza del dolore è inevitabile. Spesso i pazienti richiedono una più intensa manipolazione, talvolta al di là di ciò che i terapeuti sono disposti a concedere. In condizioni non controllate, gli individui possono concretamente provare a ferirsi per esternare il dolore. Questo sembra essere il meccanismo che ha agito in alcune automutilazioni sotto l’effetto dell’LSD che hanno ricevuto così tanta pubblicità dai media. La nausea ed il vomito di solito si verificano negli individui che hanno sofferto di questo problema nell’infanzia o nei quali questa è una abituale reazione allo stress nella vita quotidiana. La nausea non dovrebbe essere alleviata con nessun mezzo ed i terapeuti dovrebbero incoraggiare il vomito ogni volta che il paziente sembra opporsi ad esso. L’atto di rimettere ha un potente effetto purificante, e in molti casi rappresenta un punto di svolta positivo in una difficile seduta con LSD. Può essere importante per chi ha un atteggiamento negativo riguardo ad esso nella vita quotidiana. La riluttanza a vomitare può rappresentare un blocco e può essere associata con materiale emotivo su vari livelli. Dopo aver rimesso nel mezzo di una seduta con LSD, alcuni pazienti riferiscono di aver scaricato immondizia interna. Altri sentono di essersi sbarazzati dell’immagine introiettata di un cattivo genitore o patrigno o matrigna. In alcuni casi, la spinta a vomitare può essere associata con il senso di espellere forme di aliena energia transpersonale, quasi nel senso di un esorcismo. Problemi legati alla minzione ed alla defecazione sono di solito frequenti nelle sedute psichedeliche. Prendono la forma sia di spasmi uretrali ed anali e dell’incapacità ad evacuare, o viceversa, un intensa urgenza fisiologica in queste aree e la paura di perdere il controllo delle viscere e della vescica. Le difficoltà con la minzione si verificano in persone che nella vita quotidiana reagiscono alle pressioni con frequenti minzioni, o mostrano le classiche caratteristiche freudiane di una personalità uretrale, come una veemente ambizione, preoccupazioni riguardo il prestigio, una inclinazione a vergognarsi, e la paura di sbagliare, di commettere un errore grossolano. Se il soggetto sotto LSD ha avuto problemi con l’enuresi (farsela nei pantaloni o a letto) 245 in qualche fase del suo passato, bisognerebbe aspettarsi che i problemi in questa area siano riattivati prima o poi nelle sedute. Questo è anche vero per le donne che soffrono di insufficienza orgasmica o frigidità associata alla paura di perdere il controllo della vescica allo stesso modo di come si pensa che si verifichi l’orgasmo sessuale. A livello psicodinamico, i problemi uretrali sono associati con materiale traumatico biografico in accordo con le descrizioni psicoanalitiche. Comunque, hanno sempre radici più profonde a livello del processo di nascita; ci sono associazioni tra la disfunzione uretrale ed alcuni aspetti delle matrici perinatali. Così, un blocco della minzione si presenta nel contesto della MPB II; una dolorosa urgenza di svuotarsi ed i conflitti relativi, sono una componente quasi standard della MPB III, e la perdita del controllo della vescica caratterizza la transizione dalla MPB III alla MPB IV. Nei primi anni del mio lavoro con l’LSD, i pazienti con questi problemi spesso rimandavano il confronto con il materiale uretrale per settimane o mesi interrompendo l’esperienza ed andandosene in bagno. Alcuni di loro facevano dalle quindici alle venti visite al bagno in una singola seduta, molte di esse non necessarie. Quando riconobbi in ciò una manifestazione di resistenza, presi le necessarie misure per la minzione involontaria nella forma di gomma in fogli (rubber sheet) e scoraggiai la modalità adulta alle urgenze uretrali. I pazienti che si opposero a questo accorgimento, erano invitati ad usare pantaloni di gomma chirurgici. Così, gravi conflitti uretrali e blocchi poterono essere risolti in poche sedute, sia che si verificassero o meno, involontarie minzioni. Quando un paziente perde il controllo della vescica durante una seduta con LSD, è di solito associato con il rivivere incidenti traumatici dell’infanzia che comprendevano l’essere derisi da amici e genitori a causa di questi incidenti uretrali. Il rilascio apre la via al piacere libidico originariamente legato ad una minzione senza restrizioni, rimuove il blocco psicologico, facilita il lasciarsi andare. Ad un livello più profondo connette il paziente con il momento della nascita, nel quale un forte sollievo dopo ore di sofferenza, può talvolta essere associato alla minzione. 246 I problemi legati alla defecazione seguono uno schema simile. Si verificano in pazienti ossessivo-compulsivi di ambedue i sessi, nei maschi con tendenza omosessuali latenti o manifeste e nelle personalità anali. A livello psicodinamico sono associati con conflitti riguardanti la preparazione ad usare il vasino, disordini gastrointestinali nell’infanzia, e ad un passato di enteroclisma, clisteri. Le radici perinatali più profonde della ritenzione anale sono nella MPB II; un bisogno urgente a defecare ed i contrasti sul farlo, caratterizzano la MPB III, ed un rilascio esplosivo delle viscere o perdita del controllo anale è psicologicamente associato con la morte dell’ego e con il momento della nascita. Sebbene problemi anali sono molto comuni nelle sedute con LSD, una reale defecazione incontrollata e manipolazione delle feci è risultata estremamente rara; mi si è presentata solo circa dieci volte su cinquemila sedute con LSD che ho praticato. Ciò può essere un artificio della programmazione culturale e una tecnica terapeutica, piuttosto che una realtà clinica. Il nostro tabù verso le feci è più forte di quello verso l’urina, e la comune riluttanza dell’esperente e dei terapeuti a vedersela con il prodotto del lasciarsi andare rettale, è anche un fatto che non dovrebbe essere sottovalutato. Mi rendo conto in retrospettiva che per molti anni discutemmo con i candidati la possibilità della perdita del controllo della vescica e provammo ad alleviare le loro preoccupazioni al riguardo; però una simile rassicurazione non fu mai offerta riguardo la defecazione. Nel 1972, osservai un forte miglioramento in un paziente con una grave nevrosi ossessivo-compulsiva che aveva resistito alla psicoanalisi classica per diciotto anni; si verificò in una seduta con LSD nella quale perse il controllo delle viscere ed in un profondo stato di regressione giocò per molte ore con le feci. Ciò mi rese evidenti alcuni dei fattori che potrebbero essere responsabili del fallimento terapeutico con i pazienti con gravi nevrosi ossessivo-compulsive. Se i problemi di natura anale continuano a verificarsi nella terapia con LSD, il paziente dovrebbe essere incoraggiato ad abbandonare le preoccupazioni dell’adulto ed essere disposto ad abbandonare il controllo se diventa necessario durante l’esperienza. Come nel caso della minzione, i pantaloni 247 chirurgici possono essere di grande aiuto psicologico, sia per il paziente che per i terapeuti. EFFETTI COLLATERALI CON LSD AVVERSI DELLA PSICOTERAPIA La psicoterapia con LSD implica l’attivazione di materiale inconscio profondo, la sua manifestazione e la sua integrazione conscia. Sebbene le sedute con LSD rappresentino l’aspetto più drammatico di questa modalità di trattamento ed idealmente formino una gestalt psicologica relativamente completa, la terapia psichedelica è un processo di continua scoperta che si estende anche negli intervalli liberi tra le sedute. Nella cornice di una serie di sedute con LSD, nessun confine netto può essere tracciato tra le sedute e gli eventi che la precedono e seguono. La dinamica inconscia che si attiva, continua ad agire in modi più o meno sottili per un lungo tempo dopo che l’effetto farmacologico è svanito. Una rappresentazione molto convincente di questo processo si ritrova nei sogni. Il contenuto dei sogni sembra formare un continuum con il contenuto delle sedute psichedeliche. È comune che i sogni pre-seduta anticipino il contenuto dell’esperienza con LSD e che i sogni post-seduta siano tentativi di completare le gestalt che sono rimaste incomplete e per elaborare il materiale coinvolto. Sebbene l’interiorizzazione delle sedute con LSD e l’attivo lavoro psicologico nelle fasi terminali facilitano l’integrazione del materiale, non c’è mai nessuna garanzia che tutte le gestalt psicologiche siano state completate dal momento in cui l’effetto farmacologico dell’LSD termina. Il rischio che l’integrazione di una seduta possa dimostrarsi incompleto e che possa sfociare in complicazioni cliniche, sembra essere direttamente proporzionale al livello di problemi emotivi preesistenti nel soggetto e alle circostanze negative nella seduta che ostacolano il lavoro introspettivo. Gli esempi estremi di questo sono l’intensificazione dei 248 sintomi originali, l’emergenza di nuove forme di psicopa- tologia, reazioni prolungate, crolli psicotici e il ripresentarsi di sintomi da LSD in un momenti successivi (flashback). Tutto ciò rappresenta un rischio calcolato della psicoterapia con LSD. Si è pensato che ciò fosse dovuto ad una prolungata presenza di una certa quantità di LSD nel cervello per periodi di tempo indefiniti. Questa spiegazione è incoerente con i principî di base della farmacologia ed anche con le risultanze di laboratorio sul metabolismo e sulla diffusione dell’LSD nel corpo. In base ad esse, la sostanza ha lasciato il cervello dal momento in cui l’esperienza psichedelica culmina. Sembrano esserci sufficienti evidenze cliniche che gli effetti collaterali avversi delle sedute con LSD, riflettano dinamiche dei processi inconsci e dovrebbero essere comprese e considerate in questo contesto. I sintomi psicopatologici che possono manifestarsi come risultato delle sedute con LSD parzialmente risolte, coprono un raggio molto ampio. Qualsiasi aspetto di una matrice dinamica attivata o di uno specifico materiale inconscio che rimane irrisolto può persistere dopo la seduta per un periodo di tempo indefinito, o ricorrere in un momento successivo. Più frequentemente: depressione, senso di inferiorità, sentimenti suicidi, labilità affettiva o incontinenza, senso di solitudine, ansietà, senso di colpa, sensazioni paranoiche, tensione aggressiva, o esaltazione maniacale. I sintomi psicosomatici che possono verificarsi in questo contesto comprendono nausea e vomito, difficoltà respiratorie, tosse e soffocamento psicogeno, difficoltà cardiache, costipazione o diarrea, emicranie e dolori in varie parti del corpo, brividi e vampate, aumento della sudorazione, sensazioni di “postumi di sbornia”, sintomi di tipo influenzale, ipersalivazione, irritazione cutanea, e diverse manifestazioni psicomotorie come una generale inibizione o eccitamento, tremori muscolari, spasmi muscolari, crampi. Una gestalt inconscia attivata ed irrisolta può anche influenzare i processi di pensiero del soggetto. Alcuni stili di pensiero su questioni come il sesso, gli uomini, le donne, il matrimonio, l’autorità, o le riflessioni filosofiche sul significato dell’esistenza, il ruolo della religione nella vita, la sofferenza, l’ingiustizia e molti altri problemi, possono essere 249 dirette dal materiale inconscio attivato. Giudizi e sistemi di valori, possono cambiare drasticamente quando una precedentemente incompleta gestalt inconscia viene completata. Il verificarsi di cambiamenti percettivi dopo sedute irrisolte è frequente. Molto dopo che l’effetto farmacologico della sostanza è svanito, il paziente potrebbe ancora riferire di anomalie nella percezione del colore, visione offuscata, immagini residue, immagini spontanee, alterazioni dell’immagine del corpo, acutizzazione dell’udito, fischi alle orecchie, o varie strane sensazioni fisiche. Qualche volta, varie combinazioni dei suddetti cambiamenti emotivi, psicosomatici, ideativi e percettivi, danno vita a nuove sindromi cliniche di cui il soggetto non aveva mai sofferto prima. Il verificarsi di nuove forme di psicopatologia, può essere compreso come il risultato dell’attivazione e manifestazione del contenuto di matrici inconsce precedentemente latenti. Questi sintomi di solito scompaiono quando il materiale che ne è alla radice, viene integrato. La natura generale e le caratteristiche specifiche degli effetti collaterali avversi delle sedute con LSD, dipendono dal livello dell’inconscio che è stato attivato e dallo specifico contenuto della matrice implicata. Una matrice attiva ed irrisolta, sia di natura psicodinamica, perinatale, o transpersonale, influenzerà le percezioni che il soggetto ha di sé e del mondo, le sue reazioni emotive, i processi di pensiero e gli schemi di comportamento. I sintomi clinici che sono psicogeneticamente collegati con i sistemi di funzionamento attivati potrebbero persistere per giorni o settimane ed anche per periodi di tempo illimitati. Qualche volta gli effetti collaterali avversi della seduta, si limitano all’accentuazione ed intensificazione dei problemi emotivi, psicosomatici o interpersonali originari del paziente. Altre volte le difficoltà del dopo-seduta, rappresentano un ritorno dei sintomi di cui il soggetto soffrì nell’infanzia, adolescenza, o in altre fasi della vita. In altri casi ancora, gli effetti collaterali avversi costituiscono una ripetizione della situazione che caratterizzò l’insorgere dei sintomi psicotici o nevrotici manifesti del soggetto; questo è vero non solo nei termini di sintomi clinici, ma anche per specifici schemi interpersonali. 250 Deve essere menzionato un meccanismo importante. Abbiamo descritto come una matrice dinamica attivata determini la natura dell’esperienza del paziente ed i modi specifici in cui percepisce l’ambiente. Tutto ciò è associato, piuttosto regolarmente, con una forte tendenza a manifestare il contenuto della costellazione inconscia ed a riprodurne una replica sia nella situazione del trattamento, che nella vita quotidiana. Se analizziamo le dinamiche di questo fenomeno, troviamo un meccanismo sottostante molto interessante che può essere descritto come intolleranza alla dissonanza emotiva-cognitiva. Apparentemente, è molto difficile e fastidioso sperimentare una profonda incongruenza tra le proprie sensazioni e la natura degli accadimenti nel mondo esterno, per come esso è cognitivamente interpretato. Sembra essere molto più accettabile provare emozioni spiacevoli come appropriate reazioni alle concrete circostanze esistenti nella realtà oggettiva, che percepirle come elementi assurdi ed incomprensibili che provengono da dentro se stessi. Così, irrazionali sensazioni di ansia ed un senso di minaccia che si originano nell’inconscio, possono sfociare in strategie per provocare l’ostilità nel terapeuta, compagna/o, o nel datore di lavoro. Quando questi stratagemmi raggiungono lo scopo, sensazioni di ansia precedentemente incomprensibili, assumono la forma di paure concrete, di perdere l’aiuto del terapeuta e di mettere a rischio la continuazione del trattamento, preoccupazioni sulla disgregazione del matrimonio, o timori di perdere la propria posizione o il lavoro. In forme più intense, il paziente potrebbe concretamente cacciarsi in situazioni pericolose, in attività come guida spericolata, paracadutismo, passeggiare in quartieri pericolosi, o visitare bar e locali notturni di dubbia reputazione. Analogamente, un paziente sotto LSD sintonizzato su profondi ed irrazionali sentimenti di colpa, potrebbe comportarsi in un mondo inappropriato, rompere le regole di base della terapia, provare ad offendere, irritare, o ad attaccare verbalmente il terapeuta. Può anche fare cose nella vita quotidiane che sono biasimevoli e generanti senso di colpa. Come risultato, le preesistenti sensazioni di colpa possono essere razionalizzate, dato che sono state unite con reali eventi esterni ed appaiono coerenti 251 con la situazione oggettiva. Questi sono solo un paio di esempi concreti dei meccanismi che possono creare difficoltà nella situazione terapeutica, così come nella vita quotidiana del paziente. Per il decorso positivo della terapia psichedelica, è necessario che il terapeuta abbia familiarità con questo fenomeno e sia capace di gestirlo. I cambiamenti causati dall’attivazione di differenti livelli dei sistemi COEX sono di solito poco drammatici e si mantengono nel raggio di manifestazioni nevrotiche e psicosomatiche, a meno che lo strato attivato non sia dalla primissima infanzia e/o la sua carica emotiva sia eccessiva. Quando un importante sistema COEX è attivato e rimane irrisolto, il soggetto sperimenta nel periodo post-seduta una intensificazione dei sintomi clinici legati a questo sistema e percepisce l’ambiente con distorsioni che ne deformano il contenuto. Inoltre, potrebbe manifestare una tendenza ad esteriorizzare il tema generale del sistema, o alcune caratteristiche specifiche di uno dei suoi strati, sia nella situazione di trattamento che in vari aspetti della vita quotidiana. Potrebbe mostrare idiosincrasie e reagire bruscamente a certe circostanze. Il comportamento dei soggetti in queste condizioni, può implicare complicati stratagemmi psicologici che tendono a provocare atteggiamenti reciproci negli altri. Le situazioni esterne che prendono forma da tali interazioni, rappresentano ripetizioni, repliche approssimate, degli originari eventi traumatici che sono rimasti irrisolti nelle precedenti sedute. Dato che questa sezione si incentra sulle complicazioni della terapia con LSD, stiamo naturalmente discutendo l’attivazione di sistemi COEX negativi. Comunque, è importante sottolineare che l’attivazione di un sistema COEX positivo può avere potenti conseguenze favorevoli di tipo simile. Quando gli effetti collaterali avversi di una seduta con LSD risultano dalla risoluzione incompleta di un sistema COEX, la loro natura ed il contenuto specifico possono essere compresi una volta che il materiale inconscio diventa accessibile. Le caratteristiche di base dei problemi emotivi ed interpersonali coinvolti rifletteranno il tema generale del sistema; i dettagli specifici assumeranno significato nei termini dello strato individuale 252 della costellazione COEX che è stata attivata. Il terapeuta spesso non è in grado di comprendere le dinamiche del problema quando si verifica e dovrebbe aspettare fino al momento in cui il materiale inconscio, che è alla radice, emerga e la gestalt è completata. Tuttavia, un terapeuta esperto non si limita solo ad una comprensione retrospettiva. In molti casi la natura del materiale che verrà sperimentato, può essere previsto, almeno nella forma generale, sulla base delle caratteristiche specifiche della reazione avversa. Molti degli elementi discussi sono illustrati dal seguente esempio clinico: Tom, uno studente di 26 anni, che aveva abbandonato gli studi, fu accettato nel programma di terapia con LSD per una grave nevrosi impulsiva con periodiche fughe da casa, vagabondaggio e abuso di alcool e varie droghe. Il suo comportamento durante questi periodi comprendeva elementi marcatamente antisociali. Di solito non pagava nei ristoranti e negli alberghi: scappava senza pagare il conto o lasciava qualche bagaglio personale come garanzia per il pagamento futuro. Occasionalmente, rubava denaro e vari oggetti dai parenti, amici o sconosciuti per coprire le sue spese. Dormiva nei boschi, parchi pubblici e stazioni ferroviarie, trascurava vistosamente l’igiene personale. Tom fu indirizzato al programma con LSD dopo due anni di psicoterapia, che non avevano portato ad alcun risultato. Qualcuno dei suo precedenti psichiatri, lo aveva diagnosticato come schizofrenico, e la storia del suo trattamento comprendeva una serie di sedute di coma insulinico. Le sue prime ventisei sedute con LSD ebbero un decorso insolitamente monotono. Provò ansia, occasionalmente trasformata in panico, e mostrò una grande agitazione associata con spasmi muscolari e tremori. Ciò era accompagnato da ricorrenti visioni di un pallido, smorfioso volto femminile. Nelle ulteriori sedute, un nuovo elemento si aggiunse al contenuto delle sue esperienze. Ogni volta che sentiva il suono dello scorrere dell’acqua in un bagno vicino, era sopraffatto dalla collera e aveva grande difficoltà nel controllare l’aggressività. Inoltre non poteva tollerare la presenza di una terapeuta donna o di una infermiera, e rispondeva alla loro presenza con irritazione e rudi attacchi verbali. Le visioni del pallido volto femminile erano ora supportate dalle 253 immagini relative all’acqua. In questo contesto, diverse situazioni pericolose associate con il mare, i laghi ed i fiumi si alternavano con immagini di valorosi marinai e coraggiose creature marine, simbolizzanti la padronanza dell’elemento acquatico. I problemi di Tom, negli intervalli tra le sedute con LSD, lambivano la psicosi. Sperimentò attacchi di panico e provò un intenso odio verso le donne. La sua idiosincrasia riguardo lo scorrere dell’acqua continuò, ed egli aggrediva chiunque aprisse il rubinetto dell’acqua. Il comportamento di Tom sfociò in numerosi contrasti con i co-pazienti e gli infermieri, dato che tendeva a provocare ostilità con la sua intolleranza, il suo disprezzo ed aggressività. Appariva agitato e manifestava molteplici involontari fenomeni motori, in particolare spasmi muscolari. Dopo molte sedute, nuovi elementi apparvero nelle visioni che accompagnavano le sue esperienze con LSD. All’inizio, il loro contenuto era piuttosto enigmatico ed incomprensibile. Vedeva rapide sequenze di oggetti legati al bagno, come effusori della doccia, rubinetti, saponette, tipi di piastrelle, spugne, spazzole per il bagno e giochi per il bagno. La natura innocente di queste visioni sembrava incongruente con l’intensità dell’ansia e la potente scarica motoria che l’accompagnavano. Tom provò insoddisfazione per queste sedute e le trovò confuse; descriveva le sue esperienze come “follemente alla rinfusa”, “un guazzabuglio”, o un “caos”. Queste esperienze improvvisamente acquistarono senso quando Tom rivisse in modo articolato alcuni traumatici ricordi dalla sua primissima infanzia. All’età di due o tre anni, era accudito da una balia emotivamente disturbata che infine si rivelò essere psicotica. Era solita maltrattarlo e spaventarlo in un modo molto sadico, in particolare durante il bagno. L’autenticità delle reminiscenze di Tom fu più tardi confermata dalla sua matrigna; licenziò la balia dopo aver scoperto quanto aveva abusato del suo bambino. Dopo una vivida ricapitola- zione di questi ricordi traumatici, molti degli elementi descritti sopra scomparvero dalle sedute di Tom. Tuttavia, l’ansia e gli spasmi muscolari persistettero, nonostante il fatto che sembravano originariamente appartenere al ricordo traumatico implicante la balia. A questo punto, l’ansia di Tom nelle sedute con LSD 254 divenne molto più primitiva ed elementare; gli spasmi ora erano associati con spiacevolissimi sapori e sensazioni orali. Questo gradualmente si sviluppò nel rivivere esperienze della prima infanzia che comprendevano l’applicazione di varie soluzioni disinfettanti alle mucose della sua bocca quando aveva sofferto di una malattia da fungo. Gli spasmi muscolari erano particolarmente marcati intorno alla testa ed il collo ed egli li identificò come reazioni di fuga associata con questi interventi medici. Negli intervalli tra le sedute, Tom mostrò un atteggiamento negativo verso gli ospedali e le medicine; criticò e sbeffeggiò gli aspetti medici delle nostre procedure di trattamento e si ribellò contro di essi. Successivamente, alla sua ansia si aggiunsero una fame e sete intense, sensazioni di freddo e di stagnazione emotiva. Nelle sedute con LSD, stava ora rivivendo traumatiche esperienze del periodo dell’asilo nido, dove fu tenuto per i primi sette mesi di vita. In quei momenti, desiderava ardentemente la presenza ed il contatto fisico con le donne, e richiedeva la presenza della terapeuta donna e di infermiere, persone che precedentemente non poteva sopportare. Ora esse sembravano compensare la frustrazione e la deprivazione emotiva che aveva provato all’asilo nido, dove il superficiale atteggiamento professionale del personale aveva fallito nel soddisfare i suoi bisogni infantili. Negli intervalli liberi da queste sedute, Tom era ossessionato dal desiderio di trovare la donna ideale; la sua depressione si accentuò ed egli provava un irresistibile bisogno di consumare grandi quantità di alcool e di droghe. Quando Tom cominciò a rivivere la sua difficile nascita – durante la quale la madre era morta ed egli stesso era sopravvissuto per miracolo – riconobbe che molti dei suoi sintomi erano radicati a livello perinatale. Il suo panico, l’aggressività, il senso di colpa, improvvisamente acquistarono senso come conseguenze del trauma della nascita. Ora vedeva le sue contrazioni muscolari come scariche ritardate di energie bloccate legate agli aspetti “ idraulici” del parto. Il comportamento di Tom in prossimità delle sedute nelle quali riviveva la nascita, era impulsivo, crudele, e stravagante; era caratterizzato dall’acting-out di strane tendenze ambivalenti e conflitti tra dipendenza ed indipendenza. Molto 255 di questo fu espresso nel contesto della relazione di transfert; in base ai criteri convenzionali, il comportamento di Tom durante questo periodo sarebbe stato etichettato come psicotico. Nella sua sessantacinquesima seduta psicolitica, Tom sembrò aver completato il processo di nascita ed ebbe la sua prima esperienza trascendentale, seguita da un netto ma non duraturo miglioramento. Ci vollero sei sedute ulteriori e molti mesi di condizione clinica variabile, prima che raggiungesse un nuovo equilibrio. Negli anni successivi alla sua terapia con LSD, Tom non ha avuto più bisogno di essere ricoverato e di affidarsi all’assistenza psichiatrica. Si sposò e fu in grado di mantenere un lavoro ed aver cura dei suoi due bambini. Qualche volta sensazioni, emozioni, pensieri apparentemente bizzarri che si verificano nel contesto di una avversa reazione all’LSD, possono essere spiegati quando si identifica il materiale inconscio sottostante. La paura di un paziente maschio che il suo pene si stia accorciando, può così essere collegata ad una fissazione emotiva sull’immagine del corpo corrispondente all’età di un irrisolto ricordo dell’infanzia. In un modo analogo, una paziente femmina che è psicologicamente sintonizzata in un ricordo attivato dal periodo pre-adolescenziale, può perdere la consapevolezza dei suoi seni dall’immagine del corpo, o può sviluppare la convinzione che sta perdendo i capelli quando è connessa emotivamente con ricordi della prima infanzia. La percezione ingenua e come da bambino, dell’ambiente, paure inappropriate, accresciuti bisogni di dipendenza, o dubbi sul controllo della vescica e delle viscere, sono alcuni altri esempi di questa categoria. Di particolare interesse per la medicina psicosomatica ed interna sono quei casi in cui, successivamente ad una seduta con LSD, un problema apparentemente somatico si rivela essere parte integrante di un ricordo traumatico dall’infanzia. Per la particolare importanza clinica di questo fenomeno, lo illustrerò con diversi esempi. Renata, una paziente sofferente di una grave cancerofobia, rivisse un episodio sessuale che presumibilmente accadde quando aveva quattro anni. In questa scena, il suo patrigno era sdraiato sul letto e lei si era infilata sotto il lenzuolo aspettandosi di essere 256 coccolata ed accarezzata. Durante questo loro gioco, tuttavia, egli gradualmente la diresse verso i propri genitali e sfruttò la situazione per la sua soddisfazione sessuale. La scoperta del membro eretto era un aspetto eccitante ma anche spaventoso della situazione. Mentre riviveva una parte di questo episodio, nel quale il suo avambraccio era la parte più importante del contatto con il corpo del patrigno, improvvisamente sviluppò una massiccia infiltrazione circoscritta ed arrossamento della pelle. Davanti ai miei occhi e nel giro di pochi minuti questa area raggiunse la consistenza del cuoio delle calzature; divenne spessa, dura e coperta da una sporgente eruzione cutanea. Questa condizione, che fu diagnosticata come eczema da un dermatologo consultato, persistette per dieci giorni fino alla successiva seduta con LSD. Dopo che il ricordo traumatico fu pienamente rivissuto ed integrato, scomparve nel giro di alcune ore. In un’altra delle sue sedute, Renata rivisse una scena dell’infanzia nella quale era caduta sul ghiaccio mentre stava pattinando ed aveva urtato malamente la testa ed il ginocchio. Durante le successive settimane provò un intenso dolore nelle parti del corpo “infortunate”. Non poteva girare la testa, zoppicava considerevolmente, e manteneva una tipica postura di protezione della gamba destra. Tutti questi fenomeni scomparvero dopo che l’incidente fu pienamente rivissuto. Un altro interessante esempio dello stesso genere fu osservato durante la terapia con LSD di Dana, una paziente con complicati problemi nevrotici. In una delle sue sedute, iniziò a rivivere un episodio traumatico che si era verificato quando aveva sofferto di una grave bronchite. In questo contesto, improvvisamente incominciò a manifestare tutti i sintomi tipici di una infezione dei bronchi. Questi sintomi persistettero anche dopo che i concreti effetti farmacologici dell’LSD erano svaniti; durante la settimana seguente, continuò a tossire in maniera eccessiva e si lamentò di un serio dolore al torace. L’internista che la visitò, diagnosticò una bronchite sulla base dell’alta temperatura, caratteristici soffi durante l’esame con lo stetoscopio, tosse e la produzione di muco solido. I soli segni che distinguevano questa condizione da una autentica bronchite erano il suo improvviso avvio al momento 257 in cui la memoria traumatica aveva cominciato ad emergere ed il suo altrettanto brusco termine quando la gestalt psicologica era stata completata. L’influenza delle matrici perinatali di base che è attivata negli intervalli post-seduta, è di solito molto più drammatica, sensazionale ed è di grande importanza pratica e teoretica. Se il soggetto è sotto una forte influenza di una di queste matrici al momento che l’azione farmacologia della sostanza svanisce, può sperimentare la sua influenza in una forma leggera per giorni, settimane o anche mesi. Se un livello profondo di una matrice negativa è attivato, le difficoltà individuali successive alla seduta possono raggiungere dimensioni psicotiche. Le conseguenze sono piuttosto distinte e caratteristiche per ciascuna delle matrici perinatali. Quando il periodo terminale di una seduta con LSD è dominato dalla MPB II ed il soggetto si stabilizza sotto la sua influenza, l’intervallo post-seduta è caratterizzato da profonda depressione. In queste circostanze, gli individui sono vessati da pensieri e sensazioni fisiche altamente spiacevoli. Hanno accesso solo a ricordi spiacevoli e non riescono a vedere alcun elemento positivo nella propria storia. Senso di colpa, inferiorità e vergogna sembrano dominare i loro pensieri sul passato. La loro vita attuale appare essere insopportabile e carica di problemi che non hanno soluzione; non hanno alcuna prospettiva su nulla, ed il loro futuro appare ugualmente disperato. La vita è svuotata di qualsiasi significato, e c’è una assoluta incapacità ad assaporare la vita. Il mondo è percepito come minaccioso, sinistro, opprimente e senza colore. L’ideazione suicida non è rara in questa situazione; assume tipicamente la forma del desiderio di cadere addormentati o essere incoscienti, dimenticare ogni cosa e non svegliarsi mai più. Le persone in questo stato di mente, immaginano di prendere una overdose di sonniferi o narcotici, ingerirli fino a morire, inalare il gas dei fornelli, affogare in acque profonde, o camminare sulla neve e congelarsi. Sintomi fisici tipici che accompagnano questa condizione sono emicranie, oppressione al torace, difficoltà respiratorie, varie difficoltà cardiache, fischi alle orecchie, costipazione, perdita 258 dell’appetito ed una totale mancanza di interesse verso il sesso. Sono anche comuni sensazioni di esaurimento ed affaticamento, sonnolenza e la tendenza a passare l’intera giornata a letto o in una stanza buia. La stabilizzazione di una seduta con LSD sotto il dominio della MPB III sfocia in sensazioni di intensa tensione aggressiva, di frequente associata con una forte ma vaga apprensione e previsione di una catastrofe. I soggetti in questo stato si paragonano a “bombe ad orologeria” pronte ad esplodere da un momento all’altro. Oscillano tra impulsi distruttivi ed auto-distruttivi e sono preoccupati di ferire le altre persone o se stessi. Un alto livello di irritabilità e una forte tendenza a causare contrasti violenti è tipico. Il mondo è percepito come un luogo pericoloso ed imprevedibile, dove bisogna costantemente essere all’erta e prepararsi a combattere e lottare per la sopravvivenza. Una consapevolezza dolorosa di una menomazione reale o immaginata e di limitazioni, si combina con ambizioni sproporzionate e con lo sforzo di mettersi alla prova. In contrasto con la depressione inibita e senza lacrime legata alla MPB II, il quadro clinico qui può prendere la forma di una depressione agitata accompagnata da incontinenza emotiva ed eccitamento motorio. Pensieri, fantasie e tendenze suicide sono piuttosto frequenti, e seguono un percorso distintamente differente da quelli descritti per la MPB II. Gli individui in questo stato contemplano suicidi violenti e sanguinosi, come gettarsi sotto al treno, saltare da una finestra o un precipizio, hara-kiri, o spararsi. Le fantasie di suicidio osservate in questo contesto che non implicavano spargimento di sangue, erano legate al soffocamento e all’impicca- gione. Questo sembra riflettere il fatto che alti livelli di soffocamento sono di frequente provati nelle fasi finali della nascita. Sintomi fisici tipici associati con questa sindrome, comprendono una intensa tensione muscolare, di frequente espressa in tremori, spasmi e crampi, emicranie opprimenti, dolori in varie parti del corpo, nausea con vomito occasionale, intensificazione dell’attività intestinale e diarrea, frequente minzione o spasmi uretrali e abbondante sudorazione. Una manifestazione caratteristica nell’area sessuale è l’eccessivo aumento dell’istinto libidico, per il quale anche 259 orgasmi ripetuti non portano alcun sollievo soddisfacente. Nei soggetti maschi, questa intensificazione della tensione sessuale è talvolta associata con impotenza ed eiaculazione precoce; nelle femmine, con una incapacità a raggiungere l’orgasmo, agitazione emotiva premestruale, dismenorrea e dolorosi crampi genitali durante il rapporto (vaginismo). I soggetti le cui sedute terminano sotto l’influenza della MPB IV presentano un quadro molto differente. L’aspetto più rimarchevole di questo stato è un netto alleviamento o anche la scomparsa dei precedenti sintomi psicopatologici, ed una diminuzione dei problemi emotivi di tutti i tipi. Gli individui sentono di essersi lasciati il passato alle spalle e che ora sono in grado di cominciare un capitolo completamente nuovo della loro vita. Sensazioni euforiche di liberazione dall’ansia, dalla depressione e dal senso di colpa, sono associate con un rilassamento del corpo ed un senso di perfetto funzionamento di tutti i processi fisiologici. La vita appare semplice ed eccitante, e l’individuo ha sensazioni di insolita ricchezza sensoriale e di intensa gioia. Per quanto riguarda la MPB I, l’individuo può stabilizzarsi sotto l’influenza dei suoi aspetti positivi o negativi. Nel primo caso, l’intervallo tra le sedute assomiglierà a quelli descritti per la MPB IV. Comunque, tutte le sensazioni comprese sono molto più profonde e sono sperimentate su uno sfondo religioso o mistico. I soggetti scoprono nuove dimensioni nel mondo e nell’universo, hanno la percezione di partecipare al creato, e tendono a considerare le ordinarie faccende e cose della vita quotidiana – come mangiare, passeggiare immersi nella natura, giocare con i bambini, o avere rapporti sessuali – come manifestazioni del divino. L’esperienza di unità cosmica ha un insolito potenziale terapeutico e può portare durature conseguenze benefiche per l’individuo. Se il soggetto rimane dopo una seduta con LSD sotto l’influenza degli aspetti negativi della MPB I o matrici transpersonali negative, sperimenta varie forme e gradi di difficoltà emotive e fisiche associate con una confusione concettuale. Queste difficoltà sono tipicamente interpretate in una cornice metafisica – in termini spirituali, occulti, mistici o religiosi. Queste spiacevoli condizio260 ni sono attribuite a forze avverse del destino, “ karma cattivo”, malefiche influenze astrologiche o cosmobiologiche, o a diverse entità spirituale malvagie. Nei casi estremi questa condizione può assumere dimensioni psicotiche. Dopo il lavoro individuale e l’integrazione dell’esperienza, il soggetto assume un approccio più sperimentale e metaforico a tali estreme interpretazioni. Le quattro maggiori complicazioni delle sedute con LSD che sono di rilevanza pratica e dovrebbero essere specificatamente discusse sono: l’attivazione di sintomi preesistenti, reazioni prolungate, decompensazioni psicotiche e “flashback”. Possono essere ricondotte ad un comune denominatore, vale a dire, l’indebolimento del sistema di difesa e l’incompleta risoluzione del materiale inconscio emerso. L’indebolimento della resistenza è più evidente quando i sintomi originari vengono intensificati dopo una seduta con LSD. In questo caso non si è verificato nessun cambiamento; la sottostante matrice rimane la stessa ma la sua influenza viene sperimentata con maggiore intensità. Nel caso di una reazione prolungata, il sistema di difesa collassa non a causa della persistente azione farmacologia dell’LSD, ma come risultato di una carica emotiva del materiale inconscio reso libero. Il tema inconscio emergente è ora troppo carico e troppo prossimo alla coscienza per essere represso e coperto di nuovo, ma un soggetto che non ha familiarità con le psicodinamiche di questo processo di solito prova a prevenirne la sua piena emersione ed il suo completamento. Uno scompenso psicotico temporaneo dopo una seduta con LSD, può essere osservato come esempio particolare di una reazione prolungata. Si verifica quando il materiale inconscio che è diventato attivo ed è rimasto irrisolto, rappresenta un tema di fondamentale rilevanza e porta una eccessiva carica emotiva. Può trattarsi di un trauma risalente alla primissima infanzia; o anche di un episodio che coinvolge materiale perinatale o alcune potenti matrici transpersonali negative. Non ho mai visto un incidente di questo tipo in sedute controllate e con persone che mostravano un ragionevole grado di adattamento emotivo, interpersonale e sociale prima dell’esperienza. Negli individui che hanno seri problemi psichiatrici che sfiorano la psicosi, o 261 hanno avuto episodi schizofrenici nel passato, il verificarsi di reazioni avverse transitorie di questa profondità non è raro. Il ripresentarsi di stati da LSD nei giorni, settimane, o anche mesi successivi alla concreta somministrazione della sostanza, ha attirato l’attenzione pubblica e merita una particolare nota in questo contesto. Un attento studio delle psicodinamiche della reazione all’LSD nel corso di molti anni, mi ha convinto che questi episodi, popolarmente noti come flashback, hanno una base simile alle reazioni prolungate e ai crolli psicotici che seguono immediatamente le sedute. La differenza è che in questo caso i meccanismi di difesa sono abbastanza forti da ricoprire il materiale attivato ed irrisolto nella fase terminale. L’esperienza appare essere completa, ma questo è vero solo in superficie; il risultato è un equilibrio dinamico molto precario tra le forze inconsce e la resistenza psicologica ad esse. Con il passare del tempo, qualsiasi circostanza può far traballare questo equilibrio precario, e l’individuo comincia a sperimentare coscientemente la gestalt non esaurita. Dato che si tratta della continuazione di un processo che si è avviato durante l’esperienza con LSD, il soggetto disinformato lo considererà come un insidioso attacco ritardato della sostanza, piuttosto che una manifestazione del proprio inconscio. Episodi di questo tipo si verificano in circostanze fisiologiche nelle quali si ha un abbassamento delle difese dell’Io: come i periodi tra la veglia ed il sonno (lo stato ipnagogico e lo stato ipnopompo), l’affaticamento fisico, o la deprivazione del sonno. Casi più drammatici sono di solito associati con l’uso di sostanze come alcool, marijuana e psicosti- molanti, o malattie virali ed altri processi somatici. Occasional- mente, sedute psicoterapeutiche successive, specialmente quelle che comprendono tecniche che utilizzano l’iperventilazione, possono facilitare ciò che il soggetto considera essere un flashback da LSD. La meditazione ed altre pratiche spirituali o esercizi individuali o di gruppo usati nei centri di crescita spirituale possono avere effetti simili. In aggiunta va detto che il meccanismo dei flashback è spesso influenzato dallo stato di pressione psicologica. Questo meccanismo è così importante che merita attenzione. Fattori scatenanti del ripresentarsi di stati da LSD, sono situazioni della vita quoti262 diana che comprendono elementi simili o identici alla matrice inconscia o al tema che è rimasto irrisolto. Un esempio è la situazione di un soggetto la cui ultima seduta con LSD, trascorsa sotto l’influenza della MPB II, non si è conclusa con una risoluzione soddisfacente. In queste circostanze una metropolitana affollata, surriscaldata, scarsamente ventilata e rumorosa, può produrre una esperienza che è simile alle caratteristiche strutturali di una situazione “senza via di uscita”. Guidare una macchina nell’ora di punta su una autostrada trafficata o prendere un ascensore affollato possono avere un impatto simile. Tutte queste situazioni possono così funzionare come facilitatori del contenuto della seconda matrice perinatale. In un modo analogo, un