Visualizza la scheda - Fondazione Teatri di Piacenza
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La Compagnia incontra il pubblico giovedì 29 gennaio 2015 - ore 18 TEATRO COMUNALE FILODRAMMATICI - DITELO ALL’ATTORE a cura di Enrico Marcotti TRE PER I PROSSIMI APPUNTAMENTI A TEATRO e domenica 1 febbraio 2015 - ore 16.30 TEATRO COMUNALE FILODRAMMATICI - A teatro con mamma e papà lunedì 2 febbraio 2015 - ore 9 e ore 10.45 martedì 3 febbraio 2015 - ore 10 TEATRO COMUNALE FILODRAMMATICI - Salt’in Banco DIREZIONE GENERALE SPETTACOLO DAL VIVO COMUNE DI PIACENZA TRE PER TE 2014/2015 Stagione di Prosa del Teatro Municipale di Piacenza Prosa - Altri Percorsi - Teatro Danza La Piccionaia I TRE PORCELLINI mercoledì 4 febbraio 2015 - ore 21 TEATRO MUNICIPALE - Altri Percorsi Teatro dell’Archivolto / Teatro Stabile di Genova L’INVENZIONE DELLA SOLITUDINE di Paul Auster - con Giuseppe Battiston - regia Giorgio Gallione mercoledì 4 febbraio 2015 - ore 9 e ore 10.45 giovedì 5 febbraio 2015 - ore 10 TEATRO COMUNALE FILODRAMMATICI - Salt’in Banco Teatro del Buratto L’ARCA PARTE ALLE OTTO lunedì 9 febbraio 2015 - ore 9 e ore 10.45 TEATRO COMUNALE FILODRAMMATICI - Salt’in Banco Teatro dell’Archivolto COME UN ROMANZO Da Daniel Pennac martedì 10 febbraio 2015 - ore 10 TEATRO COMUNALE FILODRAMMATICI - Salt’in Banco Teatro dell’Archivolto (NON) VOGLIO ANDARE A SCUOLA P ro s a mercole dì 28 gennaio 2015 - ore 21 giovedì 2 9 gennaio 2015 - ore 21 TEATRO MUNICIPALE FROST/NIXON di Peter Morgan t r a d uzione di Lucio De Capitani uno spetta con pitani colo di Fe Ferdi Elio De Ca rd e i inan Brun do n ixon) a ndo Br Luca hard N ) ic uni (David Fros (R i n Torac ta t), Elio De Capi eston ca (Sw ifty Lazar), Alejandro Bruni Ocaña (Jim R Clau dia And irt), rea G Coli (Caroline), Matteo de Mojana (John B nan) erman k Bren c i (Bob Zeln a (J i c a ick), Nicola Straval (Gab ) riele C alindri voce registrata di Mike Wallace luci N li ando Fri gerio, suono di Giuseppe Marzo Teatr o una co-produzione dell’Elfo bria e Teatro Stabile dell’Um Bugie e potere. Responsabilità e potere. Frost/Nixon è un match che mette a confronto il potere politico e quello mediatico. Il drammaturgo e sceneggiatore Peter Morgan (autore anche di The Queen) punta i riflettori sul primo caso storico di giornalismospettacolo e restituisce splendidamente questi temi. Nucleo della pièce è l’intervista che l’anchorman David Frost fece nel 1977 a Richard Nixon (che si era dimesso nel 1974), terminata con la confessione dell’ex Presidente - mai ottenuta prima - sullo scandalo del Watergate e sui limiti morali del potere. Una confessione, negli ultimi secondi della trasmissione, di un uomo combattivo e orgoglioso, messo alle corde dalla precisione delle domande, delle date e dei riscontri. Un episodio storico realmente accaduto. Scritto nel 2006, Frost/Nixon ha ottenuto un vastissimo successo e numerosi premi, tra cui il Tony Award per Frank Langella come miglior attore protagonista per l’interpretazione di Nixon. Ron Howard ne ha tratto un film nel 2008, che ha sfiorato i 30 milioni di dollari d’incasso all’uscita. Il Teatro dell’Elfo e il Teatro Stabile dell’Umbria hanno unito le loro forze per produrre questo spettacolo che ha debuttato il 18 ottobre 2013 a Milano. Ferdinando Bruni ed Elio De Capitani, che hanno firmato a quattro mani la regia (com’era stato per i successi di Angels in America e The history Boys), da molto tempo non si sfidavano in un duello scenico così intenso, cesellando due interpretazioni giudicate “magistrali”. Una proposta di drammaturgia contemporanea, applaudita da un pubblico numerosissimo e accolta dalla critica come “uno dei punti più alti della storia della compagnia”. Lo spettacolo racconta l’avventura produttiva che portò a questo successo: il lavoro del gruppo di giornalisti coraggiosi e rigorosi che collaborarono con Frost, la trattativa con il leggendario “Swifty” - lo svelto - Lazar (agente di Nixon come delle più grandi star di Hollywood), l’ostracismo dei grandi network, la devozione degli uomini del Presidente. E riesce a portare in primo piano, alla ribalta, assieme ai volti degli attori, alle sfide dei personaggi, riflessioni sempre attuali sui limiti del potere politico e di quello mediatico, sui confini più che mai labili tra politica e showbiz. Il palco si trasforma in uno studio televisivo degli anni Settanta, dove rivive un evento mediatico rimasto nella storia. La serie di quattro interviste che David Frost riuscì a ottenere da Richard Nixon, pagandogli un ricchissimo cachet, sono passate alla storia non solo per lo scoop fenomenale della confessione, ma anche - e nella società spettacolo in cui viviamo verrebbe da dire “soprattutto” - per l’incredibile, avventurosa costruzione del progetto, al di fuori, se non contro le reti televisive ufficiali. Dalla rassegna stampa (...) Nella fase culminante della sua recente crescita, il Teatro dell’Elfo, con Frost/Nixon, ha realizzato un prodotto perfetto in rapporto al momento, al luogo, alle aspettative del suo nuovo pubblico: si potrebbe anzi dire, senza tema di sbilanciarsi, che il testo dell’inglese Peter Morgan segna uno dei punti più alti nella storia della compagnia, destinato a passare agli annali come i celebrati Comedians o Nemico di classe. (...) Renato Palazzi, «Il sole 24 ore» Notevole l’interpretazione. Elio De Capitani, in completo blu con un trucco che cita Nixon senza trasformarlo nella sua copia, rende benissimo le doppiezze del presidente quacchero, le sue insicurezze, i suoi complessi di inadeguatezza fino all’apoteosi della scena madre finale. Ferdinando Bruni che è David Frost, si insinua con autorevolezza dentro un personaggio a più facce, sparring partner perfetto, innamorato del rischio soprattutto se pensa che ne possa avere un tornaconto. Maria Grazia Gregori, «l’Unità» Ventuno sequenze che in una scena semplice ed esemplare (sintesi di molti luoghi dell’azione in specie lo studio televisivo, vecchi monitor che rimandano loghi ironici, una teoria di rotanti seggioline vintage in continua scorribanda) scorrono via con l’asciuttezza di un dramma storico shakesperiano e con quel ritmo di cui sono maestri i due protagonisti Elio De Capitani e Ferdinando Bruni, qui nell’agone ancora una volta insieme in veste di registi infallibili in un montaggio che non permette distrazione. Domenico Rigotti, «Avvenire»