soggetto psicologicamente sintonizzato sulla MPB III potrebbe avere un flashback come risultato del guardare un film o uno show televisivo che coinvolge uno stupro, sadismo e violenza, o mentre guida una auto raggiungendo una velocità pericolosa. Qualche volta lo stimolo scatenante proviene dal mondo esterno, più o meno accidentalmente e senza la partecipazione attiva del soggetto. In alcuni casi, il soggetto è attivo nel creare una situazione nella vita quotidiana che è una replica approssimativa della gestalt traumatica irrisolta. Il meccanismo alla radice di tali situazioni è stato descritto precedentemente in dettaglio. Dato che questo processo tipicamente coinvolge i compagni di vita e le circostanze esterne, ci vuole del tempo perché assuma dimensioni critiche. Il periodo necessario per tale sviluppo spiega i lunghi tempi che spesso intercorrono tra l’esperienza con la sostanze e la “ ricorrenza”. Esempi di questo meccanismo potrebbero essere: ricrearsi una situazione “senza via d’uscita” nella vita quotidiana, contaminare la relazione sessuale con elementi della terza matrice perinatale, riattivare un problema irrisolto con il proprio padre nella quotidiana interazione con il proprio datore di lavoro. La comprensione che gli effetti collaterali avversi delle sedute con LSD sono fenomeni comprensibili e legittimi, riflettenti le psicodinamiche fondamentali dell’inconscio e non capricciosi scherzi degli effetti farmacologici di una bizzarra ed imprevedibile sostanza, suggerisce una strategia generale ed alcune 263 specifiche tecniche per la loro prevenzione e terapia. PREVENZIONE E GESTIONE DELLE COMPLICAZIONI NELLA PSICOTERAPIA CON LSD L’attivazione occasionale del materiale inconscio associato con vari tipi e gradi di disagio emotivo e psicosomatico, è parte di ogni processo di disvelamento. Casi di questo tipo sono stati osservati anche nel corso del tradizionale trattamento psicoa- nalitico, e ricorrono con costanza nelle varie psicoterapie esperienziali – lavoro neo-reichiano, la terapia primale, la pratica Gestaltica, gruppi di incontro – dove nessuna sostanze psicoattiva è usata. L’intensificazione drammatica dei sintomi psicosomatici ed emotivi ed il disadattamento interpersonale, indicano che un paziente si è avvicinato ad aree di importanti problemi inconsci. Nella terapia con LSD, che approfondisce ed intensifica considerevolmente tutti i processi psicologici, questo meccanismo è più evidente che nelle forme tradizionali di terapia, ma non è in alcun modo specifica solo ad essa. La comprensione delle dinamiche di base delle complicazioni che si presentano nella psicoterapia con LSD, è essenziale per la loro prevenzione e trattamento. Una parte importante di questo lavoro deve essere fatta durante la preparazione per la prima seduta con LSD. Il terapeuta deve spiegare chiaramente al paziente che l’intensificazione dei sintomi, profondi turbamenti emotivi, ed anche manifestazioni psicosomatiche nel corso della terapia con LSD, non significano il fallimento del trattamento ma sono parti significative e coerenti del processo. Tali fenomeni si verificano prima di una svolta terapeutica . Un altro importante messaggio che deve essere comunicato prima che la sostanza sia somministrata, è che l’incidenza di queste complicazioni può essere considerevolmente ridotta da una costante interiorizzazione delle sedute con LSD. Una piena esperienza di qualsiasi cosa stia affiorando durante le sedute con la sostanza, ed il trovare 264 gli appropriati canali per scaricare le profonde energie represse, sono di cruciale importanza per una terapia psichedelica sicura ed efficace. È anche di essenziale importanza che i pazienti comprendano la funzione del lavoro durante il periodo terminale della seduta sulle questioni irrisolte. La spiegazione della ragione effettiva, dei principî di base e delle regole per la cooperazione, accresce le possibilità di una buona integrazione delle sedute e riduce l’incidenza di reazioni prolungate o flashback. I principî fondamentali per condurre le sedute con LSD sono già stati descritti e saranno solo brevemente riassunti. Un paziente che si toglie la mascherina per evitare il confronto con il difficile materiale emotivo che sta emergendo, è probabile che non abbia un rientro pacifico e sereno e dovrebbe essere preparato per le difficoltà che si presenteranno nell’intervallo dopo la seduta. Ugualmente, la riluttanza a lavorare con impegno sul materiale incompleto nel periodo terminale della seduta, potrebbe significare un prolungato processo di integrazione con l’investimento di tempo ed energia del terapeuta e del paziente per i giorni a venire. Anche se questi criteri vengono rispettati, non è possibile eliminare con assoluta certezza il ripresentarsi ritardato di vari effetti collaterali avversi, sia emotivi che psicosomatici. Le esperienze psichedeliche rappresentano interventi potenti nelle dinamiche dell’inconscio e richiedono tempo per essere integrate. Anche una seduta ben risolta potrebbe essere seguita da tardivi afflussi di materiale inconscio addizionale, perché l’esperienza potrebbe aver rimosso un importante blocco e reso accessibili nuovi contenuti che erano precedentemente repressi con successo. Ricordo in questo contesto una similitudine molto bella e calzante che i miei pazienti cecoslovacchi usavano per descrivere il processo. I tronchi dei boscaioli, che scorrono lungo un fiume, occasionalmente si ritrovano in una situazione nella quale vanno a formare una barriera che ne ostruisce il flusso. Il loro approccio a questa situazione non è di rimuovere ogni pezzo sistematicamente, ma cercare ciò che è chiamato il tronco-chiave, e di rimuoverlo con un gancio. Dopo questo intervento, i tronchi prendono a muoversi in un modo che infine ristabilisce il 265 libero flusso del fiume. Questo processo può richiedere giorni, settimane, ma è reso possibile rimuovendo il blocco cruciale. Ugualmente, le sedute con LSD possono eliminare i blocchi dinamici nell’inconscio; questo apre la strada alla liberazione emotiva, sebbene il suo processo effettivo possa estendersi su un lungo periodo. Per i pazienti che sono appropriatamente istruiti e guidati, queste reazioni di solito non presentano seri problemi. Sono preparati ad affrontare stati non ordinari di coscienza e li vedono come finestre sul loro inconscio ed opportunità per l’esplorazione del sé, piuttosto che come minacce per la loro sanità mentale. Dato che il materiale emotivo tende ad affiorare in superficie nei periodi ipnagogico ed ipnopompo, non è difficile, concedendosi un po’ di tempo, avvicinarsi a tali episodi come a “ micro-sedute”. Un breve periodo di iperventilazione può aiutare ad attivare il problema sottostante ed a facilitarne la risoluzione mediante una più piena esperienza e scarica energetica. Questo approccio è di gran lunga preferibile allo sforzo di sopprimere e controllare il materiale emergente, che ne impedisce una soluzione duratura ed imprigiona molta dell’energia del paziente. Di frequente, emozioni difficili e sintomi fisici possono scomparire dopo mezz’ora di lavoro introspettivo. Questa situazione è più complicata se il materiale è così vicino alla superficie e la sua carica affettiva così forte che tende ad emergere nelle circostanze della vita quotidiana. In quel caso, il paziente dovrebbe essere istruito a crearsi delle situazioni dove è possibile affrontare ed esprimere qualsiasi cosa stia emergendo. Se non è possibile, dovrebbero essere programmate sedute terapeutiche regolari ed un sistematico lavoro di manifestazione delle questioni irrisolte con l’aiuto dei terapeuti. Le tecniche usate in questo lavoro sono essenzialmente le stesse di quelle descritte per il periodo terminale delle sedute con LSD. Dopo un breve periodo di iperventilazione, che tende ad attivare in maniera non specifica la struttura emotiva sottostante, i terapeuti assistono il paziente accentuandone le sensazioni fisiche e gli stati che già stanno sperimentando. In base alla natura del problema, possono usare una combinazione di esercizi bioenergetici o altri 266 approcci neo-reichiani, la tecnica gestaltica, lo psicodramma, l’immaginazione guidata ed un profondo massaggio per mobilizzare e lavorare sulle matrici non finite. La musica, specialmente i pezzi che furono ascoltati nella seduta, può essere di grande aiuto durante questo lavoro. Se la terapia con LSD è condotta in una comunità terapeutica, può essere molto utile coinvolgere un gruppo di co-pazienti nel lavoro di manifestazione dell’inconscio. Per esempio, il gruppo può attivare in un modo convincente l’esperienza dell’invasione del canale di nascita, l’atmosfera della lotta tra la vita e la morte, o il confortante e nutriente grembo. Occasionalmente, suoni stimolanti o rilassanti prodotti dai membri del gruppo durante questo lavoro possono essere molto efficaci. Gli individui in questo gruppo potrebbero anche volontariamente offrirsi, o essere scelti dal paziente o dal terapeuta per uno specifico ruolo psicodrammatico – sostituire la madre, il padre, il fratello, la sorella, la compagna, il bambino, o il padrone. Questo approccio non è solo efficace per lavorare su gestalt irrisolte, ma può anche avere un effetto catalizzatore potente sulle persone partecipanti. Non è raro che in queste condizioni le intense esperienze del protagonista, possano far scattare reazioni emotive in alcuni degli aiutanti. Il materiale e le osservazioni di tali episodi terapeutici, possono diventare un’importante aggiunta alle successive sedute di gruppo. L’esperienza del ruolo di aiutante ha anche un’importante funzione per l’autostima dei membri del gruppo e contribuisce al loro senso di sicurezza. Gli sforzi collettivi di questo tipo tendono a creare un senso di vicinanza, intimità ed unione che contribuisce alla coesione sociale della comunità terapeutica e al suo potenziale di guarigione. Nei rari casi dove gli effetti collaterali avversi sono molto intensi ed i pazienti diventano potenzialmente pericolosi per gli altri e per se stessi, potrebbe essere necessario mantenerli nella struttura terapeutica per ventiquattro ore o fino a che queste reazioni svaniscono. Infermieri e co-pazienti dovrebbero essere preparati ad assumersi la responsabilità collettiva in queste situazioni, e fornire assistenza continua e sorveglianza. Se il lavoro (senza sostanza) fallisce nel portare i risultati desiderati è consigliabile 267 abbreviare l’intervallo libero ed avviare un’altra seduta con LSD al più presto possibile, per completare la gestalt incompleta. Un intervallo di meno di cinque o sette giorni tende a far decrescere l’intensità e l’efficacia terapeutica della seduta successiva, a ragione della tolleranza biologica incorsa con la precedente somministrazione di LSD. In casi di particolare resistenza il terapeuta potrebbe decidere di ricorrere all’uso di altre sostanze farmacologiche. I tranquillizzanti maggiori dovrebbero essere evitati, dato che il loro effetto è contrario alla strategia di base di qualsiasi approccio di manifestazione e alla terapia psichedelica in particolare. Inibendo il processo, offuscando l’esperienza ed oscurando la natura del problema sottostante, ne impediscono la risoluzione. Nei casi nei quali il materiale inconscio è prossimo alla superficie, ma è bloccato da una barriera di intensa resistenza psicologica, l’inalazione del composto di Meduna (Meduna’s misture – trenta percento di biossido di carbonio e settanta percento di ossigeno ) può essere molto utile. Poche inalazioni di questo composto, possono causare una breve ma potente attivazione della matrice inconscia sottostante e facilitare un significativo passo in avanti. Una seduta con Ritaline (40-100 milligrammi) può occasionalmente aiutare nell’integrazione del materiale di una precedente seduta con LSD. Le sostanze psichedeliche con una affinità ai sistemi dinamici positivi, come il tetraidrocannabinolo (THC) o metilenediossianfetamina ( MDA) possono essere usate con vantaggio. Una sostanza che promette prodigi in questa direzione ma non è stata sufficientemente sperimentata, è la ketamina (Ketalar). Si tratta di una sostanza approvata per scopi medici, che è stata usata dai chirurghi per la anestesia generale 2. Questa anestesia è di tipo dissociativo ed è molto differente da quella indotta dagli anestetici convenzionali. Sotto l’influenza della ketamina la coscienza non è rimossa ma profondamente alterata e drasticamente riconcentrata. Induce uno stato fuori dal corpo, nel quale il paziente perde il contatto con la realtà esterna e viene coinvolto in varie avventure cosmiche, ad un livello che rende possibile le operazioni chirurgiche. I dosaggi ottimali per gli scopi psichedelici sono relativamente piccoli, 50-150 milligrammi, 268 che è circa da un dodicesimo ad un sesto della dose anestetica standard. L’effetto psicoattivo anche con questo basso dosaggio è così potente che catapulta il paziente oltre il punto di impasse della precedente seduta con LSD, e può agevolarlo a raggiungere un miglior livello di integrazione. Questo approccio dovrebbe essere esplorato con soggetti che hanno sviluppato stati psicotici di lungo periodo come risultato di una auto-sperimentazione con LSD non controllata. 269 Note 1 Dato che il livello più profondo della MPB II comprende esperienze descritte da molte religioni come l’essere all’inferno, alcuni riferimenti ai sistemi spirituali sembrano appropriati a questo punto. L’inferno è definito multiculturalmente come comprendente torture insopportabili senza fine; è una esperienza di eterna sofferenza. L’elemento di disperazione è un attributo d’esperienza necessario dell’inferno; l’esperienza di enorme sofferenza fisica ed emotiva dove invece c’è speranza di liberazione non è l’inferno, ma il purgatorio . Sembra che la teologia della tradizione cristiana abbia fatto lo stesso errore di alcuni pazienti sotto LSD e confuso il tempo psicologico con il tempo d’orologio. Nei sistemi spirituali che hanno una più profonda comprensione della coscienza, come l’Induismo ed il Buddhismo, non si rimane eternamente all’inferno o nel paradiso; quando si sperimentano stati infernali o paradisiaci, si vivono soggettivamente come se dovessero durare per sempre. L’eternità non dovrebbe essere confusa con un periodo infinitamente lungo di tempo storico. È uno stato dove il tempo lineare è trasceso nell’esperienza e cessa di esistere. 2 Negli ultimi anni c’è stata una tendenza tra i chirurghi ad usare la ketamina solo nei bambini e nelle persone anziane nonostante la sua sicurezza biologica ed i particolari vantaggi come anestetico. La ragione di ciò è stato il verificarsi di alcuni stati psicologici durante il risveglio che sono stati chiamati fenomeni di emergenza. Questo riflette l’ignoranza di base sulla natura degli effetti della ketamina. Dato che le straordinarie esperienze di tipo psichedelico sono la più profonda essenza dell’azione della ketamina, ogni somministrazione di questa sostanza dovrebbe essere preceduta da specifiche indicazioni che rendano chiaro che si sta per adoperare un anestetico di tipo molto insolito. 270 La rappresentazione fatta da un paziente, della dinamica e colorata visualizzazione di schemi ornamentali che caratterizza la fase iniziale in una seduta psichedelica 271 Trasformazioni illusorie sotto l’influenza dell’LSD. Due rappresentazioni di una infermiera psichiatrica vista nei suoi abiti normali. 272 Sopra. La svolta psichedelica durante un’esperienza perinatale. La parte inferiore del quadro mostra un area scatologica che la paziente descrive come ‘il pantano’ del suo inconscio: numerosi animali pericolosi rappresentano le emozioni negative. Nella parte superiore un cele- stiale tunnel blu simbolizza la rinascita e la trascendenza. La paziente è seduta su un animale simile ad un delfino, reso amichevole dalla presenza dell’elemento divino. Lei è rappresentata come una piccola e nuda principessa con una corona dorata, una bambina divina. Questa esperienza era collegata al momento della nascita biologica. Sotto. Le influenze provenienti dal mondo esterno distruggono lo stato positivo da poco raggiunto; ad un livello più profondo le contrazioni uterine invadono la pace oceanica 273 La transizione dalla MPB III alla MPB IV. Una gigantesca e minacciosa figura simile ad un Golem impedisce l’accesso alla fonte di luce. Il soggetto in una fase successiva è di fronte al sole nascente e lo abbraccia (dalla collezione del dr. Milan Hausner, Praga). 274 In una esperienza della fase finale del processo di morte-rinascita, il paziente è attaccato da feroci uccelli predatori mentre si arrampica su una ripida montagna verso il sole. La transizione dalla MPB III alla MPB IV nel contesto del processo di morte-rinascita. La sezione in basso rappresenta le forze oscure, opprimenti e la parte superiore la fonte cosmica di luce. La parte centrale simbolizza l’agonia fisica ed emotiva determinata dall’apertura del chakra del cuore. Il cuore fiammeggiante con il disegno a piuma di pavone, si protende oltre ogni limite immaginabile. 275 Una esperienza perinatale di nausea abissale. Mostra il soggetto nudo, malato, abbattuto, che vomita dentro un gigantesco corridoio va- Una rappresentazione di tortura, mutilazione e privazione dei propri organi di senso; sperimentata nel contesto del processo pe- 276 A B C D 277 Una eccezionale sequenza di quadri che illustrano la trasformazione dei genitali materni da strumento brutale a simbolo di sicurezza, bellezza e trascendenza. altra pagina A. La vagina partoriente come combinazione di una prigione, di una camera delle torture e di una gigantesco torchio. altra pagina B. I genitali visti come deformi e disgustosi ( la ‘ vagina di Kali ‘ ). altra pagina C. In una fase più avanzata del processo di nascita, l’enfasi si sposta dagli aspetti spaventosi e biologici a quelli decorativi e ad un calmo flusso di energia cosmica attraverso l’organo. altra pagina D. le caratteristiche della vagina sono quasi scomparse in una gloriosa aureola a forma di coda di pavone. Sopra. L’ultimo quadro della serie, rappresenta l’esperienza finale della nascita biologica e spirituale. Il soggetto appare in un mandala a forma di coda di pavone, incorniciato da un aureola di fuoco purificatore; il soggetto è sorretto, protetto e nutrito da mani divine. La vagina di sua madre, i suoi genitali e le mani della Divinità che la sostengono, portano identici ornamenti di pavone. 278 Un’esperienza di morte e rinascita in una seduta perinatale. Il corpo del soggetto si eleva alla luce dal regno dell’oscurità (dei cimiteri, delle casse da morto e delle candele); le sue braccia si protendono per abbracciare il sole, la sua testa si fonde con la sorgente trascendentale. 279 Un’esperienza di soverchiante minaccia, che provoca anche disgusto. L’ elemento di pericolo era associato ad un mostro simile ad un uccello nella metà superiore del quadro, le sensazioni di repulsione con ‘la rognosa coda di topo‘ in Una terrificante visione di un incontro con il demonio, il “Signore dell’Inferno”. 280 Tre illustrazioni del ruolo del simbolismo del serpente nel processo di morte-rinascita. Una profonda ansia è associata con la visione di serpenti velenosi e pericolosi, con i denti esposti e lingue biforcute. Gli elementi serpentini sono ancora presenti ma la paziente può immaginare la possibilità di fuggire a questa situazione; la ‘ tana del serpente ‘ senza uscita si è trasformata in un tunnel e la paziente può vedere la luce alla fine di esso. 281 Una rappresentazione di ciò che i terapeuti dell’LSD chiamano ‘svolta psichedelica’. L’ essenza della personalità del paziente da poco raggiunta, è rappresentata da un embrione umano e da un seme germinante, ambedue simbolizzanti la prospettiva di una nuova vita, di un nuovo inizio. Il serpente ora rappresenta le forze nel proprio inconscio che potrebbero mettere in pericolo e distruggere questo stato oceanico di coscienza. 282 Un’esperienza estatica di epifania divina successiva alla morte dell’ego. La paziente si sentì sommersa dall’amore trascendentale e da una luce di indescrivibile splendore; le sue sensazioni profonde di alienazione si dissolsero e per la prima volta nella sua vita ebbe la sensazione di “ essere parte”. 283 ‘ Il flagellante’ è il titolo di questo tentativo di rappresentare l’esperienza di estasi vulcanica caratterizzante le fasi finali del processo di morte-rinascita (MPB III), dove la sofferenza ed il piacere si fondono in un amalgama inestricabile. Varie parti del quadro possono essere percepite collegate sia alla sofferenza fisica che al piacere dei sensi; ferite con carne dilaniata, perdita e tracce di sangue dopo le flagellazioni o bei motivi di tessuti esotici e di tappeti persiani. 284 L’ esperienza di estasi vulcanica nelle sedute perinatali è frequentemente associata con visioni di fuoco purificatore (pirocatarsi). Durante il rilascio di enormi quantità di energia distruttiva, i soggetti sotto LSD si identificano con vulcani in eruzione, esplosioni atomiche, reazioni termonucleari, ed addirittura con catastrofi cosmiche. 285 Gli ultimi secondi prima della nascita biologica e spirituale in una seduta con LSD. L’area triangolare al centro del quadro è dove la cima della testa o vortice passa attraverso; la corrente altamente carica di energia, riflette l’estrema tensione che è tipicamente associata con questo momento. Gli individui affrontano il rilascio finale delle aspettative di esperienza di catastrofi apocalittiche, come la paura di una esplosione imminente nella quale l’intero mondo verrà annichilito. 286 Una rappresentazione dell’identificazione con l’universo. Questa esperienza, tratta da una fase progredita della psicoterapia con LSD, è associata a rapimento estatico e visioni di processi cosmici di dimensioni galattiche. 287 Identificazione con il Cristo crocifisso nel contesto della MPB III Gesù circondato dall’odio della folla ostile. I brutali aspetti biologici della crocifissione. L’ira, che sarebbe una appropriata reazione umana alle torture che furono inflitte a Gesù. 288 Tre manifestazioni dello stesso tema espresso nei livelli psicodinamico, perinatale e transpersonale ‘Pega’, un compagno immaginario importante nell’infanzia del soggetto. Soldati in costumi antichi sono schiacciati tra due enormi cilindri. In questo simbolo, fondamentalmente perinatale, i soldati rappresentano gli elementi di una sottostante esperienza transpersonale che è indicata nell’ultimo disegno. 289 Una spedizione militare di un antico (africano?) esercito. L’immagine di ‘Pega’ ora ricompare come motivo nello stendardo. Le energie esplosive e le emozioni soverchianti coinvolte nelle fasi finali del rivelarsi perinatale (MPB III). 290 La connessione tra questo processo e l’apertura del chakra del cuore. L’esperienza, durante una seduta transpersonale, di elementi dell’inconscio collettivo. Il paziente diventava un membro di una antica cultura di cui non sapeva identificare il nome, il periodo storico e la collocazione geografica. Tuttavia, fu capace di disegnarla e dipingerla nel suo stile artistico 291 Tre quadri raffiguranti coscienza embrionale a livello dei tessuti e delle cellule. Una iniziale esperienza intrauterina con la consapevolezza della circolazione placentare ed un senso di articolata comunicazione con l’organismo materno. Consapevolezza del rapido sviluppo dei tessuti dentro lo stesso embrione; l’energia chimica dei processi metabolici è vista come una esplosione di luce dorata. 292 L’esperienza conscia delle cellule individuali costituenti i tessuti embrionali. Questa è associata con l’intuizione che la coscienza non è limitata al cervello umano, ma pervade tutte le manifestazioni di vita. 293 Entità archetipiche demoniche visualizzate durante le sedute transpersonali. Un dragone stilizzato di dimensioni cosmiche, che rappresenta il principio del male metafisico. Immagine di una creatura alata demoniaca che protegge la fonte di luce divina ed impedisce al soggetto di raggiungerla ed unirsi ad essa. 294 Una serie di quadri tratti da sedute transpersonali che rappresentano intuizioni sulla natura della realtà e la relazione tra l’ego, il Sé e l’universo. ‘Attraverso la sofferenza al Sole Nero’, la manifestazione del nucleo più essenziale dell’esistenza umana, il Sé divino. È simbolizzato dal Sole Nero che, diversamente dal sol niger dell’alchimia, è associato con la beatitudine trascendentale. Le bande rosse rappresentano la sofferenza che deve essere sopportata in modo da realizzare la propria reale natura. 295 Il Sole Nero è qui indicato come la fonte ultima dell’energia creativa nel cosmo. In combinazione con il quadro precedente questo stimola l’idea dell’ “Oltre dentro (Beyond Within) “, l’identità essenziale tra il Sé individuale ed il Sé universale. L’intuizione mostra una somiglianza con la concezione Indù che collega Jiva con l’Atma-Brahma ed è particolarmente sorprendente in quanto il soggetto non aveva familiarità con la filosofia Indiana. 296 Il processo della creazione e la sua relazione con l’individuo così come con il Sé universale. Il flusso della cosmica creativa ‘energia-consapevolezza’ emana dalla sua fonte, il Sole Nero, e genera l’infinita ricchezza delle forme. In questo caso gli elementi creati sono legati al regno vegetale; alberi in fiore, prati fioriti e gruppi di piante acquatiche. 297 Il processo di creazione cosmica espressa dall’attività vulcanica. La paziente, che nel processo perinatale aveva sperimentato la potenza distruttiva dei vulcani, stava ora apprezzando il potenziale creativo nel dar forma alle montagne del magma incandescente. Lo associò allo stato primordiale ed intermedio tra la coscienza e la materia, dal quale tutte le forme emergono e nel quale infine fanno ritorno. 298 Motivi legati alla tradizione Indiana del Nord America; tratti da sedute transpersonali. 299 Motivi egiziani da una seduta progredita con LSD di un soggetto che aveva esperienze spontanee di Kundalini nella sua vita quotidiana. Intuizione delle somiglianze tra la concezione Indiana del potere del serpente ed il simbolismo Egiziano comprendente i serpenti. Un’enfasi speciale era posta sul parallelo tra il sistema dei chakra ed il djed o colonna vertebrale di Osiris e la relazione tra l’apertura del terzo occhio ed il simbolo del uraeus. Il blocco dell’energia di Kundalini nell’occhio sinistro è collegato al simbolismo dell’occhio di Horus (occhio udjat) . L’occhio del soggetto, mentre guarda il sorgere del sole, è trasformato in una combinazione tra l’occhio udjat e il disco solare alato della mitologia Egiziana. 300 6 - DECORSO della PSICOTERAPIA con LSD Cambiamenti nel contenuto delle sedute psichedeliche Cambiamenti emotivi e psicosomatici negli intervalli post-seduta Cambiamenti di lungo termine nella struttura della personalità, visione del mondo e nella gerarchia dei valori di base La discussione sullo svolgimento della psicoterapia con LSD presentata in questo capitolo è basata sulle osservazioni fatte durante uno studio condotto all’Istituto di Ricerca Psichiatrica di Praga tra gli anni 1960 e 1967. Si trattava di un progetto clinico di esplorazione del potenziale dell’LSD per la diagnosi della personalità e come aiuto per la psicoterapia. L’orientamento nelle primissime fasi di questo studio era psicolitico; tuttavia, nel corso del lavoro, molti dei principî dell’approccio psichedelico furono scoperti ed assimilati nella procedura di trattamento. I più importanti di essi furono l’aumento dei dosaggi, l’interiorizzazione del processo, l’ascolto della musica e la comprensione del potenziale curativo delle esperienze perinatali e transpersonali. Il risultato finale fu il metodo terapeutico di utilizzo dell’LSD descritto in questo libro. Molti dei soggetti erano pazienti psichiatrici, sebbene psichiatri, psicologi, infermieri psichiatrici, scienziati di varie discipline ed artisti, furono occasionalmente coinvolti in serie di sedute con LSD fuori dal contesto terapeutico, per training ma anche per autoesplorazione. Nel selezionare i pazienti seguimmo tre criteri. Volevamo che i principali quadri nosografici fossero rappresentati nel nostro studio, per valutare indicazioni e controindicazioni per questo tipo di terapia e per esplorare se 301 l’azione dell’LSD avesse specifiche caratteristiche collegate alla diagnosi clinica ed alla struttura della personalità. C’era una inclinazione a scegliere pazienti che avevano gravi disordini cronici e che non avevano risposto alle terapie convenzionali. Questo rilievo sembrò fornirci una giustificazione etica per sottoporre i pazienti al trattamento sperimentale con una nuova, potente e poco conosciuta sostanza psicoattiva. Dato che un feedback di alta qualità sui processi psichedelici e sui risultati terapeutici era essenziale per la ricerca, tendevamo a scegliere persone con un livello intellettuale al di sopra della media, un buon retroterra culturale ed un’attitudine all’introspezione. Tenemmo dettagliate registrazioni di ciascuna esperienza con la sostanza, così come degli intervalli tra le sedute. Queste registrazioni provenivano principalmente da due fonti – i pazienti stessi, e dai terapeuti che conducevano le sedute. Informazioni addizionali erano fornite dagli infermieri e dai co-pazienti che trascorrevano un po’ di tempo con i soggetti della ricerca durante le ultime ore dell’esperienza psichedelica. Con l’aiuto di due colleghi che si aggregarono successivamente, raccolsi registrazioni delle sedute in serie di cinquantaquattro pazienti. I dosaggi variavano tra i 150 ed i 450 microgrammi e il numero complessivo di sedute con LSD per paziente era compreso tra quindici e centotre. Lo studio così coinvolse pazienti intelligenti, con una gamma di gravi disordini emotivi e psicosomatici di natura cronica e fissa. Tra le condizioni che trattammo con sedute seriali di LSD vi erano depressioni inibite ed agitate, tutte le maggiori forme di psiconevrosi, malattie psicosomatiche come l’asma, la psoriasi ed emicranie, varie disfunzioni e deviazioni sessuali, dipendenza da alcool e sostanze narcotiche, disordini del carattere, stati psicotici borderline e molti pazienti con manifesti sintomi schizofrenici. Più tardi, quando stavo conducendo il progetto di ricerca psichedelica al Centro di Ricerca Psichiatrica del Maryland a Baltimora, ebbi anche l’opportunità di condurre sedute in serie con LSD con malati di cancro. La varietà dei soggetti e delle circostanze, rese possibile pervenire a conclusioni generali sullo svolgimento naturale della psicoterapia con LSD, così come sulle strategie terapeutiche che 302 possono avere un’influenza favorevole. Registrare dettagliatamente le esperienze psichedeliche e gli intervalli tra le sedute, è una parte importante della psicoterapia con LSD. È essenziale per gli scopi della ricerca, se si intende trarre delle conclusioni generali ed usare le osservazioni come base per la riflessione teoretica. Buone e dettagliate registrazioni sono anche utili nella pratica clinica quotidiana. Un terapeuta che tratta un gran numero di pazienti in sedute seriali con LSD, di solito dimentica molti dettagli, ed anche i pazienti non ricordano tutte le sequenze dalle loro precedenti esperienze psichedeliche. Materiale emerso nelle prime sedute inaspettatamente acquista nuovo significato alla luce di successivi episodi; registrazioni affidabili possono essere di aiuto in queste circostanze. Ciò è anche più evidente se il paziente ha documentato il corso della sua terapia con disegni e quadri. Durante la mia ricerca, un attento studio retrospettivo delle registrazioni, rivelò collegamenti che mi erano sfuggiti nel trattamento che si estendeva per mesi o anni. Riguardando e ricostruendo il manifestarsi del processo psichedelico di ciascun singolo individuo come si rifletteva nelle annotazioni, potevo riconoscere certi temi ripetitivi, certi nuclei d’esperienza ricorrenti, importanti tendenze sottostanti, fasi tipiche e caratteristici punti di svolta. Ciò mi portò ad importanti intuizioni sulla natura e lo svolgimento dell’azione dell’LSD in individui specifici e permise la comparazione con scoperte significative dai dati di altri pazienti. In seguito ciò fornì una iniziale cartografia dello spazio interiore, reso accessibile dall’LSD e così estese il modello dell’inconscio umano. Gettò nuova luce anche sulle caratteristiche dei processi di trasformazione psichica. Nel testo che seguirà, discuteremo in dettaglio i processi di manifestazione, durante lo svolgimento della terapia con LSD, concentrando l’attenzione su tre importanti aspetti: a) cambiamenti nel contenuto delle sedute psichedeliche; b) cambiamenti emotivi e psicosomatici negli intervalli postseduta; c) cambiamenti di lungo termine nella struttura della personalità, nella visione del mondo e nella gerarchia dei valori di base. 303 CA M B IA M ENTI NEL CONTENUTO DELLE SEDUTE PSI CHEDELICHE Nella prima parte di questo libro, abbiamo considerato i fenomeni astratti, psicodinamici, perinatali e transpersonali come le quattro categorie principali delle esperienze che si verificano nelle sedute con LSD. La sistemazione delle matrici generative di queste modalità d’esperienza e la loro interconnessione sono intricate e complesse. Non possono essere ridotte a nessun modello lineare, e sono meglio comprese in termini olonomici 1 . Non è preciso parlare di un inconscio stratificato e definire alcune delle sue manifestazioni più superficiali di altre. Tuttavia nel lavoro clinico quotidiano con l’LSD, alcuni di questi fenomeni sembrano essere generalmente più accessibili di altri, e nelle sedute psichedeliche in serie tendono ad emergere in un certa sequenza caratteristica. Nelle prime sedute con LSD, specialmente se il dosaggio è tenuto tra i 100-150 microgrammi, vi è di solito una preponderanza delle esperienze astratte di vario tipo. Con gli occhi chiusi, molti soggetti sotto LSD hanno visioni incredibilmente ricche di colore, di disegni geometrici, forme architettoniche, configurazioni caleidoscopiche, fontane magiche o di bizzarri fuochi d’artificio. Talvolta, questo può prendere forme più complesse: l’interno di enormi templi, navate di cattedrali gotiche, cupole di moschee monumentali o decorazioni dei palazzi moreschi. Quando gli occhi sono aperti, l’ambiente appare in un movimento fluido o ritmicamente ondulato. I colori sono insolitamente brillanti ed esplosivi, contrastano molto di più del solito, ed il mondo può essere percepito nel modo nel quale è stato caratterizzato da vari movimenti dell’arte moderna, come impressionismo, cubismo, surrealismo o iperrealismo. Qualche volta oggetti inanimati sono descritti come se prendessero vita; altre volte il mondo intero può apparire geometrico e decorato. Probabilmente i fenomeni percettivi più interessanti in questo gruppo, sono le illusioni ottiche. I vari elementi ordinari dell’ambiente posso304 no essere trasformati in animali fantastici, volti grotteschi o in scenari esotici. Sebbene i cambiamenti della percezione sono più sorprendenti nella sfera ottica, possono riguardare anche l’udito, il tatto, l’odorato o il gusto. Occorrenze caratteristiche in questa fase sono le sinestesie, nelle quali gli stimoli esterni producono risposte negli organi sensoriali non appropriate, non corrispondenti: così i soggetti sotto LSD possono riferire certi fenomeni straordinari come vedere la musica, udire il dolore, o assaporare i colori. Le suddette esperienze, sebbene affascinanti dal punto di vista estetico ed artistico, sembrano avere una piccolissima rilevanza dal punto di vista terapeutico, per l’esplorazione del sé e per la crescita personale. Gli aspetti più importanti di queste esperienze possono essere spiegate in termini fisiologici come risultato della stimolazione chimica degli organi di senso e riflettenti la loro struttura anatomica e caratteristiche funzionali. Molti di essi possono essere prodotti mediante anossia, iperventilazione, inalazione di biossido di carbonio, o attraverso diversi mezzi fisici, come pressione meccanica sul globo oculare, stimolazione elettrica del sistema visivo ed esposizione alla luce stroboscopia o a suoni di varie frequenze. I soggetti sotto LSD occasionalmente riferiscono fenomeni nella vita quotidiana che si avvicinano a queste esperienze. Così lo schermo della televisione non sintonizzato, può produrre un duplicato analogo alla distorsione visiva o alla geometrizzazione di una immagine. Ugualmente, i cambiamenti acustici illusori prodotti dall’LSD possono essere simulati da una radio che sta producendo i rumori delle bande intermedie tra due stazioni. Visioni di schemi geometrici sono così comuni nelle sedute a basso dosaggio di LSD che furono inizialmente considerate una reazione tipica e regolare alla sostanza. Comunque, tendono a scomparire dalle sedute quando la dose aumenta o la som- ministrazione dell’LSD viene ripetuta. Questa è una osservazione che non è facile da spiegare. È probabile che rappresentino la ripetizione dei fenomeni sensoriali indotti dalla mancanza di ossigeno durante il parto, e così costituiscono il livello più superficiale del ricordo della nascita. La loro affinità alla ter305 za matrice perinatale sembra andare in questa direzione. Per prevenire malintesi, è importante sottolineare che non tutte le esperienze astratte e geometriche nelle sedute con LSD appartengono a questa categoria. I soggetti sotto LSD possono avere varie visioni di natura geometrica nelle sedute transpersonali progredite. Questi due tipi di visioni geometriche sono differenti e possono essere facilmente distinte l’una dall’altra. Le immagini geometriche superiori sono legate a specifiche forme del micro e macrocosmo o rappresentano elementi di geometrie spirituali. Visioni tipiche di questa categoria rappresentano strutture atomiche e molecolari, elementi cellulari e di tessuti, conchiglie (strutture a spirale), alveari (strutture a nido d’ape), fiori ed alberi in fioritura, o diversi simboli universali e complessi mandala. Il ricco contenuto filosofico e spirituale di questi fenomeni chiaramente li distingue dalle esperienze astratte ed estetiche descritte prima. Qualche volta, i cambiamenti sensoriali possono assumere una qualità emotiva ed anche un contenuto specifico. Possono diventare violenti, pericolosi ed aggressivi, di un colore rosso scuro che suggerisce incidenti, operazioni, assassini, o incesto. I loro colori potrebbero essere fecali con sensazioni di repulsione, disgusto o vergogna. Altre forme e colori delle visioni astratte, possono essere percepite come lascive e oscene o molto sensuali, sessualmente stimolanti e seducenti. Ugualmente, calde, morbide e lenitive, possono evocative il mondo dell’infanzia. Tali qualità riflettono sempre un sottostante materiale biografico emotivamente rilevante. Lo stesso vale per i cambiamenti percettivi in altre aree, sia che essi avvengano spontaneamente o come specifica trasformazione illusoria di qualche concreto input sensoriale. Le esperienze di questo tipo rappresentano una transizione dal livello astratto a quello psicodinamico. Nello studio della terapia psicolitica a Praga, molti pazienti ebbero, nelle fasi iniziali delle loro sedute di trattamento con LSD, elementi astratti e psicodinamici in varie combinazioni e dimensioni. Con il crescere del numero delle sedute, i fenomeni astratti progressivamente scomparvero ed il processo si concentrò sulla complessa esplorazione del sé a livello biografico. Alcuni 306 aspetti delle sedute psicodinamiche rappresentavano il rivivere eventi emotivamente importanti della vita dell’individuo, dalla primissima infanzia, da altri periodi o anche dal recente passato. La maggior parte delle esperienze a questo livello potevano essere identificate, immediatamente o in periodi successivi, come derivati di tale materiale biografico. La decifrazione di queste complesse formazioni spesso si verificava spontaneamente nel corso della terapia con LSD quando si poteva risalire alle loro fonti originarie. Comunque, dato che questi fenomeni psicodinamici hanno una struttura simile ai sogni, possono essere anche soggette ad ulteriore analisi con le varie tecniche usate nell’interpretazione dei sogni. La comprensione del contenuto e delle dinamiche delle sedute con LSD a questo livello, è facilitata se pensiamo in termini di specifiche costellazioni di ricordi, o sistemi COEX , che sono stati descritti precedentemente. Questi aiutano a spiegare l’altrimenti enigmatica osservazione che nelle sedute con LSD successive, il contenuto tende a subire un cambiamento costante, sebbene la struttura complessiva dell’esperienza, la qualità delle emozioni e i sintomi psicosomatici associati, possono rimanere relativamente stabili per lunghi periodi di tempo. Ciò riflette il fatto che ogni sistema COEX ha un tema generale che lo caratterizza, ma ciascuno degli strati storici rappresenta una concreta e specifica versione di questo tema concatenato a molti dettagli biografici. Non appena l’intero sistema COEX è scoperto, i cambiamenti nel contenuto specifico delle sedute (e le corrispondenti trasformazioni illusorie del terapeuta e del setting) possono essere retrospettivamente comprese come espressione dei vari livelli storici. Con un po’ di esperienza clinica, è anche possibile usare la conoscenza dei sistemi COEX per prevedere la natura approssimativa delle esperienze nei loro strati più profondi prima che questi si siano concretamente manifestati nel processo con l’LSD. Come abbiamo discusso prima, la concezione delle costellazioni COEX, e dei sistemi dinamici di controllo in generale, è particolarmente utile per la comprensione delle complicazioni dalla somministrazione di LSD, come le reazioni prolungate o le ricorrenze. 307 Nella nostra ricerca a Praga, il contenuto delle sedute psicodi- namiche tendeva a svilupparsi, a grandi linee, dal rivivere ricordi traumatici di natura psicologica ai ricordi di gravi malattie, operazioni ed incidenti. Questo potrebbe essere inteso in termini statistici, come la tendenza in un gran numero di pazienti; non significa che questo sviluppo sia assolutamente lineare o che è vincolante per ogni singolo individuo o per ogni circostanza di trattamento. Ad una certa fase del loro trattamento con LSD, molti pazienti si spostavano dai conflitti, problemi e ricordi di eventi emotivamente rilevanti, al rivivere situazioni che avevano messo in pericolo la loro sopravvivenza o integrità fisica. Eventi di minaccia biologica e di gravi traumi psicologici nella primissima infanzia, sembrano rappresentare un collegamento tematico tra il livello biografico ed il livello perinatale dell’inconscio. Dato che c’è solitamente una considerevole sovrapposizione d’esperienze tra questi due livelli, la transizione potrebbe essere graduale e quasi impercettibile. Così, molti pazienti sotto LSD che stavano rivivendo episodi di quasi annegamento, difterite, pertosse, polmonite, o tonsillectomia, improvvisamente riconobbero che alcuni dei dolori, paure e soffocamento, che sembravano legati a questi eventi biografici erano concretamente parte del trauma della nascita. Ugualmente, altri pazienti che stavano penetrando nella collera violenta, apparentemente legata ai primi disturbi orali, riconobbero che parte dell’enorme aggressività che avevano attribuito alla loro insoddisfazione infantile legata alle condizioni di allattamento, era, ad un livello più profondo, associata con la lotta per la nascita. Nel contesto perinatale, la tensione e chiusura delle fauci che caratterizza l’aggressione orale, apparve essere una situazione naturale nella fase finale della nascita, dove la testa è schiacciata contro le pareti del canale di nascita. Un terapeuta esperto può così riconoscere gli elementi perinatali dietro certe reazioni emotive e manifestazioni psicosomatiche che il paziente associa a vari ricordi dell’infanzia. Quando le sedute psichedeliche hanno una continuità, prima o poi, ciascun singolo soggetto sotto LSD trascende la fase biografica e si sposta nell’area perinatale. Il numero di sedute necessarie per questo processo 308 varia considerevolmente da un individuo all’altro. In generale, nel contesto dello studio psicolitico condotto a Praga, i soggetti senza seri problemi emotivi passavano un tempo molto breve nell’affrontare il materiale biografico e si spostavano relativamente presto alle questioni connesse al morire ed al nascere, alla riflessione filosofica sul significato della vita umana, e alla scoperta delle dimensioni spirituali dell’esistenza. Viceversa, i pazienti psichiatrici con gravi problemi nevrotici e psicosomatici, talvolta avevano bisogno dalle venti alle trenta sedute prima di entrare pienamente nei reami del processo di morte-rinascita. Retrospettivamente, molti di essi compresero che la loro fissazione al livello psicodinamico era stata di natura difensiva; stavano cercando di evitare il più spaventevole materiale perinatale. Questo atteggiamento era certamente supportato ed incoraggiato dall’ enfasi esclusiva sui dati biografici implicita all’iniziale orientamento freudiano dei terapeuti. Il tempo necessario per il lavoro psicodinamico può essere considerevolmente abbreviato se i terapeuti hanno familiarità con le dimensioni perinatali e transpersonali dell’esperienza psichedelica e si trovano a loro agio con esse. Non appena i pazienti sono coinvolti nel processo di morte-rinascita, l’attenzione delle sedute con LSD si sposta sulle manifestazioni perinatali, con tutte le loro ramificazioni e sfumature. In generale, questo processo consiste in esperienze comprendenti il simbolismo delle matrici perinatali individuali. Non siamo stati capaci di individuare nessuno schema universale o regolarità ed ordine nel quale queste matrici sono affrontate. Alcuni soggetti hanno accesso diretto agli elementi della MPB I ed ai fenomeni transpersonali prima di confrontarsi con gli elementi delle matrici perinatali negative. L’accesso alla MPB IV e I aumenta in seguito al lavoro che i soggetti svolgono sugli aspetti difficili della MPB II e III. In generale, gli schemi delle successioni perinatali sono molto individuali: i fattori che li determinano sono complessi ed al momento poco compresi. Le circostanze del processo biologico di nascita e le caratteristiche specifiche della storia individuale che hanno rinforzato ed accentuato certe sfaccettature del trauma della nascita, sembrano essere di 309 considerevole importanza in questo senso. In aggiunta, una varietà di fattori esterni sembra essere ugualmente decisiva. Ciò comprende la personalità del terapeuta, il suo orientamento e il suo approccio terapeutico, e gli elementi del set e del setting nel senso più ampio. Varie osservazioni, inoltre, suggeriscono un’incidenza delle influenze delle stagione e degli eventi nel calendario, come compleanni, anniversari importanti, il Natale, o Pasqua. A volte elementi interessanti vengono attinti dalla carta astrologica del soggetto e dal transito dei pianeti 2, e l’area forse più feconda per la futura ricerca potrebbe essere quella delle determinanti cosmobiologiche delle sedute psichedeliche in generale e del processo perinatale in particolare. Mentre l’attenzione è sul livello perinatale, molti importanti episodi legati alle matrici individuali possono essere sperimentati in una singola seduta. Tuttavia, in ognuna di queste sequenze l’enfasi è su un aspetto differente, su una sfaccettatura, o livello del principale schema d’esperienza. In alcune sequenze comprendenti le matrici negative, l’attenzione è sulla qualità delle emozioni, come depressione, ansia, senso di colpa, rabbia, aggressività, o repulsione. In altre l’accento può essere su manifestazioni psicosomatiche – una sensazione di soffocamento, pressione sulla testa o sul corpo, diversi dolori fisici, scarica di tensione in tremori, nausea e vomito, o difficoltà cardiache. In aggiunta, ciascuna fase del processo perinatale può essere sperimentata su livelli differenti, da allusioni simboliche, a sequenze di natura primordiale ed elementare che hanno dimensioni sconvolgenti. La ricchezza è aumentata dal fatto che il processo comprende una varietà infinita di materiale, proveniente dalla biologia, zoologia, antropologia, storia, mitologia e religione. Questi elementi contribuiscono anche al contenuto delle matrici perinatali positive, le cui manifestazioni emotive e fisiologiche sono molto più uniformi e semplici di quelle negative. Per queste ragioni, le sedute psichedeliche che si concentrano sul processo di morte-rinascita non solo hanno un grande potenziale terapeutico, ma sono anche una fonte di incalcolabili intuizioni scientifiche, sociopolitiche, filosofiche e spirituali. 310 Una complessa esperienza combinante sensazioni di costrizione con dolorose sensazioni genitali ed ombelicali. Rappresenta l’origine del complesso di castrazione e le sue radici nel trauma della nascita. 311 Gli orrori del trauma della nascita. Mostri simili ad uccelli assediano l’indifeso e fragile feto appeso in cima alla volta uterina al suo cordone ombelicale. I loro artigli e becchi giganteschi simbolizzano le distruttive forze biologiche del parto. Sebbene i soggetti sotto LSD possano avere ripetute esperienze 312 di morte e rinascita in una singola esperienza psichedelica, di solito ci vogliono molte sedute prima che questo processo sia completato. Ciò è in accordo con le osservazioni antropologiche nelle varie culture non Occidentali dove potenti sequenze di morte e rinascita sono indotte con sostanze o con altri metodi nel contesto dei cosiddetti riti di passaggio. Ci sono indicazioni che nella seconda parte della vita, gli episodi di stati non ordinari di coscienza durante tali rituali diventano meno drammatici e perdono gli elementi perinatali. La descrizione di Kilton Stewart (96) della cultura dei Senoi può essere citata a conferma. Man mano che il processo perinatale va manifestandosi, l’intensità delle esperienze negative tende a diminuire e le sensazioni di rilassamento e liberazione diventano più profonde e complete. Alcuni aspetti del processo perinatale possono essere usati come indicatori della sua progressione. Se il soggetto trascorre lunghi periodi durante molte sedute nel ruolo di vittima sofferente – indifesa, disperata e con sensazioni “ senza via d’uscita” – di solito significa che si trova nella fase iniziale del processo. L’accesso a vissuti aggressivi ed il ruolo attivo nelle sequenze sperimentate, sono caratteristiche delle fasi più progredite del processo di morte-rinascita. È stato menzionato prima che, nel contesto della terza matrice perinatale, la sofferenza fisica e quella emotiva, sono intimamente intrecciate con un intenso eccitamento sessuale. Come risultato di questa connessione durante la terapia con LSD a bassi dosaggi, parte della sofferenza della nascita può essere scaricata ed elaborata nella forma di sequenze orgiastiche di dolorosa intensità. Se sono usati alti dosaggi, l’aumento di contenuto sessuale nelle sedute è un importante indicatore che il processo perinatale si sta muovendo verso la fase finale. Lo stesso vale per gli incontri intimi con materiale biologico come sangue, muco, feci, urina, o diverse altre maleodoranti sostanze. Altro segno che il processo di morte-rinascita sta pervenendo alla conclusione, è la predominanza nell’esperienza dell’elemento fuoco, nella forma di immagini concrete di vulcani, reazioni termonucleari, esplosioni e conflagrazioni e specialmente nella più astratta e trascendentale forma del fuoco purificatore e di ringiovanimento (pirocatarsi). 313 Per una buona pratica della psicoterapia con LSD, bisogna avere familiarità con la transizione dalla morte alla rinascita. Alcuni degli stati che il soggetto deve fronteggiare in questo contesto, sono così insopportabili che potrebbe non essere in grado di farlo senza una preliminare preparazione, ed il costante incoraggiamento ed aiuto del terapeuta. Se questo non è disponibile, la disperata fuga dagli aspetti spaventosi, può diventare un impedimento di lungo termine o anche un blocco permanente al completamento del processo perinatale. L’aspettativa di una catastrofica esplosione globale, un eccessivo livello di soffocamento, il sentire una irrimediabile perdita di coscienza, un senso di disintegrazione del corpo ed il collasso di tutti i punti di riferimento, sono i più frequenti ostacoli che il soggetto deve affrontare nel processo di morte-rinascita. Le esperienze perinatali hanno un’interessante posizione intermedia tra l’inconscio individuale biograficamente determinato ed i reami transpersonali dell’inconscio collettivo. Il grado di coinvolgimento del materiale psicodinamico o transpersonale nelle sedute perinatali, è un altro indice di progresso. Nelle fasi iniziali c’è una considerevole accentuazione biografica; mentre i soggetti sotto LSD stanno lavorando su ricordi traumatici dell’infanzia, l’esperienza occasionalmente si approfondisce in un processo perinatale. Più tardi, l’attenzione viene spostata quasi interamente al contenuto delle matrici perinatali e gli elementi psicodinamici sono di solito ridotti all’occasionale rivivere di malattie, operazioni o incidenti. Contemporaneamente, vari regni transpersonali sono sempre più rappresentati nelle sedute, sia come illustrazioni e concomitanti delle sequenze perinatali che come episodi indipendenti. Frequentemente, i soggetti sotto LSD che stanno sperimentando aspetti del trauma della nascita, riferiscono di simultanee reviviscenze di ricordi di passate incarnazioni che comprendono elementi simili. Sensazioni di soffocamento nel canale di nascita possono così essere associate con ciò che sembra essere un ricordo di annegamento o impiccagione in un’altra vita. Acuti dolori perinatali possono dare la percezione di essere trafitti da una spada o da un animale selvaggio in una precedente incarnazione, e le sensazioni di mancanza di 314 via d’uscita della MPB II, possono essere affiancate da una scena di reclusione in una prigione sotterranea medioevale. In un modo analogo, le esperienze della morte dell’ego possono coincidere con esecuzioni, assassini o sacrifici rituali. Altre forme di fenomeni transpersonali possono fare la loro apparizione in connessione con le sequenze perinatali. Immagini archetipe di divinità e demoni possono accompagnare le esperienze di nascita, come visioni individuali o nel contesto di intere sequenze mitologiche. Versioni della Terribile o Grande Madre, di Satana, Moloch, Shiva il distruttore, Osiris, Dioniso e Gesù Cristo, sembrano avere una specifica associazione con le matrici perinatali individuali e con aspetti del processo di nascita. In alcuni casi, ricordi delle esistenze degli antenati umani dell’individuo, o esperienze di crisi filogenetiche, possono verificarsi con la stessa funzione descritta per i suddetti elementi karmici. Identificazione con persone di differenti razze, professioni, gruppi sociali e categorie, come soldati in guerra, ambiziosi leader militari, rivoluzionari, dittatori, prigionieri nei campi di concentramento, reclusi in un manicomio, avventurieri, esploratori, martiri, santi e saggi, è piuttosto caratteristica. Una simile identificazione può essere sperimentata con riferimento a gruppi interi di persone, ed essere accompagnata da diverse intuizioni sulle dinamiche di importanti movimenti religiosi, storici e sociopolitici. All’estremo, l’esperienza di morte-rinascita può sembrare che abbia trasceso tutti i limiti e che diventi un dramma che coinvolge l’intera umanità. Il numero di sedute psichedeliche necessarie per il completamento del processo perinatale, varia considerevolmente da persona a persona e dipende anche dai fattori esterni come il dosaggio, il terapeuta, il set ed il setting. Per questa ragione, una stima numerica valida in assoluto è impossibile. Nella mia esperienza, alcuni individui erano in grado di penetrare ed integrare il materiale perinatale in meno di dieci sedute, con LSD ad alto dosaggio, interiorizzate. Altri avevano bisogno di un maggior numero di esperienze psichedeliche nello stesso contesto, prima di essere in grado di muoversi verso il livello transpersonale. Ho incontrato anche persone che avevano preso l’LSD per conto 315 proprio, in una modalità non controllata e questo processo non aveva avuto inizio a dispetto delle centinaia di esposizioni alla sostanza. Se sono usati alti dosaggi di LSD puro e le sedute sono intraprese con la motivazione sentita di esplorare il Sé, la maggior parte degli individui presto o tardi, completerà il processo di morte dell’ego e di rinascita. Oltre questo punto, tutte le loro sedute diverranno di natura transpersonale e rappresenteranno una continua ricerca filosofica e spirituale. Che il processo sia stato inziato come terapia o per un’altra ragione, diventerà una avventura cosmica nella coscienza, volta a sciogliere, chiarire, gli enigmi della identità personale, dell’esistenza umana, e del progetto universale. Nel programma della terapia psicolitica a Praga, un tipico paziente psichiatrico con problemi nevrotici o psicosomatici si muoveva in successione dal lavoro sulle questioni psicodinamiche verso il processo di morte e rinascita, per approdare all’esplorazione filosofica e spirituale nella fase transpersonale. Se vogliamo collegare questo sviluppo alle attuali scuole di psicoterapia, possiamo riferirci alla prima fase come freudiana, perché gran parte dell’azione dell’LSD a livello psicodinamico può essere compreso nei termini psicoanalitici. Dato che un importante aspetto del processo perinatale è il rivivere il trauma della nascita, possiamo riferirci ad esso come fase rankiana. Una delle caratteristiche essenziali di questa fase è l’enorme rilascio di energie bloccate attraverso scariche di tipo orgasmico ed il dissolversi delle difese caratteriali; ed ha così anche una importante dimensione reichiana. Il solo psichiatra che ha sistematicamente esplorato e descritto molti dei fenomeni transpersonali è stato Carl Gustav Jung. Sebbene la sua cornice concettuale non copra l’intero raggio delle esperienze transpersonali, è appropriato chiamare la terza fase junghiana. Gran parte della cartografia delle esperienze nelle aree perinatali e transpersonali è stata inoltre descritta da molti sistemi religiosi e tradizioni 3. La progressione attraverso le suddette fasi ed i corrispondenti cambiamenti di contenuto, possono essere illustrati nelle sedute con LSD di Erwin, un paziente di ventidue anni con una ne316 vrosi ossessivo-compulsiva grave. Sebbene dal punto di vista del risultato terapeutico il suo sia stato uno dei pochi fallimenti, le sue sedute erano un esempio interessante di cambiamento del contenuto simbolico. Mostravano come il serpente, un classico simbolo fallico freudiano, assumesse differenti significati in base al livello del processo psichedelico. Durante la sua terapia con LSD, Erwin sperimentò in successione diversi fenomeni psico- dinamici, perinatali e transpersonali, ma tutti di natura negativa. Non fu mai in grado di sperimentare gli stati di unione estatica che, in base alle nostre osservazioni, hanno il più grande potenziale terapeutico. Erwin fu accettato nel programma di trattamento con LSD dopo quattro anni di infruttuosa terapia psichiatrica con vari metodi convenzionali. Il suo problema clinico principale era una forte compulsione a pensare un sistema di riferimento geometrico con due assi di coordinate, e cercare al suo interno l’appropriata collocazione per persone, situazioni e problemi della vita. Quando opponeva resistenza a questo impulso, era assalito da una paura insostenibile e da altre spiacevolissime emozioni. Questa coazione assorbiva così tanta parte del suo tempo ed energia, da interferire con le sue attività quotidiane e di frequente lo paralizzava completamente. Qualche volta trascorreva ore nel tentativo di trovare le coordinate appropriate per un certo aspetto della sua vita, ma non era mai in grado di raggiungere l’obiettivo in modo soddisfacente. Poco prima della sua accettazione, sviluppò la sensazione allarmante che il centro del suo sistema immaginario stesse scivolando a sinistra. Ciò era accompagnato da un senso di urgenza, tensione, depressione e generale insicurezza. In quel momento aveva anche sviluppato diversi sintomi psicosomatici e tendeva ad interpretarli in modo ipocondriaco. Fu indirizzato alla terapia con LSD dopo diversi ricoveri psichiatrici e fallimentari trattamenti con tranquillanti, antidepressivi e psicoterapia tradizionale. All’inizio Erwin mostrò una estrema opposizione verso l’LSD; ad un certo punto, fu in grado di resistere con pieno successo all’impatto di 1500 microgrammi di LSD della Sandoz somministrati intramuscolo4. Una lunga serie di sedute ad alto dosag317 gio fu totalmente priva di eventi; il contenuto di gran parte di esse consisteva in una massiccia somatizzazione e lotta per il controllo. Dopo questo, gradualmente iniziò a dare accesso a qualche materiale biografico recente, come alcuni ricordi del suo servizio militare. Infine, nella sua trentottesima seduta con LSD, improvvisamente regredì all’infanzia in un modo molto convincente e realistico. Si sentiva piccolo ed indifeso ed aveva diverse strane sensazioni intorno all’area genitale. Gli sembrava che il suo pene si fosse rimpicciolito e che fosse minuscolo come quello di un bambino. Questa percezione era associata con ansiose preoccupazioni di perdere il controllo delle viscere, e sensazioni imbarazzanti di aver i pantaloni bagnati e macchiati. Il suo solito impulso ossessivo fu intensificato ad un livello abnorme e sembrò essere connesso alle visioni di corpi di rettili che si muovevano e schemi di pelle di serpente. Gli spostamenti dei vari elementi dentro il suo immaginario sistema geometrico sembravano essere sincronizzati e a volte identici con i movimenti dei serpenti. In queste sedute, stava penetrando nei problemi legati alla preparazione all’uso del gabinetto e nella ribellione all’autorità dei genitori. Le funzioni escretorie avevano un significato ambivalente per lui, essendo contemporaneamente o alternativamente piacevoli e repellenti. In questo contesto, rivisse in un modo complesso ed in una piena regressione d’età un evento che era occorso quando aveva due anni e mezzo. Sua madre l’aveva portato al circo, e lui stava guardano lo spettacolo mentre sedeva sul suo grembo nei posti davanti. Dopo una performance di una danzatrice del ventre con un grande boa constrictor, il suo partner portò il serpente intorno all’arena, mostrandolo al pubblico. Quando si avvicinò ad Erwin e sua madre, il serpente fece un movimento imprevedibile. In un improvviso attacco di panico, Erwin si bagnò e macchiò i pantaloni mentre era seduto sul grembo della madre. Lei fu incredibilmente imbarazzata dall’incidente e lasciarono subito il circo. L’autenticità di questo ricordo fu in seguito confermata dalla madre di Erwin. Ci volle un lungo periodo di lavoro sulle complicate emozioni associate a questo evento. Spaziavano dal disgusto, imbarazzo, vergogna e sentimenti di inferiorità ad 318 intenso piacere libidico e un senso di trionfo legato al superamento delle esagerate regole dei genitori riguardo la pulizia. A questo livello, l’immagine del serpente ed i sintomi nevrotici avevano una evidente connotazione anale: le forme serpentine rappresentavano le feci e la preoccupazione ossessiva riguardo lo spostamento del sistema di coordinate rifletteva i movimenti delle viscere. Più avanti, elementi interamente nuovi comparvero nelle sedute con LSD di Erwin. Le visioni delle scaglie di pelle di serpente e dei movimenti serpentini divennero ora associati ad un forte eccitamento erotico e a tensione sessuale. Occasionalmente, Erwin ora vedeva scene che coinvolgevano corpi nudi maschili e femminili in un rapporto sessuale. Queste sequenze infine si aprirono in un complesso rivivere di una classica scena primaria di freudiana memoria – l’osservazione di attività sessuali dei genitori alle quali aveva dato una interpretazione sadica. Sentiva che questo evento aveva avuto luogo approssimativamente lo stesso periodo della scena del circo. I due ricordi sembravano avere una profonda somiglianza; ambedue comprendevano una figura maschile ed una femminile con egli stesso come osservatore. Il boa constrictor della scena del circo ed il pene della scena primaria, apparivano essere simbolicamente equivalenti. A questo livello, il serpente era chiaramente un simbolo fallico in pieno accordo con la tradizione freudiana. Quando Erwin raggiunse il livello perinatale, molti dei fenomeni precedentemente descritti furono significativamente collegati alla sofferenza, agonia della nascita. In questo contesto, il serpente divenne il simbolo del distruttivo elemento femminile, che schiaccia ed opprime il bambino durante il parto. Erwin ricordò libri e film che mostravano serpenti che strangolavano la preda e la inghiottivano. La similarità tra questi atti e la nascita sembrò rappresentare il ponte di collegamento tra la connotazione fallica del simbolo del serpente e la sua relazione con il processo di morte e rinascita. I sintomi ossessivi continuarono ad essere strettamente legati ai movimenti del corpo del serpente, ma ora riflettevano le forze in conflitto durante la spinta attraverso il canale di nascita. Le sensazioni di sporco si estendevano dall’area genitale ed anale all’intero corpo e potevano essere identificate 319 come la condizione del nascituro durante ed immediatamente dopo il parto. I problemi di perdere il controllo delle viscere e della vescica erano ora legati alla minzione e defecazione riflessa, che si verifica come reazione alla sofferenza, agonia, della nascita. Le visioni serpentine persistettero anche in alcune successive sedute che avevano elementi di natura transpersonale. Qui il serpente era percepito in una varietà di contesti archetipici e mitologici. Erwin descrisse numerose visioni di sacerdotesse di alto rango, che accudivano e veneravano i sacri pitoni, serpenti che incarnavano le forze primordiali della natura, giganteschi Ouroboros che si mordevano la coda, serpenti piumati, ed altre misteriose divinità serpenti. Le esperienze con LSD descritte nei vari livelli, sembravano in accordo con i sintomi di Erwin. Sfortunatamente, nessuna di queste connessioni si dimostrò essere terapeuticamente utile. Sebbene Erwin di frequente sentisse che si stava avvicinando alla soluzione dei suoi problemi, la lunga serie di sedute psichedeliche non riuscì a portare i risultati sperati. CAMBIAMENTI EMOTIVI E PSICOSOMATICI NEGLI INTERVALLI POST-SEDUTA I cambiamenti che si verificano nel contenuto delle sedute con LSD durante il corso della terapia psichedelica, hanno un corrispettivo nei cambiamenti che si verificano nel soggetto al di fuori del trattamento. Le dinamiche specifiche degli intervalli post-seduta e l’approccio terapeutico alle complicazioni sono state discusse in un precedente capitolo. Qui descriveremo alcuni modelli generali di cambiamento associati con sedute in serie di LSD. Concentreremo la nostra attenzione sulla ricerca psicolitica svolta a Praga; prima però, introdurremo il principio della interiorizzazione delle sedute e parleremo degli sforzi attivi verso una risoluzione positiva e della necessità di strutturare il 320 periodo terminale. L’uso di questi due accorgimenti diminuisce l’incidenza di effetti collaterali negativi e così riduce le oscillazioni della condizione clinica. La discussione dell’azione dell’LSD in condizioni meno strutturate, è importante per due ragioni: permette una miglior comprensione delle dinamiche coinvolte, e fornisce un fondamento logico ai futuri terapeuti per l’intervento attivo nel periodo di rientro. Sebbene le sedute con LSD fossero supervisionate, la mancanza di intervento terapeutico nel periodo di rientro rendeva il procedimento più simile ad una auto-sperimentazione non medica. Le osservazioni fatte in questo contesto sono quindi anche di grande valore per quei professionisti che praticano interventi nelle crisi e trattano le complicazioni delle auto-sperimentazioni con LSD non controllate. Anche quando non è offerto alcun aiuto terapeutico attivo durante il periodo terminale, gli effetti collaterali nelle sedute con LSD sono minimi negli individui che mostrano un ragionevole equilibrio emotivo. Come è stato già menzionato, non ho mai visto in questa categoria effetti collaterali che avessero la forma e l’intensità della psicopatologia clinica. Occasionalmente, osservammo sensazioni di tristezza, irritabilità, fatica, di interrogazione esistenziale, emicranie, o “postumi da sbornia” nel giorno successivo alla seduta; tali manifestazioni, comunque rimanevano sempre dentro un raggio accettabile. Anche nel momento in cui questi individui stavano affrontando un impervio materiale perinatale, le sequenze negative delle loro sedute con LSD, non interferivano con il loro funzionamento quotidiano. Infatti, concentrarsi unilateralmente sulle conseguenze negative delle sedute con LSD in persone “normali” sarebbe fuorviante. In molti casi, si osserva un netto accrescimento della vitalità, un aumento dell’entusiasmo, un senso di euforia, insolita ricchezza percettiva, ed altri cambiamenti distintamente positivi per giorni o settimane successive alla seduta psichedelica. La situazione era differente nei pazienti psichiatrici con gravi disordini nevrotici e psicosomatici. Nel momento in cui questi pazienti stavano penetrando, nelle loro sedute con LSD, nel materiale psicodinamico, la loro condizione clinica mostrava un 321 considerevole grado di variazione ed oscillazione. Dopo alcune sedute con LSD, manifestavano segni di enorme miglioramento; dato che la nostra conoscenza della natura e delle dimensioni dell’azione dell’LSD era a quel tempo piuttosto limitata, ciò occasionalmente dava la falsa impressione che la terapia si avvicinasse ad una conclusione positiva. Tuttavia, altre sedute con LSD erano seguite da una drammatica accentuazione dei sintomi preesistenti. Nei casi rimanenti, i cambiamenti positivi o negativi erano piccoli e talvolta trascurabili. In aggiunta a queste oscillazioni in termini di miglioramento o peggioramento dei sintomi clinici, osservammo trasformazioni sorprendenti dei sintomi. Nel giro di poche ore di una seduta con LSD, le vecchie manifestazioni psicopatologiche, che in alcuni casi avevano perseverato per molti anni, scomparvero come per magia e furono sostituite da sintomi clinici differenti che il paziente non aveva mai avuto prima. In alcuni casi, questi cambiamenti erano così radicali che il paziente era ricollocato in una categoria clinica completamente differente. Questo fenomeno è così sorprendente e di così grande rilievo teoretico e pratico che merita di essere illustrato da un piccolo esempio clinico. Richard era uno studente di ventisei anni che aveva sofferto per più di quattro anni di una grave depressione, ed aveva seriamente tentato di suicidarsi per sei volte, una di queste con del veleno per topi. Inoltre, aveva frequenti attacchi di ansia, emicranie strazianti, dolori cardiaci e palpitazioni, ed una grave insonnia. Richard stesso collegava gran parte di questi problemi emotivi ai disturbi nella sua vita sessuale. Sebbene avesse molte relazioni d’amicizia con le donne, non era capace di avvicinarle sessualmente e non aveva mai avuto un rapporto sessuale con una donna. Provava a ridurre la sua tensione sessuale con la masturbazione; tuttavia, questo lo portava ad un disprezzo di sé ed a tormentanti sentimenti di colpa. Ad intervalli irregolari, si trovò coinvolto in attività omosessuali, sempre nel ruolo del partner passivo. Sebbene potesse raggiungere una soddisfazione momentanea in queste situazioni, i sentimenti di colpa associati ad essa, raggiungevano dimensioni di auto-distruzione. Nello stato di disperazione che seguiva le sue relazioni omosessuali, 322 tentò varie volte il suicidio ed una volta provò a castrarsi prendendo una forte dose di ormoni estrogeni. Nella sua diciottesima seduta con LSD, Richard completò il rivivere e l’integrazione di un potente sistema COEX negativo che era funzionalmente legato alla MPB II 5. Questo fu seguito da una esperienza estatica della durata di molte ore. Si sentiva protetto, guarito, integro ed ottimista. Tuttavia, durante il periodo di rientro si sintonizzò su una differente costellazione di memoria, associata con la terza matrice perinatale. Fu una spiacevole scoperta per lui, dopo ciò che credeva essere la risoluzione finale della sua malattia. Sconcertato e riluttante nel fronteggiare i nuovi problemi, aveva mobilizzato le sue difese prematuramente. Ritornò dalla seduta raggiante, felice, e con un senso di benessere fisico; tuttavia, con nostra sorpresa, il complesso dei suoi vecchi sintomi era stato sostituito da una classica paralisi isterica del braccio destro. Aveva tutte le caratteristiche tipiche di una reazione di conversione isterica, compresa la “belle indifférence”– un atteggiamento emotivo sorprendentemente indifferente verso un sintomo apparentemente grave e invalidante. La continuazione del trattamento psichedelico portò risultati piuttosto interessanti. In molte sedute successive, la paralisi di Richard svaniva ogni volta che l’LSD cominciava a fare effetto. Due importanti aree di problemi sottostanti la sua paralisi isterica cominciarono ad emergere e dovettero essere penetrate. La prima era il rapporto di Richard con il padre, carica di aggressività e di conflitti centrati sul patricidio. Suo padre era un brutale e dispotico alcolista che aveva abusato fisicamente sia di Richard che di sua madre. In molte occasioni, suo padre l’aveva colpito così duramente che Richard dovette essere ricoverato in ospedale. Durante la pubertà, Richard era solito avere violente fantasie e sogni sull’uccidere il padre. Nelle sedute con LSD di questo periodo, Richard mi vide trasformarmi ripetutamente in suo padre. Non appena il suo braccio e la sua mano potevano muoversi sotto l’influenza della sostanza, inevitabilmente puntava il pugno contro la mia faccia. Tuttavia, non completò mai il movimento; la sua mano si fermava molti centimetri prima del mio naso, si ritirava, e di nuovo si slanciava 323 con forza. In quei momenti, il pugno oscillava per diverse ore davanti alla mia faccia, come se fosse sballottato dagli impulsi opposti dell’Es e del Superego freudiano. Mentre ciò si verificava, Richard prese a rivivere diversi ricordi traumatici che coinvolgevano suo padre, ed ebbe un numero di visioni simboliche legate al patricidio. Il secondo tema alla radice della paralisi di Richard, comprendeva i problemi legati alla masturbazione. Dato che sperimentava un forte conflitto tra il suo ardente desiderio di masturbarsi ed il senso di colpa, la sua mano prese a dirigersi verso l’area genitale e quindi spinta in una posizione vicino alla giuntura femorale. Mentre la mano oscillava involontariamente avanti ed indietro, Richard ebbe numerose esperienze riguardanti il sesso e le punizioni. Infine, rivisse con intense emozioni un ricordo traumatico dell’essere stato scoperto e punito da suo padre per essersi masturbato. Ambedue le aree di conflitto descritte sopra, hanno le loro più profonde radici nell’area perinatale e così riflettono anche il rapporto di Richard con la madre. In queste sedute, sequenze di lotta tra la vita e la morte erano strettamente intrecciate con il materiale biografico legato al suo rapporto con il padre. Ci vollero sette sedute per penetrare queste due aree di conflitto. Quando ciò fu completato, Richard riacquistò pieno controllo della mano e del braccio; questa volta nessun nuovo sintomo emerse e quelli vecchi non ritornarono. Molte settimane dopo, ebbe il primo rapporto eterosessuale della sua vita. A dispetto delle oscillazioni nella loro condizione clinica, una generale tendenza verso il miglioramento fu osservata in gran parte dei pazienti nevrotici del nostro studio. Dopo un certo numero di sedute – che differivano enormemente da persona a persona – molti di loro raggiunsero un punto dove i loro sintomi erano considerevolmente diminuiti o anche scomparsi e c’era un buon livello di correzione complessiva. Con poche eccezioni, potevano essere dimessi e continuare la terapia con LSD non più da pazienti ricoverati. Questo livello di miglioramento era probabilmente comparabile al risultato di un riuscitissimo trattamento di psicoanalisi 324 o di qualche altro tipo di psicoterapia sistematica di lungo periodo. In retrospettiva, dal punto di vista convenzionale, questo sarebbe stato un buon momento per terminare la terapia. Tuttavia, con la maggior parte dei nostri pazienti ciò non avvenne. Per molte ragioni, sembrò opportuno continuare la psicoterapia con LSD. La mia ortodossa preparazione psicoanalitica influenzò la decisione di continuare, e così mi spalancò un percorso di ricerca sulla mente umana completamente nuovo. Sebbene in questa fase i pazienti mostrassero un livello soddisfacente di miglioramento dei sintomi, nei periodi tra le sedute con LSD, le esperienze psichedeliche continuavano a coinvolgere episodi di aggressività, ansia, senso di colpa, e diversi sintomi psicosomatici. In un certo senso, questi stavano concretamente diventando più primitivi ed elementari. Molto del materiale che i pazienti affrontavano, aveva una precisa connotazione orale. Questa era per me una indicazione che la loro terapia stava giungendo al termine, e proseguii le sedute con LSD nella convinzione di dover trattare solo pochi “problemi residui”, per prevenire una ricaduta. Secondo la psicoanalisi, noi nasciamo come una “tabula rasa”– un foglio bianco – ed i problemi psicologici del nostro sviluppo iniziano nella fase orale; non c’è nulla prima della nascita e quindi non ci sarebbe stato modo di procedere oltre. La mia aspettativa a quel tempo, era che la quantità di materiale biografico sarebbe stata limitata e che avremmo raggiunto un punto dove nuove aree di problemi non sarebbero state individuate ed attivate dall’LSD. Dato che il rivivere ricordi traumatici era frequentemente seguito da episodi estatici e senza contenuto, mi aspettavo che somministrazioni in serie di LSD, sarebbero infine sfociate in esperienze di unità ed indifferenziazione di grande potenziale curativo ed integrativo. Questa premessa di base si dimostrò essere corretta, ma il percorso di tali esperienze era molto più lungo e complicato di quanto avessi supposto. La prosecuzione della terapia fu così il risultato dell’ignoranza della natura e delle leggi fondamentali dell’azione dell’LSD; rifletteva anche l’uso di un inadeguato e limitato modello teo325 retico, che sottovalutava le dimensioni della personalità umana. Il prezzo pagato per questo, fu una inattesa sofferenza emotiva e psicosomatica da parte dei miei pazienti, ed una confusione concettuale ed una dura prova per il mio ottimismo terapeutico. A dispetto di tutte queste difficoltà, quel periodo divenne la più affascinante avventura intellettuale e spirituale della mia vita. Mi rivelò nuove ed inesplorate aree dell’inconscio umano, condusse ad inimmaginabili situazioni ed eventi, e mi pose di fronte a centinaia di osservazioni incomprensibili ed enigmatiche. Il risultato finale fu la rottura radicale con il vecchio paradigma concettuale, una più ampia comprensione della mente umana, ed anche un drastico cambiamento della mia concezione riguardante la natura della realtà. Come le sedute con LSD si inoltrarono nei regni perinatali, le qualità emotive e le sensazioni psicosomatiche incontrate, si estesero oltre limiti inimmaginabili. Prima o poi, ogni singolo paziente iniziò a sperimentare sofferenze ed estasi di dimensioni cosmiche. Come i pazienti si confrontarono con diversi aspetti del processo di morte-rinascita, una analoga dicotomia si presentò anche negli intervalli tra le esperienze psichedeliche. Dopo alcune sedute con LSD, la condizione clinica dei pazienti peggiorava drasticamente. In alcuni casi, le persone che incominciavano il trattamento con gravi sintomi nevrotici e che ad un certo punto apparivano quasi guarite, improvvisamente mostravano sintomi psicotici transitori. Non di rado, un temporaneo ricovero era necessario per i pazienti che erano già rientrati nella loro situazione di vita ordinaria e stavano proseguendo la terapia come esterni. Meno frequentemente, le sedute con LSD in questa fase terminavano in stati di profonda estasi ed erano seguite da un miglioramento clinico di un grado qualitativamente differente da qualsiasi altro osservato precedentemente al livello psicodinamico. Questi cambiamenti erano caratterizzati non solo da una considerevole riduzione dei sintomi, ma anche da un ritorno alla vita caratterizzato da un peculiare tono spirituale. Quando i pazienti si approssimavano al momento finale della morte dell’ego, alcuni degli intervalli liberi tra le sedute diventarono piuttosto rischiosi. Profonde depressioni, tensione aggres326 siva, tendenze auto-distruttive, stati maniacali, non erano rari in questa fase. Sebbene complicazioni di questo tipo possano essere ridotte dal lavoro attivo nel periodo di rientro, una specifica struttura di trattamento con personale preparato dovrebbe essere accessibile quando gli individui con gravi problemi emotivi raggiungono questa fase critica della psicoterapia con LSD. A questo punto alcuni dei sintomi clinici originari che sono stati alleviati o addirittura eliminati dalla precedente terapia vengono accentuati o ricompaiono. Quando il paziente si muove lungo il processo psichedelico dalla sfera psicodinamica all’area perinatale, diverse sindromi psicopatologiche possono gradualmente perdere le loro specifiche caratteristiche ed essere ridotte alle loro radici perinatali. I pazienti psichiatrici che intrapresero la terapia con LSD con i più variegati sintomi clinici, mostrano una straordinaria convergenza, ed infine manifestano nelle sedute con LSD e negli intervalli liberi, una sintomatologia piuttosto simile. In questa fase, potrebbe esserci poca differenza tra pazienti che si presentano con sintomi di claustrofobia, alcolismo o depressione inibita; tutti manifestano sintomi caratteristici dell’attivata seconda matrice perinatale. Ugualmente, il sadomasochismo, l’asma, le convulsioni isteriche e la depressione agitata, possono essere spogliate delle loro specifiche differenze biograficamente determinate ed essere ridotte alla caratteristica fenomenologia della MPB III. Osservazioni di questo tipo gettano una luce completamente nuova sulla struttura dinamica delle diverse sindromi psicopatologiche e rendono possibile costruire un rivoluzionario modello della malattia mentale e della psicoterapia. Le implicazioni teoretiche di questo tipo verranno discusse in un prossimo libro. Dopo molte sequenze di agonia, morte e rinascita, i pazienti nello studio psicolitico a Praga, tipicamente raggiungevano l’esperienza finale della morte dell’ego. Questo è un importante punto di svolta nella psicoterapia con LSD; oltre questo punto, gli elementi caratteristici della MPB II,III e IV non appaiono più a lungo nelle sedute o come determinanti degli intervalli liberi. La prima matrice perinatale e varie combinazioni di matrici transpersonali subentrano e controllano le esperienze psichedeliche 327 da questo punto in avanti. Dal punto di vista clinico, questo è di solito associato con sensazionali miglioramenti su un ampio spettro di disordini nevrotici e psicosomatici. Tuttavia, il completo spostamento dell’esperienza dal perinatale all’area transpersonale, non significa che tutte le esperienze negative vengono espunte dal contenuto delle sedute con LSD o dagli intervalli post-seduta. Il contenuto delle sedute puramente transpersonali mostra la stessa dicotomia esistente tra le esperienze biografiche e perinatali. Lo stesso vale per le dinamiche dei periodi post-seduta; anche qui, la condizione emotiva e psicosomatica dell’individuo può essere fortemente influenzata dalle matrici transpersonali positive e negative. Così le sensazioni, i pensieri, i comportamenti quotidiani, l’intera visione del mondo e lo stile di vita può riflettere elementi della beatitudine oceanica dello stato intrauterino o l’orrore delle crisi fetali; positivi modelli karmici o tragedie di passate incarnazioni; e l’energia di nutritive o distruttive costellazioni archetipiche. Il fatto che il soggetto abbia trasceso i livelli biografico e perinatale non significa che il contenuto delle sue sedute con LSD non abbia rilevanza personale. La storia biografica è ora liberamente accessibile in maniera adulta senza repressione e distorsione emotiva. Non c’è più un doloroso rivivere degli eventi traumatici individuali né un’enfasi nel decifrare i drammi della storia famigliare ed il loro impatto sulla vita del soggetto. Ugualmente, la lotta tra la vita e la morte, gli incubi claustrofobici, le scene scatologiche e le orge sadomasochiste della nascita non riappaiono nelle sedute. Tuttavia, non importa quanto sia grandiosa e cosmica la dimensione delle esperienze transpersonali, sono sempre intimamente connesse con la vita quotidiana dell’individuo. Penetrare nelle matrici transpersonali negative e collegarle con quelle positive ha una influenza terapeutica sui processi emotivi, psicosomatici ed interpersonali del soggetto. Fornisce anche nuovi livelli di comprensione della propria identità, delle dimensioni dell’essere, della vita umana e dell’esistenza in generale. Sebbene non ci sia più uno specifico lavoro “archeologico” da fare sulla vita del soggetto, l’interpretazione del suo significato cambia in proporzione ai nuovi orizzonti concettuali, frutto dei 328 nuovi dati d’esperienza. Un aspetto dell’esistenza quotidiana che mostra connessioni particolarmente intime con il processo psichedelico è la vita onirica dell’individuo. Nel corso della psicoterapia comprendente sedute con LSD in serie, vi è una chiara continuità di natura e di contenuto tra le esperienze indotte dalla sostanza e l’attività durante il sonno e nel periodo ipnagogico. I sogni prima delle sedute con LSD spesso ne anticipano il contenuto, e la vita onirica nei periodi post-seduta elabora vari temi della seduta con la sostanza. Questo è particolarmente impressionante quando importanti gestalt rimangono irrisolte nella precedente seduta e molto materiale inconscio con forte carica emotiva diventa accessibile all’esperienza. Quando l’enfasi nel processo psichedelico è su questioni biografiche, i sogni hanno la tipica struttura dinamica nota alla psicoanalisi freudiana. Molto del loro contenuto sembra prendere senso nei termini della storia emotiva dell’individuo, e può essere facilmente decifrata da un interprete che ha familiarità con i principî fondamentali del lavoro sui sogni. Quando i pazienti sotto LSD entrano nell’esperienza dell’area perinatale, la qualità dei loro sogni cambia e l’approccio freudiano all’interpretazione non è più adeguato. Sebbene l’analisi psicoanalitica produca materiale proveniente dalla storia individuale che è rilevante e tematicamente associato con il contenuto di tali sogni, qualsiasi interpretazione semplicemente biografica si dimostra superficiale e poco convincente. I sogni di questa fase sono molto primordiali, elementari, e carichi di intensa emozione. Il loro contenuto è di solito un derivato più o meno diretto dai temi tipici associati con le matrici perinatali. Così i sogni perinatali legati alla MPB II coinvolgono esperienze passive di torture in prigioni, campi di concentramento e camere a gas; spaventose esperienze claustrofobiche in grotte, passaggi subacquei o corridoi che si restringono progressivamente, tunnel e condutture; e un mondo di insensate figure di cartone, attrazioni circensi, ed automi e robot. Forme più mitigate di questi sogni comprendono una varietà di disperate situazioni senza via d’uscita. Vari aspetti della MPB III generano sogni di guerre titaniche o di catastrofi 329 naturali di proporzioni gigantesche; omicidi, incidenti, massacri sanguinosi, stupri ed orge sadomasochiste; scene pornografiche piene di oltraggiose deviazioni sessuali e perversioni ed una atmosfera di decadenza e sudiciume inimmaginabile. Le fasi finali di questa matrice sono associate con i sogni di avventure emozionati in spedizioni militari, battute di caccia, parchi del divertimento e feste particolarmente variopinte. La transizione dalla MPB III alla MPB IV si riflette nei sogni sulla morte di singoli individui o di masse, enormi fuochi, eruzioni vulcaniche, guerre atomiche e la distruzione del mondo. I sogni derivati dalla MPB IV comprendono elementi di rivelazioni divine, vittorie trionfanti, fuga da situazioni di pericolo, riconciliazioni o riunioni amorose e gioiose celebrazioni. Reami celestiali, atmosfere paradisiache, meravigliosi scenari naturali, stati oceanici, rivelano il coinvolgimento nella prima matrice perinatale. La seguente descrizione è un esempio eccellente di un sogno il cui contenuto riflette le dinamiche perinatali. In questo caso il soggetto stesso riconobbe la relazione col processo di nascita. “Era una domenica pomeriggio e tutta la mia famiglia era nell’ampio soggiorno di casa situato su una scogliera che si affacciava sul Pacifico. Ognuno si rilassava nel proprio solito modo in vacanza, quando notai che una tempesta incominciava a prendere forza di fuori. Improvvisamente, il vento e la pioggia presero tale potenza che cominciarono a penetrare dalle finestre; a questo punto mio padre disse con tono molto significativo : “ è il Quinto vento ( Fifth wind )”. Allora, in un modo che appare maestoso anche in retrospettiva, l’intera casa iniziò a ruotare sulle sue fondamenta e a sprofondare oltre la scogliera nel Pacifico. Durante i pochi secondi tra l’inizio della caduta ed il momento dell’impatto, realizzai che tutta la mia famiglia ed io stesso stavamo per morire nel cataclisma. Nel momento esatto in cui avevo accettato pienamente la mia morte e quella dei miei amati, mi svegliai, giusto prima che la casa sprofondasse nell’oceano”. “Una volta sveglio, mi alzai con una straordinaria sensazione di euforia; compresi che il sogno aveva una profonda rassomiglianza con alcune sensazioni che avevo recentemente provato nelle sedute con LSD. In queste sedute mi sembrava di rivivere la mia nascita e accettare la mia morte, la fine del mondo, le tremende 330 forze degli elementi coinvolti in una esplosione cataclismica, ed infine la peculiare sensazione che la mia testa (percepita come più grande del normale), la stanza e l’edificio in cui mi trovavo, ed in realtà l’intero universo, fossero sul punto di ruotare sul proprio asse nel modo più inesplicabile ed imponente – tutti questi elementi erano apparsi nelle sedute ed erano riproposti in uno splendido stile nel sogno. Infine, ricordai come, al momento della nascita di mio figlio, la sua testa sembrò ruotare al culmine del processo di nascita, e l’intero quadro parve combaciare perfettamente – questo sogno sembrava rappresentare in un modo simbolico, più aspetti essenziali della morte dell’ego”. Una volta che l’individuo si sposta nella fase transpersonale del processo con LSD, ciò ha importanti conseguenze per il contenuto dei suoi sogni. Molti degli elementi e sequenze, o anche l’intero contenuto di certi sogni, possono rappresentare fenomeni transpersonali in una forma più o meno pura. Tali sogni non possono essere adeguatamente interpretati in termini freudiani ed i risultati di tali analisi sono condannati ad essere superficiali ed imprecisi. Questi sogni non mostrano la caratteristica distorsione e condensazione di quelli che sono biograficamente determinati, ed hanno la qualità dei ricordi di passate incarnazioni, di esperienze ancestrali o filogenetiche, incontri con entità archetipiche, percezioni extrasensoriali, o viaggi fuori dal corpo. Il riconoscimento e l’identificazione della specifica natura di tali sogni, è essenziale per la loro corretta comprensione ed interpretazione. Dato il profondo legame tra la vita onirica e le esperienze psichedeliche, la riflessione sui sogni dovrebbe essere parte integrante di qualsiasi programma completo di terapia psichedelica. Ciò vale per la psicoterapia con LSD di soggetti con sintomi nevrotici e psicosomatici sufficientemente gravi da richiedere un ricovero psichiatrico. Spendo ora qualche parola per gli individui che si trovano ai due estremi dello spettro psicopa- tologico: le persone “normali” e i pazienti schizofrenici. 331 Una rappresentazione sinottica di un sogno che l’autore ebbe durante il suo training analitico. Si trovava in un orribile sotterraneo, incatenato ad un lastrone e sottoposto a disumane torture. Queste erano associate al motivo della piccola tazza che fornisce quantità illimitata di crema di grano a chiunque conosca la parola magica – un tema di una popolare favola Ceca. Nel sogno questa tazza magica era fuori dalla prigione, versando enormi quantità di liquido nutriente. Era chiaro che i tormenti sarebbero finiti nel momento in cui la crema di grano avesse raggiunto la finestra ed iniziato a fluire dentro. Le libere associazioni sviluppate da questo sogno comprendevano l’Inquisizione Spagnola e gli ingegnosi strumenti di tortura adoperati; la vita istintiva delle scimmie; molti motivi orali, come le guance pienotte dei criceti; e dettagli riguardanti un re Ceco che trascorse la vita intera in prigione. Diversi reali incidenti dell’infanzia, tra cui il disagio delle zone erogene, erano anche richiamati; la bocca scottata dal latte caldo, un operazione alla fimosi, dolorosi clisteri ed altro. L’analista interpretò il sogno come una forma composita, condensante tutte le interferenze alla soddisfazione libidica di cui l’analizzando aveva sofferto nella primissima fase di vita. Questa spiegazione apparve superficiale ed insoddisfacente. Più tardi gli elementi del sogno riapparvero in una seduta ad alto dosaggio di LSD e acquistarono senso nel contesto del trauma della nascita. Il sotterraneo è l’utero partoriente e le torture finiranno quando la fase di nutrizione verrà raggiunta. L’identificazione con il re illustra la connessione tra la nascita e l’archetipo del bambino-re ( “incoronazione” ). L’identificazione con le scimmie e con la loro disinibita indulgenza, appagamento biologico, indica lo sguinzagliarsi dei diversi impulsi istintuali (perversione polimorfa) nel processo perinatale. Soggetti che non presentavano seri problemi emotivi e prende332 vano parte al programma con LSD per motivi di training o per curiosità intellettuale, fondamentalmente seguivano lo stesso decorso dei pazienti nevrotici. Tuttavia, questo gruppo era caratterizzato da una rapida progressione dalle esperienze astratte a quelle perinatali. Non sostavano molto tempo sulle questioni biografiche ed entravano velocemente nella sfera del processo di morte-rinascita. Nelle sedute perinatali, le esperienze difficili erano di solito limitate al momento in cui l’effetto della sostanza giungeva al culmine, e molti dei rientri erano piacevoli o addirittura estatici senza il bisogno di alcun aiuto attivo da parte dei terapeuti. Erano rari, o solo minimi, strascichi negativi come conseguenza delle sedute con LSD durante gli intervalli liberi, e non furono osservate reazioni prolungate o crolli psicotici in persone che non avevano gravi problemi emotivi prima della somministrazione della sostanza. Il numero di pazienti psicotici che trattammo, era troppo piccolo per consentirci una generalizzazione. Comunque, l’azione dell’LSD in questi pazienti aveva alcune interessanti caratteristiche che meritano di essere menzionate. Le persone in trattamento con LSD in un periodo nel quale manifestavano una sintomatologia schizofrenica, mostrarono una considerevole oscillazione nelle loro condizioni cliniche dopo le sedute iniziali. Sebbene queste fluttuazioni fossero profonde e drammatiche, nel suo insieme il processo assomigliava a quello descritto per il gruppo nevrotico. Solo prima che questi pazienti entrassero nella sfera perinatale, la loro condizione clinica appariva enormemente migliorata. I loro sintomi psicotici erano alleviati o del tutto scomparsi, e mostravano sorprendente acume critico circa le loro precedenti difficoltà. Le loro sedute con LSD e i sintomi negli intervalli tra di esse, sembravano simili a quelle del gruppo nevrotico, ed il loro processo perinatale era ugualmente burrascoso. La maggiore differenza si notava dopo il completamento del processo di morte-rinascita. A questo punto i pazienti improvvisamente sviluppavano vari gradi di ciò che può essere descritto come “psicosi di transfert”. Tale condizione è caratterizzata dal ritorno dei sintomi psicotici originari, ma con il terapeuta dive333 nuto centro principale e bersaglio di tutti i pensieri, le emozioni e i comportamenti del paziente. Ritornerò su questo processo più dettagliatamente in un paragrafo successivo e lo illustrerò con un esempio clinico. Quando le sedute con LSD venivano proseguite a dispetto della deteriorata condizione clinica e della persistente psicosi di transfert, i pazienti erano infine in grado di raggiungere un livello interamente nuovo di integrazione e di funzionamento mentale. Un ciclo di trattamento è necessario per il raggiungimento di questo risultato ed il terapeuta deve essere preparato a lavorare per molte settimane in difficili condizioni di psicosi di transfert. Il decorso della terapia con LSD è considerevolmente differente da quello descritto sopra, se il terapeuta usa l’approccio delineato in questo libro. L’uso di alti dosaggi, mascherine per gli occhi e musica, approfondiscono l’esperienza. In queste condizioni, non si assiste al graduale rivelarsi dei vari livelli dell’inconscio da una seduta all’altra come descritto per l’approccio psicolitico. Tutte le categorie dei fenomeni psichede- lici possono essere incontrate in una singola esperienza con LSD. All’inizio di una seduta il soggetto di solito sperimenta un breve periodo di natura astratta, nel quale vede colori e dinamici schemi geometrici. Quindi l’attenzione si sposta nella sfera psico- dinamica, e l’individuo potrebbe brevemente entrare in contatto con alcuni elementi biografici legati ad uno specifico sistema COEX. Quando la seduta con LSD raggiunge il culmine, ci si confronta di solito con i livelli profondi delle costellazioni di ricordi che hanno a che vedere con la sopravvivenza e l’integrità fisica o con il materiale delle matrici perinatali di base. Ricordi di quasi-annegamento, ferite, operazioni e pericolose malattie, così come profondi incontri con la morte che vanno oltre i veri e propri eventi biografici, sono frequenti. Dopo molte sequenze di morte e rinascita, la seduta può stabilizzarsi al livello della MPB I, o il soggetto può entrare nella sfera transpersonale e sperimentare varie sequenze mitologiche, memorie ancestrali o filogenetiche, elementi dell’inconscio collettivo o fenomeni di passate incarnazioni. Durante il rientro, quando l’effetto della sostanza è diminuito, 334 potrebbero ripetersi episodi di natura psicodinamica. In questo momento, le intuizioni acquisite precedentemente nella seduta, sono spesso applicate alle concrete condizioni e circostanze della propria vita. Tuttavia, il fatto che il soggetto abbia avuto accesso all’esperienza della sfera transpersonale non significa che abbia completato il processo di morte-rinascita. Ci vorranno ancora serie di sedute interiorizzate ad alti dosaggi di LSD, per penetrare ed integrare il materiale perinatale e gli elementi psicodinamici associati. Tuttavia, se i principî della terapia psichedelica sono applicati, il tempo complessivo richiesto per completare questo processo è molto più breve che nella terapia psicolitica. Inoltre, ci sono poche difficoltà e complicazioni negli intervalli tra le sedute, in particolar modo quando l’approccio terapeutico comprende un intenso lavoro esperienziale nel periodo terminale ed i terapeuti fanno uno sforzo attivo per un positivo assetto dei rientri. CAMBIAMENTI DI LUNGO TERMINE NELLA STRUTTURA DELLA PERSONALITÁ, VISIONE DEL MONDO E GERARCHIA DEI VALORI DI BASE Visto che abbiamo discusso la procedura con LSD in un contesto terapeutico, la questione della sua duratura influenza sulle caratteristiche della personalità, è di particolare interesse. In certe condizioni anche una singola esperienza psichedelica può avere profonde e durature conseguenze. Se la struttura della personalità del soggetto ha un potenziale di cambiamento positivo o negativo, la somministrazione dell’LSD può catalizzare ed accelerare una improvvisa e sorprendente trasformazione. In alcuni casi, una esperienza con LSD ha cambiato drasti- camente la visione del mondo, la filosofia di vita e l’intero modo d’essere dell’individuo. Ha reso possibile una profonda apertura spirituale negli atei, scettici, e negli scienziati di orientamento materialista e ha prodotto cambiamenti radicali nel sistema dei 335 valori e nello stile di vita di base. All’altro estremo dello spettro, individui meno fortunati sono stati profondamente scossi da una singola esposizione alla sostanza e l’esperienza psichedelica ha rappresentato “l’ultima goccia” che ha scatenato un episodio psicotico. Gravi disturbi emotivi determinati dall’ingestione della sostanza e durati mesi o anche anni, non sono rari tra le persone che si avvicinano all’auto-esplorazione con l’LSD casualmente e lo prendono in condizioni inadeguate. Ciò non dovrebbe avvenire nel contesto di un lavoro con LSD controllato. Gli individui con gravi problemi emotivi che sfiorano la psicosi, dovrebbero essere scremati in anticipo, a meno che il team terapeutico non sia volenteroso ed equipaggiato per affrontare i problemi che potrebbero essere attivati dalla somministrazione della sostanza, e portare la terapia ad un soddisfacente completamento. In questo paragrafo, discuteremo i cambiamenti che si verificano nel corso di una sistematica ed assennata psicoterapia con LSD di lungo periodo che segue i principî ispiratori di questo libro. Sebbene il processo di trasformazione psichedelica mostri molte variazioni individuali, è possibile delineare alcune tendenze di fondo che sono piuttosto costanti e prevedibili. Nella fase freudiana della psicoterapia con LSD, che comprende l’esplorazione del sé biografico, i soggetti tendono a scoprire che diversi aspetti della loro vita sono “inautentici”. Certe percezioni del mondo, reazioni emotive a persone e situazioni, e specifici schemi di comportamento, improvvisamente appaiono processi ciechi e meccanici, che riflettono la fissazione psicologica originata nell’infanzia. Come il materiale traumatico proveniente dal passato è affrontato e penetrato, i soggetti si liberano da percezioni idiosincratiche, da risposte emotive inappropriate, da rigidi sistemi di valori, da atteggiamenti irrazionali e schemi di comportamento disadattato, che sono il risultato della loro primissima programmazione. Questo processo può anche condurre all’eliminazione o all’alleviamento di alcuni sintomi psicopatologici e di alcuni problemi di vita. Dato che la storia individuale varia enormemente da persona a persona, i cambiamenti a questo livello possono assumere forme differenti. 336 Le esperienze perinatali hanno un impatto molto più strutturale sui soggetti. Le intuizioni che si verificano in questo profondo confronto con gli estremi dell’esperienza umana, possono drasticamente cambiare la percezione di sé e del mondo, e sfociare in un approccio completamente nuovo circa la propria esistenza. In questo processo, molti soggetti realizzano che l’inautenticità della loro vita non è limitata ad alcune distorsioni parziali biograficamente determinate, come mancanza di fiducia e scarsa stima di sé, problemi cronici con le figure autoritarie o difficoltà con i partner sessuali. Improvvisamente comprendono che l’intera concezione della vita e l’approccio ad essa, sono contaminati da una profonda, inconscia, paura della morte. Un forte bisogno di mettersi alla prova, un cronico senso di insoddisfazione ed inadeguatezza, ambizioni esagerate, tendenze a confrontarsi e competere, sensazioni di essere sotto pressione e di mancanza di tempo, ed un tipo di esistenza come “corsa dei topi” o “ girare a vuoto”, che erano prima considerati aspetti della vita intrinseci ed inevitabili, improvvisamente appaiono sotto una luce completamente nuova. Sembrano riflettere la consapevolezza subliminale delle energie perinatali e della loro insidiosa influenza sull’ego. Un individuo che è sotto il loro incantesimo, in un certo senso, è ancora psicologicamente coinvolto nella lotta tra la vita e la morte nel canale di nascita. Questo implica una peculiare paradossale miscela di sensazioni inconsce; da un certo punto di vista, non si è ancora nati, da un altro, si è spaventati dalla morte. In queste condizioni, molte situazioni triviali diventano gli equivalenti simbolici del processo di nascita e sono visti come aventi una rilevanza vitale per la sopravvivenza. In un senso più concreto, certi approcci ai problemi, ai progetti e alle situazioni sono visti come ripetizioni degli aspetti di base della propria nascita biologica. Quando l’individuo si muove attraverso il processo perinatale, scarica ed integra enormi quantità di tensione fisica e di emozioni negative, e si guadagna l’accesso all’esperienza degli stati unitivi, associati con la MPB I e la MPB IV. Questo tende a cambiare il modo d’essere nel mondo e l’approccio di fondo alla vita. La capacità di rilassarsi fisicamente ed emotivamente e di godere 337 delle cose quotidiane, viene notevolmente accresciuta. L’enfasi si sposta dal perseguire complicati progetti esterni, all’apprezzamento degli aspetti semplici dell’esistenza. L’individuo scopre nuovi modi per godersi i suoi processi fisiologici e sviluppa un maggior rispetto per la vita in tutte le sue manifestazioni. Una intima soddisfazione può essere ora ottenuta da cose che sono state disponibili per tutto il tempo ma erano precedentemente ignorate o scarsamente notate. La piena partecipazione allo svolgersi della vita diventa più importante che perseguire uno specifico obiettivo. Diviene piuttosto ovvio che bisognerebbe essere interessati alla qualità dell’esperienza della vita piuttosto che alla quantità di possessi e successi esteriori. I sentimenti di separazione ed alienazione sono sostituiti da un senso di appartenenza e di essere parte del flusso della vita. Ciò è accompagnato da un definitivo spostamento da un orientamento competitivo verso un modello di comportamento cooperativo. Un approccio egoistico e competitivo all’esistenza è visto come insipiente, inferiore, ed infine autodistruttivo. Atteggiamenti sinergici diventano il nuovo ideale da applicare a tutti i livelli – nelle relazioni intime, in situazioni di lavoro, nei gruppi sociali e con riguardo all’intera popolazione del pianeta. La vecchia credenza che “di più e più grande” automaticamente significa migliore – sia sulla scala individuale che sociale – è rigettata come un illusorio e pericoloso errore. La filosofia di vita occidentale, che confonde il consumo di risorse con una vita “ricca”, è sostituito da una nuova enfasi sul “massimo benessere con il minimo consumo” e da un deciso spostamento verso “una semplicità volontaria”. La nuova visione del mondo olistica, quasi automaticamente comprende una accresciuta coscienza ecologica ed il bisogno di vivere in armonia con l’ambiente. Sembra che la necessità di controllare e manipolare le persone e la natura sia legato all’influenza di matrici perinatali negative e riflette il ricordo della lotta tra la vita e la morte con l’organismo materno. Viceversa, l’approccio olistico e sinergico all’ambiente umano e naturale, sembra essere legato alle matrici perinatali positive e basato sul ricordo dello scambio reciprocamente soddisfacente e nutritivo con l’organismo materno. 338 Un altro aspetto sorprendente della trasformazione psichedelica è lo sviluppo di un intenso interesse per la coscienza, l’esplorazione del sé e la ricerca spirituale. Una inclinazione spontanea verso il misticismo, le antiche discipline spirituali, la pratica dello yoga e della meditazione, e l’attrazione verso la mitologia e l’arte religiosa, diventano cose comuni. Sono associate con l’emergenza spontanea di una nuova etica trascendentale, piuttosto simile alla concezione dei metavalori e delle metamotivazioni di Maslow. L’individuo sembra aver accesso ad un sistema di valori che non è comprensibile nei termini della propria storia recente o delle abitudini culturali vigenti. Abbraccia un senso di compassione, tolleranza, giustizia di fondo, ed apprezzamento estetico, che possiedono una qualità transpersonale o addirittura cosmica. Il completamento positivo del processo di morte-rinascita sfocia così in un più gioioso, interessante e soddisfacente modo di stare al mondo, con un senso di appartenenza, significato, spiritualità naturale e partecipazione cooperativa. Questa evoluzione implica una grande espansione mentale in molti modi, ma non sembra influenzare certe pietre angolari filosofiche della visione del mondo newtoniana-cartesiana. Il mondo è ancora visto come oggettivamente reale e materiale nella sua essenza. Lo spazio è tridimensionale, il tempo è lineare e la causalità è accettata come vincolante principio di governo, controllo, del corso degli eventi, sebbene le sue radici siano state estese addentro le sfere transpersonali. Le esperienze intrauterine, le memorie razziali e filogenetiche, la metafisica del DNA, le dinamiche archetipiche e la legge del karma, dovrebbero essere incorporate al modo di pensare del soggetto per spiegare l’enorme espansione dell’esperienza. Un individuo con una preparazione scientifica accetta ancora a questo punto, la divisione cartesiana tra mente e materia e prova a rintracciare i sostrati materiali per le sue esperienze con LSD nella struttura del sistema nervoso centrale. Come il processo psichedelico prosegue ed i soggetti esplorano il mondo dei fenomeni transpersonali, molte delle suddette categorie della visione del mondo newtoniana-cartesiana diventano filosoficamente insostenibili. La possibilità di trascendere le 339 limitazioni della materia, del tempo, dello spazio e della causalità lineare, è sperimentata così tante volte ed in molti modi differenti, che deve essere integrata nella nuova visione del mondo. Sebbene per gli scopi pratici della vita quotidiana l’individuo pensi ancora nei termini di materia, tempo lineare e causalità, la comprensione filosofica dell’esistenza si avvicina a quella dello Shivaismo del Kashmir, del Taoismo, del Buddhismo Tantrico, o della fisica moderna. L’universo cessa di essere un gigantesco assemblaggio di oggetti materiali; diventa un sistema infinito di avventure nella coscienza, consapevolezza. La nuova comprensione ha caratteristiche olonomiche distinte, e la dicotomia tra la parte ed il tutto, tra lo sperimentatore e ciò che viene sperimentato, tra il determinismo ed il libero arbitrio, tra la forma e la vacuità, o anche tra l’esistenza e la non-esistenza, viene trascesa. Dato che molte delle informazioni contenute in questo libro sono state ottenute nel contesto clinico, qualche parola dovrebbe essere detta sulle implicazioni della suddetta trasformazione per la comprensione dei disordini emotivi e della psicoterapia. L’azione dell’LSD può essere vista come terapia nel senso classico solo quando l’esplorazione del sé rimane limitata alle aree biografiche. Non appena raggiunge il livello perinatale, può meglio essere descritta nei termini di un rituale di passaggio o di una trasformazione spirituale. Sebbene il paziente stia ancora lavorando sui problemi emotivi, psicosomatici ed interpersonali, l’enfasi tende a spostarsi verso la ricerca filosofica e spirituale. Molti sintomi e difficoltà nel vivere, scompaiono durante il processo; alcuni di essi in un contesto psicodinamico, altri durante il processo di morte-rinascita, o come risultato di certe esperienze transpersonali. Tuttavia, quando il processo si approfondisce, i pazienti, senza eccezione, devono anche vedersela con un numero di problemi che erano precedentemente latenti ed emersi solo durante il trattamento con LSD. In generale, l’enfasi dovrebbe essere sulla buona integrazione di ciascuna seduta con LSD, piuttosto che su obiettivi di lungo periodo come l’eliminazione di tutte le negatività dalle sedute, che è un obiettivo irrealistico. Ci sono aspetti dell’approccio psichedelico tuttavia, che sono 340 molto più importanti delle preoccupazioni riguardo il semplice sollievo dai sintomi. L’intensità e la magnitudo delle esperienze con LSD sono così grandi che cambia la tolleranza di fondo verso le difficoltà della vita e si modifica alla base il concetto di ciò che costituisce un avversità. Il semplicistico approccio alla vita, che prova ad eliminare qualsiasi esperienza difficile e a creare un utopico mondo libero dai problemi, è sostituito da un “realismo trascendentale” che vede il lato oscuro e quello luminoso dell’universo come due componenti intrinseche ed inseparabili, nello stesso senso dello Yin e Yang del Taoismo. Da questo punto di vista, l’obiettivo non è eliminare gli elementi negativi dalla vita, ma sviluppare un atteggiamento che dovrebbe abbracciare affermativamente l’universo così come è nella sua complessa dialettica cosmica. In questo contesto, gli aspetti della vita che precedentemente sarebbero stati considerati negativi, appaiono avere nuove multiple dimensioni e possono essere visti da così tanti punti di vista che diventano intriganti ed interessanti. La definitiva riconciliazione con l’universo – non necessariamente con il suo status quo ma con il processo di svelamento, rivelazione cosmica – è frutto dell’intuizione che la totalità dell’esistenza forma un campo unificato o una rete che è a portata dell’esperienza di ciascuno di noi. Dal punto di vista di un soggetto allo stato avanzato del trattamento con LSD, siamo tutti ramificazioni del principio che ha creato questo universo nella sua infinita complessità e siamo quindi responsabili per tutti i processi coinvolti. 341 Note 1 La teoria olonomica dell’universo e del cervello umano, fu sviluppata dal fisico David Bohm (13) e dal neuroscienziato Karl Pribram (81, 82). È un paradigma rivoluzionario che offre la possibilità per una nuova sintesi di campi del sapere come il misticismo, la moderna ricerca sulla coscienza, la parapsicologia, la neurofisiologia e la fisica quanto-relativistica, precedentemente considerati separati. Questo modello rende possibile collegare le differenze tra la parte ed il tutto, o tra gli oggetti separati e l’unità indifferenziata. Offre anche un nuovo approccio alla comprensione delle caratteristiche spaziali e temporali del mondo fenomenico. Data la sua importanza per una teoria esaustiva della mente umana, sarà discussa in dettaglio in un prossimo volume. 2 Il dr. Rick Tarnas (99), che ha sistematicamente studiato le correlazioni tra i diversi aspetti del processo di evoluzione spirituale e dei maggiori transiti planetari, attirò la mia attenzione sul fatto che le caratteristiche archetipiche dei pianeti Nettuno, Saturno, Plutone ed Urano, come descritte dagli astrologi, mostrano una sorprendente analogia con le mie descrizioni delle caratteristiche d’esperienza della MPB I, MPB II, MPB III e MPB IV rispettivamente. 3 Una comprensione simile della connessione tra le diverse scuole della psicoterapia ed i livelli specifici della coscienza è stata di recente espressa da Ken Wilber (103) nel suo concetto di spectrum psychology. 4 Questo episodio è descritto in dettaglio nel mio libro, Realms of the Human Unconscious, p. 30 (32). 5 Vedi la descrizione di questa costellazione di ricordi in Realms of the Human Unconscious, pp. 57-60 (32). 342 7 - INDICAZIONI per la PSICOTERAPIA con LSD, POTENZIALE TERAPEUTICO e RISULTATI CLINICI Problemi nella valutazione dei risultati clinici Depressioni, Nevrosi e Sintomi psicosomatici Alcolismo, Tossicodipendenza, Disordini del Carattere e Deviazioni sessuali Stati psicotici borderline e Psicosi endogene Sofferenza emotiva e Dolore fisico di individui in punto di morte PROBLEMI NELLA VALUTAZIONE DEI RISULTATI CLINICI C’è disaccordo sulla valutazione dell’efficacia della terapia con LSD. La letteratura al riguardo si divide in tre categorie. Il primo gruppo, consiste di resoconti entusiastici da parte di terapeuti secondo i quali, risultati rimarchevoli e relativamente veloci erano stati raggiunti nella terapia dei disordini emotivi, non solo di quelli che di solito rispondono al trattamento convenzionale, ma anche di molti che altrimenti avrebbero una infausta prognosi clinica. In alcuni studi sull’LSD, il successo riportato con alcolisti cronici, eroinomani, soggetti con gravi disordini del carattere, criminali recidivi e con pazienti terminali di cancro, era sorprendente. Il secondo gruppo di articoli sulla terapia con LSD, comprende quegli studi che producevano risultati clinici negativi, e tendevano ad invalidare i resoconti entusiastici del primo gruppo. Infine, il terzo gruppo di documentazioni cliniche sull’LSD, si concentra sulle descrizioni degli svariati deleteri effetti collaterali della auto-sperimentazione con LSD. 343 L’immagine dell’LSD nella letteratura professionale copre così un ampio raggio, da panacea terapeutica per i disordini psicogeni, a pericolosa sostanza che provoca psicosi. Senza una più profonda comprensione della natura dell’effetto dell’LSD, quindi, è difficile trarre qualsiasi chiara conclusione dal materiale pubblicato. La valutazione del potenziale terapeutico della psicoterapia con LSD presenta molte difficoltà. Alcune di esse non sono specifiche della terapia coadiuvata con LSD, ma si riferiscono a qualsiasi tipo di psicoterapia o terapia psichiatrica in generale. Queste includono non solo le difficoltà riguardo l’accuratezza e l’affidabilità degli strumenti di misurazione, ma una mancanza di accordo sia su quali siano gli indicatori di base sia in cosa consista il cambiamento terapeutico. Quegli autori che limitano i loro sforzi agli approcci sintomatici tendono ad enfatizzare la riduzione delle difficoltà emotive e psicosomatiche come maggior criterio di progresso terapeutico. Quelli che sono più orientati dinamicamente, preferiscono focalizzare la capacità del paziente di risolvere conflitti e problemi della vita e la qualità delle relazioni interpersonali. Alcuni autori valutano indici più oggettivi ma meno specifici, come cambiamenti in certi parametri psicofisiologici o biochimici. Ciò è ulteriormente complicato da criteri che riflettono alcuni valori della società contemporanea, come il reddito, i traguardi professionali, o una corretta sistemazione residenziale. Le difficoltà nella valutazione dei risultati psicoterapeutici, sono illustrate dal fatto che ricercatori della levatura di Eysenck affermano che non esiste nessuna evidenza scientifica sull’efficacia terapeutica di qualsiasi psicoterapia di orientamento psicoanalitico (25). La valutazione della psicoterapia con LSD presenta molti problemi aggiuntivi di natura più specifica. Questa modalità di trattamento implica molto di più che la sola somministrazione di una potente sostanza psicoattiva; è un complesso processo che è criticamente dipendente da molte variabili esterne alla sostanza. La personalità e l’approccio del terapeuta ed una varietà di fattori legati al set e al setting, devono essere considerati parti integranti del processo di trattamento. Nel passato, molti autori 344 si avvicinavano alla terapia con LSD semplicemente come ad una chemioterapia, aspettandosi risultati terapeutici esclusivamente dalla somministrazione della sostanza senza riguardo per tutti gli altri fattori extrafarmacologici coinvolti. Altri che avevano diversi gradi di comprensione della complessità del processo, prendevano in considerazione l’importanza della psicoterapia che precede, accompagna e segue le sedute con la sostanza. Sfortunatamente, gran parte dei resoconti clinici sulla terapia con LSD, non forniscono sufficienti informazioni sul grado e la qualità dell’attenzione psicoterapeutica coinvolta. Nel discutere i risultati terapeutici raggiunti con l’impiego dell’LSD, è essenziale capire che la sostanza può fare emergere il materiale inconscio; la riuscita della terapia dipende dal modo in cui questo materiale è affrontato ed integrato. Non c’è nulla di benefico o nocivo nell’effetto della sostanza di per sé. Lo stato mentale ed il livello di consapevolezza del terapeuta, sono una importante variabile nel processo di cura. La sua abilità a mantenersi calmo nel confronto con straordinarie esperienze ed emozioni insolitamente intense, ed il grado di apertura mentale e tolleranza, mantenute rispetto all’intero spettro dei fenomeni psichedelici, sono fattori critici per il buon esito terapeutico. Il ruolo del terapeuta nel processo è così vitale che gli è impossibile stendere una valutazione oggettiva dell’efficacia della psicoterapia con LSD senza aver criticamente stimato il suo ruolo in essa. Per questa ragione, la preparazione specialistica del terapeuta, che abbraccia esperienze dirette, di prima mano degli stati psichedelici di coscienza, è un elemento importante nella psicoterapia con LSD. È più facile per i terapeuti con LSD tollerare, incoraggiare ed apprezzare certe insolite esperienze di natura perinatale o transpersonale che hanno valore terapeutico, se si sono positivamente confrontati con esse nelle proprie sedute psichedeliche. La valutazione dei risultati della terapia psichedelica, è ulteriormente complicata dal fatto che il miglioramento clinico è di frequente associato con profondi cambiamenti della strategia di vita, della visione scientifica e filosofica del mondo e della gerarchia di fondo dei valori. L’alleviamento di gravi sintomi 345 psicopatologici può essere accompagnato da una perdita di interesse circa la corsa al potere, alla reputazione e alla posizione sociale. Un orientamento verso la competizione ed il successo, può essere sostituito da uno teso verso il massimo benessere al minimo costo di energia e di sforzo. Gli individui prima pragmatici e materialisti, possono sviluppare un profondo interesse circa l’aspetto spirituale dell’esistenza. Una tendenza a controllare e dominare le altre persone e la natura, potrebbe essere sostituita da interessi verso la cooperazione e l’ecologia. Uno psichiatra che considera l’attuale sistema di valori occidentale, fondato sull’ambizione e la competizione, come naturale, sano, ed in definitiva obbligatorio, potrebbe considerare i suddetti cambiamenti in una cornice psicopatologica e descriverli come indicativi di mancanza di iniziativa, perdita di interesse verso traguardi socialmente desiderabili, o anche come lo sviluppo di un sistema psicotico illusorio. Ciò può essere illustrato da un episodio che si verificò durante la mia lezione alla Scuola di Medicina dell’Università di Harvard nel 1968, dopo che avevo descritto i sensazionali miglioramenti clinici che avevo osservato in molti dei miei pazienti durante la psicoterapia con LSD. Questi cambiamenti seguivano ad esperienze di morte-rinascita, a sensazioni di unità con l’intero universo, ed a vari fenomeni transpersonali. Nella discussione, uno dei partecipanti propose l’interpretazione che la condizione precedentemente nevrotica dei pazienti, fosse cambiata in psicosi, dato che ora mostravano interesse verso esperienze spirituali, prendevano in considerazione la possibilità della reincarnazione, ed erano profondamente interessati allo yoga e alla meditazione. Al momento, la situazione nel mondo è piuttosto differente da quella che era negli anni settanta del Novecento. Le limitazioni ed i pericoli del sistema di valori occidentali, sono ora manifesti. La critica dell’orientamento unidirezionale verso la crescita industriale illimitata viene da molte direzioni diverse; il fallimento delle politiche della competizione e della tecnocrazia sta iniziando ad oscurarne i successi, e la coscienza ecologica sta prendendo terreno alla luce dell’incombente disastro ambientale. I principî della sanità mentale cambiano rapidamente; secondo 346 Abraham Maslow ed altri psicologi umanisti e transpersonali, i sentimenti di unione con l’universo o altre esperienze mistiche non richiedono di essere definiti fenomeni psicopatologici. Possono verificarsi in individui sani e conducono alla realizzazione e consapevolezza di sé. I sistemi orientali di pensiero e le pratiche spirituali, stanno attirando un numero crescente di individui maturi e beneducati, che non possono essere liquidati come schizofrenici. La psicologia transpersonale recentemente sviluppata, rappresenta un tentativo di integrare la spiritualità ed il misticismo con la moderna psicologia e psichiatria; verso di essa si orientano sempre più numerosi professionisti. Molti fisici teorici stanno giungendo alla conclusione che la visione mistica del mondo è compatibile con le implicazioni filosofiche della scienza moderna, in particolar modo con la teoria della relatività e la fisica quantistica 1. È pensabile – se la tendenza presente continuerà – che l’opposizione al misticismo sarà nel prossimo futuro considerata come un momento di retroguardia dell’evoluzione culturale. Al momento, tuttavia, la teoria e la pratica della psicologia e della psichiatria tradizionali, sono basate sul modello meccanicistico newtoniano dell’Universo e sulla dicotomia cartesiana tra mente e corpo. La congruenza percettiva e cognitiva con la visione del mondo newtoniana-cartesiana e l’accordo con l’attuale sistema di valori occidentali, sono usati come criteri di sanità mentale. Questo fatto non può essere ignorato nella valutazione dei risultati della terapia psichedelica. Perciò presenterò la mia personale visione del potenziale della psicoterapia con LSD, piuttosto che una sinossi della letteratura clinica sull’argomento. Sebbene occasionalmente farò riferimento al lavoro d’altri, le affermazioni che seguiranno vanno inquadrate nel contesto della filosofia e della pratica terapeutica descritti in questo volume. In generale, la psicoterapia con LSD è indicata per quelle afflizioni che hanno una base psicologica piuttosto che organica, e sono il risultato dell’apprendimento nell’accezione più vasta. Ciò non significa escludere i disordini con evidenti manifestazioni fisiche, a condizione che i fattori psicogeni abbiano giocato 347 un ruolo importante nel loro sviluppo. Questa indicazione per la terapia psichedelica è piuttosto ampia e lascia molto spazio per la sperimentazione terapeutica individuale. Se un certo disturbo è considerato psicogeno o somatogeno dipende dal livello di sviluppo della scienza medica in generale e dal grado di comprensione della specifica malattia in particolare. Dato che il giudizio medico concernente la natura e la genesi dei diversi disordini è raramente unanime, la diagnosi di un problema come funzionale o organico rifletterà quasi sempre la filosofia personale del clinico. Ci sono condizioni per le quali l’accordo tra i ricercatori sarà molto alto. I fattori psicologici sono chiaramente di grande importanza nella genesi delle varie psiconevrosi, come l’ansia o la conversione isterica o le nevrosi ossessivo-compulsive. Parimenti, nei disordini del carattere, nell’alcolismo, nella dipendenza da droghe ed in varie disfunzioni e deviazioni sessuali, la componente psicogena sembra indubitabile. L’asma bronchiale, l’ulcera peptica, la psoriasi e la colite ulcerosa, sono tradizionalmente considerate di origine psicosomatica. I giudizi dei clinici circa il rapporto tra fattori psicogeni e somatogeni nelle depressioni, negli stati psicotici borderline e nelle cosiddette psicosi endogene come la schizofrenia e le malattie maniaco-depressive, variano considerevolmente. In alcuni casi solo una minoranza di ricercatori considera i fattori psicologici di rilievo; il cancro e le malattie del tessuto connettivo sono esempi di ciò. Fortunatamente, la natura della reazione all’LSD sembra offrire aiuto nei casi in cui il terapeuta è dubbioso. Una o due sedute psichedeliche di esplorazione renderanno chiaro se il disordine ha una importante componente psicologica o non ne ha. I sintomi emotivi e fisici di origine psicogena tendono ad essere accentuati dall’effetto dell’LSD, ed il contenuto dell’esperienza psichedelica porterà intuizioni rilevanti sulle radici psicodinamiche, perinatali e transpersonali dei problemi. Durante le esperienze iniziali, il paziente ha anche una chiara percezione delle possibilità di modificare il disturbo con il lavoro psicoterapeutico nelle sedute con LSD. Come ho menzionato prima, uno degli aspetti più rimarchevoli dell’effetto dell’LSD, è la sua capacità di individuare le strutture dinamiche dotate di una 348 intensa carica emotiva e di farle emergere alla coscienza, rendendole disponibili all’analisi introspettiva ed alla elaborazione. Sebbene la psicoterapia con LSD possa essere di beneficio su un ampio spettro di disordini emotivi e psicosomatici, non dovrebbe essere considerata una panacea psichiatrica di facile portata. È una procedura altamente esigente e specialistica, e richiede una rigorosa preparazione del terapeuta. Il decorso del trattamento con LSD non fila sempre in modo liscio e sicuro, e la sua riuscita non è sempre prevedibile e soddisfacente. Ci sono pazienti che abbisognano di un gran numero di sedute con LSD, e per i quali il progresso terapeutico è lento e doloroso. Per motivi che sono ancora scarsamente compresi, c’è una percentuale di individui gravemente disturbati, che mostrano un miglioramento terapeutico molto ristretto nonostante il gran numero di sedute psichedeliche ed un grande investimento di tempo ed energia. In altri, il processo non è limitato al periodo dell’azione farmacologia della sostanza e gli intervalli tra le sedute sono difficili o addirittura potenzialmente pericolosi. Le condizioni cliniche nelle quali la psicoterapia con LSD si è dimostrata soddisfacente si possono dividere in quattro categorie: 1) depressioni, nevrosi e sintomi psicosomatici; 2) alcolismo, dipendenza da droga, disordini del carattere e deviazioni sessuali; 3) stati borderline e psicosi endogene; 4 ) sofferenza emotiva e fisica dei morenti, in particolar modo dei malati di cancro. DEPRESSIONI NEVROSI E SINTOMI PSICOSOMATICI In generale, meno grave è il problema clinico, più rapido è l’esito favorevole. I migliori candidati per la psicoterapia con LSD sembrano essere i soggetti che hanno un buon intelletto ed un adeguato adattamento interpersonale e professionale, ma mancano del gusto della vita e non sanno attribuirle un significato. Sebbene appaiano adattati in base ai canoni della società che li circonda, non possono coincidere con i loro traguardi e 349 goderseli. Questi sintomi potrebbero rientrare nella categoria di ciò che Victor Frankl definisce depressione noogenica. Una singola seduta psichedelica ad alto dosaggio è di solito sufficiente per cambiare la situazione in maniera sensazionale. L’accentuazione selettiva degli aspetti negativi del mondo e di una filosofia pessimistica dell’esistenza associata a questa condizione, può essere eliminata nel giro di poche ore. Questi individui prima quasidepressi, ritornano da una seduta con LSD integrata, con uno stato d’animo elevato, un gioioso apprezzamento dell’esistenza, una accresciuta stima e accettazione di sé, ed una maggiore disponibilità per significative relazioni umane. La loro vita interiore è arricchita, sono più aperti, e mostrano un accresciuta considerazione per la bellezza della natura e dell’arte. Inoltre, molti di loro sono capaci di applicare le intuizioni avute nelle sedute psichedeliche in modo creativo. Diverse forme di depressione sembrano rispondere insolitamente bene alla psicoterapia con LSD. In generale, la depressione è un sintomo psichiatrico molto variabile, che mostra grandi fluttuazione anche senza un qualsiasi specifico trattamento. Due differenti tipi di cambiamenti della depressione possono verificarsi come risultato di sedute psichedeliche, ed è importante distinguerli. Una singola seduta con LSD, ben risolta ed integrata, può eliminare la depressione clinica, in alcuni casi anche profonda, che è durata per mesi. Tuttavia, ciò non significa che la depressione è stata definitivamente curata e non possa ritornare; il paziente potrebbe avere una ricaduta come risultato di vari fattori psicologici o fisiologici. Questo può essere meglio illustrato dall’influenza dell’LSD sulle cosiddette depressioni periodiche. Un paziente che soffre di questo disturbo ha attacchi regolari di depressione che seguono uno schema piuttosto rigido, in termini di comparsa di sintomi in certi periodi dell’anno e di durata specifica degli episodi. Una singola somministrazione di LSD può di frequente porre termine ad una profonda depressione periodica, che in base all’usuale schema sarebbe durata molte settimane o mesi. Tuttavia, ciò non modifica necessariamente il corso generale del disturbo, ed il successivo episodio di depressione potrebbe comparire 350 al solito momento e durare il periodo di tempo previsto. Un lavoro sistematico in sedute successive con LSD è necessario per modificare la complessa struttura dinamica sottostante ed influenzare lo schema complessivo della malattia. Molti disordini nevrotici tendono a rispondere bene alla psicoterapia con LSD; tuttavia, anche con il potente effetto catalizzatore della sostanza, è preferibile non aspettarsi guarigioni lampo e prodigi terapeutici. Le varie psiconevrosi richiedono sedute psichedeliche nel lungo periodo. In generale, gran parte degli autori sembrano concordare che la prognosi è migliore in quei casi in cui l’ansia e la depressione sono componenti importanti. I pazienti psichiatrici che soffrono di nevrosi d’ansia o di ansia fluttuante, così come quelli la cui ansia è circoscritta nella forma di varie fobie, rispondono bene al trattamento psichedelico. La conversione isterica di solito presenta maggiori difficoltà, ma la terapia con LSD ha di frequente successo con questo disordine. Come nella psicoanalisi classica, l’ansia e l’isteria di conversione potrebbero presentare specifici problemi in termini di transfert e controtransfert. Le nevrosi monosintomatiche non sono necessariamente più semplici da trattare di quelle che presentano un quadro clinico ricco, ramificato e complicato. Di frequente, un singolo sintomo condensa problemi aventi origine in differenti aree e livelli del paziente, ed un gran numero di sedute con LSD potrebbero essere necessarie per risolverlo. Sebbene il successo nel trattamento di nevrotici ossessivo-complusivi sia stato occasionalmente registrato 2, nella mia esperienza sembrano avere la più sfavorevole prognosi fra tutte le categorie di pazienti. Gli stati ossessivo-compulsivi meno debilitanti, sono stati influenzati con successo da una sistematica terapia con LSD di lungo periodo, ma i casi gravi di questa categoria fanno parte dei nostri fallimenti. Solitamente dosaggi più alti devono essere usati per superare le massicce resistenze di questi pazienti e un gran numero di sedute è necessario per un qualsiasi progresso terapeutico. Tuttavia, è ipotizzabile che questi fallimenti terapeutici riflettano la nostra limitata comprensione ed una tecnica inadeguata, piuttosto che un aspetto intrinseco di questo disturbo emotivo. Il fatto che le resistenze di questi pazienti 351 siano collegate al problema del controllo dello sfintere anale, potrebbe essere una delle variabili importanti. Nevrosi da trauma emotivo dipendenti da singoli traumi oggettivi, come situazioni di guerra, catastrofi naturali o incidenti di massa, sono state nel passato la principale indicazione per la terapia abreativa coadiuvata da sostanza (narcoanalisi) o interventi ipnotici (ipnoanalisi). L’LSD può essere usato con grande successo per questi disordini a ragione delle sue eccezionali proprietà come agente abreativo. Una singola seduta con LSD ad alto dosaggio può di frequente alleviare o rimuovere sintomi molto debilitanti in questi casi. Occasionalmente, è possibile usare lo stesso approccio in casi dove l’effetto traumatico era prolungato e cronico. Menzioneremo in questo contesto un eccezionale programma con LSD per le vittime del regime nazista condotto da A. Bastians ed il suo team all’Università di Leiden in Olanda. Questi ricercatori hanno ottenuto successo nel lavorare sulle conseguenze traumatiche postume dell’incarcerazione, in persone che erano state internate nei campi di concentramento (la cosiddetta “ sindrome da campo di concentramento”) (7). Il comportamento sessuale può essere profondamente influenzati dall’azione dell’LSD. L’intensità, profondità e pienezza dell’orgasmo sessuale e la facilità con cui si verifica, sembrano essere legati al processo di abbandono delle difese psicologiche. Molti problemi in questa area possono essere rintracciati nella confusione inconscia tra lo schema dell’orgasmo genitale e quello del totale rilascio fisico che caratterizza l’orgasmo della nascita. Come i soggetti sotto LSD apprendono a lasciarsi andare nel processo di morte-rinascita, la loro capacità nel raggiungere l’orgasmo aumenta considerevolmente; questo miglioramento delle esperienze sessuali può essere osservato sia nei maschi che nelle femmine. In quegli individui che non hanno più specifici sintomi psicopatologici, lo stesso effetto può di solito essere osservato dopo uno o più esperienze psichedeliche ad alto dosaggio. Le nevrosi sessuali, come la frigidità, gli spasmi vaginali (vaginismo), dolore genitale durante il rapporto, impotenza ed eiaculazione precoce, di frequente rispondono bene alla psicoterapia con LSD; tuttavia, un trattamento efficace di 352 questi disturbi di solito richiede somministrazioni in serie della sostanza ed esperienze di confronto con le radici dei disordini a livello perinatale. Una ampia gamma di problemi fisici psicogeni sono stati favorevolmente influenzati dalla psicoterapia con LSD; questo si applica anche alle manifestazioni organo-nevrotiche, sintomi che hanno la struttura dinamica delle conversioni isteriche o pregenitali, e alle malattie psicosomatiche. Condizioni dolorose di vario tipo, come ordinari mal di testa o emicranie, crampi mestruali, spasmi gastrici o intestinali, dolori ai muscoli del collo o nell’area lombare, ed anche dolori artritici senza una base organica individuabile, possono essere rintracciati fin nelle loro origini e penetrati nel corso della terapia con LSD. I disturbi nevrotici di vari organi, come disfunzione cardiaca, difficoltà gastrica, difficoltà respiratorie, sudorazione eccessiva, tremori muscolari, costipazione o diarrea, ed irregolarità mestruali, spesso scompaiono nel corso del trattamento con LSD. Il miglioramento della miopia – al quale proprio non pensavamo – che si verificò come inaspettato effetto collaterale durante la psicoterapia con LSD di due pazienti nevrotici a Praga, suggerisce che in alcune forme di questo disturbo, c’è una componente psicogena della tensione muscolare che può essere risolta con il trattamento psichedelico. Le conversioni pregenitali, come l’asma psicogena, diversi tic muscolari e la balbuzie, che sono di solito relativamente resistenti alla terapia con LSD, potrebbero essere legate ad una sottostante struttura della personalità ossessivo-compulsiva. Comunque, la situazione non è disperata, ed i pazienti con questi disordini sono stati in alcuni casi trattati con successo con sedute in serie di LSD. Una indicazione di particolare interesse per la psicoterapia con LSD sembra essere la psoriasi; miglioramenti sensazionali anche in casi gravi, sono stati registrati da molti gruppi terapeutici. La scomparsa di vari disturbi della pelle, in particolar modo di vari eczemi, sono osservazioni piuttosto comuni nel trattamento psichedelico. In alcuni pazienti, la psicoterapia con LSD può condurre ad un miglioramento eccezionale di certi problemi fisici recalcitranti che sono tradizionalmente considerati di natura organica; alcune 353 infezioni croniche come cistite, bronchite e sinusite, ne sono esempi. Un possibile meccanismo terapeutico è suggerito dal fatto che certi cambiamenti fisici seguono immediatamente alla risoluzione e all’integrazione di una gestalt psicologica nella quale l’area corrispondente è significativamente coinvolta. L’esperienza di Tanya – che verrà descritta in un paragrafo successivo –può essere menzionata come esempio di ciò. Questo suggerisce che l’agente infettivo è solo un elemento nello sviluppo e nella perpetuazione della condizione, e probabilmente anche di secondaria importanza. Una fattore molto più rilevante sembra essere la diminuzione di vitalità dell’organo o del tessuto, che spiega l’inefficace difesa contro l’invasione batterica. Non è difficile riscontrare come i fattori psicologici possano giocare un ruolo importante in questa situazione. Uno dei meccanismi possibili potrebbe essere, per esempio, la costrizione psicogena dei vasi afferenti che provocano un limitato afflusso di sangue e riducono le risorse immunobiologiche dell’area afflitta. È interessante che durante la seduta precedente il miglioramento clinico di un problema fisico di questo tipo, i soggetti di solito riferiscono che un blocco è stato rimosso ed il flusso libero di sangue ed energia ristabilito nell’area afflitta. Ciò è tipicamente associato ad una sensazione rinvigorente di piacevole calore, e sensazioni di formicolio. ALCOLISMO TOSSICODIPENDENZA DISORDINI DEL CARATTERE E DEVIAZIONI SESSUALI Molti dei disturbi emotivi e psicosomatici descritti precedentemente sono, in linea di massima, nel raggio di intervento della psicoterapia tradizionale di orientamento psicoanalitico. L’uso dell’LSD come coadiuvo in questi casi, intensifica, approfondisce ed accelera il processo terapeutico. Tuttavia, la psicoterapia con LSD può essere applicata con successo in alcune categorie diagnostiche che sono fuori dalla portata dell’usuale psicoterapia 354 dinamica. Studi clinici sulla terapia psichedelica hanno registrato risultati vistosi negli alcolisti cronici. Sfortunatamente, nella maggior parte di essi la valutazione era basata sulle impressioni cliniche. Come molti risultati riportati nella letteratura psicoanalitica, questi sono aperti al dubbio ed alla critica, dal punto di vista di una rigorosa metodologia di ricerca. In un ampio e controllato studio condotto dal nostro gruppo al Centro di Ricerca Psichiatrica del Maryland, a 135 alcoolisti ricoverati furono casualmente somministrati o alti dosaggi (450 microgrammi) o bassi dosaggi (50 microgrammi) nel trattamento con LSD. Dopo sei mesi, una stima indipendente dal team, valutò il 53 % del gruppo ad alto dosaggio come “essenzialmente riabilitato”, a confronto del 33 % del gruppo a basso dosaggio. In termini statistici questa differenza aveva solo cinque possibilità su cento di essere casuale. La differenza tra gruppi ad alto e basso dosaggio non era più così grande dopo diciotto mesi, con il 54 % per i pazienti ad alto dosaggio considerata fortemente migliorata, contro il 47 % dei pazienti a basso dosaggio. I risultati complessivi di questo studio furono piuttosto impressionanti, considerando che i pazienti erano volontari selezionati tra i componenti dell’Unità di Riabilitazione Alcolisti di un ospedale psichiatrico dello Stato, e molti di essi ebbero solo una seduta ad alto dosaggio di LSD e molte ore di psicoterapia “normale”, prima ed in seguito ad essa. Una inaspettata scoperta della ricerca, fu il vistoso miglioramento in alcuni pazienti nel gruppo di controllo che presero solo 50 microgrammi di LSD, a confronto dei 450 microgrammi del gruppo sperimentale. Nel nostro progetto iniziale il dosaggio di 50 microgrammi era considerato essere un placebo attivo, essendone l’effetto terapeutico trascurabile. In realtà, molti pazienti nel gruppo a basso dosaggio ebbero esperienze piuttosto significative, mentre pochi individui nella categoria ad alto dosaggio ebbero sedute psichedeliche tranquille. Il lettore interessato troverà una più dettagliata descrizione di questo studio nello scritto del gruppo di Spring Grove intitolato The Experimental Use of Psychedelic (LSD) Psychotherapy (77). Questi risultati del team di Spring Grove sono in netto contrasto 355 con il risultato di un esteso studio controllato condotto da Ludwig, Levine e Stark (59) all’Ospedale dello Stato di Mendola in Madison, Wisconsin. Gli autori assegnarono casualmente 176 pazienti alcolisti, che si erano volontariamente offerti per questo progetto, ad uno dei seguenti quattro gruppi : 1. “terapia psichedelica” con LSD 2. trattamento ipnodelico con LSD 3. semplice somministrazione di LSD 4. nessuna specifica terapia (terapia milieu). Inoltre, a metà di ciascun gruppo fu offerta medicazione con Antabuse (Disulfiram) dopo il completamento dell’esperimento. I risultati di questo studio furono negativi: gli autori non trovarono differenze significative tra i gruppi, e la percentuale complessiva di remissione fu estremamente bassa. Dopo sei mesi tra il 70 ed 80% dei pazienti in tutte le categorie aveva ripreso a bere, e dopo un anno questo numero spaziava tra l’80% ed il 90 %. Anche la somministrazione dell’Antabuse, non sortì alcun effetto in questo contesto. Lo studio seguiva così bene i criteri formali della ricerca medica, che ricevette il riconoscimento Hoffheimer dalla Associazione Psichiatrica Americana. Per questa ragione i risultati negativi di questo progetto meritano una speciale attenzione; possono essere usati per dimostrare alcuni dei principî di base enfatizzati in questo libro. In ciò che segue, mi riferirò ad una critica incisiva che Charles Savage presentò nel marzo del 1971 all’incontro dello staff del Centro di Ricerca Psichiatrica del Maryland, di cui era direttore associato. Mise in rilievo che in questo studio potevano essere individuate molte gravi mancanze e che solo in superficie sembrava essere metodologicamente accurato e meticolosamente progettato. Nel passato, affermazioni di un rapido successo terapeutico nell’alcolismo erano state fatte solo per il modello psichedelico; nessun terapeuta dell’LSD, ha mai indicato che una seduta psicolitica con LSD potesse avere un profondo effetto sui pazienti alcolisti. Ludwig ed i suoi collaboratori avevano familiarità con la terapia psichedelica, come è evidente dall’accurata definizione data nel loro libro. Tuttavia, nello studio vero e proprio rigettarono il modello psichedelico, mentre invece pretendevano 356 di testarlo, e trascurarono molti degli elementi che i terapeuti psichedelici considerano vincolanti per il successo terapeutico. I terapeuti coinvolti in questo progetto erano tredici psichiatri interni dell’ospedale di Stato che non erano ‘impegnati’ nella ricerca, ma che la seguivano come attività marginale. Nessuno di essi aveva personalmente esplorato lo stato psichedelico o ipnotico; non avevano esperienza né della terapia con LSD né dell’ipnoterapia ed avevano solo una superficiale “preparazioneintensiva” su ambedue. La preparazione per la seduta con LSD era limitata ad una seduta di due ore, metà della quale trascorsa in misurazioni della suggestionabilità. La giustificazione a posteriori che gli autori diedero per questa drastica condensazione del lavoro preparatorio, fu che nessuno dei pazienti divenne psicotico. Questo fatto potrebbe essere usato come esempio della sicurezza dell’LSD, ma sicuramente non prova che la procedura fosse adeguata agli scopi terapeutici. Sebbene i dosaggi che utilizzarono erano in un raggio più ristretto di quelli usati nella terapia psichedelica, (3 microgrammi per kg), l’approccio era essenzialmente psicolitico. Vi era una continua comunicazione verbale, che è noto aumenta la resistenza del paziente ed interferisce con la regressione profonda. I terapeuti assistevano i pazienti per sole tre ore della seduta e li lasciavano soli per le restanti ore d’azione della sostanza. Le esperienze mistiche che sono considerate di massima importanza nel modello psichedelico erano riferite da solo l’8% dei pazienti, se comparato al 78% della ricerca a Spring Grove. Charles Savage concluse che il progetto rifletteva un forte pregiudizio degli autori. Nel momento in cui l’LSD era popolare, Levine e Ludwig (58) riportarono risultati positivi usando la tecnica ipnodelica con i tossicomani, un gruppo generalmente molto più difficile da trattare degli alcolisti. Quando l’LSD era caduto in disgrazia ed i risultati positivi erano divenuti politicamente imprudenti, ricavarono risultati negativi. Inconsapevolmente o consapevolmente, inserirono nella loro ricerca un numero di elementi antiterapeutici che ne garantirono il fallimento. L’impiego di terapeuti senza esperienza e motivazioni, una lacunosa preparazione, orientamento antimistico, la violazione delle regole di 357 fondo della terapia psichedelica, ed una cruciale mancanza di assistenza umana e di attenzione, possono essere menzionati qui come elementi importanti. L’LSD può nel modo migliore essere descritto come un facilitatore; nel loro studio sembra aver agevolato la mediocrità, tuttavia brillantemente descritta con raffinate tecniche statistiche. Sulla base degli incoraggianti risultati con gli alcolisti, il team del Centro di Ricerca Psichiatrica del Maryland portò avanti una ricerca di psicoterapia con LSD con gli eroinomani. I volontari per questo programma erano tossicodipendenti maschi che scontavano la pena negli istituti di correzione del Maryland, la maggior parte dei quali erano ladri, rapinatori ed implicati nel traffico illegale di stupefacenti. Gli interessati ebbero una udienza presso il Consiglio per il rilascio e la libertà vigilata. Solo gli individui a cui fu concessa la libertà sulla parola, furono accettati nel programma di ricerca. Una metà dei volontari seguì una seduta psichedelica ad alto dosaggio dopo una media di ventitre ore di preparazione psicologica, mentre l’altra metà prese parte ad un programma di terapia senza uso di sostanza alla clinica per esterni, che ebbe la stessa durata. L’assegnazione ai gruppi sperimentali e a quelli di controllo fu fatta su base casuale. Ad ambedue i gruppi fu richiesto di rimanere in contatto con la clinica esterna dopo il trattamento e fornire campioni di urine per l’analisi chimica. I risultati di questo programma di trattamento sperimentale furono relazionati da due membri del gruppo di Spring Grove, Charles Savage e Lee McCabe (93). Undici dei trentaquattro pazienti nel gruppo dell’LSD non ritornarono ad usare narcotici durante i sei mesi successivi al trattamento, mentre solo un soggetto del gruppo di controllo mostrò un miglioramento comparabile. Ad un anno, otto pazienti dell’LSD erano ancora disintossicati a confronto di zero nel gruppo di controllo. Sebbene in termini assoluti questo non rappresenti un risultato sensazionale, deve essere considerato un risultato molto promettente per una categoria così difficile di pazienti. Studi sulle conseguenze di breve periodo nella dipendenza da narcotici indicavano che il 94-97% dei pazienti ricominciavano a drogarsi nel giro di poche settimane nonostante i trattamenti convenzionali. 358 Un aspetto della terapia psichedelica con gli alcolisti e gli eroinomani merita una nota particolare. Mentre il trattamento positivo dei disturbi psiconevrotici e psicosomatici di solito richiede una intera serie di sedute psichedeliche, in queste due categorie, miglioramenti piuttosto sorprendenti potevano essere osservati dopo una singola esperienza con l’LSD. È stato detto precedentemente che questo potrebbe essere collegato alla facilità con cui molti alcolisti e tossicodipendenti raggiungono stati trascendentali della mente. Nel programma di Spring Grove, il numero di sedute per paziente fu limitato dal progetto di ricerca. Tutti gli eroinomani e la maggior parte degli alcolisti parteciparono ad una sola seduta con LSD; alcuni pazienti alcolisti ne fecero due o eccezionalmente tre. C’è ragione di credere che risultati clinici migliori si sarebbero potuti raggiungere se il progetto di ricerca fosse stato meno rigido. Nella situazione che ho vissuto a Praga, più libera da vincoli, dove era possibile somministrare sedute in serie con LSD senza alcuna limitazione, osservammo in molti casi non solo una duratura astinenza, ma una profonda ristrutturazione della personalità degli alcolisti o dei tossici. Menziono ora una categoria di pazienti con prognosi difficile. Individui con tendenze asociali, antisociali e criminali, possano beneficiare del trattamento con LSD. Molti aspetti del processo psichedelico rendono possibile ottenere risultati positivi con questi soggetti. Il più serio ostacolo per una efficace psicoterapia degli individui sociopatici in condizioni normali è la loro incapacità a formare, sviluppare e mantenere delle relazioni. Questo interferisce significativamente con il processo di trattamento, dato che un forte collegamento emotivo con il terapeuta è considerato un importante elemento di cambiamento tera- peutico. È noto che durante la psicoanalisi solo la condivisione di materiale personale intimo tende a portare allo sviluppo di una relazione di transfert. Questo fattore è molto più potente nella terapia psichedelica; partecipare semplicemente con un atteggiamento comprensivo e di sostegno alle sedute di una persona creerà automaticamente un forte legame emotivo. Questo legame può essere positivo, negativo o ambivalente, ma il paziente non può facilmente evitare ogni tipo di risposta. Sebbene questo sia 359 solo un prerequisito per l’efficacia della terapia e non necessariamente un elemento terapeutico di per se, è una condizione essenziale per il trattamento positivo di individui con tratti sociopatici. Inoltre, l’esperienza con LSD fornisce canali efficaci per la scarica e l’integrazione di enormi quantità di sentimenti aggressivi e distruttivi che sono alla radice delle azioni antisociali. L’accesso all’esperienza trascendentale ed il collegamento con il sistema di metavalori, sembra essere anche più importante in questo contesto. Come risultato, il comportamento criminale è spesso estrapolato dal ristretto contesto della rivolta contro la società e può improvvisamente essere visto come una violazione dell’ordine cosmico. Molti terapeuti dell’LSD occasionalmente descrissero buoni risultati, in pazienti singoli con tendenze antisociali, nel contesto di più ampi studi clinici comprendenti un esteso raggio di categorie diagnostiche. In molti casi, i ricercatori condussero studi specifici concentrati sulla popolazione criminale ed antisociale. Arendsen-Hein (4) trattarono ventuno gravi criminali psicopatici con sedute regolari di LSD usando dosaggi di 50-450 microgrammi. Dopo un periodo dalle dieci alle dodici settimane di terapia, dodici risultarono clinicamente migliorati e due vistosamente migliorati. Nei primi anni sessanta, un team di psicologi di Harvard alla cui guida c’era Timothy Leary iniziò un programma di ricerca di terapia psichedelica con recidivi, alla Prigione dello Stato di Concord nel Massachusetts ( 55). La sostanza impiegata in questo progetto non era l’LSD, ma un suo parente stretto, la psilocibina, il principio attivo psichedelico dal fungo sacro Messicano Psilocybe mexicana. L’aspetto sorprendente della ricerca fu che gli psicologi presero la sostanza insieme agli imputati, sebbene una “base di controllo” sobria e la supervisione psichiatrica furono sempre presenti. Il risultato di questo studio, nel quale si ebbero circa duecento sedute psichedeliche con uomini incarcerati a causa dei loro comportamenti antisociali, fu una significativa riduzione del coinvolgimento in nuovi crimini del gruppo che aveva avuto esperienze con la psilocibina. Molti anni dopo, Walter Huston Clark portò avanti uno studio informale successivo, con risultati 360 impressionanti. Almeno un tentativo interessante è stato fatto per integrare la terapia con LSD in un complesso regime terapeutico sotto condizioni di massima sicurezza. I risultati di questo esperimento condotto nella Divisione di Massima Sicurezza al Centro di Salute Mentale a Penetanguishene, Ontario, è stato descritto da G. J. Maier, D. L. Tate, e B. D. Paris (61). Risultati clinici favorevoli sono stati riscontrati in pazienti con varie anomalie sessuali che sono di solito intrattabili con la psicoterapia convenzionale o la terapia in generale. Tra di essi, gli individui che mostravano tendenze sadiche e masochistiche sembrano avere la prognosi più favorevole. Non appena il processo psichedelico raggiunge il livello perinatale, potenti canali diventano accessibili per la scarica e l’integrazione di enormi quantità di impulsi aggressivi e autodistruttivi. Le esperienze delle sequenze di morte-rinascita offrono opportunità eccezionali per la risoluzione dell’intimo legame perinatale tra la sessualità e l’aggressività che è alla radice del sadomasochismo. Altre deviazioni sessuali che rispondono alla terapia psichedelica, comprendono il feticismo, l’esibizionismo e la coprofilia. Sebbene risultati favorevoli siano stati occasionalmente riportati per l’omosessualità maschile e femminile, è difficile fare qualsiasi affermazione generalizzata in questa area a causa della eterogeneità e complessità dei problemi implicati. La prognosi dei pazienti in questa categoria è criticamente dipendente dalla natura del loro problema, dal proprio atteggiamento verso il loro comportamento sessuale e dalla motivazione per la terapia. Ci si può attendere una positiva riuscita solo quando l’individuo considera la deviazione come un problema: ha un forte conflitto intrapsichico su di essa, e mostra un interesse attivo al trattamento. Disturbi del carattere di vario genere, talvolta anche gravi e complicati, possono essere trattati mediante terapia con LSD, se è disponibile una struttura equipaggiata con personale qualificato. Solitamente, poche sedute di esplorazione forniranno al terapeuta una indicazione sufficiente per la prognosi. Nel corso della terapia con LSD di disordini del carattere che erano originariamente privi di sintomi, si può di frequente osservare 361 la manifestazione temporanea di vari sintomi nevrotici e psicosomatici negli intervalli liberi tra le sedute. STATI PSICOTICI BORDERLINE E PSICOSI ENDOGENE Pazienti psichiatrici borderline e con condizioni psicotiche manifeste, non devono essere esclusi necessariamente dalla terapia psichedelica. Sebbene le esperienze del trattamento di stati schizofrenici e di altri stati psicotici con LSD, siano piuttosto limitate, è possibile trarre alcune conclusioni generali. In linea di massima, le prognosi negli individui psicotici sembrano essere molto migliori che in certi nevrotici gravi, in particolare i pazienti ossessivo-compulsivi. Tuttavia, questa affermazione necessita una chiarificazione. Il lavoro con l’LSD rivolto ad individui gravemente disturbati è un processo molto impegnativo ed intenso, che richiede una speciale preparazione ed esperienza. Non dovrebbe essere tentato da nessuno che non abbia la sufficiente esperienza di sedute con LSD con individui “normali” e nevrotici. Gli intervalli tra le sedute possono essere caratterizzati da una sensazionale manifestazione ed intensificazione di vari sintomi psicotici. In alcune fasi critiche del processo psichedelico le esperienze interiori ed il comportamento del paziente, possono essere interamente concentrati sul terapeuta, nel senso di una “psicosi di transfert”. Una speciale unità di trattamento con personale qualificato ed una supervisione di 24 ore su 24 , è una necessità assoluta per questo impegno. Le radici più profonde della sintomatologia schizofrenica possono sempre essere rintracciate nelle varie matrici perinatali e nelle esperienze transpersonali negative. Un terapeuta che sta condividendo il complesso viaggio avviato nel paziente psicotico dall’LSD, deve rimanere saldo ed equilibrato durante l’intero processo, che potrebbe rivelarsi una sfrenata giostra, una montagna russa emotiva e concettuale. Data la sua importanza, non 362 solo per la terapia con LSD della schizofrenia, ma anche per la comprensione delle dinamiche della psicosi, descriverò questo processo mediante la storia di Milada. Milada era una psicologa di 38 anni che da molti anni soffriva di un complicato disturbo nevrotico comprendente una varietà di sintomi ossessivo-compulsivi, di nevrosi organiche e di conversione isteriche. Iniziò un sistematico trattamento psicoanalitico, ma quattro mesi dopo dovette essere ricoverata, in quanto aveva sviluppato acuti sintomi psicotici. Una parte importante della sua sintomatologia clinica era un delirante sistema erotomane. Milada era convinta che il suo capo fosse profondamente innamorato di lei e lei stessa provava un irresistibile amore ed attrazione sessuale nei suoi confronti. Sentiva che tra di loro esisteva una intesa erotica e spirituale, ben oltre la facciata della loro relazione sociale, che era molto formale. Alcune settimane dopo, cominciò ad avere l’allucinazione di sentire la voce del suo amante immaginario. In queste allucinazioni, lo udiva descrivere in dettaglio i sentimenti che provava per lei, prometterle una splendida vita futura da condividere e le dava consigli o specifici suggerimenti. Durante le ore serali e notturne Milada provava potenti sensazioni sessuali che interpretava come un rapporto a distanza, magicamente consumato con il suo “amante”. Sebbene nelle situazioni sessuali reali fosse sempre stata frigida, durante questi episodi provava orgasmi cosmici. Il ricovero di Milada si rese inevitabile quando iniziò ad agire sotto l’influenza delle sue illusioni ed allucinazioni. Un giorno, lasciò il marito, e provò ad entrare nell’appartamento del capo con i suoi bambini, ne nacque una colluttazione con la moglie. Disse che la sua “voce” le aveva detto che i divorzi erano stati sistemati e che ora potevano vivere insieme. Dopo molti mesi di trattamento farmacologico infruttuoso, tranquillanti e antidepressivi, accompagnato da psicoterapia individuale e di gruppo, fu selezionata per la terapia psicolitica con LSD. Dopo dodici sedute con LSD, i sintomi psicotici scomparvero completamente e Milada ebbe una piena comprensione riguardo il suo passato comportamento delirante. In circa trenta successive sedute, elaborò una varietà di complicati sintomi nevrotici e psicoso363 matici, rivivendo ricordi traumatici da differenti periodi della sua vita e riconducendo i suoi problemi attuali alle loro fonti emotive nella sua infelice infanzia. Molto tempo fu dedicato a dipanare la complicata situazione matrimoniale. Suo marito era crudele, insensibile e fisicamente offensivo; era emotivamente immerso nella rincorsa di una carriera politica e non le forniva alcun sostegno emotivo. Ambedue i loro bambini iniziavano a mostrare segni di gravi disturbi emotivi che richiedevano intervento terapeutico. Successivamente le sedute con LSD si spostarono nel registro perinatale e Milada sperimentò l’intero spettro delle esperienze del processo di morte-rinascita. Le emozioni e le sensazioni fisiche associate con il rivivere le sue difficoltà di nascita, durante la quale suo fratello gemello era morto, furono così abissali che definì queste sedute come un “Hiroshima psicologico”. Quando infine completò il processo di nascita e sperimentò la morte dell’ego, mi aspettavo un netto miglioramento, come era il caso di molti pazienti nevrotici. Invece, con mia grande sorpresa, fui testimone di una improvvisa e completa riapparizione della sintomatologia psicotica originaria – scomparsa da molti mesi. La sola differenza era che questa volta divenni io il bersaglio principale di tutti i fenomeni psicotici: nel processo della psicoterapia con LSD aveva sviluppato una psicosi di transfert. A questo punto Milada credeva di essere sotto la mia influenza ipnotica e si sentiva in costante rapporto con me, nelle sedute con LSD, così come negli intervalli liberi. Sperimentò uno scambio reciproco di pensieri ed anche di comunicazione verbale. Era interessante che in alcuni di questi colloqui allucinati noi “continuavamo la psicoterapia”. Milada “discusse” vari aspetti della sua vita con me ed intraprese attività suggeritele dalla mia voce illusoria, così come, nel suo delirio, condivise con me molte ore di bagni ed esercizi fisici. In queste allucinatorie conversazioni, le dissi che avevo deciso di abbandonare la situazione terapeutica e diventare il suo amante e marito; le consentii anche di usare il mio cognome invece di quello del marito. Era ripetutamente rassicurata circa il mio amore, le avrei detto che il suo divorzio era già stato sistemato e le avrei chiesto di spostarsi con i suoi 364 bambini nel mio appartamento. Era chiaro dal contesto delle sue sedute con LSD, che questo ardente pensiero magico, era un fenomeno di transfert riflettente la sua primissima relazione simbiotica con la madre. Tra le altre cose Milada parlò delle “sedute ipnogamiche” che riceveva da me nelle ore serali e notturne. Sensazioni sessuali ed allucinazioni di rapporti erano interpretati da lei come deliberate lezioni nello sperimentare il sesso, che avevo deciso di darle per accelerare la terapia. Milada arrivò a trascorrere molte ore al giorno in bizzarre posture che assomigliavano alla catatonia; tuttavia, era sempre possibile strapparla ad esse, parlandole. Allora riprendeva la postura normale, rispondeva alle domande e spiegava logicamente il proprio comportamento. La sua condizione emotiva e psicosomatica dipendeva dalla posizione assunta dal corpo. In alcune posture sperimentava beatitudine estatica, sensazioni oceaniche ed un senso di unità cosmica; in altre, profonda depressione, nausea ed una inquietudine metafisica. Lei stessa collegò questo fenomeno alla situazione durante la sua vita intrauterina in cui doveva competere fisiologicamente e meccanicamente con il suo fratello gemello. Sulla base delle esperienze con altri pazienti, proseguii con regolari somministrazioni settimanali di LSD nonostante i suoi sintomi psicotici. Queste sedute consistevano quasi interamente di esperienze negative di natura transpersonale. Vi era una forte enfasi nel rivivere spiacevoli ricordi intrauterini, che collegò alle difficoltà emotive ed alle malattie di sua madre durante la gravidanza, a varie crisi embrionali ed al disagio di essere in due nell’utero. Sperimentò, inoltre, alcune sequenze karmiche negative ed esperienze archetipiche di natura demonica. Nella fase finale del trattamento si presentò un insolito fenomeno: improvvisamente l’LSD ebbe un effetto chiaramente paradossale. Sotto l’influenza dell’LSD Milada appariva normale e riacquistava buon senso e giudizio critico; quando l’effetto della sostanza stava scomparendo, i sintomi della psicosi di transfert riapparivano. Infine, nella sua diciannovesima seduta sperimentò per molte ore profonde sensazioni estatiche, dove l’unità cosmica era il modello prevalente. Con mia sorpresa, ritornò da questa 365 seduta senza i precedenti sintomi psicotici e nevrotici e con un personalità completamente ristrutturata. In base alla sua stessa descrizione, era ora capace di sentire se stessa ed il mondo in una maniera completamente differente e mai prima sperimentata. Provava gusto per la vita, una nuova considerazione per la natura e l’arte, un atteggiamento completamente trasformato verso i suoi bambini e la capacità di abbandonare le sue precedenti ambizioni irrealistiche e fantasie. Fu in grado di riprendere il lavoro e di compierlo adeguatamente, ottenne il divorzio dal marito ed andò a vivere da sola prendendosi cura dei figli. A quanto mi risulta, non ha avuto più bisogno di cure psichiatriche durante i dodici anni successivi alla conclusione del suo trattamento con LSD. In altri pazienti schizofrenici che trattai mediante terapia con LSD, il processo fu simile ma meno complicato e drammatico di quello appena descritto3. Kenneth Godfrey, psichiatra americano, tentò questo difficile obiettivo e riportò trattamenti positivi con pazienti psicotici con sedute in serie di LSD (31). Anche nelle migliori condizioni, i pazienti con marcate tendenze paranoiche non dovrebbero essere trattati con la psicoterapia con LSD, finché coinvolgono il terapeuta nel loro sistema paranoico e lo considerano uno dei persecutori. Una buona relazione terapeutica con un fondamento di fiducia di base, è l’elemento più importante per un positivo trattamento psichedelico. Il consenso informato, l’interesse partecipe ed una buona cooperazione, sono condizioni necessarie per un agevole decorso della terapia. Ciò è molto difficile da raggiungere con i pazienti paranoici; anche nei casi più miti, richiede un lungo ed intenso lavoro prima di usare la sostanza. Se l’LSD è somministrato ad un paziente paranoico, tenderà a sperimentare la seduta in un totale isolamento psicologico e a scaricare tutte le difficoltà emotive e psicosomatiche sul terapeuta. La natura straordinaria e lo scopo delle esperienze psichedeliche possono, in queste condizioni, non solo rinforzare la convinzione delle intenzioni malvagie del terapeuta, ma ingigantire la sua immagine agli occhi del paziente, trasformandola in quella di una figura malefica di proporzioni cosmiche. 366 Le condizioni psicotiche di tipo maniaco-depressivo possono essere trattate con la psicoterapia con LSD, sebbene potrebbero incontrarsi problemi specifici. Una singola seduta con LSD può determinare una completa remissione dell’episodio depressivo o maniacale. In modo analogo, una singola somministrazione della sostanza può cambiare la fase della malattia, volgendo la depressione in mania o viceversa. In questo senso, l’effetto dell’LSD è paragonabile a quello della terapia dell’elettroshock. Nella cornice concettuale presentata in questo libro, tali cambiamenti possono essere compresi come transmo- dulazioni COEX o MPB – spostamenti chimicamente avviati nei sistemi dinamici di controllo che influenzano l’ego del paziente. Sembra che nei disturbi maniaco-depressivi l’LSD possa precipitare, accelerare tali cambiamenti molto più facilmente e molto più di frequente che in altre categorie diagnostiche. Questo potrebbe essere dovuto alla labilità e periodicità che sono caratteristiche tipiche di questa malattia. Le transmodulazioni COEX e MPB, non dovrebbero essere confuse con la guarigione dalla malattia. C’è sempre la possibilità che un’altra fase depressiva o maniacale si ripresenterà in futuro quando il sistema negativo addormentato verrà attivato da vari stimoli fisici, specifiche difficoltà psicologiche, o cambiamenti fisiologici nell’organismo. Tuttavia, in alcuni casi sembra possibile influenzare le radici psicologiche ed i meccanismi alla base di questo disordine con un sistematico lavoro intrapsichico in sedute seriali con LSD. Questa procedura ha i suoi rischi, il principale dei quali è la possibilità di attivare profonde depressioni con tendenze suicide dopo alcune sedute. Nello stesso modo che con le condizioni psicotiche borderline e con le psicosi schizofreniche, la psicoterapia con LSD dei disordini maniaco-depressivi dovrebbe essere intrapresa in una situazione di ricovero, o una struttura idonea dovrebbe essere almeno accessibile in ogni momento per un temporaneo ricovero se la condizione del paziente lo richiedesse. SOFFERENZA EMOTIVA E DOLORE FISICO DI INDIVIDUI 367 IN PUNTO DI MORTE Probabilmente l’indicazione più interessante e promettente per la psicoterapia con LSD è il suo impiego in persone gravemente malate, che stanno affrontando la morte. Sebbene questo approccio sia stato per lo più sistematicamente esplorato nei malati di cancro, è applicabile alle persone con altre malattie che mettono a rischio la vita. L’uso della terapia psichedelica in queste condizioni è stata discussa in dettaglio in un precedente libro4 e sarà solo brevemente ripresa qui. L’iniziale intuizione, che la terapia psichedelica potesse essere utile per le persone con malattie terminali, scaturì indipendentemente dalla pediatra americana di origine russa Valentina Pavlovna Wasson e dallo scrittore e filosofo Aldous Huxley. Wasson giunse a questa conclusione sulla base della sua esperienza con i funghi sacri del Messico, e Huxley sulla base dei risultati delle sue sedute psichedeliche con mescalina ed LSD. Il pionieristico lavoro clinico con i malati di cancro fu condotto nei primissimi anni sessanta alla Scuola di Medicina di Chicago da Eric Kast che si era inizialmente interessato dell’uso analgesico dell’LSD. Un sistematico studio degli effetti della terapia psichedelica sui malati di cancro in relazione alla loro condizione emotiva, alla sofferenza fisica, alla concezione della morte, ed all’atteggiamento verso il processo del morire, fu intrapreso dal gruppo del Centro di Ricerca Psichiatrica del Maryland. L’iniziatore ed originario direttore di questo progetto di ricerca, fu Walter Pahnke; dopo la sua scomparsa, assunsi la responsabilità medica e lo completai in cooperazione con William Richards. In questo programma, più di un centinaio di malati di cancro vennero trattati nel corso degli anni con la terapia psichedelica usando l’LSD e una sostanza simile ad azione più ridotta, la DPT (dipropiltriptamina). Cambiamenti positivi furono osservati in aree differenti. Molti pazienti mostrarono un netto alleviamento dei diversi sintomi emotivi, come depressione, tensione generale, disturbi del sonno e rinuncia psicologica. La terapia con LSD ottenne anche un sorprendente, sebbene non prevedibile, effetto su molti dolori fisici. In alcuni pazienti che non 368 rispondevano agli analgesici ed ai narcotici, il dolore fu alleviato o addirittura completamente eliminato per periodi di settimane o mesi dopo una singola seduta con LSD. I cambiamenti più rimarchevoli furono osservati riguardo la concezione della morte dei pazienti e nell’atteggiamento verso il morire. Quei pazienti che ebbero esperienze perinatali o transpersonali tendevano a mostrare una marcata diminuzione della paura della morte. La loro comprensione del processo del morire, tendeva a spostarsi verso un sistema di credenze antico o non-Occidentale, in base al quale la coscienza o qualche forma di esistenza continua al di là del momento della morte biologica. Ho detto prima che la trasformazione psichedelica osservata dopo le sedute con LSD caratterizzate da enfasi trascendentale, coinvolge drastici cambiamenti nella gerarchia dei valori. Avendo sperimentato la morte e la rinascita e/o sensazioni di unità cosmica, i soggetti tendono a indulgere meno sul passato e sul futuro ed a mostrare un accresciuto apprezzamento del presente. La preoccupazione riguardo tetre prospettive per il futuro, viene sostituita dall’attenzione per un miglior uso possibile di ogni giorno. La capacità di trarre soddisfazione dalle cose semplici ed ordinarie della vita è accompagnata da una acuta consapevolezza della fondamentale futilità dell’ansiosa rincorsa allo status, al potere ed ai possessi. Non è difficile comprendere che questi cambiamenti nei valori e nella strategia di vita, possono rendere la situazione della malattia terminale più tollerabile. Il lavoro psicologico con i pazienti ed i loro familiari sembrava inoltre avere una positiva influenza su questi ultimi. Non solo facilitava la loro reazione al morire ed alla morte dei loro cari, ma li aiutava ad affrontare il dolore ed ad integrare la scomparsa in un modo costruttivo. In base alle stime cliniche, approssimativamente il 30% dei malati di cancro mostrarono sensazionali miglioramenti nelle suddette aree dopo una singola seduta con LSD ed un addizionale 40% mostrò un moderato livello di cambiamento positivo. Nel rimanente 30% non ci furono differenze manifeste, positive o negative, tra le misurazioni pre e post-trattamento. I risultati della psicoterapia con DPT furono simili, sebbene meno sor369 prendenti e consistenti. Di tutte le indicazioni per la psicoterapia con LSD, il suo impiego per il lavoro con i soggetti in punto di morte, sembra essere il più interessante ed il meno controverso o problematico. La possibilità di alleviare in un tempo breve la sofferenza emotiva e fisica delle persone che affrontano l’ultima crisi della vita umana, dovrebbe essere di grande interessi per tutti. Molte delle obiezioni sollevate contro l’uso dell’LSD sono di scarso rilievo qui, sicuramente quelle riguardanti l’ereditarietà ed i cromosomi. Inoltre, la recente ricerca, che mostra il possibile ruolo svolto dai fattori psicologici nel cancro, così come alcune nostre osservazione sull’argomento, sembrano suggerire che almeno per alcuni malati di cancro, la psicoterapia con LSD possa diventare un fattore che contribuisca alla guarigione e non solo nella preparazione alla morte. Note 1 Il lettore interessato troverà informazioni dettagliate sulla recente convergenza della fisica quanto-relativistica, il misticismo e la moderna ricerca sulla coscienza, nei libri di Itzak Bentos (11), Fritjof Capra (18), Nick Herbert (37), Larry Le Shan (56), Kenneth Pelletier (78), Bob Toben (101) e Arthur Young (105) . 2 Un esempio di sensazionale e duraturo successo in un grave caso di nevrosi compulsiva fu pubblicato in Scandinavia da E. Brandrup e T. Vangaard (16). 3 La storia riassunta di un altro di questi pazienti, Michael, è presentata nel mio primo libro, Realms of the Human Unconscious (32), pp.66 e 235. 4 Stanislav Grof e Joan Halifax: The Human Encounter with Death (34). La bibliografia di questo libro fornisce tutti i riferimenti agli scritti originali in quest’area. 370 8 - USI NON TERAPEUTICI DELL’LSD Sedute di Training per i professionisti della salute mentale Somministrazione dell’LSD ad Individui Creativi Esperienze Religiose e Mistiche indotte mediante uso di sostanze Ruolo dell’LSD nella crescita personale e nella realizzazione del Sé Impiego dell’LSD nello sviluppo di facoltà paranormali SEDUTE DI TRAINING PER I PROFESSIONISTI DELLA SALUTE MENTALE Lo straordinario valore dell’LSD per la preparazione di psichiatri e psicologi divenne evidente già nella primissima fase della sua ricerca. Negli scritti pionieristici, pubblicati nel 1947, Stoll enfatizzava che un auto-esperimento con questa sostanza, dava ai professionisti una irripetibile opportunità di sperimentare direttamente in prima persona i mondi alieni che incontrano nel loro lavoro quotidiano con i pazienti psichiatrici. Durante la fase del “modello psicotico” della ricerca sull’LSD, quando lo stato psichedelico era considerato una schizofrenia indotta chimicamente, le sedute erano indicate come viaggi reversibili nel mondo d’esperienza degli psicotici, aventi una eccezionale rilevanza didattica. L’esperienza era raccomandata per gli psichiatri, gli psicologi, le infermiere/i, gli assistenti sociali e gli studenti in medicina, come mezzo per acquisire intuizioni, gettare luce sulla natura della malattia mentale. Rinkel (85), Roubicek (90) ed altri ricercatori che condussero esperimenti didattici di questo tipo, riferirono che una singola seduta con 371 LSD, può cambiare in modo sensazionale la comprensione che i professionisti della salute mentale hanno dei pazienti psicotici, e sfociare in un atteggiamento più umano nei loro confronti. Il fatto che la concezione del “modello psicotico” dello stato indotto da LSD, fu infine rigettata, non diminuisce il valore educativo dell’esperienza psichedelica. Sebbene i cambiamenti mentali indotti dall’LSD, siano ovviamente non identici alla schizofrenia, l’ingestione della sostanza rappresenta ancora una opportunità veramente unica per i professionisti e gli studenti, di sperimentare molti stati mentali che si verificano spontaneamente nel contesto dei diversi disordini mentali. Questi comprendono distorsioni della percezione nella sfera ottica, tattile, olfattiva e papillare; disturbi quantitativi e qualitativi dei processi del pensiero e qualità emotive anormali di straordinaria intensità. Sotto l’influenza dell’LSD è possibile provare illusioni sensoriali e pseudoallucinazioni, il rallentamento o l’accelerazione del processo del pensiero, interpretazioni illusorie del mondo ed un’intera gamma di intense emozioni patologiche come la depressione, stati d’animo maniacali, aggressività, un forte impulso all’autodistruzione, e strazianti sentimenti di inferiorità e di colpa, o viceversa, rapimento estatico, serenità e pace trascendentale ed un senso di unità cosmica. L’esperienza psichede- lica può diventare anche la fonte di illuminanti intuizioni estetiche, scientifiche, filosofiche o spirituali. L’autosperimentazione con LSD non esaurisce il suo potenziale didattico. Un’altra esperienza di apprendimento di grande valore è la partecipazione alle sedute di altri soggetti. Questa offre l’opportunità per i giovani professionisti di osservare un’intera gamma di fenomeni anormali, di essere esposti ad essi e di prendere familiarità con stati emotivi estremi e schemi di comportamento non convenzionali. Questo si verifica in condizioni specificatamente organizzate, al momento opportuno, e nel contesto di una già esistente relazione con il soggetto esperente. Tutti questi fattori rendono la situazione più idonea alla didattica che non le sale di smistamento o le unità d’emergenza degli ospedali psichiatrici. Detto in maniera più esplicita, assistere alle sedute con LSD è raccomandato come un ineguagliabile 372 tirocinio per i futuri psicoterapeuti. L’intensificazione della relazione con i terapeuti che è caratteristica delle sedute con LSD, offre una rara opportunità per un giovane professionista, di osservare i fenomeni del transfert e come affrontarli. L’uso dell’LSD nel contesto di un programma di training per futuri psicote- rapeuti è stato discusso in uno scritto specifico di Feld, Goodman e Guido (26). Un ampio e sistematico studio del potenziale didattico delle sedute con LSD, fu condotto al Centro di Ricerca Psichiatrica del Maryland. In questo programma, furono proposte fino a tre sedute ad alto dosaggio di LSD per i professionisti della salute mentale come training. Oltre cento persone parteciparono a questo programma tra il 1970, anno in cui ebbe inizio, ed il 1977 in cui terminò. Molti di questi individui erano interessati all’esperienza psichedelica perché era strettamente legata alle attività della loro professione. Alcuni di essi realmente lavoravano nelle unità di intervento di emergenza o con pazienti che avevano problemi legati all’uso di sostanze psichedeliche. Altri erano praticanti di varie tecniche psicoterapeutiche e volevano paragonare la psicoterapia con LSD alla loro specifica disciplina – psicoanalisi, psicodramma, terapia della Gestalt, psicosintesi, o bioenergetica. Pochi erano i ricercatori specifici degli stati alterati di coscienza, delle dinamiche dell’inconscio, o della psicologia della religione. Un piccolo gruppo era composto di professionisti che volevano espressamente diventare terapeuti dell’LSD. Di solito trascorrevano molti mesi con noi, assistendo agli incontri dello staff, guardando videocassette sulla pratica della terapia con LSD, o conducendo sedute psichedeliche sotto supervisione. Quindi fu loro concessa la possibilità di sottoporsi a proprie sedute con LSD come parte del programma di formazione. Tutti i partecipanti al programma dell’LSD per professionisti erano d’accordo nel cooperare nella valutazione psicologica pre e post seduta, ed a completare un questionario a distanza di sei, dodici mesi, ed a due anni dalla seduta. Le domande in questo modulo si concentravano sui cambiamenti che avevano osservato dopo la seduta con LSD nella loro pratica professionale, filosofia di vita, convinzioni religiose, condizione 373 fisica ed emotiva, ed adattamento interpersonale. Sebbene ci siano a disposizione molte prove aneddotiche sul valore di questo programma di formazione, i dati delle valutazioni psicologiche pre e post-seduta e dei questionari ‘posticipati’, non sono ancora stati sistematicamente elaborati e valutati. Come ho sottolineato precedentemente, le sedute con LSD di training, sono una qualifica essenziale per ogni terapeuta dell’LSD. Data la natura unica dello stato psichedelico è impossibile raggiungere una reale comprensione della sua qualità e delle sue dimensioni, a meno che non siano sperimentate direttamente. Inoltre, l’esperienza di confronto con le diverse aree del proprio inconscio, è assolutamente necessaria per lo sviluppo delle abilità necessarie per assistere altre persone con competenza ed equanimità nel loro processo di esplorazione profonda del sé. Le sedute di training con LSD sono anche raccomandate per infermieri/e ed altri membri dello staff delle unità di trattamento psichedelico che entrano in stretto contatto con i clienti immersi in stati non ordinari di coscienza. SOMMINISTRAZIONE DELL’LSD AD INDIVIDUI CREATIVI Uno degli aspetti più interessanti della ricerca con LSD è la relazione tra lo stato psichedelico ed il processo creativo. La letteratura sull’argomento riflette un contrasto di fondo. Robert Morgan (71), che esaminò i dati sperimentali esistenti sul funzionamento di diverse attività legate al lavoro creativo, trovò i risultati inconcludenti e contraddittori. Così alcuni studi concentrati sull’apprendimento attivo, dimostrarono un deterioramento durante l’esperienza con la sostanza, mentre altri indicarono un netto miglioramento della capacità di apprendimento. Risultati contrastanti furono anche riportati per la percezione del colore, il ricordo e il riconoscimento, l’apprendimento delle differenze, la concentrazione, il pensiero simbolico e l’accuratezza percettiva. Gli studi che utilizzavano test specificatamente designati per 374 misurare la creatività, di solito fallivano nel dimostrare miglioramenti significativi come risultato della sommi- nistrazione di LSD. Tuttavia, quanto questi test siano rilevanti in relazione al processo creativo e quanto sensibili ad individuare i cambiamenti indotti dall’LSD, rimane una questione aperta. Un altro fattore importante da considerare, è la generale mancanza di motivazione nei soggetti sotto LSD a cooperare in procedure formali di controllo psicologico mentre sono profondamente coinvolti nelle loro esperienze interiori. Alla luce dell’importanza del set e del setting per l’esperienza psichedelica, dovrebbe anche essere menzionato che molti dei suddetti studi erano condotti nel contesto “modello psicotico”, e quindi con l’intenzione di dimostrare il deterioramento psicotico della prestazione. Il risultato, in generale negativo, degli studi sulla creatività, è in netto contrasto con la quotidiana esperienza dei terapeuti dell’LSD. Il lavoro di molti artisti – pittori, musicisti, scrittori e poeti – che parteciparono alla sperimentazione con LSD in vari paesi del mondo, è stato intensamente influenzato dalle loro esperienze psichedeliche1. Molti di loro, trovarono la via d’accesso a profonde fonti di ispirazione nella loro mente inconscia, sperimentarono un sorprendete incremento dell’immaginazione, e raggiunsero una straordinaria vitalità, originalità e libertà di espressione artistica. In molti casi, la qualità delle loro creazioni migliorò considerevolmente, non solo in base al loro giudizio o all’opinione dei ricercatori dell’LSD, ma in base ai canoni dei loro colleghi. Alle mostre, che marcano lo sviluppo cronologico dell’artista, è di solito facile riconoscere il momento in cui ha vissuto l’esperienza psichedelica. Si può osservare un salto quantico nel contenuto e nello stile dei quadri. Ciò è particolarmente vero per i pittori che, prima della loro esperienza psichedelica, erano convenzionali e conservatori nello stile artistico. Comunque, gran parte delle opere presenti nelle collezioni dei terapeuti psichedelici, proviene da soggetti che non erano artisti di professione ma che si sottoposero a sedute con LSD per motivi terapeutici, didattici o di altra natura. Di frequente, gli individui che non mostravano nessuna inclinazione artistica prima dell’esperienza con LSD, potevano produrre straordinarie 375 rappresentazioni. In molti casi, l’intensità dell’effetto è dovuto alla natura insolita ed alla potenza del materiale che emerge dalle profondità dell’inconscio, piuttosto che alla capacità artistica. Frequentemente anche gli aspetti tecnici dei disegni o dei quadri, sono di gran lunga superiori alle creazioni precedenti dello stesso soggetto. Alcuni individui continuano a coltivare anche nella vita quotidiana le nuove abilità scoperte durante le sedute psichedeliche. In casi eccezionali è emerso un genuino talento artistico. Una delle mie pazienti a Praga, che aveva detestato disegnare e dipingere per tutta la sua vita ed era stata costretta a frequentare scuole d’arte, sviluppò un notevole talento artistico nel giro di pochi mesi. La sua arte trovò entusiastica accoglienza tra i pittori professionisti ed ebbe esibizioni pubbliche di successo. In casi come questo, bisogna ipotizzare che il talento già esista in forma latente, e che la sua espressione fosse bloccata da forti emozioni patologiche. La liberazione affettiva mediante la terapia psichedelica, ne aveva consentito una piena manifestazione. È interessante che l’esperienza con l’LSD tende ad accrescere la considerazione e la comprensione dell’arte in individui che erano precedentemente ad essa indifferenti e insensibili. Una osservazione ricorrente nella ricerca psichedelica, è l’improvviso sviluppo di interesse verso l’arte moderna. Soggetti che erano indifferenti o anche ostili verso le forme di arte non-convenzionale, possono sviluppare intuizioni sul suprematismo, puntinismo, cubismo, impressionismo, dadaismo, surrealismo, o iperrealismo dopo una singola esposizione all’LSD. Ci sono pittori la cui arte sembra essere particolarmente legata alle esperienze visionarie indotte dall’LSD. Così molti soggetti sotto LSD, sviluppano una profonda comprensione empatica delle opere di Hieronymus Bosch, Vincent van Gogh, Salvador Dali, Max Ernst, Pablo Ricasso, René Magritte, Maurits Escher, o H. R. Giger. Un’altra conseguenza tipica dell’esperienza psichedelica è il sorprendente cambiamento di atteggiamento verso la musica; molti sotto LSD scoprono nuove dimensioni nella musica e nuovi modi di ascoltarla. Nostri pazienti, che erano alcolisti ed eroinomani con scarsa preparazione culturale, svilupparono un così profondo interesse per la musica classica, come risultato della loro unica 376 seduta con LSD, che decisero di investire le loro magre risorse finanziarie per comprarsi uno stereo ed iniziare un ascolto in proprio delle opere scoperte. Il ruolo degli psichedelici nello sviluppo della musica contemporanea ed il loro impatto sui compositori, interpreti e pubblico, è così evidente e ben noto che non richiede particolare enfasi. Sebbene l’influenza dell’LSD sull’espressione artistica sia più evidente nei campi della musica e della pittura, l’esperienza psichedelica può avere un analogo effetto stimolante su altre branche dell’arte. Gli stati visionari indotti dalla mescalina e dall’LSD ebbero un profondo significato nella vita, arte e filosofia di Aldous Huxley. Molti dei suoi scritti, compresi Il Mondo Nuovo, L’Isola, Paradiso ed Inferno e le Porte della percezione, sono stati direttamente influenzati dalle sue esperienze psichedeliche. Alcuni dei più potenti poemi di Allen Ginsberg furono ispirati dalle sue auto-sperimentazioni con sostanze psichedeliche. Il ruolo dell’hashish nell’arte francese di fin de siècle, può essere menzionata in questo contesto. L’architetto canadese-nipponico Kiyo Izumi fu capace di fare un uso eccezionale delle sue esperienze con LSD, progettando moderne strutture psichiatriche (40). Dato che l’LSD media l’accesso ai contenuti e alle dinamiche dell’inconscio profondo – in termini psicoanalitici, al processo primario – non desta particolare stupore il fatto che le esperienze psichedeliche possano giocare un ruolo importante nello sviluppo creativo degli artisti. Tuttavia, molte osservazioni della ricerca psichedelica indicano che l’LSD possa anche essere di straordinario valore in diverse discipline scientifiche che sono tradizionalmente considerate dominio della logica e della ragione. Due aspetti dell’effetto dell’LSD, sembrano essere di particolare importanza in questo contesto. Primo, la sostanza può rendere accessibili vasti depositi di informazioni nell’inconscio collettivo e renderle disponibili al soggetto sperimentante. In base alle mie osservazioni, la conoscenza rivelata può essere molto specifica, accurata e dettagliata; i dati ottenuti in questo modo possono essere legati a campi molto differenti. Nei nostri limitati programmi di training con LSD per scienziati, si verificarono intuizioni in aree diverse, come la cosmogonia, la natura 377 dello spazio e del tempo, la fisica sub-atomica, l’eziologia, la psicologia animale, la storia, l’antropologia, la sociologia, la politica, religione comparata, filosofia, genetica, medicina psicosomatica, psicologica, psicopatologia e tanatologia 2. Il secondo aspetto dell’effetto dell’LSD di rilievo per il processo creativo, è che facilita nuove ed inaspettate sintesi di dati, che sfociano nella risoluzione non convenzionale di problemi. È noto che molte importanti idee non ebbero origine nel contesto del ragionamento logico, ma in vari stati non ordinari della mente – nei sogni, cadendo addormentati o risvegliandosi, nei momenti di estremo affaticamento fisico e mentale o durante una malattia con febbre alta. Ci sono esempi famosi. Così, il chimico Friedrich August von Kekulé arrivò alla formula chimica del benzene in un sogno nel quale vide l’anello di benzene nella forma di un serpente che si mordeva la coda. Nikola Tesla costruì il generatore di elettricità, una invenzione che rivoluzionò l’industria, dopo che il disegno completo gli apparve in una visione. Il disegno dell’esperimento, che portò al conseguimento del Premio Nobel per la scoperta della trasmissione chimica degli impulsi nervosi, si presentò al fisiologo Otto Loewi mentre dormiva. Albert Einstein scoprì i principî della sua teoria della relatività in uno stato non ordinario della mente; in base al suo racconto, molte delle sue intuizioni gli pervennero nella forma di sensazioni cinestetiche. Potremmo menzionare tanti casi nei quali un individuo creativo si confrontò senza successo e per molto tempo con un difficile problema, usando la logica e la ragione, mentre la soluzione emerse in maniera inaspettata dall’inconscio, nei momenti in cui la sua razionalità era sospesa 3. Nella vita quotidiana, eventi di questo tipo accadono raramente e in modo elementare. Le sostanze psichedeliche sembrano facilitare l’incidenza di certe soluzioni creative al punto che possono essere deliberatamente programmate. In uno stato indotto da LSD, la vecchia cornice concettuale crolla, le barriere cognitive si dissolvono ed il materiale può essere visto e sintetizzato in un modo totalmente nuovo, che non era possibile all’interno dei vecchi sistemi di pensiero. Questo meccanismo può produrre non solo nuove e 378 sorprendenti soluzioni, ma anche paradigmi che rivoluzionano intere discipline scientifiche. Sebbene la sperimentazione psichedelica è stata drasticamente interrotta prima che questo percorso potesse essere sistematicamente esplorato, lo studio della risoluzione creativa di problemi condotto da Willis Harman e James Fadiman (36) all’Istituto di Ricerca di Stanford, portò alla luce sufficienti evidenze per incoraggiare la futura ricerca. La sostanza usata in questo esperimento non era l’LSD ma la mescalina, la componente attiva del cactus Messicano Anhalonium Lewinii, o peyote. Data la generale somiglianza degli effetti di queste due sostanze, risultati paragonabili dovrebbero essere previsti con l’uso dell’LSD; diverse osservazioni accidentali tratte dal nostro programma di addestramento con LSD per scienziati e dall’impiego terapeutico di questa sostanza, sembrano confermarlo. I soggetti dello studio di Harman-Fadiman erano ventisette maschi impiegati in diverse professioni. Il gruppo era composto da sedici ingegneri, un ingegnere-fisico, due matematici, due architetti, uno psicologo, un disegnatore di mobili, un artista commerciale, un manager delle vendite ed un manager del personale. L’obiettivo dello studio era di accertare se sotto l’influenza di 200 milligrammi di mescalina, questi individui avrebbero mostrato un accresciuta creatività e prodotto concrete, valide e realizzabili soluzioni ai problemi, sulla base dei criteri di giudizio della moderna industria e scienza positivistica. I risultati di questa ricerca furono incoraggianti; molte soluzioni furono accettate per la costruzione e la produzione, altre poterono essere sviluppate ulteriormente o aprirono nuovi percorsi di ricerca. I soggetti sotto mescalina riferirono coerentemente, che la sostanza induceva in loro una varietà di cambiamenti che facilitavano il processo creativo. Abbassava le inibizioni e le preoccupazioni, aumentava la fluidità e flessibilità del processo ideativo, elevava la capacità per l’immaginazione visiva e la fantasia, ed accresceva la capacità di concentrazione sul progetto. La somministrazione di mescalina facilitò anche l’empatia con persone ed oggetti, rendeva i dati subconsci più accessibili, rinforzava la motivazione nel perseguire l’obiettivo e, in alcuni casi, permetteva l’immediata e completa visualizzazione 379 della soluzione. È ovvio che il potenziale dell’LSD per incrementare la creatività, dovrebbe essere proporzionale alla capacità intellettuale e alla raffinatezza dell’individuo esperente. Per molte delle intuizioni creative, è necessario conoscere lo stato attuale della disciplina implicata, essere in grado di formulare nuovi problemi, e trovare i mezzi tecnici per descrivere i risultati. Se questo tipo di ricerca sarà ripetuta, i logici candidati dovrebbero essere i promettenti scienziati delle varie discipline: fisici nucleari, astrofisici, genetisti, fisiologi del cervello, antropologi, psicologi e psichiatri 4. ESPERIENZE MISTICHE E RELIGIOSE INDOTTE MEDIANTE L’USO DI SOSTANZE L’uso di sostanze psichedeliche per scopi ritualistici, religiosi e magici, risale alle ancestrali tradizioni sciamaniche ed è probabilmente antica quanto l’umanità stessa. La leggendaria pozione divina, il soma, preparato da una pianta dallo stesso nome, la cui identità è andata perduta, svolse un ruolo cruciale nella religione Vedica. La lavorazione della canapa (Cannabis indica e sativa) fu praticata in Asia ed in Africa per molti secoli sotto nomi differenti – hashish, charas, bhang, ganja, kif – in cerimonie religiose e nella medicina popolare. Hanno svolto un importante ruolo nel Bramanesimo, sono state usate nel contesto delle pratiche Sufi e rappresentano il sacramento principale dei Rastafari. L’uso magico-religioso delle piante psichedeliche era diffuso nelle culture pre-colombiane, tra gli Aztechi, i Maya, gli Olmechi, ed altri gruppi indiani. Il noto cactus messicano Lophophora williamsii (peyote), il fungo sacro Psylocibe messicana (teonanacatl), e molte varietà di semi della morning glory (ololiuqui) erano tra le piante usate. L’uso rituale del peyote e del fungo sacro sopravvive ancora in alcune tribù messicane; la caccia al peyote ed altre cerimonie sacre degli Indiani Huichol e dei rituali di guarigione dei Mazatechi che impiegavano i funghi, possono 380 essere menzionati qui come esempi. Il Peyote fu integrato nella cultura di molti gruppi di Indiani del Nord America e circa cento anni fa divenne il sacramento della sincretistica Chiesa dei Nativi Americani. I guaritori del Sud America (ayahua- scheros) e le tribù primitive dell’Amazzonia, come gli Amahuaca e i Jivaro, usano lo yagé , estratti psichedelici dalla liana visionaria (visionary vine), un rampicante della giungla, Banisteriopsis caapi. La più conosciuta pianta allucinogena dell’Africa è la Tabernanthe iboga (eboga), che in piccolissime dosi serve come stimolante ed è usato in grandi quantità come sostanza preparatoria ai riti. Nel Medioevo, le pozioni e gli unguenti contenenti piante psicoattive ed ingredienti animali erano largamente impiegati nel contesto dei Sabba e dei rituali delle messe nere. I più famosi costituenti delle misture delle streghe erano la deadly nightshade (Atropa Belladonna), la mandragola (Mandragora Officinarum), la thornapple o jimson weed (Datura Stramonium), il giusquiamo nero (Hyoscyamus niger) e la pelle di rospo. La moderna analisi chimica ha individuato nella pelle dei rospi (Bufo bufo) una sostanza chiamata bufotenina (o dimetilserotonina) che ha proprietà psichedeliche. Le piante psichedeliche sopra menzionate, rappresentano solo una piccola selezione di quelle più famose. Secondo l’etnobotanico Richard Schultes del Dipartimento Botanico dell’Università di Harvard, ci sono più di cento piante con spiccate proprietà psichedeliche. La capacità delle sostanze psichedeliche di indurre stati visionari di natura religiosa e mistica, è documentata in molte fonti storiche ed antropologiche. La scoperta dell’LSD, ed il verificarsi, ampiamente pubblicizzato, di queste esperienze in soggetti della nostra cultura, ha portato la questione all’attenzione degli scienziati. Il fatto che le esperienze religiose potessero essere avviate tramite l’ingestione di agenti chimici, stimolò una interessante discussione sul “misticismo istantaneo o chimico”. Alcuni, scienziati comportamentisti, filosofi e teologi, vennero coinvolti in accese polemiche sulla natura di questi fenomeni, sul loro significato, validità ed autenticità. Le opinioni si riassumono in tre atteggiamenti distinti. Alcuni sperimentatori vedevano la possibilità di indurre esperienze religiose con mezzi chimici 381 come una opportunità di portare i fenomeni religiosi dalla sfera sacrale alla stanza del laboratorio, e quindi infine, spiegarli in termini scientifici. In conclusione, non ci sarebbe più stato alcun mistero nella religione, e le esperienze spirituali sarebbero state ridotte alla fisiologia del cervello ed alla biochimica. Tuttavia, altri ricercatori presero una posizione differente. Secondo loro, i fenomeni mistici indotti dall’LSD e da altre sostanze psichedeliche erano genuini e queste sostanze sarebbero dovute essere considerate sacramenti, dato che possono mediare il contatto con le realtà trascendentali. Questa fu la posizione presa dagli sciamani e sacerdoti delle culture psichedeliche dove le piante visionarie, come il soma, il peyote ed il teonanacatl, erano viste come sostanze divine o esse stesse incarnazione di divinità. Un altro approccio al problema fu di considerare le esperienze con LSD come fenomeni “quasi-religiosi”, che assomigliavano superficialmente all’autentica spiritualità che proviene dalla “ Grazia Divina ”, o come risultato di disciplina, devozione e pratiche austere. In questa cornice, l’apparente facilità con cui queste esperienze potevano essere innescate dalla chimica, gettava discredito sul loro valore spirituale. Tuttavia, quelli che argomentano che le esperienze spirituali indotte con l’LSD non possono essere valide perché sono troppo facilmente accessibili e che il loro verificarsi e la loro durata dipende dalla volontà dell’individuo, non comprendono la natura dello stato psichedelico. L’esperienza psichedelica non è né facile, né prevedibile. Molti soggetti non presentano elementi spirituali nelle loro sedute a dispetto di ripetute somministrazioni della sostanza. Coloro che hanno una esperienza mistica, di frequente devono sottoporsi ad ordalie, ardue prove psicologiche, che sono difficili e dolorose quanto quelle associate con i riti aborigeni di passaggio o con le rigorose ed austere discipline religiose. Molti ricercatori concordano che non è possibile distinguere tra le esperienze mistiche spontanee ed il “misticismo chimico” sulla base dell’analisi fenomenologica o degli approcci sperimentali 5. Questo tema è ulteriormente complicato dalla relativa mancanza di specifici effetti farmacologici dell’LSD e dal fatto che alcune delle situazioni che conducono al misticismo spontaneo sono 382 associate a drammatici cambiamenti fisiologici e biochimici nel corpo. Digiuno prolungato, deprivazione del sonno, sostare nel deserto con l’esposizione alla disidratazione ed alle alte temperature, tecniche di costrizione della respirazione, eccessiva sofferenza emotiva, esercizio fisico e torture, lunghi e monotoni canti ed altre pratiche popolari della “tecnologia del sacro”, causano alterazioni così vertiginose nella chimica del corpo che è difficile trarre una chiara linea di demarcazione tra misticismo spontaneo e chimico. La decisione se le esperienze indotte chimicamente siano genuine ed autentiche o no, riguarda i maestri spirituali. Sfortunatamente, i rappresentanti delle diverse religioni hanno espresso un ampia gamma di opinioni contrastanti; rimane una questione aperta capire chi dovrebbe essere considerato una autorità in materia. Alcuni di questi esperti religiosi emettono il loro giudizio senza aver mai avuto una esperienza psichedelica e possono difficilmente essere considerati delle autorità sull’LSD; altri hanno fatto delle estese generalizzazioni sulla base di una sola seduta. Differenze di opinione esistono anche tra i rappresentanti-guida della stessa religione – i sacerdoti cattolici, i ministri protestanti, i Rabbini ed i Santi Indù – che hanno avuto esperienze psichedeliche. Al momento, dopo trenta anni di discussione, la questione se l’LSD e gli altri psichedelici possano indurre esperienze spirituali genuine, è ancora aperta. Giudizi negativi da parte di autorità come Meher Baba o R. C. Zachner, vengono bilanciati da quelli positivi emessi da maestri del Buddhismo Tibetano, e da sciamani delle culture psichedeliche come Walter Clark, Huston Smith e Alan Watts. Se le esperienze indotte dall’LSD siano autentiche rivelazioni mistiche o solo una simulazione molto convincente di esse, rimane una questione di grande interesse per teologi, ministri del culto e studenti di religione. 383 Una esperienza di inappagato desiderio religioso. Gruppi di persone si stanno sforzando nell’attraversare paludose ed insidiose acque su barche malmesse per raggiungere una divinità all’orizzonte. Tuttavia, affondano ed annegano prima di raggiungere l’agognato obiettivo. Nel giro di poche ore si ottengono profonde intuizioni sulla natura della religione e in alcuni casi una comprensione puramente teoretica cede il posto ad una profonda esperienza personale delle sfere trascendentali. Questa opportunità può essere importante per quei ministri del culto che professano una religione, ma allo stesso tempo nutrono seri dubbi sulla verità e rilevanza di ciò che predicano. Molti sacerdoti e teologi che volontariamente parteciparono al nostro programma di addestramento con LSD al Centro di Ricerca Psichiatrica del Maryland erano scettici o atei, coinvolti nella loro professione per una varietà di ragioni esterne. Per loro, le esperienze spirituali sperimentate nelle sedute con LSD furono prove importanti che la spiritualità è una forza autentica e profondamente importante dell’esistenza umana. Questa scoperta li liberava dal conflitto 384 che avevano avuto circa le loro professioni, e dal fardello dell’ipocrisia. In molti casi, i loro parenti e amici, riferirono che i sermoni successivi alla seduta con LSD, mostravano un insolita forza e una naturale autorità. Le esperienze spirituali che si hanno durante le sedute psichedeliche, di frequente attingono al simbolismo dell’inconscio collettivo e possono quindi collocarsi nella cornice di tradizioni culturali e religiose diverse da quelle proprie dello sperimentatore. Le sedute di addestramento con LSD, sono quindi di particolare interesse per gli studiosi delle religioni comparate. I ministri del culto affiliati ad una specifica chiesa, sono talvolta sorpresi quando hanno profonde esperienze religiose nel contesto di un credo totalmente differente. A ragione della natura fondamentalmente unitaria dell’esperienza psichedelica, ciò di solito non scredita la propria religione, ma la colloca in una prospettiva cosmica più vasta. Disegni che illustrano la relazione tra la patologia spirituale ed il trauma biologico della nascita. I primi quattro, mostrano immagini dei più sacri temi cristiani – la Crocifissione – contaminata da ciò che il paziente chiama “ biologia oscena”. Durante la seduta, la paziente comprese che questa confusione rifletteva non solo specifiche esperienze dell’infanzia, ma in particolare il trauma biologico della na385 Il sacro momento del parto è inestricabilmente collegato con i genitali, la sessualità, l’aggressività, la defecazione e la minzione. Nella figura finale il conflitto è risolto. La figura del “Cristo Purificato” si eleva dal regno della “biologia oscena”, separandosi da essa. Tuttavia, le mani del paziente sono tese verso il Sole Nero che è un simbolo della realtà interiore che va oltre Cristo; è il divino che trascende tutte le forme e tutti i limiti. RUOLO DELL’LSD NELLA CRESCITA PERSONALE E NELLA REALIZZAZIONE DEL SÉ 386 Negli anni della ricerca sull’LSD, l’attenzione fu posta – come sempre accade – sulla terapia psichiatrica, o su alcuni impieghi specifici, quali l’espressione artistica o l’induzione dell’esperienza religiosa. Scarsa fu l’attenzione prestata alle esperienze psichedeliche come potenziamento personale di individui “normali”. A metà degli anni sessanta, questa questione emerse in modo semplice e fragoroso sull’onda dell’autosperimentazione di massa non controllata. Nell’atmosfera di generale isteria che ne seguì, i pro ed i contro vennero discussi in maniera appassionata ma, in fondo, generando solo confusione. I proseliti dell’LSD descrivevano la sostanza in modo acritico come una panacea accessibile e sicura per tutti i problemi che investono l’esistenza umana. L’auto-esplorazione psichedelica e la trasformazione della personalità, furono presentate come la sola via percorribile in alternativa alla distruzione in un olocausto nucleare o ad una lenta morte tra i rifiuti industriali. Si diceva con passione, che se più persone avessero preso l’LSD in qualsiasi circostanza ed il più frequentemente possibile, ciò avrebbe accelerato l’avvento dell’Età dell’Acquario. Le sedute con LSD erano viste come un rito di passaggio obbligatorio per tutti gli adolescenti. Il fallimento nel mettere in guardia il pubblico sui pericoli e le insidie dell’autosperimentazione psichedelica, portò ad un gran numero di incidenti. Titoli apocalittici dei quotidiani descrivevano gli orrori dei “fiaschi (bummers)” dell’LSD; gli incidenti collegati all’impiego della sostanza, accesero una “caccia alle streghe” da parte dei legislatori, politici, educatori, e anche di molti professionisti psichiatrici. Ignorando i dati di quasi due decadi di responsabile sperimentazione scientifica, la propaganda anti-LSD si collocò all’estremo opposto e presentò l’LSD come una diabolica sostanza totalmente imprevedibile che rappresentava un grave pericolo per la salute mentale della generazione presente e per la salute fisica delle generazioni a venire. Oggi che la carica emotiva di questa controversia si è sgonfiata, è possibile avere una visione più sobria ed oggettiva dei problemi coinvolti. L’evidenza clinica suggerisce che le persone “normali” possono beneficiare dell’azione dell’LSD e correre ben pochi 387 rischi prendendo parte ad un programma psichedelico controllato. Una singola seduta ad alto dosaggio di LSD può essere di straordinario valore per quelle persone che non hanno nessun serio problema clinico. La qualità delle loro vite può essere considerevolmente migliorata e l’esperienza può indirizzarli verso la realizzazione e la consapevolezza di sé. Questo processo sembra essere paragonabile a quello che Abraham Maslow descrisse per gli individui che hanno spontanee “esperienze di picco”. La propaganda ufficiale anti-psichedelici è basata su una comprensione molto superficiale delle motivazioni che spingono verso l’impiego delle sostanze psichedeliche. È vero che in molti casi la sostanza è stata usata per il divertimento o nel contesto della ribellione giovanile contro l’autorità parentale o contro l’establishment. Tuttavia, anche coloro che prendono l’LSD nelle peggiori condizioni, di frequente afferrano un barlume del potenziale reale della sostanza, e ciò può diventare una potente spinta al suo impiego futuro. Il fatto che molte persone prendono l’LSD nel tentativo di trovare una soluzione ai loro dilemmi emotivi o per un profondo bisogno di risposte filosofiche e spirituali non dovrebbe essere sottovalutato. L’ardente desiderio di entrare in contatto con le realtà trascendenti può essere molto più potente del desiderio sessuale. Nel corso della storia umana moltissimi furono disposti a correre rischi e a sacrificare anni o decadi delle loro vite nella ricerca spirituale. Qualsiasi misura ragionevole che regoli l’uso delle sostanze psichedeliche dovrebbe tener conto di questi fatti. Sono pochi gli scienziati sani di mente che credono ancora che la sperimentazione con l’LSD puro rappresenti un rischio genetico. Nelle condizioni appropriate, i rischi psicologici, che rappresentano il solo pericolo serio, possono essere ridotti al minimo. Io penso che non ci sia alcuna prova scientifica che precluda la creazione di una rete di strutture nelle quali chiunque sia seriamente interessato all’auto-esplorazione psichedelica, possa intraprenderla con sostanze pure e nelle migliori condizioni. Questi soggetti sono così profondamente motivati che, impossibilitati a farlo a causa delle leggi repressive, potrebbero intraprendere l’auto-sperimentazione illegale che implica rischi 388 elevati. L’esistenza di centri tutelali dalla collettività, avrebbe un effetto inibente sulle motivazioni immature delle persone per le quali le attuali proibizioni rappresentano una sfida ed una tentazione. Un vantaggio aggiuntivo di questo approccio, potrebbe essere l’opportunità di raccogliere ed elaborare in un modo sistematico le informazioni sugli psichedelici che, altrimenti, andrebbero perse nella caotica sperimentazione non controllata. Ciò porrebbe rimedio all’assurda situazione esistente, nella quale nessuna seria ricerca professionale è condotta in un campo nel quale milioni di persone stanno sperimentando per conto proprio e sulla propria pelle. IMPIEGO DELL’LSD NELLO SVILUPPO DI FACOLTÁ PARANORMALI Molte testimonianze storiche ed antropologiche e numerose osservazioni tratte dalla ricerca clinica, suggeriscono che le sostanze psichedeliche possono, in alcuni casi, facilitare la percezione extrasensoriale. In alcune culture le piante visionarie erano somministrate nel contesto delle cerimonie di guarigione spirituale come mezzi per diagnosticare e guarire le malattie. Allo stesso modo furono frequentemente usate per scopi magici, come la localizzazione di oggetti e persone perduti, le proiezioni astrali, la percezione di eventi lontani, la precognizione e la chiaroveggenza. Le sostanze usate per questi scopi sono menzionate in connessione con i rituali religiosi. Esse comprendono la resina o le foglie della canapa (Cannabis indica o sativa) in Africa e in Asia; il fungo Amanita Muscaria tra le tribù Siberiane e gli Indiani del Nord America; la pianta Tabernanthe iboga tra certi gruppi etnici africani; il tabacco (snuffs) cohoba (Anadenanthera peregrina) e l’epenà (Virola theidora) del Sud America e dei Caraibi; ed i tre psichedelici di base delle culture pre-colombiane – il cactus peyote (Lophophora williamsii), il fungo sacro teonanacatl (Psilocibe messicana), e l’ololiuqui o semi di morning glory (Ipomea violacea). 389 Di particolare interesse sembra essere lo yagé, una mistura preparata dalla pianta rampicante della giungla, Banisteriopisi caapi ed altri “ viticci dei morti (vines of the dead)” usati dagli Indiani del Sud America nella foresta amazzonica. Harmin, denominò anche yageina o banisterina, uno degli alcaloidi attivi isolati dalla pianta Banisteriopsis, che attualmente è stata indicata come telepatina. Gli stati psichedelici indotti dagli estratti di queste piante sembrano essere potentissimi stimolatori dei fenomeni paranormali. Il più famoso esempio delle insolite proprietà dello yagé può essere scovato nei resoconti di McGovern (69), uno degli antropologi che descrisse la pianta. In base alla sua descrizione, un medicineman del posto ebbe la visione chiara e dettagliata della morte del capo di una lontana tribù nel momento in cui questa stava avvenendo; la precisione del racconto fu verificata molte settimane dopo. Un’esperienza simile fu riportata da Manuel Còrdova Rios (53) che ebbe la visione chiara della morte di sua madre nella sua seduta con yagé e fu più tardi capace di verificarne tutti i dettagli. Tutte le culture psichedeliche sembrano condividere la credenza che non solo la percezione extrasen- soriale sia potenziata durante l’intossicazione da piante sacre, ma che l’uso sistematico di queste sostanze facilita lo sviluppo di facoltà paranormali nella vita quotidiana. Molto materiale aneddotico raccolto nel corso degli anni dai ricercatori psichedelici conferma queste credenze. Masters e Houston (65) hanno descritto il caso di una casalinga che in una seduta con LSD vide sua figlia nella cucina di casa che cercava il contenitore dei biscotti. Riferì inoltre di vedere la bambina colpire un recipiente di zucchero sulla credenza e far cadere lo zucchero sul pavimento. Questo episodio fu più tardi confermato dal marito. Gli stessi autori riferirono di un soggetto sotto LSD che vide “una nave intrappolata tra banchi di ghiaccio, da qualche parte nei mari del nord”. La nave aveva sulla prua il nome “Francia”. Fu più tardi confermato che la “Francia” era realmente rimasta intrappolata tra i ghiacci vicino alla Groenlandia, al momento della seduta. Il noto psicologo e parapsicologo Stanley Krippner (49) visualizzò, durante una sedute con psilocibina nel 1962, l’assassinio di John F. Kennedy che ebbe luogo 390 l’anno dopo. Osservazioni simili furono riportate da Humphrey Osmond, Duncan Blewett, Abram Hoffer, ed altri ricercatori. La letteratura sull’argomento è stata criticamente esaminata in uno studio sinottico di Krippner e Davidson (50). Nella mia personale esperienza clinica, fenomeni che suggeriscono la percezione extrasensoriale, sono di relativa frequenza nella psicoterapia con LSD, in particolare nelle sedute progredite. Spaziano da una più o meno vaga premonizione di eventi futuri, alla consapevolezza di accadimenti lontani o di dettagliate e complesse scene, percepite nella forma di vivide visioni chiaroveggenti. Ciò viene di solito associato con suoni, parole o frasi pronunciate, rumori di veicoli, suoni di motori a scoppio ed ambulanze, o il suono di clacson. Alcune di queste esperienze, a volte, vengono controllate e corrispondono ad eventi reali. Il controllo oggettivo è difficile. A meno che questi casi non siano registrati durante le sedute psichedeliche, c’è il rischio di contaminazione dei dati. Libere interpretazioni degli eventi, distorsioni della memoria, e la possibilità di fenomeni di déja vu durante la percezione di successive occorrenze, sono alcune delle maggiori insidie. I fenomeni paranormali più interessanti che si verificano durante le sedute psichedeliche sono le esperienze fuori dal corpo e i casi di passeggere chiaroveggenze e chiaroudienze. La sensazione di lasciare il proprio corpo è piuttosto comune in stati indotti da sostanze e può prendere diverse forme. Alcuni sentono di essere completamente distaccati dal corpo fisico, di librarsi sopra di esso o di osservarsi da un’altra posizione nella stanza. Occasionalmente, i soggetti possono perdere la consapevolezza della loro reale collocazione fisica e la loro coscienza può spostarsi in regni d’esperienze e di realtà soggettive, che appaiono essere completamente indipendenti dal mondo materiale. Si possono quindi identificare interamente con l’immagini dei corpi dei protagonisti di queste scene, essere loro le persone, gli animali o le entità archetipe. In casi eccezionali l’individuo può avere un’esperienza vivida e complessa nella quale agisce in uno specifico luogo nel mondo fisico, ed è capace di darne una descrizione dettagliata. Tentativi di verifica a volte sfociano in 391 entusiasmanti conferme. In casi rari, il soggetto può attivamente controllare un tale processo e “viaggiare” a volontà verso qualsiasi posto che scelga. Una descrizione dettagliata di una esperienza di questo tipo che illustra la natura e la complessità dei problemi implicati, è stata pubblicata nel mio libro Realms of the Human Unconscious (32). La verifica oggettiva mediante le canoniche, standard, tecniche di laboratorio usate nella ricerca parapsicologica, è stata generalmente deludente ed ha fallito nel dimostrare un aumento della percezione extrasensoriale come aspetto costante dell’effetto dell’LSD. Masters e Houston (65) controllarono soggetti sotto LSD mediante l’uso di uno speciale mazzo di carte sviluppato nel Laboratorio di Parapsicologia all’Università di Duke. Il mazzo conteneva venticinque carte, ciascuna di esse con un simbolo geometrico: una stella, un cerchio, una croce, un quadrato o linee ondulate. I risultati degli esperimenti – nei quali i soggetti sotto LSD tentavano di indovinare le carte – furono statisticamente insignificanti. Uno studio simile condotto da Whittlesey (102) ed un esperimento di intuizione delle carte con soggetti sotto psilocibina riportato da van Asperen de Boer, Barkema e Kappers (6), furono altrettanto deludenti, sebbene un interessante scoperta nel primo di questi studi fu la sorprendente diminuzione della varianza: i soggetti indovinarono realmente di più rispetto alla previsione matematica. Scoperte non pubblicate della ricerca parapsicologica di Walter Pahnke al Centro di Ricerca Psichiatrica del Maryland suggeriscono che l’approccio statistico a questo problema potrebbe essere fuorviante. Nel progetto, Walter Pahnke usò una versione modificata delle carte della Università di Duke sotto forma di pannelli elettronici. I soggetti sotto LSD dovevano intuire la chiave che era stata accesa sul pannello in una stanza adiacente o manualmente o mediante il computer. Sebbene il risultato per l’intero gruppo di soggetti sotto LSD non fu statisticamente rilevante, alcuni individui ottennero risultati sorprendentemente alti. Alcuni ricercatori sollevarono obiezioni su tutta la procedura affermando che il ripetitivo tentativo di indovinare le carte, è fortemente demotivante e noioso. In generale, una tale pro392 cedura non ha alcuna possibilità di attirare l’attenzione del soggetto a paragone delle eccitanti esperienze soggettive che caratterizzano lo stato psichedelico. Nel tentativo di rendere l’obiettivo più attraente, Capanna e Servadio (19) utilizzarono materiali emotivamente significativi al posto delle carte: fotografie a colori di raffigurazioni incoerenti furono preparate per l’esperimento. Sebbene un soggetto fece notevolmente bene, il risultato complessivo fu insignificante. Karlis Osis (73) somministrò l’LSD ad un numero di “medium” a cui venivano dati oggetti e chiesto di descriverne i proprietari. Un medium riscosse un insolito successo, ma gran parte degli altri furono così presi dagli aspetti estetici e filosofici dell’esperienza, o così coinvolti dai loro problemi personali, che trovarono difficile mantenere la concentrazione sull’obiettivo richiesto. Il dato di gran lunga più interessante emerse da uno studio pilota progettato da Masters e Houston (65) che impiegava immagini emotivamente significative con sessantadue soggetti sotto LSD. Gli esperimenti furono condotti nelle fasi finali delle sedute, quando è relativamente più facile concentrarsi su un obiettivo specifico. Quarantotto tra gli individui controllati si avvicinarono all’immagine scelta almeno due volte su dieci, mentre cinque soggetti ebbero successo almeno sette volte su dieci. Per esempio, un soggetto visualizzò “il mare agitato” quando l’immagine corretta era di una nave vichinga in una tempesta. Lo stesso soggetto indovinò “vegetazione lussureggiante” quando l’immagine era delle foresti pluviali nell’Amazzonia, “un cammello” quando l’immagine era di un Arabo su un cammello, “le Alpi” quando la figura era dell’Himalaya, ed “un negro che raccoglie cotone in un campo” quando si trattava di una piantagione nel sud. Lo studio dei fenomeni paranormali durante le sedute psichedeliche presenta molti problemi tecnici. Oltre a quello di far rimanere il soggetto interessato ed attirare la sua attenzione sull’obiettivo, Blewett (12) notò anche il rapido flusso di immaginazione eidetica che interferisce con la capacità del soggetto di stabilizzare e scegliere la risposta che potrebbe essere stata innescata dall’obiettivo. Le difficoltà metodologiche nello studio dell’effetto delle sostanze psichedeliche sulla percezione extra393 sensoriale o su altre facoltà paranormali e la mancanza di prove negli studi esistenti non possono, comunque, invalidare alcune osservazioni straordinarie in questa area. Ogni terapeuta dell’LSD con sufficiente esperienza clinica, ha raccolto un numero tale di osservazioni che spingono a considerare sul serio questo argomento. Io stesso non ho dubbi che gli psiche- delici possano occasionalmente indurre autentiche percezioni extrasensoriali. In alcuni casi, l’attivazione di certe facoltà e fenomeni paranormali può estendersi oltre il giorno della seduta. Una stimolante osservazione legata a questo contesto, è il gran numero di coincidenze nelle vite delle persone che hanno sperimentato fenomeni transpersonali durante le sedute psichedeliche. Tali coincidenze sono fatti oggettivi, non solo interpretazioni soggettive dei dati della percezione: sono simili alle osservazioni che Carl Gustav Jung descrisse nel suo saggio sulla sincronicità (44). La discrepanza tra il verificarsi di fenomeni parapsicologici nelle sedute con LSD ed i risultati negativi quando sono sottoposti a studi di laboratorio, sembra riflettere il fatto che un aumento degli ESP non è un aspetto costante dell’effetto dell’LSD. Gli stati psicologici che conducono ai fenomeni paranormali e che sono caratterizzati da una insolita alta incidenza di ESP, fanno parte delle molte condizioni mentali che possono essere attivate dalla sostanza; in altri tipi di esperienze indotte da LSD, le facoltà ESP sembrano essere allo stesso livello in cui si trovano nello stato di coscienza ordinario o addirittura ulteriormente ridotte. La ricerca futura dovrà verificare se l’incidenza delle facoltà paranormali durante gli stati psichedelici possa essere incanalata e coltivata, come è indicato nella letteratura sciamanica. 394 Note 1 Il lettore interessato troverà una discussione più esaustiva nell’eccellente libro di Robert Master e Jean Houston, Psychedelic Art (66). L’influenza dell’LSD e della psilocibina sulla creatività di pittori di professione, è stata documentata nel libro Experimental Psychoses (90) dallo psichiatra ceco J. Roubìeck. La raccolta non pubblicata di Oscar Janiger di quadri d’autore composti sotto l’influenza dell’LSD, merita di essere menzionata in questo contesto. 2 Alcuni esempi concreti di notevoli intuizioni di questa natura sono descritti nel mio libro Realms of the Human Unconscious (32). 3 Molti esempi addizionali di questo fenomeno possono essere trovati nel libro di Arthur Koestler, The Act of Creation (48). 4 Il lettore interessato troverà maggiori informazioni sull’argomento nello studio sinottico di Stanley Krippner, Research in Creativity and Psychedelic Drugs (51). 5 Lo studio più interessante di questo tipo fu di Walter Pahnke (75), L’esperimento del Venerdì Santo condotto nel 1964 nella Cappella di Harvard a Cambridge, Massachusetts. In questo studio, dieci studenti di teologia cristiana presero 30 milligrammi di psilocibina, e dieci altri che componevano il gruppo di controllo, presero 200 milligrammi di acido nicotinico come placebo. L’assegnazione a ciascun gruppo fu stabilito su due lemmi di base. Tutti assistettero a due ore e mezza di funzione religiosa che consisteva in musica d’organo, assoli vocali, letture, preghiere e meditazione personale. I soggetti a cui fu somministrata la psilocibina ottennero un punteggio molto alto nel questionario sull’esperienza mistica preparato da Pahnke, mentre la risposta del gruppo di controllo fu minima. 395 9 - DINAMICHE TERAPEUTICHE operanti nella TERAPIA con LSD Intensificazione delle dinamiche terapeutiche convenzionali Cambiamenti nelle Dinamiche dei sistemi di controllo Potenziale terapeutico del processo di Morte-Rinascita Dinamiche terapeutiche al livello Transpersonale La capacità dell’LSD di incidere sui sintomi emotivi e psicosomatici, ha sollevato domande sulle dinamiche terapeutiche coinvolte nei cambiamenti. Sebbene alcune di queste trasformazioni possano essere spiegate secondo i canoni interpretativi convenzionali, la maggioranza di esse sembrano implicare processi non ancora riconosciuti dalla psicologia e psichiatria tradizionali. Ciò non vuol dire che questi fenomeni non siano mai stati incontrati o discussi prima. Le descrizioni di alcuni di essi si trovano nella letteratura religiosa che descrive guarigioni spirituali. Gli antropologi potrebbero inoltre riconoscere elementi che si presentano nelle pratiche sciamaniche, nei riti aborigeni di passaggio ed in varie cerimonie di guarigione. Ho già spiegato che l’LSD non ha alcuna proprietà terapeutica legata semplicemente ai suoi effetti farmacologici. È necessario strutturare l’esperienza in un modo specifico per dare una valenza terapeutica, piuttosto che distruttiva, all’emergere del materiale inconscio. I risultati della psicoterapia con LSD, suggeriscono che i cambiamenti terapeutici che hanno luogo, sono complessi e non possono essere ridotti ad un singolo fattore. L’esperienza con LSD abbraccia una varietà di fattori su molti differenti livelli: ciascuno di essi ha un distinto potenziale terapeutico e può essere utilizzato per un trattamento efficace e per il cambiamento della personalità. In ciò che segue, discuteremo 397 brevemente le dinamiche principali che operano nelle sedute con LSD. L’opportunità per profondi mutamenti – che rappresenta una caratteristica degli stati psichedelici – rende l’LSD un coadiuvo molto speciale per la psicoterapia. INTENSIFICAZIONE DELLE DINAMICHE TERAPEUTICHE CONVENZIONALI I fattori di cambiamento terapeutico accessibili nelle fasi iniziali delle serie psicolitiche, sono i meccanismi che sono stati descritti nel contesto delle tradizionali scuole psicoterapeutiche. Tuttavia, anche nelle esperienze psichedeliche superficiali, queste dinamiche sono enormemente intensificate. In queste condizioni, i sistemi di difesa risultano indeboliti e la resistenza psicologica diminuisce. Le risposte emotive del soggetto sono drammaticamente accresciute e si possono osservare potenti abreazioni e catarsi. Il materiale inconscio rimosso, comprendente i ricordi della primissima infanzia, si rende facilmente accessibile, e ciò può sfociare non solo in un intenso richiamare alla memoria, ma anche in una autentica regressione d’età ed in un vivido ed articolato rivivere dei ricordi emotivamente rilevanti. Il materiale inconscio inoltre, si presenta di frequente nella forma di fenomeni simbolici con una struttura simile a quella dei sogni. L’emergere di questo materiale e la sua integrazione sono associati con intuizioni emotive ed intellettuali sulla psicodinamica dei sintomi del paziente e sugli schemi interpersonali di adattamento. Il potenziale terapeutico del rivivere episodi emotivamente importanti dell’infanzia, riguarda due elementi. Uno di essi è un profondo rilascio di energie bloccate e la loro scarica periferica nella forma di abreazioni emotive e fisiche. Il secondo è l’integrazione conscia del contenuto che è ora privo di carica affettiva. Questo è reso possibile dal doppio stato di coscienza che gli individui possono assumere sotto LSD, o simultaneamente o in alternanza. Da una parte, sperimentano una piena e complessa 398 regressione d’età ai primi periodi di vita quando gli eventi traumatici ebbero luogo; dall’altra, mantengono la consapevolezza che hanno al momento della seduta con LSD. In questo modo, diventa possibile rivalutare da un punto di vista adulto la rilevanza degli eventi che furono un tempo soverchianti, eccessivi per l’organismo immaturo. La ripetizione dei primissimi eventi biografici è quindi sperimentata dal soggetto che è ora un interessante ibrido tra un ingenuo bambino, totalmente coinvolto, e un più o meno distaccato osservatore adulto. Questo ruolo duplice si riflette nella relazione terapeutica. Il soggetto può percepire il terapeuta ed interpretare la realtà oggettiva, in un modo condizionato dal materiale irrisolto proveniente dal passato. Tuttavia, ad un altro livello, può anche mantenere un adeguato contatto con la realtà ed analizzare in dettaglio l’origine ed il meccanismo di queste distorsioni. La relazione di transfert è intensificata e sperimentata in una vivida forma pittoresca. Come indicato in un capitolo iniziale, le distorsioni della relazione terapeutica sono di frequente esagerate fino ad un livello caricaturale, così che la natura transferale dei fenomeni diventa evidente sia al paziente che al terapeuta. L’intensificazione della relazione, prodotta dalla sostanza, non solo facilita l’analisi del transfert, ma offre anche numerose opportunità per esperienze emotive di correzione. È essenziale che il terapeuta rimanga comprensivo, imperturbabile e di costante aiuto, senza riguardo alla natura del materiale emergente ed al comportamento del paziente. Questo può avere un potentissimo impatto terapeutico sul paziente che spesso vive fantasie di disapprovazione e di rifiuto, o anche aspettative catastrofiche circa la reazione del terapeuta verso certi aspetti della sua esperienza. Qualsiasi deviazione da questo approccio, a meno che non sia esplicitamente prospettato e concordato in funzione di uno scopo terapeutico, può rinforzare l’impatto della situazione traumatica originaria piuttosto che agire in modo correttivo. L’impegnativo, e spesso difficoltoso obiettivo del terapeuta, è in qualche modo facilitato dal fatto che il paziente sotto l’influenza dell’LSD è di solito meno sulla difensiva e più disponibile. Come risultato, il paziente spesso accetta ed utilizza delle intuizioni ed 399 interpretazione che sarebbero impossibili o inopportune nella psicoterapia che non impiega sostanze. La suggestionabilità è marcatamente intensificata ed un terapeuta che usa la suggestione nella psicoterapia può avvantaggiarsene; tuttavia, questo approccio dovrebbe essere usato con estrema cautela. Nella mia esperienza qualsiasi deviazione da una onesta ed aperta interazione con il paziente, o l’uso di vari espedienti e stratagemmi, è fondamentalmente dannoso per il progresso terapeutico. CAMBIAMENTI CONTROLLO NELLE DINAMICHE DEI SISTEMI DI Aumentando il dosaggio o ripetendo le sedute con LSD, entrano in gioco nuovi e potenti meccanismi, in aggiunta ai precedenti. Molti cambiamenti terapeutici a livelli più profondi possono essere spiegati come il risultato dell’intervento chimico nell’interazione delle costellazioni inconsce, che svolgono la funzione di sistemi di controllo. I più importanti di essi sono i sistemi di esperienza condensata (sistemi COEX), che organizzano il materiale di natura biografica, e le matrici perinatali di base (MPB), che hanno un ruolo simile in relazione ai depositi d’esperienze legati al processo di morte-rinascita. Le caratteristiche essenziali di questi due sistemi di controllo, sono state descritte precedentemente. Potremmo parlare anche delle matrici dinamiche transpersonali; tuttavia, data la ricchezza e libertà di organizzazione delle sfere transpersonali, sarebbe difficile descriverle in una maniera esaustiva. In base alla natura della carica emotiva, possiamo distinguere sistemi di controllo negativi (sistemi COEX negativi, MPB II, MPB III, aspetti negativi della MPB I e matrici transpersonali negative) e sistemi di controllo positivi (sistemi COEX positivi, aspetti positivi della MPB I, MPB IV, e matrici transpersonali positive). La strategia generale della terapia con LSD consiste nella riduzione 400 della carica emotiva fissata ai sistemi negativi e la facilitazione dell’accesso all’esperienza di quelli positivi. Una regola tattica specifica è di organizzare il periodo terminale di ciascuna seduta in un modo che faciliti il completamento e l’integrazione del materiale che si era reso accessibile quel giorno. La condizione clinica manifesta dell’individuo non è espressione della natura e della quantità del materiale inconscio; dipende da una attenzione selettiva e dalla sintonizzazione, che rende alcuni aspetti del materiale accessibile all’esperienza. Gli individui che sono sintonizzati su vari livelli di sistemi negativi psicodinamici, perinatali o transpersonali, percepiscono se stessi ed il mondo in un modo pessimistico e provano difficoltà emotiva e psicosomatica. Viceversa, coloro che sono sotto l’influenza di sistemi dinamici di controllo positivi, sono in uno stato emotivo di benessere e di funzionamento psicosomatico ottimale. Le qualità specifiche degli stati risultanti dipendono in ambedue i casi dalla natura del materiale attivato. Per una discussione dettagliata dell’influenza dei sistemi COEX, delle MPB e delle diverse matrici transpersonali sui soggetti sotto LSD, vedi il capitolo sugli intervalli post-seduta. Cambiamenti nell’influenza delle matrici dinamiche possono verificarsi come risultato di processi biochimici o fisiologici all’interno dell’organismo, o come reazione ad un numero di influenze esterne di natura fisica o psicologica. Le sedute con LSD sembrano rappresentare un profondo intervento nelle dinamiche dei sistemi di controllo e sulla loro interrelazione funzionale. L’analisi della fenomenologia delle esperienze indotte da LSD, indica che improvvisi miglioramenti durante la terapia possono essere spiegati sulla base del passaggio dal predominio di un sistema di controllo negativo ad uno stato in cui l’individuo è sotto l’influenza di una costellazione positiva. Un tale cambiamento non significa necessariamente che tutto il materiale inconscio alla base di quel particolare stato psicopatologico sia stato elaborato. Indica semplicemente un spostamento dinamico interno, da un sistema di controllo ad un altro. Questa situazione può essere indicata come transmodulazione; può verificarsi su molti differenti livelli. Un cambiamento tra costellazioni 401 di ricordi che comprendono materiale autobiografico può essere definito transmodulazione COEX. Data l’interrelazione funzionale tra i sistemi COEX e le MPB, gran parte del risperimentare ricordi traumatici dell’infanzia, rappresenta un parziale e mitigato rivivere di alcuni aspetti del trauma della nascita. Ugualmente, esperienze positive dell’infanzia possono essere viste come un parziale riassaporare le piacevoli condizioni post-natali o intrauterine. Uno spostamento dinamico comparabile da una matrice perinatale dominante ad un’altra, può essere definita una transmodulazione MPB. Una transmodulazione transper- sonale quindi comprende sistemi funzionali di controllo nelle sfere transindividuali dell’inconscio. Una tipica transmodulazione positiva si sviluppa in due fasi: comprende un’intensificazione del sistema dominante negativo ed un improvviso spostamento a quello positivo. Tuttavia, se un sistema molto positivo è facilmente accessibile, può dominare l’esperienza con l’LSD dall’inizio della seduta, ed il sistema negativo recede sullo sfondo. Uno spostamento da una costellazione dinamica ad un’altra, non implica necessariamente un miglioramento clinico. Vi è la possibilità che una seduta scarsamente risolta ed integrata, sfoci in una transmodulazione negativa – uno spostamento da un sistema positivo ad uno negativo. Questa situazione è caratterizzata da un improvviso manifestarsi dei sintomi psicopatologici, che non erano manifesti prima della seduta. Un’altra interessante possibilità è uno spostamento da un sistema negativo ad un altro che è ancora di natura negativa. La manifestazione esterna di questo evento intrapsichico è un netto cambiamento qualitativo nella psicopatologia, da una sindrome clinica ad un’altra. In alcuni casi, questa trasformazione può essere così drammatica che il paziente si sposterà in una categoria diagnostica completamente differente: un esempio clinico di questo fenomeno è stato già descritto in questo libro. Sebbene la condizione risultante potrebbe apparire in superficie completamente nuova, tutti i suoi elementi essenziali esistevano in forma potenziale nei recessi delle esperienze del paziente, prima che lo spostamento dinamico si verificasse. È quindi importante comprendere che, oltre al lavoro sul materiale inconscio, la pro402 cedura con LSD può anche implicare sensazionali spostamenti di attenzione che cambiano il significato dell’esperienza. Mi piace citare un’interessante metafora che una mia paziente utilizzò per illustrare la sua concezione di questo processo. La paziente descrisse l’inconscio umano come un magazzino oscuro, pieno di vari oggetti di tutti i tipi, alcuni brutti, altri belli. Percepiva l’azione dell’LSD come la rimozione di cianfrusaglie e spazzatura, ma anche come il cambiamento di direzione di una torcia elettrica che illumina lo spazio interno. Solo quegli oggetti nel magazzino che vengono illuminati dalla torcia possono essere percepiti in un preciso momento. Ugualmente, solo quei contenuti inconsci che sono nella zona d’illuminazione della consapevolezza conscia possono in realtà essere pienamente sperimentati. Una questione che merita particolare considerazione, a questo punto, è il significato terapeutico delle esperienze negative e positive nelle sedute con LSD. Il problema se l’enfasi nella psicoterapia con LSD debba porsi sul rivivere i ricordi conflittuali e traumatici o sul raggiungimento delle esperienze trascendentali, ha rappresentato una delle questioni più controverse tra i terapeuti psicolitici e psichedelici. In base alla mia esperienza, sia lavorare sul materiale traumatico che sperimentare stati estatici, rappresentano momenti importanti del processo di guarigione. Ancora, questi due aspetti della psicoterapia con LSD sembrano essere interrelati in modo dialettico. La riduzione dei sistemi negativi e la penetrazione delle aree problematiche, apre la via a profondi episodi positivi. Viceversa, se il soggetto sotto LSD sperimenta stati transpersonali nelle sedute psichedeliche iniziali, ciò ha una influenza benefica sul futuro sviluppo della terapia. I pazienti trascendono la ristretta cornice personale e vedono i loro problemi in un contesto cosmico. Questo si concretizza in un atteggiamento tendenzialmente ottimista che è di grande aiuto nell’affrontare il materiale psicodinamico e perinatale negativo quando esso emerge durante il trattamento. Un individuo che ha sperimentato stati trascendentali ha un forte sentimento di identità cosmica e comprende lo scopo fondamentale del trattamento. L’azione dell’LSD è vista come un lavoro sulle barriere, 403 gli ostacoli, che lo separano dal Sé e non solo un cieco scavare nel cul-de-sac dell’inconscio individuale. L’enfasi simultanea su ambedue gli aspetti del processo con l’incoraggiamento al suo spontaneo sviluppo, sembra essere la migliore soluzione a questo dilemma terapeutico. Tuttavia, esperienze positive sono di fondamentale importanza per la riuscita terapeutica, ed ogni concezione del trattamento con LSD che le sottovaluti, si sta privando di un potente principio terapeutico. POTENZIALE TERAPEUTICO DEL PROCESSO DI MORTERINASCITA I cambiamenti terapeutici associati con le esperienze a livello psicodinamico, sembrano essere di importanza relativamente minore se comparati a quelli che risultano dalle sequenze perinatali. La pratica clinica della psicoterapia con LSD, fornisce ripetute evidenze dell’enorme potenziale curativo del processo di morte-rinascita. La scoperta di questo meccanismo terapeutico, che non è ancora riconosciuta e compresa dalla scienza occidentale, rappresenta una delle più sorprendenti scoperte della mia ricerca sull’LSD. Le sequenze d’esperienza del morire e del rinascere possono produrre un alleviamento sensazionale di una varietà di problemi emotivi e psicosomatici. Le matrici perinatali negative sono un importante deposito di emozioni e sensazioni fisiche di straordinaria intensità: funzionano come una potente sorgente di molte sindromi psicopato- logiche. Certi sintomi come ansia, aggressività, depressione, paura della morte, sentimenti di colpa, senso di inferiorità, impotenza ed una generale tensione emotiva, sembrano avere profonde radici al livello perinatale. Molti aspetti di questi fenomeni, e le loro interrelazioni, acquistano significato se considerate nel contesto del trauma della nascita. Ugualmente, sono stato di frequente in grado di ricondurre le preoccupazioni del paziente circa varie funzioni fisiologiche o materiale biologico, lamentele ipocon404 driache ed una varietà di sintomi psicosomatici, ad alcuni aspetti del processo di morte-rinascita. Ciò era particolarmente centrato per le emicranie, per la mancanza di ossigeno e soffocamento, le difficoltà cardiache, la nausea e vomito, varie discinesie e tensioni muscolari, dolori e tremori in varie parti del corpo. Un’osservazione piuttosto comune nella terapia psicolitica, era che i pazienti che avevano superato la soglia psicodinamica nel loro processo, continuavano ad avere difficili esperienze sotto LSD ed un numero di problemi clinici nella loro vita quotidiana. Si rese evidente che certi sintomi psicopatologici erano radicati al livello perinatale e non sarebbero scomparsi a meno che e fino a che, il materiale sottostante non fosse stato penetrato. Perciò era necessario confrontarsi con l’esperienza della matrice “senza via d’uscita” in modo da raggiungere una duratura risoluzione – non solo una temporanea remissione – della claustrofobia o di una depressione inibita. Ugualmente, le radici profonde di una depressione agitata, furono trovate nella lotta tra la vita e la morte della terza matrice perinatale. Le tendenze suicide spesso scomparivano completamente dopo che i pazienti penetravano ed integravano il materiale perinatale. Molti individui che avevano completato il processo di morte-rinascita, riferirono che le loro precedenti tendenze suicide erano in realtà ardenti desideri mal compresi: di morte dell’ego e di trascendenza. Dato che questa intuizione non era accessibile in quel momento, si concentravano psicologicamente su una situazione nella realtà oggettiva che aveva una stretta somiglianza con la morte dell’ego, ovvero, la distruzione fisica. L’esperienza della morte psicologica tende ad eliminare o a ridurre enormemente le tendenze e l’ideazione suicida. Potenti impulsi aggressivi ed auto-distruttivi sono consumati nelle drammatiche sequenze d’esperienza del processo di morte-rinascita. Inoltre, dopo il completamento del processo della morte dell’ego, gli individui considerano l’esistenza umana come parte di una cornice spirituale molto più estesa. La coscienza è vista come sopraordinata alla materia e gli stratagemmi sul piano materiale appaiono essere rimedi assurdi ed inefficaci per le difficoltà dello sviluppo individuale. Non importa quanto difficile possano essere le 405 situazioni e condizioni di vita da un punto di vista oggettivo, il suicidio in qualche modo non appare più esserne la soluzione. Nel nostro lavoro con gli alcolisti e gli eroinomani, facemmo interessanti osservazioni che erano simili a quelle fatte circa gli individui con tendenze suicide. Da un certo punto di vista, l’alcolismo e la dipendenza da eroina possono essere viste come suicidi dilazionati su un lungo periodo di tempo: le dinamiche alla radice del suicidio e della dipendenza hanno molto in comune. I pazienti sotto LSD, che hanno sperimentato profondi sentimenti di unità cosmica, di frequente svilupparono un atteggiamento negativo verso gli stati della mente prodotti dall’intossicazione da alcol e narcotici. Le intuizioni di questi pazienti sulla natura della loro dipendenza, somigliavano a quelle delle persone con tendenze suicide. Dopo che avevano scoperto e sperimentato sensazioni di unità cosmica nelle loro sedute, realizzavano che lo stato che desideravano ardentemente era la trascendenza e non l’intossicazione da droghe. Riconoscevano un certa superficiale somiglianza e sovrapposizione tra l’intossicazione da alcol o eroina e le sensazioni di unità evocate dall’LSD, ed iniziavano a comprendere che il loro desiderio di queste sostanze era basato sulla confusione delle due condizioni. Gli elementi che lo stato trascendentale ha in comune con le intossi- cazioni sono la scomparsa o la diminuzione di varie emozioni o sensazioni dolorose, l’indifferenza emotiva verso il proprio passato o futuro, la liberazione dai confini corporali ed un fluido, indifferenziato stato di coscienza. Tuttavia, molte caratteristiche dello stato di unità cosmica non sono riprodotte nell’esperienza di intossicazione da alcol o narcotici. Invece di indurre uno stato di coscienza cosmica nella sua totalità, queste sostanze ne riproducono una caricatura; tuttavia, la somiglianza è sufficientemente stretta da fuorviare l’individuo che ne rimane coinvolto e lo spingono all’abuso sistematico che conduce alla dipendenza biologica ed a danni fisici, emotivi, sociali, irreversibili. Dopo esperienze di morte dell’ego e di unità cosmica, l’abuso di alcol o di narcotici e le tendenze suicide, sono visti come errori fatali causati dal mancato riconoscimento del desiderio spirituale di trascendenza. La presenza di forti sensazioni di questo tipo, 406 impensabile se vista alla luce degli schemi di comportamento e dello stile di vita dei tossicodipendenti e degli alcolisti, può essere mostrata dalle statistiche prese dalla terapia psichedelica. Nella ricerca a Spring Grove, gli alcolisti e gli eroino- mani ebbero la più alta incidenza di esperienze mistiche di tutti i gruppi studiati, inclusi i nevrotici, i professionisti della salute mentale e gli individui gravemente malati di cancro. Una crudele aggressività, i comportamenti impulsivi e le tendenze sadomasochiste, hanno anche importanti radici a livello perinatale. L’attivazione del potenziale distruttivo e auto-distruttivo nell’individuo, è uno dei più importanti aspetti del processo di morte-rinascita. Scene di incontrollabile aggressività e di distruzione di massa, così come di orge sadomaso, sono componenti canoniche delle manifestazioni perinatali 1. In questo contesto, enormi quantità di energia distruttiva sono mobilizzate e scaricate; il risultato è una sensazionale riduzione dei sentimenti e delle tendenze aggressive. L’esperienza della rinascita è tipicamente associata con un senso di amore, compassione, rispetto verso la vita. Gli elementi perinatali svolgono un importante ruolo anche nelle dinamiche dei vari stati d’ansia e delle fobie, dei sintomi di conversione isterica e di certi aspetti delle nevrosi ossessivo-compulsive. Molti disordini e deviazioni sessuali sembrano essere ancorati al livello perinatale e possono essere spiegati da aspetti e sfaccettature del trauma della nascita. Questo è vero per l’impotenza, la frigidità, i crampi mestruali, i dolorosi spasmi vaginali durante il rapporto, le ossessioni riguardo il materiale biologico nel contesto sessuale – come mangiare le feci e bere l’urina, sadomasochismo clinico e certi casi di feticismo ed omosessualità. Molti aspetti importanti del processo schizofrenico sembrano rappresentare elementi perinatali in una forma più o meno pura. Qui, questi profondi contenuti inconsci non sono mitigati e modificati da ulteriore materiale biografico, così è il caso in molti dei disordini su menzionati. Quindi gli episodi di torture diaboliche, di estreme sofferenze fisiche e mentali che sembrano senza fine, un profondo senso di assurdità della vita, o le visioni 407 di mondi mostruosi di persone di cartone e di automi, descritti da pazienti psicotici, indicano il coinvolgimento della MPB II. Le sequenze che comprendono la morte, lo smembramento, l’annichilimento del mondo, catastrofi cosmiche, distorsioni degli impulsi aggressivi e sessuali, preoccupazioni riguardo il materiale biologico e la concentrazione dell’esperienza sulla triade nascita-sesso-morte, sono caratteristiche della MPB III. La allucinazione messianica, l’identificazione con Cristo, e le esperienze di rinascita o di una nuova creazione del mondo, sono associate con la transizione dalla terza alla quarta matrice perinatale. La facilitazione ed il completamento del processo di morte-rinascita è associato con la scomparsa di molti dei suddetti sintomi psicotici. L’area perinatale dell’inconscio, quindi, sembra rappresentare una universale, indifferenziata matrice, per un numero esteso di sintomi e sindromi psicopatologiche e psicosomatiche. Se la patologia avrà uno sviluppo, la forma che essa assumerà, dipenderà dalla qualità e dalla natura dell’esistenza postnatale dell’individuo. Questo spiega perché le esperienze di morte e rinascita possono essere associate con sensazionali miglioramenti in un estesa varietà di condizioni e problemi clinici. I meccanismi terapeutici accessibili a questo livello sono molto più potenti di qualsiasi altro tipo, noto alla psichiatria e psicoterapia tradizionali. I profondi cambiamenti osservati sembrano abbracciare una combinazione di due importanti fattori terapeutici. Il primo è il rilascio e la scarica di enormi quantità di emozioni e di sensazioni fisiche bloccate, associate con la MPB II e III, che forniscono energia ai sintomi clinici. La seconda è il potenziale di guarigione degli stati estatici di unione, sperimentati nel contesto della MPB IV e I. Queste esperienze hanno una così profonda influenza su sintomi clinici di diverso genere, sulla struttura della personalità, sulla gerarchia dei valori e sulla visione del mondo, da meritare una nota speciale. Credo che il contenuto d’esperienza delle matrici perinatali, non possa essere ridotto al ricordo della nascita biologica. Tuttavia, un modo di avvicinarsi a questo nuovo principio terapeutico, è di concentrarsi sugli aspetti biologici del processo perinatale. 408 Sia che un reale nesso causale possa essere stabilito o meno, le esperienze di estasi oceanica e di unione cosmica sembrano essere profondamente legate allo stato di coscienza indifferenziata che l’infante sperimenta nell’interazione sim- biotica con l’organismo materno durante l’indisturbata e nutritiva esistenza intrauterina. L’associazione delle sensazioni di unità cosmica con le esperienze del buon grembo e del buon seno, offrono alcuni elementi per la comprensione del loro esteso potenziale curativo. È un fatto ben accertato dalla psicologia dello sviluppo, che gli stati di beatitudine senza ego, che un bambino prova nei primissimi periodi della sua vita, sono molto importanti per il suo futuro sviluppo emotivo, stabilità e salute mentale. Le esperienze di unità cosmica indotte in un adulto dall’LSD o con varie tecniche, sembrano essere in questo senso equivalenti alle esperienze del buon grembo e del buon seno. Soddisfano fondamentali bisogni psicologici e biologici nell’individuo e facilitano la guarigione emotiva e psicosomatica. L’esperienza di sciogliersi, fondersi nell’estasi, può quindi essere vista come un intervento retroattivo nella storia individuale e come una soddisfazione anacronistica dei bisogni fondamentali dell’infante. Tuttavia, per quanto importante possa essere il meccanismo appena descritto, esso riflette solo una sfaccettatura relativamente superficiale dell’esperienza di unità cosmica. Una eccessiva enfatizzazione del lato biologico di questo fenomeno, sarebbe una negazione delle sue dimensioni filosofiche e spirituali. Un individuo che ha un’esperienza trascendentale, sviluppa una immagine totalmente nuova della propria identità e della propria condizione cosmica. La rappresentazione materialista dell’universo in cui l’individuo è un insignificante granello di polvere nella vastità del cosmo, è istantaneamente sostituita dall’alternativa visione mistica. Nella nuova visione del mondo, il principio creativo dell’universo è accessibile all’esperienza dell’individuo ed in un certo senso è commensurato ed identico a lui (o lei). Questo è un cambiamento drastico della prospettiva, ed ha conseguenze che si estendono ad ogni aspetto della vita. Nella storia culturale dell’umanità, esperienze di questo genere sono state descritte in cornici differenti nel corso dei secoli o 409 addirittura dei millenni. Possono verificarsi spontaneamente in certi individui sotto condizioni particolari, o essere facilitate con vari rituali spirituali preposti allo scopo. A dispetto del fatto che sia l’esistenza di queste esperienze e sia il loro benefico impatto sull’esperente sono noti da così tanto tempo, vengono menzionati raramente nel contesto della psicoterapia moderna o della terapia in generale. Fino alla pubblicazione del lavoro di Abraham Maslow, la sola cornice accessibile in psichiatria per le “esperienze di picco” era quella della sintomatologia schizofrenica. Il potenziale curativo degli stati estatici è di così grande portata, comunque, che suggerisce un orientamento interamente nuovo nella terapia psichiatrica. Dovremmo studiare le caratteristiche di questi stati e sviluppare nuovi metodi per la loro facilitazione ed induzione. MECCANISMI TERAPEUTICI A LIVELLO TRANSPERSONALE Le terapie con LSD ci dicono che le esperienze transpersonali sono molto più che fenomeni curiosi. In molti casi, specifici sintomi sono ancorati a strutture di natura transpersonale e non possono essere risolti al livello di esperienze psicodinamiche o anche perinatali. Cercando di eliminare uno specifico problema emotivo, psicosomatico o interpersonale, il paziente talvolta deve sperimentare sequenze drammatiche di natura transpersonale. Molte osservazioni, insolite ed interessanti, indicano la necessità di incorporare gli aspetti transpersonali nella pratica clinica quotidiana. Con sorpresa del paziente e del terapeuta, esperienze apparentemente bizzarre ed inspiegabili, talvolta hanno un impatto sorprendente su certi sintomi clinici e problemi. Dato che il processo terapeutico di frequente conduce in territori inesplorati e non segnati sulla mappa della psiche, richiede una considerevole apertura mentale ed uno spirito di ricerca sia nel paziente 410 che nel terapeuta. Un terapeuta che aderisca rigidamente ai paradigmi convenzionali e non abbia accesso ai livelli non ordinari di coscienza, generalmente sarà meno efficace con quei pazienti i cui problemi hanno una forte enfasi transpersonale. Il terapeuta non incoraggerà i pazienti ad avere esperienze che risolverebbero i loro sintomi, o potrebbe anche implicitamente o esplicitamente scoraggiarli dall’entrare nelle sfere transpersonali. Un tale approccio – oltre ad essere terapeuticamente poco efficace – non sa venire incontro agli intensi bisogni spirituali di questi pazienti e non fornisce loro una direzione nella quale muoversi. In alcuni pazienti sotto LSD, sintomi emotivi che non erano stati risolti al livello psicodinamico scomparivano o erano mitigati in connessione con esperienze embrionali. Il rivivere tentativi di aborto, malattie materne o crisi emotive durante la gravidanza, e le esperienze fetali di non essere desiderati (“ grembo rifiutante”), possono essere di grande valore terapeutico. Casi di vistosi cambiamenti terapeutici sono stati osservati in connessione alle esperienze di passate incarnazioni. Qualche volta queste si verificano simultaneamente a fenomeni perinatali, altre volte sono gestalt tematiche indipendenti. Il soggetto sperimenta una sequenza di insieme, in un altro luogo e/o in un differente periodo storico, di solito con un profondo coinvolgimento emotivo e drammatica abreazione. Ciò è associato con un forte senso di rivivere un episodio da una precedente incarnazione. Uno specifico problema emotivo, interpersonale o psicosomatico, è percepito come una parte significativa di uno schema karmico, e scompare quando questa gestalt è completata. In alcuni casi ciò è accompagnato da cambiamenti sincronici nelle vite e nei comportamenti delle persone che il soggetto indicava come protagonisti delle scene karmiche. Il resoconto clinico che segue è un buon esempio di questo insolito fenomeno. Tanya, insegnante di 34 anni, madre divorziata con due bambini, si stava sottoponendo alla psicoterapia con LSD per depressione, stati d’ansia ed una predisposizione all’affaticamento. Una delle sue sedute con LSD portò l’inaspettata soluzione di un grave 411 problema fisico che era stato considerato di natura puramente organica. Per i precedenti dodici anni aveva sofferto di sinusite cronica con occasionali acute infiammazioni dovute al freddo o ad allergie. Questi sintomi erano cominciati poco dopo il suo matrimonio e rappresentavano un serio inconveniente nella sua vita. Le maggiori manifestazioni erano mal di testa e forti dolori alle mascelle ed ai denti, febbre lieve, pesanti scariche nasali, attacchi di starnuti ed asma. In molti casi era svegliata da un colpo di tosse; alcune mattine questi sintomi duravano da tre a quattro ore. Tanya fece numerosi controlli per le allergie e fu trattata da specialisti con antistaminici, antibiotici, e pulendo le fistole con soluzioni disinfettanti. Quando tutto ciò non ottenne risultati, i medici le suggerirono l’operazione alle fistole, che Tanya rifiutò. In una delle sedute con LSD, Tanya stava sperimentando soffocamento, congestione e pressione alla testa nel contesto dell’esperienza di nascita. Riconobbe che alcune di queste sensazioni avevano una stretta somiglianza con i sintomi associati con i suoi problemi di sinusite; tuttavia, erano grandemente amplificati. Dopo molte sequenze che erano chiaramente di natura perinatale, l’esperienza si aprì al rivivere ciò che apparve essere il ricordo di una passata incarnazione. In questo contesto, le esperienze di oppressione, soffocamento e congestione che precedentemente erano state collegate con il trauma della nascita, divennero sintomi di annegamento. Tanya sentì che era legata ad un asse che un gruppo di persone stava lentamente spingendo sott’acqua. Dopo una drammatica abreazione emotiva associata ad urla, violento soffocamento, tosse e profusa secrezione di enormi quantità di verdognola scarica nasale, fu in grado di riconoscere il posto, le circostanze e le persone coinvolte. Era una giovane ragazza in un villaggio nel New England ed era stata accusata dai vicini di stregoneria, dato che stava avendo insolite esperienze di natura spirituale. Un gruppo di compaesani la trascinò una notte in un vicino bosco di betulle, e là, la legarono ad un asse e le immersero la testa in un freddo laghetto. Al vivido chiarore lunare, fu in grado di riconoscere tra i suoi esecutori, i volti di suo padre e di suo marito dell’attuale vita. A questo punto, Tanya poteva 412 vedere molti elementi dell’esistenza odierna come una replica approssimativa delle scene karmiche originarie. Certi aspetti della sua vita, compresi gli schemi specifici di interazione con il marito e il padre, improvvisamente acquisirono un senso, fino al minimo dettaglio. Questa esperienza del dramma nel New England e tutte le intricate connessioni che Tanya fece, per quanto convincenti fossero ad un livello soggettivo, ovviamente non costituivano una prova della validità storica dell’episodio e del nesso causale tra l’evento ed i suoi problemi di sinusite. Né poteva, la sua convinzione che si stesse confrontando con uno schema karmico, essere considerata una evidenza della realtà della reincarnazione. Tuttavia, con sbalordimento di tutti noi, questa esperienza fece scomparire la condizione di sinusite cronica che aveva tormentato Tanya per un periodo di dodici anni e che si era dimostrata refrattaria al trattamento medico convenzionale. L’esperienza di Tanya di una precedente incarnazione. Sopra di lei, le scure figure della folla formano un cerchio contrapposto al cielo notturno ed alla luna piena. È interessante notare che questo meccanismo non è limitato agli stati psichedelici. Osservazioni simili sono state riportate da terapeuti che utilizzano tecniche che non comprendono l’uso di sostanze, come l’ipnosi, la pratica gestaltica o la terapia 413 primale. Dennys Kelsey e Joan Grant (45) inducono una transe ipnotica nei loro soggetti e li spingono ad andare indietro nel tempo alla ricerca della sorgente dei loro problemi emotivi e fisici. Senza una speciale programmazione, preparazione, molti di loro rivivono memorie di passate incarnazioni e risolvono i sintomi in questo contesto. Voglio menzionare uno dei loro pazienti, perché il meccanismo coinvolto ha una stretta somiglianza con ciò che ho osservato molte volte durante la psicoterapia con LSD. La paziente soffriva di una grave fobia da ali e piume di uccelli, che aveva resistito al trattamento psicologico convenzionale per anni. Il suo difficile sintomo fu risolto dopo che rivisse con una drammatica abreazione una scena che aveva la qualità d’esperienza di una passata incarnazione. Sperimentò se stessa in un corpo maschile, come un guerriero persiano che era stato ferito da una freccia e stava morendo sul campo di battaglia. Mentre giaceva lì, approssimandosi la sua agonia finale, gli avvoltoi cominciavano a radunarglisi intorno, in attesa della sua morte. Presero a saltare verso di lui e a beccarlo, mentre lo colpivano in faccia con le ali. La paziente trovò le radici della sua fobia delle piume di uccello, in questa orribile esperienza: la scarica emotiva insieme alla nuova intuizione, la liberarono permanentemente dal fastidioso sintomo. Emmett Miller (70) ha riportato occasionalmente osservazioni simili usando la tecnica ipnotica che lei chiama della consapevolezza selettiva. Ci sono psicologi e psichiatri negli Stati Uniti che sono specializzati nel far regredire i loro pazienti al livello delle passate incarnazioni per trovare le radici dei problemi individuali ed interpersonali. Molte esperienze di passate incarnazioni sono state descritte nel contesto dell’auditing nella scientologia. Le letture di Edgar Cayce inoltre contengono spesso riferimenti a livelli karmici come cause dei problemi dei clienti. In alcuni casi, le memorie di passate incarnazioni emergono spontaneamente nella vita quotidiana; possono avere le stesse benefiche conseguenze, se è loro consentito di raggiungere il completamento. Questo solleva una questione su come molte opportunità di un efficace intervento terapeutico siano state perse dagli psichiatri con mentalità cartesiana-newtoniana, i cui pazienti riportavano 414 l’accesso ai livelli karmici. L’importanza delle esperienze transpersonali per l’approccio terapeutico alla schizofrenia è stato illustrato in questo libro dalla storia di Milada. Le esperienze ancestrali possono talvolta svolgere un ruolo simile ai ricordi delle passate incarnazioni. In alcuni casi i sintomi scompaiono dopo che i pazienti rivivono ciò che sentono essere memorie dalle vite dei loro antenati. Ho visto pazienti cogliere certi loro problemi intrapsichici come conflitti interiorizzati dai loro antenati e risolverli a questo livello. Alcuni sintomi psicopatologici e psicosomatici possono occasionalmente essere fatti risalire ad elementi di coscienza vegetale o animale. Così, le sensazioni complesse ed apparentemente bizzarre di una paziente furono risolte quando le riconobbe come stati di coscienza vegetale e si concesse l’identificazione con l’esperienza di essere un albero. In un altro paziente, insolite sensazioni fisiche e sintomi di una grave febbre da fieno, furono amplificati dall’effetto della sostanza e divennero sensazioni autentiche di essere un animale di un’altra specie. Per illustrare la complessità e le affascinanti dimensioni dei problemi in questione, mi piacerebbe descrivere un caso che non porta ad una chiara riuscita terapeutica, ma fornisce intuizioni molto interessanti. Ero stato contattato da Arthur, un matematico di 46 anni, che aveva avuto esperienze con l’LSD per motivi didattici e come mezzo per scoprire le radici dei suoi sintomi nevrotici. Molto del lavoro che aveva fatto nelle sue sedute si concentrava sui problemi dello sviluppo embrionale e della nascita. Dovette affrontare particolari complicazioni in queste aree dovute al fatto che aveva una sorella gemella. In molte sue sedute con LSD, ebbe visioni ed esperienze di creature con una complessa struttura geometrica. Si sentì molto coinvolto emotivamente in queste esperienze, sebbene fossero strane e non avessero alcun senso. Non riusciva a comprendere il perché trascorresse così tanto tempo su queste forme bizzarre ed incomprensibili. Anni dopo, ed era passato molto tempo da quando aveva interrotto le sedute con LSD, si sovraffatico mentre lavorava su un complesso progetto. Per molti mesi aveva dormito poco, bevuto caffè in eccesso e fumato due pacchetti di sigarette al giorno. 415 Durante il periodo di convalescenza successivo ad un attacco di cuore, comprò il libro di Ernst Haeckel, Art Forms in Nature (35), una collezione di incisioni raffiguranti diverse forme animali nella scala evolutiva. Fu sbalordito quando riconobbe molte delle forme che avevano rappresentato una parte così importante delle sue sedute con LSD. In un istante pervenne alla comprensione sulla natura del processo che non aveva mai completato. Come gemello, doveva affrontare i problemi specifici legati alla simmetria durante il suo sviluppo embriologico. Le esperienze delle fasi del suo sviluppo di embrione erano associate, nelle sedute con LSD, con le corrispondenti forme animali in accordo con la legge biogenetica di Haeckel 2. Nel contesto, riconobbe che il cuore, in quanto organo asimmetrico, presenta problemi particolari durante l’embriogenesi. Era a questo livello, nella sfera delle geometrie di base della natura, che Arthur trovò le radici profonde del suo interesse di tutta una vita, per la matematica, la simmetria e le forme geometriche. Alcuni pazienti sotto LSD riconoscevano che alcuni dei loro sintomi, atteggiamenti e comportamenti, erano manifestazioni di una sottostante struttura archetipica. Una identificazione con le entità archetipiche può condurre alla risoluzione di certi problemi. Occasionalmente, le forme d’energia coinvolte hanno una qualità talmente aliena, che il comportamento dei soggetti sotto LSD somiglia a ciò che gli antropologi hanno descritto come possessione spiritica. In tali casi la procedura terapeutica può assumere le caratteristiche dell’esorcismo come era praticato nella Chiesa medioevale, o dell’espulsione degli spiriti malvagi nelle culture aborigene. Tali situazioni possono essere molto impegnative per il paziente ed il terapeuta. La seguente storia è l’esempio più drammatico di questo fenomeno a cui io abbia assistito: il fatto che il paziente abbia sofferto di amnesia durante gran parte del processo, lo distingue da altri episodi simili. Mentre lavoravo al Centro di Ricerca Psichiatrica del Maryland, fui invitato ad una conferenza dello staff all’Ospedale di Stato di Spring Grove. Uno degli psichiatri stava descrivendo il caso di Flora, una paziente single di 28 anni che era stata ricoverata da più di otto mesi in un reparto di sicurezza. Tutte le terapie 416 disponibili, compreso l’uso di tranquillanti, antidepressivi, la psicoterapia e la terapia occupazionale, erano state provate ma avevano fallito, e stava per essere trasferita nel reparto cronici. Flora presentava una delle più complesse combinazioni di sintomi e problemi che io abbia incontrato nella mia pratica psichiatrica. Quando aveva sedici anni, faceva parte di una gang ed aveva preso parte ad una rapina a mano armata, in cui era rimasta uccisa una guardia notturna. Come autista della macchina preposta per la fuga, Flora trascorse quattro anni in prigione e fu quindi rimessa in libertà sulla parola per il resto della sua condanna. Durante i tempestosi anni che seguirono, sviluppò tossicodipendenze multiple. Era alcolista ed eroinomane, e di frequente usava alti dosaggi di psicostimolanti e barbiturici. Le sue gravi depressioni erano associate a violente tendenze suicide: aveva l’impulso a dirigere la macchina oltre un precipizio o a scontrarsi con un altro veicolo. Soffriva di vomito isterico che si verificava facilmente in situazioni nelle quali era emotivamente agitata. Probabilmente il più preoccupante dei suoi disturbi era un doloroso crampo facciale, “ tic doloreux”, per il quale un neurochirurgo del John Hopkins aveva proposto una operazione al cervello consistente nella resezione dei nervi coinvolti. Flora era lesbica e viveva questa condizione con conflitti e sensi di colpa; non aveva mai avuto un rapporto eterosessuale. A complicare ulteriormente la situazione, fu citata in giudizio perché aveva gravemente ferito la sua compagna di stanza mentre tentava di pulire la pistola sotto l’influenza dell’eroina. Alla fine del convegno di Spring Grove sul caso clinico, lo psichiatra che l’aveva in cura, chiese al dr. Charles Savage e a me, se la avremmo presa in considerazione per la psicoterapia con LSD. Trovammo questa decisione difficile, specialmente perché ciò avveniva in un momento di isteria nazionale contro l’LSD. Flora aveva già una fedina penale sporca, poteva accedere alle armi e aveva gravi tendenze suicide. Eravamo consapevoli che l’atmosfera era tale per cui, se l’avessimo trattata con LSD, qualunque cosa fosse successo dopo, la colpa sarebbe automaticamente ricaduta sulla sostanza, senza che i suoi trascorsi venissero considerati. D’altronde, ogni alternativa era stata tentata senza successo e a 417 Flora sarebbe toccata una vita in un reparto cronici. Alla fine, decidemmo di correre il rischio e di provare con lei il trattamento con LSD, pensando che la sua disperata situazione giustificasse il rischio. Le prime due sedute di Flora con forti dosi di LSD, non furono differenti dalle altre che avevo tenuto in passato. Dovette affrontare svariate situazioni, a partire dalla tempestosa infanzia e dalle sequenze di lotta nel canale della nascita ripetutamente rivissute. Fu in grado di collegare le sue violente tendenze ed i dolorosi crampi facciali a certi aspetti del trauma della nascita, abreagendo forti quantità di intensa emozione e tensione fisica. Ciononostante, il progresso terapeutico sembrò minimo. Nella terza seduta con LSD, non avvenne nulla di straordinario nelle prime due ore; ebbe esperienze simili a quelle delle prime due sedute. Improvvisamente, cominciò a lamentarsi che il dolore causato dai crampi facciali stava diventando insopportabile. Davanti ai nostri occhi, gli spasmi facciali si accentuarono grottescamente e la sua faccia si irrigidì in ciò che al meglio può definirsi una maschera del male. Cominciò a parlare con una voce maschile profonda e tutto ciò che la riguardava era così diverso da non permettermi di vedere alcuna connessione tra il suo aspetto attuale e quello precedente. I suoi occhi avevano un’espressione di malvagità indescrivibile e le mani erano spastiche e sembravano artigli. L’energia aliena che aveva preso il controllo del suo corpo e della sua voce si presentò come il demonio. “Lui” si rivolse direttamente a me, ordinando di stare lontano da Flora e di abbandonare ogni tentativo di aiutarla. Lei gli apparteneva ed egli avrebbe punito chiunque avesse osato invadere il suo territorio. Ciò che seguì fu un esplicito ricatto, una serie di truci descrizioni di quel che sarebbe successo a me, ai miei colleghi e al programma, se non avessi obbedito. È difficile rendere nel racconto l’inquietante atmosfera evocata da questa scena; si poteva quasi percepire la presenza di qualcosa di alieno nella stanza. La forza del ricatto aumentò ulteriormente perché coinvolgeva certe informazioni reali, alle quali la paziente non poteva avere accesso nella sua vita di tutti i giorni. Mi trovai preso da una tensione emotiva di dimensioni metafisiche. Sebbene avessi visto manifestazioni 418 simili in alcune sedute con LSD, queste non erano mai state così realistiche né così convincenti. Mi era difficile controllare la paura e temevo di intraprendere quella che sentivo sarebbe stata una lotta con questa presenza. Mi ritrovai a pensare in modo veloce, cercando di scegliere la strategia più adatta alla situazione. A un certo punto, mi sorpresi a pensare seriamente che avremmo dovuto tenere un crocefisso nell’armamentario terapeutico. La mia razionalizzazione era che si trattasse di un archetipo che si stava manifestando e che la croce potesse, in queste circostanze, fungere da rimedio specifico. Mi apparve presto chiaro che le mie emozioni, sia di paura che di aggressività, stavano rendendo l’entità più reale. Non potevo fare a meno di pensare a scene tratte da storie di fantascienza, in cui un’entità aliena si nutriva di emozioni. Infine mi resi conto che era essenziale per me rimanere calmo e concentrato. Decisi di assumere un atteggiamento meditativo, mentre tenevo la mano contratta di Flora e tentavo di mettermi in relazione con lei nella forma in cui l’avevo conosciuta prima. Al tempo stesso, cercai di visualizzare un involucro di luce che ci avviluppava entrambi, cosa che intuitivamente mi sembrava l’approccio migliore. La situazione durò più di due ore; soggettivamente queste furono le ore più lunghe mai vissute. Passato tale tempo, le mani di Flora si rilassarono e il viso riprese l’aspetto solito; questi cambiamenti furono tanto improvvisi quanto la comparsa di quello strano stato. Presto scoprii che non ricordava nulla delle due ore precedenti. Più tardi, nella sua relazione, descrisse le prime ore della seduta e passò poi al periodo successivo allo “stato di posseduta”. Mi domandai seriamente se avessi dovuto discutere con lei del pezzo di seduta scomparso nella sua amnesia, e decisi che non fosse il caso. Non mi parve che ci fosse alcuna ragione per portare alla sua attenzione conscia un tema tanto macabro. Con mia grande sorpresa, il risultato di questa seduta fu uno straordinario progresso terapeutico. Flora perse le tendenze suicide e sviluppò un nuovo apprezzamento del valore della vita. Smise di prendere alcol, eroina, barbiturici e cominciò a frequentare con zelo le riunioni di un piccolo gruppo religioso di 419 Catonsville. Per la maggior parte del tempo non ebbe più crampi facciali; l’energia alla radice di essi, sembrava essersi esaurita nella “maschera del Male” che aveva mantenuto per due ore. Il ritorno occasionale del dolore, fu di intensità trascurabile e non richiese nemmeno medicine. Cominciò a vivere delle relazioni eterosessuali e infine si sposò. Tuttavia il suo adattamento sessuale non fu buono; riusciva ad avere rapporti, ma li trovava dolorosi e non piacevoli. Il matrimonio finì dopo tre mesi e Flora tornò alle relazioni lesbiche, questa volta, comunque, con minor senso di colpa. Il suo stato era tanto migliorato che le fu concesso di fare la taxista. Sebbene negli anni successivi ebbe alti e bassi, non dovette far ritorno in un ospedale psichiatrico, che sarebbe potuto diventare la sua dimora permanente. Gli esempi riportati, rappresentano solo un piccolo campione delle osservazioni che ho fatto durante venti anni di ricerca sull’LSD , ed indicano che le esperienze transpersonali possono avere una grande efficacia terapeutica. Indipendentemente dall’opinione filosofica che il terapeuta ne ha, egli dovrebbe conoscere il loro potenziale curativo ed incoraggiare i pazienti, nel caso in cui la loro esplorazione del sé, li conducesse nella sfera transpersonale. Nessuna delle esistenti scuole psicologiche copre l’intero spettro né fornisce una cornice esplicativa adeguata per tutti i processi coinvolti nell’accadimento psichico. Alcuni dei principali orientamenti psicoterapeutici offrono utili prescrizioni nell’area dell’inconscio su cui si concentrano. La psicoanalisi freudiana è di grande aiuto quando le sedute con LSD si concentrano a livello biografico. La cornice rankiana, con alcune importanti modificazioni, è rilevante per la comprensione degli aspetti biologici del processo di morte-rinascita. Gli approcci reichiani e neo-reichiani, forniscono importanti elementi teorici e pratici per affrontare gli aspetti fisici ed energetici dei livelli biografici o perinatale. La psicologia junghiana ha esplorato e segnato molti importanti regni d’esperienza del dominio transpersonale. Perciò ciascuno dei suddetti sistemi è solo parzialmente appli- cabile al processo psichedelico, ed una aderenza rigida a qualsiasi cornice concettuale è in definitiva antiterapeutica. In 420 questa materia, psicologia e psicoterapia possono imparare una importante lezione dalla fisica moderna. Recentemente il fisico teorico Geoffrey Chew (20) ha formulato un approccio rivoluzionario che chiama “filosofia delle stringhe (bootstrap philosophy )”. In questo approccio, l’universo è visto non più come un gigantesco ingranaggio, un insieme di oggetti che interagiscono l’un l’altro seguendo i principî della meccanica newtoniana, ma come una rete infinitamente intricata di eventi correlati. Nessuna delle proprietà di ciascuna parte della rete è fondamentale; tutte dipendono dalle proprietà delle altre parti e la complessiva coerenza delle loro interrelazioni determina la struttura della rete intera. Il modo in cui le diverse discipline dividono la realtà è in definitiva arbitrario, e tutte le teorie scientifiche sono solo approssimazioni più o meno utili. Nel campo della ricerca sulla coscienza, il più stretto parallelo alla filosofia di Geoffre Chew, è la concezione della psicologia dello spettro, formulata da Ken Wilber (103). Essa suggerisce che le varie scuole descrivono accuratamente differenti livelli o bande di coscienza, ma non sono applicabili alla psiche nella sua totalità. È essenziale per una efficace psicoterapia con LSD avvicinarsi al processo di esplorazione del sé, dal punto di vista della psicologia dello spettro e nello spirito della “filosofia delle stringhe”. I modelli teorici di qualsiasi natura essi siano, sono solo organizzazioni approssimative dei dati accessibili in quel momento. Non dovrebbero essere presi per descrizioni definitive ed esaustive del mondo. Per funzionare come un agevolatore del progresso scientifico, piuttosto che come un ostacolo, una cornice concettuale deve essere sperimentale e flessibile: dovrebbe condurre a nuove osservazioni. La realtà è sempre più vasta e complessa della più elaborata e comprensiva delle teorie. Se il terapeuta confonde un sistema teoretico con la “verità” sulla realtà, ciò, presto o tardi, interferirà con il processo terapeutico e creerà una seria impasse nel trattamento dei pazienti, le cui necessità terapeutiche riguardano esperienze che il sistema non comprende o non consente. La mia attuale opinione, è che i sintomi emotivi e psicosomatici indicano un blocco di energia, ed in ultima analisi rappresen421 tano esperienze potenziali che stanno provando ad emergere in una forma condensata. Credo che il ruolo di un terapeuta dovrebbe essere di aiutare la mobilitazione dell’energia e facilitarne il libero flusso d’esperienza. Egli non dovrebbe avere nessuna aspettativa emotiva o concettuale sulla natura dell’esperienza risultante e dovrebbe essere disposto ad incoraggiare e convalidare il processo per quanto non costituisca un pericolo per l’incolumità fisica del cliente o di altre persone. Infine non sembra far alcuna differenza quale forma prenda l’esperienza, quando il paziente è centrato, è in sintonia con il suo processo e si abbandona ad esso totalmente. Può trattarsi di un ricordo dell’infanzia, di una sequenza di nascita, di una costellazione karmica, di episodi filogenetici o di manifestazioni demoniche. Il terapeuta dovrebbe essere di ampie vedute così da incoraggiare il paziente a seguire il flusso di energia, senza riguardo al contenuto specifico del processo. Il completamento della gestalt d’esperienza porta risultati terapeutici, indipendentemente dalla comprensione intellettuale di esso. Dopo che il processo è completato, il terapeuta ed il paziente possono fare dei tentativi per inserire gli eventi della seduta in una cornice teoretica. In base alla natura ed al livello dell’esperienza, il sistema che offre la migliore mappa potrebbe essere la psicoanalisi freudiana, la psicologia di Rank, i costrutti teorici di C. G. Jung, il Buddhismo Tibetano, l’Alchimia, la Cabala, o alcune altre antiche cartografie della coscienza,come la mitologia di una particolare cultura, o un particolare sistema spirituale. Comunque, l’analisi intellettuale dovrebbe essere considerata un interessante esercizio accademico non essenziale per il progresso terapeutico. Sebbene in superficie ciò possa essere visto come anarchia intellettuale che genera il caos concettuale, ha una propria logica profonda e può essere significativamente collegato ad un nuovo modello dell’universo e della natura umana. La discussione di questo argomento è rimandata ad un mio prossimo volume. [Oltre il cervello – nota redazionale ] 422 Note 1 Le possibili implicazioni socio-politiche di questa osservazione sono state discusse in dettaglio nel mio articolo, Perinatal Roots of Wars, Totalitarianism and Revolutions (33). 2 La legge biogenetica di Ernst Haeckel afferma che durante il suo sviluppo individuale (ontogenesi) l’organismo ripete in modo condensato la storia della specie (filogenesi). 423 424 EPILOGO : il FUTURO della PSICOTERAPIA con LSD Nei precedenti capitoli di questo libro ho provato ad esprimere ed illustrare la mia convinzione che l’LSD è uno strumento potente ed eccezionale per l’esplorazione della mente umana e della natura umana. Le esperienze psichedeliche mediano l’accesso alle sfere profonde della psiche che non sono ancora state scoperte e riconosciute dalla psicologia e psichiatria tradizionale. Il fatto che l’esperienza indotta da LSD, appaia sconcertante a molti professionisti e che non possa essere spiegata mediante le cornici teoretiche esistenti, non significa che gli effetti dell’LSD siano totalmente imprevedibili. La sicurezza ed un uso efficace di questa sostanza, richiedono una fondamentale revisione della teoria e della pratica della psicoterapia. Comunque, è possibile formulare i principî base della psicoterapia coadiuvata con LSD, che massimizzano i suoi benefici terapeutici e ne riducono i rischi. È difficile predire il futuro della psicoterapia con LSD. Il fatto che possa essere usata efficacemente ed in piena sicurezza, non significa automaticamente che verrà assimilata dalla psichiatria tradizionale. Questa questione è complicata da molti fattori di natura emotiva, amministrativa, politica e legale. Comunque, differenzieremo nettamente tra il futuro della psicoterapia con LSD ed il suo contributo alla teoria ed alla pratica della psichiatria. Ho già affermato che l’LSD è un catalizzatore o un amplificatore dei processi mentali. Usato in modo adeguato, diventa qualcosa di simile al microscopio o al telescopio della psichiatria. Se la ricerca sull’LSD proseguirà in futuro o meno, le intuizioni che sono state raggiunte nella sperimentazione con LSD restano 425 comunque, di duraturo valore ed importanza. Le formulazioni teoretiche ed i principî pratici che la psicoterapia con LSD ha scoperto o convalidato, includono una nuova, ampliata cartografia della mente umana, nuovi ed efficaci meccanismi terapeutici, una nuova strategia psicoterapeutica ed una sintesi di spiritualità e scienza nel contesto dell’approccio transpersonale. Inoltre, la recente convergenza tra misticismo, ricerca sulla coscienza e fisica quanto-relativistica, suggerisce che l’esperienza psichedelica potrebbe contribuire in futuro alla comprensione della natura della realtà. È vero che la sperimentazione psichedelica ha i suoi pericoli e le sue insidie. Ma le spedizioni in territori inesplorati non sono mai prive di rischi. Wilhelm Conrad Roentgen, lo scopritore dei raggi x, perse le dita come risultato degli esperimenti con la nuova forma di radiazione. La percentuale di morte dei primi piloti, che hanno aperto la strada alla sicurezza dei viaggi aerei d’oggi, era presumibilmente del 75 %. Il grado di rischio è direttamente proporzionato all’importanza della scoperta ed al suo potenziale: così l’invenzione della polvere da sparo implicava un differente livello di rischio rispetto allo sviluppo dell’energia nucleare. L’LSD è uno strumento di straordinaria potenza; dopo più di venti anni di ricerca clinica nutro un grande timore reverenziale sia per il suo potenziale positivo che per quello negativo. Qualsiasi cosa prospetti il futuro della psicoterapia con LSD, è importante capire che, proibendo la ricerca psichedelica, non abbiamo soltanto abbandonato lo studio di una importante sostanza o di un gruppo di sostanze, ma abbiamo anche abbandonato gli approcci più promettenti alla comprensione della mente e della coscienza umana. Le prospettive attuali per una sistematica ricerca sull’LSD e per il suo uso estensivo nella psicoterapia appaiono piuttosto grigie. È difficile pronosticare se la situazione cambierà, sebbene ci siano indicazioni che il clima generale potrebbe diventare più favorevole nei prossimi anni. Uno dei problemi maggiori nella psicoterapia con LSD era la natura insolita dell’esperienza psichedelica. L’intensità dell’ espressione emotiva e fisica delle sedute con LSD, era in netto 426 contrasto con la canonica immagine della psicoterapia, con le sue discussioni faccia a faccia o con l’educata libera associazione sul divano. I temi della nascita, morte, follia, ESP, unità cosmica, entità archetipiche o memorie di passate incarnazioni, che si verificano negli stati psichedelici, vanno ben oltre gli argomenti convenzionali della psicoterapia assestata sui dati biografici. Un medio professionista a quel tempo, provava riluttanza o anche paura nei confronti delle sfere d’esperienza di questa natura, e ciò a causa della loro associazione con la psicosi. Oggi, intense esplosioni emotive, drammatiche manifestazioni fisiche e diverse esperienze perinatali e transpersonali, sono molto più accettate e meno spaventose per molti terapeuti, dato che possono essere incontrate, quasi di routine, nel contesto delle nuove terapie esperenziali come la pratica Gestaltica, i gruppi di incontro, sedute di maratona e maratona nuda, terapia primale e diversi approcci neo-reichiani. Oggi sono sempre più numerosi i terapeuti che danno valore ed incoraggiano esperienze drammatiche, che nella cornice dell’analisi classica, sarebbero state viste come pericoloso acting-out e considerate motivo per l’interruzione del trattamento o addirittura per il ricovero psichiatrico. Alcuni approcci attuali alla schizofrenia, incoraggiano concretamente, la profonda immersione nell’esperienza del processo, invece che la sua inibizione chimica. Per i terapeuti del suddetto orientamento, gli psichedelici rappresenterebbero un ulteriore passo per aiutare ad accelerare ed approfondire il processo. L’LSD entrò in scena al momento della rivoluzione psicofarmacologica, quando nuovi tranquillanti ed antidepressivi riportarono i primi trionfi e generarono una eccessiva speranza in facili soluzioni chimiche. Al momento, molto dell’entusiasmo originario in questa area si è ridotto. Sebbene sia apprezzabile l’umanizzazione degli ospedali psichiatrici e la pacificazione dei reparti psichiatrici, che ha reso la loro atmosfera più simile a quello degli ospedali normali, sta diventano sempre più evidente che i tranquillanti e gli antidepressivi sono, in linea di massima, solo rimedi per i sintomi. Non risolvono i problemi e nei casi più gravi conducono alla dipendenza per tutta la vita, cioè necessitano della continua somministrazione della medicina. 427 Inoltre, c’è un numero crescente di studi di professionisti, che sottolineano i pericoli derivante dall’impiego massiccio di queste sostanze – sintomi neurologici irreversibili di ritardata discinesia, cambiamenti degenerativi nella retina o concreta dipendenza fisiologica con sindrome da astinenza. Dovremmo anche menzionare importanti forze sociali che potrebbero giocare un ruolo nei cambiamenti futuri della politica riguardo la ricerca psichedelica. Molti dei giovani che sono o ricopriranno posizioni di rilievo sociale – come avvocati, educatori, amministratori o professionisti della salute mentale – hanno avuto intense esposizioni agli psichedelici durante il loro periodo studentesco. Quegli individui che hanno sperimentato, o hanno avuto l’opportunità di osservare il processo in amici stretti o parenti, si saranno formati un’idea propria e non dipenderanno da informazioni di seconda mano. Elementi di buon senso nelle nuove leggi sulla marijuana in molti Stati, potrebbero essere i primi frutti di questo sviluppo. Il fatto che l’uso responsabile e ritualizzato degli psichedelici ricevesse l’approvazione sociale in alcune antiche società e paesi pre-industrializzati e fosse significativamente intessuto nella struttura sociale, rappresenta in qualche modo un precedente incoraggiante. 428 429 430 431 432 433 434 435 436 INDICE pag. 7 Prefazione pag. 11 Introduzione pag. 21 Ringraziamenti pag. 23 Cap. 1- La storia della terapia con LSD pag. 67 Cap. 2 - Variabili critiche nella terapia con LSD pag. 161 Cap. 3 - Terapia psicolitica e terapia psichedelica con LSD: verso una integrazione degli approcci pag. 177 Cap. 4 - I principî della psicoterapia con LSD pag. 221 Cap. 5 - Complicazioni della psicoterapia con LSD: incidenti, preven zione pag. 301 Cap. 6 - Decorso della psicoterapia con LSD pag. 343 Cap. 7 - Indicazioni per la psicoterapia con LSD, potenziale terapeutico e risultati clinici pag. 371 Cap. 8 - Usi non terapeutici dell’LSD pag. 397 Cap.9 - Dinamiche terapeutiche operanti nella terapia con LSD pag. 425 Epilogo: il futuro della psicoterapi con LSD 437 438 439 Finito di stampare nel mese di maggio 2005 Stampato in proprio - Samizdat Pescara via Valle di rose n° 19 440